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Di seguito il secondo video che abbiamo realizzato.
La linea politica, la strategia e gli orizzonti filosofici e valoriali del Movimento degli Uomini Beta si evincono dal Manifesto ("Il Movimento") e dai "Principi", pubblicati entrambi sulla homepage del sito, nonché dagli scritti pubblicati negli spazi riservati agli “editoriali” e agli “articoli”.
Lo spazio dei commenti è libero ed è stato creato per dare a tutti/e (indipendentemente dalla loro collocazione nei confronti del Movimento) l’opportunità di esprimere la propria opinione, purché nel rispetto delle regole della civile convivenza, delle altrui opinioni e dello Statuto del Movimento.
Conseguentemente, i commenti ivi pubblicati non sono in alcun modo riconducibili al Movimento degli Uomini Beta, ma esprimono solo ed esclusivamente posizioni individuali.
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2.216 Commenti
Anch’io vorrei la fine di un certo genere di donne (parlando dell’Italia di quasi tutte), ma il punto della questione è il tono che queste privilegiate usano: un tono che in vere società maschiliste non potrebbero neanche azzardare e che gli stessi uomini non usano mai nei loro confronti.
C’è un altro aspetto che sfugge a queste ricche privilegiate e non semplici impiegate da 1300-1400 euro (come me): i cambiamenti che stanno avvenendo nel mondo e la conseguente espansione di paesi come l’India e la Cina, che da soli comprendono oltre un terzo dell’umanità e che non potranno non incidere nei futuri cambiamenti sociali. A sentir loro sembra che esistano solo gli Stati Uniti e al massimo l’Europa dell’ovest.
Questa è gente che è sempre vissuta in un mondo ovattato e che non ha la più la pallida idea di cosa sia la realtà delle persone comuni. Donne (e uomini) che alla prima difficoltà (crisi energetiche, catastrofi naturali, guerre, ecc) sarebbero spazzate via in un battito di ciglia.
Fabio C.(Quota) (Replica)
A sentir loro sembra che esistano solo gli Stati Uniti e al massimo l’Europa dell’ovest.
eh, ma ha da venì baffone… dall’oriente più o meno estremo.
diait(Quota) (Replica)
Anche in questo caso immaginate la situazione contraria: ovvero delle donne (anzi, femmine…) che ottengono risultati migliori degli uomini (anzi, dei maschi, come scrive quel giornalista sottomesso che potrebbe essermi fratello maggiore): pensate forse che qualcuna o qualcuno parlerebbe di “discriminazione sessuale”, anzi, “di genere” ??
http://27esimaora.corriere.it/articolo/nathalie-loiseau-una-donna-per-le-eccellenze-al-femminile/
Ovviamente no.
Mi ripeto: il femminismo non è una ideologia ma una autentica malattia mentale.
Marco(Quota) (Replica)
Non voglio fare greve e maschilista ironia…… Mi limito perciò a riportare la notizia.
Accordo tra Inail e Consigliera di Parità per la sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro
Imperia – L’accordo prevede, tra l’altro, progetti di informazione sulle pari opportunità e la predisposizione di forme di incentivi alle imprese particolarmente sensibili alle differenze di genere, da realizzarsi in un biennio di attività
Il 31 ottobre alle 12,30 sarà sottoscritto nella Sede Inail di Imperia, in viale Matteotti, un accordo di collaborazione tra il Responsabile della Struttura, Amedeo Iennaco e la consigliera di Parità della Provincia di Imperia, Laura Amoretti.
Inail e Consigliera di Parità lavoreranno insieme per sostenere ed avviare azioni positive per la sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro, nel pieno rispetto di un’ottica di tutela delle differenze di genere.
Considerata la particolare rilevanza che oggi assumono la questione della parità di trattamento e le discriminazioni di genere, anche quali fonti di rischio infortunistico, per l’integrità psico/fisica del lavoratore, favorire cambiamenti culturali e organizzativi nelle imprese per una migliore qualità del lavoro costituisce un primo ma importante passo verso la crescita della cultura della salute e sicurezza che l’Istituto ha tra i suoi compiti istituzionali più qualificanti.
L’accordo prevede, tra l’altro, progetti di informazione sulle pari opportunità e la predisposizione di forme di incentivi alle imprese particolarmente sensibili alle differenze di genere, da realizzarsi in un biennio di attività. Particolare importanza ed attenzione sarà dedicata alle Parti Sociali ed agli enti bilaterali nel costruire tale percorso di tutela del lavoratore.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Queste sono proprio fissate con “le splendide carriere”, ovvero il fine ultimo dell’esistenza umana…
Poi c’è ancora chi crede che le donne siano portatrici di novità e pensieri alternativi a quelli maschili.
In realtà sono delle reazionarie “da paura”.
http://27esimaora.corriere.it/articolo/e-samantha-va-90-giorni-per-marela-sfida-solitaria-della-daviese-il-coraggio-di-cambiare-un-archetipo/#comments_list
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Nell’ottica comune, una regata pur eroica può parere un rischio superfluo; è invece per una sportiva del calibro della una necessità, che può far riflettere tante donne che, diventate madri, rinunciano a splendide carriere, in nome del pensar comune e dei sensi di colpa. Dell’ansia e delle difficoltà che i coniugi non sarebbero disposti ad affrontare.
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I rimpianti celati o no di queste donne, non saranno della Davies, e neppure quel sottile velo di dispiaciuto risentimento che tante mogli-madri hanno, per sempre, verso il proprio coniuge, complice di rinunce necessarie soprattutto alla pace in famiglia.
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Domanda: chi le obbliga a sposarsi? Chi impone loro di fare figli? Nessuno mi pare.
Marco(Quota) (Replica)
Associazionismo femminista in Puglia:
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 31 gennaio 2008, n. 67
Le associazioni registrate.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Un pò di riferimenti lombardi …..
Consiglio Regionale della Lombardia – Ottobre 2009
Molto interessante perché da un quadro completo, ancorché datato, di quella regione.
E sempre dalla stessa fonte:
Le pari opportunità nelle istituzioni di governo regionali – Ottobre 2010
ed ancora:
Albo Regionale Associazioni per le Pari opportunità
Bollettino Ufficiale Regione Lombardia – Serie Ordinaria – Martedì 09 ottobre 2012
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
La Camera dei deputati ha approvato definitivamente una proposta di legge che favorisce la parità di genere nei consigli comunali.
informazioni aggiornate a mercoledì, 14 novembre 2012
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Parità nella vita politica
Il 13 novembre 2012 la Camera ha approvato definitivamente la proposta di legge A.C. 3466-B volta a promuovere la parità effettiva di donne e uomini nell’accesso alle cariche elettive e ai pubblici uffici delle autonomie territoriali.
In particolare, il provvedimento introduce nella legislazione elettorale dei consigli comunali con popolazione superiore ai 5.000 abitanti e dei consigli circoscrizionali, due misure rilevanti:
Per quanto riguarda le giunte degli enti locali ed i consigli regionali, non sono previste singole misure, ma è fissato il principio per cui l’atto di nomina o la legge elettorale regionale devono garantire la presenza di entrambi i sessi.
La proposta di legge introduce, inoltre, disposizioni in materia di comunicazione politica e di parità nelle commissioni di concorso per l’accesso al lavoro nelle pubbliche amministrazioni.
La proposta ha origine da alcuni progetti di legge, di cui uno di iniziativa governativa, approvati dalla Camera in prima lettura l’8 maggio 2012. Il 10 ottobre 2012 il Senato ha approvato la proposta di legge (A.S. 3290) con alcune modifiche e pertanto il testo ritornato all’esame della Camera in seconda lettura. Una prima modifica apportata dal Senato consiste nella estensione dell’obbligo della presenza di entrambi i sessi, oltre che nelle giunte, anche negli organi collegiali non elettivi del comune della provincia nonché degli enti, aziende ed istituzioni da essi dipendenti. La seconda modifica riguarda le conseguenze, nei comuni con popolazione compresa fra 5.000 e 15.000 abitanti, della presentazione di una lista elettorale in cui un genere è rappresentato in misura superiore a due terzi in contrasto con le disposizioni del nuovo comma 3-bis dell’art. 71 TUEL. Il testo approvato dalla Camera prevedeva che, in tal caso, la Commissione elettorale provvedesse a cancellare i nomi dei candidati del genere sovrarappresentato, iniziando dall’ultimo della lista; qualora, dopo tale operazione, il numero dei candidati rimasti in lista fosse risultato inferiore a quello minimo prescritto, la lista sarebbe stata ricusata. Nel testo del Senato viene meno la sanzione della ricusazione della lista, prevedendosi invece che la riduzione della lista non può, in ogni caso determinare un numero di candidati inferiore al minimo prescritto per l’ammissione della lista.
Per quanto riguarda la disciplina dei partiti, l’Assemblea della Camera, nell’ambito della proposta di legge approvata definitivamente il 5 luglio 2012 (legge n. 96 del 2012), in materia di finanziamento dei partiti e movimenti politici ha introdotto un emendamento (em. 1.212, Amici ed altri), in base al quale i contributi pubblici spettanti a ciascun partito o movimento politico sono diminuiti del 5 per cento qualora il partito o il movimento politico abbia presentato nel complesso dei candidati ad esso riconducibili per l’elezione dell’assemblea di riferimento un numero di candidati del medesimo genere superiore ai due terzi del totale, con arrotondamento all’unità superiore.
Parallelamente, prosegue presso la Commissione affari costituzionali della Camera l’esame di alcune proposte di legge finalizzate ad introdurre una disciplina organica dei partiti politici, in attuazione dell’articolo 49 della Costituzione. Alcune di queste prevedono misure di riequilibrio della rappresentanza di genere negli organi dirigenti del partito; di particolare rilievo la previsione del limite della rappresentanza di ciascun genere fissato a due terzi (A.C. 244 e A.C. 506) o al 55% (A.C. 4194). Una proposta (A.C. 1722) reca anche l’obbligo di formare le liste di candidati per qualsiasi elezione in misura eguale di uomini e donne.
Infine, si segnala che diverse delle proposte di legge di riforma del sistema elettorale nazionale presentate in Parlamento nel corso della legislatura prevedono misure volte a promuovere le pari opportunità nell’accesso alle cariche elettive (le c.d. quote rosa). Alcune proposte hanno questo unico obiettivo e non intervengono a modificare altre parti della legge elettorale (A.C. 687 e A.C. 1410 alla Camera e A.S. 2, A.S. 17, A.S. 93, A.S. 104, A.S. 257 e A.S. 708 al Senato). Altre proposte prevedono misure di riequilibrio della rappresentanza nell’ambito di interventi complessivi sul sistema elettorale.
Nel complesso, le proposte di legge in materia di riequilibrio di genere presentano soluzioni diverse in ordine all’ambito di applicazione, al rapporto numerico tra i due sessi, all’ordine di successione delle candidature e, infine, alle modalità sanzionatorie. Tali soluzioni possono essere così sintetizzate:
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Leggi simili non stanno che a evidenziare l’effettiva inferiorità femminile. Si’, avete letto bene: inferiorita’ femminile, perche’ chi ha bisogno di quote per farsi strada e’ un inferiore. Cominciamo a chiamare le cose col loro nome.
lorenzo(Quota) (Replica)
Sì, però le chiede (le quote) e le ottiene, con l’effetto di discriminare altri e conquistare posizioni di potere. Per non parlare di come sono riuscite ad imbrigliare psicologicamente gli uomini. Quindi farei molta attenzione a parlare di “inferiorità” (al di là della boutade…), perché è un discorso che si ritorce sempre inevitabilmente contro chi lo sostiene. Mai pensare che l’avversario sia inferiore, specie mentre ci sta mettendo all’angolo riempiendoci di colpi, non ti pare?…Io ci sono stato all’angolo più di una volta e ti assicuro che, oltre a non essere affatto piacevole, non mi sfiorava neanche per un attimo l’idea che il mio avversario fosse “inferiore”… (per fortuna che avevo un discreto gioco di gambe… )
A parte le battute, direi di lasciar perdere questi discorsi sulla presunta ”inferiorità” delle donne. Forse che una donna come la nostra amica Rita può essere considerata “inferiore”?
Non scherziamo…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
No Lorenzo ,chi ha bisogno delle quote ,+ solo per comandare e sedersi nelle poltrone e ,di solito ,fanno parte di una sezione borghese che si sente stretta nei loro spazi e vogliono di più ..a un’ operaia difficilmente frega qualcosa delle quote e soprattutto le quote non sono rivolte a lei. Praticamente sono d’accordo con Fabrizio …
Inferiorità ? Queste borghesi usano “l’inferiorità” solo quando fa comodo a loro ,credendo che un mondo più “rosa” sia un mondo migliore ..usano tutti i mezzi necessari non ultima la tesi dei femminicidi. Per me ,usano le morti come strumento politico …altro che inferiorità ,di solito quando si vede “l’avversario ” debole ,si prendono le più clamorose “sconfitte” …
mauro recher(Quota) (Replica)
Aggiornamenti dalla Puglia:
50/50. Terrevoli: ‘Se non in Puglia dove’?
19 novembre 2012
BARI – Cresce l’attesa per la discussione della proposta di legge di iniziativa popolare sulla doppia preferenza e parità dei generi. Domani il testo della proposta di legge arriverà in Consiglio regionale. Sembra finalmente arrivato il tempo per una importante svolta democratica alla politica pugliese.
Domani, intanto, il Comitato 50/50 ha organizzato un presidio davanti al Consiglio regionale. Il cambiamento – dice Magda Terrevoli, portavoce del Comitato – non può essere fermato”.
Di seguito un intervento di Terrevoli in cui si riassumono velocemente tutti i passi in avanti compiuti fino ad oggi verso la parità di genere in politica e nella società.
di Magda Terrevoli*
Il 20 novembre finalmente approda in Consiglio regionale della Puglia la proposta di legge di iniziativa popolare sulla doppia preferenza e la parità di genere
Ma già il 14 novembre La Commissione europea ha formalmente adottato la proposta di direttiva sulle quote rosa nei consigli di amministrazione ed il 13 novembre la Camera dei deputati ha approvato definitivamente le norme per favorire la parità di genere negli Enti locali
Se la gestione della finanza della politica declinata al maschile non convince più e se le donne possono, con la loro visione di sviluppo, essere la risposta alla crisi, è davvero impensabile che in Italia la politica sia declinata esclusivamente al maschile.
Segnare una svolta, una attenzione ad un pensiero differente, potrebbe essere la via giusta per uscire dalla crisi.
Ma per questo sarà necessario, da un lato, sanare una evidente discriminazione, attraverso un riequilibrio numerico della presenza femminile nelle istituzione elettive e, dall’altro, rendere presente la differenza, rompere l’ordine istituzionale, portando al suo interno la politica prodotta nei luoghi delle donne.
Un lungo percorso, in Puglia iniziato circa due anni fa, partendo dalla prima più evidente discriminazione, l’assenza, nella sua più alta Assemblea elettiva che vede, ormai da tempo, una presenza ridicola di donne (tre su 70).
Un cammino difficile, in cui abbiamo scardinato tanti stereotipi, donne e uomini insieme, in maniera totalmente trasversale con un unico obiettivo: far approvare una legge, che sanasse questa assenza. Una legge nuova, estranea all’idea delle quote, ma paritaria 50 e 50. E fondata su un patto tra generi espresso dalla doppia preferenza.
É un lungo cammino di cambiamento che è parte di una storia: dalla legge dell’1895 che recitava “Non sono elettori né eleggibili: gli analfabeti, le donne, gli interdetti, gli inabilitati”, ad oggi; una storia con protagoniste vere, le nostre madri, le nostre sorelle, donne che ci danno valore e forza, dalle donne della Assemblea Costituente alle donne della maternità consapevole, dalle donne che si sono battute per una pari dignità sul lavoro alle donne impegnate quotidianamente a coprire il vuoto delle politiche di welfare, dalle donne sindache della Locride alle precarie a vita.
Per questo invito donne e uomini che hanno creduto in questo cammino ed hanno firmato la legge, ad essere presenti martedì mattina 20 novembre al presidio davanti al Consiglio regionale per sostenere un cambiamento che non può essere fermato!
* portavoce Comitato 50/50
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Tanto poi se la crisi non si risolve diranno che è colpa dal fatto che le donne hanno introiettato il modello psichico maschile, se invece si risolve diranno che è merito delle donne che hanno scardinato il tradizionale approccio maschile alla poltica.
Possono affermare in totale libertà questo o quello, quello o quell’altro, senza che nessuno dica ‘a’. Possono anche, se la crisi andrà avanti, dire che la colpa è di quel rimanente 50% maschile proponendo di eliminarlo del tutto.
E io, cocciuto, pur non avendo nulla in contrario con un’amministrazione ugualmente ripartita, non ho ancora capito quale sia questa differenza tra politica al maschile e al femminile, o meglio, non ho ancora capito quali sarebbero queste qualitas di ordine superiore. Vedo una Fornero che produce esodati e una Clinton guerrafondaia che ride davanti a Gheddafi trucidato. Una Merkel che sta mandando in frantumi l’euro con la sua politica di austerità e un mare di opportunismo, arrivismo e ipocrisia così come lo vedo nei colleghi uomini. La differenza è tutta di ordine demagogico, quello sì, e in quel senso è una differenza enorme.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
@ Roberto Micarelli
Quello che ne penso l’ho scritto e riscritto un pò dappertutto. Anche su UB: https://www.uominibeta.org/2009/11/28/video-femminismo-ideologia-sessista/#comment-28447
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi
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Sì, però le chiede (le quote) e le ottiene, con l’effetto di discriminare altri e conquistare posizioni di potere. Per non parlare di come sono riuscite ad imbrigliare psicologicamente gli uomini. Quindi farei molta attenzione a parlare di “inferiorità” (al di là della boutade…),
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Certo, perche’ speculano sul senso di colpa indotto negli uomini di questa parte di mondo. Pero’, tanto per fare un esempio, vai in Iran, dove certi sensi di colpa non li hanno, e guarda se le donne riescono a imbrigliare gli uomini di quei luoghi…
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Fabrizio Marchi
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A parte le battute, direi di lasciar perdere questi discorsi sulla presunta ”inferiorità” delle donne. Forse che una donna come la nostra amica Rita può essere considerata “inferiore”?
Non scherziamo…
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Una rondine non fa primavera: la media femminile fa veramente piangere (per non dire altro…).
lorenzo(Quota) (Replica)
mauro recher
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nferiorità ? Queste borghesi usano “l’inferiorità” solo quando fa comodo a loro ,credendo che un mondo più “rosa” sia un mondo migliore ..usano tutti i mezzi necessari non ultima la tesi dei femminicidi. Per me ,usano le morti come strumento politico …altro che inferiorità ,di solito quando si vede “l’avversario ” debole ,si prendono le più clamorose “sconfitte”
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Si’ Mauro, perche’ chi ha bisogno di aiutini per andare avanti e’ inferiore.
Al contrario lo si direbbe senza alcun problema, e lo direbbero anche tanti uomini, compresi quelli che si occupano della questione maschile.
Invece, chissa’ perche’, se uno prova a dire qualcosa del genere contro questa massa di viziate, capaci solo di lamentarsi e di scassare la minchia, c’e’ subito chi ti da’ addosso e le difende.
lorenzo(Quota) (Replica)
Perdonate, alcune cose mi sfuggono.
x Mauro. Le tue obiezioni sono giuste ma sono secondo me al tempo stesso riduttive. Se il problema dell’introduzione forzosa di soggetti nei cda, nelle liste elettorali o nei parlamenti, su basi sessuali (quote rosa), è quello della violazione di una selezione meritocratica, tale per cui ciò danneggerà la qualità del servizio che tali istituti offriranno alla nazione, se il problema è questo, allora, considerando la contingenza storica, si tratta di un falso problema: la qualità della classe dirigente italiana è talmente bassa da non dover temere alcun peggioramento.
x Lorenzo. Secondo me l’attribuzione di inferiorità/superiorità di genere lascia il tempo che trova ed è una generalizzazione da sottoporre al vaglio della storia.
Secondo me la polemica quemmista non è diretta contro la pari rappresentanza nei luoghi decisionali, bensì contro i presupposti sui quali si rivendica questa parità. E’ il motivo per cui le donne chiedono le quote rosa a essere infamante, non il fatto che ci siano tante donne quanti uomini al potere. Le donne (e molti uomini) chiedono le quote rosa partendo dalla premessa che gli uomini sono colpevoli e incapaci, trasformando una richiesta legittima in un messaggio sinistro. Sinistro in tutti i sensi.
Io come uomo del tremila, rivendico un’altra sinistra. Un diverso modello di convivenza, basato su un’alleanza piuttosto che su un’accusa.
Al femminismo manca la nozione del rispetto.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Ne approfitto per salutarti Guit: è da molto tempo che non ho il piacere di leggerti.Scusate l’OT.
Ethans(Quota) (Replica)
Permettetemi un’ipotesi sui motivi per cui le donne chiedono le “quote rosa” al di là di ogni considerazione sul non-senso totale e sulla distruzione di massa dell’autostima femminile che queste di fatto comportano (nonostante e anche proprio per tutte le scuse con cui vengono giustificate).
L’ipotesi è che oggi il movimento femminista e di rivendicazioni femminili sia anche la trasposizione a livello di società civile di quella richiesta di appoggio e sostegno (protezione e anche dipendenza) che da sempre il femminile ha chiesto ed imposto al maschio nella comunità familiare. Le “quote rosa” nella società (negli uffici ma non nelle fabbriche!) allora corriponderebbero alle “quote rosa” di mantenimento e protezione in senso lato che il maschio ha sempre garantito alla donna in famiglia col matrimonio. E l’incontenibilità delle richieste e l’incontentabilità delle medesime avanzate nell’ambito politico/sociale in nulla differirebbero dalll’incontenibilità delle richieste e l’incontentabilità delle medesime che ogni maschio ha esperimentato da sempre nella relazione con la femmina nel rapporto familiare/personale (così come le accuse). Se poi si accetta la valutazione secondo la quale la richiesta incontenibile e incontentabile del femminile in ambito familiare è espressione, nel profondo, di una istanza di legame affettivo e di garanzia di protezione (dipendenza), e che tale richiesta prescinde dall’oggetto stesso della richiesta, perchè quest’ultimo ne è solo la metafora, allora con le “quote rosa” e tutte le altre richieste imposte dal femminismo, saremmo di fronte ad una implicita e inconsapevole richiesta femminile di legame affettivo,di protezione e di dipendenza allargata dalla famiglia alla società tutta.
Il che si tradurrebbe in un formidabile paradosso: la richiesta di quote rosa, privilegi, leggi speciali ecc., è esattamente all’opposto del significato e del fine dichiarato ufficialmente, ovvero l’autonomia, e sarebbe invece pressante, inesauribile, incontentabile, accorata richiesta di affetto, legame, protezione e anche dipendenza.
Insomma la richiesta di “quote rosa” sarebbe in proporzione esattamente inversa all’ottenimento di “quote di attenzione” da parte maschile. Il che, visto continuo “urlìo” rivendicativo e protestario femminile, confermerebbe la mia convinzione che la nostra società è nella Storia umana quella che meno ha a cuore e accetta la femminilità e la donna.
In tal caso per un’uscita collettiva dalle fantasie femministe e per un ritorno alla realtà, dovremmo dire più spesso alle donne: “vi amiamo”.
cesare(Quota) (Replica)
C’è sicuramente una parte di verità in ciò che dici, Cesare…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
x Cesare: secondo te si può dire “vi amiamo” a un potere? La parola “donna” è oggi portatrice di diversi significati, che disorientano l’uomo comune. Non capisci più se amare una donna sia solo amare una donna oppure amare un Sistema. L’argomento del diritto della donna è oggi un cavallo di troia per diffondere valori che esulano l’amore in sé, la relazione a due. La donna è oggi anche categoria politica, neo-proletariato, soggetto debole. A quali donne ci rivolgiamo dicendo “Vi amiamo”?
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Ci sono Le passanti di De André e Le dimostranti di SNOQ, abbiamo due donne davanti a noi, quelle poetiche e quelle politiche. Abbiamo la donna complice e la donna accusante. Nessuno può dire con precisione se durante una cena o dentro un letto o in un luogo di lavoro o sopra un autobus, ci troviamo di fronte l’una o l’altra.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
OT.: ciao Dave.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Persino Natalia Aspesi mi sembra non rifuggire dal sogno della “grande sempiterna rassicurazione maschile” (in questo caso nella versione di una delle tre grandi religioni monoteistiche: la fede ebraica)
http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2012/11/12SIL1027.PDF
cesare(Quota) (Replica)
Bravissime qui, bravissime là, migliori di qui, migliori di là, certamente; che retorici questi maschi cavalieri che facevano finta di essere migliori per andare a realizzarsi sul lavoro solo loro, e vi tenevano in casa! Povere, povere donne bravissime! Costrette a tenere i bambini, a far da mangiare, a tenere pulite lenzuola e tende di casa e persino dar da bere ai fiori! Mentre quei furbacchioni di maschi andavano in guerra o a lavorare! Però, c’è un però: molto divertente poi non lo era e sapete che è successo, sorelle? I maschi si sono accorti che a stare a casa si fa una vita più comoda e gratificante: sai che fatica e che frustrazione tirar su i figli! Preparare i pranzetti, tenere in ordine la casa! Curare i gerani! Coglioni sì ma fino un certo punto, i maschi: e, dai e dai e dai, hanno concluso: intorno alla tavola facciamo un bel giro di posti: le donne escano dalla “galera” della casa, vadano a lavorare e gli uomini ci entrino! Che succede? Andare a lavorare non ci si realizza, da libere e da belle, ma quasi sempre ci si fa solo un “mazzo” così? Non è poi così divertente? Anzi, è quasi un inferno? Meglio fare un contratto di sottomissione con il selfmademan o il coglionman che vi mantenga (vedi: “ Cinquanta sfumature di grigio” e poi di rosso, e poi di nero)? E dopo un quindicennio di giro di tavola, non ne potete più e siete disposte in cambio a fare quello che i maschi non vi hanno mai chiesto di fare? Ovvero le “tutto sesso” e le schiave in casa? Peccato! Pare che nessuno ha voglia più di mantenervi in nessun modo, né da libere, né da schiave, né da sante, né da troie, e tanto meno fare la fatica di sottomettervi. Parola d’ordine maschile sembra diventata: libere e belle andate a lavorare che è bellissimo e quella settimana all’anno che siete in vacanza e libere, fantasticate pure della perduta “schiavitù” chè di “oppressori” ce ne sono sempre meno. Anzi! noi facciamo i terribili “lavori” domestici e vi “liberiamo”. E quella che ne trova uno, che ha voglia di mantenerla, ha vinto alla lotteria!
cesare(Quota) (Replica)
Intrigante l’ipotesi di Cesare sulle quote rosa. Una protezione senza la persona del protettore, troppo scomodo, umiliante e contraddittorio da accettarlo serenamente. Più semplice accettare, perchè autoillusorio, che il protettore sia una istituzione astratta. Però anche pericoloso. Al “vi amiamo” di Cesare, andrebbe aggiunto “anche se ci rfiutiamo di soddisfare i vostri capricci.”
armando
armando(Quota) (Replica)
Nel suo libro “Impero” Negri sostiene (se ho ben inteso il testo e il paragrafo specifico) la tesi che il potere universalmente esteso del capitale che lui chiama “Impero” (e non coincide con gli stati) nel sussumere nella sua pervasività ogni aspetto della vita, tende a sussumere anche tutte le istanze organizzative e relative funzioni, sottomettendole agli organi, alle funzioni e alle attività di polizia. Chi, per esempio, ha festeggiato la fine della famiglia, si è poi trovato a rispondere direttamente alle disposizioni delle leggi dello Stato che normano coattivamente ogni più piccolo aspetto della vita personale e familiare. Se Negri intravede nel futuro, alla fine dell’ “Impero”, l’opportunità di formule organizzative di piena libertà, personalmente mi fermo nel presente e mi accontento di questa sua analisi che condivido e in base alla quale mi sembra di poter concludere: al “pater familias” è succeduto il “policeman familias”. Nell’ “Impero” infatti si realizza una dipendenza dall’autorità e un controllo sulla vita personale incommensurabilmente più esteso, profondo, e coattivo di qualunque struttura familiare o scolastica o religiosa. Un controllo da parte dello Stato che tramite le funzioni di polizia attua e impone una disciplina statale che pervade ogni funzione umana. Quello che appunto accade oggi. Come ben sappiamo (finamai se gli sguardi maschili sono molesti o no). Inutile sottolineare quale ideologia e quale movimento e quale lobby supporta questa alienazione del potere dalla società civile alle funzioni di polizia dell’ “Impero”.
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cesare(Quota) (Replica)
Da un articolo segnalato su profilo FB del MUB:
La fine degli uomini (e l’ascesa delle donne)
estrapolo il seguente passaggio:
………………………….
Le femministe dell’epoca non presero bene la storia del cowboy da laboratorio e del suo “sperminator”. «C’è da preoccuparsi per il futuro di tutte le donne», disse Roberta Steinbacher, psicologa sociale ed ex suora, in un lungo pezzo su Ericsson pubblicato da People nel 1984. Data la «preferenza universale per i figli maschi», presagiva una distopia di maschietti prodotti in massa, che avrebbero sigillato lo status di seconda classe delle donne mentre gli uomini continuavano a dominare le posizioni più influenti e di controllo. […] Ericsson rise quando gli lessi questi passaggi dalla sua vecchia antagonista. Poche volte una predizione fosca si è dimostrata così errata. […] Le donne che cercano la clinica di Ericsson oggi vanno dritte al punto: «Voglio una femmina»; non ci girano intorno. «Queste madri guardano le loro vite e pensano che le figlie avranno il futuro radioso che loro non hanno avuto, più radioso perfino di quello dei loro figli maschi», dice Ericsson: «perché dovrebbero non volere una femmina?»
………………………….
e una domanda mi sorge spontanea. Ma non si era combattuta un’intera guerra mondiale contro chi predicava la superiorità di una razza sulle altre e sulle metodiche invero non molto diverse (stermini di massa a parte) da quelle accennate nell’articolo?
Ho proprio l’impressione che Hitler abbia perduto la battaglia, ma abbia vinto la guerra.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
il tutto, a me, appare chiaro.
Le donne oggi cercano la sicurezza e la stabilità dal wellfare.. dallo Stato, e non più dal proprio compagno marito che dir si voglia, questo non solo le rende meschine, ma conferma che siano delle parassite sociali.
se la mia affermazione fosse errata, le donne non avrebbero mai accettato le quote rosa, lo schifo legislativo sulle separazioni/divorzi ed avrebbero optato per una piena rivoluzione sessuale.
In parole povere, se prima le donne uscivano di casa grazie al matrimonio, unico modo per emanciparsi dalle proprie famiglie, oggi è nello stato che trovano massima sicurezza e tutela, questo confuta molte cose:
Le donne non hanno mai amato gli uomini per quello che sono, ma per cosa potesse dare loro
Nessuna donna emancipata, mai si sognerebbe di convolare a nozze con un disoccupato
Il parassitismo sociale basato sulla vulva, per la quale gli uomini sono tenuti a fare tutto per lei
Oggi, con queste leggi, hanno raggiunto i loro scopi, gettando la maschera di ipocrizia che ha ingannato per secoli molti uomini:
“Uomini vaffanculo!”
.. tanto ci pensa lo stato Capitalista a me ed al bebè! che si fottano gli uomini e stiano attenti! lo Stato è molto piu’ protettore del proprio zerbino maritino, ormai inutile per la nostra emancipazione!adesso tutti gli uomini pagheranno per me ed il mio bebè, anche chi non si è sposato! (le tasse!)
Hitler era un pivello dinanzi al loro piano globale!
HEIL VAGINA!
Damien(Quota) (Replica)
tratto da: Il mito del potere maschile di Warren Farrell:
Il governo come surrogato del marito
Una visione complessiva
Quando un sesso soltanto vince, entrambi i sessi perdono.
Warren Farrell
Nell’Ottocento, negli Stati Uniti, se a commettere un delitto era una donna, chi andava in prigione era il marito.[1] E per la legge inglese, se una famiglia contraeva dei debiti, era il marito a essere rinchiuso nella prigione per debitori. Nelle questioni maschio-femmina, l’inconscio legiferare degli uomini era programmato in modo da proteggere le donne. Quasi sempre le leggi erano fatte dagli uomini, ma non per gli uomini.
In questo capitolo scopriremo che in un’epoca di pretesa indipendenza femminile le leggi, una dopo l’altra, finirono per essere fatte tenendo talmente conto della necessità di proteggere le donne che, qualora i diritti costituzionali di un uomo entrino in conflitto con la protezione di una donna, nella maggior parte dei casi tali diritti non verranno rispettati.
Questo è ciò che accade legalmente. Ma ciò che accade legalmente quasi sempre riflette ciò che accade a un livello psicologico più profondo. Come vedremo, se il divorzio lasciava la donna priva del marito-salvatore, molte donne si cercavano sostituti salvatori; e se il divorzio lasciava l’uomo senza una fonte di amore, gli uomini gareggiavano per ottenere l’amore di una donna, trovando modi nuovi per salvare le donne.
La ricerca del salvatore e la competizione per fare il salvatore si presentavano sotto vari aspetti. Le donne della New Age passavano dal padre al marito al guru; gli uomini facevano a gara per diventare il loro guru. Le donne tradizionali passavano dal padre al marito a «Dio Padre»; gli uomini facevano a gara per essere i loro «padri» (preti, ministri del culto, sacerdoti, rabbini). Le femministe passavano dal padre al marito a varie alternative: l’alternativa di provvedere a se stesse o di rivolgersi al massimo salvatore – il governo come surrogato del marito; gli uomini fecero a gara per trasformare il governo nel surrogato del marito.
I divorzi fecero nascere sodalizi di uomini (detti legislature) che proteggevano collettivamente le donne quando altri uomini (detti mariti) non proteggevano più le donne individualmente. Ciò significò un appesantimento del carico fiscale, soprattutto su altri uomini, al fine di trovare denaro soprattutto per le donne. Quando il divorzio priva le donne di un marito che le protegge, l’inconscio collettivo continua però a volerle proteggere.
E l’inconscio collettivo femminile tuttora vuole protezione. Per esempio, un poliziotto di San Diego sta attualmente scontando una pena di cinquantasei anni di prigione per aver violentato delle donne sulle spiagge locali; la moglie è in causa con il dipartimento di polizia per ottenere le entrate che il marito non può più assicurarle… si aspetta che il governo sia il surrogato del marito. Ha intentato causa al dipartimento anche per averlo assunto, tanto per cominciare… si aspetta che il governo giudichi il carattere del marito meglio di quanto non avesse saputo fare lei
Rita(Quota) (Replica)
La conseguenza devastante del sessimo femminista, ovvero del privilegio per natura legato al tipo di sesso, è la ri-legittimazione, morale, etica e giuridica, dell’esistenza della categoria dei privilegiati. Una gravissima regressione della civiltà. Ci ricordiamo tutti il privilegio del potere, del comando e della ricchezza, persino della bellezza e della bontà, dovuto alla nascita, nel periodo medievale: il nobile, per diritto di nascita, era considerato appunto più nobile, più buono, più bello, e per questo meritava il privilegio della ricchezza, del potere, del comando e persino dell’esercizio della giustizia. Ricorda qualcosa di contemporaneo? Quanto ci abbiamo impiegato per arrivare al principio di uguaglianza basato sulla comune appartenenza alla umanità e alla cittadinanza? al concetto di persona? Quanto ci abbiamo impiegato e ancora dobbiamo combattere perchè il privilegio non abbia alcuna giustificazione? Col sessismo femminista si torna indietro di secoli perchè “a certe condizioni” i priovilegi sono legittimati. Ci mancava solo questo in questo mondo di uguali! Italia compresa. Ma quando mai nella Storia i privilegi non furono legittimati, difesi e imposti perchè basati su “certe condizioni”? come la razza, il censo, la religione, la tradizione, la mansione, ecc. ecc. Su queste “certe condizioni” si sono da sempre costruite le caste e le esclusioni. Tuttavia nemmeno nel medioevo uccidere un nobile era meno grave che uccidere un poveraccio. Ci pensano le esperte di diritto femministe a rimediare all’errore del principio di uguaglianza di fronte all’omicidio ( e alla legge): propongono con grande strepito e forzature mediatiche della cronaca che uccidere un maschio sia per legge meno grave che uccidere una femmina.
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cesare(Quota) (Replica)
Questo articolo (segnalatomi ieri da un amico su FB) dimostra una volta di più, se ce ne fosse bisogno, la pervasività delle nostre. Il sito è di destra. Estrema.
Se mezza umanità perseguita l’altra metà: riflessione sulla violenza sulle donne
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Di articoli come questo segnalato da Luigi mi preoccupa, più di tutto, l’insistenza sul fatto che le violenze non vengono compiute da estranei ma da padri, mariti, fratelli, fidanzati e in genere familiari. Sono convinto che la ripetizione incessante di questo concetto non risolverà le tragedie già compiute e farà danni irreversibili nel futuro a chi ancora non ha una famiglia o sta pensando di crearsene una, uomo o donna che sia. L’immagine che sta entrando lentamente ma inesorabilmente nelle teste è più potente e devastante di qualsiasi articolo di giornale, reportage o manifestazione di piazza, proprio perché ognuno di noi dal primo all’ultimo può immedesimarsi in essa in qualche misura. E’ la distruzione di una speranza basilare dell’umanità come bere e respirare: la speranza di trovare amore da qualcuno. Quell’immagine la sta divorando poco alla volta.
Marco Pensante(Quota) (Replica)
50/50. La Puglia boccia la democrazia
27 novembre 2012
BARI – Sembrava cosa fatta ma ciò che è accaduto dimostra che evidentemente non era così. Il Consiglio regionale pugliese ha infatti bocciato la proposta di legge di iniziativa popolare sulla pari rappresentanza uomo-donna negli organi regionali. Una proposta sostenuta da 30mila firme raccolte sull’intero territorio pugliese.
La discussione della proposta si è aperta con la richiesta, da parte di sette esponenti dell’opposizione, di poter procedere alla votazione con voto segreto.
Ciò ha reso molto più semplice pronunciarsi in maniera contraria al testo che, per essere approvato, aveva bisogno di 36 voti a sostegno.
Invece non è stato così.
Il primo articolo è stato bocciato con 30 voti contrari, 29 favorevoli ed un’estensione.
Il secondo ha ottenuto 30 voti a favore e 30 contro più un’astensione. Troppo poco per “passare” l’esame.
Il risultato è che la proposta di legge è stata bocciata.
Il presidente del Consiglio Onofrio Introna l’ha definito un “incidente di percorso” assicurando che i principi di parità di genere saranno comunque sanciti da una riforma elettorale, ormai necessaria.
“Nulla è andato perduto” – ha detto.
Con la mancata approvazione della legge ‘rosa’, “è stata sciupata una bella pagina di politica, ma nulla è perduto, il prossimo Consiglio regionale rispetterà la parità di genere”. È più di un auspicio, è l’impegno del presidente Introna, a nome dell’Ufficio di Presidenza oltre a che a titolo personale.
“Al di là della delusione di chi attendeva un voto positivo – ha aggiunto -, questo stop non pregiudica il percorso verso una parità compiuta in quest’Aula, nella prossima legislatura regionale”.
I principi della proposta di legge di iniziativa popolare del Comitato ‘Mai più senza 50 e 50′, che oggi hanno subito una battuta d’arresto, dovrebbero dunque venire recuperati nella nuova legge elettorale. Quella che necessariamente dovrà essere adottata, per tenere conto sia della riduzione a 50 consiglieri del plenum che delle osservazioni della Consulta sul premio di maggioranza.
C’è quindi l’impegno di Introna ad adottare un “percorso legislativo verso una disciplina della prossima consultazione elettorale regionale che possa favorire e realizzare una piena parità tra i generi, nelle urne e nell’Assemblea elettiva”.
Introna ha sottolineato lo sforzo dell’Ufficio di Presidenza di trovare un’intesa con le rappresentanti del Comitato che consentisse di uscire dall’empasse. Le assenze giustificate, per motivi istituzionali, di diversi consiglieri del centrosinistra hanno reso difficile raggiungere la maggioranza qualificata richiesta.
“Sono certo però – ha assicurato – che l’intero Consiglio regionale condividerà le ragioni della parità in sede di modifica della nuova legge elettorale e che la condivisione di tutti favorirà il recupero dei principi espressi nei due articoli sottoscritti da trentamila elettori pugliesi, donne e uomini”.
Secondo il presidente del Gruppo consiliare Sel, Michele Losappio e la coordinatrice regionale Sel, Annalisa Pannarale “tutte le dichiarazioni del Pdl e satelliti sulla bontà dei due articoli e sulla convergenza verso il testo di legge si sono dimostrate per quello che erano: chiacchiere. Lo schiaffo dei consiglieri del centrodestra – hanno dichiarato -non è solo alla legge o al principio di parità di genere ma contiene anche l’indifferenza se non l’ostilità verso le forme di partecipazione e verso quei 30.000 cittadini che hanno sottoscritto il testo consentendo così di discuterla in Aula.
Il fatto che questo accada subito dopo la giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne chiarisce bene quale sia la cultura politica oscurantista dei consiglieri dell’opposizione”.
Il capogruppo del Pdl Rocco Palese ha definito quanto accaduto in Aula come “incredibile”.
“Sulla proposta di legge di iniziativa popolare sulla parità di genere, in linea di principio tutti i partiti sembravano d’accordo e in special modo i colleghi della maggioranza che ne hanno variamente fatto cavallo di battaglia nelle varie campagne elettorali. E’ bastato che alcuni consiglieri chiedessero il voto segreto per far emergere la reale volontà della maggioranza ossia bocciare la proposta di legge. Un vero peccato e un’occasione persa per lo stesso Comitato promotore”.
Secondo il capogruppo del Pdl insomma, i consiglieri di maggioranza di sarebbero trincerati dietro il voto segreto per esprimere la propria effettiva contrarietà alla proposta di legge.
“Per garantire l’approvazione delle norme sulla parità di genere – ha aggiunto -, infatti, sarebbe bastato che il Comitato promotore si fosse espresso in Ufficio di Presidenza a favore del percorso proposto dal nostro ordine del giorno, ossia rinviare la proposta alla settima Commissione e impegnare il Consiglio ad approvarla contestualmente alla revisione complessiva della Legge elettorale regionale. Il Comitato purtroppo non ha colto questa occasione e non ha inteso esprimere il suo parere sull’odg, rimettendosi all’Aula. A quel punto – ha concluso Palese – non avendo alcuna intenzione di fare forzature ma volendo perseguire l’obiettivo di una riforma organica della legge elettorale regionale, che includesse anche le norme sulla parità di genere, abbiamo ritirato il nostro odg per consentire all’Aula di votare la proposta. E l’Aula l’ha incredibilmente bocciata, dimostrando così che evidentemente il centrosinistra, che in quanto maggioranza avrebbe avuto tutti i numeri per garantire l’approvazione dell’aula, non aveva reale intenzione di approvare le norme sulla parità di genere”.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
La politologia si è inventata un nuovo concetto di democrazia 50 e 50. Però che squallore il fatto che sia stato necessario il voto segreto. Finché gli uomini non avranno il coraggio di battersi a viso aperto per quello che ritengono giusto non andremo lontano.
armando
armando(Quota) (Replica)
Aggiornamento della precedente segnalazione sul 50/50 in Puglia. Dichiarazione del consigliere dell’IdV Patrizio Mazza:
Pari rappresentanza. Mazza: “Il 50% è toppo poco”
Il consigliere dell’Idv giudica la “50/50” una “legge capestro per la democrazia” perché limiterebbe la presenza delle donne in politica
BARI – “Non avrei mai potuto votare una legge che limita al 50% la presenza delle donne nelle liste elettorali e negli organismi del governo regionale”. Sono parole del consigliere regionale dell’Italia dei valori Patrizio Mazza all’indomani della bocciatura da parte del Consiglio pugliese della proposta di legge di iniziativa popolare conosciuta come “50/50”.
Secondo Mazza il “tetto” del 50% sarebbe troppo stretto per l’auspicata partecipazione femminile alla vita politica della Puglia. Quindi non sarebbe garanzia di democrazia.
“Accade che ci sono poche donne desiderose di partecipare alla vita politica o poche selezionate dai partiti per questo – dice Mazza -, e sinceramente commento che tutto ciò è un male. Come grave è che ci sia scarsa partecipazione in genere alla gestione della ‘cosa pubblica’ da parte dei cittadini sempre più demotivati”.
Nonostante questo discorso, Mazza dichiara che “non si può vincolare nella restrizione di una percentuale definita, in una legge, un obiettivo di libertà o vittoria per il sesso femminile.
E se le donne desiderose di partecipare alla vita politica fossero di più, che faremmo, vieteremmo la loro partecipazione e la limiteremmo al vincolo del 50%? Una legge che stabilisce numericamente le presenze di donne è una legge capestro anche per la democrazia”.
Meglio, quindi, bocciare la legge.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Eccezzionaleeeeee, veramente!
Il 50% sarebbe un limite per le donne. E per gli uomini? No, che diamine, sarebbe un privilegio, una ulteriore dimostrazione della loro arroganza.
Non so se piangere o ridere. Credo piangere perchè da ridere ci sarebbe solo se tutti considerassero quel ragionamento per quello che è. Sessista, discriminatorio nei confronti degli uomini, contrario ad ogni logica. Invece ci saranno molti che lo prenderanno sul serio e considereranno raggiunta la vera uguaglianza quando ci sarà una legge secondo cui il 100% dei posti sarò riservato alle donne. Perchè questa è la logica ferrea di quelle motivazioni.
Poi c’è da piangere perchè quelle motivazioni le ha dato un uomo, a meno che non siano una presa per il culo, direi in tal caso elegante.
armando
armando(Quota) (Replica)
Luigi,non sai come si è arrabbiata la Terragni
http://blog.iodonna.it/marina-terragni/2012/11/28/pugliesi-vili-e-machi/
mauro recher(Quota) (Replica)
“Poi c’è da piangere perché quelle motivazioni le ha dato un uomo, a meno che non siano una presa per il culo, direi in tal caso elegante.” (Armando)
……………
Penso proprio che sia l’ultima che hai detto, caro Armando.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
A pensarci bene, il criterio del fare a mezzo è presente già nel famoso mantello di S.Martino e nei consigli per i fioretti da fare alle elementari: fai a mezzo della merenda con il compagno di banco.
Solo che il progresso oggi consiste nel fatto che se non lo fai, vai in galera. Altro che il pensiero debolissimo del fioretto!
Comunque il principio del fare a mezzo, se applicato con coerenza e ineludibile prescrizione, e perchè non dovrebbe esserlo, è da estendere assolutamente a tutto: perchè nei ben retribuiti posti della politica o delle SPA e non nei conti correnti bancari e nei beni mobiliari e immobiliari? La distribuzione per sesso di ogni risorsa materiale e spirituale all’esatto e precisissimo 50% è esattamente in linea con il fifty fifty che si incomincia ad applicare con le attuali quote rosa. Ma perchè fermarsi qui? Un principio è un principio e non ammette deroghe! Così i minuti di presenza in tv, o nei laboratori, nella pubblicazione di libri o realizzazione di opere ingegno. Un organismo internazionale, che si appoggi sui già presenti organismi delle pari opportunità, dovrebbe presiedere da un lato all’accentramento delle risorse materiali e spirituali e delle attività per poi procedere tramite una tessera elettronica personalizzata alla distribuzione al 50% per sesso. Altrimenti è chiaro che non c’è uguaglianza e giustizia su questo pianeta. Capite bene che il famosissimo unicuique suum, è in tale prospettiva diventa una espressione umoristica.
cesare(Quota) (Replica)
Ricordate la questione Ilva e malattie? Ne ho parlato più in dettaglio qui, qui e qui.
Mi è capitato, oggi, di leggere sulla home dell’Espresso il seguente articolo: Ilva, chi ha sbagliato paghi di Ignazio Marino.
Articolo in larga parte, se non tutto, condivisibile. Però, anche Marino non si sottrae ad un minimo di giaculatoria politicamente corretta. La riporto: “E sono soprattutto le donne a soffrire: 75 per cento in più di tumori al fegato rispetto al resto della popolazione, 43 in più di linfomi non Hodgkin, 80 dei tumori all’utero, 48 di quelli alla mammella, 100 per cento allo stomaco e 48 ai polmoni. …
Politicamente corretta si, ma scorretta nella sostanza, come l’immagine del mio terzo commento linkato ben dimostra.
Comunque ho inviato un commento al riguardo. Che è stato pubblicato.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Niente da fare. Su questo argomento, ogni volta che posto un commento …. ZAC …. senza pietà.
Doppia preferenza, la Regione Puglia affossa la legge. “Non quote, ma parità”
Il commento:
…………………………
Sono contrario, ma consapevole che presto diventeranno leggi dello Stato, a questo tipo di leggi elettorali. Spacciate per parità, non sono altro che un ulteriore elemento di atrofizzazione e sclerotizzazione del nostro sistema politico.
Ricordo che che in tempi non lontani ci fu persino un referendum nazionale per la preferenza unica. Vinto. Le preferenza multiple erano viste allora come occasione d’intrallazzo e corruzione. Cosi la pensavo allora, cosi la penso adesso. Asserire ora che per la doppia preferenza odierna questo non possa succedere solo perché ci sono di mezzo le donne è un assunzione assiomatica, non certo buonsenso.
Non ho alcuna preclusione e nessun timore riguardante l’avanzare delle donne in politica, potrebbero essere benissimo il 100%. Ma conosco quella realtà, solo di recente abbandonata. Sta di fatto che l’impegno femminile in politica, aldilà dei clamori mediatici, è molto ridotto. Ad essere ottimisti siamo al 20%, max 30% di donne ed il 70/80% di uomini. Le cause sono sicuramente varie e numerose. E impossibili da condensare in questa sede. Però il dato di fatto è quello. Non agire però su quelle cause (quindi sempre con le percentuali di cui sopra) e imporre (di fatto) il 50% reciproco significa dare alle donne una rappresentatività che non ha corrispondenza nel corpo di quella particolare popolazione composta da uomini e donne che si dedicano alla politica. Ed una sovra-rappresentanza porta in nuce sempre degli elementi di degenerazione.
Non vi sono quindi orde di donne (per la verità, ora come ora, manco di uomini) tenute a bada da tronfi maschilisti che ingiustamente vogliono loro tarpare le ali. Se vogliamo essere sinceri fino in fondo, dovremmo dire più che altro che ci sta una classe politica, per ovvie ragioni storiche in massima parte maschile, ma non solo, che incistata nei vari glangi del potere tarpa le ali a “chiunque” possa lontanamente metterne in pericolo il potere acquisito. E che si autoalimenta per cooptazione, previa la condiscendenza dei neo-cooptati alle regole del gruppo e di chi lo comanda.
Ma torniamo alle percentuali di attivismo femminile in politica. Fermo restando quelle percentuali ed a leggi elettorali 50/50 approvate, non è difficile immaginare cosa accadrà. I partiti pescheranno al loro interno, in quell’esigua percentuale femminile e, anche tralasciando i giochetti di cooptazione di cui sopra, per me fin troppo ovvi, anche solo per una cruda questione di numeri la rappresentanza femminile risulterà alla fine abbastanza mediocre. Anche perché chi può vantare qualità superiori alla media in questo campo emerge o emergerà a prescindere dal meccanismo proposto.
Per carità, non faccio le pulci più di tanto alla qualità della rappresentanza femminile. Come potrei, visto il basso livello di quella maschile, oggi preponderante. Posso capire il desiderio, legittimo, di una potente lobby di contare di più, ma evitiamo di rivestire di proprietà taumaturgiche e salvifiche una presenza reclamata tale solo per il sesso d’appartenenza.
Sintomatico poi, che, chi con tanta veemenza si batte per il 50/50 niente abbia da dire sul Porcellum.
…………………………
lo screenshot:
ps. Mauro, non attacca, quella non la reggo. Spruzza antipatia da tutti i pixel …..
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
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Sta di fatto che l’impegno femminile in politica, aldilà dei clamori mediatici, è molto ridotto. Ad essere ottimisti siamo al 20%, max 30% di donne ed il 70/80% di uomini. Le cause sono sicuramente varie e numerose. E impossibili da condensare in questa sede. Però il dato di fatto è quello. Non agire però su quelle cause
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Infatti il loro impegno è molto ridotto ma la causa principale e non modificabile è una: la mancanza di passione politica unità all’incapacità di pensiero autonomo e “differente” da quello maschile.
Basti evidenziare che le donne non sanno creare alcun partito politico femminile: sanno solo parassitare l’esistente.
Riccardo(Quota) (Replica)
Per esempio, anche da articoli e commenti come questi si evince una pochezza di fondo, mista a insoluti complessi di inferiorità, tipici della grandissima maggioranza delle donne.
http://27esimaora.corriere.it/articolo/i-costi-sociali-delle-scelte1-vocazione-o-ambiente-nella-scelta-delluniversita/
Altro che “dotate di una marcia in più”…
Riccardo(Quota) (Replica)
@ Riccardo
Mah …. guarda non sono uno studioso, penso che un antropologo ad esempio possa dire cose abbastanza interessanti al riguardo. Però, probabilmente tutto parte da lì, dalle origini della nostra specie.
Nella ripartizione dei ruoli per la sopravvivenza: le femmine a curare prole e “nido”, i maschi a difendere e procacciare. Da cui proiezioni ed attitudini diverse nei due sessi, accumulatesi non in decine o centinaia di anni ma in centinaia di migliaia (i nostri primi antenati sarebbero comparsi all’incirca di 3 milioni di anni fa). Condizioni di necessità scomparse (sempre che lo siano, la storia fa spesso delle inversioni ad U quando meno te lo aspetti) da troppo poco tempo, perché l’impronta che ci portiamo dentro, forgiata in centinaia di migliaia di anni possa modificarsi.
Ritornando a noi, quindi alla partecipazione politica femminile.
Io non credo nell’immutabilità di quell’impronta. Tutt’altro. Può cambiare e di sicuro cambia continuamente, impercettibilmente ma continuamente. Quello che contesto è che tale cambiamento sia imposto, con tecniche da ingegneria sociale, dall’alto. Che, invece di modificarla quell’impronta, corrono il rischio di cancellarla del tutto. Con sofferenza di tutti e godimento di nessuno. Neanche di chi all’apparenza sembra avvantaggiarsene.
Quindi, se si crede in quell’obiettivo (verso il quale personalmente non ho nessunissima preclusione) si devono prima creare le condizioni perché possa avvenire in maniera del tutto naturale e non giocare al “piccolo chimico sociale”.
Le donne devono quindi, modificare la propria impronta e, come dici tu, acquisire un proprio pensiero autonomo e differente da quello maschile e con quello lanciarsi nell’arena della polis.
Quello che stanno facendo adesso invece a me sembra che sia, mutatis mutandis, una riedizione sociale e politica della vecchia politica “patriarcale” (cosi la chiamano loro). La creazione di una spazio protetto in cui esse possano agire, teoricamente al pari degli uomini, il realta con il 50% di vantaggio. In definitiva una certificazione nero su bianco di inferiorità.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Dal link postato da Riccardo:
““Promuovere la parità per ampliare il bacino di competenze e talenti, e mettere a frutto risorse sottoutilizzate”. E’ essenziale, in tempi di crisi, dice Andrea Sironi, rettore del’Università Bocconi”
Chissà perché, dando la parità come acquisita e naturale, la cosa detta da Sironi, mi suona alquanto sinistra.
Beh … si, perché non posso fare a meno di pensare che, lor signori, quelli che stanno dietro a Sironi della parità non possa fregargliene meno che niente. Per loro la parità non è buona per se stessa, ma hanno capito che è conveniente economicamente. Perché è ovvio che quanti più soggetti concorrono in un mercato del lavoro più o meno uguale a se stesso per una data realtà, tanto meno alte saranno le retribuzioni degli stessi.
Alla fin fine, visto che in economie sviluppate come quelle occidentali, il lavoro è largamente asessuato (cioè in grado di essere svolto da chiunque, uomini o donne) il nocciolo della questione penso proprio che sia in questo punto.
Cerco di spiegarmi. Se non vogliamo per noi tutti, uomini e donne, un futuro da moderni schiavi, su questo punto un pensiero di sinistra moderna dovrebbe lavorare. Per offrire un alternativa al pensiero dell’attuale e moderna destra: quella di Sironi.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Sottoscrivo in toto gli ultimi due commenti di Luigi. Analisi lucidissima in entrambi i casi.
Peraltro mi chiedo, relativamente alla questione delle quote rosa.
Ma tutte quelle donne che si sono conquistate il loro spazio nella sfera pubblica o professionale per merito, iniziativa o capacità personali (raccomandazioni, capacità di tessere pubbliche relazioni o clientelismi a parte), partecipando come tutti alla vita sociale, economica o politica, come possono accettare che ce ne siano altre che vengano inserite di qua o di là a colpi di decreto?
Qualcuna battesse un colpo…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia
>>>>
Le donne devono quindi, modificare la propria impronta e, come dici tu, acquisire un proprio pensiero autonomo e differente da quello maschile e con quello lanciarsi nell’arena della polis.
>>>>
Ma proprio perché noi umani siamo il frutto di milioni di anni di evoluzione, è molto difficile credere che certi schemi mentali possano essere modificati nel breve termine, salvo manipolazioni genetiche.
Personalmente non nutro alcuna fiducia nelle donne (come per altri versi non ne nutro nei confronti degli uomini), che a tutt’oggi hanno “dimostrato” di essere migliori degli uomini solo nelle chiacchiere fumose. Fatti=zero.
Riccardo(Quota) (Replica)
D’accordo, sono io il primo a dire che non è cosa che può farsi per decreto.
Si tratta però di attitudini psichiche e non caratteristiche fisiche, derivanti più da una selezione culturale che naturale. Per cui la creazione e il mantenimento di un determinato “habitat culturale” produce i suoi frutti in tempi non brevissimi ma apprezzabili comunque nell’arco della vita media di ognuno di noi.
Ed a me sembra che l’odierna società occidentale di ostacoli alla partecipazione attiva alla politica, da parte delle donne, ne frapponga davvero pochi. In ogni caso non più che per gli uomini. Si tratta allora di loro. Debbono imparare ad uscire dal “guscio” e rischiare.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia
>>>>>>
Si tratta allora di loro. Debbono imparare ad uscire dal “guscio” e rischiare.
>>>>>>
Secondo me non hanno sufficiente testosterone per farlo, dicasi pure i necessari attributi.
Ma come direbbe qualcuno:”Chi vivrà vedrà”.
Riccardo(Quota) (Replica)
Silvana Mura dell Idv inveisce contro il collega di partito Franco Barbato prima del voto finale sul decreto legge sui ai costi della politica
……………………………………………….
Mi sono sempre chiesto quale sia il famoso apporto, la famosa specificità femminile, rivendicata da chi vuole, per legge, il 50/50, che risolleverà la politica dal baratro in cui è caduta. Poi guardando queste foto l’illuminazione …..
Ho capito: il rossetto!!
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia:
Silvana Mura dell Idv inveisce contro il collega di partito Franco Barbato…
……………………………………………….
Mi sono sempre chiesto quale sia il famoso apporto, la famosa specificità femminile, rivendicata da chi vuole, per legge, il 50/50, che risolleverà la politica dal baratro in cui è caduta. Poi guardando queste foto l’illuminazione …..
Ho capito: il rossetto!!
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Portano il Nazi Femminismo: se prima due parlamentari uomini litigavano e si picchiavano erano alla pari, oggi se litigano un parlamentare maschio e una parlamentare femmina e lui reagisce, le cose cambiano…
Ci vuole parità anche in questo, può essere che ne esca ferito lui…
Leonardo(Quota) (Replica)
Luigi
ma ,come ho ripetuto in un altro post ,anche quando si “scontrano” due donne (la Puppato e la Meloni) i loro discorsi non sono poi molto diversi se li facevano due uomini ,anzi erano praticamente uguali …il 50/50 non risolve nulla ,anzi forse porta ad un peggioramento della situazione
mauro recher(Quota) (Replica)
@ Leonardo, Mauro
Ma si che lo so ….
come pure non me ne frega niente se a governarmi siano al 100% uomini oppure 100% donne, oppure un fritto misto. Mi piacerebbe invece, desiderio vano lo so …., che fossero al 100% persone serie.
E’ l’ipocrisia di un personale politico e para-politico di basso livello (ed è tutto dire vista la qualità di quello ad alto livello) che, per entrare nei luoghi decisionali (mi viene da ridere a scriverlo, in Italia non si decide niente da almeno trentanni) si inventa la scorciatoia di genere, che mi fa imbestialire.
Ipocrite. Incapaci ed ipocrite. 👿
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Welcome to the website for WiTEC – the European Association for Women in Science, Engineering and Technology (SET).
Sempre sia benedetto il traduttore di Google ….. 😎
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Fin dove può arrivare il sessismo e il razzismo di genere:
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Da Bologna il Selection day, le primarie last minute
L’alternativa del Pd alle primarie per scegliere i parlamentari sono all’insegna del rispetto delle quote rosa: due preferenze, una maschile, una femminile, pena l’annullamento della scheda
………………………………………………
Non ho votato alle primarie del PD (a proposito perché lì 50/50 non valeva?). C’era una remota possibilità che andassi a votare alle elezioni politiche e questa possibilità passava per le primarie di collegio. Un simulacro che almeno salvava la faccia per la scelta di deputati e senatori.
Probabilmente non avrei potuto votare, giacché si blaterava che avrebbe potuto farlo solo chi avesse già votato alle ultime primarie. Ora questa notizia. Se verrà confermata ed estesa in tutta l’Italia quella remota possibilità di cui parlavo prima è pressoché inesistente.
E si badi bene, non perché non voglia votare una donna, l’ho fatto spesse volte, ma perché le coercizioni proprio non le sopporto. Perché se, ad esempio, voglio votare la candidata Caia devo votare, per forza, il candidato Sempronio? Per la verità il motivo lo so. Per facilitargli il 50/50 nelle liste. Ma cosi non si fanno liste più forti. Si fanno solo liste più “concordate”.
Quantomeno nella proposta di legge elettorale pugliese del 50/50 il voto singolo, al candidato o alla candidata era ammesso.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
http://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=6781.msg78586#msg78586
mauro recher(Quota) (Replica)
Grande articolo Mauro grazie di averlo postato 😉
Capa(Quota) (Replica)
http://femdominismo.wordpress.com/2012/12/17/chiedo-scusa-alle-donne/
mauro recher(Quota) (Replica)
Innanzitutto riporto in questo spazio (più consono) questo mio precedente commento: Primarie PD
A seguire gli sviluppi: Bersani: “Deroghe per meno del 3% – Mai così tante donne in Parlamento”
– Tra le novità decise dalla direzione del partito, anche la quota del 33% di candidature sicure per le donne. “Abbiamo inserito tante novità, quella che mi piace di più è la certezza di un numero di donne in Parlamento, che non c’è mai stato in un gruppo politico”, commenta Bersani.
ed il regolamento primarie pd
………………………….
Quindi, concludendo:
a) avevano ragione quelli di Dagospia
b) quote dinosauri, quote rosa, quota 10%, capilista ….. etc …. etc …
c) non sarà tutta un’elegante presa per il culo?
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Un’italiana tra i premiati – Gianotti “Ai giovani voglio dire: imparate a sognare”
Mi è piaciuta molto la risposta della Gianotti all’intervistatrice (evidentemente femminista).
Giornalista: Il fatto di essere donna non aggiunge un valore in più ai suoi successi?
Gianotti: «Credo che non si tratti tanto di essere donna o uomo. Il nostro Paese eccelle nella fisica delle particelle e questo lo si deve a tantissime scienziate e non solo a una. La presenza di donne nei laboratori italiani è molto elevata e non è seconda a nessun altro Paese. Basta pensare che il 25% dei ricercatori che lavorano al Large Hadron Collider (LHC) del Cern di Ginevra sono donne per rendersi conto che è già da molto tempo il ruolo delle ricercatrici nella fisica è ampiamente riconosciuto».
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
E cosi, mentre le nostre si baloccano con la “diffusione a tutti i livelli di una cultura di genere”, “‘autodeterminazione nelle scelte di vita e salute” ed altre amenità le nuove generazioni, femminili, vanno a rotoli. Certo, rimane in piedi l’ipotesi che il comportamento descritto nell’articolo sia visto dalle neo-femministe come un progresso e non un regresso. Ma tant’è …. 😐
Piccole bulle crescono
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
“Certo, rimane in piedi l’ipotesi che il comportamento descritto nell’articolo sia visto dalle neo-femministe come un progresso e non un regresso” (Luigi)
Molto più semplicemente diranno quello che dicono da sempre, e cioè che quelle ragazze, loro malgrado, hanno assimilato il modo di essere dei maschi inculcato loro dalla cultura maschilista e patriarcale e che anche e soprattutto la violenza agita dalle donne è in realtà solo un riflesso di quella maschile.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Molto più semplicemente diranno quello che dicono da sempre, e cioè che quelle ragazze, loro malgrado, hanno assimilato il modo di essere dei maschi inculcato loro dalla cultura maschilista e patriarcale e che anche e soprattutto la violenza agita dalle donne è in realtà solo un riflesso di quella maschile. (Fabrizio Marchi)
Non possono….. 😎 a cultura maschilista e patriarcale imperante (a detta loro), all’incirca da qualche migliaio di anni a questa parte, il fenomeno semplicemente non esisteva. Come fenomeno di massa ovviamente, non come singolarità.
E poi riflesso di cosa? Questa è violenza di donne sulle donne operata in una società, quella attuale e quella italiana in particolare, che possiamo definire in cento modi, ma che è maschilista solo nelle loro teste. Rimaste all’incirca agli anni ’70.
Ma d’altra parte, come lasciavo intendere in un altro post, questo è un comportamento tipico di chi si sveglia da un lungo letargo. Da un lungo coma. Si pensa e si agisce come se il tempo non fosse mai passato. E ci vuole un pò di tempo per ri-sincronizzarsi con chi in coma o in letargo non ci è mai andato. Il mondo.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
mai letto tante amenità in una volta sola ,,incredibile ,ma vero , tanto per essere chiari ,noi siamo “maschilisti di sinistra” :
leggete qua
http://massimolizzi.blogspot.it/2012/12/differenze-maschilismo-femminismo.html
😯 ve beh ,forse era ironico
mauro recher(Quota) (Replica)
Va bè, Mauro, la solita scontatissima pisciatella “sinistrese” e “politicamente corretta” di un maschietto pentito e addomesticato.
Oggi però si comincia a parlare anche di un “maschilismo di sinistra”… Concetto improprio e del tutto fuorviante, ovviamente, tuttavia, da un certo punto di vista, possiamo senz’altro registrarlo come un passo in avanti (ci capiamo…)…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Che si inizzi a parlare di un “maschilismo di sinistra”, per me è molto positivo. Scontando la falsità delle definizioni di maschilismo e femminismo che quell’articolo contiene, e che quindi falsificano la discussione, significa che anche fra i maschi che politicamente si collocano a sinistra ve ne sono alcuni che hanno preso coscienza della realtà delle cose. E dico poco!
armando
armando(Quota) (Replica)
Dunque le varie segreterie dovranno indicare altre/i candidate/i. Se posso, vorrei suggerire un metodo semplice, sano, comprensibile e apprezzato da tutti, e vecchio come l’ombrello, spesso invocato e raramente praticato: il MERITO. Il che consente di prendere due piccioni con una fava: dove si applicano trasparentemente criteri di competenza e di merito, le donne passano senza fatica
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questo pezzo deriva da un altro articolo ,per la gioia di Luigi postato da Marina Terragni ..
Adesso ,non so per quale motivo, ma mi ricorda la razza Ariana superiore di stampo nazista ,solo che ,in questo caso è di genere ..
Donne intelligenti
Uomini stupidi
il link in questione è questo …http://blog.iodonna.it/marina-terragni/2012/12/22/primarie-guardare-i-curriculum-per-favorire-le-donne/
mauro recher(Quota) (Replica)
Commento che ho tentato di inviare, pare senza successo, al blog da voi linkato:
http://massimolizzi.blogspot.it/2012/12/differenze-maschilismo-femminismo.html
1- “Il maschilismo è un atteggiamento, una modalità di relazione, … Il femminismo è un movimento politico culturale…”
Ineccepibile.
2- “Il femminismo … propugna e promuove la parità tra uomo e donna, parità di valore, di diritti, di opportunità.”
Falso. Quanto esso propugni parità di valore, diritti e doveri, lo si può osservare già dalla prima delle sue vittorie: il diritto di rifiutare la maternità (aborto oltre al parto anonimo) imponendo nello stesso istante la scelta femminile, con tutte le conseguenze, al maschio di turno. E cioè a tutti i maschi.
L’ipotesi che anche gli uomini dovrebbero avere il medesimo diritto (quello di diventare padri se e quando vogliono rifiutando a posteriori paternità non volute) non è mai balenata nella mente di alcuna (né di alcuno). Prevalenza e predominio totale e insindacabile sulla scelta più importante della vita: sulla propria (e questo va benissimo, e però anche quella altrui: al femminismo va benissimo pure questa). Quella sui diritti riproduttivi è dunque la prima delle “parità” femministe. Le altre seguono a cascata: perché dovrebbero essere diverse?
3- Di nuovo: “Il femminismo … propugna e promuove la parità tra uomo e donna, parità di valore, di diritti, di opportunità.” Ossia: il femminismo sarebbe davvero ciò che dichiara di essere e noi dovremmo credere a questo autoracconto.
Ingenuità senza pari: nessuno può rendere testimonianza a se stesso. Il femminismo, al pari di ogni altro movimento, filosofia, teoria, ideologia, non è ciò che dichiara di essere: è ciò che è. Spesso difforme assai o antitetico a ciò che crede e vuole far credere di essere.
4- “Dato questo piano di confronto, il maschilismo è inconsapevole, il femminismo è consapevole. Il maschilismo, come modo di vedere il mondo, si reputa universale e naturale, il femminismo si riconosce come parziale. Il maschilismo si nega come tale, è negazionista di se stesso, il femminismo si afferma e si dichiara tale”.
Ma poi leggo che: “Esiste un maschilismo di destra che coltiva i ruoli sessuali tradizionali e la gerarchia nel rapporto tra i sessi ed esiste un maschilismo di sinistra che…”.
La contraddizione è smaccata, esplosiva: questi due “maschilismi” non sono per nulla inconsapevoli. Al contrario, sono consapevolissimi. Non si nascondono, non si mimetizzano: dichiarano apertamente la loro esistenza ed il loro programma. Non rappresentano una mentalità, una condizione inconscia, sono invece dei progetti politici aperti, in tutto e per tutto. Se ne deve dunque ricavare la sola conclusione possibile: non sono maschilismi. Il termine però viene loro appioppato egualmente per liquidarli entrambi a priori, contraddicendo palesemente le proprie affermazioni precedenti sulla natura del maschilismo come mentalità autonegatrice.
5- “Il femminismo è anche il proposito di rielaborare l’identità femminile, in modo autonomo e indipendente dal punto di vista maschile. Cosa vuol dire essere donna, essere femminile, lo definiscono le donne e non gli uomini.”
Benissimo. Come definiremo allora la posizione simmetrica: “Ciò che sono gli uomini e ciò che debbano essere lo definiscono gli uomini stessi!” La liquideremo come maschilista?
Ad esempio chi deve/può decidere come possa debba manifestarsi ed esprimersi la sessualità maschile? Risposta oggi facilissima: la Donna. Se lo fa l’uomo ciò avverrà nell’ottica dei propri interessi, della propria volontà di dominio: ergo maschilista e perciò da rifiutare. Sta dunque alla Donna stabilire quale debba essere e come debba esprimersi la sessualità maschile. Al pari del resto di ogni altra qualità e tratto maschile. Si capisce.
6- “Il maschilismo è un atteggiamento, una modalità di relazione, che presuppone, comunica e rinforza l’idea che l’uomo sia superiore alla donna.” Bene, ma che dire del simmetrico?
Si negherà che esista, ma si dovrà almeno immaginare che possa esistere: che nome assegneremo allora ad un atteggiamento, ad una modalità di relazione che presupponga, comunichi e rinforzi l’idea che la donna sia superiore all’uomo?
Come devo qualificare l’affermazione di quella mia allieva che giorni fa mi ha generosamente insegnato che: “Le donne sono migliori degli uomini! Non lo vede, prof?” .
.
Ciao a tutti.
Rino DV
Rino DV(Quota) (Replica)
In questi giorni ci sono stati dei problemi tecnici del tutto indipendenti dalla nostra volontà (riconducibili al nostro server) e il sito non è stato raggiungibile.
Ce ne scusiamo con tutti.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
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Come devo qualificare l’affermazione di quella mia allieva che giorni fa mi ha generosamente insegnato che: “Le donne sono migliori degli uomini! Non lo vede, prof?” .
(Rino)
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E tu, Rino, cosa hai risposto a quella presuntuosa in erba?
sergio(Quota) (Replica)
Se le donne si permettono quotidianamente di parlare in un certo modo è perché sanno di non trovare alcuna opposizione da parte maschile, sia ne virtuale che nel reale, sia nei luoghi di potere che dal panettiere…
Prendete blog come la 27ora: potrebbero esistere in una società realmente maschilista? Ovviamente no.
Invece, non solo esistono, ma trovano man forte negli stessi giornalisti di sesso maschile, i quali però si guardano bene dal lasciare il proprio posto a una donna.
Lo stesso Monti, nonostante il fallimento del suo governo, in cui aveva affidato ruoli chiave proprio a delle donne (rivelatesi delle incapaci esattamente come tanti altri politici uomini), ha affermato che la “questione femminile deve essere prioritaria”.
Insomma, cosa ci si può aspettare se gli appartenenti al nostro stesso sesso sono diventati degli smidollati da paura, capaci solo di tacere o di “sorridere” di fronte a qualsiasi vaginata femminile?
Quale opposizione possono fare milioni e milioni di inconsapevoli menefreghisti ottenebrati dalla fica, capaci solo di essere aggressivi in occasione di qualche partita di calcio e rigorosamente contro altri uomini? Forse aveva ragione chi anni fa sosteneva che gli uomini devono necessariamente toccare il fondo e diventare anche ufficialmente il secondo sesso.
Solo allora potrà esserci un risveglio (se mai ci sarà).
Giorgio C.(Quota) (Replica)
PS:
http://27esimaora.corriere.it/articolo/il-richiamo-a-sorpresa-del-premierma-ora-le-donne-contino-davvero/#comments_list
@
http://27esimaora.corriere.it/articolo/monti-lagenda-le-donne-perche-non-possiamo-accontentarci-di-slogan/#comments_list
Giorgio C.(Quota) (Replica)
Mi autocito.
******************
Quale opposizione possono fare milioni e milioni di inconsapevoli menefreghisti ottenebrati dalla fica,
******************
http://www.corriere.it/esteri/12_dicembre_24/troppo-bella-per-lavorare-i-giudici-contro-melissa-giusi-fasano_9d051756-4d91-11e2-bb70-cf455d3f8a01.shtml
Giorgio C.(Quota) (Replica)
“la questione femminile deve essere prioritaria”
questo è un programma economico, nè più nè meno che dire che lo spread deve essere tenuto sotto controllo, o che l’inflazione va mantenuta entro tot.
è un indice economico da utilizzare ai fini del PIL
Ivan(Quota) (Replica)
Sul blog della 27ora leggo questo post
>>>
PS:
23.12 | 21:06 Fenix19
Inoltre, le ricordo che la Merkel ha affrontato un periodo di crisi estremamente complesso, mantenendo sempre sangue freddo, nonostante fosse (e ancora è) al centro dei MEDIA internazionali. E le ricordo pure la fortissima e nerissima crisi che aveva portato il Regno Unito al baratro è stata affrontata e risolta da una donna (Margaret Thatcher), votata per tre legislature. Rifletta prima di uscirsene con certe frasi sessiste ed infondate.
>>>>
Ma Margaret Tatcher non è la stessa donna che scatenò la guerra della Falkland, che distrusse lo stato sociale inglese, facendo suicidare numerosi operai delle miniere inglesi?
Per quanto riguarda Merkel, a me sembra che sia lei a influenzare i media, e non il contrario…
Inoltre, se costei dovesse agire in un paese meno forte economicamente e politicamente, cosa combinerebbe?
Se fosse primi ministro della Grecia a quali straordinarie soluzioni penserebbe?
I miracoli non li fa nessuno: né uomo né donna.
Fabio(Quota) (Replica)
Sì, è proprio lei, Fabio…Fra le altre cose, oltre a quelle che hai correttamente citato tu, la sua “specificità”, in quanto donna, la portò ad essere amica e sostenitrice fino alla fine del golpista e torturatore Pinochet.
Miracoli della specificità di genere”…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
ritorna alla carica il blog che avevo postato un pochino di giorni e fa un giro di parole per una puntualizzazione
http://massimolizzi.blogspot.it/2012/12/femminismo-autoritario-nazifemminismo.html
Non so se ci fa o ci è
mauro recher(Quota) (Replica)
Sergio:
>>
E tu, Rino, cosa hai risposto a quella presuntuosa in erba?
>>
Sorridendo le ho detto che ne riparleremo.
E infatti sarà così!
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
Ma Margaret Tatcher non è la stessa donna che scatenò la guerra della Falkland, che distrusse lo stato sociale inglese, facendo suicidare numerosi operai delle miniere inglesi?
Per quanto riguarda Merkel, a me sembra che sia lei a influenzare i media, e non il contrario…
Inoltre, se costei dovesse agire in un paese meno forte economicamente e politicamente, cosa combinerebbe?
Se fosse primi ministro della Grecia a quali straordinarie soluzioni penserebbe?
I miracoli non li fa nessuno: né uomo né donna.(Fabio)
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oltre che a quotare il tuo pensiero .la Tatcher era si una donna ,ma usava metodi “maschili” è la più comune scusa che le femministe enunciano quando sono in difficoltà , come vedete non si scappa o sono uomini e quindi incapaci ,e se sono donne usano metodi degli uomini incapaci …ma d’altronde ,Terragni docet ,dove si usa il merito le donne passano senza difficoltà
mauro recher(Quota) (Replica)
Ma pensa, adesso Maggie Thatcher è il nuovo idolo? Allora devo presumere che alle Ventisettesime vada bene la sua ricetta governativa fatta di liberismo illimitato, distruzione dei sindacati, repressione violenta del dissenso, deliberato scollamento della popolazione dalle forze dell’ordine, allineamento ferreo alla politica americana, revanscismo neocoloniale e assoluto disprezzo per quello che una volta si chiamava “popolo sovrano”? Ho il vago sospetto che se qui arrivasse una Thatcher con una cura simile, direbbero che agisce secondo modelli maschili.
Marco Pensante(Quota) (Replica)
Detassare il lavoro femminile: questo propone la destra montiana, a testimonianza, ancora una volta, di come la discriminazione di genere, anti-maschile, serpeggi in tutti gli schieramenti politici. E’ in corso un’asta nelle alte sfere della politica a chi offre di più in termini di privilegi, concessioni, quote rosa, ecc..Così come l’uomo beta, quello inconsapevole, concorre con i suoi simili per ottenere i favori sessuali-sentimentali dell’altro sesso, in una ridicola e dispendiosa recita chiamata corteggiamento, così quello alfa mette sul tavolo quanto sopra per il proprio tornaconto economico o elettorale che sia. Sembra inevitabile che l’uomo proceda a rimorchio dell’altro sesso. Il sesso forte, quello oppressore, quello privilegiato che scodinzola dietro quello debole, che si cala le braghe davanti a quello discriminato…Mah
Alessandro(Quota) (Replica)
Ragazzi, vi quoto tutti e tre (Alessandro, Marco P. e Mauro) e approfitto per fare a voi e a tutti gli altri i migliori auguri di Natale”
Non so come andrà a finire nè quale futuro avrà questa nostra (straordinaria) avventura ma so per certo che stiamo facendo la cosa giusta (“Do the right thing”… ).
E questo è quello che conta.
Auguri a tutti!
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Auguri a tutti ragazzi, continuate così…
Ethans(Quota) (Replica)
Un pò in ritardo, ma auguroni anche da parte mia.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Certo non smetteranno mai di meravigliarmi con la loro capacità di scrivere senza dire, affermare una cosa e negarla nella riga successiva. Approfittare degli spazi concessi su grossi portali per far passare come veri concetti e situazioni tutt’altro che dimostrati, lucrando sul prestigio della testata (l’hanno detto sul Corrierone …. mica sul Gazzettino di Raperonzoli ….).
Mi sto riferendo al primo link segnalato da Giorgio C in cui si legge questo capolavoro di non sense: “Le donne hanno oggi un surplus di motivazione che le rende nei fatti più competitive dei loro coetanei maschi e se è difficile trovare dei numeri che lo attestino può essere comunque interessante osservare come intere professioni che in passato erano monopolio degli uomini, ad esempio l’ingegnere, vedono palesarsi — per ora nelle aule universitarie — addirittura un sorpasso femminile.”
………………………………………
Bene …. prima il grande giornalista afferma che non ha i numeri per provare quello che dice ( … è difficile trovare dei numeri che lo attestino ….), poi di grazia afferma l’esatto contrario ( …. ad esempio l’ingegnere, vedono palesarsi — per ora nelle aule universitarie — addirittura un sorpasso femminile).
Ma esimio, illlustrissimo, intelligentissimo giornalista se quanto da lei affermato è vero non ha che da telefonare al Ministero della Pubblica Istruzione e farsi dare i dati. E magari rendere edotti, con i fatti, lettori e lettrici. Sa …. da quelle parti i dati sulle immatricolazioni li conservano. E si figuri che da quei dati potrebbe anche desumere con precisione i numeri su studenti e studentesse.
Troppa fatica …. oppure i dati non collimavano con i suoi desiderata?
Certo che solo una cosa è peggiore di una giornalista femminista. Un giornalista femminista.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Ma povero Luigi, sfigato che non te la danno, non hai ancora capito che la matematica, la logica e il rapporto causa-effetto sono obsoleti retaggi dell’oppressione patriarcale? La tua mania per la realtà, i dati, i fatti e la precisione dimostra che hai dei problemi con le donne, gli antisessisti, gli antispecisti, i presbiti e gli Hobbit. Impara a memoria le nuove tabelline del nuovo ordine:
2+2=5
3+3=7
4+4=9
Quello che conta è l’emozione.
Buon Natale, che significa qualsiasi cosa per nessuno e niente per chiunque.
Marco Pensante(Quota) (Replica)
Marco Pensante
Impara a memoria le nuove tabelline del nuovo ordine:
2+2=5
3+3=7
4+4=9
Quello che conta è l’emozione.
Buon Natale, che significa qualsiasi cosa per nessuno e niente per chiunque.
>>>>>>>>>>>>>>>>>
Ahahahahah…
Fabio(Quota) (Replica)
Hai ragione Marco grrr….. 👿 è stato solo un momento di smarrimento …..
Sai che ti dico allora?
Beccati questa striscia del mitico Paz:
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Approfitto degli ultimi minuti per dirvi:
Buon Natale (e buone feste visto che il Natale è quasi finito). Continuate così, avete tutto il mio appoggio.
Grande Marco 😉
Capa(Quota) (Replica)
Buone Feste anche a e, Capa, e a te, Ethans, anche se in ritardo.
Vorrà dire che ci faremo gli auguri per tempo prima dell’ultimo dell’anno…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
http://femdominismo.wordpress.com/2012/12/26/fiato-alle-trombe/
👿
mauro recher(Quota) (Replica)
non so dove metterlo e allora lo metto qui: qualche settimana fa Warren Farrell, portavoce di spicco del movimento per i diritti maschili americano MRA, ha tenuto una conferenza presso l’università di Toronto. Un gruppo di manifestanti ha bloccato l’ingresso della sala conferenze al grido di No Hate Speech On Campus (No alle incitazioni all’odio nel campus), probabilmente scambiando Farrell per un polemista di destra tipo Rush Limbaugh mentre basterebbe leggere solo poche pagine dei suoi libri per capire che ci si trova di fronte a tutt’altro genere di autore.
Alla fine la polizia ha fatto sloggiare i manifestanti e la conferenza si è svolta normalmente e, volendo guardare al lato positivo della faccenda, con il beneficio di un po’ di pubblicità extra per Farrell.
fulvio terzapi(Quota) (Replica)
http://femdominismo.wordpress.com/2013/01/04/politicamente-corretto/
mauro recher(Quota) (Replica)
Sulle quote di genere il PD viola le sue stesse regole
“Entrambi i candidati hanno rivendicato il diritto al posto in lista. La Zampa si è fatta forte del fatto di essere arrivata sesta in termini di voti assoluti e di non poter accettare di essere retrocessa all’ottavo posto solo perché aveva già davanti altre persone dello stesso sesso. Bolognesi, invece, ha chiesto l’applicazione integrale del regolamento e quindi della norma dell’alternanza che proprio le donne avevano richiesto e che pertanto oggi devono essere disposte ad accettare.
Alla fine la direzione regionale del PD ha deciso di assegnare la posizione “eleggibile” alla Zampa, secondo la quale “ha semplicemente prevalso la giustizia”, mentre l’acquiescenza di Bolognesi a questa forzatura regolamentare è stata “comprata” con una mezza promessa di essere ripescato nella quota di candidati selezionati direttamente dal segretario Bersani.”
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Ridicole/i…questo è ciò che rimane di una gloriosa tradizione…comunque la si pensi (il sottoscritto non è mai stato iscritto nè al PCI nè alla DC)…
Complimenti…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Ecco, a voi, queste perle di saggezza femminista molto in voga tra le donne occidentali attuali. Leggete il commento di questa tizia:
“Massimo, ci rinuncio. Non sono pagata per cercare di farti capire come gira il mondo. Ti dico solo questo e poi chiudo. Le donne che vanno in giamaica a fare turismo sessuale, non vanno con i bambini (come fanno gli uomini), per il semplice motivo che se fanno un viaggio così lungo è perchè amano UOMINI superdotati (magari giovani, ma non sicuramente bambini) altrimenti resterebbero nel loro continente dove uomini MINIDOTATI ce ne sono fin troppi (e quello potrebbe essere uno dei motivi per cui tanti uomini disprezzano le donne. Perchè non sono in grado di soddisfarle) e , forse, è anche uno dei motivi per il quale gli UOMINI vanno con le bambine o i bambini, gli altri non te li spiego, perchè sai benissimo quali sono (a parte il fatto che chi fa certe cose è un pervertito, un malato di mente e un essere immondo). E auguro a tutti coloro che fanno certe cose tutto il male di questo mondo, e spero che il loro attrezzo che usano così facilmente per violare i corpi di bambini, si atrofizzi e cada. Addio.”
http://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=351508228290595&id=297305676963266&comment_id=2012343&offset=50&total_comments=81
‘ a guallera r’ò puorco(Quota) (Replica)
Ho segnalato l’articolo di Faraci, riguardante il PD, ma manco al m5s scherzano:
5 Stelle, scoppia la zuffa online per il primo nome sulla scheda
😮
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
http://giovaneopinionista.blogspot.it/2013/01/da-gli-uomini-devono-farla-seduti-alla.html
mauro recher(Quota) (Replica)