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Di seguito il secondo video che abbiamo realizzato.
La linea politica, la strategia e gli orizzonti filosofici e valoriali del Movimento degli Uomini Beta si evincono dal Manifesto ("Il Movimento") e dai "Principi", pubblicati entrambi sulla homepage del sito, nonché dagli scritti pubblicati negli spazi riservati agli “editoriali” e agli “articoli”.
Lo spazio dei commenti è libero ed è stato creato per dare a tutti/e (indipendentemente dalla loro collocazione nei confronti del Movimento) l’opportunità di esprimere la propria opinione, purché nel rispetto delle regole della civile convivenza, delle altrui opinioni e dello Statuto del Movimento.
Conseguentemente, i commenti ivi pubblicati non sono in alcun modo riconducibili al Movimento degli Uomini Beta, ma esprimono solo ed esclusivamente posizioni individuali.
FAQ è l'acronimo di Frequently Asked Questions. Sono, letteralmente, le "domande poste frequentemente". Nel nostro caso sarebbe ...
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La QM non può essere di Destra
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Morti sul lavoro: il 3% sono donne…
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“Femminicidio” e violenza di “genere”: tutto da rivedere.
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Prima indagine sulla violenza delle donne sugli uomini in Italia
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Cos’è la violenza domestica
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2.216 Commenti
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Va però sottolineato un fatto (per l’ennesima volta…): pressioni femministe o meno, a proporre ciò fu un deputato canadese di sesso maschile (deceduto un paio di anni fa) e ad esultare più forte di tutti è stato il quasi 47enne primo ministro (con la minuscola…) canadese, che di maschile non ha nulla, neppure nella gestualità.
Del resto basta guardare attentamente come sta seduto… a gambe strette, come una femmina.
Quello che voglio dire, è che alla fine della fiera gli uomini occidentali (ma in futuro anche orientali) hanno semplicemente ciò che si meritano, da “bravi” succubi inconsapevoli quali sono.
Gli uomini di questa parte mondo sono realmente dei perdenti nella guerra dei sessi, anche perché, di norma, se ne fregano altamente di certe questioni.
Ed è anche per questo che le donne (e non solo le femministe dichiarate) risultano essere vincenti.
La modernità ha letteralmente castrato gli uomini e sicuramente ne ha messo in evidenza certi limiti, perlomeno per quanto riguarda i rapporti con l’altro sesso, che a forza di piagnistei è riuscito ad ottenere ciò che le precedenti generazioni maschili avevano ottenuto con lacrime, sudore, sangue e morti. (*)
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(*) Non per niente questo è uno dei motivi per cui sono felicissimo di non avere figli (maschi).
Daniele(Quota) (Replica)
E’ come dici.
Rino DV(Quota) (Replica)
L’infarto è maschilista
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Tu pensavi maschile, vista la preponderanza di M colpita.
Errore.
E’ maschilista perché gli UU vengono curati prima e meglio e con più scrupolo…
Rino DV(Quota) (Replica)
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E’ una storia vecchia, Rino.
http://d.repubblica.it/argomenti/2012/06/12/news/salute_donne-1069576/
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Anni di ricerche, sperimentazioni e trattamenti medici a misura di uomo hanno avuto gravi ripercussioni sulla salute delle donne. A denunciarlo è un numero crescente di esperte internazionali, le fautrici della cosiddetta “medicina di genere” di Camilla Gaiaschi
I pregiudizi fanno male alla salute. Anni di ricerche, sperimentazioni e trattamenti medici a misura di uomo hanno avuto, e continuano ad avere, delle gravi ripercussioni sulla salute delle donne. A denunciarlo è un numero crescente di esperte internazionali, le fautrici della cosiddetta “medicina di genere”: scienziate, chirurghe, immunologhe, ricercatrici che dopo aver lottato per la parità nelle carriere ed essere entrate nelle sale operatorie puntano ora il dito contro gli stereotipi che si nascondono dietro statistiche e microscopi. “Per molti anni la ricerca biomedica si è basata su un modello di riferimento che fa dell’uomo, bianco, la norma” spiega Ineke Klinge, professore di medicina di genere all’Università di Maastricht, “questo ha comportato che i trattamenti pensati per l’uomo siano poi stati estesi a tutti i gruppi sociali, donne comprese, ignorandone le specificità”.
Le conseguenze di questo tipo di approccio non sono trascurabili. E i numeri – presentati in occasione del workshop “La medicina di genere in Europa: sviluppi e prospettive” organizzato dal Centro Donne e Differenze di Genere della Statale di Milano nell’ambito del progetto europeo “Stages” – sono impressionanti. Prendiamo l’infarto: non solo è la prima causa di morte tra le donne (più del tumore al seno), ma colpisce più donne che uomini. La probabilità di decesso dopo il primo infarto è del 50% tra le donne e del 30% tra gli uomini. Colpa di un cuore femminile più fragile di quello maschile? Macché. Dalla fisiologia cardiovascolare studiata quasi esclusivamente sui topi maschi all’ingegneria biomedica pensata sul corpo maschile, le donne pagano una tradizione medica monosessuale: “L’infarto nelle donne è sottostimato, la diagnosi e l’ospedalizzazione sono tardive” spiega Patrizia Presbitero, primario di cardiologia interventistica all’istituto clinico Humanitas di Rozzano, in provincia di Milano, “perché i sintomi nelle donne possono essere diversi da quelli della popolazione maschile e spesso non vengono nemmeno riconosciuti ma anzi ricondotti a problemi psicologici o di sovraccarico di lavoro”.
Le cose, secondo i dati presentati dalla direttrice dell’Istituto di medicina di genere Charitè di Berlino Vera Regitz-Zagrosek, non migliorano una volta entrati in ospedale: qui la probabilità di decesso è più elevata se il paziente è donna, pari al 6% contro il 3% degli uomini sotti i 50 anni, al 13,4% contro il 10,7% tra i 65 e i 69 anni. Il rapporto si inverte, ma di poco, solo dopo gli 80 anni. E ancora: la mortalità delle donne durante le operazioni di sostituzione della valvola aortica “è circa il doppio degli uomini”, precisa Patrizia Presbitero. La ragione è banale: “le valvole in commercio sono troppo grandi per le aorte femminili e possono lacerare o rompere i vasi”. Basterebbe molto poco per evitare tali complicazioni tant’è che un gruppo di cardiologhe internazionali, le “Women in innovation”, si è messo a fare lobby sulle case farmaceutiche per convincerle a produrre una valvola con una circonferenza più piccola. Con un buon risultato, visto che verrà commercializzata fra un anno. La prossima sfida? “Aumentare nei trial per le malattie coronariche il numero di donne” aggiunge Presbitero, “che oggi sono rappresentate nell’ordine del 5-10%”.
Le patologie cardiovascolari non sono però l’unico cruccio della medicina di genere: il sesso degli animali da laboratorio e delle cellule staminali rappresenta un altro importante terreno di battaglia. Secondo uno studio dei ricercatori Annaliese Beery e Irving Zucker, le femmine rappresentano circa il 10% degli animali utilizzati nella farmacologia. Le conseguenze sono note: tra il 1997 e il 2000 dieci farmaci sono stati ritirati dal mercato statunitense per effetti dannosi sulla salute. Otto di questi erano più pericolosi per le donne che per gli uomini e guarda a caso gli studi pre-clinici erano stati condotti principalmente su animali di sesso maschile.
Ma purtroppo gli stereotipi valgono anche al contrario. È il caso dell’osteoporosi: “Gli uomini rappresentano un terzo dei pazienti colpiti dalla frattura dell’anca” spiega Ineke Klinge, “e nonostante questo l’osteoporosi è considerata una malattia delle donne in menopausa. La diagnosi viene condotta tenendo conto della densità minerale delle ossa nelle donne bianche in menopausa e la conseguenza è che l’osteoporosi spesso non è diagnosticata né curata negli uomini”. Di pregiudizi, insomma, ce n’è per tutti.
(12 giugno 2012)
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Sandro Desantis(Quota) (Replica)
Certo, nessuna di queste femminucce/femministe evidenzia il fatto che gli uomini, molto di più delle donne, sono stati soventemente usati come cavie…
In merito riporto la sintesi di un brano tratto da IL MITO DEL POTERE MASCHILE, di Warren Farrell.
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Quanto alla tecnologia medica maschile, fu probabilmente il fattore che allungò la vita media delle donne. Evitò che le donne morissero di parto e scoprì vaccini per quasi tutte le malattie contagiose (poliomielite, difterite, febbre tifoidea, morbillo, scarlattina, varicella, peste bubbonica, tubercolosi).
In tempo di guerra, diversi farmaci sperimentali furono spesso testati sugli uomini. Se il farmaco non funzionava, l’uomo moriva. Ma se il farmaco dava buoni risultati, allora veniva usato per salvare sia le donne sia gli uomini. E sempre gli uomini furono usati come cavie per migliorare le procedure d’emergenza, i forni a microonde (inavvertitamente un uomo venne «cotto» durante le prove), e altri ritrovati utili a entrambi i sessi.
In seguito fu etichettato come sessismo il fatto che i medici studiassero più gli uomini che le donne. Nessuno definì sessismo il fatto che gli uomini più delle donne fossero usati come cavie.
Secondo le femministe, il patriarcato e la tecnologia maschile cospiravano per limitare la libertà di generare «il diritto di scegliere» da parte delle donne. Per la verità, la tecnologia maschile ha creato «il diritto di scegliere» delle donne: ha permesso il controllo delle nascite. E l’aborto sicuro. La tecnologia maschile per il controllo delle nascite ha contribuito più di qualsiasi altra cosa a ridurre il carico di lavoro delle donne, a rendere il sesso non univoco ma pluridirezionale. Soprattutto, la tecnologia fece sì che il ruolo maschile proteggesse le donne più di quanto il ruolo femminile proteggesse gli uomini. Per ironia della sorte, alcune femministe che tanto si lamentavano della tecnologia maschile sarebbero morte di parto o di aborto se quella tecnologia non ci fosse stata.
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Sandro Desantis(Quota) (Replica)
Sandro Desantis,
ineccepibile, ma come sappiamo ormai da decenni, le argomentazioni logiche e basate sui fatti non servono a nulla, perchè non sono i fatti e la logica ad ispirare quella che Rino ha definito la Grande Narrazione Femminista.
ARMANDO(Quota) (Replica)
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Sì, lo so bene, Armando.
Sandro Desantis(Quota) (Replica)
Vi allego un articolo di cronaca apparso su un quotidiano locale: vi si narra della sfortunata vicenda di una 55enne ammalata di SLA, la quale convive con una badante coetanea, rumena; entrambe separate. Ovviamente, è quest’ultima a rilasciare l’intervista al/alla cronista; ed esordisce cosÏ: “Le donne sono sempre più forti, gli uomini non ci sarebbero riusciti”.
[Attenzione: potrebbe essere stato/a l’articolista a “montare” l’intervista con l'”apertura ad effetto”…].
Cosa diavolo c’entra una simile, sprezzante, gratuita illazione (non suffragata da alcuna statistica sugli uomini affetti da analoga malattia), una simile dichiarazione di suprematismo, nella storia di due donne che hanno espunto gli uomini dal loro orizzonte esistenziale, dalla loro visione del mondo?
Ma è mai possibile che non perdano occasione – perfino nella sventura e nel dolore – di sputare veleno, di fare sarcasmo sull’altro sesso? Se li considerano inferiori, perché citarli? perché paragonarsi? perché curarsene?
La badante rumena ci tiene a dileggiare perfidamente l’ex marito: “Provò ad emigrare in Serbia: tornò indietro dopo due settimane”. E con questo? l’ex marito è forse il prototipo di tutta la maschilità? Non è forse lei stessa a raccontare, poco prima, che i due figli, invece, vivono dignitosamente, ciascuno del proprio lavoro?
Naturalmente, l’intervistata, nella sua rancorosa ottusità, neppure si accorge che TUTTO CIO’ CHE DI MATERIALE ha intorno a sé, tutto ciò che consente loro di vivere la faticosa quotidianità, è stato pensato e costruito da menti, mani e cuori maschili: la casa in cui vivono, le sofisticate apparecchiature medicali che permettono la sopravvivenza della sventurata, ecc.; ma no: ella ritiene, forse, che quella cornucopia sia stata creata dalla natura selvaggia: come le foreste dei Carpazi, come il gregge di pecore con cui lavora e vive in Transilvania suo figlio.
Se ella si considera “eroina immolata” al suo lavoro (e nessuno dubita che sia duro), perché non è rimasta in Transilvania con la famiglia del figlio e le pecore? forse perché la vita da pastore le appare anche più dura della sua?.. E quanti cronisti avrà trovato il figlio, sugli altipiani dei Carpazi, cui raccontare le sue fatiche?..
La risposta è nel non-detto, perché indicibile: il figlio, il sesso PRIVILEGIATO, è nato, in realtà, del sesso sacrificabile; ella, invece, era nata del sesso discriminato, ma al quale era dovuto un mantenimento: che l’ex marito non le ha dato.
L’ingratitudine è la cifra dell’esistenza femminile. Ben triste vita, quella di chi, dalla culla alla tomba, si nutre di livore e invidia, nel sordo rancore per la propria condizione percepita come minorata, sentendosi (immaginariamente) defraudata dal destino; e quindi, per converso, sviluppando un atteggiamento di perenne rivalsa.
Claudio Manzari(Quota) (Replica)
Claudio Manzari
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Naturalmente, l’intervistata, nella sua rancorosa ottusità, neppure si accorge che TUTTO CIO’ CHE DI MATERIALE ha intorno a sé, tutto ciò che consente loro di vivere la faticosa quotidianità, è stato pensato e costruito da menti, mani e cuori maschili: la casa in cui vivono, le sofisticate apparecchiature medicali che permettono la sopravvivenza della sventurata, ecc.; ma no: ella ritiene, forse, che quella cornucopia sia stata creata dalla natura selvaggia: come le foreste dei Carpazi, come il gregge di pecore con cui lavora e vive in Transilvania suo figlio.
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E’ così, Claudio.
Come sono solito sostenere da decenni, è più probabile che un giorno qualcuno scopra delle forme di vita aliena, piuttosto che una femmina della specie umana riconosca il benché minimo merito agli uomini.
Denigrare i suddetti e sputare nel piatto in cui mangiano è lo “sport” preferito dalle appartenenti alla “razza superiore”.
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Claudio Manzari
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L’ingratitudine è la cifra dell’esistenza femminile.
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Sì, nella maniera più assoluta.
Sandro Desantis(Quota) (Replica)
concordo. un tempo non era così ma oggi l’avvelenamento dei pozzi è compiuto e totale o quasi.
ARMANDO(Quota) (Replica)
Di certa ingratitudine ci se ne accorge quando concede al volante civilmente uno spazio di manovra.
Col piffero che ringraziano!
Renzoni(Quota) (Replica)
C.M.
“L’ingratitudine è la cifra dell’esistenza femminile. Ben triste vita, quella di chi, dalla culla alla tomba, si nutre di livore e invidia, nel sordo rancore per la propria condizione percepita come minorata, sentendosi (immaginariamente) defraudata dal destino; e quindi, per converso, sviluppando un atteggiamento di perenne rivalsa”.
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Tragico disvelamento, amaro dissigillarsi degli occhi.
Verità che ho cercato di negare per decenni, prima di prenderne atto pur con intima radicale riluttanza.
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La mia vecchia idea che si possa essere odiati solo a causa del male che si procura è sbagliata.
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Diceva il Cesarone: “Vuoi sapere di cosa si stanno vendicando? Dell’immensità del bene che hanno avuto e hanno dagli UU.”.
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Così cito ancora – è solo la centesima volta, scusate –
questa di Machiavelli: “Si può essere odiati sia facendo del male che del bene. Indifferentemente.”
Rino DV(Quota) (Replica)
Io credo che uno spirito poco elevato possa arrivare ad odiare per semplice antipatia.
Renzoni(Quota) (Replica)
Senza peli sulla lingua, per fare chiarezza.
Il maschio rende. Da vivo e da morto.
Fonte di dinero sempre e comunque.
Il maschio morto rende. Alla moglie e all’amante
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Ormai rende più da morto che da vivo.
Ai bei tempi veniva praticato il matrimonio per procura.
Il soldato in trincea veniva convinto a sposare la morosa (o la semimorosa) e lo faceva a distanza. Motivo? L’amore.
Del dinero.
Una pensione di reversibilità di guerra è una miseria.
Ma sempre meglio di niente.
La vedova, dolente, incassava (poco, ma per decenni).
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Adesso il morto arricchisce anche l’amante.
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Come detto mille altre volte, son cose che non si potevano e non si possono inventare.
Era necessario nascere in questo tempo per vederle.
Rino DV(Quota) (Replica)
Senza peli n. 2.
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Anni fa un elicottero del SUEM-118 precipita in zona in un recupero in montagna. 4 morti.
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Una mia collega rosso-femminista: “Beh, erano volontari, mica nessuno li ha obbligati…!”.
Attività volontaristica del marito? Soccorso alpino.
Attività sportiva dell’interessata? Escursioni quindicinali in montagna.
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E alle povere vedove dei 4?
A quella del pilota 1.600.000, alle altre dai 300.000 ai 400.000.
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Una di queste l’ho vista in piazza a fare la sandwich-woman contro la violenza maschile.
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La domanda è: casi particolari irrilevanti o punta di un iceberg?
Rino DV(Quota) (Replica)
Alla signora rosso femminista e manifestante contro la violenza maschile, c’è solo da augurare questo: che in una delle sue escursioni in montagna si trovi a dover chiamare i volntari del soccorso alpino. Maschi, naturalmente, perchè di femmine non ce ne sono , forse, di rarissime. Se, dato che nessuno li obbliga e quindi se crepano sono affari loro, non ce ne fossero, si accorgerebbe a sue spese quanto sia vile ed egoista la sua irriconoscenza. Sua? diciamo meglio l’irriconoscenza di genere. Come se tutto quanto fanno i maschi per le femmine (e per tutti) fosse dovuto. Un dovere morale a fronte del quale è inutile aspettarsi nemmeno un po’ di umana pietas e uno scampolo di riconoscimento..
ARMANDO(Quota) (Replica)
Questa beffarda ingratitudine è un’infamia.
Grave è che si tratta di uno stato psichico collettivo.
Ciò mi sembra ormai innegabile.
Rino DV(Quota) (Replica)
Dopo 50 anni chiede milioni al padre fuggitivo
Giustizia o ricatto?
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Qualsiasi giudizio deve ora e finalmente venir collocato nella cornice che gli dia senso.
1. Fu paternità estorta con la frode?
2. Egli cmq non ebbe alcun diritto riproduttivo (allora come ora)
3. Se fosse pieno di debiti, la figlia esigerebbe di pagarne una parte?
4. Se per diventare ricco fosse finito in galera, la figlia esigerebbe di scontare qualche anno pure lei?
5. Se per diventare ricco si fosse rovinato la salute o fosse rimasto mutilato, la figlia esigerebbe la legge del taglione applicata a lei medesima stessa?
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Quando si pretenderà ed esigerà il DIRITTO alla compartecipazione nel male, nei fallimenti, nei disastri, nelle pene, allora e solo allora si potrà rivendicarlo sul lato dei successi.
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Sono cinico?
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Io la definirei: ottica della pari parità, della giusta giustizia e della responsabilità. Ciò che rende degni di rivendicare qualsiasi cosa.
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Altrimenti non se ne è degni.
Si è indegni.
Rino DV(Quota) (Replica)
Casi entrambi emblematici:1) il padre naturale è tenuto a mantenere il figlio o la figlia che non ha riconosciuto.
2)Il “non padre” naturale è ugualmente tenuto al mantenimento di figli non suoi.
Nell’interesse dei minori, dicono i giudici. Ma allora, sai quant minori bisognosi esistono al mondo? Forse un uomo è tenuto a mantenerli tutti? Ma, si aggiunge, il mantenimento è dovuto in forza del lagame matrimoniale con la madre. Cornuto e mazziato per i napoletani, becco e bastonato per i toscani. Un vero spot per il matrimonio e per la famiglia! Un incoraggiamento a tutti gli uomini a sposarsi, non c’è che dire!
Perchè lo Stato non se ne occupa direttamentre anzichè fare il premuroso col portafoglio altruii e obbligare un uomo ingannato a mantenere figli non suoi?
Tutto questo, ovviamente, esula dal rapporto affettivo instauratosi nel frattempo fra il non padre e i non suoi figli. Che egli, di sua libera volontà voglia continuare a mantenerli è anche auspicabile. Che sia obbligato a farlo è inaccettabile. Pone l’uomo in una condizionedi totale subalternità. Ci pensasse la madre, o, se almeno si
volesse essere coerenti con l’altra sentenza, dicesse la madre chi è il padre naturale, lo si ricercasse e si chiedesse a lui.
ma la coerenza su questi temi, quando si tratta di legislatori, di giudici, di governananti (per non parlare dei media), proprio non esiste.
ARMANDO(Quota) (Replica)
Ma non contro gli UU…
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Intervista ad Agnes Heller.
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“La prima grande tappa nel processo di liberazione delle donne è stata l’emancipazione politica, suggellata dal suffragio universale in cui le donne hanno acquisito uguali diritti come cittadine. Ma questo è stato anche il passo più semplice. La tappa successiva, l’emancipazione sociale, è ancora incompiuta. Include il diritto all’eredità, all’educazione, alla pratica di tutte le professioni, al divorzio e alla parità retributiva. In molti Paesi, questi diritti non sono ancora garantiti, e nei Paesi in cui lo sono, non sono ancora pienamente attuati. La terza tappa della liberazione femminile è la liberazione dal dominio maschile nella sfera intima (famiglia, sessualità). Questa è la più difficile e la più lenta”.
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Ripeto: La terza tappa della liberazione femminile è la liberazione dal dominio maschile nella sfera intima (famiglia, sessualità).
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A voi i commenti.
Rino DV(Quota) (Replica)
Rino DV,
“La prima grande tappa nel processo di liberazione delle donne è stata l’emancipazione politica, suggellata dal suffragio universale in cui le donne hanno acquisito uguali diritti come cittadine.”
…Quanto, invece, al dovere di difendere in armi la Patria… quella stessa per la quale rivendicano il diritto di deciderne, col voto, la politica… “Quello che noi donne possiamo fare è agire con dignità, come esseri umani uguali per natura, rimanendo indipendenti nei giudizi e nelle decisioni, ma senza combattere gli uomini, nostri simili”.
…Almeno finché i lavori sporchi, faticosi, pericolosi, non potranno essere demandati agli automi preconizzati nel Manifesto SCUM di Valerie Solanas…
C’è un solo modo per descrivere le “pettinatrici di bambole”: fanno le frocie col culo degli altri…
Ma tanto peggio per noi uomini che non lo capiamo…
Claudio Manzari(Quota) (Replica)
Ci torno sopra:
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Agnes Heller
…La terza tappa della liberazione femminile è la liberazione dal dominio maschile nella sfera intima (famiglia, sessualità)…
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Questa Heller è una filosofa, nel senso che viene appellata tale.
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La domanda è perciò obbligata: “filosofo” è un complimento o un insulto?
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Certo, di filosofi come lei ce ne sono stati centinaia, migliaia. E un gran numero è vivente. Questa è la sola attenuante.
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L’ultimo anello degli inferi li attende…
Che stiano tutti in calda compagnia laggiù…
Rino DV(Quota) (Replica)
Perchè il femminismo non è un’ideologia di odio ….
No … No …
Le madri dei figli maschi hanno una responsabilità in più
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Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Scusate il cinismo.
Le eroine dov’erano?
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…non ci sono femministe al soccorso di una casa che va a fuoco
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Dove sono?
Rino DV(Quota) (Replica)
Due morti più
uno incriminato
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Dove ci sono rischi fisici, civili e penali chi c’è?
30 anni fa una simile incriminazione sarebbe stata inconcepibile. Perché oggi invece è ovvia?
Rino DV(Quota) (Replica)
Rino DV,
erano a stilare in documento indignato contro l’oppressione maschile, l’insopportabile sessismo che nega alle donne identiche possibilità di lavoro e di vita (non di morte, quella per le donne è contemplata solo come femminicidio)
ARMANDO(Quota) (Replica)
Rino DV,
veramente i rischi penali ci sarebbero anche per le donne, ma solo ed esclusivamente in teoria. perchè poi ogni motivo è buono per non incriminarle o mandarle assolte o con pene irrisorie nei confronti di un uomo.
ARMANDO(Quota) (Replica)
Due sere fa ne parlavo con mia moglie. Ci si trovò d’accordo.
L’idea era quella di dichiararmi femmina.
La legge non è chiara, ma la magistratura italiana ha già sentenziato che l’intervento chirurgico non è necessario. Ultima sentenza un mese fa (ovviamente in direzione F->M).
Ma mancandomi solo un anno alla pensione, visti i costi e i tempi della magistratura non ne vale la pena.
In Argentina invece qualcuno ci ha pensato e ce l’ha fatta.
Ed ha scandalizzato il paese.
Perché? Perché è uno scansafatiche …ed ha ottenuto un privilegio femminile (noto femministicamente come “penalizzazione della carriera, compensazione etc.”
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Mi dichiaro donna e …ciao Fornero
Rino DV(Quota) (Replica)
https://femdominismo.wordpress.com/2018/03/26/il-tifo/
mauro recher(Quota) (Replica)
http://www.sheboard.com
A proposito di Psicosfera. La tastiera femminista che ti suggerisce cosa scrivere.
Enrico(Quota) (Replica)
…Parto dall’esilarante “fake paper” del duo Boghossian – Lindsay. Si tratta di un testo intenzionalmente delirante che i due hanno sottoposto al vaglio di una rivista “scientifica” di studi di genere, ottenendone la pubblicazione in barba alla bibliografia in larga parte falsa, se non inventata di sana pianta, e all’incredibile florilegio di affermazioni insensate (si va dalla tesi che la postura dei maschi che siedono a gambe larghe è il riflesso di un atteggiamento di “stupro dello spazio vuoto circostante”, alla denuncia della responsabilità del pene come “propulsore concettuale del cambiamento climatico”, in quanto quest’ultimo è l’esito inevitabile “di uno stupro della natura da parte di una mentalità maschile predominante”). Gli autori spiegano di aver tratto ispirazione da un’operazione effettuata anni fa dal fisico Alan Sokal, il quale si proponeva di denunciare l’uso improprio di metafore mutuate dalle scienze naturali da parte degli studiosi postmodernisti di scienze sociali (il bersaglio era il gergo dei cultural studies con particolare riferimento agli studi postcoloniali). Boghossian e Lindsay sostengono che, a far accettare come ovvie verità le insensatezze inserite nel loro testo (alcune delle quali formulate ricorrendo al Generatore Postmoderno, un algoritmo creato da Alan Sokal), è stato il tono “moraleggiante” (leggi: la denuncia della natura intrinsecamente malvagia della mascolinità), mentre aggiungono di non nutrire illusioni in merito all’effetto demistificante della provocazione, in quanto il campo dei gender studies è affetto da dissonanza cognitiva, si fonda cioè su certezze aprioristiche che sfidano ogni smentita empirica. Una di tali certezze coincide con la convinzione secondo cui il pene anatomico avrebbe poco o nulla a che fare, non solo con il genere, ma persino con il sesso…
http://ilrasoiodioccam-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2018/01/19/contro-il-femminismo-di-regime/
blu(Quota) (Replica)
UE: “All’Agenzia Europea dei Farmaci lavorano troppe donne”
Claudio Manzari(Quota) (Replica)
Uccidere il maschio che è in noi: è lui il male
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(Titolo usato già in prima pagina).
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Eppure se lo diciamo noi, che il femm.o ha identificato il maschio con il male e viceversa, gli astanti ridacchiano e ci danno dei paranoici.
Gente che ha avuto dei problemini (quei “problemini” là) con le DD.
Rino DV(Quota) (Replica)
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… ora l’Ue si lamenta perché ci lavorano troppe donne e troppi italiani
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Tralasciando per un momento il discorso sugli italiani (sennò dovrei andare a parare altrove), paradossalmente e provocatoriamente dico che “va bene così”.
Anzi, mi auguro che in futuro quella percentuale possa arrivare al 100%, non solo all’Agenzia Europea dei Farmaci, ma anche in altri ambiti.
Sandro D.(Quota) (Replica)
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Anzi, mi auguro che in futuro quella percentuale possa arrivare al 100%, non solo all’Agenzia Europea dei Farmaci, ma anche in altri ambiti.
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Già su uomini 3000 aprimmo provocatorie discussioni come questa.
http://www.uomini3000.it/10619.htm
>
Tanto l’uomo medio deve assolutamente toccare il fondo e diventare anche ufficialmente (ufficiosamente lo è già, perlomeno in questa parte di mondo) il “secondo sesso”, nonché sostanzialmente “inutile”, altrimenti non si sveglierà mai.
Sandro D.(Quota) (Replica)
Nell’autunno del 1991, in una lettera rivolta a tutte le femmine del Parlamento, O.N.D.A (Organizzazione nazionale donne autonome), fece le seguenti proposte:
“Perché non presentare due liste alle elezioni, una per gli uomini e una per le donne, in modo da garantire una rappresentanza proporzionale dei due sessi in Parlamento? Perché non pensare addirittura a due Camere, una maschile e una femminile perché così la vita politica si arricchirebbe con l’allargarsi della parzialità del punto di vista, oggi tutto maschile?”.
In questo modo il gruppo femminista romano intendeva entrare nel dibattito sulle riforme istituzionali, perché, si leggeva nella lettera, “la crisi istituzionale può essere salutare e necessaria, ma oggi non ci sembra andare nella direzione auspicata. Una riforma delle istituzioni infatti che dimentichi le donne, che non ne garantisca la partecipazione alla vita politica e sociale, denota un basso livello di civiltà di un popolo”.
…
Sandro D.(Quota) (Replica)
https://femdominismo.wordpress.com/2018/04/02/va-di-moda/
mauro recher(Quota) (Replica)
Toccherà anche ai siti del Momas? Possibile.
Butac oscurato perché qualcuno “si è sentito” danneggiato da un articolo di 3 anni fa”.
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Quando qualcuna farà sapere alla magistratura di “essersi sentita ferita” da un qualche articolo …oscureranno questo sito. E per analogia tutti gli altri.
Rino DV(Quota) (Replica)
Oggi la Raggi ha oscurato un manifesto antiabortista che, per inciso, non offendeva nessuna/o.
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Ma qualcuna si è “sentita offesa”
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Tutti hanno il diritto di manifestare le proprie opinioni, …purché siano in linea con quelle del regime.
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Rino DV(Quota) (Replica)
Tra l’altro BUTAC smontò anche la bufala dei femminicidi. Articolo purtroppo recuperabile solo tramite cache di Google.
http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache%3Ahttps%3A%2F%2Fwww.butac.it%2Ffemminicidio-riparliamone%2F&oq=cache%3Ahttps%3A%2F%2Fwww.butac.it%2Ffemminicidio-riparliamone%2F&aqs=chrome..69i57j69i58.4417j0j4&client=ubuntu&sourceid=chrome&ie=UTF-8
blu(Quota) (Replica)
Tutto, in tutti i settori, deve essere coerente e senza crepe. E’ il peggior totalitarismo della storia umana. Uccide senza uccidere! Ma provate a dichiararvi offesi per qualche articolo apparso su un sito femminista (ma anche non direttamente tale) e vedrete che non sarà oscurato, in nome ovviamente della sacra libertà di pensiero. Il pensiero libero è quello allineato, l’altro non è libero, quindi oscurandolo liberano anche chi ci scrive. E’ la democrazia!!!
ARMANDO(Quota) (Replica)
Ogni tanto passavo su Butac. Avevo visto l’art. e la cosa mi aveva colpito, come si può ben immaginare.
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Stiamo andando verso quello che Orban d’Ungheria ha definito il suo obiettivo politico: la “democrazia illiberale” cioè liberticida.
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“I nemici della libertà non dormono mai” scriveva Condorcet (dalla cella della morte).
Rino DV(Quota) (Replica)
Il potere, il dominio (di lui)
il dovere, l’onere, la schiavitù (di lei).
Tutto sulle loro spalle
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Quando a guadagnare era ed è solo lui ciò significa, comporta, determina che Egli ha il Potere con il quale stabilisce le regole (a suo vantaggio, si intende). Significa che Egli ha in mano la spada = i soldi.
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Quando a guadagnare è solo lei ciò significa, comporta, determina che Lei ha l’onere e che è serva e schiava (e lui parassita e ladro).
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Per quasi 30 anni ho assistito sgomento alla diffusione di queste infamie in una spaventosa, terribile, devastante solitudine.
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Non so dire e forse non si può credere quanto oggi sia confortante il fatto di sapere che almeno altri 1.000 in Italia chiamano con il giusto nome questo frutto dell’odio antimale: infamia assoluta, menzogna repellente, manipolazione totale.
Rino DV(Quota) (Replica)
Rino
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Per quasi 30 anni ho assistito sgomento alla diffusione di queste infamie in una spaventosa, terribile, devastante solitudine.
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Dici bene: devastante solitudine e in era pre-internet, quando bisognava usare carta, penna e francobolli.
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Rino
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Non so dire e forse non si può credere quanto oggi sia confortante il fatto di sapere che almeno altri 1.000 in Italia chiamano con il giusto nome questo frutto dell’odio antimale: infamia assoluta, menzogna repellente, manipolazione totale.
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Sono sicuro che un giorno, ancora molto lontano, un giorno che noi non vedremo mai perché saremo già morti da tempo, tale letame verrà studiato a scuola, per capire, per comprendere come fu possibile concepire simili bestialità.
Sandro D.(Quota) (Replica)
Rino DV,
Siamo molti di più di mille, Rino, secondo me sono centinaia di migliaia gli uomini (e anche diverse donne) a pensarla non dico proprio come noi ma a ritenere che il femminismo abbai oltrepassato ogni limite…solo che questa massa critica non emerge, prevale la paura, la vergogna, l’ignavia, la passività…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi,
Credo anch’io che il problema sia proprio questo: la paralisi psicologica degli uomini che non osano dire ciò che pensano realmente. Se accadesse, tutto il castello di bugie ecc, ossia come la chiama Rino, la GNF, si sgonfierebbe in pochissimo tempo. Faccio un parallelo sportivo azzardato. Tutti quanti sappiamo che il Calcio è ormai un business con tutto ciò che conporta: opacità, manovre, interessi, diritti tv da salvaguardare, stipendi fuori da ogni logica minimamente “normale”, ecc. Insomma una specie di immondezzaio nel quale lo sport e quelli che ancora vengono definiti i suoi “valori” (con facile doppio senso), occupano un posticino residuale. Lo sappiamo bene, tutti, ma ciò nonostante non osiamo volgere lo sguardo da un’altra parte. Se un evento televisivo come una finale di champion fosse disertato dai telespettatori, tutto il castello si sgonfierebbe seduta stante. Ma non accade (e dico per tutti, me compreso). Tutto quì, sembrerebbe facile, ma evidentemente non lo è. Qualcosa nella psiche umana fa si che ci siano blocchi insuperabili. Riguardo al femminismo siamo ancora lì. E spesso non basta nemmeno essere colpiti personalmente per cambiare idea, atteggiamento, per prendere coscienza. Vero mistero!! altro che quello della fede!
ARMANDO(Quota) (Replica)
I 1.000 sarebbero quelli che colgono al volo, istantaneamente, il carattere mistificatorio di quel titolo. Quelli che subito comparano l’ “onere” femminile con il “potere” maschile.
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I sensibilizzati, quelli che lo notano dopo un minuto di riflessione, saranno alcune migliaia. 5.000-10.000.
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Certo, quelli con il mal di pancia sono molti di più.
Centinaia di migliaia.
E quelli con qualche dubbio, incertezza, sospetto forse qualche milione. Almeno grazie al contributo dei padri separati.
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Questa è la mia impressione.
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Ma i grandi numeri stanno nascosti, la massa, come ben sappiamo, è latente.
E latitante.
Rino DV(Quota) (Replica)
ARMANDO,
Bè, aspetta, è diverso…Che il calcio sia un business lo sanno tutti e in fondo tutti lo dicono, se ne può parlare, è consentito dirlo, non solo al bar o nelle discussioni fra amici e/o colleghi, ma anche nelle televisioni, sui media. Tutti sanno tutto e tutti lo ammettono apertamente. Dopo di che ci piace talmente tanto e siamo così appassionati che scegliamo lucidamente di tifare, per gioco, per passione, perchè è un modo per restare fanciulli, anche se sappiamo che è un business. Ma sappiamo perfettamente come stanno le cose e in fondo è ammesso da tutti, la verità è portata alla luce, è pubblicamente ammessa e riconosciuta. E se ne può parlare senza nessun problema.
Nel caso del femminismo la situazione è ben diversa. Il femminismo non può essere criticato, una versione alternativa dei fatti non è ammessa e non è pubblicamente riconosciuta, e chi si espone è soggetto a sanzione (emarginazione, scomunica, pubblico ludibrio, derisione, isolamento, fine di ogni spazio politico e professionale). Inoltre mentre tutti sanno che il calcio è un business, non tutti sanno quello che sappiamo noi del femminismo. Ancora oggi quando diciamo che siamo antifemministi molta gente ci risponde:”Ma allora siete contro la parità fra i sessi, contro il diritto di voto alle donne, siete a favore della disparità salariale…ecc. ecc. “.
Quindi sono in realtà due fenomeni ben diversi. Il primo è palese, il secondo è occulto.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio, sei troppo ottimista, se veramente fossero centinaia di migliaia gli uomini “a pensarla come noi” (perlomeno qui, in Italia), gli stessi forum e blog dedicati alla questione maschile avrebbero come minimo decine di migliaia di utenti e di iscritti (se non centinaia di migliaia, per l’appunto), mentre i fatti dimostrano che in tali luoghi virtuali, pur essendo aumentato un po’ il numero degli incazzati, a scrivere sono quasi sempre i soliti, che ormai se ne occupano da lustri e decenni.
Tra l’altro l’uomo medio non ha la più pallida idea di cosa sia realmente il femminismo.
L’uomo medio si “scanna” per questioni politiche (“fascisti contro comunisti”, ecc), per questioni calcistiche, per questioni di donne, ma riguardo a certi argomenti brancola totalmente nel buio.
Ed inoltre, nella quasi totalità dei casi, se uno cerca di “aprirgli la mente” al riguardo, non solo ti guarda con aria perplessa, ma evidenzia il suo totale disinteresse.
La “guerra dei sessi” non è un argomento che alberga nella mente degli uomini (contrariamente a quanto raccontano le femministe).
L’uomo, il maschio umano, fa la guerra (in tutti sensi) solo agli “altri uomini”, nonostante le femminucce gliela facciano tutti i giorni a suon di derisioni, denigrazioni, divorzi, denunce e quant’altro.
L’uomo al massimo bolla come “troie” le femmine, oppure sta zitto o… ride.
Inoltre, vorrei far notare che quella mentalità assurda alla quale fa riferimentio Rino, ha radici nel vecchio Patriarcato e non nel femminismo, che ha semplicemente cavalcato e alimentato una mentalità preesistente.
Gli stessi miei nonni (e nonne) ormai deceduti da tempo, facevano ragionamenti simili al riguardo, benché non sapessero nulla delle vaginate femministe e fossero nati e vissuti in un’ epoca in cui il movimento femminista contava quanto il due di briscola e non esistavano certamente internet e i cosiddetti social..
Daniele(Quota) (Replica)
Dimenticavo: a mio parere il vecchio Patriarcato ha fatto molti più danni agli uomini che alle donne.
>>>
Edit:
>>
non esistEvano certamente internet e i cosiddetti social…
>>
Daniele(Quota) (Replica)
Oggi ho visto SPAL-Roma e vedo che i giocatori hanno una linea rossa in viso (di solito dove c’è lo zigomo) e il commentatore ricorda che oggi, la serie A, ricorda in questo modo la violenza sulle donne una domanda che ho letto anche su un giornale (non ricordo chi) tenendo sempre presente che gli uomini violenti ci sono , “Ma a forza di ricordare la violenza sulle donne, non dimentichiamo quella sugli uomini ?”
mauro recher(Quota) (Replica)
concordo al cento per cento con Daniele.
In merito aggiungo che io, per motivi di lavoro, risiedo da alcuni anni in Inghilterra (ora sono in Italia, ma presto ripartiro’) percio’ vi posso assicurare che anche in quel paese non esiste alcuna consapevolezza da parte maschile.
riccardo(Quota) (Replica)
https://femdominismo.wordpress.com/2018/04/24/videogiochi/
mauro recher(Quota) (Replica)
Daniele,
Sono assolutamente d’accordo sul fatto che il patriarcato sia stato enormemente più vantaggioso per le donne piuttosto che per gli uomini, o quanto meno per la grande maggioranza degli uomini. Nessun dubbio su questo. Lo sostengo da sempre e l’ho scritto anche in diversi articoli.
Ribadisco invece che sono molti di più di quanto pensiamo gli uomini col “mal di pancia” come si suol dire, però non escono allo scoperto. Poi non c’è dubbio che ce ne sia un grandissimo numero del tutto inconsapevoli e che vivono nelle tenebre, da questo punto di vista (e non solo, aggiungo…)
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
https://femdominismo.wordpress.com/2018/04/30/workers-memorial-day/
mauro recher(Quota) (Replica)
Necessarie le quote rosa anche per Marx
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Solo i maschi si occupano di Marx: marxilisti!
Rino DV(Quota) (Replica)
Esistono norme che impediscono a qualche accademica o studiosa o a qualche organizzazione femminile o femminista di organizzare convegni su Marx (o su chiunque altro) chiamando a parlare solo donne?
Rino DV(Quota) (Replica)
Fanrizio
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Ribadisco invece che sono molti di più di quanto pensiamo gli uomini col “mal di pancia” come si suol dire, però non escono allo scoperto.
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Secondo me, rispetto alla massa, sono sempre pochissimi quelli realmente consapevoli di certe questoni, in Italia come altrove.
E per altrove intendo anche Paesi al di fuori dell’Occidente.
L’uomo medio, di norma, si limita ad evidenziare che “le femmine sono tutte troie”, oppure fa battute sul potere della fica, con una sorta di compiacimento che c’entra come i cavoli a merenda; soventemente esalta le appartenenti al sesso femminile attribuendogli “una marcia in più” rispetto agli uomini, (*) ecc ecc.
Insomma, l’uomo medio è sostanzialmente un perdente a prescindere con l’altro sesso.
Tra l’altro basta evidenziare l’inconsapevolezza della stragrande maggioranza dei padri separati, che nonostante le mazzate che prendono da lustri, non riescono proprio a capire da dove arrivano i loro guai.
Poi, intendiamoci, ognuno è libero di pensarla come vuole.
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(*) Tempo fa, un mio conoscente 54enne, ha affermato che “le donne hanno un’altra cilindrata”.
E va beh… questi sono gli uomini con i quali ci tocca e ci è toccato convivere.
Daniele(Quota) (Replica)
Rino DV,
La cosa sconcertante è che nessuno dei relatori gli abbia risposto non dico per mandarle a quel paese ma semplicemente per dirgli quello che hai detto tu poc’anzi…
E’ stupefacente, non non ho mai visto nulla del genere nella mia vita…Ormai siamo al punto che se una intellettuale donna dice che gli asini volano, nessuno ha nulla da ribattere… Sembra un’allucinazione eppure ci stiamo dentro…E’ la storia della pillola rossa e di quella blu…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Lo spettacolo al quale assistiamo basiti, esterrefatti e sgomenti, mette in discussione alcune mie idee sbagliate sugli umani. Idee maturate sin dall’adolescenza e che mi parvero corrette per decenni.
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La prima è questa: quando qualcuno viene preso a calci, riconosce di venir preso a calci. Quando un gruppo viene pestato moralmente e fisicamente, si accorge di venir pestato.
Se non ha la forza di vincere, perde, se non ha nemmeno la forza di reagire, resta passivo e subisce tutte le angherie possibili. Si tratti di individui, gruppi, etnie, popoli o masse.
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Ma una cosa la fa sempre e comunque: vede, riconosce, ammette, dichiara e denuncia il fatto. Il torturato legato mani e piedi non può nulla, ma sicuramente urla.
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Idea sbagliata. Corretta in un gran numero di casi.
Ma non applicabile alla guerra antimale.
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Qui siamo nel mai visto.
Nell’inconcepibile.
Rino DV(Quota) (Replica)
Aggiungo: c’è forse qualcuno che impedisce alle donne di fondare una religione, una forza politica, un…quel che volete voi, solo per donne, esenti dalla peste maschile o nei quali, per statuto, i maschi siano ammessi solo sugli strapuntini? Nessuno , ovviamente. Eppure non accade e quando accade muore immediatamente. Brutta faccenda l’invidia, ma ancora più brutto è cedere, colpevolizzarsi per l’invidia di cui si viene fatti oggetto.
ARMANDO(Quota) (Replica)
Un notissimo schetch dell’indimenticabile Totò rende l’idea. Un tizio racconta ad un amico una scena di cui è stato protagonista. Egli viene avvicinato da un energumeno che lo apostrofa prima a parole: “Pasquale, disgraziato, verme, ecc” e poi lo schiaffeggia. Il tale ride e continua a ridere anche quando il pestaggio verbale e fisico aumenta d’intensità. Pasquale, ora ti sistemo io.”….e giù botte, mentre lui continua a ridere. L’amico, sorpreso ed esterrefatto, gli chiede. “Ma come, tu ridevi e non hai reagito, non hai fatto nulla e ti sei lasciato maltrattare in quel modo? ” Risposta fulminante del Tizio. “Ma che mi fregava a me. Io mica sono Pasquale”
Ecco, i maschi odierni, quelli femministi ma in generale i “non risvegliati”, sono esattamente quel tizio. Credono che gli strali contri gli uomini, l’offensiva che il femminismo conduce quotidianamente e capillarmente, non li riguardi, perchè sono gli altri, i Pasquali di turno, quelli a cui gli strali sono diretti: i kattivi, gli oppressori, e via elencando. Si credono di vivere su un altro pianeta. Forse quando se ne accorgeranno sarà già troppo tardi.
ARMANDO(Quota) (Replica)
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E’ così.
Non a caso in passato ero solito aprire discussioni come questa,
https://questionemaschile.forumfree.it/?t=14682616
e non per niente sostengo da molto tempo che il femminismo altro non è che “un effetto collaterale della ritirata maschile in Occidente e nei Paesi culturalmente occidentali” (esempio: l’Australia).
Il femminismo fa molta più fatica ad attecchire nei Paesi musulmani, anche perché lì è la religione stessa a “compattare” gli uomini e consequenzialmente a creare quella che nelle cosiddette “società secolarizzate” è praticamente inesistente, cioè “la solidarietà di genere maschile”. (*)
Ovvero un qualcosa che non esiste ” prescindere”, ma che è anzitutto un “costrutto culturale”, un “modo di pensare” (chiamiamolo così) e di rapportarsi con i propri simili che deve essere insegnato agli uomini da altri uomini veramente consapevoli (cioè pochissimi…) di ciò che realmente è il rapporto tra i due sessi; al contrario di quanto accade tra le femmine della specie umana, che invece sono “naturalmente portate” a solidarizzare con le proprie simili, nonostante i luoghi comuni di cui è infestata la nostra società narrino il contrario.
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(*) Di questo argomento ne parlai in privato anche con lo scomparso (virtualmente) “Joker”, oltre dieci anni fa.
Sandro D.(Quota) (Replica)
Inoltre resto del parere che il rancore femminile è veramente indelebile.
>
https://questionemaschile.forumfree.it/?t=14946240
Sandro D.(Quota) (Replica)
>>>>>>>>
Appunto.
Nessuno vieta alle femmine di dissociarsi dagli invidiati uomini e al tempo stesso di creare un qualcosa di proprio, un qualcosa di prettamente femminile.
Nessuno gli impedisce di creare eserciti o corpi di polizia interamente femminili; nessuno gli vieta di fondare una forza politica o una religione al femminile; idem per lo sport.
Nonostante ciò, da brave complessate quali sono, seguitano a lagnarsi ad ogni pié sospinto e a parassitare ogni ambito maschile, proprio perché certe cose non sanno farle da sole e benché sostegnano di avere “una marcia in più” rispetto agli uomini.
Ed infatti, contrariamente a quanto narrano le femministe e i loro servi di sesso maschile, le donne hanno un assoluto bisogno degli uomini.
Altro che chiacchiere e vaginate di vario genere, in merito ad una presunta (ed inesistente) “superiorità femminile”.
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Questo è quanto scrisse la defunta Ida Magli il 31 ottobre 1996.
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MA PUO’ ESSERE UN SEGNO DI CRISI”
“Il maschio è in crisi? Si cade in un macroscopico equivoco se non si traduce questa affermazione nel suo significato reale: l’Occidente è in crisi. Maschi e creatività culturale sono la stessa cosa. Istituzioni, valori, idee, politica, religione, scienza, arte, ossia tutto l’assetto di una società umana – quella occidentale – mostrano ogni giorno di più di essere logori, esauriti. Se ne deduce perciò il contrario di quello che le inchieste vorrebbero far intendere: le donne vanno bene perché il mondo va male. Si può anzi andare oltre, e riconoscere (sempre che io non venga linciata prima) che il mondo va male anche perché la presenza massiccia delle donne nelle istituzioni le conserva in una pseudo-vita che impedisce di cambiarle, di imboccare decisamente la via per uscire dalla crisi. Naturalmente il termine “crisi” va inteso in un’accezione dinamica, non soltanto negativa. Lo stato di crisi sarebbe anzi il più adatto per abbandonare il vecchio modo di essere e crearne uno nuovo, se appunto non ci fosse il contrappeso apparentemente positivo della presenza fattiva delle donne. Una brevissima riflessione su questi temi è indispensabile per capire quello che sta avvenendo. Un lungo e ricchissimo ciclo culturale – quello iniziato con l’Illuminismo e l’affermazione del Soggetto – si è concluso realizzandosi nel suo contrario, nell’annientamento del Soggetto. Si tratta della conseguenza negativa di un percorso concettuale che ha le sue basi nel cristianesimo e che accompagna, con la sua falsità logica, tutti gli errori della nostra storia: far coincidere il simbolico con il concreto. Il socialismo, partendo dall’uguaglianza degli individui-soggetti, ha perseguito (e persegue) un’uguaglianza concreta, “fisica”, che, non soltanto è allucinatoria, ma non può realizzarsi se non con la privazione di qualsiasi libertà, in quanto nessun essere vivente è uguale all’altro. Anche le donne, quindi, giunte all’uguaglianza proprio con il socialismo, si sono ritrovate, come tutti, deprivate della possibilità di esprimere intelligenza, creatività, invenzione di nuovi saperi e di nuove istituzioni. Ma, visto che hanno raggiunto (e stanno raggiungendo) alcuni beni a lungo desiderati e mai posseduti in precedenza, non riescono a criticarli, e non si accorgono dello stato involutivo di quasi tutto quello di cui vengono in possesso. Non esercitano perciò nessuna spinta verso la trasformazione della realtà e hanno rinunciato perfino ai princìpi libertari sbandierati durante il femminismo. E’ come se avessero, invece, infiltrato iniezioni di cemento negli edifici istituzionali traballanti, diventando così la base della “conservazione” in tutti i campi. Le ragazze sono più brave dei maschi a scuola, rivelano le inchieste. Visto, però, che la scuola è un cadavere, del tutto inutile sia per il sapere che per la vita, i più bravi sono maschi che ne percepiscono il vuoto e la respingono. Tuttavia è difficile anche per loro cambiarla proprio perché c’è la massa femminile a impedirne il tracollo. Se passiamo dagli studenti agli insegnanti, la situazione è la stessa. Esiste ormai uno strumento quasi infallibile per misurare lo stato di salute, e prevedere il futuro di una professione o di una istituzione: se il numero delle donne è crescente, si tratta di un istituto sulla via del tramonto. Le forze armate sono in crisi? Arrivano le donne, apprestandosi anche lì, grate dell’onore, a diventare le più brave della classe. I maschi abbandonano la teologia e l’insegnamento della religione, luoghi sterili di pensiero e di potere? Ecco le donne occupare le aule delle Università Pontificie, vuote di maschi, pronte a imparare quel nulla che servirà a insegnare il nulla. La Chiesa, però, sul sacerdozio non molla. Sa che, con le donne, il sacerdozio perderebbe il suo potere. Perfino il Parlamento si lamenta che “la sua centralità è a rischio”. Ma i prodromi della sua inevitabile fine erano visibili da tempo al nostro strumento di misura: due donne presidenti della Camera, senza un motivo al mondo salvo il fatto che erano donne. Non sarà che anche il governo, il primo con tre ministri donne…?”.
Sandro D.(Quota) (Replica)
Non so perché, ma un altro mio commento è stato definito “spam”.
Sandro D.(Quota) (Replica)
Questa di Totò è perfetta.
Tragicamente perfetta.
Rino DV(Quota) (Replica)
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Secondo me la situazione è ancora più grave, perché per quanto riguarda la “guerra dei sessi” i Pasquali di turno ignorano di essere sotto attacco, per non parlare del fatto che nella grandissima maggioranza dei casi non sanno nemmeno che cosa sia realmente il femminismo.
L’uomo medio è una specie di zombie.
Daniele(Quota) (Replica)
Credo che vada bene pure qui
Per vie traversali (cioè seguendo pagine femministe) mi sono imbattuto in questo link che è de “Il forum dei brutti ” che non frequentavo da tempo siderale .comunque sia ne parlo perchè portano in ballo anche il sito di uomini beta
https://ilforumdeibrutti.forumfree.it/?t=75596556
Tralasciando che reputano “sinistrato” Fabrizio Marchi(mi viene quasi da ridere) questi qui non hanno capito una cosa, che considerano il nemico le donne niente di più sbagliato ,il vero nemico è l’ideologia femminista e che non ha sesso
mauro recher(Quota) (Replica)
Querelatele tutte, non una di meno!
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Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Commentiamo tutti sul sito indicato.
ARMANDO(Quota) (Replica)
Ma voi lo sapevate che il bambino del film “Il Monello” di Chaplin ( foto che avete in home page) è lo stesso attore che interpreta Festen nella Famiglia Adams?
Ethans(Quota) (Replica)
Le femmine con l’utero
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…e quelle senza.
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Le padrone del mondo morale – cioè del Mondo – ancora una volta lanciano i loro diktat e la loro condanna contro quelle senza utero. Ancora una volta rivendicano per sé ciò che negano al nemico.
Ancora una volta rappresentano la loro condizione quale quella di vittime, di rapinate, e al tempo stesso di amorevoli portatrici della vita. Scevre da ogni colpa, coscienti, responsabili, sorgenti di amore e di cura, a fronte della irresponsabilità egoistica e rapinatrice del nemico. Senza utero.
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Ancora una volta si collocano sullo scranno del giudice a giudicare i malnati. Senza utero.
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Hanno conquistato il potere sul loro corpo, il diritto di decidere se e quando diventare madri, fondato però sul dovere del nemico di subirne la scelta.
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Una fantastica libertà che ha per fondamento le catene altrui e che, senza queste, non sarebbe concepibile.
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Le FF con l’utero hanno fondato la loro potenza e la loro libertà sull’asservimento di quelle senza utero. Su di noi.
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Sulle nostre risorse, sul nostro corpo e sulla nostra anima. Sulla nostra vita.
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E’ giunta l’ora di dire basta: il non-utero è nostro e ce lo gestiamo noi!
Rino DV(Quota) (Replica)
Una menzogna senza fine.
E senza pudore.
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Come già denunciato in QMDT la contraccezione è da sempre maggiormente a carico degli UU, contro la fandonia femminista che dice il contrario.
Menzogna cui ancora fa riferimento l’ “appello” del post precedente dove si dice che l’aborto è causato “… dalla irresponsabile sessualità maschile…”.
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Preservativo (30%) e coito interrotto (20%) sono usati ancora nel 50% delle coppie. Poi viene la pillola che ha raggiunto il 20% solo ben dopo il 2000. Quindi vengono spirali,anelli, diaframmi. Sterilizzazione (F e M) Questo sul tot. delle coppie.
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Le coppie che non usano alcun metodo sono il 20%.
Perciò tra quelle che ne usano la quota a carico dei maschi è del 60-63% contro il 37-40%.
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Adesso viene il bello. Come si fa a dire che la contraccezione è un onere delle FF?
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Si includono preservativo e coito interrotto tra i metodi
usati dalle DD, ed il gioco è fatto.
Leggere per credere.
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Vi è piaciuta?
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Contraccezione dati Istat
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Alla “Salute riproduttiva delle DD” pensano soprattutto gli UU.
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Rino DV(Quota) (Replica)
Felicità senza uomini
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Un uomo, per essere infelice, non ha bisogno di una donna.
Può farcela da solo.
Rino DV(Quota) (Replica)
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Io però non capisco gli uomini. Ormai non c’è donna vip, attrice, scrittrice, sportiva, imprenditrice, giornalista che intervistata non dica che le donne non hanno bisogno di noi, che siamo deboli e loro forti, che sono migliori loro, eccetera. E l’articolo in questione non fa altro che confermare questo “spirito dei tempi”. Ora, io credo che le persone vadano prese sul serio, per una semplice questione di rispetto (verso di loro e verso sé stessi), e dunque trovo incomprensibile che ancora andiamo dietro a chi ci considera ininfluenti, superflui, quando non nemici. Posso capire gli adolescenti in piena tempesta ormonale (ci siamo passati tutti), ma adulti maturi e consapevoli (la mia maestra elementare avrebbe detto “grandi e grossi e giuggioloni”) che si danno da fare, si sfiancano fisicamente ed emozionalmente, spesso si svenano economicamente, per chi in fin dei conti può forse amarli ma fondamentalmente li disprezza, e non fa altro che rimarcare quanto siamo imbranati, incapaci, inadeguati, e se non ci fossero loro il mondo si fermerebbe (miniere, cantieri, campi verrebbero mandati avanti da loro, suppongo, per ora ce li lasciano giusto per farci fare qualcosa che loro comunque farebbero meglio), ecco, è una forma di masochismo che va oltre la mia capacità di comprensione. Al massimo, qualcuno si butta sulla misoginia (comunque molti meno di quel che si dice), ma in sostanza è come se facessimo finta di non sapere, di non sentire, di non vedere. Contenti noi…
Daniele(Quota) (Replica)
https://femdominismo.wordpress.com/2018/05/24/il-femminismo-e-contro-il-potere/
mauro recher(Quota) (Replica)
Sì, il masochismo maschile va oltre la capacità di comprendere. Lascia esterrefatti.
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Ecco cosa hanno approvato i maschi svedesi.
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Senza la firma è stupro.
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Ma lo è anche con la firma: chi può garantire che il SI esplicito non sia stato estorto o carpito al pari dell’incontro stesso?
.
E la “continuità del consenso” da cosa sarà provata?
Da un SI ripetuto ininterrottamente con cadenza al decimo di secondo? E a provarlo una telecamera?
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Andiamo al nucleo:
1- La vera liberazione sessuale è arrivata: il NO è presunto, il SI indimostrabile.
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2- Il maschio è finalmente e formalmente dichiarato mendicante. Deve strisciare.
.
Il momento della passione è diventato – finalmente – quello dell’inquietudine, della paura e del terrore. Realtà negata, con uno sghignazzo, dai maschi stessi.
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Che danno il loro CONSENSO e votano… “SI”.
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Trionfo e gloria del femminismo.
Rino DV(Quota) (Replica)
Daniele
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Ormai non c’è donna vip, attrice, scrittrice, sportiva, imprenditrice, giornalista che intervistata non dica che le donne non hanno bisogno di noi, che siamo deboli e loro forti, che sono migliori loro, eccetera. E l’articolo in questione non fa altro che confermare questo “spirito dei tempi”
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Non solo: quel modo di ragionare è tipico anche di tantissime e anonime femminucce moderne, che di mestiere fanno le bariste, le cameriere, le cassiere, le impiegate, etc.
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Daniele
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Al massimo, qualcuno si butta sulla misoginia (comunque molti meno di quel che si dice),
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Ma infatti i veri “misogini” sono più rari dei panda.
Casomai sono le misandriche ad essere sempre più diffuse.
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Daniele
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ma in sostanza è come se facessimo finta di non sapere, di non sentire, di non vedere.
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E’ così.
Sostanzialmente l’uomo medio è “cieco”.
Sandro D.(Quota) (Replica)
Svezia. La legge sullo “stupro colposo” è la formalizzazione di una realtà già presente e viva anche nei tribunali italiani (che ovviamente agiscono eseguendo i dettami della morale femminista).
La legge, la sua presentazione, la sua “giustificazione” ect. offrono cmq ancora una volta l’occasione per una analisi chirurgica della situazione attuale, di quella futura , degli obiettivi inconfessabili del femminismo, della sua natura, dei suoi strumenti etc. Analisi in gran parte già svolta ma sempre perfezionabile. Lo faremo.
.
Esso è però solo un recente e manifesto frutto di quel che era visibile molto tempo fa.
Mi permetto per ora di riportare qui un vecchio articolo tratto da U3000 ( e forse non è la prima volta).
>>>
SESSO: IL RITORNO DEL PECCATO?
Prima della rivoluzione sessuale il sesso era qualcosa di sporco e di peccaminoso. Ecco un dogma della modernità. Misoginia, cultura patriarcale e cristianesimo l’avevano insudiciato trasformandolo in un’attività che poteva venire riscattata solamente attraverso la relegazione nell’ambito del matrimonio, la limitazione delle sue espressioni e la sua finalizzazione alla procreazione. Così si dice.
“Dio ti vede” era la minaccia. Da Lui bisognava guardarsi ed ai dettami della sua morale uniformarsi.
L’ombra minacciosa del peccato incombeva su gesti e pensieri, immagini e sentimenti. Così si afferma.
Tra le glorie del femminismo campeggia la vittoria contro la cultura sessuofobia e la conquista del sesso felice, pulito e sereno, restituito alla sua innocente e naturale bellezza. La libertà degli istinti e delle passioni. Questo si giura.
Mentre commiseravamo i nostri avi e contemplavamo le nuove conquiste trasognati e sognanti, qualcosa accadeva nei recessi di questa civiltà. Una diversa creatura prendeva forma e cresceva nelle viscere della psiche collettiva. Venne finalmente il giorno della metamorfosi e noi, stupefatti e allibiti, assistemmo increduli alla nascita di questa nuova e inaudita entità: il peccato contro la Donna.
Non più Dio ma la Donna a decretare la liceità dei gesti, la correttezza dei modi, la valenza delle forme. Non più Dio ma la Donna a redigere il codice del comportamento, a fissare il canone delle pulsioni, il protocollo delle passioni. Nelle sue mani la precettistica del cuore, la disciplina della voluttà.
Non più Dio ma la Donna a stabilire il se, il dove, il come, il quando, il quanto. Non più Quello a decidere prima ma Questa a sancire, durante e dopo, se una parola è sporca o pulita, un gesto turpe o voluttuoso. A decretare, durante e dopo se sei colpevole o innocente.
Il nuovo peccato non è la colpa che guida al confessionale, è il reato che porta dritti in tribunale.
Alcova: lasciate ogni certezza voi ch’entrate.
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Rino DV(Quota) (Replica)
Diciamo che c’è stata una secolarizzazione di un precetto morale della Chiesa, sostituendo a Dio la Donna, e al confessionale il tribunale. Allora meglio prima. Almeno uno, se non credeva al peccato, poteva fregarsene, ed anche se ci credeva, una sincera confessione poteva bastare. Ora non c’è scampo.
ARMANDO(Quota) (Replica)
Che fosse meglio prima è sicuro.
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Soprattutto perché prima si sapeva …prima dove fosse il peccato.
Adesso non si può, non si deve sapere dove e quando inizi il reato.
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Prima c’era una Legge (pur se solo morale) ora è diventato Legge il desiderio momentaneo, erratico, mutevole, instabile, indeterminato. Beninteso: il desiderio femminile.
Proprio quel che proclamavano i cartelli femministi 50 anni fa: “La sola legge è il desiderio” (ovviamente si dissimulava il fatto che si trattava appunto di quello femminile).
Desiderio che ora non si ha nemmeno l’obbligo di manifestare. Sta al nemico intuirlo, immaginarlo.
Rino DV(Quota) (Replica)
ARMANDO,
E adesso chiedono l’ora di religione (femminista) obbligatoria nelle scuole di ogni ordine e grado, insieme all’obbligo delle aziende, pubbliche e private, di pagare una sacerdotessa “femminista esperta” perché decida chi sia abbastanza devoto e possa quindi essere assunto, e chi no. Non ci credete? Leggete il piano.
http://www.bin-italia.org/nonunadimeno-un-piano-reddito-autodeterminazione
Enrico(Quota) (Replica)
Leggo che il nuovo ministro che si occuperà di famiglia è contrarissimo al gender e alle sue implicazioni. Spèeriamo abbia influenza sul collega che si occupa di scuola.
ARMANDO(Quota) (Replica)
https://femdominismo.wordpress.com/2018/06/03/telefono-rosa-e-donne-al-governo/
mauro recher(Quota) (Replica)
mauro recher,
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Sì, peccato che alla Difesa abbiano messo nuovamente una donna, ché non dovrebbe essere assolutamente lì.
In merito riporto un articolo preso altrove e risalente a tre giorni fa.
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Generale della Folgore contro la neoministra Trenta: “Quelle stellette per finta”
1 giugno 2018
Roma, 1 giu – “Hanno la faccia come il c**lo. Completeranno la distruzione delle Forze Armate con queste incompetenti allo sbaraglio. D’altronde ormai è un dato acquisito: se non sei donna non puoi fare il ministro della Difesa“.
Così si sfoga sui social il Generale della Folgore Marco Bertolini, presidente dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, in merito alla nomina di Elisabetta Trenta, docente universitaria ed esperta di sicurezza e intelligence, con il grado di capitano della riserva selezionata dell’Esercito, a nuovo ministro della Difesa.
“E ci siamo fatti male da soli: abbiamo concesso gli stessi gradi che diamo a ufficiali che devono superare una durissima selezione ed un difficile percorso professionale ed etico in Accademia, a dilettanti che, in attesa di un impiego più consono alle loro capacità, vengono trasformati in militari senza averne la motivazione. Per imposizione delle mani o per decreto poco cambia”, sottolinea il Generale Bertolini.
“Poi ce li ritroviamo candidati addirittura a ministri della Difesa come questa signorina, accampanando chissà quali esperienze. Esperienze ridicole ma che in in un’attualità ridicola come l’attuale sembrano serie“, prosegue il presidente dell’Anpdi.
“Povere Forze Armate. Povera Italia. Il fatto stesso che una proposta del genere, provocatoria ed umiliante per chi le stellette le ha veramente, venga avanzata la dice lunga sul punto al quale siamo arrivati“, conclude Bertolini, rimarcando che la Trenta il servizio militare vero e proprio non l’ha fatto, ma è stata promossa ufficiale in base al regolamento della riserva selezionata. Sul sito ufficiale dell’Esercito italiano si legge infatti che tale “nomina costituisce un provvedimento che può essere adottato nei confronti di ‘cittadini italiani in possesso di spiccata professionalità che diano ampio affidamento di prestare opera proficua nelle Forze Armate’”. Insomma, le stellette non sono “sudate” sul campo.
Andrea M.(Quota) (Replica)
Sono totalmente d’accordo col generale della Folgore. Mettere al ministero della difesa una donna , come se la guerra la facessero le donne è un insulto a chi la guerra è chiamato a farla (lo dico senza alcun giudizio di merito su quasiasi intervento militare). Da questo punti di vista si tratta di un grave cedimento al politicamente corretto da parte della nuova maggioranza, che evidentemente si vuol dare un’immagine di un certo tipo.
ARMANDO(Quota) (Replica)
Menzogna senza …veli
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Le molestie derivano dalle nudità? No assolutamente.
Anzi: si assolutamente.
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Che molestie (e stupri etc.) siano innescati dalle nudità è la tesi giustificazionista avanzata da misogini, molestatori e abusatori di ogni tempo.
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E allora perché rivestirsi?
Rino DV(Quota) (Replica)
Spagna. Nuovo governo Sanchez
11 FF
2 Gay
4 MM etero.
A cosa servono questi ultimi 4? Perché sono là?
Rino DV(Quota) (Replica)
Andrea M.,
Sono d’accordissimo con il Generale non si dovrebbero dare gli stessi gradi a chi non ha superato selezioni durissime !!!
Antonio(Quota) (Replica)
Rino DV,
come sempre, come la figlia di fico che (s)copre la realtà. In linea di principio non mi scandalizzo se in un governo ci sono più donne che uomini, a patto che la selezione sia stata fatta x competenze, cosa di cui dubito altamente. Ma il punto è che a parti invertite, i lamenti delle e dei femministi salgono altissimi al cielo. Maschilismo, sessismo ecc. ecc. si sprecano, anche per il recente governo italiano, quello appunto in cui la Difesa è affidata ancora una volta ad una donna. Non si sono sentite accuse simili nei confronti del nuovo giverno spagnolo che promette di essere ancora peggio di quello di Felipe Gonzalez, le cui gesta e decisioni non sono state peraltro minimamente toccate dal “conservatore” Raoj? Ma, appunto, lui è un conservatore, quindi ha conservato tutto quello che ha trovato, anche le leggi al veleno antimaschile.
ARMANDO(Quota) (Replica)
Ieri è stato pubblicato sul Washinton Post un articolo firmato da Suzanna Danuta Walters, professoressa a capo del dipartimento di studi di genere
della Northwestern University. Nell’articolo la Walters sostiene che sia legittimo per le donne odiare gli uomini giacchè essi sono solidalmente e illimitatamente responsabili per millenni di oppressione contro il genere femminile anche quando non direttamente coinvolti in molestie, violenze o atti apertamente sessisti.
Di primo acchito sembra satira, poi mi rammento che altre femministe hanno espresso idee simili.
Peraltro ho provato a sostituire ‘ebrei’ a ‘uomini’ e il tutto sembra indistinguibile dal Main Kampf.
Fortunatamente il 99% dei commenti all’articolo è concorde nel ritenere la Walters una pazza scatenata che possibilmente andrebbe rimossa dal suo ruolo accademico.
Avevo una mezza idea di tradurre il delirio femminista e mettere qui la traduzione ma la sola lettura mi ha causato 14 tipi diversi di cancro.
fulvio terzapi(Quota) (Replica)
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Mah…
Non ho letto l’articolo né i commenti all’ articolo, ma son del parere che tantissime donne statunitensi (e non) condividono del tutto o in larghissima parte le parole di quella fanatica e misandrica femminista.
Questo tanto per dire che è giunta l’ora di puntare il dito anche contro le donne comuni, che al riguardo non hanno mai niente da dire, tantomeno si dissociano da certe merdate, che al contrario farebbero scoppiare il pandemonio mediatico. *
E’ il momento di dire e scrivere che le donne – e quindi non solo le le femministe e relativi lacchè di sesso maschile – hanno le loro “belle” e grosse responsabilità.
Faccio notare solo un particolare, che peraltro vecchi quemmisti che mi han preceduto conoscono bene: le donne non fanno mai commenti positivi nei confronti degli uomini.
Anzi, da parte loro c’è solo ed esclusivamente denigrazione, colpevolizzazione, derisione e quant’ altro.
Al riguardo, anni fa, lo scomparso “antifeminist” pubblicò alcuni video – girati sia in Italia che negli USA – che la dicevano lunga su ciò che realmente pensano “le nostre dolci sorelle”…
E non mi si venga a dire che “son state manipolate” dalla propaganda, perché le appartenenti al sesso femminile si reputano superiori agli uomini in ogni ambito della vita, perciò non hanno scusanti: chi è superiore (o si reputa tale) non può essere manipolato da chi è inferiore.
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* Ad esempio: hai mai visto, negli USA o altrove, una manifestazione femminile contro la misandria delle femministe militanti, che infestano i media e le università occidentali ?
Io no, mai.
Un motivo ci sarà.
Andrea M.(Quota) (Replica)
Andrea M.,
…Andrea, hai colto un punto che ripropongo da un decennio: non si sono mai viste donne – di quelle che si dichiarano “non femministe” – contestare pubblicamente le femministe. E per “pubblicamente”, non intendo il prendersi la briga di organizzare manifestazioni di piazza, tipo le tante “scarpe rosse” e kermesse simili: intendo il semplice commentare online.
Mi si dirà che i siti femministi censurano regolarmente i commenti di critica: sarà… ma cosa impedirebbe di fondare un gruppo Facebook?..
Claudio Manzari(Quota) (Replica)
fulvio terzapi,
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Ovviamente per noi è cosa ovvia che questo sia un principio base del femminismo.
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E’ solo la confessione spudorata del sentimento sotteso all’intera ideologia femm.sta. Significa che oggi si può dire quel che ieri si doveva tenere in pancia. Fine dell’autocensura. Adesso di può eruttare.
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La massa delle DD occidentali non sottoscriverà quella affermazione, troppo cruda e rivelatrice.
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La massa però sa di avere un credito millenario. Lo sa
perché la sola storia che conosce è quella raccontata dal fem.smo. La massa si sente creditrice morale e quindi collocata sopra.
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Non odia gli UU, ma fa come se li odiasse: non ha nulla da ridire se agli UU vengono tolti di giorno in giorno, dignità, valore, potere in famiglia e posti di prestigio in politica e economia, reddito, libertà, sicurezza. Nulla da ridire di fronte alla parità in alto accompagnata però dalla disparità in basso.
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Sono compensazioni. Piccole quote di un credito immenso. Impagabile.
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Non è odio: è indifferenza moralmente “giustificata” di fronte alla rovina dell’altro.
Rino DV(Quota) (Replica)
Ad occhio mi pare esca un libro nuovo a settimana, così regolari da proporre di allegarli ai giornali. Prendiamo appunti
http://www.linkiesta.it/it/article/2018/06/10/perche-zittire-le-donne-e-un-abuso-di-potere-se-lo-fa-un-uomo/38396/
Blu(Quota) (Replica)
http://www.quieuropa.it/aborto-omosessualismo-immigrazione-una-sinistra-dissoluzione/
Claudio Manzari(Quota) (Replica)
https://www.maurizioblondet.it/divorzi-suicidi-perdita-di-diritti-gli-uomini-non-si-sposano-piu/
Claudio Manzari(Quota) (Replica)
Claudio Manzari,
ottimo link. E’ così, purtroppo
ARMANDO(Quota) (Replica)
Ripensando alle tematiche portate avanti da MRA-Antisessismo, riflettevo sull’indubbio merito dell’aver messo al centro dell’attenzione il tema della scarsa stima di sé che hanno gli UU.
Mi torna in mente la vecchia storia di quel giudice americano che, nell’affidare i figli alle sole madri, commentava: “Non ho mai visto un vitello seguire il toro: sempre la vacca!”.
Cioè: i bisogni psicologici di un bambino parificati a quelli di un bovino. Ma, a parte le considerazioni dall’ottica del bambino, colpisce la sistematica auto-denigrazione del proprio sesso (ciò che chiamiamo “maschio-pentit-ismo”), qui visto nell’aspetto dell’attitudine genitoriale (ne conosciamo tanti altri, di pretesti denigratori). A cui, però – ATTENZIONE – fa da contraltare l’irresistibile pulsione a porre su un piedistallo il femminino. Da parte dei “tradizionalisti” solo sotto l’aspetto madre-angelo-del focolare; da parte dei “progressisti”, per l’intero spettro di ogni possibile virtù umana.
Ci giriamo intorno da 30 anni, ma quel sospetto che aleggia non può più essere sottaciuto: c’è in ballo un grosso problema collettivo col MATERNO.
Argomento timidamente sfiorato, pudicamente evocato; circondato da riserbo. Ma un giorno dovremo pur farci i conti, studiandolo.
Perché se, caso mai, saltasse fuori che anche quel torbido grumo annidato nel nostro inconscio fosse frutto non di Cultura, ma di Natura, sarebbe un’altra ipoteca quasi tombale sulle nostre aspirazioni di riprenderci i nostri destini.
Claudio Manzari(Quota) (Replica)