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Di seguito il secondo video che abbiamo realizzato.
La linea politica, la strategia e gli orizzonti filosofici e valoriali del Movimento degli Uomini Beta si evincono dal Manifesto ("Il Movimento") e dai "Principi", pubblicati entrambi sulla homepage del sito, nonché dagli scritti pubblicati negli spazi riservati agli “editoriali” e agli “articoli”.
Lo spazio dei commenti è libero ed è stato creato per dare a tutti/e (indipendentemente dalla loro collocazione nei confronti del Movimento) l’opportunità di esprimere la propria opinione, purché nel rispetto delle regole della civile convivenza, delle altrui opinioni e dello Statuto del Movimento.
Conseguentemente, i commenti ivi pubblicati non sono in alcun modo riconducibili al Movimento degli Uomini Beta, ma esprimono solo ed esclusivamente posizioni individuali.
FAQ è l'acronimo di Frequently Asked Questions. Sono, letteralmente, le "domande poste frequentemente". Nel nostro caso sarebbe ...
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2.216 Commenti
Le censure sono la prova della potenzqa che si erge davanti a noi. Potenza culturale, potenza mediatica, potenza morale (immorale!). Ma non scoraggiamoci, perchè più sentono che le loro menzogne e i loro artifici sono messe in discussione, più si sentiranno obbligati a riconfermarli e sparare cifre sempre più fantasiose, immaginfiche e distorte. Ma più faranno questo più finiranno per apparire agli occhi di chi legge come inverosimili e contrarie al semplice buon senso. Perchè prima o poi le persone saranno indotte a guardarsi intorno. Non riusciranno a vedere quello che viene rappresentato ma non c’è, ossia l’inferno/lager in cui sarebbero racchiuse le donne, e inizierà a mettere in dubbio ciò che viene scritto. E allora…….
armando(Quota) (Replica)
Rino:
“Noto con piacere che il mio commento, prettamente statistico, sia stato sistematicamente censurato.”
—————–
A me, di commenti, ne hanno censurati più di venti.
Sandro2(Quota) (Replica)
sarà che la censura non la concepisco , per me censurare .l’ho scritto più volte , è avere la coda di paglia ,…
ovviamente ,se un commento non porta altro che parolacce e offese personali pesanti ,in quel caso ,visto che manca la buona educazione ,la censura è giusto applicarla ..invece in altri casi ,anche se i commenti dissentono ,per me ,è una prova di quello che si pensa “la fuori” e di che battaglie ci aspettano ,io personalmente non censurerei mai …
mauro recher(Quota) (Replica)
Le motivazioni elaborate dalle Redazioni per la censura fai da te servono a sostenere poi le motivazioni politiche per la censura di legge. Ne sono il primo indispensabile passo. Probabilmente fra un pò sarà messa in discussione la liceità della presenza in rete dei siti che suonano “fuorispartito”.
cesare(Quota) (Replica)
sentite queste fanatiche integraliste crudeli misandriche cosa scrivono!!!!!addirittura si lamentano che si parli di padri separati e dei loro problemi!!!!ironizzano chiamandoli ironicamente “poveri”!!!!!FANNO SCHIFO FANNO, FANNO PROPRIO SCHIFO!!!!!!!sono senza cuore e umanità verso gli uomini, senza un bruciolo di umanità, sono ciniche, spietate, senza etica nè morale, per loro gli uomini non hanno diritti e ddignità, ce l’hanno solo le donne, per loro esistono solo le donne!!!ho la nausea, il ribrezzo e il voltastomaco!!!!ste femministe squallide quà mi fanno VOMITARE!!!!se loro patissero la metà di quanto patissero molti padri separati gli starebbe bene, se lo sarebbero meritato (visto che stronzissime sono) e sarei proprio contento!!!MI FANNO SCHIFISSIMO!!!!!!
https://www.facebook.com/#!/pages/Un-altro-genere-di-comunicazione/114603571928685
ste due stronzone senza limiti scrivono:
A rai1 invece si parlava dei poveri padri separati non solo dalla moglie ma anche dai figli…troppo sforzo per questa giornata! Vi prego basta così, state dando troppa importanza al tema della giornata eh! -ovviamente sono ironica- (Faby)
Pazzesco..almeno nella giornata contro la violenza sulle donne potevano risparmiarsela…così non si fa altro che crminalizzare le donne. ovviamente delle 130 donne ucxccise non interessa nessuno nemmeno durante la giornata contro la violenza sulle donne..io il canone non lo pago +.(mary)
almeno in questa giornata potevano risparmiarsela???già, ALMENO…se evitassero SEMPRE di parlare di problemi degli uomini, di quello che subiscono, delle ingiustizie e discriminazioni che subiscono, per loro sarebbe perfetto!!!!del resto è quello che fanno nel loro vergognoso vomitevole e schifoso sito!!!
mary e faby MI FATE VOMITARE!!!!!!!!vergognatevi!!!!!siete sotto zero!!!!il vostro livello è sotto zero!!!!vorrei vedere voi ridotte come tanti padri separati, a subire e a soffire come loro!!!!il vostro sessismo antimaschi FA’ SCHIFO E FA’ VOMITARE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
fanno veramente schifo le femministe, poi pretendono pure di non essere chiamate nazifemministe!!!fosse per loro, gli uomini potrebbero benissimo morire tutti!!!!gli uomini li vedono solo come al servizio delle donne, mica come soggetti con gli stessi diritti e doveri delle donne e verso i quali le leggi vanno applicate nello stesso modo!!!sono gente orribile e schifosa!!!
è talmente grande il loro odio disumano e mostruoso verso gli uomini che pur di godere sadicamente nel vederli separati dai figli, non si curano minimamente della sofferenza e del danno e dell’ingiustizia arrecati ai figli…sono da ricovero, hanno seri problemi!!!!
giovanni(Quota) (Replica)
Sandro: A me, di commenti, ne hanno censurati più di venti.
ehhh devono averli considerati violenti..
quello di tale Italiano che diceva “castrateli, fateli a pezzi, rinchiudeteli a vita” però era passato eh… disguidi del corriere.. che ci vuoi fa!
Adesso non lo vedo più: ma il mio riferimento alla Redazione che aveva dichiarato di censurare solo quelli violenti era riferito a quello
Rita(Quota) (Replica)
Mi è capitato di fare un commento violento sulla linea di quelli che fanno le femministe sui maschi, me lo hanno pubblicato, ma dopo un pò lo hanno censurato; è evidente che tanto odio espresso contro le donne era un qualcosa di ribelle, controproducente e poteva far riflettere qualcuno.
Leonardo(Quota) (Replica)
giovanni, credo di cogliere una certa animosità nel ramo femmine. E occhio al tasto del punto esclamativo, uno di questi giorni salta. (Sei tu che intervieni su terragni, giusto? Lo sai che fai il suo gioco, giusto?)
dia(Quota) (Replica)
Dietrologi …… a me l’hanno pubblicato. 8)
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Il fantoccio di Francisco Goya
http://spazioinwind.libero.it/terzotriennio/img/goya6.jpg
Leonardo(Quota) (Replica)
sentite qua che schifo e vergogna questo delirio, specie la parte contro i padri sepatrati…roba da malate di mente ossessionate dall’idea mnalata che gli uomini sono violenti, padroni, prepotenti, pedofili… http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2011/11/26/femminicidio-analisi-della-comunicazione-razzista/
poi parla di razzzismo, quando queste malate sono palesemnte razziste verso l’intero genere maschile…
giovanni(Quota) (Replica)
Giovanni:
>>
non sono iscritto a la 27a ora…
>>
Iscrviti. Così ogni tanto puoi andarvi a battagliare. Ne scoprono uno in più.
C’è Rita che è assidua e fa un ottimo lavoro.
Sandro2 ormai non lo possono più soffrire!
A me hanno censurato alcuni interventi mesi fa.
Adesso mi pare che oscillino un poco.
Lasciano correre anche affermazioni dirompenti, ma al tempo stesso bloccano quelle che le mettono conto il muro, come i veri numeri sulle cause di morte.
Ovviamente amano gli insulti, perché questi provano che esiste la misoginia.
Cmq sentono che c’è sommovimento nel sottosuolo. Non si aspettavano che in mezzo alle invettive ci fossero anche contestazioni …incontestabili.
Anche il web serve a qc.sa
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
Raccolgo il suggerimento di Dia, Giovanni, non è che stramaledicendo, imprecando o ricoprendo di insulti quelle persone si ottenga qualcosa: Al contrario, gli insulti ci ritornano sempre contro perché, come ben sappiamo, cosa sono usi fare queste campionesse e campioni di correttezza politica (quando conviene a loro)? Copiano-incollano qualche stralcio di commento, qualche post un po’ sopra le righe e lo diffondono nella rete gettando fango e discredito su tutti noi.
Naturalmente abbiamo ricordato mille volte (e scritto nero su bianco) che lo spazio dei commenti è libero e che la linea politica del sito si evince dagli articoli e dal Manifesto, tuttavia perché offrire loro ingenuamente il fianco?
Peraltro, caro Giovanni, non serve qualche aggettivo in più per convincere noi della malafede di quella gente… stai pur tranquillo che non ce n’è bisogno…
Sia chiaro, nel percorso individuale di un uomo che si “risveglia” c’è anche una fase di intensa e inevitabile conflittualità, è assolutamente normale e ci siamo passati tutti. Il passaggio successivo è quello della elaborazione della rabbia, per far sì che questa si trasformi gradualmente in consapevolezza. Prova a pensare di poter entrare in quest’ottica, un questa prospettiva. Lo dico per la tua crescita personale, sia chiaro, non ti sto certo giudicando.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Riporto da listina momas:
Sangas informa:
Video pubblicato dalle forze d’ordine spagnolo. Titolo : “Denuncialo”. (il maschio). Quando le donne devono denunciare, ce lo dicono i poliziotti nel video:
“Quando non ti lascia opinare (esprimere la tua opinione) è maltrattamento. Denuncialo. Quando ti senti umiliata, è maltrattamento. Denuncialo. Quando non ti lascia vestire come vuoi, è maltrattamento, denuncialo. Quando ti picchia è maltrattamento, denuncialo. Di fronte alla violenza non dubitare, denuncialo…” Video da vedere, facile da capire.
Come potete osservare, come succede già da anni in Spagna, tre su quattro sono soggettive al sentire della vittima. Tutto è violenza. Ad esempio criticare il femminismo alla compagna, se si sente offesa, è maltrattamento, violenza, prigione.
http://www.elmundo.es/elmundo/2011/11/24/espana/1322166607.html
Vedere per credere.
Molto probabile che qui prima o poi si arriva anche in Italia.
_______
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
Questo è regime di polizia. Non c’è altro modo per definirlo.
Vero e proprio terrorismo di stato.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio, sono d’accordo.
Proprio per questo ritengo che se noi non si fa un salto di qualità tanto vale lasciar perdere. :-*
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Ancora da listina momas
1) Il governo perdente, socialista nazifemminista, esorta a quello entrante di non fare alcun passo indietro sulle leggi sulle donne. http://www.elmundo.es/elmundo/2011/11/25/espana/1322203681.html
2) Il partito vincente afferma che bisogna addirittura rinfforzare queste leggi, la situazione della donna è ancora grave e bisogna emanere ancora delle leggi che la tutelino http://www.elmundo.es/elmundo/2011/11/25/espana/1322210168.html
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
Una premessa: parlo solo ed esclusivamente a titolo personale. Ebbene, più tempo passa e più mi rendo conto che l’aver preso coscienza di cosa ci sia realmente nell’animo femminile – perlomeno nella stragrande maggioranza dei casi – e cosa sia veramente il rapporto fra i due sessi non ha affatto migliorato la mia vita né i miei rapporti con l’altra metà del cielo.
Anzi, a volte vorrei essere ancora l’ingenuo e sognatore ragazzo di dieci-quindici anni fa, quando consideravo normale dover rincorrere e corteggiare come un deficiente le ragazze, “sbavarci” dietro, magari facendo il buffone, perché “così andava fatto”. Lo vorrei essere perché il disincanto distrugge tutto. Perlomeno, questo è quello che sta capitando a me, giacché non riesco più a vedere le donne come potenziali fidanzate, mogli e amanti, ma solo come persone rancorose, piene di risentimento e senso di rivalsa verso gli uomini.
Come ho già avuto modo di scrivere altrove, so che il mio giudizio è forzato e in parte sbagliato, ma questi sono i sentimenti che provo da due anni a questa parte.
Non ne posso neanche più di questa storia del “dominio maschile”, che io non ho ancora compreso bene cosa sia, perché, osservando attentamente la realtà che mi circonda, vedo esattamente il contrario: ossia uomini psicologicamente, emotivamente e soprattutto sessualmente dominati dalle donne, altro che cazzi!
Dico, ma che “dominio” sarebbe quello degli uomini comuni costretti a rincorrere donne che, nella quasi totalità dei casi, hanno il coltello dalla parte del manico?
Che “dominio” sarebbe quello che vede uomini più o meno giovani, costretti dal naturale bisogno di far sesso, a pagare ragazze provenienti da duemila chilometri di distanza, che, proprio grazie agli uomini, guadagnano delle impressionanti cifre esentasse, potendosi così permettere una vita che l’uomo medio può solo sognare? Cosa c’è di “dominante” nel dover andare dietro a chi, sostanzialmente, ti considera pure un povero deficiente “che non sa stare senza una donna né controllare le sue debolezze” ? (debolezze…?? desiderare di far sesso è una debolezza?). Boh, io sono sempre più schifato, mi spiace solo di non avere “le palle” per andarmene via da questo paese di merda.
PS: Mi chiedo come abbiano fatto a continuare a relazionarsi con l’altro sesso i cosiddetti Pionieri di cui parla Rino Della Vecchia.
Marco(Quota) (Replica)
@ Rino –
Ancora da listina momas
1) Il governo perdente, socialista nazifemminista, esorta a quello entrante di non fare alcun passo indietro sulle leggi sulle donne. http://www.elmundo.es/elmundo/2011/11/25/espana/1322203681.html
2) Il partito vincente afferma che bisogna addirittura rinfforzare queste leggi, la situazione della donna è ancora grave e bisogna emanere ancora delle leggi che la tutelino http://www.elmundo.es/elmundo/2011/11/25/espana/1322210168.html
RDV
@@@@@@@@@
Il “sesso forte” che deve essere ancora più tutelato…
Boh, mi sembra di vivere realmente in un matrix.
Marco(Quota) (Replica)
mi sa che marco ha ragione purtroppo…
giovanni(Quota) (Replica)
Marco
parlo solo ed esclusivamente a titolo personale
Ebbene, più tempo passa e più mi rendo conto che l’aver preso coscienza di cosa ci sia realmente nell’animo femminile – perlomeno nella stragrande maggioranza dei casi – e cosa sia veramente il rapporto fra i due sessi non ha affatto migliorato la mia vita né i miei rapporti con l’altra metà del cielo.
Anzi, a volte vorrei essere ancora l’ingenuo e sognatore ragazzo di dieci-quindici anni fa, quando consideravo normale dover rincorrere e corteggiare come un deficiente le ragazze, “sbavarci” dietro, magari facendo il buffone, perché “così andava fatto”. Lo vorrei essere perché il disincanto distrugge tutto
————————————————————–
Io invece per quello che mi riguarda è proprio il contrario. Sono contento di poter parlare con persone che prendono coscienza di tutto ciò che riguarda il femminile e maschile, e devo dire che la mia vita comincia ad andare meglio…
Leonardo(Quota) (Replica)
@Marco: nel piccolo forum in cui ci radunavamo noi quattro gatte che, per motivi diversi, ci siamo messi a seguire la QM, ci siamo anche chieste, a un certo punto, se non rischiavamo di diventare misogine. La risposta è stata no, se non ricordo male, però è chiaro che il problema che poni è reale
Rita(Quota) (Replica)
Marco:
“Che “dominio” sarebbe quello che vede uomini più o meno giovani, costretti dal naturale bisogno di far sesso, a pagare ragazze provenienti da duemila chilometri di distanza, che, proprio grazie agli uomini, guadagnano delle impressionanti cifre esentasse, potendosi così permettere una vita che l’uomo medio può solo sognare?”
______________________
Già…
http://www.youtube.com/user/prostituirsi#p/f/0/ZSpU8UV8MVg
http://www.youtube.com/user/prostituirsi
Sandro2(Quota) (Replica)
Riporto la mia riflessione postata sul blog del Corriere.
…………………………………………………………………
Nausea
26.11 | 15:26 Luigi Corvaglia
Se devo descrivere il mio stato d’animo nei confronti di questo post, come anche del precedente, è la sola sensazione adeguata.
E mi chiedo il perché di tale nausea.
Ma davvero, non retoricamente, o giusto per scrivere un commento.
Ed allora cerco di guardarmi dentro. Per capire, solo per capire.
Sono un pericoloso e potenzialmente violento maschilista(*)?
Può darsi, a me non sembra, ma potrebbe essere. Voi cosi brave a stilare decaloghi, inviatemi quello del perfetto maschilista, perché da solo non ci arrivo proprio: figuriamoci, io che in tutta la mia vita, forse questione anche di fortuna, sono sempre riuscito ad affrontare situazioni pericolose e violente senza arrivare mai ad alzare le mani.
Però, in attesa del decalogo, che mi aiuti a riconoscere il maschilista nascosto in me, lo escluderei.
Ed allora, da dove nasce questa nausea?
Ci provo.
Penso che la nausea nasca dalla consapevolezza dell’esistenza di una fascia di donne che mi odiano. A priori. Non perchè sono bello o brutto, scemo o intelligente, alto o basso, etc., etc.. No. Mi odiano a priori. Per la mia essenza. Perchè sono un uomo.
Sono andato giù troppo pesante? Non penso. Ed ovviamente come ho scritto prima, per me si tratta di una piccola parte dell’universo femminile. Influente però. Presente nei media e nelle istituzioni, in grado quindi di influire sul comune
sentire di tante altre donne e tanti altri uomini.
Deve per forza essere cosi. Un’avversione a priori. Altrimenti sarebbe ancora peggio, superficialità e mancanza di professionalità.
Di cosa parlo?
Dei numeri che avete dato, non solo voi, un pò tutta la stampa e siti dedicati (oltre al quel simulacro di partito di cui ho anche la tessera). Quei numeri che io, povero ometto con peccato originale incorporato, non posso nemmeno mettere in dubbio, pena le accuse più spregevoli.
Come dite? Non c’è nessun disegno?
Bene. Allora è partigianeria (voglia di crederci insomma) unita a superficialità e scarsa professionalità.
Stiamo parlando di giornalismo?
Ed i giornalisti, prima di scrivere, non si informano adeguatemente?
Insomma, questo studio, ricerca o cosa diavolo sia, è reperibile? Non la determinazione del Consiglio Europeo, proprio la documentazione che ne sta alla base. Oppure è secretata? Tipo segreto di stato.
Io presumo, se ne avete parlato estesamente, che sia in vostro possesso. Ed allora, visto che il web lo consente, mettetela a disposizione.
Sapete, tra i vostri lettori, ce ne sono tanti che hanno le nozioni di base per valutarne l’attendibilità.
Per concludere, almeno per farmi passare la nausea ed entrare coscenziosamente nel mio status di maschietto colpevole, quando pubblicate numeri e percentuali, pubblicate anche la fonte(**).
Come altro esempio di numeri (e conclusioni) in libertà vi segnalo il seguente link
http://www.vitadidonna.org/salute/donna/stalking-e-violenze-molestie-per-il-78-delle-universitarie-7862.html
(*)Domanda: Perché se a “maschilista” si associano tutta una serie di qualità negative degli uomini, a “femminista” si associano viceversa tutta una serie di qualità positive delle donne? Si tratta di un assioma? E da dove deriva? Chi lo ha deciso?
(**) Per fonte intendo: numeri, tabelle, metodologie, etc… (non dovrebbe trattarsi di un grosso problema per il Corriere).
Chiudi
………………………………………………………………..
Devo essere sincero. Pensavo mi replicassero.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
http://www.corriere.it/esteri/11_novembre_26/amante-denuncia-compagno-terrotista_268fb04e-1832-11e1-9544-dc3583e849e1.shtml
…………………………………………………………………..
Mi fa tenerezza questa donna.
Uno: perché è stata raggirata dal tombeur de femmes.
Due: perché poteva usare tutt’altri “argomenti” e non lo ha fatto. E quindi trattasi di persona integra.
Sono dalla sua parte.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Scusa Luigi, si può avere tutta la comprensione per la sedotta e abbandonata, ma teniamo sempre presente che quando è un uomo ad essere abbandonato da una donna e fa cazzate, ci viene sempre detto che i maschi non sanno sopportare la perdita perchè considerano le femmine loro “proprietà” e per questo non si rassegnano e sono vendicativi. Non è uguale in questo caso, forse?
Quanto alla tua lettera al blog del Corriere non mi meraviglia che te l’abbiano pubblicata. Basta riflettere sulla tecnica di queste comunicazioni. L’articolo col suo bel titolone falso è quello che rimane. Il resto si perde fra i tanti commenti che dopo qualche giorno, visto anche gli articoli si susseguono, pochissimi andranno a leggere con attenzione. Insomma l’effetto voluto c’è già stato e si può fare anche i “democratici” a buon mercato. Ancor meno mi meraviglia che non ci siano state repliche. La ragione è semplice. Quei numeri sono falsi, fantasiosi, estrapolati e manipolati artatamente. Quindi non hanno nessuno, dico nessuno, argomento per replicare, ma come dicevo prima non gliene importa nulla. L’effetto voluto c’è già stato. Non sono giornalisti/e ma solo velinari in mala fede perfetta, a questo punto. Sul blog Maschiselvatici ho pubblicato poco fa un breve durissimo articolo su questa vicenda.
armando
armando(Quota) (Replica)
Luigi
>>
Mi fa tenerezza questa donna.
Uno: perché è stata raggirata dal tombeur de femmes.
Due: perché poteva usare tutt’altri “argomenti” e non lo ha fatto. E quindi trattasi di persona integra.
Sono dalla sua parte.
>>
Sì, ma al contrario un uomo non farebbe alcuna tenerezza a una donna. Anzi, sarebbe bollato come il solito maschilista che non sa resistere all’abbandono. Inoltre, come hanno più volte fatto notare altri utenti, sia in questo blog che in altri, non sono forse le donne (ma anche gli stessi tonti uomini) a sostenere di essere più furbe degli uomini, nonché dotate di un (presunto) sesto senso? Quindi?
Andrea(Quota) (Replica)
sentite qua una francesca che cose schifose e deliranti scrive contro i padri separati!!!
http://comunicazionedigenere.wordpress.com/2011/11/25/per-noi-il-25-novembre-e-tutti-i-giorni/#comment-14311
Forse se ci fosse parità di diritti anche nel lavoro, le ex mogli non avrebbero bisogno di chiedere i loro schifosissimi soldi. Ci vorrebbe una legge che permettesse di avere a tutte le donne uno stipendio decente ma i cari babbi devono essere obbligati a dare soldi ai loro figli finché non hanno concluso gli studi e hanno trovato un lavoro. Mio padre invece è sempre stato molto povero; sta meglio economicamente solo ora che è pensionato. Così è stata mamma che ha dovuto accollarsi la responsabilità di provvedere alla famiglia, andando a pulire le case altrui. Questo mio padre non l’ha mai sopportato ma non solo il fatto che lavorasse anche lei ma che pulisse la cacca altrui, come diceva lui. Per carità ha sempre lavorato anche lui ma quello che guadagnava bastava a malapena a mantenere lui! Ora che sono più o meno indipendente, fuggo dagli uomini come lui! E vi assicuro che c’è ne sono tanti!
risposta:
– la parità di diritti C’ E’
-non hanno nessunissimo bisogno di cheidere soldi, possono benissimo andare a lavorare!!!!
-schifosissimi???ma che dice???come si permette???i soldi che un uomo si guadagna sudando e lavorando, e che quelle approfittatrici gli prendono senza pietà alcuna, sono “schhifosissimi”?????ma stesse zitta e imparasse ad avere un pò di rispetto per gli uomini!!!!!uomini che lavoranoo onestamente e si sudano i soldi, soldi che vengono letteralemnte sottratti da ex senza morale e senza scrupoli!!!!!!
e tocca pure leggere che i soldi di cui un uomo viene privato – così da trovarsi in povertà e in miseria per fare vivere l’ex senza fare un cavolo di lavoro – sarebbero schifosissimi!!!ma non si vergogna???questa tizia è vergognosa, è una vergogna senza fine!!!!non sa – o finge di non sapere – che spesso i giudici nemmeno considerano se lei si cerca o no un lavoro, stabiliscono a priori che lui le deve dare soldi!!!sei uomo?paghi!e questa arriva a giustificare sto schifo!!!!ah già tanto x lei gli uomini saranno cattivi violenti stronzi fedifraghi ecc!!!
-poi viene loro tolta anche la casa…per non parlare del fatto che qnd lui gauadagna meno di lei quasi mai lei gli deve dare un centesimo…siamo al sessismo più palese e estremo, le donne sono iperfavorite in quanto donne!!!!
ovviamente x quella fanatica femminista sono sempre le povere donne a essere vittime, sono “costrette” a chiedere soldi, xkè sennò nn sanno come sopravvivere…x quella – che vive fuori dal mondo – non ci sono papà separati ridotti in miseria, disperati, schiavizzati dalle ex…no, sono tutti favoriti dalla società e quindi le povere ex devono chiedere i loro soldi, che sono pure schifosissimi, evidentemente perchè di un uomo, o perchè guadagnati da un uomo…l’unica cosa schifosissima è quello che dice questa francesca, i suoi deliri, la sua totale mancanza di rispetto per gli uomini, per i loro problemi, i loro drammi…vorrei vedere lei nelle condizioni di tanti uomini separati!!!!
il suo delirio continua che devono essere obbligati a dare soldi ai figli…quindi questo basta, l’importante è che diano soldi, poi che stiamo o meno coi figli, che li vedano o meno che importa???tanto x lei gli uomiini sono oggetti che servono a dare soldi, è questa la sua visione!!!!i papà servono a dare soldi, non sono persone, non sono esseri umani!!!!il loro diritto di vedere i figli, di passare del tempo con loro, non esiste!!!!che schifo, sono davvero schifato!!!!questa se ne frega altamente del dolore e della sofferenza di un padre che non vede il figlio!!!!!che nausea che ho!!!!per questa l’affido condiviso non esiste…basta che i padri diano soldi!!!!che schifo totale!!!!gli uomini per lei sono solo oggetti, mica hanno diritti!!!!tanto fà l’equazione donne=non hanno la parità siul lavoro, quindi gli uomini devono automaticamente dare soldi a loro…se poi gli uomini si riducono a vivere con 100 o 200 euro al mese, che importa, tanto x quella ci sono solo le donne!!!!poi x quanto riguarda i soldi x i figli, questi li devono dare entrambi i genitori, non certo solo il padre!e il mantenimento deve essere diretto!se proprio non c’è il mantenimento diretto, la madre dovrebbe come minimo rendere conto di come spende i soldi, per dimostrare che non usi quei soldi che prende per i figli per comprare cose x sè…ma x francesca qst problemi non esistono, x lei gli uomini basta che diano soldi!!!
ovviamente non poteva mancare l’insulto e l’attacco finale come gli uomini, che secondo lei sarebbero in tanti “come suo padre”…ma che avrebbe fatto di male questo pover’uomo???da quanto scrive, pare solo che la sua “colpa” sia non aver dato soldi dopo essersi separato, dato che era “molto povero”…e che doveva fare, dare i pochi soldi che aveva e mettersi a chiedere l’elemosina????se si tratta di fuggire, sono gli uomini che dovrebbero fuggire da quelle come te francesca!!!
giovanni(Quota) (Replica)
una legge che permette di avere a tutte le donne uno stipendio decente??? ma le donne che svolgono lo stesso lavoro di un uomo guadagnano quanto un uomo!!!! cosa vuole, questa??? che a parità di lavoro le donne guadagnino di più e che sono agli uomini restino gli stipendi “indecenti”???
giovanni(Quota) (Replica)
ma quella lo sà che molti padri separati arrivano al suicidio???? ah ma che vuoi che importi, sono solo uomini, non donne!!!basta che danno soldi ai figli – poi se li vedono una volta all’anno, o anche di meno, che importa – e che danno soldi all’ex moglie – tanto le donne sono per definizione discriminate, quindi possono pretendere soldi anche per venti anni di fila, senza degnarsi di cercare un lavoro, tanto solo le poverine che vanno aiutate sempre e comunque, a discapito di un pover uomo che viene ridotto in schiavitù – poi se non ce la fanno più e arrivano a suicidarsi, che importa!!!tanto sono uomini, mica donne, i diritti non li hanno!!!non sono degni di comprensione, compassione, solidarietà, sostegno…hanno solo doveri e devono solo lavorare x dare soldi a questo e a quello!!!!
scrive “Solidarietà anche da parte mia, a loro e a tutte le donne violentate e picchiate” ecco, solo alle donne mostra solidarietà…che schifo!!!agli uomini, no, mai!ai padri separati che patiscono di tutto e di più, che vengono privati di tutto, che spesso ne subiscono di tutti i colori, no!!!!a questa SENZA CUORE degli uomini non importa!!!che soffrano pure x non vedere i figli, che siano pure discriminati e umiliati, che siano ridotti in miseria, che siano spremuti come limoni dall’ex…questa non mostra un minimo di solidarietà!!!!tanto sono uomini, sono x definizione tendenti alla violenza alla cattiveria alla stronzaggine…SONO NAUSEATO!!!!!
poi dicono pure di non essere sessiste…il loro atteggiamento è sessista all’ennesima potenza!!!!!!
giovanni(Quota) (Replica)
Armando
Certo. E’ vero quello che dici. Ma ha lasciato da parte il “sesso ai tempi del femminismo”. Ti sembra poco questo?
Ha giocato in maniera pesante e certamente ha giocato sporco. Ma alla vecchia maniera, non ha usato le “armi di distruzione di massa” (stavo per dire le armi di distruzione di ma..schi) messole a disposizione dal mainstream femminsta. Ed il fatto che non sia stata nemmeno sfiorata dall’idea, che altrimenti avrebbe attuato sicuramente, perché molto più efficace per raggiungere lo scopo, me la rende estremamente simpatica. Ed umana. Non posso farci niente.
Per quanto riguarda il mio commento sul Corriere.
Si, il meccanismo è quello. Infatti, in un altro post, con un altro argomento ho avuto l’onore di una risposta dalla Melandri (che non ne era certo l’autrice), ma il mio commento era il primo o il secondo. La discussione era quindi appena agli inizi e non potevano esimersi da repliche.
Sono anche cosciente che replica non c’è stata perché non poteva esserci, tuttavia siccome mi sembra di essere stato abbastanza duro sulla loro professionalità qualche “pezza a colore” me l’aspettavo.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Scusami Andrea
vedo solo ora il tuo intervento.
Penso che quello che ho scritto in risposta ad Armando chiarisca bene il mio punto di vista.
………………………………………………………………..
Sì, ma al contrario un uomo non farebbe alcuna tenerezza a una donna. (Andrea)
………………………………………………………………..
Ma io sono un uomo. Diverso da una donna. Meglio o peggio non lo so. Sicuramente diverso. E ci tengo. Posso tranquillamente combattere il pensiero social-femminista rimanendo me stesso.
…………………………………………………………………
…non sono forse le donne (ma anche gli stessi tonti uomini) a sostenere di essere più furbe degli uomini, nonché dotate di un (presunto) sesto senso? Quindi? (Andrea)
…………………………………………………………………
Al mio paese si dice: “ci se vanta te sulu, nu ‘mbale nu pasulu”.
Traduzione per i non salentini, ossia tutti: “chi si vanta da solo, non vale un fagiolo”.
Mi sembra sempre valido.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
x luigi e armando
tenerezza, forse, è troppo per una pistolera così. Però è simpatica. Ha giocato duro ed era pronta a pagare, come ha fatto e farà.
Vero che se ci fosse stato un uomo al suo posto, qualcuna avrebbe tirato fuori la storia del maschilista che vede la donna come una sua proprietà.
dia(Quota) (Replica)
Blog Corriere – Atto due
Il seguente commento è stato censurato. Come vedi Armando, nonostante la validità generale del tuo discorso, che condivido, se li becchi in castagna, ti censurano anche se è il milionesimo commento.
………………………………………………………………..
27.11 | 20:50 Luigi Corvaglia
Il tuo commento in attesa di moderazione
Ritornando sull’argomento e senza per questo voler mancare dirispetto a chi la violenza l’ha subita sul serio.
Leggetevi questo link
http://www.focus.it/Community/cs/forums/thread/408048.aspx
Mi da da pensare il fatto che il link alla pagina di AmnestyInternational ed al comunicato originale in inglese dia come risultato:Page not found on amnesty.org. Ma a suo tempo ci stava. E’ stato un peccato non salvarla.
p.s. Ti ringrazio per l’articolo su Maschi Selvatici. Della storia di Amnesty me ne ero proprio scordato.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Secondo uno studio del 1994 basato su dati di un esercizio di modellizzazione della Banca Mondiale, fra 10 cause e fattori di rischio considerati per la morte e la disabilità di donne fra i 15 ed i 44 anni, lo stupro e la violenza domestica erano cause maggiori del cancro, incidenti di veicoli a motore, guerre e malaria.”
che cos’è uno studio di modellizzazione?
dia(Quota) (Replica)
@ Dia
Posso risponderti da ingegnere, non so poi loro con “esercizio di modellazione” di preciso cosa intendano.
Certo la parola “esercizio” mi fa pensare che sia per l’appunto un esercizio: “atto, effetto dell’esercitare o dell’esercitarsi” o ancora “prova o insieme di prove che servono ad acquistare pratica in una materia, in un’attività”.
Si tratta di individuare dei modelli, non reali, ma che approssimano in maniera accettabile il problema da affrontare.
Ma mentre nel mio campo il problema è noto, ad. es. un edificio, il traffico, la gestione di un processo di produzione, et., etc.. non penso sia la stessa cosa in ambito sociologico (branca di studio, la sociologia, verso cui nutro un sano scetticismo ;-)).
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Fabrizio
scusami, uso UB come servizio pubblico, per aggirare la censura di quel democraticissimo blog che risponde al nome di 27a ora.
………………………………………………………………
per i signori che negano
27.11 | 21:44 elenabby
è inutile che tanti pseudo-uomini e veri-maschilisti cerchino di negare le violenze subite dalle donne (da alcune donne…).oltre ad essere meschini e tristi siete squallidi nelle vostre argomentazioni che tentano di giustificare l’ingiustificabile e anche il delitto, ma facendo così diventate copmplici dei vostri già degni compari. non ho parole. una sola annotazione: il lavoro dei centri antiviolenza è in gran parte volontario e questo lo so per certo perchè ci ha lavorato una mia amica psicologa. pensate: donne meritevoli che lavorano gratis per rimediare ai danni fatti da chi pensa e agisce come voi, che bella cosa vero.
………………………………………………………………..
Cara Elena
non so se leggerà mai questa mia risposta, Uomini Beta non è certo il popolarissimo blog femminile del Corriere e, quasi sicuramente, dovesse incapparci casualmente ne fuggirebbe inorridita, giacché il solo sottotitolo “movimento maschile“, rievocherebbe in lei fantasmi nauseabondi.
Ciò non di meno mi sento in obbligo di risponderle e devo farlo da questo sito, perché la mia risposta non passerebbe al vaglio della censura di quel blog. E questo nonostante nonostante non sia violenta, sessista o misogina ma, solo contenente degli elementi di verità.
Voglio risponderle anche perché, dai diversi suoi commenti su quel blog, ho intuito che lei è una persona intelligente, che non ragiona per schemi precostituiti, e dispiacciono alcune affermazioni del suo commento. Come dispiace la sua deriva sul personale. Lei non può permettersi, per fisiologiche diversità di vedute, di etichettarmi come pseudo-uomo più di quanto non possa farlo io dandole della pseudo-donna.
Vede, è vero, io posso risponderle solo per conto mio, ma l’obiezione fatta da me come da altri penso di potergliela spiegare interpretando il pensiero di tutti.
Nessuno, ma proprio nessuno (pazzi a parte), si sogna di negare un pezzo di realtà (la violenza sulle donne). Lei crede che esista un uomo che si sogni di farlo, rimanendo tale? Se lo pensa devo dirle che lei gli uomini li conosce molto poco.
Il problema sollevato, da me e tanti altri, da lei definiti tristi e meschini è un altro!!
E’ non è di poco conto, non è cercare di minimizzare, perché a lungo andare questo andazzo potrebbe ritorcersi contro le stesse donne vittime di vera violenza.
Noi chiediamo solamente, semplicemente, che di questa triste realtà se ne parli, appunto, in maniera reale. Non alterando numeri, gonfiandoli e creando cosi un clima da psicosi collettiva.
Mi sa dire, perdio, a chi giova questo clima? Giova per caso alle vittime?
A chi giova rappresentare tutti gli uomini e ripeto, tutti, perché il giochetto a questo porta, come dei mostri dediti alla sevizia e alla tortura delle donne?
Le sembra minima la differenza tra l’affermare che esiste una fascia, limitata, di uomini che si macchiano di tali delitti e insinuare invece, che si, tutti gli uomini potrebbero macchiarsene, perché intrinsecamente malati?
Siccome la ritengo persona sveglia e indipendente si risponda da sola, giacché ogni mia ipotesi sarebbe sospetta perché proveniente da uomo triste, meschino e misogino.
Ieri ho mandato un secondo commento alla 27a ora. Lo hanno censurato. Glielo riporto qua per comodità.
“ 27.11 | 20:50 Luigi Corvaglia
Il tuo commento in attesa di moderazione
Ritornando sull’argomento e senza per questo voler mancare dirispetto a chi la violenza l’ha subita sul serio.
Leggetevi questo link
http://www.focus.it/Community/cs/forums/thread/408048.aspx
Mi da da pensare il fatto che il link alla pagina di AmnestyInternational ed al comunicato originale in inglese dia come risultato:Page not found on amnesty.org. Ma a suo tempo ci stava. E’ stato un peccato non salvarla.”
Le sembra per caso violento e meschino?
Sa perché lo hanno censurato?
Perché conteneva (vada a vedere il link in esso contenuto) una verità, scomoda per le tenutarie del blog. Che demoliva alla radice l’argomento del Post: “Quei numeri che non vogliamo credere: è la violenza che più uccide le donne“.
Per concludere. Un consiglio.
Non si fermi mai alle apparenze (a quelle che ci costruiscono attorno per condizionarci), ascolti sempre le due campane, anche in questo caso, che forse può risultarle difficile perché la tira in ballo in quanto donna. La realtà non è mai, bianco o nero, di quà o di là.
Cordialmente.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
x luigi: inizialmente pensavo a un errore di traduzione, ma poi ho visto che se googli modelling exercise spuntano spprattutto pagine di modellazione in 3D. Insomma, proiezioni virtuali.
Nel tuo ramo, ho trovato questo, che forse è quello cui ti riferisci:
http://www.cityenergy.org.za/files/resources/energy%20data/06Future%20scenarios%20modelling.pdf
avevo letto il tuo intervento su 27a ora, quello rimasto senza commenti. Tu – secondo me – hai uno “stile” espositivo molto candido e concretamente logico, come quello dei bambini. E quando si pone una domanda diretta, onesta e “ingenua”, senza intellettualismi o complicate razionalizzazioni (magari ideologiche), l’altro resta spiazzato. Con i bambini capita continuamente. Ti inchiodano con una domanda, a volte, e tu resti lì come uno scemo, con tutto il tuo armamentario di “competenze” che girano a vuoto…
dia(Quota) (Replica)
@Luigi
mi immagino già ,l’eventuale risposta
che loro sicuramente non giudicano gli uomini tutti violenti ma ,si fanno delle domande e le risposte sono scritte nei loro articoli e,vediamo da noi stessi ,che genere di articoli scrivono in quel blog “molto democratico ”
mauro recher(Quota) (Replica)
che post allucinante, secondo questa in tv si parla troppo poco di violenza sulle donne e troppo di papà separati!!! http://comunicazionedigenere.wordpress.com/2011/11/28/violenza-sulle-donne-se-ne-parla-poco/#comment-14325
giovanni(Quota) (Replica)
Dia
grazie del complimento. Il paragone con i bambini intendo. Per me lo è.
E sono contento che si percepisca.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Luigi C.
>>
Dia
grazie del complimento. Il paragone con i bambini intendo. Per me lo è.
>>
E infatti lo è! Un gran bel complimento. Meritato.
____
Sulla questione violenze maschili.
1- Vengono ricordate, richiamate, rimemorate ogni giorno e di più nei giorni canonici (giorni “sacri”: 25 nov. 13 febb. 8 marzo).
La rimemorizzazione è rivolta a tutti gli UU perché tutti ne sono corresponsabili. Però tu, io, lui “non dobbiamo” sentirci corresponsabili. Ci chiama in causa tutti, ma io, tu, lui “non dobbiamo” sentirci chiamati in causa.
Questo doppio gioco è già sufficiente a mettere gli UU in difficoltà. A indurli a balbettare.
2- Le buone intenzioni
Giurano che ricordare, richiamare, rimemorare le violenze maschili non significa criminalizzare gli UU, non significa che tutti gli UU siano carnefici. Non è questa l’intenzione. Sarebbe una kattiva intenzione.
Le intenzioni, si sa, sono sempre buone. Anche perché se uno ne ha di cattive non è che lo vada a dire in giro…
Il rimando alle buone intenzioni chiude la bocca definitivamente.
E’ ora di fare chiarezza: le intenzioni in ambito sociale non contano nulla, solo gli effetti contano.
E nel conflitto in corso le intenzioni maschili (iindividuali o di gruppo o di Genere) non contano nulla.
Oggi – in ogni ambito – solo una cosa conta: il “vissuto” femminile. Chissenefrega delle intenzioni maschili!
Perciò è giunto il momento di pensare, sentire e proclamare che delle intenzioni delle crimininalizzatrici non ci importa un fico secco.
Delle “buone intenzioni” non ce ne importa nulla.
Solo gli effetti contano: la criminalizzazione degli UU. Solo il NOSTRO vissuto conta.
E solo noi stabiliamo come “dobbiamo sentirci”.
Noi siamo il metro del nostro bene e del nostro male.
Fuori dal nostro giardino! Fuori dalla nostra psiche!
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
Ho del tutto casualmente scovato questo sito che (stra) parla di noi…
http://noviolenzasulledonne.blogspot.com/2010/09/uomini-dalla-beta-allomega.html
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Qui, invece, si parla di censura e “troll”…??!??
http://27esimaora.corriere.it/articolo/a-proposito-di-censura/
Andrea(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi
http://noviolenzasulledonne.blogspot.com/2010/09/uomini-dalla-beta-allomega.html
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La differenza tra le femministe e i maschilisti è che le prime sono forti della certezza che di uomini ne troveranno comunque a palate. In più, il loro inveire e offendere l’altro sesso è un comportamento che nasce dal naturale rancore verso il maschio, quindi gli riesce meglio essere femministe.
I secondi hanno sempre una certa dose di galanteria e se non la hanno, vanno sempre incontro all’ isolamento.
Non so se l’ho già scritto, ma se una donna da uno schiaffo ad un uomo o altre violenze più gravi, è una sua rivincita verso il maschio “oppressore e violentatore” (ma de che! tant’è che se un uomo va in giro a fare il macho e a vantarsi della sua virilità, viene demolito di insulti) chiaramente non nego la violenza maschile, ma faccio notare la contraddizione delle donne che schernisce Il maschio e allo stesso tempo lo condanna.
Leonardo(Quota) (Replica)
Fabrizio ,ho letto l’articolo del tuo link ,che dire? Le solite banalità che ,tra l’altro hai continuamente messo in evidenza , c’è un lato positivo comunque ,parlano (anzi straparlano ) di noi ,per me è sempre un bene ,se devo fare un appunto ho trovato ,tra le tante banalità ,questa particolarmente significativa …
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Infine, come poteva non mancare la lagna basata sul luogo comune cosmico che le donne la darebbero solo ai ricchi&potenti? Allora ci risiamo: avete capito la differenza tra una femminista ed una velina? Le veline escono coi calciatori e coi papi Silvio e le femministe escono con gli intellettuali sfigati e coi ragazzi della porta accanto. Evidentemente, non rientrate in nessuna di queste categorie se siete così avvelenati con le donne tutte perché non ve la danno.
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già dire con intellettuali sfigati è un controsenso ,(la parola sfigati non manca mai nel vocabolo delle femministe ,ma si sa che loro guardano “altro” )visto che sono tali cioè senza figa o ragazzi della porta accanto ,già qui vediamo una differenza ,le veline con i calciatori o papi Silvio (quindi professioni), loro non hanno detto con operai ,muratori o minatori ,ma con ragazzi intellettuali o della porta accanto forse ,se escono con loro si sporcano il pedigree
mauro recher(Quota) (Replica)
Leonardo: le femministe (…) sono forti della certezza che di uomini ne troveranno comunque a palate.
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Al di là di tutte le considerazioni che possiamo fare, se solo gli uomini sapessero scegliere le donne con cui avere delle relazioni, evitando con attenzione quelle in “odore” di femminismo, probabilmente questo deleterio fenomeno si sarebbe già sgonfiato. Checchè ne dicano, sono molto poche le donne in grado di fare a meno di un uomo. Fanno la voce grossa perchè hanno il loro ometto con cui convivono, o hanno comunque uomini attorno che le omaggiano, come sottolinea giustamente Leonardo. Personalmente se solo percepisco che una donna è in “odore” di femminismo la sfuggo come la peste, anche perchè ritengo impossibile che ci possa relazionare intimamente in maniera soddisfacente con lei, visti i pregiudizi che la animano; ma trovo pesanti anche quelle che a 40-50 anni continuano a parlarti dell’amore eterno, del principe azzurro e stupidaggini varie: ma che noia!
Ma cosa si può pretendere da questa massa di uomini rincretiniti? Si parla tanto di violenza contro le donne, ma quanta violenza gli uomini sanno esprimere contro altri uomini? Se alla violenza fisica di cui un uomo è fatto facilmente oggetto da altri uomini aggiungiamo anche la violenza psicologica che la donna spesso gli riserva, forse possiamo valutare in maniera un pò più obiettiva anche questo tema della violenza di genere.
Alessandro(Quota) (Replica)
Perciò è giunto il momento di pensare, sentire e proclamare che delle intenzioni delle crimininalizzatrici non ci importa un fico secco. Delle “buone intenzioni” non ce ne importa nulla.
Solo gli effetti contano: la criminalizzazione degli UU. Solo il NOSTRO vissuto conta. E solo noi stabiliamo come “dobbiamo sentirci”. Noi siamo il metro del nostro bene e del nostro male. Fuori dal nostro giardino! Fuori dalla nostra psiche! (RDV)
………………………………………………………….
Sintonia assoluta!
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Ecco la solita scienziatessa che ha capito tutto.
>
http://27esimaora.corriere.it/articolo/a-proposito-di-censura/
fate ridere
29.11 | 23:23 elenabby
questi maschietti o maschilisti che dir si voglia hanno talmente la coda di paglia che non potendo giustificare la pochezza derlle loro argomentazioni, scrivono commenti lunghissimi e che sbrodolano da tutte le parti oppure aggrediscono le “donne cattive”, leggendo i loro commenti sto a ridere da sola davanti alla tastiera. E ‘ inverosimile quanto affermano dalla prima all’ultima parola, non entrano mai nel merito del vero problema (la violenza) perdendosi volutamente in mille rivoli che vanno dal problema del denaro, all’approccio pseudostorico, alla palese balla ma evitando sempre accuratamente i dati o confutandoli con teorie da bambini delle medie (la donna che uccide col veleno come nei romanzi inglesi ma fatemi il piacere). Signori maschi meno vittimismo e più serietà, nonchè più rispetto per le donne che subiscono VERAMENTE la violenza e sapete benissimo che ci sono anzi forse proprio voi siete tra i primi a esserne felici!!!
___________________
Miei commenti “in attesa di moderazione” (=saranno sicuramente censurati).
______________
>>
Scrive Diogene Di Sinope
29.11 | 20:01 Silver19
Il tuo commento è in attesa di moderazione
“…ho letto i post di Silver19, il filo conduttore degli esempi che porta è sempre l’interesse economico, non è una sistematica violenza contro il sesso maschile.”
>>>>>>>>>
Alcuni autori ritengono che la prova più evidente delle differenze tra i sessi in materia di gelosia sia la violenza che suscita. Nel 1982 Martin Daly e Margo Wilson della McMaster University, dopo aver passato in rassegna una serie di studi sui moventi di omicidio, hanno concluso che gli uomini uccidono per gelosia molto più delle donne. Tuttavia gli uomini sono più inclini a tutte le forme di crimine violento, per cui i confronti basati sul semplice numero dei delitti ispirati dalla gelosia possono essere fuorvianti. Se si riesaminano i dati correggendoli per tener conto delle differenze nel tasso complessivo di omicidi, appare un quadro diverso. Anni fa, Christine R. Harris, ha esaminato i moventi di omicidio in 20 campioni interculturali di popolazione (per un totale di 5225 omicidi) e non ha rilevato differenze tra i sessi. In precedenza, Richard B. Felson della State University of New York aveva esaminato 2060 omicidi in 33 contee urbane degli Stati Uniti, rilevando che le donne erano due volte più portate degli uomini a uccidere per gelosia.
>
Per approfondire:
DESTENO D. e altri,
Sex differences in jealousy:
Evolutionary mechanism or artifact
of measurement?, in “Journal of
Personality and Social Psychology”,
83, pp. 1103-1116, 2002.
>
HARRIS C. R., Sexual
and romantic jeaulousy in
heterosexual and homosexual
adults, in “Psychological
Science”, 13, pp 7-12, 2002.
>
BUSS D., The Dangerous
Passion: Why Jealousy Is As
Necessary As Love And Sex,
The Free Press, New York, 2000.
>
Christine R. Harris, No, non
è la gelosia, mente & cervello,*
n. 8, anno II, pag. 62-69, marzo-aprile
2004.
>
(*Articolo pubblicato sul numero di gennaio-febbraio 2004 di “American Scientist”.)
____________
>>
elenabby docet
30.11 | 00:58 Silver19
Il tuo commento è in attesa di moderazione
“nonchè più rispetto per le donne che subiscono VERAMENTE la violenza e sapete benissimo che ci sono anzi forse proprio voi siete tra i primi a esserne felici!!!”
>>>>>
Ovviamente.
Calcola che passiamo tutto il giorno a picchiare e stuprare le donne, perché, sai, noi ci divertiamo così, tanto è vero che abbiamo coniato il seguente slogan:
“Picchiare le femmine è bello ed emozionante”.
_________
>>
Fonte
30.11 | 01:01 Silver19
Il tuo commento è in attesa di moderazione
http://www.youtube.com/watch?v=DsoJIciyPQI
Sandro2(Quota) (Replica)
http://www.sociology.psu.edu/people/faculty/felson.shtml
>
http://www.apa.org/pubs/books/431675A.aspx
Sandro2(Quota) (Replica)
il suo delirio folle e allucinante non merita nemmeno una risposta…
giovanni(Quota) (Replica)
Questa cosa delle statistiche e di chi è più violento mi ha rotto; c’è sempre questo confronto che le donne cercano con l’uomo. Non sono dei santi entrambi, ma molti uomini vengono spinti alla violenza dalle donne stesse, forse proprio da queste statistiche, ma già dall’infanzia e adolescenza, facendo i bulli per piacere alle ragazze, le quali poi alcune hanno faccia tosta di fare le salvatrici, di mettere pace e apparire buone e sensibili, manipolando sti quattro “imbecilli dei maschi” Tutta questa propaganda delle donne non è altro che voler stare al centro dell’attenzione e avere potere. Allora facciamo le statistiche su chi ha fatto più opere d’arte, su chi ha costruito le città: dagli architetti ai muratori, non ha importanza, sono entrambi uomini. Su chi ha costruito i razzi spaziali, su chi è andato per primo sulla luna, su chi ha composto sinfonie e brani Rock più belli, su chi ha scritto i migliori romanzi. D’altro canto gli uomini hanno costruito le armi, le bombe nucleari, fatto guerre e le violenze più raccapriccianti come costruire e usare gli antichi stumenti di tortura: sono entrambi dimostrazioni di intelletto, giuste e sbagliate. Tra l’altro il male compiuto dagli uomini viene sublimato nell’arte, come nei romanzi e i film…
No, l’uomo rispetta la donna e la donna lo umilia, sminuendolo, deprezzandolo e quindi si fa pagare per concedersi; e mi fermo qui.
Leonardo(Quota) (Replica)
Compare finalmente, qualche giornalista, che si rivolge alle donne (in questo caso sono quelle di “Se non ora quando”) con un pò di serietà ed onestà, insomma con il presupposto della stima sincera e dell’affetto, e non si preoccupa di compiacerle e dice quello che pensa anche se si tratta di una critica assai dura:
http://notizie.tiscali.it/opinioni/Cazzulini/2287/articoli/-Se-non-ora-quando-non-funziona-pi-ora-di-cambiare-strategia.html
,
cesare(Quota) (Replica)
E pure questo:
http://www.ilgiornale.it/interni/le_donne_tornano_piazza__ma_ora_nessuno_se_ne_accorge/12-12-2011/articolo-id=561775-page=0-comments=1
e questa:
http://www.ilgiornale.it/interni/inventare_stupro_offende_donne/12-12-2011/articolo-id=561786-page=0-comments=1
cesare(Quota) (Replica)
http://notizie.tiscali.it/opinioni/Cazzulini/2287/articoli/-Se-non-ora-quando-non-funziona-pi-ora-di-cambiare-strategia.html
Cazzulini for President.
dia(Quota) (Replica)
Dopo decenni di dominio incontrastato e di occupazione sistematica di qualsiasi spazio mediatico (e politico), il femminismo sta iniziando a mostrare qualche crepa.
La prima è rappresentata dal clamoroso (anche se ampiamente previsto) flop della giornata di mobilitazione indetta per ieri dal comitato “Se non ora quando?” che è stato inevitabilmente segnalato anche da alcuni analisti e osservatori con articoli in parte anche condivisibili.
La seconda è la reazione tempestiva alla fiction di Beppe Fiorello sui padri separati andata in onda su Rai 1 pochi giorni fa. Immediata è stata la risposta sia da parte di autorevoli quotidiani (in prima fila La Repubblica, organo ufficiale del femminismo dei salotti che contano), sia soprattutto da parte dell’immancabile Istat (ormai da tempo il “Minculpop” di stato femdominista) che ha cominciato a sciorinare dati e statistiche che ci spiegano che anche nei casi di separazione sono le donne, non gli uomini, a subire discriminazioni, violenze e ingiustizie. Non poteva essere altrimenti…
Come dicevo, non mi sorprende affatto il fallimento della giornata di ieri che conferma la nostra analisi: il femminismo storico, radicale e militante, nonostante il tentativo di rianimarlo appartiene ormai al passato. Quest’ultimo rappresenta ormai solo una sorta di coperchio ideologico, tutto sommato ormai minoritario e anche un po’ (molto) arrugginito: è sufficiente osservare i volti incartapecoriti delle sue leader storiche per rendersene conto (e non mi riferisco all’aspetto anagrafico quanto alla loro totale incapacità di andare oltre le solite parole d’ordine vecchie di decenni, come se il mondo non fosse cambiato nel frattempo). Insomma una bandiera, anche molto lacera, e nulla più.
Molto più preoccupante, ovviamente, il femminismo politico-mediatico, cioè il femminismo dominante, quello che noi abbiamo denominato femdominismo. Quello cioè che detta l’agenda politica, che legifera, che controlla o comunque condiziona in modo determinante i media, le istituzioni, i partiti, le associazioni degli industriali, i sindacati, i tribunali, la giustizia, i circoli accademici, la “cultura” ufficiale, la scuola e così via. In altre parole l’intera società civile e la politica.
E’ questo il vero avversario: è vivo,è vegeto, è molto potente ed è ormai una sola cosa con il sistema dominante. Lo sapevamo da tempo, lo sappiamo, ma è sempre bene ricordarlo.
E però la tempestività del suo intervento ci dice che qualche preoccupazione comincia a serpeggiare tra le fila dell’avversario. Ciò lo rende ancora più pericoloso…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
E’ oggi più che mai evidente la verità della tua analisi: i ceti egemoni tramite il femdominismo hanno operato 1) sia la gigantesca operazione di distruzione della consapevolezza politica dei lavoratori tramite la colossale opera di spostamento dai problemi reali del mondo del lavoro alla insistente guerra all'”oppressore maschile” (quello che tira a casa la pagnotta crepando, quattro alla volta, ogni dì, e crepando sette anni prima delle “tiranneggiate” e facendo un avita di m..da), 2) sia ottenuto la legittimazione all’estensione dell’occupazione del potere piazzando nei posti di potere e meglio remunerati le proprie mogli, amanti, figlie amiche, sorelle, zie e cugine, sotto le insegne della “lotta di liberazione delle oppresse” e addirittura per legge tramite le quote rosa, 3) sia la promulgazione di leggi speciali antimaschili finalizzate a tenere sotto schiaffo/intimidazione sistematico ogni protesta maschile (che volete, maschi che appartenete a un genere criminale? avreste persino l’ardire di protestare?! o di prendre la parola in nome del mondo del lavoro?!) 4) sia la fondazione di una nuova ideologia neocoloniale in nome della quale mandare a crepare per l’ennesima volta gli “oppressori maschi” al fine di ammazzare insieme alle loro famiglie “i maschi, promossi d’ufficio oppressori” di altri paesi, magari ben più civili di noi. E 5) le masse femminili sono state usate come massa di manovra ed esercito di sfondamento ovunque ci fosse una minima resistenza, il più piccolo ostacolo a questo progetto di dominio nell’ambito del quale, per inciso, c’è anche stata e c’è la totale trasformazione in merce di ogni aspetto più sacro dell’umano. Non c’è che dire: Bingo!
cesare(Quota) (Replica)
“SNOQ” è uguale ai Girotondi di quache anno orsono. Movimenti effimeri, sciami (per usare le parole di Z. Baumann), che si formano e si addensano con facilità ma che si squagliano altrettanto facilmente perchè sono solo stati d’animo, come l’indignazione, che emergono confusamente contro qualcosa o qualcuno. Quando questo qualcosa o qualcuno, nel nostro caso Berlusconi che era un bersaglio perfetto, sparisce, anch’essi deperiscono istantaneamente. Sono solo l’ennesima espressione della società liquida- Il fatto che siano sciami privi di struttura, non li rende però meno pericolosi, in quanto usabili strumentalmente con estrema facilità.
E poi, diciamocelo, cosa c’è da rimproverare, beninteso dal loro punto di vista, al governo Monti?
In nome dell’equità ha introdotto gli sgravi fiscali secondo il genere. Per cui mio figlio trentacinquenne alla ricerca di un lavoro finalmente stabile sarà sorpassato da una coetanea solo perchè donna e solo perchè una legge sfacciatamente sessista consentirà al datore di lavoro di recuperare con gli sgravi fiscali la minor produttività del lavoro femminile. Perchè solo di questo si tratta. Viva l’equità.
armando(Quota) (Replica)
http://www.femminismo.net/filestore/net-feminism/
>
http://www.avoiceformen.com/feminism/radfem-hub-the-underbelly-of-a-hate-movement/
Sandro2(Quota) (Replica)
come avrai visto, sandro2, su La 27a ora il net-feminism ha ottenuto solo critiche ed è stato sbeffeggiato sia dalle donne che dagli uomini. Mi sembra un buon segnale. Incoraggiante.
dia(Quota) (Replica)
cosa ne pensate?
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http://www.balcanicaucaso.org/aree/Romania/Bucarest-la-Marcia-delle-puttane-105119
iovedì 6 ottobre Bucarest ha promosso la sua “Marcia delle puttane”, declinazione rumena di un’iniziativa femminista lanciata la scorsa primavera a Toronto, Canada. Un reportage di Le Courrier des Balkans
Tratto da Le Courrier des Balkans (tit. originale “Roumanie : les «salopes» se rebiffent”, pubblicato il 7 ottobre 2011)
E’ tardo pomeriggio e le organizzatrici della “Marcia delle puttane” di Bucarest sono inquiete. I partecipanti tardano ad arrivare al punto di ritrovo, davanti al tribunale. E’ da mesi ormai che questa ventina di giovani donne, appartenenti ad associazioni femministe, lavorano a testa bassa a quest’iniziativa.
Hanno pensato a tutto: le autorizzazioni dal comune, informare la stampa, cartelloni e striscioni dipinti il fine settimana precedente. Ma servono delle braccia per portarli e delle voci per gridare gli slogan: “Poco importa come mi vesto, la mia gonna non è un tuo problema”.
Alla fine sono in 250 ad essere arrivati, al posto dei 700 che avevano confermato la loro presenza via Facebook. Molte donne più o meno giovani, una folla di giornalisti, qualche uomo tra i quali due con la gonna. Uno dei due, con una parrucca, prende in mano il megafono e racconta cosa gli è successo mentre veniva alla manifestazione. “Ero in macchina e mi stavo cambiando ed ho veramente provato cosa si prova ad essere donna: mi hanno suonato il clacson quattro volte e in molti mi hanno volgarmente invitato a bere un caffè”.
Poi parlano alcune donne. Con fervore ed emozione raccontano la difficoltà di essere donna, la paura nel rientrare a casa la sera, le brutte esperienze, la colpa sentita anche se sono vittime, gli insulti sessisti e l’impossibilità di “avere gli stessi diritti degli uomini in un Paese dove il sistema patriarcale è dominante se non opprimente”.
Alcune dimostranti poi mettono dei garofani rossi sulle labbra per rendere omaggio alle donne silenziose che non hanno osato denunciare le violenze subite ed i loro aggressori.
Mona, 29 anni, sta terminando la sua tesi di laurea su studi di genere a Bucarest. E’ vestita in modo sobrio – come tutte le manifestanti – e confida con emozione che è la sua prima azione di genere. Per lei “questa manifestazione è assolutamente necessaria per attirare l’attenzione sulle violenze subite dalle donne e soprattutto sul fatto che finiscono loro sul banco d’accusa per questo”.
“Media, non trattate lo stupro come una leggerezza”
Alcuni manifesti denunciano anche la responsabilità dei media nel banalizzare gli atteggiamenti sessisti e misogini. “Ad alcune donne piace essere picchiate, perché se i loro mariti non le picchiano non si sentono abbastanza amate…”. E’ una farse purtroppo comune che si sente spesso sui media rumeni, come dimostra un’inchiesta condotta sull’immagine della donna in Romania. Lo studio è stato pubblicato quest’anno dall’Ong Altfem e mostra come la donna è rappresentata nei media “attraverso stereotipi tradizionalisti, sessisti e in maniera volgare”.
Alice Iancu, 29 anni, è vice-presidente di Filia, Centro di ricerca sugli studi di genere. Alice s’indigna: “In Romania non si da ascolto alle donne. Ecco perché questo tipo di riflessioni misogine esistono, non vengono sanzionate o questo avviene solo in maniera simbolica”.
L’ultima sanzione in merito è stata comminata dal Consiglio nazionale per la lotta contro le discriminazioni (CNCD) nei confronti di Tudore Butoie. Quest’ultimo, professore universitario esperto in criminologia, durante una trasmissione televisiva aveva dichiarato che “le donne violentate sono responsabili di quanto avvenuto a causa dei loro comportamenti provocanti”. Frasi che ricordano drammaticamente quelle di Toronto, all’origine dell’iniziativa “La marcia delle puttane” promossa poi nel mondo intero. Lo scorso mese di aprile un poliziotto canadese, aveva affermato davanti a studenti di legge che “se le donne si fanno violentare è a causa del loro modo di vestire”. In Romania una trentina di Ong hanno interpellato il CNCD a seguito delle affermazioni di Tudore Butoje ed hanno vinto la causa.
La lotta femminista, dalla teoria all’attivismo
All’inizio il centro di ricerca Filia – creato nel 2000 – analizzava in modo teorico il femminismo ma negli ultimi anni Alice Iancu e le sue colleghe hanno deciso di collegare “gli studi di caso all’attivismo”.
“Abbiamo bisogno di questi studi, altrimenti nessuno li farebbe, ma allo stesso tempo occorre promuovere petizioni e scendere per strada”, spiega Alice. E quest’atteggiamento porta i suoi frutti: l’anno scorso hanno condotto una battaglia contro un progetto di legge che abbassava da due anni a uno la maternità. Una battaglia che hanno parzialmente vinto, dato che ora spetta ai genitori scegliere la lunghezza del congedo parentale.
Ma le Ong femministe non sono riuscite ad impedire, in pieni tagli di budget statale, la chiusura dell’Agenzia nazionale per le pari opportunità, che aveva solo dieci dipendenti. Sette di loro sono stati trasferiti al ministero del Lavoro, ma sono andati perduti 7 milioni di finanziamenti europei. Tudorina Mihai, membro del consiglio direttivo di Filia, sottolinea i problemi finanziari a cui debbono far fronte le associazioni in parte a causa dell’avvenuto ingresso nell’Unione europea e in parte dall’assenza del governo in questo campo.
“Tra il 2002 e il 2007 l’Ue ha richiesto alla Romania parecchi sforzi nel campo delle pari opportunità. E questi sono stati fatti, perlomeno in superficie ma non nella sostanza. Quando siamo entrati nell’Ue il governo ha ritirato i suoi finanziamenti, sostenendo che ora che si è in Europa non erano più necessari! In realtà l’accesso ai fondi europei è molto difficile a piccole organizzazioni come le nostre, che vivono di volontariato e che devono compartecipare del 10 o 20% ai finanziamenti richiesti”. Fortunatamente Filia, come molte altre strutture, è riuscita a trovare fondi grazie all’United Nations Development Programme o alle ambasciate di altri Paesi membri dell’Ue.
Il femminismo, una lotta più che centenaria in Romania
E’ a Bucarest, presso il Centro nazionale di studi politici e amministrativi che batte il cuore del femminismo rumeno. Creato nel 1998, il Cnspa forma numerosi giovani al femminismo e agli studi di genere e delle minoranze. “E’ negli anni ’90 che il movimento femminista è stato riscoperto in Romania mettendo in discussione il modo in cui le donne erano percepite durante il periodo comunista” spiega Mihai Lucaciu, dottorando in studi di genere presso il centro di studi europei di Budapest.
Benché l’ideologia comunista promuovesse l’uguaglianza uomo-donna, si trattava dell’uguaglianza tra lavoratori. Oltre al lavoro in fabbrica, la donna ne aveva un secondo a casa. Nella pratica il comunismo non ha modificato in niente la struttura patriarcale che dominava la società rumena. In più la politica sulla natalità avviata fin dal 1966 da Nicolae Ceauşescu ha causato la morte di 11.000 donne, vittime degli aborti clandestini effettuati in condizioni sanitarie drammatiche.
Ciononostante la storia del femminismo rumeno conta grandi personalità. Si può ad esempio citare, tra le tante, Sofia Nadejda, giornalista della Rivista delle donne rumene e militante socialista per l’emancipazione delle donne che è divenuta, nel 1897, la presidente del quarto congresso del Partito socialista democratico dei lavoratori rumeni. O Ana Pauker, che ha presieduto l’Unione delle donne rumene antifasciste prima di diventare, nel 1947, la prima donna al mondo a ricoprire la carica di ministro degli Esteri.
Per Mihai Lucaciu, “è importante riscoprire questo passato col fine di farne emergere una propositività politica”. Una volontà che è chiara in questa “Marcia delle puttane” a Bucarest. Resta da convincere la società rumena dell’importanza di questa battaglia.
claudio(Quota) (Replica)
http://www.esamizdat.it/rivista/2008/2-3/pdf/roman_inter_eS_2008_%28VI%29_2-3.pdf
claudio(Quota) (Replica)
mah…
*****
http://russiaoggi.it/articles/2010/04/09/la_donna_russa_non_e_femminista.html
La donna russa non è femminista…
9 aprile 2010
Svetlana Smetanina, Russia Oggi
Se qualcuno volesse chiamare femminista una donna russa, nella maggioranza dei casi lei si offenderebbe o, almeno, comincerebbe a giustificarsi. Non c’è niente da fare, il femminismo, come viene concepito in Occidente, non ha mai attecchito nel terreno russo. Le donne che si dichiarano apertamente femministe provocano compassione nella maggioranza della popolazione perché danno la sensazione, magari non avendo avuto successo nella vita privata, di vendicarsi in questo modo dei maschi.
La donna russa non è femminista…
In fondo, dal punto di vista dell’osservatore occidentale la Russia suscita l’impressione di un Paese assolutamente maschile dove sembra che tutto venga deciso dagli uomini. I maschi sono sempre indaffarati, fanno molto chiasso e fanno continuamente a gara a chi è il più figo tra di loro. Ma basta che un tale modello di macho entri in casa perché si trasformi subito in una creatura ubbidiente che si comporta in modo addirittura servile (in alcuni casi) con la propria moglie: “Sì, cara. Certo, cara. Come dici, cara?”. Volendo fare una statistica, in 8 casi su 10 il quadro sarebbe proprio questo. Non è un caso se i viaggiatori stranieri di passaggio in Russia spesso prestavano attenzione alle modalità delle relazioni tra l’uomo e la donna (evidentemente, non venivano invitati dentro le case). Color che visitavano il Paese nel XVI e XVII secolo descrivevano nei loro diari la pesante situazione delle donne russe (che sarebbero state poco sviluppate mentalmente, dall’aspetto avvilito e chiuse dentro le case dietro alte recinzioni da mariti crudeli). Insomma, un quadro triste e raccapricciante.
Al tempo stesso, però, il principe russo Vladimir Monomakh, vissuto nell’XI secolo, scriveva nel suo precetto paterno ai figli: “Amate la moglie, ma non datele il potere su di voi”. Probabilmente, il problema delle mogli che comandavano a bacchetta i mariti era scottante già mille anni fa e riguardava pure i rampolli dei nobili. E’ anche vero che gli osservatori stranieri erano differenti. Così, il noto avventuriero italiano Giacomo Casanova, il quale in virtù della sua natura di gran seduttore conosceva le donne molto da vicino, scriveva sulla Russia rosa del XVIII secolo: “Sembra che la Russia sia un Paese in cui i sessi si sono confusi. Le donne governano, sono a presidenza delle società scientifiche, partecipano all’amministrazione e alla diplomazia. In questo Paese alle bellezze manca un solo privilegio, quello di comandare le truppe”.
Certamente, le idee della lotta per l’emancipazione femminile e l’uguaglianza dei diritti non potevano mancare anche in Russia. Nella seconda metà del XIX secolo queste idee sono penetrate in Russia dall’Europa insieme con il crescente movimento rivoluzionario. I rivoluzionari, appunto, dichiaravano che la questione femminile era di vitale importanza e, probabilmente, proprio per questo alla rivoluzione russa hanno preso parte numerose donne.
E già subito dopo l’avvento dei bolscevichi al potere si accende, per le donne, il semaforo verde sulla loro libertà di scegliere e di contare. Come dichiarava Vladimir Lenin, “Ogni cuoca potrà governare il Paese”.
Sicuramente, il capo del proletariato intendeva che al potere sarebbero saliti i rappresentanti degli strati più poveri della popolazione. Ma, tuttavia, ha detto “cuoca”, e cioè “femmina” e non “cuoco” (maschio). In URSS non c’era una discriminazione in base al sesso, il lavoro femminile, infatti, veniva pagato in misura uguale di quello maschile. E affinché la “donna lavoratrice emancipata” non si scordasse della famiglia e dei suoi obblighi, lo Stato le garantiva un folto elenco di agevolazioni, tra cui il lungo congedo di maternità con indennità e i sussidi per bambini. A proposito: gli echi del socialismo di questo genere sono vivi tuttora. Stando ai dati del recente resoconto della Banca Mondiale “Donne, business e legge – 2010”, le donne russe godono di una tutela delle proprie condizioni socio-economiche e lavorative maggiore rispetto a numerosi Paesi Europei e agli USA. Un esempio: il congedo di maternità pagato in Russia è pari a 140 giorni e quello non pagato a 540 giorni.
Perciò, quando si propone, alle donne russe, di lottare per i loro diritti non capiscono sinceramente di che cosa si tratti, in quanto non si sentono lese nei diritti rispetto agli uomini. Mentre la “critica preferita” che le donne russe muovono agli uomini locali è che sono troppo deboli. “Ma non ci sono più i maschi forti e io devo fare tutto da sola”, si lamenta una donna d’affari e di successo con un’amica. Ma vi assicuro, qualora un qualche uomo fiducioso volesse prendere a cuore queste lamentele e provasse a comandare la “sfortunata”, verrebbe rimesso subito al suo posto.
E questo non è un problema solo di oggi, anno 2010. La Russia è stata sempre un Paese di donne forti. Nelle fiabe russe, che rispecchiano abbastanza precisamente alcune peculiarità del carattere nazionale, la protagonista salva spesso dalla morte il suo amore. Anche la letteratura classica russa insegna le stesse cose: c’è un uomo debole che si dimena e non sa come agire, mentre la donna prende tutta la responsabilità sulle proprie spalle. Va così, pure nel XXI secolo. A Irina Khakamada, una delle donne russe più note e di maggior successo, attivo esponente pubblico e politico, recentemente hanno chiesto cosa ne pensa di femminismo. Ha risposto in questi termini: “Io sono postfemminista. Vivo nella situazione in cui una donna non lotta per i suoi diritti, non deve dimostrare niente a nessuno e gli uomini per lei sono un oggetto di gioia. Come un’auto di lusso, come un bel orologio. Perché e’ in grado di fare da sola tutto il resto: guadagnare i soldi, partorire ed allevare i bambini”.
Certo, paragonare gli uomini nella vita di una donna ad un’auto o un orologio per loro può risultare offensivo. Ma forse è, appunto, il culmine del femminismo visto come indipendenza delle donne. Che gli uomini ci portino soltanto gioia, tutto il resto lo faremo da sole.
claudio(Quota) (Replica)
http://www.leprotagoniste.org/il-femminismo-occidentale-russia-resta-un-lusso
Il femminismo occidentale in Russia resta un lusso
Argomento: Interviste | Tipo di notizia: Nazionale | Autore: ANNA ZAFESOVA LA STAMPA
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Una bambina muta che cresce in una kommunalka, un appariamento in coabitazione, nella Leningrado degli Anni 60, divisa tra il mondo di sua
madre, un’operaia sfinita dalla fatica, e delle tre vicine che diventano le sue nonne adottive: tre «divinità del fato» che hanno perso tutti quelli che amavano nel tritacarne del 900, e cercano di salvare la piccola rimasta orfana dall’internamento in un istituto dal quale non uscirebbe più, ma anche di salvare la sua anima dallo squallore del mondo sovietico. Il romanzo di Elena Cizova Il tempo delle donne, appena pubblicato da Mondadori, ha vinto il premio Booker Russia nel 2009, non senza qualche strascico di polemica: una storia «da camera», narrata a più voci femminili, che nella sua mínuziosa descrizione della quotidianità diventa una denuncia violenta del sistema sovietico. Per la cinquantasettenne Elena Cizova è anche un tributo alla memoria: «Ricordo i racconti della mia bisnonna, e mia madre e la nonna che parlavano dell’assedio dei tedeschi, dei fratelli che erano morti di fame, di tutto l’orrore, senza nascondere nulla». Perché nel romanzo, fin dal titolo, si sentono solo voci di donne? La storia russa è una storia al femminile?
«Decenni di guerre e repressioni hanno ucciso soprattutto gli uomini, a milioni. È per questo che tuttora esiste il personaggio della babushka, la nonna, ma non il suo corrispettivo maschile: sono tutte donne sole, alle quali il 900 ha portato via mariti, figli, nipoti, tutto. La nostra è in un certo senso una civiltà di donne».
La vita sovietica è descritta con una crudezza che coinvolge tutti i cinque sensi: la puzza delle cucine in coabitazione, il freddo, la fame, la fatica sentita sulla pelle. Voleva sfidare quelli che negli ultimi anni raccontano il passato sovietico come un idillio?
«Il passato idilliaco è un quadro totalmente falso, ma se si fosse trattato di una bugia raccontata intenzionalmente sarebbe semplice da smentire. Il problema è che i miei concittadini sono i figli dei sopravvissuti, di chi se non è stato un aguzzino del regime ha vissuto comunque per salvare se stesso. Come quei contadini tedeschi che abitavano a pochi chilometri da Buchenwald e non si chiedevano cosa fosse quel fumo che si levava dalle ciminiere del Lager. Gli altri sono morti, non hanno lasciato figli, non hanno avuto voce. Ho voluto parlare anche per loro».
La sua denuncia non passa dalla politica, ma dalla descrizione di una quotidianità squallida e disumana, a cui si oppongono le tre vecchie che ricordano ancora un passato senza comunisti. Sappiamo oggi quante persone sono state uccise o imprigionate dal regime. Quante sono state mutilate senza che alcuna statistica lo registrasse?
«Il sistema non era un’entità astratta, i suoi tentacoli arrivavano fino all’ultimo bambino vittima dei bulli all’asilo, all’operaio vessato dal caporeparto, allo studente preso di mira da un professore dogmatico. La politica e la vita privata non potevano essere separate. E il danno alle anime è stato assoluto. Il sistema ha prodotto una maggioranza
che viveva senza nemmeno riuscire a formulare delle domande da porsi. Quando facevano i delatori non si chiedevano se fosse un bene o un male, era lo Stato il detentore della morale».
È una vecchia teoria che la Russia è sempre tenuta in piedi dalle donne.
Valeva la pena?
«Le donne non hanno scelta. Non stanno salvando il Paese, ma i figli, i mariti, quelli che amano, tirano avanti questo carro fino a morire di fatica. E lo Stato ne ha approfittato. Voleva entrare nel paradiso comunista sulle spalle delle donne. Ma non ci è riuscito».
La sua eroina Antonina ha tutto quello per cui le sue sorelle in Occidente negli Anni 60 ancora lottavano: il diritto al lavoro, all’aborto, l’indipendenza dagli uomini. Ma vive questa situazione non come una conquista, bensì come un fardello. II femminismo non è per le russe?
«Da noi erano tutti schiavi dello Stato, uomini e donne. Le russe non dovevano lottare contro gli uomini che le schiavizzavano, ma con gli uomini contro il regime, come hanno fatto le dissidenti. Il femminismo all’occidentale per noi resta un lusso».
Anche oggi?
«Pensi a quante Antonine ci sono oggi, ragazze abbandonate a se stesse, senza nemmeno quelle poche garanzie che il socialismo offriva. Come diceva mia nonna dei bolscevichi: ruberanno tutto quel che è rimasto dagli zar e spariranno. Oggi è la stessa cosa: rubano il petrolio e il gas, finite le risorse spariranno».
E dopo? Sta crescendo una nuova generazione per la quale i suoi racconti suonano come fiabe. Una tv russa ha definito il suo un «romanzo storico»…
«Non provo nessun ottimismo. Penso che il Paese andrà a pezzi. Si possono fare riforme, dare più o meno democrazia, ma se le anime della gente sono anime di schiavi non ci sono speranze».
Pérché in Russia non è nata una letteratura contemporanea, e la ricerca del passato continua a essere ossessiva?
«Io ho completato adesso un romanzo che comincia negli Anni 90 e poi prosegue a flashback. Il problema è che in Russia un’epoca nuova non è mai iniziata. Il sistema sovietico ha prodotto delle metastasi, continuiamo a ripetere sempre gli stessi errori. Abbiamo avuto un brevissimo periodo di liberta all’inizio degli Anni 90, ma questi germogli sono stati calpestati. Gli orribili dranfrni del 900 sono rimasti dentro di noi, non siamo cambiati. Perché dovrei rispettare le leggi se la mia memoria genetica mi suggerisce che le leggi sono un capestro inventato dal regime per incastrarmi? Partire dal 1991, dall’anno zero, e far finta che prima non ci sia stato nulla è impossibile».
claudio(Quota) (Replica)
Visto quello che succede
in questi giorni, non sarei
così pessimista sulla
Russia. Sembra che
qualcosa in quel
paese si stia muovendo.
Saturno(Quota) (Replica)
Come sicuramente alcuni di voi hanno potuto verificare di persona, il sito non è stato accessibile per alcune ore per ragioni di ordine tecnico.
Ci scusiamo con tutti/e per il disagio provocato.
Fabrizio.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
nell’intervista alla scrittrice c’è questo passo:
«Decenni di guerre e repressioni hanno ucciso soprattutto gli uomini, a milioni. È per questo che tuttora esiste il personaggio della babushka, la nonna, ma non il suo corrispettivo maschile: sono tutte donne sole, alle quali il 900 ha portato via mariti, figli, nipoti, tutto. La nostra è in un certo senso una civiltà di donne».
Trovo che sia estremamente significativo e degno di riflessione. Intanto per la palmare evidenza che le prime vittime della guerra e della violenza in genere sono gli uomini, e questo solo chi è in malafede può negarlo. Ma la riflessione deve vertere sulle implicazioni di questa evidenza. Esiste una “civiltà di donne”, come dice la scrittrice, laddove gli uomini cadono a milioni per guerre e repressioni di vario tipo.
Dunque: 1) La civiltà di donne viene eretta sul sangue maschile, ancorchè lasci quelle donne smarrite e per niente felici. Altro che la retorica del vittimismo. Anche dopo la seconda guerra mondiale è accaduto lo stesso. Nelle fabbriche e negli uffici i posti dei maschi al fronte furono presi dalle donne, e poi mantenuti perchè i loro compagni erano morti a milioni, senza che naturalmente nessun femminismo ricordi mai una delle origini di quella conquista di genere che è il lavoro fuori casa. 2) Guerre e repressioni, tutte cose che vedono gli uomini protagonisti o come promotori o come vittime o in entrambi i ruoli, assumono allora l’aspetto di un immenso suicidio collettivo, dopo il quale molti sopravvivono fisicamente, ma non spiritualmente. Un suicidio di genere, dunque, insieme fisico e spirituale.
Mi chiedo cosa spinga gli uomini a pagare questo tributo insostenibile e fino a quando.
armando(Quota) (Replica)
@Armando: alla preponderanza del femminile, Pino Aprile nel suo libro “Terroni” fa risalire anche il terreno fertile su cui la mafia attecchì nei secoli scorsi.
Così scrive:
“In famiglia e in società, i padri sono la legge, i custodi delle regole uguali per tutti; le madri sono l’amore, il motore dell’eccezione a favore dei propri figli, e questo le rende più disposte a porne le richieste al di sopra di tutto, <> scrive Mario Alcaro. Il padre deve garantire la società pure a spese della sua casa; la madre deve garantire la sua casa anche a spese della società. Questa distinzione è alla base della nostra civiltà patriarcale. Lo apprendo, sintetizzando, soprattutto dal mai troppo lodato libro di Luigi Zoja sulla paternità, “Il gesto di Ettore”. Se l’autorità dei padri s’indebolisce, il sistema delle regole che regge la comunità si sfilaccia, perché viene a mancare il guardiano dei limiti di comportamento (civile, per la civiltà data, sia quella dei cavalieri mongoli o dei pescatori di perle del Pacifico). Quindi: <> dice Zoja. E’ vero persino oggi, con padri presenti, ma ruolo affievolito; figurarsi in una società che vede abbattuti da un invasore i suoi riferimenti istituzionali, legali, familiari e vede i suoi padri sbagliare sia se si oppongono, sia se si adeguano; e poi per un secolo, i padri manco li vede perché se ne vanno (emigrazione).
L’emorragia fu così violenta che sorse il serio problema demografico: il Meridione divenne un popolo a prevalenza femminile. E il sistema delle regole virò verso quello matriarcale: è giusto, se a favore dei miei figli, pur se a danno della comunità (in questo si vede una ragione del successo della mafia, la cui radice è femminile: a dispetto del suo machismo, il mafioso è figlio dell’eccezione materna non della legge paterna)”
Rita(Quota) (Replica)
Cara Rita, cerca in qualche biblioteca (non è più in circolazione da anni, purtroppo e non casualmente), il libro di Silvia Di Lorenzo, LA GRANDE MADRE MAFIA. Dice proprio la stessa cosa. Le associazioni mafiose, ancorchè, ma sempre meno, machiste, sono in realtà di derivazione e origine matriarcale. Si fondano sul diritto di sangue, quello appunto arcaico e matriarcale, che pone il congiunto (la famiglia) sopra tutto e tutti. Tutto nella mafia rimanda a questo. Dalla terminologia: la “famiglia” mafiosa, il capomafia chiamato “mammasantissima”, ai riti d’iniziazione basati sul mescolamento del sangue. E come in tutte le associazioni matriarcali, anche se guidate da maschi, vige la regola del silenzio, del detto/non detto, dei segnali trasversali, dell’abbraccio che significa condanna a morte etc. etc. E’ per questo che il diritto patriarcale della regola “erga omnes” segnò un momento decisivo nello sviluppo della civiltà. Ed è per questo che ritengo la questione paterna (che non è certo quella stupida dei pannolini e nemmeno quella parasindacale dei diritti, bensì questione prima di tutto simbolica), centrale nella crisi di civiltà che stiamo vivendo. E centrale anche per la Questione Maschile, perchè i maschi potranno risorgere dalle proprie ceneri se e solo se si riapproprierano del principio simbolico del padre e della sua “auctoritas”. Quando l’autorità paterna declina, quando è vilipesa e irrisa e vista semplicemente come oppressione, i legami sociali e comunitari, quelli per i quali un gruppo di persone si costituisce in comunità (etnica o nazionale) e vive di regole condivise, si rompono e prevale il particolarismo individualistico o al massimo corporativo. Ciò non significa, ovviamente, che non possa esistere un potere patriarcale che degeneri in oppressione, o che un padre non possa essere portatore di autoritarismo. Allo stesso modo il matriarcato della mafia è una degenerazione dell’amore materno verso i figli. Oggi la prevalenza viene data nettamente al principio materno/femminile mentre quello paterno viene svilito come in sè portatore di autoritarismo e oppressione. Il pendolo si è spostato violentemente tutto da una parte, e gli effetti si vedono chiarissimamente, senza che ciò produca peraltro una società pacifica e fondata sull’amore. Quindi la critica distruttiva e assoluta al patriarcato e la spinta verso il suo definitivo superamento come vuole il femminismo sono segno di regressione profondissima, altro che progresso e egualitarismo. Sono anzi l’opposto dell’egualitarismo, il quale esige come condizione necessaria anche se non sufficiente, che esistano regole valide per tutti. D’altronde, sulla questione ha già detto tutto o quasi la mitologia, nella quale quei temi si possono rintracciare per intero. E’ persino banale notarlo. Eppure proprio di questo siamo costretti a parlare in una società che ha smarrito qualsiasi memoria storica e qualsiasi memoria ancestrale. Mala tempora currunt.
armando(Quota) (Replica)
Concordo con Armando.
Obtorto collo, contro ogni mia antica opinione ho dovuto prendere atto che è così. Ho dovuto trangugiarla.
A nord del Volturno vige (pur se indebolitissima) la legge del padre, a sud quella della madre: “Questo è mio figlio prediletto nel quale mi sono compiaciuta!”.
Ora, si dà il caso, che quella maschile e quella meridionale siano appunto due QM.
Ciò posto, è difficile essere ottimisti.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
(Armando):“nell’intervista alla scrittrice c’è questo passo:
«Decenni di guerre e repressioni hanno ucciso soprattutto gli uomini, a milioni. È per questo che tuttora esiste il personaggio della babushka, la nonna, ma non il suo corrispettivo maschile: sono tutte donne sole, alle quali il 900 ha portato via mariti, figli, nipoti, tutto. La nostra è in un certo senso una civiltà di donne».
La cosa strabiliante è come simili affermazioni vengano fatte con una sorta di candore, di ingenuità, come fosse normale e scontato (e in effetti lo è stato e lo è tuttora) che siano gli uomini a crepare in guerra (per lo meno al fronte).Dopo di ciò si passa a parlare con altrettanta normalità e disinvoltura delle conseguenze di tutto ciò (della guerra, in questo caso)sulle donne. E via con dissertazioni di ogni genere.
E’ strabiliante, e lo è ancor di più la capacità degli uomini di rimuovere e di fare spallucce di fronte a tutto questo. Dice Armando:” Mi chiedo cosa spinga gli uomini a pagare questo tributo insostenibile e fino a quando”.
Questione interessantissima e anche molto complessa che necessiterebbe di uno spazio ad hoc. A mio parere è fondamentale e improcrastinabile cominciare a sottoporre (dal nostro punto di vista, ovviamente…) ad una attenta e lucida analisi critica il ruolo e la funzione che il “maschile” ha svolto e ha in qualche modo scelto di svolgere nella Storia. E ‘ proprio lì, secondo me, che ha trovato dimora (fin dai tempi dei tempi) il “batterio” che impedisce agli uomini di prendere coscienza della propria condizione (in particolar modo quella attuale, naturalmente).
Ci tornerò, naturalmente, in un prossimo momento.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi
sono tutte donne sole, alle quali il 900 ha portato via mariti, figli, nipoti, tutto. La nostra è in un certo senso una civiltà di donne».
La cosa strabiliante è come simili affermazioni vengano fatte con una sorta di candore, di ingenuità
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Quando prendo certi discorsi qui trattati con gli uomini, alcuni mi rispondono con altrettanto candore e ingenuità: ma perché le donne non sono esseri umani come noi? Tu le vuoi tenere incatenate? Risposte che non c’entrano niente e che mi fanno cadere le braccia.
Leonardo(Quota) (Replica)
Brindiamo
28.12 | 20:54 elenabby
E tra gli auguri piu o meno seri o giocosi, auguriamoci che non vengano più uccise “in quanto donne” ragazze come Stefania Noce… Che non restino più vittime di orrende aggressioni e femminicidi: precarie, impiegate, studentesse, dottoresse, operaie, mamme, fidanzate, mogli, ex fidanzate, ex mogli… Più che di un brindisi si tratta di un auspicio che non so quanto si realizzerà. Spero però che anche molti uomini degni di questo nome si uniranno al mio auspicio.
……………………………………………………………………………
E’ un commento al post della 27a ora
http://27esimaora.corriere.it/articolo/a-che-cosa-brindano-le-donneper-lanno-che-verra/#comments_list
della utente alla quale mi ero rivolto, sbagliandomi, nel loro post sulla censura, dedicato in gran parte a silver (mitico!!!) …..
Mi verrebbe da rispondergli, ma non mi va di vedermi un commento censurato. E lo sarebbe certamente.
La “femminuccia” elenabby, che cazzo ne sa e ne capisce di uomini degni di questo nome,
lei, che non appartiene sicuramente alle donne degne di questo nome.
La chiudo quà, è meglio.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Fabrizio: “cominciare a sottoporre (dal nostro punto di vista, ovviamente…) ad una attenta e lucida analisi critica il ruolo e la funzione che il “maschile” ha svolto e ha in qualche modo scelto di svolgere nella Storia”.
Si, parliamone. Credo anch’io che sia un tema cruciale, sotto ogni punto di vista.
Armando
armando(Quota) (Replica)
@ Luigi Corvaglia –
E’ un commento al post della 27a ora
http://27esimaora.corriere.it/articolo/a-che-cosa-brindano-le-donneper-lanno-che-verra/#comments_list
della utente alla quale mi ero rivolto, sbagliandomi, nel loro post sulla censura, dedicato in gran parte a silver (mitico!!!) …..
@@@@@
Sì, quella elenabby è una femminista a dir poco insopportabile. Per quanto riguarda “silver” mi sto convincendo sempre di più che sia un uomo fuori dall’ordinario, perché uno che è riuscito ad intuire certi fenomeni parecchi anni fa, e da solo, non credo possa essere considerato uno qualunque.
Marco(Quota) (Replica)
http://www.thisislondon.co.uk/standard/article-23983895-former-student-sues-lse-over-its-gender-bias-against-men.do
Former student sues LSE over its ‘gender bias’ against men
Tony Bonnici
5 Sep 2011
>
The London School of Economics is facing legal action after a former student claimed its gender studies course was sexist – against men.
Tom Martin, who quit the university after six weeks, claims in papers lodged at the Central London county court that lecturers ignored male issues.
He is claiming some £50,000 citing breach of contract, misleading advertising, misrepresentation, and breach of the Gender Equality Duty Act.
The 39-year-old, who attended the university last year to take up a Gender, Media and Culture Masters degree, said there was “systemic anti-male discrimination”. But he said an internal investigation carried out by the university in the wake of his complaints found “no evidence” of bias.
Mr Martin, who is representing himself, said: “The core texts we had to read before each class were typically packed with anti-male discrimination and bias – heavily focusing on, exaggerating, and falsifying women’s issues perspectives, whilst blaming men, to justify ignoring men’s issues. There was no warning of this sexist agenda in the prospectus.”
He added: “They simply refuse to acknowledge the research which contradicts the ‘women good/men bad’, or the ‘women victims/men perpetrators’ storyline.
“Science does not come into it at LSE’s Gender Institute. Like a religion, the curriculum simply insists, by repetition, attempting to drum the anti-male agenda into the students.”
The university’s legal team has asked for the case to be struck out, claiming the core texts were not compulsory, merely recommended readings, and that the texts were equally available for both men and women to read, so therefore did not directly discriminate against men. The team also argues that “any discriminatory effect [against men] was plainly justifiable”.
Sandro2(Quota) (Replica)
La lobby giornal-femminista ( http://giulia.globalist.it/Detail_SimplePage_Results?ID=127&loid=111 ) è in piena attività.
Posto a seguire alcuni articoli. Stanno vergognosamente lucrando sulla morte di quelle povere ragazze, Stefania Noce e Antonella Riotino. Peccato che per Paolo Miano non ci sia stata nemmeno una parola di umana compassione.
Chi era Paolo? Il nonno di Stefania, morto mentre cercava di difenderla.
Non che la cosa mi sorprenda. L’uomo è sempre stato sacrificabile, figuriamoci per un’ideologia sessista e razzista come quella femdominista.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/08/violenza-sulle-donne-solo-un-titolo-e-via/182277/
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/07/uomini-dite-no-alla-violenza-sulle-donne/182195/
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/03/donne-in-italia-non-se-ne-parla-abbastanza/181278/
http://27esimaora.corriere.it/articolo/stefania-uccisa-perche-donna/
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
http://www.rubric.it/recensioni/libri-recensioni/101-motivi-per-cui-le-donne-sono-piu-intelligenti-degli-uomini-ma-non-sono-al-potere-federica-morrone/
101 motivi per cui le donne sono più intelligenti degli uomini ma non sono al potere. Dal 12 gennaio nelle librerie
Scritto da Redazione rubric il 4 gennaio 2012 in Libri |
Federica Morrone
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«Le donne costituiscono la metà migliore dell’umanità»
Mahatma Gandhi
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Quando è uno come Gandhi ad affermare cose del genere si fa fatica a dissentire, eppure le evidenze dei fatti non sembrano premiare l’esercito di donne che oggi, più che nel passato, popolano il mondo del lavoro.
Federica Morrone nel suo 101 motivi per cui le donne sono più intelligenti degli uomini ma non sono al potere, in uscita nelle librerie il 12 gennaio, ci spiega che le donne possiedono un mix di impegno, competenza, capacità, resistenza, indipendenza, che le rende “superiori” agli uomini. Comprendono, grazie al loro intuito, ciò a cui gli uomini arrivano solo con il ragionamento. Sono capaci di prendere decisioni complesse in tempi brevi, di uscire dagli schemi per trovare soluzioni fantasiose ma sempre efficaci. E allora, perché stentano a ottenere ruoli di potere? Perché continuano a occupare posizioni marginali nella società?
La loro mancata affermazione è dovuta a una lunga serie di discriminazioni e pregiudizi, ma non solo. A volte sono le donne stesse a rinunciare, a voler rimanere nell’ombra, quasi fossero oppresse da un atavico complesso d’inferiorità.
Ripercorrendo i molteplici aspetti, spesso anche contraddittori, dell’universo femminile, Federica Morrone evidenzia i motivi che impediscono alle donne di raggiungere traguardi lavorativi molto ambiti, ma ci racconta, al tempo stesso, le esperienze di tutte quelle che, nonostante tutto, ce l’hanno fatta: donne come Anna Politkovskaja, Aung San Suu Kyi, Angela Merkel, Serena Dandini, Daria Bignardi, e molte altre.
Sandro2(Quota) (Replica)
http://www.pianetadonna.it/coppia/sentimento/quello-che-le-donne-fanno-meglio-degli-uomini.html
Le donne lo fanno meglio
di Laura Cappelli – 13 agosto 2009
Quali sono le cose in cui il sesso debole è più forte? Dal parlare al savoir faire, dal nuoto all’udito, ecco cosa dice la scienza sulle attitudini femminili che gli uomini non avranno mai
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Le donne verranno pure da Venere, alla guida saranno delle schiappe e nessuna diventerà mai presidente degli Stati Uniti, ma ci sono tutta una serie di cose che fanno decisamente meglio dei maschi. A partire da quella quantità irresistibile di punti fermi che ci rendono fiere di essere donne. Per esempio? Noi sappiamo abbinare i colori. Possiamo crescere un figlio senza uno straccio di maschio vicino, e se la scienza continua così, presto non avremo bisogno degli uomini neanche per concepire (e ci prenderemo la nostra bella rivincita per quella storia di Adamo che con un po’ di fango, una costola e il divino aiuto tirò fuori una donnina tutta per lui). Inoltre: non diventiamo quasi mai serial killer, abbiamo gusto, creatività e fantasia, in un campo nudisti siamo decisamente belle, abbiamo pochi peli sul corpo e sulla lingua, sfoderiamo coraggio da vendere e possediamo capacità troppo spesso sottopagate. Come se non bastasse, la scienza parla chiaro: in alcune cose siamo davvero migliori.
wonderwomanPartiamo dalla doti fisiche. Le donne hanno un udito più fine e sviluppato e tendono a mantenerlo meglio e più a lungo nel tempo. Altrimenti come potrebbero ascoltare tutti i segreti della vicina di permanente dal parrucchiere senza dare troppo nell’occhio? Inoltre le donne distinguono gli odori in modo più preciso. Forse è per questo che profumano sempre di buono. Ed è per questo che sono sempre loro a buttare quello che marcisce in frigo. In questo vengono poi aiutate da un’altra dote: sanno sempre dove mettere le mani, e non solo perchè la spesa la fanno sempre loro. Nel cervello delle donne infatti è più sviluppata la zona che fa ricordare la disposizione degli oggetti in uno spazio. Inoltre le donne la sanno lunga e la dicono meglio. Abituate a parlare dalla più tenera età, le fanciulle hanno migliori proprietà di linguaggio, dicono meglio le cose (laddove a un uomo bastano 3 soli vocaboli: birra, sesso e pallone) e si fanno capire di più anche all’estero, visto che imparano prima e meglio le lingue straniere. E a parte il gusto, unico dei 5 sensi dove non c’è gara, anche con le mani sono migliori: usandole meglio e con più precisione. Se una donna volesse, insomma, potrebbe benissimo evitare di chiamare l’idraulico o di farsi cambiare una gomma. Ma volete mettere il piacere di vedere un uomo che lo fa per noi?
flinstonesAltra caratteristica squisitamente femminile è quella di sapersi comportare meglio in pubblico e in privato. Le donne sono più affabili, più solari e sorridenti, amano il contatto e sanno guardare negli occhi l’interlucutore mentre parlano, stando più attente a non interrompere i discorsi altrui. Meno aggressive e indisponenti, le donne spiccano a un party o a un convegno e non solo perchè hanno bellissime gambe. La verità è che ci sanno fare. Abili interpreti dei segni non verbali, più accomodanti con chi hanno di fronte, più sensibili a umori e sentimenti, se non ci fossero le donne il mondo sarebbe popolato da orsi primitivi in via d’estinzione. D’altronde anche sul lavoro, dove da secoli l’uomo vanta il suo primato (forse solo perchè fino a qualche decennio fa era impensabile che una donna lavorasse?) le donne si comportano meglio. Meno competitive e aggressive, tendono, quando sono in posizioni di comando, a condividere il potere e a infondere fiducia. E se non lo fanno, statene certe, è perchè stanno emulando un uomo. Per rendere l’ufficio un posto migliore inoltre, oltre ad arredarlo con buon gusto, sono capaci di accontentare i bisogni altrui, mentre i maschioni si azzuffano per portare a casa la bistecca. In realtà potremmo andare avanti per ore, elencando gli splendidi motivi per cui preferiamo decisamente essere donne. Ma forse è meglio lasciare all’altra metà del cielo la sensazione di essere superiori, perchè possono far pipì nei lavandini, vincere le gare di rutti e farsi fare Papa, quando muore.
Sandro2(Quota) (Replica)
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Ma forse è meglio lasciare all’altra metà del cielo la sensazione di essere superiori, perchè possono far pipì nei lavandini, vincere le gare di rutti e farsi fare Papa, quando muore.
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Anche se ormai ci ho fatto il callo e benché mi sforzi di pensare che non tutte le donne fanno ragionamenti imbecilli del genere, resta il fatto che è quasi impossibile non trovare un articolo colmo di risentimento, acredine, competitività, voglia di sfottere e di offendere.
Segno che a pensare certe cose sono realmente in tante; ma tante.
Marco(Quota) (Replica)
>>
Meno competitive e aggressive, tendono, quando sono in posizioni di comando, a condividere il potere e a infondere fiducia. E se non lo fanno, statene certe, è perchè stanno emulando un uomo
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Si sa. Se fanno qualcosa di disdicevole, o semplicemente meno che eccelso, è per causa diretta dello scimmione o perché lo imitano.
“Ti ringrazio Signore di non avermi fatta nascere maschio. Di avermi dato solo virtù, tra le quali spiccano l’umiltà e la capacità di riconoscere i miei limiti. Infatti serenamente li riconoscerei, se ne avessi… ”
RDV
Rino(Quota) (Replica)
ho appena letto di questo
http://www.ausl.mo.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/7775
praticamente si parla di un istituto che permette agli uomini di “cambiare”.
Voglio essere chiaro: se serve ache alcuni uomini siano meno violenti ,ben venga ,ma una domanda mi giunge (anche se poi ,è sempre la stessa) perchè non il contrario ?
a tal proposito vi voglio fare copia ed incolla di un post che ho letto sul gruppo “questione maschile”
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Lo stupro è moralmente molto più abietto.Come ho già detto prima, se non si hanno determinate qualità(a cominciare dall’ aspetto fisico il quale è importantissimo e fondamentale) bisogna rassegnarsi(anche nel mondo animale solo i maschi migliori riescono ad accoppiarsi) e non certo pretendere sesso con la forza o i soldi, se proprio si è incontinenti allora c’è il rimedio della masturbazione, ma mai violare o mercificare il corpo della donna!non vorrei dire queste cose(anche perchè sono cristiana) ma sono costretta a farlo quando in gioco si sminuisce la dignità del corpo della donna, come state facendo voi. Per quanto riguarda gli schiaffi e i pugni, come dite voi, se una donna colpisce un maschio ci sarà sicuramente una ragione per farlo, quindi è lui che se lo è meritato(salvo eccezioni che non voglio negare). Per quanto riguarda le discriminazioni, invece, trovo sconcertante che fate finta di non accorgervene: la politica non fa nulla per noi donne: nonostante guadagniamo meno di voi maschi paghiamo le stesse tasse e imposte, nonostante siamo mediamente più intelligenti(le donne prendono voti più alti rispetto ai maschi) abbiamo meno opportunità nel lavoro, nonostante siamo il 50% della popolazione in parlamento vi è solo un 10%(o anche meno) di deputate, e potremmo continuare all’ infinito con questa lunga e macabra lista nera delle discriminazioni contro noi donne atrtuate dai maschi. Se poi volete negare l’evidenza fate pure
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come si vede la colpa ricade sempre sugli uomini
mauro recher(Quota) (Replica)
Un articolo da voltastomaco. Scritto da uno pseudo-intellettuale di una pseudo-sinistra.
Metto solo il link. Non voglio sporcare UB.
http://www.go-bari.it/notizie/editoriale/5761-omicidio-femminicidio-femminismo.html
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
“nonostante siamo mediamente più intelligenti(le donne prendono voti più alti rispetto ai maschi) abbiamo meno opportunità nel lavoro”
Trent’anni fa lavoravo in una piccola società che aveva come titolari due donne, una di queste aveva una figlia. Bravissima a scuola, 60/60 alla maturità, tutti 30 all’università, laurea con lode. Com’era ovvio, il primo lavoro fu nella società in cui la madre era socia. ….e qui cominciarono i problemi, le divergenze, le discussioni e le incomprensioni, nonchè le difficoltà. Tanto che la mamma, entusiasta ed orgogliosa sostenitrice della figlia genio quand’era all’università ebbe a dirmi: “beh, mio malgrado mi devo ricredere, essere bravi a scuola non significa necessariamente essere bravi sul lavoro, non significa necessariamente essere intelligenti e saper fare le scelte giuste (e qui si riferiva sia al lavoro che la vita). Insomma il 30 e lode aiuta, ma non da automaticamente il diritto al posto di presidente della società nè la patente di genialità a vita.
Rita(Quota) (Replica)
se una donna colpisce un maschio ci sarà sicuramente una ragione per farlo, quindi è lui che se lo è meritato
Per piacere scrivile che si vergogni, questa stronza.
Marco Pensante(Quota) (Replica)
Rita
“beh, mio malgrado mi devo ricredere, essere bravi a scuola non significa necessariamente essere bravi sul lavoro, non significa necessariamente essere intelligenti”
La prima cosa che si dovrebbe insegnare a scuola è che la scuola non è il parametro di nulla, salvo che di se stessa.
Invece si lascia credere il contrario. Così i “bravi” salgono all’apice della tracotanza e si convincono di essere dei geni a 360° mentre i “falliti” si convincono di essere dei mentecatti.
Questo è forse il danno peggiore prodotto dalla scuola.
Contro questa pestilenza non parla mai nessuno.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
x mauro recher.
Fai leggere questo a quella mentecatta…
http://it.wikipedia.org/wiki/Paul_Julius_M%C3%B6bius
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PS: Fabrizio, è una provocazione…
Maurizio Tonelli(Quota) (Replica)
>>> [Lugi Corvaglia]
Un articolo da voltastomaco. Scritto da uno pseudo-intellettuale di una pseudo-sinistra.
Metto solo il link. Non voglio sporcare UB.
http://www.go-bari.it/notizie/editoriale/5761-omicidio-femminicidio-femminismo.html
>>>
Altrove Rino Barnart mi ha risposto che l’ “accademia è sterile”; credo proprio abbia ragione, se no non si spiegherebbe perché fra questi intellettuali, magari laureati con 110 e lode, non ce ne sia uno, che sia uno, capace di scrivere qualcosa di originale e magari rivoluzionario. Per “assurdo”, le idee più interessanti al riguardo, sono proprio quelle di chi intellettuale non è; e magari non è neanche laureato (come me, tra l’altro, che faccio il rappresentante e che mi diplomai col punteggio di 50/60).
Personalmente, e al pari di altri, sono dell’opinione che le follie di alcuni uomini siano da ricondurre ad un forte senso di impotenza verso le donne e non certamente ad un presunto desiderio di dominio, anche perché dal punto di vista sessuale il dominato è il maschio e non la femmina.
Andrea(Quota) (Replica)
P.S.
Mi chiedo: l’essere eruditi, può tarpare le ali ad un “pensiero diverso” e creativo?
L’essere troppo colti, può essere un limite, in tal senso?
Paradossalmente, credo proprio di sì.
Andrea(Quota) (Replica)
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/ecco-perche-comandano-i-maschi/2172005/9
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Andrea:
>>
Mi chiedo: l’essere eruditi, può tarpare le ali ad un “pensiero diverso” e creativo?
>>
Sì. Non è inevitabile ma è facile che accada, perché è difficile eccellere nel sollevamento pesi e al tempo stesso nel salto in alto. La storia della scienza lo prova.
Ma nella QM c’è dell’altro.
Quando il fascismo impose il giuramento ai prof dell’università, su 1300 ca. (o 2600*) poco più di una dozzina si rifiutò.
Pochi?
Oggi su 35.000 (o 60.000 o 90.0000*) in proporzione quanti dovrebbero essere?
Invece, quanti sono? Chi c’è?
RDV
* (i num. variano a seconda di chi vi si ricomprende: cattedrattici, incaricati, associati, ricercatori, contrattualisti, precari vari…)
Rino(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/ecco-perche-comandano-i-maschi/2172005/9
Ecco perché comandano i maschi
Nell’antichità gli uomini hanno convinto le donne di avere un unico scopo: quello di recipiente del seme. Da lì è nata una subalternità che quindi non è naturale, ma culturale. E solo oggi, a poco a poco, ne stiamo uscendo. La tesi di una grande antropologa
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Un’altra che spara stupidagini al vento, credendo di sapere cosa vogliono i maschi. Avevo già sentito una donna che considerava il suo corpo come un recipiente per il seme. Credo che siano loro, le “donne” a sentirsi cosi, e tutte le altre frustrazioni che hanno e che scaricano sul maschio silenzioso e serviente, per cui sono gli uomini i colpevoli e zitti.
Ma se noi cerchiamo il sesso ludico, non vogliamo il recipiente.
Un insulto alle donne per alcuni è proprio che servono solo a fare figli, le donne lo vogliono e proiettano il loro volere sul maschio colpevolizzandolo
Leonardo(Quota) (Replica)
Interessanti le considerazioni di Leonardo.
La storia è stata anche una sopraffazione del più forte sul più debole, fosse questi un uomo o una donna. Occorrerebbe spiegarlo all’insigne sociologa. La storia ci mostra un numero rilevantassimo di donne che hanno avuto potere di vita e di morte su uomini. Come giustifica questo la sociologa? Gli uomini oppressori, le donne oppresse tout court: ma ci può essere qualcosa di più banale? Altro che allieva di Levi Strauss, qui siamo alla mistificazione pura.
Alessandro(Quota) (Replica)
Credo abbia veramente ragione chi definisce queste povere disgraziate delle rancorose frustrate, piene di complessi di inferiorità.
Marco(Quota) (Replica)
Guardate un pò questa…non fa una grinza…
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=353086828037967&set=a.102115346468451.4817.100000099572128&type=1&ref=nf
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
E questa? La scelta dei personaggi sarà casuale:
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=330171897016900&set=a.317529294947827.82371.205333839500707&type=1&ref=nf
Leonardo(Quota) (Replica)
chiaro è sempre colpa degli uomini (loro la chiamano cultura maschilista per non passare da sessiste ) ma il risultato non cambia ,hai scritto su facebook “fare pace con il cervello ” e poi ,il capro espiatorio per sollevarsi dalle loro colpe ,che fine fa?
mauro recher(Quota) (Replica)
Perchè comandano i maschi. Curiosa la tesi del convincimento. Ma com’è che si sono fatte convincere così facilmente? non basterebbe questo semplice fatto, se fosse vera quella tesi cervellotica e ideologica, a provare la “naturale” inferiorità femminile, espressa in termini di debolezza di carattere ? Queste, nella loro ansia emancipatoria, finiscono inconsapevolmente per avallare ciò che vogliono combattere, e ciò accade perchè in definitiva rifiutano se stesse.
Armando
armando(Quota) (Replica)
Armando:
“Queste, nella loro ansia emancipatoria, finiscono inconsapevolmente per avallare ciò che vogliono combattere, e ciò accade perchè in definitiva rifiutano se stesse.”
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Non a caso sia il sottoscritto, che qualcun altro, definisce complessate le femmine.
http://complessata.altervista.org/
Sandro2(Quota) (Replica)
http://27esimaora.corriere.it/articolo/torna-il-femminismoma-anche-le-donne-hanno-fatto-errori/#more-3413
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)