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Di seguito il secondo video che abbiamo realizzato.
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2.216 Commenti
Albert,
“Peraltro, io mi guardo bene dal dire che quell’epoca fosse “il paradiso per gli uomini”. (Albert)
Però è bene sottolinearlo (che quel contesto non era il “paradiso” per gli uomini) perché quello del delitto d’onore (contenuto nel famoso codice Rocco, cioè quello fascista, se non erro, ma anche se così non fosse non cambierebbe nulla..) , quella della situazione delle donne in Afghanistan (erette entrambe a simboli della condizione femminile nel mondo, sempre, comunque e dovunque) e quella “che fino a 70 anni fa le donne non avevano neanche diritto al voto” (per la semplice ragione che non l’avevano neanche gli uomini dal momento che la democrazia è un ‘invenzione recentissima e il lasso di tempo che separa i primi suffragi universali maschili da quelli sia maschili che femminili è di pochissimi decenni, nulla dal punto di vista storico), sono le tre principali argomentazioni femministe per inchiodare gli uomini e colpevolizzarli da qui all’eternità.
“Dico solo che se una donna studiava, era brava a scuola, e voleva andare all’università e diventare medico, o avvocato, o ingegnere, nel 99% dei casi le veniva impedito.
E non era giusto.
Punto” (Albert)
Certo che non era giusto, ci mancherebbe. Se è per questo non era neanche giusto obbligare gli uomini ad andare a marcire in trincea e a crepare come le mosche in guerra. E se si rifiutavano finivano in galera oppure venivano fucilati (se erano sotto le armi). Dunque le donne erano SCORAGGIATE dal contesto sociale e culturale (sbagliato e ingiusto, sia chiaro), gli uomini invece erano OBBLIGATI ad andare in guerra, non solo dal contesto socio-culturale ma anche dai codici (e dai plotoni di esecuzione)…
Ripeto, nessuna “guerra fra poveri” e nessuna guerra fra i sessi, non siamo qui per questo.
Però, ripeto, è sempre bene storicizzare e contestualizzare tutto. Un approccio come il tuo, Albert, sia nel merito che nel metodo, in un pubblico dibattito potrebbe finire per dare man forte ai nostri avversari.
Ripeto, finchè la reinterpretazione femminista della storia non sarà messa radicalmente in discussione, neanche la liquefazione di dieci milioni di maschi con le bombe atomiche potrebbe riuscire a sanare millenni e millenni di oppressione maschile, stupri e violenze subite dalle donne in ogni latitudine e contesto sociale e culturale, altro che padri separati alla Caritas o morti sul lavoro…
Quindi attenzione quando affrontiamo questi argomenti…
Delitto d’onore? Bene, andiamo un po’ a vedere (potrebbe addirittura essere uno spunto per una tesi di laurea) quella “cultura” maschilista e patriarcale dominante nell’ambito e nel contesto di quella parte del Mezzogiorno d’Italia quanti morti ha provocato fra gli uomini e quanti fra le donne. Quanti uomini hanno ammazzato altri uomini per ragioni legate all’”onore” in quel dato contesto e periodo storico e quante donne sono state ammazzate per le stesse ragioni?
Sono pronto a scommettere che il rapporto è di dieci uomini a una donna.
Quanto detto, ripeto, non deve servire a sottacere la condizione di discriminazione che le donne hanno subito in determinate fasi storiche (e perché poi lo dovremmo fare? Oltretutto sarebbe anche controproducente…), ma solo ad avere una corretta analisi della realtà.
Se noi, anche dal punto di vista metodologico, capovolgessimo il femminismo come un guanto, facendo quindi sostanzialmente quello che fanno loro, potremmo arrivare a conclusioni esattamente opposte e speculari.
Mi pare che gli esempi portati lo dimostrino. Anche perché, se proprio fossi costretto a scegliere fra l’essere ostacolato negli studi o nell’accesso alle professioni e l’essere obbligato ad andare in guerra o ad andare a fare un lavoro massacrante, obtorto collo, scelgo la prima condizione. Come ho già spiegato mille volte, tra fare la “moglie di” o fare il minatore o la carne da macello, personalmente scelgo di fare “la moglie di” anche se mio marito fosse un incrocio fra King Kong e Godzilla. E non vuole essere una boutade…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi,
P.S. la notte evidentemente porta consiglio, come si suol dire…
Il femminismo, in tutte le sue salse, si “dimentica” sempre di ricordare, nelle sue ricostruzioni storiche, che fino alla seconda guerra mondiale, non solo alle donne, ma al 99% dell’umanità che non facesse parte delle elite dominanti, era sostanzialmente preclusa la via dell’istruzione e delle professioni. Del resto, qualcuno di voi (che non sia di origine sociale alto borghese) ricorda forse qualche suo nonno o bisnonno che facesse il direttore di banca, l’industriale, il notaio o l’ingegnere, fosse laureato o semplicemente anche diplomato? Io no, francamente, e mi pare di poter dire che questo valga per la stragrande maggioranza dei casi.
E’ dal dopoguerra in poi, cioè negli ultimi settant’anni che la situazione si modifica radicalmente. Ma si modifica per tutti, uomini e donne. E’ ovvio che le donne, per le ragioni che abbiamo analizzato migliaia di volte, scontano un leggero ritardo rispetto agli uomini per quanto riguarda la possibilità di accesso agli studi e di inserimento nel mondo del lavoro e delle professioni. Ma questo è ovvio e dovuto al fatto che la divisione sociale e sessuale del lavoro per millenni e nelle varie fasi e contesti storici che si sono succeduti, è stata quella che è stata.
Ora, il femminismo ha reinterpretato questa divisione sociale e sessuale del lavoro che come abbiamo già detto si è declinata in base ai diversi contesti storici e sociali, come oppressione tout court da parte del maschile sul femminile.
E’ questo il punto che dobbiamo mettere radicalmente in discussione. E’ proprio quella ricostruzione della storia che va disarticolata. Se prendiamo per buona la narrazione femminista e ci limitiamo a dire che le cose però sono cambiate negli ultimi 50/60 anni, i giochi sono chiusi in partenza. E’ ovvio. Quale argomentazione può reggere di fronte a quella che narra di millenni e millenni di oppressione, violenze e brutalità di ogni genere subite dal genere femminile da parte di quello maschile? Sai quante volte mi sono sentito rispondere “Ma che vuoi che sia qualche padre separato buttato in mezzo ad una strada rispetto a millenni di stupri, discriminazioni e violenze che le donne hanno subito da sempre da parte degli uomini?” Il ragionamento fila, da un certo punto di vista…
Ripeto, quello che dobbiamo capire è che se diamo per buona questa interpretazione, anche un’ Hiroshima o una Nagasaki al maschile possono essere in qualche modo giustificate. In fondo, se ci pensiamo, sono state giustificate (una giustificazione si trova sempre nella storia, anche per i crimini più orrendi…) “perché in quel modo – è stato detto – si è accelerata la fine della guerra”. Se andiamo bene a vedere, anche i 40 milioni di morti provocati dalla seconda guerra mondiale cosa sono rispetto all’”Olocausto femminile” che si dice che gli uomini abbiano perpetrato da sempre nei confronti delle donne?
Nulla.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
@Fabrizio
Io personalmente non ho alcuna “invidia” verso le donne, e NON rinascerei mai donna, sto bene nei miei panni.
Ho già scritto che sono PALLE le ipotesi di una presunta “superiorità” femminile, basti vedere la lista dei Nobel.
Sugli esempi di una presunta migliore condizione delle donne in passato, per il fatto che non dovessero fare la guerra, o il servizio di leva, o lavorare duramente quanto gli uomini, la risposta credo che te la darebbero loro: “Eravate voi uomini a fare le leggi! Eravate voi che avevate stabilito che noi eravamo più deboli fisicamente, che non servivamo sul fronte (a parte come crocerossine), come soldati”.
E infatti oggi le donne possono anche arruolarsi, ci sono donne nella polizia, carabinieri, vigili, esercito, marina, ecc. direi che sono polemiche del passato.
Piuttosto, vediamo di intenderci su un punto.
NON è buttandola sul manicheismo, dicendo che dall’altra parte (genere femminile) c’è solo stupidità, menzogna, malvagità, e chi più ne ha ne metta, che si riesce a convincere della validità delle proprie argomentazioni.
Io ho abbastanza anni per avere visto quanto è cambiata (in meglio per LORO) la condizione delle donne rispetto a quando ero io bambino, e a quando lo erano mia madre e mia nonna, ad esempio.
Mi sembra assai poco produttivo dire che le donne sono state SEMPRE meglio degli uomini, perché NON E’ VERO!
La cosa PIU’ IMPORTANTE PER UNA PERSONA E’ LA PROPRIA LIBERTA’, la possibilità di decidere e progettare la propria vita da SOLA.
E allora, a parte il fatto che non è vero che le donne delle generazioni passate stessero meglio materialmente, perché se una donna poteva solo stare a casa a farsi mettere incinta e curare i figli, oppure a spaccarsi la schiena nei campi come contadina, oppure (se era ricca) finire in qualche convento, mentre erano i figli maschi a potere studiare, fare i cavalieri, i professionisti, ereditare, essere eletti e poter eleggere e governare, non ci vuole molto a capire che la vita delle donne non era poi il massimo.
Certo, nel medioevo sia uomini che donne vivevano in media 40 anni, l’igiene era quel che era, era una vita dura per tutti, si moriva per un taglietto, però da qui a dire che la vita delle donne era “migliore” ce ne corre.
E QUESTO NON E’FEMMINISMO, è ricostruzione storica della realtà vera.
E la realtà vera è che SOLO dal dopoguerra si è realizzata una parità giuridica delle donne con gli uomini, che però oggi SCONFINA nella PREVARICAZIONE da parte di queste ultime, e questo non va bene.
Mi spiace Fabrizio, ma se io dicessi che le donne sono sempre state meglio nella storia, non farei che portare argomenti proprio alle femministe, perché in 5 minuti chiunque ti dimostra che NON E’ VERO.
Non è vero materialmente, ma soprattutto non è vero x quanto riguarda la LIBERTA’ che le donne avevano.
Io me ne sbatterei altamente di vivere nel palazzo di una RICCA imprenditrice, o ereditiera, anche se mi dicesse: “Non devi lavorare, ti do tutto quello che vuoi, ma devi essere sempre a mia disposizione!”
La cosa che + conta è la LIBERTA’, non il fatto di stare bene materialmente.
E in passato le donne di libertà non ne avevano, perché manco potevano votare!
Ma tu lo sai almeno che in Svizzera le donne sono state ammesse al voto solo nel 1970?
Peggio che in Italia, dove almeno votano dal 1946.
Quindi, mi spiace, ma sei tu che indebolisci di parecchio i tuoi argomenti, se vuoi sostenere che le donne sono SEMPRE state meglio degli uomini, perché non è obiettivamente vero, ti poni sullo stesso piano delle femministe che ripetono la panzana del “femminicidio” come prima causa di morte!
A me quel che importa è impedire che passino leggi di cacca fondate sulla menzogna, non me ne frega più di tanto disquisire se mia nonna vivesse meglio di mio nonno, perché entrambi ormai stanno al cimitero, io guardo al futuro, non al passato.
Sai benissimo che il movimento maschile in Italia è minoritario, proprio perché sono in pochi gli uomini che – come ME, come NOI, dedicano tempo prezioso a smontare le menzogne mediatiche, che stanno ottundendo le menti di tantissime persone, e in particolare tantissimi uomini.
Il problema non è dire che le donne sono SEMPRE state meglio degli uomini.
Il problema è dire che OGGI le donne non possono pretendere di PREVARICARE, e ottenere vantaggi invocando discriminazioni del passato, o addirittura INVENTANDOSI violenze e “femminicidi” che non esistono.
Se io oggi vado in Sudafrica, rischierei di venire magari rapinato e ucciso ai semafori da bande di neri incazzati, che dopo la fine dell’apartheid, la liberazione di Mandela, la fine delle discriminazioni verso i neri, ora vogliono FARLA PAGARE ai bianchi, in una sorta di razzismo alla rovescia.
Ebbene, non potrei certo dire loro: “eh guardate che non stavate poi male prima, dopo tutto i bianchi vi davano lavoro, anche se tenevano il potere solo per loro!”, perché quelli mi ammazzerebbero in 2 secondi, se gli dicessi una cosa simile!
Quel che potrei dirgli è solo: “OK, va bene, in passato i bianchi vi trattavano male, ma io che c’entro? Che senso ha prendervela con me, solo perché sono bianco?”
Qualche anno fa sono andato a Vienna, ma non mi è mai venuto in mente di menare qualche austriaco, anche se magari i loro antenati avevano privato i miei della libertà.
Questo è il punto: il punto è il PRESENTE e il FUTURO, non i litigi sul passato.
Albert(Quota) (Replica)
@Fabrizio
Ultima cosa: è vero che solo negli ultimi decenni, in particolare al dopoguerra, grandi masse di popolazione sono uscite, soprattutto al Sud, da condizioni di miseria, che colpivano sia uomini che donne.
Ed è anche vero che solo dal dopoguerra larghe masse di persone sono potute accedere a studi e condizioni che i loro antenati si sognavano.
Però questo non significa che – per fare l’esempio cha hai fatto tu – fosse meglio “fare la moglie di” rispetto all’andare al fronte.
Dimentichi che nella 2a Guerra Mondiale, dei 50 milioni di morti la stragrande maggioranza erano CIVILI, erano proprio donne, bambini, anziani.
E le cose non cambiavano nemmeno nel passato (ad eccezione della 1a Guerra Mondiale, dove i morti furono soprattutto al fronte) perché in tutte le guerre le “mogli di” venivano violentate, uccise, rese schiave, dagli eserciti vincitori, non è che l’essere donna garantisse chissà cosa.
Insomma, quando una persona non è libera e non ha alcun potere, la sua vita è una vita dimezzata.
Albert(Quota) (Replica)
@Fabrizio
Mi era sfuggito questo tuo passaggio:
“Sai quante volte mi sono sentito rispondere “Ma che vuoi che sia qualche padre separato buttato in mezzo ad una strada rispetto a millenni di stupri, discriminazioni e violenze che le donne hanno subito da sempre da parte degli uomini?” Il ragionamento fila, da un certo punto di vista…”
NO, IL RAGIONAMENTO NON FILA AFFATTO, LE COLPE DEI PADRI NON POSSONO RICADERE SUI FIGLI!
Allora gli etiopi potrebbero venire ad ammazzarti, perché nel 1935 l’esercito italiano invadeva l’Etiopia, oppure i russi potrebbero bombardare casa tua, perché nel 1940 gli italiani avevano invaso l’URSS.
E perché non andiamo ai Romani? Quanti stranieri potrebbero venire in Italia dicendo che 2000 anni fa i Romani avevano invaso i loro Paesi, e ucciso migliaia di persone?
Per favore, siamo seri!
Albert(Quota) (Replica)
Albert,
Albert, in tutta sincerità credo che siamo destinati a non capirci, per lo meno io e te. Quindi la chiudo qui. Nulla di male, sia chiaro. Come già ti ho detto in diverse occasioni, se continuassimo dovremmo stare inchiodati per mesi e forse per anni incollati sulla sedia davanti al pc a fare il botta e risposta.
E’ evidente che non è possibile e a mio parere neanche utile. Abbiamo punti di vista, analisi e interpretazioni troppo diverse della realtà e della storia.
Che ciascuno si tenga le sue. In questo spazio lasciamo esprimere la loro opinione a tutti, perfino ai nazisti che vengono a parlarci di inferiorità e superiorità fra persone, sessi, razze e popoli, quindi figuriamoci se non puoi starci anche tu che spesso dici anche delle cose condivisibili e sensate…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
@ Albert
Discussione molto interessante. Vorrei intervenire ma, ora, me ne manca il tempo.
Una domanda però vorrei fartela.
La Libertà, nell’accezione (ultracondivisibile) da te espressa, diciamo orientativamente fino a 70 anni, secondo te da quante persone (uomini e donne) era effettivamente goduta?
Te lo chiedo perchè ho sempre l’impressione che si tenda a parlare con il codice dei vincitori.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
@Fabrizio
Guarda che il mio era un “assist” (per usare un termine calcistico) a tuo favore.
Se da me venisse una femminista a usare come argomento: “eh ma cosa vuoi che sia un padre separato sul lastrico, quando per migliaia di anni gli uomini ci tenevano schiave, e ci stupravano!”, la prima cosa che farei sarebbe di RIDERLE IN FACCIA!
Le chiederei di portare questa “argomentazione” in qualsiasi tribunale, di qualsiasi paese, per rivendicare un qualsiasi diritto, e le direi che come minimo si rotolerebbero dalle risate, ma alcuni le farebbero una perizia psichiatrica.
Davvero, a parte gli scherzi, tu Fabrizio ti sei sentito “in difficoltà” quando certe femministe hanno usato questo inconsistente argomento?
Seriamente, direi che è l’argomento più ridicolo e stupido che si possa sentire, come si fa a giustificare una menzogna e un abuso di oggi con abusi del passato?
Ma lo sapeva anche Fedro quanto fosse ridicolo l’argomento: nella favola del lupo e l’agnello, ad un certo punto il lupo, non sapendo + che scusa prendere per mangiare l’agnello , si inventa che suo padre sarebbe stato offeso dall’agnello o dal padre dell’agnello.
Direi proprio che se certe femministe sono ridotte ad usare questo “argomento”, per “giustificare” i loro abusi, la risposta migliore è ridere loro in faccia, tanto è idiota!
Ma ti saluto, ora devo proprio scappare!
Albert(Quota) (Replica)
@ Luigi
Ti rispondo al volo (domani spero di riprendere l’argomento).
Un conto è la libertà effettiva, e un altro la libertà GIURIDICA, legale. Moltissimi uomini, prima del 1945, non avevano una libertà effettiva, schiavi di un’esistenza a livelli di sussistenza, pur avendo una relativa libertà giuridica (anche se condizionata dal censo: si sa che solo i più ricchi votavano).
Però le donne non avevano né l’una né l’altra.
A proposito di “delitto d’onore”: ho anche i numeri sul fenomeno negli anni ’70, domani li posto.
Ciao.
Albert(Quota) (Replica)
Albert,
Ma infatti non fila per nulla, Albert…Lo vedi che non ci capiamo, parliamo due lingue troppo diverse…E’ evidente (per lo meno per me lo è…) che il mio voleva essere un paradosso. E ovvio. Non penso affatto che il discorso abbia una logica, non ne ha alcuna se è per questo. Ma è proprio il femminismo che infatti non si fonda sulla logica bensì sulla sua capacità di instillare un senso di colpa inestinguibile negli uomini. Se tu dai per buona e corretta la reinterpretazione femminista della storia, quel senso di colpa non potrà mai essere estinto e le nostre armi (della critica) saranno sempre spuntate; archi senza frecce, pallottole senza polvere da sparo.
Tu sposi di fatto l’ideologia femminista, quanto meno la sua ricostruzione storica, solo che a differenza loro, riconosci in toto le loro ragioni “soltanto” fino ad una cinquantina di anni fa.
E’ debole, è molto, molto debole, dal mio punto di vista come posizione, per poter costruire una opposizione al femminismo che abbia fondamenta solide.
Il che non significa affatto sostenere (noi non lo abbiamo MAI sostenuto) che le donne se la passavano meglio degli uomini o viceversa ecc. E’ proprio il femminismo che porta avanti questa guerra fra i sessi, in quanto tale sessista e interclassista. Eppure lo abbiamo ripetuto fino all’inverosimile, miliardi di volte. Non abbiamo MAI rovesciato il femminismo come un guanto (cosa di cui in malafede ci accusano i nostri detrattori) e abbiamo sempre sostenuto che la relazione fra i sessi è stata caratterizzata in estrema sintesi dalla divisione sociale e sessuale del lavoro e non può essere ridotta allo scopiazzamento della dicotomia oppresse/oppressori, cioè al famoso copia-incolla della dialettica hegelo-marxiana, dove al conflitto di classe si sostituisce quello fra i sessi.
Albert, ne abbiamo parlato miliardi di volte. Tu, nella sostanza, ci stai riproponendo quello stesso schema, soltanto che ti fermi ad una cinquantina di anni fa. Come a dire, sì, è vero, fino a 50 anni fa vi abbiamo fatto un culo così, ma da 50 anni a questa parte non è più così, anzi, il culo ce lo state facendo voi.
A questo punto non so cosa dirti se non che non sono d’accordo con te non lo sarò mai, perché non la penso come te (cioè come le femministe, lasciando fuori gli ultimi 50 anni, cioè il nulla, storicamente parlando).
Però, ripeto, io non ho tempo ed energie per stare incollato davanti ad una sedia per fare il botta e risposta con tutti. Ti avevo proposto di sentirci telefonicamente di persona ormai parecchio tempo fa ma non se ne fece più nulla. Che dirti. Vedi tu.
L’ultima volta che abbiamo polemizzato è stato perchè io ti dissi che non ti avrei più risposto, non perchè non lo meritassi (figuriamoci…) ma perchè non è mi è materialmente possibile per ragioni di tempo ed energie. In linea teorica, tu ed io, potremmo, ripeto, discutere per mesi ed anni. Non è possibile. Oltretutto, tutto ciò ci porterebbe ad un contraddittorio infinito perchè credo proprio che nè tu nè io cambieremmo opinione.
Quindi non ha senso continuare. Scrivi pure tutto quello che vuoi ma io non posso risponderti. Lo faranno altri se ne avranno voglia e tempo.
Peraltro se proseguissimo su questa strada del colpo su colpo prima o poi cominceremmo a polemizzare. Il che ha ancora meno senso.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
P.S. il discorso sulla libertà giuridica e quella di fatto (tema che ha visto scorrere fiumi di filosofia e che ha visto contrapposte intere scuole di pensiero, in particolare ovviamente la critica di Marx ma in parte anche di Hegel a Kant e i neokantiani) è interminabile ma senza soluzione. Se è per questo anche oggi le leggi sulle separazioni, l’affido condiviso ecc. non sono formalmente in favore delle donne. E’ ovvio. Ma noi sappiamo perfettamente che la loro interpretazione e soprattutto la loro applicazione è a senso unico, perchè nella realtà materiale (che è quella che conta) quelle leggi sono di fatto antimaschili.
Ora, che tu domani vieni a pubblicare il numero delle donne uccise per delitto d’onore, è del tutto ininfluente rispetto al discorso che facevo in un commento precedente. E cioè mi chiedevo (ma vedo che ci senti poco da questo orecchio):”Quella stessa cultura che ha prodotto la “logica” del delitto d’onore”, quante vittime anche maschili oltre che femminili ha mietuto?”
Non mi sto riferendo in questo caso all’omicidio di un uomo per ragioni di infedeltà coniugale da parte di donne o di altri uomini, ma alla cultura dell’”onore” (chiamiamola così, per brevità), al concetto di “onore” in senso lato che era alle fondamenta di quella cultura per la quale, che so, per lavare l’onta di uno “sgarbo”, era necessario ammazzare a luparate un uomo.
Quindi, se anche tu ci postassi l’elenco di tutte le donne assassinate per ragioni di “onore”, non avrebbe alcun senso rispetto al discorso che stiamo facendo che è UN ALTRO, Albert, è un altro!
E cioè: in quella cultura e in quel contesto siamo veramente certi che le donne se la passassero peggio o quella stessa cultura IMPONEVA a donne e uomini determinati modelli e comportamenti che alla fin fine costringevano tutte e tutti ad una vita di merda?
Stesso discorso per quanto riguarda l’accesso (o la proibizione, di fatto) agli studi e alle professioni per quanto riguarda le donne, e l’accollarsi l’onore (e la fatica) di assolvere a determinate mansioni (lavoro e servizio militare) per gli uomini.
Ciò che voglio dire è che la situazione non era poi così sbilanciata, perché se da una parte le donne erano ostacolate nell’accesso alle professioni (peraltro non mi risulta che lo fosse giuridicamente, per lo meno non in Italia, ma che lo fosse nella sostanza), è pur vero che erano sollevate da determinati altri pesantissimi oneri, quali i lavori più pesanti e rischiosi e il servizio di leva che allora era praticamente una galera, in un contesto storico dove la guerra non era affatto (come oggi è per noi) un’eventualità a dir poco remota, ma la assoluta normalità. Per millenni andare in guerra per un uomo è stato assolutamente NORMALE. La guerra faceva parte non solo dell’immaginario ma che della vita concreta degli uomini che erano perfettamente consapevoli che prima o poi sarebbero stati chiamati, a scandenze più o meno ricorrenti, ad andare a combattere per la “patria” o peggio, per i loro “signori”. Il fatto che la guerra abbia coinvolto anche i civili, quindi anche le donne, non ha nulla a che vedere con il discorso che stiamo facendo.
Comunque, mi fermo perché mi rendo conto che continuando di questo passo sprechiamo solo energie fra noi e ci incartiamo in noi stessi in discussioni interminabili che alla fin fine diventano solo esercitazioni narcisistiche in cui ci si incaponisce per portare avanti le proprie posizioni. E, in tutta sincerità, Albert, con te finisce sempre in questa maniera.
Allora, abbiamo capito che non la pensiamo nella stessa maniera su quasi tutto, però in una qualche misura, anche tu sei scoglionato della situazione e nonostante i tuoi ripetuti auto-allontanamenti (con relativi sfanculamenti), ritorni puntualmente su questi lidi. E noi siamo contenti. Io sono contento. Allora, cerchiamo di capire come esserci utili. Discutere e polemizzare fra noi su queste questioni non serve a nessuno e anzi ci fa perdere molto tempo, Cerchiamo di capire come darci reciprocamente una mano. Non polemizzare con noi (te lo disse già una volta Pappagallus…), utilizza questa tua vis polemica altrove, sui blog femministi e/o filo femministi (ce ne sono una marea, anche gestiti da “maschi pentiti”), vai lì a fare la battaglia, non disperdiamo energie preziose. Vieni qui per dare un contributo fattivo e non per cercare di convincerci della bontà delle tue posizioni. Io non ho questa pretesa nei tuoi confronti. Non averla neanche tu con me e con molti di noi.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
@Fabrizio
Sai bene che ti sono grato per la possibilità di esporre ed informare sugli ABOMINI femministi di oggi. E sai anche che non mi interessa più polemizzare sulle idee “generali” di questo o quel lettore.
Rispetto qualsiasi impostazione ciascuno voglia dare al problema: marxista, freudiana, esistenzialista, fenomenologica, storicista, strutturalista, ecc.
Io poi ho solo risposto alle osservazioni che TU mi avevi rivolto da ieri.
Perché se dall’altra parte donnine di destra e sinistra si coalizzano in modo VIOLENTO contro di noi, e hanno le armi della comunicazione a loro favore, NON possiamo permetterci di litigare tra noi.
Ma se tu leggi bene, sono molte più le cose che ci uniscono, di quelle che ci dividono.
In sostanza, a me non interessa (anche per la mia ottica professionale) andare troppo alle “radici” della questione femminile.
Posso anche ammettere senza problemi che per lunghi millenni e secoli uomini e donne se la passassero male, impegnati a sopravvivere, ecco perché non sono interessato a polemiche su ciò.
Però dico che gli anni del dopoguerra sono stati IMPORTANTISSIMI, saranno stati solo 68, ma forse hanno cambiato più cose in Italia che non 10 secoli precedenti, ecco perché mi concentro su ciò.
C’è poi un aspetto mio, professionale, su cui vorrei tu riflettessi, perché credo sia la cosa PRATICA che più interessa a me e voi.
Da legale ho avuto ed ho spesso a che fare con avvocati, magistrati, ecc.
Ti sarai accorto che il mio interesse per il movimento maschile è nato dopo la surreale vicenda del mio amico ricercatore: denunciato per “stalking”, con una denuncia delirante, da una prof. universitaria che se lo voleva togliere di torno.
E lì ho pensato: “Eh no, qui abbiamo superato ogni limite! Se perfino uno come Michele, uno che è gentile, simpatico, disponibile con tutti, viene calunniato in tal modo, per questa cultura delirante, DEVO fare qualcosa”
E domani ti spiegherò come l’ho difeso, come ho convinto la questura che l’altra era una cacciaballe, e come ho fatto archiviare la denuncia. Perché questo è davvero importante e vi servirà!
Albert(Quota) (Replica)
@ Albert @
o personalmente non ho alcuna “invidia” verso le donne, e NON rinascerei mai donna, sto bene nei miei panni.
___________________________
Lo stesso vale per me, nonostante tutto preferisco mille volte essere un uomo. Essere donna equivale ad avere anche tutta una serie di problemi che noi uomini non abbiamo: mestruazioni, rischio di restare incinta, maggior probabiltà di contrarre malattie a trasmissione sessuale, inferiore forza fisica (quindi minori possibilità di difendersi da un’ aggressione), eccetera.
Personalmente me ne frego del fatto che per una donna, giovane e bella, sia molto più facile fare del sesso rispetto a un uomo. Innanzitutto perché la bellezza, prima o poi, svanisce, specie in una donna che invecchia prima dell’uomo, e poi perché se non sei esteticamente piacevole e quindi attraente, non è che la vita da donna sia tanto migliore di quella di un uomo brutto. Poi è chiaro che ognuno di noi è libero di pensarla come gli pare.
Roberto Manni(Quota) (Replica)
@Fabrizio + tutti
ESAGERAZIONI…
Volevo riprendere il discorso iniziato ieri, su come ho convinto rapidamente i funzionari della questura dell’inconsistenza delle accuse di “stalking” di quella prof. verso il mio amico ricercatore.
La chiave di tutto passa attraverso una parola, ricordatela bene (come la parola “plastica” nel film: “Il laureato”): ESAGERAZIONI.
Era evidente che quella prof. stava esagerando, stava cercando subdolamente di trasformare un innocuo e cordiale contatto via mail di un conoscente dei tempi della scuola, quando erano entrambi ragazzi, e che la cercava per discutere delle sue ricerche, in una “molestia persecutoria” che esisteva solo nella sua mente malata, ansiosa e in malafede, strumentalizzando la legge sullo stalking, e il fatto che ci fosse un uomo che si rivolgeva ad una donna, per togliersi di torno disonestamente un collega che le “faceva ombra”.
Ma come dimostrarlo?
Ricordatevi che il 90% ed oltre delle liti finisce davanti ad un tribunale solo perché spesso c’è qualcuno che ESAGERA.
Ricordatevi poi che una regola radicata del diritto è quella della risposta adeguata e proporzionata, altrimenti è facile passare dalla parte del torto: tizio prende caio a male parole, ma caio esagera nella reazione e picchia tizio, che a sua volta esagera, estrae un’arma e uccide caio: due reazioni esagerate e inadeguate.
Quindi, il mio consiglio all’amico fu di andare in questura, ma ben vestito e curato (l’immagine è importante): giacca e cravatta, con una borsa da professionista, atteggiamento tranquillo, rilassato e sicuro di se, e ascoltare bene cosa aveva denunciato quella prof., sempre con la massima calma e senza tradire alcuna emozione o nervosismo, o ostilità, ma con modi cortesi collaborativi.
L’amico seguì il mio consiglio, e vide che il funzionario della questura lo trattava con rispetto (“dottore…, posso chiederle”) quindi aveva suscitato una buona impressione, anche perché loro stessi ormai sono abbastanza “sgamati”, di solito sanno capire abbastanza in fretta se han davanti un pazzo che ha perso la testa per una scema, o qualcuno che è vittima di una stronza che abusa delle leggi per vendicarsi carognescamente.
Dopodiché lui ascoltò le “accuse” di questa tizia, fornì i dati per il verbale, e mi diede tutti gli elementi.
Fu facile, a quel punto, demolire in fretta quelle accuse: in sostanza quella donna era soprattutto infastidita perché lui aveva parlato di lei ad alcuni suoi colleghi (della prof.).
Io ebbi facile gioco nell’evidenziare nero su bianco alcuni ERRORI ED ESAGERAZIONI nelle sue accuse: NON ERA VERO (come la donna sosteneva) che il mio amico millantasse una stretta “amicizia” con la prof., aveva solo scritto nelle mail che la conosceva dai tempi della scuola, e NON ERA VERO che volesse “usarla” per mettersi in evidenza nell’ambiente della ricerca, poiché il mio amico aveva pubblicato i suoi studi su riviste internazionali da SOLO e senza alcun sostegno. Quindi aveva mentito abbastanza maledestramente.
Inoltre, se pure era vero che il mio amico avrebbe avuto piacere a rivederla dopo tanti anni, visto che era da ormai 28 anni che non si vedevano più, questo non significava che lui fosse “ossessionato” da lei.
E’ del tutto naturale che faccia piacere rivedere persone del passato (rimpatriate, compagni di scuola, vecchi amici persi di vista, ecc.), ma questo non significa che uno non viva più se non rivede una persona.
Anzi, poi spesso finisce che ci si rivede una volta, e ci si riperde di vista.
Quindi, io non feci altro che evidenziare le molte FALSITA’ ed ESAGERAZIONI angosciose e la deformazione della realtà di quella donna, scrivendo insieme all’amico una memoria difensiva, con toni precisi, distaccati, oggettivi (senza mostrare irritazione o rancore, senza espressioni offensive verso di lei, ma solo sorpresa e rammarico), e lui la inviò al questore, facendo notare l’irrilevanza e pretestuosità delle accuse, facendo soprattutto notare che quella controversia era di tipo PROFESSIONALE E ACCADEMICO (il mio amico aveva opinioni scientifiche diverse da quelle della prof, e aveva evidenziato alcuni suoi errori), quindi non aveva nulla a che fare con “relazioni passionali”, e chiedendo l’archiviazione dell’esposto, che fu disposta dopo alcune settimane.
Noi abbiamo vinto perché avevamo dimostrato che le sue esagerazioni falsità rendevano quella donna ben poco CREDIBILE.
ATTENZIONE! QUESTA E’ SPESSO LA CHIAVE DI VOLTA PER VINCERE UNA CONTROVERSIA LEGALE: RENDETE POCO CREDIBILE L’AVVERSARIO, MENTRE VERIFICATE CHE TUTTE LE VS. AFFERMAZIONI SIANO ESATTE E PRECISE, E LO AVRETE DEMOLITO: VOI SARETE CREDIBILI E LA CONTROPARTE UN CONTABALLE!
Ovviamente raccomandai anche all’amico di togliere del tutto dalla propria vita questa donna – anche qualora l’avesse incontrata in giro per caso – facendo finta di non conoscerla, ed evitando di dare in giro i suoi riferimenti, e di fare il suo nome, per sicurezza, soprattutto in rete.
Una così va estromessa dalla propria vita, perché è del tutto inaffidabile, squilibrata e pericolosa, ed è inutile pensare di poter “recuperare” il rapporto.
Ecco, vi ho parlato di questa vicenda per due motivi: prima di tutto come piccola “guida” casomai qualche pazza si inventi accuse di “stalking” solo perché vi ha preso in antipatia.
Ma soprattutto per il discorso delle ESAGERAZIONI, concetto chiave, lo ripeto.
Dovete infatti sapere che gli avvocati (a mio avviso) si dividono in 2 categorie (anche + di 2, e spesso negative, ma per ora limitiamoci a 2):
I “DEMONIZZATORI” E GLI “SCIENZIATI”.
I demonizzatori sono quegli avvocati molto “teatrali”, istrionici, “gigioni”, che puntano molto sul fattore emotivo e psicologico, nel trattare una causa.
Sono quelli che tendono sempre a descrivere la controparte come una specie di mostro, di demonio, al fine di impressionare il giudice.
Li riconoscete subito, perché se – ad esempio – avete litigato col loro cliente perché gli contestate un lavoro mal eseguito e non glielo volete pagare (in tutto o in parte), i demonizzatori diranno che siete criminali, diffamatori inveterati, che avete arrecato sofferenze indicibili al loro cliente con le vs. parole e la vs. pretesa, tali da portarlo sull’orlo del suicidio, mentre la famiglia è ormai sul lastrico, e così via esagerando in modo plateale, al solo scopo di fare “fumo” e distrarre il giudice.
Quindi i demonizzatori sono coloro che ESAGERANO nel dipingere negativamente l’avversario.
Per contro gli scienziati sono quelli precisini e freddi, che vanno subito al sodo senza tanti fronzoli, facendo molta attenzione a documenti, prove, fatti, date, circostanze, da citare con precisione.
Ebbene, di solito i demonizzatori fanno ben poca strada, e la loro teatralità serve a poco.
Il motivo è semplice: oggi i giudici hanno montagne di pratiche, tendono ad andare subito al sodo, e non si fanno suggestionare dalla teatralità. Ecco perché le esagerazioni servono a poco: perché le sgamano in fretta, e sono anche fastidiose.
Ed ecco perché, anche sul problema della questione maschile/femminile, è IMPORTANTISSIMO NON ESAGERARE.
Perché oggi le femministe stanno dalla parte del torto?
Perché ESAGERANO!
Perché se in Italia uccidono 120 donne l’anno su 30.000.000, questo non significa che TUTTI i maschi siano assassini, né tantomeno significa che il “femminicidio” sia tra le prime cause di morte, prima di tumori ed incidenti.
Perché se ogni tanto c’è un ossessivo che non riesce a mandare affa la tizia che lo ha lasciato, e la segue ovunque, questo non significa che TUTTI i maschi italiani siano “stalkers”.
Quindi, smascherare le ESAGERAZIONI non può che essere la strategia comunicativa e persuasiva adeguata per FAR SALTARE la montatura mediatica e la strategia di MENZOGNE delle femministe e della loro pseudo-cultura.
Io stesso, a questo proposito non posso che elogiare articoli come quelli di Fabrizio – ad esempio – in cui fornisce dati, cifre, numeri, freddi e precisi, per dimostrare che sono tutte balle, non c’è il femminicidio, ed è appunto UNA GRANDE MENZOGNA E UN’EMERGENZA DEMOCRATICA.
E poco mi importa se il “delitto d’onore” fosse poco o tanto diffuso, e lo fosse tra persone di classi inferiori, perché in sostanza anche il delitto d’onore era sbagliato perché era una ESAGERAZIONE (ti uccido perché mi hai tradito, anziché limitarmi a mandarti affa, e a trovarmene un’altra, tra miliardi di donne).
Così come poco mi importa sapere se mio nonno – nella cultura dell’epoca – facesse bene o male a dire alle figlie: “non studiate, è meglio se vi sposate e curate i figli”, perché tanto so che oggi nessun padre direbbe questo ad una figlia in Italia, non è più un problema attuale.
Ed è questo il motivo per cui, molto pragmaticamente, io sono poco interessato a “demonizzare” tutte le affermazioni delle femministe, ma SOLO quelle FALSE, se no esagero io, e sono io che passo dalla parte del torto e divento poco credibile.
Però vedo anche che oggi sono sempre di più coloro che si rivolgono a siti come questo, o alla rete, per avere notizie che l’informazione tv, corrotta e venduta ai politici del momento, non darà mai (salvo rare eccezioni).
Mi interessa di più fare sapere che la Rai ieri ha sparato un’altra frescata, e fare il possibile che sempre più gente sappia, e si RIBELLI.
Sperando che le informazioni servano a sempre più persone.
Insomma: la mia personale arma in questa battaglia passa attraverso una corretta strategia di COMUNICAZIONE, è li che si può vincere.
Albert(Quota) (Replica)
@Luigi Corvaglia
Ti invio i numeri che ho trovato sul delitto d’onore negli anni ’70:
1970: 21
1971: 18
1972: 14
1973: 10
1974: 19
1976: 28
1977: 74
1978/79: 69
1980: 78 (!)
Li puoi leggere qui: http://www.eosrivista.com/504.asp?ID_ART=179
Molto importante osservare che nel 1980 (quindi non tantissimi anni fa), ci furono ben 78 delitti d’onore.
Quindi, se poi aggiungiamo i delitti per altre motivazioni – diverse dal tradimento – verso le donne, (lucro, eutanasia, vendette familiari e faide, “stalkers”, ecc.) alla fine si può facilmente vedere come in quei periodi ci fossero MOLTI PIU’ OMICIDI CON VITTIME DONNE, rispetto ad oggi! Dal 1990 gli omicidi verso le donne sono in DIMINUZIONE. Eppure solo oggi vengono ogni giorno a martellare con le frescate sul “femminicidio”.
Albert(Quota) (Replica)
……
Interessantissimo.
A me colpisce molto questo sbalzo nel triennio ’77-’80. Posto sempre che si tratti di sole vittime donne (Scusami per lo scetticismo, ma sono fatto così. Le cose tento sempre di capirle, di arrivare al nucleo al di là delle ideologie e solo quando arrivo ad un quadro completo o che vi si avvicini il più possibile mi ritengo soddisfatto).
Comunque, al di là di questo, su queste cifre due considerazioni mi vengono spontanee:
1) posto che comunque la norma era da abolire perchè semplicemte ingiusta, incivile ed anacronistica (peraltro lo faceva già il 1° C.P. unitario e, come dicevo prima, probabilmente ce la siamo ritrovata a causa del periodo in cui è stato promulgato il codice Rocco). Posto questo (e sarebbe interessante conoscere le cifre ante ’70) ripeto, noto comunque, su 50 milioni di persone numeri molto bassi, tolto il triennio 77-80 beninteso. Numeri molto bassi, al netto dell’emotiviità e del clamore, mi fanno pensare ancor di più ad una norma ideologica che non aveva un riscontro, significativo, nel tessuto sociale reale dell’epoca.
2) L’anomalia del triennio ’77-’80. Se di anomalia si tratta. Di certo (non avendo altri dati antecedenti) lo è nel decennio considerato. Non me la spiego. E, al di là delle ideologie, invece mi piacerebbe capire. Basta però che non si pretenda di spiegarmela con le stronzata ideologica (tuttora in voga) dell’incapacità maschile di rapportarsi ad una donna sganciata dal suo ruolo “tradizionale”. Anche perchè io in quel periodo c’ero, corrisponde all’incirca ai miei ventanni. E sono pure del profondo sud. Se il motivo fosse stato quello, solo quello, avremmo avuto quanto meno una media di 80-100 donne uccise per “onore” in tutto il decennio.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Come dicevo ieri, un dato veramente interessante da verificare e da studiare (per chi ne abbia voglia) sarebbe quello sugli uomini assassinati in alcune regioni del Meridione e in particolare in Sicilia, per”motivi d’onore”.
Una simile indagine (anche interessante dal punto di vista sociologico) sarebbe utilissima al fine di una corretta analisi e comprensione della realtà sociale e culturale di quel pezzo d’Italia che è stato appunto comunemente considerato da sempre come il paradiso in terra della cultura patriarcale e maschilista (e l’inferno per le donne), subito dopo i paesi integralisti islamici.
La mia tesi, o meglio la mia ipotesi (di cui sono però decisamente convinto) è che quella cultura e quel contesto comportavano un carico di oneri e condizionamenti molto pesanti sia per le donne che per gli uomini. Non saprei dire in quale misura, anche perché non sono un meridionalista, nè mi sono mai occupato di queste materie, però credo proprio che la mia sia un’ipotesi niente affatto campata per aria. Tutt’altro.
Per questo sarebbe interessante andare a verificare, oltre alle donne assassinate, anche gli uomini assassinati, e verificare caso per caso, le ragioni per le quali sono stati assassinati.
Credo proprio che avremmo delle sorprese molto interessanti.
Considerate che c’è ancora gente che considera uno sguardo troppo prolungato o insistente magari da un semplice passante, come una ragione sufficiente per litigare. A Roma una volta (ma anche ora, e forse anche di più…), negli ambienti giovanili (e non solo) popolari, era la norma. Si scatenavano e tuttora si scatenano risse furibonde (che spesso finivano e tuttora finiscono con qualcuno ammazzato a coltellate, a revolverate oppure “semplicemente a pugni e calci) solo perché qualcuno ha guardato in maniera troppo insistente una ragazza di un’altra comitiva (una “coattaccia” abbrutita simile in tutto e per tutto ai suoi amici altrettanto “coatti” e abbrutiti, sia chiaro…).
Pressochè quasi tutte le settimane la “movida” romana del weekend, cioè l’ alienazione che dal tempo di lavoro si trasferisce in quello cosiddetto “libero (una merda peggio di quello di lavoro…) finisce con episodi di violenza di questo genere.
In questi fenomeni di degrado metropolitano convivono vari aspetti, fra cui anche rigurgiti di quella becera pseudo cultura machista (alimentata anche dalle donne, sia chiaro…) ancora vivi e vegeti.
Ora, se tanto mi da tanto, se proviamo a catapultarci nella Sicilia del secolo scorso e di quello precedente dove la lupara mieteva più vittime della pellagra, potremmo farci un’idea della situazione.
Sarebbe uno studio interessante e anche, come ripeto, una bella tesi di laurea in sociologia, anche comparativa, o comunque un libro, per chi volesse cimentarsi. Ma soprattutto è un lavoro che potrebbe scardinare molti luoghi comuni che appunto hanno descritto quelle regioni come l’inferno sulla terra per le donne e il “paradiso” per gli uomini
Io non la vedo affatto così e, quasi, quasi, fra le tante cose che mi frullano per la testa, non escludo che me ne possa occupare.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
@Fabrizio + Luigi
In effetti è difficile comprendere certi fenomeni OGGI, senza calarci nella realtà e nei costumi di altre epoche.
Oggi puoi trovarti in Sicilia senza problemi coppie trasgressive e scambisti che mettono inserzioni per fare sesso, sexy shop, ecc. non c’è più differenza col resto d’Italia, Internet ha reso il mondo piccolo.
Ma nei paesi e nelle cittadine del Sud di quegli anni, per un uomo venire “cornificato” voleva dire perdere ogni stima sociale, venire deriso, essere considerato un mezzo impotente, uno che non era degno di avere una famiglia, non potere manco più uscire di casa. E infatti tanti che non volevano macchiarsi di questo genere di delitti emigravano, tanto era alto il disprezzo per il “cornuto”, molto più che per la donna. A meno che non “riscattasse” l’onore con l’omicidio della moglie o del rivale.
Si tratta di rituali arcaici di origine araba (e infatti sono ancora praticati in Turchia, Pakistan, ecc.), ma molto presenti nella cultura dell’epoca.
E’ vero che la cosa era meno sentita nelle classi più elevate, però la mentalità era quella.
Idem per la “fuitina” e il matrimonio riparatore.
Ecco perché è importante capire – a mio avviso – al di là del poco o tanto tempo trascorso, quale era la mentalità diffusa nella media delle persone.
Ma lo stesso vale per l’adulterio.
Nell’Italia anni ’50 un vescovo a Firenze (non al Sud) bollò davanti a tutti come “concubini” due conviventi. Oggi uno ride, allora no, allora dovevi emigrare perché ti facevano tutti terra bruciata attorno.
Albert(Quota) (Replica)
Albert,
“Ma nei paesi e nelle cittadine del Sud di quegli anni, per un uomo venire “cornificato” voleva dire perdere ogni stima sociale, venire deriso, essere considerato un mezzo impotente, uno che non era degno di avere una famiglia, non potere manco più uscire di casa…”. (Albert)
In altre parole non era degno neanche di essere considerato un uomo. Era praticamente finito. Lo hai detto tu stesso, l’unica possibilità che aveva di “emendarsi” era di “lavare” l’onta subita con il sangue oppure di emigrare, sparire per sempre, ricostruirsi una vita in un altro paese e non tornare mai più sulla sua terra, sperando di essere dimenticato.
Ecco, mi pare che a forza di girarci intorno, ci stiamo avvicinando a quello che volevo dire io. Chi è l’oppresso e chi l’oppressore in una simile situazione? La donna bollata come puttana ed esclusa dalla vita sociale o l’uomo, bollato come “cornuto” (che a noi fa sorridere ma in quel contesto è probabilmente peggio che essere considerate puttane) ed altrettanto escluso e forse ancor più deriso e vilipeso? E’ corretto porre la questione in questi termini? Non ne sono affatto sicuro perché a mio parere erano entrambi vittime di quel contesto ed è difficile stabilire chi dei due ne pagasse maggiormente le conseguenze.
Quanti “cornuti” e quante “puttane” ci sono stati/e in Sicilia? Probabilmente 1000 se non 10.000 per ogni “delitto d’onore”. Quanta sofferenza ha prodotto quel contesto sia per le donne che per gli uomini ? Naturalmente quello della “cornificazione” e delle sue conseguenze è soltanto uno dei vari aspetti. Provate a pensare che carico di “stress” doveva rappresentare per gli uomini dover costantemente “dimostrare” di valere qualcosa, dimostrare di essere “virili”, di possedere uno status, di corrispondere a determinati requisiti che quel contesto sociale richiedeva per poter essere socialmente accettati .
Tutto ciò, naturalmente, per chi era in grado di mettere in campo uno straccio di “peso specifico”, perché è ovvio che se eri un “cafone”, cioè un contadino, un mezzadro o uno che lavorava nelle zolfatare, eri soltanto un povero cristo che doveva sperare di sposarsi con un’altra povera crista come lui.
Può essere considerata questa una situazione di privilegio per gli uomini (in particolare gli uomini beta, ovviamente)?
Personalmente ho seri dubbi, anzi, secondo me è una vera merda (con tre M). Non potrei vivere un solo giorno, per quanto mi riguarda, in una situazione del genere e arrivo a dire (audite, audite) che nonostante tutto, a quel contesto lì, è forse addirittura preferibile il nostro (che è un’altra merda con tre M).
Figuriamoci un po’…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
La situazione descritta da Fabrizio (che condivido in toto) i ricorda una scena vista alla televisione qualche tempo fa..cioè del pensionato e del’ extracomunitario che ” erano in contesa” per una foglia di insalata ,lasciata come scarto da un mercato vicino ..chi era l’oppresso e chi oppressore ? Grosso modo ,anche in quei tempi chi per un verso chi per l’altro, faccio fatica ad individuare un oppresso ed un oppressore …stranamente ,anche detto dallo stesso Albert ,le classi più privilegiate non venivano toccate (se non in minima parte) dal delitto d’onore ,un caso ? Io non credo
Mauro Recher(Quota) (Replica)
Mauro Recher,
In effetti quella del “delitto d’onore” era spesso un pretesto, con cui si mascheravano omicidi di mafia, o simili.
C’è un ottimo film di Petri: “A ciascuno il suo” del 1967, tratto dal romanzo di Sciascia, che descrive benissimo uno spaccato di società siciliana dell’epoca, e gli intrighi di alcuni “notabili” per mascherare come delitto d’onore ciò che era ben altro
http://it.wikipedia.org/wiki/A_ciascuno_il_suo_(film)
Albert(Quota) (Replica)
Albert,
Per non parlare allora de “Il bell’Antonio” di Mauro Bolognini, magnifico affresco sulla Sicilia (Catania) degli anni ’50/’60 che descrive proprio il dramma di un uomo che viene messo alla berlina perchè non riesce ad avere rapporti sessuali con la moglie. Il padre, disperato per la situazione insopportabile che si era venuta a creare per tutta la sua famiglia, morirà di crepacuore durante un rapporto sessuale con una prostituta dalla quale si era recato per dimostrare di che “pasta” fosse fatto…Naturalmente la vicenda si interseca con tante altre: oltre alla pubblica gogna, il matrimonio verrà annullato, la famiglia perderà delle proprietà, le prospettive di carriera e di inserimento nella società del figlio irrimediabilmente perdute ecc.
Da rilevare che il personaggio impersonato da una bravissimo Marcello Mastroianni, è un rampollo di buona famiglia, non ricca, ma medio borghese, quindi non un “cafone” o uno “zolfataro”.
Se questa è la società del privilegio maschile…bohhh…quasi meglio vivere tra le amazzoni…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
sempre sul delitto d’onore, interessante dibattito andato in onda nel maggio 1980 poco tempo prima dell’abolizione.
http://www.regionesicilia.rai.it/dl/sicilia/video/ContentItem-19d09c88-c48c-42c5-939b-779a3f06c926.html
Rita(Quota) (Replica)
Rita,
Mi son visto il video. E, anche se un video e solo un video certamente non esaustivo, ho notato:
– diverse rispondenze con le mie “supposizioni”;
– in differita (cioè nella pubblicistica femminista posteriore ai fatti) l’appropriazione di battaglie portate avanti (nel bene o nel male) dai rappresentanti di una ben precisa parte politica, fatte invece passare, sic et simpliciter, come battaglie di un movimento femminista che allora non aveva certamente la forza per imporre niente. Non l’aveva per imporre il suffragio universale, come non l’aveva per il divorzio e l’aborto. Cosi come non l’aveva anche per l’eliminazione dell’art. 587 del C.P. (Codice Rocco).
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia,
sono assolutamente d’accordo su tutto
Rita(Quota) (Replica)
Ricapitoliamo …..Sessualmente aggressivo, razzista, omofobo, misogino ,
Codardo, analfabeta, rifiuto della società , tutti attributi dati al maschile …come da copione ,se uno ha queste “qualità” è sicuramente un uomo ,eppure io ho conosciuto donne che mi hanno detto “cesso”, “idiota ” ecc ecc adesso a parte il fatto personale ,ma qui non manca la “misandria”? Non mi sembra meno grave della misoginia eppure esiste ed è in evidente crescita …quindi ,ricapitolando di nuovo se io offendo una donna sono un poco di buono ,una donna mi offende invece è perchè me lo merito ..mi sembra che ci sia qualcosina che non va …questo è un mio commento rilasciato al fatto quotidiano ,su questo articolo ….http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/09/sessisti-razzisti-omofobi-violenti-una-risata-vi-seppellira-in-musica/771607/
Mauro Recher(Quota) (Replica)
Solo per la cronaca , il mio commento è stato cassato , era offensivo per caso ?
Mauro Recher(Quota) (Replica)
Tratto da “il maschilista di merda” Elisabeth Badinter è una ricca ereditiera che non viene cagata di striscio dalle femministe francesi (giustamente) mentre in Italia viene seguita con interesse.
Ricordo di aver letto un suo libro in cui criticava le femministe accusandole di voler fare la guerra al maschio, che esiste anche la violenza delle donne sugli uomini (sarà per questo che piace molto ai maschilisti militanti?).
Non so a voi ,ma questo a me ricorda quando Galileo Galilei andò a sconfessare il principio tolemaico tanto caro alla chiesa ,e questa qui è andata a sconfessare il credo femminista ,cioè che solo gli uomini possono fare violenza
p.s il mio commento sopra ,dopo averlo riscritto , è stato “passato”
Mauro Recher(Quota) (Replica)
Ottimo articolo che sputtana la lobby femminista…
http://www.ilgiornale.it/news/interni/intellettuali-stile-se-non-ora-quando-favore-libera-scelta-967467.html
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Lidia Ravera è una nullità assoluta, diventata celebre grazie ad un libello (scritto insieme al figlio di Lucio Lombardo Radice che era un intellettuale vero (e secondo me fu questa la sola ragione per cui lo pubblicarono), in cui lei raccontava i pruriti di una giovane adolescente nei primi anni ’70. Una sorta di libello alla “Melissa P”, per intenderci, ambientato però nel contesto degli anni ’70…
La sua fortuna fu che in quell’epoca, ancora dominata da una cultura vetero cattolica e bacchettona che controllava la censura, bastava raccontare di qualche pomiciata spinta col fidanzatino e scrivere un pò di parolacce per scatenare un putiferio, che infatti puntualmente si scatenò. E questo fece la sua fortuna. Vendette non so quanti milioni di copie per quella che era una cagatina, nel senso letterale del termine, senza nessuna pretesa. Da allora ha scritto una ventina di libri che NESSUNO conosce, naturalmente si è conquistata un posto al sole entrando a far parte del “gotha” del salotto femminista e di “sinistra”, scrive su vari giornale e, come lei stessa dichiarò alla stampa subito dopo esser stata nominata assessore nella allora neonata giunta Zingaretti, “ha rinunciato a produrre reddito dal terrazzo della sua casa di Stromboli per mettersi al servizio della comunità”, cioè per fare l’assessore alla cultura della Regione Lazio.
Avete capito? Si sta sacrificando per noi. Anzi, quando il Presidente Zingaretti l’ha chiamata al telefono per comunicarle la lieta novella (lei naturalmente era all’oscuro di tutto, non aveva brigato per fare l’assessore, nooo…figuriamoci…) ha dichiarato “di essere caduta dalle nuvole, e che però per spirito di servizio ha accettato, rinunciando appunto a produrre reddito dalla sua casa di Stromboli dove lei vive per sei mesi all’anno, sempre producendo reddito (saranno l’aria e il mare di Stromboli…).
Anche questa è l’attuale “sinistra”.
Da un punto di vista puramente teorico, dovrei dispiacermi solo per il fatto che il seguente articolo http://www.ilgiornale.it/news/interni/intellettuali-stile-se-non-ora-quando-favore-libera-scelta-967467.html sia stato pubblicato su “Il Giornale”. Ma in realtà è una preoccupazione che non ha più senso crearsi dal momento che oggi un giornale vale un altro ed è paradossalmente più facile (sia pur molto saltuariamente) trovare delle opinioni non conformi al mainstream ideologico dominante sui media di “destra” piuttosto che su quelli di “sinistra” (sempre per quello che valgono oggi questi due concetti nella loro attuale declinazione politica…)
P.S. il personaggio in questione, su sollecitazione della casa editrice (Mimesis) che scelse di pubblicare il mio primo libro “Le donne:una rivoluzione mai nata”, scrisse una postfazione che secondo le intenzioni dell’editore (che però è una persona seria, a onor del vero…) avrebbe potuto contribuire ad alimentare il dibattito (e dal suo punto di vista anche ad incrementare le vendite, non certo dal mio perché la percentuale sulle vendite per uno scrittore sconosciuto è talmente bassa che per guadagnarci qualcosa bisognerebbe venderne almeno centomila copie…).
Colei che “produce reddito dalla terrazza della sua casa di Stromboli” scrisse quindi una pisciatina che poteva essere il calco di un volantino del collettivo femminista romano di Via del Governo Vecchio (un salottino per future “produttrici di reddito” dalle terrazze delle loro case di vacanza…) di quaranta anni fa.
“Fabrizio – questa una delle sue chicche – leggendo le tue pagine (alle quali secondo me avrà dato appena una sbirciata…) mi viene da chiederti:”Ma che razza di donne frequenti? Eppure vivi in un ambiente colto e progressista. Mah…”
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
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Ma in realtà è una preoccupazione che non ha più senso crearsi dal momento che oggi un giornale vale un altro ed è paradossalmente più facile (sia pur molto saltuariamente) trovare delle opinioni non conformi al mainstream ideologico dominante sui media di “destra” piuttosto che su quelli di “sinistra” (sempre per quello che valgono oggi questi due concetti nella loro attuale declinazione politica…)
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Fabrizio, certe opinioni è possibile trovarle solo sui media di destra: mai su quelle di sinistra.
Per quanto riguarda tutto il resto son d’ accordo con te.
Tiziano(Quota) (Replica)
Tiziano,
Infatti è esattamente quello che ho detto io.
Su determinati argomenti è possibile, sia pur molto sporadicamente, leggere qualche articolo non allineato al mainstream dominante solo su giornali di “destra”..
Sia chiaro che si tratta per lo più di posizioni individuali di questo o quel giornalista, non certo della linea editoriale di quei giornali. Però è comun que meglio di niente.
E’ scontato che sui media di “sinistra” certi articoli non potrebbero neanche essere pubblicati.
P.S. Ricordiamoci sempre che la parola “sinistra” va sempre intesa non con due ma con duecentomila virgolette, trattandosi, come abbiamo ormai spiegato mille volte, solamente di una delle facce del sistema, quella chiamata appunto ad assolvere a determinati compiti (così come la “destra” è chiamata ad assolverne altri…)..
I concetti, i contenuti e i sistemi valoriali e/o ideali (e ideologici) che Destra e Sinistra hanno storicamente rappresentato, al di là delle rispettive posizioni personali che ciascuno di noi ha, non hanno più nulla a che vedere con le attuali declinazioni politiche della “destra” e della “sinistra”, che sono soltanto apparati politici, mediatici e accademici in competizione per il potere. Diciamo per servire al meglio il capitale finanziario internazionale a cui sono asservite e di cui fanno gli interessi.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Cari tutti, ho letto l`articolo in questione e l`ho trovato fantastico. Potrebbe averlo scritto uno di noi. Le nostre idee, che sono e saranno di sinistra come lo e` la QM, filtrano a “destra.” Arrivera`il momento giusto, signori. Avanti verso la vittoria, cazzo.
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Pappagallus sibiricus,
Della serie “niente prigionieri fino a Berlino!”…
Me fai ammazzà, Pappagà…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
A proposito di articoli, leggetevi questo:
http://paolobarnard.info/pb/perche-noi-perdenti-siamo-perdenti-voi-lettori-dovete-capirlo/
Illuminante il pezzo:
“Ma, cari nostri lettori, a voi sfugge il fatto che chi è portatore di un contenuto sociale di estrema urgenza e importanza, DEVE avere la maggior audience possibile. Il femminismo ha sfondato l’orrore retrivo delle società maschiliste solo quando i grandi quotidiani diedero spazio al sacrificio delle prime femministe negli anni ’20. ”
Dico una cosa. Un plauso a Barnard per la tanta e buona roba che scrive; in particolare io, pur ignorante e bifolco, apprezzo quanto dice sulla Economia di Mosler. Sostanzialmente, e mi dara`della capra al riguardo (e del vigliacco perche`firmo a pseudonimo, non so), Barnard promuove un Neokeynesismo per salvare la vita alla gente schiacciata dal neoliberismo. Notevole e lodevole, magari non in tutto condivisibile. Io pero`poi mi sorprendo quando leggo certe – altre -cazzate.
So che non mi risponderai, nemmeno leggerai, credo, Barnard, pero`te lo dico col cuore: ma come fai?
Per altro sono anche un giovane, tu un saggio vecchione di 55 anni, pur ben portati, quindi puoi ben degnarti di sdegnarmi.
Ma io te lo dico lo stesso e col cuore:
Ma come Cristo fai a scrivere ancora certe cazzate, Barnard?
Ma parla di economia e della Gabanelli, fammi la cortesia. Lascia stare il femminismo.
L`inferno che le donne hanno creato per noi uomini LASCIALO A NOI, lascialo.
Capisco che sei cosi`affascinante con la tua mascella volitiva, i riccioloni grigi e l`aria ben curata da “sfortunato per propria e solo per propria volonta`”
. Un vero puro e duro che da giovane era un figone, quindi probabilmente scopava e scopa come un mandrillo nonostante i pochi soldi – e sei tu a definirti altrove Quasi Povero.
Capisco, certo, ma te lo chiedo per carita`.
Di femminismo, anzi di Matriarcato ( e di…pfff..patriarcato) lascia parlare noi.
Tu che siccome scopi pensi che le donne poverine siano oppresse, magari perche`a te fanno gli occhi dolci e non si degnano proprio di incastrarti in quell`obbrobbrio chiamato matrimonio, cazzo ne so, perche`sei troppo fico e maledetto per certe cose. E vedi lontano se parli di economia ma non capisci uno stracazzo se parli di rapporto tra i sessi.
Si. Ho l`arroganza, la presunzione, la temerita`di dire che tu, Barnard, sarai anche un genio in altre cose (come per altro dici altrove con un pizzico di vanteria – ma giusto un pizzico), in economia, nella espressivita`dello scrivere.
Ma di altre cose non capisci nulla e FAI DANNI. I DANNI NERI. Altro che salvezza pubblica.
Ma di gente come te, che a forza di blaterare che “e le donne poverine”, ha letteralmente creato l`inferno relazionale per il 99 per cento dei maschi occidentali, io ne ho davvero i coglioni pieni.
Sei tanto alternativo, poi contribuisci al mainstream col solito mainstream, col buonismo/perbenismo lagnoso e femminista del Politicamente Corretto sinistroide.
Non ti rendi conto di quanto le lagne femministe che propali ovunque fra le righe dei tuoi articoli, parlando d`altre cose (ti leggo, non ti credere)…non ti rendi conto di quanto certe lagne siano funzionali al sistema.
Funzionali, strutturali, connaturate a un sistema selvaggio, darwiniano, quindi nazista.
Funzionali esattamente come tutte quelle cose che dici di criticare: il neoliberismo, il pareggio di bilancio, l`Euro, la Gabanelli, Grillo e Casaleggio.
Proprio ancora non lo vedi o fai finta di non vederlo che quasi tutti noi maschi per lorsignore, e da tanti decenni, molto piu`di quanto la propaganda idiota ci racconti, siamo solo maschietti da schiacciare. Noi che non le opprimiamo – tutt`altro. Proprio non lo vedi che lor signore, poi, spessissimo e volentieri corrono a scodinzolare dai veri oppressori, ben contente e fiere di farlo e di apostrofare noi “maschietti” come falliti.
No, proprio non te ne rendi conto.
Magari perche`scopi.
Vorrei dire beato te, Barnard, ma in realta`io ormai il cazzo l`ho buttato alle ortiche, pur essendo un giuovine. Sara`anche perche`il piu`delle volte se scopi e`pure peggio. Se non scappi immediatamente il giorno dopo, i mesi dopo, gli anni dopo devi andare al guinzaglio della tua padrona come un leone cui hanno cavato i denti. Una padrona che mentre ti stritola i coglioni legge gli articoli di Barnard e ti sussurra in un orecchio che lei fa come cazzo je pare perche`tu sei il suo oppressore. E te jaa devi paga`, aho.
Grazie, Terragni.
Grazie, De Gregorio.
Grazie, Ravera.
E…
Grazie, Paolo Barnard.
Continuate cosi`.
Vi siamo debitori.
Citazione Hollywoodiana:
possa il vostro nome vivere in eterno.
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi,
Te faccio taja`?
Grazie, lo so.
Una cortesia: l`articolino su Barnard pubblicalo, e magari scrivi qualcosa anche tu al riguardo, che sia pro o contro quel che dico fa niente.
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi,
“Della serie “niente prigionieri fino a Berlino!”…”
Vi ho mai detto qual`e`la mia foto storica preferita?
http://redyouthuk.files.wordpress.com/2012/05/soviet_flag_at_reichstag.jpg
Esistera`un Reichstag del femminismo…non dico altro.
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Pappagallus sibiricus,
Pappagallus, Barnard è anche quello che ha scritto questi articoli:
https://www.uominibeta.org/contributi/dalla/
https://www.uominibeta.org/contributi/sono-andato-a-puttane/
https://www.uominibeta.org/contributi/donne-inchiodate-al-muro-della-pavidita/
https://www.uominibeta.org/contributi/un-cane-che-si-morde-la-coda/
Comunque sì, ha assunto posizioni contraddittorie. Nel senso che da quanto ho capito, lui critica il femminile attuale, per lo meno nel suo modo di relazionarsi con il maschile, ma riconosce come valida la rilettura femminista della storia.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Pappagallus sibiricus,
Bè, indubbiamente ha il suo perchè…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Caro Fabrizio e cari tutti, e caro pure Paolo Barnard,
il femminismo e`funzionale al Capitale e alla sua eterna autovalorizzazione.
Funzionale alla continua estrazione di valore dal lavoro.
Il femminismo e`in tutte le sue declinazioni, una ideologia piccolo borghese per mettere maschi contro femmine in una guerra tra poveri.
Il femminismo, che lo ammettano o no, e`la Bibbia,il Corano, La Torah di OGNI donna occidentale che esista, tranne alcune.
Il femminismo considera SEMPRE in OGNI sua forma, i maschi umani come inferiori e sacrificabili, quindi e`darwinismo sociale, quindi e` nazista.
Io non sono femmina.
IN QUANTO MASCHIO, QUI, ORA, accade un fatto: L`OPPRESSO SONO IO.
E questo anche perche`il Barnard la storia la legge come fanno tutti. Come fa il mainstream.
Maschi opprimere femmine, uh,uh.
Quindi Barnard puo`scrivere cose carine altrove e anche su UB.
Ma se insiste con i soliti uh,uh, io lo attacco.
Sono quegli uh uh la radice su cui si fonda l`esistenza delle piramidi sociali.
Quelle coi maschi alfa in cima, le femmine alfa accanto, e le femmine beta attorno a scodinzolare. E i maschi beta, omega e sottozero dentro una trincea, o dentro la fossa.
Sono quegli uh uh cosi`carichi di saggia partecipazione che poi favoriscono la diffusione delle “idee” di menti auguste come Terragni, Ravera, De Gregorio e compagnia cantante.
Io non ne posso piu`.
A maggior ragione se poi leggo cosa Barnard scrive altrove, tipo riguardo l`economia. Perche`capisco che non ci e`, ma ci fa.
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Io la vedo come Papp. Comunque Barnard mi ricorda Massimo Del Papa, che è un altro cane sciolto che ogni tanto dice cose interessanti ma poi sbarella nel drammone cosmico del tipo “donne salvatevi, noi maschi siamo tutti mostri”. Ma d’altronde cazzo ne so io, sono un lurido borghese. E maschio, pure. Quindi.
Marco Pensante(Quota) (Replica)
Senza l’assenso delle donne – un assenso che riguarda la massa femminile, eccezioni a parte – il femminismo non potrebbe attecchire, per cui credo sia giunta l’ora di prendere atto che le principali responsabili di tutto ciò son le esponenti del sesso femminile e non i “maschi alpha”, il capitalismo, ecc. Sono le donne che “dirigono” l’economia, sono le donne che dominano nei rapporti sentimentali/sessuali “indirizzando” quindi gli uomini e la società in una “certa maniera”.
Non a caso nei paesi musulmani le tengono ancora a freno – anche se nei prossimi decenni cambierà tutto pure lì – non per niente in quei luoghi tengono a freno “l’Ombra” femminile (come già facevano gli antichi anche dalle nostre parti) ossia la “vera madre” del femminismo…
Tiziano(Quota) (Replica)
Opinioni come queste non son indotte dal femminismo.
http://antifeminist.altervista.org/multimedia/male_bashing_tv_1.htm
http://antifeminist.altervista.org/multimedia/male_bashing_tv_2.htm
http://antifeminist.altervista.org/multimedia/male_bashing_tv_3.htm
Il femminismo, in realtà, non fa altro che “tirar fuori” quel che è già dentro l’animo femminile…
Tiziano(Quota) (Replica)
Sono anch’io in sintonia con Marco Pensante e Pappagallus… Ma credo che sia anche più forte di loro , ormai hanno messo il recinto… uomini cattivi e donne buone e da li non si scappa ,d’altronde leggo di proposte come questa , (vedi immagine) e allora penso che succede come negli Stati uniti se ti ammali ,prima vedono se hai l’assicurazione e poi ti curano ,anche qui ,prima vedono il sesso della vittima e agiscono di conseguenza …..
Mauro Recher(Quota) (Replica)
Dal punto di vista psicologico le donne son violentissime – non violente -; ben più degli uomini. Basta ascoltare attentamente quel che dicono nel quotidiano dei loro partner e degli uomini in genere. Al contrario gli uomini si limitano a pronunciare la solita cagata:”Son tutte troie”; ma a parte questa minchiata non dicono niente di realmente offensivo e significativo. Anzi, tendono a mitizzarle, ovvero il contrario di quel che fanno le donne. Alcuni poi iniziano a svegliarsi solo dopo aver sbattutto il grugno, in seguito ad una separazione, con tutto quel che ne consegue per un uomo, che normalmente viene massacrato da giudici e giudichesse.
Tiziano(Quota) (Replica)
Pappagallus sibiricus,
sottoscrivo al 100%, Pappagallus… la mia non voleva essere una difesa d’ufficio di Barnard ma solo darti delle informazioni che forse non avevi o ti erano sfuggite.
Per quanto mi riguarda mi limito a registrare le cose che vengono dette, da chiunque. Gli articoli che abbiamo pubblicato su questo sito (con il suo consenso) li condivido in toto, così come le sue posizioni sia in tema di politica economica che di politica internazionale (fra le altre cose, è un anti imperialista convinto e un fervente sostenitore della causa palestinese…).
Dopo di che, come ho già detto, quello che noi sosteniamo vale per tutti e quindi anche per lui. Noi, di sconti, non ne facciamo a nessuno.
So per certo che lui è stato duramente attaccato per quegli articoli. Non so (perchè non lo conosco personalmente) se lui abbia deciso di fare retromarcia oppure (come credo e come ho già spiegato) si limiti a criticare il femminile attuale ma faccia sostanzialmente sua (che ci creda o meno non è dato saperlo nè è utile) la narrazione femminista.
Comunque per noi poco conta. Quegli articoli che abbiamo pubblicato sono condivisibilissimi, e tanto basta. Il resto sono affari suoi.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Tiziano,
Tiziano, avremo spiegato almeno un migliaio di volte (ci siamo tornati e ritornati come neanche il più paziente degli insegnanti di sostegno, è in grado di fare) la complessa relazione fra natura e cultura, e quindi fra l’ontologia del “femminile” e il sistema capitalistico attualmente dominante e il ruolo del femminismo come coperchio ideologico (falsa coscienza) di un certo femminile o di quella parte di esso (concettualmente prima ancora che praticamente inteso)che ha trovato il terreno più fertile per affermarsi proprio nel sistema capitalistico ecc. ecc.
Tu ci ritorni sopra come se non avessi letto nulla, come se tutto quello che abbiamo scritto e ripetuto fino allo stremo, ti fosse scivolato addosso.
Di più, francamente, non si può fare. E’ giusto che ciascuno resti delle proprie idee senza dover per forza convincere gli altri. Vale sia per te che per noi.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi,
Gli articoli di Barnard sono condivisibili pressoche`TUTTI, specie in materia economica (anche se sappiamo bene, caro Fabrizio, che quello che propone e`una pezza sui pantaloni, mentre cio`che serve e`cambiare tutto il guardaroba…) se vai sul sito suo difficilmente trovi boiate. Il problema e`il tono di fondo, la stoccatina femminista che puntualmente scrive qua`e la`, come quel che riporto sopra.
Tiziano,
Non so se sei un porco borghese o meno, io mi sento bolscevico ma certe definizioni mi danno un poco noia – andavano bene, forse, cento anni fa. Nonostante mi piaccia tanto gente come Santa Claus (Karl Marx) e Gesu`Cristo (Che Guevara) e nonostante io creda messianicamente nell`Apocalisse (la rivoluzione permanente), ben difficilmente mi troverai a dare definizioni del genere. Piu`facile che dica direttamente “hai rotto i coglioni “o ” vaffanculo”, con lo stile tipicamente ibrido che mi contraddistingue…ma non mi pare sia il tuo caso, quello di chi merita insulti. Primo perche`credo tu sia piu`anziano di me, secondo perche`sembri”dei nostri”, in linea di massima. Terzo perche`in genere quel che scrivi mi piace. Se poi non credi che il Capitale sia il nemico principale dell`umanita` e il femminismo solo una sua ancella funzionalissima e integratissima (mortacci sua), fatti tuoi. Secondo me ti sbagli di grosso, ma su un forum come questo cio`non e`rilevante. Non piu`di tanto, almeno.
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi,
…dimenticavo: altro problema di Barnard e`ovviamente quel che dici tu, la lettura della storia in chiave femminista. Nel rapporto uomo/donna il buon Paolo usa le stesse lenti di gente come Terragni/Ravera, ho detto tutto. E`come se anche tutto il resto ne venisse inquinato, e poiche`appunto il resto e`roba condivisibile, cio`mi induce a diffidarne un poco. Che ci creda o meno, poi, beh…secondo me e`rilevante, altro che.Chi ci e`e`sempre meno pericoloso di chi ci fa. Ma magari anche il buon Barnard sull`argomento distingue programma minimo e massimo, tattica e strategia, e magari la pensa come noi ma mette le stoccatine femministe per proteggersi e proteggere il lavoro che fa; e magari per lui la QM non e`centrale, quindi si puo`permettere certe cose. Chi lo sa. Per me la QM e`centrale, perche`anche se il Femminismo e`da tanti decenni l`ancella del Capitale, ne e`comunque il cane da guardia principale, anzi la cagna. Ruolo analogo a quello del fascismo. Tutti e due da fucilare prima di arrivare al Mostro principale.
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Dimenticavo: la risposta sotto e`anche per Marco P.
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Sì, Papp, Marx l’ho studiato anch’io. I Grundrisse, non il Capitale, però capisco bene il concetto di riduzione a forma-merce. Figurati, sono quarant’anni che me lo vedo di fronte quando sento amici o conoscenti dire “Eh, se la vuoi la devi pagare anche se non è una zoccola” e nessuno fa una piega, come se fosse normale che lei si faccia pagare e tu paghi, anche se non è (tecnicamente) una zoccola e tu non sei (tecnicamente) un cliente. Sul capitalismo non so bene come metterla nel senso che vivo immerso nel capitalismo e non ho tutto questo odio per un sistema sociale che secondo me può fare anche del bene. Io sostanzialmente sto dalla parte di chi lavora e ritengo che chi lavora meriti un risultato commisurato alla quantità e qualità del suo lavoro, o anche commisurato alla quantità di “bene” (mettiamolo fra virgolette, in senso molto lato) che fa agli altri col suo lavoro. E come in tutte le attività umane di qualsiasi specie, c’è differenza fra le persone. C’è chi può fare di più o ha più talento, e chi meno. La differenza è che secondo me non ci dovrebbe essere contrapposizione fra questi due tipi di persone, ma collaborazione. E il risultato di questa collaborazione dovrebbe essere un innalzamento generale del livello di ricchezza e benessere. È un miraggio, chiaro, ma non mi sembra molto diverso dal concetto tuo e di Fabrizio della contrapposizione fra socialismo vero e socialismo storicamente realizzato. Diciamo che, come per te o Fabrizio il socialismo sovietico non è stato vero socialismo, per me il capitalismo imperante non è vero capitalismo. Sull’esperienza sovietica, poi, io tendo a vederla in termini storici, con le sue luci e le sue ombre. Tutto quello che dite sulle conquiste sovietiche è vero, certamente, soprattutto il fatto che ci ha liberati dal nazismo. Sai quante volte ho dovuto litigare con gli americani (anche amici) convinti che dovessimo ringraziare gli yankee se oggi non parliamo tedesco. Sì, certo, se aspettavamo voi. Però questo grandissimo risultato è stato ottenuto grazie a una delle peggiori dittature mai esistite, che non si è fatta scrupolo di mandare a crepare 20 milioni di uomini (più tutti gli altri fatti sparire per affari interni dalla Ceka, dall’NKVD e dal KGB – e non sono mica pochi). Voi direte che la situazione lo esigeva, ma io mi chiedo: ne siamo sicuri? O magari il Piccolo Padre dei Popoli voleva la stessa cosa che voleva il nostro Duce, cioè qualche milione di morti per sedersi al tavolo della pace, con la differenza che lui ci è riuscito e alla grande? Va be’, chiaro che sono domande retoriche a cui nessuno può rispondere, dico giusto per far capire come mi sento io di fronte a certe questioni di portata mondiale. Per concludere, io sono certamente dei vostri e sono d’accordo sul concetto che il femminismo sia compagno di letto del capitalismo più che del comunismo (direi che su questo punto si centra tutta la differenza fra UB e i gruppi “tradizionalisti”), ma il mio interesse è senz’altro più per i risvolti umani, sociali e psicologici della QM che non quelli economico-politici. Guardacaso, sapete chi la pensa allo stesso modo? Gli americani, con la sola differenza che invece di dire “capitalismo” dicono “consumismo”. L’intuizione chiave di Fabrizio è stata di vedere il femminismo (e quindi l’approccio alla QM che ne deriva) come fenomeno interclassista. E su questa intuizione tutto il gruppo di UB, fra cui io, si è radunato e coalizzato. Quando dico che sono un borghese intendo che non posso non dirmi borghese. E non posso dirmi marxista. Questa è stata credo la prima cosa che ho scritto su UB quattro anni fa, e siccome Fabrizio Marchi la capisce allora sono ancora qui. Detto questo, io vedo la QM dal lato psicologico più che politico, perché il terreno di scontro è psicologico. In questo sono dellavecchiano. E quindi la razionalità e la dialettica non servono a niente. Va be’, chiudo qui, poi tanto ne riparliamo.
Marco Pensante(Quota) (Replica)
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Non so se sei un porco borghese o meno,
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Papp, concetti come “porco borghese”, (mah…) bolscevico, ecc per il sottoscritto hanno poco senso in materia di qm…
Oltretutto per me il Capitale non è il nemico numero uno dell’umanità. In tal senso la penso come Marco P., ossia se per voi il comunismo sovietico non è stato vero comunismo, per me l’odierno capitalismo non è vero capitalismo.
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Tiziano avremo spiegato almeno un migliaio di volte (ci siamo tornati e ritornati come neanche il più paziente degli insegnanti di sostegno,è in grado di fare) la complessa relazione fra natura e cultura,
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Fabrizio, visto che parli di “insegnanti di sostegno” non te la prenderai (come non me la prendo io) se ti dico che un insegnante di sostegno preparato, capirebbe e spiegherebbe ai suoi “allievi” che per quanto complessa sia la relazione fra natura e cultura, la seconda è però subordinata alla prima: i motivi sono ovvi. Ma capisco altresì che abbiamo punti di vista differenti, originati da esperienze completamente diverse, per cui no problem.
Tiziano(Quota) (Replica)
Marco Pensante,
” E quindi la razionalità e la dialettica non servono a niente. Va be’, chiudo qui, poi tanto ne riparliamo.”
E su questo siamo oltremodo d`accordo. Al quadrato. Anche se tu sei un borghese ed io un proletario.
Anzi, una delle cose che non capisco della maggior parte dei Quemmisti e`quella di non capire che siamo in un terreno di scontro nuovo e antico assieme, quella che Fabrizio chiama la “psicosfera”. Un terreno di battaglia usato sempre nel passato, ma dilatato e ipertrofico oggi, perche`la Societa`della Comunicazione e`OGGI.
E in un terreno simile la femmina di Homo sapiens pastura alla grande, come e`ovvio che sia.
Quando il peso dato alla propaganda, all`apparenza, alla parola piu`che al fatto, alla notizia che crea l`avvenimento e non all`avvenimento che crea la notizia, al marketing piu`che alla produzione, ecco allora che il sesso femminile ha il vento in coda, o, come si dice a Roma con eleganza aristocratica, er pepe ar culo. Era inevitabile, ma toccava prevederlo. Ti stupira`che lo dica io, ma Mussolini, che nonostante le bigotterie dei sinistri benpensanti, mainstream e politicamente corretti era in genio, l`aveva compreso. Aveva capito bene e aveva riassunto in ogni suo atteggiamento che la propaganda e l`immagine sono sempre stati importanti, ma a maggior ragione diventano fondamentali in un era di notizie in tempo reale radio, telegrafo, e (dopo), televisione e internet. E l`ha capito pure lo stronzo di Arcore, e noi qui ancora a insultarci a vicenda e a darci dei fascisti perche`non riconosciamo la grandezza di certi avversari. Sempre con la solita boria dei sinistri da salotto, che si credono colti e geni e intanto lo prendono nel deretano alla Altan – peccato che piu`che gli ombrelli nel culo ci arrivino spesso gli ombrelloni da mare con tanto di accappatoi attaccati, sdraio e frigorifero da mare con le birre.
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Si parlava di psicosfera, dunque.
Il nostro problema e`voler insistere continuamente sulla storia che noi semo ommini e quindi dobbiamo usare la logica, la logica, la logica.
Quando provo a dirlo, i QM pur solidali in tutte altre cose, mi saltano alla gola. Sembra che stia loro suggerendo di castrarsi, e in cio`rivelano in maniera profondissima perche`perdiamo. Si, perdiamo, perche`noi maschi usiamo da sempre la logica, e le donne, nessuna di loro, riesce a stare al passo. Mai. Peccato che pero`ce lo sbattono in culo alla grande.
Noi stiamo li`a pensare che le nostre tabelline, i nostri grafici, le nostre argomentazioni legate al principio di identita`faranno tabula rasa dei loro isterismi verbosi. Crediamo che la nostra succinta dialettica, da veri spartani, ci fara`vincere. E le care donne ci rompono sempre il culo, chissa`come mai. E non e`solo perche`basta che caccino fuori un paio di tette gonfie e noi subito a fare a botte col cazzo in tiro. No. E`molto di piu`. E`che noi maschietti, e uso la parola spregiativa di proposito perche`in questo siamo proprio spastici, ma proprio idioti, abbiamo la tendenza autistica a pensare che la logica sia il solo tipo di intelligenza utile ad analizzare il mondo e comprenderlo. Ma non lo e`. Tutto cio`che va al di fuori del logico e/ o del dialettico non e`anarchia, irrazionalita`, idiozia e barbarie. E`solo un altro tipo di intelligenza, che va studiata, compresa, fatta nostra. La cosa piu`positiva e`che, come dicevo altrove, la natura ci ha fatto diversi, rispetto alle nostre avversarie – che tali non dovrebberoe sia essere, ma che da avversarie si cmportano nei fatti, al di la`delle chiacchiere…appunto. Se ci ha fatto (MEDIAMENTE, ovvio) diversi, gli e`che noi maschietti si ha diversi talenti dalle femminucce. La logica l`abbiamo in piu`, non ci sono storie: ma la storia degli ultimi…poniamo sessant`anni ci dice in modo INESORABILE che la logica da sola NON SERVE A NULLA. Pero`e`anche vero che, accompagnata da altre arti, e`preziosissima. In piu` mi risulta anche che sia molto difficile da apprendere. Quindi, poche storie: ci nasciamo e non ce la toglieranno mai, a meno di artifici scientifici e manipolazioni genetiche varie (e vedremo). Quali sono le altre arti che ci differenziano? La prestanza fisica, ad esempio. Altra cosa che noi si ha in piu`, e che non e`, come lorsignore vorrebbero, una cosa da scimmioni uh-uh buoni solo a fare a legnate. No. Per coordinare, e meglio, i movimenti, intuire percorsi e gestire spazi, ci vuole cervello e sistema nervoso. E anche per correre piu`veloci, hai voglia a dire. Per lo meno, per come corrono gli esseri umani. E anche questo non si impara. E quindi, in teoria, solo qui e` un sonante 2-0. Eppure perdiamo.
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Papp, io non sono un quemmista della vecchia guardia, tuttavia mi risulta che il primo a parlare di “etosfera” è stato Rino della Vecchia. Perciò non mi sembra una novità.
Tiziano(Quota) (Replica)
Perdiamo, perche`evidentemente altri tipi di intelletto, piu`propriamente femminili, sembra siano piu`importanti. E noi sempre a catalogarli come cose inutili, aliene, estranee, NON intelligenti, isteriche o istericoidi. Roba da femmine, quindi perdente. Abbiamo visto quant`e`perdente…con tutte le mazzate che ci hanno dato`ste arpie.
Solo alcuni si sono messi a dare loro il nome che loro compete: intelligenza emotiva, intelligenza relazionale…e`ovvio che siano piu`importanti e vincenti delle altre intelligenze. Se io ho fatto diecimila tabelle e settemila equazioni ma il nemico dai miei movimenti ed espressioni ha capito in una frazione di secondo quello che io faro`nei prossimi dieci minuti, io sono letteralmente fottuto in culo, non ci sono storie. E su questo le care signore basano anche la propria convinzione di superiorita`. C`e`un fatto, pero`, e anche questo incontestabile. Le capacita`emotive, di cura ed empatia e bla bla bla, a differenza di logica e altre abilita` piu`mascoline, si possono imparare con una certa facilita`. Si possono sviluppare. Non ho da produrre dati scientifici, ma basta guardarsi attorno. E magari un altro paradosso della storia sara`questo. Le care signore ci vogliono tutti femminilizzati, tranne i cari Alpha, ci vogliono tutti castrati e inebetiti, quindi ci educano. Ci EDUCANO. Educandoci, vorrebbero toglierci le prebende mascoline, ma senza una vera castrazione fisica risulta difficile. La castrazione psichica che attuano da decenni (io direi da secoli, ma Paolo Barnard non sara`d`accordo) ha sempre un punto debole: quello che sei puo`venire fuori sempre, in ogni momento. Il richiamo della foresta, insomma. Loro, grazie al sistema, ci educano, ma in fondo noi si rimane quello che si e`, Educandoci a essere dei femminucci, pero`, ci insegnano in qualche modo ad essere ANCHE come loro. Ne carpiamo inevitabilmente i segreti, le arti ricattatorie. Le attitudini antilogiche che cosi`bene, e sempre, trionfano CONTRO la logica. Arrivera`il momento che saremo ancora uomini, ancora maschi, magari dormienti, ma anche femmine, grazie alle loro castranti educazioni. Una volta risvegliati, saremo come loro, ma loro come noi non potranno esserlo mai. Hai voglia a mettersi i pantaloni e a pretendere le quote rosa nei CDA. Hai voglia a mettere le cravatte. Noi possiamo essere anche donne, loro anche uomini non potranno. A meno, ovviamente, come dicevo, di artifici di scienza, ma a quel punto i problemi legati al repporto tra i sessi non esisteranno probabilmente piu`, perche`magari proprio non esisteranno i sessi, o proprio non esistera`piu`la nostra specie in quanto tale. Se e quando pero`arrivera`il momento che noi avremo appreso le loro arti, e arrivera`, allora ci sara`da ridere, perche`avranno contro dei nemici che le conoscono – e che loro hanno fatto di tutto perche`fossero, appunto, nemici. Sara`come quando i popoli colonizzatori creano delle accademie nelle colonie per formare quadri locali, e poi i quadri locali imparano l`arte e si rivoltano. Finche`pero`ci ostineremo a fare gli autistici, e ci rinchiuderemo in noi, e anziche`studiare nelle accademie delle imperialiste ci ostineremo a coltivare le nostre arti logiche e basta, saremo sempre sconfitti, come gli indiani d`America che stanno nelle riserve a fare la danza del sole e a imparare lo sciamanesimo invece di andare ad Harvard. La storia di gente come Ho Chi Minh, del generale Giap e molto prima ancora del barbaro Ariminio, dovrebbero insegnarci qualcosa. Il genere maschile dovrebbe imparare da Ho Chi Minh, che per battere i francesi e poi gli americani studio`all`occidentale. Col cazzo che si era rinchiuso in un monastero a sacrificare al Buddha. Sai quando la vinceva la guerra di liberazione, col Buddha.
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Ah, OK.
Non criticavo nessuno in particolare.
Solo l`atteggiamento iperlogico.
Ciaccia`
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Uff…ho fatto un casino con le risposte e le citazioni…me s`e`intorcinato tutto come un piatto de fusilli, come li bucatini addosso a la forchetta. Va beh, non me ne vogliate, al massimo non si capisce un cazzo. Pazienza.
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Se ce la fate e avete stomaco forte, guardatevi questo:
http://video.corriere.it/giornata-violenza-donne/
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Credo seriamente, non lo dico per dire, che dovremmo essere grati al sig. mancuso aurelio, presidente di equality italia.
25 novembre: cari maschi cerchiamo di guarire
Ecco cosa scrive sull l’uffington post di oggi:
…..
Cari maschi eterosessuali, mariti, fidanzati, fratelli, padri, zii, compagni di classe, oggi è il giorno in cui potete riflettere rispetto ai gravi problemi che avete. Siete malati di machismo, volontà di dominio, di possesso.
Riempite di fiori e attenzioni e poi quando conquistate la preda, la avvolgete del vostro amore egoista che relega la vostra conquista a lavare i vostri panni, allevare i vostri figli, cucinare, fare la spesa, rendervi presentabili, perché siete pigri e mollettoni. La violenza è fisica, uccide, stupra, ferisce, è psicologica e subdola si ammanta di concessioni di dolcezza e di finte parità elargite dai vostri troni-divani.
Non siete tutti uguali, molti stanno cambiando, ma ricordatevi: avete millenni da scontare e tutto ciò che oggi siete obbligati a cedere, è stato strappato con il sangue non vostro. Le vittime siete voi, e per diventare davvero persone il percorso è lungo e merita un’occasione, senza cedimenti.
Cari maschi omosessuali non pensiate di esser innocenti, anche molti di noi sono misogini, scambiano il proprio orientamento sessuale con un’avversione nei confronti delle donne, e molte volte siamo machisti due volte di più con le lesbiche. Anche noi abbiamo tanto da riflettere, perché dentro le nostre comunità affermiamo nei fatti la nostra supremazia nei confronti delle donne, a volte cercando di imitarle, a volte respingendole apertamente.
Non siamo tutti uguali, ma l’avversione nei confronti delle donne è più grave, perché non abbiamo ancora imparato abbastanza dalle discriminazioni che subiamo, dall’incapacità di non assumersi il conflitto delle differenze, di genere e di orientamento sessuale.
Cari maschi il 25 novembre è la nostra sconfitta, da cui dobbiamo saper trarre lezione.
…..
Perchè affermo allora che dovremmo essergli grati?
Per due motivi almeno:
1) Il dono della chiarezza. Nessuna femminista (di un certo peso) in Italia, nemmeno la più misandrica, si era espressa in maniera cosi chiara e cristallina. Se mai ce ne fosse bisogno è un ulteriore conferma dell’oggetto di questo thread;
2) Apre nel movimento gay&lesbo un bel conflitto. Si, perchè mentre fino ad ora questo movimento viaggiava appaiato (per metodi e concetti) a quello femminista da oggi, nel movimento lgbt è ufficialmente aperta la caccia al cromosoma Y. Non mi sembra una novità da poco.
Grazie aurelio.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Vabbè, ormai siamo al delirio più totale.
Fra femministe e gay fanno a gara a chi è più deficiente.
Tiziano(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia,
Il dato triste e`che lo stesso Mancuso risulta portatore di quel cromosoma li`. L`Y, appunto. Che lo voglia o no. Che siano gay o no, questi maschiucci femministi sono professionisti dell`autodistruzione. Se non vi trascinassero tutto il genere maschile, poco male.
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Dal pacchetto “25 novembre” dell’Espresso:
Spagna, il modello che funziona – “Ma gli uomini sono discriminati”
Nel 2004 il governo socialista ha introdotto una serie di norme contro la violenza sulle donne. Fondi, interventi, e processi che arrivano a sentenza. Ma il numero di abusi non è diminuito, e i maschi, ora si sentono sotto attacco. Col rischio che le violenze aumentino. Parla la grande giornalista e scrittrice spagnola Rosa Montero
di Francesca Sironi
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Per l’Italia il modello spagnolo è un miraggio: dal 2004 Madrid ha introdotto infatti una serie di misure contro la violenza sulle donne che sono considerate un riferimento per tutta l’Europa. La più importante è sicuramente il fondo statale a sostegno delle vittime che denunciano, donne che grazie ai contributi pubblici possono trovare una casa e un lavoro con cui costruirsi una nuova vita. La magistratura, poi, a differenza di quanto avviene in Italia, si prende molto più spesso carico delle querele: e le indagini si fanno, come mostrano i dati raccolti dall’Istituto Carlo Cattaneo di Bologna .
Interventi drastici, insomma. Che portano con sé però un rischio: far aumentare, anziché diminuire, i soprusi. A sostenerlo è Rosa Montero, firma del quotidiano El Pais e autrice di numerosi bestseller internazionalI: «Il tema della violenza di genere in Spagna ha conquistato moltissima visibilità, soprattutto sui mezzi di comunicazione o nei programmi dei politici», ha spiegato a “l’Espresso”: «Un fermento che è sicuramente d’aiuto per combattere questa piaga sociale. Ma di fatto, anche se prestiamo tanta attenzione a questo tipo di abusi, non siamo il paese con la più alta percentuale di violenza di genere in Europa. Soprendentemente, i paesi nordici duplicano o addirittura triplicano, proporzionalmente, il numero di donne morte per mano del compagno».
Come si spiega questo record nei paesi del Nord?
«Credo che sia influenzato da due fattori: l’alcool e, soprattutto, il fatto che in quei paesi l’evoluzione della società è stata più rapida, e di conseguenza anche la distruzione delle strutture sessiste è stata più radicale. Questa velocità di cambiamento però ha creato, come effetto collaterale, una ferita sociale, e quindi un movimento residuale machista molto più patologico. Ovvero: un piccolo numero di uomini che erano già, per carattere, violenti e poco empatici, ha perso la testa a sentirsi detronizzato dal ruolo di maschio dominante di una società sessista e reagisce quindi in maniera violenta e criminale».
Qual è però il collegamento fra il peggioramento della situazione nel Nord Europa e la legge spagnola?
«La legge di genere che hanno votato i socialisti non mi è mai piaciuta, e l’ho criticata spesso nei miei articoli. Non la trovo adeguata perché è discriminatoria contro gli uomini, elemento che di fatto lascia fuori, ad esempio, la violenza domestica nelle coppie gay o quei casi in cui l’autrice di abusi, psicologici ma a volte anche fisici, sia la donna: sono pochi casi (un 8 per cento), ma esistono. La mia teoria è che una legge che discrimina l’uomo non fa altro che fomentare questa paranoia persecutoria dei più deboli, peggiorando la loro patologia e rendendoli ancora più brutali».
Le norme del 2004 però non son servite a migliorare la situazione?
«Assolutamente no. Di fatto la nostra legge non ha migliorato in niente: continuiamo ad avere gli stessi indici di violenza».
Cosa si potrebbe fare allora per evitare che gli abusi aumentino, anziché diminuire?
«È sicuramente necessario formare dirigenti di polizia e funzionari capaci di prevenire, e scoprire, la violenza di genere. È sicuramente necessario al tempo stesso creare e mantenere centri d’accoglienza e strumenti come i braccialetti elettronici per evitare che i maltrattanti siano incarcerati; è assolutamente necessario che la giustizia sia rapida e porti a condanne esemplari. Ma è ugualmente necessario che la legge sia uguale per tutti e che ci siano programmi educativi per gli uomini, perché se non li aiutiamo a inserirsi in questo nuovo modello di società non finirà mai la violenza sulle donne».
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Femminicidi, Istat: “Smettiamola di contare solo le donne uccise”. Intervista a Linda Laura Sabbadini
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“I femminicidi sono in aumento”. “No, sono stabili”. “In Italia si ammazzano meno donne rispetto al resto d’Europa”. “È invece una escalation impressionante”.
È infinito il battibecco sui numeri delle donne uccise nelle relazioni sentimentali, dibattito consumato sciorinando le cifre fornite ora dal Viminale, ora dalla lunga lista compilata annualmente dalla Casa internazionale delle Donne di Bologna. Per alcuni osservatori non esiste alcuna emergenza, anzi, è “propaganda”.
Eppure è possibile porre un punto fermo sulla questione: “Smettiamola di contare soltanto le donne uccise perché è un esercizio limitante“, esorta Linda Laura Sabbadini, direttrice del dipartimento per le statistiche sociali e ambientali dell’Istat e membro della commissione ONU che ha definito le linee guida a livello mondiale delle indagini statistiche sulla violenza contro le donne. Nel 2006 curò la prima vera ricerca sulla violenza contro le donne in Italia, mostrando una realtà sommersa e feroce: dieci milioni di italiane confessavano di avere subito violenza fisica, sessuale o psicologica nella stragrande maggioranza dei casi per mano degli uomini di famiglia.
Per Sabbadini non serve finire ammazzate per alimentare le statistiche: “I femminicidi sono la punta dell’iceberg. Dobbiamo comprendere tutte le manifestazioni di violenza di genere, fenomeno endemico e gravissimo che accomuna l’Italia al resto del mondo“. In attesa della nuova ricerca condotta dall’Istat sugli abusi nei confronti delle donne, rifinanziata dal ministero per le Pari Opportunità, Sabbadini fa parte della task-force interministeriale sulla violenza di genere: suo il compito di coordinare le banche dati istituzionali e non, per creare finalmente un osservatorio permanente e costituire un sistema di monitoraggio.
Partiamo dai dati che fanno discutere. Da gennaio a oggi secondo l’Eures sono stati compiuti 81 femminicidi. Hanno ragione coloro che sostengono che il numero delle donne uccise dai partner sentimentali sono invariati negli anni?
Sì, il quoziente è sostanzialmente stabile. Sta crescendo la percentuale di donne uccise sul totale degli omicidi perché contemporaneamente diminuisce il numero di omicidi di uomini. Ma ciò non può indurre a sminuire il fenomeno. La situazione è grave, proprio perché il tasso di omicidi di donne non si intacca. D’altro canto non esiste solo la barbarie dei femminicidi, la violenza contro le donne è molto più ampia e fin quando non avremo i dati dell’indagine Istat che ne stima il sommerso non potremo dichiarare con certezza se la violenza di genere è in crescita o diminuzione, ma solo fare ipotesi. I dati devono essere letti rigorosamente.
È emergenza?
Non credo che stiamo assistendo ad una recrudescenza, ma, insisto, non per questo la situazione è meno grave. Il numero di femminicidi è letteralmente inchiodato da anni, mentre il numero degli omicidi degli uomini sugli uomini è crollato negli ultimi 20 anni. È come se stessimo in una situazione di gravità permanente. Dobbiamo capire che il fenomeno è strutturale e quindi è più difficile rimuoverlo.
Cosa risponde a coloro che obiettano che gli uomini vengono comunque uccisi in misura maggiore delle donne?
Che è vero e non solo in Italia. Ma gli uomini vengono uccisi da altri uomini per motivi differenti, spesso per criminalità organizzata. Le donne, invece, vengono uccise in quanto donne, mogli, fidanzate, ex compagne. Per contro la percentuale di uomini uccisi dalle loro compagne o ex compagne è bassissima. Per questo dobbiamo parlare di un fenomeno fortemente connotato e strutturale che trae le sue origini dallo squilibrio nei rapporti di genere.
Perché gli uomini arrivano a uccidere le donne che dicono di amare?
Il nucleo della violenza contro le donne è il rapporto di potere all’interno della coppia o della relazione. La violenza viene usata per ristabilire il potere maschile, è espressione del desiderio di controllo, dominio e possesso dell’uomo sulla donna. E man mano che la libertà delle donne aumenta il fenomeno diventa più grave poiché l’asimmetria è ancora più forte. Dobbiamo però cambiare rotta: smettiamola di contare soltanto le vittime di femminicidio. È un esercizio limitante. Dobbiamo invece comprendere tutte le manifestazioni di violenza contro le donne e mettere in campo strumenti di prevenzione e contrasto di lungo periodo che agiscano culturalmente, nel profondo, per evitare che queste violenze possano moltiplicarsi e permanere.
Quali sono gli stereotipi duri a morire sulla violenza di genere che una ricerca statistica può contribuire a eliminare?
La violenza di genere non è un raptus né la manifestazione di una patologia. Spesso quando le cronache riportano un femminicidio, se opera di italiano si parla di raptus o patologia, se straniero di barbarie culturale, come se ammazzare non fosse comunque una barbarie. Le ricerche sulla violenza di genere ci dicono invece che questa si esprime con una escalation di episodi sempre più gravi, non è quasi mai episodica e spessissimo i suoi autori sono lucidissimi.
Attenzione: queste caratteristiche sono costanti ovunque nel mondo e non soltanto in Italia. Stiamo parlando di un fenomeno strutturale, trasversale, che tocca i Paesi avanzati e i Paesi in via di sviluppo, i ricchi e i poveri, i colti e gli analfabeti: che va intaccato con politiche di ampio respiro. Noi abbiamo un tasso di omicidi di donne simile alla Svezia e più basso della Russia e della Finlandia.
È anche un problema delle donne?
Nella ricerca che l’Istat condusse nel 2006 scoprimmo che dieci milioni di donne avevano subìto violenza fisica, psicologica o sessuale, nella stragrande maggioranza dei casi per mano di un uomo della famiglia o comunque vicino sentimentalmente. Un numero enorme. Ebbene, il 30% di queste donne disse che non ne aveva mai parlato prima con nessuno e soltanto il 18% considerava quanto accaduto un reato e questo dato è in linea con le statistiche di altri paesi: le donne stentano a riconoscere la violenza del proprio partner. Sappiamo bene che molte sopportano perché sperano nel cambiamento del proprio compagno. Altre perché pensano che sia meglio per i figli avere la figura paterna: e ,invece, proprio le statistiche ci dicono che i figli che assistono alla violenza nei confronti della propria madre hanno una probabilità molto maggiore di diventare a loro volta mariti violenti da adulti rispetto agli altri. Ciò accade in ogni luogo a prescindere dalla latitudine. Si tratta della trasmissione intergenerazionale della violenza, cosa terribile.
Quali sono le priorità per smorzare la violenza di genere?
Io sono esperta di statistiche non di politiche, posso solo dire che servono strategie di breve e lungo periodo. I centri antiviolenza vanno fortemente sostenuti, sono fondamentali perché intercettano le donne nel momento più difficile. Ma occorre investire anche nelle strutture sanitarie, nelle forze dell’ordine, nell’educazione scolastica, nel lavoro ad ampio spettro culturale nell’ottica dell’integrazione, come ci dice la Convenzione di Istanbul. Bisogna essere coscienti del fenomeno, senza cadere nell’errore di sminuirlo. Non abbiamo bisogno di un bilancino per stabilire se siamo di fronte a un problema gravissimo: un Paese democratico non può tollerare che dieci milioni di cittadine siano vittima di violenza, sia essa psicologica, fisica e sessuale. Soprattutto, se consideriamo che un quinto di quelle italiane dice di avere avuto addirittura paura per la propria vita.
L’Italia è un Paese fortemente maschilista?
Tutti i Paesi del mondo sono maschilisti, anche l’Italia lo è. Ce lo dicono i dati. Non esiste un luogo dove la violenza di genere sia stata eliminata. Esistono, è vero, Paesi dove il carico di lavoro familiare è distribuito in maniera più equa tra uomini e donne. Ma, ovunque la violenza di genere stenta ad essere compressa o eliminata. La verità è che il mondo non è pronto alla libertà delle donne, le resistenze maschili al cambiamento sono fortissime. Sta anche alle donne reagire con forza.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Si Luigi ,lei vuole contare NON SOLO le donne uccise ,ma anche quelle maltrattate ,peccato però che non dice una parola sugli uomini che subiscono violenza ,sono come una specie di fantasmi
Mauro Recher(Quota) (Replica)
Ma si`, ormai io esercito violenza su una donna anche solo dicendole che le puzzano i piedi.
Siamo al delirio
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
http://femdominismo.wordpress.com/2013/11/30/i-numeri-di-una-dittatura/
alcune mie considerazioni
Mauro Recher(Quota) (Replica)
” Tutti i Paesi del mondo sono maschilisti, anche l’Italia lo è”( Sabbadini) Questo è il fanatismo di chi pensa che fin quando il mondo non sarà a propria immagine e somiglianza sarà sempre un posto sbagliato.
Alessandro(Quota) (Replica)
Se tutti i Paesi del mondo fossero “maschilisti”, le femmine sarebbero costrette ad asfaltare le strade, a salire sulle impalcature, a lavorare in fonderia, nei cantieri, nelle miniere, sui pozzi petroliferi, ecc, al posto degli uomini e nonostante la loro inferiorità fisica, di conseguenza sarebbero le suddette a morire sul lavoro. Non solo: in un mondo “maschilista” realmente impegnato a “schiavizzare” l’altro sesso, il servizio militare femminile sarebbe obbligatorio, come lo sarebbe l’obbligo del taglio dei capelli per qualsiasi soldatessa e parimenti di combattere al fronte in battaglioni esclusivamente femminili, addestrati da sole femmine (sotto stretta vigilanza maschile). Inoltre alle femmine sarebbe impedito anche con la forza di far propaganda femminista in Tv, a scuola o altrove. Per concludere: in un mondo “maschilista-schiavista” non esisterebbe neanche il reato di stupro, perché gli stessi “maschilisti” non lo permetterebbero. In un mondo “androcentrico-fallocratico-maschilista-misogino” esisterebbe lo “stupro libero”.
Certo, c’è da dire che la logica non è il forte femminile, a questo unisci la loro malafede “e abbiamo fatto tredici”.
Daniele(Quota) (Replica)
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Linda Laura Sabbatini, ma che ti sei bevuta?
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
……
Non si è bevuta niente. E’ perfettamente sobria e consapevole. Lei si muove in linea con questo: https://www.uominibeta.org/articoli/faq/comment-page-1/#comment-122827
In particolare leggiti il terzo documento (Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne)
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia,
Ti prego, lo so che dovrei leggerle certe cose, ma gia`dopo la terza riga mi vengono certi conati che non hai idea…perdonami. Se vuoi sottintendere che certa roba e`in evidente malafede, sai bene che siamo d`accordo. Del resto, la consapevolissima Sabbadini non puo`non sapere che proprio nei paesi dove il carico di lavoro e`piu` equidistribuito le donne (com`e`giusto che sia…) muoiono quanto gli uomini. Specie per omicidio.
Del resto, ed e`questo che come be sai mi fa avvelenare e andare il sangue al cervello, alla cara Linda Sabbadini interessa che le sole donne non muoiano, non soffrano, non fatichino. E BASTA. Evidente in ogni riga che scrive e anche e soprattutto in quelle che non scrive.
Gli uomini, per gente come lei, devono caricarsi per intero la morte, la sofferenza, il dolore del mondo, come del resto sempre e`stato sinora; ma finanche di piu`: per contro, se possibile le donne devono essere immortali.
Leggere che gli uomini resistono “alla liberta`femminile” mi fa andare il fegato in malora, quando e`evidente in primis alla Linda Sabbadini che gli uomini sono un branco di schiavi. Di SCHIAVI. Delle loro donne. Burattini. Merce. Merda da concime. Questo siamo, per le nostre femmine.
Tutti al guinzaglio di tutte le donne, oppressi, schiacciati e considerati alla stregua di bestie da soma, con qualche eccezione forse – forse – solo in lande relitte del lontano Belucistan. Ovviamente, pero`, la massa, il volgo, le bestie della palude ripetono a pappagallo le tesi delle Sabbadini di ogni luogo, specie in questo Occidente al tracollo che prima scoppia e meglio e`.
Tutto questo la Linda Sabbadini lo sa, e lo tace.
Perche`le conviene. Chissa`se anche persone come lei usciranno fuori dal coro, un giorno.
Ne dubito.
E mentre dubito, vomito.
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Sofri docet….
Uomini. La questione maschile
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La nostra società trasforma tutti in cacciatori a ogni costo che devono conquistare una preda.
Spesso l`alfabeto dell`amore rimane sconosciuto ai più perché non vogliono apprenderlo.
PRESSOCHÉ ciascuno, se guarda abbastanza in profondità dentro se stesso (non troppo in profondità: si annega), se è capace di ricordare la propria formazione di maschio, paura e spavalderia, ignoranza e presunzione, riconosce con raccapriccio il capo di un filo che po rta dei suoi simili, ammesso che non abbia portato lui stesso, a molestare, violentare o uccidere una donna. Ho appena incontrato Mary Pereira Mendes, signora indiana che lavora per l`Unicef in Kurdistan e fra i profughi siriani, e guida un programma contro le mutilazioni genitali femminili. Mary spiega la difficoltà incontrata nelle donne, levatrici e madri, attaccate all`orrenda tradizione, attente tutt`al più a una modalità d`intervento più “pulito”, e disposte a barattare l`infelicità sessuale con la gratificazione domestica. La tradizione è patriarcale, dice, ma sono le donne a trasmetterla, e non di rado gli uomini la ignorano. Penso che proprio questo riveli l`ottusità della sessualità maschile: se gli uomini non si ac- corgono e comunque non danno peso alla negazione del piacere sessuale delle “proprie” donne, è perché il loro stesso piacere sessuale è mutilato. Il maschilismo immagina che scopare sia un bisogno naturaleuno sfogo necessario – dell`uomo, che al bisogno le donne vadano, con le buone o le cattive, adibite, e che l`eventualità che partecipino del piacere sessuale ne sveli la depravazione, magari nello stupro: “Gode, la troia”. Rispetto allo schema miserabile, le cose vanno più o meno avanti, e a volte tornano indietro, come quando si dà la caccia a un evaso. Evadono le donne, e uomini danno loro la caccia per riportarle dentro, o farle fuori. Da noi la caccia è vietata: a chi non ce la fa proprio, non resiste all`eventualità che la “sua” donna diventi di un altro, o anche soltanto decida di non essere più “sua”, resta il bracconaggio. Botte, minacce, coltellate di frodo. Una questione maschile.
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E la Ghizzoni riprende e rilancia …
http://www.manuelaghizzoni.it/2013/11/22/uomini-la-questione-maschile-di-adriano-sofri/
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Da bravo Pappagallus quale sono,
riallacciandomi a quanto sopra (anche se indirettamente) vi riservo alcune mie riflessioni stile Piero Angela.
Riflessioni inerenti Natura e Cultura, in sostanza.
In linea di massima e`sentire comune che nello Stato di Natura vi sia una prevalenza, una dominanza del genere maschile in quasi tutti gli animali – per lo meno quelli a riproduzione sessuata.
Non ho fonti da citare, e mi limito a scrivere in maniera giornalistica al riguardo, non scientifica.
Diverse femministe si scagliano contro questo assunto, quello della naturale dominanza maschile, e in questo cercano di rinnegare la Natura: “noi siamo umani, dobbiamo essere evoluti”.
Altre femministe, perche`ovviamente il femminismo e`tutto e il contrario di tutto purche`si dia ragione da solo, dicono il contrario.
Non sarebbero i maschi a dominare. Guardate le api, le formiche…! La natura e`femmina, le femmine devono di necessita`dominare. La Natura vince!
Tutto e il contrario di tutto.
Prima o poi qualcuno, se gia`non lo ha fatto, produrra`studi al riguardo, con cifre e percentuali.
Io mi limito a riportare quanto osservo grossolanamente dal minuscolo e limitato osservatorio della mia persona.
Dando una veloce occhiata alla maggior parte del mondo animale, si nota come il mito del (brutale e oppressivo) dominio maschile sia, appunto, tale. Un mito. Una fanfaluca.
Molte specie (tra quelle sessuate, ovviamente) registrano una netta dominanza della femmina sula maschio. E mi sorge il dubbio che probabilmente siano la maggioranza. Gli insetti sociali, quali formiche, api, vespe, termiti. Numerosi artropodi: mantidi e vedove nere, ad esempio. Vermi di varie specie. Numerose specie di pesci: un esempio “cinematografico” ne e`lo Squalo bianco. E poi, ad esempio, diverse specie di uccelli: i falaropi, i pappagalli ecletti, quasi tutti i rapaci, sia notturni che diurni. Tra i primati, i bonobo.
Tutte specie in cui i maschi sono decisamente subordinati.
Passiamo alle specie in cui “domina”, si dice, il “maschio”.
Gli esempi piu`tipici, alla Quark, appunto, sono i soliti: i leoni, i gorilla…
se analizziamo la questione con uno sguardo un po`piu`attento dello spettatore medio di televisione, ci rendiamo conto di un fatto.
Anche nelle specie dove i maschi sono tanto piu`grossi e forti, come nei leoni, non sarei cosi`sicuro, come anche dicevo altrove, della dominanza maschile.
Sottoposti a una pressione selettiva estenuante, i maschi di leone, gorilla, starna, gallo cedrone e pesce combatttente sono sempre li`, a lottare sull`orlo del baratro. Per uno che “ce la fa” ad avere un branco di femmine da fecondare, ne muoiono decine, da bravi subalterni, perche`magari nemmeno arrivano a maturita`, nemmeno riescono ad arrivare ad avere il branco di leonesse che cacciano per loro; o il gruppetto di pernici da fecondare e che ti danno quegli occhi in piu`per vedere se arriva il falco, se arriva la volpe argentata.
Apparentemente, il leone maschio, re della savana, fa paura. Fa la voce grossa sulla preda, fa impressione: le leonesse si spostano e lo fanno mangiare. Se volessero lo farebbero a pezzi. Ma hanno tanto bisogno del suo sperma, non lo faranno mai: e tanto, protette dal branco, nessuna mai fara`davvero la fame, a meno di carestie devastanti che ad ogni buon conto falceranno via sempre, per primi, i leoncini, e poi i poveri maschi giovani e sbrancati, riuniti in esili gruppetti di scalognati persi nella savana.
E dubito profondamente che lo stesso, invece, accada in quelle specie dove la dominanza femminile e`invece netta e spudorata, come nelle mantidi, nelle vedove nere, nei falchi pellegrini. Li`le femmine dominano e campano pure di piu` e meglio. Come nella specie umana, del resto.
Come la giri la giri, anche in natura i maschi sono delle suppellettili femminili. Non contano, non esistono, altro che re dalla savana. Il leone, al limite, e `un direttore di filiale a tempo determinato. E appena arriva il giovine prestante, ben aizzato dai calori femminili, il vecchio capobranco, spodestato, non va in onorevole pensione, ma crepa di artrite e di fame dopo aver fatto fuori qualche capra rachitica del villaggio Masai piu`vicino. E mai e poi mai le leonesse difendono, mi risulta, il vecchio e in fin dei conti eroico capobranco spodestato. Anzi, sono ben contente di farsi scannare a morsi dal giovin signore “neoeletto” i leoncini figli del vecchio capo. E si fanno montare e ingravidare subito, coi corpicini dei figli ancora fumanti. E con le budella sparpagliate in giro.
Sarei curioso, sarei davvero curioso che qualcuno producesse ed esibisse le percentuali di tutto questo: quanti leoni, quanti gorilla maschi arrivano alla maturita`? Quante femmine? Chi e`il vero dominatore, in natura?
Ovviamente le sostenitrici del femminismo della differenza, ma anche le altre, correranno a sbrodolare le loro sentenze. “Lo vedi? Anche in natura si comanda noi”.
No, mie care. Noi uomini ci siamo elevati dallo stato ferino proprio perche`allo stato di natura, cosi`com`era diecimila anni fa, dicemmo no. Pur vero che abbiamo esagerato e abbiamo problemi di surriscaldamento del clima e quant`altro, ma a diecimila anni fa, al paleolitico, quando anche noi ci si comportava solo ed esclusivamente come le bestie, non cri vogliamo tornare. Eppure, invece, guarda caso ci torniamo ora. In tempi di Policamente corretto; e di liberismo sfrenato. Piramidi sociali verticali con qualche maschio falsamente al comando e una pletora di femmine attorno: libere, dicono loro di se`stesse. Arroganti e dominatrici, dico io. Proprio come le leonesse, tengono a raglio i maschi non al vertice lasciandoli crepare nella savana, e lambiscono i padroni del vapore di cui in realta`sono in completo controllo. Sarei curioso di vederle davvero, quelle percentuali. Ma sono convinto di una cosa: mi direbbero quello che gia`so. Che il femminismo, se lasciato fare, riproduce la parte peggiore della natura, la parte meno umana, quella iperselettiva e bestiale. E guarda caso, si sposa cosi`incredibilmente bene con liberismo sfrenato. Chissa`perche`. I maschi non contano nulla, come singoli e soprattutto come gnere, in percentuale statistica. Se cosi`non fosse, sul Titanic sarebbe stata una gara a chi affogava piu`donne. Cosi`non fu, ma le eroine alla Terragni ancora osano tacciarci di revisionismo.
Noi maschi non esisitiamo, non contiamo, siamo solo appendici di tutto cio`che e`femmina. Da sempre. E siamo noi a doverci ribellare e a dovere spezzare le catene che ci rendono schiavi e burattini. Di un sistema inumano prima, e delle femmine umane poi. Noi dobbiamo emanciparci, non le donne. Noi.
Pappagallus naturalis(Quota) (Replica)
Sofri, Serra, Recalcati e altri cadaveri bolliti come loro sono moralizzatori che predicano “ricordati che devi morire, peccatore” ma non con il coraggio dei monaci medievali, che rischiavano seriamente di finire torturati e bruciati; loro non soffrono mai per le loro parole, fanno soffrire gli altri. Lo dicono sottintendendo “perché io so’ io e tu non sei un cazzo”. Sono affascinati dal dramma cosmico, dal crollo della morale, dallo sfacelo umano, praticamente sono loro la Contessa di Pietrangeli: si trovano davanti alla paginetta di Repubblica e dicono “dove andvemo a finive, signova mia”. Vedono miseria, degrado e ottusità in tutti e fingono di soffrire per questo. In realtà sono molto compiaciuti della loro correttezza e rispondenza ai tempi che corrono. Sembrano quei democristiani che negli anni ’50 tuonavano contro il neorealismo. Anzi, lo sono. Sono quelli che Gaber definiva cannibali e necrofili. Però sbagliava a chiamare così solo i giornalisti.
Marco Pensante(Quota) (Replica)
“La violenza contro donne è un problema degli uomini”. Come agire su ‘lato oscuro’
Nel nuovo saggio edito da Ediesse tre studiose hanno fatto il punto sulle esperienze d’avanguardia rivolte al genere maschile in Italia, mettendole a confronto con quelle del resto del mondo. Il risultato è una mappatura, la prima di questo tipo, delle azioni e degli interventi a loro dedicati in ambito privato e pubblico
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Un altro libro destinato a finire come quello di Iacona: a 2 € sulle bancarelle dell’usato.
Intanto paghiamo noi (ministero pari opportunità).
Il mio commento:
Va bene signore mie. Va bene.
L’abbiamo capito. Siete dalla parte del sistema. E il sistema vi foraggia. E si capisce bene il perchè.
Il vostro teorema della violenza come sola esclusiva maschile è perfettamente funzionale ai padroni del vapore. Che non a caso vi sponsorizza a livello internazionale e nazionale. Dal loro punto di vista si tratta dell’uovo di colombo: dividere e indebolire in base al sesso. Cooptando chi, uomo o donna, si presta al gioco
State attente/attenti però. La storia non finisce. La storia va avanti. E in un domani, vicino o lontano non lo so, potrebbe chiedervene conto.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia,
Strano ti abbiano pubblicato…
Pappagallus savannah(Quota) (Replica)
E la chiamano medicina di genere…..
Bollini rosa per ospedali a misura di donna
Premiate 230 strutture. La Lombardia è la regione più virtuosa. La lista delle regioni italiane con i centri consigliati dall’Osservatorio nazionale della salute della donna. Ora l’obiettivo è di trasformare questo riconoscimento in una certificazione
continua …..
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
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Immagino cosa accadrebbe se esistessero i bollini blu per ospedali a misura di uomo… E’ veramente stupefacente che ancora oggi i mass media seguitino a descrivere quella italiana come una società patriarcale e maschilista, giacché i fatti dimostrano il contrario.
Fabio C.(Quota) (Replica)
http://www.ilgiornale.it/news/interni/parenti-volo-boldrini-permesso-mastella-no-976294.html
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Parenti in volo? Alla Boldrini è permesso, a Mastella no
Vittorio Feltri – Lun, 16/12/2013 – 10:54
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Chi ha una discreta memoria ricorderà lo scandalo che suscitò alcuni anni orsono, ai tempi del secondo governo Romano Prodi (2006-2008), il viaggio di Clemente Mastella, allora ministro della Giustizia, da Roma a Milano.
L’uomo di governo, leader dell’Udeur, considerato indispensabile per tenere in piedi la maggioranza di centrosinistra, aveva diritto ad usufruire dell’aereo di Stato per le sue trasferte istituzionali.
Poiché egli aveva un impegno di lavoro nel capoluogo lombardo, approfittò della circostanza per seguire con il figlio il Gran premio automobilistico (Formula 1) a Monza. E portò con sé sul jet il familiare senza oneri aggiuntivi a carico delle casse pubbliche. Ovvio, il velivolo, che avesse o no a bordo l’erede del ministro, sarebbe comunque decollato da Roma e atterrato a Linate. Per cui Mastella non ebbe alcuna remora a farsi accompagnare dal figlio nella consapevolezza che ciò non avrebbe implicato una spesa extrabudget. Una scelta, la sua, pienamente legittima.
Nonostante ciò, come si venne a sapere che l’ex democristiano aveva ospitato sull’aereo una persona a lui cara, non facente parte del proprio staff, scoppiò una polemica di fuoco, che divampò per giorni e giorni, finché la grana non fu archiviata perché il fatto non fu giudicato scorretto. Dopodiché non se ne parlò più. Ma ancora adesso Mastella è guardato storto per quella vicenda, benché rivelatasi assolutamente regolare. In Italia per rovinarsi la reputazione non è necessario commettere un peccato; basta che i giornali ti accusino di averlo commesso. Una eventuale assoluzione con «formula piena» non è sufficiente a cancellare la macchia nera.
Cosicché sor Clemente, innocente o no, non importa, presenta una reputazione non del tutto pulita. È assurdo, lo so, ma non c’è nulla da fare. Sarà che lui è un vecchio democristiano, sarà che è stato addirittura il braccio destro di Ciriaco De Mita, sarà che non si è mai nettamente schierato a sinistra, gli avversari non gli perdonano nemmeno gli sgarri che non possono essergli attribuiti per manifesta infondatezza delle accuse.
Ben altro trattamento è stato riservato dai media alla presidente della Camera Laura Boldrini. La quale recentemente si è recata in Sud Africa, allo scopo di partecipare alle esequie di Nelson Mandela, insieme con il fidanzato o compagno o come lo volete chiamare. Va da sé che nessuno ha avuto niente da ridire sul fatto che il giovin signore fosse ospite sull’aereo di Stato diretto laggiù, in fondo al Continente nero. Egli non ha pagato un centesimo per volare? Il problema non è stato nemmeno posto, se non da qualche fogliaccio di destra definito «macchina del fango».
La signora Boldrini non è manco stata sfiorata dal sospetto di aver agevolato il moroso, magari pagandogli anche vitto, alloggio e generi di conforto con i soldi degli italiani. Figuriamoci. Può addirittura darsi che sia stato lui a saldare ogni conto della missione. Non è questo il punto. Vorremmo solo sapere perché i giornali progressisti, gli stessi che massacrarono Mastella per la capatina a Milano col suo «bambino», nel caso analogo alla Boldrini non abbiano sprecato una goccia di inchiostro. Perché lei è una donna e può fare ciò che vuole? Fosse così si tratterebbe di sessismo al contrario. Fossimo in Mastella invocheremmo le quote azzurre. Lo strapotere femminile sta diventando intollerabile. O è solo una questione di doppiopesismo paracomunista o paraculo?
Tiziano(Quota) (Replica)
Peccato solo per l’ultima riga di chiusura… Quelli come Feltri (che pure è un uomo intelligente, sia chiaro…) il comunismo ce lo infilano pure quando parlano di cucina…Avrebbe potuto sccrivere “parafemminista” e invece ci ha voluto/dovuto infilare a tutti i costi il comunismo…E va bè…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
E’ un delirio.
http://27esimaora.corriere.it/articolo/le-quote-rosaservono-a-selezionare-i-miglioridonne-e-uomini/
Tiziano(Quota) (Replica)
Tiziano,
sì, è un delirio…lo chiamano “spirito dei tempi”…tutti i giorni, senza nessuna esclusione, campagne pubblicitarie, articoli, inchieste, servizi giornalistici, spot televisivi, sondaggi…è un bombardamento sistematico, senza sosta, adesso se ne sono usciti con quest’altra, l’avete vista? http://espresso.repubblica.it/foto/2013/12/12/galleria/violenza-sulle-donne-la-campagna-shock-1.145988#1
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Chiunque sa perfettamente che è zeppo di ragazzetti, ragazzini, ultras da stadio, buontemponi, burloni e “cazzarelloni” vari che scrivono di tutto sui muri delle città. Provate a pensare se su quel cartellone pubblicitario al posto di una donna ci fosse stato un uomo, secondo voi avrebbero scritto qualcosa di diverso?. Della serie:”Quando cammino per la strada mi piacerebbe…”. La risposta più “delicata” sarebbe:”Prenderlo nel culo”…
Ovviamente, dal momento che il risultato sarà scontato, anche questa ennesima campagna profemale servirà a dimostrare quanto la nostra società sia dominata da un maschilismo gretto, becero, ecc. ecc .
E’ una strategia lucida…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Ma infatti Fabrizio ,non posso che confermare quello che hai scritto ,sembra veramente una campagna studiata a tavolino perchè non credo che siano cosi “ingenui”, solo per dimostrare qualcosa di “orrendo” che c’è nel genere maschile , chi ha scritto quelle frasi avrà si o no 15-16 anni e sono stato largo …ma ,oltre a questo, la sostanza non cambiava se fosse stato un uomo ..va beh dovranno pur giustificare le leggi che fanno contro il femminicidio …
Mauro Recher(Quota) (Replica)
E questo come lo vogliamo catalogare ?
http://www.huffingtonpost.it/gianfranco-mascia/il-problema-siamo-noi-uomini_b_4115006.html
stranamente i commenti sono stati chiusi , mi domando il perchè
Mauro Recher(Quota) (Replica)
@
>
una cultura che spesso vede la donna passare dalla proprietà del padre a quella del compagno/marito,
>
Seriamente: ma questi coglioni di quale epoca e di quale società parlano? Io ho 40 anni e vivo in una piccola città delle Marche, ma di donne mie coetanee (o giù di lì) “proprietà” del padre prima, e del compagno-marito poi, non ne conosco nemmeno una.
Semmai conosco e vedo coppie in cui lui non conta praticamente nulla (almeno il 90% dei casi).
Faccio un esempio apparentemente banale (ma che in verità è molto significativo): quando c’è da fare la riverniciatura di casa – sia che si tratti delle pareti esterne che interne – chi è che decide i colori e tutto il resto? Stando a quello che vedo io da anni, decidono solo ed esclusivamente le donne, gli uomini sono solo esecutori agli ordini delle compagne (conviventi o spose che siano). E per quanto riguarda l’educazione dei figli, chi è che detta le regole? I mariti forse? Devo scompisciarmi dalle risate? E se si divorzia? chi è che viene massacrato in tribunale? Le mogli forse?
Vi confesso una cosa: se avessi qualche anno di meno e un po’ di palle in più, emigrerei in qualche altro paese.
Fabio C.(Quota) (Replica)
Beh, intanto potremmo lanciare una controcampagna per quei cartelloni e…peccato siamo pochi. Si potrebbe scrivere, a corollario di “Quando cammino per strada mi piacerebbe…”
a. Rovinare mio marito disoccupato con l`assegno divorzile
b. Ammazzare di botte un bimbo maschio
c. Fare la vittima sempre e comunque
d.Demonizzare gli uomini anche se faccio i miei comodi
e. Far mangiare il vomito dei bimbi maschi
f. Concedermi senza dignita` ai potenti di turno e umiliare gli sfigati
…e via discorrendo.
Si potrebbe fare, se ci state. Se fossimo tanti e compatti prima o poi quei cartelloni sparirebbero…
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Pappagallus sibiricus,
In effetti questa è l’idea che suggeriva di mettere in pratica il nostro amico Cesare un paio di giorni fa. Io sono d’accordo e lo farò, se ne avrò l’occasione, quando vedrò uno di quei cartelloni.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Grande Cesare allora…alea jacta est.
Peccato non essere fisicamente presente…
avanti verso Berlino!
Fabrizio Marchi:
Pappagallus sibiricus,
In effetti questa è l’idea che suggeriva di mettere in pratica il nostro amico Cesare un paio di giorni fa. Io sono d’accordo e lo farò, se ne avrò l’occasione, quando vedrò uno di quei cartelloni.
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Altra proposta; dopo che scriviamo quanto dovuto, fotografare il cartellone e pubblicarlo su Internet. Un`altra proposta, questa un po`piu`difficile e dispendiosa: quando saremo tanti e forti, e ricchi (ehm…), affiggeremo analoghi cartelloni con la figura di un uomo e lo stesso fumetto.
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Pappagallus sibiricus,
Papp, stimolato dal tuo commento e anche da Cesare ho pubblicato questa mattina un articolo nel merito (Pubblicità Progresso…) anche su FB, naturalmente…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
proposta mia: affiggere manifesti che riportano statistiche tipo “il 97% delle morti sul lavoro sono maschili” per illustrare la reale condizione del genere maschile e controargomentare la retorica femminista sul privilegio maschile. in Canada lo hanno già fatto scatenando controversie come era prevedibile.
fulvio terzapi(Quota) (Replica)
Non sapevo dove metterlo, ma credo che vada bene pure qui
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12/20/attivista-afghana-in-italia-non-lascero-il-mio-paese-solo-le-nazioni-possono-liberarsi/820065/
trovo che sia un articolo abbastanza condivisibile
Mauro Recher(Quota) (Replica)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/01/04/solidarieta-tra-donne-uneredita-da-non-banalizzare/831777/
sottolineo questa perla …..
Se, come già Engels aveva scritto, sono le donne la classe più oppressa, anche la signora Agnelli, se offesa o maltrattata, deve essere sostenuta dalla solidarietà delle altre, a prescindere dalla sua appartenenza alla classe dei padroni
Mauro Recher(Quota) (Replica)
Gender Medicine …..
Sonno, la donna deve dormire più dell’uomo: il cervello di lei lavora più di quello di lui
……..
ROMA Il cervello delle donne deve dormire più tempo di quello dell’uomo. Le femmine, secondo un gruppo di ricercatori della Duke university nella Carolina del Nord, hanno bisogno di recuperare le energie che quotidianamente spendono per la loro capacità di fare molte cose contemporaneamente. Per la loro capacità multitasking.
Secondo lo studio, pubblicato su Science Worl Report” non hanno questi problemi. La mancanza di sonno nelle donne è particolarmente dannosa ed è all’origine di depressioni e repentini cambi di umore. Una delle funzioni più importanti del sonno, infatti, è quella di prmettere al cervello di recuperare energia e autoripararsi.
Perché più si utilizza il cervello durante la giornata e più si ha bisogno di recuperare. Di conseguenza, dormire di più per le donne è una necessità.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia,
Altri scienziatoidi da operetta che ci propinano la loro
merda pseudoparascientifica. Altri idioti di sistema che si dovrebbero dimettere e cedere il posto alle loro cerebralmente iperattive colleghe. IDIOTI.
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
“il cervello di lei lavora più di quello di lui”.
Se tutto questo lavorìo cerebrale avesse prodotto stupefacenti progressi scientifici o nel benessere delle popolazioni, allora sarebbe un conto. Ma siccome così non è, vuol dire solo che fanno molta più fatica a pensare.
Marco Pensante(Quota) (Replica)