Buongiorno a tutti,
sono capitato per caso nel vostro sito, e, seppur per ora superficialmente, mi sono fatto un’idea (positiva) di ciò che portate avanti.
So che l’argomento in oggetto costituisce perlopiù un appendice degli argomenti che trattate, ma essendo un argomento generalmente spinoso, ha il pregio di stimolare ragionamenti “al limite” e discussioni dense di contenuti, che inevitabilmente si espandono verso le motivazioni, i rapporti tra i sessi, ecc…
Mi sento quindi di dare una mia versione dei fatti, derivante da un’esperienza duratura, intensa, ragionata, insomma, “sentita”, sia dell’argomento prostituzione che delle donne in generale.
Premetto che sono un uomo definibile come “alternato alfa/beta”, nel senso che, a seconda della situazione e dello stato d’animo, agisco e sento come l’una o come l’altra categoria.
Purtroppo non scelgo io la modalità, ma mi compare spontaneamente, altrimenti sarebbe una pacchia: la potenza di un alfa e la profondità ragionata di un beta. Invece no. Comunque questo non è l’argomento di cui volevo parlarvi, ma una premessa per inquadrare la mia persona, ed in particolare per porre l’accento su come mi sento quando commuto la modalità: quando sono beta ricordo con vuotezza i momenti alfa, sicuramente di successo ma poco sentiti e profondi; quando sono alfa ricordo i momenti beta come deboli, ma essendo in “fase alfa” non ho la profondità per riconoscerne il maggiore spessore emotivo.
Detto questo, veniamo al punto: un’analisi della prostituzione (dal lato cliente ma non solo) che porta all’inevitabile, coerente, e continuamente riconfermata tesi che ho scritto in oggetto: per quanto mi riguarda, la prostituzione è il miglior modo possibile di rapportarsi con una donna, non una semplice deviazione da una ipotetica strada maestra che sarebbe quella dell’amore “sano” (come si definisce poi?) e/o sesso ludico, più un’altra enormità di stereotipi che ci siamo creati, ma LA strada maestra.
Capisco che può sembrare un’affermazione forte, ma è in realtà frutto di anni e anni di riflessioni, di esperienze positivissime con le prostitute, che da ora abbrevierò in P., e sostanzialmente vuote o negative con le non prostitute (da ora abbreviate in N.P., proprio per forzare il concetto – forte – della diversità delle NP rispetto alla norma P. E non è un’offesa verso nessuna delle due categorie). Ho avuto rapporti sereni con alcune NP, ma nient’altro di rilevante. E nella vita si può avere ben altro che semplice serenità.
Ora, capisco che la maggior parte di voi avrà avuto, se l’ha avuto, un rapporto o più con qualche P vissuto quasi sicuramente in modo superficiale, ritenendo che quello fosse l’unico modo per rapportarsi ad esse. I più sentimentali avranno poi cercato, con scarsi o nulli risultati, di ottenere dell’affetto o surrogato di esso. I più sprovveduti saranno caduti poi nella trappola dell’affetto in cambio di soldi, sempre più soldi.
Ebbene, è possibile, anche se forse non per tutti, instaurare un rapporto con le P che può dimostrarsi, in breve tempo, quasi “magico”. E non intendo le escort di lusso che farebbero pagare questa pseudo-magia a peso d’oro, ma proprio una sintonia di fondo con ragazze semplici, da cui ne derivano molti vantaggi, sia per il cliente che per la P.
Per il cliente: sesso fatto bene, affetto sincero, tariffe imbarazzanti se non nulle, amicizia sincera, a volte – raramente – amore nel senso pieno del termine, a volte – ancora più raramente – veri e propri rapporti tra partner, anche se vissuti in sordina sia per motivi di bigottismo/conformismo sociale, sia per situazioni private catastrofiche di lei (figli lontani, ex-mariti pretenziosi, partner violenti, famiglia egoista, … la lista è interminabile).
Eppure si crea. Il rapporto profondo si crea.
Ed anche da parte sua i vantaggi ci sono: anche se il pagamento diventa più simbolico che consistente, lei vive una piccola ma importante finestra di profondità umana, unendo per una volta un affetto che, per molte di loro, è praticamente sconosciuto fin dall’infanzia, al sesso fatto per amore, o almeno per affetto, che ovviamente – per entrambi – è un qualcosa che normalmente esulerebbe totalmente dal semplice rapporto cliente/prostituta.
Non voglio dire che si crea il 100% delle volte. Ma, almeno una certa dose di affetto e la metamorfosi del suo comportamento (da meccanico a naturale) si può creare nel 90% dei casi.
Non ci sono ricette segrete, è solo necessaria una buona dose di empatia unita a rispetto per le persone indipendentemente dalla posizione sociale, unitamente al sapere come non farsi pestare i piedi fin dall’inizio – in caso contrario le gentilezze verrebbero trasformate, nella stragrande maggioranza dei casi, in servilismi stupidi che molti babbei finiscono per operare se si innamorano (unidirezionalmente) della P.
Le obiezioni a questo stile di vita possono essere numerose. Sono più o meno le stesse che mi ha rivolto la mia coscienza in questi anni E credetemi, ho fatto l’avvocato del diavolo nel rispondermi, senza arrampicarmi sugli specchi.
Ma il confronto P / NP è spietatamente a favore delle P. Si parla proprio di felicità, non solo di serenità, di deviazione temporanea da cui ci si pente, ecc.. Proprio felicità pura e continuativa.
Vediamo quindi le possibili obiezioni e le risposte sincere ad esse, ponendo l’accento sul confronto dei rapporti con P e NP:
Obiezione 1):
Ma non ti senti un pirla ad avere sesso e affetto, magari pur anche ricambiato, pagando?
Risposta 1):
Posso sentirmi un po’ così una volta al mese, con le P.
Mi sentivo così 20 volte al mese con le NP Perché con le ragazze che non fanno quel mestiere, quelle che i bigotti chiamano “normali”, ormai la seduzione è una scalata dell’Everest, peraltro nemmeno più divertente durante il cammino, che alla fine non riserva quasi mai risultati all’altezza dello sforzo emotivo (e finanziario). Per non parlare della ridotta fantasia erotica della donna media – soprattutto le italiane, ma anche tra le straniere non ci si aspetti tutta questa raffinatezza erotica.
Vedere una ragazza bruttina, che si stava puntando giusto per accontentarsi, guardare insistentemente il belloccio di turno che chiaramente non la caga, non è forse mille volte più umiliante che sborsare tot euro dopo che una (P) si è fatta in quattro per renderti felice a tutti i livelli?
Obiezione 2):
Ma non ti senti in colpa per loro?
Risposta 2):
E perché? Quel mestiere lo farebbero comunque. Un uomo che tiene seriamente al suo appagamento, non solo sessuale, non può ridursi a schiavizzare la sua emotività per correre dietro alle NP, quindi le P lavoreranno sempre. Con la differenza che il tempo passato con me è, per loro, come minimo sereno, a differenza del dover subire dei violenti o altezzosi o irrispettosi o vecchi bavosi.
Inoltre molte di loro fanno un ragionamento molto semplice: “Perché dovrei farmi prendere per il culo facendo – alla meglio – la barista per quattro soldi con il proprietario che mi tratta da schifo e che magari ci prova spudoratamente e non posso respingerlo troppo seccamente, quando posso avere dieci volte tanto e avere del tempo libero?”
Obiezione 3):
Ma come la mettiamo con i soldi? Sarà un macello!
Risposta 3):
Con i soldi era un macello quando non andavo a P, ma mi illudevo di poter essere felice con una NP.
Facciamo un sommario conto della serva.
– Partiamo dall’automobile. Chi vive in città servite dai trasporti pubblici, e anche a lavorare può andarci in quel modo, ha comunque un’automobile fin da 18 anni. Chiedetevi il perché?
Non sempre, ma quasi, è un requisito indispensabile per essere perlomeno accettati dalle ragazzotte NP. Non in tutte le regioni ovvio.
Quindi partiamo con la spesa dell’acquisto dell’automobile, ma soprattutto con l’assicurazione annuale, la manutenzione periodica, e il salatissimo carburante – visto che poche ragazze, pur avendo l’auto, la usano quando escono con il partner. A maggior ragione quando un uomo è in cerca, non può non ostentare “almeno” un’automobile.
Sparo un ottimistico 200 mensili, tutto compreso e ridistribuito.
– Poi che dire delle innumerevoli serate a vuoto per frequentare posti in cui le NP si mettono in mostra per incrementare la loro autostima, mentre il maschio pirla va quasi sempre in bianco, anche se alfa. Soldi anche qui. Molto più bella una serata tra amici/amiche in casa. Ma così si conosce meno. Ecc…
Parliamo di 20-30 a serata? 2 serate a settimana?
Bene, fanno alla meglio 160 in un mese.
– Regali. E’ molto soggettivo, quindi impossibile stimare la spesa. C’è chi regala cose semplici (ma non troppo economiche, altrimenti la NP si sente svalutata, “perché io valgo”), chi gioielli anche se fatica a permetterseli. Non parliamo dei ricchi, per i quali le modalità di interazione con l’altro sesso sono più funzionali e fluide.
Non saprei, sparo un ottimistico 50 al mese. Tanto per mediare con quelle ragazze che avendo amor proprio non pretendono troppi regali forzati.
– Uscite serali, nel caso si abbia già la partner NP. Direi di equipararle alla spesa quando si è in cerca, più o meno.
– Non parliamo di un eventuale matrimonio. Come ridistribuire la sciocca spesa di oltre 10000 per una giornata “felice” (in realtà stressante)?
Fate voi il totale.
Invece con la/le P?
Un rapporto qualitativo del tipo già descritto più sopra porta ad un appagamento tale da poter essere felici vedendosi anche solo una volta alla settimana.
Se, alla peggio, si sta continuando a pagare, magari 3 volte su 4, magari tra i 50 e i 100 (lasciate perdere le tariffe vertiginose delle P che si sono montate la testa), viene fuori quello che viene fuori, mensilmente.
Se si è “in cerca”, di P ovviamente, se ne proveranno magari il doppio a settimana, ma per un tempo brevissimo, perché andando subito al sodo, sia umanamente che sessualmente, il processo di riconoscimento di quella giusta è rapidissimo.
Insomma, la spesa per le P è assolutamente non paragonabile con l’insieme di soldi buttati nel cesso per avere dei PROBABILI incontri con le NP, che, se anche dovessero avere un esito positivo, darebbero una PROBABILE felicità di serie B, peraltro sempre labile e da riconquistare giorno per giorno, con la consapevolezza che “se io vado in un posto e apro le gambe trovo chi voglio”, alla cui affermazione è seguita più di una volta la mia risposta “Perfetto. Allora comincia a cavarti dal cazzo già da adesso, povera insensibile testa di merda.”.
Obiezione 4):
Ma non hai voglia di dormire nello stesso letto con una donna tutte le notti?
Risposta 4):
Certo. Ma non ho voglia di dormire con una bambola inerte. Inizialmente le donne a letto si vestono in modo interessante/provocante, e ti toccano in un certo modo. Poi alla fine del sesso ti adorano. Dopo qualche tempo passa, e te le ritrovi in tuta, e girate dall’altra parte senza ritegno. Magari il sesso c’è. Ma il resto è inutile se non frustrante.
In un ottimo rapporto con una P, invece, la notte può essere calda e focosa, oppure rilassante/affettuosa. (Ricordo che parlo di rapporti di qualità già descritti, altrimenti la notte sarebbe d’ufficio squallida e degradante per entrambi, soprattutto il risveglio).
Preferisco, alla peggio, due notti al mese memorabili, che 30 mediocri.
Obiezione 5):
E l’igiene? Non hai paura delle malattie?
Risposta 5):
Certi odori sgradevoli li ho sempre e solo sentiti dalle NP, mai dalle P.
E per quanto riguarda le protezioni, gran parte delle P sono maniache per deformazione professionale. Molte NP, invece, se sono un po’ bevutelle a volte chiudono un occhio col primo che capita (a dispetto dell’enorme barriera posta da non ubriache).
Obiezione 6):
Ma gli amici, la società, i parenti, cosa penserebbero? E le donne [NP]?
Risposta 6):
Dei primi, quelli pochi ma buoni sanno e approvano. Della società me ne strafrego; i valori etici non esistono quasi più, ma si additano comunque le persone con stili di vita originali, benché non facciano male a nessuno, anzi solo del bene.
Coi parenti bisogna stare più attenti, almeno nella misura in cui si è costretti a mantenere rapporti di cordialità anche con quelli che in caso contrario non si frequenterebbero mai.
In altri paesi europei si tratta di segreti kafkiani accettati di buon grado, mentre qui devono essere segreti veri.
Una ragazza se la tira il più possibile, ma poi a letto pretende che tu sia già esperto. Come sarebbe possibile ciò, per un ragazzo di 20 anni non strafigo e non ricco, se non con qualche frequentazione di P? Ma la ragazza non fa questa equazione, bensì, nel caso ti scappasse che sei andato a P, ti guarderebbe con la più grande espressione di disgusto e pena possibili.
Obiezione 7):
Ma sei ancora capace di andare con una NP?
Risposta 7):
Certo. Va meglio di prima, perché quando si ha quella luce negli occhi che nasconde sicurezza e felicità, l’altro sesso lo percepisce subito e si dimostra interessato.
Peccato che poi nessuna NP regge il confronto con una P, sotto tutti i punti di vista (qualora si crei un rapporto qualitativo). Quindi è da anni che rifiuto le [poche] proposte avanzate anche da ragazze più che discrete.
Obiezione 8):
Ma allora perché non ti sposi una prostituta, se hai il coraggio?
Risposta 8):
Non aspetto altro Ma non utilizzerei mai l’istituto del matrimonio. E’ una cretinata (in generale, sia con P che con NP). E’ sufficiente fidanzarsi.
Comunque vivo benissimo anche così.
Mi rendo conto di aver scritto un’email interminabile, anche se spero interessante e stimolante di nuove riflessioni.
Di obiezioni/risposte ce ne sono altre, ma per ora mi fermo qui.
Attendo un’eventuale vostra opinione, soprattutto critiche costruttive. Ho inviato all’indirizzo email perché non sapevo bene a che articolo attaccarmi nei commenti.
Il mio punto di vista è sicuramente diverso dal vostro, per quanto ci siano dei punti di incontro. Almeno è quanto ho capito. Anche nei siti illuminati come il vostro, si continua a vedere la prostituzione come un’eccezione che purtroppo c’è per colpa dei comportamenti delle donne e della fame di sesso/affetto degli uomini. Invece quello che sostengo è che non è altro che la modalità giusta per rapportarsi con l’altro sesso nel modo più sereno e qualitativo possibile.
D’altronde sia le P che le NP hanno queste caratteristiche:
– hanno bisogno di soldi, possibilmente lavorando il meno possibile;
– hanno bisogno di affetto, ma non troppo e non mieloso;
– hanno bisogno di una persona un minimo carismatica, ma vogliono anche sentirsi un po’ al comando (le NP con i ricattini continui, mentre alle P basta la somma versata per sentirsi potenti).
Quindi che motivi ci sarebbero per scegliere le NP, quando con le P, a parità dei punti precedenti (e abbiamo visto con molto meno esborso economico ed emotivo) si ottiene di più a tutti i livelli? Secondo me nessun motivo.
Estendendo il concetto, si potrebbe dire che se fossero tutte P si vivrebbe meglio? Probabilmente le NP sono più furbe delle P, perché si mettono in un piano di apparente superiorità morale, ma all’atto pratico hanno bisogno di più cose, ma ne danno in cambio all’uomo molto meno. Ecco perché non sono tutte P. Le P sono quelle forti e autentiche, le NP quelle furbette e indirette. Ecco, mi è scappato
Buona giornata, e complimenti per ciò che portate avanti, anche se, a mio parere, è una lotta giusta, sacrosanta, ma non colpisce proprio proprio alla base del problema; ma è una considerazione superficiale che si potrebbe ritrattare qualora mi rispondeste e avessi più tempo per approfondire i vostri articoli.
Carlo (nome di fantasia)
51 Commenti
Non voglio elevare inni alle prostitute e neanche addentrarmi troppo nel tema indubbiamente complesso. Dico solo due cose:
1) Il rapporto con una prostituta può, e sottolineo può intendendo che non sempre è così, essere meno mercificato che un rapporto normale. Intendo dire che una volta risolta all’origine la questione soldi, questi non inquinano più il resto della relazione.
2) La considerazione verso la ragazza non dipende dal “lavoro” della ragazza ma dalla predisposizione generale dell’uomo verso la donna e dai pregiudizi o dall’assenza di essi. Se uno tende al disprezzo della donna lo avrà sia verso la prostituta che verso la “normale”. Viceversa non si disprezzerà la donna perchè si prostituisce, ma il giudizio sarà sulla persona nel suo complesso, come dovrebbe essere sempre verso tutti, uomini e donne.
armando
armando(Quota) (Replica)
Pezzo da far studiare a memo ai maturandi delle superiori, come condizione necessaria per l’ammissione all’esame.
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
Carlo
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Per il cliente: sesso fatto bene, affetto sincero, tariffe imbarazzanti se non nulle, amicizia sincera, a volte – raramente – amore nel senso pieno del termine, a volte – ancora più raramente – veri e propri rapporti tra partner, anche se vissuti in sordina sia per motivi di bigottismo/conformismo sociale, sia per situazioni private catastrofiche di le
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Mi concedi il beneficio del dubbio…?
Io ci credo molto poco ma, intendiamoci, potrei sbagliarmi.
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Carlo
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Un uomo che tiene seriamente al suo appagamento, non solo sessuale, non può ridursi a schiavizzare la sua emotività per correre dietro alle NP, quindi le P lavoreranno sempre. Con la differenza che il tempo passato con me è, per loro, come minimo sereno, a differenza del dover subire dei violenti o altezzosi o irrispettosi o vecchi bavosi.
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Come si può essere appagati con una donna con la quale bisogna usare sempre il preservativo, evitare il contatto con i fluidi organici e quant’altro?
Inoltre perché parli di “vecchi bavosi” ?
Perché usi tale terminologia molto femminea per denigrare il naturale desiderio di un uomo, seppur anziano? Voglio dire: se vivremo, tutti noi diventeremo vecchi… Io stesso un giorno non avrò più trentun anni e non credo che gradirei essere apostrofato in quel modo da un giovane.
Comunque sia, son dell’opinione che il ricorso alle prostitute (che non critico e comprendo bene) sia solo la soluzione “meno peggio”, perlomeno per molti uomini.
Tiziano(Quota) (Replica)
Ho comunque specificato l’indispensabile presenza di condizioni non proprio scontate per moltissime persone, soprattutto se prevenute nei confronti delle P:
“[…], è solo necessaria una buona dose di empatia unita a rispetto per le persone indipendentemente dalla posizione sociale, unitamente al sapere come non farsi pestare i piedi fin dall’inizio – in caso contrario le gentilezze verrebbero trasformate, nella stragrande maggioranza dei casi, in servilismi stupidi che molti babbei finiscono per operare se si innamorano (unidirezionalmente) della P.”
Di babbei putroppo ce ne sono tanti, soprattutto quando la fame di figa non riesce ad essere battuta dalla lucidità. Ma soprattutto pochi riescono ad essere contemporaneamente gentili ma non pirla
Inoltre ho specificato il “minimo sindacale” ottenibile:
“Non voglio dire che si crea il 100% delle volte. Ma, almeno una certa dose di affetto e la metamorfosi del suo comportamento (da meccanico a naturale) si può creare nel 90% dei casi.”
E’ già molto, rispetto al rapporto cliente/prostituta standard.
Per il resto (rapporti più seri) ovviamente ci vuole sia il comportamento necessario (ed in sintonia con la situazione) che una buona dose di frequentazioni per creare l’esperienza (non con la stessa, inizialmente).
—–
Si può si può.
Ed inoltre non vedo come si possa invece essere tranquilli con una ragazza non prostituta, a meno che non sia proprio la tua fidanzata super fissa.
Le NP, soprattutto le italiane, non sono poi così fanatiche dell’igiene e della sicurezza, soprattutto quando sono un po’ ubriache e si accoppiano con un tamarrazzo appena conosciuto…
Le P, tranne qualche sconsiderata facilmente riconoscibile, oltre ad avere un’igiene spesso maniacale (soprattutto le rumene) sono anche attentissime con i clienti.
… non capisco perché femminea …
Quando dico “vecchio bavoso” ho nella mia testa l’immagine di una persona (non necessariamente anziana) che va con una prostituta non tanto per la ricerca di sesso e affetto, ma per il chiaro desiderio di ‘usare’ la donna, soddisfatto solo in quel modo, magari maltrattandola quel tanto possibile, facendola sentire una merda in quanto P, chiedendole cose sporche e poco sicure, cercando di demolirla anche sul piano psicologico per sentirsi forte, ostentando miglior qualità della vita / soldi / classe, eccetera.
Magari il termine non è corretto, ma il significato è quello.
Non è ovviamente parte del messaggio che volevo comunicare il fatto di discriminare i puttanieri in base all’età!
Anzi, sono proprio qui a dire che converrebbe utilizzare questo tipo di rapporto con le donne per sempre…
Non so cosa dirti. Per quanto riguarda la mia esperienza (non certo da novellino, sia nei campi NP che P), ho trovato una dimensione che non abbandonerò mai più.
E vedendo quanto si trova male la stragrande maggioranza degli amici e conoscenti con le NP, oltre a riconfermare in continuazione la mediocrità dei sentimenti con le poche NP che ancora tengo in considerazione, e lo sfondo di odio ingiustificato che molte NP provano per “il maschio” in generale, soprattutto quello non stronzo sul quale ribaltare le frustrazioni subite dagli stronzi, non posso fare altro che ribadire periodicamente la mia ottima scelta di vita.
Non posso neanche dire “finché avrò i soldi”, perché anche con le NP non si cucca senza soldi! E ce ne vogliono molti di più!
Poi, se tu mi paragoni la situazione con quella di un maschio alpha ricco, attraente, carismatico, ottima persona, che non ha bisogno di lavorare ma non è viziato, che ha in mano ottime tecniche di seduzione, che conosce i posti giusti, che ci sa fare a letto, ecc…, allora è più che ovvio che sta meglio lui, in quanto sarebbe contornato da donne, sia NP che P.
Ma poi sarei curioso di sapere su quale categoria ricadrebbe la sua scelta (film utopici a parte).
Secondo me sarebbe comunque una P (o più P), ma a lungo termine. Il cui concetto sfuma molto verso la NP che si mette con te anche per soldi, magari fregandoti con il matrimonio.
Meditare…
Carlo(Quota) (Replica)
Un discorso pieno di sensatezza ed esperienza diretta. Non umilia nessuna: nè le P, nè le NP. Semplicemente, mette in una luce diversa, più realistica, le sempre più fioche suggestioni che le NP credono di suscitare e le P suscitano realmente, per ragioni professionali. Sulla questione affettiva il discorso è condivisibile. In un mondo che odia il desiderio maschile, che lo rigetta come fosse materiale da occlusione, quella di Carlo è, forse, la scelta più matura e nobilitante.
Roman Csendes(Quota) (Replica)
Grazie dei complimenti.
In effetti le convinzioni che ho raggiunto sull’argomento, frutto appunto di una rilevante quantità di esperienze ma anche di una notevole analisi sia razionale che emotiva delle situazioni (e di me stesso), posso ritenerle quasi inattaccabili.
Ovviamente io sto parlando delle donne, ma lo sto facendo dal MIO punto di vista, che per quanto oggettivizzabile è comunque sempre legato a come sono io come persona.
Il cosiddetto “stronzo” avrà un punto di vista diverso.
I “martiri” preferiranno sempre e comunque scalare le montagne e morire per arrivare in cima (forse) e conquistare la sterpaglia.
I bigotti decideranno il NO per le P solo per definizione.
Eccetera.
Ma chi la pensa come me, anzi, chi SENTE, percepisce, quello che sento io, e chi ha bisogno di ciò di cui ho bisogno io, cioè sesso vario, erotismo creativo, affetto senza freni, e (condizione minima spesso non verificata con le NP) assenza di odio ingiustificato e generalizzato, allora non può che intraprendere la mia strada.
In un rapporto ognugno deve essere in grado, anzi essere felice, di dare al/alla partner (stabile o occasionale, sentimentale e/o tromb-amica, P o NP) ciò di cui ha bisogno.
Noi sappiamo di cosa abbiamo bisogno.
E abbiamo già capito cosa dobbiamo dare alle donne, di cosa hanno loro bisogno.
A questo punto quindi è ovvio optare per una donna che è perfettamente in grado di darti tutto ciò di cui hai bisogno (se adeguatamente stimolata e “toccata” nei punti importanti), e ti chiede in cambio qualcosa di molto semplice e tangibile, senza per questo disprezzarti. Gran parte delle P sono questo. Potenzialmente.
Gran parte delle NP, purtroppo, attualmente NON sono questo.
Direi che, nell’ottica semplice del raggiungimento della propria felicità nei giorni nostri, non c’è tanto altro da dire.
E’ ovvio che invece, nell’ottica di migliorare la società, allora certe battaglie come quelle di questo sito sono encomiabili. Peccato si basino su una presunta disponibilità del genere femminile nel rinunciare ad un predominio a cui non rinunceranno mai. A mio parere l’unico modo sarebbe sensibilizzare maggiormente gli uomini, soprattutto quelli beta, a ridurre drasticamente la “domanda di NP”. E questo, per essere compatibile con i desideri dell’uomo, non può che passare (e magari rimanere) per le P. Adesso sicuro. Per sempre… forse.
Carlo(Quota) (Replica)
Carlo,
“E’ ovvio che invece, nell’ottica di migliorare la società, allora certe battaglie come quelle di questo sito sono encomiabili. Peccato si basino su una presunta disponibilità del genere femminile nel rinunciare ad un predominio a cui non rinunceranno mai”. (Carlo)
Mai pensato né sostenuto questo, anche perché sarebbe impossibile. Nessuno, mai, ha abdicato o rinunciato di sua sponte al potere che ha.
“A mio parere l’unico modo sarebbe sensibilizzare maggiormente gli uomini, soprattutto quelli beta, a ridurre drasticamente la “domanda di NP”. (Carlo)
Ho invece da sempre sostenuto questo. Infatti, un profondo, diffuso e generalizzato percorso di consapevolezza che riguardi un numero considerevole di uomini se non addirittura (magari…) la maggioranza, modificherebbe oggettivamente la relazione fra i sessi, per ovvie ragioni. Però è evidente (e questa è la enorme difficoltà..) che questo è un percorso estremamente difficile, che comporta un passaggio doloroso e anche delle rinunce. Direi di più. E’ una rivoluzione, uno stravolgimento del proprio essere e stare al mondo.
La gran parte degli uomini si sentono ancora “vincenti” quando riescono a portarsi a letto una donna (o meglio, quando riescono a convincere una donna a farsi portare a letto..). Il loro livello di coscienza e di percezione del se è talmente basso che scambiano l’elemosina che viene loro concessa o meglio, la transazione (concettualmente mercantile, anche se non dichiarata) asimmetrica che sono riusciti a stipulare, o meglio a strappare, come una vittoria.
Pensate come sono ridotti.
Ciò detto, ma questa è un opinione del tutto personale, non credo che la soluzione possa essere il ricorso alle prostitute (assolutamente legittimo, sia chiaro…).
Peraltro, devo dire, la mia esperienza personale con le prostitute (le P, come le definisci tu, giustamente) non è così positiva come la tua, a parte rare occasioni. Anzi, è stata per lo più decisamente desolante. Ripeto, la mia posizione non ha nulla a che vedere con un giudizio di tipo moralistico, anzi, capisco perfettamente ciò che vuoi dire e sono anche convinto che la contrattazione spicciola, diretta e senza finzioni sia in moltissimi casi molto più autentica e meno alienante di quella indiretta. Però, devo essere onesto, ragionando in questi termini, anche in questo caso ho sempre trovato che la transazione fosse asimmetrica, a tutti i livelli, nel senso che la “prestazione”, o il “servizio” acquistato, non è mai stato proporzionale all’investimento. Per non parlare poi dei risvolti di ordine psicologico del tutto…Il discorso sarebbe lungo ma credo che chiunque abbia frequentato delle prostitute possa comprendere ciò che voglio dire…Può essere, come è nel tuo caso (o in tanti altri), una soluzione individuale (a volte succede di riuscire a costruire una relazione “umana” con una P e allora la cosa può essere sicuramente piacevole; io ci sono riuscito in rarissime occasioni, forse solo una, per lo meno se parliamo di una P, ufficiale…), però non credo proprio che possa essere quella la risposta al problema.
Personalmente, credo che anche a livello individuale, possano esserci altre strade. Il discorso però si farebbe ancora più lungo…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Ecco, è proprio qui che interviene la mia “tesi”.
La vita non deve essere fatta necessariamente di dolore, infelicità e rinunce.
In passato magari sì. Ma adesso no.
Tutte le conquiste positive che l’umanità ha raggiunto DEVONO portare ad un certo livello di felicità gran parte degli esseri umani. O almeno dovrebbero.
E visto che non siamo nella parte sfortunata del mondo (quelli che muoiono di fame e procurano le risorse a noi che invece muoriamo di obesità ), non vedo perché dovremmo rassegnarci ad una vita infelice solo per consentire a quattro viziatelle di giocare ad odiare l’uomo e ad eccitarlo senza dargli nulla di bello e sano, pur ottenendo cuore anima e soldi.
Lottare contro questo scempio morale è giusto.
SOFFRIRE per questo invece è sbagliato.
La vita, fino a prova contraria, è una sola.
Mi dispiace che pochi abbiano ottenuto soddisfazioni piene e complete dalle P, ma suggerirei, come consiglio generale, di impegnare le proprie risorse, e soprattutto la propria fiducia, in quella direzione.
L’altra direzione (NP) porta spesso solo tristezza, insoddisfazione, e alimentazione del circolo vizioso negativo della depressione. Non per tutti, ma per molti.
Non ho in mano la ricetta segreta per essere soddisfatti da quella strada. Ma sono sicuro che anche per molti altri sarebbe comunque un percorso piacevole. Almeno il percorso, cazzo, anche se non si arriva ad un obiettivo totale. Con le NP lo stesso percorso è spesso spiacevole, o al massimo non stimolante.
E’ come rinascere. Però bisogna prima fare pulizia nel proprio cervello, evitando quei corto-circuiti mentali che ti scatenano dei sensi di colpa assolutamente ingiustificati.
Una volta “puliti” dai pregiudizi e dai sensi di colpa, bisognerà solamente cercare di entrare maggiormente in sintonia con quel “mondo”, e parallelamente con le nazionalità maggiormente esportatrici delle professioniste del sesso (che tutti sappiamo quali sono). L’intimità si crea anche con un (sano) interesse verso la loro cultura di provenienza.
Quando avviene la prima trasformazione (come dicevo, almeno da comportamento meccanico a comportamento naturale), allora ci si comincia a divertire, e soprattutto si torna a casa pieni, felici, e assolutamente indifferenti all’odio delle NP (nonché ai loro inutili perizomi ostentati senza sensualità ).
Sono ovviamente incuriosito dalle altre strade individuali di cui parli, anche se probabilmente ti riferisci a strade più confacenti a te, soggettivamente.
Come forse la mia strada è più confacente al mio essere.
Carlo
Carlo(Quota) (Replica)
Carlo,
Caro Carlo, forse non mi sono spiegato bene.
Non sono un penitente né tanto meno uno che si flagella, anzi… sono un sostenitore acceso del sesso ludico e giocoso (sottoscrivo tutti gli articoli di Paolo Barnard pubblicati nello spazio dei contributi), e non penso affatto che la vita debba essere un percorso doloroso per ragioni ideologiche o religiose.
Resta il fatto che la vita purtroppo lo è, indipendentemente dalla nostra volontà, e io non posso farci niente. Tutto quello che faccio è motivato dalla tua stessissima e laicissima aspirazione a una esistenza quanto più possibile serena e felice. Sono da sempre un fan, diciamo così della “teoria della liberazione” di Marcuse (anche se lo stesso Marcuse resta ovviamente ancorato agli schemi interpretativi classici del femminismo…). Sono e resto fondamentalmente un umanista, anche se mi rendo conto che è una semplificazione.
Per cui, tornando a noi. Non ho nessuna preclusione nei confronti del sesso mercenario e soprattutto nessun senso di colpa nell’andare con una prostituta (ma figurati, caso mai ce lo dovrebbe avere lei che mi costringe a pagare per fare sesso… ) , a meno che ovviamente non fossi a conoscenza che si tratta di una sfruttata e obbligata con la forza. Ma non è questo il caso che stiamo discutendo bensì quello di una transazione economica tra due soggetti che liberamente e consapevolmente stipulano un contratto temporaneo (mezz’ora, un’ora, un giorno, un week end ecc.) dove lo scambio è sesso in cambio di denaro.
Allora, ti ripeto che nella mia personale esperienza molto raramente ho trovato che questo scambio fosse per me vantaggioso (o quanto meno equilibrato) in termini di rapporto costi-benefici (qualità del sesso). Se lo fosse stato ti assicuro che non avrei nessuna difficoltà a fare quello che fai tu anche perché il muro della falsa coscienza l’ho saltato da un pezzo. E, ripeto, avendo capovolto ormai da tempo il falso sistema valoriale in cui ci hanno cresciuti, credo che se al limite debba esserci qualcuno che dovrebbe farsi venire i sensi di colpa per lo scambio sessuale mercenario, queste sono le donne che per soldi lo praticano, non certo gli uomini che per bisogno, sottolineo, per bisogno, ci vanno.
Né tanto meno, sento il desiderio di sviluppare curiosità per la cultura di origine della eventuale prostituta con cui mi potrei accompagnare…A’ Carlo, ma de che stamo a parlà?… Se si stipula un patto, ma sai a me cosa e quanto me ne frega degli usi e dei costumi della Moldavia o dell’Ucraina? “Famme divertì, se ce riesci”, in base alla somma pattuita, punto e stop. Perché se mi devo “sprosciuttare” (come si dice a Roma…), cioè sorbirmi il pistolotto pure in sede di transazione diretta e palese, bè, ragazzi, allora lasciamo stare… Poi puoi starmi simpatica, possiamo scherzare, giocare, se ne abbiamo voglia e se avviene spontaneamente (e non perché ti ho pagata…), ma insomma, ci siamo capiti…
Ripeto, nella mia personale esperienza (e ne ho avuta, sia chiaro, e in tutto il mondo, sia con P, che con NP che con semi P, fenomeno di massa in alcuni paesi centro e sudamericani, tutto sommato le migliori nella mia esperienza…potrei scriverci un altro dei miei libelli e chissà, forse avrebbe anche mercato…) non si è creato con le P quel rapporto che sei invece riuscito a costruire tu. Chiarisco subito che ciò non è dovuto ad un atteggiamento pregiudiziale da parte mia nei loro confronti. Anzi, sottoscrivo in toto tutto ciò che hai detto circa il rapporto con le NP.
Però questa è la mia esperienza, per lo meno qui nel nostro paese e nel nostro contesto. Diverso, appunto, in altri contesti come quelli di alcuni paesi sudamericani. Però, sempre facendo i conticini della serva, devi sobbarcarti le spese del viaggio, quelle del soggiorno e quelle per le prestazioni (professionali o semiprofessionali…). Oltre al fatto che valicare l’oceano per farmi qualche scopata, insomma, tu capisci, alla mia età non sono più così motivato…Lo sono stato, come tutti, ma ora molto meno…
Ma ripeto, nessun giudizio, nel modo più assoluto, nessun senso di colpa, nessuna falsa coscienza, cercate tutti di divertirvi e di ottimizzare al meglio il vostro/nostro sanissimo desiderio di vivere la sessualità. Le NP sono quello che sono, preferite le P? Giustissimo, andateci. Io purtroppo non mi trovo bene neanche con le P. Non è colpa mia. Come ripeto, ho studiato con il tempo altre soluzioni che in alcuni casi riescono a procurare le loro soddisfazioni, senza naturalmente risolvere il problema a monte. Stiamo comunque parlando di escamotage, in tutti i casi, perché il sesso come ci piace e come lo vorremmo fare noi (cioè libero, ludico, decondizionato) le donne non ce lo faranno mai fare, siano P o NP. Per lo meno nell’arco della nostra vita biologica. Poi chissà…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Vedi, è qui che sta la differenza (intrinseca) tra chi fa capire, a pelle, che vuole solo il corrispettivo in sesso del denaro versato, e chi invece è aperto anche ad uno scambio più umano e “culturale”.
Io ho una sana curiosità per ciò che sta loro intorno. Non lo faccio appositamente, ma mi viene naturale. Ed è per questo che loro si sbottonano e mi concedono (a volte) ciò che le NP non sarebbero mai in grado di concedermi, anche umanamente.
E’ come sbloccare una bomba (non distruttiva).
Questo spiega l’incredulità di molti, quando mi leggono. Pensano di fare il possibile, ed invece sono indifferenti alla P-persona. Poi si meravigliano di non ottenere rapporti anche umani.
Come ipotizzavo, ognuno è fatto a modo suo, e pochi sono in grado di fondere il lato mercenario con il lato umano. Peccato che non sanno cosa si perdono e cosa possono ottenere
Ripeto: sempre si paga. Quindi non è tanto logico pensare che, visto che si paga la P, poi si debbano forzatamente chiudere i rubinetti dei sentimenti.
Lei lo fa per professionalità (e perché immagina che tu abbia già una tua vita sentimentale, ecc…). Tu non ne hai motivo.
Perché dovresti bloccare i sentimenti con una P e non con la NP? Entrambe chiedono soldi. E la prima si impegna di più.
E se, come fai intendere, è da parte della P il limite della “donazione di sentimenti”, potrebbe anche essere (ipotesi) che percepisce il tuo sentire (“Famme divertì, se ce riesci”). Perfettamente comprensibile in un rapporto mercenario. Ma altrettamento perfettamente scontato che non si avrà altro che un rapporto meccanico o poco più.
Nell’ottica di una seria limitazione di domanda alle inacidite NP odierne, penso che si debba osare di più, nel campo delle P.
Non vorrei essere pedante , ma sia le P che le NP si pagano. Abbiamo già stracapito che le NP si pagano di più, e oltre che in soldi anche in sofferenze emotive. E senza la sicurezza di alcun ritorno, neanche come minimo affettivo. A volte neanche come considerazione umana. A volte anche con odio gratuito.
Quindi TI PUOI “sprosciuttare” Hai voglia che puoi!
Fallo con le P, non con le NP. Tutto di guadagnato.
Ok, non hai un atteggiamento pregiudizievole, ma perlomeno una MENTALITA’ pregiudizievole verso le P, visto che non ti interessa ciò che ruota loro intorno ma solo il “famme divertì”.
Comprensibile, ovvio.
Ma pregiudicante un qualunque sviluppo oltre al rapporto mercenario.
Un rapporto anche umano presuppone un tuo interesse anche umano.
Se conosci una NP non italiana, non mi dire che non ti interessi, anche solo per un attimo, alla sua cultura e al suo paese di origine. Ecco, se ammettiamo che la P costi meno e possa dare potenzialmente di più, un atteggiamento totalmente aperto e curioso sarebbe un buon punto di partenza per un rapporto più completo.
Poi mi fermo, perché vi sto dando troppe chiavi :-))
Concordo sul contesto (nefasto) del nostro paese, che è in grado di rovinare la mentalità, la spontaneità e l’erotismo di qualunque donna che viene qui ad abitare.
Ma non serve andare così lontano per avere ottime esperienze… sempre se ci si apre mentalmente nel senso che ho già spiegato.
Probabilmente perché hanno la paura inconscia di diventare nuovamente schiave, fisicamente e psicologicamente. Dài loro torto!
Il loro buon senso le spinge a mantenere il più alto possibile valore “contrattuale”. Si è spinto troppo avanti, sgretolando i rapporti uomo-donna e il concetto stesso di amore (in senso stretto).
Ma non potrà mai retrocedere fino a portarsi al livello di concedersi totalmente “gratis”, sia a livello monetario che di sforzi fisici ed emotivi.
Bisogna farsene una ragione, interiorizzare il concetto, non inacidirsi per questo, ed essere disposti a “dare”. Attualmente l'”affare” migliore dal nostro punto di vista è dare soldi alle P.
In futuro le NP forse torneranno sulla Terra ed offriranno più (del niente) che offrono ora, ma per ora è così.
Carlo
Carlo(Quota) (Replica)
Carlo,
Carlo, che ti devo dire, fai un po’ come vuoi… Però, quello che voglio dirti è questo. Non si tratta di dimostrare o non dimostrare interesse o di avere un atteggiamento umano o “meno umano” , pregiudiziale o non pregiudiziale nei confronti di una P o di una NP o di semi P. Io sviluppo o non sviluppo curiosità nei confronti di una donna, indipendentemente dal fatto se sia una P o una NP.
Ora, se io “devo” sviluppare curiosità per una P perché così forse lei si apre di più e c’è (forse) la possibilità di costruire un rapporto più “umano”, è evidente che sto rientrando con tutte le scarpe in quella finzione che tanto non ci piace che è quella che caratterizza mediamente il rapporto con le NP.
Se scelgo di andare con una P è proprio perché non voglio vivere neanche un millesimo di quella recita (alienante) che sono costretto a vivere con una NP e voglio saltare tutta una serie di obblighi e incombenze a cui sono costretto. E’ proprio per questo che pago. Ciò non significa assolutamente disprezzare quella P o considerarla meno di una NP, ci mancherebbe altro. Però è evidente che la transazione diretta è finalizzata proprio a saltare qualsiasi genere di preambolo.
Ora, in tutta sincerità (dopo di che , per quanto mi riguarda, la possiamo anche chiudere, perché come abbiamo detto, ciascuno se la vede un pò a modo suo) mi pare che tu stia sostanzialmente facendo buon viso a cattivo gioco (legittimo, ripeto, ciascuno si sceglie il modo miglior per sopravvivere in questo mondo), e sia riuscito a costruire una modalità di relazione con le P che ti soddisfa di più (e posso capirlo…) di quello che (non) sei riuscito a costruire con le NP. Però, ripeto, non hai risolto il problema dell’alienazione. Scusa la franchezza, ma io continuo ad essere convinto che a te degli usi e dei costumi o della storia del paese d’origine della P con cui vai, te ne frega meno di quanto me ne può fregare a me delle riunioni del condominio dove vivo. Allora, se mi dici che il tasso di alienazione che vivi nel rapporto con le P è minore di quello che vivi con le NP, posso essere senz’altro d’accordo, però non venirmi a raccontare che tu saresti interessato alla storia o alla cultura dei loro paesi di origine perché questa è una balla. Il che non significa, sia chiaro, che uno non possa essere appassionato di storia o di etologia (anzi, io sono un grandissimo appassionato di storia) però non mi venire a dire che ciò che ti motiva nell’incontro con le P sia la passione e la curiosità per la storia dei loro paesi…Perché questa c’è o non c’è indipendentemente dal rapporto con le P o con le NP. E soprattutto se una donna ti incuriosisce anche e oltre l’aspetto sessuale è un fatto che non ha nulla a che vedere con il discorso che stiamo facendo. Se è per questo allora, posso incontrare migliaia di extracomunitari per la strada che in una gran parte dei casi sono forse anche più titolati a parlare della storia e della cultura dei loro paesi di origine.
Mi sono “capito”? (come dice Rita…)
Ciò detto, ovviamente, e ribadisco, fai tutto ciò che è nelle tue possibilità per alienarti quanto meno possibile. Diciamo (per lo meno così la vedo io..) che ti costa complessivamente (non solo finanziariamente, anzi, forse l’aspetto finanziario è quello relativamente meno importante…) di meno relazionarti con una P piuttosto che con una NP. E questo, ripeto, posso capirlo.
Però sempre di alienazione si tratta. E questo lo si evince anche dalle parole con cui hai concluso il tuo ultimo commento che riposto testualmente:”. Ma non potrà mai retrocedere fino a portarsi al livello di concedersi totalmente “gratis”, sia a livello monetario che di sforzi fisici ed emotivi.
Bisogna farsene una ragione, interiorizzare il concetto, non inacidirsi per questo, ed essere disposti a “dare”. Attualmente l’”affare” migliore dal nostro punto di vista è dare soldi alle P.
In futuro le NP forse torneranno sulla Terra ed offriranno più (del niente) che offrono ora, ma per ora è così”.
Ma guarda un po’, io invece penso che il mio “lui” valga esattamente come la sua “lei” e che non debba caricarci un valore aggiunto (plusvalore) per relazionarmici. Credo nello “scambio” fra eguali…
Così non è? Lo so, è proprio e anche per questo che sto facendo quello che sto facendo che personalmente, devo dire, mi gratifica di più di cento o mille transazioni con P o NP…(sulle quali, ripeto, potrei scriverci un altro libro…)
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Molto interessante questo post di Carlo.
Se mi è consentito dire la mia, credo possa interessare perché fino a 1 anno fa circa ero totalmente contrario al sesso mercificato, per varie ragioni che vi risparmio per non tediarvi.
Ma siccome di tutto mi si può accusare, tranne che di non dire ciò che penso, e di accettare di cambiare idea, se i FATTI mi inducono a farlo, ecco che ora un post come quello di Carlo mi pare sicuramente sincero, ben argomentato, ma soprattutto degno di essere analizzato con attenzione.
Credo vadano sfatati alcuni luoghi comuni.
Prima di tutto qui si parla solo di P e NP, però c’è anche una 3a categoria in “ascesa” (complice la crisi economica), quelle che sono entrambe, ovvero che si prostituiscono per integrare i magri redditi di lavoro, oppure perché saltuariamente lo fanno per scelta loro, scegliendo bene i clienti (e non necessariamente da escort di lusso, e non necessariamente solo straniere dell’Est, o similia).
Peraltro, trovo importante il post di Carlo perché sfata un luogo comune (che avevo letto anche in un articolo di Paolo Barnard: “sono andato a P”), quello del “disprezzo” della P verso il cliente.
Non è vero! O almeno non è certo così per tutte.
Io poi vorrei parlare appunto solo di quelle che lo fanno senza essere schiavizzate da qualche organizzazione, e preferibilmente delle italiane (non è che abbiano smesso e ci siano solo straniere).
Poi credo che vada ben considerato che ogni donna (ed ogni uomo) è diversa dall’altra, e lo stesso vale per le P, sbagliato generalizzare!
Sono quindi totalmente d’accordo con Carlo, quando sfata un luogo comune: quello del presunto “squallore” affettivo del rapporto. Chi l’ha detto?
Se “il cliente” non ha qualche forma di disprezzo (magari inconscio) verso la P che ha davanti, e la rispetta, inevitabilmente si dovrebbe creare un legame affettivo, sia pure diverso da quelli “tradizionali”.
Mentre invece, se il cliente la vede solo come “valvola di sfogo a pagamento”, inevitabilmente anche lei se ne accorgerà, e non si creerà nessun feeling al di là del sesso e basta.
E ciò vale soprattutto se la P che uno ha davanti ha interessi, ha una cultura, un’istruzione, ecc., come sempre più spesso accade.
Sta a lui saper creare un rapporto valido, e mi sembra che Carlo ci sia riuscito.
Vorrei fare notare, al riguardo, che non sempre il “cliente” fa sesso tutto il tempo e tutte le volte, non pochi pagano anche solo per scambiare idee, poter parlare sinceramente, ecc.
Credete sia meglio pagare un analista che vi fa sdraiare sul lettino e vi ascolta in silenzio?
Poi, mi sembra abbastanza imbarazzante “fare i conti” se costi di più una P o una NP.
Se uno è fortunato può capitarti una NP che “fa alla romana”, divide i costi delle uscite, o una NP che non ha grandi esigenze di uscite, viaggi, ecc., ci si vede a casa di uno o dell’altra, ecc.
Però è vero che – mediamente – vista l’aria che tira di questi tempi, le NP italiane se la tirano pazzescamente, ed oltre a fissare appuntamenti e uscite col contagocce (essendo spesso fredde più di un frigorifero), poi finisce che si aspettano chissà cosa dall’uomo, quindi sicuramente la “botta e via” finisce per essere molto meno deludente di un rapporto falso e “diluito” nel tempo, con una con la puzza sotto il naso con atteggiamenti da stra-fica.
A meno che uno non trovi una “scopamica” (NP) che la pensi come lui, ma non è che ce ne siano così tante in giro, nonostante le balle di vari sito porno che vorrebbero far credere che ci siano chissà quante donne iscritte (nella tua zona!), disposte al sesso ludico.
Ma credo non sia un caso, anche se pochi ci riflettono, il fatto che le P sono più che raddoppiate nel giro di 10-15 anni.
Ma di ciò la bigotteria italica non parla mai, soprattutto nei media ufficiali.
D’altra parte, se poi aggiungiamo i rischi (crescenti) di fallimento del rapporto, tra cui il rischio di sposarsi e finire col dormire in auto, o dover pagare per la vita alimenti, o – visto le nuove “piacevolissime” leggi sul “femminicidio”, “stalking” ed altre paranoie femministe – venire “incastrati” da qualche squilibrata che si inventa false accuse per sbarazzarsi dell’ex, direi che Carlo ha espresso con sincerità un’opinione che può essere condivisibile, per lo meno in termini generali, e senza ipocrisie.
Per lo meno credo che il discorso vada affrontato senza i soliti triti luoghi comuni, tra cui quello che si sente sempre, dei clienti che lo fanno e poi provano “disagio, sensi di colpa, insoddisfazione”.
Finiamola una buona volta, con queste baggianate.
Grazie Carlo.
Albert(Quota) (Replica)
Fabrizio, io ho capito benissimo il tuo punto di vista.
Ma forse tu, pur avendo attentamente letto e argomentato ciò che ho scritto, non hai preso troppo sul serio alcune mie affermazioni.
Oppure credi, sicuramente in totale buona fede, che io mi sia autoconvinto di qualcosa, per vivermela meglio, ecc…
Ma non è così, ti assicuro.
Come ho detto, ho fatto tante volte l'”avvocato del diavolo” contro me stesso, mettendo mille volte in dubbio il mio pensiero.
Per esempio, l’interesse per la cultura e la lingua di alcune P risale a molto prima che iniziassi a frequentare le P.
E’ stato un caso: ho conosciuto alcune persone provenienti dalla România, sia uomini (simpatici e ironici, insomma, con cui mi trovavo e mi trovo bene tuttora) che donne. Niente a che vedere con lo stereotipo negativo che abbiamo ora.
Poi, pur non essendo il mio ambito lavorativo, mi piace studiare i simboli e la fonologia delle lingue. E questo risale addirittura a quando facevo la scuola media
La mia conoscenza dell’alfabeto cirillico e dei caratteri “strani” rumeni hanno contribuito, involontariamente e fortuitamente, ad avvicinarmi non solo ai primi rumeni con cui ho avuto a che fare, comprese alcune NP, ma anche ai moldavi (una cui parte parla il russo e lo sa abbastanza scrivere, o anche la lingua rumena scritta con i caratteri cirillici).
Inevitabilmente questo “background” è emerso da quando ho avuto a che fare con le P, soprattutto provenienti da quelle parti.
Nessun bisogno di studiare APPOSTA per loro.
Sono quindi d’accordo con te che sarebbe da stupidi impegnarsi in qualcosa che NON CI PIACE pur di assecondare un rapporto con la P.
Hai ragione nel dire che, in tal modo, si andrebbe nella stessa direzione degli sforzi compiuti con le NP (con la differenza che almeno fai sesso subito ).
Quindi la mia posizione è simile alla tua. Solo ho avuto la fortuna di incrociare degli interessi insoliti (chi cazzo la caga normalmente la lingua rumena e l’alfabeto cirillico? ) con la fetta di mercato che fa da padrona nelle P, ovvero le rumene/moldave.
Una volta interessato a quell’ambiente, e una volta scoperto (solo dopo) che coincideva con il mio interesse principale (le P), è chiaro che la fame vien mangiando, sia dal punto di vista della curiosità di sapere il motivo per cui hanno il predominio del “mercato” che dal punto di vista dei rapporti umani con le P. Il tutto sempre e comunque contornato da sesso/erotismo e spesso affetto. Scusa se è poco
Inoltre, cosa non di poco conto, i pochi amici veri che ho sono al 50% italiani e al 50% rumeni. Rumeni di un certo livello, ovvio, ma comunque mantenenti il nucleo di base caratteriale e comportamentale.
Questo per dirti che non me la sto raccontando da solo, ma che, per una combinazione insolita di situazioni e di interessi miei, ho raggiunto un’improbabile parziale fusione con le “draculine”, espressa ai massimi livelli con le P.
Mentre con le NP rumene ho più che altro un ottimo feeling dal punto di vista di logica di vita di tutti i giorni e di atteggiamenti pratici contrari al modo furbone dell’italiano medio, che gira intorno ai concetti spesso senza molta coerenza e direttezza nell’affrontari e risolverli.
E quindi la mia non è alienazione mascherata, non è buon viso a cattivo gioco. E’ buon viso a ottimo gioco
Sarò forse sembrato un po’ presuntuoso, ma lo ritengo il miglior gioco possibile. Sicuramente per me. Forse per molti altri, se riuscissero a sintonizzarsi sul gioco… sempre intendendo una sintonia naturale, non una forzatura sgradita giusto per ottenere qualcosa di più. Allora, come dici giustamente tu, sarebbe simile allo sforzo non divertente svolto per “conquistare” una NP.
Ultima considerazione: il valore di “lui” e di “lei” è uguale a livello etico, ma non a livello pratico.
Anche qui ci sarebbe da scrivere un libro.
Dover “pagare” (in qualunque forma) non significa essere inferiori, valere di meno, essere deboli, eccetera. Ognuno dà quello che ha e di cui ha bisogno l’altro.
A livello ancestrale è sempre stato così. Poi gli esseri umani, con le loro evoluzioni, hanno costruito un livello concettuale astratto di copertura sopra questo, cercando di rendere la cosa più digeribile. Poi hanno demonizzato la donna (come adesso si demonizza l’uomo), permeando quasi tutte le religioni di preconcetti negativi verso il femminile, spesso peraltro non distanti dalla realtà (ma selezionati ad hoc in mezzo ai concetti anche positivi del femminile).
Ma non c’è mai stato un sano confronto alla pari.
Tu auspichi all’assenza della necessità di un plusvalore tra “lui” e “lei”. Ma, a meno che non siamo dei super fighi ricchi con lo status e seduttori, il plusvalore ci dovrà sempre essere, in qualche modo.
Non ti so bene spiegare, così su due piedi, il perché, ma è una cosa naturale, e non va presa come negativa, ma come strutturale.
Quello che invece non dovrebbe esserci, e che è giusto combattere, è la presa per il culo, l’esagerazione, l’odio a priori, le leggi discriminanti, la violenza sia fisica che psicologica, l’eccessiva supervalutazione del valore di un genere. Tutto questo no. E’ squallido sia a livello etico che pratico.
“Pagare” sì, soffrire no. Soprattutto senza colpe, o, peggio, per le colpe di altri. E anche rinunciare no.
Carlo
Carlo(Quota) (Replica)
la società non ha interesse a livellare il plusvalore sessuale della donna rispetto all’uomo perché il progresso sociale si è sempre basato sulla competizione tra uomini per ottenere la compagnia femminile. togli questo stimolo a competere e il progresso materiale potrebbe arrestarsi o rallentare.
si potrebbero appianare le differenze di domanda/offerta nel mercato sessuale tra M e F invogliando le donne a fare sesso e a collezionare partner diversi con lo stesso spirito con cui si collezionano vestiti o altri accessori. in questo caso le donne, pur non essendo veramente coinvolte a livello fisico-sessuale dagli uomini quanto avviene a parti invertite (per cause naturali come la penso io e credo che molti siano d’accordo), farebbero sesso qualitativamente e quantitativamente in modo più simile agli uomini e questo è quello che Barnard proponeva, ma non vedo un interesse generale a far sì che questo accada per il motivo che ho sopra elencato.
l’unico esperimento sociale con questo fine potrebbe essere stata la società americana tra la fine dei ’60 e gli anni ’70 ma non ne sono sicuro.
fulvio terzapi(Quota) (Replica)
x carlo: quelli contrari alla prostituzione, di qualsiasi segno e colore politico/ideologico, ti direbbero che il sesso non è un diritto e quindi non ti rimane che l’astinenza. io risponderei dicendo che gli uomini hanno un carico di responsabilità molto maggiore rispetto alle donne e quindi la prostituzione è una forma di compenso a loro elargito in cambio del loro lavoro quotidiano. l’alternativa sarebbe ripartire in modo equilibrato le responsabilità collettive (e questo significherebbe mandare le donne a spalare catrame o a scaricare camion, un genere di compiti da cui sono state esonerate da decadi, mentre tutte e quattro le mie bisnonne si spaccavano la schiena lavorando in campagna, non tanto quanto i miei bisnonni ma in modo più equo rispetto ad oggi). credo che molte donne preferirebbero dedicarsi al mercimonio piuttosto che fare quel genere di lavori spaccaschiena.
ma tu cosa risponderesti?
fulvio terzapi(Quota) (Replica)
Carlo,
Carlo, il discorso sarebbe veramente lunghissimo e potremmo non fermarci più, il che non è possibile…
Due sole considerazioni:
1) Credo nell’agire umano come prassi della trasformabilità del mondo, a differenza tua. O meglio, più che credere, sono “sartrianamente” necessitato a farlo, cosa ben diversa in effetti…Se così non fosse non avrei dato vita a questo progetto culturale e politico. Alternative non ne vedo, per lo meno dal mio punto di vista. Poi ciascuno è libero di stare al mondo come meglio crede, come più gli aggrada o gli procura soddisfazione.
Ammetterai però (e te lo dico in totale amicizia) che quello che stiamo facendo noi come Movimento lascerà un suo segno, magari piccolo, sulla realtà, rispetto alla tua “soluzione” o al tuo percorso individuale, che è assolutamente legittimo, come già detto, ma che non muove di un centimetro la classifica, per dirla in gergo calcisitico. Personalmente, dopo 55 anni di “soluzioni individuali” ho ritenuto che fosse venuto il momento di fare un salto di qualità e di rendere collettivo un percorso di autocoscienza soggettiva;
2) Ho compreso perfettamente tutto quello che hai detto come tu hai compreso quello che voglio dire io.
Una sola cosa: va benissimo tutto quello che hai detto, però non venirmi a parlare di affetto. Perché l’affetto non si compra, né con le P né con le NP.
Scopa, divertiti, ottimizza risorse, spazio, tempo, tutto quello che vuoi, ma non parlarmi di affetto. Dai, su…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
x Fulvio:
il discorso potrebbe complicarsi molto, perché bisognerebbe entrare nel merito della parte maschile e femminile, presenti entrambi, ovviamente in misure diverse, negli uomini e nelle donne.
Per esempio oggigiorno, in occidente, molti uomini non fanno più lavori “da uomini”, non si “spaccano la schiena”, ma magari stanno davanti ad un computer (spaccandosi il cervello ).
Ed anche molte donne, compatibilmente con la loro struttura fisica, hanno ormai comportamenti, decisione, imperturbabilità, ed anche violenza arroganza e voglia di prevaricazione, tipica del maschile.
Sia uomini che donne desidererebbero non lavorare e convincere qualcun altro a farlo per loro.
L’uomo lo fa sottomettendo la donna (vedi le parti più violente e retrograde della Romania, dove la donna si prostituisce in condizioni disumane in tutta Europa per mantenere i vizi del suo superuomo – amandolo pure alla follia) e la donna lo fa giocando sulla voglia di sesso e la debolezza dell’uomo occidentale svirilizzato (vedi italiani, ma non solo).
Le risposte che cerchi sono distribuite in più ambiti, non solo nella lotta tra sessi.
E’ più corretto parlare di persone stronze e persone buone… sempre volendo riassumere in modo estremamente semplicistico.
Gli stronzi maschi riescono maggiormente ad agire nelle società dove il maschio può esercitare violenza fisica.
Le stronze femmine riescono invece a fare danno nelle società dove viene (giustamente) bloccata la violenza fisica maschile, ma non bloccata l’enorme violenza psicologica perversa femminile.
Il fatto di negare un bisogno psicofisico (nel nostro caso il sesso e ciò ad esso collegato) è talmente un concetto palesemente idiota da non essere neanche considerabile verosimilmente partorito da alcun essere vagamente dotato di al massimo un paio di neuroni nel cervello.
Quindi è, ovviamente, una distorsione concettuale atta a favorire un predominio artificiale di un genere. Con l’unico possibile esito di provocare, presto o tardi, una rottura di dimensioni stratosferiche, che porterà in ogni caso a conseguenze negativissime per entrambi i generi.
Le donne dotate di senno cercano senz’altro un “buon partito”.
Poi, tra esse, vi sono le buone, che cercano un partner che le protegge, ma al quale daranno in cambio affetto e (forse) amore, e le stronze, che cercano invece il pollo da spennare, magari godendo della sua sofferenza.
Il “mercimonio”, come lo definisci tu, è ambìto da quelle donne prive delle qualità atte ad essere P, ma che vorrebbero comunque essere mantenute.
Non potendo essere P, quindi non potendo passare da un cazzo all’altro senza rompersi le palle ad escogitare trucchetti e stratagemmi, perché non in grado di fornire le sensazioni di cui un uomo ha bisogno, non possono che focalizzarsi sulla ricerca del pollo.
Basterebbe che i polli non ci fossero o fossero rari. Ma troppi accettano di rimanere in astinenza sessuale, magari rifiutando le P, e cadendo quindi preda delle fighe avvelenate.
Rispondendo alla tua domanda, io direi che non è conveniente ripartire in parti uguali i carichi di lavoro.
La donna, per quanto voglia atteggiarsi ad amazzone, è mediamente non adatta a tediosi turni lavorativi stressanti.
Mentre l’uomo, sempre mediamente, vede il lavoro spesso anche come sfida, e trae soddisfazione mentale nell’affrontare gli ostacoli giornalieri, la donna esce devastata e demolita dalla giornata di lavoro, e si sfoga con tutto l’universo senza ritegno. L’uomo esce stanco, ma, entro certi limiti, fiero e soddisfatto.
E’ una questione più che altro ormonale, oltre che psicologica.
La donna ha bisogno di mille psicoterapeuti, di tanti amici compiacenti, e di tanto affetto laterale, per compensare un lavoro impegnativo e stressante.
L’uomo ha semplicemente bisogno di una birra e una scopata
Quindi perché caricare la donna di un inutile peso che sostiene solo per dimostrare stupidamente alle amiche e alla società che “ce la fa”?
Molte donne, se non fossero influenzate dai luoghi comuni che le vuole forti, belle, imperturbabili, buone, cattive, sensuali ma indisponibili, di carriera e da casa, probabilmente farebbero altre scelte di vita.
Ma non possono. Perché devono “dimostrare”.
Fin da piccole le loro parenti/amiche più grandi, già devastate dall’odio ingiustificato per l’uomo, si dedicano al loro lavaggio del cervello, impegnandosi a creare dei piccoli mostri infelici almeno quanto loro, che odiano a priori i maschi. E quindi DEVONO lottare contro il mondo. Non sanno neanche il perché, ma devono.
Invece la naturalità delle cose, sempre che si mantenga intatta la dualità del genere uomo / donna e le preziose caratteristiche che li differenziano, porterebbe la donna a lavorare meno e condurre una vita più rilassata, e l’uomo a lavorare il giusto, ma senza doversi massacrare per comprare inutili beni di lusso che la società impone (usando come veicolo proprio la donna).
Se entrambi i sessi potessero vivere una vita sufficientemente serena, e non fossero (le donne) istigate all’odio verso l’uomo fin da piccole, allora si potrebbe parlare di sesso sano.
Però a mio parere l’uomo dovrà sempre esibire un certo potenziale attivo, che sia il lavoro, uno status, il mero soldo, la potenza fisica… insomma… qualcosa in grado di conquistare il potenziale statico della donna (bellezza, fisico, sensualità).
La qualità della persona è un’altra cosa. Ma questa porta a rapporti di amicizia, non necessariamente a rapporti di amore e sesso. Bisogna rendersene conto. Non si può pretendere che il sesso sia dovuto con le NP, senza “pagare” nulla.
Certo che neanche le NP possono pretendere di essere “pagate” (in soldi, sofferenze emotive, rinunce…) senza dare nulla in cambio.
L’unico modo per non uscirne matti al giorno d’oggi, se non si hanno le incredibili doti da maschio virile, con status, eccetera, è ricorrere alle donne “con le palle”, ovvero le P. Nel modo che ho ormai ampiamente illustrato nei commenti precedenti.
Le P non fanno un lavoro altezzoso dal quale disprezzano dall’altro al basso l’uomo, e magari non vedono l’ora di comandarlo se si trovano in apposite posizioni di potere.
Semplicemente chiedono all’uomo ciò di cui hanno bisogno, dando in cambio ciò di cui l’uomo ha bisogno.
Le NP hanno tutto da re-imparare.
E’ quasi più probabile che vi sia una parziale riconversione di parte delle P in NP “evolute”, parallelamente ad un estinzione delle NP stantìe.
Ma stiamo fantasticando un po’…
Carlo
Carlo(Quota) (Replica)
Infatti ho specificato che il vostro operato è encomiabile.
Sicuramente chi si sente di agire per il bene (anche) collettivo è giusto che lo faccia, che ci creda, che investa energie in questo.
Se poi si riesce ad essere contemporaneamente equilibrati relativamente al sesso opposto, ma non pirla al punto da farsi circuire, perfetto!
E’ ovvio che voi potrete lasciare un segno, mentre io al limite lo lascerò in me stesso e in quei pochi che mi ascolteranno e saranno in grado di agire in modo similare.
Però anche il mio contributo è importante, perché fornisce uno strumento (chiamiamolo così, come minimo) per liberarsi dalla schiavitù delle NP.
A me fornisce ben altro, ma all’uomo medio fornisce almeno quello.
Per quanto riguarda l’affetto, è vero che quello non si compra. Ed infatti con la P l’affetto me lo conquisto a livello umano. E di solito corrisponde non ad un aumento della tariffa, ma ad un calo o annullamento. Quindi vedi che non l’ho comprato?
E’ difficile da digerire, ma se anche il soldo è solo un tramite, che non compra l’amore e l’affetto, fa comunque da trampolino di lancio; e se, dopo il lancio, te la giochi bene (umanamente) hai anche la possibilità di conquistarti l’affetto e l’amore (non con i soldi), peraltro rimanendo te stesso.
Chi, tanto per andare all’estremo, ci prova in modo sfigato con una cozza NP complessata, non è certo nel trampolino giusto per ottenere amore ed affetto. Anche se non paga (formalmente).
Carlo
Carlo(Quota) (Replica)
x fulvio: ho tentato di inviare il commento per risponderti, ma la prima volta non è arrivato, la seconda mi diceva “commento duplicato”.
Riproverò più tardi…
Carlo(Quota) (Replica)
Carlo,
…..
Era solo finito nello spam.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
@carlo
Scusa, ma invece di perderti per strada con commenti lunghi 6 km. solo per Fabrizio (che ti ha già spiegato come la pensa: NON crede all’affetto tra cliente e prostituta, opinione rispettabilissima), sarebbe magari il caso che rispondessi anche a chi forse crede che dell’affetto possa esserci, e ti ha fatto notare che la realtà NON è fatta oggi solo di “P” ed “NP”. Anche il “mestiere più antico del mondo” oggi è ben diverso da come si praticava negli anni ’30 (case chiuse), o negli anni ’70 (strada o auto), e sono cambiate anche le donne che lo esercitano, aumentano quelle che si prostituiscono occasionalmente (e si va dalla ragazzina che si spoglia davanti alla webcam, alla hostess che lo fa tra un volo e l’altro, alla universitaria che lo fa per comprare la borsa firmata, o andare in vacanza, ecc.)
Ma soprattutto, io ne faccio una questione di ONESTA’ di comportamento.
Gradisco mille volte di più quella che dice: ” ho problemi di denaro, se vuoi sesso sono disposta a farlo, e faccio questo e quest’altro”, che non la stronza furbastra che fa il “tira e molla” con il tizio che può servirle per la carriera o per sistemarsi, o magari si sposa e dopo 1-2 anni (fenomeno in vertiginosa crescita) non lo fa più, e costringe il marito a “rivolgersi altrove”.
Io la chiamo: “generazione Pretty Woman”: dopo il 1990 (data di quel filmaccio) chissà come mai è cresciuto esponenzialmente il numero delle stronze che hanno fatto tesoro della “filosofia” di quel filmaccio: “datela via ma, mi raccomando, solo ad uno con la carta di credito farcita”.
Il punto è che un conto è una che dice chiaramente di essere P, ben altro è avere a che fare con una NP che in realtà è una P mascherata e non lo dice…
Insomma, domanda: è più P la prof universitaria che per vincere il concorso (che magari le frutterà una cattedra da qualche decina di migliaia di euro in più all’anno) la dà a chi può raccomandarla all’uopo, o è più P una poveraccia che, come una taxista con marito disoccupato, ogni tanto arrotonda proponendo questi servizi a qualche cliente?
Ai (non) posteri l’ardua sentenza…
Albert(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi
>>
Stiamo comunque parlando di escamotage, in tutti i casi, perché il sesso come ci piace e come lo vorremmo fare noi (cioè libero, ludico, decondizionato) le donne non ce lo faranno mai fare,
>>
Concordo.
Tiziano(Quota) (Replica)
@Tiziano
E su questo possiamo essere tutti d’accordo, l’optimum non sembra raggiungibile.
Però qui si parlava di prostituzione, e il dibattito è importante.
E allora vi chiedo: è peggio la prostituzione “occasionale”, la classica marchetta, o la prostituzione mascherata, come è quella della furbastra che si sposa il ricco pollastro?
Perché poi la prostituzione peggiore è di chi vende il suo lavoro, le sue idee, ecc., a chi lo paga meglio.
Si prostituisce il servo di partito (qualunque esso sia) e il voltagabbana, uomo o donna che sia, e si prostituisce il/la carrierista che lecca il sederino al capo, fantozzianamente e senza dignità.
A me è capitato di incontrare una donna che occasionalmente si prostituiva perché aveva perso il lavoro, NON accettando di fare cose illegali che le ripugnavano all’interno della sua azienda.
Se fosse stata zitta e buona, e avesse “chiuso un occhio” su certe attività illecite e nocive che i suoi capi svolgevano, avrebbe avuto ancora il lavoro (e magari anche VOI vi sareste ammalati più facilmente di cancro).
Non lo ha fatto, e ha pagato con la perdita del lavoro, minacce, ecc. (c’è un processo in corso, ma intanto lei non lavora, e chissà quando, quanto e se verrà risarcita).
E avendo anche un paio di figli da mantenere da sola, ogni tanto integra i guadagni dei pochi lavoretti che svolge anche in quel modo.
E allora vi chiedo: chi è la vera P?
Chi è più onesta?
La stronza che si “sistema” dandola via ad un ricco pollastro, o quella che fa carriera dandola via al capo, o la poveraccia che ogni tanto vende il corpo, ma non l’anima?
Ma mi sembra che siano situazioni vecchie come il mondo: un certo Gesù Cristo era molto più vicino alle prostitute che non ai farisei che apparivano belli e “irreprensibili” nella società.
Ma questo spiega anche perché sia difficile “generalizzare”: non è che tutte le P pensino solo al denaro e siano delle macchine del sesso incapaci di provare affetto, così come purtroppo ben poche NP sono capaci oggi di provare autentico affetto verso i loro compagni, anche quelle con la fede al dito da chissà quanti anni!
Quindi credo che sicuramente tra P e cliente ci possa essere a volte anche affetto vero, se le due persone hanno forti affinità, bisogna vedere caso per caso.
Albert(Quota) (Replica)
Non essere geloso Ho semplicemente seguito il filo della conversazione fino in fondo. Mi interessava capire come la pensa, visto che, appunto, non crede in qualcosa a cui invece io credo, pur avendo compreso il mio discorso (e io il suo).
Ho concluso che ha avuto esperienze troppo diverse dalle mie per credere all’affetto con le P. Ed inoltre è preso da una sana attività morale che lo porta a deviare da discorsi troppo individualistici.
Il tuo commento ampliava il mio, ed era perfettamente in linea con quello che dicevo. Quindi ho rimandato la risposta.
Per quanto riguarda la terza categoria intermedia che tu descrivi (io le chiamo IBRIDE, ma ci inventeremo una sigla più seria ), ammetto di non aver avuto grandi esperienze.
Forse perché a me piacciono i patti chiari, e da quelli parto, mi rilasso, e rendo al massimo, producendo anche quello stato d’animo “lanciato” che poi mi rende propositivo e sintonizzato con la P di turno.
Una ibrida può essere molto interessante, anche perché potrebbe avere contemporaneamente il fascino di una “timida” NP e la porcaggine di una P.
Ma questo in teoria.
Nella pratica, almeno per quanto riguarda la mia esperienza, nelle ibride ho sempre trovato gran parte dei difetti delle NP, senza peraltro avere tutti i pregi delle P. E il prezzo da pagare era comunque più alto delle P (diciamo un intermedio, sia come costo che come modalità di dilazionamento del pagamento, tra le NP e le P).
Quindi, in sostanza, né carne né pesce. Ma è la mia esperienza. Altri che conosco ne hanno avute di migliori.
Personalmente ottengo molte più soddisfazioni nel tirar fuori il meglio dalle P.
Perché la P è potenzialmente completa. Basta saperne stimolare tutti i lati. (Avviene non tanto spesso, ma avviene).
La NP è sostanzialmente incompleta.
La ibrida è (forse) una persona non compiuta. O magari una potenziale P ma viziata come una NP.
Magari sa quello che vuole, ma non è completa. Potrebbe avere una vita bella lei, ma non chi sta con lei. E non avendo potenzialmente TUTTO, come le P, potrebbe rivelarsi spesso inutile la sua frequentazione. Quando si cercano di toccare certi tasti, si scopre che la pressione del tasto non fa proprio niente Delusione.
Nelle P c’è un’enormità di tasti da trovare e premere. E tutti fanno qualcosa. (Anche di negativo, si intende).
Dunque, in questa tua domanda sostituirei il termine P (che io uso non dispregiativo ma solo per identificare la categoria di donne che chiede soldi esplicitamente invece che implicitamente, ed è in grado di soddisfare l’uomo), con il termine “pezza di merda arrivista”.
Chi la dà per ottenere qualcosa di immeritato fa schifo. Punto.
E’ ovvio che se una donna capisce che può aiutare il marito facendo quel mestiere è molto più apprezzabile di una merda umana che scala i gradini della società dandola via alle persone opportune.
(E poi si sa quanto merda spietata sarà quando sarà arrivata nelle posizioni ambite).
Poi sappiamo bene che di pezzi di merda, uomini e donne, la società è piena.
Ma almeno dobbiamo saperli riconoscere in un attimo.
Quasi nessuna P è veramente una pezza di merda. Anche perché è una selezione naturale: una arrogante piena di sé e vogliosa di fare carriera senza valere un cazzo non può resistere in quel mestiere.
Magari le andrà bene per un po’, ma ne uscirebbe pazza, perché il suo orgoglio in stile “io valgo” non potrebbe reggere i clienti in stile “leccami il culo, puttana pezzente”. Non sono certo tutti come me
Invece una ibrida potrebbe anche avere motivazioni sane, ma, dal punto di vista maschile, non avere i numeri giusti, e la stabilità e consapevolezza mentale giusta, per soddisfarti del tutto in modo sereno.
Uso sempre il condizionale, perché come ho già detto non ho avuto sufficienti esperienze per potermi esprimere.
(Diciamo qualche decina di ibride, contro le migliaia di P).
Però quando provi il massimo con le P, a tutti i livelli, non torni alle incomplete (NP e ibride).
In sostanza, stiamo parlando di due scale: una è la valutazione etica delle donne (che io pongo grossolanamente nella classifica P, poi NP, poi ibride), e l’altra è la loro capacità di far star bene un uomo (classifica: P, ibride, NP).
A titolo informativo, anche le escort di lusso si possono identificare psicologicamente come ibride. Il discorso sarebbe lungo e complesso.
Però, a sentimento, tra un’idiota che dà tutti i soldi al marito che li butta in cazzate, e un’idiota che spende tutti i soldi in orecchini, diamanti, arredamento costoso, vestiti costosi, ecc…, preferisco la idiota del primo tipo.
Sempre idiota è. Ma la prima è mossa da sentimenti (idioti, ma sentimenti), la seconda da superficialità estrema (idiota, senza sentimenti).
Saranno discorsi apparentemente superficiali, ma per stare bene con una donna devi apprezzarla A SENTIMENTO, non razionalmente.
Razionalmente parlando, entrambe alimentano l’economia Una dà i soldi al marito che poi li spende immettendoli sul mercato (comprando macchinone, beni di lusso, e altre cazzate), l’altra li immette direttamente sul mercato (sempre per beni di lusso e cazzate).
Ovvio che ci sono anche P molto meno idiote, e aventi un cuore.
Invece solitamente le meno idiote ma senza cuore si distribuiscono maggiormente tra le NP e le ibride.
Invece le idiote e stupide sono quasi solo presenti tra le NP (insieme alle non idiote ma senza cuore).
Ho un po’ divagato, ma così non pensi più che ti tascuro e dedico km di “carta” solo a Fabrizio
Fammi sapere cosa ne pensi di quello che ho detto delle “ibride”. Magari in questo campo tu hai più esperienza di me.
(Io più che altro tiro fuori dalle P un ATTEGGIAMENTO un po’ ibrido, ma con una base P pura).
Carlo.
Carlo(Quota) (Replica)
Carlo(Quota) (Replica)
Forse intendete che non ce lo faranno mai fare libero, ludico, decondizionato e gratis
Togliendo uno a caso di quei requisiti invece è possibile.
Rinunciando alla libertà… è già più possibile (moglie che ti tiene in pugno, però che non limita il sesso).
Rinunciando alla ludicità… è possibile (vogliosa che vuole che la trapani senza altro godimento più raffinato).
Rinunciando al gratis… è possibile e conveniente 😉
Carlo(Quota) (Replica)
Hai toccato il punto importante relativo al significato di prostituzione. Non è solo fisico, ma anche mentale.
Tutti i dipendenti di un’azienda in qualche modo si prostituiscono mentalmente per servire l’azienda, in cambio di soldi.
E non è sempre considerabile negativo.
Dipende da cosa si dà, dall’eventuale sofferenza nel darlo, e dallo scopo di tutto questo.
Una ragazza smaliziata che non ha grossi problemi nel rapportarsi con uomini sconosciuti, che chiede soldi senza nascondersi dietro un dito, e che magari li usa per mantenere un’intera famiglia nella sua nazione di origine, veramente non riesco a vederla come negativa, sia lei che quello che fa.
Uniamo il fatto che rende possibile un sogno a molti uomini che altrimenti dovrebbero accontentarsi della miseria sia umana che sensuale delle NP, e otteniamo la mia tesi: le P sono la norma (positiva), mentre il resto è un’aberrazione dei rapporti uomo-donna; ovvero esattamente il contrario di quello che la società bigotta sostiene.
Ecco! Ho scoperto chi sono io!
Esatto. Bisogna solo stare attenti a non interpretare atteggiamenti furbi atti a creare dipendenza, fidelizzazione, innamoramenti unilaterali, come affetto.
L’affetto vero si può raggiungere iniziando con la massima onestà comportamentale (cioè: non ti tratto da merda perché NON SEI una merda, non perché faccio il pietoso per ottenere sconti), ma anche con il muro contro qualuque richiesta palesemente furbetta (“mi paghi una ricarica?”, NO; “mi regali quel…”, NO; “mi dài la mancia?”, NO; invece “scusa, se passi dal bar sotto casa mi porteresti una pasta che non ho mangiato, poi te la pago?”, SI’).
Carlo
Carlo(Quota) (Replica)
il sesso libero, ludico, decondizionato e gratis te lo fanno fare se piaci a loro ma non è cosa facile dal momento che l’istinto sessuale femminile è caratterizzato da estrema selettività.
fulvio terzapi(Quota) (Replica)
Sì, ma attenzione a non dimenticare che Cristo non era dalla parte delle prostitute e dei ladroni a prescindere. Dopo averli assolti e compresi, gli diceva: “Ora vai e non peccare più.” Cristo era Cristo, mica Vendola.
Marco Pensante(Quota) (Replica)
@Carlo
Credo sia opportuno evitare di cadere nel solito errore di “assolutizzare” le proprie preferenze ed esperienze.
In altre parole, se a me piace il gelato al cioccolato, non per questo penso che chi preferisce quello alla vaniglia sia un cretino, e tutti debbano preferirlo.
Per tornare a noi, da un lato mi infastidiscono gli “sboroni”, quelli che dicono: “solo gli sfigati devono pagare una donna”, o : “io ho sempre avuto tutte le donne che volevo senza pagarle”, però al tempo stesso gradirei non essere convertito al “puttanesimo”, cioè all’idea che SOLO un rapporto mercenario con una donna possa essere gratificante, perché lo è stato per qualcuno.
Insomma, da che mondo è mondo c’è chi crede nel matrimonio e si sposa, e chi magari ha davvero trovato la donna della sua vita e ci vive benissimo insieme 70 anni (matrimonio o no), così come c’è chi ha avuto varie donne senza pagarle ed è stato contento così ( o magari alla fine ne ha sposata una). Così come c’è chi ha avuto varie esperienze, di un tipo e dell’altro, e chi è contento esclusivamente dei rapporti mercenari come te.
Però credo sarebbe inutile e fuori luogo cercare di “convertire” chi la pensa diversamente.
E’ un po’ il problema del femminismo, a ben vedere. Un conto è ammettere che ci possano essere discriminazioni verso le donne, ben altro è che le femministe vogliano far passare l’idea delirante sempre più diffusa che gli uomini siano TUTTI per natura violenti, discriminatori, o addirittura INFERIORI al genere femminile.
Non mi piace capire e “dare una mano” a qualcuno, per poi vedere che dall’altra parte quel qualcuno mi prende il braccio.
E’ spesso ciò che si nasconde dietro l’arroganza di certe minoranze: non gli basta un rapporto paritario, vogliono PREVARICARE, non concepiscono la parità e il rispetto: per loro ci deve sempre essere uno che domina e l’altro che subisce, e a me questo non piace.
Insomma, qualsiasi dialogo, se vuol essere proficuo, presuppone rispetto e autentica considerazione dell’interlocutore come qualcuno da NON convertire per forza ad una propria preferenza personale.
Ma per tornare a noi, Carlo, mi è obiettivamente difficile poter credere che l’optimum sia pagare per un rapporto di un’ora con una donna, con cronometro e tassametro.
L’optimum semmai è poter liberamente e senza pagare vederla, uscirci e farci l’amore quando si vuole!
Che poi ci siano le femministe, le pazze, le rompiballe, quelle che da fidanzate erano fantastiche, e da sposate sono atroci, quelle che ti esasperano o ti portano via la casa, ecc., ecc., OK, ma ciò non toglie che non puoi buttare via” il bambino con l’acqua sporca”, cioè le difficoltà di un rapporto con una donna con il rifiuto aprioristico di qualsiasi rapporto a favore del solo sesso mercenario.
In definitiva, se oggi la prostituzione si diffonde sempre più, e non conosce crisi, NON è certo perché è l’optimum, ma è perché i rapporti “tradizionali” sono sempre più deludenti, e questo anche (ma non solo) per colpa della deriva femminista oltranzista di molte donne di oggi, quanto meno quanto ad ostilità sempre più accentuata verso il genere maschile.
E però ci sono anche le coppie che funzionano, le donne che si innamorano davvero di un uomo, ecc., e a quello bisognerebbe puntare.
Una parola a proposito delle “ibride” (ma non sono veicoli!), come definisci le donne che si prostituiscono occasionalmente.
Non condivido affatto quel che scrivi, dove riveli di preferire P “full time” disposte a farsi umiliare, insultare, sottomettere in modo violento dai loro clienti.
Forse ti sfugge che quelle costrette ad accettare certe umiliazioni sono proprio le schiavizzate, vittime dei racket, quindi della malavita organizzata.
Io non voglio avere nulla a che fare con papponi e criminali trafficanti di donne, e ovviamente mi guarderei bene dal “contribuire” pagando una poveretta che deve battere per ingrassare un maiale che la sfrutta, e magari le spegne le sigarette addosso se non ha guadagnato abbastanza.
Quindi mi spiace, ma se ti eccita una poveretta che è disposta a subire violenze dai clienti, vuol dire che lo stronzo sei tu, e tanto, per dirla tutta.
Chiariamo bene un punto essenziale: io ODIO chi vuole umiliare o usare la violenza sugli altri, e sarei disposto anche ad ucciderlo.
Quindi, vediamo di chiarire bene il punto: qui stiamo parlando di sesso “normale”, su basi paritarie, non di pervertiti, sadici, frustrati psicopatici, vigliacchi, ecc., che dovrebbero solo cre-pa-re, ti è chiaro?
Chiarito ciò, credo sia chiaro il motivo per cui ho scritto che – se proprio dovessi pagare – preferirei un rapporto esclusivamente con una donna che seleziona bene la persona con cui va.
Sia perché sarei certo che si tratta di una che NON è finita in situazioni di degrado estremo, ma anche perché saprei che quella donna ha anche altri interessi, ha una vita di relazione abbastanza simile alla mia, ecc.
Mi spiace, ma non mi eccita affatto andare con una che è costretta ad allargare le gambe con 20 uomini al giorno, per dirla tutta, credo che con una poveretta in quella situazione sarebbe anche assurdo parlare di “affetto” verso il cliente.
Quella alla fine del giorno vomita, altro che affetto, sarebbe una specie di “lavoro alla catena” del sesso.
Infine un’osservazione su quel che hai scritto a proposito del lavoro nelle aziende.
Forse sei uno statale, o uno che non ha mai lavorato in un’azienda privata, perché mi spiace contraddirti: la maggior parte (90%) delle aziende italiane sono piccole, con al massimo 10-15 addetti, e sono soprattutto su base familiare, dove i rapporti sono assolutamente FIDUCIARI.
Quindi le ruffianerie “fantozziane” che descrivevo avvengono soprattutto nelle grandi e medie aziende, dove esistono gerarchie, livelli intermedi, “carriere” manageriali, ecc., che NON esistono nelle piccole, dove c’è l’imprenditore, i suoi familiari, e persone di loro fiducia (anche operai e apprendisti), con cui ci sono rapporti di amicizia che spesso vanno avanti per anni.
Quindi NON è vero – come scrivi tu – che
“Tutti i dipendenti di un’azienda in qualche modo si prostituiscono mentalmente per servire l’azienda, in cambio di soldi.”
Non è così! Ci sono tantissime aziende in cui le persone AMANO davvero il loro lavoro, e si realizzano con esso, e ho conosciuto imprenditori che lavoravano fino a notte fianco a fianco con l’ultimo operaio, per finire una commessa importante, ed erano tutti contentissimi per avere contribuito insieme a realizzarlo, sia pure con mansioni, ruoli e responsabilità diverse.
Invece mi è difficile pensare avvenga lo stesso in molti carrozzoni statali, o ministeriali, dove ci sono fankazzisti che “lavorano” al massimo 2 ore la settimana, o si fanno timbrare il badge dal collega e vanno ore ed ore al bar, o a fare la spesa (o a puttane!) e poi vengono pagati con le tasse del contribuente, ovvero da quello che lavora fino a notte nella sua officina, e la cui azienda paga ormai il 70% di tasse e spesso deve chiudere.
E ripeto, se penso a come “funzionano” i concorsi universitari truccati (ad esempio), dove passa l’amico del barone, o la sua mignotta, o il raccomandato dal politico, ecc., direi che sarebbe il caso di lasciare finalmente in pace i poveri imprenditori e dipendenti delle aziende italiane, che stanno sempre peggio, purtroppo.
Albert(Quota) (Replica)
>>>
Ma proprio per questo non è possibile… perché, in ogni caso, bisogna rinunciare a qualcosa…
Maschi e femmine son due mondi opposti (e complementari, direbbe qualcuno, anche se per me non è mica così vero…).
Peraltro, resto sempre dell’opinione che già il fatto di dover usare sempre il preservativo (per ovvi motivi) sia di per sé molto limitante.
Tiziano(Quota) (Replica)
Albert
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Però qui si parlava di prostituzione, e il dibattito è importante.
E allora vi chiedo: è peggio la prostituzione “occasionale”, la classica marchetta, o la prostituzione mascherata, come è quella della furbastra che si sposa il ricco pollastro?
>>>
Sì, son d’accordo, ma questo è un altro discorso: perlomeno per il sottoscritto. Resta un dato di fatto: il subordinato è l’uomo (medio), lo si ammetta o no.
Tiziano(Quota) (Replica)
http://violenza-donne.blogspot.it/2002/10/prostitute-in-italia-solo-il-10-e.html
Tiziano(Quota) (Replica)
http://jonathanx.altervista.org/leggenda/ricerche.html
Tiziano(Quota) (Replica)
Al di là delle rispettive e legittime opinioni di ciascuno nel merito (come è normale e giusto che sia), credo che comunque vada riconosciuto a Carlo il merito di avere aperto con intelligenza un dibattito di cui c’era grande necessità, all’insegna di una sana laicità, mi verrebbe da dire, senza veli nè finzioni ipocrite di qualsiasi genere, come del resto siamo abituati a fare da sempre in questo luogo.
Bene così.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
sia donnedifatto che la 27 ora hanno pubblicato di recente piu di un intervento sul tema prostituzione. dev’esserci qualcosa dietro questo rinnovato interesse da parte degli organi di informazione verso l’argomento.
fulvio terzapi(Quota) (Replica)
ho letto la tua opignone sulle donne ,è la condivido in pieno,l’unico appunto per me è il fatto che bisogna usare i preservativi,io ho paura sostanzialmente delle malattie ,poi ho paura di fare sesso orale,se non si è lavata bene ?puoi darmi una risposta su questo,un altra cosa gradirei sapere le caratteristiche degli uomini beta e alfa un pò più approfonditamente,sono nuovo in questo sito grazie per il bello articolo ciao
giorgio(Quota) (Replica)
Prostituta denuncia: le femministe mi hanno sfruttata per odiare gli uomini
……
(Lettere pubblicata da l’Espresso)
Gentile direttore, mi chiamo Ornella, faccio la puttana e sono stufa di essere sfruttata. Non però dai miei clienti, coi quali stipulo volta per volta, con reciproca soddisfazione, un onesto contratto verbale. Né dal mio supposto protettore, poiché lavorando in casa col telefono il numero è reperibile fra i piccoli annunci di un rispettabile quotidiano), non ho bisogno di un macrò che mi protegga dai pericoli della strada. Sono invece stufa di essere sfruttata da tutte quelle persone piene di buone intenzioni che col pretesto di interpretare i nostri bisogni, rivendicare i nostri diritti e salvare l’anima al mondo intero, fanno carriera e soldi divulgando frottole sul mio conto.
Alludo – l’ avrà compreso – al fiume di sciocchezze con cui è stata gonfiata e commentata sulla stampa la ridicola vicenda del filmetto sulla “squillo” Véronique. Alienata, ghettizzata, reificata, vittimizzata, sfruttata: questi sono gli epiteti affibbiatimi da psicologi e giornalisti, antropologi e sociologi, preti e femministe. Autoritari, fallocrati, maschilisti: ecco altri epiteti, riferiti stavolta ai miei clienti dai medesimi “esperti”. Inautentico, mercificato, squallido: altri epiteti ancora, con cui queste zelanti persone definiscono infine il rapporto fra me e la mia clientela. Ma che vorranno dire? Di tutte queste parole non capisco moltissimo. Ma una certa istruzione ce l’ho anch’io, e riflettendo bene credo di aver capito questo: nel loro linguaggio, che pretende d’essere scientifico e obbiettivo, tutte queste parole, pregne come sono di una connotazione dispregiativa, svolgono la stessa funzione dei termini con cui noi e i nostri clienti venivamo bollati una volta dal linguaggio religioso. Equivalgono, cioè, a ingiurie come “donnaccia”, “depravata”, “peccatore” e così via. Insomma non sono altro che nuove sioni di un’antica bigotteria mascherate da concetti psicologici, sociologici e antropologi.
Sfruttata io? Come ho già detto mi sono sentita tale davvero solo quando ho visto che un gruppetto di signore [femministe] filmando furtivamente una giornata di lavoro di quella mia vanitosa e spregiudicata collega francese hanno ottenuto fama, prestigio e danaro offrendo a un battaglione di presunti esperti il pretesto per inondare il paese di saccenti corbellerie. I miei clienti, ai quali mi concedo soltanto fra le 17 e le 20 di ogni giorno, sabato e domenica esclusi, mi assicurano un reddito annuo di circa 70 milioni esentasse. Perché dovrei considerarli degli sfruttatori?
Ghettizzata io? Ma la mia esistenza non si esaurisce nel grazioso bicamere all’ Aventino in cui lavoro. A parte le serate libere, weekend coi veri amici e i grandi viaggi estivi di cui sono fanatica, posso dedicare tutte le mie mattine ad altre occupazioni: un negozietto messo su coi miei risparmi, un po’ di gioco in Borsa e qualche brillante relazione personale. Si dirà che la mia condizione resta segnata da una divisione “schizofrenica” fra il mio inconfessabile lavoro e il resto della mia vita. Ma questa “scissione” non mi sembra affatto un tratto peculiare della condizione puttanesca. Quante persone “per bene” evitano con cura di far conoscere ai propri cari certi umilianti e lacrimevoli aspetti della loro vita pubblica, o viceversa di rendere pubbliche le loro vergogne familiari?
Alienata e reificata io? Se queste parole, come mi è stato spiegato, significano che io, nel mio lavoro. anziché esprimermi e realizzarmi, divento una “cosa” o un “oggetto”, è da visionari applicarle a quelle donne, più o meno giovani e graziose come me che hanno scelto questa attività. Mi permetta innanzitutto di osservare che anche se questo lavoro fosse per noi soltanto un “alienante” fonte di guadagno, tutte noi continueremmo a preferirlo ad altri lavori ugualmente “alienanti’ ma assai meno remunerative, di cui mi esimo dal fare l’elenco. E poi, per dirla tutta, non è per niente vero che io non mi “esprimo” nel mio lavoro. Molti miei clienti mi attribuiscono infatti qualcosa, come un’attitudine speciale, ed io stessa, quando mi chiedo perché ho scelto questa professione, sento confusamente che il denaro non spiega proprio tutto. Non si tratterà anche di un certo talento?
Insomma, io non mi sento affatto una “vittima”, e tanto meno un “carnefice”. Penso piuttosto di essere una donna che una fortunata e sovente invidiata costituzione fisica e psichica ha reso capace di offrire alcune speciali soddisfazioni a una vaste categoria di uomini. Del resto sono proprio queste “doti”, congiunte allo stile al tempo stesso semplice e delicato, riservato e diretto, con cui eseguiamo il nostro lavoro, garantendo ai nostri amici l’assenza di ogni ulteriore strascico o complicazione, ad assicurare quel che a certi “esperti” sembra inspiegabile: il persistente nostro successo in un mondo ormai pieno di donne disposte “anche” a fare un po’ le porche. Beh, con i nostri clienti noi non facciamo “anche” le porche. Facciamo le porche “e basta”. Ecco la piccola ma eccitante “differenza” per la quale siamo ancora così ricercate.
E ora vorrei dire qualche parola in difesa dei miei clienti e sulla natura dei loro rapporti con me. Secondo i non richiesti difensori della mia causa, i miei clienti sarebbero dunque dei disgustosi campioni di maschilismo e di autoritarismo. Posso invece assicurarle che, salvo rare eccezioni che so perfettamente fronteggiare, essi sono di una commovente mitezza, e spesso addirittura di un infantile remissività. Non escludo che in famiglia, con gli amici o sul lavoro essi possano diventare violenti e aggressivi, cioè appunto maschilisti e autoritari. Ma da me si comportano come agnellini: cioè con la misura e la discrezione che dovrebbero caratterizzare tutte quelle relazioni che alcuni chiamano, come ho appreso in questi giorni, “interumane”. Sicché a volte mi chiedo se quel che i miei clienti cercano da me non sia appunto e soprattutto questo: l’innocente miraggio di un’ infanzia serenamente viziosa.
Trovo poi sciocco definire questi rapporti “mercificati”; non sono forse tali tutti i rapporti professionali, compresi quelli di questi saccenti signori coi loro datori di lavoro: la Tv, la stampa, l’Università? Trovo ingiusto sogghignare sul loro lato ridicolo. Un uomo in pedalini che si sciacqua il pisello prima o dopo una scopata è forse più ridicolo di un sociologo che porta la borsa a un ministro? E infine trovo davvero ridicola la pretesa di condannarli perché “inautentici”: Che cosa vi autorizza a credere “inautentico” il desiderio che spinge tanti uomini a cercarmi? La presunta illusorietà del godimento che darò loro? Ma quanti altri godimenti umani non sono ancor più illusori? E più pericolosi? E più funesti?
Un’ultima parola sullo “squallore” di ciò che avverrebbe sul mio letto o nei suoi dintorni. Giorni fa, per meglio impadronirmi di un linguaggio adeguato, al proposito di dire la mia sull’argomento, ho pregato un mio cliente, uno studente, di accompagnarmi a un dibattito sulla “felicità” organizzato da un collettivo di femministe. Che malinconia. M’è venuta una tristezza! Altro che lo squallore delle laconiche scenette che avvengono da me…
Grata dell’ospitalità che mi concede, La saluto, con affetto e ammirazione, la Sua Ornella. Della quale Le piacerà apprendere, spero, che ha una bella chioma rossa, grandi occhi azzurri, una figura più rotondetta che longilinea e tutto il resto a posto.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia,
FANTASTICA.
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Buon giorno a tutti,
devo dire che ho trovato la lettera e il dibattito scaturitone davvero molto interessanti, propendendo alla fine maggiormente verso la tesi di Fabrizio.
Sono uno che a 20 anni a pensarmi a prostitute mi veniva da ridere, mi sembrava la cosa più ridicola del mondo, ma già iniziato ad avvertire i sentori di questo scontro impari tra uomini e donne, ovviamente con la vittoria biologica nelle mani (o tra le cosce), di quest’ultime.
Tuttavia, nelle mie poche relazioni, alcune molto durature, non ho mai dovuto pormi su un piano economico, sfoggiare chissà cosa, pagare chissà cosa, i costi/benefici di ogni relazione sono stati equamente distribuiti di volta in volta all’interno della coppia. Questo per dire che donne non fissate con il portafoglio esistono. Credo anche che se molte donne abbiano tale fissa sia in parte colpa degli uomini, tra i quali c’è sempre qualcuno disposto a pagare, a regalare, a foraggiare.
Anche la descrizione che fa Carlo del mondo femminile volta al benessere economico è corretta e coerente, ma anche la sua visione appare molto materialista, tant’è che nella sua lettera mi ha fatto pensare al cugino“ragioniere” di Carlo Verdone nel film “Un sacco bello”, anche se in quel caso la sua tesi era sostanzialmente opposta: meglio una donna fissa con la quale dividere le spese, che una vita fatta di cazzeggio in solitaria.
Alcune non vogliono essere pagate o comprate, ma alcuni invece pensano che sia l’unica via.
Ho frequentato da spettatore un sito di cam tu cam, nel quale potevi vedere le donne spogliarsi e fare giochi erotici, ognuna con la propria tariffa. C’erano alcune tuttavia, che non richiedevano nessun gettone,
parlavano, un po’ di spogliavano, erano li per puro piacere, nonostante questo i commenti di alcuni puntuali erano del tipo: “quanto vuoi per far vedere la …?” oppure: “dai mettiti nuda, ti do quel che vuoi”…
Sicuramente ciò che accade nel virtuale accade anche nel reale, per cui per quale motivo una donna, già carica di privilegi, dovrebbe rifiutarne altri che le vengono profusi gratuitamente sotto la spinta ormonale?
Tornando al discorso prostitute, ho iniziato a frequentarle da circa un anno e mezzo.
Fidanzato da qualche anno, come spesso accade, la mia lei ad un certo punto ha iniziato a chiudere il rubinetto del sesso. Talvolta umiliandomi con la classica frase: “pensi solo a quello!”, dopo che magari eri appena stato rifiutato dopo due settimane di astinenza.
Ho resistito in questa condizione di frustrazione e castrazione imposta molto a lungo, circa due anni, poi lei mi lasciò e dopo alcuni mesi, mi riprese.
Nel periodo di singletudine subita, mi avvia al mondo della prostituzione, dapprima attraverso i centri massaggi cinesi, poi frequentando le classiche prostitute.
Anche tornando insieme alla mia lei, ho continuato la “mia botta di vita” parallela, mancando con la mia compagna quella complicità sessuale ludica e giocosa di cui parlate.
Spesso mi sono detto che se le donne vivessero con in testa meno paranoie e con maggiore voglia di divertirsi e godere, staremmo davvero molto meglio tutti!
Il mio approccio alle prostitute tuttavia, è tuttora abbastanza deludente, tra quelle meccaniche che ti spediscono via il prima possibile, a quelle davvero scarse. Ci sono stati alcuni esempi di prostitute che mi hanno anche trasmesso qualcosa, non dico una vera e propria passione per quello che facevano, ma divertimento sicuramente si, dolcezza, femminilità. Si è successo,ma in pochi casi.
Una cosa che ad esempio mi ha colpito nella mia esperienza è come cambia il modo di essere della donna a seconda del paese di provenienza: dalle più care e fredde, quasi asettiche le tizie dell’est, al maggior calore e passionalità delle sudamericane. In questa mia personale classifica, le italiane, ironia della sorte, anche tra le prostituite, risultano essere le peggiori sotto il profilo umano.
Persino al telefono, quando le contattavo per avere informazioni, erano le uniche o quasi a dimostrarsi sgarbate, con tono arrogante e scocciato. Come se a priori fossero infastidite dal cliente. Ebbi un solo incontro con una ragazza italiana, consumammo in fretta senza un minimo di passione. Quando le feci notare la sua freddezza mi rispose: “questo per me è solo lavoro”.
Appunto. Anche un lavoro dovrebbe essere fatto con passione e dedizione.
Tant’è che attualmente le italiane le scarto a priori, non perdo tempo nemmeno a chiamarle.
Quelle che mi hanno le sensazioni più intense sono state le cinesi. Sembrano le donne di una volta.
A parte la prostituta cinese che fa prestazioni ben oltre la tariffa, tanto da invogliarmi a lasciare la mancia, alcune donne dei centri massaggi sono davvero incredibili. Non sono prostitute vere e proprie, ma donne, che definire massaggiatrici è eccessivo, che si spingono di regola fino alla masturbazione.
Ma se vai loro a genio, si spingono anche oltre, senza aggiunta di denaro.
Tornando all’argomento generico, ogni volta che ho frequentato una prostituta ho provato quel senso di sconfitta di cui parlava anche Fabrizio, soprattutto se la tizia in questione non era nemmeno bella e gentile. Mi domandavo perché mi toccava pagare una donna, che rapportata al mondo maschile era anche meno attraente di me. Mi domandavo perché non potesse esistere un rapporto paritario, perché toccasse a me pagare e non a lei, per dire.
Quindi anche io sono convinto che alla fine il discorso di Carlo sia solo un orientarsi verso il male minore, per la serie: pagare devo pagare, meglio spendere meno e ottenere subito quello che voglio.
Anche a me questo tipo di ragionamento non è mai riuscito a soddisfarmi pienamente, mi ha sempre lasciato con un senso di irrisolto e soprattutto con un senso di ingiustizia subita.
andrea(Quota) (Replica)
Non so se ha senso pubblicare un commento nel 2014. Ho letto con interesse l’articolo di Carlo…veramente eccezionale nella prima parte…incredibilmente penoso nella seconda quando si va nei pro e contro delle P e delle NP.
Come una volta si faceva, ma ha sverginata una P nell’allora Cecoslovacchia. Forse quello è un marchio, perché dall’ora è diventata una via di fuga tanto da costituire per certi momenti una vita parallela.
Dal punto di vista sessuale sono fortunatissimo con le NP, devo essere sincero, nel 90% delle relazioni sempre appagamento reciproco…eppure non bastava… Ho trovato una fidanzata bellissima di cui sono anche innamorato e neanche questo basta. La crisi economica mi ferma, a volte il pensiero di risparmiare per la famiglia (futuribile) ma a volte nulla serve. Forse quel marchio a 19 anni è indelebile..e forse per chi è marchiato è come dice Carlo…(la via maestra) ma se qualcuno legge e non è “marchiato” invito caldamente a non farlo …
Carlo LAter Ego(Quota) (Replica)
Ritorno su questo argomento, perchè su questo articolo ,
http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/vado-smignotto-torno-molte-italiane-fanno-prendolari-italia-77008.htm
ho scritto questo commento …
caro xxxxx ,molto probabilmente fai riscontro al programma di ieri sera di presa Diretta, che io ho visto pochissimo in streaming (mi si fermava il video) ma ho letto i commenti di gran parte di facebook , a parte di gettare fango sugli uomini “tutti”(non mancava il solito “mi vergogno di essere nato uomo” ,”meglio restare sole” ecc ecc) erano di condanna,giustificata quando si parla di minorenni magari costrette in paesi di assoluta povertà , ma hanno parlato anche di Austria e appunto svizzera ,questa qui non mi sembra una vittima del patriarcato, ma poi scusate , lasciando stare appunto le minorenni sfruttate , io che domani vado in fabbrica ,non uso il mio corpo per lavorare ? Questa qui lavora con una parte del corpo che è diversa dalla mia ,ma io credo che si tratti sempre di lavoro e quindi va “regolamentato” e come ogni lavoro ,ha i suoi pro e contro ,ho letto che xxxxx ( su MDM) si lamentava che le universitarie prendono 800 euro al mese e mentre queste fanno il botto ,ed allora? Anche i calciatori (Vieri ad esempio aveva appena la 3 media) prendono una botta di soldi e magari sono stupidi come capre ….
Non sono mancati i commenti di replica da misandriche incallite
Questo un insigne commento a fronte del tema trattato l’altra sera, su Presa Diretta. Peccato che la prostituzione sia autonegazione, e certi uomini di merda vogliono proprio quello dalle donne. Peccato che in una dinamica prostitutiva non si fa altro che rafforzare la condizione di dominio sessuale che il cliente esercita sulla donna, comprandone il corpo e quindi potendo disporne liberamente, cementificando un rapporto basato su squilibrio di potere. C’è tanta gente che ancora non ha capito che la prostituzione radicalizza l’atteggiamento misogino per eccellenza, che si costituisce attraverso lo svilimento sessuale della donna, che viene acquistata e quindi usata come proprietà di cui ci si sente totali padroni. A certi stronzi piace avere libero accesso al corpo femminile, senza avere il timore o l’umiliazione (e ve la meritereste) di avere un rifiuto come risposta a qualcosa che percepite come vostro diritto, comprare “la figa”. A certe merde piace perché le donne in questione non possono dire di no, perché devono guadagnare o in alternativa sono in condizioni di disagio tali (anche psichici) che la ricerca del proprio auto svilimento si configura come una specie di reiterazione di violenze subite. Non godono e non provano orgasmi, ma a sti uomini di merda non importa se stanno consumando una persona che fondamentalmente li disprezza. E’ la violenza che li fa sentire forti, e per questo vanno tacciati come criminali bastardi, eccheccazzo. Io continuo a sentirli definire “clienti”, come se fossero innocenti soggetti che “vogliono un po’ di figa, ed è naturale e giusto che la società permetta di fornirgliela”. Il meccanismo che si innesta e’ la presa di posizione di potere da parte del maschio che ama umiliare la donna, reificarla e ridurla a qualcosa di cui non importa nemmeno se ha goduto durante il rapporto. Non è sesso, e’ STUPRO. un rapporto sessuale lo condividi consenzientemente con persone che provano un minimo di interesse nei tuoi confronti, almeno sufficiente per provare piacere sessuale. A loro non piace accettare questa verità se no si ammoscia, e dunque vogliono credere che a ste donne piaccia tutto questo. Sti merdoni amano privare la donna di ogni diritto, compreso quello di provare piacere, perché sanno benissimo che le donne prostituite li disprezzano (oppure non lo sanno o non vogliono accettarlo), ma a loro non frega nulla. Anzi, li eccita di più, perché le comprano facendole diventare proprietà loro e non c’è nulla che li gratifichi maggiormente che avere una donna alla propria merce’ sessuale. Siete talmente schifosi che una donna normale non ve la darebbe mai, e dunque optate per la legalizzazione del diritto ad averne a pagamento una per poter far sesso, comprandola. Perché non potete rapportarvi a lei in altro modo
altri commenti …
Certo, come no! Le prostitute usano una parte del corpo per lavorare: la medesima che usa lui per ragionare.
La cosa che più mi schifa di sta gente, oltre il resto, e’ che credono veramente che le donne che vengono abusate stiano bene. Le chiamano “troie” disprezzandole perché succhiano i soldi dal loro portafogli, perché si sa, sono ste donne cattive munite di ferormoni demoniaci ad attirare i piccoli peni di questi conigli, che poveretti, sotto questo nefasto incantesimo, non possono che pagare e comprare! Poi la colpa la affibbiano a queste persone che chissà quante violenze (e per quanto tempo) han subito in vita loro.
Ma loro nn si fanno trapanare ripetutamente il buco del culo in fabbrica!
(E scusa il francesismo)
Inoltre in fabbrica i dipendenti sn rispettati, invece nella prostituzione tutti sappiamo benissimo il genere di rispetto che gli uomini nutrono xqste donne, che spesso e volentieri sn vittime d violenza e di ingiurie.
Tutti liberisti sulla prostituzione, col corpo degli altri
il discorso che fa questo tizio è semplicemente delirante. Significa che non ha mai conosciuto il lavoro in fabbrica, e anche sulle sue…”conoscenze” di altra “manodopera” ho dei seri dubbi. Mi sembrano le cazzate dei tredicenni davanti a Youporn
Credo che le compagnie femminili che lui frequenti siano le sorelle di Super Pippo. Hai voglia!
Ho capito chi è! L’orco buzzicone che va sempre lamentandosi che, essendo brutto e povero, le donne non se lo filano, perchè sono tutte egoiste e superficiali. Invece è cosa nota che agli uomini piacciono le racchie, no? Quindi lui, poraccio, non trovando altro, deve giustificare l’esistenza della prostituzione, vista come un’attività uguale a tante altre.Lui perchè non la pratica? Buchi ne ha, usasse quelli: di gente col gusto dell’orrido ce n’è.
A me sembra Mastro Lindo con la maglia rossa….
Di tutti quelli che mi da più fastidio è quella che non conosco il lavoro in fabbrica , posso solo dirle che è da 18 anni che faccio avanti e indietro a sollevare sbarre ,per il segaiolo ,cesso e sfigato ,ormai non ci faccio più caso
Mauro Recher(Quota) (Replica)
26 anni di sesso per un miserabile miliardino?
Pensate davvero che mi sarei concessa per un pugno di dollari?
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http://www.lastampa.it/2015/01/08/esteri/ex-moglie-di-un-magnate-del-petrolio-rifiuta-assegno-di-divorzio-da-un-miliardo-di-dollari-5ReFRtz7XCH6K0mNJgRsyL/pagina.html
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La “buona” prostituzione.
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RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
Rino DV,
Poverina era cosi innamorata
mauro recher(Quota) (Replica)
Detto in due righe, visto che ormai quasi tutte le donne cercano l’uomo con i soldi, tanto vale andare a troie: maggiore soddisfazione sessuale e (paradossalmente) minori spese.
Date a una prostituta (specie se cinese) il doppio di quello che vi chiede, e vi tratterà istantaneamente come se foste il suo innamorato. (Del resto, per lo stesso principio, anche una donna non prostituta mostrerà maggiore affetto e attaccamento all’uomo che le fa più regali).
Tuttavia non è detto che la donna non s’innamori. Ci sono donne che per amore s’ammazzano. L’amore puro, però, è certamente raro.
Meno rara la spontanea attrazione sessuale. Due ragazzi di vent’anni possono andare a letto anche per puro desiderio, “come colombe dal disio chiamate”. A trenta o a quaranta e oltre prevalgono i soldi.
Ciò detto, io mi sono sciaguratamente sposato. Preferisco non quantificare quanto mi costa, indirettamente, ogni scopata (infinitamente più monotona e mediocre) con mia moglie rispetto a quelle che mi sarei potuto fare con le professioniste. Vero è però che l’uomo ha l’incoercibile bisogno di crearsi una stabilità, una quotidianità, una “normalità”, una dipendenza affettiva che rievochi quella nei confronti della madre (e infatti anche la mia compianta madre era, brutto a dirsi, una pazza frustrata paranoica rompicoglioni). L’uomo solo è un uomo perduto. Tornare d’inverno in una casa gelida in cui nessuno ti aspetta è davvero triste. E, più banalmente, l’uomo ha anche bisogno di una che faccia i lavori di casa e si occupi delle cose pratiche (io non faccio un cazzo dalla mattina alla sera) eccetera.
Che tristezza infinita.
Uomo Beta(Quota) (Replica)
Questi commenti mi inducono ad esternare per la prima volta la mia opinione sul rapporto esistente tra ciò che a molti (tra cui il sottoscritto) è stato insegnato sulle DD sin da bambino e su ciò che esse manifestano essere (vuoi per natura vuoi per cultura, lo lascio da parte) in questa stagione storica.
Bene: non solo non ci è stato insegnato nulla, ma peggio. Ci sono state presentate in modo assolutamente mistificatorio, falso e manipolatorio. Ci sono state descritte sostanzialmente a rovescio di come sono.
E’ però sempre esistita una quota di uomini che, per educazione (anomala) o personale intuizione, hanno colto fin da adolescenti la verità ed hanno almeno tentato di comportarsi di conseguenza. Non devono essere molti. Ma ci sono. Beati loro.
Rino DV(Quota) (Replica)
“Ecco, lei si divertiva a giocare con me, un uomo solo, mentre lei se la spassa tutti i giorni e può sceggliere con chi andare a tutte le ore.”
Se posso darti un consiglio, non prendere per oro colato quanto ti viene detto in materia di sesso da uomini e donne. Nella grande maggioranza dei casi mentono.
“E’ però sempre esistita una quota di uomini che, per educazione (anomala) o personale intuizione, hanno colto fin da adolescenti la verità ed hanno almeno tentato di comportarsi di conseguenza. Non devono essere molti. Ma ci sono. Beati loro.”
Non lo escludo, ma sono mosche bianche. Escluderei la personale intuizione a quella età e riterrei possibile una simile eventualità solo grazie a una guida maschile di alto livello intellettuale, penso a un fratello o a un padre per esempio. Ma generalmente l’uomo, anche adulto e altamente istruito, brancola nel buio quando si tratta di parlare di donne. Sono conoscenze che si maturano sul campo dopo anni e anni di “apprendistato”. E soprattutto in queste lande, dove la relazione intima tra uomini e donne è ridotta a pochi casi durante un’intera esistenza, viene a mancare l’esperienza diretta, abbondante, che ti offre materia di riflessione, che, se si è in grado di analizzare con finezza, può avvicinarti alla “verità”.
Persino i grandi autori del passato e del presente, salvo eccezioni, in grado di sbalordirci parlando e scrivendo sui massimi sistemi, colpiscono per la loro ingenuità quando trattano il tema, oscillando di solito dalla misoginia al romanticismo d’accatto, tipico delle canzonette nostrane.
Alessandro(Quota) (Replica)
Alessandro, concordo.
Aliquis(Quota) (Replica)
Alessandro
>>>>>>>>
Escluderei la personale intuizione a quella età e riterrei possibile una simile eventualità solo grazie a una guida maschile di alto livello intellettuale, penso a un fratello o a un padre per esempio.
>>>>>>>>
Non escludere la personale intuizione.
Benché si tratti di casi rarissimi, esistono anche uomini che fin da adolescenti hanno colto la verità e senza aver avuto alcuna guida maschile di alto livello.
Non mi riferisco a intellettuali famosi, del passato o del presente, ma a uomini comuni, sconosciuti alla massa, che non fanno notizia né mai la faranno.
Sandro Desantis(Quota) (Replica)
Alessandro,
>>
Persino i grandi autori del passato e del presente, salvo eccezioni, in grado di sbalordirci parlando e scrivendo sui massimi sistemi, colpiscono per la loro ingenuità quando trattano il tema, oscillando di solito dalla misoginia al romanticismo d’accatto
>>
Concordo pienamente.
Gli uni e gli altri hanno deformato e stravolto la D, sia pure in direzioni opposte. Tuttavia il risultato converge: un depistaggio.
L’istruzione sulle DD da me ricevuta ha peraltro avuto come fonte solo i “romantici”. I misogini li ho incontrati solo più avanti, sui libri “proibiti”, ma la loro posizione pregiudizialmente negativa sulle DD ha azzerato ai miei occhi anche il valore delle loro affermazioni veritiere.
Ovviamente non avrei fatto riferimento alla mia esperienza personale:
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1- se non avessi letto in questi anni un sacco di confessioni di UU sul tema, di cui una buona parte dello stesso tenore della mia
2- se non avessi visto lo stupefacente spettacolo di milioni di separati (con figli o senza) cadere dalle nuvole nel vedere i comportamenti delle loro ex.
3- se non avessi avuto sotto gli occhi numerosissimi casi di “recidivi” nell’errore.
Ne deduco che il mio passato strabismo non era e non è unico. Al contrario. E quel che dici tu lo conferma.
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Le mie intuizioni infantili/adolescenziali sul mondo femminile reale si limitano a pochissimi tratti del carattere delle DD e del rapporto con loro.
Una delle poche cose che intuii è che, con la nascita del primo figlio, il marito diventa un fastidio insopportabile e non vale più nulla. L’unico valore che resta è il suo reddito.
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Per il resto buio quasi completo. Il fatto che i grandi del passato ci abbiamo insegnato come girano i pianeti ma non come funzionino le cose tra UU e DD ha contribuito (insieme ad altro) a rimpicciolirli assai, ai miei occhi.
Né dalla celebrazione ipertrofica né dalle invettive cariche di rancore si può apprendere alcunché.
Perché entrambe sono moneta falsa.
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Gli intuitivi però esistono. Beati loro.
Rino DV(Quota) (Replica)
E chi l’ha detto , che le donne, il sesso come piace a noi uomini non ce lo faranno mai fare?
Sono stata convivente con un uomo per più di 5 anni, ero davvero innamorata..Ho lasciato la mia famiglia per lui. Condividevamo tutto, era un rapporto prima di amicizia, ci conoscevamo da anni, poi ci siamo innamorati o almeno così credevo.
Ricordo che per i primi 2/3 anni del nostro rapporto abbiamo fatto l’amore quasi ogni sera, e in vacanza anche di più e vi giuro l’abbiamo fatto in ogni modo, in tutti….insomma avete capito..Eravamo affettuosi a letto, ci scambiavamo confidenze anche erotiche e perché no, non avevamo segreti, almeno credevo io. Poi però mi sono accorta che frequentava anche P. Perché a suo dire la solita minestra stanca…..Ora preferisco star sola.
Lascio a voi i commenti..
Sara(Quota) (Replica)