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Di seguito il secondo video che abbiamo realizzato.
La linea politica, la strategia e gli orizzonti filosofici e valoriali del Movimento degli Uomini Beta si evincono dal Manifesto ("Il Movimento") e dai "Principi", pubblicati entrambi sulla homepage del sito, nonché dagli scritti pubblicati negli spazi riservati agli “editoriali” e agli “articoli”.
Lo spazio dei commenti è libero ed è stato creato per dare a tutti/e (indipendentemente dalla loro collocazione nei confronti del Movimento) l’opportunità di esprimere la propria opinione, purché nel rispetto delle regole della civile convivenza, delle altrui opinioni e dello Statuto del Movimento.
Conseguentemente, i commenti ivi pubblicati non sono in alcun modo riconducibili al Movimento degli Uomini Beta, ma esprimono solo ed esclusivamente posizioni individuali.
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2.216 Commenti
Giornalismo spazzatura ……..
http://www.repubblica.it/scienze/2012/07/16/news/donne_pi_intelligenti_uomini-39121783/?ref=HRERO-1
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia:
Giornalismo spazzatura ……..
http://www.repubblica.it/scienze/2012/07/16/news/donne_pi_intelligenti_uomini-39121783/?ref=HRERO-1
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Perché non proviamo a rovesciare questa immagine:
http://www.repubblica.it/images/2012/07/16/054350305-5ef3e89c-cc46-4408-8834-28c9698034b6.jpg
Evidentemente hanno davvero dei complessi di inferiorità le donne e, forse di colpa gli uomini?
E quest’altra robaccia che ho trovato su facebook:
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=404314522946422&set=a.293021877409021.80092.267920353252507&type=1&ref=nf
Leonardo(Quota) (Replica)
So per certo che l’unico test di intelligenza valido è la domanda: “l’intelligenza si può misurare?”. Chi risponde “sì” è un cretino. Data non la misurabillità dell’intelligenza, come dello spirito per esempio, non mi sono mai posto la domanda: “sono più intelligenti i maschi o le femmine?”. So però, e l’articolo in questione me lo conferma scientificamente, che tira più un pelo di “u pilu” che il cervello di mille scienziati e dell’intera categoria dei giornalisti.
cesare(Quota) (Replica)
ho commentato questo commento (scusate il gioco di parole)
http://femdominismo.wordpress.com/2012/07/16/finalmente-giu-la-maschera/
mauro recher(Quota) (Replica)
Mi chiedevo: le donne hanno scoperto una cura contro il cancro e l’aids? Hanno scoperto la fusione fredda? Hanno elaborato un nuovo modello di società e una nuova maniera di far politica? Hanno risolto il problema della fame e della sete nel mondo? Insomma, queste rompi coglioni cosa cazzo hanno fatto di tanto eclatante? Cos’hanno inventato?
Andrea(Quota) (Replica)
Sulla questione del Q.I. ….. l’intelligenza lasciamola stare è tutt’altra cosa, avrei una curiosità.
Ma James Flynn che Q.I. ha?
No, perchè, capirete se è uno dei massimi esperti mondiali di Q.I. non è una questione da poco saperlo … 😉
Scherzi a parte …. come al solito le considerazioni più sensate quando escono simili stronzate le trovi dove meno te le aspetti:
http://www.giochicreativi.com/2012/07/le-donne-sono-piu-intelligenti-degli.html
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Lo afferma lo psicologo James Flynn – massimo esperto del QI – nei suoi ultimi studi che raccolto in un libro di prossima uscita “il sorpasso” nel quale spiega come la società moderna ha cambiato in meglio la mente delle donne rendendole in grado di fare più cose contemporaneamente.
Forse, per la prima volta negli ultimi cent’anni le donne fanno segnare risultati migliori nei test di intelligenza confermando quello che sotto sotto hanno sempre saputo ma dovuto nascondere perché costrette da una cultura maschilista.
O forse le cause dell’incremento dell’intelligenza sono dovute al ritmo della vita moderna – badare ai figli, lavoro gestire la casa – cose che hanno sviluppato la capacità di fare le cose in multitasking e con una certa efficacia.
Qualunque sia la causa del fenomeno, penso che i test di intelligenza misurano solo una parte delle capacità umane e che quindi vadano presi con le molle, altrimenti si correrebbe il rischio di creare delle vere e proprie caste legittimate dalla capacità di ottenere un maggior punteggio in questi test; che riporterebbe l’umanità alla prima del secolo scorso, ai tempi dell’eugenetica e della superiorità di una razza su l’altra.
……………………………………….
Eugenetica … razzismo …. femminismo ……
com’è che mi frullano in testa queste associazioni?
Forse è colpa del mio bassissimo Q.I.!!! 8)
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Guarda ho trovato una ricerca scientifica che sputtana questa ricerca sessista.
LA RICERCA
La sindrome multitasking
Tutto insieme e tutto male
Il cervello di chi cerca di fare tante cose nello stesso momento lavora male. L’esperimento di Jacobs
LA RICERCA
La sindrome multitasking
Tutto insieme e tutto male
Il cervello di chi cerca di fare tante cose nello stesso momento lavora male. L’esperimento di Jacobs
di MARIA LAURA RODOTA’
Multitasking….
Se avete almeno una volta fatto cadere il cellulare nel water, siete nella fascia alta. Se vi è capitato, è perché siete dei grandi multitasker. Un multitasker è qualcuno che fa molte cose contemporaneamente; secondo l’Urban Dictionary, «qualcuno che riesce ad ascoltare il suo iPod, leggere il giornale e rispondere al telefono mentre è in bagno». Appunto. Se siete Multitasker Supremi e il tuffo del cellulare è stato una conferma e un rito di passaggio, è possibile che siate donne. Le donne, che come è noto cercano di conciliare lavoro-figli-partner e anche senza uno o più tra i tre elementi trovano sempre vari modi di rovinarsi la vita, tendono al multitasking per cultura più che per natura. Attenzione, però: se siete donne e multitasker e vi diranno che siete stupide, non protestate. Secondo un recente studio della Stanford University, chi vi insulta potrebbe avere ragione. I ricercatori, guidati dal sociologo-matematico Clifford Nass, hanno condotto vari esperimenti su 100 studenti, tra multi-attivi e più tranquilli; e hanno concluso che il cervello dell’individuo multitasking lavora male.
BOMBARDAMENTO Chi è continuamente bombardato da flussi di informazione (da telefono, computer, tv) e cerca di fare tante cose insieme è disattento/a, non riesce a concentrarsi né a utilizzare bene la memoria. E non riesce a distinguere gli elementi rilevanti da quelli rilevanti. Con risultati peggiori di quelli dei posapiano che fanno una cosa alla volta. La ricerca di Stanford sta proseguendo; per stabilire se i multitaskers ci sono o ci fanno. Ovvero: se sono nati con una minore capacità di concentrazione, o se facendo tante cose insieme danneggiano le loro abilità cognitive. Un giornalista-scrittore americano, A.J. Jacobs, ha preso sul serio la seconda ipotesi. Jacobs, noto per aver tratto libri da suo esperimenti estremi (ha letto tutta l’Enciclopedia Britannica; ha provato a vivere seguendo tutti i dettami della Bibbia) per la sua nuova operina in uscita tra qualche giorno, My Experimental Life, ha provato a vivere facendo sul serio una cosa alla volta. Gli umani contemporanei nel mondo avanzato non ci sono più abituati. All’inizio, Jacobs stava impazzendo. Perché per condurre una vita mono-tasking bisogna rinunciare al nostro modo di vivere, quello che ormai ci sembra naturale. Fin dall’inizio della giornata: niente più colazioni brevi e frenetiche, si fa il caffè mentre si accende il computer e si controllano le e-mail sullo smartphone, per dire. Niente cene familiari con la tv accesa. Niente telefonate mentre si legge, si cucina o si lavora. Niente lavoro con Internet acceso. Per settimane Jacobs lo disattivava, e poi si legava alla sedia tipo Vittorio Alfieri, e scriveva. Jacobs è andato oltre. Si è iscritto a un corso di meditazione, e fin qui pazienza. Poi, per focalizzarsi di più sulla mono-attività che stava compiendo, ha cominciato a parlare da solo. Anche nei negozi. In fila dal droghiere, diceva a nessuno in particolare «devo comprare una Diet Coke». E poi, guardandosi intorno, «vedo arance e banane» (Jacobs vive a Manhattan, dove la gente lascia in pace chi parla da solo).
ESPERIMENTO La tecnica, spiega Jacobs, ha seri fondamenti scientifici. E letterari. Scrive Jacobs, «ho letto il discorso di David Foster Wallace (geniale scrittore americano, suicida nel 2008, ndr) al Kenyon College. E’ sul come decidiamo di pensare durante le banali attività di ogni giorno – fare la spesa, stare fermi nel traffico. Possiamo lasciare i nostri pensieri scorrere lasciando il cervello in default, venendo sopraffatti da rabbia, meschinità, orgoglio ferito, fantasie egoistiche. O possiamo coscientemente scegliere di esercitare un qualche controllo su come e cosa pensiamo». Cercando di finire una relazione-facendo i conti di casa-rispondendo al telefono-controllando legumi che cuociono-guardando con la coda dell’occhio la tv accesa sarebbe difficile, in effetti. Alla fine dell’esperimento, Jacobs è stato meglio. Riusciva a giocare con i suoi bambini senza controllare messaggi e e-mail, parlava con la mamma e gli amici tenendo gli occhi chiusi per sentire l’altro e approfondire il contatto, eccetera. Non ha smesso di essere un multitasker, ma «sono come un fumatore che è passato da tre pacchetti al giorno a mezza dozzina di sigarette». E già molto. Verrebbe da provarci, magari si diventa meno stupidi (oddio; questo articolo è stato scritto a tv spenta, con cellulare silenziato e lasciato in un’altra stanza, senza mai cliccare siti di notizie o vedere cosa succedeva su Facebook; ma non mi sembra meglio dei miei soliti, anzi; ci vuol tempo, è probabile).
23 maggio 2010(ultima modifica: 24 maggio 2010)
Gianluca(Quota) (Replica)
@ Andrea:
non è un argomento vincente. Hanno buon gioco nel risponderti che non hanno potuto tirar fuori il meglio di loro stesse perchè erano oppresse dal potere maschilista.
Arma spuntata, dunque…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Non sono d’accordo, Fabrizio, perché a mio parere è proprio qui che casca l’ASINA, perché se veramente sono più intelligenti “da sempre”, come è possibile che non abbiano potuto esprimersi per secoli e millenni?
Chi ha una (presunta) marcia in più, come può essere bloccato da chi è “inferiore” ? Dico, ma come fa a reggere una stronzata simile? In base a questa logica l’uomo avrebbe dovuto essere bloccato dai gorilla o dagli scimpanzé…
Inoltre, se non vado errato, nella quasi totalità delle università del mondo (quindi non solo in Occidente) le femmine sono la maggioranza della popolazione universitaria, perciò come è possibile che fra tutte queste “super menti” non ne sia ancora uscita fuori una in grado di sconfiggere qualche malattia incurabile? (è un esempio fra i tanti che si potrebbero fare).
No, Fabrizio, ad essere spuntate sono le stronzate delle femministe e dei loro servi.
Andrea(Quota) (Replica)
Sui test per misurare i QI si espresse l’ing. Vacca una decina d’anni fa.. e personalmente concordo con lui, misura l’abilità a risolvere quel determinato tipo di problemi e aver definito il QI in quel modo è stata una sciagura della psicologia
http://www.ilcrocevia.net/societa39.html
Quanti anni ci vogliono per spostare il Monte Fuji? E’ il titolo di un libro di William Poundstone (Little Brown, 2003) ed è anche una domanda che ti potrebbero fare se cerchi lavoro presso un’azienda ad alta tecnologia. Non devi rispondere: “Chi può essere tanto scemo da voler spostare un monte alto 3 km?”. Fai il conto. E’ un cono. Se è alto 3 km il raggio alla base sarà 9 km e l’area della base circa 100 km2, quindi ha un volume di 100 km3, cioè 100 miliardi di m3. Ogni m3 pesa circa 5 tonn: peso totale 500 miliardi di tonn. Se un camion porta via ogni giorno 100 tonnellate e si impiegano, diciamo, 10.000 camion per 7 giorni alla settimana. Il monte si sbanca in 500.000 giorni – cioè in circa 1300 anni. Anche se le stime che fai sono un po’ diverse, l’ordine di grandezza è quello.
Domanda assurda? Pare di no. Non solo le aziende ad alta tecnologia, ma anche altre: banche, agenti di borsa, studi di ingegneria e consulenza, propongono ai candidati domande difficilissime nei colloqui per l’eventuale assunzione. Talora i quesiti appaiono insensati e non lo sono. Talora sono impossibili: fatti per controllare come si comporta una persona sotto stress. Gli esaminati si stressano anche mettendoli in situazioni assurde. Se l’esaminatore non parla affatto o si addormenta, come reagisce l’esaminato?
L’uso di test paradossali è giustificato in parte dal noto successo di molte fra le aziende che li propongono. Ma, se ci ragioniamo, capiamo perchè sia plausibile. I collaboratori più efficaci e produttivi non sono quelli che sanno solo applicare procedure standard. Sono quelli capaci di inventare soluzioni nuove e di reagire a situazioni inaspettate. Un filtro efficace per individuarli si può trovare proprio in questi problemi curiosi che non hanno UNA risposta. La loro soluzione è l’insieme delle ragioni possibili per definire risposte sensate in uno spazio continuo di soluzioni.
ono certo meglio dei test di intelligenza sviluppati quasi un secolo fa da Binet in Francia e da Terman in USA. Questi mirano a misurare il quoziente di intelligenza [QI], proponendo problemini su numeri (quale: numero mancante va inserito in una serie), parole, configurazioni grafiche. Dovrebbero essere tarati in modo che metà della popolazione stia sotto 100 e metà sopra [da qui la battuta: “Ti rendi conto che metà della popolazione ha un’intelligenza inferiore alla media?”]. In effetti il QI non misura l’intelligenza che è una caratteristica complessa fatta anche di memoria, di abilità logiche e deduttive, di pensiero laterale o astratto, di inventività e spregiudicatezza, etc. Misura solo l’abilità a risolvere quel tipo di problemi. Aver definito il QI in quel modo è stata una sciagura della psicologia. Ha generato malintesi gravi. C’è un’associazione internazionale (MENSA) che accoglie persone con QI superiore a un certo livello (circa 180 – dovrebbe superarlo il 2% della popolazione). Ho conosciuto alcune persone intelligenti che erano state accettate e diedero le dimissioni dopo breve tempo. Non sopportavano di perdere tempo a risolvere quesiti sul peso di ipotetici mattoni o su sequenze insensate di numeri interi.
Propugnava con passione i test difficili anche William Shockley, premio Nobel per la fisica (era co-inventore del transistor). Per produrre transistor al silicio fondò un’azienda che ebbe vita misera e breve. Shockley propose anche di fare banche di spermatozoi di Premi Nobel per inseminare donne che partorissero geni. Dimostrò così che credeva all’ereditarietà dell’intelligenza e che anche dopo aver vinto un Premio Nobel, si possono fare proposte insensate e incivili..
Si sa che ci vuole un’intelligenza speciale per produrre programmi di computer grandi e complessi. Questo software non è più prodotto da singole persone, ma da squadre. Formare, dirigere, monitorare una squadra è un lavoro diverso che oltre alle conoscenze informatiche, richiede abilità organizzative, sensibilità, immaginazione. I test che mirano a scegliere supervisori capaci di guidare squadre di softwaristi, quindi, devono misurare inventività, “larghezza di banda”, capacità di risolvere problemi, di pensare fuori da schemi tradizionali e di essere leader, invece che seguaci.
Intanto molti parlano dei particolari quiz avanzati e complessi utilizzati. Dozzine di essi sono spiegati nel libro di Poundstone citato. Quindi è sempre più probabile che i candidati li abbiano già sentiti e di certo se ne staranno inventando di nuovi. Ne spiego qui uno e di altri riporto solo l’enunciato lasciando la soluzione al lettore diligente. Li possono meditare i giovani che cercano lavori innovativi.
Quante volte al giorno si sovrappongono le due lancette di un orologio? NON 24 volte! Infatti dopo la mezzanotte si sovrappongono circa all’una e 5 minuti: più esattamente all’una più 5,45 minuti. Continua a sommare 65,45 minuti (12/11 di ora) per trovare le sovrapposizioni seguenti e vedrai che dopo le 10 e 54,5 minuti arrivi a mezzogiorno e ne hai contate 11. Ce ne sono altre 11 da mezzogiorno a mezzanotte. Se conti mezzanotte, ce ne sono 23, se no 22.
Quanti sono i punti sulla superficie terrestre tali che se da uno di essi vai a Sud per 1 km, poi vai a Est per 1 km, poi vai a Nord per 1 km. Ti ritrovi al punto di partenza? ][Attenti! Sono in numero infinito – perchè?].
Hai 5 bottiglie con 100 pillole in ciascuna. Ogni pillola pesa 10 grammi, meno che tutte quelle di una bottiglia che pesano 9 grammi. Come fai a individuare la bottiglia con le pillole leggere con una pesata sola effettuata con una bilancia ad ago?
Ci sono 26 numeri rappresentati con le lettere da A a Z. A = 1. Ogni numero è uguale al numero d’ordine della lettera corrispondente elevato alla potenza del numero precedente. Ad esempio: B = 2, C = 32 = 9, D = 49 = 262144, E = 5262144 .. etc. Vengono fuori numeri enormi. Quanto vale l’espressione: (X-A) * (X-B) * (X-C) * (X-D) *… (X-Y) * (X-Z) ?
Come fai a pesare un aeroplano senza una bilancia gigantesca? [Nell’originale un bimbo insegnava allo Shah come pesare il suo elefante.]
Due treni partono insieme sullo stesso binario a 300 km di distanza. Si vengono incontro: uno a 100 km/h, l’altro a 50 km/h. Una mosca parte dal primo treno e va verso l’altro a 1000 km/h: appena tocca il secondo, inverte il moto in modo istantaneo e vola fino al primo, lo tocca e inverte la marcia, etc. quando i due treni si scontrano, che distanza ha coperto la mosca?
In effetti questi due ultimi quiz sono così noti che li conoscono anche molti bambini sotto i 10 anni. C’è da attendersi che gli inventori di problemi ne producano di più sofisticati. Altrimenti i candidati dovranno imparare ad assumere espressioni pensose fingendo di ragionare per non far capire che già sapevano la risposta. Pare che l’ultimo quiz della mosca e dei due treni fu proposto al famoso matematico John von Neumann che diede subito la risposta esatta. Gli dissero: “Ahà! Già conoscevi il quiz!” Rispose: “No! ho calcolato a mente tutte le lunghezze dei percorsi della mosca e poi le ho sommate: sono definite da formule molto semplici.”
Rita(Quota) (Replica)
Per me, non c’è bisogno di dimostrare niente sull’intelletto maschile e sulle differenze tra i sessi che da sempre rodono il capo alle donne… solo che tutte queste ricerche sono offensive e false.
Leonardo(Quota) (Replica)
Ma è semplice. Quando il QI misurava una superiore intelligenza maschile era una roba falsa e sessista, inventata apposta per non far risaltare un concetto d’intelligenza non puramente logica ma onnicomprensiva, cioè femminile.
Ora che pare il contrario (pare, sottolineo) è diventato invece una specie di oracolo, un dogma indiscutibile.
Il motivo è semplice e dobbiamo ammettere che noi maschi non riusciamo ad afferrare in cosa consiste il vero principio dell’intelligenza suprema , cioè di quella riservata alle femmine, che può essere enunciato in questo modo.
“In un dato momento prescelto, è vero ciò che conviene sia vero, ed è falso ciò che conviene sia falso”.
Mentre cioè per il nostro cervello limitato se due enunciati si contraddicono uno è vero e l’altro è falso, per la vera intelligenza non è così. Possono essere entrambi veri o entrambi falsi, o quello vero può divenire falso e viceversa. Dipende dalla convenienza del momento. Miracoli del pensiero circolare che noi maschi non ci sogniamo neanche.
Per il resto, a me le argomentazioni di Andrea convincono. Non è mai esistito un dominio millenario di un popolo su un altro, o di un gruppo sociale su un altro, basato solo su un differenziale di forza fisica, come si vorrebbe fosse quello maschile sulle donne. Alla lunga l’intelligenza ha sempre fatto si che quel dominio fosse rotto e rovesciato. Piuttosto possono influire fattori ambientali diversi che “costringono” un gruppo a certe mansioni rispetto ad altre attribuite per funzionalità ad un altro gruppo.Ma se è così, allora nel caso delle donne e degli uomini è giocoforza ammettere che sono stati questi ultimi ad aver creato le condizioni materiali affinchè le donne possano esprimere la loro intelligenza. Ossia è l’intelligenza maschile a favorire l’espressione di quella femminile. Ma allora non ha alcun senso parlare stupidamente della superiorità di queste su quelli. fa parte della solita guerra al maschio, col fine di mandarlo in depressione e di farlo diventare un povero essere rassegnato e genuflesso.
armando
armando(Quota) (Replica)
Ragazzi, vedo che vi siete spesi in parecchi per commentare quelle puttanate da tabloid sulla presunta superiorità femminile…E’ solo paccottiglia di bassissima lega, io non gli avrei dedicato neanche un minuto…
Se c’è un aspetto su cui riflettere è invece il fatto che ormai questa gente sa che può permettersi di vomitare qualsiasi imbecillità senza che nessuno glielo dica. Questo è il punto, e il bello (si fa per dire…) è che continueranno, alzando pure il tiro, finchè non ci sarà nessuno a dargli uno stop. Tornando agli intellettuali, non uno che alzi la voce per commentare simili panzanate. Nessuno.
@ Andrea e Armando.
Non ho detto che Andrea ha torto, anzi, ho solo detto che quell’argomento è facilmente rintuzzabile dal momento che la narrazione femminista è riuscita a penetrare nel profondo e a costruire un immaginario diffuso in base al quale il genere femminile è stato oppresso per millenni. Sono perfettamente consapevole che questa è poco meno di una favola per bambini, ma tant’è. Si potrà decostruire quella narrazione solo partendo dalla realtà quotidiana e dalle sue contraddizioni, per poi cominciare a rivisitare il passato (dal nostro punto di vista), facendo cioè un percorso a ritroso. Nulla vieta, naturalmente, di controbattere, laddove se ne presenti la necessità,, a quelle ridicole affermazioni. Credo solo che sia molto difficile smontare la narrazione femminista partendo dalla narrazione stessa. Il percorso, a mio avviso, è un altro, ed è quello che stiamo cercando di tracciare.
Tutto qui.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
La superiorità della donna è la minore voglia sessuale. Sacrificata per togliere libertà al maschio: non ce la danno vinta, non si concedono felicemente e liberamente a noi, anzi, ci maltrattano e l’uomo per tutta risposta è, o almeno sembra, sempre più voglioso.
In realtà credo che i maschi (pentiti e non) subiscano molti piccoli traumi (alcuni grossi)…
Riguardo agli intellettuali, non è detto che capiscano tutto: c’è gente qui dentro che in fatto di donne ne sa più di molti filosofi e psicologi.
Leonardo(Quota) (Replica)
Molto importante, è il modo in cui la presenza dei diversi media può influenzare negativamente il momento stesso dello studio. Nel 2006 “Time” pubblicò un lungo articolo proponendo una nuova definizione per le giovani generazioni: multitasking generation (cfr. The Multitasking Generation, “Time”, 19 marzo 2006). Nell’articolo venivano presentati i risultati di una ricerca svolta su bambini e adolescenti tra gli 8 e i 18 anni di età. La novità era che, al già eccessivo numero di ore passate dai ragazzi davanti allo schermo, si aggiungeva un’inattesa condotta, dovuta alle sempre più numerose capacità degli strumenti multimediali: il multitasking, ovvero lo svolgimento di più attività contemporaneamente, che l’uomo sembra aver imparato dal pc: leggere o scrivere e intanto ricevere sms, chattare su Messenger, aprire un’e-mail, cliccare su questo o quel sito mentre si scarica la musica e si ascolta per un attimo il brano sul lettore Mp3.
Se questo è, oggi, anche il modo di studiare di molti adolescenti, si tratta però di un comportamento con riflessi negativi sul rendimento scolastico, a causa della difficoltà che il cervello incontra nello svolgere più operazioni in contemporanea. Questo disturbo, temuto anche nel mondo del lavoro e delle aziende perché determina calo di produttività, è stato definito dagli psicologi “attenzione parziale continua”. Il cervello è in grado di fornire una certa quantità di attenzione che però viene divisa, come in una frazione, tra il numero di attività svolte simultaneamente. Mentre se ne inizia e si svolge una, l’attenzione riposta sulle altre operazioni “mette in parcheggio” i dati relativi in un’area della corteccia prefrontale, da cui vengono recuperati al riprendere delle diverse attività. Questo sistema però va facilmente sotto stress e si blocca, appunto come un pc sovraccaricato, determinando un allungamento dei tempi di esecuzione e un aumento notevole di errori (che gli insegnanti possono notare ad esempio in molti esercizi scritti svolti a casa).
Ma il multitasking ha ulteriori conseguenze problematiche sul rendimento scolastico, poiché l’integrità dell’attenzione è fondamentale anche per altre funzioni del cervello: ad esempio ha un ruolo decisivo nei processi che determinano la memoria a medio e lungo termine. Il materiale di studio viene pienamente acquisito solo se su di esso si esercita volontariamente un processo di riflessione ed elaborazione che, diversamente dai tempi discontinui e veloci dei media, ha bisogno di maggiore lentezza. Inoltre riflessione ed elaborazione garantiscono una più efficace, strategica e significativa allocazione delle informazioni nei depositi della memoria, da cui possono essere riprese il giorno successivo a scuola, durante una verifica o un’interrogazione: «le buone prestazioni di memoria sono il frutto di una buona attenzione che ha selezionato efficacemente solo le informazioni importanti e le ha mantenute nel fuoco attentivo per il tempo sufficiente alla successiva elaborazione: ecco perché chi studia con la televisione accesa, o con la radio [o col pc connesso, le cuffie e il cellulare vicino], non ricorda bene come chi ha lavorato in silenzio e concentrazione» (cfr. Marzocchi-Molin-Poli, Attenzione e metacognizione. Come migliorare l’attenzione della classe, Erickson, 2006).
Gianluca(Quota) (Replica)
Ho letto ragionate argomentazioni – di fonte USA! – sulla demenzialità delle valutazioni del Q.I. (che è di fonte USA…) da adolescente, circa 40 anni fa.
Ma il verme è ancora in circolazione, perché è utile.
A quel tempo si capì al volo che era un’invenzione della classe alta urbana per etichettare a vita la plebe delle periferie e delle campagne.
Adesso è al servizio della nuova aristocrazia.
Nessuno lo capisce.
E’ il progresso…
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Mi risulta che Muhammad Ali avesse un QI di 85 (la media è 100): qualche “studioso” o qualche povera demente lo definirebbe un idiota…?
Il QI significa tutto e niente.
Daniele(Quota) (Replica)
Cessi ,sfigati e rancorosi non è una prerogativa solo di uomini beta ,ma anche del mio blog (va beh che siamo collegati)
http://femdominismo.wordpress.com/2012/07/24/chissa-il-perche/
Non è che sia dura digerire questi “ormai trite” offese ,figurarsi ,ma vorrei che ,una volta ,fossero importanti le idee e il confronto …
mauro recher(Quota) (Replica)
http://giulia.globalist.it/Detail_News_Display?ID=31465
……………………………………………………
I diritti negati alle atlete
Nello sport italiano abbiamo una delle più clamorose discriminazioni: le donne non hanno accesso alla legge che regola il professionismo sportivo. Di [Luisa Rizzitelli]
redazione
lunedì 30 luglio 2012 16:04
Ogni volta che, durante una grande competizione, parlo dei diritti che lo sport italiano nega alle atlete, combatto con l’istinto di vedere invece il bicchiere mezzo pieno e non rovinare la festa. Poi, però, mi dico che se non ne parlo soprattutto ora, mentre le Azzurre vincono tantissimo e ci riempiono di orgoglio, non mi perdonerò d’aver sprecato un’occasione. Un’occasione per dire quello che lo sport non dice, quello che le stesse atlete troppo spesso non dicono (e a volte non possono dire).
Nello sport italiano abbiamo una delle più clamorose discriminazioni: le donne, dalla prima all’ultima, non hanno accesso ad una legge dello stato, la L. 91 del 1981 che regola il professionismo sportivo. Perché in quella legge, che offre giuste tutele e regole a chi fa dello sport il proprio reddito prevalente e la propria vita, dice che a decidere quali siano le discipline professioniste in Italia siano le Federazioni Sportive Nazionali. E le Federazioni, a oggi, hanno deciso che ci sono sei discipline professionistiche: calcio (campionati fino alla Lega Pro), basket (fino alla serie A2), ciclismo (gare su strada e su pista approvate dalla Lega ciclismo), motociclismo (velocità e motocross), boxe (I, II, III, serie nelle 15 categorie di peso) e golf. Con un piccolo dettaglio, sono TUTTE maschili. Quindi le donne sono dilettanti: tutte, dalla prima all’ultima. Poco importa se si chiamano Idem, Pellegrini, Vezzali, Kostner, Forciniti. Loro, per lo Stato italiano, lo fanno per diletto. E se ci si tranquillizza immaginando gli sponsor che le aiutano, basterà ricordare che dietro di loro c’è un esercito di sportive sconosciute e senza diritti.
Io l’ho vissuto sulla mia pelle perché ho giocato a pallavolo 12 anni vivendo di quello: 6 ore di allenamento, divisa obbligatoria, niente sabati e domeniche, regole alimentari e persino l’orario di ritirata la sera. Niente male per un diletto pagato con un finto rimborso spese, che sostituiva il compenso per un’attività che aveva tutte le caratteristiche di un lavoro subordinato. È una discriminazione apparentemente incomprensibile in un movimento, quello dello sport, che coinvolge 7 milioni di tesserate e tesserati e rappresenta il terzo aggregato industriale di questo Paese. Una realtà produttiva che costituisce il 3 per cento del Pil.
Eppure, a dispetto di questa rilevanza, la giungla degli accordi e dell’economia sommersa impera: le donne (tutte) e gran parte degli atleti nelle loro relazioni con il datore di lavoro (l’associazione sportiva) si possono barcamenare solo con scritture private che, per dirne una, contengono spesso cose assurde. Come la frequente clausola anti-mamme che prevede il licenziamento in tronco nel caso l’atleta rimanga incinta. In pratica, a meno che tu non sia una atleta Azzurra (il CONI solo da qualche anno e dopo le nostre battaglie ha imposto la tutela della maternità alle Federazioni, ndr), se vuoi fare lo sport come lavoro devi rinunciare a essere madre. Per assenza di regole, sia uomini che donne dilettanti non hanno diritto ad alcuna pensione, non hanno contratti collettivi, non hanno tfr e tutte le forme di tutela doverose per una lavoratrice o un lavoratore.
Ma per le donne ci sono ancora altre cattive pratiche. I montepremi e borse di studio per le donne sono spesso inferiori a quelli maschili. La campionessa di ciclismo su pista Vera Carraro raccontava qualche mese fa: “L’oro dei mondiali vale 20 mila euro contro gli 80 mila della gara maschile”. Un quarto. La causa di tutto sono proprio le regole antiche e a volte totalmente assenti. Non lo dico solo io, lo dice anche una delle stelle che stiamo per ammirare a Londra: Josefa Idem, straordinaria canoista da 30 anni nell’olimpo dello sport. Diceva in alcune interviste: “Per lo Stato italiano noi semplicemente non esistiamo. Quando guardate le Olimpiadi e tifate per la medaglia d’oro all’Italia sappiate che, spente le telecamere, torniamo a essere precarie a cui vengono stracciati i contratti se rimaniamo incinte.”
Lo sport è una straordinaria esperienza umana ma ha bisogno di regole nuove e di tutele vere per chi (non solo atlete e atleti) opera in questo mondo dedicandogli la vita. L’assenza di una legge quadro nazionale e di un capitolo di spesa della nostra finanziaria destinato allo sport, dimostrano una sottovalutazione inaccettabile. Sottovalutazione che stride con dati a dir poco allarmanti: il 10% della popolazione italiana soffre di obesità, mentre almeno il 42,4% degli uomini e il 26,6% delle donne è sovrappeso. E questo non è un fatto secondario per la spesa pubblica se è vero che in spese mediche per malattie cardiovascolari e diabete se ne va il 6,7% della spesa pubblica, per un costo sociale di 8,3 miliardi l’anno. Altro che spending review…
Chiudo con una chicca: dalla nascita dello sport organizzato in Italia non c’è stata mai una presidente del CONI e MAI una presidente di una delle 45 Federazioni Sportive Nazionali. Sono certa che se ci fossero più donne al Governo del Paese molte cose cambierebbero e se ci fossero più donne nel governo sportivo, forse questo articolo non sarebbe servito. Invece, oggi ci troviamo a parlare di discriminazioni e di uno sport che non vuole crescere in buon senso e regole. E senza le regole, come al solito, le donne sono le prime a rimetterci.
Nella foto di copertina, Rosalba Forciniti. Qui sopra, alcune delle 127 atlete azzurre che partecipano alle Olimpiadi di Londra
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Poi, però, mi dico che se non ne parlo soprattutto ora, mentre le Azzurre vincono tantissimo e ci riempiono di orgoglio,
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non so se ridere o piangere. Mentre Francia e Gran Bretagna volano, noi rimaniamo al palo. E per quanto riguarda le donne, a eccezione del fioretto femminile e di una medaglietta di bronzo, non pervenute, ma si sa, per le femministe la realtà è sempre quella che loro hanno in testa
Per il resto, mi risulta che tutti gli atleti italiani medagliati alle Olimpiadi, uomini e donne, percepiscano gli stessi compensi. Inoltre, uomini e donne, dilettanti, qualora possano essere atleti olimpici, vengono inquadrati nelle Forze Armate, proprio per consentire loro di allenarsi disponendo di uno stipendio. Mi sembra abbastanza, invece in Italia anche i “privilegiati” finiscono sempre per lamentarsi. Che poi esistano atleti professionisti uomini, come i calciatori e i piloti, che spesso non valgono un mignolo, soprattutto questi ultimi, di un atleta, uomo o donna che sia, che partecipa alle Olimpiadi e che pure guadagnano caterve di milioni, è vero, ma questo è colpa del “mercato”, di quel folle sistema che manca di una anche pur minima regolazione.
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Chiudo con una chicca: dalla nascita dello sport organizzato in Italia non c’è stata mai una presidente del CONI e MAI una presidente di una delle 45 Federazioni Sportive Nazionali
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Adesso con le quote “rosa” risolveremo anche questo “problema”. Che dopo queste, fino a ora, deludenti Olimpiadi, si debba voltare pagina anche a livello dirigenziale, non ci piove. Speriamo solo che chi arrivi, uomini o donne che siano, non pensi solo a intascarsi quattrini, come in tanti hanno fatto fino a ora.
Alessandro(Quota) (Replica)
come disse qualcuno “l’importante è partecipare”… è vero che lo sport è stato trasformato in un industria. Ma originariamente lo sport è nato come “diletto” ..appunto. Come passione.
Poi si sa che le passioni alle volte diventano mestieri, succede quando …appassiona anche altri che pur di appagare la loro passione pagano, sostengono.. Scusate il gioco di parole
Credo che se il nuoto sincronizzato avesse attirato folle autorganizzate in tifoserie, gruppi di sostegno e di pressione, se avessero riempito le piscine oggi probabilmente il titolo di professioniste sarebbe riservato alle nuotatrici di nuoto sincronizzato.
E poi.. già, la maternità non tutelata nello sport: Vela si è ritirata dalle Olimpiadi perchè incinta al terzo mese, accusando il team di allenatori di non averla sostenuta moralmente. Mi chiedo come.. se l’avessero incoraggiata e spronata a continuare e avesse perso il bambino? Lo sprone sarebbe stato trasformato in pressione?
Io la vedo un po’ così.. il momento è delicato, c’è un rischio che prevede una scelta: da una parte la salute, la gravidanza (con tutto il contorno di serenità necessaria per affrontare gravidanze, che stranamente diventa sempre più importante – su questo ci sarebbe da aprire una parentesi, la protezione e la cura del momento della gravidanza è molto più alta oggi che in passato, ma questo è anche normale, comprensibile e per certi versi, auspicabile,) dall’altra il desiderio di affermarsi. Cosa scegliere? Ma soprattutto.. come fare in modo che l’eventuale responsabilità di una scelta errata non ricada su chi l’ha fatta?
Rita(Quota) (Replica)
Rita “Credo che se il nuoto sincronizzato avesse attirato folle autorganizzate in tifoserie, gruppi di sostegno e di pressione, se avessero riempito le piscine oggi probabilmente il titolo di professioniste sarebbe riservato alle nuotatrici di nuoto sincronizzato.”
Il punto è proprio questo, ed è semplicissimo. Lo sport femminile attira molto meno di quello maschile, e per una ragione semplicissima. Lo sport, giusto o sbagliato che sia, è prestazione, record, gesto atletico spettacolare, e quindi il corpo maschile è più adatto di quello femminile. Non è un caso che maschi e femmine gareggino separatamente. Lo facessero gli uni contro le altre lo sport femminile sparirebbe, semplicemente. Quindi, le rivendicazioni femminili sono un non senso se fatte in nome della parità. Sarebbe come se un calciatore di serie c2 pretendesse di guadagnare come uno di serieA (posto che quelle retribuzioni sono, in scala, una cosa abnorme. Ma è il mercato e il business che smuovono).
Quest’anno è stato promosso come sport olimpico la boxe femminile, che per me è una vera e propria oscenità, una cosa assurda. Chi vuole se le guardi le uome pugili, ma credo proprio siano pochi. Eè stato fatto in nome della paritò, o meglio di un concetto disorto di parità. Sarebbe come se i maschi pretendessero che fosse dichiarato sport olimpico la ginnastica ritmica maschile o il nuoto sincronizzato maschile. Farebbero ridere, come fanno ridere le pugilatrici. Non se ne può più di una parità falsa e ridicola. Altro è la pari dignità di ogni essre umano, altro è il rispetto di chi si è, senza forzare la propria natura e le proprie inclinazioni che non sono un capriccio ma sono dettate dalla fisliologia dei corpi, per cui femminile è la grazia e la flesssuosità. maschili la forza e la destrezza. Ogni forzatura in tal senso è un delitto, secondo me.
armando(Quota) (Replica)
ecco, appunto, la boxe (correggetemi se sbaglio) come molti altri sport è la ritualizzazione di un antico modo maschile di scontrarsi e misurarsi, se vogliamo anche di prevaricare, oppure di cacciare (penso al lancio del giavellotto) e via discorrendo.
Forse se le donne invece di buttarsi nel campo maschile avessero inventato qualcosa di nuovo ed originale.. oggi ci sarebbe lo sport olimpico della tirata di capelli con strappo
scusate dev’essere il caldo..
Rita(Quota) (Replica)
Grande Rita! Ma da dove sei saltata fuori…
p.s. nel merito sottoscrivo quanto detto da Armando.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
e pensare che avevo già in mente anche le categorie..
ovviamente di tagli di capelli: corto,medio e lungo
Rita(Quota) (Replica)
L’articolo è condivisibile, ma come spesso accade il diavolo si nasconde nei dettagli. In questo caso nel catenaccio:
“Per le persone che cambiano sesso un colloquio è una battaglia persa in partenza. Tenersi l’impiego di origine è una micro tortura quotidiana. E spesso la prostituzione diventa l’unico sbocco. Viaggio tra l’ennesima discriminazione di genere.”
Molto abile la femminista Grosso. Usa una discriminazione vera per accreditare una presunta discriminazione del suo genere.
Intanto, lei, povera e discriminata scrive sull’Espresso. Io, sul Corriere di Vattelapesca.
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/io-trans-in-guerra-per-un-lavoro/2188459
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Leggo (Bechis, mi pare su Libero) che Berlusconi ha speso 250 milioni di Euro per le Olgettine: è ora di adeguare il linguaggio: c’è sport e sport, e relativo gesto atletico professionistico. Gli sportivi discriminati mi sembrano i maschi.
cesare(Quota) (Replica)
Ecco l’ultima, in ordine di tempo, scemenza scritta da una giornalista del Corriere dopo la vittoria nel tiro al piattello di Jessica Rizzo (per la quale ho tifato e che mi sembra una giovane donna simpatica, per niente esaltata, molto femminile e con la faccia pulita).
Poichè ha centrato 99 piattelli su 100, e un evento simile era già avvenuto qualche anno orsono, quando maschi e femmine gareggiavano insieme in quello sport olimpico, la giornalista ha creduto bene di scrivere che uomini e donne erano stati divisi per la paura maschile di essere battuti. E’ il colmo dell’impudenza e della faccia di bronzo. Si gareggi insieme dappertutto, allora, nel tennis come nel nuoto, nell’atletica leggera come nel pugilato, nel tiro con l’arco come nella carabina, nel calcio (lo auspicava anche quell’idiota furbone di Gaucci) come nel canottaggio, e in più mettiamoci anche gli scacchi, il bridge e il rugby, la palla volo, il basket e il ciclismo. Dappertutto, insomma! Ne vedremmo delle belle, anzi non ne vedremo proprio per niente, nè belle nè brutte, perchè sarebbe la fine dello sport femminile, cosa che per quanto mi riguarda non auspico affatto. Ci lascino fare il tifo per le nostre atlete, ma si smetta però di dire fregnacce con aria tronfia e supponente. Si torni alla realtà, cioè alla tirata dei capelli con strappo, riconoscendo che anche nello sport non una sola vera innovazione o invenzione è arrivata per merito femminile. Lamentele vittimistiche quelle sì, copiose come sempre.
armando
armando(Quota) (Replica)
negli sport dove la forza e la resistenza fisica sono determinanti non si possono affiancare uomini e donne, in tutti gli altri invece è possibile. gli scacchi e il tiro al piattelo per dirne un paio.
fulvio terzapi(Quota) (Replica)
http://www.treccani.it/enciclopedia/tiro-a-volo_%28Enciclopedia-dello-Sport%29/
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Mattarelli e Rossini, rispettivamente primo e secondo nelle selezioni preolimpiche, rappresentarono l’Italia ai Giochi di Tokyo del 1964. Mattarelli si dimostrò nettamente il più forte: 198 piattelli su 200, medaglia d’oro e nuovo record olimpico. Solo quarto Rossini, dopo uno sfortunato spareggio a tre con il sovietico Pavel Seničev (argento) e lo statunitense William Morris (bronzo). Tre anni dopo Casciano vinse l’Europeo di Brno, stabilendo il nuovo record mondiale con il fantastico punteggio di 200 su 200.
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Riccardo(Quota) (Replica)
http://www.ilmascalzone.it/2012/08/olimpiadi-e-lora-di-massimo-fabbrizi/
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Proprio lo scorso anno a Belgrado, in occasione della vittoria del suo secondo titolo di Campione del Mondo, Fabbrizi ha eguagliato il record del mondo in qualificazione (125 su 125 realizzato per la prima volta al mondo dall’altro italiano in gara a Londra Giovanni Pellielo nel 1994) ed in finale (149/150).
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Riccardo(Quota) (Replica)
http://www.medagliedoro.org/atleta/edoardo-casciano
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Nel ’67 vinceva il titolo continentale individuale a Brno ed otteneva nell’occasione il record mondiale con 200/200 piattelli. Nel 1968 centrava la medaglia d’argento individuale agli Europei a Namur
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Riccardo(Quota) (Replica)
Cosi ,mosso dalla curiosità ,ho seguito alcuni incontri di boxe femminili , la boxe olimpica la seguo ,anche se sono abbastanza neofita e certamente non sono in grado di dare un giudizio tecnico …ma posso dare un giudizio da “spettatore” ..
Si vede che è una disciplina agli albori ,le donne che combattono sembrano come due galli che si spennano ,nessuna tecnica di difesa ,ma pugni (molti a vuoto) ,ripeto ,come mettere due galli dentro all’arena …
Non poteva comunque mancare il commento sessista della “tecnica” di “sky” –“alcuni maschietti dovrebbero imparare da loro come si fa” ,può essere ,ma perchè non dovrebbe valere il contrario ?
Magari sulla boxe Fabrizio è molto più ferrato di me
mauro recher(Quota) (Replica)
Fulvio terzapi@. In linea di massima il tuo ragionamento è giusto, anche se poi è da vedere cosa significa esattamente forza e resistenza fisica. Ad esempio, il tiro con carabina tre posizioni, quello della medaglia di Campriani, implica uno sforzo psico/fisico non indifferente. Il confine non è sempre ben determinato. Ad ogni modo ciò che mi premeva sottolineare è che appena una donna fa un risultato tecnico eccellente, vicino agli standard maschili, subito si tira in ballo la rivalità cogli uomini e la possibilità di superarli. Il che è chiaro indice di un complesso d’inferiorità non risolto, e di una speranza tanto pervicace quanto impossibile, di diventare più forti. Ovviamente parlo in senso generale, perchè so bene che ci sono atlete splendide che vivono con tranquillità il loro sport senza idee di competizione diretta cogli uomini. C’è però tutto un ambiente che non perde occasione di sparare scemenze e, per mettere in piedi pietosi business, incentivare questa rivalità. Così. di volta in volta si è pensato, e qualche volta fatto, incontri di tennis o addirittura di boxe, femmina contro maschio (si indovini il risultato), oppure si è detto che la ex cliclista Maria Canins, in montagna andava più forte di B. Hinault (per i più giovani un mostro sacro degli anni 80).
Più in generale, accade puntualmente che quando una squadra femminile primeggia nel proprio sport, e la corrispondente maschile fa acqua, subito si dice che le femmine sarebbero più forti dei maschi, avrebbero la famosa marcia i più perchè più tenaci, volitive, capaci di sacrificio e via cretinando.
Anche un bambino capirebbe la capziosità e la stupidità logica di un simile s-ragionamento, che tuttavia riappare puntuale ogni volta.
Vorrei solo che gli idioti televisivi e giornalistici se ne stessero zitti e ci lasciassero fare tranquillamente il tifo per le nostre atlete.
armando
armando(Quota) (Replica)
mauro recher
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Non poteva comunque mancare il commento sessista della “tecnica” di “sky” –”alcuni maschietti dovrebbero imparare da loro come si fa” ,
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ahahahah!! … basti dire che la boxe l’hanno inventata gli uomini e che le pugilesse hanno maestri di sesso maschile…
Per il resto nemmeno commento, visto e considerato che se le gare fossero miste, anziché divise in base al sesso, delle pugilesse resterebbero solo dei malandati pezzi… Dico, ma voi ce la vedete una femmina che combatte contro Cammarelle o Russo? ahahahaha!!!
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Guardate questo video, risalente all’ottobre del 1993.
http://video.google.com/videoplay?docid=-3047738413529872166
Lei, imbattuta “super” campionessa (fra le femmine…) di full, kick e thai boxe (pesi leggeri) e lui, atleta di secondo livello fra gli uomini (peso leggero), all’epoca campione di thai boxe della Nuova Zelanda.
Beh, la Rijker subì la sua prima sconfitta e per KO…
Daniele(Quota) (Replica)
PS: dimenticavo: la Rijker era campionessa del mondo…
Daniele(Quota) (Replica)
Sono pagliacciate ridicole di cui non varrebbe la pena occuparsi se non fosse per la stupidità di certi commentatori che non perdono occasione per esercitare il loro organo più sviluppato, la lingua atta a leccare.
armando
armando(Quota) (Replica)
Quante riflessioni ci sarebbero da fare confrontando questa vicenda con quella delle Pussy …..
http://www.contropiano.org/it/esteri/item/10710-spagna-in-galera-un-rapper-che-canta-contro-la-destra
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
http://femdominismo.wordpress.com/2012/09/04/tutti-gli-uomini-sono-colpevoli/
so che Luigi ha un debole per questa persona
mauro recher(Quota) (Replica)
A proposito di rispetto verso gli uomini, in questo caso il padre, ma più in generale verso i genitori, di certe donne del terzo millennio:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/07/si-faccio-politica/345290/
………………………..
@ mauro recher
Non ci casco … 8)
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Luigi anche te ti devi sopportare ,come ha fatto Rita un video di 11 minuti dove si parla del niente ..
comunque qui altre mie considerazioni
http://femdominismo.wordpress.com/2012/09/08/quote-rosa-5050-e-poche-donne-in-politica/
mauro recher(Quota) (Replica)
La solita summa di banalità della Ravera:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/09/essere-donne-non-soltanto-per-rifondare-l%E2%80%99italia/346972/
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
La Ravera ormai è un cadavere decomposto che parla, ammesso che sia mai stata qualcos’altro.
Marco Pensante(Quota) (Replica)
Condivido in toto.
Lidia Ravera è’ diventata famosa una quarantina di anni fa grazie ad un libello, “Porci con le ali”, scritto peraltro insieme al figlio di Lucio Lombardo Radice, in cui raccontava le sue prurigini adolescenziali, e nulla più. Una Melissa P in versione anni ’70. In quell’epoca, ancora fortemente condizionata da una cultura cattolica e anche un po’ bacchettona (era ancora in vigore la censura), quel libro fece scandalo. E proprio (e solo) per questo ebbe fortuna.
Robetta da bancarella da mercatino dell’usato che si legge un un’ora seduti sul tram. Sia chiaro, se non fosse diventato un “cult” e non fosse stato celebrato come una sorta di manifesto generazionale (alla Kerouac, per capirci), poteva anche aiutare a trascorrere un’oretta in modo relativamente divertente (specie se avevi sedici o diciassette anni).
Ha fatto fortuna con quel libro e da allora ha campato di rendita. Ne ha scritti anche altri ma sfido chiunque a ricordarsi i titoli o ad averli letti…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
La Ravera ormai è un cadavere decomposto che parla….
diranno che sei un femminicida, se la metti così. Io adottere, se mai, l’espressione “geco infarinato”, con cui Gadda descrive una delle vecchie che si affacciano sul pianerottolo del Pasticciaccio: geco per via delle chiazze dell’età, infarinato per via della cipria. Quando va in tv Ravera ha sempre un doppio strato di fondotinta tipo Kabuki.
Ravera incarna, secondo me, il prototipo della persona (donna o uomo) che si ritiene esponente dell’avanguardia intellettuale e morale del mondo.
dia(Quota) (Replica)
Un’altra perla targata “Donne di Fatto”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/12/parigi-shopping-di-ragazzi-in-scatola/350297/
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Ehi ragazzi … queste sono molto più divertenti delle barbose della 27a ora!!
ps. Mi sono accorto che le/gli stronze/i hanno cancellato il mio primo intervento. 👿
Lo riporto di seguito:
Aver fatto passare quest’articolo “pubblicitario” come redatto da “La Redazione Il Fatto Quotidiano” non attenua il vostro sessismo. Tutt’altro.
Non mi sembra d’altra parte di aver scorto nell’articolo alcuna stigmatizzazione della cosa.
E’ cosi che intendete la parità? Già acquisita peraltro. Allineandovi al peggio invece di aspirare al meglio?
Complimenti.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Ivan(Quota) (Replica)
Sinceramente non ce l’ho fatta a vedere il video per intero, troppo noioso e scontato. Semplicemente ridicola la Ciuffini: era molto più dignitosa quando faceva la valletta di Mike Bongiorno e si limitava a sorridere senza pronunciare una parola (ora sappiamo perché…)…
Anche Fini è stato molto debole, a mio parere, compresi gli argomenti che ha portato, anche se ovviamente è stato interrotto mille volte da quella minus habens della Ciuffini che un qualsiasi moderatore o moderatrice degni di questo nome avrebbero sbattuto fuori a pedate nel culo (a parti invertite lo avrebbero fatto…), cosa che naturalmente non èavvenuta.
Al posto di Fini, all’ennesima interruzione di quella insulsa donnetta rifardita (terminologia dialettale romana che sta per minestra riscaldata, riproposta ecc.) in salsa femminista, mi sarei alzato e me ne sarei andato.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Lidia Ravera avrebbe scritto uno dei testi che hanno aiutato a emanciparsi uomini e donne????!!!!!
E la Ciuffini è stata attrice??????!!! ed è una famosa blogger????!!
(seguo i blog in rete da anni, e ignoravo l’esistenza del suo)
ah, e la conduttrice ghettizzata con scollatura ombelicale?
Se non interviene un obbligo, un’imposizione, ci sono ambienti che non cambieranno mai… In questo momento c’è bisogno di un’imposizione che ci permetta di arrivare… (e sconfiggere il vampiro maschio e assetato di sangue).
Eh, ogni scusa è buona per un po’ di sano autoritarismo.
Il grande cambiamento: la donna amministratrice delegata! E si tocca con mano l’elemento della sensibilità femminile nella chiave di lettura delle problematiche…
Con quale mano?
Ma che è ‘n incubo? Siamo tornati negli anni sessanta?
La Ciuffini invece dice più o meno: le donne ce le facciamo noi perché le partoriamo, poi ne scegliamo una ventina (a casaccio, e comunque niente democrazia, è solo una perdita di tempo) e gli facciamo governare il mondo
Oh, la soluzione era a portata di mano e non ci avevamo pensato.
Geppy la apprezzo per la sua intelligenza e il suo senso dell’umorismo (raro in una donna). Nel suo primo intervento introduce almeno l’elemento “c’è donna e donna, come c’è uomo e uomo”. Vista la platea, apprezzo lo sforzo.
E il tizio in camicia bianca (Gomez?), casual chic: Noi siamo maschi, noi siamo vittime di pregiudizi, di un’educazione… (ahahaha, eh, infatti, vi hanno educato le donne) A noi ci piace il basket e mangiare bene (ha fotografato il maschio medio dell’Alcoa), ma forse dobbiamo assumere più ragazze perché ci dicano cosa gli piace…
Comunque lui ha parlato con la Zanardo, quindi sta a posto.
E quando la Ravera si alza in piedi perché non vuole essere ghettizzata seduta al sole? Màggica.
Non vi votate, voi donne, perché vi conoscete troppo bene. (Fini)
Sottoscrivo.
Purtroppo – Fini – è stato debole nel tono, nei contenuti e nello stile comunicativo. La storia dell’uomo come istanza dell’ordine e del diritto e della donna come principio creativo e disordinato, poi….
Agh, che roba. Come offrire alla controparte la tua testa su un piatto d’argento.
L’albero della vita e colui che ha lasciato l’albero della vita… la donna molto più vitale dell’uomo (di lui forse)… la grande storia dell’esistenza…eros e thanatos…
See, addio. Sveja! Siamo nel tremila.
Ho chiuso sulla crisi isterica di Ciuffini: Datemi il foglio! Perché nessuno mi dà il foglio!
Qualcuno le spari un farmaco paralizzante, 30 gocce di Xanax dovrebbero bastare a sedarla, per applicare il radiocollare.
Una parola di conforto, infine, ai maschi pentitenti tra il pubblico e sul palco. Buonanotte.
p.s.
ABBASSO LE QUOTE DI QUALSIASI COLORE, GENERE E RELIGIONE
dia(Quota) (Replica)
avevo scritto una lunga videocronaca dei primi 20 minuti, ma mi sa che ho sbagliato l’invio.
Va be’, ritento sintetizzando.
Ho concluso la visione del video con la crisi isterica di Ciuffini – “Perché nessuno mi dà il foglio! Datemi il foglio!”. Spero che qualcuno le abbia sparato un farmaco paralizzante (Xanax, 30 gocce), come ai gibboni del Borneo, per applicarle il radiocollare.
Massimo Fini: che delusione, che disastro di intervento. Eros e thanatos, disciplina e diritto contro disordine e creatività, l’albero della vita… See, addio.
E la Ravera platinata e ghettizzata al sole?
E la presentatrice con scollatura ombelicale (ghettizzata pure lei, povera stella)?
E l’amministatrice delegata del Fatto la cui sensibilità femminile, nella chiave di lettura del giornale, si toccherebbe con mano? (Quale mano?)
E il radical-chic Gomez, scamiciato e con scarpa da qualche centinaio di euro, che dice che a lui come maschio interessano “il basket e il mangiar bene”, cose così, da maschi insomma? Il maschio dell’Alcoa si sarà riconosciuto in pieno.
E la iena che all’inizio dice che purtroppo, me magno le mano, ma la situazione è tale che ci vuole un’imposizione (quote rosa), ci vuole il pugno di ferro (l’avevamo capito? per sconfiggere i maschi vampiri assetati di sangue femminile…
Ahò, sveja, ma quand’è che li mandiamo a zappare questi?
dia(Quota) (Replica)
Cara Dia, forse per la prima volta, siamo in accordo TOTALE, non solo sull’analisi di quella ridicola kermesse, ma anche sulle soluzioni (mandiamoli a zappare!). Anche se io, onestamente, sarei forse anche un pò più duro di te…
Vedi che daje e daje, qualche punto in comune lo si trova? Ci vuole pazienza nella vita…
P.S. il tuo primo post era finito negli spam..da qualche tempo ne arrivano centinaia ogni giorno
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
d’accordo? macché…
la mia conclusione:
NO ALLE QUOTE DI QUALSIASI GENERE, COLORE E RELIGIONE.
No a imposizioni dall’alto (quelle donne non rappresentano tutte le donne), no a soluzioni paternalistico-autoritarie e anti-meritocratiche. Che una donna sia messa lì perché piace a Berlusconi o alla Zanardo, se è stronza e/o incompetente il risultato non cambia. C’è donna e donna, come c’è uomo e uomo – questa è la morale. Geppy Cucciari lo ha fatto notare, all’inizio. L’unica che ci ha provato a dire qualcosa di sensato. Ma ho visto solo il suo primo intervento, poi non so.
dia(Quota) (Replica)
in una strepitosa conferenza al TED su perché mentiamo e come soprire un bugiardo/a, la psicologa Pamela Meyer cita la bugia della mail finita nello spam come la più gettonata.
(con sottotitoli italiani)
http://www.ted.com/talks/lang/it/pamela_meyer_how_to_spot_a_liar.html
ok, non era una bugia. Pace.
dia(Quota) (Replica)
Ma poi spiegami per quale ragione avrei dovuto censurarti quel post…
P.S. si fa per dire, non lo fare…continuiamo con il dibattito…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Lo stile linguistico del dibattito, da liceo e assemblee anni settanta: retorichese, politichese, giornalistichese. Areale linguistico: SEL.
Ciuffini nel ruolo di arruffapopolo alla Grillo, a cui Fini ha dato begli assist.
Ravera, comiziante. (E lo sguardo femminile, e le due anime, e siamo la crema e l’avanguardia, e Roma risorgerà più bella e più forte che pria, benebravagrazie.)
Geppy in forma, ma imbarazzata (almeno nei primi 20 minuti)
La prima giornalista in gonna azzurra: sembrava la Cortellesi in una delle sue parodie.
dia(Quota) (Replica)
Li avete letti questi due articoli di Repubblica? Fatelo senza farvi fuorivare dal link con la rassegna stampa di Scienza è vita. E’ solo che li ho scoperti li.
http://www.scienzaevita.org/rassegne/02602bc473492b8b48767cf3b61f002a.pdf http://www.scienzaevita.org/rassegne/e2a11f5a0b84da6437873143b4ec0b86.pdf
Queste, in sintesi, alcune considerazioni.
1) Ci siamo abituati, purtroppo, ma constatare ogni volta il masochismo, il disprezzo assoluto del proprio genere, la ruffianeria verso le donne e la disonestà intelletuale di certi uomini, mi fa sempre male.
2) Nel merito degli articoli. Prendiamo tutto per buono, ossia in estrema sintesi che l’economia moderna si è trasformata per cui le doti maschili sono diventate meno necessarie di quelle femminili, il che spiegherebbe anche che questa crisi ha prodotto perdite di posti di lavoro in gran maggioranza maschili piuttosto che femminili. E che per questa ragione le donne si troverebbero a guadagnare spesso più degli uomini o anche ad essere le uniche in famiglia che portano reddito.
Prendiamo per buona quest’analisi, dunque, e vediamo cosa significa e cosa, se applicassimo un minimo di onestùà intellettuale, se ne potrebbe dedurre.
a) Non è vero, dunque, che i maschi hanno sempre oppresso e relegato le donne ai fornelli perchè intrinsecamente oppressori. Se oppressione c’è stata è stata dovuta a situazioni oggettive indipendenti dall’essere maschi o femmine (che d’altra parte, è sempre bene ricordarlo, hanno anch’esse goduto del lavoro maschile).
b) “L’oppressione ” maschile si è sempre tradotta in lavori non adatti alle donne perchè faticosi e rischiosi.
c) Se sono veri a) e b), allora le proteste femminili per essere state relegate dagli uomini ai margini del lavoro etc, etc, non avevano motivo d’essere. E con le proteste, per logica, nemmeno le speciali misure sempre richieste a gran voce per favorire le così dette pari opportunità.
d) Se ora la situazione si è rovesciata per motivi oggettivi e indipendenti dalla volontà di ognuno, allora onestà intellettuale imporrebbe che quelle misure di parì opportunità invocate a favore delle donne fossero oggi applicate anche agli uomini (ad esempio le quote azzurre nelle scuole). Ma naturalmente neanche un accenno a tutto ciò. Solo il pressante invito ai maschi, fatto da un “maschio”, a cambiare e imitare le donne, cioè diventare mentalmente donne ed accettare senza dispiacersi troppo che sia ormai lei a portare il lesso a casa. Come se la psicologia maschile , radicata nel corpo e in migliaia d’anni di dura gavetta, fosse da buttare come sbagliata o non esistesse o fosse modificabile a piacere. Come se nel passato gli uomini avessero invitato le donne a diventare uomini (e sappiamo bene quale scandalo e indignate proteste contro il non rispetto della natura femminile, ciò avrebbe suscitato nei e nelle benpensanti).
c) Ma più in generale cosa significa quel cambiamento epocale dato per oggettivo? Una e una sola cosa. Che il capitalismo manifatturiero e industriale, quello per intenderci che produce la ricchezza vera e trasforma il mondo al di là della disuguaglianza distributiva etc, era ed è un capitalismo “maschile”, mentre il capitalismo finanziario attuale, che produce solo false ed effimere ricchezze di carta e sulla carta, è un capitalismo di segno femminile. E quindi che il gran vociare del femminismo “antagonista” (ma a cosa e a chi, antagonista?), è perfettamente funzionale a questo stadio del capitalismo, gli è anzi necessario ed entrambi si cibano e si fondano sull’altro. Questo significa e nient’altro.
Ma ovviamente una considerazione logica ed elementare come questa, che parte proprio dai presupposti di quegli articoli, su Repubblica o giornali simili (ma anche in quelli dissimili) non potrà mai essere letta. Si scoprirebbe il gioco che invece deve essere nascosto e dissimulato dietro al gran vociare sui diritti, sulle pari opportunità e qualt’altre balle vengono ogni giorno propinate per non far pensare i popoli, e più ancora la componente maschile degli stessi.
armando
armando(Quota) (Replica)
m’avete fatto quasi venire voglia di vedere ‘sto filmato,.. ma un’ora e un quarto!! Pure Gasparrini dice il nulla scontato, ma almeno lui fa lo sconto sul tempo e si contiene in un quarto d’ora..
Rita(Quota) (Replica)
ho visto il video ,,una l’ha pure detto “che pollaio ” …altro che zappare la terra ,speriamo che ,questo famigerato 50/50 non sia rappresentato da questo palco ,perchè ,se esistesse un colore più cupo del nero ,sarebbe il colore ideale da mettere alle generazioni future
mauro recher(Quota) (Replica)
“…speriamo che ,questo famigerato 50/50 non sia rappresentato da questo palco ,perchè ,se esistesse un colore più cupo del nero ,sarebbe il colore ideale da mettere alle generazioni future” (Mauro Recher)
Caro Mauro, è la stessa, identica considerazione che ho fatto anch’io.
Uno spettacolo semplicemente penoso. Se fossi una donna, mi vergognerei di essere rappresentato da gente come quella, magari non proprio tutte, ma insomma…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Ravera, tra l’altro, ha fatto anche una bella gaffe involontaria ma rivelatrice. Gli uomini che vanno con donne “schiave” (nel senso di poco assertive, poco intelligenti, poco dotate di personalità e succubi) – ha detto – “muoiono di pizzichi” (sic). A parte che se la schiava è 90-60-90, come formato, di pizzichi non credo che muoiano, gli uomini, infatti le ricoprono d’oro e se ne fanno volentieri dissanguare in tutti i sensi. Ma parlare con tanta sufficienza e disprezzo proprio delle donne più fragili e condizionate e vittime del patriarcato, cioè proprio quelle che dovrebbe tutelare, non è un controsenso?
dia(Quota) (Replica)
ci voleva W. Farrell a quel dibattito, mica quel buffoncello di Fini, che tra l’altro è autore di alcune perle di stupidità racchiuse in questo articolo datato 2004
http://www.uomini3000.it/10112.htm
p.s. in realtà non voglio criticare Fini in toto visto che ho letto altri suoi articoli relativi a differenti questioni che ho trovato condivisibili.
fulvio terzapi(Quota) (Replica)
Tra l’altro, spalle ricurve, sguardo basso, occhi semichiusi quando parla: forse Fini dovrebbe anche modificare il suo linguaggio del corpo per risultare credibile quando parla di maschile come principio di ordine, autorità e disciplina.
dia(Quota) (Replica)
ma perchè.. al minuto 54 (circa) la Sabina che dice che la colpa della mercificazione di “quella cosa là” è colpa del mercato maschile perchè fino a prima della rivoluzione sessuale almeno aveva un “valore” mentre adesso è quasi gratis? …
Che una ragazza bellissima russa la debba dare via per soli 100 euro è indice di svalutazione?
adesso non ce la faccio più.. c’è la Ravera che parla di culi da spostare sulle poltrone e di femminicidi.. e non ce la faccio più, quando è troppo è troppo …
Rita(Quota) (Replica)
Mi sono sciroppato tutto il video …….. 😯 😯 😯 😯 😯 😯 😯
Roba da pazzi …… 😡 😡 😡 😡
Concordo totalmente, incommensurabilmente, incondizionatamente, inevitabilmente con Dia!!!!
Penso però che dovrebbero toglierlo dalla circolazione.
E’ pericoloso!!
E’m un’arma impropria. Potrebbe essere usato come strumento di tortura!!!
Io personalmente costretto alla seconda visione confesserei i crimini più immondi pur di farlo finire …. 😥 😥 😥 😥 😥
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
e allora sciroppatevi anche questo (per fortuna molto più breve):
grazie a Lella Costa anche la “bombardiera interventista”, Hillary Clinton, mandante morale e politica dell’aggressione alla Libia, diventa una povera vittima dello spregevole sistema maschilista…per il resto, sorvolo sulla sequela di banalità e luoghi comuni sciorinati dalla Costa in questo breve show che termina con quella che vorrebbe essere una metafora, apostrofando gli uomini come dei coglioni…a parti invertite, se un uomo si fosse prodotto nello stesso sketch, non avrebbe più messo piede in nessuna televisione, e il giorno seguente ci sarebbero state interrogazioni parlamentari bipartisan per denunciare la 7 come una tv sessista e razzista…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Quando si parla di invecchiamento della popolazione e delle sue conseguenze, si parla anche di questi spettacolini. Di solito alla fine arrivano gli assistenti che portano tutti nella loro cameretta (o camerino). Penso sia successo anche in questa occasione.
cesare(Quota) (Replica)
riprendo il commento di Cesare, per rilanciare un mio leitmotif:
E’ un mondo già finito e sepolto, quello che vediamo rappresentato su quel palco. Per mondo intendo mondo fisico, intellettuale, spirituale, mentale, ideologico (scusa, Fabrizio, lo so, dovrei perdonare i miei genitori), psicologico e affettivo. E’ una intera “cultura” (nel senso antropologico più ampio) che per fortuna va scomparendo. Sono morti che camminano e sanno di esserlo, perennemente impegnati a inventarsi o a cavalcare “fenomeni in allarmante aumento” a cui aggrapparsi come ci si aggrappa alla vita. Non rappresentano più niente (Fini compreso) se non se stessi. In fondo è gente come noi, che cerca di sfangarla, di portare a casa lo stipendio e pagare il mutuo, che assiste genitori anziani e malati – insomma, che cerca un suo posto nella vita. Quindi fanno bene a fare quello che fanno se portano a casa il risultato.
Io mi sento e sono supremamente libera (come individuo) di ascoltarli o no, criticarli o no, occuparmene o no. Mi si dirà: eh, ma questi fanno danni. Eh, ma allora non votate chi li sostiene.
dia(Quota) (Replica)
p.s. come Scalfari, che Repubblica lo tira ancora fuori dal sarcofago un paio di volte a settimana, e lui parte col secolo dei lumi, la laicità, i valori antifascisti…. Insomma, “attacca ‘a ggiostra” si dice a Roma.
dia(Quota) (Replica)
“come Scalfari, che Repubblica lo tira ancora fuori dal sarcofago un paio di volte a settimana, e lui parte col secolo dei lumi, la laicità, i valori antifascisti…. Insomma, “attacca ‘a ggiostra” si dice a Roma”. (Dia)
Non confonderei i lumi, la laicità e i valori antifascisti che sono comunque una cosa seria (al di là di come la si pensi) con quella grottesca quanto patetica carnevalata a cui hanno dato vita in quella manifestazione la Ravera, la Ciuffini e compagnia cantando (compreso Fini, mi dispiace dirlo, ma purtroppo è così, e certo lui tutto è tranne che un uomo di “sinistra”). Una delle migliaia di carnevalate a cui siamo sottoposti quotidianamente.
Poi che quei valori siano stati e continuino ad essere ipocritamente usati e abusati da questo e/o da quello, è altro discorso.
Come sempre, Dia (sei tu però,che vai sistematicamente O.T. siamo onesti perché il cervello non manca a nessuno di noi), sei troppo superficiale e precipitosa. Forse è anche passionalità, non lo metto in dubbio. Però si avverte a ogni piè sospinto, il dente che ti duole. C’è poco da fare. Il metaforico/psicologico parricidio/matricidio è in pieno svolgimento, nonostante la tua non più giovanissima età. Avresti dovuto farci i conti prima ma, come già ti ho detto, non è mai troppo tardi. Ribadisco però, che ci sono altre sedi per affrontare questa tematica.
Lascia perdere l’antifascismo o i lumi, Dia, che se possiamo stare qui a dirci tutte le cazzate che ci vengono in testa (comprese le mie, naturalmente) lo dobbiamo anche e soprattutto a quegli uomini (e anche numerose donne) che ci hanno rimesso la pelle, a migliaia, o che hanno transitato nelle sezioni “speciali” della Gestapo, per consentirci di poterle dire.
E in questo caso l’ideologia non c’entra proprio nulla…(per me non c’entra mai, a differenza tua, ma tant’è…)
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
d’accordo, Babbo.
dia(Quota) (Replica)
“E’ un mondo già finito e sepolto, quello che vediamo rappresentato su quel palco. Per mondo intendo mondo fisico, intellettuale, spirituale, mentale, ideologico (scusa, Fabrizio, lo so, dovrei perdonare i miei genitori), psicologico e affettivo. E’ una intera “cultura” (nel senso antropologico più ampio) che per fortuna va scomparendo”. (Dia)
Questa analisi può essere corretta solo se ci riferiamo a una parte del femminismo (quello “storico”, le ruggini o i relitti degli anni ’70) presente in parte su quel palco, cioè la Ravera e tutti gli altri sepolcri imbiancati come lei.
Sappiamo però perfettamente che il femminismo attuale, definiamolo post, neo o dom, come preferiamo, è un fenomeno sociale, economico, culturale, politico, spirituale, psicologico, ideologico e quant’altro ben più complesso (altrimenti non saremmo qui a fare quello che facciamo) ed è parte dell’ideologia attualmente dominante.
Il nostro principale avversario non è la Ravera di turno o simili (che comunque hanno il loro spazio mediatico, a differenza nostra che siamo come i Cristiani nelle Catacombe…), ma un intero sistema politico-culturale-mediatico che distorce lucidamente la realtà pro domo sua e che ogni giorno ci ripete in mille forme diverse (alcune molto sofisticate) che la violenza è maschile, che una quindicina di milioni di donne ogni anno vengono stuprate o molestate da un’altra quindicina di milioni di uomini, che le donne continuano ad essere discriminate e oppresse, e che gli uomini sono tutti dei privilegiati, anche quando si barricano a 400 metri di profondità per difendere un lavoro che io non farei neanche se retribuito con cifre a quattro zeri o quando finiscono nei ricoveri della Caritas in seguito ad una separazione.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“d’accordo, Babbo”. (Dia)
Mi rendo conto che deve essere duro sentirsi ancora figlie quando si è superata la soglia dei ’50 (se non erro) e sarebbe giunta l’ora di cominciare a sentirsi madri (biologiche o meno).
Te lo già detto, e te lo ripeto. Devi assolutamente leggerti il primo capitolo del “Così parlò Zarathustra” di Nietzsche dal titolo “Delle tre metamorfosi”.
Ti sarà sicuramente di aiuto. Leggilo e poi ne parliamo.
P.S. in separata sede perchè i nostri battibecchi e le tue vicende personali non interessano il dibattito.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Sentirsi zie vale lo stesso?
Comunque ok per quanto riguarda il non rompere con vicende che non interessano nessuno (ma non mi sembra di aver parlato così tanto di me, se non trasversalmente, come chiunque di noi fa – sempre)
dia(Quota) (Replica)
“Comunque ok per quanto riguarda il non rompere con vicende che non interessano nessuno”. (Dia)
In realtà non è affatto vero che non interessano, perché la relazione madre/padre con i/le figli/e è invece molto interessante da esplorare specie in relazione ai temi di cui noi ci occupiamo. E’ bene dunque che se ne parli, sia a partire dalla propria personale esperienza, sia in generale. A patto che non diventi un alibi per una polemica ideologica, come invece, a mio parere, tu fai. Questo tipo di operazione non serve proprio a niente e a nessuno. Perché ciascuno/a potrebbe avere avuto a che fare con genitori ideologizzati quanto i tuoi (quindi con lo stesso identico tipo di problematica) anche se di opposto o diverso colore ideologico/politico.
Per dirla in parole ancora più semplici, se hai voglia di approfondire la tematica (di fondamentale importanza) del rapporto genitori figli/e, per quanto mi riguarda va più che bene. Se invece il tuo scopo è utilizzare questa tematica assai seria e complessa (e molto spesso drammatica) come grimaldello per poter gettare immondizia su ogni cosa odori anche lontanamente di “sinistra” (o di Sinistra, con la S maiuscola), allora non ci siamo. Ma non perché il sottoscritto sia di “sinistra” o di Sinistra (anche perché il paraocchi l’ho dismesso da un bel pezzo), ma semplicemente perché non avrebbe nessun senso e non servirebbe a nulla.
A tal proposito, alcuni giorni fa, ho partecipato ad un dibattito organizzato a Lecce da un’associazione dove è intervenuto uno psicologo, Sergio Martella, che ha elaborato una teoria molto interessante sul matriarcato. Martella capovolge il paradigma femminista e individua proprio nel matriarcato l’origine e la causa prima delle problematiche inerenti la relazione maschile/femminile.
Naturalmente il discorso è complesso e da approfondire. Non c’è dubbio però che il suo sia un approccio molto originale e sicuramente destabilizzante, data la situazione. Io non condivido diverse altre sue tesi (anche in tema) ma, al momento, dato lo stato di cose presenti, non abbiamo sicuramente nessun interesse ad entrare in conflitto con le sue posizioni. E’ un tema che approfondirò senz’altro in un prossimo futuro.
P.S. va bene per le zie…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
dia
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E’ un mondo già finito e sepolto, quello che vediamo rappresentato su quel palco. Per mondo intendo mondo fisico, intellettuale, spirituale, mentale, ideologico (scusa, Fabrizio, lo so, dovrei perdonare i miei genitori), psicologico e affettivo. E’ una intera “cultura” (nel senso antropologico più ampio) che per fortuna va scomparendo. Sono morti che camminano e sanno di esserlo, perennemente impegnati a inventarsi o a cavalcare “fenomeni in allarmante aumento” a cui aggrapparsi come ci si aggrappa alla vita.
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Non è affatto un mondo finito e sepolto, anzi, è in piena espansione. Certi pensieri di queste vecchie decrepite femministe, sono diffusissimi fra la popolazione sia maschile che femminile. Per esempio, il disprezzo di sé e della maschilità è una costante fra gli uomini, come lo è fra le donne un certo senso di superiorità psicologica-intellettiva nei confronti degli uomini. Chi, fra di voi, non ha mai sentito una donna o un uomo pronunciare le seguenti parole:
“Eh, ma le femmine son più sveglie dei maschi”, “Le femmine son più mature dei maschi”, * “Le donne son più furbe”, “Le donne son più intelligenti”, “Dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna”, “Gli uomini son tutti coglioni” e così via.
Ad esempio, quanti, fra di voi, hanno mai ascoltato una donna rivolgere un apprezzamento (solo uno, eh…) agli uomini? Nemmeno una… Invece, al contrario, quante volte avete ascoltato degli uomini esaltare le donne, definendole “superiori” a se stessi? Un’infinità…
La realtà è che oggi più che mai, il vero dominato – nel senso letterale del termine – è l’uomo, il maschio, e lo è psicologicamente, emotivamente e sessualmente.
Basti solo pensare a tutti i soldi che gli uomini spendono per star dietro alle donne o per andare a puttane. Al contrario, le donne spendono solo per farsi belle (in tal senso spendono un po’ di più degli uomini, ma, di certo, il “ritorno” è ben più sostanzioso).
@
* Diceva un intellettuale vissuto qualche secolo fa:
“La gramigna matura sempre prima del frumento”…
Tiziano(Quota) (Replica)
Purtroppo mai come oggi quel mondo è vincente, ma sarà quel mondo stesso, arrivando a strafare, a risvegliare tanti begli addormentati nel bosco, numerosissimi, soprattutto a sinistra. Siamo solo agli inizi e coloro che qui scrivono hanno solo percepito in anticipo ciò che altri percepiranno più avanti.
La forza dell’attuale femminismo è quella di infilarsi in qualsiasi pertugio, interstizio, colonizzare qualsiasi spazio, soprattutto se “innovativo”, in cui c’è una benché minima possibilità di far sentire una voce in grado di diffondersi mediaticamente . Oggi il Fatto quotidiano, diventato un avamposto della peggiore retorica femminista, domani il movimento 5 stelle e poi si vedrà. Quello che si sta manifestando in Occidente, e che si manifesterà in maniera sempre più chiara, è il tentativo, facendo leva su alcuni ben congegnati meccanismi, di imporre un nuovo suprematismo di genere, altro che parità! Solo gli ingenui e gli ideologizzati possono pensare che siamo di fronte a un nuovo progressismo.
Alessandro(Quota) (Replica)
qualcuno sosteneva che in America sono messi peggio di noi. in realtà è un’opinione ingenua frutto della non conoscenza dell’inglese che porta ad esaminare solo fonti di seconda mano che danno un’idea filtrata e distorta della realtà.
basta avere un minimo di familiarità con la lingua dei Beatles per capire che oltre oceano sono più avanti di noi con la critica alla retorica femminista.
in questo video una trasmissione in prima serata dedica una disamina critica sulla bufala delle discriminazioni salariali tra uomini e donne, con anche un intervento del Vate Supremo.
lo stesso Vate è stato anni fa ospite da Oprah, praticamente il talk show più seguito negli Usa.
poi però mi sa che non l’hanno piu ospitato
fulvio terzapi(Quota) (Replica)
“basta avere un minimo di familiarità con la lingua dei Beatles per capire che oltre oceano sono più avanti di noi con la critica alla retorica femminista”. (Fulvioterzapi)
Non possiamo che esserne felici, Fulvio. Naturalmente, dal momento che è giusto che ciascuno dia il suo contributo in base alle proprie capacità, d’ora in poi sono certo che sarai ben lieto di farci da traduttore. Ne abbiamo un gran bisogno, anche perché un conto è l’inglese più o meno maccheronico che ci insegnano a scuola e un altro è la conoscenza vera della lingua inglese. In generale abbiamo un gran bisogno di uomini (ma anche di donne) che si impegnino concretamente e diano un contributo fattivo, in base alle proprie caratteristiche e capacità, rispetto ai relativamente tanti che amano polemizzare o cercare di creare dissidio per il puro piacere di farlo.
Ciò detto, che negli USA ci sia un relativamente forte movimento maschile antifemminista è cosa abbastanza nota. Forse è anche una reazione naturale dal momento che proprio l’ America può essere considerata come la patria del femminismo, per lo meno quello che storicamente ha fatto da battistrada, e che tuttora è il più potente.
In generale l’America è il paese del mondo occidentale dove tutti i fenomeni sociali o culturali esplodono prima che altrove e tendono, ovviamente, a creare delle tendenze, dei trend, come si suol dire. E’ una delle caratteristiche di quel paese. Per cui, come ripeto, non mi sorprende affatto che proprio negli USA sia nato e si sia sviluppato un movimento maschile di una certa entità. Anche se, purtroppo, non ancora direttamente proporzionale alla potenza culturale-mediatica-politica del femminismo americano che ormai da tempo controlla e domina l’”etosfera” di quel paese, ne detta le linee politico-culturali e occupa formalmente e di fatto la Casa Bianca, Hillary Clinton e Susan Rice in testa(più moglie di Obama).
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Il video della Costa, mi fa venire in mente un’idea.
Dedichiamo un post, un articolo, ai video e agli audio di tutte le misandriche (e anche misandrici ovviamente) d’Italia.
Penso che la cosa sia estremamente più produttiva ed “istruttiva” di tanti commenti.
Focalizzare in un unico luogo video ed audio di tal tipo, completi di chi, come, quando e dove penso che abbia un impatto enorme su ogni uomo che abbia a visionarli.
Con suppergiù un titolo del tipo “Misandria: l’Italia che odia gli uomini” o simile.
Invito perciò tutti/e a segnalare programmi o video di tal tipo. Magari per posta elettronica, ma anche direttamente.
Ovviamente, ma penso lo abbiate già capito, particolarmente graditi, almeno al sottoscritto, saranno quelli delle misandriche sinistra-te e dei loro omologhi uomini.
PS. Se si tratta di programmi radio-televisivi basterà che ci segnalate rete, programma, giorno ed autrice o autore della “performance”. Provvederemo noi a sistemarli e pubblicarli. Se ovviamente ce li segnalate tutti confezionati ancora meglio.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Sono d’accordissimo, con una sola nota. Non farei assolutamente distinzione fra misandriche di “sinistra” o di “destra”, proprio per evitare possibili fraintendimenti politici. Anche perché il nostro obiettivo è proprio quello di dimostrare la trasversalità politica del neo-post-femminismo (Lella Costa e Barbara D’Urso unite nella lotta…).
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
bellissima idea. Buongiorno e Zanardo, Lella Costa e Barbara d’Urso, suore e femministe al sud. Insomma, le donne dello snoq. Qui di video ne avete già abbastanza, ma se mi capita qualcosa lo posto.
Propongo poi, però, e assolutamente, un post dedicato alle non-misandriche. Ce ne sono parecchie, e non tutte pornostar dotate di ghostwriter maschi. Ci sono donne che dicono cose oneste, anche se non hanno visibilità. Criminologhe, psicologhe, ginecologhe-direttrici di centri antiviolenza come Alessandra Kustermann – già citata da me in passato – che un otto marzo di qualche anno fa, alla trasmissione Otto e mezzo della 7, tra una Gruber, una Maraini e una Mussolini infervorate, ha detto che la violenza non ha genere, e che le donne dovrebbero sempre chiedersi chi è che cresce e educa i “maschi violenti”, cioè loro stesse. Nell’imbarazzo generale.
dia(Quota) (Replica)
l’argomento più forte, però, secondo me, non è tanto documentare la “cultura” prevalente, ma la “realtà” – quella nostra e delle persone che vediamo, incrociamo e incontriamo tutti i giorni. Qualcuno/a ha mai sentito una donna parlare bene degli uomini come categoria? Qualcuno/a ha mai fatto questa esperienza? Io no. E forse io stessa ne parlo bene troppo poco, rispetto alle lodi sperticate che sento sempre fare delle donne.
dia(Quota) (Replica)
Ho chiesto ad antifeminist un parere su questo commento di fulvio,
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qualcuno sosteneva che in America sono messi peggio di noi. in realtà è un’opinione ingenua frutto della non conoscenza dell’inglese che porta ad esaminare solo fonti di seconda mano che danno un’idea filtrata e distorta della realtà.
basta avere un minimo di familiarità con la lingua dei Beatles per capire che oltre oceano sono più avanti di noi con la critica alla retorica femminista.
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dato che lui è quasi dieci anni che “monitora” la situazione negli USA, compresi i siti antifemministi inglesi/statunitensi, e ha tradotto diversi video dall’inglese; ecco cosa mi ha risposto:
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Se fulvioterzapi capisce molto bene l’inglese, saprà che una costante degli antifemministi americani è l’intenzione di espatriare: in Europa, Giappone, Asia in generale. Il fatto che negli USA siano messi peggio di noi è un dato di fatto incontestabile: le leggi che hanno sono peggiori delle nostre (in fatto di femmine), e in Tv ci sono talk show guardati da milioni di femmine in cui le presentatrici si mettono a ridere e scherzare sull’evirazione, senza che nessuno si scandalizzi. Quel paese è il fulcro del femminismo mondiale, sostanzialmente un cancro che si espande sempre più. Meglio cento Svezie che un solo USA, perché perlomeno la Svezia tiene la feccia entro i proprio confini, non la esporta in giro per il mondo come fanno gli USA.
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Sandro2(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia:
“PS. Se si tratta di programmi radio-televisivi basterà che ci segnalate rete, programma, giorno ed autrice o autore della “performance”. Provvederemo noi a sistemarli e pubblicarli. Se ovviamente ce li segnalate tutti confezionati ancora meglio.”
_______________________________
>
http://antifeminist.altervista.org/multimedia/male_bashing_tv_1.htm
>
http://antifeminist.altervista.org/multimedia/male_bashing_tv_2.htm
>
http://antifeminist.altervista.org/multimedia/male_bashing_tv_3.htm
Sandro2(Quota) (Replica)
Se volete un esempio di misandria …
http://femdominismo.wordpress.com/2012/09/17/questa-e-misandria/
mauro recher(Quota) (Replica)
Ok.
Ricevuto.
Mi metto al lavoro.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Avrete notato che il sito ha avuto qualche problema, successivamente risolto.
Tuttavia qualche amico ci ha avvisato che tuttora non riesce a collegarsi.
Probabilmente è problema particolare (dell’utente) e non generale. Ma se cosi non fosse vi preghiamo di segnalarcelo, indicando almeno la regione di provenienza, alle seguenti mail:
uominibeta@uominibeta.org
uominibeta@gmail.com
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Che ne sarà di chi, deluso dalla civitas hominum, invece della civitas dei, ha fede nella civitas feminarum?
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/tutti-gli-sprechi-di-renata/2191479
cesare(Quota) (Replica)
Segnalo sempre sugli sviluppi di quella riunione tra vecchie amiche alla Versiliana (con polemiche annesse su Fini) il seguente post di De Maglie (sul FQ):
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/19/caro-massimo-fini-mio-punto-di-vista-2/357163/
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
SESSISMO ANIMALISTA
Pochi minuti orsono. TG2, intervista ad una attivista di un movimento a tutela dei cani (ottimo intento). Durante l’intervista la tizia dice candidamente: “Quando c’è da salvare un cane, privilegiamo le femmine e i cuccioli, prima le donne e i bambini”. SIC!
Anche fra gli animali i maschi sono gli oppressori che non meritano di essere salvati!
Armando
armando(Quota) (Replica)
No, non sono oppressori ma sacrificabili sì. Gli uomini (e i cani) sono sacrificabili per definizione. Usi a obbedir tacendo, e tacendo morir. Se c’è da eliminare, le Divine Femminine non ci pensano due secondi. Il punto è: adesso che lo sappiamo, continuiamo a buttarci con voluttà nel grande tritacarne del “dovere” e della “cavalleria”, come negli ultimi 5000 anni, o diciamo “Preferirei di no” come Bartleby?
Marco Pensante(Quota) (Replica)
Da: “il venerdì di Repubblica” del 21 settembre 2012
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VIZI&VIRTÙ
di Piero Ottone
MA NON SERVONO LE QUOTE ROSE PER FARE CARRIERA
Di tanto in tanto torna alla ribalta un tema antico: le quote rosa. Coloro che hanno responsabilità decisionali ai vari livelli, in Italia e fuori, ambiscono a stabilire, per un falso senso di giustizia, quante donne debbano figurare al vertice di enti pubblici, e addirittura nei consigli di amministrazione delle società per azioni. A me questa sembra una sciocchezza. Non ho alcun senso di antagonismo o di ostilità, sia chiaro, verso gli esseri umani che appartengono all’altro sesso: ci mancherebbe altro. Sono felice quando fanno una bella carriera: come la Hillary, ministro degli Esteri negli Stati Uniti, come la Helle, che è al vertice del governo danese, ed è anche di bell’aspetto; per non dir nulla della Tina Brown, grande giornalista anglo-americana. Anche la direzione del New York Times è stata affidata a una donna: ne sono felice. E la nostra Fornero… Che però si prescriva per legge la presenza di donne a posti di responsabilità mi pare una follia. Umiliante, oltre tutto, per le donne. Come se avessero bisogno di apposite leggi per affermarsi.
È vero: le donne sono in minoranza negli enti pubblici, nei parlamenti, nei consigli di amministrazione. E con questo? Il fatto che ci siano in parlamento o alla guida di società private più uomini che donne non significa né che le donne siano meno brave, né che siano ostracizzate. La verità, piuttosto, è che le nostre compagne hanno interessi molteplici, e prediligono una vita più variegata di quella degli uomini. È vero: ci sono donne che per la carriera darebbero la vita. Ma a giudizio di molte altre, probabilmente la maggioranza, è bello stare in ufficio e lavorare al meglio, ma è anche bello, quando scende la sera, andarsene a casa, e coltivare altri interessi: tra i quali è giusto porre, in primo luogo, la famiglia. Concludo: sono sicuro che se una donna vuole fare carriera, e vale, non ha bisogno delle famigerate quote rosa (e già l’espressione è ridicola) per raggiungere i suoi obiettivi.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
E dalla Repubblica di oggi:
Quote rosa, senza donne decade la lista – Via libera in commissione in Senato
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Solo per la cronaca, Piero Ottone ha dimenticato di citare i veri attuali pezzi da novanta (Hillary Clinton a parte), cioè le attuali presidentesse del Brasile e dell’Argentina, gli stati più grandi e importanti del Sud America, rispettivamente la Kirchner e la Rouseff, e soprattutto due fiorellini del calibro della Merkel, di fatto la Presidente dell’UE, e della numero uno di una sciocchezzuola come l’FMI, Cristine Lagarde.
Sempre per la cronaca, fino a pochi mesi fa la presidentessa della Finlandia era una donna, così come quella cilena. Attualmente, se non vado errato, anche l’Islanda, la Croazia e la Lituania, per rimanere in Europa, sono governate da donne. Senza naturalmente dimenticarci di due campionesse di specificità del passato, e cioè la “pacifista” Golda Meir, a suo tempo capo di governo israeliana (bombardatrice dei campi profughi palestinesi e mandante di assassini in tutto il mondo) e di quella santa donna della Thatcher che naturalmente tutti i lavoratori britannici rimpiangono per le sue politiche in favore del welfare e per la sensibilità dimostrata per le problematiche sociali del suo paese . Nonché, ovviamente, per aver fatto di tutto per evitare la guerra con l’Argentina, rea di aver occupato quattro scogli nell’Atlantico, conosciuti come Malvinas, a poche centinaia di km. dalle sue coste e a 14.000 km dal Regno Unito…(se non altro contribuì indirettamente a far cadere la criminale giunta militare fascista argentina)…
Considerando che stiamo parlando del genere tuttora discriminato non c’è male…
Scherzi a parte, è comunque positivo che un illustre giornalista e scrittore come Piero Ottone si esprima in tal senso anche se le sue parole sono molto, molto soft…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio, ti sei dìmenticato di Tzipi Livni, l’ aguzzina sionista Ministra degli Esteri israeliana che guidò nel 2006 e nel 2009 il massacro contro palestinesi e libanesi. in particolare le operazioni “piombo fuso”.
L” omm’ ‘e ‘mmerd(Quota) (Replica)
No, non me ne ero dimenticato, “Omm e ‘mmerd” (che razza di nick che ti sei trovato stavolta… ), è solo che ho voluto sintetizzare per ragioni di brevità, altrimenti l’elenco avrebbe potuto essere molto più lungo.
Se è per questo, senza andare troppo indietro nel tempo, ci siamo anche dimenticati di citare Condoleeza Rice, quella perla di donna, numero due della Casa Bianca ai “tempi d’oro” di Bush junior, che ha fatto incenerire una città intera (Falluja) con il fosforo bianco. Una vera chiccha di “specificità” femminile…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Chissà perché tutte queste donne che sono state al potere vengono quasi dimenticate e non esaltate?
E’ evidente che, oltre a non essere il modello di bontà che il mondo si aspetta da loro, sono pure d’intralcio per le quote rosa e per tutta la propaganda femminista.
Invece si ricordano bene Lady Diana la principessa triste, e tutto il mondo a piangere…
Leonardo(Quota) (Replica)
“(che razza di nick che ti sei trovato stavolta…“(Fabrizio)
Carissimo il mio Fabrizio, è un nick che mi si addice in quanto descrive alla perfezione ciò che realmente io sono, in quanto veramente song’ n’omm ‘ e ‘mmerd! . Nato.
Ritornando in tema, ricordiamo che chi sta al Potere, tale Potere lo condivide con i suoi familiari,e compari vari, i quali esercitano su di lui un’ influenza rilevante. I tanti Luigi XVI,comandati dalle loro mogli, che ci sono nel corso della Storia, dovrebbe far rendere conto di quanto relativo sia il fatto che siano stati più uomini che donne ai posti di potere.
Ricordiamo che Mastella, nonostante fosse continuamente indagato non si dimise mai, ma bastò un avviso di garanzia nei confronti della moglie, per chiedere le dimissioni del governo e farlo cadere.Voi avete mai visto una donna che si espone così, perdendo potere e credito, in difesa del marito?
Inoltre è notorio la forte influenza psicologica ed d emotiva che le donne esercitano sugli uomini. Se andate a vedere nel corso della Storia non c’è un artista e poeta maschio che non abbia incentrato la sua arte sulla figura della donna. Allo stesso modo gli uomini che stanno ai posti di governo legiferano in base al volere femminile di massa. Ad esempio, tutte quelle liberticide leggi sulla cosiddetta “violenza sessuale” e quote rosa varie sono state fatte da uomini i quali agivano e agiscono in base al sentimento popolare femminile.
Il vero Potere è quello Femminile, in quanto si esplica da dietro le quinte, in modo subdolo e invisibile,facendo leva sulla fottuta dipendenza maschile nei confronti del femminile, influenzando in modo determinante chi ha le leve del Potere materiale. E’ l’ essere donna in sè che porta con se un Valore morale e psicologico notevole.
Il Valore Donna. Il più grande dei Poteri.
L’ omm’ ‘e ‘mmerd(Quota) (Replica)
Caro “Omm e mmerd”, ti sottovaluti molto perché, a mio parere, ragioni anche bene. Per quanto mi riguarda sottoscrivo senz’altro il tuo ultimo commento.
Mi vorrei più bene, fossi al tuo posto, perché disprezzarsi in questo modo?…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Invece di usare quel nick name perchè non usa il numero 71 della smorfia ,dice la stessa cosa ,ma mi sembra più carino ,scusate la piccola cavolata
mauro recher(Quota) (Replica)