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08 Ago 2010  |  56 Commenti

Le donne: una rivoluzione mai nata

Le donne: una rivoluzione mai nataMarchi Fabrizio, Le donne: una rivoluzione mai nata, 2006, pp. 144, Isbn 9788884835949, Euro 12,00

“Una provocazione politicamente non corretta, una riflessione critica sul ruolo della donna e della sessualità femminile all’interno della società contemporanea; entrambe asservite al mercato, al capitale e alla ragione strumentale. La donna, in larga parte con il suo consenso, è stata ridotta e si è autoridotta a merce, sia da un punto di vista pratico che, soprattutto, da un punto di vista psicologico e culturale. Ben lontane dal rappresentare il soggetto della trasformazione sociale e culturale a suo tempo auspicata, le donne, nella loro grande maggioranza, costituiscono per lo più un fattore della conservazione se non addirittura la pompa di alimentazione della società capitalista.
Se invece liberassero la loro sessualità, potrebbero innescare una rivoluzione culturale in grado di minare alle fondamenta l’ordine sociale dominante.
Purtroppo le cose sono andate in un’altra direzione, perché il “femminile” ha scelto di declinarsi secondo le logiche e i valori della ragione mercantile e strumentale del sistema dominante; in barba alla cosiddetta  “specificità” di genere sulla quale si fondava la rivoluzione femminista degli anni’70, a questo punto forse mai nata e comunque tradita.

Fabrizio Marchi è nato a Roma il 09/11/1958. Giornalista Pubblicista, è laureato in Scienze Politiche e in Filosofia.

Il libro può essere acquistato e/o ordinato presso qualsiasi libreria Feltrinelli o direttamente dall’editore (Mimesis Edizioni Via Risorgimento 23  20099 Sesto San Giovannni (Milano) Tel. 02/89403935


56 Commenti

Lucrezia 5:47 pm - 10th Aprile:

Ho letto con interesse il tuo libro “le donne. una rivoluzione mai nata”, di cui condivido in gran parte l’impianto, ma sin dalle prime pagine mi è sorto il dubbio, alla fine della lettura confermato, che mancasse un’analisi fondamentale nello schema che proponi, nel capitolo in cui metti a paragone ‘L’amore delle donne e quello degli uomini”.
In quel capitolo affermi che l’uomo, avendo conosciuto, come figlio, l’amore materno incondizionato, assoluto, lo vorrebbe tale e quale ritrovare nella propria donna la quale, invece, non è disposta a darglielo, perchè “non è in grado di amarlo disinteressatamente e spassionatamente, ma si pone nei suoi confronti solo in una logica di tipo strumentale”, la stessa che sta alla base dell’ideologia capitalistica. Risolvi il tema in due paginette, e in modo alquanto superficiale, invece il nodo di tutta la questione, secondo me, sta proprio lì, ma non potevi fare diversamente a causa della vastità del tema. E’ vero che per la donna nella società capitalistica è molto facile usare questa logica della mercificazione, per i motivi che tu dici, ma bisogna capire da dove deriva una scelta del genere, quando viene fatta, e che conseguenze ne derivano, (d’altra parte questo atteggiamento non è proprio della donna nella società capitalistica ma addirittura è molto più diffusa e socialmente accettata nei paesi dell’est).
Bisogna chiarire, per prima cosa, che non è una vera e propria libera scelta, quindi appagante per la donna, ma solo espressione di una vera e propria nevrosi, di un conflitto che affonda le radici nel rapporto affettivo primario, quello materno, che spossessa le figlie della propria vita e di scelte affettive basate su un sano narcisismo, un volersi bene che, se ci fosse, non permetterebbe questa mercificazione a favore della relazione.
Avrei da dire anche sull’esempio di amore materno nei confronti dei figli maschi che hai portato nel libro. Nel termine “assoluto” che hai usato nel definire questo amore, leggo una nota di idealizzazione che non depone tanto bene a favore di un rapporto corretto tra madre e figlio. L’amore della madre, semmai, dovrebbe essere “gratuito”, forse è questo termine che volevi usare.
Comunque il problema della mercificazione dei rapporti fra i due sessi, a mio parere, meriterebbe un approfondimento a favore di un punto di vista più relazionale, che non prettamente economico, come appare nel libro. Lo so che dirai, il solito mio approccio che non condividi, ti scriverò due righe per chiarire meglio, appena posso.

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armando 9:26 pm - 10th Aprile:

Lucvrezia@ : L’amore della madre, semmai, dovrebbe essere “gratuito”, forse è questo termine che volevi usare.
In attesa degli ulteriori commenti di Lucrezia, sottolineo intanto questa frase, dove gratuito e assoluto, dovrebbe ed è, tendono a confondersi in un tutto inestricabile. Tale è la psiche femminil/materna, dove l’assolutezza dell’amore verso il figlio cangia in castrazione, ossia in realtà disamore, senza che la madre neanche se ne renda bene conto, e dove la gratuità viene usata, ancora una volta inconsapevolmente, per tenere il figlio inchiodato a sè. Parliamo, è ovvio, in senso generale non escludendo affatto che la gratuità esista. . “Le donne, se il tatto non le ravviva, nulla le rattiene”, scriveva Dante Alighieri, dove il “tatto” altro non è che il maschile e il paterno che tracciano il limite, il confine.
Ed ancora Lucrezia: “Bisogna chiarire, per prima cosa, che non è una vera e propria libera scelta, quindi appagante per la donna, ma solo espressione di una vera e propria nevrosi………., ”
Ma non sei un po’ troppo giustificazionista nel senso di ricadere anche tu nella categoria del vittimismo secondo cui la responsabilità individuale non esiste mai e occorre sempre trovare un colpevole nella società, in quello o quell’altro? Insomma le donne sono persone adulte in grado di scegliere consapevolmente o sono bambine sciocche ed ingenue che non sanno mai quello che fanno? Sai quanta responsabilità sociale potremmo trovare nei guai maschili? Vagonate intere, ma poi? Poi ogni individuo fa le sue scelte di cui non può non essere ritenuto responsabile. La società, il capitalismo o chessò io, per quante storture presentino, non possono essere posti nei confronti dell’individuo adulto come il genitore cattivo nei confronti del bimbo. Altrimenti non se ne esce, nel modo più assoluto e il circolo vizioso si riproduce indefinitivamente.
armando

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Lucrezia 12:02 pm - 11th Aprile:

Grazie, Armando, per la precisazione, sono d’accordo con te, sia nell’analisi dell’amore materno che nel resto, tranne nel particolare che ancora fai l’errore di non distinguere il “materno” dal femminile tout court.
Lo so che è difficile, ma si comprende la differenza partendo dal principio che per tutti i figli, maschi e femmine, la madre sia il centro nevralgico di tutto il dispositivo relazionale, come dice la psicoterapeuta Marie Lion – Julin nel libro “Madri liberate le vostre figlie” e Aldo Naouri, pediatra e psicoanalista francese che ha studiato la natura profonda della relazione tra “Le figlie e le loro madri”:

“Al punto che i bambini avranno con lei, all’inizio della loro vita, un rapporto assolutamente identico sotto tutti i punti di vista. È il suo corpo che li ha portati dentro di sé, maschi e femmine, è il suo corpo che ha soddisfatto tutti i loro bisogni senza che dovessero neppure esprimerli. Ed è sempre il suo corpo che, durante la gestazione, ha scritto nel loro cervello in via di formazione un alfabeto sensoriale che porta il suo stampo incancellabile e che servirà loro per tutta la vita e in ogni circostanza a mediare ogni cosa e ogni avvenimento del mondo che li circonda.
…Se è vero che questo amore resta per sempre il modello originario sul quale verrà ricalcato ogni amore successivo, bisogna anche constatare che il destino amoroso del maschio è, naturalmente e fin dall’inizio, eterosessuale, mentre quello della femmina, altrettanto naturalmente, è omosessuale.”

E vado a chiarire quello che volevo dire prima.
Proprio per i motivi che tu Armando chiarisci, avevo messo in rilievo il termine “assoluto”, usato nel libro da Fabrizio per definire l’amore materno, portandolo come paradigma di quello che l’uomo si aspetta dalla donna nel rapporto di coppia, perché delle due una: o il termine era stato usato con leggerezza oppure, se usato appropriatamente e anzi modello di riferimento nel rapporto con il partner, per i motivi che spieghi tu, non può essere certo la migliore premessa per un rapporto corretto e appagante con l’altro sesso.
Ma credo che il capitolo nel libro di Fabrizio, sia stato scritto senza attribuire molta importanza all’argomento e quindi in maniera volutamente superficiale.

Io ho detto che l’amore materno dovrebbe essere soprattutto “gratuito” nel senso che la madre dovrebbe generosamente rinunciare al suo potere oggettivo sui figli dovrebbe assumere spontaneamente un atteggiamento rispettoso della loro individualità, per agevolare la costruzione di un sano narcisismo che permetta loro, accettando il proprio sesso, di avere un rapporto eterosessuale appagante. L’umiliazione del narcisismo nella fase di costituzione dell’identità femminile è l’unico vero motivo che può far sì che la donna risulti strutturalmente incapace di amare o di accettare di essere amata.
Ma quante donne-madri sono così consapevoli e mature da disinvestire dai figli divenuti adulti e, anche a costo di una depressione, reinvestire sulle proprie relazioni affettive e sociali?

E qui riprendo un brano di Sergio Martella che va riportato letteralmente e per intero:
“La svalorizzazione del sesso femminile non ha origine causale nella misoginia maschile, ma nell’imperfetto rispecchiamento tra la funzione di identità e quella materna. Per la stessa ragione è difficile individuare soggettivamente la causa dell’insoddisfazione nell’identificazione di ruolo; per esempio, può accadere che le donne reagiscano rubando la scena al ruolo maschile per tentare di volgere in rivendicazione omosessuale la mancata elaborazione della differenza di genere. (…)

Ma nella sagra dello specchio, tra proiezioni e brame narcisiste, è proprio la figlia ad avere il danno fatale. La sua potenzialità creante può rimanere per sempre tale nell’esaltazione della verginità; oppure dovrà essere condivisa con l’accondiscendenza decisionale della madre; oppure, nel caso di un distacco, si può configurare come una cacciata ad opera dell’oggetto primario dell’affetto. Solo l’alternativa di un forte referente d’amore del padre, la cui compresenza tuttavia non può che essere il correlato di una buona attitudine affettiva nella madre, la figlia può accedere nel modo più completo alla felicità del suo ruolo sessuale.

Nella realtà prevalente la ginocrazia materna persegue, in maniera più o meno consapevole, l’effetto-scopo di contrastare il pieno e libero attuarsi delle naturali conseguenze affettive della maturazione sessuale. L’arma dell’affetto viene qui usata per legare la concorrente potenziale; l’unità di madre e donna figlia (ma-donna) relega nella con-fusione, che è frode nell’imbroglio del legame, l’imperativo biologico sessuale. Ciò che è indispensabile nel processo di liberazione della donna viene recluso nel limbo del peccato, del colpevole, del proibito.

Si trama una truffa ai danni della figlia; l’impostura consiste nel disprezzare ciò che invece ha sommamente valore nel reale: il sesso della donna, potente sopra ogni cosa perché capace di attrarre, di dar piacere e procreare. Il veleno della mela resta comunque un danno per l’immagine del sé femminile (perché generato dall’identità femminile stessa che promana dalla madre), agisce come una maledizione, e sarebbe finanche fatale nel cristallo di una bara, se non fosse per il bacio dell’amante che ripristina la differenza di genere e recupera, almeno agli occhi maschili, il valore sessuale femminile….”

“Anche la propensione a ferire l’amante, a farlo soffrire nelle prove d’amore o nel tradimento rivela la misura dell’inadeguatezza della donna ad accedere ad un valore della propria sessualità che non sia di implicito disprezzo. Come può credere all’amore se lei stessa non si ama? La percezione del proprio sesso come sporco, l’apparente insensibilità nel procurare sofferenza a chi s’offre in completa dedizione e, invece, la predisposizione a subire il fascino del soggetto narcisista ed egoista sono le caratteristiche e i riscontri esperienziali (invero frequenti) che riguardano la giovane donna che si trova a confrontarsi in corrispondenze affettive a partire da una sessualità svalutata, ferita, priva di autostima”.
Questa mancanza può essere una delle spiegazioni della auto mercificazione che la donna fa spesso di sé e che viene agevolata dalle madri in quanto non mette in pericolo l’appartenenza materna, in quanto esclude la vera relazione. (Possiamo tornare sul tema più tardi e approfondire…)

Ti invito caldamente di andare al seguente link, ai capitoli “Fra terra e cellofan” e “Il difetto di origine”: http://www.arte-e-psiche.com/Pubblicazioni/pinocchio/Pinocchio.htm

Spiegare l’incapacità di relazione delle donne o degli uomini in termini di rivisitazione del loro rapporto affettivo originario e non in termini di lotta fra i due sessi non è cadere nella categoria del vittimismo, tutt’altro, significa stimolarli a comprendere le motivazioni dell’altro sesso e a porsi in maniera diversa, più aperta anche nei confronti del partner.
Questi sono suggerimenti ancora più importanti per le donne, che, quando diventano madri, dovrebbero già essere in grado di valutare criticamente il proprio vissuto da figlie, ma proprio lì il discorso è più difficile da recepire, forse per la frequenza di situazioni di identificazione figlia-madre ancora bloccate che provocano reazioni a volte anche molto violente.

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Massimo 4:59 pm - 11th Aprile:

@ Lucrezia
In quel capitolo affermi che l’uomo, avendo conosciuto, come figlio, l’amore materno incondizionato, assoluto, lo vorrebbe tale e quale ritrovare nella propria donna la quale, invece, non è disposta a darglielo, perchè “non è in grado di amarlo disinteressatamente e spassionatamente, ma si pone nei suoi confronti solo in una logica di tipo strumentale”,
>>>>
Non ho letto il libro di Fabrizio Marchi, perciò mi baso su quanto hai scritto te.
Innanzitutto sono del parere che l’amore materno non sia affatto “gratuito” (niente lo è, salvo, forse, una vera amicizia fra uomini); poi, per quanto mi riguarda, non cerco affatto – né ho mai cercato – “qualcosa” che somigli neppure lontanamente a mia madre, per le seguenti ragioni:

1) L’amore materno non ha nulla a che fare con l’erotismo e pertanto col sesso e l’attrazione fisica (sempre dal mio punto di vista); anzi, è l’anti-erotismo per eccellenza.
2) Per me il termine “amore” è solo una parola che significa tutto e niente. L’amore è solo una obsoleta, romantica idea, che crolla immediatamente quando ti rendi conto di cosa ci sia realmente dall’altra parte
>>

@ Lucrezia
Questa mancanza può essere una delle spiegazioni della auto mercificazione che la donna fa spesso di sé e che viene agevolata dalle madri in quanto non mette in pericolo l’appartenenza materna, in quanto esclude la vera relazione.

>>>>
Non mi intendo di psicanalisi; ma credo che fra i motivi che portano le donne ad agire in un certo modo, ci sia il fatto che per le medesime il corpo maschile – quindi gli uomini in generale – abbia un’importanza alquanto relativa. Ossia, sono dell’opinione che, a parte alcuni “speciali esemplari”, le donne si accoppino con gli uomini per motivi che hanno ben poco a che fare con la fisicità e la sessualità maschile.

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Massimo 5:04 pm - 11th Aprile:

PS: Un banalissimo esempio: nei miei 42 anni di vita, ho conosciuto donne che preferivano le “coccole” al sesso orale-vaginale-anale (compresa la mia ex convivente); oppure che provavano più piacere nell’essere guardate, ammirate (per la loro bellezza) e corteggiate.
Del contrario non ho memoria.

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Rino DV 8:58 pm - 11th Aprile:
Leonardo 10:17 pm - 11th Aprile:

Il primo modello femminile è la madre, poi crescendo si dimentica l’infanzia e si vive in base alla personalità che si è creata e si va avanti quasi alla cieca, cercando donne che la massa esalta e l’amore (o pseudoamore-servile) che le donne chiedono, perché hanno una certa riluttanza al lato positivo del loro lato negativo.
Alcuni uomini scambiano la restistenza agli stimoli sessuali delle donne per forza di carattere. Io mi sarei lasciato prendere da molte donne, poi mi sono accorto che mi prendevano in giro o non mi prendevano affatto e neanche sembravano voler essere prese (ma solo servite)
@Lucrezia, alcune madri con le figlie sembrano come il gatto e la volpe, povero il pinocchio che gli capita

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Lucrezia 12:22 am - 12th Aprile:

@Massimo: nella vita troviamo quello che cerchiamo, cerchiamo quello che conosciamo, (oppure il suo contrario…). Wow, che frase!! 😉
Per noi donne poi, quando non abbiamo conosciuto l’amore materno, (e anche quello paterno che per la donna da’ la misura della sessualita’, della propria femminilità), cosa vuoi che possiamo trovare se non abbiamo occhi per vedere?

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Massimo 8:02 am - 12th Aprile:

@ Lucrezia
La realtà è molto diversa dalla filosofia.
Come posso io uomo, trovare qualcosa che esiste solo nella filosofia, appunto! Come posso imbattermi in qualcosa che esiste solo nelle fantasie degli uomini e, per altri aspetti, delle donne?
Come può incontrarsi chi vive su Saturno con chi vive su Plutone?

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Massimo 8:15 am - 12th Aprile:

Del resto l’esperienza di quotidiana di qualsiasi uomo sano di mente, che abbia occhi per vedere e orecchie per ascoltare, non può che confermare ciò.
Da parte femminile – sciocche provocazioni a parte, fini a se stesse e agite per risentimento o per esercitare un potere sugli uomini – non c’è mai praticamente nulla.
Vanno sempre stimolate, rincorse, adulate, osannate, omaggiate, “corteggiate”, benché si viva in un’epoca ben diversa dagli anni Cinquanta e nonostante nessuno impedisca loro di comportarsi in maniera differente (il discorso riguarda pure le straniere, non solo le italiane).
Ossia, da parte femminile riscontro, nella grandissima maggioranza dei casi, un totale disinteresse al sesso fine a se stesso, al gioco erotico senza tante masturbazioni mentali; una totale incapacità a prendere la benché minima iniziativa (parlo di iniziative reali non teoriche…). Riscontro una totale incapacità di vivere serenamente il sesso per quello che è.

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Fabrizio Marchi 9:49 am - 12th Aprile:

Quello contenuto nell’ultimo post di Massimo (come quelli portati da altri in questo luogo) è un racconto autentico.
In tutta sincerità, senza con questo voler minimamente frustrare il dibattito in corso, trovo che le testimonianze di vita reale e vissuta in prima persona siano le più importanti e significative. Molto più importanti di tante e tante elaborazioni che possiamo fare e facciamo (comprese quelle del sottoscritto, sia chiaro).
Possiamo arrovellarci in centomila riflessioni di ordine psicologico, psicoanalitico, storico, sociale, economico, culturale, religioso (tutte valide), ma tutte queste più o meno dotte (diciamo mediamente istruite) dissertazioni non avranno mai la potenza di queste poche semplici parole:
“Del resto l’esperienza di quotidiana di qualsiasi uomo sano di mente, che abbia occhi per vedere e orecchie per ascoltare, non può che confermare ciò.
Da parte femminile – sciocche provocazioni a parte, fini a se stesse e agite per risentimento o per esercitare un potere sugli uomini – non c’è mai praticamente nulla.
Vanno sempre stimolate, rincorse, adulate, osannate, omaggiate, “corteggiate”, benché si viva in un’epoca ben diversa dagli anni Cinquanta e nonostante nessuno impedisca loro di comportarsi in maniera differente”. (Massimo)
Tutto ciò avrà (e ha) centomila e una spiegazione, che peraltro abbiamo abbondantemente fornito, anche con grande lucidità, a mio parere. Resta il fatto che la situazione è quella di cui sopra, perfettamente fotografata da Massimo. La responsabilità è del “sistema”, della cultura, dell’ontologia dell’essere, delle religioni, delle madri, di tutto quello che vogliamo, di tutto e di più (tutto giusto), ma resta il fatto che il risultato finale, la si metta come la si metta, è quello descritto in quelle poche ma efficacissime parole. Quella è la (alienante) realtà con cui hanno a che fare la maggioranza degli uomini. Ora cantiamocela e suoniamocela come, finchè e meglio ci pare, ma quello è il dato di fatto. Da lì è necessario partire.
Un magistrale esempio di prassi, caro Massimo. Meglio di così non potevi fare.
Fabrizio

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Lucrezia 11:55 am - 12th Aprile:

FEMINA HOMINI LUPUS?
Di magistrali esempi di prassi sono pieni i blog femministi, parlano di discriminazione sessuale al lavoro, di uomini violenti in famiglia, di donne che danno tutte se stesse ricevendo solo offese e denigrazione, di giudizi morali da parte degli uomini sull’uso della sessualità al femminile, (quando la donna è libera sessualmente viene giudicata una puttana prima di tutto dagli uomini), e in genere di cultura maschilista dappertutto. Sembra proprio che uomini e donne vivano su due pianeti diversi… Io non mi ritrovo nè con voi in questa visione delle donne nè, meno che mai con loro… Dico che principalmente tutti, uomini e donne, siamo vittime di questo sistema basato sull’ingiustizia sociale e sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, da una parte, e che in questo mondo, nonostante tutto, è molto più facile viverci da donna. Dico pure che la donna ha il potere di cambiare questo mondo partendo dall’educazione dei propri figli e tutti insieme inaugurando un discorso sull’igiene affettiva, non sono discorsi filosofici, se ambedue i sessi si lamentano dell’altro, o la futura civiltà si configura come un eterno avvicendarsi di lotta per il potere tra i sessi, (come la pongono le femministe), o siamo destinati a morire come genere umano…
E’ possibile che il genere umano, capace di distinguersi su tutti gli altri esseri viventi attraverso la lunga storia dello sviluppo della coscienza, capace di arrivare agli attuali risultati di conoscenza non trovi un’altra strada, che non ci sia la possibilità per migliorare la relazione tra i due sessi e la qualità della civiltà futura?
Ammettiamo quindi una irrimediabile natura perversa dell’umanità e basta?

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Fabrizio Marchi 2:25 pm - 12th Aprile:

Il problema, cara Lucrezia, non è individuare la causa prima di tutte le cose, né la verità assoluta che possa mettere d’amore e d’accordo l’universo mondo, ricchi e poveri, uomini e donne, e via discorrendo.
Il femminismo è un esempio di prassi? Bene, le donne hanno tutto il diritto di raccontare la loro storia e di proporre la loro interpretazione della realtà e della relazione fra i generi e soprattutto il loro vissuto, la loro esperienza.
Noi abbiamo (dovremmo avere) lo stesso simmetrico diritto a raccontare la nostra di storia, il nostro vissuto, la nostra esperienza. Non pretendiamo di essere i detentori della verità ma solo che il nostro racconto venga riconosciuto ed accettato così come lo è quello delle donne.
Così non è. La narrazione femminista è cultura dominante. La nostra non è neanche presa in considerazione, quando non è criminalizzata.
Come si può pensare in queste condizioni di poter costruire un dialogo fra pari? La sola cosa che possiamo realisticamente fare oggi è assumere una parzialità. Non per ragioni ideologiche, ma oggettive. Perché non potremmo fare altrimenti. Semplicemente perché ci dobbiamo difendere. Per non essere (psicologicamente e materialmente) schiacciati e ridotti a degli scendiletto di giorno e delle sottospecie di tori da monta a gettone la notte.
Questo non significa, ovviamente, che il nostro punto di vista costituisca la verità assoluta e infallibile (sarebbe anche presuntuoso pensarlo). La verità in sé non può esistere ma è anch’essa il risultato di rapporti di forza.
Oggi la verità ufficiale è che il genere maschile, senza distinzioni, è il responsabile di tutti i mali del mondo, in primis della condizione di discriminazione e oppressione di quello femminile. Questa “verità” entra clamorosamente in conflitto con la nostra, cioè con la nostra esperienza empirica, il nostro vissuto e il nostro sentire e vivere in questo mondo. Cosa dovremmo fare se non assumere il nostro punto di vista e cercare di affermarlo come meglio possiamo nell’attuale contesto sociale?
E’ solo attraverso questo processo, finalizzato ad un sostanziale riequilibrio, che si potrà sperare, come dici tu, di migliorare la relazione tra i due sessi e la qualità della civiltà futura.
Fabrizio

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Marco 8:35 am - 13th Aprile:

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Vanno sempre stimolate, rincorse, adulate, osannate, omaggiate, “corteggiate”, benché si viva in un’epoca ben diversa dagli anni Cinquanta e nonostante nessuno impedisca loro di comportarsi in maniera differente (il discorso riguarda pure le straniere, non solo le italiane).
Ossia, da parte femminile riscontro, nella grandissima maggioranza dei casi, un totale disinteresse al sesso fine a se stesso, al gioco erotico senza tante masturbazioni mentali; una totale incapacità a prendere la benché minima iniziativa (parlo di iniziative reali non teoriche…). Riscontro una totale incapacità di vivere serenamente il sesso per quello che è.
@@@@@

Quoto queste parole di Massimo, perché sono la pura e semplice verità. Aggiungo che le donne, oltre ad essere prive di iniziative in almeno il 99,99% dei casi (perlomeno nei confronti degli uomini comuni), molto spesso sono anche scarsissime o prive di fantasie sessuali. Ed inoltre, anche in quelle occasioni (sudatissime) in cui riesci a fargli fare qualcosa fuori dall’ordinario, ti rendi chiaramente conto che lo fanno solo per compiacere a te uomo, e non perché piace a loro. Tristissimo.
Tuttavia, c’è un altro particolare che vorrei evidenziare: solo nei blog e forum dedicati alla questione maschile, mi capita di “ascoltare” uomini che hanno il coraggio e l’intelligenza di parlare chiaro. Nella vita di tutti i giorni è praticamente impossibile sentirne uno in grado di affermare che le donne non sono poi tutta ‘sta gran cosa che si racconta in giro. Anzi, il ritornello costante è che sono tutte delle affamate di cazzo, che non esistono più gli uomini di una volta, oggi sono tutti froci, non le sanno più corteggiare, eccetera.
E quello che io mi chiedo è perché la massa maschile sia così ottusa, così cieca nei confronti delle donne e del femminile.

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Marco 8:51 am - 13th Aprile:

@ Fabrizio –
Quella è la (alienante) realtà con cui hanno a che fare la maggioranza degli uomini.
@@@@
Dici bene: “alienante realtà”, ancora più alienante quando ci si rende pienamente conto del proprio stato di subordinazione nei confronti dell’altro sesso.

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fulvioterzapi 4:56 pm - 13th Aprile:

alle masse maschili piace illudersi. se scoprissero la verità (e cioè che non sono mai stati attraenti per il sesso opposto) probabilmente si deprimerebbero o abbandonerebbero quelle pratiche di aggregazione a finalità sessuale con pesanti ricadute sulla società. è meglio dunque confondere le acque e alimentare i fraintendimenti sulla anti-democratica natura della sessualità femminile. persino io, che adesso vedo le cose come stanno nella loro netta semplicità, ho dovuto lambiccarmi un po’ prima di giungere all’illuminazione.

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Leonardo 9:43 pm - 13th Aprile:

Per chi avesse voglia di vedersi questo vecchio episodio della serie Spazio 1999 intitolato “Nemici invisibili” forse una stupidagine, ma gli hanno tagliato il finale qui su youtube, parla della guerra di due pianeti dove su uno sono tutte donne e sull’altro no
http://www.youtube.com/watch?v=MrAkFebDPkg

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Saturno 9:05 am - 14th Aprile:

A Leonardo:

Mi fa piacere che qualcuno ricordi la serie
televisiva preferita della mia infanzia. Avevo
10 anni quando la trasmisero e mi è mrimasta
nel cuore. Nel 2008 mi sono rivisto i DVD tra i
quali l’ episodio in questione. E’ una stupidaggine?
No, è fantasia, chiaramente irrazionale, ma è
pur sempre un tempio di cultura se la confrontiamo
alle serie e alle trasmissioni televisive di oggi.

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Daniele 12:01 pm - 14th Aprile:

Credo ci sia un particolare da evidenziare: di norma queste fantasie relative alle femmine guerriere (basti pensare alle “amazzoni”, che sono solo il frutto dell’ immaginario maschile), sono partorite dagli uomini o, meglio, da alcune menti maschili, che però ritengo rappresentino anche l’immaginario di tanti altri uomini.
Non si spiegherebbe altrimenti il successo che riscuotono fra gli stessi uomini le pugilesse (uufff…) o le combattenti di arti marziali miste, specie negli USA.
Ecco, ci sarebbe da chiedersi perché un numero imprecisato di uomini ha così bisogno di rappresentare le femmine per quello che sostanzialmente non sono; perché i nostri simili hanno così bisogno di attribuirgli caratteristiche virili (ma, al tempo stesso, immaginandole bellissime e fichissime…).

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Leonardo 12:25 pm - 14th Aprile:

@Saturno
Li stò rivedendo in questi giorni, bella serie, certo non tutti nel blog possono essere interessati. Però l’episodio in questione l’ho trovato in tema: hanno “forse” censurato la fine (su youtube) dove il capitano della base alfa messo alle strette dai due pianeti in lotta, sembra dirigersi con un mezzo di lomozione che cammina sulla superfice lunare, verso l’astronave delle donne del pianeta beta atterrata sulla luna per attaccare il pianeta delta, ma è una trappola: si vede cadere il casco della tuta spaziale del capitano (l’eroe, il buono) e dentro non c’è nessuno, è in realtà una bomba che fa esplodere l’astronave delle donne. Cosi facendo l’uomo del pianeta delta che ha sempre gli occhi chiusi (li apre solo quando intima al capitano e alla base alfa di fare una scelta: di schierarsi) risparmia la luna che aveva scoperto il fianco ai due pianeti in guerra, invisibili tra loro perché divisi dal sole. Mi sembra pieno di significati simbolici.

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Leonardo 2:09 pm - 14th Aprile:

x Daniele
Forse qualcuno si eccita sessualmente a vederle…
La sessualità condiziona molto la personalità, non si può neanche liquidare con un “sei malato”. Finché si tratta di azioni violente contro bambini come la perdofilia, sono pericolose e si arrestano i responsabili; come ancora oggi uno psicotico colto da una crisi violenta si lega e si riempie di tranquillanti, pur essendo un malato e una vittima.
Ma un masochista che si fa dominare dalla donna e legare e prendere a calci nelle parti basse perchè cosi gode: se è felice va bene per lui, ma se soffre della sua condizione gli direi le stesse cose che diciamo qui per abbassargli l’aspettativa dalle donne, e cosi a tutti gli uomini, come a quelli che vogliono dolcezza e sentimenti.

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Vinicio-Saturno 2:56 pm - 14th Aprile:

@Leonardo:
Si, l’ episodio è pieno di significati simbolici,
partoriti dalla mente degli sceneggiatori, nonchè
del creatore della serie, Gerry Anderson. E’ chiaramente impossibile che ci siano altri pianeti
abitati da esseri umani uguali a noi, così come non è logico che senza la Luna vagabonda i due pianeti
non potessero bombardarsi: le astronavi potevano benissimo muoversi intorno al sole senza bisogno
di un suolo naturale su cui posarsi.
@Daniele:
Credo che in molti uomini ci sia il sogno di una donna forte e allo stesso tempo attraente, che si
prenda cura di noi come una madre e che ci
sollazzi sessualmente. Ecco perchè le donne
guerriere e sensuali hanno molto fascino.
E’ il sogno più irreale che ci sia, molto più irreale
di Spazio 1999. E’ la donna che esige protezione dal maschio. Comanda lei, ma allo stesso tempo
deve sembrare l’ inverso. I diritti tutti da una parte e
i doveri tutti dall’ altra. Inevitabile quindi che in molti
uomini nasca il desiderio opposto: molti sognano una donna maschile. Molti ricchi arrivano a pagare
fior di quattrini alle cosiddette “mistress” per avere
l’ illusione di essere posseduti da donne del genere,
ma in realtà è solo una falsità commerciale. E’ un
bieco commercio, un’ altra patologia prodotta dalla nostra società sempre più decadente e misera.

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armando 6:22 pm - 14th Aprile:

Daniele@ “Ecco, ci sarebbe da chiedersi perché un numero imprecisato di uomini ha così bisogno di rappresentare le femmine per quello che sostanzialmente non sono; perché i nostri simili hanno così bisogno di attribuirgli caratteristiche virili (ma, al tempo stesso, immaginandole bellissime e fichissime…)”
Forse perchè esiste, in quegli uomini, un ricordo ancestrale e ovviamente inconscio di quando la madre era tutto per loro in quanto da essa totalmente dipendenti. Nel loro immaginario trasfigurato quella figura materna è dunque potentissima, e poichè la potenza è per definizione maschile se la figurano come guerriera. Ovviamente si tratta di maschi nei quali si è inceppato qualcosa di molto importante.
armando

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fulvioterzapi 9:36 pm - 14th Aprile:

a me non piacciono questi discorsi sulla potenza che è componente innata nell’uomo o sulla nutricazione come componente innata femminile.
li trovo ruolizzanti e quindi conservatori. questo anche perché sono fisicamente di costituzione gracile e di temperamento tranquillo, quindi le manifestazioni di aggressività e di forza fisica non mi sono mai state congeniali.

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Daniele 9:54 pm - 14th Aprile:

fulvioterzapi
>>>>>>>>>>>
a me non piacciono questi discorsi sulla potenza che è componente innata nell’uomo o sulla nutricazione come componente innata femminile.
li trovo ruolizzanti e quindi conservatori. questo anche perché sono fisicamente di costituzione gracile e di temperamento tranquillo, quindi le manifestazioni di aggressività e di forza fisica non mi sono mai state congeniali.
>>>>>>>>>>>

Sì, ma il fatto che a te questi discorsi non piacciano perché sei di costituzione gracile e tranquillo, non toglie il fatto che, in generale, l’uomo sia fisicamente più forte e più potente della donna. Trattasi di dati di fatto non di teorie conservatrici. Io sono stato anche un pugile dilettante, categoria pesi massimi, perciò so di cosa parlo.

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armando 4:42 pm - 15th Aprile:

Guarda Fulvio che in primo luogo non si tratta affatto di costituzione fisica, bensì di predisposizione mentale, psichica. Maschi fisicamente gracili sono diventati potentissimi, nel bene e nel male, ovvio. Come scrive Daniele, è un fatto non un’opinione. Si potrà sempre dire che si vigliono cambiare le cose, certo, ma disconoscere questo ancestale carattere maschile (che non significa di ogni maschio), è la stessa cosa che sostengono le teorie del gender, secondo le quali ogni e qualsiasi carattere attribuito al maschile e al femminile è solo costruzione culturale, appunto da decostruire per formare l’essere neutro, l’androgino nel quale mascolintà o femminilità fisiche sono puro accidente e in sè non determinano assolutamente nulla. Eppure i fatti (ricordo solo il mostruoso esperimento in Usa di cui abbiamo già parlato) ed anche le ricerche sul cervello maschile e femminile, smentiscono quelle tesi.
Se essere ruolizzante significa essere conservatore e rifiutare per principio ogni differenza significa essere progressisti, mi dichiaro apertamente, senza indugi e tentennamente, conservatore. Anzi, r e a z i o n a r i o!
armando

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Fabrizio Marchi 6:03 pm - 15th Aprile:

“Se essere ruolizzante significa essere conservatore e rifiutare per principio ogni differenza significa essere progressisti, mi dichiaro apertamente, senza indugi e tentennamente, conservatore. Anzi, r e a z i o n a r i o!” (Armando)
Fermo restando che non è scritto da nessuna parte che annullare per principio ogni differenza significhi essere progressisti…
Fabrizio

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fulvioterzapi 12:27 am - 16th Aprile:

più che annullare ogni differenza bisogna dare libertà a chiunque di non essere costretto a seguire determinati pattern comportamentali fin dalla piu tenera età, altrimenti si finisce con il sostenere la cultura machista che carica di obblighi il sesso maschile. chi mi dice che certi comportamenti non sono consoni all’essere uomo ragiona secondo una logica reazionaria.

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Fabrizio Marchi 8:21 am - 16th Aprile:

“più che annullare ogni differenza bisogna dare libertà a chiunque di non essere costretto a seguire determinati pattern comportamentali fin dalla piu tenera età, altrimenti si finisce con il sostenere la cultura machista che carica di obblighi il sesso maschile. chi mi dice che certi comportamenti non sono consoni all’essere uomo ragiona secondo una logica reazionaria”. (Fulvioterzapi)
Sono decisamente d’accordo con te, Fulvio. Un conto è rivendicare la differenza sessuale, un altro è incastonare uomini e donne in ruoli fissi e predeterminati che finiscono inevitabilmente per diventare degli schemi rigidi e alla fin fine a limitare la libertà e gli orizzonti esistenziali di ciascuno. Ed è ancor più vero che proprio questi schemi rigidi sono il brodo di coltura del “machismo”, cioè uno degli aspetti più gretti e stupidi della maschilità. Anzi, direi che il machismo stesso rappresenta spesso la inevitabile degenerazione di quella rigida “ruolizzazione” a cui abbiamo fatto riferimento in precedenti post.
Sto parlando soprattutto, se non prevalentemente, sotto il profilo psicologico, per essere chiari, non della presunta o meno predisposizione delle donne a praticare la boxe, lavorare in miniera o caricarsi sulle spalle quarti di bue ai mercati generali, nè sul versante opposto, degli uomini a fare i “mammi” a tempo pieno, a rammendare calzini o a ricamare (funzioni che di per sé, a scanso di equivoci, nessuno pensa che debbano essere affidate alle donne in quanto tali…).
Mi riferisco a quegli schemi mentali, figli appunto di una becera cultura machista, che impongono ai maschi di assumere determinati comportamenti all’interno dei quali essi stessi sono costretti (e si costringono) e dai quali, a mio parere, se potessero, si chiamerebbero volentieri fuori. Solo che non possono farlo appunto perché prigionieri di quel meccanismo. E guarda caso il machismo nelle sue forme più becere attecchisce soprattutto nei piani bassi della piramide sociale; anche in quelli alti ma in forme diverse.
Dover dimostrare, dover essere, dover apparire, in un certo modo o nell’altro, in una circostanza o in un’altra. Ci siamo passati tutti. E’ un “gioco” (al massacro) che comincia da bambini, poi da adolescenti e infine da adulti. La musica è sempre la stessa: dover dimostrare, dover essere, dover apparire, e dover assumere determinati ruoli e comportamenti. Il “bello” (si fa per dire…) è che questo “inferno” a cui ci sottoponiamo, ci fa soffrire più o meno tutti, intanto perché è uno stress terribile (anche per chi riesce ad essere “leader”), e poi perché prima o poi qualcuno che materialmente o metaforicamente ce le suona di santa ragione lo incontriamo sempre, statene certi…
Nonostante ciò, specie in giovane età (ma non solo…), non riusciamo a liberarci da questa condizione. Soprattutto fra i ceti popolari i giovani maschi trascorrono la loro esistenza a dimostrare chi è più forte fisicamente, chi è più “fico”, chi “stira” di più con la moto, chi “mena de più”, chi è più prepotente e mette sotto gli altri. Naturalmente nell’attesa (inevitabile) che arrivi qualcuno, magari da un altro quartiere, da un’altra scuola o da un altro rione, che “meni di più”, che sia più “fico” e sottometta psicologicamente a sua volta tutti gli altri.
Più o meno tutto questo, rivisitato, corretto, trasformato e sublimato (leggi affermazione sociale, competizione economica e professionale, status symbol, ecc. ecc.) è quello che ci aspetta da adulti. Lo stress (e il machismo) continuano sotto altre spoglie e con altri mezzi anche se non per tutti, ovviamente…
Bè, a mio parere tutto ciò non è proprio il massimo dell’evoluzione umana, diciamoci la verità… Dobbiamo dirci le cose come stanno, senza infingimenti e senza ipocrisie. Anche perché se vogliamo essere un movimento di consapevolezza maschile degno di questo nome dobbiamo parlarci chiaramente senza nascondere le nostre magagne (quelle che riguardano la maschilità, intendo) e agire di conseguenza.
Naturalmente, come abbiamo spiegato più volte, il machismo è strettamente collegato con il “femminilismo” (licenza poetica, per capirci…), cioè con quella parte altrettanto becera del femminile che svolge un ruolo altrettanto nefasto, in un gioco continuo di vicendevoli rimandi. I due fenomeni si compenetrano e si alimentano reciprocamente.
A differenza però del femminismo che deresponsabilizza il femminile e attribuisce al maschile ogni responsabilità sui comportamenti negativi femminili, noi non ci sottraiamo alle nostre responsabilità.
E per quanto ci compete ce le assumiamo, riconoscendo innanzitutto a noi stessi che esistono risvolti profondamente negativi del maschile, che devono essere individuati ed affrontati, e tendenzialmente superati.
Il cambiamento della realtà marcia di pari passo con il cambiamento di noi stessi. Lavorare per la trasformazione della relazione fra i sessi non può prescindere da questo processo individuale e collettivo.
Fabrizio

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armando 11:14 am - 16th Aprile:

Come ogni volta che viene toccato questo argomento, non c’è identità di vedute. Poco male. Il confronto è il sale di ogni movimento.
Da parte mia cerco di riassumere.
1) non si tratta di indicare normativamente un modo di essere del maschile e costringere o convincere ogni maschio ad adeguarsi ad esso.
2) la virilità può esprimersi in molti modi e non è affatto detto che un poeta o un prete o un maschio che soffre d’impotenza siano mentalmente meno virili di uno “spaccamontagne”. Quindi il machismo non c’entra nulla con la virilità.
3) si tratta, appunto, di una qualità psicomentale che può esprimersi in molti modi in funzione delle singole personalità, delle culture e dei tempi. Purtuttavia questa “predisposizione”, esiste sempre “in potenza”, anche se non sempre “in atto”. Ciò può essere dovuto a mille fattori, personali sociali. oggi il fattore sociale preponderante è il tentativo di costruire una società “non sessista”, eufemismo per dire una società sessualmente neutra formata da individui sessualmente neutri in senso psichico e spirituale, dove cioè la differenza fra i corpi sia puro accidente del tutto ininfluente rispetto alla psiche, la quale, quindi, si potrebbe “scegliere” a piacimento. (ideologia Gender).
4) questo tentativo, in atto da tempo, si scontra con resistenze impensabili perchè non corrisponde alla verità. Ci sono ormai ricerche scientifiche (compiute anche da donne) che confermano quelli che sono stati erroneamente definiti Stereotipi. I maschi continuano cioè, e fin da piccolissimi e fin quelli educati in famiglie “evolute”, a manifestare interessi, predisposizioni, passioni, attitudini diverse dalle femmine.
5) Di ciò si dovrebbe prendere atto e conformarsi di conseguenza, se si vuole che una società sia davvero “democratica” e rispettosa delle persone. Al contrario, la pervicacia nel non riconoscere questa diversità genera infelicità e squilibri, e soprattutto significa un totalitarismo mostruoso in cui è lo Stato che decide ciò che è bene e ciò che è male.
6) Nella situazione presente sono i maschi a soffrirne di più perchè è la virilità (e la paternità) che devono essere abbattute e destrutturate e quindi socialmente svilite e eliminato ogni spazio in cui può manifestarsi liberamente. Nel presente sembra che le donnne stiano trionfando, ma è vero solo in apparenza. E’ vero perchè le donne usano (o sono usate) questa nefasta ideologia per scalare il potere senza meriti individuali e per combattere gli uomini, (sono le donne , molte donne per capirsi, che odiano gli uomini e non viceversa) ma poi? Perchè se esiste la virilità deve necessariamente esistere anche la femminilità, e l’individuo androgino non rispetta nè l’una nè l’altra.
7) In ogni caso, anche se si ammettesse che la virilità è un costrutto culturale e basta, per farlo diventare tale sono occorsi millenni e millenni tanto da essersi quasi, per così dire, incorporato nel corpo. Ovvio pensare che ne occorreranno altrettanti per deculturalizzarlo. Nel frattempo? Nel frattempo si genera una situazione insostenibile di colpevolizzazione del maschile e di uso strumentale del suo modo di essere millenario, rovesciato di segno (vedasi il sacrificio di sè , il dono maschile e la cavalleria). Da modi di essere che presupponevano una differenza col femminile (e differenza non signifca automaticamente gerarchia) diventano “tributi” alla regina e per di più dovuti. Insostenibile a lungo termine.
Perciò mi definisco conservatore o reazionario. Perchè credo che la virilità debba essere riconosciuta come una caratteristica maschile coi suoi lati positivi ed anche negativi, e non combattuta “contro natura”. Lo stesso vale per la femminilità, con tutto ciò (tantissimo) che ne consegue in termini di obbiettivi e modelli di pensiero. Cioè l’opposto esatto del “modernismo” in voga. Che è solo in apparenza progressista.
armando

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Fabrizio Marchi 1:15 pm - 16th Aprile:

“Come ogni volta che viene toccato questo argomento, non c’è identità di vedute. Poco male. Il confronto è il sale di ogni movimento”. (Armando)
Armando, spacchi il secondo quando si tratta di rispondere ad argomenti a cui sei particolarmente sensibile…smile
In ogni modo se pensavi che mi rivolgessi a te con quel discorso sul “machismo , sei in errore. il mio ultimo commento nel merito, non era in risposta al tuo che anzi condivido in larga parte (e ancor più l’ultimo…). Come ben sai non sono certo un cultore né tanto meno un cantore dell’omogeneizzazione e dell’indifferenziazione di massa (sia che riguardi i generi, i singoli individui o il contesto socioculturale).
Il mio era un approfondimento doveroso al commento di Fulvioterzapi, che ha avanzato legittime perplessità sulla questione della “ruolizzazione” che, come molti altri aspetti, se non ben chiarito e identificato, potrebbe essere male interpretato e portare ad inevitabili fraintendimenti e degenerazioni.
Il “machismo” è uno di quelli. E non è “roba” da poco. Perché se gli uomini sono ridotti come sono ridotti (e qui sono in parecchi, giustamente, a ribadirlo costantemente) è anche e soprattutto a causa di questo malsano e troglodita modo di pensare, di essere e di agire, profondamente radicato nella psiche di moltissimi uomini. E non è un caso che abbia dedicato una delle mie videointerviste proprio alla questione del “machismo” (“Ciò che paralizza gli uomini”).
Il confine, come al solito, quando ci si occupa di QM, è sempre molto sottile, ed è importante entrare nel merito onde evitare, come ripeto, fraintendimenti o interpretazioni maldestre di un valido concetto.
Fabrizio

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Leonardo 2:38 pm - 16th Aprile:

I fiori sono virili?
Fino ad oggi la pittura è stata quasi un esclusiva maschile (già questa frase può essere una sorta di machismo): pittori etero come Van Gogh e Picasso hanno dipinto fiori; Il primo gli ha conferito anche un senso drammatico e allucinato.
Quindi il fisico fa assumere determinati atteggiamenti che in realtà nella psiche non sono cosi marcati: diciamo che il fisico femminile crea una facciata di sensibilità che in parte non esiste (e in questo blog dovremmo saperlo bene), come il maschio assume una parvenza di machismo che in parte c’è, ma farne una banbiera ne abbiamo solo a perdere, perché noi abbiamo molte potenzialità. I romani erano guerrieri e allo stesso tempo portavano le foglie in testa e tolleravano l’omossessualità (spesso i gay erano prorio i più machi: miltari e imperatori)

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Tiziano 9:05 pm - 16th Aprile:

f.t.
>>
chi mi dice che certi comportamenti non sono consoni all’essere uomo ragiona secondo una logica reazionaria.
>>
F.M.
>>
Un conto è rivendicare la differenza sessuale, un altro è incastonare uomini e donne in ruoli fissi e predeterminati che finiscono inevitabilmente per diventare degli schemi rigidi e alla fin fine a limitare la libertà e gli orizzonti esistenziali di ciascuno.
>>
Fabrizio, concedimi una domanda: fra il tuo modo di ragionare (nonché di fulvioterzapi) e quello delle femministe, che differenza passa?

Seppur a parti invertite, sostanzialmente ragionate nello stesso modo. (O no?)

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Tiziano 9:07 pm - 16th Aprile:

Leonardo
>>
come il maschio assume una parvenza di machismo che in parte c’è, ma farne una banbiera ne abbiamo solo a perdere,
>>
Guarda che questo cosiddetto machismo, che in realtà significa tutto e niente, è diffuso su tutto il pianeta.
Perciò come pensi (pensate) di “estirparlo” ?

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armando 9:58 pm - 16th Aprile:

Fabrizio, non mi ero sentito colpito, e se anche fosse poco importa. Ho inteso solo mettere bene a fuoco le mie concezioni anche per facilitare la discussione. in questo senso mi riallaccio all’ultimo post di leonardo, molto azzeccato, per dire che quella del maschio “insensibile” e “materialista” è una delle peggiori menzogne che mai sono state propalate, una assoluta falsità. Basta, appunto, scorrere la storia delle arti e delle lettere per rendersi conto di una evidenza che solo la più proterva mala fede può negare. Ciò che non si vuole riconoscere perchè crollerebbe tutto il castello antimaschile, è che sensibilità d’animo e forza fisica, forza di volontà, determinazione, spiritualità e capacità di assumere in prima persona la responsabilità di quello che si è e che si fa, possono convivere nella stessa persona, beninteso di sesso maschile.
armando

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Rino DV 9:58 pm - 16th Aprile:

Averla è facile?

http://www.lanazione.it/toscana/cronaca/2012/04/16/698283-rinascente-spilla-doppio-senso-protesta-commesse.shtml

Condivido lo sdegno. E’ davvero uno scandalo:

…con tutto quel che facciamo per tirarcela, qui vengono a gridare che la diamo facilmente! Ma dove credono di essere? Nel paese di Bengodi? Credono che la diamo gratis?

RDV

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Fabrizio Marchi 8:22 am - 17th Aprile:

“Seppur a parti invertite, sostanzialmente ragionate nello stesso modo. (O no?)” (Tiziano)
Per nulla.
Caro Tiziano, mi sembrava sinceramente di essere stato abbastanza chiaro in quel post. Evidentemente così non è stato.
A questo punto, considerando che questo tuo quesito richiederebbe di (ri) mettere mano ad argomenti estremamente complessi che abbiamo affrontato più e più volte (diversità e identità sessuale, relazione fra natura e cultura, divisione sociale del lavoro nell’ambito della relazione MM/FF, divisione dei ruoli ecc.), la cosa migliore che tu possa fare è andarti a leggere i circa 200 (duecento) fra articoli e video pubblicati nel sito.
Troverai sicuramente delle risposte più articolate rispetto a quelle che potrei darti scrivendo un ennesimo commento.
Peraltro, proprio dalla tua domanda e dal tuo modo di porti, capisco che non sei affatto un novizio della QM e, al contrario, mi sembra che tu abbia le idee molto chiare (dal tuo punto di vista, s’intende) nel merito. Per questa ragione, mi permetto di darti questo suggerimento. Se fossi stato un neofita avrei approfondito senz’altro, ma così non è.
Scusami ma devo necessariamente risparmiare e razionalizzare il mio tempo e le mie energie.
Fabrizio

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Leonardo 9:36 am - 17th Aprile:

Tiziano:
Guarda che questo cosiddetto machismo, che in realtà significa tutto e niente, è diffuso su tutto il pianeta.
Perciò come pensi (pensate) di “estirparlo” ?
——————————————
L’importante è cominciare a prenderne coscienza…
Il “machismo” può essere pure alla scuola del titanic: uomini che lasciano il posto alle donne sulle scialuppe, facendo finta di non temere la morte. Questa è una cosa che va estirpata. Prima i bambini si può parlare di amore e compassione.
Il vero machismo è dover sempre dimostrare forza davanti alle donne e questo porta alla sopraffazione sull’uomo, che al dunque, essendo debole (ed è normale) resta in silenzio davanti ai rimproveri femminili. Alla fine un uomo diventa agli occhi della donna una specie di Mulo. Invece abbiamo sia la sensibilità, che la forza fisica e l’intelligenza. Potremmo pure vivere senza donne: qui torna un’altro punto importante: il maggior desiderio sessuale maschile. Lo si vuole far passare per puro atto di penetrazione violenta, invece è un’altro esempio di maggiore sensibilità del uomo, mentre le donne dimostrano come ormai sappiamo di essere delle borg.

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cesare 9:40 am - 17th Aprile:

Armando@quella del maschio “insensibile” e “materialista” è una delle peggiori menzogne che mai sono state propalate, una assoluta falsità.

E’ menzogna simmetricamente opposta e contemporaneamente affermata a quella del maschio privo della vitale “concretezza femminile” e che va dietro a fantasie astratte assolutamente inutili se non a a fare casini. Il bello è che la menzogna di cui parla Armando mio figlio la sentì dichiarare ufficialmente in un aula universitaria della Università di Padova da un docente supertitolato. Cui mio figlo oppose appunto la storia delle arti e delle scienze di tutti i tempi e paesi scatenando un putiferio nelle studentesse e il silenzio imbarazzato del docente. Non è pertanto il sapere ma il potere che fa decidere a un professore universitario che conviene raccontare sciocchezze e che determina pertanto le convinzioni dell’opinione pubblica. Un esempio fra gli infiniti? Gli studenti maschi, secolo scorso, non avevano forse docenti che spiegavano loro che dovevano imbarcarsi per l’Africa orientale a liberare “la bella abissina”? oggi è la “bella italiana”.

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Leonardo 9:43 am - 17th Aprile:

Se ci fate caso, oggi molte donne portano indumenti da macho come stivali, calzamaglie, giubotti in pelle… vestiario che nasce maschile e per fare determinati mestieri. Le donne li usano per vanità, sembrano guerriere ma non lo sono, eppure vincono…

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cesare 5:05 pm - 17th Aprile:

A votre service madame!

http://www.ilfoglio.it/soloqui/13076

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Tiziano 5:38 pm - 17th Aprile:

Leonardo
>>
Le donne li usano per vanità, sembrano guerriere ma non lo sono, eppure vincono…
>>
Niente è per sempre…

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Leonardo 6:20 pm - 18th Aprile:

Vinicio-Saturno
Credo che in molti uomini ci sia il sogno di una donna forte e allo stesso tempo attraente, che si
prenda cura di noi come una madre e che ci
sollazzi sessualmente. Ecco perchè le donne
guerriere e sensuali hanno molto fascino.
E’ il sogno più irreale che ci sia, molto più irreale
di Spazio 1999. E’ la donna che esige protezione dal maschio. Comanda lei, ma allo stesso tempo
deve sembrare l’ inverso.
————————————–
Oltre alla madre, che chiaramente essendo adulta è più forte, ci sono le altre bambine, che possono avere qualche anno in più ed essere più grandi fisicamente e quindi dimostrarsi aggressive e dominatrici nei confronti di un maschio più piccolo. Ad un bambino può piacere una bambina più grande e per qualche emozione casuale può fissarsi su quel modello di femmina più forte.
Va bene che ho letto testi di psicoanalisi, ma parlo pure per esperienze personali mie ed anche come spettatore: una volta sono passato vicino a dei bambini che giocavano e una ragazzina ad un bambino gli ha intimato: se ti prendo mi ti faccio! (tradotto dal romanesco) e non stavamo neanche a Roma ma ad un paese vicino… Se quel bambino nutriva una certa ammirazione per quella bambina più grande vestita in canottiera e calzoncini, potrebbe diventare il suo modello di donna, che in età adulta sarà difficile trovare nella realtà. Chissà perché Gheddafi si è fatto un esercito di amazzoni? Cosa ci trovava di speciale?

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Tiziano 7:37 pm - 18th Aprile:

>>
Chissà perché Gheddafi si è fatto un esercito di amazzoni? Cosa ci trovava di speciale?
>>
Nulla.
Un esercito di “amazzoni” (che hanno fatto una brutta fine… altro che “guerriere”!), era molto più gestibile di un esercito di uomini. Ossia, gli uomini (non gli omuncoli) sono molto più “teste calde” delle donne e conseguenzialmente più pericolosi per il “Capo”.
In una occasione lo disse lo stesso Gheddafi.

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Pandoro 1:56 pm - 29th Dicembre:

Amore Materno: amore incondizionato. ti amo perchè sei tu, non per quello che fai, Ti amo perchè sei mio figlio.
Amore Paterno: amore condizionato dal fatto che tu sei come me, fai come me e la pensi come me.
Amore Maturo: ti amo perchè condivido la mia vita con te, perchè cerco di penetrare la tua essenza e viceversa. Non ti amo incondizionatamente e non ti amo perchè sei uguale a me, ma perchè voglio amare te e nessun altro o nessun’altra.
In sintesi il pensiero esplicitato da Erich Fromm in l’Arte di Amare e lo metto in relazione ai primi commenti a questo post.
A mio parere tale posizione è totalmente contraria rispetto al concetto di Amore imperante nell’attuale egemonia culturale: un amore che a me sembra mercificato, da mettersi in relazione ad una forte emozione, così come quella che i manuali di vendita chiamano Vendita Emozionale. Far nascere cioè una forte emozione, irrazionale nel cliente per vincere la sua ritrosia, in questo modo è possibile far acquistare qualsiasi troiata a chiunque; ne ho esperienza, sono un venditore e so di cosa si parla quando si parla di manipolazione. Questa è la società del marketing, l’amore è scambiato per infatuazione e viceversa, l’amore è una merce e come tale deve sempre essere rinnovato (una cosa vecchia non attrae nessuno). Purtroppo lo shopping compulsivo è femminile, perchè soprattutto le donne vengono sollecitate in questo senso dalla pubblicità. Vale per le merci, vale per l’amore.
Viceversa l’Amore Maturo nel senso che ne dà Fromm è volontario, è fatica, è pazienza, è disciplina, sforzo.
Molto interessante poi lo spunto che viene dal libro (lo leggerò) che la donna è diventata merce. Penso che lo sia diventata non solo a sua insaputa, anch’essa contribuisce a ciò, perchè è più facile arrivare al potere, dato che il potere viene soprattutto dalle merci (dal loro possesso).
In questo senso il femminicidio è quasi una forma luddista di ribellione, sbagliata in quanto non tiene conto della conoscenza dei rapporti di forza, ma solo del loro aspetto fenomenico.
Senza alcuna simpatia dei luddisti, nè in questo senso, nè in quello ottocentesco…

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Rino DV 7:04 pm - 9th Luglio:

Non lo fa Armando, perciò lo comunico io. Armando Ermini ha pubblicato il suo primo lavoro sulla QM.
La Questione Maschile oggi.
Scaricabile qui: http://www.ilcovile.it/raccolte/Armando_Ermini_Questione_maschile_oggi.pdf
.
Si prevede di farne stampare delle copie.
Chi ne fosse interessato lo faccia sapere all’autore.
*****
INDICE GENERALE
PROLOGO…………………………………………..3
Tentativo di definizione…………………..4
Breve cenno storico…………………………..6
I Panoramica sui movimenti maschili in Italia…..11
I progressisti…………………………………………………..13
Gli antifemministi…………………………………………..15
I liberali……………………………………………………….16
I radicali………………………………………………………17
II I temi specifici della Questione Maschile…….37
Sesso e genere, corpo e psiche……………………41
Lo scenario attuale…………………………….. .65
Il Patriarcato, grande imputato……………………75
L’ assertività maschile……………………………….97
La violenza maschile………………………………….109
Incanalare La Forza: L’iniziazione………………114
Questione paterna e questione maschile……….117
QM e omosessualità …………………………………….134
III La rappresentazione del maschile…………..153
Sinistra e QM……………………………………………….154
Destra e QM…………………………………………………175
Cattolici e QM………………………………………………188
CONCLUSIONI………………………………………………203
BIBLIOGRAFIA…

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Fabrizio Marchi 7:52 pm - 23rd Luglio:

segnalo anche il libro del nostro amico Fabrizio Napoleoni, che ancora non ho letto (come quyello di Armando), ma conto di farlo presto e di leggerli entrambi.
http://www.amazon.it/dp/B00DX87P6S/ref=cm_sw_r_tw_dp_23b5rb16R13TY

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Fabrizio Marchi 7:57 am - 2nd Luglio:

mercoledì 15 luglio sarò a Milano dove sono stato invitato dalla Libreria Popolare di Via Tadino (Zona Porta Venezia) a presentare il mio libro “Le donne, una rivoluzione mai nata”.
Chi volesse partecipare è naturalmente il benvenuto. Anzi, in queste occasioni è sempre bene fare massa critica.
A chi di voi è su facebook chiedo cortesemente di condividere l’evento e di invitare i propri amici.
Di seguito l’evento creato dalla libreria:

https://www.facebook.com/events/660384104063368/?acontext=%7B%22ref%22%3A22%2C%22feed_story_type%22%3A22%2C%22action_history%22%3A%22null%22%7D

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Animus 12:41 pm - 2nd Luglio:

Se non sono ancora partito, posso venire con Andrea, mi sai dire l’orario?

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Animus 1:12 pm - 2nd Luglio:

A proposito, Fabrizio, visto l’interesse “successo” (nel suo piccolo) che continua a riscuotere, e per tua stessa ammissione, “da quando ho scritto questo libro, la mia riflessione sulla qm è andata molto oltre “, non sarebbe il caso di fare un edizione aggiornata, integrandola, con concetti sviluppati in quesi anni?
Credo che ne verrebbe fuori qualcosa di valido, o no?

P.S.
riscrivo perché sembra finito nello spam

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Luigi Corvaglia 2:17 pm - 2nd Luglio:

Animus,
.
Effettivamente era nello spam.
Sono io a moderare, non so se Fabrizio è collegato. Comunque se clicchi sul link (anche senza essere iscritti a FB) trovi l’orario: Lì è segnato alle 18.30.

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Fabrizio Marchi 9:53 pm - 2nd Luglio:

Animus,

Ho già deciso di scrivere un prossimo libro assemblando un po’ tutto quello che di più significativo ho scritto in questi anni. Devo solo vincere la pigrizia e mettermi al lavoro…
P.S. la presentazione del libro è per le 18,30

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Fabrizio Marchi 8:10 am - 14th Luglio:

ragazzi, ricordo a tutti che domani presenterò il mio libro a Milano.
Chi è a Milano e dintorni o anche più lontano e magari non ha particolari impegni (e quindi può farsi una gita…) è invitato a partecipare. E’ sempre bene marcare il territorio in questi casi e farsi sentire. Le signore non sono abituate al controcanto e avere un certo numero di persone che prende la parola e le contraddice, le fa innervosire parecchio. Noi manteniamo sempre la nostra calma olimpica, anche quando ascoltiamo le più ridicole e rozze filastrocche ideologiche (e anche gli insulti più o meno velati…), dobbiamo replicare con le armi del logos e della dialettica. https://www.facebook.com/events/660384104063368/?ref=3&ref_newsfeed_story_type=regular&feed_story_type=17&action_history=null
P.S. diffondete e condividete l’evento su facebook (chi c’è) o altrove. Facciamoci sentire…

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Fabrizio Marchi 7:13 pm - 23rd Luglio:

Scusate se lo faccio a scoppio ritardato (perchè lo davo per scontato), del resto è risaputo che vado a tre cilindri…
Vogli ringraziare gli amici che hanno partecipato alla presentazione del mio libro a Milano (Marco Pensante, Animus, Andrea, e poi Luca Mad e Natale, un redattore dell’Interferenza e un mio amico personale di Milano, più un altro amico di Animus che orbita da tempo nel Momas e altri due che non conoscevo, e anche una ragazza, una nostra nuova amica, Federica). La loro rpesenza e i loro interventi sono stati prezosi, di fatto abbiamo egemonizzato e dominato il dibattitto e questo ha provocato lo sconcerto e il nervosismo della “vecchia” femministona” chiamata a fare da controcanto. Dovremmo cercare di muoverci sempre in questo modo, con una nostra forte e combattiva presenza militante in ogni occasione, a costo di spostarci dalle nostre città.
Approfitto per una proposta. Ciascuno di noi dovrebbe organizzare delle presentazioni dei nostri libri, oltre che il mio quelli di Rino e Armando, in attesa che mi decida a lavorare sul libro che raccoglierà il nostro dibattito di anni (su Uomini Beta, intendo), con i commenti più significativi (che sono tantissimi…).
Adesso siamo relativamente in parecchi sparsi un pò su tutto il territorio nazionale. Io sono disposto a spostarmi. Questo può essere un modo per farci sentire e veicolare le nostre idee.
Diamogli sotto.

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Fabrizio Marchi 12:26 pm - 18th Settembre:

Ragazzi, il prossimo 2 ottobre sarò ad Arezzo dove sono s ato invitato dalla libreria Feltrinelli a presentare il mio pamphlet “Le donne: una rivoluzione mai nata”, pubblicato ormai nel relativamente lontano 2006. Pare però che proprio oggi, a scoppio ritardato, diciamo così, si stia dffondendo un pò di più rispetto a quanto non avvenne all’epoca. Meglio così.
Chiunque sia in Toscana è naturalmente precettato. Il libro sarà presentato da Armando Ermini (il libraio mi ha dato totale autonomia in tal senso e naturalmente ho pensato ad Armando, oltre che per le sue capacità, anche per il fatto che si trova in zona). So però che ci sono altri nostri amici e simpatizzanti in Toscana, quindi venissero e partecipassero attivamente.
Questo è il link della presentazione su facebook creato dalla libreria. Chi è su facebook lo condivida, ovviamente: https://www.facebook.com/events/868004386580523/?ref=2&ref_dashboard_filter=upcoming&action_history=null

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