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So bene che con quanto vado a scrivere molti saranno in disaccordo, anche e soprattutto all`interno dei movimenti maschili.
Vorrei farvi riflettere, cari colleghi, sul fatto che a volte anche gli schiaffoni in piena faccia fan bene. Svegliano.
In questo – breve – articoletto volevo proporre riflessioni inerenti l`istituzione del matrimonio occidentale. E non solo.
Gia` ne avevo scritto altrove, ma qui propongo una sorta di appendice per quelle righe.
Volevo semplicemente rimarcare come, allo stato attuale, il matrimonio, in occidente, sia solo ed esclusivamente un contratto di servaggio e di vassallaggio in cui un uomo, in quanto maschio, si prostituisce e acconsente a diventare uno schiavo, un servo, un cane nelle mani di sua moglie; di quella che, inevitabilmente, finisce per diventare la sua padrona. Sotto tutti gli effetti.
Scrivo cane, ma in realta` mi e` capitato di vedere in molte coppie sposate o conviventi la moglie dare piu` importanza agli animali domestici che non al marito. O ai figli.
Che grandi rivoluzionarie, queste donne. Che eroine: sottrarre il potere al maschio padrone per darlo al cane. Geniale.
Molte, e molti, ne saranno contenti, e se ne usciranno con le solite corbellerie, le solite stupidaggini: per secoli han comandato gli uomini, e l`uomo era il proprietario della moglie, ora e` il caso che sia il contrario. Si, come no.
Ammesso e non concesso (e io non lo ammetto e non lo concedo perche` non e` vero) che le cose stessero davvero cosi`, sarebbe da vedere se queste eroiche rivoluzionarie delle mie ciabatte siano disposte a pagare questo loro diritto di strapotere col dovere che ne consegue, e che noi maschi non ci siamo mai risparmiati: quello di morire come mosche quando e` ora, o di soffrire come scarafaggi, allor che arrivano guerre, pestilenze, carestie, cataclismi di varia natura. Il dovere di frapporsi fra gli elementi e il resto dell`umanita`, stante il proprio autoeleggersi come migliori.
Le eroine che danno il potere al barboncino vorranno il diritto e rifiuteranno il dovere, come ovvio. Almeno fino al giorno che smetteremo di lasciarglielo fare, ovviamente.
Ma perche` quel giorno arrivi, occorre che molti di noi si sveglino. E per svegliarsi occorre passare attraverso la sofferenza. Tanto meglio, tanto peggio.
E molti di noi, cari uomini, le sofferenze se le meritano. Non, come vorrebbero loro, le donne, le femministe e i loro leccapiedi – maschi femministi – perche` erano padroni e ora devono pagare i loro soprusi del passato: ma perche` sono zerbini essi stessi, e creano le condizioni, con le loro azioni e le loro parole, affinche` siano schiavizzati anche gli altri che schiavi non vogliono essere.
Molti di noi le sofferenze se le meritano perche` ancora sono cosi` stolti da sposarsi, ad esempio.
Oramai e` evidente che cosa e` il matrimonio: lo scrivevo sopra. Se ancora sei cosi` sciapo da sposarti, a meno che non ti costringano, o a meno che tu non sia riuscito a ottenere condizioni accettabili prima, ma come puoi pensare che io non gioisca, dopo, nel vederti ridotto in miseria, a mendicare?
Si dira`: ma poverini, molti sono nostri alleati, erano solo ignoranti, non sapevano. Non e` una giustificazione. Prima di fare qualcosa di grosso, occorre informarsi. Siglereste un contratto, voi, se non costretti, un contratto che ha il 50% delle possibilita` di fallire, che se fallisce danneggia esclusivamente voi, che solo voi pagherete le spese di quel fallimento e per decenni? Siglereste un contratto dove la vostra parte ha solo doveri e la controparte solo diritti? Un contratto che per una serie di leggi scritte e non scritte la vostra controparte ha poi tutto l`interesse a far fallire?
Se lo fate, poi meritate quel che ne consegue.
Si dira`: si, ma le donne sono abili a fregarti, capitera` anche a te. Hai voglia se son brave: e a me e` quasi capitato, hai voglia.
Considerate che siamo prossimi al riconoscimento di allucinanti leggi dove una convivenza anche di pochi giorni e` equiparata a un matrimonio. Fra poco qualunque sgualdrina ( perche` se fa una cosa del genere e` solo ed esclusivamente una sgualdrina, e non provate e dire il contrario) che passi un weekend di sesso con un tizio a casa del tizio potra` tranquillamente spogliarlo di tutto. In fondo han convissuto per due o tre giorni, no?
Certo, finora e` una mia boutade. Ma diventera` realta`, e questo grazie a coloro che vanno in giro a dire che la violenza e` solo maschile, che accettano di farsi mettere in coda ai cortei dalla Terragni.
Oggi come oggi, se uno si sposa significa che, alternativamente: o non ha capito come stanno le cose o le ha capito e vuole azzardare; oppure ha una concezione cosi` romantica e idealizzata della donna, del femminismo e del matrimonio da non capire piu` nulla – e rientra quindi in entrambe le categorie di cui sopra.
Sono ben contento quando chi si sposa, pur senza vere commesso alcuna violenza o arbitrio, e magari solo per essersi fatto una scappatella (cosa che le donne non si risparmiano mai, e da millenni, ma che ovviamente nascondono con abilita` e molto piu` di noialtri), finisce alla Caritas. Se non altro, si sveglia. E magari dopo una sberla del genere si comincia a rendere conto di non essere un privilegiato, di non essere un padrone, di non essere il genere detentore del potere. Spesso e` tardi, e l`unica soluzione e` ammazzarsi. O stolto, potevi pensarci prima?
Inutile dire, poi, che se la cosa capita a dei femministi, io non solo sono segretamente contento: io stappo lo spumante.
Il discorso ovviamente non vale solo per il matrimonio. Vale per qualunque cosa. Per qualsiasi tipo di relazione, tranne forse, e neanche tanto, per quella padre /figlia.
Ho letto altrove che quando ci si rende conto della natura intrinsecamente machiavellica delle donne si smette di amarle. La cosa e` inevitabile. E se portata a estreme conseguenze inevitabilmente conduce alla paralisi di una civilta` intera.
Siamo arrivati al punto che anche per una notte di sesso e` raccomandabile filmare tutto. Non solo per avere un documento sulle proprie prestazioni sessuali: ma per avere un documento del consenso avuto dalla controparte. Viviamo in una civilta` dove anche la tua ragazza, magari dopo anni che vi siete lasciati, puo` accusarti di molestie sessuali e violenza: non deve provare nulla, viene creduta e tu finisci all`inferno, letteralmente. Sarebbe questa una societa` maschilista? Una societa` dove per fare fuori chiunque ti ostacoli e` sufficiente pagare una sgualdrina per farle dire in tribunale che tizio l`ha molestata. Anche quando riconosciuta mentitrice, ella non paghera` che in maniera davvero risibile. O non paghera` proprio.
Possiamo arrestare questa tendenza, ma occorre che molti di noi uomini si sveglino.
E per svegliarsi, e per riconoscere chi sono i nemici, coloro che ti sabotano, occorre prendere tanti schiaffi. Fino al punto che quei nemici diventino palesi.
Dico cose dure. Certo; ma ricordatevi che le cose dure induriscono, e che da uomini induriti nascono tempi floridi, non il contrario. Io stesso che scrivo queste cose ci son passato, e corro il rischio di passarci ancora: chi vieta a una mia ex di dieci anni fa di dire che io la stupravo? Se non altro, pero`, io ho capito come funziona. Non saro` cosi` sorpreso quando e se accadra`. E se capita finisco male, ma almeno il Moloch l`ho visto in faccia.
E lo dico; chiamatemi arrogante, ma e` cosi`.
Tanto meglio, tanto peggio, cari amici.
9 Commenti
…Come al solito … ci metto la firma.
E hai fatto benissimo a sottolineare che la questione non riguarda solo il matrimonio, ma anche la semplice convivenza (non parliamo, poi, se ne nascono figli), ed anche la semplice “relazione in due case”.
Il punto non è tanto la dabbenaggine o superficialità o presunzione di invulnerabilità maschile: il punto è la DIPENDENZA EMOTIVA.
Dispiace che l’abbia ben argomentato (pur nel contesto di un tema fasullo e interessatamente allarmistico) uno che in passato s’è distinto per maschiopentitismo, ma il fatto è che ha smascherato in pieno ciò che noi mascolinisti abbiamo ancora pudore di mettere a fuoco: http://www.tempi.it/giovani-hanno-bisogno-di-maestri-ma-anche-di-profeti-intervista-a-alessandro-meluzzi#.WC9IeWThBDR
http://www.notizieprovita.it/economia-e-vita/femminicidio-una-convincente-diagnosi-del-fenomeno/
Sono il governo, la padronanza di se stessi e la virile rinuncia ai miraggi dei facili ed effimeri piaceri (anche a costo di sentirsi come una generazione sacrificale) gli obbiettivi della vera emancipazione maschile (e non è un discorso “modernista”, ci mancherebbe: semmai è proprio il contrario, la riscoperta di una dimensione spirituale dimenticata e snobbata).
Claudio Manzari(Quota) (Replica)
Rutilius Namatianus, premesso che sono sostanzialmente d’accordo con te, (*) vorrei semplicemente farti notare che anni fa, su uomini3000, (e non solo) c’era già chi scriveva roba del genere (uno ero io).
Non te lo dico per apparire “più bravo di te”, “più precoce di te”, per polemizzare o chissà cosa (anche perché non avrebbe senso): no, assolutamente.
Solo che dai toni che usi sembra quasi che gli altri quemmisti – compresi quelli di vecchia data, che in alcuni casi neppure se ne occupano più della QM – siano dei poveri ritardati.
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(*) Ho scritto che sono “sostanzialmente d’accordo” con te, e non “totalmente”, perché, ad esempio, per me la cosiddetta “abilità delle donne a fregarti”
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Si dira`: si, ma le donne sono abili a fregarti, capitera` anche a te. Hai voglia se son brave: e a me e` quasi capitato, hai voglia.
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non ha affatto radici nel cervello femminile (implicitamente lasci intendere questo), bensì nella loro fica; ergo, nel desiderio maschile che, soprattutto in gioventù, è decisamente superiore a quello femminile, benché numerosi quemmisti – passati e odierni – siano convinti del contrario (non parliamo poi della massa maschile, che in materia di femmine crede pure “agli asini che volano”).
Togli quello e della presunta “astuzia femminile”, nonché del loro fantomatico (e inesistente) “sesto senso”, non resta praticamente nulla.
A dimostrazione di ciò, basta mettere un gay di fronte a una bella fica, per vedere scogliersi come neve al sole la “natura machiavellica femminile”…
Non condivido del tutto neanche un altro passaggio, ma per il momento mi fermo qui.
Daniele(Quota) (Replica)
PS: un passaggio che condivido in toto è questo:
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Scrivo cane, ma in realta` mi e` capitato di vedere in molte coppie sposate o conviventi la moglie dare piu` importanza agli animali domestici che non al marito. O ai figli.
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Questo è verissimo: per molte femmine odierne un cane e/o un gatto hanno molta più importanza del marito/convivente.
I figli, poi, per le donne hanno (quasi) sempre avuto più importanza dei rispettivi consorti.
Del resto, per l’uomo la donna è uno scopo, mentre per la donna l’uomo è un mezzo.
Daniele(Quota) (Replica)
Claudio Manzari
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Dispiace che l’abbia ben argomentato (pur nel contesto di un tema fasullo e interessatamente allarmistico) uno che in passato s’è distinto per maschiopentitismo, ma il fatto è che ha smascherato in pieno ciò che noi mascolinisti abbiamo ancora pudore di mettere a fuoco: http://www.tempi.it/giovani-hanno-bisogno-di-maestri-ma-anche-di-profeti-intervista-a-alessandro-meluzzi#.WC9IeWThBDR
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Claudio, un “maschio pentito” è per sempre.
Meluzzi ha lisciato il pelo per anni alle femmine e solo in tempi più recenti ha iniziato a dire qualcosa di più sensato, ma come è vero che nel profondo una femminista resta tale per tutta la vita (non esistono “femministe pentite”…), è altrettanto vero che certi leccapiedi, falsi più di Giuda, non cambiano mai.
E se e quando lo fanno, è solo per mero opportunismo.
Detto questo, vorrei fare notare anche a te, che già Claudio Risé, i maschi selvatici e altri vecchi “pionieri” della QM, evidenziavano ciò una ventina di anni fa (ed oltre).
Perciò è errato affermare che Meluzzi “ha smascherato in pieno ciò che noi mascolinisti abbiamo ancora pudore di mettere a fuoco”.
No, casomai è Meluzzi che ha fatto la scoperta dell’acqua calda, evidenziando ciò che i vecchi quemmisti evidenziavano già decenni fa.
Daniele(Quota) (Replica)
Claudio Manzari,
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Meluzzi e Hofer commettono un gravissimo errore, cioè un atto di autolesionismo irreparabile.
Entrambi infatti vanno alla ricerca delle radici del “femminicidio”, cioè di un evento inesistente, assumendo che esista e con ciò accreditandolo.
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“Femminicidio” infatti vuol dire
1- Come fenomeno sociale: è in corso una strage di DD (una “matanza”) alimentata dalla misoginia universale di cui gli autori sono semplici agenti (sicari). “Femminicidio” = genocidio del sesso femminile.
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2-Come caso individuale: l’omicidio di una D (se ad opera di un uomo) è diverso da quello di una D ad opera di un’altra D.
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Affermano dunque che il “femminicidio” esiste assumendo ingenuamente la definizione della realtà che viene dal femminismo.
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Ma si tratta di una ingenuità imperdonabile in figure come i citati. E non solo in loro.
L’inconsistenza ed il carattere manipolatorio del termine incominciano ad apparire chiari persino a qualche 16enne nelle aule scolastiche. Ne sono stato felice testimone .
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Il “femminicidio” va definito da noi al pari di ogni altra cosa esistente, se e in quanto ci riguarda.
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Assumendo la definizione della realtà che proviene dal femminismo, siamo subito incatenati e perduti.
Rino DV(Quota) (Replica)
Armando(Quota) (Replica)
…Naturalmente sottoscrivo in pieno la primogenitura del movimento sulla Questione Maschile, rispetto alla tardiva e parziale resipiscenza di Meluzzi, nella comprensione della dinamica pulsionale, che penalizza enormemente la lucidità critica e la capacità contrattuale maschile.
Tuttavia il discorso di Meluzzi sull'”attaccamento sicuro” (concetto ripreso da studi stranieri che avevo analizzato nel tradurre una ricerca sullo stalking per il Centro Documentazione Violenza Donne) aggiunge dei tasselli interessanti, che vanno oltre la dipendenza sessuale: vi si citano le “madri abbandoniche” (atto d’accusa contro le madri svogliate, cioè le tantissime che mettono al mondo figli solo per non perdere una “chance biologica” o per “autopromozione sociale” nella competizione con le altre).
Cogliendo il pretesto del “femminicidio” (bufala mediatica a uso e consumo dei centri antiviolenza, che mi sono speso a smontare in quattro report annuali qui http://violenza-donne.blogspot.it/2006/12/mistificazioni-e-disinformazione.html Meluzzi parla di partner come “sostitute materne”, concetto che apre a scenari che sarebbe interessante esplorare: p.es., come reagisce la psiche femminile all’esperienza derivata da una “madre abbandonica”? Probabilmente, qui entrano in gioco varianti poco note, come il “conflitto figlia>madre” (forse con una funzione “protettiva” e “rafforzante”), senza tener conto del fatto che, dopotutto, la popolazione femminile è quella che manifesta più patologie psicologiche e fa più massiccio uso di psicofarmaci…
Claudio Manzari(Quota) (Replica)
Quando si parla di “sostitute materne”, intendendo che l’uomo nella donna cerca la madre da cui non si è staccato e da cui ancora inconsciamente dipende, inevitabilmente il discorso non può non spostarsi anche sul padre. La sua funzione è sempre stata quella di rompere la simbiosi figlio/madre e quando viene a mancare sono cavoli amari per l’uomo. Dalla possibilie omosessualità alla dipendenza dal femminile. Il femminicidio è ovviamente una bufala vergognosa, ma l’uccisione di donne da parte dei loro uomini è la punta tragica di questa dipendenza, ovviamente l’esatto opposto della sete di potere, che nella strsgrande maggioranza dei casi si traduce nel maschio “zerbino”, nel maschio privo di indipendenza emotiva e perciò succube della donna. La realtà è che questa è una società antipaterna, e perciò antimaschile. O gli uomini capiscono questa realtà o saranno condannati all’insignificanza. Ma tutto questo ha immense implicazioni per la società tutta, per gli uomini, ed anche per i movimenti maschili e le loro (nostre) strategie. Ne riparleremo di nuovo.
armando(Quota) (Replica)
armando,
Una neuropsichiatra infantile afferma: “Se l’Uomo-Padre diventa un accessorio le conseguenze sono devastanti”.
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-vita-e-sviluppoin-principioce-la-madre-18030.htm
Claudio Manzari(Quota) (Replica)