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Video reportage sull’ideologia gender in Svezia. Per la decostruzione della mascolinità ai fini della “Gender Equality“.
Video reportage sull’ideologia gender in Svezia. Per la decostruzione della mascolinità ai fini della “Gender Equality“.
La linea politica, la strategia e gli orizzonti filosofici e valoriali del Movimento degli Uomini Beta si evincono dal Manifesto ("Il Movimento") e dai "Principi", pubblicati entrambi sulla homepage del sito, nonché dagli scritti pubblicati negli spazi riservati agli “editoriali” e agli “articoli”.
Lo spazio dei commenti è libero ed è stato creato per dare a tutti/e (indipendentemente dalla loro collocazione nei confronti del Movimento) l’opportunità di esprimere la propria opinione, purché nel rispetto delle regole della civile convivenza, delle altrui opinioni e dello Statuto del Movimento.
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73 Commenti
L’ultimo video di Fabrizio N.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Gender: una teoria scientificamente infondata, Enzo Pennetta
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“Il genere è un prodotto della cultura umana e il frutto di un persistente rinforzo sociale e culturale delle identità: viene creato quotidianamente attraverso una serie di interazioni che tendono a definire le differenze tra uomini e donne. A livello sociale è necessario testimoniare continuamente la propria appartenenza di genere attraverso il comportamento, il linguaggio, il ruolo sociale. Si parla a questo proposito di ruoli di genere. In sostanza, il genere è un carattere appreso e non innato. Maschi e femmine si nasce, uomini e donne si diventa” (Wikipedia).
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La teoria del “gender” è al centro di un ampio fenomeno sociale che sta attraversando l’intero Occidente, si tratta di una teoria dalla quale deriva tutta una serie di ricadute anche legislative. Ed è proprio a causa di queste ricadute che è necessario stabilire la valenza scientifica delle teoria stessa. Nel cercare di far luce su questo punto sorprende la mancanza di studi scientifici che mostrino degli elementi di corroborazione all’ipotesi “gender”, ma proprio in questi ultimi tempi un breve documentario norvegese ho mostrato in modo sintetico e chiarissimo l’assenza di tali elementi. Si tratta di un documentario che stranamente è stato realizzato non da un giornalista scientifico ma da Harald Meldal Eia, un documentarista e attore norvegese, questo però non deve far pensare che si tratti di un lavoro non qualificato, la qualità del documentario è nel livello delle figure professionali intervistate e nei loro studi.
CONTINUA ….
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia,
Migliaia di ricerche, studi scientifici, statistiche, costati soldi a palate, solo perchè qualche imbecille imboccato dai fautori del nuovo ordine mondiale, si è alzato una mattina con l’idea di confutare, naturalmente senza alcuna prova e alcun fondamento reale, ciò che l’umanità ha saputo da sempre, ed è stato da sempre la più limpida delle evidenze. Non bastano esperimenti mostruosi come quello di Brenda/david, il maschio voluto allevare come una femmina negli Usa (sempre loro), a mandare in soffitta simili idiozie. C’è da rimanerne sconfortati. I veri mostri sono questi, perchè alla fine giocano sulla pelle delle persone.
armando(Quota) (Replica)
Bagliori di violenza preannunciano il suo illimitato dispiegarsi
È evidente quali possenti interessi economici spingano per l’affermazione della teoria Gender: se il maschio e la femmina sono costruzioni storiche vuol dire che la differenza genitale serve più a niente, nè per la riproduzione biologica nè per quella psichica differenziata in maschio e femmina. Il che apre la strada alla inesorabile conclusione: la riproduzione biologica prescinde dall’uomo ed è attribuibile a processi industriali, quella psichica è irrilevante in quanto non riproducibile nel processo industriale che esclude la relazione affettive tra padre, madre e figlio.
L'”ugualitarismo” sotteso alle teorie gender, al femminismo, e l’omosessualismo, è una copertura dei progetti di dominio già pianificati e finanziati. Si tratta infatti dell’ “ugualitarismo” della forma merce cui si vuole sottomettere l’Umanità, o meglio quella che deve essere schiava delle attuali elites proiettate nel futuro.
La violenza con cui queste ideologie sono diffuse ed imposte svelano l’identità di chi le sostiene, le classi dominatrici e ne fanno intravvedere il fine, la continuazione a qualunque costo del loro dominio.
Passo dopo passo la costruzione di questa possibilità, ora solo teorizzata, di far diventare apparato normativo il progetto di totale eradicazione dell’umano dall’umano (altro che lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo!), sta avvenendo sotto i nostri occhi: una legge di un Comune, un pronunciamento di un tribunale, un pezzo di legge speciale qui e poi dopo un po’ in altro settore un pezzo di legge là, un opuscoletto sfuggito al connivente controllo del Ministero dell’istruzione, tutto si muove senza dar troppo nell’occhio nell’unica direzione. Gli occhi si apriranno quando ormai non ci sarà altro che la testimonianza a prezzo del proprio sangue e sarà inutile.
È necessario fin da subito una opposizione intransigente e dichiarare con voce forte ed organizzata che queste leggi, queste teorie, non hanno e non avranno mai dalla loro nè la morale, nè l’etica nè la legge di chi ama l’Umanità e segue la retta coscienza: sono fin d’ora crimini contro l’Umanità. Della violenza di questo dispositivo di cui è in corso il processo di costruzione già si intravvedono i bagliori seppur camuffati da seducenti intenzioni e forme: dalle nudità delle Femen e delle Pussy Riot all’imposizione del Genitore 1 e 2 dal Comune di Milano. Passerà poco tempo e questa violenza che oggi compare in piccoli episodi svelerà la sua matrice unitaria e sarà dispiegata senza più alcun limite come la violenza di cui gli Stati hanno disponibilità, come già in Francia.
cesare(Quota) (Replica)
cesare,
Eccellente Cesare! Aggiungo solo che mentre tu descrivi l’avanzare del nuovo ordine mondiale nei paesi occidentali, contemporaneamente si opera su scala internazionale per colonizzare le menti e le anime dei cittadini di nazioni che ancora non sono in linea, come la Russia. Già, perchè contro di essa non c’è solo il dispiegamento di forze dovuto alla geopolitica classica. E’ in corso anche una guerra culturale senza quartiere, della quale Femen, Pussy Riot , * le accuse di omofobia etc. etc., sono parte integrante. E’ una guerra psicologica di enorme portata con due obbiettivi. 1) Rinsaldare il convincimento dell’opinione pubblica occidentale di essere nel giusto perchè tolleranti e democratici mentre gli altri sono autocrati oscurantisti. 2)Mettere i cittadini di quei paesi contro i propri governanti su questi temi, cosa che alla lunga li delegittimerà.
armando(Quota) (Replica)
Ho visto tutto il video. 70000 euro per uno studio sulla tromba di genere è esilarante. Ma non c’è assolutamente nulla da ridere. Il gender è una ideologia folle e pericolosissima. La faccenda dei bambini maschi che sono bloccati per impedire loro di uscire prima delle bambine è emblematica del futuro che ci aspetta, perchè si tratta di una vera castrazione simbolica, in attesa di quella vera.
armando(Quota) (Replica)
Perfettamente d’accordo: questo “dispositivo di violenza” finalizzato alla eradicazione dell’uomo dall’uomo, è sinergico con il “dispositivo militare” di aggressione imperialista contro tutti i Popoli abbiano il coraggio di rivendicare una propria autonoma strada di civiltà.
I circoli occidentali che incarnano la politica criminale di aggressione imperialistica, donna Merkel in associazione e in prima fila, replicano da decenni in ogni paese la sovversione di governi democraticamente eletti. Non solo sono gli stessi che operano la medesima aggressione verso i propri Popoli per destrutturarne l’umanità fino alla radice più profonda dell’essere cosi da annientarne ogni capacità di resistenza.
Mentre ci “pasturano” con una concezione del diritto personale che in realtà è il feroce antico diritto del più forte, che ha il suo fondamento nella negazione del diritto universale che comprende il diritto del concepito, del minore, dell’inerme, non ci rendiamo conto dell’esca con cui intendono toglierci ogni diritto: il diritto di avere una identità e persino la vita che intendono bruciare in una guerra che è contro di noi.
Contro l’incendio della terza guerra mondiale, incendio che sotto gli occhi di tutti sta per divampare è possibile che sia solo il Papa, dal Sacrario di Redipuglia a nominare oggi la responsabilità di ” chi dalla guerra trae vantaggi”, di chi risponde:” non mi riguarda la morte del fratello”, e ad avvertire i Popoli del pericolo e della necessità di mobilitarsi per difendere la Pace?
È possibile che dalla grande tradizione di mobilitazione per la Pace in difesa dei Popoli storicamente incarnata dalla sinistra, non esca una parola in sintonia con la denuncia e l’appello alla Pace del Pontefice? Ma solo e soltanto proclami aggressivi, una folle corsa a primeggiare nel misconoscere le ragioni della Russia il tutto condito con inutili successi d’immagine da spendere agli occhi delle invecchiatissime lobby femministe italiche, quando si ha di fronte una situazione internazionale a pochi passi da un conflitto mondiale che si combatte su terreno europeo? La sinistra oggi tradisce vergognosamente fino in fondo se stessa.
cesare(Quota) (Replica)
Le ragioni della Russia… immagino, tipo quelle che hanno condotto l’insegnante di danza lesbica 29enne Ekaterina Khomenko ad avere la gola tagliata, 5 giorni fa, e gli amichetti di Puttin di Occupy Pedophilia a esultare nei loro profili VKontakte… e perché non parliamo della fine che ha fatto João Antônio Donati a Inhumas, in Brasile…
Eh, ma vuoi mettere, il problema è l’ideologia del “gendè”… uccide sicuramente di più…
Rugiada Rossa(Quota) (Replica)
Dopo i Bar Sport mi rendo conto che sono nati sull’onda del progresso anche i bar Rugiada Rossa. Non sono un frequentatore di bar.
cesare(Quota) (Replica)
Su Dagospia di oggi un articolo sul reclutamento di decine di neofascisti italiani da parte di una associazione Italia-Ucraina inviati a combattere i filorussi. Risulta anche che appartenenti all’area antagonista combattono nelle file opposte:” È come la guerra di Spagna” la valutazione che danno della loro partecipazione nella prospettiva di un antifascismo internazionalista.
Ai “sinistri” sbandati e bendati sul fronte di diritti maleintesi capita oggi di trovarsi schierati sul fronte russo a fianco dei fascisti italiani, dei nazisti ucraini e dei contractor USA: come sempre è la linea del fronte a stabilire chi sei veramente e far piazza pulita di tutte le pagliacciate in cui tanta parte della sinistra trova nuovo consenso e la sua nuova identità “progressista e rivoluzionaria”.
cesare(Quota) (Replica)
Ricomincia (per la verità non c’è mai stata una pausa…) la solfa in seguito all’omicidio-suicidio avvenuto a Milano pochi giorni fa…
Un’indagine sociologica e psicologica seria si porrebbe il problema di approfondire e di capire cosa scatena simili comportamenti. Si insiste con questo mantra in base al quale gli uomini concepirebbero le donne come una proprietà privata…
Ci si guarda bene, ovviamente, dall’applicare lo stesso paradigma quando le donne e le madri uccidono i loro figli. Se non è senso della proprietà quello, mi chiedo allora cosa lo sia…
Ma in realtà io credo che anche dietro a quegli episodi di infanticidio le ragioni profonde siano ben altre. La donna che sopprime il proprio figlio sta in realtà metaforicamente sopprimendo se stessa. E’ ovvio che siamo di fronte ad un comportamento psicopatologico che sconfina nel criminale. Con la differenza fondamentale che mentre in una gran parte dei casi, forse la maggioranza, in cui un uomo uccide la propria donna, finisce per suicidarsi, molto raramente se non quasi mai una donna si toglie la vita dopo aver ucciso il proprio figlio. Tanto meno ho memoria di una donna che si è suicidata dopo aver ucciso il proprio compagno. Del resto il “maschicidio” è socialmente e ideologicamente giustificato (se una donna uccide il marito avrà pur avuto delle ragioni? Lui la pichiava, la vessava, era violento ecc. …).
Comunque in chiusura di articolo l’autrice si “difende” dalle accuse di misandria e di “nazifemminismo”, è il segno che cominciano ad avvertire che una critica alla loro ideologia si sta in qualche modo manifestando… http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=62678&typeb=0
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi,
….
E se in questo volete continuare a leggere una mia “misandria” o la prova del mio “nazifemminismo”, allora il problema è più grave di quanto io possa immaginare. (cit.)
Evidentemente. Il problema è più grave di quanto possiamo immaginarlo un po’ tutti cara Valentini.
E a renderlo più grave siete proprio voi con la vostra “ideolo-getta” di-sistema e de-genere un tanto al chilo.
Si. E se vuole le spiego anche perché.
Voi, con la vostra ideologia fintamente antisistema, in realtà funzionale ed,ormai, organica allo stesso, impedite (ed il sistema di questo vi è ultra grato ed infatti vi prebenda come non mai…) che su tutta quella serie di fenomeni, da lei e contermini ideologici, illustrati si possa intervenire con analisi e ricerche serie.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Queste commentatrici “alla Valentini” bazzicano nelle dimensioni della follia estrema della cronaca nera non accorgendosi che questa forza/follia ne approfitta e coglie in loro interlocutrici pronte ad inserire e paradossalmente confermare i suoi folli atti nella pseudo reatà dell’ideologia femminista (second life): un “dialogo” perverso che tecnicamente si chiama “risonanza psichica”, per cui più “le Valentini” (e naturalmente i media “alla Valentini”) urlano al femminicidio più entrano in risonanza con la più profonda follia sia maschile sia femminile e viceversa, e le danno il palcoscenico su cui tragicamente, orrendamente esibirsi e compiacersi. Per la follia il palcoscenico è un’attrattiva irresistibile, se poi il pubblico entra in risonanza i folli si moltiplicano come le loro follie
A mio avviso il meccanismo è analogo alla follia dei “tagliatori di teste” che dialoga in piena risonanza con la follia della sindrome di onnipotenza del Mondo occidentale che offre inoltre un palcoscenico di inimmaginabile estensione.
Questo “gioco” incrementale della follia è di grande efficacia al servizio del potere e lo vediamo ogni giorno nella isteria delle campagne di guerra ormai indistinguibili nella loro efficacia sinergica tra guerre contro il nemico interno e quello esterno e sappiamo che è il tratto distintivo del potere corrotto.
La realtà per fortuna è fuori sia della follia in senso stretto sia di quella forma di follia che spesso l’ideologia incarna, dialogando simmetricamente con la prima: i maschi reali, i milioni di maschi che portano avanti il Mondo, creano la sua ricchezza, il suo sapere, la sua civiltà, il futuro, nella assoluta stragrande maggioranza non si uccidono e non uccidono e tantomeno così, se non nel violentissimo sguardo folle dell’ideologia femminista e in quello interessato e altrettanto folle del potere
cesare(Quota) (Replica)
E se in questo volete continuare a leggere una mia “misandria” o la prova del mio “nazifemminismo”, allora il problema è più grave di quanto io possa immaginare. (cit.)
Sembra quasi “Io non sono razzista ma….” poi, anche questa frase merita una considerazione
Serve, anche, ad impedire a giornalisti e opinionisti vari, di scrivere inesattezze come “raptus” davanti ad una simile notizia.
Non sapevo che gettarsi da un balcone ,insieme con un ‘altra persona (ma anche se fosse da solo) fosse sintomo di equilibrio mentale
Mauro Recher(Quota) (Replica)
Continuo con regolarità a raccogliere i dati sulle stragi in famiglia registrando il numero dei correlati suicidi.
A gennaio 2015 il resoconto.
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
Sapete come la penso, per me è uno scontro tutto interno al cristianesimo (non ortodox) e alla sua evoluzione:
“Chi sono io per giudicare…”
Cmq, la cosa che ho trovato interessante, e che avvalora la tesi, è che il Corriere chiama le sentinelle “attivisti ultra cattolici”.
Estremisti insomma, come se ad essere fuori dal cattolicesimo …siano quasi loro. (non quelli dell’arcigay) 😆
Alta tensione tra centri sociali e attivisti ultra cattolici alla manifestazione contro il ddl Scalfarotto
Alta tensione domenica 5 ottobre in piazza Galvani a Bologna dove il gruppo ultra cattolico delle “Sentinelle in piedi” manifestava contro il ddl Scalfarotto che introduce il reato di omofobia. Gli attivisti si sono scontrati con un centinaio di persone appartenenti ai centri sociali e all’Arcigay bolognesi, che erano intervenute con una contro manifestazione. Nel video dell’emittente Radio Città del Capo, ecco le Sentinelle andarsene dalla piazza tra gli insulti e gli spintoni degli attivisti di sinistra.
http://video.corriere.it/bologna-insulti-botte-le-sentinelle-piedi/98082a12-4d31-11e4-a2e1-2c9bacd0f304
Animus(Quota) (Replica)
Invece di manifestare conto il Papa..
Razza di deficienti.
Questi sono coloro a cui dovremmo affidare le ns “speranze di salvezza”?
Gli stessi, la stessa “pasta d’uomo” insomma, che negli anni ’70 si opponevano al femminismo quando Giovanni Paolo I proclamava che Dio era più madre che padre.
Ecco, ora che Francesco apre alla comunione con i gay, questi orbi, invece di protestare contro la Chiesa, puntano sempre dalla parte sbagliata!
“L’uomo d’azione … è sempre in ritardo rispetto al cammino dello spirito.(Emil Cioran)”
Peccato che i minus habens, già ciechi di fronte a ciò che è visibile, che il vero nemico verso cui sparare sia ciò che non si vede, “il cammino dello Spirito” … non lo capiranno mai.
Animus(Quota) (Replica)
Interessante Convegno a Roma:
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Mi sembra che qualche relatore sia garanzia di discussione non scontata e a senso unico. I romani dovrebbero andare.
Armando(Quota) (Replica)
Questa di seguito è una lettera che ho inviato a circa un’ottantina di nostri amici su facebook, quelli più vicini idealmente e anche come impegno. La pubblico anche qui perchè alcuni di voi non sono su facebook. Dopo di che ne discuteremo perchè credo che dobbiamo cominciare a ragionare su un salto di qualità che non possiamo più procrastinare, a mio parere. La fase della gestazione è durata già molto, abbiamo prodotto una elaborazione di assoluto livello, dobbiamo quindi porci l’obiettivo di un salto di qualità che non può che essere di natura politica. Non è affatto facile, dobbiamo ragionare e studiare assieme forme, modalità e anche l’eventuale contenitore politico dove poter portare avanti un determinato discorso. Ne riparleremo, anche possibilmente dal vivo. Intanto questa di seguito è la mia lettera:
“Cari amici e compagni, ho deciso di scrivere a tutti voi che in modi diversi (chi è già da tempo attivamente impegnato e chi invece si è avvicinato da pochissimo tempo) fate riferimento al movimento degli Uomini Beta, dal sottoscritto ideato e fondato ormai diversi anni fa.
Credo che siano maturi i tempi per un salto di qualità e per una nostra maggiore esposizione pubblica.
Fino ad alcuni anni fa, infatti, la critica all’ideologia femminista era portata avanti quasi esclusivamente da gruppi che potremmo definire, sia pur semplificando per necessità, di ispirazione neotradizionalista e neoconservatrice. Oggi la situazione, proprio grazie al nostro lavoro, è in larga parte mutata.
Siamo stati capaci in questi anni di elaborare una vera e propria “weltanschauung”, come si direbbe in gergo filosofico, cioè un orizzonte ideale e culturale diametralmente opposto a quello di cui sopra che ha svelato la natura reale del femminismo in tutte le sue versioni (differenzialismo, genderismo ecc.), e cioè una ideologia sessista, interclassista (l’esatto contrario del concetto di classe), alleata e complice dell’attuale sistema neocapitalistico dominante, seppur abilmente camuffata sotto spoglie cosiddette “progressiste e di sinistra”. Una truffa che noi siamo stati capaci di individuare e di svelare. Il nostro sito https://www.uominibeta.org è ormai ricchissimo di analisi e articoli ma anche di moltissimi commenti di quegli amici che durante questi anni hanno dato un contributo straordinario al dibattito e alla elaborazione a cui facevo cenno prima. A tal proposito, ci impegneremo a pubblicare un libro (che sarà necessariamente voluminoso) raccogliendo i numerosissimi contributi di anni e anni di dibattito intenso e ricchissimo.
Penso quindi, come dicevo poc’anzi, che sia venuto il momento di una nostra maggiore esposizione pubblica. Proprio sabato scorso sono andato a curiosare all’incontro sui temi del genderismo organizzato a Roma da alcuni gruppi della “neodestra” (neofascista); incontro a cui ha partecipato anche l’intellettuale di punta della cosiddetta “nuova destra”, Alain De Benoist. La cosa paradossale, e lo dico senza nessuna presunzione ma solo perché è un fatto, è che la grandissima parte dei concetti espressi da Benoist sono già stati elaborati da noi da molti anni. Naturalmente, per ovvie ragioni, noi siamo distanti anni luce sia dal punto di vista interpretativo (anche se l’approccio critico, ma solo questo, è in larga parte lo stesso…) che soprattutto da quello della prospettiva, cioè appunto dell’orizzonte ideale e culturale che proponiamo e al quale lavoriamo. Però è indubbio che questi settori (che restano degli avversari, sia chiaro…) abbiano compreso le dinamiche che stanno alle spalle del fenomeno genderista (al contrario della cosiddetta “sinistra”, ormai del tutto cieca e incapace di cogliere la natura reale dell’ideologie femminista che ha sposato in toto…), anche se naturalmente le interpretano e le criticano da un punto di vista radicalmente diverso dal nostro e, come dicevo, proponendo una prospettiva completamente diversa, coerentemente, da parte loro, con la loro ideologia “identitarista”, “differenzialista, “esclusivista” e a mio parere, anche se loro ovviamente lo negano, sostanzialmente razzista.
A differenza nostra però, mentre sono stati capaci di cogliere le dinamiche intrinseche al genderismo (manipolazione genetica, transumanesimo, tendenza alla omogeneizzazione e indifferenziazione fra i sessi) non sono stati e non sono in grado di produrre un’analisi compiuta del femminismo nel suo complesso, della sua logica intrinsecamente sessista e interclassista, e della sua intima relazione con il capitalismo. Non sono in grado non per limiti intellettuali, ma per ragioni oggettive inerenti la loro stessa ragion d’essere e la loro struttura ideologica (altrimenti dovrebbero abbandonare la loro ideologia e non dico trasformarsi in marxisti ma comunque diventare un’altra cosa…) che gli impedisce di cogliere determinati nessi. Quelli che noi, cioè un movimento di classe e di genere nello stesso tempo (una novità assoluta nel panorama culturale e politico, sotto ogni punto di vista), abbiamo saputo cogliere grazie proprio alla nostra formazione e alla strumentazione di cui disponiamo. In ogni caso scriverò appena possibile un articolo, o meglio un’analisi, su Uomini Beta proprio per affrontare questi temi e per spiegare i limiti oggettivi di quell’impostazione.
Ora, la ragione per cui ho deciso di scrivervi è un’altra. Vi chiedo cioè un maggiore impegno nel promuovere il nostro movimento, una maggiore presenza nell’ambito della discussione sul nostro sito, e soprattutto una maggiore presenza nelle discussioni sulla rete e su face book (e in generale sui social network) dove, piaccia o meno, ci sono ormai venti milioni di italiani. Intanto, anche se può sembrare una piccolissima cosa, vi chiedo di invitare i vostri amici a mettere il “mi piace” sulla nostra pagina face book di Uomini Beta (come abbiamo fatto e stiamo facendo per L’Interferenza, il periodico on line dal sottoscritto fondato e messo in rete esattamente il 5 maggio scorso).
Inoltre propongo di incontrarci prossimamente a Roma per una nostra riunione in una data da fissare insieme. I vecchi militanti,diciamo così, si sono già incontrati più volte ma proprio perché siamo cresciuti numericamente, è bene incontrarci nuovamente per definire anche una nostra strategia politica.
Un’ultima cosa. Ho deciso di aggiungere a questa lista anche alcuni amici che in questi anni ci hanno osservato, a volte con simpatia, altre volte con perplessità, alcuni dei quali non hanno ancora sciolto determinati nodi e che tuttavia, nonostante ciò, continuano ad esserci vicini e a mantenere un rapporto di amicizia, di cordialità e in alcuni casi anche di attiva e fattiva collaborazione. Questo è già un segnale importante perché sappiamo perfettamente tutti quale sia il potere di condizionamento psicologico in grado di esercitare su tutti/e il “politicamente corretto”. Ho aggiunto anche alcuni amici e compagni che solo da poco tempo si sono avvicinati (anche solo per mettere il “mi piace” sulla nostra pagina”) e che forse non hanno ancora ben chiara la natura del nostro movimento. In tal caso questa, se lo vorranno, rappresenterà per loro un’occasione per approfondire la questione.
Intanto voglio avvertire tutti coloro che orbitano a Torino e dintorni che sono stato invitato dal circolo SEL di Venaria Reale (TO) a presentare il mio libro “Le donne: una rivoluzione mai nata”. All’incontro, fissato per venerdì 27 marzo alle ore 18 presso la sede del circolo (sarà creato l’evento su face book a giorni) farà probabilmente da controcanto, ovviamente, una esponente di “Se non ora quando” (la coordinatrice piemontese del comitato) , nonché dirigente e consigliera comunale di Torino del PD. Ci sarà da divertirsi e naturalmente mi farà molto piacere la presenza dei nostri amici e compagni torinesi. Anche questo è il segnale che qualcosa si sta muovendo, che una breccia si sta aprendo nel “matrix”. Ho parlato con i giovani che mi hanno invitato e ho potuto con molto favore constatare la loro vicinanza alle nostre posizioni. Per dei militanti di SEL non è affatto un particolare da poco…
Ultimissima cosa. Non ho scritto, in questa prima fase, a tutti gli iscritti alla pagina FB di Uomini Beta ma solo ad alcuni, quelli che conosco meglio (anche se non tutti…), quelli più di altri hanno condiviso la nostra battaglia, quelli con i quali mi pare ci sia anche una condivisione in linea di massima dei medesimi ideali e principi, e anche quelli che si sono avvicinati da poco ma che mi sembrano vicini alle nostre posizioni ideali. La maggior parte di coloro che sono in questa lista provengono naturalmente da una formazione che per brevità definirò di “Sinistra” (naturalmente sappiamo come il termine si sia evoluto o involuto e comunque trasformato nel corso del tempo, ma credo che ci capiamo…), in molti casi esplicitamente marxista e/o comunista, altri di estrazione socialista, altri genericamente di sinistra ecc. ma anche qualcuno che forse non appartiene o non ha mai appartenuto a nessuna di queste “scuole” ma che comunque si riconosce a grandi linee nei grandi principi e valori di eguaglianza, libertà, giustizia sociale e superamento di ogni forma di discriminazione siano esse di classe, di razza, di sesso, di religione e quant’altro, come scritto nel nostro Statuto e anche sulla homepage del nostro sito (i Principi). Se mi fossi sbagliato e avessi inserito in questa lista qualcuno fra voi che sentisse di essere lontano dal nostro “sentire” ideale, non deve far altro che prenderne atto e considerare “nulla” questa lettera.
Un carissimo saluto!”
Fabrizio Marchi
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Ecco un resoconto del convegno.
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=50641
Noto, di passaggio, che l’intervento della Ciprini mi sembra in netto contrasto con alcune prese di posizione del movimento 5 stelle.
armando(Quota) (Replica)
AIP
Sulla rilevanza scientifica degli studi di genere e orientamento sessuale e sulla loro diffusione nei contesti scolastici italiani
***
Oggi si assiste all’organizzazione di iniziative e mobilitazioni che, su scala locale e nazionale, tendono a etichettare gli interventi di educazione alle differenze di genere e di orientamento sessuale nelle scuole italiane come pretesti per la divulgazione di una cosiddetta “ideologia del gender”.
L’AIP ritiene opportuno intervenire per rasserenare il dibattito nazionale sui temi della diffusione degli studi di genere e orientamento sessuale nelle scuole italiane e per chiarire l’inconsistenza scientifica del concetto di “ideologia del gender”. Esistono, al contrario, studi scientifici di genere, meglio noti come Gender Studies che, insieme ai Gay and Lesbian Studies, hanno contribuito in modo significativo alla conoscenza di tematiche di grande rilievo per molti campi disciplinari (dalla
medicina alla psicologia, all’economia, alla giurisprudenza, alle scienze sociali) e alla riduzione, a livello individuale e sociale, dei pregiudizi e delle discriminazioni basati sul genere e l’orientamento sessuale.
Le evidenze empiriche raggiunte da questi studi mostrano che il sessismo, l’omofobia, il pregiudizio e gli stereotipi di genere sono appresi sin dai primi anni di vita e sono trasmessi attraverso la socializzazione, le pratiche educative, il linguaggio, la comunicazione mediatica, le norme sociali. Il contributo scientifico di questi studi si affianca a quanto già riconosciuto, da ormai più di quarant’anni, da tutte le associazioni internazionali, scientifiche e professionali, che promuovono la salute mentale (tra queste, l’American Psychological Association, l’American Psychiatric Association, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ecc.), le quali, derubricando l’omosessualità dal novero delle malattie, hanno ribadito una concezione dell’omosessualità come variante
normale non patologica della sessualità umana.
L’Unicef, nel Position Statement del novembre 2014, ha rimarcato la necessità di intervenire contro ogni forma di discriminazione nei confronti dei bambini e dei loro genitori basata sull’orientamento sessuale e/o l’identità di genere. Un’analoga policy è da tempo seguita dall’Unesco. Favorire l’educazione sessuale nelle scuole e inserire nei progetti didattico-formativi contenuti riguardanti il genere e l’orientamento sessuale non significa promuovere un’inesistente “ideologia del gender”, ma fare chiarezza sulle dimensioni costitutive della sessualità e dell’affettività, favorendo una cultura delle differenze e del rispetto della persona umana in tutte le sue dimensioni e mettendo in atto strategie preventive adeguate ed efficaci capaci di contrastare fenomeni come il bullismo omofobico, la discriminazione di genere, il cyberbullismo. La seria e appropriata diffusione di tali studi attraverso corrette metodologie didattico-educative può dunque offrire occasioni di crescita personale e culturale ad allievi e personale scolastico e a contrastare le discriminazioni basate sul genere e l’orientamento sessuale nei contesti scolastici, valorizzando una cultura dello scambio, della relazione, dell’amicizia e della nonviolenza.
L’AIP riconosce la portata scientifica di Gender Studies, Women Studies, Lesbian and Gay Studies e ribadisce l’importanza della diffusione della cultura scientifica psicologica per la crescita culturale e sociale del nostro paese.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Non se ridere o incazzarmi. Da un lato si dice che non esiste l’ideologia gender, dall’altro si accreditano i gender studies e le associazioni lgbt, che sostengono proprio la teoria che mascolinità e femminilità sono solo costrutti culturali. Quell’articolo essere una truffa. Punto.
Armando(Quota) (Replica)
Una volta tanto i giornalisti fanno il loro mestiere, mettendo a confronto due diversi punti di vista:
Gender a scuola, “indottrinamento”. “No, Chiesa teme di perdere dominio”
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Il confronto è fra chi crede che la biologia non abbia influenza sulla psiche e chi invece pensa che il corpo abbia i influenza sulla psiche. Dire che l’ideologia gender non esiste è una truffa per veicolare quel concetto senza dirlo. Il rispetto verso tutti è doveroso ma non c’entra nulla con quella che viene chiamata educazione sessuale nelle scuole. Quanto a o u, Oms, Unicef, ormai sono solo espressione dei poteri forti mondialità.
Armando(Quota) (Replica)
Questa della teoria gender è un’altra trovata del femminismo. La maggior parte delle persone ritiene infatti che sia tutta incentrata sugli omosessuali e suoi loro diritti. Invece, come sempre accade nel movimento femminista, gli omosessuali sono utilizzati come specchietto per le allodole, sono usati per nascondere le loro vere intenzioni: indottrinare il maschio sin dalla giovane età, insegnarli a essere un buon femminista, ossia un maschio “castrato”, un maschio subordinato. Degli omosessuali non gliene frega una mazza e sempre mi stupirò come gli omosessuali si prestino al giochino delle femministe, un po’ come i meridionali che si prestano al giochino di Salvini
La lobby femminista è entrata nei vertici politici, economici, controlla in sostanza i media, gli manca ciò che da sempre fa gola ai movimenti autoritari: il controllo dell’educazione dei più giovani. E siccome femminism studies è troppo diretto, si prova con “gender studies e ci infiliamo dentro anche i gay: chissà che così non vado in porto il colpaccio
Alessandro(Quota) (Replica)
Femministe della differanza contro femministe dell’uguaglianza …. *aggressive*
Da bambina volevo essere un maschio Meno male che allora non c’era il gender
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Aveva proprio ragione Chesterton quando sosteneva che siamo in un’epoca in cui occorrono tomi e tomi e studi scientifici per dimostrare l’evidenza. Però sono interessanti i commenti. Per essere su un blog femminista non male! Diciamo che forse, nonostante le batterie mediatiche psuedoprogresssite che sparano a senso unico, ancora nelle persone esiste un po’ di buon senso.
armando(Quota) (Replica)
Il maschio ri-definito secondo gli gender studies.
Della serie: se gli stereotipi li impongo io allora vanno bene.
O ancora.
Della serie: io mi auto-determino come e quando voglio e cazzi tuoi se ci metti becco, te invece anche: ti autodetermino io.
Se il maschio non si declina più al maschile ma diventa «gender»
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Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Documentario Norvegese – La Bufala della Teoria Gender https://www.youtube.com/watch?v=wsR7_BlLV8o
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Friedrich83(Quota) (Replica)
“Riconoscendo che la violenza contro le donne è una manifestazione dei rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi, che hanno portato alla dominazione sulle donne e alla discriminazione nei loro confronti da parte degli uomini e impedito la loro piena emancipazione;
Riconoscendo la natura strutturale della violenza contro le donne, in quanto basata sul genere, e riconoscendo altresì che la violenza contro le donne è uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini;”
…
No Eretica. Non protesto con te. E nemmeno con quegli altri.
Dagli altri mi separano tante cose.
Da te mi separano solo le due frasi che ho riportato sopra. Ma si tratta di una montagna.
Auguri.
Dimenticavo …
La proposta di legge n. 1510 (Introduzione dell’insegnamento dell’educazione sentimentale nelle scuole del primo e del secondo ciclo dell’istruzione) è innervata dalla Convenzione. Non si tratta quindi delle sciocchezze che ti sei presa la briga di riportare. Assolutamente risibili. Ma del suo contenuto intrisecamente misandrico. E quindi per me assolutamente inaccettabile.
Veneto anti-gender: eterosessuale è bello! A scuola per imparare da che parte stanno i giusti
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Gli omofobi sono malati e vanno curati: lo dice la Scienza!
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http://espresso.repubblica.it/attualita/2015/09/22/news/l-omofobia-e-una-malattia-da-curare-1.230804?ref=HRBZ-1
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E chi sono gli omofobi?
Quelli che vanno in giro a bastonare i gay, certo (criminali che però non sono più malati di quelli che bastonano i barboni, i neri o i profughi).
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Poi ci sono ci sono gli antigenderisti, come me, che in realtà sono omofobi ma non vogliono sentirselo dire, che sono malati e vanno curati. Quindi io sono uno da curare. Lo dice la Scienza
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Gli oppositori politici sono malati e vanno curati, i medici idonei alla bisogna hanno la divisa e portano la pistola di ordinanza.
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Giorni fa, sul tema, il ministro Giannini ha minacciato di curarci con la rovina personale e quella delle nostre famiglie.
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Ma non siamo in un regime. Mai vista tanta libertà come ora, da 70 anni a questa parte.
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Sono un oppositore politico, sono antigendersita e quindi malato: sto in attesa della cura scientifica (dovrò pagare il ticket o ne sono esentato?…)
Rino DV(Quota) (Replica)
Un passaggio dell’articolo:
“Sappiamo che di default una persona si sviluppa secondo un modello femminile: solo se nel feto si attiva un complicato processo genetico e ormonale lo sviluppo viene dirottato per generare un corpo e un cervello maschili. L’identità di genere maschile è estremamente fragile e ha bisogno di continue conferme.”
Prendiamolo per vero. E dunque cosa serve?
far si che l’identità di genere dei maschi si rafforzi oppure sbriciolarla ancora di più, facendoli cioè assomigliare sempre più alle femmine?
La modernità ha scelto la seconda soluzione, l’ideologia Gender ne è la conferma. E qualcuno si ostina a dire che non esiste!
armando(Quota) (Replica)
Rino DV,
Potevi dirlo subito che si trattava di una marchetta a Renzi….
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«Un’educazione che è finalmente prevista nella riforma scolastica, la “Buona scuola”: per la prima volta c’è un richiamo importante alla tolleranza e al rispetto della differenza, e si mette in evidenza una serie di comportamenti che vanno respinti, inclusa l’omofobia.
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Per il resto è il solito articolo paraculo dove si parla delle conclusioni di uno studio che in realtà è un test.
E se sei bravo, con i test fai dire ai “testati” quello che vuoi.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
L’impostazione data dagli ambienti cattolici e/o conservatori nella battaglia contro la “teoria gender” è confusionaria e facilmente attaccabile.
Sbagliano clamorosamente il focus.
Che è, ultrasinteticamente, sotto la copertura del marchio “prevenzione della violenza contro le donne” la ri-programmazione del maschietti in erba. Secondo i dettami, avallati dalla Convenzione di Istanbul, di un ideologia misandrica e sessista.
Se qualcuno avesse dei dubbi in proposito, può tranquillamente toglierseli. Adesso è proprio il PD (i suoi deputati) che lo dice a chiare lettere.
…
LA BUFALA DEL “GENDER”
Si è diffuso in queste settimane un allarme circa la volontà di introdurre nelle scuole l’insegnamento della “teoria gender”, una creatura mitologica, a metà tra un virus e un abominio, che tuttavia non esiste.
Si tratta di un tentativo volto a spaventare i genitori circa l’educazione dei propri figli: i volantini, le email, i messaggi che circolano riportano la bufala secondo la quale il Governo avrebbe recepito le linee guida dell’OMS per l’educazione sessuale nelle scuole.
COSA DICE L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità)
Ecco cosa ha scritto l’OMS. Se non avete tempo di leggere un documento di sessantotto pagine, è sufficiente scorrere la prefazione nella quale l’OMS spiega la necessità di fare educazione sessuale non solo al negativo, ovvero parlando dei rischi connessi alla sessualità (malattie sessualmente trasmesse e gravidanze indesiderate), ma anche fornendo una visione “olistica” più positiva, ovvero un approccio che metta in luce come la sessualità sia un’area determinante dello sviluppo della persona, considerandone i vari stadi di sviluppo (di cui all’elenco riportato in modo fuorviante nei volantini fatti circolare in queste ore).
Il punto da chiarire è che gli standard definiti dall’OMS, condivisibili o meno, non hanno nulla a che vedere con le nostre linee guida per la scuola.
COSA C’È NEL DDL BUONA SCUOLA?
La legge 107 del 2015 di Riforma del sistema nazionale di istruzione, approvata dal Parlamento, non richiama in nessun modo il documento dell’OMS. Ecco il testo del comma 16, che è al centro del dibattito:
“ 16. Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunita’ promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parita’ tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall’articolo 5, comma 2, del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119, nel rispetto dei limiti di spesa di cui all’articolo 5-bis, comma 1, primo periodo, del predetto decreto-legge n. 93 del 2013.”
Il richiamo contenuto nella legge è al recepimento – nella legge 15 Ottobre 2013 n.119 – della Convenzione di Istanbul, ovvero la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica. La legge 119 del 2013 è quella che promuove un piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere:
Art. 5 – Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere
2. Il Piano, con l’obiettivo di garantire azioni omogenee nel territorio nazionale, persegue le seguenti finalita’:
c) promuovere un’adeguata formazione del personale della scuola alla relazione e contro la violenza e la discriminazione di genere e promuovere, nell’ambito delle indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, delle indicazioni nazionali per i licei e delle linee guida per gli istituti tecnici e professionali, nella programmazione didattica curricolare ed extra- curricolare delle scuole di ogni ordine e grado, la sensibilizzazione, l’informazione e la formazione degli studenti al fine di prevenire la violenza nei confronti delle donne e la discriminazione di genere, anche attraverso un’adeguata valorizzazione della tematica nei libri di testo;
Ecco cosa si legge, inoltre, al Capitolo III della suddetta Convenzione:
Capitolo III Prevenzione
Articolo 12 Obblighi generali
1 Le Parti adottano le misure necessarie per promuovere i cambiamenti nei comportamenti socioculturali delle donne e degli uomini, al fine di eliminare pregiudizi, costumi, tradizioni e qualsiasi altra pratica basata sull’idea dell’inferiorità della donna o su modelli stereotipati dei ruoli delle donne e degli uomini.
Articolo 14 Educazione
1 Le Parti intraprendono, se del caso, le azioni necessarie per includere nei programmi scolastici di ogni ordine e grado dei materiali didattici su temi quali la parità tra i sessi, i ruoli di genere non stereotipati, il reciproco rispetto, la soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali, la violenza contro le donne basata sul genere e il diritto all’integrità personale, appropriati al livello cognitivo degli allievi.
Come si vede, dunque, in nessuno dei testi normativi approvati o recepiti dal Parlamento si fa riferimento alla volontà di insegnare a bambini e ragazzi, contro la volontà delle famiglie, una teoria che non esiste. Come si vede, l’intento delle leggi approvate è, piuttosto, quello di combattere le discriminazioni e la violenza e non c’è nulla che giustifichi le polemiche strumentali e la vergognosa campagna mediatica volta a spaventare i genitori. Magari per far loro firmare un referendum abrogativo della Buona Scuola.
La scuola, dopo questa Riforma, farà semplicemente la scuola: educherà, come già fa, alla parità tra i sessi, combattendo ogni forma di discriminazione.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia,
>…
Che è, ultrasinteticamente, sotto la copertura del marchio “prevenzione della violenza contro le donne” la ri-programmazione del maschietti in erba. Secondo i dettami, avallati dalla Convenzione di Istanbul, di un ideologia misandrica e sessista.
>
Esattissimamente.
La c.d. “prevenzione della violenza contro le donne” non è altro che un bel cavallo di legno.
.
Infatti, da dove nasce la violenza maschile? Dal dominio storico dell’eterosessualismo.
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Non è zuppa, è pan bagnato: non è genderismo, è antieterismo.
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La riforma non prevede il genderismo (questo lo vedono solo i paranoici cattolici e non, come noi), la riforma ha in programma solamente l’antieterismo: seminare l’amore contro i maschi.
Rino DV(Quota) (Replica)
Rino DV,
Dissento parzialmente. La riforma il genderismo lo prevede anche se proclama il contrario. Lo prevede nell’uso stesso del termine genere e nei riferimenti ai documenti internazionali. Perchè per genere intende che i comportamenti e le preferenze maschili e femminli non sono mai inerenti al sesso biologico ma solo costruzioni culturali, cioè socialmente indotti. Tutte le chiacchere sulla parità, le pari opportunità, il rispetto etc, sono ovvietà messe lì a nascondere la sostanza, che è appunto la decostruzione dei sessi.
In questo contesto è del tutto vero che il primo obbiettivo è il sesso maschile, perchè l’identità virile e maschile è l’ostacolo maggiore da rimuovere. Le donne sono già state convinte facilmente con la favola delle discriminazioni.
Ma alla fine del processo saranno decostruite entrambe le identità, e allora il capitale avrà trionfato anche in questo. Nessuna forma, neanche quella sessuale. Solo la forma merce da vendere in tutte le varianti del caso.
armando(Quota) (Replica)
Completamente d’accordo
Come ho scritto su facebook , sicuramente non mi spaventa vedere un uomo che stira o una donna che avvita un paio di bulloni , mi fa incavolare di brutto il messaggio del progetto che è quello detto sia da te che da Luigi
mauro recher(Quota) (Replica)
A Armando.
Non mi sono spiegato bene, causando così un equivoco. Scrivendo “La riforma non prevede il genderismo” riportavo la tesi della Giannini.
Dici benissimo infatti: “Lo prevede nell’uso stesso del termine genere.”
Ed è pure consequenziale il fatto che azzerata l’identità maschile …evapora anche l’altra.
.
Sul tema genderismo sto raccogliendo un po’ di materiale specifico (anche per eventuale uso a scuola) . Ho acquistato tra l’altro alcuni saggi scritti da cattolici, ben documentati sui fatti, ma fumosi circa l’origine del fenomeno.
Sfuggono alla loro analisi due elementi:
1- che il genderismo è un prodotto del Femminismo-di-Genere (de facto il solo esistente) il cui dogma fondante è appunto l’artificiosità delle identità sessuali.
2- il suo carattere di funzionalità al sistema tecno-liberista planetario.
La presenza di questi due “punti ciechi” è però inevitabile. Il primo perché nessuno può osare attaccare il femminismo, il secondo perché, per vederci chiaro, bisogna partire da un critica integrale del sistema stesso.
Rino DV(Quota) (Replica)
:
L’impostazione data dagli ambienti cattolici e/o conservatori nella battaglia contro la “teoria gender” è confusionaria e facilmente attaccabile.
Sbagliano clamorosamente il focus.
Che è, ultrasinteticamente, sotto la copertura del marchio “prevenzione della violenza contro le donne” la ri-programmazione del maschietti in erba. Secondo i dettami, avallati dalla Convenzione di Istanbul, di un ideologia misandrica e sessista.
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Esattissimamente.
La c.d. “prevenzione della violenza contro le donne”non è altro che un bel cavallo di legno.
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Non ci sono dubbi in merito. Dopo aver “colonizzato” il mezzo televisivo, allora il cavallo di troia si chiamava “corpo delle donne” da difendere e tutelare, adesso è il turno della scuola, altra istituzione formativa. Cambia il cavallo di legno, ma gli obiettivi sono sempre quelli sopra esposti.
Alessandro(Quota) (Replica)
Rino DV,
Ok, molto giusto, Rino. Noto però eccezioni. Sull’ultimo numero di Pro Vita, il settimanale cattolico del quale Cesare mi fece omaggio di un abbonamento, c’è un articolo col seguente titolo:
Attacco alla famiglia:è una questione di soldi. Sappiamo bene che dietro ai presunti diritti civili LGBT si cela la massima espressione del capitale mondiale.
Se son rose fioriranno.
armando(Quota) (Replica)
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Ci credo, che “sbagliano” focus…ci mancherebbe.
https://aldiladelbenedelmale.wordpress.com/2015/09/26/inversione/
Animus(Quota) (Replica)
Non esiste la “teoria” Gender (o teoria dei ruoli e stereotipi di genere e del loro, dicono, abbattimento; più corretto sarebbe parlare dell’imposizione di nuovi ruoli e nuovi stereotipi).
E’ vero, è giusto. Si tratta di ipotesi, tuttaltro che dimostrate. Tenute insieme da un sottile filo ideologico che, come vedremo è tutto fuorchè sconosciuto.
Questa inesistente teoria (che tale davvero non è), ovvero queste ipotesi sui ruoli di genere e sul loro abbattimento non nascono dal nulla ma sono il quadro olistico, la sinossi, dei cosiddetti “studi di genere” (o gender studies).
Il sottile filo ideologico dicevo. Leggetevi il link che segue e scoprirete quale è.
Sconfiggere i ruoli di genere
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ps. Come ogni buona religione, anche questa ha i suoi Dieci Comandamenti.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Un mio amico un po’ anzianotto, che quindi usa “concetti” oggi desueti, quando racconta le sue avances (passate) e della “ritrosia” femm. a volte se ne esce, parlando di se, o raccondando il dialogo tra i due, “il diavolo non è poi così brutto come lo di dipinge” (magari detto a lei prima di “possederla”), quel “capro”, che per secoli, nella ns cultura ha incarnato tutto ciò che di maschile/virile c’era nel …maschio.
Ora, venuto meno l’ “oltremondo”, l’inferno e il paradiso, “i signori del bene e del male”, hanno trovato “nuove favole” per ottenere, i medesimi scopi.
Animus(Quota) (Replica)
Prima c’era il diavolo, e andavi da loro per “liberarti dal diavolo” o farti perdonare per essere stata “posseduta dal diavolo”.
Ora c’è questa nuova diavoleria, e la gente accorrerà da loro, per salvarli dal gender.
Però, c’è un però, perchè Noi “Sappiamo fin troppo bene quale sia il più infame trucco dei teologi che esista … rendere l’umanità dipendente da loro.”
E nonostante ciò, Io una cosa continuo a non capirla, se sono loro, i “pastori”, troppi furbi, o sono gli altri, le “pecore”, troppo fesse.
Un problema cmq non “relativistico” (ammettendolo, invece, il problema non esiste).
Ecco perchè è corretto dire che non esistono né vittime né carnefici, ammettendolo non faremmo altro che perpetuare in eterno lo stesso cliché (e buddhisticamente, “la stessa catena”), continuando a rimanere dentro “matrix”, dentro il “gioco”, che è ciò che “matrix” vuole e di cui ha bisogno.
Esiste invece, un “differenziale” in termini di coscienza: tutto il resto segue….
Animus(Quota) (Replica)
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Secondo me l’interrogativo è mal posto. E’ fin troppo evidente che fanno leva su qualcosa di insopprimibile nell’animo umano. Il bisogno di senso.
Leva comune, pur con oggetti/soggetti diversi sia alle religioni che alle ideologie.
Non penso poi siano troppi gli esseri umani che possano sopravvivere alla perdita di senso.
O meglio, che il senso riescano a trovarlo in se stessi.
Per i “pastori” è un pò come lo slogan del gratta&vinci, ossia vale il: “ti piace vincere facile … ehh”.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
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Proprio oggi al bar, mentre bevevo il caffè, un povero cristo ha fatto 50 euro di spesa in gratta e vinci, ha iniziato con uno da 18 e concluso con un “mi dia anche un “miliardario” da 5 euro”.
A momenti mi andava il caffè di traverso, ho trattenuto la risata a fatica: “Che imbecille! Ma come può pensare di vincere un miliardo pagandolo 5 euro!”
Seguito da un secondo pensiero, chi erano coloro che arricchiva, ed un terzo, quali erano le fondamenta su cui poggiava la rovina di quell’uomo.
Facili, principalmente due.
Colonna numero uno, la Speranza.
La rovina va motivata, incoraggiata, e quale virtù serve meglio della Speranza (sempre maiuscolo) per portare questi “disgraziati” alla rovina?
Qui ha la funzione della carota, quella bella immagine del cocchiere che con una canna da pesca fa pendere la carota davanti all’asino che così, tira il carro.
Quale immagine più perfetta di questa, forse l’asino nel nostro caso andrebbe sostituito da una pecora (o un montone) ma è solo un dettaglio.
L’importante è inquadrare chi è la bestia da soma, chi ne trae vantaggio, cos’è “il carro”, e cosa la carota.
Per completare il quadro va solo aggiunto che la carota/speranza ha (freudianamente) sublimato il pelo di fica.
Tornando ai “signori del bene e del male”.
La colonna numero due, è , come ricordi giustamente, quel bisogno di finzione che nell’uomo ridicolizza ogni pretesa di dirsi “sapiens”.
Prendete un qualsiasi giocatore, ognuno ne conoscerà almeno uno, uno di quei “perdenti” che di tanto in tanto vengono da voi e vi sbattono in faccia, che hanno vinto.
Vi invito a questo punto a fare un gioco teorico.
Chiedete al vostro “giocatore” di inviarvi a priori, per posta, l’ammontare di quando spende per le giocate.
Quello che otterrete è che questi non vi comunicherà più le loro “vittorie” (essendo ovviamente l’ammontare sempre in negativo).
Bisogna però capire il signicato di questo gioco teorico, che è il seguente:giocando a carte scoperte, non può più mentirvi, questo è il problema.
La felicità che infatti derivava dallo “sbattere in faccia” la sua vittoria, era dovuta al fatto di poter “prendere per il fondelli” (il gioco lo sa benissimo che è sempre in passivo, e allora, cosa ha vinto?)
ossia, gioca, semplicemente per prendersi gioco degli altri (che magari si son presi gioco di lui, una sorta di coazione).
Non potendolo più fare…fine del gioco.
E questo, si chiama “ricerca di senso”.
Animus(Quota) (Replica)
Animus,
Scusami, non credo di aver ben inteso la parte finale del tuo commento.
Per “ricerca di senso” intendi lo smascheramento della finzione o la finzione stessa?
Io ho inteso la prima.
Ma se è così siamo punto e a capo. Perché si riparte di nuovo con qualcos’altro. E così via in una logica circolare senza fine.
Scusami l’approssimazione, non ho studi filosofici o psicologici alle spalle, però mi chiedo: in questa continua “ricerca di senso” dobbiamo sempre saltare di finzione in finzione? Non è possibile avvicinarci quanto più possibile alla conoscenza (o all’accettazione) di sè e, in definitiva, anche degli altri?
Solo e sempre un gioco di specchi?
Se invece era la seconda (o altro) penso proprio che dovrai spiegarmela … *mda*
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia,
Sì, è la seconda, la “ricerca di senso” non può che essere una finzione:”Dammi ti prego, una maschera ancora, una seconda maschera!”
> penso proprio che dovrai spiegarmela …
Mi spiace Luigi, non è per cattiveria, ma io a spiegare le cose non sono capace.
Van prese così, come sono. 😉
Animus(Quota) (Replica)
Ho preso questo pezzo dal web (sforbiciandolo abbondantemente e spostando/aggiungendo quanto necessario per renderlo più “fruibile”) che riassume abbastanza bene l’argomento a cui abbiamo accennato prima, compreso il perché ” non sono troppi gli esseri umani che possano sopravvivere alla perdita di senso”.
La maschera
Il concetto di maschera è uno dei fili conduttori del pensiero di Nietzsche, in quanto da questo concetto si sviluppano importanti temi della sua filosofia.
Il problema della maschera è il problema del rapporto tra essere e apparenza, tematica che il filosofo riprende dal pensiero di Schopenhauer: l’idea antihegeliana dell’impossibilità di una coincidenza tra essere e apparire è tema dominante nella concezione del mondo come volontà e rappresentazione.
Frutto dell’inevitabile divergenza tra essere e apparire è la maschera.
Confrontando diversi modelli di vita presente e passata Nietzsche vede la vita presente caratterizzata dalla decadenza, dall’assenza di coerenza tra forma e contenuto.
Per questo ad un osservatore la forma non può apparire che come un travestimento.
Il travestimento è qualcosa che non appartiene all’uomo naturalmente, ma che si assume deliberatamente in vista di qualche scopo: nell’uomo moderno questo travestimento viene assunto per combattere uno stato di angoscia.
La maschera è dunque il mezzo che noi utilizziamo per non vedere la realtà per come realmente è, per sfuggire da essa.
“Schopenhauer come educatore”
Secondo Schopenhauer ciascuno di noi è abitato da una doppia soggettività: la soggettività della specie che impiega gli individui per il suo interesse che è poi quello della propria conservazione e riproduzione, e la soggettività dell’individuo che si illude di disegnare un mondo in base ai suoi progetti che altro non sono che illusioni per vivere e non vedere che a cadenzare il ritmo della vita è la specie.
La lezione fu accolta da Nietzsche che considera Schopenhauer suo “educatore” e da Freud che lo considera suo “precursore”.
Questa doppia soggettività verrà codificata nella psicoanalisi con le parole “Io” e “inconscio”: nell’inconscio è custodita la verità dell’esistenza, nell’Io l’illusione concessa all’individuo per vivere.
L’assunto di Schopenhauer è che la “vita” e la “verità” non possono coesistere …(da intendere che la verità è “mortifera” per ogni pulsione vitale, n.d.r).
In questo, Nietzsche scorge l’essenza del “tragico”.
Freud non conosce la “tragedia” perché, da medico, guarda alla “salute” dell’umanità media che la maschera della religione aveva già salvato prima di lui, sottraendola alla visione tragica della vita, in cui è custodita la “verità” che rende la “vita” impossibile.
Dopo avere elencato le due grandi mortificazioni che l’umanità ha conosciuto nella sua storia: la prima «quando ha scoperto che la sua terra non è il centro dell’universo», la seconda «quando la ricerca biologica gli dimostrò la sua provenienza dal regno animale togliendogli la pretesa posizione di privilegio nell’universo», Freud enuncia la terza: «La più scottante mortificazione l’umanità è destinata a subirla da parte dell’odierna indagine psicologica, la quale ha l’intenzione di dimostrare all’Io che egli non è padrone in casa propria.».
Freud, buon lettore di Schopenhauer, è stato cattivo lettore di Nietzsche:
«Nello sforzo di capire un filosofo – scrive Freud – ho sempre pensato che sarebbe stato inevitabile impegnarsi nelle sue idee e sottoporsi alla sua guida durante il proprio lavoro.
Per questo ho rifiutato lo studio di Nietzsche, anche se mi era chiaro che potevano essere trovate in lui concezioni molto simili a quelle della psicoanalisi».
Il riconoscimento di Freud tende ad abolire una distanza che rimane abissale, ricopre la verità con un’altra maschera, la maschera della guarigione e della salute per quanti non hanno il coraggio del tragico.
Nietzsche, che ha visto il tragico nella sua essenza, è più coerente con Schopenhauer, di quanto non lo sia Freud: l’“accettazione” del gioco della natura con conseguente liberazione da tutte le illusioni (detto in termini nicciani, la liberazione del dionisiaco).
Animus(Quota) (Replica)
>con conseguente liberazione da tutte le illusioni
sennonché, poi è arrivato un altro, e ha detto:”Credere che sia suo compito (dell’uomo) superare la propria condizione e orientarsi verso quella dell’oltreuomo vuol dire dimenticare che egli già fatica a reggere come uomo, …che ne sarebbe di lui se accedesse al rango di oltreuomo?
Certamente esploderebbe e crollerebbe su se stesso. E allora, con una diversione grandiosa, egli verrebbe a cadere dal tempo per entrare nell’eternità inferiore, termine ineluttabile al quale non è molto importante, in fin dei conti, che arrivi per la via del logoramento o del disastro.
Tutti gli esseri muoiono.
Soltanto l’uomo è chiamato a decadere.”
Non son cose facili…
Animus(Quota) (Replica)
Come forse si sa, ma forse no, quello che fu il sito di MS non è più raggiungibile e pare anzi che tutto l’archivio si stato cancellato senza salvataggi. Si tratta di un fatto che per ora non commento.
Era una miniera, contenente tra l’altro un gran numero di interventi di Cesare.
Così, girando per il web alla ricerca di qualche residuo di quel tesoro mi sono imbattuto in un pezzo di Armando, proveniente appunto dalla ex miniera MS:
http://www.adiantum.it/public/3403-aborto,-omofobia-e-femminicidio—–di-armando-ermini.asp
A metà circa dell’articolo (chiaro e lineare come sempre nel caso di Armando) egli scriveva:
“…non più l’unione …tra un uomo e una donna… ma una qualsiasi unione tra due persone dipendente solo dalla loro volontà (e perché non tre, ad esempio?).”
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Vaneggiamento di un misogino omofobo antigenderista paranoico che lotta contro nemici inesistenti?
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I signori sono serviti: in salsa brasiliana.
Per ora.
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http://internacional.elpais.com/internacional/2015/10/23/actualidad/1445616774_444728.html
In ogni modo
Rino DV(Quota) (Replica)
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In passato leggevo spesso gli articoli pubblicati sull’allora sito dei maschi selvatici, ossia laddove mi fu pubblicata anche qualche lettera (una nel 2003), e un particolare che ricordo bene è quello relativo al fatto che gli articoli erano quasi sempre scritti da Armando e Cesare…
Gli altri MS era quasi come se non esistessero, proprio perché non avevano idee proprie e si rifacevano esclusivamente a Risé.
Inoltre della situazione degli uomini (qui e ora, in Italia), non gliene fregava assolutamente nulla (Armando e Cesare esclusi), per non parlare del femminismo, che per alcuni era una sorta di tabù (Risé compreso).
In particolare ne ricordo uno che nella mailing list di U3000, ogni tanto litigava con qualcuno (“Silver” compreso), e che mi pare si chiamasse Massimo Vagnarelli, un autentico “simpaticone”…
Fabio C.(Quota) (Replica)
Rino DV,
Purtroppo. Me ne ero accorto.
Non avevo la più pallida idea che potessero farlo.
Altrimenti l’avrei scaricato. Non per clonarlo, per carità. Ma, per l’appunto, per salvarne i contenuti.
Cioè, in pratica, tutto il lavoro di Cesare e di Armando.
Dispiace anche perchè Armando, penso, avrà la sua documentazione in originale (almeno in parte) e se lo riterrà potrà rimetterla a disposizione. Ma tutti gli scritti di Cesare sono andati perduti (spero proprio di no).
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Anche se in numero limitatissimo, alcuni scritti di Cesare sono qua.
http://www.altrosenso.info/
Fabio C.(Quota) (Replica)
La svolta regressiva di MS purtroppo non ha avuto inizio da ora, ma già da almeno 3 anni, Sulla loro pagina(e anche sul loro sito) non si parla MAI di QM: i temi da loro trattati riguardano esclusivamente quelli della paternità(ma senza mai parlare dei padri separati, quasi come se non volessero “urtare” il femminismo), l’aborto, il no ai matrimoni gay, l’utero in affitto, la cannabis, ecc. Insomma, tematiche cattolico-tradizionaliste sullo stesso modello di quelle di una qualsiasi associazione cattolica e tradizionalista, ma con la variante dell’attenzione verso la paternità, tema, questo, quasi completamente ignorato da tutti gli altri tradizionalisti i quali invece prediligono la maternità.
Un paio di anni fa circa, sulla loro pagina FB, chiesi il motivo di questa rimozione della QM dalla loro agenda, ed essi mi risposero, educatamente ma in modo abbastanza seccato, che mi dovevo fare gli affari miei. Ma la cosa che più mi addolorò è che mi rinfacciarono di avere tra le mie pagine preferite quella di Warren Farrell e il mio uso del termine “misandria”, infatti per loro la misandria non esiste. Mi venne, allora in mente, di tirare in ballo Cesare e Armando, ma non lo feci, perché non trovavo corretto mettere in mezzo persone assenti, rischiando,per giunta, di metterli contro gli altri attivisti MS.
Tempo fa volli far leggere ad alcune persone l’articolo di Armando sulla falsa disparità salariale tra uomini e femmine, ma non potei trovarlo sul sito di MS, perché tale articolo era sparito dal sito. Stessa cosa alcuni giorni: cercai sul loro sito una ricerca(spesso citata sia da Armando che da Cesare) di un ricercatore dell’ Università di Brescia che dimostrava che la maggior parte degli incidenti domestici riguarda il sesso maschile, e che quindi smentisce la balla femminista-forneriana che “gli uomini a casa non fanno nulla”. Ma nulla da fare, non trovai tale ricerca sul loro sito: sparito dal sito.
Sia chiaro,loro sono liberi di non occuparsi della QM e di essere filofemministi(in versione tradizionalista e “differenzista”), però che delusione…
L’Antifemminista(Quota) (Replica)
Non posso che confermare, MS, se li conosci, li eviti: nulla di selvatico in loro…
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Animus(Quota) (Replica)
La mancanza di qualsiasi presa di distanza dai fascisti di forza nuova è stata poi, per chi ancora “non li conosceva”, la ciliegina sulla torta: http://2.bp.blogspot.com/–sYIdUjEiNQ/U16Tx1CN5CI/AAAAAAAAC10/a24usSNeUoM/s1600/giulio_cesare_protesta.jpg
Invece, quando comunicai loro che salvatore marino, in un video visto da non più di 2-300 persone, li salutava, si precipitarono come fulmini a scrivere (già il gg dopo) una breve nota sul blog in cui specificavano che loro salv. marino non lo conoscevano e non erano amici!
Evidentemente, nel primo caso invece….si sono smascherati per quello che sono…
Animus(Quota) (Replica)
Io credo che occorra sempre una minimo di razionalità nel valutare le cose, per non cadere in contraddizioni e per non farsi catturare da emotività personale. Salvatore Marino, quello di Maschio al 100%, si candidò a Chieti nel 2009 nelle liste del MSI_Destra nazionale. ma, a parte ciò, mi sembra un personaggio più che altro pittoresco e, secondo me, poco utile alla causa maschile. Quella presa di distanza dei MS la ricordo benissimo, perchè ero presidente dell’associazione, e la rivendico.
Per la questione Casa Pound, Cesare Brivio e il sottoscritto, ormai dimissionari da incarichi nel gruppo, sollecitammo una presa di posizione, ma ci fu risposto che, dando peso a casa Pound, che peraltro richiamava quel nome in modo generico e non con specifico riferimento al sito e al gruppo, il risultato sarebbe stato di alimentare il caso mediatico. Non eravamo d’accordo, ma questa è la verità.
In ogni caso accusare i MS di essere di destra o filofascisti è semplicemente falso, fino al ridicolo, come sarebbe stato falso accusarli di essere di sinistra a causa della presa di distanze da Salvadore Marino o perchè discutemmo se partecipare o meno al Global Forum di Firenze nel 2000 (mi sembra). Del resto ricordo benissimo le accuse più disparate che ci venivano fatte. Ne elenco alcune:
filoomessuali, neopagani naturisti, clericali oscurantisti, filofascisti, machisti, sessisti, tiepidi filofemministi.,feroci antiffeministi, liberisti, antiliberisti etc. etc. Insomma tutto e il contrario di tutto, com’è ovvio che accada quando un gruppo di uomini si pone fuori dal politicamente corretto e con ciò tents di sparigliare le carte. E’ accaduto per certi aspetti anche a Ubeta , e non c’è da meravigliarsi.
Detto questo, è vero che il gruppo era attraversato da contraddizioni latenti e spinte contrastanti, quelle stesse che indussero Cesare e il sottoscritto, ormai tre anni orsono, a rinunciare agli incarichi. E’, o forse meglio dire era, un gruppo complesso, articolato, non circoscrivibile politicamente, ed era la sua ricchezza e contemporaneamente la sua sventura. Anche da quì, credo, la sciagurata decisione di azzerarne la memoria storica. La QM scotta, e il rischio è quello di bruciarsi le dita.
In ogni caso ho intenzione di scrivere un articolo, per ricostruire quella storia, partendo dai fatti e dando loro la mia interpretazione, del resto autorevole visto che sono stato prima caporedattore del sito e poi presidente dell’associazione fino al 2012.
armando(Quota) (Replica)
Ok, armando, grazie per le precise puntualizzazioni, che erano necessarie, dato che non sono mai state fatte da nessuno.
Io ovviamente dei dettagli degli ultimi anni non ne sapevo nulla, e cosi, da fuori, i ms non ci hanno fatto una bella figura.
Probabilmente nel gruppo hanno prevalso, col tempo, forze che erano gia latenti, e che voi, tu e Cesare riuscivate a tenere sotto controllo.
Ma io, quando facevo parte del gruppo, ormai diversi anni fa, ricordo se non i nomi, alcune tendenze che non mi piacquero affatto, ragione per cui ad un certo punto pecisi di allontanarmi da esso.
Se poi i ms han preso la strada che han preso vuol dire che la sensazioni di allora non erano poi cosi infondate.
Animus(Quota) (Replica)
Scritto col tel,. Un disastro.
vabbe, credo che si sia capito.
Animus(Quota) (Replica)
Il genderismo non esiste e chi lo vede è un paranoico.
Eccone una prova:
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http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/15_ottobre_29/mia-figlia-confusa-favola-ae07e13a-7e2d-11e5-8d31-dcf1e39e2749.shtml
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Della storia e dell’evoluzione di MS è possibile ormai delineare tratti. Nessuno lo può fare meglio di Armando.
Restiamo dunque in attesa, senza fretta.
Rino DV(Quota) (Replica)
Provo a dire la mia sulla questione della favola con la principessa che combatte il drago, ci ho discusso recentemente su una delle tante pagine che provano ad affrontare la Qm dal punto di vista dell’uguaglianza, secondo me sbagliano entrambe le parti il ficus: il problema non è raccontare favole in cui la femmina combatte ed uccide e il maschio viene salvato. Il problema è il finale della favola in cui (come in tutte le favole) dovrebbe essere contenuta la morale educativa. Nel finale la principessa dopo tanto aver combattuto abbandona il principe perché si rivela essere “inetto e rammollito”. È’ questo il punto che non vedo essere messo in evidenza ne’ da parte dei tradizionalisti estremisti della natura non si tocca ne’ da parte degli estremisti dell’educazione trasformista perché tanto è’ solo cultura. Di donne che maneggiano spade e assumono ruoli maschili ne sono esistite anche in passato (come modelli mitizzati o come personaggi di fantasia): Giovanna d’Arco e Bradamante per esempio, non me ne preoccuperei più di tanto, è’ del finale che mi preoccuperei. Mi scuso in anticipo di eventuali errori dovuti alla fretta e al telefonino, spero di “essermi capita”
Rita(Quota) (Replica)
Butto qui una cosa che ho letto ieri fu Fb, ovvero, che non esiste nella (diciamo ns., le altre non le conosciamo) un archetipo in cui “qualcuno” (l’uomo, lo stato, altro) salva un uomo (che non sia un bambino) dalla donna cattiva,vessatrice, etc.
Questo è, in fondo, il muro di cemento (armato), contro cui le istanze, dei papà separati, vanno a scontrarsi…
Animus(Quota) (Replica)
Rita,
Almeno io ho capito cosa volevi dire e mi trova pienamente d’accordo chi è contro il “genderismo” (come il sottoscritto) crede perchè abbia paura a passare un aspirapolvere (il succo è quello) invece il finale della favola si capisce chi e perchè si vuole cambiare, che sono i maschi fin dalla tenera età, o sei inetto e sei capare a fare nulla ,oppure sei un violento ma ha sempre il comune denominatore di essere nato maschio e quindi “colpevole”
mauro recher(Quota) (Replica)
Concordo naturalmente con il fatto che il più titolato ad affrontare il tema dei MS sia Armando, che ne è stato anche presidente per un periodo anche se, a quanto ho capito e ricordo, scelse di ricoprire quella carica pur non condividendone del tutto la strategia e anzi proprio con l’obiettivo (condivisibile) di modificarla in qualche modo o comunque indirizzarla in altra direzione. Mi pare di poter dire che anche e soprattutto Cesare fosse sulla stessa identica posizione. Anzi, la presenza pressoché sistematica e di fatto il sostegno attivo di Cesare a UBeta è testimonianza di quanto anch’egli, pur nelle legittime e rispettive diversità (e neanche poi tantissime per quanto mi riguarda, per lo meno se penso alle analisi prodotte da Cesare negli ultimi anni e pubblicate su questo stesso sito…), fosse convinto di imprimere una svolta alla QM e individuava in Uomini Beta il possibile veicolo di quella altrettanto possibile svolta.
Colgo l’occasione per ribadire la mia incondizionata stima e affetto nei suoi confronti e quanto viva con tristezza la sua scomparsa.
Tornando ai MS, e in attesa dell’eventuale articolo (naturalmente gradito) di Armando, penso che i limiti dei MS fossero di natura strutturale, sia a livello di analisi che di prassi, per non parlare delle loro contraddizioni interne anch’esse di ordine strutturale. Basti pensare che a tutt’oggi non mi è ancora del tutto chiaro se i MS fossero dei cattolici tradizionalisti o dei pagani, appunto “selvatici”, convinti (e quindi anticattolici per definizione). Al di là della nostra totale diversità di interpretazione e di approccio alla QM rispetto alla loro, è significativo anche il loro modo di porsi, come ha già detto Fabio, il loro rifiuto di confrontarsi con la realtà concreta, di misurarsi con le problematiche reali degli uomini in carne ed ossa, e addirittura il rifiuto di scontrarsi con il femminismo, quest’ultima una vera e propria contraddizione in termini per chi sostiene di voler difendere e valorizzare la maschilità e in primis la paternità. La qual cosa, volendo portare uno dei miei soliti esempi banali, equivale a pretendere di difendere un popolo occupato, invaso e colonizzato da una potenza imperialista e/o colonialista senza contestualmente criticare l’imperialismo e il colonialismo (a loro volta prodotti da un sistema economico e sociale che li ha generati).
Ho potuto osservare solo dall’esterno i MS, peraltro nella loro fase calante che ha coinciso, non casualmente, con l’abbandono finale (e inevitabile) da parte di Armando e Cesare che pure hanno fatto di tutto (addirittura boicottati, mi pare di poter dire,se non ricordo male…) per cercare di rivitalizzare il movimento, senza però riuscirci (non per loro responsabilità). Per quanto riguarda gli altri, in tutta franchezza, non mi pare di aver visto né una grande vivacità intellettuale né tanto meno una minima capacità di agire concretamente nel contesto reale, anche se per la verità non ho mai conosciuto personalmente Claudio Risè. A tal proposito però, debbo dire, in tutta onestà, che nonostante il sottoscritto abbia manifestato più volte l’intenzione di incontrarlo, non c’è mai stato neanche un cenno da parte sua, diciamo pure che ci ha snobbati, e questo la dice lunga su diverse cose. Innanzitutto sulla presunzione e sull’arroganza personale e intellettuale del soggetto, secondo poi sulla sua totale incapacità di capire la potenzialità dirompente di un movimento come Uomini Beta (che invece il gigante Cesare, a cui Risè non arriva neanche alle ginocchia, aveva capito benissimo…). Devo quindi ritenere (dal momento che non è certo uno sciocco…) che ci abbia volutamente ignorati per una serie di ragioni.
Nell’ordine:
Risè è un professionista, uno scrittore e uno psicoanalista affermato, può fare tutti i discorsi che vuole sulla paternità ecc. ma con gli Uomini Beta, cioè metaforicamente parlando un gruppo di “operaiacci” (anche se alfabetizzati e consapevoli) brutti, sporchi e cattivi, esclusi dai salotti, da tutti i salotti, non ci si vuole sporcare le mani e soprattutto compromettere la sua immagine pubblica. Perché piaccia o no – ormai ho il polso delle cose – noi siamo considerati un po’ come i “bolscevichi” della QM e del Momas e quelli come noi vanno tenuti a dovuta distanza (e proprio questa è la cartina al tornasole di quanto sia dirompente il nostro progetto e la nostra prassi). Vale quindi molto probabilmente anche per Risè quello che vale per tutti quegli altri (pochi…) “intellettuali” che hanno espresso sia pur timidamente delle posizioni critiche nei confronti del femminismo, senza però affondare il bisturi, o meglio fermandosi in tempo e in superficie onde evitare conseguenze sconvenienti per loro a livello personale.
Ma non è tutto. E’ possibile (ma è solo una supposizione) che nel momento in cui scegliesse un confronto aperto con noi potrebbe trovarsi nella condizione – perché no – di dover magari in qualche modo rivedere o rileggere alcune sue posizioni e che non sia assolutamente intenzionato a farlo. E anche questo testimonia di un suo limite. Con Cesare (ma anche con Armando) in questi anni ci siamo contaminati e direi anche arricchiti. La nostra elaborazione teorica si è sviluppata ed è cresciuta in questi ultimi anni anche grazie al loro contributo, in particolare, senza nulla togliere ad Armando e al suo preziosissimo lavoro, personalmente mi sono maggiormente contaminato con Cesare. La mia personalissima opinione è che Risè sia una singola personalità che ha avuto il merito di esprimere delle idee ma che non abbia nessuna intenzione di lavorare alla costruzione di una strategia complessiva e di un movimento maschile, tanto meno con detereminate peculiarità (avrete notato che da tempo abbiamo aggiunto sulla homepage la scritta “movimento maschile e di classe”, per caratterizzare in modo ancora più netto il nostro movimento e far capire chi siamo…).
Alla fin fine, in estrema sintesi, mi pare di poter dire che quella dei MS sia stata una sorta di esperienza auto coscienziale, di tipo psicoanalitico, diciamo così. Nulla di male, anzi, sappiamo quanto la sfera psichica e psicologia sia centrale per chi vuole veramente addentrarsi nella QM; però non può bastare. E soprattutto anche quella stessa esperienza di ricerca interiore e di indagine psicoanalitica, se non è supportata da una corretta analisi della realtà, rischia di essere depistante e addirittura nociva, sia dal punto di vista politico che personale.
Nonostante questi limiti resta comunque il fatto che anche i MS hanno avuto il merito, in tempi ancora più difficili degli attuali, di affrontare e sollevare la questione maschile. Non è poco. Non so quanto questa loro esperienza nel concreto abbia lasciato un segno ma questo è un altro discorso ancora.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
confermo che scriverò un articolo come contributo, rispondendo anche alle considerazioni di Fabrizio, con le quali, ma è persino ovvio dirlo, concordo solo in parte, mentre in altre cose sono in disaccordo,
armando
armando(Quota) (Replica)
Rita,
1) le donne guerriere si contano sulle dita di una mano, così come le partigiane. Della Resistenza si vuole riscrivere la storia recente per deformarla in senso femminista. Le favole si vogliono riscrivere falsificando non la storia recente ma quella di tutta l’umanità, col fine di far apparire normale e scontato ciò che non lo è affatto. Tanto meno sono esistite, con le ovvie rarissime eccezioni delle quali non me ne viene in mente neanche una, donne che hanno combattuto con le armi per salvare il proprio uomo.
2) Nel finale della favola, che non conoscevo, c’è tutta l’ipocrisia del femminismo e dintorni e le sue irriducibili contraddizioni. Chiaccherano di voler fare le eroine, ma alla fine desiderano fortemente il maschio tradizionale. Però di esso vorrebbero solo una parte, quella che fa più comodo. Ossia il maschio che le salva ma rientra subito nei ranghi del politicamente corretto. Ossia, vorrebbero non un uomo ma un cavalier servente o un body gard assunto per proteggere la principessina e pronto ai suoi ordini.
3) Il vescovo dice che è lecito che i genitori abbiano cambiato scuola alla figlia: Lecito? a parte che non occorre l’imprimatur di nessuno, avrebbe dovuto dire che era doveroso, e impegnare le sue strutture contro lo scempio in atto. Solo degli ipocriti come quelli di Sel o i radicali o le ministrine del PD, possono approvare il progetto “educativo” di dissoluzione di ogni forma e di ogni differenza, che è il progetto del capitale. E solo degli stupidi inconsapevoli (o più probabilmente interessati solo alla “roba” come nelle peggiori tradizioni) e parlo coloro che si definiscono “destra”, possono sottovalutare ciò che sta accadendo.
armando(Quota) (Replica)
No evidentemente non mi sono capita.
Fermo restando che è lecito cambiare scuola se non corrisponde alle idee che si hanno in mente io non sono convinta che raccontare favole con donne che uccidono i draghi sia così destabilizzante per i bambini e le bambine. Prova ne è che nessuno ha mai pensato di censurare (o ritirare dalla scuola i figli) i racconti in cui si celebravano o figuravano donne guerriere (non so cosa c’entri quante donne effettive nella realtà ci sono, si parla di favole, racconti, personaggi letterari, e di questi ne sono pieni i libri, Valchirie, amazzoni e personaggi reali o mitizzati (come la già citata Giovanna d’Arco nè ho mai parlato della Resistenza ) o raccontati nei libri. Il fatto quindi che il finale non sia stigmatizzato come diseducativo nemmeno dai cattolici ma sia stigmatizzata unicamente la favola perchè non racconterebbe di ruoli antichi, mi sembra un errore (il focus, santo cielo non il ficus che ho citato su, quella è colpa dell’i-phone ). Delle due l’una. Se Giovanna d’Arco, Bradamante, le Amazzoni e le Valchirie non hanno condizionato le donne e gli uomini del passato a cambiare i loro ruoli e le loro attitudini, non sarà un disastro una favola con una principessa che uccide il drago. Il vero disastro è il finale. Se la principessa avesse salvato il principe e fossero vissuti felici e contenti non ci avrei visto nulla di male. Anzi, magari, (se pure ovviamente non riusciva a creare donne generalesse sul campo) avrebbe insegnato alle bambine che non è sempre necessario aspettare da belle addormentate ma che in qualche modo anche loro devono affrontare qualche difficoltà per conquistare un uomo. Credo che i ragazzi di oggi (Mauro mi sembra abbia compreso) non patiscano tanto se devono passare l’aspirapolvere o prendersi cura di qualcuno nè si sentano sminuiti o perdano d’identità se per caso una donna compie un atto coraggioso. Il punto è che nonostante questo, i ragazzi di oggi vengono ancora considerati impauriti, inetti, spaventati dai lavori di casa o dalle donne che si prendono responsabilità etc. E questo, mi spiace, ma lo ribadisco, in ambito cattolico non viene quasi mai rilevato.
Rita(Quota) (Replica)
Rita,
Ti sei capita. E bene.
Rino DV(Quota) (Replica)
Non è questione di aspirapolveri o cambio di pannolini. Ormai quelle sono robe del passato. Il finale non è stigmatizzato da nessuno perchè nell’immaginario collettivo, duro a morire nonostante si faccia di tutto per cambiarlo, il maschio è sempre colui che salva la femmina, non che viene salvato da lei. E quando non aderisce al ruolo, (come nella favola in cui i ruoli si ribaltano) allora è, appunto, un inetto poco maschio. Ora, c’è quello che dici tu, ossia che un maschio sbaglia qualsiasi cosa faccia, ma c’è anche altro. Se l’immaginario esce fuori anche in fiabe che vorrebbero ribaltarlo, un qualche motivo profondo ci sarà pure, oltre la solita stantia litania sui ruoli sociali del patriarcato e bla bla bla. Su questo si dovrebbe riflettere tutti.
armando(Quota) (Replica)
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Ma certo, “mutatis mutandis”, la morale è sempre quella.
Usano una “forma” in linea con i tempi, “moderna”, per esprimere concetti, a dir poco, ammuffiti.
Animus(Quota) (Replica)
Come si dice, a “fagiuolo”?
L’omo che non salva la donzella è un inetto e allora…
http://voxnews.info/2015/10/15/islamico-bruciare-le-chiese-e-rapire-le-donne-cristiane/
Magari….
Animus(Quota) (Replica)