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La TV americana PBS si scusa per il filmato propagandistico contro la PAS
“APA non ha una posizione ufficiale sulla PAS”.
Dopo la messa in onda del documentario, avvenuta nel 2005, la rete televisiva ha ricevuto migliaia di messaggi di protesta.
La residua credibilità del filmato ha ricevuto il colpo finale quando è stato reso noto che una delle donne presentate in TV come “madre coraggio” era stata riconosciuta colpevole di svariati abusi sui bambini da un Tribunale dei Minori della California. Si è scoperto così che mentre il documentario dipingeva questa madre come la povera vittima di una persecuzione legale promossa dall’ex marito, la verità era che il Tribunale dei Minori aveva trasferito l’affido della figlia al padre per proteggere la minore dal pericolo accertato rappresentato proprio dalla madre.
M. Getler, il funzionario della rete PBS incaricato del ruolo di Ombudsmen (cioè di “garante” della correttezza dell’informazione), dopo un’accurata indagine sul documentario ha concluso che:
“si è trattato di un programma propagandistico […] Sono stati ignorati i punti di vista opposti. C’è stata una totale mancanza di alcune delle più basilari norme del giornalismo […] Questo programma manca totalmente di bilanciamento ed è andato troppo oltre diventando, secondo me, più propaganda [“advocacy”] o presentazione di un punto di vista”
[“come across as a one-sided advocacy program. […] there was no recognition of opposing views on the program. There was a complete absence of some of the fundamental journalistic conventions […] …I thought this particular program had almost no balance, and went too far, turning it, at least in my mind, into more of an advocacy, or point-of-view presentation.”]
Fonti:
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