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Testimonianza di un edicolante relativamente all’episodio di Roma alla stazione Anagnina in cui una ragazza romena è finita in coma per il colpo alla testa subito cadendo in terra in seguito al pugno sferrato da quel ragazzo:
“La donna ha preso ripetutamente a calci e schiaffi il ragazzo, prima che questi reagisse”, queste le parole dell’edicolante.
Gli stessi carabinieri confermano quindi che la ragazza è entrata in coma in seguito al fatto che ha sbattuto la testa in terra e non a causa del pugno ricevuto.
38 Commenti
La testimonianza dell’edicolante ma anche il video della telecamera (che però riprende solo l’ultima parte dell’accaduto, non la prima descritta dal testimone in cui racconta che la ragazza prende a schiaffi, calci e sputi il ragazzo) rendono giustizia su quanto accaduto a Roma pochi giorni fa in quella stazione della metro.
Gli stessi carabinieri spiegano che la ragazza è entrata in coma non in seguito al pugno ricevuto ma alla botta in testa che ha preso cadendo rovinosamente sul pavimento. E’ evidente che l’intenzione del ragazzo non era certo quella di uccidere. La cosa più probabile è che abbia reagito esasperato dal comportamento aggressivo e violento di quella donna.
La qual cosa, sempre per evitare i soliti sciacalli (e consorelle) pronti ad avventarsi sul loro solito miserabile brandello di carne, non è comunque giustificabile.
Noi però siamo qui per comprendere i fenomeni e non per fare facile demagogia. E allora qualche riflessione e qualche domanda dobbiamo necessariamente porcela, anche in questo frangente.
La prima è questa: se al posto di quella donna ci fosse stato un uomo, la reazione del ragazzo sarebbe stata legittima? In parole ancora più povere, se qualcuno (uomo) ci rincorre, ci insulta, ci strattona, ci prende a sputi, a calci e a schiaffi sulla testa, quale sarebbe la nostra reazione? Faremmo finta di nulla? Subiremmo in silenzio? Non credo, anche perché non sarebbe giusto nei confronti di noi stessi che abbiamo diritto ad essere trattati con rispetto da tutti/e, ma neanche del nostro aggressore che potrebbe così pensare di poter reiterare quel comportamento, con la certezza di farla franca. La mancanza di una reazione adeguata da parte nostra non farebbe altro che alimentare la sua arroganza e aggressività che potrebbero, nel corso del tempo, diventare ancora più gravi e pericolose, per sé e per gli altri.
Certo, la cosa più giusta da fare sarebbe quella di chiamare i carabinieri o la polizia, ma questi non sono degli angeli custodi che ci seguono passo dopo passo. Ci vorrebbe un corpo di polizia formato da qualche decina di milioni di persone…
Quindi è evidente che nell’ urgenza del momento chiunque ha il diritto-dovere di difendersi, con una reazione che deve essere proporzionata all’offesa o all’aggressione subita.
Ciò di cui si può legittimamente accusare a quel ragazzo è di aver avuto una reazione spropositata all’evento. Se le avesse mollato un sonoro ceffone invece di un pugno, quella ragazza non sarebbe caduta, non avrebbe sbattuto la testa e l’incidente si sarebbe probabilmente chiuso in quel momento. Anche perché le telecamere hanno fortunatamente ripreso l’ultima parte del loro diverbio, e sfido chiunque a dire che quel ragazzo non avesse il diritto ad una reazione proporzionata alle offese subite.
E invece quello ha perso la testa per un attimo e le ha sferrato un pugno. Ora pare che sia disperato, come è ovvio che sia, perché è evidente che non voleva certo provocare quello che ha provocato.
Questo sul fatto in sé. La domanda però è anche e soprattutto un’altra, che non possiamo eludere, e che rimanda al bell’articolo che abbiamo pubblicato a firma di Marco Pensante e Luke Cage, dal titolo “L’Ombra e Piero”.
Cosa mette quella donna nella condizione psicologica e pratica di poter prendere a sberle e a sputi un uomo per la strada, come se nulla fosse?
La certezza quasi assoluta di non avere una reazione opposta e contraria.
E cosa sarebbe stato detto a parti invertite, se cioè fosse stato quel ragazzo a rincorrere quella ragazza, insultandola, spintonandola, prendendola a schiaffi, e lei avesse reagito provocando accidentalmente gli stessi effetti (cioè mandandolo sia pur involontariamente in coma?
Molto probabilmente sarebbe stata invocata la legittima difesa. In questo caso invece, prima ancora di conoscere i fatti, è partita puntuale la solita grancassa mediatica della violenza maschile a senso unico sulle donne.
Ancora una volta, due pesi e due misure, ma soprattutto asimmetria nel valutare fatti e comportamenti.
Per fortuna che esiste la tecnologia e soprattutto ancora persone oneste in circolazione in grado di testimoniare i fatti.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Ma infatti non se l’ aspettava nemmeno quel ragazzo che la donna andasse in coma in seguito al colpo ricevuto. Si e’ trattato di un brutto incidente, certamente non era sua intenzione ferirla in questo modo. Speriamo che la signora si riprenda al piu’ presto.
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“La donna ha preso ripetutamente a calci e schiaffi il ragazzo, prima che questi reagisse”, queste le parole dell’edicolante.
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Perche’ si cerca sempre di nascondere le notizie circa le violenze femminili e si danno risalto solo a quelle maschili ?
Mizio(Quota) (Replica)
Una cosa che non mi piace è che la donna è una immigrata, fosse stata presa a pugni una signora Franzoni qualunque non so se sarebbe stato lo stesso; ma forse mi sbaglio, lo spero.
Dall’immagine sembra che la donna sicura di se sia andata in coma perché non si aspettava una reazione cosi, mi sembra si sia buttata in terra quasi di proposito.
Leonardo(Quota) (Replica)
Come giustamente scrive Fabrizio non è in giuco la legittimità della risposta all’aggressione, ma la sua proporzione che, se non c’è, fa passare dalla ragione al torto. Ora questo mi sembra un bel problema per gli uomini i quali oscillano fra due opposti entrambi sbagliati. Subire ipnotizzati, oppure rispondere con eccesso. In un caso e nell’altro dimostrano, diciamo, scarsa virilità e sicurezza di sè. Un maschio consapevole della sua forza e di come usarla, e ovviamente della sua dignità di persona, avrebbe risolto la faccenda in altro modo. Uno schiaffo, appunto, o qualcosa d’altro che ponesse fine all’aggressione facendo capire il differenziale di forza e la disponibilità ad usarlo. Ma questa modalità , o meglio questa coscienza di sè, oggi non viene più insegnata ai maschi, ed è un vero grande dramma che continuamente si ritorce contro di noi in termini di accuse di violenza costitutiva di genere.
armando(Quota) (Replica)
armando
@ Ma questa modalità , o meglio questa coscienza di sè, oggi non viene più insegnata ai maschi, ed è un vero grande dramma che continuamente si ritorce contro di noi in termini di accuse di violenza costitutiva di genere.
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Sono d’accordo con te, ed in proposito aggiungo che le donne di oggi si sentono autorizzate a fare quello che in passato non si sarebbero mai sognate di fare.
Ovvero, a mio avviso le donne odierne (perlomeno di questa zona del mondo; non so altrove), percepiscono gli uomini come dei deboli, nonché degli autentici imbecilli, e pertanto abusano della loro posizione di sesso debole (fisicamente) che allo stesso tempo vuole atteggiarsi a sesso forte.
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Leonardo
@ Dall’immagine sembra che la donna sicura di se sia andata in coma perché non si aspettava una reazione cosi, mi sembra si sia buttata in terra quasi di proposito.
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Leonardo, scusami, ma a volte non ti capisco proprio.
A prescindere da chi abbia torto o ragione, come puoi sostenere che quella donna si sia buttata in terra “quasi di proposito”?
Marco(Quota) (Replica)
Condivido in parte la perplessità di Leonardo, nel senso che il fatto che la donna fosse immigrata “potrebbe” aver in qualche modo fatto sentire il giovane “legittimato” a farsi giustizia da sè..ma è solo una mia ipotesi. Ciò non toglie nulla a quanto riportato da Fabrizio e scritto nell’articolo da lui citato, tant’è che commentando con mia sorella il servizio del TG le feci notare ” con quale imprudenza quella povera donna andava incontro a quello sconosciuto, mettendogli le mani addosso..” (come se io sentendo suonare al semaforo un clacson dietro si me e senza guardare chi c’è nella macchina dietro scendessi con il blocca pedali in mano con fare minaccioso..).
Condivido in parte quanto sostiene Armando : le cronache in questi giorni riportano come la violenza sia agita senza alcun criterio e controllo da sempre più persone e si teme sia proprio una tendenza culturalmente regressiva. Il tassista mandato in coma per aver investito il cane della ragazza di quell’energumeno a Milano è un ulteriore prova che non si tratta di questioni di genere, ma di episodi che evidenziano un clima di generale smarrimento morale ed etico.
Luke Cage(Quota) (Replica)
Condivido in parte la perplessità di Leonardo, nel senso che il fatto che la donna fosse immigrata “potrebbe” aver in qualche modo fatto sentire il giovane “legittimato” a farsi giustizia da sè..ma è solo una mia ipotesi (Luke Cage)
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Secondo me è quasi certo, perché in ciascuno di noi (uomo/donna/bianco/nero/giallo/rosso/cristiano/musulmano/buddista/induista, ecc) esiste un fondo di razzismo.
Io stesso, anni fa, venni alle mani con un extracomunitario che mi apostrofò così:
“Italiano di merda”. Ed io, di rimando, feci altrettanto.
A mio avviso, se si fosse trattato di un’italiana e pure romana come lui, quel giovane non le avrebbe tirato un pugno ma al massimo uno schiaffo (forse).
E lo stesso avrebbe fatto un rumeno (uomo) a situazione invertita.
Luke, ti piaccia o meno, noi esseri umani altro non siamo che delle bestie “evolute”, che agiscono più che altro per calcolo e interesse, e che solo di fronte alla prospettiva di poter essere pesantemente punite possono darsi una calmata (e non sempre…).
>>
PS – Il razzismo esiste anche fra abitanti di città diverse, della stessa regione e del medesimo Paese, ed in particolar modo fra gli uomini nei confronti di altri uomini.
Fabio(Quota) (Replica)
concordo con gli ultimi interventi ,sopratutto quello di luke cage..la violenza non è mai di genere ,ma dipende dalla formazione culturale e di famiglia che uno ha ….
la società comunque ci mette dal suo ,alle scuole medie (quindi parecchi anni fa) sono andato dallo psicologo (o meglio mi ci hanno mandato) propfrio perchè non reagivo alle “aggressioni” (poche per fortuna,di solito andavo d’accordo con tutti ) tanto che .anche lo psicologo è rimasto sorpreso ,perchè di solito ,si rivolgevano a lui ,gli studenti che avevano difficoltà nello studio ,in quel campo ,non ero una cima ,ma me la cavavo ,questo per dire che ,sembra strano “non essere violenti o non reagire”…..
mauro recher(Quota) (Replica)
Purtroppo Maricica, la donna romena entrata in coma dopo aver sbattuto la testa sul selciato in seguito al pugno ricevuto da Burtone, il giovane romano che l’ha colpita, è deceduta.
Alla sua famiglia il nostro sincero cordoglio per questa tragedia. Di fronte alla morte è evidente che qualsiasi altra considerazione deve essere posta in secondo piano.
Non posso però non rimanere silente di fronte ad un fatto che mi lascia a dir poco perplesso.
Il sindaco Alemanno ha chiesto che il giovane, posto agli arresti domiciliari, venga tradotto in carcere.
Ora, se il magistrato (così come il buon senso di tutti) ha ben compreso che l’intenzione del giovane non era certo quella di uccidere, e per questa ragione lo ha posto agli arresti domiciliari, non si capisce adesso perché questo dovrebbe essere tradotto in carcere, in attesa di giudizio.
Questa non è giustizia, ma solo demagogia e vendetta, giocata sull’onda dell’emotività per la morte della donna.
E’ giusto che Burtone paghi la giusta pena per quella che è la sua colpa, cioè di avere reagito in misura sproporzionata ad un’offesa ricevuta e di avere in questo modo, anche se fortuitamente, provocato la morte di una persona.
Ma la sua detenzione preventiva non ha nulla a che vedere con la pena che i magistrati riterranno giusto che egli sconti. Burtone non è in grado di annacquare nessuna prova né tanto meno di fare alcunché per condizionare l’esito delle indagini.
Al momento è solo un ragazzo, molto probabilmente psicologicamente distrutto per quanto accaduto, che si trova ad affrontare un evento terribile e tragico enormemente più grande di lui che ha stravolto per sempre la sua vita.
La richiesta di Alemanno ha quindi un sapore squisitamente giustizialista, forcaiolo e securitario, buona forse per raccattare un po’ di facili consensi ma certamente non degna di essere avanzata da nessuno, e tanto meno dal Primo Cittadino della città Capitale d’Italia.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Sagge e ponderate considerazioni. Sottoscrivo in particolare quanto detto da Armando. Quanto bisogno c’è di maschilità vera…
Di uomini ritti, consci della propria forza e della sua ambiguità, del pericolo di tracimare a danno degli altri e di sé.
Uomini seri, controllati che non cedano alle recite machiste ma che difendano la propria dignità in ogni situazione adeguandovi i mezzi e le forme.
Di uomini “assiali”, per dirla secondo la visione di Ckkb.
Posti in asse con se stessi, stabili, sicuri di sé senza vane spavalderie, sempre un palmo al di sopra della corrente immediata dei sentimenti. Capaci di governare l’ira.
Axis mundi.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Alemanno è un politico, e come tutti i politici guarda alla convenienza, qualunque sia.
armando(Quota) (Replica)
http://boldrini.blogautore.repubblica.it/2010/10/e-se-il-rumeno-fosse-stato-alessio/?ref=HRER2-1
La presa di posizione di Alemanno credo sia stata in questo caso inevitabile : in Romania pare sia scoppiato un putiferio a livello mediatico e probabilmente il sindaco di Roma ha ritenuto di dover gestire le pressioni politiche prendendo una posizione giustizialista.
Pura “realpolitik” .
Ho avuto amici e colleghi rumeni in passato, persone intelligenti,solidali e generose.
Questa vicenda è una doppia tragedia…
Luke Cage(Quota) (Replica)
Una doppia violenza quella contro Maricica, contro la donna e contro l’immigrata.
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Brutta storia davvero, che può essere strumentalizzata in ogni modo, credo davvero che Burtone, forse, non avrebbe reagito cosi violentemente con una qualsiasi madre depressa italiana che uccide suo figlio.
Leonardo(Quota) (Replica)
Passo al caso Avetrana da cui emerge una verità mutevole e assai complessa. Ma molto interessante.
La Terragni aveva chiesto “spiegazioni” su quel NOSTRO delitto.
Già altri/e erano intervenuti molto acutamente.
Tra ieri e oggi le ho fornito anche le mie “spiegazioni”.
http://blog.leiweb.it/marinaterragni/2010/10/07/qualcuno-puo-spiegarmi/
Rn
Rino(Quota) (Replica)
Luke: La presa di posizione di Alemanno credo sia stata in questo caso inevitabile : in Romania pare sia scoppiato un putiferio a livello mediatico e probabilmente il sindaco di Roma ha ritenuto di dover gestire le pressioni politiche prendendo una posizione giustizialista.>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Ho forti dubbi che sia questa la ragione, Luke. In verità, secondo me, di quello che si dice in Romania ad Alemanno non interessa granchè; gli interessa invece il tornaconto qui e ora. Tu pensi che se l’autore fosse stato un rumeno e la vittima un’italiana avrebbe tenuto toni bassi per non esasperare Bucarest? Non credo. La realtà è che, come sappiamo tutti ormai, per la politica i casi di cronaca nera diventano un toccasana, perchè consentono di distrarre il popolo dalle vere emergenze del Paese.
Alessandro(Quota) (Replica)
ho letto anch’io quel blog e sono pienamente d’accordo con Rino , dfispiace dirlo ,ma questa Marina Terragni è “razzista” verso il genere maschile , perchè lei ha subito violenze ,ma sarebbe che ,se uno viene picchiato da un “negro” ,allora tutta la gente di colore è violenta ,non cambia di una virgola ….credo che ,la risposta di Fabrizio alla Aspesi ,sia la migliore possibile ,perchè ,se pensiamo che il male sia l’uomo ,tanto vale l’eliminazione dell’uomo stesso ..a tal proposito ho sempre in mente un monologo del film “IL MERCANTE DI VENEZIA”dove li si parla in quanto ebreo ,ma cambiando il sostantivo ,il discorso non cambia
http://www.youtube.com/watch?v=DmafewX-HCw
mauro recher(Quota) (Replica)
@Leonardo:
non bisogna incorrere nell’eccesso opposto, ovvero quello di far passare un ragazzo di vent’anni che ha reagito in maniera scomposta ad un killer. Con doppia tragedia mi riferivo alla tragedia di Maricica da una parte, ma dall’altra a quella anche se non di eguale portata di A.Burtone, che passato il clamore degli eventi dovrà convivere con le conseguenze del suo gesto, per quanto involontario….
Deprecabile piuttosto quello che sta accadendo intorno alla vicenda,le varie strumentalizzazioni…
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Ho visto il blog di quella Terragni : si scomoda persino la parola “negazionismo”. Negare l’esistenza della violenza di genere (maschile) viene equiparato alla negazione dei campi di sterminio nazisti. E poi saremmo noi quelli obnubilati dall’ideologia….
Luke Cage(Quota) (Replica)
Intervengo doverosamente sul caso Maricica. Sono all´estero ma da quanto mi dicono amici romani di cui mi fido, sembrerebbe che a Roma si sia diffusa una sorta di “tam tam” sottobosco fra le pieghe della citta´che piu´ o meno tende in qualche modo a giustificare la risposta violenta del giovane romano alla donna romena, non tanto per il precedente comportamento di quest´ultima altrettanto aggressivo nei confronti del Burtone quanto per il fatto che si trattava di un´ immigrata. Naturalmente non lo si dice apertamente, e´ovvio, ma si dice, sotto voce e neanche tanto, dandosi di gomito e strizzando l´occhiolino…Naturalmente non tutta la citta´, e´ovvio, ma una buona parte…Insomma il ritornello e´”se l´e´ cercata”, se ne tornassero tutti al loro paese, stanno qui a rompere i coglioni e si permettono pure di alzare la voce…” dimenticandosi che a Roma il 70% degli operai edili e´composto da romeni (quindi anche una buona parte di quel 97% di maschi che crepano sul lavoro…) piu´un numero imprecisato di badanti ecc….va be´, lasciamo perdere….
Inutile e anche scontato dire che a parti invertite, cioe´se l´aggressore fosse stato romeno e la donna italiana, si sarebbe scatenata l´ira di Dio, aggiungendosi a quella che gia´sarebbe stata scatenata per il fatto che a morire era stata una donna. E´cosi´, chi lo nega e´in mala fede ed e´inutile nasconderci dietro ad un dito. Peraltro conosco la realta´romana come le mie tasche e non c´e´alcun dubbio che tra una buona parte della popolazione serpeggi un razzismo diffuso, piu´o meno latente o manifesto, a seconda dei momenti.
Noi abbiamo il dovere di non perdere la bussola. La posizione (di grande equilibrio, a mio parere) che abbiamo assunto non ha ovviamente nulla a che vedere con l´appartenenza etnica dei due portagonisti della vicenda, ne´tanto meno con qualsiasi forma di razzismo che condanniamo senza se e senza ma.
Respingiamo quindi con fermezza qualsiasi posizione che in qualche modo tenda a giustificare l´atto compiuto da Burtone sulla base di considerazioni dal retrogusto razzista.
Ribadiamo quello che abbiamo gia´detto e cioe´che il Burtone ha avuto una reazione assolutamente sproporzionata all´evento e cio´ha provocato, anche se non era nelle sue intenzioni, la morte della ragazza. Per questo dovra´pagare la giusta pena che i giudici riterranno opportuno infliggergli. E´stata una tragedia che, del tutto accidentalmente, ha coinvolto un giovane italiano e una donna romena. Poteva coinvolgere chiunque, italiani o stranieri che fossero
La nostra posizione sarebbe ovviamente stata la stessa e non sarebbe cambiata di una virgola.
Diverso e´capire se la reazione violenta e sproporzionata del Burtone sia stata in qualche modo “psicologicamente aiutata” dal fatto che la donna era straniera. Questo non sono ovviamente in grado di affermarlo ma non potrei escluderlo a priori, appunto perche´so per certo che, specie nelle periferie romane e soprattutto fra i giovani, si sono ormai sedimentati forti sentimenti razzistici.
Ripetiamolo per l´ennesima volta. La nostra posizione non ha nulla a che vedere con l´appartenenza etnica dei due protagonisti. Ci limitiamo ad osservare i fatti. E i fatti ci dicono che una donna ha ripetutamente insultato, spintonato, sputato e preso a schiaffi un uomo che a sua volta ha reagito in modo altrettanto violento e del tutto sproporzionato all´ evento.
La cosa piu´saggia sarebbe stata e sarebbe quella di avviare una riflessione sulle cause che determinano questo alto tasso di violenza (specie nelle metropoli) e invece, come al solito, ci si e´soffermati solo sul risvolto di genere (la violenza maschile contro le donne), intepretandolo naturalmente a senso unico.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
@Fabrizio:
Quello che scrivi rende giustizia a tutti gli italiani che non hanno perso la testa ,che continuano a riconoscersi in certi valori.
Certe precisazioni non sono mai superflue, soprattutto perchè la nostra matrice culturale e i valori a cui ci richiamiamo come MUB è bene ribadirli e sottolinearli quando capita l’occasione : è sotto un certo aspetto la nostra assicurazione, per usare un metafora non del tutto appropriata..
(mi viene in mente quando venimmo accusati di essere anti-abortisti..per fare un esempio).
Luke Cage(Quota) (Replica)
“ho letto anch’io quel blog e sono pienamente d’accordo con Rino , dfispiace dirlo ,ma questa Marina Terragni è “razzista” verso il genere maschile , perchè lei ha subito violenze ,ma sarebbe che ,se uno viene picchiato da un “negro” ,allora tutta la gente di colore è violenta ,non cambia di una virgola”
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Te la fornisco io la spiegazione di tanta veemenza: sulla violenza sessuale ci mangia tanta, troppa gente.
In Italia abbiamo un carrozzone di oltre 100 centri antiviolenza finanziati da stato, regioni ed enti locali (cioé dai soldi di tutti).
Tremonti aveva ipotizzato un taglio di 20 milioni nella finanziaria e se lo è rimangiato nel giro di un nanosecondo: queste qua sono una delle lobby più potenti in Italia.
Ovviamente, un carrozzone simile va giustificato in qualche modo, altrimenti come fai ad andare a dire, per fare un esempio, ad un paziente oncologico, magari pensionato con la minima e senza patente, che deve pagarsi il taxi di tasca propria per andare a farsi le terapie perché a causa dei tagli la regione ha soppresso il servizio di taxi sanitario?
E allora giù palate di merda sul genere maschile, se le violenze sono troppo poche incitiamo le donne a fare denunce false, magari in sede di separazione, per ottenere vantaggi, poi gonfiamo i dati, se l’ emergenza non c’è bisogna crearla, perché così si ottiene tutto.
Non sono affermazioni mie, lo dice pure una femminista “storica”, fondatrice del primo centro antiviolenza in Europa:
http://it.wikipedia.org/wiki/Centro_antiviolenza
« Sotto la copertura dei centri anti-violenza che danno loro fondi e strutture per portare avanti la guerra di genere contro gli uomini, le femministe hanno iniziato a diffondere dati tendenziosi. […] Milioni di uomini e bambini hanno sofferto nelle mani di questo malvagio movimento femminista »
(Erin Pizzey)
sandro(Quota) (Replica)
Sandro: Te la fornisco io la spiegazione di tanta veemenza: sulla violenza sessuale ci mangia tanta, troppa gente.
In Italia abbiamo un carrozzone di oltre 100 centri antiviolenza finanziati da stato, regioni ed enti locali (cioé dai soldi di tutti).
Tremonti aveva ipotizzato un taglio di 20 milioni nella finanziaria e se lo è rimangiato nel giro di un nanosecondo: queste qua sono una delle lobby più potenti in Italia.
Ovviamente, un carrozzone simile va giustificato in qualche modo, altrimenti come fai ad andare a dire, per fare un esempio, ad un paziente oncologico, magari pensionato con la minima e senza patente, che deve pagarsi il taxi di tasca propria per andare a farsi le terapie perché a causa dei tagli la regione ha soppresso il servizio di taxi sanitario?
E allora giù palate di merda sul genere maschile, se le violenze sono troppo poche incitiamo le donne a fare denunce false, magari in sede di separazione, per ottenere vantaggi, poi gonfiamo i dati, se l’ emergenza non c’è bisogna crearla, perché così si ottiene tutto.
Non sono affermazioni mie, lo dice pure una femminista “storica”, fondatrice del primo centro antiviolenza in Europa:
http://it.wikipedia.org/wiki/Centro_antiviolenza
« Sotto la copertura dei centri anti-violenza che danno loro fondi e strutture per portare avanti la guerra di genere contro gli uomini, le femministe hanno iniziato a diffondere dati tendenziosi. […] Milioni di uomini e bambini hanno sofferto nelle mani di questo malvagio movimento femminista »
(Erin Pizzey)>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Verissimo. Totalmente d’accordo.
Alessandro(Quota) (Replica)
ma vedi Sandro è l’uomo violento il nostro peggiore nemico ,perchè è grazie a lui che esistono questi carozzoni che ci costano ,sia in forma mera di denaro che ,anche di umiliazione (per far ricordare che gli uomini sono violenti ,come una specie di minaretto ) ,che vediamo scritti certi articoli sui blog ,per rimarcare “visto i maschi cosa fanno??” ,per me e la prima cosa da stigmattizare e da prendere le distanze ,per quei uomini ,pochi che siano ,(e in 30 milioni di persone ,sono veramente una percentuale esigua) sono il maggior svantaggio soprattutto per noi uomini beta…
mauro recher(Quota) (Replica)
Ha ragione Mauro. I dati infatti ci dicono che avvengono 13 violenze sessuali al dì. Una donna su quattro pare sia stata violentata almeno una volta nella vita, ma, sempre stando alle stime delle agenzie ed ai giornalisti, il dato sarebbe molto sottostimato. Praticamente una donna su due sarebbe stata violentata, suppergiù.
A meno che non sia sempre lo stesso uomo che gira l’Italia in lungo e in largo (uno stakanovista), si deve supporre che la metà dei maschi sia un violentatore e che l’altra metà non lo sia solo perchè ha paura delle conseguenze. Noi dovremmo prendere le distanze da questi uomini.
Red.(Quota) (Replica)
Ovviamente Mauro non si riferisce certo alle invenzioni criminalizzatrici del femminismo. Si riferisce agli stupri veri e alle violenze vere. E infatti se vengono usati contro gli UU i dati falsi non c’è da stupirsi che ciò accada con i fatti veri.
Come giova alla nostra causa ogni violenza femminile manifesta, perché prova che l’innocenza femminile è apparente, così ci danneggia ogni brutalità maschile.
Non ci sono dubbi.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
La cosa piu´saggia sarebbe stata e sarebbe quella di avviare una riflessione sulle cause che determinano questo alto tasso di violenza (specie nelle metropoli) e invece, come al solito, ci si e´soffermati solo sul risvolto di genere (la violenza maschile contro le donne), intepretandolo naturalmente a senso unico.
Fabrizio
Totalmente d’accordo. Su questo ho scritto qualcosa. Se a qualcuno interessa può prenderne visione sul blog MS al titolo Violenza e psiche maschile nella società liquida.
armando
armando(Quota) (Replica)
Ah, messa così sono assolutamente d’accordo, Rino. Ma l’uomo violento nn è il nostro peggior nemico, l’uomo violento è un criminale e basta. I criminali sono sempre esistiti e sempre esisteranno, ma non per questo si deve criminalizzare un intero genere e come ben sai è questo il punto. Il nostro peggior nemico non è l’uomo violento in sè, il nostro peggior nemico è chi strumentalizza quei relativamente pochi casi e li cita ad esempio per criminalizzare l’intero genere maschile.
Red.(Quota) (Replica)
“ma vedi Sandro è l’uomo violento il nostro peggiore nemico ,perchè è grazie a lui che esistono questi carozzoni che ci costano ,sia in forma mera di denaro che ,anche di umiliazione (per far ricordare che gli uomini sono violenti ,come una specie di minaretto ) ,che vediamo scritti certi articoli sui blog ,per rimarcare “visto i maschi cosa fanno??” ,per me e la prima cosa da stigmattizare e da prendere le distanze ,per quei uomini ,pochi che siano ,(e in 30 milioni di persone ,sono veramente una percentuale esigua) sono il maggior svantaggio soprattutto per noi uomini beta…”
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Ma questo è fuori di dubbio.
Vorrei tuttavia far notare che la “macchina del fango” è un meccanismo che esiste da tempo immemorabile, proprio perché funziona benissimo: gli antichi lo chiamavano “argumentum ad hominem”.
Come fanno i potenti quando vogliono zittire della gente che manifesta in piazza e ha ragione?
Non potendo contestare la fondatezza delle loro tesi, attaccano le loro persone, infiltrando dei violenti nella manifestazione per poi sputtanarli sostenendo che sono tutti degli eversivi, dei terroristi.
Si attaccano le persone quando non si è in grado di confutare le loro tesi.
Nella nostra fattispecie, si strumentalizzano dei fatti di cronaca che, per quanto deprecabili, rientrano purtroppo nel tasso fisiologico di delinquenza che c’è all’ interno di ogni società, allo scopo di criminalizzare un intero genere, e criminalizzare un intero genere serve a porlo in condizione di subalternità, che è il loro vero obiettivo.
Obiettivo perseguito, a quanto pare, con grande dovizia di mezzi (e qui si pone un grande interrogativo: chi glieli fornisce e perché? Cui prodest? Io la mia risposta ce l’ho).
La tipa che ho citato prima, Erin Pizzey, ha scritto, negli ultimi anni, delle cose, al riguardo di queste qua, che ricordano le confessioni di un pentito di mafia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Erin_Pizzey
« Il movimento femminista ovunque ha distorto il problema della violenza domestica per i propri fini politici e per riempirsi i portafogli. […] Osservai le femministe costruire le loro fortezze di odio contro gli uomini, dove insegnavano alle donne che tutti gli uomini erano stupratori e bastardi. Testimoniai il danno fatto ai bambini in tali rifugi »
Va detto pure che, in seguito a minacce di morte rivolte a lei ed alla sua famiglia, è dovuta emigrare.
A sentire loro, la violenza alla donne la farebbero solo gli uomini, ma se tanto tanto una prova ad alzare il dito e a contestare le porcate che dicono, le aprono il culo come una scatoletta di tonno.
Rimane emblematica al riguardo una frase di una femminista americana, Ti-Grace Atkinson:
“La Sorellanza è potente : può uccidere le sorelle”
Altro che antiviolenza, a queste qua Provenzano gli fa una pippa.
sandro(Quota) (Replica)
Rino: “Ovviamente Mauro non si riferisce certo alle invenzioni criminalizzatrici del femminismo.”
Non è tanto ovvio Rino dal momento che Red ha ritenuto opportuno lasciarsi andare alla facile ironia.
Basta leggere il suo commento nel quale finge di dare ragione a Mauro legittimando le suddette “invenzioni criminalizzatrici” (sempre che non sia – mi riferisco sempre a Red – seriamente convinto che i dati riguardanti le 13 donne stuprate al dì siano corrispondenti alla realtà.)
Va bè..prima o poi la corda si spezzerà…
Luke Cage(Quota) (Replica)
Sì, ma perchè si gonfiano i dati sulle violenze maschili contro le donne, perchè s’inventano questioni assurde come il trattamento del corpo delle donne in televisione, perchè ci si lamenta di discriminazione puramente fantasiose, perchè ci si lamenta di un diverso trattamento retributivo che non trova alcun veridicità,ecc., ecc.,..E’ chiaro che queste lobby vogliono andare lontano. Questi sono solo strumenti per imporre la loro visione del mondo. E ci stanno riuscendo alla grande attraverso il martellamento mediatico. Vogliono il potere in tutte le sue forme e la subordinazione in tutte le sue forme dall’altra parte. Il tempo ci dirà se riusciranno a ottenere ciò che cercano.
Alessandro(Quota) (Replica)
Su IL Giornale di oggi Venerdì 22 ottobre 2010, Claudio Risè firma un articolo sul caso Avetrana straordinario. Vi invito a leggerlo x’ offre una potente chiave di interpretazione della situazione attuale. Non l’unica naturalmente ma certamente un contributo irrinunciabile alla discussione in grado di mettere in luce aspetti decisivi di una realtà così complessa come la condizine maschile oggi.
Quello che ho inteso io leggendo l’articolo:
l’articolo mette in evidenza per l’ennesima volta la potenza interpretativa e chiarificatrice dell’archetipo della Grande Madre in relazione anche al tema della violenza maschile: i maschi che uccidono le donne sono insieme alle donne che vengono uccise da loro, vittime di una comune fonte di un particolare tipo di eros, di potere e di violenza che promana dall’archetipo della Grande Madre.
Maschi (zio Michele assassini conto/terzi) e donne (Sarah assassinata), sono vittime dell’archetipo della Grande Madre di cui Sabrina è riproposizione al tempo stesso primordiale e postmoderna. Nella casa di Avetrana costruita dal sacrificio di Michele, nel letto matrimoniale, luogo sacro del senso, dell’affetto e della fiducia della comunità familiare, vive solo l’eros tra donne. L’eros tra le donne della casa di Avetrana, è dominato e governato dalla Grande Madre (Cosima e Sabrina), il cui potere regressivo e violento travolge maschi e donne e chiede obbedienza e rispetto del patto viscerale del sangue di contro alla giustizia e alla legge. Michele dorme su una sedia in corridoio o in garage: il suo potere è solo apparente. La giustizia e la legge del padre sono totalmente espulsi e il maschile dominato dalla Grande Madre offre solo il braccio e una volontà sottomessa alla volontà e alla violenza della Grande Madre, volontà e violenza che si abbattono su maschi e femmine indifferentente: vittime sia gli uni sia gli altri. Nel mainstream dei media il sentire e il potere della Grande Madre, a partire anche da queste vicende di cronaca si diffonde e si impone alla coscienza di tutti. Allo stesso modo nelle case mediterranee i padri si fanno espropriare del letto matrimoniale dai figli aprendo la strada alle crisi e ai drammi familiari e dando fondazione al familismo amorale.
Aggiungo: oggi e nel futuro sembra che nei cieli il Padre nostro viene cacciato dalla Madre nostra che ahimè non è la Madre di Dio, Maria, ma la Grande Madre, l’usurpatrice che impone il suo volere arbitrario in nome del patto di sangue.
ckkb(Quota) (Replica)
Vi propongo un articolo sulla questione Anagnina che personalmente trovo allucinante (non metto il link per non regalare contatti al tenutario, copiate e incollate nella barra indirizzo).
h**p://pierovereni.blogspot.com/2010/10/mi-spiace-ma-la-questione-e-proprio.html
Io non voglio certo dire che la questione sia semplice, ma qui ci si arrampica sugli specchi in un modo indecente: l’Antropologo in questione si inventa letteralmente le motivazioni e il background emotivo-sociale delle due persone coinvolte, Hahaianu e Burtone, allo scopo di confermare la propria tesi (Questione Etnica, Questione di Genere! Evvai!!! Maschio Italiano Sporco Razzista Stupratore Forever!!!). Come dire che la realtà deve sottostare all’ideologia, nel dubbio cambiamo la realtà. Per dire:
Ripensiamo alla scena che si è svolta alla stazione Anagnina: un maschio italiano e una donna romena entrano in attrito per una questione di coda al tabaccaio.
(Vabbe’, maschio e donna, già si capisce dove andiamo a parare ma questo era solo l’antipasto, robetta).
Può darsi addirittura che la donna abbia maturato nel corso del suo soggiorno a Roma uno stile comportamentale combattivo, per non cadere sistematicamente nella doppia sottomissione immigrata/donna
(Ah, può darsi addirittura? E chi cazzo te lo dice, sempre ammesso che lo abbia maturato, cosa che è tutta da dimostrare?)
e sicuramente l’italiano aveva di suo una serie di precedenti di comportamento violento.
(Burtone aveva dei precedenti? Mi puzza la parola “sicuramente”, tipica di chi ha già la sua idea e non si preoccupa di trovare conferma nei fatti. Sicuramente per l’Antropologo o sicuramente per le autorità giudiziarie? Perché sono due cose diverse. Se capita che io tiri un cazzotto a qualcuno, ne consegue necessariamente che avevo già dei precedenti?)
La donna, proprio per rimarcare pubblicamente la sua condizione non subalterna, potrebbe aver scavalcato la coda dal tabaccaio
(Capito? Adesso se qualcuno ci passa davanti in coda alle poste, dal tabaccaio, alla stazione ecc., non è per semplice maleducazione: nooooooo, c’è tutta un’oppressione dietro. Anzi, potrebbe esserci. Quindi io, dato che alle elementari mi chiamavano quattrocchi, ho diritto di passarvi davanti alla coda del supermercato e voi zitti: eccheccazzo, mi avete sempre oppresso, voi con dieci decimi. E c’è il “potrebbe” che salva da eventuali smentite. È da un po’ che non frequento l’università, aiutatemi a capire: da quando la ricerca universitaria si fa con i “potrebbe”?)
Alessio Burtone, semplicemente, si sente oltraggiato nel suo sistema simbolico dal comportamento di Maricica Hahaianu. La donna immigrata, comportandosi a quel modo, violando la fila, viola la gerarchia sociale del giovane, sovverte la sua geografia dei rapporti di potere.
(Ma chi cazzo te l’ha detto? Hai qualche dichiarazione di Burtone che possa farlo pensare, o inventi liberamente?)
Non so se questo secondo incontro è casuale o un proseguimento involontario del primo, ma non sarei sorpreso se si sia trattato di un vero appostamento da parte del giovane, che doveva in qualche modo ripristinare la situazione, completamente uscita dall’equilibro dei “giusti” rapporti di potere.
(Okay, finalmente ammetti che non sai una munifica ceppa di questa storia e stai inventando liberamente. Però, dice il titolo, “ti spiace”, ma la questione è proprio ecc.: i presupposti sono tutti al condizionale, ma la condanna è assoluta e all’indicativo presente. Posso dirti una cosa, Vereni Antropologo? MA VA’ A CAGHÈR, come dicevamo a Parma.)
Leggete voi il resto, io mi fermo. Una domanda: ma non eravamo afflitti dalla fuga dei cervelli? Com’è che questo sta ancora qui? Non è che un domani ci ritroviamo Pietro Vereni in televisione a spiegarci ancora una volta il “Giallo di Cogne”?
Marco Pensante(Quota) (Replica)
Come scrivevo qualche giorno fa, le strumentalizzazioni di questa tragedia sono estremamente odiose : qui bisogna prendere atto del fatto che si è trattata di una tragica fatalità, non ci sono gli estremi per accusare di razzismo Burtone anche se io per primo ho sollevato il dubbio che INCONSCIAMENTE il ragazzo abbia reagito in quel modo dopo essersi fatto una “sua” idea di chi si trovava di fronte…(tutti abbiamo un lato oscuro che di norma gestiamo per poter convivere in mezzo ad altri) ma la mia era un ipotesi non suffragata dai fatti e per la quale non può esserci una controprova, pertanto crocifiggere un ragazzo che ha commesso un disgraziato errore è infame tanto quanto il becero tam-tam razzista che si è diffuso nel sottobosco romano all’indomani della tragedia.
Luke Cage(Quota) (Replica)
In Romania (nel 1989) come in tutti i paesi europei che ho visitato si rispettano le file, i segnali stradali e le strisce pedonali, tranne in Italia:soprattutto nelle regioni diciamo dal Lazio o un po più su fino a giù, mentre gli immigrati non sono rispettati da nessuna parte, che siano del sud ed emigrino al nord o viceversa da nord a sud.
Stò Burtone poco mè piaciuto!
Leonardo(Quota) (Replica)
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Passo al caso Avetrana da cui emerge una verità mutevole e assai complessa. Ma molto interessante.
La Terragni aveva chiesto “spiegazioni” su quel NOSTRO delitto.
Già altri/e erano intervenuti molto acutamente.
Tra ieri e oggi le ho fornito anche le mie “spiegazioni”.
http://blog.leiweb.it/marinaterragni/2010/10/07/qualcuno-puo-spiegarmi/
Rn
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Stavo leggendo poco fa gli interventi in quel blog, dove è arrivato un certo “Caronte”, che mi sa tanto ha messo alle corde la Terragni.
maurizio(Quota) (Replica)
Stavo leggendo poco fa gli interventi in quel blog, dove è arrivato un certo “Caronte”, che mi sa tanto ha messo alle corde la Terragni.
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Esatto, chiunque sia è un tipo molto preparato e intelligente, al quale la terragni ha replicato con le solite cagate della femministella media .
PS il maschiettino pentito del partito delle donne è veramente ridicolo, tant'è che nessuna donna lì dentro se lo caga…
Silent Hill(Quota) (Replica)
Ieri ho visto la trasmissione di Barbara D’urso mentre pranzavo…Mi è andato di traverso il pranzo.
Premetto che non giustifico la violenza, nemmeno in risposta ad un atteggiamento aggressivo. Se non si è costretti è sempre meglio girare i tacchi e andar via.
Ho rivisto il video mille vole e ho ascoltato con più attenzione la gente.
Al di là di tutto sono anche io convinta che non ci fosse premeditazione. Condanno e mi ripeto il gesto…ma sono nauseata da questi salotti insulsi e ipocriti dove si giudica il prossimo e si imbottisce la gente di cazzate. Non la seguo quasi mai la Tv nazionale, ma ogni tanto mi piace rendermi conto di persona della merda che circola in giro.
Sono incazzata…Si tengono processi sommari distruggendo senza colpo ferire la vita degli individui. La visione poi della ormai imbalsamata Santanchè è peggio di un clistere fatto di prima mattina. Ma che ne sa lei della gente, della povera gente soprattutto!? Di cosa ciancia? Fa leva sulla ignoranza di un popolo sempre più povero di contenuti e pronto a battere le mani per chiunque. In realtà della Rumena frega ben poco a tutti è amaro dirlo , ma è così. Ipocriti…Invece di parlare del perché molte donne e molti uomini siano divenuti così aggressivi e reattivi alla minima cosa , si perdono a trovare il fesso di turno da immolare sugli indici di ascolto. Sciacalli della peggior specie.
Nicole(Quota) (Replica)
Ci sono politici e giornalisti e militanti di organismi e onlus contro il “Male del mondo”, che pensano di raccattare voti e audience e finanziamenti utilizzando il sangue versato dalla gente nelle tragedie umane di sempre trasformandolo, tramite l’assurda interpretazione femminista, nel sangue di soldati e militanti e vittime del fronte di una guerra tra i generi. Così, ad ogni episodio di nera che gliene offra l’occasione, individuano il Nemico sanguinario e violento nel genere maschile e con il Nemico creano il clima di guerra e scatenano la guerra di genere da cui traggono facili consensi per la propria carriera politica e professionale e facili guadagni per il proprio portafoglio. Ogni giorno entrano nelle case degli Italiani con TV e giornali con il preciso intendo di abusare della buona fede e del buon senso dei connazionali. Alcuni di essi perseguono lucidamente un disegno di lungo periodo di liquidazione delle libertà democratiche e dei diritti costituzionali.
ckkb(Quota) (Replica)
Analisi impeccabile di Ckkb.
Condivido totalmente.
Luke Cage(Quota) (Replica)