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La linea politica, la strategia e gli orizzonti filosofici e valoriali del Movimento degli Uomini Beta si evincono dal Manifesto ("Il Movimento") e dai "Principi", pubblicati entrambi sulla homepage del sito, nonché dagli scritti pubblicati negli spazi riservati agli “editoriali” e agli “articoli”.
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26 Commenti
Questo video lo ha postato Fabrizio Napoleoni su fb: https://vimeo.com/97144051
Secondo me questa è una nazista, neanche tanto camuffata, a mio parere, non solo nei contenuti ma anche nell’estetica del linguaggio, diciamo così. Ascoltando il video fino alla fine mi viene spontaneo, non sto scherzando, immaginare la platea che alla fine della lezioncina sul genere superiore ma da sempre oppresso, invece di applaudire scatta in piedi, sbatte i tacchi e grida “Heil Hitler!”…
Non dobbiamo farci ingannare dal solito trito e ritrito copia-incolla della famosa dialettica genere oppresso/genere oppressore che anche la tizia nel video ci ripropone. E’ evidente come tutta questa costruzione sia solo un gigantesco escamotage ideologico, il piede di porco per arrivare ad altro, e che la tizia o le tizie ne siano consapevoli o meno è del tutto indifferente. Anzi, forse se non lo sono è ancora più grave perché vuol dire che sono convinte, il che è probabilmente ancora più inquietante. Direi da brivido. In quelle parole (ripetute freddamente e asetticamente, una lezione ormai imparata a memoria, ripetuta chissà quante altre volte…) c’è un’ inquietante commistione e sovrapposizione di concetti che però riconducono ad un unico concetto finale: il genere maschile deve essere concettualmente, culturalmente e psicologicamente distrutto (con tutto ciò che ne consegue e ne conseguirà in termini politici, legislativi e giuridici…). La storia del maschile è la storia dell’oppressione millenaria del femminile. Punto e stop. Questa gente non propone una mediazione e non la cerca. Questa gente sta in guerra, ha dichiarato guerra e non si fermerà se qualcuno non la fermerà. Continueranno ad andare avanti come caterpillar. L’Occidente (capitalista) ha sposato questa ideologia (più tutto il papocchio che ben conosciamo…) , è bene dircelo e con molta chiarezza e ne dobbiamo trarre le dovute conseguenze.
P.S. già che ci sono approfitto per segnalare anche il suo primo articolo sull’Interferenza: http://www.linterferenza.info/attpol/il-tempio-sulla-collina/
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Presumo che la relatrice stia parlando in un seminario di formazione per i corpi d’elites dei marines o della guardia nazionale o di qualche nuova struttura europea in ambito Nato, tipo Gladio in Italia. In Italia di sangue di lavoratori, in maggioranza maschi, ne sono piene le piazze. Per non parlare delle masse di maschi poveri nei paesi stranieri occupati.
Il fatto nuovo è che adesso bisogna aggiornare la teoria: dal massacro legittimato in nome della difesa degli interessi delle elites, al massacro di classe legittimato in nome degli interessi del genere femminile. E, vista la coerenza delle tesi esposte in questo seminario con le motivazioni ideologiche di tutte le guerre in corso all’estero, come delle guerre preventive all’interno di ciascun paese, penso che la relatrice si stia candidando a consulente del governo americano, sempre che non lo sia già.
Sparare ad alzo zero ai maschi che si ribellano in difesa della libertà e dignità propria e del proprio paese, come delle proprie condizioni di vita, la Storia dimostra che si richiede sempre una teoria che lo renda, almeno in apparenza, legittimo. E le tesi espresse in questo seminario sono a tal fine perfette: chi dovrà premere il grilletto farà in buona sostanza un atto di superiore giustizia. Sfruttati e poveri di tutti i colori, ma maschi, siete avvertiti: non ci sarà pietà per il vostro sangue versato.
Queste “commissarie politiche” della nuova ideologia del dominio imperiale e di classe, queste “filosofe dei lumi” di una farsesca filosofia della inversione dei fini politici, non le troviamo solo nei seminari all’estero ma anche nelle nostre università, nei giornali e in tv, ingaggiate e lautamente pagate così da ottenere il monopolio della parola là dove proprio i maschi bianchi, ma di potere, intendono formare la falsa coscienza di massa. Altrimenti non avrebbero un rigo se non nelle relazioni sulle patologie psichiatriche.
Un fatto resta: tutte le volte che viene versato il sangue di maschi o vengono incarcerati e perseguitati nella loro lotta contro il dominio ingiusto, non è senza fondamento domandarsi quanto di tutto questo viene legittimato grazie a queste tesi.
cesare(Quota) (Replica)
Le femministe non vogliono abolire l’ uomo perchè sanno bene che le case, i ponti,le fogne gli ospedali, il progresso tecnologico, ecc, li fanno e li possono fare solo gli uomini. Senza uomo non possono fare nulla. Nemmeno il femminismo sarebbe potuto nascere, svilupparsi e accreditarsi, senza il permesso e l’avallo degli uomini. Non odiano gli uomini, odiano quegli uomini che non sono funzionali al piacere e agli interessi femminili. Per le femministe e gran parte delle donne, gli uomini non sono esseri da odiare ma esseri che possono servire alle donne, e quando non servono più vanno “ricambiati” con altri uomini. Come se fossero oggetti. E gli oggetti non si odiano.
Le campagne femministe sul “vero uomo”(“real man”) riflettono appunto questa forma mentis femminista e sono funzionali alla rieducazione culturale del maschile secondo l’ ottica e il modello femminista: un uomo, un “vero uomo”, cioè “real man”, aderente e confacente alla donna, cioè al suo piacere e al suo universo.
Questo è il Femminismo.
Tarallo(Quota) (Replica)
Ripeto: senza uomini compiacenti pronti a parargli il deretano, le femministe non potrebbero far nulla, così come le suddette non potrebbero far presa sulle donne comuni se in quest’ultime non esistesse una predisposizione ad accettare ciò…
In tal senso queste mentecatte sono pericolose quanto una formica, al contrario dei nazisti maschi che non avevano certamente bisogno delle femminucce per mettere in atto le loro azioni criminose.
Le femmine-femministe non sanno creare eserciti, bande armate e quant’altro; agiscono per “interposta persona”, il loro cavallo di Troia sono gli uomini; ergo, la coglionaggine maschile.
Tiziano(Quota) (Replica)
Secondo i giornali, il premio Nobel per la Pace Obama chiede in questi giorni ai governi europei più spese militari per il confronto che lui ha scatenato contro la Russia.
Due proposte: ci metta i soldi degli americani e ci paghi un esercito di Femen e le dispieghi in Ucraina: le prime avanguardie ci sono già e la paga è grosso modo quella di un soldato.
Quanto ai maschi americani ed europei si interroghino per chi pagano gli eserciti e per chi si arruolano, visto che i loro governi si ispirano ad una ideologia che prevede la guerra alla maschilità e la sovversione della struttura antropologica dell’umanità.
Prima di indossare una divisa guardino bene se si tratta di indossare sottane come già propongono ai padri gli opuscoli per la rieducazione dei maschi distribuiti dal governo socialista francese di Hollande nelle scuole.
Fratelli maschi non un soldato dunque per chi ha in mente di schierarlo nella guerra contro il genere maschile e l’ umanità.sua e di tutti, maschi e femmine.
úcesare(Quota) (Replica)
Il governo neonazista di Kiev bombarda i civili filo russi. La notizia e il video dei morti e dei feriti lo riporta, unico fra i giornali, Il Giornale on line di oggi. Di Obama e il tentativo USA di uscire da una crisi insolubile con la guerra si è detto ed ormai è sotto gli occhi di tutti. E noi dovremmo come membri della Nato pagare le sue pericolose avventure imperialistiche a sostegno di forze politiche neonaziste.
Domanda: il “giocattolone” del governo Renzi può esprimere riprovazione in merito ed un netto rifiuto, o gli basta dare il cinque in giro per il voto di un 40% di circa il 50% di Italiani, per di più alle europee, ché la nostra politica estera di aggressione imperialistica ci pensa Obama a farla?
La tragedia dell’Armir è recente ed il nostro popolo ha sofferto abbastanza per le folli alleanze strette dai suoi governanti con il nazismo.
Adesso è il governo targato Piddirosa che ci riprova a mandare risorse e militari a fianco dei nazisti ad attaccare la Russia?
cesare(Quota) (Replica)
ARMANDO(Quota) (Replica)
Questo video lo ha postato Fabrizio Napoleoni su fb: https://vimeo.com/97144051
Secondo me questa è una nazista, neanche tanto camuffata, a mio parere, non solo nei contenuti ma anche nell’estetica del linguaggio, diciamo così. Ascoltando il video fino alla fine mi viene spontaneo, non sto scherzando, immaginare la platea che alla fine della lezioncina sul genere superiore ma da sempre oppresso, invece di applaudire scatta in piedi, sbatte i tacchi e grida “Heil Hitler!”…
Questo mi ha fatto venire in mente come cambiare ,verso la fine ,il video di “Fabriziaccio” piccola appendice che ,naturalmente, non vuole assolutamente sminuire il buon video di Napoleoni … http://www.dailymotion.com/video/x1yi9j0_senza-uomini verso la fine ,dopo “Applausi ” c’è la piccola aggiunta
Mauro Recher(Quota) (Replica)
cesare,
Cesare, Renzi non farà, e non dirà, nulla di nulla. E’ completamente appiattito sulle posizioni Usa in tutti i campi. E poi non gli frega di queste quisquilie.
armando(Quota) (Replica)
Armando non ho capito perchè hai postato il mio commento. Forse volevi fare un quote accompagnato da un tuo commento ma che poi per un problema tecnico non è uscito?
“non potrebbero far presa sulle donne comuni se in quest’ultime non esistesse una predisposizione ad accettare ciò…”(Tiziano)
Assolutamente d’accordo. Nemmeno io credo che ci sia mai stato una “età dell’ oro” nei rapporti tra i sessi, oggi però le cose sono molto peggiorate perchè il femminismo ha sdoganato certi impulsi femminili, cos’ come un ipotetico maschilismo sdoganerebbe i primordiali impulsi maschili . I Poteri si sono semplicemente adattati e conformati a ciò, trasformando il femminismo da capricci femminili ad ideologia di Stato. Io non sono un esperto in analisi socio-politiche, quindi non mi pronuncio su una possibile matrice cospirazionista dello sviluppo e dell’ imposizione del femminismo.
Da un pò di tempo sto analizzando la QM alla luce dell’ Etica.. Solo così si potranno migliorare i rapporti tra i sessi, e quindi dar vita a quella Nuova Alleanza auspicata da RDV Seguendo solo le logiche primordiali naturali, uomini e donne non solo non sono intercambiabili ma sono anche contrapposti(come più volte hanno ripetuto alcuni in ambito QM)
Per ora in ambito QM sono solo in questo approccio(cioè sull’ etica),ma prossimamente(tempo e salute permettendo) mi pronuncerò meglio su questo aspetto, sperando, ma è difficile,che qualcuno possa seguirmi su questa via, via che non è assolutamente in contraddizione con la linea del MUB, semplicemente aggiunge altre analisi.
Tarallo(Quota) (Replica)
Volevo quotarlo. armando
armando(Quota) (Replica)
Indicativo il video quando dice che occorre abolire le classi, i sessi e le razze.
Ma è quello che sta facendo il capitalismo attuale. Borghesia e proletariato in quanto classi “per sè”, ossia con una coscienza di classe (in senso marxiano) sviluppata, non esistono più. I sessi, ossia con una identità derivante dalla biologia non esistono più. Tantomeno le razze. Mi spiego: dobbiamo essere lucidamente consapevoli che il capitalismo non è INTRINSECAMENTE classista, sessista o razzista. Il capitalismo può essere tutto e il suo contrario, secondo il periodo storico e la funzionalità rispetto alla sua riproduzione. Oggi abolisce le classi, i sessi e le razze semplicemente perchè non gli servono. Domani chissà- Ciò non significa che per essere anticapitalisti occorre essere classisti, sessisti o razzisti, ma che occorre fondare quei valori su qualcosa di profondamente diverso, direi opposto. Un opposto che, tanto per cominciare, non derivi da una concezione utilitaristica. Un opposto fondato su qualcosa di eterno e imperituro, tenuto rigorosamente fuori dalle convenienze momentanee e transeunti. Un umanesimo integrale. Insomma qualcosa che non abbia nulla a che fare con la mercificazione.
armando
armando(Quota) (Replica)
armando,
Sono ovviamente d’accordo, Armando, sul fatto che Borghesia e Proletariato, tradizionalmente intesi, in se e per se, come dici giustamente tu, non esistano più.
Non sono (ovviamente) invece d’accordo sul fatto che le classi non esistano più e/o che il capitalismo non ne avrebbe più bisogno o necessità, come hai detto sempre tu.
Questo, se me lo consenti, Armando è un assurdo. Non è una questione di bisogno o di necessità. Il capitalismo crea strutturalmente le classi, essendo fondato sul principio dell’accumulazione illimitata del capitale che per quanto mi riguarda, non può che in ultima analisi avvenire attraverso la formazione-accumulazione-estorsione di plusvalore che è strutturale e intrinseca ai rapporti di produzione capitalistici. Che poi oggi il sistema capitalistico si sia profondamente trasformato, che la “variante” finanziaria del capitalismo sia per lo meno in questa fase quella dominante non c’è altrettanto dubbio, ma la dinamica resta comunque la stessa. L’accumulazione di capitale, in qualsiasi forma avvenga, è comunque una sottrazione di ricchezza da parte di alcuni ai danni di altri. Questo è poco ma sicuro. Ed è ancor più evidente che questa accumulazione/sottrazione di capitale non può che creare gruppi (quindi classi) sociali provvisti di una capacità economica assolutamente diseguale, con tutto ciò che da questo ne deriva. L’essere ricchi o l’essere poveri non comporta solo una diversa capacità di consumo; mi sembra evidente anche questo. Oggi il 10% della popolazione del pianeta mi pare che possieda il 70 o l’80% dell’intera ricchezza mondiale (ma anche se fosse il 50% non cambierebbe nulla), il fatturato di alcune multinazionali è pari a quello di intere nazioni, alcune famiglie, singole persone, guadagnano l’equivalente di quello che guadagnano decine se non centinaia di migliaia di persone. Ma come si fa a dire che le classi sociali non esistono più o che il capitalismo se ne infischia della classi? Certo che se ne infischia, e se ne infischia proprio perché il capitalismo se ne infischia di tutto, ed è proprio per questo che finchè esisterà il capitalismo, il mondo continuerà ad essere diviso in classi. Il capitalismo non crea le classi perché è “malvagio” ma perché la diseguaglianza sociale (che deriva da quella economica che a sua volta deriva dai rapporti di produzione capitalistici che creano strutturalmente differenziali di ricchezza) è strutturale all’esistenza stessa del capitalismo.
Quello che mi si può opporre è che la divisione in classi non sia comunque superabile e che sia addirittura giusta perché corrisponde ad un ordine naturale delle cose. Naturalmente io non sarei d’accordo e combatterei contro una simile concezione, però questo è un altro discorso. Ma non si può dire che il capitalismo NON sia (come hai detto tu) INTRINSECAMENTE classista. Il capitalismo è invece OGGETTIVAMENTE classista, né potrebbe essere diversamente, altrimenti sarebbe un’altra cosa.
Ora, il fatto che Borghesia e Proletariato in se e per se (cioè come classi sociali dotate di coscienza di se, e portatrici di uno specifico sistema ideale e culturale) non esistano più, non significa affatto che le classi sociali non esistano più. Se è per questo anche i servi della gleba e gli aristocratici (e prima di loro i patrizi e i plebei) non esistevano già più, e infatti il loro posto è stato preso dalla Borghesia e dal Proletariato. E’ il processo storico. Ora abbiamo il problema di significare anche dal punto di vista linguistico le attuali classi sociali; non avendo trovato, come tutti, una nuova terminologia che possa definirle al meglio, mi limito a definirle come classi sociali dominanti e classi sociali dominate. Ma la questione resta tutta sul piatto.
Il discorso che fai è invece valido per quanto riguarda il discorso razziale. Il capitalismo ha alimentato il razzismo quando le condizioni storiche oggettive del suo sviluppo rendevano necessario mantenere le barriere razziali (pensiamo all’era delle prima grande espansione coloniale, tra il ‘500 e il ‘700, della seconda, nell’800, fino all’era dell’imperialismo maturo che gli storici comunemente individuano a partire dalla fine dell’800). E’ ovvio che in quella fase il capitalismo non poteva che essere anche razzista (non mi metto a spiegare perché altrimenti non la facciamo più finita ma credo che sia ovvio…). Oggi, nell’era del mercato globale il capitalismo (che continua a infischiarsene di tutto e di tutti perché il suo unico motore è l’accumulazione illimitata di capitale) non ha più ragione di alimentare il razzismo, per la semplice ragione che deve trasformare l’umanità intera in una massa di lavoratori precari, migranti, sradicati e ricattati, senza più nessun riferimento culturale o identitario (a partire dalla coscienza di classe, cioè dalla coscienza di essere degli sfruttati e degli oppressi). Per cui se ne frega altamente se questa massa di lavoratori è bianca, nera, gialla o a pallini verdi. Anzi, alimenta addirittura (ma ipocritamente, lo dobbiamo sapere…) i discorsi “falso buonisti” ipocriti e politicamente corretti soltanto per coprire ideologicamente (falsa coscienza) i suoi obiettivi reali, cioè lo sfruttamento di tutto e di tutti, risorse umane e matariali, al fine della accumulazione illimitata di capitale.
Punto e stop. Stesso discorso per i sessi e non entro nel merito neanche in questo caso perché quello che potrei dire già lo conoscete.
Ma NON sulle classi.
Caro Armando, te lo dico, credimi, in tutta amicizia, quella che ormai ci lega da tempo. Mi sorprende (o forse no…) che un vecchio (ex) comunista come te, non perda occasione per portare avanti questo discorso sul fatto che le classi non esistano più, che il concetto di classe vada superato ecc. . Questo discorso proprio non ti va giù, è come se questa contraddizione, che pure contraddistingue da sempre la storia umana, lo volessi rifiutare. Lo fai nel nome di un richiamo all’Umanesimo, o a un nuovo Umanesimo. Ma è proprio in virtù di quell’Umanesimo al quale anche io mi richiamo , che è necessario superare le classi sociali e le diseguaglianze e le ingiustizie che questa divisione comporta. I due aspetti non possono essere separati. Perché tu li vuoi separare? Cosa c’è dietro? Oltretutto, voglio dire, non mi pare che tu, come me, abbia avuto i natali in una villa di Hollywood. Sei un lavoratore, un uomo del popolo, hai vissuto sulla tua pelle le contraddizioni di questo sistema, hai un figlio precario e sei giustamente preoccupato per il futuro del tuo figliolo, cosa ti ha spinto e cosa ti spinge a rifiutare il concetto di classe e del superamento delle classi? Cos’è che ti da fastidio, che proprio non riesci a digerire di questo discorso? Vedi che, gira che ti rigira, torniamo sempre ai concetti di destra e di sinistra (dimentichiamo per un momento cosa siano diventati nell’attuale situazione storica contingente..).
Ecco, io ho delle mie ipotesi nel merito, però insomma, non mi pare il caso di discuterne qui, non perché ci sia nulla da nascondere (figuriamoci…) ma solo perché la discussione ci porterebbe troppo lontano e non avrebbe senso farla qui. Magari prossimamente quando ci incontreremo di nuovo.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi,
Ho scritto ” Borghesia e proletariato in quanto classi “per sè”, ossia con una coscienza di classe (in senso marxiano) sviluppata, non esistono più. I sessi, ossia con una identità derivante dalla biologia non esistono più. Tantomeno le razze. Mi spiego: dobbiamo essere lucidamente consapevoli che il capitalismo non è INTRINSECAMENTE classista, sessista o razzista.”
Intrinsecamente non classista, se lo leggi insieme all’affermazione della venuta meno della “perseità” delle classi, vuol dire che il capitalismo non necessita più di una classe specifica da cui “farsi rappresentare”, ossia portatrice della sua stessa weltanschaung, e neanche della controcultura rappresentata dalla classe operaia. Il motivo è semplice. Ha ormai colonizzato l’immaginario di tutti, che non è molto diverso fra il ricco e il povero. So benissimo che la disparità di possibilità semmai si è accentuata piuttosto che ridursi. Ma da sola non basta nè a connotare una classe nè a produrre coscienza. Altrimenti le “moltitudini” di Toni Negri avrebbero già risolto il problema del soggetto storico del cambiamento liberatorio.
E, ed è questo un punto altrettanto importante ma su cui non sarai d’accordo, si è sbiadita anche la distinzione in base al rapporto coi mezzi di produzione, ossia alla loro proprietà o non proprietà. Sbiadita, e non evaporata, nella misura in cui il capitale è un meccanismo sempre più anonimo e impersonale. L’era del “padrone” delle ferriere non c’è più, ci sono i grandi manager altissimi funzionari del capitale (e per questo con retribuzioni miliardarie) che rispondono a una proprietà spezzettata e divisa fra molti soggetti e per questo spesso non conoscibile (tendenzialmente, s’intende).
Da questo punto di vista, e ti prego di non fraintendere la mia affermazione nel senso che tutti saremmo sulla stessa barca), il manager è “precario” altrettanto quanto l’operaio, pur con le abissali differenze del caso.
D’altro canto, l’affermazione (che condivido) che il capitalismo si riproduce oggi culturalmente a sinistra, non indica solo un tradimento soggettivo di quei partiti, ma è la spia di quel processo di tramonto della perseità delle classi di cui dicevo. Processo in forza del quale il manager e l’mpiegato condividono pensieri, immaginario, stili di vita (in un caso realizzati nell’altro solo desiderati), valori, credenze etc, etc, Ragione per cui Soros è diventato il terzo socio delle Coop Rosse, senza che il popolo di sinistra si sia posto il minimo interrogativo sul senso della vicenda. Il risultato è il Pd che prende oltre il 40%,e lo votano ceti popolari, intellettuali ed elite.
Io non ho soluzioni, indico un problema.
Ci sono gli sfruttati, eccome se ci sono, ma non come classe, non come cultura alternativa a quella del capitale. E allora, Che fare?
armando
ARMANDO(Quota) (Replica)
Aggiungo una sola cosa. Il movimento 5 stelle mi sembra un fenomeno estremamente esemplificativo. Indignato contro sfruttamento, disonestà e quant’altro, e va benissimo, ma si ferma lì. Anch’esso, in fondo, condivide tutto il resto. Non produce, ne favorisce, una vera consapevolezza della posta in gioco che non è solo economica o di onestà personale. Ed è per questo che non è affatto soggetto di cambiamento vero, e alla lunga passerà come una moda effimera e momentanea.
ARMANDO(Quota) (Replica)
ARMANDO,
Questo è già un altro discorso sul quale però resto solo parzialmente d’accordo perché se è vero che le classi dominate non hanno coscienza in se e per se, cioè non hanno coscienza della loro condizione (e questo perché sono state culturalmente e ideologicamente spappolate) e non sono in grado di produrre un loro sistema di valori alternativo, in altre parole non hanno coscienza di classe, le classi dominanti ce l’hanno, eccome. Hai voglia se ce l’hanno.
Come ripeto, sono solo parzialmente d’accordo (e infatti già ne abbiamo discusso) con questo discorso della natura impersonale dell’attuale capitalismo. Che non esista più il padrone delle ferriere o delle miniere che gira con la carrozza e il vestito bianco, non c’è dubbio. Ma questo non significa affatto che non esistano i “padroni”. I “padroni” hanno soltanto cambiato volto e aspetto e anche struttura, è evidente. Il sistema è estremamente più complesso rispetto a quello di una volta, lo sappiamo benissimo. Che esistano società per azioni con capitale transnazionale, grandi gruppi finanziari e non solo, anche proprietari, è altrettanto vero. Che molto spesso i grandi azionisti (cioè i “padroni”) ormai non si vedano più, siano meno visibili rispetto a una volta, è altrettanto vero, ma sapevamo anche questo. E’ evidente. Anzio, oggi i “padroni” mandano in “prima linea” appunto i manager, come dicevi tu e i politici, cioè gli amministratori dei loro interessi (perché a questo è ridotta la politica).
Non capisco, sinceramente, come si possa dire che questo sistema sia impersonale. Che sia un sistema estremamente complesso non c’è dubbio, che siano in corso grandi processi economici, culturali, sociali, e via discorrendo (tutto quello che sappiamo e di cui ci occupiamo..) non c’è altrettanto dubbio. Ma all’interno di questi processi ci sono degli attori che in qualche modo li governano. Il mondo è dominato da grandi gruppi che sono anche proprietari (quindi non si parla solo di denaro contante, di capitalismo finanziario…) della gran parte della ricchezza mondiale, e controllano gli stati, i governi, gli eserciti.
Quindi, francamente, non riesco a capire molto questo discorso sulla natura impersonale del capitalismo. Poi che il grande manager o il grande capitalista (quello da cui il manager prende ordini, sia chiaro…) condividano le medesima “weltanschung” del loro dipendente, questo è purtroppo, e sottolineo purtroppo, il risultato della sconfitta storica del Movimento Operaio e della Sinistra. Ma questo non ha nulla a che vedere né con la presunta natura impersonale del capitalismo né tanto meno con il fatto che le classi dominanti non abbiano coscienza di classe. Ed è proprio il fatto che le classi dominate non abbiano coscienza di sé ed aderiscano alla stessa visione del mondo delle classi dominanti che sta testimoniare il trionfo di queste ultime e la sconfitta delle prime.
Dobbiamo essere chiari su questi aspetti altrimenti rischiamo veramente di andare fuori binario…Poi chi vuole può anche andarci; ormai ho visto e sentito di tutto in vita mia, anche ex comunisti inneggiare a Pinochet…(come sul film Blade runner, “Ho visto cose che voi umani…”..), però personalmente, sento il dovere di mettere i punti sulle i, come si suol dire.
Rispetto al che fare. Caro Armando, Lenin, cioè forse il più grande rivoluzionario della storia, questo quesito se lo pose nel 1905 dopo la sconfitta della prima rivoluzione. Una dozzina di anni dopo ne ha fatto un’altra e ha preso il potere alla guida di un gruppo di “operaiacci” e di soldatacci” (che il Cielo o chi per lui li abbia in gloria eterna, per quanto mi riguarda…) . Altri tempi. Ripeto, altri tempi. Quella storia lì non è più proponibile e ripetibile. Siamo in un’altra epoca e con questa dobbiamo fare i conti. Io non ho la bacchetta magica, né la sfera di cristallo né tanto meno soprattutto sono Lenin…
In questa fase non possiamo fare altro che fare quello che stiamo facendo, che mi sembra già abbastanza. Le cose si fanno passo dopo passo, cammin facendo, noi siamo soltanto dei minuscoli pezzettini della storia che però stanno facendo il loro dovere. Di questo sono convinto. Di più realisticamente non vedo cosa potremmo fare. Ciascuno fa quello che sa e può fare. Mi pare che aver scoperto la dimensione della “psico-eto-sfera” come “sostanza”, mi verrebbe da dire, non in senso cartesiano, ovviamente, ma ci capiamo, diciamo come struttura in senso marxiano ma oltre Marx, cioè il nuovo piano (oltre a quello tradizionale) sul quale il sistema dominante agisce, sia tutto sommato, una “scoperta” degna di rilevo filosofico. L’aver disvelato il vero ruolo e la vera funzione del femminismo, l’aver individuato la nuova frontiera (genetica-antropologica) sulla quale sta agendo il capitale (a brevissimo, forse questa sera stessa) un mio articolo nel merito sull’Interferenza), idem come sopra. E’ un’elaborazione, un bagaglio di cui tutto sommato, noi tutti che siamo qui e che ci siamo contaminati e che abbiamo dato vita in questi anni a questa comunità, possiamo essere fieri.
La cosa fondamentale è non smarrire la bussola, non perdere la rotta. Purtroppo in parecchi l’hanno smarrita, sotto i colpi di quella che una volta avremmo chiamato come “controrivoluzione culturale”. Il termine è senz’altro desueto, ma non riesco a trovarne un altro. Credo però che ci capiamo. La sconfitta è stata di portata epocale, non certo congiunturale. Lenin nel 1905 visse e subì invece una sconfitta congiunturale. La sconfitta subita dal Movimento Operaio è invece strutturale e epocale. Si tratta di ripartire zero. Fare piazza pulita delle macerie e ripartire. Il che, ovviamente, non significa buttare a mare tutto quello che c’è stato prima. Questo è quello che è stato fatto dai delusi, oppure da quelli che poi hanno finito con l’aderire ideologicamente al sistema, oppure da quelli (tanti) che hanno scelto di riciclarsi (tutta la nomenclatura pidiessina e derivati…) e di diventare in molti casi più realisti del re.
Il nostro percorso è un altro. Stiamo cercando non senza fatica di percorrerlo.
Per quanto riguarda invece il M5S, sono d’accordo con te. E’ sicuramente un movimento transeunte proprio perché non ha una sua “weltanshaung”, è soltanto un contenitore di protesta e di criticità, anche molto diverse fra loro. Però non va sottovalutato. Il fatto che comunque in Italia ci sia un 20% di persone che non crede più alle sirene di regime, è già molto. Ed è un fatto, può piacere o meno ma è così, che il M5S sia la forma politica attraverso la quale quel moto di protesta assume comunque una rappresentanza politica. Rispetto al nulla è comunque qualcosa. Tutto ciò indipendentemente dal giudizio su Casaleggio o su Grillo. Questo è un altro discorso. Sono solo vagiti, diciamo così, primi passaggi di qualcosa che non siamo ancora in grado di prevedere.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Scriverò in questi giorni un articolo per il mio blog, in cui parlerò del concetto di Classe rapportato con la QM, con la speranza di mettere d’accordo Fabrizio e Armando, o meglio di renderli meno lontani, pur nei limiti impostami dall’ ernia del disco che mi rende terribile e quasi impossibile scrivere davanti al pc.
Ad Maiora
Tarallo(Quota) (Replica)
E aggiungo:bisogna liberarsi dall’ ortodossia(ovviamente non mi riferisco a nessuno qui), e abbracciare l’ eterodossia. Con l ‘ortodossia non si va da nessuna parte. L’ unica ortodossia che apprezzo e che trovo utile è quella religiosa.
Tarallo(Quota) (Replica)
Tarallo,
L’aspettiamo. Nel frattempo auguri per l’ernia.
armando(Quota) (Replica)
Mi dai l’indirizzo del tuo blog Tarallo? Sei una lettura molto interessante…
Ethans(Quota) (Replica)
Ringrazio Armando per il suo augurio ed Ethans per il suo apprezzamento
Comunque Armando, non so se riuscirò a scriverlo come vorrei io perchè poi temo di allontanare ancora di più le posizioni anzichè avvicinarle, e siccome con i forti dolori al braccio e alla schiena non riesco ad essere concentrato davanti al pc, temo di non riuscire nell’ intento. Comunque qualcosa scriverò prossimamente o in futuro.. Il mio intento è di creare un comune denominatore di analisi e di approccio tra tutte le correnti che si occupano di QM, in particolar modo tra quelle non inconciliabili tra loro. Poi sopra questo comune denominatore ognuno costruisce il suo approccio in base al proprio orizzonte politico o filosofico.
Tarallo(Quota) (Replica)
http://intersezioni.noblogs.org/antifa/deconstructing-la-frittata/
una persona nota (sopratutto per Luigi *friends* ) c’è l’ha anche con noi ……
Beh , piccola nota culinaria , c’è da dire che ,se lasciamo la frittata cuocere solo da una parte , non viene certamente fuori una frittata perfetta ….
Mauro Recher(Quota) (Replica)
….
Banalotto e più prevedibile di un post della Zanardo.
Passo …. *boredom*
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Chissà se un giorno imparerà a scrivere qualcosa di più interessante di queste lagne isteriche da quattordicenne stizzoso che crede di essere l’unico al mondo ad avere ragione. Ma non ci giurerei. Chi nasce utile idiota, muore alla Lubyanka.
Marco Pensante(Quota) (Replica)
Ragazzi, questo secondo me c’ha problemi seri…Voglio dire, ma con tutte le cose che ci sono da leggere, da studiare, su cui riflettere, elaborare, analizzare, approfondire (più tutti i cazzi e mazzi con cui una persona normale ha a che fare nella vita…) , questo si mette a fare il segugio, legge i nostri articoli, li copia-incolla e li commenta, e ci si impegna pure perché ha scritto un bel pistolotto commentando gli articoli del sottoscritto e quelli di Marcello Mazzola.
Pare proprio che la vocazione o la massima aspirazione di questi personaggi sia quella di fare la “guardie rosa”…Bah…non so che dire, in tutta sincerità…Insomma, io non ci perderei neanche un minuto per scrivere simili articoli, nel senso che preferirei impiegare il tempo in altra maniera, figuriamoci se mi metto a scrivere un articolo per parlare male di Lorenzo Gasparrini o di chiunque altro. A meno di episodi come quello che ha visto di recente coinvolti i maschili plurali, ma quello è un altro discorso, lì è accaduto un fatto ben preciso di cui non potevamo non occuparci…
C’è qualcosa che non mi convince in questa pervicacia, in questo voler denigrare, gettare immondizia, deridere, e anche sistematicamente, nel tempo…Non lo so, boh, non mi quadra…Voglio dire, uno convinto delle proprie opinioni non ha bisogno di fare queste cose, le porta avanti e basta…
Mi sbaglierò ma è come se avessero necessità di urlare e di inveire contro di noi per coprire qualcosa…E’ come se dovessero cancellare la nostra voce, la tattica infatti è sempre la solita, il tentativo di demolizione della persona…
Fossero loro talmente demoliti (anche se a livello inconscio) che non gli resta che fare questo? (parlo seriamente)
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
A volte ritornano. Dopo una assenza migratoria, ogni tanto torno -a scrivere – anche io.
Riguardo quanto sopra, a me vien in mente una riflessione che ho postato anche altrove -se non ricordo male.
La riflessione e`questa: mi risulta che anche a volere seguire illustri pensatori non proprio di destra, la durata nella storia umana del cosiddetto patriarcato sia pressoche`ridicola. Dalla preistoria alla protostoria, secondo certe teorie, si e`avuto il matriarcato e non il patriarcato. Ora, se sbaglio mi corrigerete, come diceva una famoso autocrate: se e`vero come e`vero che la preistoria dell`umanita`e parte della protostoria hanno visto il comando in mano alle nostre femmine, e`vero che stiamo parlando di centinaia di migliaia di anni, non di decenni. Anche rapportati al resto della storia, che di anni ne conta a malapena qualche migliaio. Pure a voler ammettere e non concedere come vere e scientifiche le emerite castronerie sul becero patriarcato, si rendono conto queste emerite genialoidi che anche a voler colpevolizzar la gente ci rimettono soltanto? Che strano, ci dite che anche se qualche padre separato si spara dobbiamo fare pippa perche`nel passato avete subito voi per millenni, e poi sono proprio i padri del socialismo – di cui scopiazzate la dialettica – a dire e teorizzare che il vostro dominio ha preceduto “il nostro”, ed e`pure durato molto di piu`. MIGLIAIA DI VOLTE di piu`.E guarda caso, aggiungo io, la scrittura e di conseguenza la storia e la civilta` sono iniziate proprio dal periodo che voi chiamate inizio del patriarcato. Delle due l`una: o ci siete o ci fate, care femministe. Proprio vero che non ne azzeccate mezza.
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)