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Di seguito il secondo video che abbiamo realizzato.
La linea politica, la strategia e gli orizzonti filosofici e valoriali del Movimento degli Uomini Beta si evincono dal Manifesto ("Il Movimento") e dai "Principi", pubblicati entrambi sulla homepage del sito, nonché dagli scritti pubblicati negli spazi riservati agli “editoriali” e agli “articoli”.
Lo spazio dei commenti è libero ed è stato creato per dare a tutti/e (indipendentemente dalla loro collocazione nei confronti del Movimento) l’opportunità di esprimere la propria opinione, purché nel rispetto delle regole della civile convivenza, delle altrui opinioni e dello Statuto del Movimento.
Conseguentemente, i commenti ivi pubblicati non sono in alcun modo riconducibili al Movimento degli Uomini Beta, ma esprimono solo ed esclusivamente posizioni individuali.
FAQ è l'acronimo di Frequently Asked Questions. Sono, letteralmente, le "domande poste frequentemente". Nel nostro caso sarebbe ...
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La QM non può essere di Destra
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Morti sul lavoro: il 3% sono donne…
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“Femminicidio” e violenza di “genere”: tutto da rivedere.
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Prima indagine sulla violenza delle donne sugli uomini in Italia
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Cos’è la violenza domestica
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2.216 Commenti
questo è un commento che ho letto su facebook
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QUANDO MUORE UN ANNA..UNA FRANCA…PER MANO DI UN UOMO..SONO LE DONNE CHE MUOIONO PER MANO DI UN SISTEMA,DI UNA CULTURA CHE LE CONDANNA IN QUANTO DONNE?QUANTE ALTRE DONNE E PER QUANTO TEMPO ANCORA DOVRANNO ESSERE AMMAZZATE AFFINCHE’ TUTTE LE DONNE COMPRENDANO CHE IL FEMMINICIDIO E’ UN ECCIDIO DI GENERE?IL PIU’ TRASVERSALE,MASSICCIO,INFINITO MASSACRO CHE VI SIA NELLA STORIA …SENZA LIMITI DI TEMPO O DI CONFINI….DOVE NON SI MUORE PER MOTIVI ETNICI,POLITICI,RELIGIOSI,(MA TUTTI QUESTI VENGONO OPPORTUNAMENTE UTILIZZATI A SECONDA DELL’EPOCA STORICA,DEL LUOGO E DELLA CULTURA)MA SOLAMENTE PERCHE’ NON SI APPARTIENE AL GENERE MASCHILE.
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se non è sessismo questo ,,,, ci sarebbe da ridere ,non certo contro le vittime in cui va il massimo rispetto ,ma per le grandi menzogne che sono scritte ,purtroppo la cosa ,secondo me ,è seria
oltretutto ,come ha scritto antifemminist “il femminicidio” non esiste ,e non potrebbe essere altrimenti , se no le vittime non sarebbero solo madri ,mogli ,sorelle e fidanzate (sopratutto queste ultime) ma ,se si muore ,perchè donne ,non ci sarebbe ,o sarebbe molto minore ,il rapporto sia affettivo ,che di sangue che le lega
mauro recher(Quota) (Replica)
Da un pò di tempo non intervenivo sulla 27a ora sul Corriere della Sera.
Precisamente dal post su Stefania Noce. Nauseato dalla strumentalizzazione posta in atto mi sono dovuto necessariamente prendere una pausa come dire … di smaltimento (dalla nausea intendo).
Ci sono però ricascato di nuovo. Con questo post:
http://27esimaora.corriere.it/articolo/torna-il-femminismoma-anche-le-donne-hanno-fatto-errori/#more-3413
Ho mandato diversi commenti. Me li hanno pubblicati. Stamattina, in risposta ad una considerazione della Melandri ne ho inviato un altro. Il risultato?
Ad ora non l’hanno pubblicato, ne penso che lo faranno.
Vi chiederete cosa avrò scritto di cosi offensivo da censuralo. Me lo chiedo anch’io. Ma per rendere chiaro a tutti/e la questione riporto di seguito l’intervento della Melandri, il mio commento non pubblicato ed il link allo screenshot da me salvato.
Il commento della Melandri.
01.02 | Lea Melandri
Le invarianti della storia
Dai primi del ‘900 ad oggi tanti sono stati i cambiamenti nel rapporto tra uomini e donne, ma non tali da impedire che alcune “invarianti” continuassero a comparire, come se il tempo non le avesse neppure sfiorate. L’antifemminismo non è nuovo, e per saperlo basterebbe avere voglia di dare un’occhiata ai libri che stanno uscendo sulle questioni di genere, scritti da uomini interessati alla ricostruzione storica della loro identità.
In un capitolo del suo libro “L’invenzione della virilità” (Carocci, 2011), Sandro Bellassai, docente di Storia sociale all’Università di Bologna, parlando della “misoginia di fine secolo” –riferito all’800-, scrive:
“Sul piano delle relazioni di genere, la prima e più potente incarnazione dell’alterità che si stagliava di fronte al maschile era da sempre la donna. Quella stessa donna che adesso, a fine Ottocento, mutava in ‘donna nuova’, spargendo il panico nelle file degli uomini occidentali sempre più insicuri circa la propria identità virile. La donna che esorbitava o minacciava di esorbitare dall’ambito tradizionale che Dio o la Natura avevano per essa eternamente delineato assurgeva così a bersaglio ossessivo degli anatemi di scrittori, moralisti, politici, scienziati, giornalisti, medici, studiosi di varia estrazione: secondo la caricatura maschile ricorrente, la “donna nuova” era sostanzialmente una figura mostruosa, un freak, un’aberrazione della natura. Una delle più minacciose incarnazioni di questa figura era certamente la femminista. I movimenti femministi non raccoglievano che scarse minoranze di donne, ma suscitavano comunque apprensioni smisurate. In effetti, si trattava di un evento dalla portata simbolica enorme: come ha ricordato Mosse, ‘per la prima volta a memoria d’uomo si metteva in discussione l’egemonia del maschio sulla vita politica e sulle scelte che governavano la società’.”
Il ‘rancore’ che si sente in alcuni interventi di lettori di questo blog non parla una lingua molto diversa da quella delle generazioni maschili che li hanno preceduti. Ma nelle discussioni su questo tema sembra che la storia non abbiamo mai insegnato niente.
La mia risposta
@ Lea Melandri
01.02 | 08:43 Luigi Corvaglia
Il tuo commento in attesa di moderazione
Se si accontenta di questa spiegazione, buon per lei. Mi permetto difarle osservare solo una cosa.Siete riuscite a sostituire il conflitto di classe con il conflitto di genere.Quanto questa sostituzione abbia giovato agli interessi del 99% degliuomini e donne mai come ora risulta evidente e lampante.
Si, le sto dicendo che siete molto più organiche al sistema attuale diquanto voi stesse ne siate consapevoli.
Poi, cosa vuole che le dica, il tempo è sempre l’ultimo giudice.
Lo screenshot
http://www.scribd.com/doc/80088421/Torna-Il-Femminismo-Ma-Anche-Le-Donne-Hanno-Fatto-Errori-La-Ventisettesima-Ora-
………………………………………………………………..
Come potete notare sarò stato duro, ma non ho scritto niente di offensivo o scurrile. Ho solo fotografato la realtà che loro non vogliono vedere.
Le mie conclusioni?
Queste tipe una critica da ….. Sinistra non la reggono proprio!!! 🙄
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Sono intervenuto pure io alcune volte con lo scopo di fare da sponda e dare supporto a quegli UU (e a quelle poche ma esistenti DD) che criticano, denunciano e condannano il male bashing che è la ragion d’essere di 27ora.
Mai nessuna obiezione nel merito.
Non hanno pubblicato tutto, ma quasi.
Il fatto è che i post demolitori del femodom finiscono sepolti sotto la valanga di quelli misandrici.
Ma la cosa importante è che quasi ogni 3d trova opposizione da parte di alcuni UU. Il che è bello per noi. Il fatto stesso che abbiano chiamato a scrivere la Melandri indica che hanno trovato una opposizione che non si aspettavano e che, secondo me, anni fa non ci sarebbe stata.
Ci sono poi degli interventi critici davvero ben articolati, scritti da UU con una certa preparazione.
Sicuramente alcuni sono vecchi del Momas ma altri devono essere dei nuovi cani sciolti che però si sono alimentati presso ciotole piene di buon cibo.
Quanto a Bellassai, egli appartiene al gruppo di Ciccone e Deriu. Quinte colonne.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Sponsorizzata dal Corrierone, dai Repubblicones, da tutti i canali Tv, finanziata in mille modi dagli Stati Nazionali, dall’Europa, dagli USA, bandiera per le guerre imperialistiche in tutto il pianeta, ingaggiata all’interno degli stati come ascaro dal potere attuale, privilegiata con legislazioni speciali, tutelata sistematicamente dalla dedizione cavalleresca di ogni singolo maschio, questa donna sarebbe percepita come una minaccia dal sistema e dai maschi? in realtà è una minaccia per lei stessa. E i maschi che la avvertono di questa verità non temono lei, cui vogliono bene, ma temono, e tanto, per lei.
cesare(Quota) (Replica)
Sono ripassato nello stesso 3D di prima, vedi mai…., e guardate invece cosa ho trovato.
………………………………………………………………
Donne e lavoro, lo racconta la storia, il femminsimo ce lo ha ricordato
01.02 | 23:50 Antonella Nappi
Non mi stanco mai di dire che non siamo state la generazione entrata nel mondo del lavoro per la prima volta. Al contrario le donne più degli uomini, legati ai campi, hanno lavorato nelle case in città, nelle fabbriche, poi anche emigrando e negli uffici , se aggiungi la campagna proprio tutte. La Sullerot in La donna e il lavoro parla delle donne come di lavoratrici indefesse estremamente e più di successo degli uomini dal medioevo. Morandi, Storia della grande industria in Italia, e Nuto revelli L’anello forte hanno detto tutto su ciò. Questa esperienza di lavoro è un particolare decisiva per guardare alle donne oggi e al lavoro che nelle famiglie, in aggiunta, hanno comunque sempre condotto. Ne appare un valore che trasborda e che risolverebbe gli impegni dello Stato in modo innovativo e agile. Il valore sta dunque in quel che le donne fanno e non in quel che non fanno. A me piacciono tanto ed ho imparato a guardarle trent’anni fa con il femminismo che è riuscito a toglierci il disvalore che gli uomini di potere, per tenerci a bada, ci avevano impresso giorno dopo giorno. Anche gli uomini non di potere lo sanno che valiamo e per questo possono essere spaventati, alcuni fino all’omicidio. Insomma io credo che noi donne si sia sulla buona strada per riorganizzare il mondo. Se ne rimane un poco, visto la demenziale gestione che gli uomini di potere ne hanno fatta.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Scusa Luigi, ma di preciso cosa vuoi dire? Che condividi o dissenti? Per quanto mi riguarda lo considero il solito commento femminile auto-esaltante, di cui non se ne può veramente più. Come non se ne può più di questa storia degli uomini che avrebbero paura delle donne, per non parlare della consueta deresponsabilizzazione femminile.
Ma di che cazzo parlano queste mentecatte? Ma che vanno cianciando? Guarda, più tempo passa e più le disprezzo in maniera profonda. Stimarle mi è ormai impossibile.
Marco(Quota) (Replica)
Mah, sono sempre di più convinto che con quelle giornaliste che fanno parte del mainstream non ci sia alcun dialogo possibile, chiuse come sono nei loro pregiudizi ideologici da cui traggono anche di che vivere (e probabilmente bene).
armando
armando(Quota) (Replica)
Nuova campagna criminale goebbelsiana sulla questione stupro.
La Cassazione ha applicato la sentenza della Corte Cost. che aveva dichiarato incostituzionale la legge Maroni dove prevedeva il carcere obbligatorio per l’ACCUSATO ossia, prima del processo.
Carcere in attesa di giudizio che non è obbligatorio nemmeno in caso di omicidio (… e meno ancora di infanticidio materno…!).
Menzogna repellente, manipolazione totale.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
La penso anch’io come Armando: se ci vivo a vendere scope e stracci, difficilmente pubblicherò qualcosa sull’uso di un aspirapolvere. Mainstream ha molte assonanze con marketing.
cesare(Quota) (Replica)
@ Marco
Dissento ovviamente. Lo riportavo solo come esempio di delirio femministardo, con annessa ricostruzione della storia a proprio uso e consumo. Con la sola “piccola” aggravante che quella visione la vorrebbero imporre a tutti.
Ovviamente qui nessuno nega il fatto che le donne, quelle umili, normali, quelle appartenenti al popolo insomma, hanno sempre lavorato. Ed è probabile che la scrivente, che tanto ne parla, mai le abbia conosciute, all’opposto del sottoscritto.
E’ proprio la rappresentazione del fenomeno che ne danno questi primati di sesso femminile, casualmente sopravvissuti all’avvento dell’homo sapiens sapiens, che è falsa. Quello che vedo emergere dai loro “discorsi” è, detto impropriamente, un razzismo di genere, verso gli uomini.
Detto propriamente, anche se con una terminologia un po desueta, per quanto mi riguarda, è “fascismo“. Di genere, ma fascismo.
@ Armando
Sono d’accordo con te, dalla prima all’ultima parola.
Difatti non sono loro i miei interlocutori/interlocutrici.
Io intervengo, compatibilmente con il tempo che ho, solo negli spazi virtuali tipo Corriere, Fatto Quotidiano, etc., etc. … molto visti e frequentati. Dove quindi si possono raggiungere i più disparati tipi di persone. Donne ma soprattutto uomini. Il messaggio implicito nei miei interventi (che poi mi riesca, più o meno bene, è un altro discorso 😳 ) è diretto a loro.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
La censura è l’arma di chi ha ideologie sbagliate e di parte; contro chi dice verità scomode. Come nei regimi dittatoriali e religiosi, dove si vuole impedire alla gente di ragionare e vedere le cose come stanno.
Leonardo(Quota) (Replica)
Riguardo alla questione del lavoro e delle presunte disparità salariali fra i due sessi, sul Messaggero di oggi, è stato pubblicato l’articolo di un giornalista “uomo” che ha scritto:
“Le donne, lavorano di più ma guadagnano di meno”.
Posso dirlo almeno qui, su Uomini Beta? E’ una fortuna che io sia un semplice impiegato che non ha la possibilità di “relazionarsi” con questi/e mentecatti/e, perché se per puro caso dovessi lavorarci insieme o solo entrarci in contatto, so che rischierei di perdere il controllo. Ossia, inizierebbero a partire calci e pugni. Sicuro al 100%. Le mistificazioni di questa gente sono violenza psicologica allo stato puro, che alla lunga non può che scatenare (e scatenerà) violenza fisica dall’altra parte, cioè quella degli uomini beta, ovvero di coloro che non contano assolutamente un cazzo.
Marco(Quota) (Replica)
E’ proprio quello che vorrebbero, caro Marco. Dunque nervi saldi.
armando(Quota) (Replica)
Le complessate hanno colpito ancora.
>
http://www.corriere.it/esteri/12_febbraio_03/birra-sessista-inghilterra_938b12de-4e6e-11e1-af4c-6a00aeffb10f.shtml
MILANO – La bionda «sessista» espulsa dal Parlamento britannico. Questa volta a dividere i deputati della Camera dei Comuni non sono state né le decisioni anti-europeiste del primo ministro David Cameron né i drammatici numeri della disoccupazione e del debito pubblico. Nelle ultime ore a creare grande subbuglio è stata la presenza nello «Strangers’ Bar», uno dei caffè presenti nel Palazzo di Westminster, della Top Totty, birra prodotta da Slater’s, piccola società di Stafford. Sul logo dello spillatore compare l’immagine di una pin-up seminuda con le orecchie da coniglietta, in procinto di servire un paio di pinte. Alcuni membri del partito laburista e soprattutto tante donne del Parlamento hanno giudicato l’immagine «sessista» e offensiva nei confronti del gentil sesso e dopo aver presentato un’interrogazione a George Young, leader della Camera Comuni, sono riuscite a ottenere l’espulsione della dissacrante bionda dal Parlamento.
DIGNITA’ – La richiesta di bandire la birra dalla Camera dei Comuni – racconta il Daily Telegraph è stata formulata da Kate Green, deputata laburista e ministro ombra per le pari opportunità: «Sono rimasta davvero turbata ieri sera nello scoprire che nello Strangers’ Bar è venduta una birra che si chiama Top Totty – ha dichiarato la deputata durante l’interrogazione parlamentare – Sullo spillatore vi è la foto di una donna seminuda». La Green ha fatto appello «alla dignità del Parlamento» e ha chiesto una veloce rimozione della birra dal Palazzo di Westminster. In meno di 90 minuti la richiesta della parlamentare è stata accolta e la birra è stata immediatamente ritirata. Chi appare più colpito da questa storia è Ged Slater, il produttore della famigerata bionda assieme a tutta la sua famiglia: «Siamo solo una piccola impresa – dichiara Fay Slater, figlia trentatreenne del patron della società che produce la birra – Sia chiaro, non vogliamo offendere nessuno. Se le critiche continuano, saremo felici di cambiare il logo». Tuttavia molti assicurano che la diatriba alla Camera dei Comuni non è altro che pubblicità gratuita per l’azienda di Slater e c’è chi scommette che da oggi ogni inglese potrebbe essere un potenziale bevitore della Top Totty.
PURITANESIMO E SARCASMO – La decisione di proibire la vendita della Top Totty non è stata accolta con favore da tutti i parlamentari. Alcuni deputati che amano particolarmente il sapore della bionda, hanno accusato i colleghi di non avere sense of humour e hanno rilevato come quest’atteggiamento non aiuti affatto la causa delle donne: «Questa sorta di puritanesimo istintivo danneggia molto più l’egualitarismo di mille etichette di birra – taglia corto Mike Natrass, europarlamentare eletto nella circoscrizione di Stafford per lo United Kingdom Independent Party – Esso sembra suggerire che se credi nella parità dei sessi devi essere sempre scuro in volto e privo d’ironia». Altri deputati hanno scherzato sulla velocità con la quale la birra è scomparsa dal Parlamento e hanno salutato la denuncia di Kate Green come «la più veloce vittoria politica della storia». Jeremy Lefroy, deputato tory è colui che ha più insistito affinché la Top Totty fosse venduta nel bar dei Comuni: «Era un modo per offrire alle piccole birrerie indipendenti la possibilità di farsi conoscere da un pubblico più vasto – ha dichiarato il parlamentare – Tuttavia capisco che alcune persone potrebbe sentirsi offese dalla sua commercializzazione e ciò mi dispiace».
>
Francesco Tortora
Sandro2(Quota) (Replica)
@ Marco
E’ proprio come dice Armando.
Bisogna mantenere la calma. Informarsi, per evitare di dire qualche castroneria (che sarebbe subito usata contro) e, soprattutto, usare la logica. Quella proprio non la reggono!!
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Riguardo alla questione del lavoro e delle presunte disparità salariali fra i due sessi, sul Messaggero di oggi, è stato pubblicato l’articolo di un giornalista “uomo” che ha scritto:
“Le donne, lavorano di più ma guadagnano di meno”.
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Marco, leggi qua.
http://www.metromaschile.it/forum/dialoghi-sulla-qm/classifica-gender-gap-del-wef/msg21122/#top
Tiziano(Quota) (Replica)
sulla sentenza della cassazione ,alcune mie considerazioni
http://femdominismo.wordpress.com/2012/02/05/la-legge-del-taglione/
mauro recher(Quota) (Replica)
mauro recher
sulla sentenza della cassazione ,alcune mie considerazioni
http://femdominismo.wordpress.com/2012/02/05/la-legge-del-taglione/
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Questa sentenza, infatti, andava messa nella discussione:
https://www.uominibeta.org/2012/02/04/il-52-le-certezze-perdute-del-maschio-moderno/#comment-16777
Dove si dice:
Questa è la campagna di informazione, che propone visite gratuite che aiuteranno gli uomini con problemi di erezione a sbarazzarsi di tabù e problemi sessuali.
e Daniele dice:
Signori, ma voi fate mai caso al disprezzo che tantissime esponenti del gentil sesso mostrano nei confronti di tutti quegli uomini che “non dimostrano di essere forti e virili” ?
Non vi capita mai di sentire frasi del tipo “Non esistono più gli uomini di una volta”, “oggi sono tutti dei senza palle”, “gli uomini di un tempo non torneranno più”, “noi donne abbiamo più palle di voi ometti”, “noi donne siamo i veri uomini”, ecc ecc? La realtà è che le femmine odiano tutto ciò che è debole.
L’unica maniera per cui contestano certe caratteristiche maschili, è solo perché loro stesse vorrebbero possederle (esempio: la superiore forza fisica maschile)…
Perché bisogna avere un quadro completo del mondo.
Leonardo(Quota) (Replica)
Fabrizio in un altro post avevi parlato che eravamo in guerra ,credevo che fosse una affermazione sopra le righe ,invece mi sono dovuto ricredere
http://femdominismo.wordpress.com/2012/02/14/sotto-attacco/
mauro recher(Quota) (Replica)
Copio ed incollo il mio commento inviato al seguente post
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/13/post-soli-uomini/190953/
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Cara Lorella
scusami se ti dò del tu, ma non ci siamo, non ci siamo proprio. Ti ritengo una “bella testa” e in qualche post te l’ho pure scritto. Ma non posso fare a meno di notare che ti muovi in un ambito di pensiero (femminista) che non ti permette di arrivare a conclusioni condivise e universali. Il tuo post ne è pieno, ma non voglio soffermarmi su questo. E nemmeno sullo stupro.
Voglio soffermarmi invece sulla tua frase: Serve un uomo che riproponga qualità del maschile che siano di ispirazioni agli altri uomini e che migliorino la società tutta.
Non so se qualcuno lo ha fatto prima, comunque, sinteticamente ti offro una diversa chiave di lettura che molto probabilmente non ti piacerà.
Il movimento delle donne, in altri momenti da me erroneamente sostenuto, una sola cosa ha fatto costantemente, da quando è nato. E mi dispiace che me ne sia reso conto solo ora. La demolizione continua, ferrea e implacabile della maschilità. Avete buttato con l’acqua sporca, alcune distorsioni storiche, anche il bambino, quei valori maschili che adesso tanto invocate. Siete riuscite, debbo dire in maniera egregia, a marginalizzare l’uomo in quella cellula fondamentale per la società che è la famiglia. Non vi siete poste, e non vi ponete tuttora, il problema dell’eccessiva femminilizzazione in alcuni ambiti, la scuola per quanto mi riguarda è il più importante, ma non è il solo. Avete invaso, e distrutto, ambiti maschili (e non parlo certo di lavoro e di potere) propedeutici alla formazione di una sana maschilità. Vi siete rivelate organiche (nonostante la vostra sempre supposta e mai esplicitata alternatività) a questo tipo di società, che tutto frantuma e asservisce al servizio di pochi per la disperazione dei molti, che non a caso vi lascia crescere e prosperare.
Ed ora, sempre tentando di dettare voi il canovaccio, (tralascio l’impostazione leaderisica del pensiero che a me, da sempre di sinistra, da i brividi) parlate di qualità del maschile che ispirino altri uomini e migliorino la società tutta.
Ma quando? Ma dove? Ma chi di grazia? Dopo aver raso al suolo tutto adesso scoprite e chiedete, devo almeno darti atto dell’onesta intelletuale di farlo apertamente, l’indispensabile intervento del maschile.
Mi dispiace deluderti, ma non ci sarà. E non perchè non lo si voglia, ma perchè non ne esistono proprio le condizioni. Per ricostruire psichicamente e simbolicamente il maschile ci vorrà tempo ed elaborazione. E toccherà a noi farlo. Senza interferenze da parte vostra. Mi dispiace ma è cosi.
…………………………………………………………….
p.s.: Si accettano critiche e suggerimenti.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Uhheeei … queste sono più puntuali delle tasse. In previsione dell’otto marzo la lobby giornalistico-femminista è in piena attività.
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/va-di-moda-uccidere-le-donne/2174001
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Dal primo rigo dell’articolo dell’Espresso postato da Luigi:” Se Laura sappia o meno che l’omicidio è la causa principale di morte per le donne, non glielo leggi in faccia…”.
Senza vergogna. Ed io senza parole, perché credo che una menzogna di tali proporzioni non sia forse mai stata propagandata nella storia, tranne forse quella dei “comunisti che mangiavano i bambini”. Solo che questa non ha mai attecchito veramente, tranne forse nelle menti più deboli, a differenza della prima che fa ormai parte dell’immaginario collettivo.
Nella prossima video-intervista cercheremo di destrutturare in pochi minuti questa mostruosità ideologica.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
non so a chi giova questa “demonizzazione” del genere maschile …
dico solo che si rischia di rovinare i rapporti tra persone altro che reciprocità e spontaneità e sesso ludico , chi mai farebbe questo con dei mostri (gli uomini) sbattuti in prima pagina?? e ancora c’è che non capisce che siamo sotto attacco
mauro recher(Quota) (Replica)
non so a chi giova questa “demonizzazione” del genere maschile …
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Fermo restando il fatto che, a mio parere, il numero delle donne uccise dagli uomini e’ comunque significativo di qualcosa (pur non essendo sicuramente la prima causa di morte per le donne), piu’ che di demonizzazione del genere maschile* parlerei di demonizzazione dei maschi italiani (visto che siamo in Italia), ma non di quegli uomini provenienti da altre culture.
Anzi, in Italia se qualcuno prova a dire o a scrivere qualcosa del genere nei confronti degli albanesi, dei rumeni o dei tunisini, viene immediatamente tacciato di razzismo.
****
*PS: una domanda: ma perche’ anche in questo (interessante) blog molti continuano a scrivere “genere maschile” anziche’ “sesso maschile” ? Ma il “genere” non e’ un termine di derivazione femminista? O sbaglio?
Stefano R.(Quota) (Replica)
@Stefano R
Ma come? Ci hanno rotto le scatole contro gli islamici che tegono le donne con velo in testa, le lapidano e quindi bisogna ammazzarli tutti, e adesso ci vieni a dire che siamo noi italiani i maschilsti?
E i rumeni? Stupratori e papponi?
Io ho avuto un rumeno muratore che lavorava al soldo di un italiano poco volenteroso, e che aveva moglie e figli in Romania da mantenere: questa è la media e la norma.
Tornando al maschio che crepa prima in un paese moderno e tecnologico: io quando visitai la Romania ai tempi dell’URRS, avendo problemi ansiosi non ancora esplosi e quindi inconsapevole, ebbi quasi un desiderio di rimanere a vivere in quel paese: contadino, dove molte ragazze giovani vestivano ancora con gli abiti tradizionali folcloristici, anche in grandi Città. Uscire con una donna li sarebbe stato molto più semplice, econimico e meno stressante… Peccato che il visto durava solo quattro giorni e costava molto, altrimenti essendo italiano avrei sicuramente avuto molte occasioni, visto che le ragazze dell’est amavano i soldi dell’ovest, infatti, crollati i regimi, sono venute a fare quello che fanno in Italia.
Leonardo(Quota) (Replica)
e adesso ci vieni a dire che siamo noi italiani i maschilsti?
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Dove l’avrei scritto che “siamo noi italiani i maschilisti” ?
Cercherò di spiegarmi meglio. Io non mi riferisco alla popolazione, al “sentimento collettivo” (che tuttavia “poggia” su qualcosa di concreto, ossia di esistente, lo si ammetta o no), bensì su quello che viene propagandato dalla gran parte della stampa (Il Giornale e Libero a parte), specie dai giornali di sinistra. Per esempio, tu la leggi mai l’Unità? Bene, ti assicuro che su quel quotidiano – come su altri di sinistra – esiste un razzismo alla rovescia. Leggere attentamente per credere.
°°°°°
Leonardo
Peccato che il visto durava solo quattro giorni e costava molto, altrimenti essendo italiano avrei sicuramente avuto molte occasioni,
°°°°°°°°°°°°°°
Ovvio, perche’ tu provenivi da un paese occidentale, all’epoca molto piu’ ricco di qualsiasi paese dell’est, percio’ avresti potuto farlo proprio in virtu’ di questo, ovvero di essere nato in Italia. Un rumeno nato in Romania non avrebbe certamente potuto fare lo stesso tuo ragionamento.
Stefano R.(Quota) (Replica)
Luigi, il tuo intervento sul Fatto Quotidiano è ottimo. Non c’è molto da aggiungere. Ma ha avuto un seguito in termini di risposte o no?
Armando
armando(Quota) (Replica)
Il mio ultra sintetico commento all’articolo de l’Espresso.
…………………………………………………………………
Devo constatare che persino all’Espresso, il mio giornale preferito da sempre, il livello dei giornalisti, ma più correttamente forse delle giornaliste, è a livelli pietosi.
Signora Abate è riuscita a non finire il primo rigo scrivendo una falsità.
E la deontologia professionale dov’è finita? Sotto i tacchi?
Inviato da luigicorvaglia il 18 febbraio 2012 alle 19:46
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
“parlerei di demonizzazione dei maschi italiani (visto che siamo in Italia), ma non di quegli uomini provenienti da altre culture.
Anzi, in Italia se qualcuno prova a dire o a scrivere qualcosa del genere nei confronti degli albanesi, dei rumeni o dei tunisini, viene immediatamente tacciato di razzismo”. (Stefano R.)
Quanto affermi è vero solo in parte. Ti ricordo che solo un paio di mesi fa a Torino un campo nomadi è stato devastato e dato alle fiamme da una folla di esagitati “benpensanti” solo perché una ragazza italiana aveva denunciato di essere stata violentata (fatto rivelatosi successivamente falso, fu la stessa ragazza ad ammetterlo) da due suoi coetanei del locale campo rom. .
A Roma, un paio di anni fa si scatenò la caccia al rumeno perché in un parco, una coppietta era stata aggredita e la ragazza era stata stuprata. Non ricordo bene come andò a finire (alcuni di nazionalità rumena furono arrestati e poi rilasciati non prima di essere stati sbattuti in prima pagina come i presunti “mostri”) ma ricordo perfettamente il clima che si respirava in quelle settimane.
Non direi quindi che ci sia tutta questa tolleranza nei confronti degli stranieri e questo purtroppo accomuna sia il centro sud che il nord Italia.
Ciò detto, quanto affermi ha senz’altro una sua fondatezza ma solo fino ad un certo punto. Non dobbiamo mai dimenticarci della contraddittorietà strutturale (e voluta) del femminismo che da una parte (mi riferisco in questo caso al femminismo tradizionale, quello di “sinistra”), criminalizza i maschi occidentali individuandoli come i responsabili primi dell’oppressione femminile, dall’altra strizza l’occhio ai bombardamenti “umanitari” delle forze Nato sventolando la bandiera dei diritti delle donne in quei paesi schiacciati dalle culture maschiliste (leggi quella islamica).
Questa operazione è portata avanti, ipocritamente, dal “femminismo di sinistra”, che da una parte, sul “fronte interno”, si erge a paladino dei diritti di tutte le minoranze (non potrebbe fare altrimenti), e dall’altra, su quello esterno è in prima fila nella criminalizzazione delle culture non occidentali (pensiamo al battage mediatico che è stato fatto in occasione della vicenda dell’iraniana Sakineh…). Questo “femminismo di sinistra” è assolutamente funzionale alla strategia geopolitica e militare occidentale nel mondo. Uno strumento di propaganda formidabile, la nuova bandiera dei diritti che sostituisce quella ormai logora dell’orgoglio nazionale e della difesa del suolo patrio (quest’ultima sarebbe anche ben poco credibile dal momento che il teatro di guerra si trova a diverse migliaia di km dalla nostra terra).
Poi abbiamo il “femminismo di destra” (in Italia declinato anche e soprattutto in salsa leghista ma non solo, sia chiaro) che invece è in prima fila nel portare avanti violentissime crociate anti islamiche e anti immigrati in generale anche e soprattutto sul “fronte interno”. La Santanchè, per fare un esmpio, è una delle esponenti di questo neo-post-femminismo forcaiolo, islamofobico, sostenitore della castrazione per gli stupratori (se potessero proporrebbero la pubblica impiccagione ma il “politicamente corretto” che gli fa da controaltare in un gioco delle parti, glielo impedisce…).
Come vediamo il fenomeno è complesso e deliberatamente contraddittorio. Sarebbe un errore madornale da parte nostra leggere il post-femminismo da un solo punto di osservazione e tanto più cadere nella trappola di alimentare una sorta di conflitto intermaschile con quegli uomini provenienti da altre culture, che il post-femminismo alimenta strumentalmente.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
beh ,ma infatti questo è razzismo ,da qualsiasi parte lo si voglia vedere ,per esempio il giornale e libero parlano bene di uni e male degli altri ,il contrario lo fanno i giornali di sinistra che .per come la vedo io ,non hanno capito un picchio del pensiero e della filosofia della cosiddetta sinistra ma, voglio fare un esempio per indicare che il razzismo e non per politically correct o qualunquismo è sbagliato …
lavoro da 15 anni in una fabbrica ,anche con gli extracomunitari ,vicino a me ,sono passati 3 extracomunitari ,tutti e 3 del Ghana ,secondo il pensiero “razzista” queste 3 persone si dovrebbero essere comportate allo stesso modo ,invece erano 3 persone completamente differenti nel fare e nei modi …lo stesso dicasi dei pakistani che lavorano con me ,o degli stessi musulmani ,il discorso non cambia …
concordo invece che ,proprio nei siti femministi si tenta di seguire l’orma data dai giornali come l’unità ,contro il maschio ,però se è extracomunitario chiudono un occhio per non passare da razziste ,facendo un razzismo all’ inverso e qui do pienamente ragione a Stefano
mauro recher(Quota) (Replica)
@ Armando
ha avuto diversi mi piace e qualche commento.
Comunque intervengo spesso sul Fatto Quotidiano, al 90% su questione di genere e i mi piace sono abbondantemente più dei commenti. E questo mi fa piacere.
Comunque in quel post, insieme ad un amico di nome groucho (in realtà non lo conosco, ma non riesco a non pensarlo come tale) siamo riusciti a mettere in risalto l’ipocrisia censurante della blogger.
Il tutto partendo da un lungo commento di groucho, da me apprezzato e pluricancellato, con miei e suoi commenti a loro volta cancellati, rimessi e cosi via. Se ci vai adesso sul quel post (sempre che la blogger non li abbia cancellati nel frattempo) puoi trovarci un commento di groucho che mi ha fatto molto piacere leggere.
Io, alla fine, sono tornato sui miei commenti più importanti, li ho cancellati e ci ho messo il seguente commento-cartello
COMMENTO AUTO CENSURATO PER SOLIDARIETA’ CON L’AMICO GROUCHO
Riporto comunque il lunghissimo intervento di groucho.
…………………………………………………………………
“La Maestra prima di salire in Cattedra lascia cadere un’occhiata stancamente distratta sulla platea, raccoglie le forze e le frecce, attacca a catechizzare alternando abilmente colpi e carezze.
Lei, che meriterebbe ben altra ribalta, un talkshow di prima serata, un Tg, se soltanto l’oppressione
maschilista non costringesse pure i giornalisti più aperti e democratici a sfruttare “la meglio gioventù femminile” come avvilente “decorazione natalizia” (Santoro e le Suddite Italiane- http://www.ilcorpodelledonne.n….
Lei, che, unica femmina libera ma libera veramente, deve patire da sola l’orribile sudditanza delle (altre) Donne, ascoltando “le garrule studentesse universitarie […] colte e rigorosamente di sinistra, commentare dottamente” un siffatto scempio sessista (Santoro e le Suddite Italiane- http://www.ilcorpodelledonne.n….
Lei, che sognava di scrivere poesie, e saggi, e girare documentari, e invece deve campare con i blog, elargendo perle ai porci. Porci che comunque riescono a fare di un post pieno di niente un “forum” con centinaia di commenti in mezza giornata. E senza avere scritto niente. Niente di niente. E io, che mi prendo pure la briga di commentare, dopo quella già penosa di leggere. D’altronde si sa, l’argomento “tira” sempre, a quelli là piace un mondo scannarsi sul sesso, sulla violenza, sulle porcate… appunto. Basta vedere a che percentuale arriva la chiave “Uomini-Donne” nelle
statistiche di ricerca di Google, ad esempio (http://www.lavoro-formazione.i….
Se fossi un Marziano, scaraventato sulla Terra, ignaro della retrospettiva settaria da cui muove la liturgia pedagogica della Maestra, faticherei a capire che cosa in effetti la Maestra ci domanda con questo suo “Discorso agli Uomini” (mai nati). Invece si da’ il caso che sia proprio un Uomo, e capisco quello che non dovrei, perché vedo quello che non si deve dire: che le questioni di genere sono (diventate) uno Strumento di Potere; che il Potere divide per controllare; che per dividere si cambiano
le forme, ma le sostanze sono sempre le stesse: etnia, sesso, religione, censo, cultura; che le discriminazioni vogliono un incessante martellamento di paure e pregiudizi, operazione facilmente
accessibile grazie ai massmedia e ai loro messaggi più o meno subliminali; che le cosiddette QuoteRosa sono concepite e costruite in forza del Culto del Privilegio mistificandolo per Parità, così come le QuoteVerdi dei Padàniservono all’accumulo di uffici e risorse al Nord, in forza di una inesistente “Questione Settentrionale” e una simile cultura “ariana”. E che tutto questo non ha niente a che vedere né con la libertà, né con la parità, né con la solidarietà, né con la giustizia, né con la civiltà.
Del resto, un Uomo soltanto in quanto tale impara già fino dalla nascita l’obbligo della Colpa nell’ordine per: le tragedie della Guerra (violenza maschilista); lo sfruttamento del Capitalismo (avidità maschilista); le oppressioni di Colonialismo e Imperialismo (vitalismo maschilista); gli orrori di
Nazismo, Fascismo e Comunismo (autoritarismo maschilista); la sudditanza delle Donne nella Storia (patriarcato maschilista); i disastri ecologici e ambientali (si imputano tragedie come Fukushima alla superbia maschilista che sfida le leggi naturali, come si può arguire dalla forma fallica di missili, satelliti, navi spaziali); il vizietto “orale” nella stanza ovale di un Capo di Stato americano (poi sparito all’ombra della più prestigiosa FirstLady); i festini orgiastici di un Capo di Governo (http://www.ilfattoquotidiano.i…
il presunto stupro di una cameriera africana da parte di un economista socialista a capo del FMI (poi sostituito da una Ministra liberista: http://www.ilfattoquotidiano.i…
http://www.ilfattoquotidiano.i… infine, per le vessazioni degli omofobi (http://www.ilfattoquotidiano.i…, per i Cimiteri dei Bambini Mai Nati (seppure commissionati da Donne: http://www.ilfattoquotidiano.i…, e finalmente per il naufragio del Concordia (http://www.ilfattoquotidiano.i….
Quindi dov’è la stranezza, a criminalizzare il Sesso inferiore e portatore di pene (in tutti i sensi), per gli orrori che geneticamente, biologicamente, fatalmente produce? (D’altra parte che la Colpa sia “questione di genere”, è dato per scontato nel commento alla recente sentenza della Cassazione sull’applicabilità di pene alternative nello stupro di gruppo: “non siamo così certe che si valuti, fino in fondo, l’impatto che tali misure possono avere sulle donne e soprattutto sugli uomini. Le une si sentiranno ancora una volta più esposte, gli altri meno colpevoli http://www.ilcorpodelledonne.n….
Certo, si potrebbe evidenziare, con la storica femminista E.Badinter (La strada degli errori. Il
pensiero femminista al bivio, Feltrinelli 2004, che spiega come dagli anni 80 le lobbies femministe abbiano voluto “ri-processare” la sessualità maschile per costringerla a cambiare. “E, per far questo, modificare le leggi e impadronirsi dei Tribunali”), la moda a manipolare allegramente le statistiche degli stupri (http://www.comedonchisciotte.o…, o a sfornarne di nuove alla bisogna: c’è il dramma sociale dei padri separati? Pronta la statistica che passa per vittime delle separazioni le mogli invece dei mariti: http://www.senonoraquando.eu/?…. La crisi falcia i lavoratori? Ed ecco la statistica sulle discriminazioni delle Donne nel Lavoro: http://www.senonoraquando.eu/?….
Ovviamente sarà giusto un caso, che a capo dell’ISTAT ci sia una Donna, piuttosto vicina, diciamo così, a vari movimenti femministi (http://www.noidonne.org/blog.p…, e con una carrioera alle spalle grazie alle “questioni di genere”? Non è un illecito, ma se a capo dell’ISTAT, che dovrebbe essere neutrale e trasparente, ci fosse un aderente a movimenti omofobi, o xenofobi, o associazioni per la bigenitorialità: le statistiche non parrebbero un po’ sospette, se fossero così automaticamente puntuali e ripetitive?
Si potrebbe obiettare, su un piano biologico, che la Liturgia dell’Espiazione degli Uomini quali portatori di pene (come gli Stupratori) sta allo Stupro tanto quanto quella delle Donne quali portatrici di vagina (come le Meretrici) sta al Meretricio. Oppure, su un piano statistico, che alle cifre delle vittime di Stupri (Colpa Maschile) si contrappongono le cifre delle vittime di False Accuse (Colpa Femminile), che infliggono a centinaia di Uomini povertà, disperazione, morte (8 suicidi su 10 nelle
separazioni sono padri separati). O ancora, che, se la maternità è biologicamente più essenziale della paternità, le madri che alienano figli (e figlie) al padre separato, che li (e le) devastano per sempre con la PAS, sono Donne che commettono forme di violenza (psichica e fisica) “di genere”.
http://www.gehttp://www.senato.it/documenti/reposi…
http://www.dirittoeminori.com/…
Si potrebbe anche domandare perché, se lo stupro è una “violenza di genere”, ci sono madri che partecipano con i mariti allo stupro dei figli?
http://webcache.googleusercont…
http://qn.quotidiano.net/crona…
http://www.crimeblog.it/post/5…
E perché mai, in cima alla classifica delle fantasie erotiche femminili c’è spesso lo stupro? http://affaritaliani.libero.it…
http://www.alfemminile.com/sch…
Potrebbe bastare una sola di queste contraddizioni, a smettere la coperta della “violenza di genere”. Potrebbe bastare, in proporzione, anche quello che è successo qui, dove le Donne non hanno rispettato la richiesta di non intervenire (e hanno fatto bene), per capire che se si può impunemente
trasgredire un rifiuto, lo si fa piuttosto facilmente.
Potrebbe bastare uno sguardo alla spirale di violenze commesse da maestre, educatrici, infermiere, per capire che nella Giungla prevale e prevarica la Legge del Più Forte, e che la fisicità maschile non è l’unica né la più violenta” forza che esista: a meno che non si faccia passare la materialità come prioritaria rispetto alla spiritualità, la fisicità all’intelligenza, il corpo all’anima. In tal caso, si dovrebbero però riscrivere da cima a fondo i ¾ di tutte le dottrine, le arti, le filosofie, ecc.
Si potrebbero dire tante cose, ma la Maestra per metterti alla prova ha ideato la trappola del secolo:
se non sai dire altro se non che non sei uno stupratore solo perché portatore di pene (è questo il più grande trionfo del Sessismo: ridure le persone ai loro genitali e portare le Donne a temere e venerare quei pochi centimetri e grammi che fanno il DioPene: complimenti), se cerchi di spiegarti con esempi “di genere” al contrario, non per criminalizzare tutti/e, ma per non criminalizzare nessuno/a, se difendi le tue ragioni ed emozioni di “non stupratore”, né potenziale né attuale, ecco, lo vedi? sei uno di quelli che “sviano, parlano d’altro, non affrontano l’argomento”. Geniale.
E si chiude il cappio: la leggerezza con cui cade quel moralistico “Certo.” a liquidare le fastidiose resistenze alla Colpa da parte di Uomini che “faticano a farsi carico del problema” (guarda un po’, chissà perché), è pari alla maestria di quel doppio colpo di coda con cui si dice “dovete farvi carico
non per colpe che non avete, ma per provare a capire”. Che cosa, non si sa. Ci sono leggi, c’è tutta una letteratura sterminata, ogni 2 giorni spunta un’associazione di tutela delle vittime di violenza, si fa un continuo parlare di violenza, anche fra uomini (http://maschileplurale.it/cms/…
e qualche femminista di chiara fama a volte pare addirittura annoiarsi (http://www.ilfattoquotidiano.i…. Che cosa vada ancora scoperto e compreso, non è dato saperlo. Forse vogliono sentirmi dire “sì, confesso, sono uno Stupratore Mannaro, con la Luna Piena mi trasformo e non c’è autocontrollo che tenga, sento una forza irresistibile che mi acceca e mi trascina in cerca di carne sempre più fresca (o calda? bòh)… e la sete non si placa mai!!”… ecco forse è questo che un certo immaginario femminile vorrebbe sentirsi raccontare, per sentirsi come CappuccettoRosso di fronte al LupoNero… se lo conosci lo eviti… Solo che a quanto pare uno dei più forti istinti aggressivi negli stupri è proprio il clima di giustificazione dato dall’immagine della Bestia Cieca dagli Impulsi incontrollabili http://donna.wikia.com/wiki/St….
In realtà, resta solo un dato di fatto: che il dramma degli stupri resta lì. Dice che è “ormai inutile che se ne discuta tra donne. I numeri raccontano che i nostri sforzi non sono sufficienti”. Che cosa possa mai cambiare se a parlarne siano gli Uomini, ancora una volta non si capisce. Se non mettendoLi in guardia da SèStessi, dallo Stupratore Mannaro che si portano dentro.
La Maestra chiama a sé le Sorelle, brandisce la bacchetta e arringa la platea, o quello che ne resta.
Passano in rassegna i “ragazzi”, gli “Uomini”, che stanno lì a giustificarsi, scusarsi, adirarsi, indignarsi, impegnarsi, e poi gettano la spugna con gran dignità. Ogni tanto confabula con il GranGiurì, Prima fra le Pari, e decidono i Voti. Qualcuna pensa che è solo tempo perso, che cos’altro puoi aspettarti da un’orda di sciocchi, se non “una marea di sciocchezze”? Ma no, profetizza solennemente la Maestra: “Ho ancora molta fiducia”.
Il tono è ieratico, ma soave: perché vabene la catechesi, la dottrina, la propaganda, ma bisogna tenere a mente di avere pur sempre a che fare con dei bruti inferiori, bambinoni pericolosi, e prudenza vuole che vengano sì, addestrati con la frusta, ma anche addomesticati con la ciotola. Dunque, per fargli ingoiare la medicina amara dell’emancipazione femminile “da relazioni di dipendenza millenarie”, ci vuole tanta grinta e altrettanta pazienza, perché il “momento è epocale. E’ difficile, lo capiamo”. Meno male: lo capiscono, Loro. Ci capiscono.
Finalmente, la Maestra scende i 25 gradini d’aria su cui s’erge il Pulpito, e dal basso della Cattedra
lascia colare magnanima la Perla d’Oro sui Porci, che, abituati alle ghiande, non potranno che sprecarLa: “Un post per soli Uomini”: “caspita, che Fortuna!!”, direi se fossi un Marziano. Invece, si da’ il caso che sia proprio un Uomo, e capisco quello che non dovrei, e credo in quello che non si può dire: http://www.youtube.com/watch?v…”
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Ottimo l’intervento dell’amico Groucho, Luigi, cerchiamo di rimanerci in contatto e se possibile di coinvolgerlo…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Se ne era già parlato (“di striscio”) in passato su U3000 e successivamente su UB, ma credo sia il caso di ritornarci: un uomo “normale” non potrebbe mai stuprare una donna, per un semplicissimo motivo: NON gli verrebbe mai duro. Da uomo so che senza le necessarie condizioni non c’è alcuna erezione. Condizioni che non possono certamente esistere durante uno stupro, di fronte a una donna che urla, si dimena, ti rifiuta. Solo dei soggetti “malati” possono eccitarsi in quelle situazioni. Oppure devono esistere situazioni particolarissime, come in guerra, dove proprio il conflitto può far “deviare” la mente di un soldato in astinenza da lungo tempo.
Tutto il resto è delirio.
Daniele(Quota) (Replica)
Stefano R.
>>
ma perche’ anche in questo (interessante) blog molti continuano a scrivere “genere maschile” anziche’ “sesso maschile” ? Ma il “genere” non e’ un termine di derivazione femminista? O sbaglio?
>>
Osservazione birichina assai.
Tu cosa ne deduci?
RDV
Rino(Quota) (Replica)
semplicemente GENIALE non ci sono altre parole da aggiungere …
mauro recher(Quota) (Replica)
“ma perche’ anche in questo (interessante) blog molti continuano a scrivere “genere maschile” anziche’ “sesso maschile” ? Ma il “genere” non e’ un termine di derivazione femminista? O sbaglio?” (Stefano R.)
Per la verità, forse superficialmente, personalmente utilizzo entrambi i termini (sesso e genere) indifferentemente, cioè non gli attribuisco nel linguaggio corrente, significati diversi. Credo che sia così per molti, anche per tanti di noi.
Ciò detto, non c’è dubbio che il femminismo, in quanto ideologia dominante, abbia prodotto degli effetti anche a livello semantico (e simbolico).
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Basta capirsi sul significvato dei termini. Sesso ha una connotazione essenzialmente biologica. Genere ne ha anche una culturale che si innesta sulla prima. Il trucco del femminismo è che intende il termine genere come puramente connotato culturalmente, E’ la solita vecchia stantia e falsa storia del costruttivismo, secondo il quale fra genere e sesso non esisterebbe nessuna relazione come non esisterebbe fra natura e cultura. Una volta staccati, il genere è qualcosa di manipolabile a piacere, indipendentemente dal sesso biologico. Ora la domanda è se continuare a usare indifferentemente i due termini, oppure precludercene l’uso di uno (genere) perchè il mainstream ha decretato unn significato di esso che non è quello originario nè quello giusto.
armando
armando(Quota) (Replica)
….en passant
Sulla 27 ora
http://27esimaora.corriere.it/articolo/sesso-a-scuola-nel-bagno-dei-maschi-la-studentessa-punita-di-piu-del-compagno/
non mi hanno passato il seguente commento:
………………………………………………………………..
“Non potevate astenervi? Era cosi essenziale intervenire su questa non-notizia?
E comunque visto che ve ne occupate ed oltre a condurre questo blog siete giornaliste di una gloriosa testata come il Corriere perché, se per voi la notizia lo merita, non andate ad indagare?
Di grazia, se la disparità di trattamento, a quanto posso apprendere è dovuta ai pregressi della ragazza, vi sembra cosi strano, essendo la stessa minorenne, che ci si possa astenere dall’elencarli. Che si voglia evitare di metterli in piazza (in questo caso elettronica e mondiale)?
Piuttosto le rispondo sull’ultima frase: “Semmai, un elemento, in apparenza secondario, salta vistosamente all’occhio: dov’è finito il maschietto di una volta, pronto, lui sì, a «giocare in trasferta» pur di conquistare l’oggetto del desiderio? Vogliamo discuterne?
Secondo me, il maschietto di una volta era nel bagno delle femminucce e non si è fatto beccare. ”
…………………………………………………………….
Secondo me non l’hanno passato perché l’ometto autore del post s’è risentito ….
Si, infatti mi sono accorto solo dopo che trattavasi di homo sapiens addomesticatus. 🙄
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Segnalazione di servizio :-X
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/23/il-valore-aggiunto-delle-donne/193257/
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Corvaglia@”segnalazione di servizio”.
Confortiamo i perplessi redattori de “Il fatto quotidiano” che i Genovesi, che hanno eletto Doria a candidato sindaco per le prossime elezioni comunali, sono gli unici genovesi prodighi cui non interessa il Valore Aggiunto nè della Vincenzi e nè della Roberta Pinotti.
Di Marchionne, che ne ha piene le scatole del Valore Aggiunto della Marcegaglia al punto di ritirare FIAT dalla Confindustria causa il di lei Valore Aggiunto, invece si sa da tempo che non è sensibile ai dollari.
Diciamo che tuttavia il Valore Aggiunto delle amanti, delle mogli, delle figlie, delle zie e sorelle, in quote rosa aziendali, private o statali che siano, è vero che è altissimo, soprattutto per i maschi della casta, scienziati compresi, che si rendono conto di avere ahimè un solo sedere per tutte le poltrone su cui vorrebbero accomodarsi. La Natura è crudele, e a ciascuno ne regala solo uno, ma la cultura, la scienza e il femminismo aiutano a superarne i limiti.
cesare(Quota) (Replica)
L’8 marzo si avvicina.
Non ricordo che il termine “femminicidio” (da molti anni usuale in ambito fem.sta) sia mai apparso sulla prima pag. di un giornalone (Preciso che è visibile sulla home del Corriere anche se il link rimanda a Io-Dnn).
Un nuovo giro di vite.
http://www.iodonna.it/iodonna/guardo/12_a_violenza-donne-italia.shtml
RDV
Rino(Quota) (Replica)
@ Cesare
Quoto integralmente il tuo intervento. La parte finale poi è “amaramente spassosa” (è un controsenso, ma chi se ne frega …) ed “amaramente vera”.
Non ho potuto fare a meno di amaramente sorridere.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Valore aggiunto?? ah si? bene.. passo il link al 117… Spero che l’8 marzo la Guardia di Finanza vada nei ristoranti e faccia pagare l’I.V.A. al 21% a queste detentrici del valore aggiunto! sicuramente evasa al 100%
Se poi il controllo avrà effetto anche retroattivo, sono certo che usciremo dalla crisi odierna con un aumento del pil(u).. oltre a una rivalutazione dello spread!
Damien(Quota) (Replica)
Sentivo degli “stipendiucci” dei boiardi di Stato (uno solo dei tre o quattro stipendi che lucrano, sia chiaro). Mi sono domandato: ma che se ne fa uno di 600 mila euro all’anno? ovvero circa 60 mila euro al mese? superati i 10 mila euro al mese, che te ne fai insomma degli altri 50 mila? ti compri dieci paia di scarpe, e venti prosciutti di Parma, e via discorrendo, ogni mese?
Ho trovato una sola risposta: si tratta non più di stipendio ma di appropriazione privata tramite esproprio dei beni della Repubblica Italiana ovvero dei beni che sono dei cittadini Italiani. Insomma superati i 10 mila euro, come chiamarlo stipendio? piuttosto è un esproprio “castario”.
E mi viene in mente un’ altra domanda: che differenza c’è tra attribuirsi beni e redditi privati e publici tramite le quote rosa e questo tipo di stipendio a capocchia, che ha fatto il salto per esubero di quantita da stipendio a esproprio? a me sembra che l’origine e la filosofia della quote rosa abbia la sua fonte negli “espropri castari” più che nell’ “esproprio di genere”.O meglio mi sembra che l’uno sia esattamente come l’altro e viceversa. E che il genere femminile, nella finalità politica del femdominsimo attuale, stia facendo di tutto per diventare anch’esso una casta.
Sereni dunque: fra un pò avremo due caste, una di classe e una di genere.
cesare(Quota) (Replica)
Caro Cesare, con una capacità di sintesi a me sconosciuta (come noto…), hai fatto una perfetta fotografia della situazione attuale.
Quanto dici è ciò che sosteniamo da anni.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
La vedo uguale.
Per regola generale UU e DD, nel loro associarsi in coppia, rispettano da sempre e in ogni luogo la legge del rango. Ad onta del fatto che gli UU scelgono talvolta anche in “basso” (Giustiniano che sposa una normale prostituta) le “associazioni binarie” mettono insieme persone dello stesso livello sociale. Le caste indiane sono solo la formalizzazione legale di una realtà sociale quasi universale, solo un po’ meno rigida.
Le quote rosa sono uno strumento con cui le caste apicali riservano a se stesse il mantenimento della loro condizione.
Come detto altre volte, non ci saranno bidelle nei CDA. Ci saranno le DD della classe sociale corrispondente a quella degli UU che vi siedono.
Siamo al vertice: mia moglie nel CDA della tua azienda. Tua figlia nel CDA della mia.
E le mondine del XXI sec.?
Con i manovali.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
E le mondine del XXI sec.?
Con i manovali.
RDV
Però a strillare, come oche giulive, sulla parità raggiunta. Anche se magari puliscono cessi a nero e sono trattate da schiave!!!
Vuoi mettere la differenza se in “quel posto” te la mette un uomo oppure, tanto per fare dei nomi a caso, ma non casuali, la Marcegallia, la Camusso o “la” Fornero e compagnia cantante!!!
E’ il famoso valore aggiunto femminile, bellezza.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Poi, quando l’ONU, l’Organizzazione delle Padrone Unite, mi dice che alle povere donne del pianeta, manca loro il 50% dei beni terrestri, (e sono buone x’ sono di più dei maschi), i miliardi di poveracci maschi diventano immediatamente in tutti i media del pianeta, magia delle magie, riccastri arraffatori, proprio come i maschi categoria “CEO di Standard and Poo’r”. Che però, sono attorniati non da poveracce (loro non sfruttano e opprimono le donne!) ma da signore perbene. Talmente perbene che contano assai, al punto da aver una bella particina nel decidere anche delle guerre in tutto il pianeta. In difesa delle donne però e quindi portatrici di pace, alias “peacekeeping” (l’ultima linea di intimo femminile della signora Clinton).
Contrapporre una categoria astratta come il genere femminile alla povertà delle masse del Pianeta, facendola diventare il concretissimo fantasma mediatico e politico con cui denegare la dignità, l’identità, ai miliardi di maschi poveri e miseri della Terra e e spaccare loro il cuore e la testa, è una operazione ideologica e una strategia di guerra psicologica assolutamente perfetta! E una operazione infame, un inganno atroce: la Classe non è acqua.
cesare(Quota) (Replica)
.
@Luigi: Però a strillare, come oche giulive, sulla parità raggiunta.
com’è che invece io continuo a sentirle strillare sulla parità non raggiunta? (perchè non fanno le manovali e devono fare le mondine, perchè gli rubano il posto da mondine, perchè non fanno le dirigenti, perchè non possono fare le mamme e perchè devono fare le mamme, perchè sono troppo occupate e perchè sono poco occupate…ehh c’è sempre un motivo per urlare alla mancanza di parità e alla discriminazione)
Rita(Quota) (Replica)
cesare
>>>>>>>>>>>
(e sono buone x’ sono di più dei maschi)
>>>>>>>>>>>
Scusa Cesare, ma questo non è vero, perché sulla Terra (non in Occidente o in Italia), ci sono più uomini che donne. Per l’esattezza 100 maschi ogni 99 femmine.
Per quanto riguarda tutto il resto, sono parzialmente d’accordo con te, perché resta sempre il fatto che – femminismo o no – senza il consenso e la vigliaccheria maschile – sì, vigliaccheria – le femmine non combinerebbero proprio niente.
Daniele(Quota) (Replica)
Rita santa subito. In cinque righe la verità.
armando(Quota) (Replica)
@ Rita
Quoto, ma io non mi riferivo a quelle che si spartiscono la torta e, con la tecnica del chiagni e fotti, cercano di averne una fetta più grande. Tipo le mediocri giornaliste, le mediocri anchorwoman, le mediocri politiche, le mediocri etcetera etcetera …..
Mi riferivo alle altre. Ma l’atteggiamento è condiviso anche da tanti uomini.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Se pensate che sposarsi sia costoso, non sapete quanto si spende a essere single. Secondo uno studio effettuato in Gran Bretagna, pare che gli inglesi spendano il corrispettivo di 3 miliardi e mezzo di euro per gli appuntamenti e tutto quello che ci sta intorno.
La maggior parte “sperpera” nell’intrattenimento con una spesa a livello nazionale di un miliardo e mezzo anche di bere e mangiare. Circa un miliardo viene speso in abiti e cosmetici per impressionare il potenziale spasimante con un aspetto splendente e una parvenza di senso stilistico.
Karl Gregory, direttore di Match.com, il sito di appuntamenti online che ha commissionato la ricerca, ha commentato i risultati: “Gli appuntamenti sono quelli che maggiormente contribuiscono all’economia britannica e ancora più adesso con il grande successo che sta avendo il dating online”. E continua “E’ la prima volta che viene misurato il giro d’affari che sta intorno al settore degli appuntamenti ed è impressionante costatare quanto sia imponente l’ammonatare del denaro in questo settore, soprattutto in questi tempi di crisi dove tutti stanno attenti anche alla minima spesa”.
Dallo studio, che ha coinvolto 2.000 adulti, è emerso anche che destinano il corrispettivo di 500 milioni e mezzo di euro in trasporti, e quasi 400 milioni dal parrucchiere, per farsi belli e apparire al meglio in vista di eventuali appuntamenti
paola conforti(Quota) (Replica)
Dallo studio, che ha coinvolto 2.000 adulti, è emerso anche che destinano il corrispettivo di 500 milioni e mezzo di euro in trasporti, e quasi 400 milioni dal parrucchiere, per farsi belli e apparire al meglio in vista di eventuali appuntamenti.
paola conforti(Quota) (Replica)
Paola, “uno studio in Gran Bretagna” a noi italiani ci fa na pippa. E’ ora di piantarla di dire che gli ananassi groenlandesi servono a misurare le precipitazioni nevose in Kamchatka. Fra poco ci dirai che le scimmie bonobo sono il metro di paragone della civiltà umana e siccome passano una media di 17 ore al giorno a spidocchiarsi, allora anche i single devono prendere contromisure adeguate.
Ah, stavi per dirlo?
Marco Pensante(Quota) (Replica)
http://www.forzearmate.org/sideweb/2012/approfondimenti/tesi-universita-su-aspetti_socilogici-e-storici-mondo-femminile-ffaa-di-valentina-delle-cave_120223.pdf
(…)
Sandro2(Quota) (Replica)
@ Sandro
Non ho letto il tuo ultimo link (anche se non credo mi ci vorrà molto!!). Per cui mi riservo di parlarne dopo nel merito.
Una cosa però la devo dire subito. Mi scappa…
33 dico 33 pagine, comprensive di copertina, indice, ringraziamenti e bibliografia…..
Ecchecazzo … sarà sudata.
Speriamo almeno ne valga la pena leggerla.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Una tesi di laurea di 33 pagine, compresi indici, bibliografia e ringraziamenti. Vedete un po’ voi se può esserci qualcosa di serio lì dentro.
Quando poi si legge che le donne si arruolano nel militare, viene da chiedersi se la laureanda abbia davvero il diploma di maturità o semplicemente il gusto per la metafora (la metafora sarebbe l’arruolarsi.)
Marco Pensante(Quota) (Replica)
pure la dedica è autoreferenziale ”
“A me stessa,
alla tenacia ed alla perseveranza che
ho avuto in questi anni”
Rita(Quota) (Replica)
Un lavoro davvero imponente, che inizia in questo modo: “La storia del dominio maschile si è sviluppata
ininterrottamente, da quando esistono uomini e donne, e proprio
attraverso la quale l’ordine maschile si è continuamente riprodotto di
età in età.”
BOCCIATA, INSIEME COL PROFESSORE RELATORE!. Torni alle elementari e impari a scrivere in italiano decente.
A parte la sintassi, che però testimonia lo sfascio della scuola e delle Università italiane, l’incipit sulla “storia del dominio maschile”, dice già tutto della ponderosa tesi della studentessa, ora dottoressa, premiata, immagino, con un bel 110 e lode. C’è da capirla, poverina, quando nei ringraziamenti finali dice dello sconforto che le era preso e degli incoraggiamenti che l’hanno aiutata a completare l’immane lavoro di una venticinquina di cartelle a interlinea due o tre, e per il quale avrà impiegato chissà quanti anni. Immane lavoro nel quale non dice nulla a proposito dell’argomento che, trattandosi di miltari, dovrebbe essere quello principale. Insomma, le donne soldato devono combattere in prima linea con gli uomini, cioè rischiare la pelle, oppure no? Tanto fumo sul miglioramento delle relazioni, su altre questioni socio/psicologiche, ma su quella domanda nessuna risposta. E non è un caso, perchè non chiacchere ma esperimenti sul campo (inglesi), hanno dimostrato che la presenza di donne combattenti nuoce all’efficenza militare dei reparti. Una quisquilia, perchè tutti sanno che il compito principale degli eserciti mica è quello di fare la guerra (offensiva o difensiva che sia), macchè, quelle sono vecchie e vetuste funzioni patriarcali. Nel nuovo esercito femminilizzato, il compito più importante è giocare a Canasta. Quindi le donne hanno ragione a reclamare la piena parità in fatto di carriere, gradi e stipendi, e la quasi piena parità in fatto di impieghi sul campo, con l’unica trascurabile eccezione del combattimento.
Sapete che mi è venuta un’idea molto remunerativa? Scrivere tesi di laurea di simile densità sui più svariati argomenti per studentesse col mal di testa e lo sconforto. Ne potrei scrivere 3 o 4 al mese. Ci ricaverei un bel po’.
Armando
armando(Quota) (Replica)
>>
33 dico 33 pagine, comprensive di copertina, indice, ringraziamenti e bibliografia….
>>
Allucinante.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
sigh … sigh …. 😳 sigh ….. sigh …. 😳
E si, ho letto e … sigh …….. scusatemi m’è venuto lo sconforto. Ma non per il contenuto, che anzi ho trovato molto pregnante e interessante, in modo particolare gli spazi bianchi tra riga e riga.
No. Per una questione personale. Folgorato, sono andato a prendere la mia di tesi.
E sono riemersi i ricordi … e i numeri.
Due anni di impegno, di cui uno a esami finiti. Epoca pre-internet (di poco ma pre-internet), quasi un mese di ricerche in inglese (sono negato per le lingue) alla facoltà di Farmacia (era l’unica ad avere l’annuario aggiornato di tutti gli articoli scientifici a livello globale). Selezione di quelli più interessanti e scrittura lettere da inviare per tutto il globo. Due mesi di litigate col prof perché io ritenevo che spedendole a suo nome avrei avuto più possibilità di risposta. Traduzione del materiale raccolto in inglese e tedesco (il giapponese, lo scartato io a priori….). Nel frattempo raccolta e studio di tutto quello che si poteva trovare in lingua madre (ehh si … ho dimenticato di dirlo, ma sull’argomento in Italia si trovava ben poco).
Finita? Macché, era solo la banca dati minima per poter incominciare. Poi è incominciato il lavoro vero e proprio. Lavoro che ad un certo punto, a quasi due anni, decido io di chiudere, giacché la tesi partita come biglietto d’ingresso per lavorare all’Ital-Impianti di Taranto diventa fine a se stessa, visto il fallimento della società, pubblica peraltro. Incazzatura finale col professore, fosse stato per lui starei ancora lì, e dimezzamento del voto di laurea.
Risultato: oltre duecento pagine da buttare via……
E voi dite che non è da sconforto vedere e leggere certe cose? …. sigh … sigh …. 😳
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
io invece non sono per niente d’accordo neanche col contenuto, che trovo essere una perfetta raccolta di luoghi comuni, tranne nella parte in cui racconta del perchè i maschi titubano di fronte alle donne soldato. Quì è interessante perchè, seppure quei motivi vengano fatti apparire come maschilisti, quelle paginette raccontano una verità che non è maschilista ma oggettiva. Le donne in prima linea sono una sciagura punto e basta. C’era un ex presidente della camera, Carlo Scognamiglio (Pdl), che si sbracciava nel perorare la cause delle donne soldatesse che, diceva, avrebbero “ingentilito” le forze armate. “Mettete dei fiori nei vostri cannoni”, insomma, come se la ragione sociale di qualsiasi esercito fosse l’esercizio di un negozio di fiorista. Ma per favore…
armando
armando(Quota) (Replica)
“io invece non sono per niente d’accordo neanche col contenuto, che trovo essere una perfetta raccolta di luoghi comuni” (Armando)
Armando, quanto detto da Luigi sul contenuto, era ironico:” scusatemi m’è venuto lo sconforto. Ma non per il contenuto, che anzi ho trovato molto pregnante e interessante, in modo particolare gli spazi bianchi tra riga e riga…” (Luigi)
Il “pregnante e interessante” era riferito agli spazi bianchi tra un rigo e l’altro…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Ma dico io.. perchè non volete la parità?
Le donne sono migliori! la volete capire? sono convinto che avete torto! ecco!
Anzi, vi dirò di piu! spero che al piu’ presto un plotone di sole donni siano mandati in guerra in Afganistan a scovare talebani su volontà della Sig.ra Clinton!
(il donni è voluto.. mi scuso per la guerra che aborro)
Damien(Quota) (Replica)
@ Armando
Vedo che la mia “mania” di condensare genera equivoci. Però la battuta riportata anche da Fabrizio mi sembrava abbastanza chiara. La rimarco di nuovo. Le parti più interessanti di quella tesina sono quelle bianche. E la chiamo tesina giacché una cosa del genere, qualsiasi essere umano di qualsiasi sesso e per qualsiasi argomento (esulando quindi anche dal contesto femminista) non avrebbe impiegato che poche ore, al massimo un pomeriggio per buttarla giù.
Il contenuto?
Ma davvero dovremmo perdere tempo a commentarla?
Per me è persino più grave il quadro formazionale che lascia intravedere che le idee che espone.
A prescindere dall’accecamento ideologico, con le baggianate che ne discendono, non posso fare a meno di notare proprio la carenza di metodo e di sistematizzazione. E sperare che sia un caso isolato e non la prassi per chi esce da quell’indirizzo di studi.
Per quanto riguarda l’argomento donne e militare sono sostanzialmente d’accordo con te. E non si tratta solo del combattimento. Ma di routine militare giornaliera. Ogni qual volta si presentano occasioni di lavoro o mansioni che una donna non può oggettivamente svolgere o svolgere male è sempre un carico che si redistribuisce sulla componente maschile a ciò destinata.
p.s. Sono convinto che di quel materiale potresti produrne molte di più di 3 o 4 al mese. 😆
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Pardon, mi era sfuggita la battuta al vetriolo sulle parti bianche. E’ la fretta, perdinci, ma occorre davvero leggere con più attenzione gli scritti altrui per coglierne il senso. Ancora scusa, Luigi.
Comunque la battuta sulle parti bianche mi ha fatto tornare alla mente un episodio dell’87/88 , quando lavoravo in banca. C’era un certo disaccordo fra il direttore, un omone baffuto e dalla voce tonante, e il capufficio, un uomo piccolo, nervoso tendente all’isterico. E una volta, di fronte all’interpretazione di una circolare di direzione, il primo così apostrofò il secondo. “Umberto (nome di comodo), un tu capisci nulla. Si legge i’nnero, no i’ bianco! ”
Armando
armando(Quota) (Replica)
della serie …. i commenti che non vedrete mai sulla 27 ora.
Il post è questo
http://27esimaora.corriere.it/articolo/politica-only-for-men-una-beffa-bipartisan-a-partire-dal-basso/
ed il commento è questo:
……………………………………………………………….
Prendete esempio invece di piangere
28.02|13.39 Luigi Corvaglia
Il tuo commento è in attesa di moderazione
Mi scuserà l’autore del post se mi rivolgo al femminile alle tenutarie del blog. Ma d’altra parte ne sposa la linea, quindi …….
Fare politica in questa maniera:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/27/40-anni-di-potere-sconfitti-da-due-giovani/193904/
è troppo difficile per voi?
Devono per forza darvi 100 metri di vantaggio?
Piuttosto contattate Maddalena e fatevi spiegare come si fa.
…………………………………………………………..
Non l’hanno presa bene….. 🙄
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Cari amici, il nostro server ha avuto dei problemi tecnici e per alcune ore il sito non è stato raggiungibile. Ce ne scusiamo con tutti.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Con riferimento al mio ultimo commento.
Sono ritornato su quel link per curiosità ed ho letto i commenti, pochi per la verità (appena 9, anche se ho il sospetto che moltissimi siano quelli cassati).
Non c’è ne uno a favore.
Ma allora perché ha censurato il mio?
Ho offeso il suo orgoglio di “maschietto” bypassandolo oppure sono stato offensivo (dal loro punto di vista chiaramente) indicandogli in maniera diretta e caustica quello che dovrebbe essere il modo giusto d’interpretare l’impegno politico. Attuato da una donna per di più.
Mah …. intendiamoci, non è che non ci dorma per questa cosa però … li/le vedo un pò schizofrenici/e ultimamente.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
@Luigi
Secondo me entrambe le cose.. hai usato il metodo “Damien”.. efficace, ma per molti difficile da digerire
Chapeau!
Damien(Quota) (Replica)
Ributtante provocazione del regime femdom: prima ti cucisco la bocca, poi amorevolmente ti chiedo stupita: “Ma perché non parli, amore?”
http://d.repubblica.it/argomenti/2012/02/28/news/aborto_uomini-833260/
Commento che invierò ovunque potrò:
Il femminismo ha rivendicato l’autonomia assoluta della donna. L’autocrazia indiscussa e l’ha ottenuta. I padri non hanno diritto di parola in merito, ciò per dichiarata imposizione femminista: il diktat tracotante e sprezzante della Liberata. Anzi, sia quelli che hanno tentato di opporsi (quando lei voleva abortire) sia quelli che l’hanno invitata a farlo (se lei non voleva) sono stati denunciati e portati in tribunale. Chiunque osi esprimere un parere è denunciabile. Adesso si vuole “coinvolgerli” non nella decisione – per carità! – ma solo nella responsabilità: siamo dunque al di là di ogni possibile delirio. Qui si sta sputando direttamente in faccia agli uomini. Senza pudore.
.
E dei diritti riproduttivi maschili che dire? Che dire del diritto dei maschi di decidere se e quando diventare padri? Del diritto al rifiuto della paternità, uguale a quello femminile esercitato con l’aborto e col parto anonimo? O magari di tenersi il figlio e allevarlo da solo, invece di gettarlo nei bidoni? Che ne è del diritto dell’uomo di decidere della SUA vita? Se n’è mai sentito parlare?
.
E’ incredibile, dopo tanti anni riesco ancora ad incazzarmi!
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
@ Rino
Totalmente d’accordo. Mi attivo anch’io.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Errori grammaticali a parte (si vede che sono incazzato…) voglio riportare qui un caso accaduto nella cittadina in cui vivo.
Una bidella fa sesso con uno studente (minorenne). Resta incinta. I genitori del ragazzo si permettono di suggerirle di abortire. Risultato?
Lei li denuncia per “violenza privata”.
.
Siete liberi di non crederci.
Del resto, non ci credono nemmeno i diretti interessati…
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
Questo il commento che ho postato nell’articolo:
“Da sempre il femminismo ha ammonito gli uomini, anche con una certa veemenza, a non mettere il naso negli affari delle donne, specialmente in tema di aborto. Sempre ammesso e non concesso, ovviamente, che il diritto di dare o non dare la vita (quindi a decidere della maternità ma anche della paternità) debba essere considerato solo ed esclusivamente un affare privato delle donne e che gli uomini non debbano avere voce in capitolo su un tema tanto importante e delicato che riguarda anche loro stessi e la loro vita (a meno di non considerarli solo dei donatori di sperma…).
Ma, allo stato, l’imperativo categorico è il seguente: guai (per gli uomini) ad immischiarsi. Anche solo esprimere un’opinione in tal senso è stata ed è tuttora considerata come una intollerabile ingerenza e un tentativo di violare l’autonomia e la libertà femminile.
Ora siamo alla beffa. Sono e debbono continuare ad essere le donne a decidere in tutto e per tutto in tema, però agli uomini si chiede di assumersi le proprie responsabilità”. Ma responsabilità per cosa, di cosa? Ma di che stiamo parlando?
Questo discorso potrebbe avere un suo senso se ad essi fosse garantito il simmetrico diritto a decidere della paternità. Ma così non è, come sappiamo benissimo. Allo stato, sono costretti a subire qualsiasi decisione, in un senso o nell’altro, da parte delle donne sia in fatto di maternità che di paternità. Per lo meno su quest’ultima una qualche voce in capitolo gli uomini dovrebbero averla, o no?…
Per queste ragioni, quanto scritto nell’articolo assume a mio parere un carattere talmente grottesco da diventare addirittura demenziale (oltre che ipocrita, naturalmente).
Aggiungo, onde evitare equivoci o fraintendimenti, che il sottoscritto non è un antiabortista…”
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Una bidella fa sesso con uno studente (minorenne). Resta incinta. I genitori del ragazzo si permettono di suggerirle di abortire. Risultato?
Lei li denuncia per “violenza privata”. (Rino)
°°°°°°°°°°°°°°°°
Ora non ricordo chi lo scrisse per primo su U3000, alcuni anni fa, ma credo sia veramente il caso di prendere in considerazione l’ipotesi che le donne abbiano un tasso di moralità inferiore agli uomini.
Fabio C.(Quota) (Replica)
Fabrizio
>>
Ma responsabilità per cosa, di cosa? Ma di che stiamo parlando?
>>
“Maskio vigliacco, è ora che tu ti assuma le mie responsabilità!”
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Adesso che la quantità ha fatto il salto di qualità e da qualche raro e drammatico aborto consentito per legge onde evitare che alla morte per aborto, privato, per il figlio si aggiungesse anche la morte per la madre, si è arrivati al massacro di milioni di figli nel ventre materno, massacro che nessuno può ormai tener nascosto e negare come massacro, coloro che hanno chiamato a difendere la propria piena, totale e personale libertà di abortire le leggi e la forza dello Stato, chiamano con un fischio distratto i maschi, volutamente esclusi, pena la galera, da ogni possibile decisione a tutela della vita del proprio figlio concepito, ad assumersene la responsabilità.
Ebbene delle due l’una:
se il concepito come è stato sostenuto a sostegno della assoluta libertà della donna di abortire, era ed è un grumo di cellule, perchè ci sarebbe bisogno di condividere la responsabilità dell’aborto? di che respondabilità mai si potrebbe parlare? non è forse diventato una pratica medica ormai automatica e di massa? e adesso ri-chiamiamo milioni di maschi e diciamo loro: “sapete che è successo? abbiamo scherzato!”. Se invece il concepito è una persona, il ventre che l’accoglie è della donna, e sua la responsabilità di eliminarlo: pertanto i conti con la propria libera coscienza devono farli prima di tutto le donne che hanno abortito e hanno sostenuto l’aborto. Nessuno può “condividere ” con la donna che ha abortito, la responsabilità di un gesto come l’aborto consapevolmente voluto e imposto come assolutamente libero e autonomo. Tantissime donne infatti non hanno abortito nonostante il loro partner volesse l’aborto: nessuno e in nessun modo ti può imporre di eliminare il figlio che porti nel ventre!
Quanto alle leggi del cuore non si può non notare quanto segue: prima la donna e dopo i bambini è una regola femminile ancorchè recente. La regola maschile è sempre stata prima le donne e i bambini.
cesare(Quota) (Replica)
http://www.iodonna.it/ascolto/12_a_stefanelli-blog-ventisettesima-ora-donne-complessi-inferiorita.shtml
finita l’epoca dei complessi di inferiorità
UOMINI CHE AMANO LE DONNE. L’intervento di Barbara Stefanelli, su “Io donna”
>
bstefanelli@corriere.it
È finita l’epoca dei complessi di inferiorità
>
LA MAIL MI ARRIVA la sera del 31 dicembre. È di un amico del Corriere che ogni tanto interviene sul blog La ventisettesima ora, un blog “al femminile” – come lo abbiamo definito quando è nato, quasi un anno fa – ma dove in realtà si incrociano ogni giorno lettori e lettrici al 50 per cento. Il suo messaggio dice: «A leggere qui sotto, è probabile che ci attenda un grande 2012… Auguri! ». Lì sotto c’è il testo di un’altra mail. Quella di un navigatore che gli ha appena scritto: lo invita a smettere di «lisciare il pelo alle sue faziose, sleali, misandriche, complessate colleghe» e ad abbracciare blog più adatti ai suoi cromosomi. I blog raccomandati sono in un elenchino accluso: parlano di movimenti maschili, ragioni maschili, uomini beta, fantasmatici spread M/F (a favore della F-emmina) che si aggirano per l’Italia con l’avvento del governo Monti-Fornero.
La cosa più interessante resta quella piccola lista ostile: faziose, sleali, misandriche, complessate. Non sentivo l’aggettivo “complessato/a” dai tempi delle medie, quando si usava – non poco – tra ragazze: quella è una complessata, mi sento complessata, c’ho i complessi. Definizioni possibili: «Che si crea dei problemi; che è introverso/a; che ha il complesso di inferiorità». Giuro che sono anni (trenta?) che proprio non ci pensavo più. A volte, è vero, mi creo ancora dei problemi. Ma almeno adesso confido nella non inferiorità.
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Su “Io donna”, 14 – 20 gennaio 2012
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Lì sotto c’è il testo di un’altra mail. Quella di un navigatore che gli ha appena scritto: lo invita a smettere di «lisciare il pelo alle sue faziose, sleali, misandriche, complessate colleghe»
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Si trattava del sottoscritto…
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Fabio C.:
“Ora non ricordo chi lo scrisse per primo su U3000, alcuni anni fa, ma credo sia veramente il caso di prendere in considerazione l’ipotesi che le donne abbiano un tasso di moralità inferiore agli uomini.”
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>>
Lo scrissi io.
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=11347249
Sandro2(Quota) (Replica)
oggi ,per pura combinazione ho visto un episodio dei griffin , e trattava di femminismo e di come un uomo potrebbe diventare (il maschio pentito) a seguire certe dottrine ,ovviamente ,nel cartone animato calcava molto la mano ma ,in definitiva ,alcune cose si possono facilmente riscontrare ,ho fatto l’upload di una parte dell’episodio
https://rapidshare.com/files/2751572368/peter_maschiopentito.wmv
la qualità dell’immagine non è la migliore ,ma dovrebbe essere abbastanza visibile 66 mega in tutto
mauro recher(Quota) (Replica)
http://www.nytimes.com/2012/03/05/business/global/eu-considers-quotas-for-women-in-boardrooms.html?_r=3
>
E.U. Considers Quotas for Women in Boardrooms
By JAMES KANTER
Published: March 4, 2012
>
BRUSSELS — Frustrated that her previous efforts to get more women into the top echelons of European business have not yielded stronger results, Viviane Reding, the senior justice official in the European Union, was to announce a new effort Monday that could result in legislation requiring that women occupy up to 60 percent of the seats on corporate boards.
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Georges Gobet/Agence France-Presse — Getty Images
Viviane Reding has long campaigned for placing women in top management positions.
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France and other countries with legally binding quotas have made the most progress in placing women in top business positions, Ms. Reding said during an interview Friday in advance of her announcement. E.U.-wide rules were now needed, she said.
“Personally, I don’t like quotas,” Ms. Reding said. “But I like what the quotas do. Quotas open the way to equality and they break through the glass ceiling.” Countries that have quotas “bring the results,” she said.
Ms. Reding has long campaigned for major changes in European boardrooms and had given industry “a last chance” to improve its record on placing women in top management.
Having now concluded that self-regulation has failed, Ms. Reding has set her sights on legislation that could, if enacted, drastically speed up a revolution in the position of women in the workplace that began many decades ago but has so far failed to deliver genuine equality in many areas of business.
In the announcement to be made Monday, Ms. Reding will call for a new round of consultations with governments, trade unions, companies and civil groups. The move comes a year after she called on companies to take voluntary steps to increase the representation of women on boards to 30 percent by 2015 and to 40 percent by 2020, by replacing departing male directors.
In the end, only 24 companies signed up to that voluntary measure — “a disappointment,” she said.
Yet that poor showing has handed Ms. Reding — who has gained stature by successfully lowering the cost of cellphone calls and confronting government leaders over the mistreatment of minority groups — an opportunity to prepare the ground for more sweeping proposals.
Ms. Reding said that the severe economic downturn in Europe that has pressured companies to focus on their bottom lines was not responsible for the failure of her voluntary initiative. “It is really a question of society,” she said.
As of January, only 3.2 percent of the presidents and chairmen of large companies in the European Union were women, and women occupied only 13.7 percent of the seats on the boards of large companies, according to a report by her department of the European Commission to be issued on Monday.
Ms. Reding said she had the support of many members of the European Parliament, which had already backed the need for legislation if companies failed to make sufficient progress through self-regulation. And on Monday she will claim popular support from citizens, with a new poll showing that 75 percent of respondents favored legislation to balance gender representation on company boards.
TNS Opinion & Social conducted the poll for the commission from Sept. 3 to Sept. 11, 2011, through phone and face-to-face interviews with 26,856 people.
Ms. Reding said France, which at the beginning of last year adopted quotas requiring that women hold 20 percent of board positions by 2014, and 40 percent by 2017, had been responsible for almost half of the 1.9-percentage-point increase in women on boards in Europe from October 2010 to January 2012. That growth far outpaced a rise of 0.6 percentage point over the past decade.
Under the French law, elections of board members among noncompliant companies in the country are nullified. Similar legislative initiatives are under way in Belgium and other E.U. countries. In Italy, one-third of a company’s board must be women by 2015 or the business will face fines of up to €1 million, or $1.3 million, and the nullification of board elections. The Netherlands and Spain have legal recommendations, but no sanctions for laggards.
Ms. Reding said that the consultations, beginning Monday and ending on May 28, would determine the proportion of women that should be on boards under any E.U.-wide legislation; whether quotas should apply to state-owned companies as well as publicly listed ones; whether both executive and nonexecutive boards should be covered by the rules; and what sanctions should apply to companies that do not meet the objectives, and if there are circumstances where exceptions are necessary.
“Which objectives (e.g. 20%, 30%, 40%, 60%) should be defined for the share of the underrepresented sex on company boards and for which timeframe?” the commission will ask, according to a draft copy of the consultation document seen by the International Herald Tribune. Any resulting proposal would need to be approved by governments and by the European Parliament.
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The consultations seem certain to yield widely varying responses.
Cécile Gréboval, the secretary general of the European Women’s Lobby, an organization of women’s associations, has said that Ms. Reding should aim for “radical change” with French-style binding measures that deliver “parity in boardrooms.”
But the European Round Table of Industrialists, a forum for the chairmen and chief executives of major multinational companies, has warned that big divergences among sectors and national traditions meant any measures should remain voluntary.
“Societal changes take time,” said Carlo Bozotti, the chief executive of STMicroelectronics, a semiconductor company, and the head of a group at the Round Table looking at the issue. “There is no one-size-fits-all solution for industrial companies from multiple sectors, of various structures, and from diverse cultural backgrounds,” he said.
Mr. Bozotti’s company says 9.8 percent of the people in leadership positions worldwide are women, one of the lowest figures in a group of more than 20 companies including Siemens, of Germany, and Total, of France, that are involved in a voluntary effort by the Round Table to publicize targets. STMicroelectronics, which is based in Geneva but has manufacturing and design centers across the European Union, wants to increase that figure to 15 percent by the beginning of 2015.
Ms. Reding acknowledged that there was “a fierce debate in Germany” in particular over the wisdom of mandatory measures. “Let all those who are concerned come in and say how we should proceed,” she said.
Women make up about 15.6 percent of boards of large listed companies in Germany, according to the commission. The figure is about one-quarter in Finland, Latvia and Sweden, and just over one-fifth in France. Malta, with 3 percent, and Cyprus, with 4 percent, were at the other end of the spectrum. The numbers are also low in Greece, Estonia, Italy, Portugal and Hungary.
While the European average compares favorably with most of the rest of the world — only the United States has more women on company boards, about 16 percent — the commission said that bridging the gap was an economic necessity for Europe to compete effectively in the 21st century.
Women comprised 60 percent of university graduates yet they occupied a paucity of top business positions, it said. Correcting the imbalance and using that pool of talent would bring significant economic benefits as the population ages, birthrates fall, and the availability of skilled labor declines, it said.
“Women enter the labor market better equipped than men, but their level of representation declines in senior positions,” the report said.
E.U. legislation also would diminish the chances that companies encounter conflicting rules in different countries, the report said. “Companies need legal certainty,” it said.
There is plentiful evidence from business consulting firms including McKinsey & Co., and from Catalyst, a nonprofit research group, that companies with gender-diverse management teams experience higher growth in their share prices, better-than-average operating profits, and outperform their rivals in terms of sales, return on investment capital and return on equity, according to the report. That research showed that women asked more questions and made fewer reckless decisions, proving that “women are not a cost, women are a benefit,” Ms. Reding said.
Sandro2(Quota) (Replica)
un problema da farci carico … ne tratto qui
http://femdominismo.wordpress.com/2012/03/05/e-un-mio-problema/
mauro recher(Quota) (Replica)
Siamo in guerra. Aperta. Non dichiarata. Anomala. Con suicidi per la disperazione, ed omicidi passionali in ascesa.
Quando lo fanno i militari lo chiamano colpo di Stato; quando lo fanno le banche, lo chiamano governo tecnico, quando lo fanno le donne, si chiama femdominismo.
Da 40 anni in Italia (come in altri stati europei e non) è in atto una guerra, coordinata dal sistema di potere e, complice o idiota, dalla quasi totalità delle femdoministe, con le restanti donne a fare le emuli e le esche commerciali.
Siamo in trincea, cerchiamo di ricordarcelo, sempre!
Damien(Quota) (Replica)
Vorrei farvi notare che gli omicidi passionali non sono iniziati quattro decenni fa, ma secoli, anzi, millenni fa (anche da parte femminile, benché in misura decisamente inferiore).
Perciò trovo un po’ esagerato l’attribuire al “fendominismo” certi delitti odierni. L’omicidio è connaturato alla specie umana (come alle scimmie antropomorfe, del resto; anche lo stupro esiste in natura) e in tal senso, il maschio è sempre stato più aggressivo e violento della femmina, perché così lo hanno programmato le forze dell’evoluzione.
Mi rendo conto che a voi, come a chiunque abbia avuto una formazione umanistica anziché scientifica, certi discorsi possano non piacere, ma la realtà dei fatti è questa.
Massimo(Quota) (Replica)
Caro Massimo, non si tratta di avere avuto una formazione umanistica o scientifica. Il problema è un altro.
Un conto è l’omicidio passionale che, come dici tu, è sempre esistito, e potrei anche concordare sul fatto che in maggioranza siano gli uomini a commettere questo tipo di delitto. Naturalmente bisognerebbe indagare e approfondire le cause e le ragioni di questo, la qual cosa non è affatto scontata, a meno di non volersi appiattire sulla vulgata dominante in base alla quale la “violenza è maschile”, chiusi i giochi e buonanotte ai suonatori.
Da un altro punto di vista, qualcuno potrebbe anche affermare (e non avrebbe tutti i torti, e forse nemmeno un po’) che se il delitto passionale è un fenomeno peculiarmente maschile (in linea di massima), quello dell’omicidio premeditato del coniuge è invece altrettanto peculiarmente femminile (ovviamente con modalità molto spesso diverse da quelle maschili per, credo, ovvie ragioni…). Se vogliamo, mentre l’omicidio passionale è il risultato di un impeto di gelosia, rabbia e naturalmente violenza incontrollata, quello premeditato (magari per disfarsi del marito e cuccarsi l’eredità, per fare un esempio magari banale…) è il frutto invece di un calcolo cinico, freddo e spietato. Quindi, sempre da un certo punto di vista, il secondo potrebbe essere considerato ben più grave del primo.
Ora la questione, per quanto mi riguarda, non è mettersi a fare i conti della serva per stabilire se siano più buoni/e o cattivi/e i maschi o le femmine, ma quella di analizzare lucidamente la realtà.
E allora, se siamo d’accordo su questo modo di procedere, dobbiamo essere conseguenti. E quindi un conto è parlare di omicidio passionale e un altro di “femminicidio”, come invece accade oggi. Quest’ultimo, è considerato come un fenomeno specifico, di cui appunto le donne, in quanto tali, sarebbero vittime da parte degli uomini. Ciò significa che, al di là delle ragioni oggettive che potrebbero spingere un uomo ad assassinare un altro essere umano (uomo o donna che sia), una donna, nel caso specifico, verrebbe comunque assassinata in quanto donna (altrimenti non potremmo definirlo femminicidio…). In altre parole quello stesso omicidio, non sarebbe stato forse neanche concepito e attuato se al posto di una donna ci fosse stato un uomo. O meglio, in quel caso, saremmo di fronte ad un “semplice” omicidio. Viene (per lo meno al sottoscritto) spontaneo chiedersi, a questo punto, come definire l’assassinio di un uomo da parte di una donna: omi-omicidio? Maschi-omicidio? Il tutto fa anche un po’ ridere, ovviamente, ma è proprio a questo che volevo arrivare, anche perché da sempre nella storia alcune donne hanno assassinato degli uomini (e altre donne) così come alcuni uomini hanno assassinato delle donne (e altri uomini, peraltro in misura assai maggiore rispetto alle prime…).
Se vuoi la mia opinione, trovo che il tutto sia molto capzioso e che puzzi molto di ideologia. A meno di non dare appunto per scontato l’assunto (secondo me concettualmente nazista, e non ho nessuna difficoltà ad affermarlo apertamente, perché è ora di cominciare a dire le cose come le vediamo…) in base al quale “la violenza è maschile”. Se invece crediamo che le cose siano messe in modo diverso e che la violenza appartenga, ahinoi (questione assai più complessa e misteriosa che nessuno ha mai sciolto) agli esseri umani in quanto tali, indipendentemente dal genere, parlare di “femminicidio” non ha veramente alcun senso. Perché ammesso anche che la misoginia possa condurre all’omicidio o comunque possa costituire un’ ulteriore motivazione (e non lo nego), lo stesso identico paradigma dovrebbe valere per la misandria.
Non se ne esce. E infatti è per questo che si dice che “la violenza è maschile”. L’evidenza dei fatti di tutti i giorni ci dice che questa è una balla, una “panzanata” da clown, ma evidentemente l’ideologia (e quella femminista dominante in particolare) molto spesso è più potente della realtà stessa.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
@Massimo
Ma tu, nella vita di tutti i giorni vedi tutta questa violenza sulle donne?
Io vedo una massa i uomini servizievoli che stanno dietro alle femmine per avere un po’ di elemosina sessuale e sentimentale, sborsando soldi e litri di benzina, considerandole sacre ed intoccabili.
Jack lo squartatore è un personaggio entrato nel mito e non si sà neanche chi era
Leonardo(Quota) (Replica)
“A meno di non dare appunto per scontato l’assunto (secondo me concettualmente nazista, e non ho nessuna difficoltà ad affermarlo apertamente, perché è ora di cominciare a dire le cose come le vediamo…) in base al quale “la violenza è maschile”.
Letto, approvato e sottoscritto. Concettualmente nazista e razzista! Da lì a immaginare e perseguire un mondo pacificato e non violento perchè privo di maschi, come sarebbe stato quello privo di ebrei, c’è solo un piccolo passo. Chiamiamo le cose col loro nome. E’ ora!
armando
armando(Quota) (Replica)
sì Massimo.. gli omicidi sono sempre esistiti
“Da un altro punto di vista, qualcuno potrebbe anche affermare (e non avrebbe tutti i torti, e forse nemmeno un po’) che se il delitto passionale è un fenomeno peculiarmente maschile (in linea di massima), quello dell’omicidio premeditato del coniuge è invece altrettanto peculiarmente femminile (ovviamente con modalità molto spesso diverse da quelle maschili per, credo, ovvie ragioni…). ”
http://it.wikipedia.org/wiki/Giulia_Tofana
Rita(Quota) (Replica)
Credo, cara Rita, che l’esempio da te portato non sia proprio il più adatto. In quei tempi si finiva al rogo per un nonnulla e dire che i processi erano una farsa è un eufemismo…Per non parlare delle “confessioni” estorte sotto tortura…
La storia e la realtà di tutti i giorni sono piene zeppe di assassine (e di assassini) seriali o meno e non c’è necessità di andare troppo indietro…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
La violenza è solo maschile perché:
1- è definita violenza quella esercitata al modo maschile: modo visibile (=cruenta, oggettivizzata, materiale, non autoprotettiva, innegabile e perciò anche compromettente, nel senso che chi la esercita ne paga le conseguenze)
2- è definita violenza ogni limitazione vera o immaginaria (dell’espansione femminile) in quanto assegnabile alla presenza maschile (in famiglia e nel mondo).
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Per capirci:
La violenza è solo dei “negri” perché è esercitata da singoli e/o gruppi a casaccio, mentre quella bianca è legale e praticata da gente in divisa.
La violenza è solo dei “negri” perché quella bianca è strutturale, istituzionale, ambientale.
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Epistemologicamente dunque la violenza è “maschia” per lo stesso motivo per cui è “negra”. Il resto …son dettagli. Quisquilie.
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Senza pretendere consensi, spero però di non aver lasciato dubbi su ciò che intendo.
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RDV
Rino(Quota) (Replica)
Resoconto dalla maschilista Puglia
http://www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=20408
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Rassicurante…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
E’ invalso l’obbligo di una cultura (e relativi comportamenti) che evoca e sfida le potenze del cuore umano (Eros e Thanatos) con leggerezza infantile. Quella leggerezza che nasce dalla terrificante violenza ideologica, per cui libertà coincide con il guardare alla natura e alle sue regole con infinita presunzione facendosene beffe e all’altro secondo il criterio consumistico: “usa e getta”. Chi vi aderisce è opportuno che lo dichiari apertamente prima di iniziare qualsiasi relazione nell’ambito della quale intenda arrivare a quel livello che evoca la passione d’amore e si mettono al mondo dei figli: si tratta di attivare legami che coinvolgono la persona nella sua totale interezza. Così, quando si esercita la dichiarata programmatica libertà assoluta nella relazione verso l’altro, e magari si decide di esercitare la “libertà” di “mollarlo in autostrada” portandogli via casa, figli, dignità e amore, l’altro in questione non farà una piega: esito della relazione messa consapevolmente in conto tra i possibili esiti. E’ il caso pertanto che ciascuno dichiari preventivamente le proprie regole: non c’era forse il libretto rosso delle guardie rosse di Mao, alzato in aria a significare in modo inequivocabile a che cosa si aderiva? a mio avviso deve esserci anche il libretto giallo delle liberate (e dei liberati) da alzare ogniqualvolta si intenda iniziare una relazione d’amore: “ci mettiamo insieme? sia chiaro però: al paragrafo uno del libretto giallo c’è scritto: uno, nessuno, centomila! ok?”
cesare(Quota) (Replica)
Giudiziosamente La Stampa quando pubblica questi articoli non inserisce lo spazio commenti. Chissà perché? 🙄
http://www3.lastampa.it/economia/sezioni/articolo/lstp/445356/
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È vero che lo Stato è in mala fede e non aiuta le donne a uscire da questa condizione. Ma è vero anche che alcune idee sono dure a morire. La prima è che se il gentil sesso resta a casa fa più figli.
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Forse …. dico forse, se lo Stato Italiano tagliasse tutto il carrozzone legato a queste parassite rosa e investisse in servizi reali alle famiglie qualche miglioramento lo vedremmo pure ….
Dico davvero. Sarei curioso di sapere i due ordini di grandezza. Per la famiglia. E per il “Pari Opportunismo.”
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Quanto al fifty fifty che piace a Vendola, piace anche a me, ma solo se portato a piena coerenza: fifty fifty dei vantaggi e delle croci della Storia ed esteso a tutti i gruppi umani individuabili come tali.
Prendiamo per esempio i 600.000 morti della prima guerra mondiale: 200.000 al sesso femminile, 200.000 al terzo sesso, 200.000 morti al sesso maschile. Stessa ripartizione dei mutilati. Conveniente davvero per il sesso maschile. Ma siamo ancora in tempo invece, per esempio, per i morti sul lavoro che nel 2011 sono stati circa 1200: 400 alle donne, 400 al terzo sesso, 400 ai maschi. A ben vedere, visto i vantaggi di questo criterio, ovvero di ripartire la croce della Storia su più schiene di Cireneo, perchè non individuare altre koinè culturali o religiose o etniche o generazionali e distribuire percentualmente vantaggi e croci a ciascuna? E perchè non portare fino a livello di singolo individuo questa equa distribuzione?
Ma forse qualcosa non torna in questi ragionamenti: i vini della Puglia sono vini robusti e basta poco e si rischia la balla, triste o allegra che sia.
cesare(Quota) (Replica)
Luigi:
“Giudiziosamente La Stampa…”
Già.
E “giudiziosamente” L’Espresso mi ha censurato un post dove dicevo:
1- gli insulti (“siete gentaglia malata”) non sono una obiezione.
2- Il rimemorare i delitti maschili non è una obiezione ma la conferma del metodo criminalizzatore.
Son tutti molto giudiziosi…
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Sono stato intervistato un paio di ora fa dall’agenzia di stampa AdnKronos (che ringrazio) e questo è il primo articolo che è stato pubblicato in seguito alla stessa (naturalmente è stata più lunga ma sappiamo che la comunicazione oggi deve essere sintetizzata all’inverosimile) . Speriamo che ne escano altri :
http://www.corrierenazionale.it/home/cronache/52170—Maschi-Beta—-Fabrizio-Marchi—-La-festa-r-ndella-donna–e–contro-l–uomo–
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Quando per esempio si vota alle primarie e la gente pertanto può scegliere ed esprimersi, il “valore aggiunto del sesso femminile” che i sessorazzisti teorizzano, si svela una fantasia, così come è una fantasia infantile tutta intera la narrazione femminista cui i sessorazzisti mediatici dedicano pagine e pagine ogni giorno. Di queste “amare sorprese” trovate nelle urne italiche tacciono imbarazzati e nel darne notizia si dimenticano, incredibile ma vero, perfino il sesso, ohibò femminile, dei candidati sconfitti. E’ per questo forse che si incattiviscono? temono il: “contrordine maschipentiti!”?
Grazie al Cielo la realtà esiste e a dar voce alla gente reale, la gente la fa emergere: la propensione alla femmi-fantasticheria delirante dei media italiani resta appunto una fantasticheria delirante. E senza poter compiacere la voce del padrone i nostri intellettuali professionisti della più gigantesca mistificazione mai raccontata, restano “giudiziosamente” afoni.
cesare(Quota) (Replica)
Fab.:
>>Sono stato intervistato…
Già è tantissimo così!
Molto bene.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
http://27esimaora.corriere.it/articolo/effetto-quote-rosa-in-politica-si-alza-la-qualita-degli-eletti/#comments_list
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http://27esimaora.corriere.it/articolo/quali-sono-le-citta-delle-donne/#comments_list
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Più tempo passa e più mi convinco che non solo le giornaliste e le femministe militanti siano realmente MALATE, ma che lo sia l’assoluta maggioranza delle donne, le quali non hanno mai nulla da obiettare riguardo alle stronzate sessiste che tocca quotidianamente leggere su questi assurdi blog.
A volte mi chiedo perché invece di frignare tanto dalla mattina alla sera, non ci dichiarino guerra con le armi…
(Forse perché sono delle gran vigliacche?)
Marco(Quota) (Replica)