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28 Ott 2012  |  328 Commenti

Video: oppresse e oppressori

Il femminismo ha criminalizzato l’intero genere maschile sostenendo che quest’ultimo è da sempre stato  e continua ad essere il responsabile della condizione di oppressione e subordinazione di quello femminile. La relazione fra i generi nella storia, con tutte le sue assai complesse implicazioni e articolazioni di ordine sociale, economico, culturale, psicologico, è stata dunque ridotta alla dialettica oppressa-oppressore, dove il genere femminile è considerato sempre, comunque e dovunque (quindi anche nella realtà attuale) quello oppresso e dominato e il genere maschile,  sempre e comunque, quello oppressore e dominante.

Questa rivisitazione della relazione fra i generi divenuta cultura dominante è stata possibile in seguito ad un’ astuta operazione di reinterpretazione della dialettica storica hegeliana-marxiana, che ha visto sostituire il concetto di conflitto di classe con quello di conflitto fra i generi.

Una sorta di banale quanto rozzo “copia-incolla”, dal punto di vista filosofico, rivelatosi però decisamente efficace; di fatto l’architrave dell’ideologia femminista e femdominista.

E’ determinante quindi, anche da parte nostra, cominciare a mettere in discussione dalle fondamenta quell’assunto, destrutturando le presunte ragioni che hanno portato a concepirlo e a far sì che diventasse addirittura il paradigma dominante, per lo meno per quanto riguarda la relazione fra i generi.

Questa brevissima intervista, sia pure in modo estremamente sintetico e sommario, affronta proprio questo tema specifico.



328 Commenti

Alessandro 10:40 pm - 30th Gennaio:

Erica, ieri la signora Concita De Gregorio alle Invasioni barbariche ha esplicitamente affermato che le donne sono meglio degli uomini. Perchè non vai a lamentarti con lei? Comunque oggi Lilli Gruber ha invitato nel suo studio, oltre alla già citata De Gregorio, anche la Fornero; poi a seguire Lella Costa presente da Lerner: sorvolo suoi contenuti sessisti dei loro disocrsi: altro che UB!

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Fabrizio Marchi 11:54 pm - 30th Gennaio:

Vai tranquillo, Mauro, utilizza tutto il materiale che vuoi…
Fabrizio

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Sandro2 7:39 am - 31st Gennaio:

A proposito della “superiorità” femminile…
Ogni giorno una vaginata, in cui “chi di dovere”, si impegna a più non posso per glorificare le femmine e “assodare” l'”inferiorità” maschile.
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http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201201301710-ipp-rt10224-le_donne_parcheggiano_meglio_piu_lente_ma_piu_precise
(AGI) – Londra, 30 gen. – Contrordine: le donne parcheggiano meglio degli uomini. E la sentenza, che smonta un cliche’ fonte di innumerevoli battute sessiste, arriva da uno studio che e’ il piu’ completo mai realizzato sulle differenze di genere nel modo di guidare. Ebbene, magari impiegheranno piu’ tempo, ma e’ piu’ probabile che le donne lascino l’auto nel bel mezzo dello spazio lasciato vuoto e siano piu’ attente nel trovare un parcheggio, oltre ad essere precise nell’allinearsi prima di iniziare la manovra e anche piu’ diligenti nell’adottare il metodo degli istruttori. Gli uomini sono in generale piu’ sicuri di se’, ma raramente riposizionano l’auto una volta infilata nel parcheggio. Anche l’istruttore di guida che ha ideato l’esperimento, Neil Beeson si e’ detto “sorpreso”: “Nella mia esperienza gli uomini sono sempre stati coloro che apprendono meglio e di solito sono piu’ recettivi nelle lezioni. Tuttavia e’ possibile che le donne conservino meglio quel che imparano. I risultati sembrano anche sfatare la convinzione che gli uomini abbiano una migliore consapevolezza spaziale delle donne”. Per un mese e’ stato sguinzagliato un team di ricercatori che ha tenuto d’occhio l”opera’ di 2.500 persone (uomini e donne) in 700 parcheggi. Si e’ tenuto conto di ogni aspetto del metodo di parcheggio e per ognuno si e’ arrivati a un risultato finale che ha contribuito a formare il ‘coefficiente di parcheggio’ per ciascun sesso. Innanzitutto il team ha analizzato la capacita’ della persona di trovare uno spazio in cui infilarsi: i ricercatori hanno scoperto che l’impazienza spinge spesso gli uomini a guidare troppo velocemente ed essere cosi’ frettolosi; l’approccio piu’ lento delle donne le rende in grado, invece, di notare gli spazi e individuare prima quando c’e’ un’auto che se ne sta andando.
Piu’ di tre quarti delle donne, inoltre, sono risultate eccellere nella cosiddetta ‘posizione di pre-parcheggio’, il posizionamento cioe’ per entrare in uno spazio. Il 39 per cento delle donne ha eseguito in modo pulito la retromarcia negli spazi, rispetto al 28 per cento degli uomini osservati. Infine, gli uomini sono molto piu’ veloci nel parcheggiare, impiegando 16 secondi rispetto ai 21 necessari alle donne per completare la manovra; tuttavia il tempo aggiuntivo ha consentito al 52 per cento delle donne di piazzarsi proprio nel mezzo del parcheggio, rispetto al 25 per cento degli uomini. E’ vero, come qualcuno fa notare, che parcheggiare nel bel mezzo delle strisce puo’ non essere il criterio migliore di giudizio, soprattutto nel caso che chi ha parcheggiato prima abbia lasciato l’auto molto vicina alla linea di demarcazione. Ma tant’e’, il risultato finale e’ stato che le donne hanno ottenuto un risultato finale di 13,4 punti su 20, gli uomini si sono fermati a 12,3. Dai dati risulta anche che, poiche’ ogni automobilista fa una media di circa 1.004 parcheggi nell’arco di una vita, le donne trascorrono 12 giorni nel parcheggiare rispetto ai 9 degli uomini. Il risultato della ricerca, divulgata dal Daily Telegraph, smantella non solo un luogo comune ma anche il risultato di precedenti studi: per esempio, i dati della Driving Standards Agency, l’anno scorso, rivelarono che migliaia di donne in piu’ degli uomini vengono bocciate perche’ falliscono l’esame proprio sul parcheggio; mentre i ricercatori della Ruhr University Bochum, in Germania, stabilirono che le donne impiegano in media 20 secondi in piu’ degli uomini per parcheggiare. (AGI) .
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P.S. Per inciso: in altre circostanze la velocità mentale è considerata segno di “superiorità intellettiva”.
In questo caso no; il fatto che gli uomini siano più rapidi delle donne a parcheggiare, “dimostra” l’esatto contrario.
Ergo, il mondo alla rovescia.
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(Vado a lavorare, che è meglio.)

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Rita 9:32 am - 31st Gennaio:

comunque un’altra cosa che mi è venuta in mente e che si ricollega un po’ al discorso di Cesare e un po’ al discorso di Fabrizio.
L’handicap.
Io sono fortemente miope e, in passato, circolava pure la teoria che voleva i miopi più intelligenti della media. In realtà è altamente probabile che i miopi, avendo più difficoltà a vedere da lontano e quindi a muoversi in spazi aperti e di conseguenza a praticare attività sportive, tendessero di più a chiudersi in biblioteca o in casa a leggere o a fare giochi di riflessione e precisione. Di fatto ci sono miopi deficienti. smile miopi intelligenti e miopi normali. Ma è sicuramente più facile (soprattutto in passato, oggi forse meno grazie agli ausili della tecnologia e alla possibilità di mettere lenti a contatto o di interventi sulla cornea) trovare normovedenti fra gli sportivi e miopi fra gli intellettuali.

Adesso Erica mi potrà obiettare che il sentimento di inferiorità negli handicappati e nelle donne è colpa degli altri.. di chi li fa sentire inferiori.. bah, se ne puo’ discutere, mi pare che anche qui il discorso si faccia ampio. Entrano in gioco le sensibilità individuali e l’intelligenza. E non sempre sensibilità indica maggior intelligenza emotiva, molte volte indica maggior fragilità. E’ vero che da bambino ti chiamano quattr’occhi, ma dopo un po’ impari a difenderti e impari anche a valorizzare le tue diversità e a farle apprezzare (se sei, appunto, intelligente laddove s’intenda come intelligenza il modo di stare nel mondo trovando serenità, senza inseguire improbabili chimere che lasciano infelici e frustrano anche le persone che ti stanno intorno e ci tengono a te). Ora tu forse dici che in millenni e millenni le donne non sono riuscite a valorizzare le loro diversità e a farle apprezzare? Mah.. boh..
Ricordo una fiaba che lessi da bambina la “Fata Occhioni”. Si narrava di un’istitutrice fortemente miope che pur non riconoscendo la gente a mezzo metro di distanza e sbattendoci contro, vedeva l’infinitamente piccolo e ai suoi studenti narrava di feste danzanti di moscerini, libellule e zanzare, perchè lei era handicappata nel vedere a distanza ma vedeva l’infinitamente piccolo in dettagli che gli altri si perdevano. Scusate la divagazione oculistica. Ma tante volte le donne mi sembrano un po’ quel che dice Cesare: miopi che pretendono di vedere un passero lontano un miglio senza occhiali e s’arrabbiano con chi il passero lontano un miglio lo vede normalmente.

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cesare 12:34 pm - 31st Gennaio:

E torno a chiedere alle donne di oggi: ma come non accorgersi di questo fascino, di questo potere, di questo interesse, di questo desiderio e amore che suscitate per le catteristiche proprie che caratterizzano specificamente la femminilità. E perchè avete fatto la scelta storica di considerare il vostro principale handicap proprio la femminilità e la vostra chance vincente tutto quanto vi assimila al maschile? di cui poi in tantissime non dite altro che peste e corna.

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Leonardo 12:53 pm - 31st Gennaio:

Le donne al volante hanno il pregio di non dover fare le fanatiche (le mujer-donna, da macho-maschio in spagnolo) davanti agli uomini mostrando sprezzo del pericolo e premendo sull’acceratore o con manovre azzardate come fanno molti ragazzi.
Il difetto non di tutte è la prepotenza, il premere sul clacson e voler campo libero davanti…
Un ‘altra inculata all’uomo è per chi ha crisi di ansia e altri problemi a guidare, che naturalmente per le donne è un danno minore, quando si tratta di dover fequentare l’altro sesso.
Basta con i macho, viva le mujer smile

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erica 5:05 pm - 31st Gennaio:

@Rita: Simon Baron Cohen? sarà mica imparentato con il comico Sasha Baron Cohen aka Borat per scrivere quelle cose? ahah!
vabbè, finché siamo d’accordo sulla parità di diritti e di opportunità allora è tutto ok.

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cesare 6:15 pm - 31st Gennaio:

Temporibus illis le donne erano costrette dai maschi oppressori a fornire loro pesanti consulenze. L’ ex tesoriere del partito della Margherita tra il gennaio del 2008 e l’agosto del 2011, effettuò 90 bonifici in uscita per un totale di 12 milioni 961 mila euro. Tutti con un identico beneficiario – la “T. T. T. srl.” – società di consulenza della moglie e una medesima causale: “Prestazioni di consulenza”. Poi finalmente i maschi fecero i conti con se stessi.

Vedi tutto qui: http://www.repubblica.it/politica/2012/01/31/news/lusi_margherita_sottrazione_fondi-29056231/?ref=HREC1-32

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Rita 8:26 pm - 31st Gennaio:

http://en.wikipedia.org/wiki/Simon_Baron-Cohen

va be.. vedo che stiamo già alla fase “mo’ti smontoillibrodileggiandol’autoremancosochièma combinazionec’hailcognomediuncomico”.. smile oh che simpatica digressione…

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cesare 11:15 am - 9th Marzo:

Su Il Giornale di ieri, giovedì 8 marzo, il prof. Stefano Zecchi invoca, giustamente, un passo indietro delle madri perchè i maschi possano fare i padri. Infatti, a quanto scrive, oggi i padri in famiglia contano meno di niente e i figli, senza un padre credibile, finiscono rovinati.
Resta il paradosso di far dipendere l’ autorità del padre dal riconoscimento proprio da parte di chi al padre l’ha consapevolmente tolta a seguito oltretutto di una dura lotta ideologica e militante. In ogni caso nasce la domanda: nelle famiglie italiane si annida un feroce tiranno descritto dal racconto di regime o uno che conta a tal punto niente che deve chiedere alla moglie il permesso di fare il padre come proprio lui (scandalo degli scandali), pensa si debba fare?

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Rino 12:32 pm - 9th Marzo:

La descrizione che fa del mammo è vicinissima alla realtà e anche le altre considerazioni sono sensate.

Certo che poi, chiedere alla madre – bontà sua – di lasciare spazio al padre …è come di quei calciatori che chiedono ai compagni di passargli il pallone, almeno di quando in quando…
I commenti sembrano poi quelli che si leggono su 27ora…

RDV

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Fabio C. 2:16 pm - 9th Marzo:

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I commenti sembrano poi quelli che si leggono su 27ora…

RDV
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Concordo, ed infatti basta leggere interventi come questo, che, indubbiamente contengono delle verità.

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#2 Lisa_Simpson (265) – lettore
il 08.03.12 alle ore 10:40 scrive:
Mah, francamente mi sembra che fare questi discorsi così generici non abbiano senso e siano soprattutto offensivi, visto quanto è dura essere madre oggi. Detto questo, io direi che l’uomo/padre che si fa scalzare dal suo ruolo legittimo è semplicemente senza attributi. Tua moglie non ti da spazio col bambino? Tu pigliatelo sto spazio! Parlane con tua moglie! E poi, pretendere di fare chissà che cosa, quando magari non sai fare nemmeno un uovo al tegamino? O far partire la lavatrice? O ci metti 3 ore per comprare il latte? O non sai piegare nemmeno un paio di mutande? E una dovrebbe lasciarti un neonato?! La questione è delicata e un articoletto sbrigativo e superficiale non è d’aiuto nè alle mamme invadenti, nè ai padri impediti.
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Ma in ogni caso il punto non è questo.
Il punto è il disprezzo che queste donnicciole vomitano quotidianamente contro gli uomini, nonché l’incapacità delle medesime di comprendere certi perché; ovvero perché questi padri sono “così impediti”.
Altro particolare; la tipa sentenzia:
“Detto questo, io direi che l’uomo/padre che si fa scalzare dal suo ruolo legittimo è semplicemente senza attributi. ”
Immaginiamo una situazione contraria, in cui io affermo che “la donna/madre che si fa scalzare dal suo ruolo legittimo è semplicemente senza attributi e s priva di personalità”,
cosa pensate accadrebbe? Ovviamente si urlerebbe contro il “marito/padrone” che opprime la moglie.
Seriamente: ma oggigiorno ha veramente senso sposarsi e mettersi in casa una rompi coglioni, che alla lunga ti farà ammosciare il cazzo, ti istigherà alla violenza fisica, facendoti così finire in galera?
Io non credo proprio.
Opinione personale (che credo sia condivisa pure da altri): molto meglio andare a puttane, che relazionarsi con simili cretine affette da misandria.
Vi assicuro che cose del genere non vorrei neppure pensarle, ma il fatto è che alla lunga certi pensieri sono inevitabili, perché dall’altra parte non c’è assolutamente niente, oltre al risentimento e al disprezzo quotidiano.
Basta osservarle attentamente queste donne moderne: sempre incazzate, sempre piene di problemi, sempre pronte a puntare il dito, evitando accuratamente di assumersi la benché minima responsabilità di qualcosa. Fanno veramente schifo.

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Marco Pensante 5:15 pm - 9th Marzo:

E ancora con questa lagna demenziale della lavatrice e delle uova al tegamino. A quanto pare nella mente femminile saper far partire la lavatrice e fare due uova al tegamino occupano un posto di primo piano alla voce “Competenze Fondamentali della Vita”. Se non ci fosse il PatriarcatoFemminicida® a opprimerle, le donne sarebbero finalmente libere, libere, LIBERE di… far partire lavatrici e fare uova al tegamino, perché è quello che fanno meglio.
Per quanto riguarda la questione figli, diciamoci la verità. Tutti, chi più chi meno, sappiamo che avere dei figli è bello e importante. Ma che senso ha lavorare per costruire una famiglia e dare un futuro a dei figli, quando è ormai evidente a tutti che le madri disprezzano i padri oltre ogni misura, addirittura dicendo “e una dovrebbe lasciarti un neonato?”
L’unica salvezza è starne fuori.

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Marco Pensante 5:22 pm - 9th Marzo:

P.S. Mi spiace per i bambini. Per queste povere ritardate no. Stiano da sole, facciano quello che gli pare, vadano a “realizzarsi” passando scartoffie in qualche ufficio e pensando che se non fosse per il PatriarcatoFemminicida® sarebbero già tutte delle Marcegaglia.
Saranno loro a beccarsi la tranvata sul naso.

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Marco 6:05 pm - 9th Marzo:

Tra l’altro la lavatrice (come il ferro da stiro e tanti altri elettrodomestici, eccetto la lavastoviglie) è stata inventata da un uomo…

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Rita 1:59 pm - 16th Marzo:

Esattamente non sapevo dove inserirlo, mi pareva di ricordare che ci fosse un articolo dedicato al problema carcerario, ma, o ricordavo male, oppure non l’ho trovato.
E comunque far parte della categoria “oppressori” porta all’invisibilità. Lo è per gli uomini nei confronti delle donne, laddove l’etichetta di oppressore fa sì che la responsabilità sia ascritta in toto ad un genere senza fare distinguo, lo è con le morti sul lavoro la cui causa viene data in toto al “datore di lavoro” o al “padrone”, poco curandosi se si tratta dell’amministratore delegato della Thyssen Krupp o dell’imprenditore edile con 10 dipendenti che, all’occorrenza, sale anche lui sui tetti e rischia anche lui come i suoi operai, lo è, a quanto pare, anche per la dicotomia secondino-poliziotto-appartenente alle forze dell’ordine/carcerato.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/si-suicidano-anche-le-guardie/2176618

mi viene in mente di un’utente di un forum, appassionata della causa animalista che postava video sulle modalità di macellazione degli animali per sensibilizzare le coscienze, qualcuno le rispose… sì ok, siamo d’accordo a non infliggere sofferenze inutili agli animali, ci vorrebbero più controlli etc, i filmati sono agghiaccianti, e però tanta pietà per i vitelli macellati e nessuna per l’operaio che deve stare 8 ore al giorno in mezzo al sangue e alla morte. Nessuno, vedendo quei filmati ha speso una parola per le condizioni di lavoro di quegli operai.

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Stefano R. 10:27 pm - 26th Marzo:

Non escludo che avendo il sottoscritto solo 24 anni, possa sfuggirmi qualcosa, ma in delle vere societa’ maschiliste come farebbero le donne a “salassare” gli uomini in questo modo?
http://www.ilgiornaledellusso.it/2012/02/22/amore-ma-quanto-mi-costi/
Ma soprattutto mi chiedo: perche’ a fine matrimonio l’ex coniuge ha diritto alla meta’ del patrimonio del marito? Perche’ deve mantenere lo stesso tenore di vita?
Ma chi lo ha stabilito? E perche’ ?
Ad esempio (saltando di palo in frasca), quando si va in pensione si ricevono gli stessi soldi di quando si lavorava? No, ovviamente. *
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* Io questo problema nemmeno me lo pongo, tanto la pensione non la ricevero’ mai o, cmq, se mai mi daranno qualcosa (verso il 2058…), penso che mi tocchera’ fare una vita da barbone disperato. A quel punto meglio andarsene prima da questo schifoso mondo.

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Stefano R. 10:38 pm - 26th Marzo:

p.s.: c’e’ un particolare che mi colpisce molto, ed e’ l’assoluta leggerezza con la quale le giornaliste e le donne in genere, trattano certi argomenti. Nelle loro parole c’e’ una costante provocazione, nonche’ una superficialita’ paurosa. Basti evidenziare le parole scritte dalla giornalista Alessia Casiraghi:
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Al quinto posto, con 100 milioni di dollari, un’altra coppia del cinema: Steven Spielberg e Amy Irving. Cifra notevole, se si tiene conto che il divorzio risale al 1989 e durò solo 4 anni. Il segreto? Un contratto prematrimoniale che la furbissima Amy scrisse su un tovagliolo qualche giorno prima delle nozze. Prendere appunti.
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Non c’e’ mai una condanna verso gli sleali comportamenti delle loro simili. Anzi, noto che traspare sempre una certa soddisfazione.

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cesare 8:38 am - 27th Marzo:

Adriano Sofri se ne intende di campagne di stampa senza equilibrio e verità: messa al posto della classe operaia il genere femminile, eccolo ricomparire sempre identico nel contenuto, nello stile e nel fine delle sue urla aggressive di condanna e incitamento contro il nemico di turno, naturalmente in difesa delle altrettanto necessarie vittime di turno. E’ un lottatore continuo che senza nemico si perde e finalmente lo ha trovato nel proprio genere. Mi ricorda il protagonista di un romanzo di fantascenza, un campione assoluto di duelli all’ultimo sangue che non si dà pace per non aver più nemici cui tagliare la testa come trofeo, finchè non scopre che l’unico nemico degno di lui è se stesso. E fa della sua testa l’ultimo trofeo. Pace e bene fratello Sofri.

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Fabrizio Marchi 9:35 am - 27th Marzo:

“E’ un lottatore continuo che senza nemico si perde e finalmente lo ha trovato nel proprio genere”. (Cesare)
Peggio, molto peggio. E’ un pentito a 360°( la peggior razza…) nonchè sostenitore attivo della guerra nei Balcani e dei bombardamenti Nato sulla Serbia, così come di tutte le altre guerre “umanitarie”. Anche in questo caso il grilletto lo fa premere agli altri…La differenza è che prima pronunciava sentenze di morte dalle pagine di Lotta Continua e ora da quelle ben più remunerative di Repubblica…
Ha comprato il suo “perdono” diventando uno dei cantori del “politicamente corretto” dominante.
Spregevole.
Fabrizio

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armando 10:41 am - 27th Marzo:

Spregevole è il minimo, parlando di Sofri. Di lui si potrebbe dire” Uomini che odiano gli uomini”. E non perchè parla degli omicidi di donne, ma per il modo con cui considera gli uomini. Vede la sete di possesso del corpo femminile da parte dei maschi (non di quei pochissimi che uccidono di cui non prende peraltro in considerazione altre cause possibili, ma di tutti i maschi, essendo gli assassini solo la punta dell’iceberg). Non vede però l’istinto di proprietà materno verso i figli che causa gli infanticidi, praticamente fatti solo da donne, e più ancora il numero elevatissimo di aborti. Più volte mi è capitato di sentirmi rispondere, di fronte alla domanda sul perchè molte donne preferiscono abortire il figlio non voluto o impossibile da mantenere anzichè affidarlo ai servizi sociali, “O mio o di nessuno”.
Solo gli uomini, dunque, sarebbero capaci di relazioni insane, solo loro assatanati di potere e controllo sui corpi altrui? Ma per favore!
Armando

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mauro recher 5:58 pm - 27th Marzo:

Ma dai Fabrizio ed Armando ,Sofri viene cosi descritto da un gruppo in particolare
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Un uomo è l’autore di questo articolo, un VERO UOMO che parla senza sconti, giri di parole, vittimismi, mistificazioni
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mi meraviglio di voi ,che non avete trovato la forza vera di questo articolo …
Strano però che anch’io, leggendo l’articolo ,penso che sia la solita tiritera che gli uomini sono “cattivi”, ovviamente ,lui è escluso ,come quelli di maschile plurale …
Non conosco molto bene la storia di Sofri e quindi non posso giudicare la persona …cosi a naso ,posso solo dare ragione a Fabrizio ,un altro facente parte del politicamente corretto ,(molto probabilmente,venduto allo stesso) e si adegua …,in fondo ,parlare male degli uomini porta sempre punti …

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armando 9:26 pm - 27th Marzo:

Davvero drammatiche le notizie riferite da Luigi.
L’ennesima prova dei privilegi dei maschi oppressori e irresponsabili, o l’ennesima prova della fragilità psicologica maschile? Alle signore, alle quali non accadono mai cose simili, l’ardua risposta.
Quanto a Sofri, caro Mauro, è presto detto. Fu il capo carismatico di Lotta Continua, il più numeroso, importante e combattivo gruppo della sinistra extraparlamentare degli anni a cavallo fra i 60 e i 70. Un rivoluzionario leninista integrale. Nel 1976 Lotta Continua si sciolse dopo un drammatico congresso in cui emerse la contestazione femminista con la famosissima parola d’ordine “Il privato è politico”, che intendeva mettere al centro la contraddizione di genere fra maschi e femmine. Evidentemente Sofri fu folgorato sulla via di Damasco, perchè da quell’epoca ha assunto posizioni via via sempre più filofemministe e antimaschili.A metà degli anni 80 fu accusato, in forza della denuncia dell’autore materiale (un militante di base di LC), di aver commissionato, insieme ad altri dirigenti, l’assassinio del commissario Calabresi, il dirigente di PS che si occupò della strage di piazza Fontana del 1968 e che, secondo la violentissima campagna di stampa del quotidiano di Sofri, si era reso responsabile della morte del ferroviere anarchico Pinelli .Pinellicadde da una finestra della questura milanese durante la pausa di un interrogatorio relativo alle indagini sulla strage della quale in un primo momento vennero accusati gli anarchici ed in particolare Pietro Valpreda.
Dopo una serie lunghissima di processi, Sofri è stato condannato in via definitiva per quel delitto. ora è uomo libero. Io non so davvero se fu colpevole del delitto per il quale è stato condannato, ma quando apparve la notizia dell’imputazione a me sembrò non dico vera ma verosimile sì. Ed è certo, indipendentemente dalla diretta responsabilità di Sofri, che quel delitto maturò in quegli ambienti di Lotta Continua. Si vede che Sofri, con le sue idee di odio ontologico antimaschile, intende in qualche modo espiare qualche colpa antica che sente come propria. E come spesso accade il machismo sovradimensionato di un tempo è facile che muti nel suo opposto.
armando

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Fabrizio Marchi 9:45 pm - 27th Marzo:

Un sola nota, Armando, solo a titolo di informazione: Sofri non è mai stato un leninista, così come l’organizzazione da lui guidata, cioè Lotta Continua, che era una miscela di tante cose insieme (una parte niente affatto minoritaria del gruppo dirigente era addirittura di estrazione cattolica), che oggi potremmo definire con il termine “movimentista”. In linea teorica LC si definiva luxemburghiana, ma anche questa era un forzatura. In realtà, a mio parere, era una nebulosa moltro contraddittoria al proprio interno.
In ogni caso di certo non era un’organizzazione leninista, nè dal punto di vista ideologico nè tanto meno da quello organizzativo.
Fabrizio

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Fabrizio Marchi 10:37 pm - 27th Marzo:

Aggiungo che non credo affatto che il livore antimaschile di Sofri sia dovuto ad un suo presunto complesso di colpa. Ammesso che ne abbia avuti o ne abbia, la sua “espiazione” è consistita nell’aver sposato a tutto tondo l’ideologia “polticamente corretta” (variante liberal del sistema capitalista dominante), fino ad arrivare a sostenere attivamente la guerra neoimperialista di spartizione della ex Jugoslavia e via discorrendo tutte le altre guerre sferrate dalla Nato da vent’anni a questa parte, camuffate da interventi umanitari.
Questa “conversione” gli ha consentito di restare nel salotto buono, di non essere annoverato tra i “cattivi maestri” e in qualche modo di essere riammesso (in realtà non ne è mai stato allontanato) negli ambienti intellettuali che contano. E non è una caso che Sofri sia stato sostenuto in tutti questi anni da uno schieramento assolutamente trasversale che ha visto uomini come Ferrara (e addirittura Berlusconi) insieme con autorevoli intellettuali di sinistra, gridare al complotto e alla persecuzione.
Sofri è’ un tipico esponente di quella generazione di intellettuali sessantottini e post sessantottini rientrati nei ranghi una volta finita la festa, e riassorbiti dal sistema. Lui è stato solo sfortunato rispetto ad altri perchè Leonardo Marino, il suo accusatore, uno di quelli (tanti) che finita la festa, invece di entrare in una redazione, in una facoltà universitaria o in un consiglio di amministrazione, si è ritrovato a vendere frittelle sul lungomare della Versilia, sentendosi a torto o a ragione tradito dai suoi compagni, ha deciso di vuotare il sacco.
Naturalmente anche Leonardo Marino tutto è tranne che un pentito. Di pentiti ce ne sono sempre stati ben pochi, e non solo in questa storia. In realtà questa è una vicenda tristissima, metafora della fine ingloriosa di un movimento, di un’organizzazione e di una generazione.
La fine ingloriosa, sia chiaro, non è solo quella di Sofri e di quelli come lui, ma anche di tutti quegli altri che si sono spogliati in tempi più o meno rapidi dei panni “rivoluzionari” per aderire a questa, quella o quell’altra parrocchia vincente. Quella stessa gente che se oggi gli chiedi se sia mai stata comunista, ti risponde:”Chi, io? Mai stato comunista in vita mia…”
Feccia. E’ giusto che la Storia seppellisca questi cialtroni, a suo tempo travolti dall’ansia e dall’euforia di voltare pagina e ossequiare i vincitori. Oggi che proprio la Storia e la Realtà stanno rimettendo prepotentemente al centro le idealità di cui indegnamente quegli individui si erano in qualche modo appropriati, le loro giravolte politiche e personali appaiono per quelle che sono: patetiche.
Esattamente come loro.
Firmato: uno che il cervello non l’ha mai portato all’ammasso, né prima,né durante, né dopo, né ora.
Scusate, ma “quando ce vò, ce vò”, e che cazzo…
Fabrizio

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Fabio C. 10:45 pm - 27th Marzo:

Scusate, ma “quando ce vò, ce vò”, e che cazzo…
[Fabrizio]
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Parlo a titolo personale, prendendo spunto dalle tue parole: io, ad uno come Sofri, potrei tranquillamente spezzare tutte le ossa.
Tanto tipi del genere non meritano altro che questo.

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armando 11:01 am - 28th Marzo:

Su L.C. avevo semplificato al massimo. In LC c’era un po’ di tutto, è vero. Ricordo bene, però, gli slogan diversi dei gruppuscoli di quell’epoca. Quelli di estrazione marxistaleninista gridavano W Lenin, Stalin, Mao tse tung, quelli movimentisti alla LC, gridavano invece W marx, Lenin, Luxemburg.
Per il resto è vero, il male di tanti non è aver cambiato idee alla luce di riflessioni personali e osservazione della realtà, cosa in sè normalissima e anche indice di vitalità perchè credo che alle volte occorra cambiare per rimanere fedeli a se stessi, ma appunto di aver tradito se stessi, di essere cambiati dentro. Da quì il rinnegare il passato, vergognarsene anzichè considerarlo come parte integrante del proprio percorso di vita, e collocarlo al posto che gli spetta, comunque importante.
armando

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Marco 2:41 pm - 8th Aprile:

Ora ci si mettono pure delle ex pornostar, arricchitesi grazie al porno (e quindi agli uomini, che di quei porno ne sono i maggiori fruitori), a fare la morale sul presunto “gender gap”.
@@
http://www.gqitalia.it/viral-news/articles/2012/marzo/l-impegno-sociale-di-sasha-grey-l-ex-pornostar-in-campo-per-la-parita-di-salario-tra-uomini-e-donne-equal-pay-day
@
Tra l’altro, la “povera vittima del sistema maschilista”, è la stessa donnicciola che dichiarò quanto segue:
http://it.wikipedia.org/wiki/Sasha_Grey
>>
« Non sono una vittima solo perché ho scelto la strada del porno. Nessuno ha mai abusato di me e non ho mai preso droghe…. Sono sempre stata consenziente su tutto quello che ho fatto. Sono una donna che crede fortemente nelle sue scelte. Non penso affatto che tutte le donne debbano fare porno e fottere come conigli. Per me è un affare. Punto. »

(Sasha Grey[4])
>>
Queste donnette fanno realmente vomitare.

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Marco 10:35 pm - 8th Aprile:

Anche il livello di abiezione e di servilismo degli odierni giornalisti, fa veramente schifo.
Questi sono malati; pur di compiacere le donne farebbero qualsiasi cosa, compreso il tagliarsi le palle.
http://27esimaora.corriere.it/articolo/maschilismo-plateale-o-subdolo-non-so-che-cosa-sia-peggio/#comments_list

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armando 8:57 pm - 10th Aprile:

Lasciatele perdere, ragazzi. Abbiamo di meglio di cui occuparci che non le ex pornostar diventate suffragette stupide e incompenti della inesistente disparità salariale. Perchè non ci racconta di quanto guadagnava o guadagna a fare i film porno nei confronti del loro partner maschio?

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cesare 4:14 pm - 11th Aprile:

Sotto il velo dell’ideologia, la realtà, come sempre è ben diversa. E l’esercizio del disvelarla è davvero stimolante e ricco di sorprese: ecco a voi “l’obiettività” al femminile negli uffici del personale nonchè la famosa “sorellanza” per non parlare di chi opprime chi e chi fa violenza a chi:
http://www.corriere.it/esteri/12_aprile_11/burchia-sei-bella-una-donna-non-ti-assume_456389e6-83e4-11e1-8bd9-25a08dbe0046.shtml

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cesare 2:38 pm - 14th Aprile:

“I maschioppressori delle semprevittimepoveredonne”: dopo i 4 morti sul lavoro al giorno x 365 gg all’anno, ecco a voi i 23 suicidi causa rovina della loro impresa (per non parlare dei maschi suicidi in carcere spesso a testimoniare la propria innocenza): http://www.corriere.it/cronache/12_aprile_14/suicidi-imprenditori_24a970da-8619-11e1-a210-601cc21801c2.shtml

Domanda: c’è nella affollata categoria dei registi e artisti italiani qualcuno che intende testimoniare di questo sangue maschile e di questo dolore maschile, oppure c’è sangue e sangue, dolore e dolore? E se di un sangue e di un dolore si tace, come di fatto succede, bisogna conncludere che accade perchè “Il coraggio, se uno non ce l’ha, non se lo può dare”?

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cesare 10:31 am - 17th Aprile:

In attesa fiduciosa che i talkshow tv riempino i pomeriggi dei giorni feriali e festivi con la storia di questi padri di famiglia.
http://www.iltempo.it/interni_esteri/2012/04/17/1335183-suicidio_giorno.shtml

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Rino 7:04 am - 18th Aprile:

Cosa significa oggi “maschilismo”.

L’ICI sulla casa (del marito) assegnata alla ex, veniva pagata da lui.
Adesso l’IMU verrà pagata dalla beneficiaria.
Ciò è stato liquidato come “maschilismo”.

http://www.repubblica.it/cronaca/2012/04/17/news/ma_l_imu_non_maschilista-33470655/

Tanto basti.

Questo Timperi sta scoprendo un mondo a lui sconosciuto… è un ex sonnambulo sulla strada di un lento e faticoso risveglio.

E già così è una rarità.

RDV

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Ethans 12:50 pm - 18th Aprile:

Mi chiedo se il Timperi sia a conoscenza dei nostri blog, sarebbe cosa utile che ci desse un’occhiata, per lui e per noi, vista la sua esposizione mediatica.

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Leonardo 1:04 pm - 18th Aprile:

Vale la pena pubblicare il video con l’intervista a Timperi:
http://video.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/timperi-la-mia-battaglia-da-papa-separato/90512/88905&ref=search
Tiberio: alzati e cammina!

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Luigi Corvaglia 8:45 pm - 28th Aprile:

Vi segnalo il seguente caso:
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_aprile_28/pregiudicato-mente-su-investimento-12enne-2004256053888.shtml
Attenzione!!!……
A prima vista sembrerebbe un caso di classica, per quanto vetusta, cavalleria maschile.
Sbagliato!!! …..
Trattasi del più bieco maschilismo, che affondando le sue radici nel millenario patriarcato oppressore con tale comportamento vuole in realtà ribadire la sue proprietà sulle donne.
Ehmm scusate… forse mi son fatto prendere la mano, ma ho cercato di immaginarmi il commento a questa notizia su di un sito femminista 8)

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Luigi Corvaglia 9:41 pm - 28th Aprile:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/28/violenza-italia-vittima-donna-aggressioni-strada-sono-calo/211991/
Ripeterlo …. ripeterlo …. ripeterlo ……
E’ falso? Non importa.
L’importante è la potenza e persistenza di fuoco mediatico.
Gridare ….. gridare …. qualcosa resterà …..
L’unica cosa a perdersi è l’umanità.
Delle volte penso che sarebbe infinitamente meglio non capire tutto questo. Delle volte ….

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Luigi Corvaglia 8:44 am - 21st Maggio:

http://www.corriere.it/cronache/12_maggio_21/morte-turnisti-pasqualetto_45aeaf60-a307-11e1-a356-c1214eb8d3f7.shtml
Terremoto in Emilia, morte dei turnisti nei capannoni accartocciati
Sotto le macerie Nicola Cavicchi, Leonardo Ansaloni, Gerardo Cesaro e Naouch Tarik che si era messo in salvo ma poi è rientrato
SANT’AGOSTINO (Ferrara) – Poteva essere una strage di fedeli se la terra avesse tremato così solo qualche ora dopo. Ricca di chiese e di campanili in parte crollati, questa landa padana di confine fra Emilia, Lombardia e Veneto, così piatta da non scorgere all’orizzonte neppure una collina, ha scritto invece la pagina più nera degli operai della notte. Ben prima che sorgesse il sole Nicola Cavicchi, Leonardo Ansaloni, Gerardo Cesaro e Naouch Tarik erano tutti al lavoro, chi a scaricare lastre di alluminio, chi alle prese con i forni delle ceramiche, chi a controllare il polistirolo. Tutti turnisti dalle 20 alle 6 del mattino, sotto i rispettivi capannoni, così movimentati e assordanti da non accorgersi della prima scossa, quella dell’una di notte. «Non l’abbiamo sentita, c’era il rumore delle presse», ha detto Ghulam Murtaza, il miracolato della Tecopress. Tutti assunti, regolari, Ansaloni e Casaro con moglie e figli da mantenere, i più giovani Cavicchi e Tarik con il sogno della famiglia. «Nicola si era fatto un mutuo e una casa e voleva sposarsi, pensava a questo» ha detto suo fratello Cristiano. «Naouch stava aspettando il ricongiungimento con sua moglie Widad, risparmiava per questo», sospirava il papà del giovane marocchino. Per questo lavoravano anche di notte, anche il sabato notte. Eppure la domanda che molti si facevano domenica mattina davanti alle macerie era quella sospetta: come mai sotto i capannoni alle quattro del mattino?
LE VITTIME
NAOUK — Si chiamava Naouch Tarik, aveva 29 anni ed era arrivato nel 1994 in Italia da Beni Mellal, Marocco, con papà Mustafà e mamma Fatiha. Operaio da sei anni della Ursa di Bondeno, una fabbrica di polistirolo, sabato notte non ce l’ha fatta a sfuggire al crollo. Dopo essere uscito perché tremava tutto, dice un suo collega, Naouch è tornato nel capannone a riprendere qualcosa o forse a chiudere il gas. «Sostituiva il capoturno, si sarà sentito responsabile. Mi hanno detto che gli è caduto addosso qualcosa », sussurra il padre con gli occhi lucidi, mentre poco più in là la madre urla di dolore e il fratello Hassan scuote la testa. E mentre lo dice la terra sussulta forte un’altra volta, alle 15 e 18, anche se lui non ci fa più molto caso: «Naouch era importante per me», ripete. Vivono in una grande casa immersa nelle campagne modenesi di Bevilacqua. Ci sono anche le due sorelle, un cognato e un’altra ventina di persone fra cui il console del Marocco a Bologna, Driss Rochdi. Il cognato alza un po’ i toni: «Voglio capire perché la struttura non ha retto». Il console usa la diplomazia: «Un grande dispiacere, confido nelle autorità italiane». Naouch, dicono tutti, era persona allegra e sportiva. Aveva chiesto da poco la cittadinanza italiana perché voleva portare a Bevilacqua Widad, la sua giovane moglie marocchina. Rimasta vedova a 18 anni.
GERARDO —Era l’uomo del muletto, l’operaio più esperto, 55 anni, una vita nella Tecopress di Dosso, fabbrica a ciclo continuo di lamierati per macchine. E lui, alle quattro del mattino si trovava al centro del capannone con il suo mezzo a caricare lastre di alluminio. L’ultima, drammatica corsa di Gerardo Cesaro di Molinella, sposato con due figli, la racconta l’operatore pachistano delle presse, Ghulam Murtaza: «A un tratto si è mosso tutto, una cosa forte, molto forte, mi sono detto è finita e siamo scappati fuori. Gerardo era sul muletto, l’ha fermato e anche lui ha iniziato a correre. Ma era indietro. Appena siamo passati dalla porta è venuto giù tutto. Lui era vicino all’uscita ma non è riuscito a evitare le lamiere che hanno distrutto tutto, anche la mia macchina parcheggiata fuori». Murtaza ha 40 anni, una moglie, quattro figli e 1.400 euro al mese di stipendio. «Gerardo era un uomo molto bravo e molto gentile». Per la notte, che sarebbe finita alle sei, lavoravano in dieci. Fra questi anche il nigeriano Casmir Mbanoske, che il titolare dell’azienda, Sergio Dondi, ha accompagnato a casa ieri insieme con Murtaza, rimasti appiedati. Siccome nessuno dei suoi connazionali l’ha più rivisto, una decina di amici di Casmir hanno protestato fuori e dentro i cancelli della Tecopress. «Stiano tranquilli, il loro amico prima o poi si farà rivedere », hanno tentato di tranquillizzarli i carabinieri.
NICOLA — Era stata una sua piccola conquista quella del turno di giorno alla «Ceramica Sant’Agostino». Ma venerdì e sabato a Nicola Cavicchi è toccata la notte. Un piacere al collega che non poteva andare al lavoro, una fatale sostituzione. L’hanno trovato sotto una trave del reparto altoforni, crollato con la scossa delle 4 del mattino. Senza vita. «Nicola è morto sul colpo — non ha dubbi suo fratello Cristiano —. Bastava qualche metro più in là e forse si sarebbe salvato». Perito elettrotecnico, 35 anni, ferrarese di San Martino, Nicola era stato assunto come manutentore. «Aveva provato per un po’ a fare l’elettricista in proprio, ma alla fine i conti non tornavano». Il suo pallino era il calcio. Accanito tifoso del Milan, ha giocato fino allo scorso anno come difensore di fascia del San Carlo, una squadra dilettantistica locale. Altra passione, il mare. «Andava ai Lidi Ferraresi il fine settimana. Ricordo che venerdì scorso, dopo aver accettato la sostituzione, ha guardato le previsioni, ha visto due gocce sull’Adriatico e ha detto “ma sì, non mi perdo un granché”». Sognava una famiglia. «Si era fatto anche la casa, sotto la mia, pensando di sposarsi con la fidanzata ma poi gli è andata male e si sono lasciati». Domenica notte alle 4.15 Cristiano ha iniziato a chiamarlo: «Ma lui niente, niente, niente…».
LEONARDO — Era la prima notte in fabbrica dell’operaio Leonardo Ansaloni, addetto agli altoforni. È stato sorpreso dal crollo del tetto mentre tentava la fuga con il collega Nicola Cavicchi. Entrambi dipendenti della Ceramica Sant’Agostino che con i suoi 380 addetti rappresenta il colosso industriale di questo piccolo centro nato fra i campi di grano del Ferrarese. Cinquantuno anni, originario di Bondeno, viveva a Sant’Agostino con la moglie Gloria e i loro due figli di 8 e 18 anni. Lavoro pesante il suo, conduttore dei forni ceramici, cioè cuoco delle lastre da pavimento e rivestimento che l’azienda produce e distribuisce in mezzo mondo. A differenza di Cavicchi, per il quale i primi soccorritori hanno capito subito che non c’erano margini di salvezza, Ansaloni è rimasto aggrappato alla vita per un po’. Poi, in mattinata, il cedimento. Il responsabile di stabilimento non si dà pace: «Giovanni è corso a chiamarmi dicendomi che erano rimasti sotto, ma io non riuscivo ad aiutarli». Giovanni è Giovanni Grossi che si trovava con loro nell’ala vecchia dello stabilimento ed è il miracolato della notte. Davanti agli occhi dei dirigenti rimane un immenso groviglio di legno, ferro e ceramica. C’è chi piange, chi si dispera, chi tace. «È una lama nel cuore di Sant’Agostino».
Andrea Pasqualetto
…………………………………………………………………
Quattro oppressori che hanno pagato con la vita la loro folle pretesa di dominio.
Pazzi!!!.
Cosa ci facevano lì?
Potevano benissimo stare altrove.
Al caldo delle coperte.
O magari a rischiare la pelle dietro lo schermo di un computer (è notorio che è cosi ..) vomitando veleno contro la società maschilista e misogina. Cosi come, costrette, fanno le oppresse.
NAOUK, GERARDO, NICOLA, LEONARDO.
Quattro nomi, quattro vite cancellate in un attimo. Quattro minuscoli ingranaggi di una società che non vi meritava per niente. Non vi conoscevo e probabilmente mai vi avrei conosciuti, ma vi voglio bene, vi voglio bene lo stesso.

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armando 2:55 pm - 21st Maggio:

Sono d’accordo con te Luigi. Alle volte affiora il pensiero che sarebbe meglio non capire. Saremmo meno amareggiati dallo scempio quotidiano delle accuse a tutto ciò che è maschile, anche ciò che del maschile è la parte più nobile, e peggio ancora dalla insensatezza di attribuire agli uomini tutto il male del mondo, direttamente o indirettamente.
Vivremmo “meglio”, senz’altro. Poi uno ricaccia indietro il pensiero e va avanti con la stessa determinazione.
armando

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cesare 8:28 am - 22nd Maggio:

Gli intellettuali italiani, che storicamente hanno sempre fatto, salvo rare eccezioni, da supporto al potere, sono peggio del potere che servono: sono servi stolidi e vili.

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cesare 11:20 am - 24th Maggio:

Scrive Il Wall Street Journal (vedi Il Foglio di mercoledì 23 maggio, titolo: “I maschi americani preferiscono fare le mamme): “Gli uomini hanno scoperto che quei tipi di lavoro, ovvero i lavori pregiudizialmente ritenuti oggi “da donna”, danno più soddisfazione che avere scritto sul cartellino “information technology manager”” ( e sono più sicuri e molto meno usuranti). Meglio lavorare in un reparto umano con i malati da accudire come infermiere e meglio ancora fare il maestro in una materna o l’insegnante in classe o il centralinista. Si guadagna meno ma, vuoi mettere? è tutta un’altra vita! Per cui sempre più numerosi mollano scrivanie da manager e fanno gli infermieri, i maestri , i centralinisti, e volentieri anche i casalinghi. E’ forse questa la chiave di lettura di questi bodygard statali (vedi link di seguito) che preferiscono spingere il carrello della spesa invece che guardarsi intorno stile CSI a difesa del target assegnato? Gli “oppressori” hanno mangiato e gustato la foglia, da sempre disprezzata dalle “oppresse” e sono pronti a fare cambio? e “liberarle”? E la foto della Finocchiaro (dalla rivista “Chi”) che trasforma costosissimi bogygard/guerrieri addetti alla sua protezione in colf di supporto a spingere il carrello nel supermarket, svela forse e insegna il futuro prossimo venturo, stile USA, per maschi e femmine italici?

http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/1022591/Via-la-scorta-alla-Finocchiaro–la-usa-per-fare-la-spesa.html

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Sandro2 12:55 am - 18th Giugno:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/17/il-fallico-vigore-del-foglio-nei-confronti-delle-donne/266020/
>
Il fallico vigore del Foglio nei confronti delle donne
di Lidia Ravera | 17 giugno 2012

>
Gran testata Il Foglio, se non ci fosse si dovrebbe inventarlo, tanto sono ormai obsoleti e perciò stesso preziosi, i giornali che esercitano, senza infingimenti e con fallico vigore, il disprezzo nei confronti delle donne.

Ieri l’altro un tal Vitiello scatenava uno schiumante sovrappiù di sarcasmo contro Lorella Zanardo, rea di aver prodotto un documentario, secondo lui di infimo valore e di immeritato successo, e contro Marina Terragni, titolare di uno spazio elettronico cliccatissimo, leader nel settore “opinioni”.

Entrambe le individue sarebbero sceme intrallazzone e lobbiste, in quanto, A: una propone, e l’altra accetta, di correre per un posto nel cda Rai, poiché Bersani, in un momento di lucidità, ha pensato di aprire alla società civile (qualificata, spesso, assai più di quell’altra) la candidatura a qualche responsabilità nel servizio pubblico. B: entrambe, come pure le sciagurate di “Se non ora quando”, si sono permesse di non prestare l’attenzione dovuta al pamphlet di Valeria Ottonelli, che sostiene una “libera coscia in libero mercato” contro quella menata della dignità protofemminista.

Il disprezzo, di venerdì, esonda, dunque, sulle donne bacchettone. La domenica, probabilmente, sarà di nuovo il turno delle donne assassine. Quelle che, invece di “darla” via su scala industriale ma con le dovute protezioni, restano incinte, magari con uno senza soldi e si rifiutano di offrire il frutto del loro ventre viziato dall’autodeterminazione, a Nostro Signore Gesù Cristo. Abortendo.
>
Il Fatto Quotidiano, 17 Giugno 2012
>

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Fabrizio Marchi 8:59 am - 18th Giugno:

Era già stato segnalato da Mauro, Sandro2, infatti, proprio partendo dall’intervento della Ravera, stavamo stilando, per gioco, la classifica delle più insopportabili tra le femministe…

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mauro recher 5:52 pm - 19th Giugno:

altro articolo ,questa volta molto in sintonia con quello che scriviamo in questo blog
http://www.lettera43.it/attualita/uomo-discriminato-e-solo_4367552791.htm

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Maurizio Tonelli 2:46 pm - 8th Luglio:

Fermo restando il fatto che i talebani ammazzano indifferentemente sia uomini che donne, non pensate che il femminismo tragga moltissimo potere morale proprio da fatti come questo?
http://video.corriere.it/video-mostra-talebani-che-uccidono-donna/eb1c779e-c8ea-11e1-8dc6-cad9d275979d

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Fabrizio Marchi 7:53 pm - 8th Luglio:

Il femminismo trae potere morale dal senso di colpa scientemente instillato negli uomini grazie ad una narrazione storico-ideologica divenuta cultura dominante che ha individuato il genere maschile come oppressore di quello femminile, sempre, comunque e dovunque.
Proprio l’esempio che tu hai portato è quello che viene da sempre utilizzato dalle femministe e dai loro amici quando si trovano in difficoltà e non hanno più argomenti per controbattere alle critiche:”Ma come? Guardate che situazione c’è in Afghanistan, nei paesi islamici, e poi i talebani, il burqa, ecc. ecc. e voi ancora insistete con i vostri discorsi pseudo maschilisti…”.
Menate che conosciamo benissimo. Naturalmente, restando per un attimo in quegli stessi contesti, ci si guarda bene dal riflettere sul fatto che quelli sono sistemi tribali chiusi, oppressivi, ultraconfessionali, non solo per le donne ma anche per gli uomini. Non solo, è altamente probabile che la stessa grande maggioranza delle donne afghane sia (purtroppo) consenziente con quella cultura e quel sistema di regole e che le prime a plaudire a quelle leggi brutali siano magari proprio le donne, al di là delle chiacchiere femministe che naturalmente devono negarlo per attribuire ai soli uomini (in tutte le epoche e in tutte le situazioni storico-politiche-culturali) la responsabilità di tutto ciò che di cattivo accade nel mondo.
Nell’articolo dal titolo “Salviamo Sakineh: e gli altri?”, a firma di Rita (che tu probabilmente non hai letto perché leggi solo quello che ti conviene, siamo onesti, ormai ci conosciamo bene ed è inutile giocare a fare i finti tonti), spieghiamo, semplicemente portando dei dati e facendo della corretta informazione, che in Iran (stato canaglia e regno del male per eccellenza…) non solo le donne, ma anche gli uomini vengono condannati a morte per adulterio. Anzi le condanne a morte degli uomini sono addirittura più numerose rispetto a quelle delle donne. Naturalmente questo non viene raccontato dai media e tanto meno dalle femministe perché il mondo islamico deve essere descritto come un inferno sulla Terra per sole donne…
Noi sappiamo che l’inferno e il paradiso non esistono, per lo meno non su questa Terra (personalmente dubito che esistano altrove ma questo non ha nulla a che vedere con l’oggetto del nostro dibattito) ma una certa cultura, che è poi quella dominante nel mondo occidentale, ha bisogno di dire che qui c’è il paradiso e là c’è l’inferno, naturalmente solo per le donne. Pare invece che gli uomini da quelle parti conducano una vita beata. Di certo non i conciatori di pelli che ho visto all’opera in Marocco, non vi dico in quali condizioni, tutti rigorosamente uomini, dagli 8 ai 40 anni (dopo di che muoiono…). Ma lasciamo perdere.
Ci chiedi dunque se le immagini di quella donna uccisa dai talebani possano essere nocive alla nostra causa? Certo che sì, tutto può essere nocivo alla causa, anche perché se si deforma la realtà e la si riscrive a proprio piacimento, non c’è un argomento che è uno che non possa essere utilizzato per portare acqua al proprio mulino. E’ talmente vero che proprio quelle immagini che tu stesso hai portato servono da giustificazione morale e ideologica per occupare militarmente quel paese e bombardarlo (per ragioni umanitarie, sia chiaro…).
Caro Tonelli, vedo proprio che ti sei affezionato a noi, non ce la fai a starci lontano, ogni tanto devi farti sentire. Io penso che saresti molto più utile se indirizzassi i tuoi sforzi e le tue energie per far crescere (in modo intelligente, si spera…) il movimento maschile, in base alle tue capacità. E invece non trovi di meglio da fare che provare a punzecchiarci. Perché è evidente la retro polemica di rimando nei nostri confronti che c’è nel tuo post (non negarlo perché non abbiamo l’anello al naso…). Ce l’avete (tu e qualcun altro…) con l’Islam in particolare e con gli immigrati in generale per ragioni altre che non hanno nulla a che vedere con la QM) e allora alimentate, strumentalmente, queste polemiche.
Contenti voi…

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mauro recher 5:30 pm - 11th Luglio:
Marco 12:38 pm - 12th Luglio:

http://www.corriere.it/cronache/12_luglio_12/istat-famiglia-15-anni-separazione-divorzio_b8c3fab2-cc12-11e1-b65b-6f476fc4c4c1.shtml
L’Istat certifica anche nel 2012 le difficoltà della famiglia italiana. Aumentano separazioni e divorzi, per la maggior parte consensuali, e la durata del vincolo mediamente è di 15 anni.

LIEVE CALO PER I DIVORZI – Secondo le statistiche circa il 30% dei matrimoni termina in separazione: nel 1995 ogni mille matrimoni si registravano 158 separazioni e divorzi, nel 2010 il tasso è salito a 307 separazioni e 182 divorzi. Che, nell’85,5% dei casi, sono consensuali. Le cifre disponibili per due anni fa evidenziano 88.191 separazioni e 54.160 divorzi, con un aumento delle prime del 2,6% rispetto al 2009 e un leggero calo dei divorzi (-0,5%).

I FIGLI – I figli sono coinvolti nel 68,7% delle separazioni e nel 58,5% dei divorzi: l’affido è prevalentemente condiviso (89,8%). L’età media di chi si separa è di 45 anni per i mariti e 42 per le mogli, che in caso di divorzio raggiunge, rispettivamente 47 e 44 anni.

LE SEPARAZIONI NON CONSENSUALI – Non tutti i processi di dissolvimento di una famiglia sono rose e fiori: i casi di separazione giudiziale sono, in media, il 14,5% ma al sud raggiungono anche il 21,5%. È invece del 20,7% il tasso nel caso in cui entrambi i coniugi abbiano un basso livello di istruzione.

L’ASSEGNO E LA CASA – Solo in una separazione su cinque (nel 20,6% dei casi) un coniuge deve corrispondere all’altro un assegno mensile: nel 98% dei casi è il marito ad aiutare la moglie. L’importo medio è più elevato al nord (520 euro) che nel resto del Paese (447,4). Nel 56,2% dei casi la casa è assegnata alla moglie, nel 21,5% al marito mentre nel 19,8% dei casi gli ex coniugi vanno ad abitare in case autonome e distinte diverse da quella coniugale.

Redazione Online12 luglio 2012 | 13:14

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mauro recher 6:58 pm - 12th Luglio:

per sorridere un pochino smile
http://maschileplurale.blogspot.it/2012/07/la-matematica-non-e-unopinione.html
blog che prende in giro maschile plurale

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Andrea 1:02 am - 13th Luglio:

Questi preti femministi e talebani, hanno veramente rotto i coglioni.
http://www.giornalettismo.com/archives/407463/i-clienti-stuprano-le-prostitute/
Come li hanno rotti tutte quegli uomini ipocriti, legati a logiche stupide e arcaiche, e tutte quelle donne cretine e in malafede, incapaci di vedere un centimetro più lontano del proprio naso.

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Andrea 1:05 am - 13th Luglio:

>>
mparando dagli svedesi la lezione: hanno scritto nell’articolo 1 della loro legge che ‘la prostituzione e’ una forma di violenza dell’uomo verso la donna”, una testimonianza di “civilta’, finalmente”.
>>
Secondo me la prostituzione è una forma di violenza della DONNA verso l’uomo.
Ma vaglielo un po’ a spiegare a questi preti rincoglioniti!

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Marco 10:06 am - 17th Luglio:

Ecco un altro patetico servo.
Questa è una vera e propria generazione di falliti.
@@
http://27esimaora.corriere.it/articolo/a-proposito-delle-donne-ai-vertici-cambiate-gli-uomini-non-voi-stesse/

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Marco Pensante 12:19 pm - 17th Luglio:

I maîtres-à-penser italiani fanno i Tafazzi coi testicoli degli altri.

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cesare 3:34 pm - 17th Luglio:

Gli intellettuali italiani hanno sempre venduto, tranne rarissime eccezioni, al potere di turno la pelle della loro gente. Ci hanno guadagnato qualche posticino alla mensa della servitù. E una storica vergogna. Arlecchino è il loro rappresentante nazionale e non c’è carnevalata più tragica e al tempo stesso esilarante delle loro comparsate in tv e sui giornali, in ginocchio davanti alle Colombine, le camerierine incazzate, al servizio del padrone di casa. La loro nuova specialità è la leccata indiretta per interposta femmina.

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Rino 9:19 pm - 17th Luglio:

Prima ho letto l’articolo, poi ho visto che si tratta di B. Severgnini.
Con questo articolo repellente, tuttavia, egli non è riuscito ad abbassare ulteriormente l’opinione che avevo di lui, ancorché derivata da altri versanti.
.
Dio perdona, io no.
.
RDV

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mauro recher 5:01 pm - 23rd Luglio:

non sapevo che ,essere antifemministi significasse essere dei criminali
http://femdominismo.wordpress.com/2012/07/23/antifemminismo-criminale/

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mauro recher 10:35 pm - 4th Agosto:

posto qui ,Lameduck ritorna a scrivere e ,un accenno lo fa anche al nostro movimento (usa maschi beta ,ma è tanto difficile scrivere uomini? )
Per il resto ,l’articolo lo concordo pienamente ,non penso che sia il caldo smile
http://www.informarexresistere.fr/2012/07/27/daje-allicona/#axzz22cCE8LhE

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Alessandro 8:13 am - 5th Agosto:

No, no, non è il caldo, il contenuto dell’articolo è apprezzabile.

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Fabrizio Marchi 8:14 am - 5th Agosto:

Personalmente, caro Mauro, non possono che incontrare il mio favore prese di posizione come questa di Lameduck o quella precedente di Fikasicula.
Qualcuno penserà che sia presuntuoso ma io credo che il nostro lavoro non sia del tutto estraneo ai ripensamenti e alle riflessioni di queste donne, ma anche laddove lo fosse, non cambierebbe nulla, sia chiaro.
Se non erro, anche Lameduck è una di quelle che, a suo tempo, si accodò al coro di quelle/i che si divertivano a straparlare di noi sulla rete e a denigrarci. Non importa, queste sono sciocchezze che avevamo ampiamente previsto. Ciò che conta è che si sia aperta una crepa anche in quegli ambienti e, da questo punto di vista, sono certo che la funzione svolta dal MUB abbia avuto il suo peso, magari minimo, ma lo abbia avuto. Non è un caso che le sue avversarie gli abbiano detto che le sue posizioni sarebbero ispirate dai “maschi beta”. Caro Mauro, sbagli a dire che quello è solo un accenno nei nostri confronti. E’ proprio quello invece, il punto.
Abbiamo toccato qualche corda. Su questo non c’è dubbio. Il paradosso è che volevamo (e vogliamo) toccare quelle degli uomini e invece le prime in qualche modo a reagire e a rispondere, tutto sommato positivamente, (anche se non lo ammetteranno mai, ma questo è del tutto secondario) alle nostre “provocazioni” sono state proprio alcune donne, e femministe peraltro.
Tutto ciò ci impone una riflessione, soprattutto sull’attuale condizione degli uomini

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Fabrizio Marchi 8:23 am - 5th Agosto:

Infatti, Alessandro, ho cliccato il “mi piace” su face book a quell’articolo…E’ bene che circolino in rete e sui social network posizioni di quel genere (così come quelle di Fikasicula).
Vedremo nel futuro quali sviluppi potrebbero esserci. Di certo la classifica, magari di pochissimo, si è mossa. E’ già qualcosa.

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mauro recher 3:51 pm - 13th Agosto:

Non so cosa pensare , sulla falsa riga di Lamerduck ,ho letto ben tre post del blog di femminismo a sud
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/08/13/stereotipi-sessisti-contro-gli-uomini/
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/08/13/se-esiste-la-violenza-sugli-uomini/
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/08/13/biografia-di-una-iena/
—————————————————————————
sono un po lunghetti ,ma vale la pena di darci un occhiata ,i casi ,per me ,sono due
1- voglia di capire
2 -tentano di rifarsi il trucco
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senza contare che ,ho visto pure questo video ,di un certo serafino massoni ,mai tanto tenero con gli uomini e con i movimenti maschili
http://www.youtube.com/watch?v=FS7ERadpn-M
———————————————–
che abbia ragione Fabrizio ,la classifica si sta muovendo ?

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Marco Pensante 8:14 pm - 13th Agosto:

Timeo Danaos et dona ferentes, soprattutto quando torna fuori questa storia che “gli uomini non devono piangere, invece noi vogliamo che ne abbiano la libertà”. E’ noto che l’uomo piangente ispira subito repulsione. Mi sembra la tattica maoista del cento fiori sboccino. Vale a dire: venite fuori e non abbiate paura, che vi amiamo. Poi quando vi fate vedere sappiamo chi eliminare.

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Maurizio 9:29 pm - 13th Agosto:

Mauro, tra le due ipotesi che hai formulato è vera la prima. Cioè hanno voglia di capirci, e stanno assumendo un atteggiamento assai costruttivo, e questo grazie soprattutto a FikaSicula. Facendo così si sono rese impopolari nei confronti di altre anime del femminismo(specie quelle tipo Se Non Ora Quando, Terragni, etc), quindi a maggor ragione sono da apprezzare. Ed è quindi giusto ricambiare, e bene ha fatto Fabrizio ad accettare un ventuale confronto civile con loro, pur ognuno con le proprie idee. Femminismo a Sud politicamente appartiene all’ ala anarchica e libertaria della sinistra, quindi sono ben lontane da logiche repressive e poliziesche, e proprio per questo rappresentano un tipo di femminismo non autoritario e non ostile al genere maschile con cui quindi è bene dialogare se si ha veramente a cuore la questione maschile

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Fabrizio Marchi 10:52 pm - 13th Agosto:

I dubbi e le perplessità che nutrono alcuni amici rispetto alla proposta di confronto che ci viene formalmente (ho ricevuto personalmente una email garbata e cordiale alla quale ho risposto con altrettanta cordialità) e di fatto avanzata dalla leader di Femminismo a Sud, sono assolutamente legittimi e giustificati. Né potrebbe essere altrimenti.
Tuttavia sarebbe politicamente non intelligente da parte nostra lasciar cadere un invito al dialogo che per noi potrebbe rappresentare un’opportunità per crescere in visibilità, diffondere le nostre idee e far emergere le contraddizioni in casa d’altri. E mi sembra proprio, leggendo i vari e diversi (e spesso divergenti) interventi sul loro blog, che siano ben coscienti di averne. E tante. Il loro dibattito interno sta lì a confermarlo.
D’altro canto sarebbe anche metodologicamente e sostanzialmente sbagliato, oltre che scorretto, pensare aprioristicamente che la loro scelta sia dettata da malafede. E in ogni caso, laddove fosse, abbiamo tutti spalle, intelligenza ed esperienza sufficienti per accorgercene. Personalmente non lo credo, anche perché, per quanti sforzi possa fare, non riesco proprio a vedere quale possa essere il tornaconto e l’utilità politica delle donne di Femminismo a Sud nell’allacciare un dialogo con noi.
Al contrario. Se una cosa è certa è che chi ha qualcosa da perdere sono loro, non noi. Noi non abbiamo veramente nulla da perdere in questo confronto. Questo è poco ma sicuro.
In ogni caso avremo modo di verificare, fatti alla mano.

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Marco Pensante 12:26 am - 14th Agosto:

Fabrizio, io mi auguro che tu abbia ragione. Ma secondo me a leggere la discussione se esista o meno la violenza sugli uomini, risulta evidente che questa voglia di dialogo non c’è affatto. C’è un disprezzo e un’ignoranza totale, e perfino esibita, dell’umanità maschile. A parte Fikasicula, che suppongo sia la moderatrice o un “comitato centrale” moderatore, che modera usando parole di puro buon senso comune (“mi state dicendo che gli uomini non subiscono violenza?”), abbondano le perle del tipo:
“Violenza sugli uomini è […] viziarli e non farli diventare indipendenti perché c’è la mamma che fa tutto per loro, e poi sarà la moglie. È schernirli perché non sanno neanche accendere la lavatrice, dimenticando che è la società che li vuole così”.
Cristo santo, pensa l’ipocrisia. Ancora raccontano queste puttanate allucinanti della lavatrice, e dicono che è la società che lo vuole. Alla prima ritardata mentale che mi parla ancora della lavatrice, la infilo dentro la mia lavapiatti Miele e faccio partire il programma automatico di 1 ora e 45, che è supersilenzioso e a risparmio energetico.
Oppure quest’altra, meravigliosa:
“E’ giusto porsi dei dubbi nei confronti dell’altro sesso, ma secondo me è un cane che si morde la coda, il problema risale sempre a loro.” E anche:
“In un mondo da sempre costruito dagli uomini e per gli uomini, se essi stessi subiscono violenza devono fare i conti con le proprie scelte e imposizioni.”
Quindi: se le donne subiscono violenza è colpa degli uomini. Se gli uomini subiscono violenza è colpa degli uomini. Tutti problemi e sempre colpa degli uomini, dunque.
BENISSIMO.
Io non sto qui a fare la partita doppia su quanti uomini subiscano violenza dalle donne rispetto alle donne che subiscono violenza dagli uomini, non ne ho alcuna intenzione, per me non dovrebbe esserci violenza di nessuno su nessuno. Ma se io espongo un problema e mi sento rispondere “cazzi tuoi, arrangiati”, allora io lo faccio davvero. Mi arrangio. Ma non vengano a dirmi che devo prestare attenzione ai loro problemi o “farmi carico”, “assumermi la questione” o altre scemenze simili. Ognuno per sé e per tutti il Dio che preferiscono.

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Fantomas 12:38 am - 14th Agosto:

Maurizio
– Mauro, tra le due ipotesi che hai formulato è vera la prima. Cioè hanno voglia di capirci, e stanno assumendo un atteggiamento assai costruttivo, e questo grazie soprattutto a FikaSicula.
>>>>>>>>>>>>>>
Beata ingenuità maschile…
Le femministe non stanno assumendo alcun atteggiamento “costruttivo”, bensì si stanno facendo furbe, ben consce del fatto che l’uomo medio è facilissimo da abbindolare con “due sorrisi e quattro moine”…

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Marco Pensante 12:46 am - 14th Agosto:

P.S. Vorrei far notare che nella lavapiatti Miele io so benissimo che ci vanno il sale, il brillantante e il detersivo in polvere nelle apposite vaschette. Così la DonnaLiberata® con l’immancabile argumentum ad lavatricem uscirà pulita sgrassata e luccicante e scoprirà una buona volta che un uomo ha bisogno di una femminista come un pesce di una bicicletta.

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Rino 5:39 am - 14th Agosto:

Chi vuol restare fedele ai suoi dichiarati principi libertari (ovviamente se questi non sono solo una maschera) entra in conflitto inevitabile con il femdominismo con conseguenze che minacciano di essere sconvolgenti (alla fine lo sono davvero, anche sul piano dei rapporti personali con le altre/altri combattenti per quella malacausa).
Le difficoltà – con le connesse opportunità liberatorie – sono tutte di Fks. Noi non ne abbiamo.
.
RDV
(Marco Pensante sulle lacrime la vede giusta. Se ne parlerà).

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Rita 8:17 am - 14th Agosto:

dico la mia: credo che l’unico rischio (anche se, a mio avviso, non è un rischio da poco) è vedersi scippare la definizione di “violenza”.
Riassumo in breve e cerco di essere sintetica:

Iniziò così..

Diteci cos’è per voi violenza…

Violenza è lo smutandamento

No. Questo no, non è violenza perchè abbiamo il diritto di vestirci come vogliamo ed è l’anticamera della giustificazione dello stupro etc. etc.

Diteci altro.

Silenzio.

Allora parlano loro, e cominciano a definire “loro” (pardon dovrei dire noi, intendo dire la parte “femminile”) cos’è la violenza anche per voi.

Non so se mi sono spiegata

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Fabrizio Marchi 8:23 am - 14th Agosto:

Hai perfettamente ragione, Marco P, e sono completamente d’accordo con quanto dici. La maggior parte dei commenti in quel forum ripetono pedissequamente le solite trite e ritrite filastrocche femministarde che ben conosciamo. Non proprio tutti però, e se ci fai caso è proprio la moderatrice (ed è quello che a noi interessa) che, proprio nei confronti degli interventi più aggressivi e scontati, cerca in qualche modo di riportarli su un binario di maggior moderazione, di riflessione più ampia e meno unilaterale e autoreferenziale.
Il fatto stesso che la redazione abbia deciso di aprire una riflessione collettiva e pubblica sul tema della violenza subita dagli uomini, o meglio, “se esista la violenza subita dagli uomini”, a noi può far sorridere, ovviamente, ma se contestualizziamo la cosa, non possiamo non notare che la classifica si è mossa, come si dice in gergo calcistico.
Personalmente ho l’impressione, come spesso accade, che la testa sia più avanti del corpo. Ma la testa è consapevole che il corpo fatica a seguirla e per far sì di non perdersi i pezzi per strada o comunque per cercare di limitare i danni, è costretta a procedere con molta calma. A me pare che, per qualche oscura ragione che ancora non conosciamo (che forse scopriremo in corso d’opera) e che probabilmente ha a che vedere (fortunatamente) con l’irriducibilità della natura umana, la fondatrice di quel movimento, abbia avviato una riflessione (anche autocritica) a livello personale, o comunque una rivisitazione di alcune posizioni, e abbia deciso che questa sua scelta possa diventare un percorso condivisibile e condiviso anche da altre donne. E’ proprio seguendo il loro dibattito che si evince con una certa chiarezza questa situazione o (forse) questo stato d’animo.
Teniamo anche conto, come dice giustamente Rino nel suo ultimo post, che lei sta rischiando grosso, e a tutti i livelli, anche personalmente. Di questo dobbiamo darle atto. Sarebbe un errore madornale, dal punto di vista politico, lasciar cadere la cosa, specialmente perché per noi il rischio è zero.
Comunque dobbiamo stare tranquilli, per diverse ragioni. La prima, come ho già detto, è che noi non abbiamo nulla da perdere e tutto da guadagnare. La seconda è che, nonostante la scarsissima considerazione che ad esempio un personaggio come Fantomas ha di tutti noi e in particolare del sottoscritto, abbiamo esperienza , intelligenza e lucidità politica sufficienti per non farci “abbindolare da quattro moine e due sorrisi”.
La realtà dice invece che il nostro lavoro sta sortendo degli effetti e che l’iniziativa di FikaSicula è proprio uno di questi. Non che il suo percorso di rivisitazione personale sia dovuto alla nostra iniziativa, però non c’è dubbio che la nostra stessa esistenza come movimento (con determinate caratteristiche culturali e politiche) abbia in qualche modo aiutato o comunque sollecitato in lei una riflessione. Probabilmente, in un momento di difficoltà, anche con alcune sue compagne (è inevitabile, in questi casi), potrebbe avere la necessità di allacciare rapporti con dei nuovi interlocutori.
Tenete anche conto che è stata (non so per quale ragione lo abbia fatto ma tant’è) per mesi a prendersi vagonate di insulti, in moltissimi casi, anche beceri (come può confermarci Roberto ma chiunque segue quel blog) su un sito come metro maschile. Che senso aveva tutto ciò? Non lo so, non ne ho alcuna idea, e da un punto di vista politico, che è ciò che a me interessa, mi è anche indifferente.
Il nostro obiettivo strategico resta quello di ampliare la nostra sfera di influenza, di risvegliare quanti più uomini e conquistarli alla causa. Il paradosso (ma forse neanche tanto, data l’attuale condizione maschile) è che in questo percorso, sono proprio alcune (pochissime) donne che dimostrano una maggiore capacità di apertura, rispetto agli uomini. Ma, come sappiamo la Storia è piena di paradossi, anzi, i paradossi sono parte costitutiva della Storia. E’ fondamentale avere la capacità di inserirsi nelle contraddizioni altrui, mantenendo ben salda la rotta.

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Rita 8:26 am - 14th Agosto:

E trasgredisco subito anch’io, indicando una violenza.

Violenza è doverci comportare secondo le vostre modalità,

Sara finisce così il suo intervento nel dibattito
qualche giorno fa, in un parco pubblico di una città considerata vivibilissima come Trento, un bimbo piccolissimo si è scagliato contro un altro, ancor più piccolo, sotto lo sguardo fiero e orgoglioso del padre. Il più piccolo è stato prontamente salvato dall’intervento dei genitori; mentre il padre dell’altro li accusava di essere troppo apprensivi e che “i maschi sono così, e può capitare che vengano alle mani”. E’ purtroppo radicata la convinzione che i maschietti, anche i più piccoli, abbiano un’aggressività innata, mentre è solo inculcata

ecco, di contro, io direi che è violenza dover essere “troppo apprensivi” dover pensare che l’aggressività maschile sia solo culturale e che si risolva osservandoli da piccoli e prevenendola, non so se avete visto il film “Carnage”. Significativo da questo punto di vista.
http://it.wikipedia.org/wiki/Carnage_(film)
riassume bene questo tipo di cultura.

Detto ciò, credo anch’io che l’aggressività vada controllata e che non sia bene incitare i bambini a picchiare gli altri. Mi chiedo però se l’alternativa è “controllarli” sempre e prevenire..

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Alessandro 8:39 am - 14th Agosto:

Che ci sia, all’interno del mondo femminista, chi non si riconosce più nella dominante versione moralistico-vittimistica è sicuramente una buona notizia. Speriamo che altre/altri seguano il loro buon esempio.

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Maurizio 12:51 pm - 14th Agosto:

Fabrizio, io la vedo così. Con questi post e prese di posizioni si stanno beccando critiche e prese di distanze anche da altre femministe, quindi proprio perchè non ci stanno guadagnando nulla, anzi stanno risultando impopolari nei confronti di altre anime del femminismo, questa è un ulteriore riprova della sincerità e dello spirito costruttivo di questo atteggiamento di FikaSicula e talune altre blogger che scrivono su quel blog. Io che mi interesso di QM da un bel pò(e che trovo il progetto di Uomini Beta il migliore in assoluto nel panorama della QM), trovo più che utile e necessario trovare punti di intesa con loro, e ce ne sono, eccome! Contro le quote rosa, contro le leggi repressive, per la legalizzazione della prostituzione(Femminismo a Sud, a differenza di altre femministe, è per la legalizzazione della prostituzione), e per un welfare che possa servire alle difficoltà ordinarie di tanti padri e madri.. Io critico l’atteggiamento di tante femministe intransigenti(come la Terragni, la Zanardo, etc) ma critico anche l’intransigenza ideologica di tanti che si occupano maldestramente di QM, e proprio ringrazio laicamente il Cielo, che è nato Uomini Beta, e allora sarebbe opportuno raccogliere questa loro richiesta di dialogo, confronto e collaborazione per temi comuni, senza pregiudizi di sorta.

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armando 5:18 pm - 14th Agosto:

la citazione di Carnage è perfetta. Infatti il problema culturale di fondo è che si considerano i maschi come il sesso da rieducare, in diversi modi. Questo è totalitarismo, non può essere definito in altro modo. Si presenta con la facciata del buonismo politically correct dell’essere umano buono all’origine ma traviato dalla società per cui una società che lo educhi in modo appropriato lo trasfoermerà nell’uomo nuovo, ma gli esiti sono quelli spaventosi che abbiamo già visto nei gulag. L’utopia in teoria più bella si trasforma nella peggiore delle prassi, perchè l’uomo nuovo dovrà essere forzato a essere come la società lo vuole, per il suo bene. E ciò perchè quell’utopia è contraria alla realtà e alla natura, quindi inumana.
Il femdominismo ha una ulteriore aggravante. Applica quelle concezioni non all’essere umano in generale,ma all’essere umano di sesso maschile, mentre quello femminile viene considerato esente dalla contaminazione sociale, puro e incontaminato. Davvero, siamo al totalitarismo più spaventoso dove è la radice stessa dell’umanità ad essere messa in pericolo. Altra cosa, come dice Rita, è riconoscere in ogni essere umano pulsioni naturali all’aggressività, vederne anche gli aspetti positivi per la persona e per la società quando conosciuti, riconosciuti nelle loro valenze, e quando si insegni a ciascuno a gestirli, autocontrollarli e metterli al servizio di tutti. Cosa sarebbe accaduto se quelli che presero le armi contro i nazisti fossero stati rieducati secondo i canoni del politicamente corretto buonista e femminista? Semplice, il nazismo avrebbe vinto, con buona pace degli utopisti da ridere.
Questo significa che è sbagliato pensare la società perfetta, l’eden, il nuovo paradiso che sia un giardino fiorito, tutto pace, solidarietà, bontà, etc, etc.Oltre che impossibile, diciamocelo, sarebbe anche oltremodo noioso e spiritualmente mortifero. Proprio come le “evolute” società scandinave, dove infatti il tasso di suicidi è altissimo perchè nella società “perfetta” ciò che è difficile è trovare un senso alla vita.
Questa è la realtà e con essa dobbiamo farci i conti, maschi e femmine ciascuno per la sua parte perchè nessuno è esentato dal confronto con se stesso e col male che c’è dentro di noi. E poi, sempre con riferimento al finale di Carnage, tutto questo scandalo per due ragazzi che fanno a pugni è davvero insopportabile, è la proiezione di adulti evirati, impauriti non dalla violenza ma dalla vita stessa che trova sempre il modo di emergere. Così i due ragazzi sanno risolvere per proprio conto la questione senza che lasci traccia, perchè sono molto più sanamente istintivi dei loro stupidi genitori, non per caso gente più o meno della mia generazione imbastardita
armando

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armando 5:42 pm - 14th Agosto:

Ho dato un’occhiata ai due primi articoli di Femminismo a sud segnalati.
Il primo, quello sugli stereotipi, contiene tutto e il suo contrario. Accanto a stereotipi veri ce ne sono altri che non sono affatto tali. A mio avviso esiste in questo magma il grave pericolo di disconoscere che si nasce maschi o femmine, e che essere maschi o femmine non è ininfluente per la psicologia di ciascuno di noi. Non per quelli che sarebbero i condizionamenti sociali, ma perchè la differenza dei corpi è anche, e immediatamente, differenza psichica di percezione del mondo e di se stessi.Se questo non è chiaro la discussione sulle influenze culturali è inquinata alla partenza e tutta dentro la concezione postmoderna dell’essere umano astratto e libero, se non condizionato, di scegliere se essere maschile o femminile o androgino, che è poi il grande obbiettivo della società mercificata e consumista o del neocapitalismo finanziario che dir si voglia, al quale sono funzionali gli individui senza identità, vergini da plasmare a dovere.
La discussione sulla violenza sugli uomini è a dir poco scoraggiante, e non aggiungo altro.
In ogni caso, a mio parere Fabrizio fa bene ad andare alla discussione. Se serve a veicolare un solo concetto, che anche i maschi subiscono violenze, sarebbe già un eccellente risultato. Il perchè e il percome, le cause, i rimedi e quant’altro, vengono dopo. Ma se non si parte dal riconoscimento della realtà, quel dopo non ci sarà mai-
armando

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Fabrizio Marchi 8:26 am - 15th Agosto:

“…tutto questo scandalo per due ragazzi che fanno a pugni è davvero insopportabile, è la proiezione di adulti evirati, impauriti non dalla violenza ma dalla vita stessa che trova sempre il modo di emergere. Così i due ragazzi sanno risolvere per proprio conto la questione senza che lasci traccia, perchè sono molto più sanamente istintivi dei loro stupidi genitori, non per caso gente più o meno della mia generazione imbastardita”. (Armando)
D’accordo ma solo fino ad un certo punto, Armando, perché la questione è assai delicata ed è necessario andarci molto cauti.
Sull’argomento sono abbastanza ferrato, non perché sia uno specialista di psicologia infantile bensì perché, come forse sai dal momento che mi pare tu abbia letto il mio libello autobiografco dedicato alla mia adolescenza, ho maturato un’esperienza empirica sul campo, e credo di avere le carte in regola per poter dire la mia in proposito, forse anche con una certa competenza rispetto a tanti “esperti”.
Ho trascorso la mia infanzia e la mia adolescenza in un quartiere popolare della Capitale, ho frequentato le scuole elementari, medie e superiori in istituti pubblici collocati in aree urbane cosiddette a “gatto selvaggio”, come si soleva dire all’epoca (te lo ricorderai senz’altro…), cioè dove si mescolavano ragazzi provenienti da tutti i ceti sociali, e infine ho cominciato fin da giovane, anche se in un secondo momento rispetto alla primissima adolescenza, a militare politicamente (e sappiamo in quella fase storica, soprattutto in una grande città come Roma, cosa questa scelta comportasse dal punto di vista della pratica della violenza).
Ho vissuto diverse fasi della mia vita. Da bambino, prima che sviluppassi, ero un ragazzo mite e studioso, fisicamente magrolino, esile e abbastanza gracile, e tendevo a rifuggire dalla competizione spesso violenta che caratterizzava la relazione fra i maschi (non tutti e non sempre, naturalmente). In quella fase, proprio per queste mie peculiarità caratteriali, ho subito diversi episodi di bullismo che mi hanno lasciato un segno indelebile dal punto di vista psicologico ed emotivo.
Poi ho sviluppato, come si suol dire, e insieme al mio corpo ha cominciato ovviamente a modificarsi anche la mia psiche, e a mia volta, ho cominciato anche io, sicuramente per una sorta di reazione più o meno inconscia e per frustrazione precedentemente accumulata, ad infliggere violenza su altri più deboli di me (circolo vizioso). E anche questa violenza che ho inflitto ripetutamente ha lasciato dei segni altrettanto indelebili sulla mia psiche. Poi ho iniziato a fare a botte più o meno con tutti, le davo e le prendevo a seconda delle circostanze, con quelli fisicamente più o meno potenti di me, più o meno determinati e via discorrendo. Poi è iniziata la fase della militanza politica e tutta questa carica di violenza e aggressività ha in qualche modo cominciato ad indirizzarsi su un binario meno irrazionale, in qualche modo, diciamo così, a sublimarsi all’interno di una dimensione ideale e (allora) ideologica; comunque un passaggio ad una fase “superiore”, dove la violenza non era più il fine ma il mezzo, diciamo verso modalità più mature e consapevoli di gestire la propria aggressività e nel canalizzarla in dinamiche sicuramente molto meno distruttive e autodistruttive (anche se, sia pur in parte sublimate, quelle stesse continuavano ad agire). Aver cominciato successivamente a praticare sport di combattimento mi ha ulteriormente aiutato a riconquistare una maggior consapevolezza (sia della mia forza che della mia fragilità e vulnerabilità) ed equilibrio.
Insomma, per dirla con un modo di dire un po’ perbenista che si usava all’epoca, non ero un “ragazzo facile”. In origine, come già spiegato, ero un ragazzino studioso, assolutamente pacifico e riflessivo, e con il tempo, per tante ragioni che ora sarebbe troppo lungo spiegare in un post, mi ero trasformato in un giovane turbolento e tendenzialmente, diciamoci la verità, aggressivo. E il bullismo subito in giovanissima e tenerissima età (non solo questo, ovviamente) è stato sicuramente uno dei fattori determinanti nell’accrescere il mio senso di frustrazione e di rivalsa (trasformatosi successivamente in aggressività) che ha condizionato gran parte della mia vita. La mia esistenza, insomma, è stata stravolta, e ho impiegato moltissimo tempo (una vita) per riallacciare quel filo che era stato spezzato, per tornare a riscoprire quel “bambino” (ormai adulto) studioso, riflessivo, curioso, amante della lettura e della conoscenza, osservatore della realtà e del mondo…
Non ero il solo (titolo che infatti ho scelto non a caso per il mio libello), certamente, siamo stati in tanti ad aver vissuto quel genere di esperienze (forse in modi più o meno diversi, la maggioranza delle persone e dei maschi in particolare: l’adolescenza è una brutta bestia, altro che età più felice…) e la mia personale non ha certo le stigmate dell’unicità. Al contrario, ed è proprio per questo che invito ad una riflessione più cauta e attenta sul tema. Badate che, tutto sommato, il sottoscritto, come molti altri, ha avuto una reazione relativamente “sana” ed è stato in grado di rielaborare quell’esperienza in modo positivo. Ma non per tutti è così. Anzi, molte persone restano paralizzate o comunque condizionate per tutta la vita in seguito ad episodi di bullismo e violenza (fisica o psicologica) subiti in tenera età. Potrei ora raccontarvi tanti episodi ed esperienze violente a cui ho assistito durante la naja, che sono di fatto proiezioni nel tempo di quella fase preadolescenziale e adolescenziale che il servizio militare tradizionale (che ora, naturalmente, a quanto ne so, si è trasformato radicalmente, anche da questo punto di vista, essendo diventato professionale) in qualche modo recupera, reitera ed alimenta, quasi (e senza il quasi) a voler tenere la truppa (allora di leva) in condizioni di regressione psichica e di abbrutimento psico-emotivo.
Mi fermo perché bisognerebbe, a questo punto, scrivere un altro libro. Tutto ciò per dire che certamente il “politicamente corretto” ha fatto e fa dei danni enormi dal punto di vista dell’evoluzione emotiva e psicologica delle persone, ma non più e non meno di quanti ne ha fatti la vecchia “cultura” “machista” (chiamiamola così, per capirci). Ritengo che il famoso “giusto mezzo aristotelico” (che è un approccio interpretativo filosofico e non ha nulla a che vedere con la cultura del compromesso o peggio, dell’inciucio ipocrita) resti uno degli strumenti fondamentali per interpretare la realtà (proprio come l’analisi marxista, e non solo).
E proprio in virtù di quest’ultima considerazione, noi sappiamo perfettamente, per tornare alle nostre vicende, che sia il maschile che il femminile hanno responsabilità piene e totali rispetto a quanto appena esposto (violenza, bullismo, machismo, origini, cause ed effetti). Il femminismo, naturalmente, deve ipocritamente negare la parte di responsabilità che attiene al femminile (fifthi/fifthi, come si suol dire…), ma questo per noi è scontato e non vale neanche la pena soffermarcisi.
P.S. mi scuso per la lunghezza del post ma è evidente come l’argomento tocchi delle corde personali, elaborate finchè si vuole, ma pur sempre vitali.

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armando 9:18 am - 15th Agosto:

Sono del tutto d’accordo con la tua riflessione, ci mancherebbe. Ma proprio da quello che scrivi si deduce che il problema non sta nell’aggressività maschile istintiva che può sfociare in una scazzottata, bensì nel fatto che tale aggressività non viene elaborata e gestita. Il tuo percorso personale te lo ha consentito, quello di molti uomini invece no. Perchè? Perchè la società, e i padri, non si incaricano più di questo compito essenziale affinchè si formino uomini consapevoli dei propri istinti nelle loro valenze positive e negative, e li sappiano mettere al servizio di cause giuste e comuni. E’ ciò che viene definito la fine dei riti d’iniziazione. Accade invece che qualsiasi manifestazione di quell’aggressività venga “demonizzata” e colpevolizzata come dimostrazione che i maschi sono in sè violenti etc. etc. e quindi hanno da essere rieducati. Ma non da altri maschi che trasmettano loro il sapere maschile, bensì da donne o da istituzioni statali per lo più dirette da donne o che comunque si ispirano alle stesse concezioni. Allora, cosa si pretende che faccia un giovane maschio cresciuto in quartiere degradato, magari senza padre o col padre assente, che si sente dire un giorno si e anche l’altro, che i suoi istinti sono criminogeni e che li deve reprimere perchè sbagliati in sè? Lui quegli istinti li sente, c’è poco da fare, e finisce che, in mancanza di qualcuno che gli insegni davvero a capirli e capirsi, si ribelli a quello stigma e per contrasto li viva come fine e non come mezzo. Finirà per diventare un criminale o un criminaloide (Pasolini docet), ma fatta salva la responsabilità personale che esiste sempre, va anche detto che a ciò lo avrà spinto l’ipocrisia di questa società che del maschile rifiuta tutto, anzichè valorizzarne gli aspetti positivi, come ad esempio l’uso della forza per difendere i più deboli anzichè per vessarli, come dovrebbe. Si sta buttando via il bambino (la maschilità), insieme con l’acqua sporca (i suoi lati scomodi e pericolosi). Questo è ciò che accade, mentre invece si accoglie entusiasticamente anche l’acqua sporca della bambina (intesa come femminile), della quale tutto è considerato buono in sè. Se una donna è manesca si dice che è assertiva e si difende dal maschilismo, se un uomo è manesco un prepotente arrogante etc. etc, ma tutto ciò lo sappiamo benissimo. Sai cosa non finisce mai di sorprendermi? Il fatto che molti di coloro i quali sono in prima fila nel criminalizzare il maschile e la sua “violenza ontologica”, quelli della “pace senza se e senza ma”, quelli della “non violenza” come valore assoluto, sono gli stessi con cui gridavamo quell’orrendo slogan “ogni fascista preso va massacrato”. Ma proprio questa oscillazione estremistica e insensata è la dimostrazione che la mancanza di una adeguata iniziazione alla maschilità produce guai immensi, in un senso o nell’altro. Ed anche la dimostrazione della immensa ipocrisia in cui siamo immersi.
armando

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Fabrizio Marchi 10:17 am - 16th Agosto:

“Sai cosa non finisce mai di sorprendermi? Il fatto che molti di coloro i quali sono in prima fila nel criminalizzare il maschile e la sua “violenza ontologica”, quelli della “pace senza se e senza ma”, quelli della “non violenza” come valore assoluto, sono gli stessi con cui gridavamo quell’orrendo slogan “ogni fascista preso va massacrato”. Ma proprio questa oscillazione estremistica e insensata è la dimostrazione che la mancanza di una adeguata iniziazione alla maschilità produce guai immensi, in un senso o nell’altro. Ed anche la dimostrazione della immensa ipocrisia in cui siamo immersi”. (Armando)
Credo purtroppo che questo fenomeno non sia solo o prevalentemente da attribuire alla crisi della maschilità (e alla sua necessaria ridefinizione) ma abbia soprattutto a che vedere in parte con la stessa ontologia umana o con un aspetto di essa (la natura umana è fortunatamente complessa e non riducibile ad un unicum) e in parte con una concezione asettica, cinica, minimalista, opportunista e piccolo borghese (termine anch’esso desueto ma forse ci intendiamo) della politica, che è la figlia degenere della cosiddetta “Grande Politica”o, se preferite, del grande pensiero filosofico-politico e del “grande agire politico”, da Aristotele a Lenin, passando per Machiavelli, Hobbes, Hegel, Schmitt e naturalmente Marx (e molti altri, ovviamente, non solo in ambito filosofico-politico ma anche più propriamente politico …).
Nelle epoche storiche in cui è la “Grande Politica” a prevalere, anche la qualità di chi concretamente agisce la politica è di alto livello. Quando, viceversa,la Politica è ridotta a “politica”, con la p minuscola, a mera amministrazione, a una sorta di pseudo professionismo per uomini e donne mediocri che scelgono di darsi alla politica né più e né meno di come avrebbero potuto scegliere di darsi ad una qualsiasi altra carriera (tanto per fare un po’ di scalata sociale, affermarsi socialmente e accumulare cariche, prestigio e prebende), il risultato è quello che abbiamo tutti sotto gli occhi.
L’attuale situazione non è certamente casuale. Il Capitalismo assoluto dominante non può tollerare una Politica con la P maiuscola che necessariamente gli sarebbe da ostacolo e ha bisogno di una micro politica ridotta di fatto a sua ancella. I gruppi dirigenti devono essere a loro volta ridotti ad un mero corpo di funzionari, di “manager” (come se il governo della cosa pubblica fosse la gestione di un’azienda), il più delle volte anche impreparati e incapaci (così da scaricare su di essi la responsabilità di tutti i malfunzionamenti e di tutte le contraddizioni strutturali del sistema).
La questione è assai complessa (e naturalmente molto interessante da studiare) ma ci porterebbe oggettivamente lontano dalla QM, anche se non del tutto. Perché, rimanendo in tema, se un fenomeno è emerso in questi decenni con grandissima chiarezza, è proprio che la tanto sbandierata “specificità” femminile, che doveva tradursi e applicarsi soprattutto in ambito politico, si è rivelata un sostanziale bluff. E anche tra i più clamorosi.
Questo è un tema che invece sarebbe interessante approfondire. Non lo faccio ora, però, perché sono in partenza per qualche giorno di vacanza. Colgo l’occasione per salutare e augurare buone ferie a tutti. Naturalmente il sito continuerà ad essere in funzione (ormai siamo un’organizzazione potente e strutturata…smile ) e quindi il dibattito può proseguire come sempre.

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Tiziano 3:00 pm - 16th Agosto:

Fabrizio Marchi
>
se un fenomeno è emerso in questi decenni con grandissima chiarezza, è proprio che la tanto sbandierata “specificità” femminile, che doveva tradursi e applicarsi soprattutto in ambito politico, si è rivelata un sostanziale bluff. E anche tra i più clamorosi.
>>>>>
Credo che questo inconfutabile dato di fatto fosse già noto agli Antichi, che in materia di rapporti fra i due sessi erano sicuramente più evoluti di noi uomini “moderni” (benché fossero più ingenui per altri aspetti).
Se non sono mai esistiti eserciti, partiti, istituzioni create dalle donne, ecc, un motivo ci sarà…
Per esempio, ancora oggi le donne NON sanno creare un partito politico esclusivamente femminile, tantomeno sono portatrici di idee innovative, figlie di una presunta specificità, che donerebbe all’altro sesso una “marcia in più”. Anzi, sono più conservatrici di un estremista di destra… Nei fatti sono realmente un bluff.

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Tiziano 3:03 pm - 16th Agosto:

Mi autocito:
>>
Anzi, sono più conservatrici di un estremista di destra
>>
E lo sono anche in ambito sessuale e nel rapporto con l’uomo.

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Wolf 12:03 am - 17th Agosto:

“Anzi, sono più conservatrici di un estremista di destra”(Tiziano)

Sì, sì, certo, ancora con questa barzelletta che le femministe sono mezze frigide e pudiche!

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Tiziano 1:39 pm - 17th Agosto:

>>
Sì, sì, certo, ancora con questa barzelletta che le femministe sono mezze frigide e pudiche
>>
In verità gli uomini sostengono l’esatto contrario: ovvero che le donne (non “le femministe”) sono tutte delle perenni arrapate vogliose di cazzo…
Peccato, però, che poi a milioni di loro tocchi pagare le puttane o “corteggiarle” continuamente… (che è ancor più costoso).
>
p.s.: sempre “da paura” l’ingenuità maschile, anche in ambito “momas”…

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Leonardo 11:56 am - 19th Agosto:

Troppe se ne dicono di fesserie sulle donne, esaltazioni ad esseri non umani.
Con il discorso del pugilato femminile e che non hanno mai fatto un partito politico dimostrano che sono esattamente (o quasi) come noi. Solamente che la natura le ha destinate alla riproduzione, Quando si organizzano lo fanno per andare contro gli uomini, come nel caso del femminismo.

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Tiziano 4:37 pm - 19th Agosto:

Mi autocito nuovamente.
>>>>
Credo che questo inconfutabile dato di fatto fosse già noto agli Antichi, che in materia di rapporti fra i due sessi erano sicuramente più evoluti di noi uomini “moderni” (benché fossero più ingenui per altri aspetti).
>>>>

http://www.archive.org/stream/sentenzedepcorn00manogoog/sentenzedepcorn00manogoog_djvu.txt
>>>>>>>
53. — Non imbecillus tantum et inpar laboribus feminarum
sexus, sed si licentia adsit, saevus, ambitiosus, potestatis avidus.
{Ann, 3, 33, 10). — // sesso femminile non solo è debole e
soccombente alla fatica, ma se lo si lascia fare, è crudele,
ambizioso ed avido di comandare (*).
>>>>>>>>
Pensare che fra i due sessi possa esistere “la parità” o una “nuova alleanza”, è solo una bellissima, utopistica, irrealizzabile utopia.
Alle donne (NON alle “femministe”, ma alle donne in generale) della “parità” non frega una fava.
A loro interessa solo il potere, il comandare.
Quindi, o comandiamo noi, o comandano loro.
Tutto il resto è pia illusione.

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Tiziano 4:43 pm - 19th Agosto:

(*) Di certo nei paesi musulmani sono ancora consapevoli di ciò…
http://www.style.it/news/dal-mondo/2012/08/16/tunisia–le-donne-in-piazza-per-difendere-la-parita-e-i-diritti.aspx
«Il Paese non può tornare indietro». L’appello delle donne tunisine non potrebbe essere più chiaro: i diritti civili conquistati in Tunisia negli ultimi anni non possono essere revocati o aboliti. Soprattutto dopo l’avvento della rivoluzione dei gelsomini.

Le donne tunisine ne sono convinte e nei giorni scorsi sono scese in piazza a Tunisi per protestare contro l’articolo 28 della bozza della nuova Costituzione. L’articolo, proposto dal partito di maggioranza Ennhada (Fratelli Musulmani), definisce infatti le donne «complementari» agli uomini. Non «uguali» o «pari». Solo «complementari».

La definizione non è andata a genio a migliaia di donne, nè a molti padri, fratelli e mariti. In Tunisia, l’uguaglianza tra uomini e donne è stata riconosciuta il 13 agosto del 1957 dall’allora presidente Habib Bourguiba. Il codice civile promulgato quell’anno aboliva la poligamia, istituiva il divorzio e il matrimonio civile, e apriva la strada al diritto di voto attivo ottenuto dalle donne tre anni dopo.

Grazie a quel codice, negli ultimi cinquant’anni la Tunisia è diventata uno dei Paesi musulmani più emancipati dal punto di vista dei diritti femminili. Che ora, dopo aver cacciato il dittatore Ben Ali, le donne tunisine debbano rassegnarsi a un passo indietro in questo senso, è per loro inaccettabile.

«Invece di rafforzare il Codice promulgato da Bourguiba, stanno cercando di mortificare la dignità e i diritti delle donne», ha dichiarato Hela Amri, una giovane attivista. «La mia risposta all’articolo 28 della futura Costituzione, che contiene tesi pericolose e inaccettabili, è scritta sul cartello che ho portato alla manifestazione: “Io sono una donna totale più un altro mezzo”».

Secondo Souad Abderrahim, membro di Ennhada nella Costituente, la reazione delle donne tunisine è stata eccessiva: «Si tratta solo di una bozza, non del testo definitvo. Abbiamo scritto che le donne e gli uomini sono complementari l’una all’altro e non che le donne sono un complemento degli uomini».

Che sia un problema lessicale e non politico? Potrebbe anche essere. Resta il fatto, però, che il lessico è (quasi sempre) politica.

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mauro recher 3:19 pm - 30th Agosto:

articolo del new york times (fonte forum uomini3000)
inglese poi tradotto con il traduttore di google
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Men, Who Needs Them?
By GREG HAMPIKIAN
Published: August 24, 2012

MAMMALS are named after their defining characteristic, the glands capable of sustaining a life for years after birth — glands that are functional only in the female. And yet while the term “mammal” is based on an objective analysis of shared traits, the genus name for human beings, Homo, reflects an 18th-century masculine bias in science.

That bias, however, is becoming harder to sustain, as men become less relevant to both reproduction and parenting. Women aren’t just becoming men’s equals. It’s increasingly clear that “mankind” itself is a gross misnomer: an uninterrupted, intimate and essential maternal connection defines our species.

The central behaviors of mammals revolve around how we bear and raise our young, and humans are the parenting champions of the class. In the United States, for nearly 20 percent of our life span we are considered the legal responsibility of our parents.

With expanding reproductive choices, we can expect to see more women choose to reproduce without men entirely. Fortunately, the data for children raised by only females is encouraging. As the Princeton sociologist Sara S. McLanahan has shown, poverty is what hurts children, not the number or gender of parents.

That’s good, since women are both necessary and sufficient for reproduction, and men are neither. From the production of the first cell (egg) to the development of the fetus and the birth and breast-feeding of the child, fathers can be absent. They can be at work, at home, in prison or at war, living or dead.

Think about your own history. Your life as an egg actually started in your mother’s developing ovary, before she was born; you were wrapped in your mother’s fetal body as it developed within your grandmother.

After the two of you left Grandma’s womb, you enjoyed the protection of your mother’s prepubescent ovary. Then, sometime between 12 and 50 years after the two of you left your grandmother, you burst forth and were sucked by her fimbriae into the fallopian tube. You glided along the oviduct, surviving happily on the stored nutrients and genetic messages that Mom packed for you.

Then, at some point, your father spent a few minutes close by, but then left. A little while later, you encountered some very odd tiny cells that he had shed. They did not merge with you, or give you any cell membranes or nutrients — just an infinitesimally small packet of DNA, less than one-millionth of your mass.

Over the next nine months, you stole minerals from your mother’s bones and oxygen from her blood, and you received all your nutrition, energy and immune protection from her. By the time you were born your mother had contributed six to eight pounds of your weight. Then as a parting gift, she swathed you in billions of bacteria from her birth canal and groin that continue to protect your skin, digestive system and general health. In contrast, your father’s 3.3 picograms of DNA comes out to less than one pound of male contribution since the beginning of Homo sapiens 107 billion babies ago.

And while birth seems like a separation, for us mammals it’s just a new form of attachment to our female parent. If your mother breast-fed you, as our species has done for nearly our entire existence, then you suckled from her all your water, protein, sugar, fats and even immune protection. She sampled your diseases by holding you close and kissing you, just as your father might have done; but unlike your father, she responded to your infections by making antibodies that she passed to you in breast milk.

I don’t dismiss the years I put in as a doting father, or my year at home as a house husband with two young kids. And I credit my own father as the more influential parent in my life. Fathers are of great benefit. But that is a far cry from “necessary and sufficient” for reproduction.

If a woman wants to have a baby without a man, she just needs to secure sperm (fresh or frozen) from a donor (living or dead). The only technology the self-impregnating woman needs is a straw or turkey baster, and the basic technique hasn’t changed much since Talmudic scholars debated the religious implications of insemination without sex in the fifth century. If all the men on earth died tonight, the species could continue on frozen sperm. If the women disappear, it’s extinction.

Ultimately the question is, does “mankind” really need men? With human cloning technology just around the corner and enough frozen sperm in the world to already populate many generations, perhaps we should perform a cost-benefit analysis.

It’s true that men have traditionally been the breadwinners. But women have been a majority of college graduates since the 1980s, and their numbers are growing. It’s also true that men have, on average, a bit more muscle mass than women. But in the age of ubiquitous weapons, the one with the better firepower (and knowledge of the law) triumphs.

Meanwhile women live longer, are healthier and are far less likely to commit a violent offense. If men were cars, who would buy the model that doesn’t last as long, is given to lethal incidents and ends up impounded more often?

Recently, the geneticist J. Craig Venter showed that the entire genetic material of an organism can be synthesized by a machine and then put into what he called an “artificial cell.” This was actually a bit of press-release hyperbole: Mr. Venter started with a fully functional cell, then swapped out its DNA. In doing so, he unwittingly demonstrated that the female component of sexual reproduction, the egg cell, cannot be manufactured, but the male can.

When I explained this to a female colleague and asked her if she thought that there was yet anything irreplaceable about men, she answered, “They’re entertaining.”

Gentlemen, let’s hope that’s enough.
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-Gli uomini, che ne ha bisogno?
Di Greg HAMPIKIAN
Pubblicato il: 24 Ago 2012

MAMMIFERI prendono il nome dal loro caratteristica, le ghiandole in grado di sostenere una vita per anni dopo la nascita – ghiandole che sono funzionali solo nella femmina. Eppure, mentre il termine “mammifero” si basa su un’analisi obiettiva dei tratti in comune, il nome del genere per gli esseri umani, l’Homo, riflette un 18 ° secolo pregiudizio maschile nella scienza.

Questo pregiudizio, però, sta diventando sempre più difficile da sostenere, come gli uomini diventano meno rilevanti sia per la riproduzione e la genitorialità. Le donne non sono solo diventando uomini pari. E ‘sempre più chiaro che “l’umanità” è di per sé un termine improprio lordo: un ininterrotto, legame intimo ed essenziale materna definisce la nostra specie.

I comportamenti dei mammiferi centrali ruotano intorno a come portiamo ed aumentare i nostri giovani, e gli esseri umani sono i campioni genitori della classe. Negli Stati Uniti, quasi il 20 per cento della nostra vita siamo considerati la responsabilità legale dei nostri genitori.

Con l’espansione delle scelte riproduttive, possiamo aspettarci di vedere più donne scelgono di riprodursi senza gli uomini del tutto. Fortunatamente, i dati per bambini cresciuti da femmine solo è incoraggiante. Come il sociologo di Princeton Sara S. McLanahan ha dimostrato, la povertà è ciò che fa male i bambini, non il numero o il sesso dei genitori.

Questo è un bene, in quanto le donne sono entrambi necessari e sufficienti per la riproduzione, e gli uomini non sono né. Dalla produzione della prima cella (uovo) per lo sviluppo del feto e la nascita e allattamento del bambino, padri può essere assente. Essi possono essere al lavoro, a casa, in prigione o in guerra, vivo o morto.

Pensate alla vostra storia. La tua vita come un uovo effettivamente iniziato nelle cellule ovariche di sviluppo di tua madre, prima della sua nascita, si erano avvolti nel corpo fetale di tua madre come si è sviluppato all’interno della vostra nonna.

Dopo i due di voi a sinistra grembo della nonna, si godeva la protezione delle ovaie in età prepuberale di tua madre. Poi, a volte tra i 12 ei 50 anni, dopo i due di voi ha lasciato la nonna, si fa scoppiare avanti e sono stati risucchiati dalla sua fimbrie nelle tube di Falloppio. Lei scivolò lungo il ovidotto, sopravvivendo felicemente sulle sostanze nutritive immagazzinate e messaggi genetici che la mamma confezionati per voi.

Poi, a un certo punto, tuo padre ha trascorso qualche minuto nelle vicinanze, ma poi a sinistra. Un po ‘più tardi, si riscontrano alcune cellule molto strani piccoli che aveva versato. Essi non si fondono con te, o dare qualsiasi membrane cellulari o sostanze nutritive – solo un pacchetto infinitamente piccolo di DNA, a meno di un milionesimo della massa.

Nel corso dei prossimi nove mesi, hai rubato i minerali di ossa di tua madre e l’ossigeno dal suo sangue, e hai ricevuto tutta la tua nutrizione, energia e protezione immunitaria da lei. Nel momento in cui sei nato tua madre aveva contribuito 6-8 chili di vostro peso. Poi, come regalo d’addio, ti ha avvolto in miliardi di batteri dal suo canale del parto e l’inguine che continuano a proteggere la pelle, sistema digestivo e la salute generale. Al contrario, di tuo padre 3,3 picogrammi di DNA esce a meno di un chilo di contributo maschile dall’inizio del Homo sapiens 107000000000 bambini fa.

E mentre nascita sembra una separazione, per noi mammiferi è solo una nuova forma di attaccamento al nostro genitore femminile. Se tua madre ti ha allattato al seno, come la nostra specie ha fatto per quasi tutta la nostra esistenza, allora si allattato da lei tutti i vostri acqua, proteine, zuccheri, grassi e anche la protezione immunitaria. Lei campionato tue malattie tenendo premuto si chiude e baciarti, proprio come suo padre avrebbe potuto fare, ma a differenza di suo padre, ha risposto alle vostre infezioni facendo anticorpi che ha passati a voi nel latte materno.

Non respingere gli anni ho messo come un padre rimbambito, o il mio anno a casa come un marito casa con due bambini piccoli. E io accreditare mio padre come il genitore più influente nella mia vita. I padri sono di grande beneficio. Ma questo è ben lungi dal “necessario e sufficiente” per la riproduzione.

Se una donna vuole avere un bambino senza un uomo, ha bisogno solo per garantire lo sperma (fresco o congelato) da un donatore (vivo o morto). L’unica tecnologia di auto-impregnazione donna ha bisogno è un baster paglia o tacchino, e la tecnica di base non è cambiato molto da quando studiosi del Talmud discusso le implicazioni religiose di inseminazione senza sesso nel V secolo. Se tutti gli uomini della terra morta stanotte, la specie potrebbe continuare sperma congelato. Se le donne scompaiono, è l’estinzione.

In definitiva la domanda è, significa “uomo” davvero bisogno di uomini? Con la tecnologia di clonazione umana proprio dietro l’angolo e abbastanza sperma congelato in tutto il mondo per popolare già molte generazioni, forse dovremmo eseguire una analisi costi-benefici.

E ‘vero che gli uomini sono sempre stati i capifamiglia. Ma le donne sono state la maggioranza dei laureati dal 1980, e il loro numero sta crescendo. E ‘anche vero che gli uomini hanno, in media, la massa muscolare un po’ di più rispetto alle donne. Ma nell’era delle armi onnipresenti, quello con la potenza di fuoco migliore (e la conoscenza della legge) trionfa.

Nel frattempo, le donne vivono più a lungo, sono più sani e sono molto meno probabilità di commettere un reato violento. Se gli uomini fossero auto, che avrebbe comprato il modello che non dura più a lungo, viene data agli incidenti letali e finisce sotto sequestro più spesso?

Di recente, il genetista J. Craig Venter ha dimostrato che tutto il materiale genetico di un organismo può essere sintetizzato da una macchina e poi messo in quello che ha definito un Questo era in realtà un po ‘di comunicato stampa iperbole “cellula artificiale”.: Mr. Venter iniziato con una cella completamente funzionale, quindi scambiato il suo DNA. In tal modo, ha involontariamente dimostrato che la componente femminile della riproduzione sessuale, la cellula uovo, non possono essere fabbricati, ma il maschio può.

Quando ho spiegato ad un collega di sesso femminile e le ho chiesto se pensava che ci fosse ancora qualcosa di insostituibile di uomini, lei rispose: “Sono divertente.”

Signori, speriamo che basti.
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commento mio …” Va bene essere zerbini ,ma al peggio non c’è mai fine ” ,non so cosa voleva ottenere con questo articolo ” va beh che pensare male si fa peccato ,ma di solito ci si indovina ,un pochino di gnocca gratuita ?

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Luigi Corvaglia 6:44 am - 31st Agosto:

Per questa notizia penso che il thread più adatto sia questo.
Si parla solo di oppressori qui. Le oppresse brillano solo per l’assenza: come coniugi che aiutano con un altro stipendio, come lavoratrici interessate al fenomeno.
http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/inchiesta-italiana/2012/08/30/news/carabinieri_di_giorno_camerieri_di_notte-40086485/?inchiesta=%2Fit%2Frepubblica%2Frep-it%2Finchiesta-italiana%2F2012%2F08%2F30%2Fnews%2Fcarabinieri_a_doppio_mestiere-40086487%2F

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dia 9:25 am - 31st Agosto:

segnalo qui questo link.
L’uomo penitente davanti alla donna dea.
Protagonista una delle donne più teoricamente “liberate” d’Italia.
http://trovacinema.repubblica.it/multimedia/copertina/asia-che-allatta-nel-nuovo-corto-del-marito/32197477?ref=HRESS-18

m’è venuto in mente quel “Bacia la croce!” detto da Sordi in un film di Luigi Magni, mi pare. In nome della papessa re!

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dia 9:30 am - 31st Agosto:

atroce anche l’immagine del bambino maschio attaccato al tubo del gas (fusione/dipendenza) e seminarcotizzato.
Qualcosa che non avrei mai voluto vedere, come donna e come figlia di donna (non sono madre, ma se lo fossi non cambierebbe niente, avrei aggiunto una qualifica in più).

E riflettiamo, tutti, che queste sono le “messe” che propone la sinistra, anche la più alternativa, oggi. Ricordiamoci anche questo, quando andiamo a votare.

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Fabrizio Marchi 9:58 am - 31st Agosto:

“E riflettiamo, tutti, che queste sono le “messe” che propone la sinistra, anche la più alternativa, oggi. Ricordiamoci anche questo, quando andiamo a votare”. (Dia)
Bene, finalmente su un punto siamo d’accordo. A patto di fare esattamente la stessa valutazione con la destra (di tutti i generi), prima a promuovere e a farsi paladina di leggi liberticide, classiste e securitarie antimaschili.
E una vocina mi dice che già cominciamo a non essere più d’accordo…chissà perchè…(ma spero di sbagliarmi…)

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dia 10:07 am - 31st Agosto:

non credo che un libertario potrà mai essere di destra. Drei che è l’antitesi di destra e sinistra, fatta persona. Io sono libertaria caratterialmente, psicologicamente, e appassionatamente. Ma non ho mai militato, neanche quando ero circondata (come figlia di militanti del pci) di militanti.

Ho letto la tua lettera a Vendola, caro Fabrizio, e posso solo augurarti un in bocca al lupo poco convinto, per quanto riguarda la fortuna della tua/vostra (nostra?) causa antifemminista. Non vedi e senti in che brodo stai/state cuocendo? (Sì che lo vedi, se no non gli avresi scritto la lettera).

Una postilla: io e te non ci prendiamo perché caratterialmente siamo uguali. Due attaccabrighe sempre a fare a braccio di ferro con tutti. Fondamentalmente due insicuri. Mi riconosco nel ritratto che mi hai fatto qualche commento fa, solo che ci ho riconosciuto anche te!

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Fabrizio Marchi 11:59 am - 31st Agosto:

“Una postilla: io e te non ci prendiamo perché caratterialmente siamo uguali. Due attaccabrighe sempre a fare a braccio di ferro con tutti. Fondamentalmente due insicuri. Mi riconosco nel ritratto che mi hai fatto qualche commento fa, solo che ci ho riconosciuto anche te!” (Dia)
Poco male…
p.s. solo i coglioni sono “sicuri di sé”, dal momento che lo stesso stare al mondo è caratterizzato dall’incertezza assoluta. In realtà l’ostentata e presunta “sicurezza” da parte di alcuni è solo una posa, un atteggiamento, da parte di quelle persone che hanno circoscritto (e di molto) la sfera della loro esistenza. In genere sono uomini o donne molto pragmatici (non è con te che ce l’ho in questo caso), o forse farei meglio a dire “praticoni” (anche se fanno i prof. universitari) che odorano il vento da che parte tira, si ritagliano il loro spazio e costruiscono la loro identità in base al ruolo sociale che riescono a procurarsi. Toglierli quest’ultimo equivale ad ammazzarli…

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fulvio terzapi 1:31 pm - 31st Agosto:

la sinistra è schierata dalla parte della retorica femminista perché si fa vanto di proteggere i piu deboli, a prescindere dal fatto che lo siano veramente o no. non è una tendenza recente ma un vizio ben radicato in essa.

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cesare 3:01 pm - 31st Agosto:

La sinistra cerca sempre di schierarsi, più che col debole, con la forza sociale che lei ritiene abbia il futuro con sè. E chi ha il futuro con sè è politicamente tutt’altro che “il debole”. Ma oggi nessuno sa, a sinistra come a destra, che cosa sia il futuro e, guarda di qui e guarda di là, si perde l’orientamento e si finisce che lo si scambia con le mai dimenticate ginocchia della mamma. E così “i fantolini” di Asia Argento (al seno o all’inginocchiatoio) sono ovunque, e di tutte le età. E l’inno programmatico maschile diventa: “Son tutte belle le mamme del mondo”.

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Alessandro 9:39 pm - 31st Agosto:

Una delle delusioni che penso mi porterò nella tomba è quella di una sinistra totalmente subordinata ai diktat femministi. Arretratezza ideologica, banalizzazione della realtà, convenienza elettorale hanno prodotto questo triste spettacolo, che niente ha a che fare con la tanto sbandierata “parità tra i sessi”, cosa auspicabile e totalmente condivisibile. Bisogna davvero turarsi molto il naso, ma è un compito improbo.

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dia 8:33 am - 1st Settembre:

riassumerei i tre elementi di alessandro, in uno solo: convenienza. Cavalcare l’onda del diritto di tutti a tutto (tipo: chiù pilu pper tutti) senza preoccuparsi del fattore sostenibilità (e qui il pragmatismo tornerebbe utile) è una strategia di potere come un’altra, come promettere un milione di posti di lavoro quando sai che è impraticabile..

La sinistra abbonda in retorica, velleitarismo, paternalismo (la faccia buona dell’autoritarismo), anticaje e petrella (forma mentis ottocentesca – mai visto un video di Vendola? legge il comizietto scritto con il linguaggio di un tema liceale di un trentennio fa, solo che lo legge davanti a una videocamera – è entrato nel duemila!), il tutto condito da un tasso di litigiosità (quanti partitini ci sono, attualmente dentro, fuori e intorno?) che davéro dàmose ‘na regolata.

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