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Se permettete, rimetto il dito nella piaga di Amfortas.
Il luogo in cui più evidente è la compressione del maschile ed anche quello in cui ne avviene la presa di coscienza, è quello della separazione della coppia quando ci sono i figli.
Nonostante una legge, frutto di un decennio di lotte e dell’infaticabile lavoro di Marino Maglietta, promulgata oltre sette anni fa e che rispondeva alle mutate esigenze di una società nella quale, per necessità, anche la donna lavora e contribuisce con la sua paga al bilancio familiare, i figli vengono di fatto, nella stragrande maggioranza dei casi, affidati solo alla madre e il padre viene gravato solo degli oneri economici ma viene estromesso dai compiti educativi e vengono compromesse le sue relazioni affettive con i figli.
Ora a contrastare l’applicazione di una legge che favorisce sia i padri nella relazione con i figli, sia le madri che lavorano e che vedrebbero la possibilità di dimezzare l’impegno di cura per i figli, sono sì i giudici, che strutturalmente sono restii a recepire le trasformazioni sociali e le innovazioni legislative, sono sì gli avvocati, che temono di vedere ridotto il loro lavoro da una legge che va ad abbattere il contenzioso, sono sì gli psicologi, che fanno le perizie per i tribunali e che come gli avvocati lavorano grazie al contenzioso, ma sono le associazioni politiche, nelle loro varie diramazioni, accomunate dal principio che i figli seguono la mamma così come i vitelli seguono la vacca e non il toro, a fornire l’appoggio ideologico al boicottaggio degli operatori del diritto.
Quelle associazioni, alcune delle quali storiche, altre nate con lo scopo di contrastare l’affido condiviso, fanno tutte riferimento alla storia, alla tradizione e ai partiti della sinistra e poggiano il loro operare politico su formulazioni che richiamano il femminismo, quello novecentesco ed europeo.
In sintesi, a contrastare una separazione equilibrata, che non schiacci l’uomo alla sola dimensione di fornitore di denaro e che permetta alla donna di conciliare dignitosamente lavoro e cura domestica e a non tener conto che, a differenza degli anni ’50 del XX sec, oggi bisogna che entrambi i genitori lavorino e portino reddito, è la sinistra.
Eppure queste organizzazioni che sono legate ad una visione antiquata della donna come l’unica in grado e in diritto di curare i figli, si richiamano al femminismo che, se sbaglio correggetemi, si propone di parificare la condizione sociale della donna a quella dell’uomo.
E’ vero che la realtà è complessa e che, come diceva mi pare Gramsci, la moneta ha tre facce, ma c’è qualcosa che ancora non capisco.
11 Commenti
Non credo solo la sinistra , leggete questo articolo apparso sul corriere della sera
https://www.facebook.com/senonoraquandofanpage/posts/589317757772747
Mauro Recher(Quota) (Replica)
Mauro Recher,
Credo che il commento più adatto al post che hai segnalato lo abbia fatto, su facebook, Fabriziaccio.
Vale la pena riportarlo:
….
Alice per capire “Se non ora quando”, devi mettere da parte logica e dignità, e prendere un grosso, ma veramente grosso nargile. Ti spiego io, un paio di tirate…ecco, sono pronto. In pratica quello che dice l’articolo è che siccome le donne hanno “fantasticamente” lasciato il dominio familiare, i fanciulli e fanciulle vengono deviati dall’educazione manesca del padre che non c’è. Chiaro, no? Un padre che ha ereditato questa educazione del “punisci , mena e limita” da un altro padre che non c’era neanche prima. Un attimino…un altra tiratina…..ahhh, eccoci. Quindi a questi ragazzi senza limiti, che ondeggiano tra bulllismo e prostituzione mancano i limiti e le sane indicazioni dei padri che quando sono presenti tendono a limitare i figli, sbagliando ovviamente…. Ventitreesima “tirata”…ahhh. Oddio che sballo, vedo la luce, Laura Laura…vengo…Presidentessa vengo!
…
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
giovanni carducci(Quota) (Replica)
“Se non ora quando” è comunque roba di sx. Io concordo con l’articolo. Mentre da parte della dx(per quel che valgono oggi queste classificazioni) esiste una terribile e colpevole sottovalutazione del problema paterno in tutte le sue sfaccettature per la nota insipienza di quella parte politica, da parte della Sx l’attacco ai padri è voluto, è scientifico e programmato. Il motivo è evidente. La sx (quella che c’è) è schiacciata interamente sul femminismo. Fra le sue ossessioni ci sono il patriarcato e l’oppressione maschile e paterna, mentre fra i suoi miti c’è una società pacificata sotto il segno del femminile. Quindi, quando il padre c’è sbaglia perchè è oppressivo oppure perchè troppo accomodante, se non c’è sbaglia ugualmente perchè dovrebbe esserci. Ma come dovrebbe esserci? In realtà neanche loro lo sanno. Intuiscono che il modello materno non basta, ma odiano troppo quello paterno. Sono in confusione e inducono in confusione anche i padri che li ascoltano.
armando
armando(Quota) (Replica)
A proposito di società “pacificata” nel femminile (vedi post di Armando) sto leggendo “Le furie di Hitler”, libro pubblicato recentemente da una donna, una storica : tutte e due le metà della popolazione tedesca, la metà maschile ma anche la metà femminile, hanno contribuito a “pacificare” i territori occupati con stermini di massa, assassinii ad personam, riduzione in schiavitù degli “untermenschen” e razzie e violenze di ogni genere (c’è pacificazione e pacificazione). Le giovani donne tedesche a centinaia di migliaia si distinsero per la partecipazione convinta al nazismo e la straordinaria efficienza e ferocia in cui la loro partecipazione si manifestò. Nulla di meno della ferocia criminale espressa dai maschi. Nel dopoguerra il ruolo delle donne tedesche a supporto del nazismo fu oggetto di una consapevole sistematica rimozione, e il femminismo riuscì a farle passare per vittime del regime e vittime della guerra. Fu così costruita e imposta l’immagine delle donne innocenti e delle “donne dei bombardamenti”, che avrebbero ricostruito dalle macerie, con il cuore puro da storiche colpe e le loro mani nude, le città tedesche distrutte invece dai maschi. Dai documenti storici risulta la totale falsità di questa ricostruzione.
Vi ragguaglierò, e penso anche a puntate, sul contenuto di questo libro (andate a comprarlo!) che spazza via la ricostruzione femminista,(l’ennesima “nuvola” aristofanesca), della non partecipazione al regime delle donne tedesche durante il nazismo. Il libro documenta che milioni di donne contribuirono a reggere a tutti i livelli di responsabilità la macchina politico-organizzativa del nazismo che potè così raggiungere i suoi obiettivi di potenza grazie al loro indispensabile contributo, e trassero da questa partecipazione vantaggi di ogni genere, tanto che il periodo del nazismo trionfante è nei loro ricordi un periodo straordinariamente felice e di grandi opportunità di “emancipazione”( a quanto pare c’è emancipazione ed emancipazione).
Non è la nuvola di Fantozzi, quella che insegue parte assai cospicua degli ex “Marx-Lenin-Stalin-Maotsetung”, ormai orfani infantilmente incarogniti dalla delusione di cotanti padri, bensì le nuvole aristofanesche di farsesche incredibili palle.
Ripeto la nuova coscienza femminile e di conseguenza maschile con la relativa visione del mondo,è un’unica piece teatrale a carattere comico.Un gigantesca nuvola di paradossali fesserie ascoltate e professate con compunta convizione dai maschi.
cesare(Quota) (Replica)
Cesare:” Ripeto la nuova coscienza femminile e di conseguenza maschile con la relativa visione del mondo,è un’unica piece teatrale a carattere comico.Un gigantesca nuvola di paradossali fesserie ascoltate e professate con compunta convizione dai maschi.”
In poche righe Cesare sintetizza lo stato attuale del maschile: penoso. “La nuova coscienza femminile, E DI CONSEGUENZA MASCHILE……” Dunque chi determina oggi la coscienza maschile sono le donne, e purtroppo è vero.
“fesserie ascoltate e professate con compunta convinzione dai maschi” Vedi sopra, come se gli uomini fossero ormai incapaci di visione autonoma, ed anche questo, purtroppo, è vero.
armando
armando(Quota) (Replica)
armando,
E’ drammaticamente così…una sorta di desertificazione psichica…il problema è che non è neanche percepita…è come se noi avessimo delle lenti particolari che consentono di vedere dove altri non vedono…sarebbe materia per una ricerca. Perchè noi “vediamo” e gli altri non “vedono”?…Ci siamo dati tante spiegazioni logiche, tutte giuste. Ma il mistero rimane…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi,
Secondo me perche`per un motivo o per un altro siamo arrivati a saturazione…
cesare,
Grande, appena tornato e sei gia`in gran forma…
Un unico appunto: magari sono troppo giovani, ma magari anche io Marx, Lenin…incarognito…ecco. Incarognito tanto…
Pappagallus sibiricus(Quota) (Replica)
Incarognito anch’io come te ma insieme a te e a tanti non torno a fantasticare l’utero materno come utopia del futuro e fonte e bocca della verità. Insomma se Marx,Lenin, Stalin, Maotsetung, sonopadri e maschi che impongono una riflessione critica ardua e faticosa, una dura virile riflessione che accetta la sfida del principio di realtà e della legge di non contraddizione, non per questo mi genufletto alle “rivelazioni” consolatorie dei dialoghi della vagina.Senza l’educazione istintuale e sentimentale dei padri, i maschi diventano eunuchi psichici avvolti dalla nostalgia dell’amore materno di cui ne frignano il ritorno. Maschi falliti e donne impossibili si liberano angosciati di ogni simboliosmo maschile e paterno e si tolgono i pantaloni speranzosi di poter essere riaccolti sulle ginocchia della mamma. Questi maschi sono maschi perduti a se stessi e agli altri; una compagnia pronta a mentire su tutto e ad accettare qualunque menzogna femminile.Direi strutture psichiche artificiose e sostanzialmente psicotiche.
cesare(Quota) (Replica)
Grande Cesare!
Pappagallus, ti rassicuro. Cesare, anzi, Cesarone, è un amico, di più, un “amicone” e non “sputerebbe” mai tanto per il gusto di farlo su Marx o Lenin (e tanto meno su Hegel), uno degli sport più in voga praticato dagli “intellettuali di sinistra” -chiedo scusa – di regime (a stipendio più consulenze e comparsate televisive) i quali hanno preso Smith, Ricardo, Hume, Locke, Nietzsche, Heidegger, più i neopositivisti e i cosiddetti “debolisti”, li hanno messi tutti in un bel frullatore, hanno fatto un bel minestrone e poi sono venuti a spiegarci che la storia è finita, che il capitalismo e la natura sono la stessa cosa e che non c’è più speranza per l’umanità se non nella tecnica (concepita come speranza e condanna allo stesso tempo, come spiegano Severino e soprattutto Galimberti, guarda caso sulle pagine della Repubblica e del Corriere della Sera…), di fatto sovrapposta al capitalismo, alla quale bisogna consegnarsi (e arrendersi).
Per non parlare poi di Cacciari. Va bè, lasciamo perdere perché se Severino, al di là delle sue posizioni, è sicuramente un pensatore di altissimo livello, Cacciari (che certo non è un fesso, sia chiaro) è ormai “ridotto” ad una star della televisione.
Galimberti prova a balbettare qualcosa ma la sua resa al capitale e alla tecnica (alla tecnica e al capitale..), come per gli altri, è totale e assoluta. Alla luce di tutto ciò, si capisce bene perché oggi negli atenei italiani, come ricorda spesso il filosofo Costanzo Preve, lo sport più in voga sia appunto quello di sputare su Marx e su Hegel. Anche i francofortesi e in particolare Adorno non se la passano tanto bene ma essendo il loro pensiero considerato un po’ (molto) meno “forte” dei primi due, vengono in parte sottratti alla furia distruttrice neorelativista e nichilista (e capitalista “liquida”…).
Quindi, tranquillo, Pappagallus, Cesarone è un “personaggio” assai particolare (mi sento di dire come noi, del resto), con un percorso politico, filosofico e soprattutto umano e spirituale alle spalle (sempre come noi…) in parte simile e in parte diverso (a volte molto..) dal nostro, ma non è uno che sputa gratuitamente su “Marx” (inteso in questo caso non solo come Marx pensiero ma in un significato più ampio…).
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Perchè questa c.d. sinistar è anche serva del potere dominante.
Penso che se ci fosse un giorno una sinistra che si occupasse anche di “emancipazione maschile”,bè, le si potrebbe riconoscere il primo vagito rivoluzionario.
Arturo(Quota) (Replica)