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Questi che pubblichiamo di seguito, sono una serie di video mandati in onda su network nazionali, relativi alla condizione degli uomini e dei padri separati.
Il fenomeno ha ormai assunto dimensioni talmente vaste e drammatiche che, anche volendo, non può più essere occultato. Da qui l’attenzione di alcuni media a questa tragedia sociale e di genere, che naturalmente viene affrontata,come quella dei morti maschi sul lavoro, solo per il primo aspetto.
Si ritiene quindi che non ci siano le condizioni per poter affrontare anche il secondo, quello di genere, che a nostro parere non può essere separato dal primo. Noi siamo infatti convinti che sia impossibile e soprattutto profondamente errato e depistante scindere i due aspetti e che sia giunta l’ora di affrontare la vicenda nella sua interezza.
La Questione maschile è nello stesso tempo una questione di genere e di classe. E’ ora di dirlo forte e chiaro, senza timori nè tentennamenti.
295 Commenti
Grande uomo, nello scegliere -per il bene del figlio- di non tentare la punizione per via giudiziaria di una persona siffatta.
Ma è possibile che false accuse di questa gravità non siano perseguibili d’ufficio?
PS la questione dei media mainstream andrebbe approfondita sistematicamente. Lasciando perdere le fiction italiane e restringendoci alle produzioni televisive USA, ho l’impressione che personaggi femminili realistici (cioè umanamente limitati come tutti noi, se non pesantemente difettosi) siano presenti soltanto in ambiti “ristretti”, cioè serie tipo I Soprano o Mad Men. Il mainstream è ispirato a un matriarcato grottesco e, in particolare, i polizieschi sono ampiamente giustificazionisti quando presentano assassine di sesso femminile, con trame in genere inverosimili.
Qualcuno avrà studiato la questione dal punto di vista QM, spero.
Stefano(Quota) (Replica)
L’ex moglie non gli fa vedere la bambina: si getta nel fiume Roya a Ventimiglia, ma viene salvato da alcuni operai
Dopo tre mesi di tira e molla con la moglie che non gli faceva vedere la bambina ha deciso di farla finita. Così, questa mattina, Angelo P., 50enne di Ventimiglia, in preda alla disperazione si è gettato nel fiume all’altezza dell’Autoporto della città di confine .
Sono stati gli operai che stavano lavorando sul greto del Roja ad accorgersi di quanto stava accadendo e sono intervenuti per portarlo in salvo. Tranquillizzato dagli operai, che l’hanno successivamente invitato a prendere una bevanda calda al bar, l’uomo si è convinto e ha raccontato loro le vicissitudini degli ultimi mesi.
Da circa 3-4 mesi si era separato con la moglie sudamericana che, pare, stando al resoconto fornito dall’uomo ai carabinieri, non gli avrebbe più fatto vedere la bambina. La depressione l’ha portato questa mattina a compiere il gesto disperato, fortunatamente senza gravi ripercussioni. All’arrivo dei soccorritori, i medici del 118 lo hanno visitato e trasportato in ospedale. A rilevare l’accaduto i carabinieri di Ventimiglia.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
La disoccupazione da crisi è un fenomeno che colpisce soltanto gli uomini. Per le donne la crisi non esiste in termini occupazionali. Negli ultimi cinque anni infatti, secondo l’Istat, ci sono circa duecentomila occupate in più mentre dall’altra parte circa settecentomila occupati in meno. C’è da dire che il dato non tiene conto dell’influenza data dal cambiamento dell’età pensionistica femminile, che però da sola non pare bastare a giustificare la forbice.
Mara Carfagna sostiene che ciò sia merito delle politiche a favore dell’occupazione femminile e io non credo che sia vero, nel senso che spero non sia vero. Perché se è vero che la ridotta occupazione femminile è dovuta a scelte governative allora dovrebbe essere vero anche il contrario, cioè che la maggior disoccupazione maschile ha le stesse origini e di conseguenza, che lo Stato lavora per un’apartheid di genere.
Quello che penso da anni in realtà è molto peggio, e cioiè che lo stesso regime di discriminazione e indifferenza che vige nei confronti dei padri separati lo si voglia estendere a tutti gli ambiti della vita civile, ma non solo tramite l’adozione di leggi e normative, bensì mediante la sostituzione dei valori comuni storici con l’american life style all’italiana, che da noi produce in termini demografici la perdita equivalente di una città di duecentocinquantamila abitanti all’anno, fenomeno la cui gravità viene demagogicamente ammortizzata dal dato relativo all’immigrazione. Il governo mondiale tecnocratico di cui quello Monti è stato mandatario nazionale, sostiene che la crisi economica è un’opportunità; se fate il paio con l’esclusione del ministro Fornero degli uomini dalle agevolazioni per le neo-assunzioni, con l’indifferenza rispetto ai padri separati anzi con l’ostracismo nei confronti delle loro istanze e tutta una serie di demagogiche paccottiglie moralistiche di contorno, e confrontate questo tipo di politiche col dato occupazionale reale, vi accorgerete come non può non esistere un disegno globale di alterazione tecnocratica delle relazioni umane. Da un lato gli uomini sono stati pregati di modificare sé stessi facendosi carico delle incombenze domestiche, dall’altro le donne non sono entrate nei cantieri e nelle mansioni più produttive del mondo lavorativo; a quel punto è bastato pilotare una crisi economico-finanziaria che ha affamato in primo luogo proprio le attività maggiormente produttive, per attaccare violentemente il gruppo sociale maschile, che è uno dei principali obiettivi di ingegneria sociale del soft-power mondialista sesso-razzista.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Credo sia da segnalare questa sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo (il documento è in francese ma lo capisco persino io … :yes: ) e qualche commento italiano:
Italia condannata: non garantisce i diritti del padre separato. Servizi sociali fallimentari
Condanna di Strasburgo: l’Italia non garantisce i padri separati
Tutto questo mentre alla 27a ora (titoli in home, ecchecazzo … la stessa home dove non si trovava traccia della notizia sulla Corte) erano a discutere di questo e di questo.
Inutile dire che sulle home dei maggiori quotidiani la notizia non è passata o se lo ha fatto è stata più veloce di un Concorde.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Ritrovo la notizia sul Sole
Padri separati: la Corte Ue diventa l’ultima spiaggia. Si rischia il boom di cause
..
Viene chiamato in causa “lo Stato”: la colpa dunque sarebbe delle istituzioni.
Io invece mi chiedo: come imporre alla madre il rispetto della legge e se non della legge almeno delle sentenze?
Con sanzioni economiche? A carico di chi, in definitiva?
Con il carcere? Ma se a stento vanno in prigione nel caso di infantidici…
Con una controlimitazione del tempo-figli? Figuriamoci…
Dare la colpa allo Stato significa glissare, evitare di chiedersi da dove provengano le forze che impongono …l’impotenza pubblica in qs casi e l’onnipotenza pubblica in tanti casi speculari.
RDV
rino(Quota) (Replica)
Il maresciallo Fabrizio Adornato: “Io, padre separato, pronto a morire per vedere mia figlia” (VIDEO)
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Segnalo, in un apparente OT, che la legge sul matrimonio fra persone di egual sesso in corso di approvazione in Francia rappresenta un catastrofico precedente giuridico e politico nel quale uno Stato interviene a modificare radicalmente una istituzione sociale preesistente agli Stati e al diritto positivo.
Ricordo che ogni legge ha un contenuto (una massima di diritto) e una forma (la coercizione a mezzo violenza legale).
Se si può decretare per mezzo di una maggioranza parlamentare una cosa come questa, si può decretare letteralmente tutto, anche che un padre non sia più un padre, una madre una madre, etc.
Faccio rilevare che la cosa sarebbe altrettanto grave a parti rovesciate, cioè se in una società di omosessuali una maggioranza parlamentare decretasse che il matrimonio è esclusivamente fra uomo e donna.
Meditate, gente, meditate. Questa è tirannia bella e buona (per la precisione, tirannia ab esercitio, nella distinzione di Carl Schmitt).
Roberto Buffagni(Quota) (Replica)
Altro punto focale, quello del diritto positivo. La questione si può porre in termini semplici e comprensibili a tutti.
E’ legittimo che lo stato deliberi qualsiasi cosa su qualsiasi argomento, oppure esistono limiti al diritto positivo nel diritto naturale?
La questione si pone per qualsiasi Stato, anche per quello democratico perchè da questo punto di vista non esiste differenza fra il sovrano ab-soluto, il dittatore di un regime poliziesco, o una maggioranza che deliberi rispettando scrupolasamente tutte le procedure democratiche. Se cioè si ritiene che il diritto positivo debba avere un limite, non rispettarlo produce un vulnus in qualsiasi modo avvenga, anche se a maggioranza. Nessuna maggioranza infatti avrebbe il potere di ledere quel dirittto naturale. Quindi anch’essa sarebbe, appunto, tirannica come il sovrano o il dittatore.
armando
armando(Quota) (Replica)
Per precisare, il sovrano non è un tiranno. In democrazia, in teoria il sovrano è il popolo. Quanto al dittatore, egli può esserlo proprio per restaurare il diritto (v. De Gaulle alla fine della II GM):
Roberto Buffagni(Quota) (Replica)
Sia io che Fabrizio (ma anche Rita) siamo iscritti al gruppo di FB del movimento femminile per la parità genitoriale.
Il link che segue riguarda l’assurda situazione di un padre vessato da giustizia e “servizi sociali”. http://www.facebook.com/groups/donnecontro/permalink/541154495915503/
Per chi non è iscritto a facebook ed al gruppo movimento femminile per la parità genitoriale lo riporto di seguito per esteso.
Una piccola preghiera (laica ovviamente). Leggendo vi renderete conto dell’assurda condizione in cui si trova quest’uomo. Cerchiamo di aiutarlo come possiamo. Anche solo con un piccolo messaggio di solidarietà (Il suo indirizzo e-mail è in calce).
In questi casi anche solo sentire un pò di calore umano vuol dire tanto.
………….
Roberto Castelli
Mi autorizza alla pubblicazione e io lo faccio:
Accuso
assistente sociale Bruna Fiorini
assistente sociale Paola Paravani
giudice Angela Rivellese
Mi chiamo Carlo Battuello, sono di Torino.
Ho un lavoro fisso non mi sono mai drogato, non sono alcolizzato e non sono un delinquente. Ho una casa adeguata al 4° ed ultimo piano con ascensore, 2 balconi tutto recintato con panchine e tanto verde.
Mio figlio è nato il 9 Agosto 2011 a Roma.
Per motivi di lavoro non potei essere presente al parto. Il 18 agosto scesi a Roma dove trovai un MURO di gomma sia da parte dei servizi sociali di civiitavecchia che dalla famiglia della mia fidanzata, che già prima non mi hanno mai accettato.
Mi facevano tenere il bambino di 1 mese tutta la giornata seduto sul ballatoio quando uscivo con lui ero seguito a distanza da tutta la famiglia che, sotto direttive della signora Paola Paravani assistente sociale, gli aveva detto di seguirmi x paura di una mia fuga con il bimbo senza neanche conoscermi.
Il 28 agosto 2011 incontrai la signora Paravani che mi diceva “il bambino è vostro. Quando sarà più grande potete andare a Torino” anche se tutti i giorni ero minacciato dalla famiglia che dicevano “il bambino resta qui tu non lo porterai mai a Torino” e una sorella americana mi disse “il bambino me lo prendo io e me lo porto in America”. Dopo 6 giorni che ero ripartito per Torino intervenne la signora Bruna Fiorini assistente sociale dei minori, altro MURO ancora piu spesso, che prelevò mio figlio e la mia fidanzata e li ha condotti in una casa famiglia a monte romano impedendo a me la visita e il riconoscimento del bimbo dicendomi “vada in tribunale e dimostri quello che gli ho detto se ne e capace”.
Dopo 2 mesi , mi concesse di vederlo un ora al giorno. Pensate… arrivo da Torino devo pagarmi albergo e ristorante per 3 giorni e devo vedere mio figlio un ora al giorno! Poi ho riconosciuto mio figlio e in attesa dell’approvazione di un giudice andavo avanti e indietro 1 volta al mese con un costo minimo di almeno 400 euro al mese.
Fui chiamato in udienza per l’affidamento dal tribunale dei minori di Roma dalla signora Angela Rivellese per il 24 gennaio 2012, altro MURO sempre piu spesso, la quale appena entrato mi diceva “ne lei ne la sua fidanzata avrete mai vostro figlio”. Grazie anche alle calunnie e diffamazioni che o ricevuto dalla famiglia della mia fidanzata e inoltre dichiarava che mio figlio sarà affidato a mia cognata che, come ho detto, risiede e vive in America cosi non lo vedrò più Tutto cio mi sembra un piano prestabilito come mi avevano detto dall’inizio.
Mi hanno tolto mio figlio senza fare accertamenti a Torino e pensare che la signora Rivellese va in TV a La vita in Diretta a dire “se avete problemi venite a Roma che vi aiutiamo noi”. Belle parole ricche di menzogne. Se volessi diventare padre un’altra volta devo chiedere il permesso alla signora rivellese? Non verro mai più a Roma e scriverò comunicati stampa contro tutta Roma e intanto ora il mio bambino è in casa famiglia la valle dei fiori la da solo con gente estranea non si può neanche telefonare per avere notizie. me lo fanno vedere un’ora al mese non vogliono che gli faccio foto non vogliono darmi le foto che gli fanno loro quando entro nella casa sono sorvegliato a vista da una guardia armata (di cui allego foto) che mi sequestra i telefonini non posso permettermi un buon avvocato x che da torino a roma ci vorrebbe un 6 al super enalotto mi hanno assegnato un avvocato d’ufficio che però mi a già detto che in tribunale sono tutti amici e sarà dura portarlo a torino x che non si mettono uno contro l’altro a meno che non comincio a pagare
Spero che qualcuno legga questa lettera e si speri a far luce su questa vicenda perché mio figlio non l’ho mai abbandonato e lotterò fino alla morte per riaverlo.
Battuello Carlo
e-mail: bat6662011@libero.it
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Situazioni come queste (ahimè assai numerose), a torto o a ragione evocano uno degli incubi peggiori, quello di una giustizia che invece della bilancia ha per simbolo, un organo sessuale, quello femminile. A mio parere è opportuno che tutte le donne e le donne che parlano a nome delle donne ci riflettano bene a sottovalutare il rischio che si consolidi questa percezione non solo nei tribunali ma in ogni ambito della vita:è, in generale, il drammatico rischio intrinseco al femminismo. Ci pensino bene dunque perchè si tratta di assumersi la responsabilità di far saltare la fondamentale conquista della civiltà umana che è il concetto di persona (e già lo hanno fatto saltare a proposito della persona del concepito ridotto a grumo di cellule).
cesare(Quota) (Replica)
Uno dei tanti “fuochi” che stanno contribuendo all’incendio di una civiltà:
http://notizie.tiscali.it/articoli/cronaca/13/02/19/uomo-fuoco-tribunale-cagliari-123.html
cesare(Quota) (Replica)
cesare,
Riferito all’articolo che hai postato: ci sono commenti razzisti, oltre che antimaschili… Sempre pronta al linciaggio e alla guerra questa umanità.
Leonardo(Quota) (Replica)
Diritto sessuato: due sentenze a confronto – da Genitori sottratti
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
No comment
http://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/1196527/Ruba-lo-sperma-al-suo-ex–E-lui-va-a-denunciarla.html
cesare(Quota) (Replica)
Il bimbo conteso dai genitori che adesso vive sotto assedio.
Affidato al padre. La mamma piantona la casa di accoglienza
PADOVA – Guai a te se esci. Guai a te se lo tocchi. Papà Michele che un po’ si sente un angelo salvatore e l’altra mattina arriva alla solita casa d’accoglienza, una quieta villetta di tre piani in una zona tranquilla di Padova, pronto a prendere il suo Leonardo per portarselo fuori. Mamma Ombretta che nell’ombra non ci vuole stare e sempre armata di videofonino, oltre che del robusto aiuto dell’anziano padre, si piazza sulla strada sterrata, ben decisa a evitare che l’ugualmente suo Leonardo se ne vada. «Eccoli! Fermo! Non puoi uscire con lui!…». Il papà che afferra il figlio e scappa dentro. La mamma e il suocero che li inseguono fino alla porta vetrata. Urla. Spinte. Qualche pugno. La serratura che scatta. E la rissa da ballatoio dei Roses padovani, lunga quanto gli 11 anni del loro bambino, che si trasforma in una guerra col ponte levatoio: Michele barricato nella casa due giorni e due notti, Ombretta e i suoi parenti che si danno il turno a piantonare davanti e tutt’intorno, dormendo in macchina e organizzandosi per i pasti e i bisognini, perché il nemico non trovi un sotterfugio e scappi con la preda d’amore.
Ci mancava l’assedio, nella vita impossibile di questo Leonardo che è diventato il più famoso (video) ritratto di famiglia in un inferno. Lo ricorderete, il bambino conteso che in ottobre scioccò un bel po’ di mondo, in quei tre minuti che lo mostravano scalciante e disperato («zia aiutami!») mentre i grandi lo trascinavano via dalla sua scuola. Oggi il caso finirà per la terza volta davanti ai giudici (di Cassazione) che dovranno stabilire: lasciarlo in quella casa d’accoglienza, dove fu portato dopo il blitz che indignò i tribunali tv dei talk-show, affidato al padre e ad assistenti sociali che possano «resettarlo» nell’affetto «dopo anni in cui è stato cresciuto nel risentimento»? Oppure accogliere il ricorso della madre – «è una privazione inaccettabile, mio papà e mia sorella non l’hanno potuto abbracciare neanche a Natale» -, che per i giudici ha quasi plagiato Leonardo e perciò lo può vedere solo tre volte la settimana, non più di due ore?
L’attesa, i Roses la ingannano come sanno. Dice lei: «Mi sono appostata fuori perché il padre voleva portarselo a casa a dormire. L’ha già fatto almeno sette volte, e invece il tribunale è stato chiaro: ha l’affidamento, non la custodia. Leonardo deve dormire nella casa d’accoglienza. Lì dentro sta bene, ma se va dal padre so che sta male. Io sono tranquilla: il vicequestore m’ha detto di rivolgermi a lui, se ci riprovano a violare le disposizioni». Dice lui: «Volevo solo portarlo a prendere un gelato, com’è mio diritto. Invece lei e mio suocero mi hanno inseguito, minacciato, provato ad aggredirmi. Mio figlio mi negava, per colpa dell’ambiente in cui viveva, dopo questi mesi d’affido mi butta le braccia al collo. Questo è l’ennesimo atteggiamento scellerato della madre: se ci riprova, a impedirmi d’uscire con Leonardo, dovrò chiedere la protezione delle forze dell’ordine». Prigioniero di due strani amori che si odiano e lo soffocano, il Leonardo conteso stavolta non ha avuto nemmeno la forza di gridare. Assediato, ammutolito, gli occhi bassi. I suoi nuovi amichetti della comunità, allibiti quanto lui. I bambini ci guardano, si dice. A volte però non ce la fanno.
Francesco Battistini
06 marzo 2013 | 24:23
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Ascoltiamo le dichiarazioni allucinanti dell’avvocato della vincitrice, incluse la superba tracotanza e la virulente violenza del tono.
.
Note in polemologia come “ferocia del vincitore”
Rin
http://video.repubblica.it/cronaca/bimbo-conteso-l-avvocato-la-pas-finalmente-fuori-dai-tribunali/123066/121554?ref=&ref=HREC2-1
Rino DV(Quota) (Replica)
Rino DV,
L’aspetto più grave della vicenda non è tanto l’atteggiamento dell’avvocato che è comprensibile, avendo ottenuto una vittoria che gli darà anche una certa notorietà (detto tra noi, gli avvocati sono ovviamente necessari, ma in una gran parte dei casi si tratta individui abietti che pur di portare a casa il risultato sarebbero disposti a tutto), quanto quello dei media che da ieri stanno strombazzando a più non posso, cantando vittoria. Notate anche l’approccio dell’intervistatrice di Repubblica TV che esordisce quasi (e senza il quasi) rallegrandosi della sentenza e chiede all’avvocato testualmente:”Questa sentenza toglie finalmente di mezzo la PAS (Sindrome di Alienazione Parentale) secondo lei…”.
Ora, io non sono un esperto e non posso pronunciarmi non avendo competenza in materia. Però, PAS o non PAS, se un bambino viene allontanato da uno dei due genitori, subendo anche dei pesanti condizionamenti (che spingono spesso il bambino a sviluppare un sentimento negativo nei confronti dell’altro genitore), è evidente che tutto ciò avrà ripercussione dal punto di vista psicologico sul bambino stesso.
Ora, tutto il dibattito si sta concentrando su questa questione della PAS, tra chi la sostiene e chi la nega. Ma a me questo sembra un vicolo cieco e dal momento che le regole alla fin fine vengono dettate da chi tira le fila, non so quanto convenga ai padri separati spingere troppo su questo tasto. Forse sarebbe meglio sostenere ciò che è impossibile negare, e cioè che la privazione (forzata) di un genitore rappresenta comunque un fattore traumatico, in un senso o in un altro, per un bambino. C’è il rischio concreto che la PAS non venga riconosciuta e questo significherebbe di fatto stabilire una volta per tutte che i figli devono comunque essere affidati alla madre, sempre, comunque e dovunque.
E’ ovvio, peraltro, che in questi anni, incalzata dall’iniziativa dei movimenti dei padri separati, la controparte ha cominciato ad organizzarsi e uno dei suoi cavalli di battaglia è proprio la negazione dell’esistenza della PAS.
Come ripeto, non sono un esperto, anzi, non lo sono per nulla, e quindi ciò che scrivo sono solo opinioni in libertà che possono essere smentite da chi giustamente ne sa di più. A naso, diciamo così, non credo che possa essere quella la chiave di volta per ottenere giustizia e vedere riconosciuti i diritti dei padri.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Questo avvocato invece di ingiuriare gli altri mi dovrebbe spiegare perché quel bambino aveva smesso di chiamare il padre “papà”, e solo dopo l’affidamento alla casa famiglia aveva ripreso a farlo. E’ vero forse non si chiama PAS bensì più semplicemente odio materno, perché una madre che ama suo figlio gli insegna ad amare il padre, non a dimenticarlo.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Comunque nelle mie allegre associazioni deliranti, quando sento uno accusare un altro, fuori contesto, di pedofilia, mi viene sempre alla mente l’attacco ultralaicista al clero, cosa che mi induce a collocare questo avvocato nel campo degli agenti dell’autoritarismo matriarcale, che è un dogma laicista (non laico).
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Roberto Micarelli,
A me personalmente dell’attacco al clero non me ne può importare di meno. Ho sempre mal digerito (a dir poco) le burocrazie di partito, figuriamoci quelle ecclesiastiche. Che siano travolte le seconde insieme alle prime. Tanto ce ne saranno sempre delle altre, quindi non preoccupiamoci più di tanto per la loro sorte…
Mi preoccupa invece l’attacco, ancor più perché strisciante, nei confronti di qualsiasi forma di sacralità e/o spiritualità. Questo è davvero un fenomeno allarmante che non ha nulla a che vedere con una sana laicità (anche un credente, così come un ateo, possono essere laici) ma con il tentativo (più che un tentativo direi che è un processo in atto) di distruzione sistematica di qualsiasi istanza che non sia riconducibile al mercato e alla sua ideologia, i cui nuovi capisaldi sono appunto il cosiddetto “laicismo” il “neofemminismo”, lo “scientismo” e il “politicamente corretto”. Venuto meno il vecchio armamentario ideologico e valoriale (Dio, Patria e Famiglia) giudicato ormai inservibile, il sistema si è rifatto il look e anche il “software”.
Capisco e condivido, comunque, l’associazione di idee che hai fatto tra l’avvocato, il matriarcato, l’assalto laicista ecc.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Oggi il sistema, è vero, è laico, scientista e senza
valori che non siano il denaro. Questo estremo squallore, il peggiore della storia, ci ha portati all’ attuale gravissima crisi. Ma quando vuole, se ne ha
bisogno, il sistema ricorre anche alla religione,
come fa ancora oggi nei paesi musulmani.
Aliquis(Quota) (Replica)
—
A me non interessa il clero, interessa la lealtà nello scontro politico e ideologico. Accusare l’avversario strumentalmente di pedofilia o ravanare nel fango per amplificare il senso di alcuni delitti e tentare di farli passare nell’opinione pubblica come rappresentativi di intere categorie, lo trovo immorale sia quando colpisce un prete che quando colpisce un padre, un uomo, un ricercatore o chiunque altro.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
L’epilogo di Cittadella:
Bimbo conteso, madre lo riprende con sé
Papà: «Non so se lo rivedrò più»
………..
Un video, di un padre separato, che in verità non dovrebbe stupirci. Siamo o no un paese maschilista …..
………..
Una (ordinaria?) storia di false accuse:
«Violentata da papà». Sei mesi senza figlia per la terribile bugia
………..
Un Articolo da un sito femminile:
S.O.S PAPÀ SEPARATI
di Alessandra Celentano 19 marzo 2013
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Aliquis,
Il sistema, o meglio, la tendenza oggi principale e predominante al suo interno è quella “laicista”, concetto da non confondere con quello di laicità. Sono due cose ben diverse ed è bene essere chiari su questi punti altrimenti rischiamo di ingenerare confusione in chi ci legge.
Hai ragione, il “sistema” usa anche la religione, l’ha usata per lungo tempo anche e soprattutto in questa nostra parte di mondo quando ha avuto interesse a farlo, nella stessa misura in cui anche la “religione” ha avuto interesse ad allearsi con esso. Certo, quello del rapporto fra Stato e Chiesa è un tema sul quale sono stati scritti migliaia di volumi. Una volta, in occasione di un esame universitario -si trattava proprio di “Storia dei rapporti fra stato e chiesa” – ci misi il naso anche io, anche se in quel caso si trattò prevalentemente di uno studio monografico che verteva sulla relazione fra la Santa Sede e l’URSS e la condizione dei cattolici nei paesi del blocco sovietico. Però, diciamo così, di striscio, ho avuto modo di approfondire l’argomento anche relativamente ad altre epoche e circostanze storiche. Questione molto interessante e complessa. Per uno che abbia la,passione della storia e voglia cimentarsi in tal senso è cacio sui maccheroni…
Oggi le cose sono cambiate nuovamente rispetto alle epoche precedenti. L’alleanza fra Capitale e Chiesa cattolica, come abbiamo detto più volte, sta scricchiolando, per lo meno dal crollo del comunismo in poi. Lo stesso Woityla, feroce anticomunista, disposto ad allearsi anche con il demonio (cosa che ha fatto) pur di distruggere il comunismo o qualsiasi cosa odorasse di socialismo (ricordo che arrivò a benedire pubblicamente il torturatore Pinochet e a sconfessare altrettanto pubblicamente alcuni sacerdoti cattolici membri del governo sandinista del Nicaragua), aveva capito che questo abbraccio rischiava di diventare pericoloso per la Chiesa stessa, ormai in evidente crisi di identità. Ma questa crisi è paradossalmente proprio il risultato del crollo del comunismo e del trionfo del capitalismo assoluto, che non sa più che farsene di una presenza che rischia di diventare ingombrante come quella della Chiesa cattolica e del sistema di valori di cui essa è comunque, per lo meno in linea teorica, portatrice.
Se fossimo dei cinici, poco dotati di sensibilità politica, e anche dei superficiali, verrebbe da dire chi se ne frega, chi è causa del suo mal pianga se stesso. Dal momento però che non lo siamo (abbiamo altri difetti, ma non quelli sopra elencati, per lo meno credo…), è doveroso anche e soprattutto per quelli come noi entrare in una relazione dialettica con il divenire delle cose e quindi, nel caso specifico, con questo immenso universo cristiano e cattolico, con tutte le sue numerose spinte e correnti interne. E chiudere gli occhi, far finta di nulla o restare confinati nel proprio fortilizio, rispetto ad una questione così grande che coinvolge intere moltitudini umane in tutto il pianeta e che potrebbe dar vita a chissà quali evoluzioni della storia, sarebbe da idioti.
p.s. per quanto riguarda i paesi mussulmani, il discorso è ancora diverso. Diciamo che in molti di quei paesi la religione è essa stessa il sistema, o comunque c’è pressoché totale o quasi totale identificazione fra i due, dal momento che alcuni di quegli stati sono stato fondati e organizzati su base confessionale (anche se, per la verità, lo stesso vale anche per Israele che, ovviamente, non è un paese mussulmano…).
Ma a questo punto, le cose si farebbero ancora più complicate e aprire un dibattito sulle società e sui paesi islamici non è cosa da poco…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
—
Ottima sintesi. Si può parlare secondo te di sentimentalità popolare tecnocratica versus teocratica, quindi di laicismo come una specie di razionalismo sedicente?
Del resto l’organizzazione non governativa sorgiva, l’ONU, è di fatto un’autorità morale che si riferisce a una visione antropologica matriarcale, dove l’uomo è marginalizzato, confutando così nella prassi il credo egalitarista su cui si fonda. Evidente analogia, secondo me, con la contraddizione storica tra principio egalitarista cristiano e potere temporale. Questa modernità laicista che si onorifica per aver messo al centro il soggetto, al di sopra del potere, poi in realtà lo riclassifica sessualmente ponendo la madre al di sopra del padre, ricostituendo di fatto la premessa per un potere al di sopra del soggetto. Sembra una truffa planetaria. Questa laicità è sorta oppure è ancora notte fonda?
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Continua a venirmi in mente l’imperialismo descritto da Hobson a inizio novecento, dove solo sostituendo la razza col sesso si ottiene la descrizione esatta dell’imperialismo di oggi.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi,
Si Fabrizio, concordo. E’ interessante la distinzione tra
laicismo e laicità. Lo scientismo capitalista di oggi altro non è, secondo me, che una nuova forma di
fondamentalismo religioso, anche se forse semplifico davvero un pò troppo. In realtà, se il pensiero scientifico fosse davvero applicato tutti ne trarrebbero la conclusione logica che il sistema attuale non funziona. Ma non è così. Mi ha colpito il pensiero
di Einstein, secondo il quale sia gli atei che i religiosi
avevano torto entrambi. Sono comunque questioni davvero complesse.
Aliquis(Quota) (Replica)
Ho una curiosità:
Che cosa ne pensate del movimento
delle femen ucraine?
Da quello che ne capisco, non mi
sembra che il loro femminismo sia
funzionale al sistema attuale, mi sembra
diverso dagli altri femminismi. O sbaglio?
Aliquis(Quota) (Replica)
Aliquis,
Nell’ambito dell’articolo “sulla mercificazione del corpo delle donne”, c’è un recentissimo commento di Cesare che personalmente condivido in toto proprio sulla vicenda delle “Femen”.
Lo trovi nello spazio delle “lettere”, alla seconda pagina, mi pare…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi,
Ho letto velocemente l’ articolo e ho capito la vostra
opinione. Io ho dei dubbi ma in fondo non è una
questione importante. Per quanto riguarda invece
la Storia, che mi ha sempre affascinato (pur non avendo studiato per mie difficoltà intrinseche di
altro tipo; io sono un “homo senza lettere”) ho
l’ impressione che l’ epoca attuale di decadenza,
successiva alla caduta del Muro di Berlino,
assomigli alla crisi del mondo greco dopo la caduta
delle Mura di Atene (404 a.c.). Anche allora, come oggi, non c’erano più valori.
Aliquis(Quota) (Replica)
Aliquis,
Assolutamente d’accordo, Aliquis, il laicismo e lo scientismo sono le versioni moderne o postmoderne del fondamentalismo religioso e di conseguenza rappresentano, per definizione, un ostacolo alla ricerca del “vero”. Ciò è confermato dall’arroganza e dall’assertività con cui queste ideologie, perché di questo si tratta, si propongono e si impongono. La pretesa di essere le sole depositarie della “verità”, di godere di uno status a parte, la presunzione di essere al riparo dal dibattito pubblico e dalla politica, quando sappiamo bene che oggi proprio la scienza e la tecnica sono di fatto identificate con il capitale e il mercato, di stare “sopra” tutto il resto del mondo.
Se ci pensi è esattamente lo stesso identico atteggiamento che ha avuto e che ha il fondamentalismo religioso in ogni epoca e in ogni contesto.
E d’altro canto è lo stesso atteggiamento arrogante e assertivo delle altre forme ideologiche che caratterizzano la nostra epoca: Il capitalismo “sive natura” (cioè come dimensione ontologica e naturale dell’umano), il neofemminismo e il “politicamente corretto”.
Contro queste derive ideologiche potenzialmente e intrinsecamente totalitarie è necessario rilanciare appunto i valori della laicità, della libertà e della democrazia. Niente e nessuno può e deve sottrarsi al pubblico dibattito (non mi riferisco, ovviamente alla vita privata dei singoli individui che deve anzi essere tutelata…), alla trasparenza, alla “polis” e soprattutto niente e nessuno deve considerarsi “al di sopra “ del dibattito democratico. Niente e nessuno può e deve pensare di godere di una “libertà” illimitata, cioè di un potere illimitato. Oggi viviamo nella società del desiderio illimitato (tradotto: consumo e accumulazione di ricchezza illimitati, e quindi di potere…) e tutto ciò viene spacciato artificiosamente per “libertà”. Ma non è affatto così, il concetto di illimitatezza è in realtà profondamente illiberale e antidemocratico, come saggiamente spiegavano i greci classici, è volontà di potenza camuffata per libertà. Il concetto di limite, spiegavano sempre i grandi pensatori greci classici (Socrate, Platone, Aristotele, e snon solo…), dai quali non si smetterà mai di imparare, è ciò che delimita l’illimitato ed è il solo che può garantire libertà e democrazia.
Il nostro è invece il mondo del desiderio potenzialmente illimitato, che resta e deve restare frustrato per i più, proprio per poter continuare ad autoriprodursi. Un meccanismo perverso che costituisce la struttura portante, direi una vera e prpria pompa di alimentazione della nostra società.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Aliquis,
verissimo, paragone azzeccatissimo da un certo punto di vista, se osserviamo la realtà nella sua totalità, al di là del fatto, naturalmente, che tra le polis greche e l’URSS non c’è nessun punto di contatto.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Condivido tutto in toto.
Fabrizio, se non sbaglio hai citato Spinoza?
Il suo motto era “Deus sive natura”. Io mi sento
uno spinoziano. Si, bisogna avere trasparenza e
dibattito, tranne che sulla vita privata. Coniugare
collettivismo e diritti individuali. L’ umanità non c’è
mai riuscita.
Fabrizio, ti ho scritto privatamente ma voglio che tu
sappia che puoi ignorare la mia missiva.
Saluti.
Aliquis(Quota) (Replica)
Aliquis,
Sì, ho parafrasato Spinoza…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Bah … inutile aspettare. Tanto son sicuro che la carissima Somma, politically-correct-femminist quanto altre mai non lo farà passare. Ed allora lo riporto su UB (dove son sicuro la medesima verrà a sbirciare … ).
Di cosa parlo?
Di un mio commento a questo suo post: Sindrome di alienazione parentale: la Cassazione dice no
Eccolo:
…………………….
Per i fatti di Cittadella la Cassazione se ne uscita con la sentenza riportata dalla sig.ra Somma.
La stessa Cassazione (presumo una diversa sezione) l’8 marzo con la sentenza n. 5847 (vedi link: http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2013-03-08/perde-affidamento-padre-parla-183702.shtml?uuid=AbFWMHcH ) ha sfornato una sentenza in cui utilizza la PAS per sottrarre i figli al genitore alienante che manco a farlo apposta è il padre.
Ora, premettendo che il sottoscritto non vuole dare giudizi tranchant su fatti singoli a noi in fin dei conti conosciuti solo attraverso racconti mediati, ma ripeto, il sottoscritto che idea deve farsi dal raffronto tra la sentenza riportata dalla Somma e quella riportata da me?
Sbaglio se affermo che la Cassazione ha un pregiudizio anti-maschile?
Forse.
Ma qui la PAS una volta è negata (quando è richiesta dal padre) e una volta è affermata (quando è richiesta dalla madre). Difficile arrivare a conclusioni diverse.
Ne primo caso (Cittadella) la PAS viene bollata con parole di fuoco dalla Somma. Nel secondo caso la Somma tace.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
eh eh ..Luigi ,premetto che ,non essendo padre e non essendo un tecnico della PAS ,trovo difficile anche esprimermi in questi casi , posso solo notare la differenza di giudizio ,quello si e non bisogna essere un “addetto ai lavori” per capirla …Comunque,anche in questo caso la signora Somma non è la sola ,in un altro blog, sicuramente meno famoso ,ma misandrico alla stessa maniera ,si esprime sul fatto di Cittadella con questo post….
http://ilricciocornoschiattoso.wordpress.com/2013/03/23/propaganda/
non contenta scrive anche questo …
http://ilricciocornoschiattoso.wordpress.com/2013/03/22/due-pesi-e-due-misure/
Come bisogna essere gentili anche il medesimo saluta la Somma
mauro recher(Quota) (Replica)
Corte di cassazione civile – sentenza 5847/13 del 08/03/2013
………
Dalla sentenza: “Il motivo inoltre è sfornito di elementi idonei ad intaccare la decisione sull’affidamento motivata in ragione dell’esistenza di una sindrome da alienazione parentale (PAS) causata da pressioni paterne che avrebbero inficiato i risultati dell’audizione.”
(*)
………
@ Mauro
Non te ne sfugge uno di quei siti a quanto vedo …
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
@l Luigi
Con un po di sano masochismo, .Preferisco sapere con chi ho a che fare…e fino ad ora, ho trovato quello scritto qui pari pari…
Vai dalla Zanardo e compagnia bella donna superiore, uomo violento e inferiore…la sai come la penso che esistono uomini e donne intelligenti ,altri di meno…
Ma evidentemente ,a questi siti ,che si dichiarano(e questo mi fa incazzare da morire) di sinistra, anche estrema, ma usano ideali di destra quasi dittatoriali…
mauro recher(Quota) (Replica)
Post Scriptum
Il presidente della prima sezione civile della Corte di Cassazione, quindi anche delle due sentenze in oggetto, quella di Cittadella e quella di Catania è Maria Gabriella Luccioli.
Astenendomi da qualsiasi commento personale sottopongo alla vostra attenzione quest’articolo del Corriere della Sera del 2008.
…………………
CASSAZIONE DALLE NUOVE REGOLE SULLE SEPARAZIONI AL CASO ENGLARO, MARIA GABRIELLA LUCCIOLI STA INNOVANDO LA MATERIA A COLPI DI VERDETTI
Il giudice che cambia il diritto di famiglia: non potevamo fare altro
ROMA – Maria Gabriella Luccioli non si sbilancia: «Le polemiche sulla sentenza per Eluana Englaro? Erano tutte nel conto, è ovvio». È lei il presidente della prima sezione civile della Corte di Cassazione, quella che nell’ ottobre scorso stabilì che anche in Italia era possibile staccare la spina, rinviando il caso di Eluana all’ Appello di Milano. Con molti paletti, certo. Ma non era mai successo prima. E ora che anche la Corte d’ Appello di Milano ha confermato quell’ indirizzo dei giudici togati, Maria Gabriella Luccioli vorrebbe tacere e far parlare soltanto le carte: soprattutto la Chiesa si è scatenata contro una sentenza che legittima il diritto di un paziente di sacrificare la propria vita. «Hanno bussato alla nostra porta, alla porta dei magistrati, per avere dalla giustizia delle risposte che evidentemente non ci sono», dice il giudice Luccioli. Che non ha soltanto vergato un sentenza della Corte di Cassazione destinata a passare alla storia. È lei stessa ad essere destinata ai primati, prima donna che quasi vent’ anni fa mise piede nel palazzaccio di via Cavour. Ma non solo. Maria Gabriella Luccioli è stata anche la prima donna che, dal marzo scorso, è arrivata a salire la gerarchia degli ermellini fino a presiedere la sezione civile della Cassazione (la prima) dove ha sempre lavorato e da dove, a colpi di sentenze, ha praticamente riscritto il diritto di famiglia. Tutto e sempre in nome e in favore delle donne. Qualche esempio? È stata Maria Gabriella Luccioli a sollevare la questione di costituzionalità delle norme che prevedono per i figli legittimi l’ obbligo del cognome paterno. Sempre lei si è occupata dell’ addebito di separazione, ribaltando una prassi che durava ormai da quarant’ anni. E, alla fine, è consequenziale a tutta la sua vicenda professionale l’ impegno nell’ Associazione donne magistrato: il giudice Luccioli è stata tra le fondatrici dell’ associazione, oltre ad averla presieduta per molti anni. Donne, due, sono anche le sue figlie che operano nel campo della giustizia (una è avvocato, l’ altra magistrato a Firenze) nate dal matrimonio con un professore universitario. Sarà un caso, eppure anche questa delicata sentenza sul diritto di morire (la 21748/07), alla fine è stata scritta nel nome di una donna, di Eluana Englaro. «Questa sentenza è stata scritta semplicemente secondo i nostri principi costituzionali», cerca di tagliare corto lei, che adesso vorrebbe far parlare soltanto le carte, ma si rende conto che proprio queste carte hanno scoperchiato il vuoto legislativo del paese. «Certo, in effetti in Italia non esiste una legge sul testamento biologico, ma io non posso dire nulla: spetta ai parlamentari decidere che fare. Noi magistrati abbiamo fatto il nostro: non potevamo fare altrimenti. Adesso il legislatore faccia il suo. Se vuole».
Arachi Alessandra
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
E’ inaccettabile che in una democrazia a definire la giurisprudenza che dirime i conflitti coniugali e genitoriali, ci sia un giudice che spalleggia apertamente una delle due parti sulla base della propria appartenenza sessuale e non solo, pretende anche che il legislatore si adegui alla propria visione del mondo. Il silenzio della politica su queste vicende è assordante.
Secondo me gli uomini ma non solo loro, tutti quelli, uomini e donne, che hanno a cuore la giustizia sociale, dovrebbero capire che la classe dirigente è perfettamente consapevole di questo scempio, che quindi è voluto sulla base di un tacito accordo, per l’instaurazione di una “dittatura morbida” spalmata sulle nazioni del patto atlantico, per ora, e in prospettiva esportabile a tutti. Altrimenti, se così non è, ci troviamo di fronte a una classe dirigente incompetente e non in grado di affrontare le sfide del futuro, che forse è ancora peggio. In ogni caso mi manca qui la riflessione sul rapporto uomo-macchina, cioè voi che studiate molto di più di me, probabilmente l’avete già risolto, ma è bene ripetere a volte. L’antropologia gender e la tecno-riproduzione umana, che ritengo essere alla base di tutta la Questione Sessuale, in che modo sono funzionali al capitalismo finanziario globale?
Mi spiego meglio per evitare equivoci: quando scrivo “alla base”, intendo dire che l’evoluzione tecnologica, che ha toccato anche la riproduzione, è quella che fornito ai poteri l’occasione di usare i sessi in sostituzione della razza.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
L’anti-razzismo è oggi nell’agenda di tutti i partiti di governo e di tutte le organizzazioni non governative, secondo il mio pensiero, per il semplice motivo che il razzismo non serve più; non perché ci credono veramente, bensì perché l’adesione di massa che era garantita dalla ragione della razza, oggi è garantita dalla ragione del sesso. E infatti, esattamente le stesse organizzazioni che fanno propria la lotta al razzismo, sono parallelamente attive nella diffusione della cultura anti uomo e anti padre. Basti pensare al World Economic Forum, che cancella nelle proprie indagini mondiali ogni evidenza di svantaggio sociale maschile, per restituire un dato che giustifichi il vittimismo femminile e l’emanazione di misure di compensazione unilaterali, che rafforzino nell’opinione pubblica la visione del sesso maschile come male e la crescente richiesta di limitarne la libera manifestazione.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
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Secondo me quando si parla di femminismo e dei suoi “derivati” c’entra ben poco la destra e la sinistra.
Quei siti non usano ideali di destra né di sinistra, bensì “ideali” femminili-femministi, pertanto differenti a prescindere e conseguenzialmente “unici” nel loro genere. La destra, come la sinistra, non ha mai combattuto la femminilità e le donne in quanto tali (anche perché sarebbero state sterminate, ed ora non esisterebbe più neppure il genere umano); viceversa il femminismo ha combattutto (con le parole e l’offesa quotidiana) e combatte ogni aspetto della maschilità e degli uomini in quanto tali.
Oltretutto, e sempre secondo me, il femminismo ha messo in evidenza l’assoluta incapacità degli uomini moderni di competere con l’altro sesso sul piano verbale ed emotivo. Probabilmente qualche mente (maschile) illuminata del passato era già a conoscenza di questi limiti maschili, ed è per questo che aveva prudenzialmente messo dei paletti al genere femminile.
Tiziano(Quota) (Replica)
………………
Questa frase mi ha incuriosito, per cui ho deciso di dedicare un pò di tempo a ricercare sentenze della I Sezione della Corte di Cassazione di cui lei è Presidente. E segnalarle qui su UB.
Ovviamente quelle che hanno attinenza con le tematiche di cui ci occupiamo.
Incomincio con queste:
RASSEGNA LEX 24- CIVILE
E più in dettaglio:
Corte di Cassazione, Sezione 1 civile, Sentenza 2 luglio 2010, n. 15777
Corte di Cassazione, Sezione 1 civile , Sentenza 12 febbraio 2013
Corte di Cassazione, Sezione 1 civile, Sentenza 25 febbraio 2005, n. 4090
Corte di Cassazione, sez. I Civile, sentenza 25 giugno – 17 luglio 2012, n. 12211
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
In Svizzera …..
papagenonews
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
E’ un ecatombe e un onda di dolore che monta sempre di più.
Nel triste brogliaccio dei suicidi, per 3/4 maschile, è un sotto-insieme oramai ben distinguibile ed individuabile. In special modo in questo periodo, dove oltre alla famiglia viene a sparire come niente fosse anche il lavoro. Parlo dei suicidi dei padri separati.
Solo negli ultimi giorni, ma memoria i due amici di Milano, Preiti, il tentativo di suicidio che viene riportato nel link: Lodi: Padre separato e disoccupato tenta suicidio in Duomo
Ma non c’è una, dicasi una istituzione o un istituto di ricerche sociali che se ne occupi. Soprattutto che se ne occupi individuando le giuste chiavi d’interpretazione. Almeno quello!!
E invece no. Che schifo ….
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Timperi a processo per aver “diffamato” la ex.
Cioè per avere raccontato la sua storia.
http://www.ilmessaggero.it/ROMA/CRONACA/tiberio_timperi_processo_diffamato_ex_moglie/notizie/276272.shtml
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Cittadella – Ultimo atto.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Sempre sui fatti di Cittadella il resoconto del SOLE 24 ORE: Il piccolo di Cittadella resta allocato presso il padre – Il punto sulla “Alienazione Genitoriale”
……….
Permettetemi la battuta: stavolta la I Sezione di Cassazione ha preso Luccioli per lanterne …..
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
penso che vada bene anche qui …eventualmente Luigi lo sposta
Se la Faiella si incazza… – di Fabio Nestola
mauro recher(Quota) (Replica)
La Luccioli colpisce ancora: Cassazione: assegno di divorzio a carico dell’eredità e vizio giudiziale di ultrapetizione
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Stavolta si tratta della sesta sezione civile (non la prima, c’è un errore nell’articolo), ma il risultato non cambia.
Cassazione: non perde l’assegnazione della casa coniugale la ex moglie che nello stesso appartamento inizia una convivenza con altro uomo
…
di Licia Albertazzi – Corte di Cassazione Civile, sezione prima, sentenza n. 15753 del 24 Giugno 2013. Al termine del procedimento di divorzio avviato dai due ex coniugi il tribunale di primo grado affidava in via esclusiva alla madre, il figlio minorenne e la figlia maggiorenne non economicamente indipendente, ponendo in capo all’ex marito l’onere di corrispondere assegno periodico di mantenimento.
L’assegnazione della casa coniugale alla moglie viene tuttavia revocata. La Corte d’Appello riforma parzialmente tale statuizione assegnando in via esclusiva la casa coniugale, in comproprietà degli ex coniugi, all’ex moglie.
Avverso questa sentenza ricorre il marito, lamentando violazione di legge così come dal disposto dell’art. 155 quater cod. civ., contemplante la cessazione dell’assegnazione della casa coniugale ove si accerti la convivenza more uxorio o la contrazione di nuovo matrimonio.
La Suprema Corte dà tuttavia interpretazione specifica della norma di legge, confermando come la stessa debba tuttavia essere applicata al caso concreto: in quello in oggetto occorre pur sempre tutelare primariamente l’interesse supremo dei figli minori “ai quali comunque devono essere equiparati i figli conviventi, maggiorenni, ma non autosufficienti economicamente”. Conclude quindi affermando che “la Corte di merito valuta concretamente tale interesse, collegato allo sviluppo psicofisico del giovane e al tempo trascorso nella casa coniugale, e dispone l’assegnazione di essa alla madre, nonostante la nuova convivenza”. La decisione nel merito, compiutamente motivata, non può essere oggetto di sindacato da parte della Cassazione che rigetta il ricorso.
TESTO SENTENZA
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia,
Altre due perle della prima sezione civile della Corte di Cassazione e del suo ineffabile presidente.
Cassazione: la ex moglie va a vivere con altro uomo? Non perde il diritto al mantenimento
– Testo sentenza
Cassazione: niente affido condiviso a mamma e papà che non si parlano – Testo sentenza
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
La Fajella, la Cazzazione, la Luccioli…se non sapessi che c`e`un disegno nefasto carico di malafede, direi che ormai siamo al delirio puro…
Pappapuppus(Quota) (Replica)
Per assurdo che possa sembrare, mi vedo i video di questi poveruomini in cima alla pagina e provo tenerezza per loro. E per quelli delle sentenze.Si`, non dovrei dirlo, al limite dovrei dire che provo rispetto, solidarieta`,rabbia…no, e`proprio tenerezza. Ma piu`che essermi trasformato in una specie di orsacchiotto omosessualoide, e`perche`tutte queste nefandezze, cattiverie e ipocrisie che ho visto e sperimentato mi fanno sentire vecchio, vecchissimo, anche se in realta`sono piu`giovane dei tizi che parlano nei video. Mi sorprende la loro sorpresa, il loro non spiegarsi il perche`di quel che accade, esplicita o implicita che sia questa sorpresa. Mi sembrano gli ebrei dei lager che si chiedono ancora oggi il perche`avvenissero certe cose, anche quando loro “si comportavano bene” nei campi. E che altro deve succedere, del resto, se ti sbarcano in un mattatoio e sei un povero porco? Puoi fare il bravo quanto vuoi, ma e`stato sentenziato che sei carne da macello. del resto, “porco” e`una accusa comune a molte femministacce infami. Assieme a molte loro altre infamie. E io, a forza di sentire e patire queste infamie, mi sento davvero vecchio, molto vecchio. A questo ti riducono: a sentirti vecchio e stanco a poco piu`di trent`anni…
Pappapuppus(Quota) (Replica)
Lo spam e`impazzito, ormai mi partono commenti a casaccio, farciti di cazzate, incompleti, ammassati fra loro come spaghetti scotti. Non ci fate caso…
Pappapuppus(Quota) (Replica)
giovanni carducci(Quota) (Replica)
…A questo ti riducono: a sentirti vecchio e stanco a poco piu`di trent`anni…e a vedere uomini piu`vecchi di te come se fossero dei figli, figli tuoi, di vent`anni o poco piu`, mandati al fronte con promesse di gloria e tornati su una sedia a rotelle o dentro una bara. E io ero uno di loro: e a me hanno mutilato “solo”l`anima. Hai detto poco. Grazie, femministe. Grazie, donne. GRAZIE. E poi dite e lamentatevi del fatto che non vi si ama piu`. Grazie, davvero.
Pappapuppus(Quota) (Replica)
A ben vedere i commenti che ho postato sopra, specie quello in cui parlo di anima mutilata, constato ogni giorno di piu`che io sono morto. Morto dentro. In fin dei conti e`triste, tristissimo quando arrivi a questo. Ancora una volta: grazie, femministe. grazie, donne. Grazie, mie fidanzate del passato. Grazie, mie maestre, madri ed educatrici. Grazie a tutte. Di nuovo e di cuore ancora.
Pappapuppus(Quota) (Replica)
Quella che segue è la lettera inviata da un padre separato a Pippo Civati, candidato alle primarie del PD. Ho comunque seri dubbi che la stessa arrivi nelle mani dell’interessato. Le generalità sono camuffate.
……………….
Lettera di un padre separato a Pippo Civati
Buongiorno a tutti,
mi chiamo Caio Sempronio e NON sono iscritto al PD. Ho rinunciato definitivamente a iscrivermi e a votare questo partito, che pur sarebbe il mio partito per storia famigliare, durante la campagna elettorale per le politiche appena trascorse dopo avere ricevuto le email propagandistiche della “responsabile della comunicazione” Tiziana Ragni.
Erano email che apparentemente invitavano alla partecipazione, nei fatti erano solo propagandistiche.
Ma soprattutto erano email offensive, denigratorie e sessiste. E mistificatorie.
Io sono un padre separato. Sono costretto come quasi tutti gli altri nella mia condizione a vivere una serie di situazioni paradossali che possono essere sintetizzate nella privazione dei diritti naturali e primari della persona riguardo al rapporto con i figli, la disponbilità del proprio patrimonio, del proprio reddito e del proprio tempo.
Come maschio, marito e padre mi è NEGATA la pari opportunità davanti ad un Giudice: qualunque sia la mia responsabilità all’interno del matrimonio, la sentenza è già scritta. Con tanto di modulo prestampato da compilare dal magistrato secondo parametri assai discutibili.
Qualunque siano gli atti perpetrati della mia ex moglie ai danni miei, dei miei famigliari e della nostra bambina non c’è, né mai ci sarà, sanzione alcuna. E parlo di azioni che vanno ben oltre il dispetto. Parlo di sottrazione internazionale di minore, parlo di aggressione verbale, psicologica e fisica ripetuta e costante mirata a scatenare (nel mio caso invano) reazioni su cui lucrare un vantaggio in sede dibattimentale. Azioni ampiamente fomentate dagli avvocati e da “altre strutture”. Parlo di evasione fiscale totale non solo impunita ma addirittura “premiata” con la concessione del gratuito patrocinio,
Quale che sia la norma che regola la separazione in Italia, se ci sono dei bambini di mezzo, questa diventa un incubo per qualunque marito che si vede espropriato di tutto senza neppure il diritto alla difesa in Tribunale dei diritti propri e di quelli dei suoi figli.
In Italia dal 2006 vige il regime di Affido Condiviso che nei fatti è stato snaturato dalla prassi dei Tribunali. Questi applicano infatti la norma in modo da ribadire il concetto, indecoroso, che il padre non ha il diritto ad accudire o educare i propri figli mentre mantiene l’obbligo a sovvenzionare la madre, indipendentemente dai redditti di entrambi tramite la finzione dell’assegno di mantenimento al minore.
Assegno che nei fatti viene incassato ed usato dalla madre senza alcun obbligo di rendiconto. Di fatto i costi della separazione ricadono solo sui padri e sui figli. E parlo di costi non solo economici, ma anche morali ed affettivi.
In tutto ciò i figli vengono trattati come PERTINENZE all’interno del matrimonio, quasi fossero parti comuni di un immobile o l’autoradio di una autovettura: non hanno alcun diritto e vengono messi nelle condizione di diventare il pretesto per i ricatti da parte del genitore collocatario che è quasi sempre la madre.
Su dieci matrimoni, sei falliscono. Al momento ci sono circa quattro milioni di famiglie separate, Ottocentomila mariti vivono in estrema povertà e sono costretti a ricorrere all’aiuto esterno anche di associazioni benefiche.
Di questo si parla rarissimamente.
Si parla invece continuamente di presunti “femmincidi”. Bene, è ora di dirlo chiaramente: il “femminicidio”, ovvero l’omicidio di una donna in quanto donna è praticamente inesistente.
Esistono casi di omicidi passionali,per interesse, per dinamiche di coppia che coinvolgonono circa duecento persone l’anno. Di queste la metà sono uccise da uomini, l’altra metà è uccisa da donne: stessi moventi, stessi numeri. Tranne che le donne uccidono non solo uomini, ma anche un buon numero di altre donne. Numeri in lento ma costante calo, tra l’altro. Quanti di questi omicidi abbiano per movente “l’essere donna” è certo: nessuno. Si tratta di omicidi e basta.
Viene fatta passare l’idea di una “innata violenza maschile” nei fatti inesistente, perché qualsiasi studio, anche internazionale, conferma che la violenza è connaturata all’essere umano e trasversale tra i due sessi che spesso la alimentano reciprocamente tra loro.
Per fare passare queste tesi sono state divulgate e propagandate ricerche che studiano solo i casi di violenza contro le donne che mettono insieme aggressioni fisiche abbastanza rare con prestese coercizioni psicologiche facendo media e drogandone i risultati: “tuo marito/compagno ti ha mai ciriticata per come ti vesti o ti acconci i capelli”.
Si ribadisce continuamente la falsa informazione che la violenza maschile sia la prima causa di morte tra le donne quando sono senza alcun dubbio i tumori o le malattie cardiovascolari in numero nettamente superiore.
Si cerca di far passare l’idea che esista una sottocultura maschile violenta, che è una idea oltre che falsa anche offensiva nei confronti tanto di tutti gli uomini che non possono essere chiamati o a correità dei comportamenti di qualcuno, quanto di tutte le donne che hanno educato i loro figli nel rispetto della persona.
Chi di noi accetterebbe di essere chiamato ladro, solo perché l’umanità comprende anche i ladri? Chi accetterebbe di essere chaimato assassino per lo stesso motivo? Eppure si pretende di dire che “i maschi sono violenti” (tutti i maschi) e “le donne vittime” (tutte le donne) solo perché ci sono casi in cui una donna è stata vittima di un uomo. Al contrario questa inferenza però non la si fa mai, anche se esistono eccome casi in cui uomini e donne sono vittime di donne. E spesso sono delitti estremamente efferati.
Tutto ciò ha una motivazione: consente a un notevole numero di persone di condurre trasmissioni televisive, tenere rubriche sui giornali, mettere in scena spettacoli teatrali e ottenere visibilità politica grazie al terrorismo mediatico, al procurato allarme e alla diffusione dell’odio e della paura.
Se si ritornasse a parlare di PERSONE e si smettesse di parlare di categorie fomentando guerricciole apparentemente da asilo di infanzia si risolverebbero i problemi di tutti. Invece si stanno creando le condizioni per un altro dramma sociale ben più grave di quello creato in nome di una malintesa “lotta di classe” solo trentanni fa.
I diritti o sono di tutti o sono privilegi. E quello che ora si sta facendo è garantire il privilegio non abolire le barriere.
Il disegno di legge Serafini per la lotta al “Femminicidio” prevede un finanziamento alle “Cooperative di Donne” per 85.000.000 di euro (ottantacinquemilioni, il prezzo di tre F35) : per qualcosa che non è un’emergenza e che è già punito in quanto OMICIDIO.
Esclude quindi qualunque tipo di sostegno ai casi in cui sia un uomo la vittima (e sono 70 l’anno per i moventi identificati come violenza famigliare), ma soprattutto fa sorgere il sospetto che le COOPERATIVE DI DONNE altro non siano che l’equivalente dei GIORNALI DI PARTITO o delle ASSOCIAZIONI SPORTIVE: ovvero un modo surrettizio per il finanziamento dei partiti.
Esattamente il contrario di quello che serve ai cittadini.
Esattamente però quello che serve ai partiti.
Almeno a quei partiti che si stanno sempre più trasformando in comitati di affari.
Mi chiedo se Civati abbia qualcosa di diverso da proporre rispetto a questo tema (ovvero della eguaglianza uomo/donna) o se si manterrà sul comodo conformismo che ha fatto dirie a Bersani in campagna elettorale “ddobbiamo dircelo, queste sono le cose che fanno i maschi!” riferendosi al caso di Sarah Scazzi, uccisa da Zia e Cugina. E facendomi urlare: “ma le farai mo’ te, ste robe qua!”
Cordialmente.
Caio Sempronio
(I dati citati sono pubblici e sono tratti dal Ministero degli Interni, Ministero della Salute, ISTAT, EURES, bollettinodiguerra.org e varie altre fonti).
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Continuo in questo topic con le segnalazioni delle sentenze della Prima Sezione della Corte di Cassazione Civile:
Test del DNA illegittimo se fatto all’insaputa del figlio
Suprema Corte di Cassazione Civile Prima Sezione
Sentenza 16 aprile – 13 settembre 2013, n. 21014
(Presidente Luccioli – Relatore Acierno)
….
Con la sentenza in commento la Suprema Corte di Cassazione ha esaminato un caso relativo ad un test del DNA effettuato senza il consenso del figlio.
Una situazione tipica di chi ha dei dubbi sulla paternità.
Alla luce delle affermazioni prese dagli ermellini, sarebbe meglio pensarci accuratamente prima di raccogliere di nascosto i mozziconi delle sigarette del figlio per farli esaminare.
Nel caso esamnito veniva giudicata la condotta del padre che ha accertato l’idendtità genetica del figlio nel modo appena descritto prima di iniare l’azione di disconoscimento dove vengono prodotti i risultati ematologici raccolti.
Il figlio si rivolge al Garante per la privacy che sulla questione ha deciso di proibire ogni ulteriore attività di trattamento dei dati genetici del figlio da parte dell’agenzia investigativa e del padre, che avevano prelevato i campioni biologici e utilizzandoli senza il consenso del titolare per il test del DNA, e per la comparazione con il DNA dei due figli nati dal secondo matrimonio.
Il Garante inoltre ha anche vietato espressamente ogni ulteriore operazione volta al trattamento dei medesimi dati nell’ambito del procedimento civile in corso di disconoscimento di paternità.
Ecco dunque che il caso giunge fino alla Corte di Piazza Cavour dove i giudici, senza girarci tanto in torno, dopo una breve considerazione sui fatti di causa hanno concluso che “un test genetico meramente o predittivo e non indispensabile ai fine di valutare se esercitare un diritto, ancorché di pari rango di quello de contro-interessato, possa essere svolto senza il consenso del titolare dei dati, dovendosi rilevare, al riguardo, una netta continuità di regime giuridico nel trattamento dei dati genetici tra la fase anteriore e quella successiva all’emanazione dell’apposita autorizzazione prescritta nell’art. 90 del d.lgs. n. 196 del 2003“.
Leggi il testo della sentenza
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Separazione. Addebito per comportamento aggressivo e violento.1.100 Euro mensili alla moglie e 1.300 euro per ciascun figlio.
Non entro nel merito della sentenza, però due riflessioni, nel mio monitoraggio delle sentenze della Corte di Cassazione, sez. I Civile, mi vengono spontanee:
La più frivola. Riuscirà mai un essere umano di sesso maschile a farsi dare ragione dal Presidente della suddetta sezione, Gabriella Luccioli?
La più seria, suggerita dal titolo del link. Tralasciando il caso specifico, ma riflettendo sul termine “violenza”.
L’articolo 3, comma a, della Convenzione di Istanbul recita:
****con l’espressione “violenza nei confronti delle donne” si intende designare una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne,
comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano
o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che nella vita privata“***
Questa Convenzione, seppur ancora non ratificata da un numero sufficiente di paesi dell’Unione Europea per renderla vincolante, è stata recepita e “assorbita” dalla legislazione italiana. Per cui quando due italiani di sesso diverso avranno delle divergenze tra di loro (in questo caso separazione, ma non solo) tali da portarli di fronte ad un giudice (e poco importa che non sia la Luccioli) si troveranno a fare i conti con quella definizione (di violenza).
Ed allora sarà come in questa pubblicità:
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente comunicato stampa da parte di Papà Separati Liguria ed M.F.P.G.
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Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Cassazione: Risponde del reato di ingiuria il marito che apostrofa la moglie dandole della ‘rovinafamiglie’
Femmena,
Si tu peggio ‘e na vipera,
m’e ‘ntussecata l’anema,
nun pozzo cchiù campà.”
“Malafemmena” è un brano del 1951 , uno dei più famosi nel repertorio musicale napoletano.
Malafemmena venne lanciata contemporaneamente da Giacomo Rondinella, in uno spettacolo, e da Mario Abbate alla Piedigrotta de La Canzonetta. La canzone ispirò anche due film: il famosissimo, Totò, Peppino e la… malafemmena, dove è cantata da Teddy Reno, e Malafemmena dove, a prestare la voce al brano, è invece Nunzio Gallo.
Dunque, il testo di questa canzone ben si presta a riassumere quella che è la storia giudiziaria su cui la Cassazione si è espressa con una recente sentenza, la n. 43407 del 24 ottobre 2013, affermando che : “risponde del reato di ingiuria ,il marito che dà della “rovinafamiglie” alla ex ,anche se lei si trovava in un’altra stanza ed è stata informata poi da altri presenti.
Come accade spesso, quando una coppia scoppia i conflitti sono all’ordine del giorno, quindi, le dichiarazioni d’amore restano un vago ricordo sostituite da vere e proprie “dichiarazioni di guerra” palesate a suon di minacce, dispetti e improperi.
La storia giudiziaria di cui si è occupata la Cassazione riguarda un uomo che si era recato a casa della ex per prendere i figli e in quell’occasione cercava chiarimenti circa una precedente discussione avuta qualche giorno prima con la ex moglie.
In quel contesto però l’uomo perdeva la calma e ,in preda all’ira, sferrava dei calci alla porta e poi offendeva la moglie rivolgendole appellativi oltraggiosi.
Il Tribunale di Velletri, riconosciuta la colpevolezza dell’uomo, lo condannava a pagare euro 500 di multa e al risarcimento del danno per il reato di ingiuria in danno alla ex coniuge.
La quarta sezione penale, in linea, poi, con la Corte territoriale, ha ritenuto l’uomo responsabile del reato di ingiuria per gli epiteti (come “rovinafamiglie”) rivolte alla ex.
Gli Ermellini hanno, dunque , chiarito che si configura il reato di ingiuria anche se la ex moglie, nel momento dell’affermazione offensiva si trovava in un’altra stanza della casa ma testimone dei fatti era stata la madre di lei.
In buona sostanza, il reato di ingiuria si concretizza anche se il soggetto passivo dell’ingiuria non ha direttamente percepito le espressioni indirizzate, basta che ne sia stato informato da altri presenti.
Pertanto, la Corte rigettava il ricorso presentato dall’uomo e lo condannava a pagare le spese processuali.
……..
Una domanda: ma il contrario vale?
Ho qualche dubbio. E’ vero, ci sta la dichiarazione universale dei diritti umani, ci sta la Costituzione etc. ….
Però ci sta anche la conferenza mondiale delle Nazioni Unite (Vienna, 1993) che definisce la violenza contro le donne come:
“… qualsiasi atto di violenza di genere che comporta, o è probabile che comporti, una sofferenza fisica, sessuale o psicologica o una qualsiasi forma di sofferenza alla donna, comprese le minacce di tali violenze, forme di coercizione o forme arbitrarie di privazione della libertà personale sia che si verifichino nel contesto della vita privata che di quella pubblica”.
Ci sta la Convenzione di Instambul che la fa propria e il Parlamento Italiano che l’approva.
Non vorrei trovarmi nella fattoria di George Orwell. Dove tutti gli animali sono uguali, ma i maiali sono “più uguali” degli altri ….
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Nella fattoria di orwell ci siamo già dentro pienamente, caro Luigi.
armando
armando(Quota) (Replica)
Uno di noi non c’è più
…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
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Mette i brividi ….. un post di Sergio Grassi “dedicato” a sua madre. Scritto da lui e poi ripreso da diversi blog:
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Cara “mamma”,
avevo pochi anni, quando tu, per presunti o reali tradimenti di papà, mentre stavo giocando felice con delle macchinine nel “tinello di V.le Restelli, (ricordo la cosa come fosse accaduta ieri perchè è stato il primo e più grande dramma della mia vita che non ho mai più dimenticato), mi hai urlato nelle orecchie “tu non sai che papà va con le donnacce! Ieri sera è venuto a casa tutto profumato!”, scaricando la tua ira e delusione o che altro sia, verso un bambino innocente, dolce e sensibile, timido, come ero io, cambiando di colpo il mio carattere, trasformandomi in un ribelle, facendomi odiare papà all’istante, da un giorno all’ altro.
Con quella frase tu e solo tu, hai distrutto completamente la felicità della mia infanzia, hai distrutto la mia serenità e modificato tutto il corso della mia vita, il carattere, perchè da quel momento ho iniziato ad odiarlo, trattarlo male, fino al punto di farlo andare via, diventando un ribelle, con tutto quello che ne è seguito. Ricordo tutto come fosse ieri.
Continua su Bigenitorialità e Dintorni ….
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Padri da morire. Falsi abusi suicidi veri
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-R.C.- 12 settembre 2013-
Un mondo di presumti colpevoli: il padre che bacia il figlio, una coppia troppo (?) affettuosa con i loro bambini.
Gente normale, con una vita normale che, all’improvviso, dalla sera alla mattina, si trova invischiata in un incubo atroce con un’accusa infamante: abuso di minori, un reato infamante che marchia a vita, indelebile, anche dopo essere stati scagionati
Esiste un oscuro e aberrante sistema di interessi economici che orbita intorno al mondo delle denunce per molestie su minori. Una grossa e succulenta torta dove tutti riescono a spartirsene una fetta, avvocati, psicologi, fino alle associazioni responsabili, in qualche caso di alimentare un clima di odio e vendetta.
A causa del basso tasso di natalità, in Italia i bambini sono diventati merce preziosa, rara, e questo fa sì che persino una carezza, opportumnamente manipolata, possa far pensare ad un abuso.
Sono i padri i principali soggetti accusati di molestie e maltrattamenti, soprattutto da parte delle ex mogli e compagne, si chiama Sindrome da alienazione genitoriale, una pratica subdola che arma i figli da parte di un genitore contro l’altro per ottenere sostanzialmente benefici in termini di soldi o anche per puro piacere di semplice vendetta.
Ma i numeri raccontano altro.
Il Centro nazionale falsi abusi denuincia che l’80% dele accuse di maltrattamenti in famiglia sono false. Dati analizzati dichiarano che sono quasi 27 mila i padri denunciati ingiustamente dalle ex compagne, dei quali il 7% accusato falsamente di violenza e abuso sessuale nei confronti dei figli durante la convivenza, il 26% subisce le stesse accuse, ma nel periodo post-separazione.
Soprattutto le statistiche sottolineano che il 99,6/ di questi esposti viene archiviato perchè il fatto non sussiste e le accuse vengono ascritte alla confittualità di coppia.
E torniamo alle associazioni e alle strutture di accoglienza. In Italia sono oltre 20 mila tra neonati, bambini e ragazzi ospitati in case-famiglia in attesa di improbabili affidamenti e adozioni. Ciascuno di loro costa ai comuni che pagano la retta, dai 70 ai 120 euro al giorno: un giro d’affari di circa 1 miliardo di euro all’anno.
Un bambino in ingresso, una quota in più, un bambino in uscita, una quota in meno. La permanenza media in queste strutture è di tre anni: un’eternità.
Quindi un affare di proporzioni colossali al quale si aggiunge la tragedia, in Europa sono oltre 2000 all’anno i papà che si tolgono la vita, suicidi causati da problematiche legate alla separazione e ai figli contesi, conflittualità che sfociano in false denunce.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Separazioni conflittuali, a perdere è sempre il padre
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Tra le tante emergenze ce n’è una autentica: l’eliminazione della figura paterna nelle famiglie separate. Le mani armate di tale grave illecito sono tante. Tra esse anche dello Stato e dei tanti “medici” che si accalcano intorno ad esse.
Se la “separazione” coinvolge la famiglia, l’interruzione del rapporto può divenire devastante ove non gestito con sapienza. Soprattutto se poi ci si imbatte in un diritto di famiglia culturalmente retrogado e ancorato a stereotipi validi fino agli anni ’60, quando l’uomo deteneva il potere economico e la donna gestiva il rapporto con i figli. Un diritto di famiglia, quello declinato dalla giurisprudenza, nel quale la donna fa l’asso piglia tutto: casa, mantenimento, figli. Mentre l’uomo viene relegato, obtorto collo, ad un ruolo da voyeur. Il principio fondamentale di uguaglianza diviene un simulacro.
Continua … sul Fatto Quotidiano.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
http://www.crisitaly.org/notizie/aosta-suicida-padre-separato-non-ce-la-faceva-pagare-mantenimento-mutuo-e-bollette/
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Su segnalazione di Fabriziaccio.
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Cancellando il papà from fabrizio napoleoni on Vimeo.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Vi racconterò cosa sia l’alienazione genitoriale attraverso ciò che ha descritto con diligenza la magistratura civile calabrese (Trib. Cosenza, sez. II, decreto 29 luglio 2015 n. 778, Pres. Rosangela Viteritti, Giudice Andrea Palma, Giudice relatore Filomena De Sanzo).
Un caso di straordinaria ordinarietà perché coincidente a centinaia e migliaia di casi che tuttavia, grazie a giudici a volte disattenti, non si concludono come deciso dal tribunale cosentino. Al cui collegio va il plauso per l’onestà intellettuale e per la diligenza nell’aver studiato attentamente il caso e disposto di conseguenza, uscendo dal facile stereotipo madre/vittima e padre/reo che ammorba la (in)cultura della giurisprudenza, quale prodotto della (in)cultura mammista e perbenista dello Stivale.
CONTINUA ….
Alienazione genitoriale, ecco cos’è
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Maschio (M5S): La legge di stabilità dimentica i padri separati”
[[ … Quanto alla situazione dei padri separati e dei loro diritti, al di là delle parole è come sempre buio pesto. Qui non si parla naturalmente di individui violenti o criminali ma di persone normalissime che finiscono per essere punite, non dalla legge, che li tutelerebbe, ma da una prassi diffusa in sede di giudizio che li condanna a pagare gli alimenti anche quando sono loro ad essere il coniuge più debole economicamente, con situazioni paradossali di persone che non possono più permettersi di pagare e che per questo che finiscono con l’essere trattate alla stregua di veri e propri criminali, con tanto di sanzioni penali. Oggi più che mai è necessario prendere atto di queste situazioni ed intervenire tenendo conto di tutti i casi, smettendola di assumere un unico modello basato sul nucleo famigliare classico, che non è più l’unico e forse nemmeno il più diffuso. ]]
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Nasce una nuova figura sociale: il CONVIVENTE SEPARATO.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Eccola qui la bomba sotterranea, occultata dalla questione omosex. Ecco il capestro per tutti quegli uomini che tentavano con la convivenza di sottrarsi alle rapine della separazione.
Ma è peggio di quel che sembra: infatti il nuovo istituto non ha bisogno di alcuna formalizzazione. Non è necessario andare – in due e insieme – in Comune, dal sindaco (matrimonio) o dall’ufficiale di stato civile (come nelle unioni-civili omo). Basta la semplice co-residenza, senza alcun altro atto. Nel momento in cui lei prende la residenza da te, sei fritto. E pagherai sine die.
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Waterloo.
Rino DV(Quota) (Replica)
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Sì, come già accade in California, Canada e Australia, dove dopo 6 mesi di convivenza lei si becca anche la casa quando “la storia d’amore” finisce.
E’ comparato in tutto al matrimonio.
sergio(Quota) (Replica)
Stamattina è venuta a mancare la mamma di Mauro Recher.
Le mie più sentite condoglianze e un fortissimo abbraccio a Mauro ed ai suoi familiari.
Coraggio Mauro, ti siamo vicini.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Mi associo alle condoglianze. Un grande abbraccio
Rita(Quota) (Replica)
Condoglianze a Mauro anche da parte mia.
Daniele(Quota) (Replica)
Condoglianze, Mauro. Un abbraccio.
Enrico(Quota) (Replica)
Condoglianze, Mauro.
romano(Quota) (Replica)
Condoglianze Mauro…
Ethans(Quota) (Replica)
Mi associo alle condoglianze, caro Mauro. La perdita dei genitori è un passaggio decisivo nella vita. Smettiamo definitivamente di essere figli, perchè tali restiamo ai loro occhi anche da grandi, anche se a nostra volta abbiamo figli, e diventiamo “solo” genitori, anche se figli non si hanno.
armando(Quota) (Replica)
Ringrazio tutti per il caloroso abbraccio che mi è stato dato e sia io che mio fratello e mio padre ringraziamo per l’omaggio floreale dato a mia madre, in questi momenti duri mi siete stati di grande appoggio morale
mauro recher(Quota) (Replica)
Condoglianze anche da parte mia. Ho già perso mio padre e so quanto strazio possa produrre una simile perdita, ma quella della madre è una lacerazione straziante, un dolore che può essere pareggiato da pochi altri, soprattutto se vissuto in giovane età, e che per sopportarlo ci costringe davvero a far ricorso a tutte le nostre energie psico-fisiche.
Alessandro(Quota) (Replica)
Ti sono vicinissimo.
Rino
RDV(Quota) (Replica)
Oggi, sulla Stampa c’era un articolo in prima pagina che ci spiegava come dopo i diritti degli omosessuali sarebbe ora di dare diritti anche alle donne. Perché evidentemente in Italia non hanno nessun diritto, come nell’ISIS.
Qualche giorno fa, un altro giornalista della stampa, il solito, esprimeva indignazione da Fabio Fazio perché un uomo era stato processato per aver toccato il didietro di una collega ed era stato assolto, nientemeno che da un giudice donna, segno del maschilismo imperante. La possibilità che fosse realmente innocente non era neanche contemplata.
Enrico(Quota) (Replica)
Due Giustizie, Due misure e un’unica Corte: la Cassazione.
Cassazione: padre separato e disoccupato? Non basta per non pagare gli alimenti.
Cassazione: va assolto il genitore (madre, n.d.r.) che non mantiene i figli se non riesce a mantenere se stesso
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Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Qui va male, altrove invece…
Giappone – padri azzerati
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Da gustare poi il commento della femminizta di turno.
… il ns governo dovrebbe intervenire là.
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La spudorata…
Rino DV(Quota) (Replica)