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Dopo una separazione giudiziale lunga e difficile e un divorzio non ancora chiuso dal punto di vista delle condizioni economiche (importo assegno divorzile e status della casa coniugale) mi sono ritrovato a dover riflettere amaramente sullo stato disastroso in cui versa la giustizia civile in Italia e soprattutto sul carattere sessista e discriminatorio del complesso delle leggi che regolamentano i rapporti sociali e civili fra i due sessi.
Il segno distintivo di queste leggi e della loro interpretazione giudiziaria è una aperta sfida al buon senso e alla logica più elementare di equità e giustizia.
A rimetterci è quasi sempre l’uomo che si trova a dover rintuzzare gli assalti di una parte femminile che si sente in diritto di spolpare economicamente l’ex coniuge e di fare di tutto per impedirgli di vivere.
Si tratta di una vera e propria vendetta di genere, sostenuta e coperta da schiere di avvocate e di giudici donna che con banalità burocratica infieriscono con ogni mezzo sul malcapitato di turno. Trovo tutto questo aberrante.
Vorrei tanto che i molti, troppi, uomini beta buttati ai margini dalle logiche di predazione/ spoliazione oggi prevalenti, trovassero la forza di reagire e di ricostruire pensiero, parole e pratiche di liberazione sociale e sessuale, fuori dal matrimonio e da strutture famigliari comunque declinate.
Voglio tornare ad essere un individuo libero che vuole vivere ogni rapporto sociale e sessuale nella pienezza delle proprie qualità umane.
Per questo, dopo aver girovagato a lungo sul web in cerca di un luogo di discussione sulla condizione maschile, mi sono imbattuto nella vostra associazione che già dal titolo ha suscitato in me curiosità e simpatia. Ho letto poi il manifesto del movimento e alcuni articoli apparsi sul blog che mi sono sembrati ben fatti e da condividere.
Per questo mi sono deciso di scrivervi e aprire con voi un dialogo che spero proficuo.
Grazie.
6 Commenti
Grazie a te William.
Scusaci solamente per il tempo intercorso, abbiamo qualche problemino (che risolveremo) con la posta.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Posto qui perché anche in questo caso si tratta di vendetta.
Crolla il soffitto: maschi condannati.
http://www.corriere.it/scuola/secondaria/15_febbraio_03/liceo-darwin-giustizia-fatta-condanne-definitive-il-crollo-che-costo-vita-vito-scafidi-9b851d16-abd3-11e4-bd86-014e921a3174.shtml
Con questo mio commento colà inviato.
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La madre del morto, al pari delle masse giustizialiste, ha avuto la sua vendetta: una sventagliata di condanne. A lei non accadrà mai di venire condannata per simili fatti perché non sarà mai responsabile di nulla.
Il sicurismo si abbatte sugli uomini ormai come una mannaia.
Persino le mancate previsioni dei terremoti sono state oggetto di condanne.
E chi, tra i giustizialisti, accetterebbe l’incarico di responsabile della sicurezza di una azienda o di un ospedale o, peggio, di una scuola, senza manutenzione, perché senza soldi, da decenni?
Se ne laverebbe le mani dichiarando inagibile l’edificio. Dove andranno gli studenti? Chissenefrega!
E se anche il denaro ci fosse, chi sarebbe così tonto da pensare “Qui non accadrà mai nulla”!
L’errore non è più ammesso, i limiti della conoscenza neppure. Chi sbaglia, al pari di chi non sbaglia deve pagarla cara: che vada in rovina!
L’ideologia del sicurismo, generata da chi non ha alcuna responsabilità, dilaga. Il popolo sedotto grida vendetta, i giudici eseguono. E gli uomini (dico i maschi) pagano sempre di più e sempre più duramente. Le femmine non pagano mai. Si capisce: il sicurismo è la loro ideologia.
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RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
E il patriarcato ….. e la misoginia ….. e la violenza contro le donne …. e le rugiadine rosa universitarie ma oppresse ….. e ….e …. La moglie si prostituisce e non lo vuole in casa. Da giorni dorme in macchina
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
https://femdominismo.wordpress.com/2015/02/10/il-genere-non-violento/ un pochino sulla falsa riga di Luigi ,comunque prendo spunto da un articolo di adiatum del buon Fabio Nestola
mauro recher(Quota) (Replica)
Eppur si muove! (qualcosa)
Ho appena trovato questa notizia sul web.
Vi allego un testo ed un link per integrazione del loro contenuto.
Spero possa essere utile a qualcuno dei nostri
amici, almeno come primo contatto e per avere
informazioni su evtl. iniziative analoghe nella
propria zona.
Forse sarebbe utile anche contattarli formalmente
come Movimento UB, in modo che possano attingere al nostro ormai enciclopedico “database” e, sopratutto, potrebbero agevolare la nostra visibilità nell’ambito politico.
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A Sulmona avrà sede regionale “Assitenza Papà Separati Abruzzo”, un ente che tutela la figura genitoriale piu’ debole nel corso di una separazione coniugale. Dopo le tante espoliazioni di servizi essenziali che ha subito la cittadina peligna, esser riusciti a portare a Sulmona la sede regionale di questa importante ed innovativa organizzazione è motivo di orgoglio per tutti. L’equipe di lavoro è composta dall’avvocato Andrea Marino, (che ha contribuito insieme al dott. Marco Colantoni e all’avvocato Francesco Cantelmi alla redazione in Senato della Repubblica del DDL 1.756 “Riforma dell’istituto dell’Affido Condiviso di minori” a firma dell’ on. Enza Blundo, recentemente depositato) dalla psicologa dott.ssa Rona Musti esperta in problematiche familiari e da un mediatore familiare , coadiuvati da una rete di relazioni con altre associazioni del settore in tutta Italia. Il presidente dott. Marco Colantoni:<>.
“Assistenza Papà Separati Abruzzo” si trova in Via dei Sangro N.11 a Sulmona, dietro il Teatro Comunale Maria Caniglia.
Per appuntamento:
· cell: 3343617069 Tel/fax: 0864.950775
· E-mail: info@sociologiapplicata.it
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http://www.abruzzoweb.it/contenuti/papa-separati-senza-aiuti-sono-guai–in-abruzzo-unassociazione-li-difende/567349-4/
P. Leo
P. Leo(Quota) (Replica)
Scusate, ma sembra che non funzioni bene il copia/incolla. Ci riprovo :
A Sulmona avrà sede regionale “Assitenza Papà Separati Abruzzo”, un ente che tutela la figura genitoriale piu’ debole nel corso di una separazione coniugale. Dopo le tante espoliazioni di servizi essenziali che ha subito la cittadina peligna, esser riusciti a portare a Sulmona la sede regionale di questa importante ed innovativa organizzazione è motivo di orgoglio per tutti. L’equipe di lavoro è composta dall’avvocato Andrea Marino, (che ha contribuito insieme al dott. Marco Colantoni e all’avvocato Francesco Cantelmi alla redazione in Senato della Repubblica del DDL 1.756 “Riforma dell’istituto dell’Affido Condiviso di minori” a firma dell’ on. Enza Blundo, recentemente depositato) dalla psicologa dott.ssa Rona Musti esperta in problematiche familiari e da un mediatore familiare , coadiuvati da una rete di relazioni con altre associazioni del settore in tutta Italia. Il presidente dott. Marco Colantoni: E’ mia intenzione precisare, a scanso di equivoci, che non siamo un’associazione a tinte maschiliste, assolutamente, il percorso politico e sociale di ognuno di noi ne è testimone, ma da bravi analisti e studiosi del settore, abbiamo fatto delle indagini e ci siamo documentati e il risultato che ne è scaturito è che la società, e la relativa situazione socioeconomica, è profondamente mutata. Nelle separazioni coniugali il papà è davvero l’ elemento piu’ debole, tant’e’ vero che viene etichettato come “genitore bancomat”. “Papà Separati Abruzzo”è nata per battersi per provare a riequilibrare tutto questo, continua Colantoni, il papà si trova a lasciare la casa coniugale di cui spesso ne è proprietario ( capita anche che la ex moglie vada a viverci con il nuovo compagno), deve dare mantenimento alla ex moglie e ai figli, deve lottare per continuare a fare il padre ( mi dirà che ci sono cattivi padri, vero, ma anche cattive madri) questo perché l’affido condiviso è tale solo sulla carta ma qui si aprirebbe uno scenario troppo grande, in piu’ deve anche cercarsi una nuova casa in affitto. Faccia un conto: su uno stipendio anche dignitoso di 1.500 euro mensile, sottragga tutte queste voci che le ho elencato e capirà il perché sono chiamati “nuovi poveri”. Se non vanno sotto zero, come alcuni casi che stiamo trattando, rimangono in tasca pochi euro. Questo a fronte di un mensile dignitoso, immagini lei per chi non ha un reddito di quel peso,e risulta essere la maggior parte della categoria, cosa significhi. Chi è fortunato ad avere ancora i propri genitori in vita, il ritorno a casa è la primissima scelta, immagini l’umiliazione di un papà di 50 anni nel tornare a vivere con i propri genitori, con il senso di frustrazione e la sensazione di fallimento che ne consegue. Le caritas italiane si stanno mobilitando per accoglierli, molti dormono in auto, ci sono professionisti in giacca e cravatta che pranzano presso le loro mense, e potrebbero avere una vita diversa. Nei piani sociali, tra i papabili assegnatari di edilizia popolare, alcuni comuni come quello di Roma, Milano, Napoli e Bolzano, hanno inserito i padri separati nei progetti di edificazione di vere e proprie “social houses”, se non addirittura hanno previsto la costruzione di vere e proprie “case del papà”, questo per capire meglio che forse, è il caso davvero di mobilitarsi >>.
“Assistenza Papà Separati Abruzzo” si trova in Via dei Sangro N.11 a Sulmona, dietro il Teatro Comunale Maria Caniglia.
Per appuntamento:
· cell: 3343617069 Tel/fax: 0864.950775
· E-mail: info@sociologiapplicata.it
P. Leo
P. Leo(Quota) (Replica)