- Views 0
- Likes 0
Il quotidiano Libero del 19 ottobre 2011, riporta questa notizia: E’ stata licenziata per furto Garazatua Bolognesi, la cassiera peruviana dell’Esselunga che, tre anni fa, aveva denunciato la catena di supermercati per mobbing. Nell’ottobre 2008 la cassiera era stata colta sul fatto mentre rubava del materiale elettrico (diversi pacchetti di pile) dagli scaffali nel negozio dove lavorava. Eppure allora era nato un vero e proprio caso : la Bolognesi aveva denunciato i metodi dell’azienda, parlando di una «pausa bagno» negata che l’aveva portata a fare pipì sulla sedia della cassa. Aggiunse poi di essere stata aggredita da quattro colleghi come ritorsione. Subito avevano sostenuto la causa della donna i principali organi di stampa del centro-sinistra, dal Manifesto a L’Unità fino a La Repubblica. Anche il Corriere aveva preso le difese della donna, condannando il patron dell’Esselunga Bernando Caprotti.
Di questi “maschi oppressori” ne sono piene le patrie galere e queste “femmine oppresse” saltano fuori ogni giorno a ispirare saghe mediatiche senza fine, finalizzate, dai media del nuovo pervasivo minculpop, a “rieducare” i maschi. L’ultimissima è la “ragazza madre” black block di cui la Repubblica in una intervista del 15 ottobre, non propone il lancio “maschio” di alcunché, ma la suggestiva lacrimevole storia. Importante far capire che anche le pietrate hanno un sesso, uno buono e uno kattivo: i maschi sono avvertiti, e le femmine mangino la foglia. Queste “eroine”, di cui i media ogni giorno ci propongono sia lacrime sia miracoli, sono altrettanti spot costruiti per la promozione pubblicitaria a sostegno dell’azione politica del partito femdominista italiano. Ma esiste un Partito Femdominista Italiano? A mio avviso molti elementi di fatto fanno propendere per una risposta affermativa. Si tratta di quei presidi territoriali spesso costituiti da organismi di volontariato che in collaborazione col Ministero delle Pari Opportunità e con apparati del Ministero degli Interni e di Grazia e Giustizia, nel loro insieme costituiscono ormai un vero e proprio partito politico. Che si possa parlare di un partito politico, lo fa pensare il fatto che nelle loro dichiarazioni come nel loro agire quotidiano, risulta del tutto evidente che questi organismi sia privati sia pubblici, (e anche statali il che è gravissimo), agiscono in maniera coordinata a partire dalla condivisione della medesima visione del mondo, quella espressa dalla ideologia femminista. Non solo: ne diffondono in modo militante valori e giudizi, ne perseguono gli obiettivi, favoriscono i cittadini che vi aderiscono, o semplicemente non vi si oppongono, introducono nell’ordinamento norme dichiaratamente discriminatorie su base sessuale, vigilano che le discriminazioni siano applicate, esercitano una formidabile pressione contro i cittadini maschi predisponendo e coordinando ogni sorta di iniziative che possano ridurne i diritti e screditarne il valore sociale e impedirne ogni resistenza critica. Risulta inoltre dai fatti che, in modo coordinato ed unitario, questi organismi invocano, con ogni mezzo ottengono e poi utilizzano leggi speciali per il successo ad ogni costo della propria azione politica. Comune ideologia, comuni obiettivi, comune azione, forte coordinamento organizzativo, fortissima presenza nelle istituzioni dello Stato, presidio del territorio, introduzione per legge di discriminazioni su base sessuale a favorire i propri aderenti: come negare che si tratti di fatto di un partito? Un partito che se così stanno le cose di fatto sviluppa una sistematica distorsione eversiva di principi costituzionali fondamentali. Ma c’è di più. A ben vedere si è di fronte ad un partito che ricorre, quando ogni altro mezzo risulti non efficace, a pratiche di pressione e intimidazione poliziesca “legittimate” da leggi speciali, e talvolta a pressioni “fai da te” di cittadini privati che, con la copertura di questo “partito”, si sentono legittimati ad interpretare a titolo personale attività repressive e intimidatorie contro altri cittadini ritenuti non allineati. Un partito che di fatto ormai esercita un presidio capillare e intimidatorio in ogni posto di lavoro, soprattutto in quelli statali e in particolare nella scuola. Come non domandarsi allora se non abbia assunto anche i caratteri di una organizzazione che esprime un livello di intimidazione complessiva a livello individuale e sociale giunta a livelli tali che nulla hanno a che fare con la democrazia? Ritengo che il vissuto di paura e di intimidazione in ogni ambito della vita relazionale che oggi ogni giorno un maschio esperimenta sia da ascrivere in gran parte alla pressione repressiva e intimidatoria che questo insieme coordinato di organizzazioni esercita sui cittadini italiani. Allora pongo la domanda: mutati i riferimenti ideologici, questo partito, non ricorda forse i tratti organizzativi, le modalità operative e gli effetti devastanti sulla vita democratica che abbiamo conosciuto essere propri del partito fascista? Non è il caso di farne oggetto di una seria riflessione politica a tutela del carattere liberale e democratico della società e dello Stato in Italia
316 Commenti
Sì, Fabrizio, però non c’è bisogno che ti incazzi ogni volta che qualcuno esprime un’opinione non in linea con la tua; e non c’è neanche bisogno che rispondi a “cazzo di cane” dicendo “fatevi i cazzi vostri”.
Stammi bene.
claudio(Quota) (Replica)
p.s.: anch’io sono stato occasionalmente a puttane, perciò figurati se non capisco lo stato d’animo di chi è costretto a ricorrere al sesso mercenario; e figurati se mi permetterei mai di prenderli per il culo, anche perché dovrei sfottere in primis me stesso.
Solo che a differenza di te-voi, ho una visione molto nichilista dell’esistenza e del mondo; una visione che NON c’entra nulla con la destra o la sinistra, poiché certi fenomeni non hanno colore politico.
Questa di catalogare ogni cosa in “fascista e nazista” – violenza compresa* – è una ossessione tipica degli uomini di sinistra.
———————–
* Stalin, Pol Pot, Kim Jong erano uomini di destra?
Ah, politicamente sono un uomo di centro (l’ho già scritto in passato).
claudio(Quota) (Replica)
Si vedono facilmente le contraddizioni e le falle nelle posizioni altrui, molto difficilmente nella propria. Penso che accada anche a me e questo mi preoccupa. Infatti, passare una vita intera a scovare le proprie contraddizioni, non è sufficiente a garantirci che ne siamo esenti. Come la zizzania rinascono eternamente dentro di noi.
Quelle altrui si vedono immediatamente, ma bisogna non inventarle attribuendo agli altri opinioni che non hanno, come succede a me sin da quando mi sono impegnato nella QM.
1-Sul “mondo perfetto “.
Un popolo viene invaso, sottomesso, umiliato, derubato, terrorizzato. La sua cultura erosa e minacciata, il suo patrimonio artistico distrutto o lasciato andare in rovina, la sua lingua esclusa dall’insegnamento e dall’uso ufficiale etc. etc. Casi accaduti (con gravità ed esiti diversi) un numero quasi infinito di volte nella storia. Tra i moltissimi odierni, prendo – a titolo di esempio – il caso del Tibet. Là ci sono uomini (e donne) che tentano di opporsi o all’occupazione o almeno ai tratti peggiori di essa. Fanno quello che possono: di recente hanno iniziato da darsi fuoco per protesta. Ogni tanto esplodono rivolte, represse nel sangue. A nessun tibetano (e non tibetano) passa per la testa di dire: “Lasciate stare ragazzi, il mondo perfetto non esiste!” Nessuno lo dice. Perché? Perché sarebbe insensato . Quelli infatti non lottano per “un mondo perfetto” ma per liberare il paese (se fosse possibile) o per un obiettivo minore, ma forse non meno importante: salvaguardare la propria cultura-civiltà. Questa osservazione – che svela una tua contraddizione – avresti potuto farla tu stesso. Come mai non è accaduto? Io ho una risposta, ma per ora la lascio a te.
2-Intenzioni.
Bisogna toglierci definitivamente dalla testa l’idea che gli effetti delle ns. azioni dipendano dalle nostre intenzioni, non solo in questo ma in ogni altro ambito della vita. Le intenzioni sono quadri mentali, stati emotivi, scenari interiori. Stanno all’origine del nostro agire ma non hanno alcun effetto sul mondo: solo ciò che si fa ha effetto . E’ l’azione che produce risultati, non l’intenzione. Le ragioni per le quali il tibetano lotta (se lotta) possono essere le più diverse ma non hanno nulla a che vedere con gli effetti (se ci sono effetti.) I motivi per i quali certi UU entrano in azione possono essere diversi. Ed è quasi sempre importante la condizione personale. Ma qs vale in ogni caso dove ci sia azione sociale. La QM non viene macchiata da tale fatto più di quanto lo sia qualsiasi azione sociopolitica. I padri separati in azione lo sono perché sono stati tutti toccati personalmente: è qs una obiezione alle loro ragioni? Inficia gli effetti della loro azione? No. Si tratta quindi di una obiezione speciosa, dal valore puramente apparente. Tu stesso non la muovesti ad altri attivisti di nessun altro ambito. Non chiederesti mai ad uno della LIPU “Quale specie di uccello ti ha fatto del male?” né a uno di Amnesty “Quando ti hanno torturato?” Perché dunque ora muovi questa obiezione agli attivisti della QM? Io ho una risposta, ma per ora la lascio a te.
Se anche tutti i qmmisti fossero divenuti tali esclusivamente per carenza di gnocca, ciò non cambierebbe una virgola in un trattato. Infatti se anche le femministe della prima e seconda ondata (e terza etc) fossero divenute tali solo perché racchie (e non è vero) ciò cmq non avrebbe inciso minimamente sugli esiti della loro perniciosa azione. Come infatti si vede. I motivi per cui individualmente ci si muove sono una cosa, le motivazioni politiche sono un’altra e gli effetti sociopolitici una cosa ancora diversa.
Perché le hai mescolate?
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
Io non ho mai catalogato “ogni cosa come fascista o nazista”, come dici tu; ho tanti difetti ma non sono un pressasapochista né tanto meno uno che le spara tanto per spararle. Così come non ho mai pensato che la violenza sia solo fascista oppure che Stalin, Pol Pot, Kim Il Sung e i suoi eredi, lo fossero. Se è per questo neanche tantissimi altri re, imperatori, tiranni vari o anche presidenti di stati democratici, responsabili di massacri e genocidi, lo erano. Se poi mi chiedi se Pol Pot che mandava nei campi di lavoro (e di sterminio) quelli che portavano gli occhiali (perché voleva dire che avevano studiato e quindi erano “contaminati”) oppure la dinastia dei Kim che di padre in figlio si avvicendavano (e continuano ad avvicendarsi) al trono, possano essere considerati “comunisti”, non ti nascondo di nutrire dei seri dubbi. D’altronde, può essere considerata comunista la Cina attuale? Secondo me no perché se la Cina è un paese comunista allora io sono un rinoceronte bianco. Formalmente però lo è. La Storia è zeppa di incredibili (apparenti) paradossi. In realtà se si avesse il tempo e la voglia di approfondire scopriremmo che così non è e che quelli che ci appaiono come paradossi sono in realtà il risultato di un complesso processo storico. Però, come ho già detto, si renderebbe necessario impegnare tempo ed energie che io non possiedo. Come possiamo constatare, ogniqualvolta ci si occupa di Qm si aprono scenari di ogni genre…
Sei un nichilista? Lo avevo già capito, come vedi (e te lo avevo anche scritto), e me lo stai confermando: in questo senso dicevo che sei di “destra”. Perché anche se tu non lo fossi originariamente, il fatto stesso di essere un nichilista ti porterebbe e ti porta (come i tuoi stessi commenti dimostrano) comunque a determinate conclusioni. Una fra queste l’immobilismo pessimistico di cui sei pervaso e che traspare dal tuo modo di esprimerti. Nulla da dire, anzi, comprendo (non sono un dogmatico) la tua condizione interiore, perché tutti gli esseri pensanti vivono sempre in costante e precario equilibrio su di una corda sospesa tra la (seducente?) tentazione del nulla da una parte e la volontà di cercare un senso, qualsiasi esso sia, sulla base delle proprie inclinazioni e della propria formazione, dall’altra. Però alla fine bisogna scegliere. Ed io, per dirla con una battuta, pur affascinato da entrambi, tra Nietzsche da una parte ed Hegel (e Marx), dall’altra, ho scelto i secondi (naturalmente il discorso sarebbe estremamente più complesso e mi rendo conto di averlo semplificato fino all’inverosimile, ma ci capiamo, credo…). Non chiedermi il perché e il percome di questa scelta perché sarebbe ancora più lungo… Per queste ragioni sommariamente spiegate quelli come te non servono alla nostra causa e, anche se indirettamente, fanno il gioco dell’avversario.
Come e perché,ti domanderai tu? In tanti modi ma per brevità mi limiterò a segnalartene due. Il primo è evidente ed è quello che ho già spiegato. Per te nulla può essere cambiato, ogni sforzo in tal senso è del tutto inutile e di conseguenza è anche illusorio nonchè implicitamente da fessi insistere in tal senso. Il secondo, date queste premesse, consiste nel fatto che non sei oggettivamente in grado di dare nessun contributo fattivo che non sia una critica distruttiva e pessimistica. E il fatto che io stia qui ad impegnare il mio tempo e le mie energie per risponderti invece che per combattere nel modo più intelligente il mio avversario ne è la conferma.
Tu non mi /ci stai aiutando, anzi, se ti seguissimo nel tuo modo di procedere, ci avviteremmo in una discussione senza fine che ci porterebbe alla paralisi.
Non ce lo possiamo permettere. Ne abbiamo e ne avevamo ben donde. Ma ora abbiamo una ragione in più, perché abbiamo fatto un salto di qualità. Uomini Beta non è più una realtà virtuale ma un movimento di uomini in carne ed ossa che opera attivamente nella realtà. Il sottoscritto si era già esposto pubblicamente partecipando a conferenze, dibattiti, rilasciando interviste a giornali, radio, diffondendo video in rete, ecc. Ma ora è diverso. Ora esistiamo come entità collettiva. Ora siamo un Movimento a pieno titolo, perché per la prima volta ci siamo riuniti (alcuni di noi giunti da diverse regioni del Paese, e li ringrazio infinitamente per lo sforzo che hanno prodotto) per un nostro primo convegno nazionale.
Dunque ora abbiamo altre priorità. Dobbiamo avere altre priorità. Necessariamente. Per cui, caro Claudio, se entri in un’ottica costruttiva (che non vuol dire appiattirsi sulle nostre posizioni), sei il benvenuto, altrimenti ci sono tante altre cose molto più costruttive da fare, come ad esempio (ti vengo incontro) la lettura delle opere di tanti autorevolissimi autori e pensatori nichilisti o in odore di nichilismo, che sicuramente possono arricchire il tuo bagaglio di conoscenza. E chissà che proprio in seguito a queste letture tu non riveda il tuo punto di vista…La Storia, come dicevamo, è piena di paradossi, anche se quest’ultimo, in fondo, non lo sarebbe neanche più di tanto.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
@ Rino
Perché le hai mescolate?
RDV
>>>>>>>>>>>>>>
Rispondo brevemente solo a te, perché non intendo annoiare Fabrizio e gli altri.
Non ho mescolato nulla; tantomeno “occultato” alcunché.
Il mio intento era semplicemente quello di evidenziare che la c.d. guerra dei sessi, è un “qualcosa” di totalmente diverso da qualsiasi altra guerra.
(Ok, lo sai già).
Esempio: combattere contro altri uomini, non provoca vergogna negli uomini; combattere “contro le donne” sì.
E questa è già una ragione che frena e “frega” moltissimo gli uomini.
Non solo. Quando ci si interessa della sopracitata guerra dei sessi, per ragioni esclusivamente personali e non dettate da altruismo (come sarà per te o altri), è inevitabile che ci sia disgregazione e feroce competizione fra gli uomini, i quali sono già naturalmente disgregati e in guerra fra di loro.
Per esempio, stando a quel che leggo qui e altrove (dato che io non faccio parte dei “vecchi”, tantomeno dei cosiddetti “pionieri”), nonostante siano passati oltre due lustri dalla creazione (all’epoca virtuale) dei movimenti maschili, il numero di coloro che si sono realmente attivati è infimo.
Il che mi porta a pensare che nelle menti maschili esistano delle fortissime e, forse, insormontabili resistenze, dato che combattere contro le donne non è la stessa cosa che guerreggiare contro degli uomini.
Mentre in quest’ultimo caso bisogna superare la paura (anche di essere uccisi), nel primo bisogna combattere contro la vergogna, ossia un sentimento, un’emozione MOLTO più “paralizzante” della paura.
Secondo me, ovvio.
E con questo la chiudo qua.
claudio(Quota) (Replica)
Claudio:
>>
Mentre in quest’ultimo caso bisogna superare la paura (anche di essere uccisi), nel primo bisogna combattere contro la vergogna, ossia un sentimento, un’emozione MOLTO più “paralizzante” della paura.
Secondo me, ovvio.
>>
Anche secondo me. La vergogna è più potente della paura ed è inoltre il solo male che ci possa colpire anche da morti.
.
Sottoscrivo radicalmente quasi tutto ciò che hai detto.
(ne resta esclusa una frazione ma non rilevante).
Questo conflitto non ha precedenti ed è profondamente diverso da ogni altro. Di ciò sono ben consapevoli quasi tutti i Risvegliati.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
“Sottoscrivo radicalmente quasi tutto ciò che hai detto”. (Rino)
Anche io (relativamente all’ultimo post di Claudio), ma non c’entra assolutamente nulla con quello che ha scritto prima sia a te (Rino) che al sottoscritto che a Leonardo.
Non voglio certo essere io a riaprire la polemica però non mi piace neanche essere preso in giro. Prima te ne esci (mi sto rivolgendo a Claudio) con quei discorsi sul nichilismo e sul fatto che la maggior parte degli aderenti del Momas e della Qm lo sarebbero perché “sfigati”, e poi glissi alla grande (senza rispondere nel merito neanche a Rino) cambiando completamente oggetto e virando di 360° sul tema (condivisibile in toto) della vergogna che paralizza gli uomini, sul quale abbiamo scritto fiumi d’inchiostro e che qualsiasi militante “quemmista” conosce perfettamente.
Ma cosa c’entra con quanto stavi dicendo? Scusa, ma le furbate non mi hanno mai suscitato particolare simpatia…
Rino ha un’altra apertura rispetto alla mia, un orizzonte psichico-psicologico molto più ampio di quello del sottoscritto. Questo lo porta ad essere molto più tollerante e comprensivo, anche e soprattutto nei confronti delle debolezze (e quindi anche delle “furbate” e dei salvataggi in corner) altrui. Riesce anche a far finta di nulla, come in questo caso. Io sono senz’altro più spigoloso e non ne faccio mistero. E tendo a non fare sconti, anche perché non li faccio per primo a me stesso.
La chiudo qui anche io, e non per non annoiare ma perché è meglio così. Però cerchiamo di essere intellettualmente onesti, se non altro per non mancare di rispetto all’intelligenza degli altri.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Una sola osservazione. La stragrande maggioranza delle persone che si imbarcano in una causa e per essa si battono, lo fanno perchè percepiscono, sentono, che quella causa è degna. Sentire e percepire sono concetti molto diversi dalla comprensione razionale perchè riguardano il vissuto profondo di ciascuno, smuovono l’anima più che il cervello o la mente. Questo non significa affatto che si debba vivere una condizione personale disastrata, cosa che mi risulta essere non vera in tantissimi casi, ma “solo” che si è capaci di astrarre dal proprio caso personale, magari tranquillo e soddisfacente. La storia è piena di casi simili e vattelapesca perchè quello o quell’altro si sono gettati in imprese fisiche o intellettuali più o meno disperate pur potendo starsene tranquilli a coltivare il proprio orticello. Poi ci sono tanti altri casi in cui il vissuto personale funziona da detonatore e serve a prendere coscienza. Ma anche tantissimi altri casi in cui un vissuto analogo non produce effetti. Quindi la discussione su questo punto è del tutto inconcludente.
Piuttosto, invece che ragionare per massimi sistemi su destra/sinistra e dintorni, perchè non entriamo nel merito delle questioni? Ad esempio, Claudio, hai risposto ad un post di Leonardo sulla famiglia. Ecco un argomento specifico interessante che ci permette di misurarci in concreto. Perchè Leonardo si dice contrario e perchè tu lo critichi per questo?
Armando
armando(Quota) (Replica)
Fabrizio, tu scrivi:
>>>
Se poi mi chiedi se Pol Pot che mandava nei campi di lavoro (e di sterminio) quelli che portavano gli occhiali (perché voleva dire che avevano studiato e quindi erano “contaminati”) oppure la dinastia dei Kim che di padre in figlio si avvicendavano (e continuano ad avvicendarsi) al trono, possano essere considerati “comunisti”, non ti nascondo di nutrire dei seri dubbi. D’altronde, può essere considerata comunista la Cina attuale? Secondo me no perché se la Cina è un paese comunista allora io sono un rinoceronte bianco.
>>>
Non erano “comunisti” ? E cos’erano? E visto che mi accusi di (presunte) furbate, cosa c’entra la realtà dell’odierna Cina con Pol Pot?
Vedi Fabrizio, forse tu non te ne rendi conto, ma in tal senso ragioni esattamente come le femministe.
Ossia, a tuo parere (che poi è quello di quasi tutti gli uomini di sinistra) qualsiasi comunista che agisca in maniera criminale è “in realtà” un uomo con “la mente deviata a destra”. Ergo, non è un vero comunista.
Ebbene, le femministe sostengono che tutte le donne che si comportano male, abusano del potere, scatenano guerre, ecc, altro non sono che dei cloni degli uomini. Ergo, non sono se stesse.
Buonanotte, Fabrizio.
claudio(Quota) (Replica)
Inutile ridurre i problemi ai dettagli, essere o non essere sfigati è un dettaglio, la QM è invece un problema di ordine generale e politico. Mi colpisce l’osservazione di Claudio sulla vergogna, cosa già nota, ma soprattutto sulla evidenza della scarsa adesione maschile alla QM in questi anni. Io non sono di questo avviso proprio in virtù della vergogna e della particolarità della guerra tra i sessi. In questo contesto la QM si sta svolgendo con enorme successo. Ogni uomo che getta la maschera, e ce ne sono tutti i giorni di nuovi, ne vale mille. Anche i figli delle italiane oggi sono pochi. Nascono poche persone, anche se ne nascono tante nel mondo.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Claudio, potrei rispondere parola per parola alle tue superficiali, maldestre e sciatte osservazioni ma non avrebbe senso. Soprattutto perché se continuassimo su questo piano il “gioco” potrebbe non avere fine. E questo dimostra ancora una volta la totale e assoluta inutilità dei “quemmisti” della tua specie.
Non commento neanche la tua affermazione in base alla quale il sottoscritto ragionerebbe come le femministe. Mi ricorda tanto le scomuniche di ogni epoca e di ogni contesto storico politico:eretico, senza Dio, comunista, sovversivo, anarchico, fascista, agente dell’imperialismo, controrivoluzionario di destra, e naturalmente maschilista. Ho notato che da tempo nell’ambito sia pur ristretto del momas comincia a circolare una nuova forma di scomunica:femminista. Il che, date le dimensioni del momas stesso suona anche abbastanza grottesco. Ciò dimostra che ogni contesto produce inevitabilmente le sue liturgie… E infatti non sei il primo “quemmista culturalmente destroide”, il che non è un insulto (forse sei tu che lo vivi come tale, e comunque lo sei, anche se non lo dichiari o lo copri dietro a farfugliamenti pseudo-nichilistici, e lo si evince anche dal tuo linguaggio), che mi dice che penso e agisco come le femministe.
Ciò detto, il fatto che sia ancora qui a risponderti su questi argomenti dimostra il tempo che mi fai perdere e quindi quanto oggettivamente, per lo meno per me, rappresenti solo una perdita di energie e tempo.
Può darsi che altri trovino interessanti le tue riflessioni. Io no. Ho le palle piene dei “quemmisti-nichilisti-qualunquisti-destroidi-inconcludenti-solo chiacchiere nella rete-tanto fumo e niente arrosto-completamente assenti e silenti nella realtà vera-nascosti dietro ad un nick”.
Qualcuno penserà che questo mio modo di pormi nei tuoi confronti sia eccessivamente brusco e non in sintonia con il nostro progetto. Ma non è così. Costruire consenso non significa dar retta o ragione a tutti o ancor peggio, coccolarli comunque sia. Anzi, è proprio sferzando i personaggi come te che forse c’è la remota speranza di farli uscire allo scoperto e di indirizzarli su di un binario costruttivo.
Dubito fortemente che persone come te, al di là della totale distanza dalle nostre posizioni, possano essere spendibili per un progetto collettivo come il nostro che dopo qualche anno di faticosa gestazione è finalmente nato.
In ogni caso se qualche amico ha voglia e tempo di darti retta (e soprattutto se lo ritiene utile) liberissimo di farlo, ovviamente. Sarebbe meglio che lo facesse nei propri spazi e nei propri blog piuttosto che in questo. Però, nel momento in cui non si è di intralcio al dibattito e non si infrangono le regole che ci siamo dati, non ho nulla in contrario a che la vostra discussione prosegua anche qui.
Nel frattempo io ho qualcos’altro da fare.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
@ Roberto Micarelli
Mi colpisce l’osservazione di Claudio sulla vergogna, cosa già nota, ma soprattutto sulla evidenza della scarsa adesione maschile alla QM in questi anni. Io non sono di questo avviso proprio in virtù della vergogna e della particolarità della guerra tra i sessi. In questo contesto la QM si sta svolgendo con enorme successo. Ogni uomo che getta la maschera, e ce ne sono tutti i giorni di nuovi, ne vale mille.
>>>>>>>>>>>>
“Enorme successo” ?? Uomini che gettano la maschera tutti i giorni?
Scusa, non so di quale città tu sia, ma dalle mie parti (vivo in una piccola città abruzzese) non conosco nemmeno un uomo che abbia la benché minima cognizione della c.d. guerra dei sessi e della questione maschile. Ripeto: NON ne conosco uno e non ne ho mai conosciuto uno. Gli unici di cui ho memoria sono quelle poche decine che postano in forum o blog come questo.
claudio(Quota) (Replica)
@ Armando
Ad esempio, Claudio, hai risposto ad un post di Leonardo sulla famiglia. Ecco un argomento specifico interessante che ci permette di misurarci in concreto. Perchè Leonardo si dice contrario e perchè tu lo critichi per questo?
>>>>>>>>>
Potrei pure impelagarmi in questa discussione, ma non credo avrebbe molto senso, perché sarei subito bollato come reazionario, destroide, inconcludente, amico dei preti, ecc., perciò evito, proprio perché ritengo che “la famiglia e la sinistra” abbiano ben poco in comune. Anzi, niente.
E’ un po’ come mischiare il sacro con il profano.
claudio(Quota) (Replica)
“Potrei pure impelagarmi in questa discussione, ma non credo avrebbe molto senso, perché sarei subito bollato come reazionario, destroide, inconcludente, amico dei preti, ecc., perciò evito, proprio perché ritengo che “la famiglia e la sinistra” abbiano ben poco in comune”. (Claudio)
Questo è uno spazio libero, quindi come tu sei libero di dire ciò che pensi anche gli altri debbono godere della stessa libertà, anche quella di darti del reazionario o del destroide inconcludente. Non ho capito, io mi devo beccare la patente di nipotino di Pol Pot o di essere e di pensare come una femminista (nel nostro spazio e nel nostro sito) e non posso dire a qualcun altro (che non fa parte di questo movimento e che sostanzialmente lo osteggia) che è un nichilista destroide inconcludente? Non scherziamo…Non mi pare quindi il caso di fare del vittimismo…
Ciò detto, se hai di questi timori, come tutti sanno esistono anche altri blog dove poter continuare la conversazione su temi a te e ad altri più cari. Penso, nel caso specifico, a quello dei Maschi Selvatici, a Metro Maschile e a Ragioni Maschili. Quest’ultimo è senz’altro quello più vicino alle tue idee (anche se a differenza tua il suo fondatore non è un nichilista ma un cattolico liberale tradizionalista, secondo me di destra). Non vedo perché dover a tutti i costi utilizzare questo spazio che non ti è proprio e nel quale tu stesso ammetti di starci con un certo disagio (e lo capisco, per me sarebbe lo stesso, a parti invertite). Io non frequento Ragioni Maschili per il semplice fatto che non ne condivido neanche un po’ la filosofia e l’analisi della realtà. Di conseguenza, se lo frequentassi, dovrei continuamente polemizzare su tutta la linea. Che senso avrebbe? Perderei tempo io, perderebbe tempo il suo fondatore, perderebbero tempo gli altri utenti di quel blog.
Ha senso? No. Non ne ha. Per nessuno. Che ciascuno tessi la sua tela, l’ho detto e ripetuto qualche migliaio di volte. E invece niente, appello costantemente inascoltato.
C’è qualcosa che spinge tanti che non la pensano come noi a frequentare questo sito. Non esiste lo stesso fenomeno negli altri blog della QM. Perché accade questo? Credo di conoscere la risposta ma questa volta sono io che mi taccio perché non voglio passare per presuntuoso. Ho tanti difetti ma non questo.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Nessun vittimismo, Fabrizio, non sono una delicata e permalosa femminuccia.
Buona giornata.
claudio(Quota) (Replica)
x claudio
http://www.youtube.com/watch?v=b4eYjj3_NlE
Leonardo(Quota) (Replica)
Ehm … mi sa tanto che si sia usciti un pelino fuori argomento. 🙄
Vorrei ricordare che il post che stiamo commentando si intitola “Esiste il Partito Femdominista Italiano?. Io infatti lo uso spesso per segnalare o commentare iniziative o fatti di questo inesistente (solo formalmente) ma attivissimo partito.
Detto questo, condivido l’ultimo intervento di Armando, come il suo invito a entrare nel dettaglio delle questioni.
Non credo che le diversità di “altro tipo”, se ci sta una sana voglia di confrontarsi senza prevaricazioni e senza pretendere di avere verità in tasca, possa essere un intoppo.
Cosi come condivido l’ultimo intervento di Roberto, trovando riduttiva la replica di Claudio.
A proposito, Claudio, cos’è che ti spinge a interagire con quelle poche decine?
Sarebbe interessante saperlo.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
ma dalle mie parti (vivo in una piccola città abruzzese) non conosco nemmeno un uomo che abbia la benché minima cognizione della c.d. guerra dei sessi e della questione maschile. Ripeto: NON ne conosco uno e non ne ho mai conosciuto uno.
[Claudio]
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Siamo in due.
Nemmeno io conosco personalmente degli uomini “autonomamente consapevoli” di ciò. O meglio, ne conosco un paio che hanno parzialmente preso coscienza di certe questioni, solo perché sono stato io a portarceli. Per il resto, zero assoluto. Solo cazzatine di vario genere, del tipo “son tutte troie”, “oggi son tutti froci”, “è colpa della magistratura”, “questa è l’Italia”, ecc. ecc.
Fabio C.(Quota) (Replica)
sono d’accordo con Claudio: questo movimento è il classico movimento politicamente corretto di sinistra con l’unica differenza che esclude dall’equazione le donne come categoria debole e le mette assieme alla casta dominante come alleate del sistema. per il resto non fa altro che reiterare i classici errori o schematismi ideologici di sinistra.
lettore occasionale(Quota) (Replica)
“questo movimento è il classico movimento politicamente corretto di sinistra con l’unica differenza che esclude dall’equazione le donne come categoria debole e le mette assieme alla casta dominante come alleate del sistema”. (lettore anonimo)
“E te paresse poco”, diciamo a Roma…Semplificazione terribile a parte, secondo te un movimento che sostiene tale tesi sarebbe “politicamente corretto”? …Mi viene da ridere…Lasciamo stare va, che è meglio…
“per il resto non fa altro che reiterare i classici errori o schematismi ideologici di sinistra”. (lettore anonimo).
Invece a destra abbiamo tutta ‘sta fantasia…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
è un movimento politicamente corretto perché sostiene che le donne sono responsabili della loro condizione, cosa che condivido, ma non applica questo ragionamento ad altre categorie deboli che tradizionalmente sono i protetti della sinistra. in pratica immigrati, zingari, clandestini, terzomondiali ecc, sono tutte vittime del sistema. La solita retorica buonista, con la differenza che le altre ideologie/movimenti di questo tipo non mancano di mettere le donne nel mucchio.
ma non c’è una logica o una motivazione razionale ed organica dietro questa vostra operazione.
infatti la tua reazione stizzita è un segnale del fatto che anche tu non sai come replicare coerentemente a queste critiche.
lettore occasionale(Quota) (Replica)
…. ma non applica questo ragionamento ad altre categorie deboli che tradizionalmente sono i protetti della sinistra. in pratica immigrati, zingari, clandestini, terzomondiali ecc, sono tutte vittime del sistema. (lettore occasionale)
E dove l’hai letta ‘sta cosa?
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Quando mi riferisco al successo della QM mi riferisco al fatto che in relazione alla condizione sociale, si assiste a una progressiva crescita di consenso. Non parlo della QM di sinistra o destra ma in generale. Credo che la questione “categorie deboli” sia impossibile da decifrare senza guardare ai processi di globalizzazione. Personalmente considero sia il femminismo che l’immigrazione selvaggia, nonché il problema demografico nell’occidente “meridionale”, parte di uno stesso processo di abbandono forzoso dell’identità locale. Ma da qualche parte si deve iniziare.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Ho scelto di pubblicare (per ora) la sequela di imbecillità di questo tal “lettore occasionale” (prendiamolo per buono, cioè facciamo finta che sia lui e soprattutto che sia un lettore occasionale…) perché ci dimostra di quale pasta sono purtroppo fatti una gran parte degli uomini (non tutti, ovviamente, ma ahinoi la maggioranza) che hanno orbitato fino ad ora in ambito momas. E’ triste ammetterlo ma è così.
Le ragioni di questa situazione sono molte, andrebbero indagate e non mi lancio per ora in questa analisi che pure meriterebbe un’attenta riflessione.
Tuttavia, senza voler gettare la croce addosso a nessuno, sia chiaro, penso che qualcosa doveva essere fatta a suo tempo per raddrizzare la baracca, quanto meno per correggere la rotta. Si è lasciato invece che questa gente proliferasse con la conseguenza che oggi, agli occhi di tante persone, l’immagine del momas è data da questa feccia. .
Sono due anni e mezzo che fanno le loro puntate su questo blog, sparano le loro scorregge e se ne vanno. I discorsi sono sempre gli stessi: l’Islam, gli immigrati, l’invasione mussulmana, i maschi bianchi e occidentali discriminati, quelli immigrati privilegiati, i meridionali li sopportiamo però…, i comunisti sono quello che sono, la natura è quello che è, gli uomini sono quello che sono, “e che ce voi fa”, “e che ce volemo fa”, anche se in genere questi figuri si esprimono con un’inflessione dialettale “padana”, anzi, credo che proprio da quelle parti ci sia una nutrita colonia di questi campioni.
Non hanno mai dato nessun contributo, né per la verità potrebbero darlo, data la miseria delle loro argomentazioni e delle loro persone. Tutta pancia, niente testa, nel senso letterale del termine, non metaforico.
Ci fanno solo perdere tempo. E infatti da questo momento in poi li bannerò. Però era giusto che tutti constatassero con mano chi è questa gente. Figuriamoci se gli dessimo la stura cosa uscirebbe da quelle bocche…
Dobbiamo lavorare tutti, mi rivolgo non solo agli aderenti e ai simpatizzanti di UB ma alla parte sana del Momas, affinchè questa gente venga isolata e allontanata. Non solo è inutile ma è anche dannosa. Prima ce ne liberiamo e meglio sarà per il movimento maschile.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
@lettore occasionale.
Scusa, ma io quando penso alla questione maschile non coinvolgo nella critica tutte le donne indiscriminatamente. Voglio dire che non mi viene certo in mente la donna immigrata che arriva in Italia con il barcone.
Se questo vuol dire essere politicamente corretti, me ne frego ma, comunque, non è così perché la critica alle donne di qualunque ceto è percepita come “scorretta”.
paolo(Quota) (Replica)
…. O meglio, ne conosco un paio che hanno parzialmente preso coscienza di certe questioni, solo perché sono stato io a portarceli. (Fabio C.)
Quindi ne conosci quasi tre!! 🙄
Ottimo Fabio, ottimo. Veramente. Non sto scherzando.
Se operassimo tutti in questa maniera, al di là delle diverse sfumature e senza perderci in beghe tutto sommato inutili, la QM avrebbe tutto da guadagnarci.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Il tono irridente e liquidatorio degli interventi di Claudio (non tutti) e del lettore occasionale indicano che vi è un’avversione pregiudiziale radicale a tutto ciò che si colloca a sinistra (sia quella con la minuscola che quella con la maiuscola, quella che c’era, che c’è e che – forse – ci sarà, benché tra loro siano non solo diverse, ma per molti aspetti persino nemiche).
.
Posizione che solitamente tiene lontani dai luoghi in cui si ritrovano e dibattono gli avversari politici.
Perciò – a mio modo di vedere – queste presenze sono un buon indicatore del fatto che l’esistenza del MUB sconcerta e disorienta non solo a sinistra ma anche altrove.
.
Se ne resta intrigati e al tempo stesso spiazzati: non si sa come inquadrarlo. Perciò si prendono le prime etichette a portata di mano e gliele si appiccicano. Dire ad es. che il MUB è politicamente corretto è semplicemente demenziale, ma la cosa va capita: si tratta di una risposta irrazionale di fronte a fatti che sconcertano. Il MUB provoca, disarticola, spariglia le carte? Bene.
Le altre affermazioni tipo “schematismi ideologici” “buonismo” appartengono alla usuale guerra ideal politica, perciò vi è poco da commentare. (Mi chiedo solo, perché non si sente mai parlar male del “cattivismo”? Perché il buonismo è cosa cattiva mentre il cattivismo è cosa buona?).
Quanto all’accusa di irrazionalismo e illogicità, questa è davvero troppo grossa. Non la commento.
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
“…la causa prima di questo interesse personale è (purtroppo, aggiungo, perché non sto ironizzando nella maniera più assoluta) è lo scarsissimo “successo” con le donne”. (Claudio)
Eccone uno ,e non me ne vergogno nel dirlo, ha comunque risposto bene Fabrizio ma ,nel mio caso ,per me ,ci sono tre soluzioni
1- spararmi direttamente o alla tempia o in bocca, fa anche molto “eroe romantico ” facile e sbrigativo ,un sfigato in meno …
2- un altra via facile ma non sbrigativa è diventare un maschio pentito, dire che le donne (meglio le femministe) hanno sempre ragione e gli uomini sempre torto ,sopratutto quando si parla di violenza ,che è solo maschile ,fino a scrivere la fatidica frase “mi vergogno del mio genere” cercando facili applausi; l’ho testato anch’io prima di conoscere la QM ,tanto da arrivar a scrivere che il mondo del lavoro è maschilista. Se ci penso ora ,oltre ad offendere i morti sul lavoro, mi prenderei a sputi in faccia…Ma era facile, prendevi consensi (solo quelli ovviamente)
3- scegliere una via tortuosa e dura, quella della QM, ma che può dare tante soddisfazioni in futuro. O almeno ci si prova, andare fuori dal sentiero , esprimere le proprie idee ,senza paura e senza tanti peli sulla lingua. Sono andato a Roma e mi sono trovato a mio agio, ringrazio Fabrizio per l’ospitalità (cosa che, maleducatamente ,non ho fatto prima) e da quel gruppo può nascere qualcosa di buono . Come dice Pino Scotto (ex-cantante dei Vanadium):”Se fare Rock è da sfigati allora voglio essere sfigato tutta la vita”. Lo stesso per me, se questo vuol dire essere sfigato, lo voglio essere tutta la vita.
p.s per i video ,abbiate pazienza ,stasera ne provo a mettere un pezzo ,anche se il video perde un pò di qualità
mauro recher(Quota) (Replica)
Io quando aderii all’associazione di Rino, più di dieci anni fa, convivevo con una donna francese di tredici anni più giovane di me. Una meraviglia di donna, un metro e ottantadue, magra, aspirante modella e per giunta nemmeno scema. Pensate che fui io a non volerla sposare, non lei. Ok adesso non è più così ma comincio ad avere qualche annetto ed è normale che sia così. Anche il mio interesse verso il sesso è cambiato. Convivo con una donna che amo. Nessuno dei miei conoscenti mi ha mai dato dello sfigato.
La QM è un fatto politico. Se anche qualcuno aderisse perché non si relaziona con l’altro sesso non farebbe una differenza.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
ma il problema è che il resto della sinistra continuerà, diversamente da voi, a considerare le donne come una categoria svantaggiata e quindi degna di particolare protezione e contemporaneamente a criminalizzare indistintamente tutti gli uomini, vedasi questo manifesto:
http://antifeminist.altervista.org/immagini/misandria/manifesto_violenza_maschile.jpg
lettore occasionale(Quota) (Replica)
Quel manifesto ci è ben noto da tempo, è proprio per questo che stiamo facendo quello che stiamo facendo e che tu trovi irrazionale, illogico, scontato, retorico, schematico e politicamente corretto.
Gli uomini, purtroppo, non sono criminalizzati solo a sinistra, ma ovunque (o quasi). I media, i partiti (tutti), tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi trent’anni, le leggi liberticide e antimaschili che questi hanno promulgato (ricordo che le peggiori sono state proprio quelle del governo Berlusconi, legge Carfagna e decreto Maroni antistupri), i cosiddetti intellettuali ( tutti, a destra come a sinistra non ce n’è uno che esprima anche solo una perplessità nei confronti della vulgata antimaschile, con l’ eccezione assai maldestra di Massimo Fini) gli istituti di statistica con in prima fila l’ISTAT (che sforna “sondaggi” a ripetizione che ci parlano di milioni e milioni di maschi stupratori, violenti e molestatori), la “cultura” dominante diffusa che ha ormai costruito un immaginario psicologico colpevolizzante nei confronti del maschile. In altre parole ciò che definiamo come “sistema” (che comunista non mi pare proprio che sia a meno di vivere su un altro pianeta).
Ciò detto, caro lettore occasionale, noi forse saremo anche illogici, irrazionali, scontati, retorici, schematici e politicamente corretti. Però abbiamo una cosa che al momento tu sembri non avere (felice di sbagliarmi): le “palle”. Per cui ti faccio una proposta. Palesati pubblicamente con tanto di nome e cognome (non inventati, e ce lo devi dimostrare…), mettici la faccia e il corpo, con una foto, con un video, con una pubblica email non taroccata, con un profilo face book riconoscibile e individuabile, come fanno alcuni di noi (in numero sempre più crescente, devo dire…), con tutto quello che ti pare.
Allora, e solo allora, potrai permetterti il lusso di criticarci come, quando e quanto ti pare. Nella speranza che le tue energie migliori siano dedicate a qualcosa di più utile e fattivo per la causa piuttosto che fare le pulci a noi. Nel frattempo sarebbe meglio lasciarci lavorare in pace.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
La realtà è che tu devi solo ringraziare chi ti ha preceduto, caro saputello, perché senza U3000, i maschi selvatici ed altri uomini (di destra e non) che hanno intuito certe questioni molto tempo prima di te, non sapresti neppure cos’è la questione maschile. TI atteggi tanto a “grande pensatore”, ma, nei fatti, hai imparato tante cose proprio da coloro che critichi.
@
Risparmiami il discorso sul libro che hai scritto qualche anno fa, thanks.
Maurizio Tonelli(Quota) (Replica)
Le posizioni di sinistra e destra di governo rispetto al maschile si riassumono nelle figure della Pollastrini e della Carfagna. Quando si uniscono le teorizzazioni anti-uomo in seno alla sinistra col decisionismo populista della destra, succede un casino. La Pollastrini getta le basi teoriche con una indagine ISTAT che manipola la realtà relazionale trasformando comportamenti ordinari in violenti, e la Carfagna produce una legge integrale contro la violenza, di ispirazione zapaterista, pensate che corto circuiti, dove si prevede il carcere preventivo obbligatorio per le accuse di violenza sessuale e domestica, che poi la Corte dichiarerà anti-costituzionale. E poi gli irrazionali saremmo noi …
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Non solo, Roberto, la Carfagna (ministra del governo Berlusconi) è quella che ha partorito (diciamo che le hanno fatto partorire) la legge che vieta la prostituzione di strada e punisce i clienti, approvata da tutte le forze dell’arco parlamentare, nessuna esclusa. Una legge ipocrita, perbenista, classista, liberticida e sessuofobica, il cui obiettivo è la criminalizzazione del cliente, cioè dell’uomo comune che ricorre al sesso (se così può essere definito lo squallidissimo e umiliante, in primis per l’uomo, “rapporto” che si consuma con una prostituta) mercenario non certo per sua scelta ma perché costretto dalla realtà. Quella stessa realtà che lo condanna ad una vita sessuale e affettiva desertificata.
E’ la legge di “quelli che ben pensano” di un governo ipocrita, bigotto e classista guidato da un puttaniere (nulla di scandaloso, da un certo punto di vista, a patto però di essere coerenti e di non partorire simili leggi, a meno che non si pensi che una marchetta di lusso sia etica, a differenza di quelle di “strada” ) la cui mano però, come tu stesso hai ricordato, era già stata armata dai precedenti governi (di sinistra e di destra) e soprattutto dall’ideologia postfemminista dominante e politicamente trasversale.
Una legge di “arredo urbano”, come l’abbiamo più volte definita, che “pulisce” le strade, ammanetta gli uomini (beta), li colpevolizza, li spinge talvolta anche al suicidio per vergogna (come è accaduto ad un giovane riminese, se non erro) ma che lava la coscienza di “quelli che ben pensano” che continuano ad andare a puttane da 200, 300 o 500 euro a marchetta dopo aver accompagnato i bambini al catechismo (di qualsiasi confessione, onde evitare fraintendimenti e che qualcuno, e non mi riferisco agli amici cattolici che frequentano il sito che capiscono perfettamente ciò che voglio dire, pensi che ce l’abbia con la chiesa cattolica in particolare..).
Il tutto è semplicemente scandaloso. Né più e né meno del decreto Maroni antistupri che sospendeva ogni garanzia costituzionale per gli indagati di violenza sessuale (garanzie previste invece per tutti gli altri reati, incluso l’omicidio).
Due chicche dei governi di centrodestra che vanno ad aggiungersi a tutto il resto che ben conosciamo.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“La realtà è che tu devi solo ringraziare chi ti ha preceduto, caro saputello, perché senza U3000, i maschi selvatici ed altri uomini (di destra e non) che hanno intuito certe questioni molto tempo prima di te, non sapresti neppure cos’è la questione maschile. TI atteggi tanto a “grande pensatore”, ma, nei fatti, hai imparato tante cose proprio da coloro che critichi”.
Risparmiami il discorso sul libro che hai scritto qualche anno fa, tank”. (Maurizio Tonelli)
Arrivano i rinforzi! Manca solo il triplice squillo della tromba…(quello che prepara alla carica). I “quemmisti” di destra (trovo assai improprio utilizzare questo termine che potrebbe anche avere un suo risvolto nobile e rispettabile, ma ci capiamo…) si sono scatenati. Dopo Claudio e il “lettore occasionale”, ecco tornare in scena Maurizio Tonelli, invitato più volte a frequentare altri luoghi, che non resiste alla tentazione di vomitare il suo veleno (per quale ragione, poi, non si sa, o forse sì…) Eppure dovrebbe aver letto l’ultimo post di Rino che analizzava questo fenomeno. Niente. Come se nulla fosse. E’ evidente che per questa tipologia di uomini la pancia è troppo più forte della testa. Sembra proprio che il loro obiettivo siamo noi.
E’ il rantolo del morente, il ventre molle del vecchio momas che vacilla, perde colpi, avverte che il suo tempo è finito, anche se naturalmente non riesce ad ammetterlo. Il problema è che non riesce neanche a scrostarsi di dosso la ruggine di un impianto interpretativo che definire fatiscente è un eufemismo. La nostra analisi li costringe a mettersi completamente in discussione. Ed è evidente che rivedere la propria posizione rispetto alla QM equivale a rivederla a 360°, quindi anche a rivisitare le proprie convinzioni ideologiche e politiche. Non ce la fanno. E’ troppo. Li comprendo da un certo punto di vista. Una volta, lo ricordo bene, lo stesso Tonelli, con lodevole coraggio, rispetto al tema QM=questione di giustizia, aveva ammesso la contraddittorietà della sua posizione di uomo di destra. Poi le cose sono andate come sono andate e forse è anche inevitabile che vadano in questa maniera. Abbiamo tutti la “pancia”, che si sia di “destra” o di “sinistra” ed è giusto che sia così. Il problema si pone quando la pancia e la testa iniziano ad andare in direzioni completamente opposte. Allora cominciano le difficoltà. Mi pare che in parecchi da quelle parti, e si capisce dall’aggressività dei loro commenti, stiano vivendo questa condizione.
Non so cosa fare se non invitarli ad una riflessione più approfondita e pacata, prendendosi tutto il tempo necessario.
E’ mio dovere però avvertirli che non possiamo andare avanti in questo modo e che non possiamo permetterci il lusso di trasformare questo spazio in una corrida tra “quemmisti”, né tanto meno possiamo tollerare atteggiamenti aggressivi e provocatori o tanto meno insulti personali, come in questo caso.
Spero di essere stato chiaro.
Chiarito questo, ho più volte spiegato (invano) che quando ho scritto quel libro non sapevo nulla dell’esistenza del Momas. Il che la dice lunga sulla condizione del movimento maschile, per lo meno allora, dal momento che un uomo mediamente informato come il sottoscritto ne era completamente all’oscuro.
Pare purtroppo che parlare con certe persone equivalga a parlare con un muro o con un mulo. Anzi, forse con quest’ultimo, c’è la remota speranza di essere compresi a forza di spintoni (mai violenza sugli animali, per quanto mi riguarda) e zuccherini. In questo caso non so veramente cosa fare.
Ciò detto, nessuno, tanto meno il sottoscritto, ovviamente, disconosce i meriti (in alcuni casi enormi) di chi lo ha preceduto (indipendentemente dalle rispettive posizioni politiche e filosofie interpretative). Insieme ai grandi meriti anche alcuni errori, come naturalmente è normale che sia per chiunque agisca e non stia con le mani in mano: il primo e forse il principale, come già dicevo, quello di aver lasciato proliferare un sottobosco razzistoide, qualunquista e fascistoide che doveva invece essere stoppato sul nascere. E invece questo non è stato fatto. Forse non c’erano le forze e le condizioni per farlo. Forse si è optato per tenere insieme tutti. Probabilmente ha giocato la sua parte anche una interpretazione apolitica, diciamo così, da parte di alcuni, della QM, o meglio politicamente trasversale (da un certo punto di vista, solo metodologicamente, sia chiaro, come quella femminista). O semplicemente avrà prevalso la considerazione che si era già in pochi e isolati e si preferiva fare massa critica, purchessia.
In ogni caso è stato un errore, per lo meno per me. Comunque, cosa fatta, capo a. Ora abbiamo aperto un’altra pagina per la QM e per il Momas.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
La QM a sinistra aperta da Fabrizio è un luogo di riflessione profonda sul futuro, partendo dai sessi. Fui io stesso a invitarlo a visionare i contenuti di U3000 tanti anni fa con una email, dopo la pubblicazione del suo libro, quindi confermo la sua testimonianza. Certo che senza U3 e MS lui e il MUB non sarebbero stati la stessa cosa, ma questo fa parte della catena del pensiero umano, della libera circolazione di idee, della libertà di adesione e di espressione. Niente di nuovo fino a ieri.
Ora amici di destra, non vorrete spero venirmi a dire che da quemmisti vedete di buon occhio la riconiugazione della condizione di classe in condizione di sesso, quindi che ognuno combatta per le proprie idee ma è ovvio che da sinistra, c’è molto da dire e da fare.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
non ho capito bene perché dovrei espormi in prima persona. quello che vi sto chiedendo è perché secondo voi le donne sono responsabili e non vittime del sistema mentre (per esempio) la comunità afro-americana (quella col piu alto indice di criminalità negli Stati Uniti) invece ha le attenuanti se non l’alibi del sistema cattivo che li opprime.
lettore occasionale(Quota) (Replica)
Per una semplicissima ragione, lettore occasionale. E cioè perché mentre è assolutamente vero che la comunità afroamericana sia stata (e sia tuttora, in parte, anche se in misura molto minore rispetto al passato) oppressa e discriminata, la stessa cosa non può dirsi per il genere femminile, per lo meno qui ed ora e comunque negli ultimi 40 anni, nel mondo occidentale, dove, a nostro parere, sono proprio gli uomini non appartenenti alle elite sociali dominanti, a vivere una condizione di complessiva subordinazione.
Non è un caso che il femminismo abbia fatto leva proprio su esempi come i tuoi per portare avanti le sue tesi (false).
Siamo nati proprio per portare alla luce questa gigantesca menzogna che vorrebbe paragonare la relazione fra i sessi a quella fra bianchi e neri dove le donne, tutte, rappresenterebbero metaforicamente i neri oppressi e discriminati e gli uomini, tutti, come i bianchi, oppressori, privilegiati e sfruttatori.
Ciò detto, trovo il tuo argomento decisamente capzioso. Scelgo di risponderti perché ho la remota speranza che, provocazione dopo provocazione, tu possa cominciare a dismettere i panni del provocatore che hai scelto di vestire (per lo meno con noi) per provare a riflettere e a discutere seriamente. Mai dire mai, nella vita. Anche San Paolo fu fulminato sulla via di Damasco, come sappiamo, e ogni tanto i miracoli, non sappiamo perché e percome, avvengono. O forse è solo il caso, o il Caso…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Relativamente al mio invito ad esporsi pubblicamente, che tu declini, guarda caso, trovo che sia doveroso, oltre che dignitoso, soprattutto nel momento in cui si avanzano delle critiche così dure, il più delle volte con modi sarcastici se non sprezzanti, assumersi le proprie responsabilità ed esporsi personalmente.
Sarebbe (ed è) troppo facile entrare in un qualsiasi luogo, fare del sarcasmo e denigrare, con l’intenzione di svilire il lavoro degli altri, rimanendo nell’anonimato. .
Ebbene, che almeno lo si faccia esponendosi di persona. Almeno questo piccolo (grande?) atto di coraggio e di dignità vi è richiesto.
Se non sappiamo farlo è meglio restare in silenzio. Un atto di umiltà quale il riconoscimento delle proprie debolezze è sicuramente molto più dignitoso rispetto a rovesciare critiche maldestre e in cattiva fede nei confronti di chi quel coraggio lo ha.
Sottolineo che quanto chiedo dovrebbe essere iscritto nel DNA di un uomo, che sia di destra o di sinistra…tanto più se è di destra, visto che determinati temi sono da sempre rivendicati e sventolati come una bandiera proprio da quella parte politica.
Siate dunque coerenti e conseguenti. Altrimenti tacete, è meglio per tutti e soprattutto per voi. Ci guadagnate in dignità.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
lettore occasionale: “non ho capito bene perché dovrei espormi in prima persona. quello che vi sto chiedendo è perché secondo voi le donne sono responsabili e non vittime del sistema mentre (per esempio) la comunità afro-americana (quella col piu alto indice di criminalità negli Stati Uniti) invece ha le attenuanti se non l’alibi del sistema cattivo che li opprime”
—
A me questo argomento sfugge, quali attenuanti avrebbero i neri secondo noi? Non mi pare che qualcuno abbia mai sostenuto che un nero si possa dichiarare superiore geneticamente al bianco, come fanno le donne di oggi rispetto all’uomo. Un giorno sì e l’altro pure, sugli organi di stampa nazionali e internazionali, c’è la promulgazione della superiorità femminile. Stare al fianco del nero discriminato è come stare oggi dalla parte degli uomini.
L’apartheid anti-maschile è già in linea teorica pronto, in pratica già attuato nel diritto di famiglia e non solo. E’ in corso il tentativo di estendere la stessa discriminazione dei separati ai lavoratori e ai politici. La propaganda anti-male agisce su commissione sovranazionale da interi decenni. E’ ora di dire basta. Nessun egualitarismo può arrivare da una cultura della colpa e del disprezzo.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Io ne avrei un altro di invito, ed è il seguente: Fabrizio, cos’è che ti ha REALMENTE spinto ad occuparti della questione maschile? (termine coniato da altri, circa tre lustri fa).
@
>>>>
[Roberto Micarelli]
Fui io stesso a invitarlo a visionare i contenuti di U3000 tanti anni fa con una email, dopo la pubblicazione del suo libro,
>>>>
“Tanti anni fa” ? Dunque:
http://www.libreriauniversitaria.it/donne-rivoluzione-mai-nata-marchi/libro/9788884835949
>>
Data di Pubblicazione: Aprile 2007
>>
Ora, premesso che neanche io faccio parte della “prima ondata”, ovvero di coloro che per primi iniziarono ad occuparsi di certe questioni, non mi sembra che siano passati “tanti anni”, bensì “alcuni anni” (cinque).
Passo e chiudo.
Maurizio Tonelli(Quota) (Replica)
Quelle di Claudio e di Lettore occasionale sono in effetti delle provocazioni che in quanto tali potrebbero/dovrebbero essere lasciate cadere. Ma per me sono sempre stimoli per l’applicazione e l’affinamento dell’analisi delle costruzioni dialettiche, dei racconti, delle narrazioni individuali e collettive con le quali si cerca di dare senso e giustificazione alle proprie collocazioni. Per questo intervengo prendendole seriamente. Per me sono sempre dei cubi di Rubik da riportare alla configurazione originaria. Quel che ne scrivo, quando lo faccio, è solo una piccola parte delle considerazioni che esse mi inducono ad assemblare. Sempre tenendo presente che devo io per primo evitare a me stesso quegli inganni che vedo negli altri.
Il fatto che – viceversa – le mie affermazioni possano non essere prese in eguale considerazione, snobbate o derise, non mi disturba. In fondo sono io quello che non deve vivere negli inganni delle falsità, delle contraddizioni, delle verità parziali etc.. Gli altri se la vedranno con se stessi.
.
Viene da loro denunciata qui una contraddizione, un doppiopesismo.
.
Il punto da cui partono è la sistematica confusione tra le analisi sociologiche, che cercano le cause dei comportamenti (analisi che si colloca su un piano) e la responsabilità individuale dei soggetti che agiscono in forme antisociali (che invece sta su tutt’altro piano). Si tratta della persistente accusa di “giustificazionismo” secondo cui chi ricerca le cause di comportamenti antisociali vuole, promuove, sollecita l’assoluzione morale e quindi penale dei rei considerati come individui privi di libero arbitrio, di coscienza e di responsabilità, quindi da assolvere. Questa visione nega che un gran numero di comportamenti abbia cause storiche, contingenti etc. Al fine di negare questo fatto viene sempre messo sotto gli occhi dei c.d. “giustificazionisti” il fatto innegabile che, a parità di condizioni e di biografie, non tutti delinquono o manifestano comportamenti borderline.
Obiezione solidissima, come sotto si vede.
Poiché non tutti i fumatori si ammalano di cancro, subiscono infarti etc. ne segue che il fumo non ha nulla a che vedere con quelle patologie.
Poiché non tutti i disoccupati – dipendenti o imprenditori – si suicidano ne segue che la disoccupazione e il fallimento non hanno nulla a che vedere con quei comportamenti.
Poiché non tutti i figli di madri vizianti crescono viziati, ne segue che …
Poiché non tutti i depressi si suicidano, ne segue che… E via di questo passo.
Insomma, poiché una causa non è determinante (=non vale nel 100% dei casi) …non è nemmeno condizionante. Non esiste.
.
Venendo a noi: poiché non tutti i padri separati compiono stragi, ne segue che …
E qui le parti si rovesciano (l’abbiamo già denunciato in un paio di articoli del sito): la sinistra smette improvvisamente di vedere le cause e attribuisce le tragedie all’ontologia maschile, mentre tutti gli altri (destra estrema compresa) invece le vedono al volo. E non perciò si sentono giustificazionisti, benché vengano bollati come tali.
.
Le ragioni di questo stravolgimento sono ovvie: quando non si vuole vedere non si vede, quando vi è interesse alla cecità si resta ciechi e si tradiscono i propri giuramenti senza patemi d’animo. A destra, a sinistra e …al centro.
.
E’ ovvio – centomila volte – che le analisi sociologiche non devono mai essere usate in sede educativa, né dei singoli né della comunità, pena il disastro. Nessuno può pensare di giustificare il proprio comportamento antisociale dandone la colpa alla società, nessun viziato può trovare scampo accusando la madre (benché la causa di questa psicopatologia sia proprio l’ “amore materno”).
E’ possibile accusare la sinistra (il “progressivismo” in generale) di aver usato la sociologia in sede educativa (dei singoli e delle comunità) almeno dal 68 in poi? A mio parere sì. Si può e si deve.
E’ possibile accusare la destra di mentire sulla verità dei condizionamenti sociali al fine di liberarsi dei problemi, di non chiamare in causa leggi, costumi, assetti sociali, rapporti di potere etc.? Sì: si può e si deve.
.
Derive e rovesciamenti.
In un film, di cui non ricordo il titolo, Eddy Murphy entra in un hotel e chiede una stanza.
Vado a memo:
“Spiacente, tutto pieno”.
“Ah, ti pareva! Avete visto un nero e subito siete rimasti senza camere!”
“Mi spiace, ma le giuro che è così”
“Mi ha preso per fesso? Voglio la camera e la voglio subito!”
…e così un bianco viene fatto sloggiare per dare darne la stanza al nostro furbacchione.
Può accadere? Sì accade. Sono fatti recenti: al pari dell’accusa di sessismo, anche quella di razzismo può venir usata ad arte in certi luoghi, occasioni e ambienti sociali. Ma da questo al ricavarne che i neri sono più tutelati dei bianchi, ne corre. Le femmine invece sono strutturalmente più tutelate dei maschi.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Maurizio, pare che tu abbia il dente avvelenato con Fabrizio. Ma cosa ti ha fatto di male?
RDV
Rino(Quota) (Replica)
M. Tonelli: “Ora, premesso che neanche io faccio parte della “prima ondata”, ovvero di coloro che per primi iniziarono ad occuparsi di certe questioni, non mi sembra che siano passati “tanti anni”, bensì “alcuni anni” (cinque)”
Quindi?
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
La polemica di Tonelli sconfina ormai nel comico. Come dice Rino, l’atteggiamento più giusto sarebbe quello di ignorarla. Evidentemente non sono ancora così saggio , spero di avere ancora del tempo davanti a me per diventarlo o per tentare di diventarlo, così da modificare (in positivo) il mio karma e di in tal modo ridurre sensibilmente il numero delle mie reincarnazioni…(per chi ci crede)
Nel frattempo (facendo fare consapevolmente dei passi indietro al mio karma, quindi sbaglio in piena coscienza, il che è ancora più grave), scelgo di rispondere per l’ennesima volta a Tonelli.
Quel libro è stato pubblicato nel 2007 ma è stato scritto fra il 2005 e il 2006. Ora, tutti sanno che gli autori famosi e affermati trovano subito un editore che li pubblica, mentre gli sconosciuti come il sottoscritto cominciano una lunga trafila che dura un anno o due mediamente, per trovare uno straccio di editore che li pubblichi. “Aggratise”, come si dice a Roma, poi se uno sceglie di pagare, uno pseudo editore-tipografo che per quattro o cinquemila euro gli stampa mille o millecinquecento copie, lo trova sempre. Ma non è il mio caso. Posso dire di avere per lo meno la soddisfazione di aver trovato un editore, magari piccolo o piccolissimo, che però apprezza quello che scrivo…
Naturalmente non è che uno si sveglia la mattina e decide di scrivere un libro; o meglio, è anche così, ma prima c’è qualche anno di gestazione. Specie perché stiamo parlando di un “certo tipo di libro”.
Questo per dire che il mio “risveglio” risale ormai a molto tempo fa, diciamo che già intorno ai trent’anni (cioè 23 anni fa) ero già relativamente consapevole della situazione (ammesso che essere “veterani” sia un titolo di merito, il che è francamente anche abbastanza ridicolo, per quanto mi riguarda…) e, se la vogliamo dire tutta, già fin dalla giovanissima età avvertivo che “qualcosa non andava”. C’era già allora qualcosa che non mi convinceva nella relazione con il genere femminile, e visto che mi hai chiesto come e perché mi sono avvicinato alla QM, ti rispondo volentieri, anche perché questa è la domanda più pertinente e intelligente, tuo malgrado, che mi hai rivolto fino ad ora, in mezzo a tante inutili e sciocche polemiche, che mi permette di fare anche dell’”outing”, come si usa dire oggi. Il che è sempre positivo.
Ho sempre vissuto con grande disagio e sofferenza fin da ragazzino la relazione con il genere femminile, in particolare l’assenza di spontaneità e reciprocità da parte delle donne. Ho sempre vissuto come una violenza psicologica il fatto che dovesse essere sempre (o quasi sempre) il sottoscritto a fare il primo passo, a proporsi o a “sbattersi”, e comunque a recitare quella ipocrita pantomima che comunemente viene definita corteggiamento ma che in realtà è fondamentalmente una relazione di potere (dove non si “gioca” affatto ad armi pari, specie in giovane e in giovanissima età). Non mi ha mai divertito né tanto meno gratificato questo “gioco” al quale, obtorto collo, mi sono sottoposto, come tutti i miei coetanei. Tutto ciò indipendentemente dai successi o dagli insuccessi che per un uomo “normale” mediamente si alternano. Anzi, alla fin fine, tirando le somme, sono stati più i successi che gli insuccessi.
Ma non è questo il punto. Quale è stato il prezzo che ho pagato sotto il profilo psicologico? Questa relazione mi ha arricchito o mi ha impoverito umanamente e psicologicamente? Senza dubbio la seconda ipotesi, che poi non è un’ipotesi ma una certezza, per lo meno per me.
Ho sempre vissuto e interpretato questa relazione (ovviamente parlo sempre per grandi numeri, ci sono anche state situazioni autentiche, vivaddio, ma ora non ci stiamo ad attaccare al pelo nell’uovo..) come fondamentalmente umiliante, non spontanea, alienante e quindi, in ultima analisi, anche violenta.
Naturalmente, come tutti, facevo buon viso a cattivo gioco e facevo anche finta che mi piacesse. Anzi, più o meno come tutti, ho recitato la mia parte, perché ero interno alle dinamiche del cosiddetto “machismo”. Rimuovevo cioè la mia condizione, recitavo, mi costringevo a farmi piacere qualcosa che mi faceva fondamentalmente schifo. Perché se uccidi la spontaneità e la reciprocità in qualsiasi relazione umana, hai assassinato quella stessa relazione che parte già con il piede sbagliato. E una cosa nata male, per quanto mi riguarda, finisce senz’altro peggio. Di questo sono certo, anche per esperienza personale.
Ovviamente quando ero ancora così giovane non ero in grado di comprendere appieno quelle dinamiche che avrei compreso più avanti nel tempo.
Era la fase storica in cui esplose il femminismo e paradossalmente proprio questo contribuì ad accelerare il mio processo di consapevolezza. Ciò che sostenevano le femministe sul genere femminile oppresso, vessato e (doppiamente) sfruttato cozzava clamorosamente con la mia condizione di giovane maschio, convinto di essere inadeguato (eufemismo per dire che ero convinto di essere una nullità e di non meritare le attenzioni e l’amore delle donne che vedevo come irraggiungibili) che sarebbe stato disposto a succhiare il muco di un morto pur di fare sesso e di avere uno straccio di affetto. Dirò di più: pur di essere riconosciuto in quanto uomo. Anzi, dentro di me si era addirittura fatta largo l’idea che fosse giusto che io mi trovassi in quella condizione. Non riuscivo ancora a capire la natura profonda del femminile, non potevo conoscere aspetti che avrei capito solo (relativamente) molto più tardi. Il tradizionale distacco femminile (asimmetria sessuale), con tutto ciò che ne consegue (che non sto a spiegare perché credo che tutti sappiamo cosa voglio significare…) lo vivevo come una sorta di mistero della fede al quale io non potevo accedere, o addirittura al quale non ero degno di accedere. Cosa nascondeva questo mistero? Quali meraviglie e quali segreti si celavano dietro a questo mondo imperscrutabile, inaccessibile, per me misero comune maschietto mortale?
Successivamente, sono stato per anni ed anni (come tutti) trascinato per il naso così come si fa con i buoi; ero una specie di rabdomante o di cane da tartufo, come preferite, ottenebrato dal sesso (e dalla dipendenza sessuale) che era la stella polare della mia vita. Tutte le mie attività, il mio tempo e le mie energie erano finalizzate al soddisfacimento sessuale, direttamente e indirettamente. Fino a quando, con il tempo, cominciai a prendere coscienza della mia condizione di dipendenza psicologica e sessuale e di alienazione . Mi ci volle però ancora un bel po’ di tempo e diverse “facciate” per trovare la forza di far emergere la mia condizione, di riconoscerla. Ma alla fine, ci sono riuscito. E’ stato molto importante il confronto con un amico, iniziato ormai più di un quindicennio fa. Insieme abbiamo sviscerato lo sviscerabile, abbiamo trascorso anni ed anni a riflettere, elaborare, indagare. Ora anche lui è uno di noi, naturalmente, ed ha partecipato attivamente al nostro convegno di sabato scorso.
Questa è la storia del mio personale “risveglio”, diciamo così, sia pur molto sommariamente. In fondo, mi rendo conto che sbagliavo all’inizio del post, quando scrivevo che sbagliavo a risponderti. Non è così perché mi hai dato l’opportunità di spostare la questione dalla polemica sterile a ciò che dovremmo fare tutti e che è stato oggetto anche della nostra discussione di sabato. E cioè promuovere incontri con altri uomini, riunioni che siano anche una sorta di psicoterapia di gruppo, dove ci si apre, ci si confronta, si lasciano emergere le problematicità e i punti di debolezza, con la consapevolezza di trovarsi in un contesto dove non si è giudicati, dove si è accolti da altri uomini consapevoli ed evoluti, dove si può parlare sinceramente, aprirsi e portare alla luce tutto quello che uno non ha mai avuto il coraggio di tirar fuori.
Proprio questa, fra le altre, è stata una delle proposte avanzate (e accolte) da uno degli amici che ha partecipato al nostro congresso fondativo. Il gruppo romano, il più numeroso, organizzerà una riunione allargata da qui ad un mese al massimo, con tutti quelli che vorranno partecipare. E’ importante che ciò avvenga, laddove possibile, in tutte le altre regioni dove siamo presenti. Le riunioni possono naturalmente avere un taglio differente, a seconda delle situazioni: più politiche oppure più “psicoterapeutiche”, a seconda delle situazioni e dei contesti. Ma di questo parlerò in maniera più approfondita in un altro post.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Mentre quoto in pieno il lucido post di Rino, vorrei, da ospite in questo blog, dire qualcosa sul periodico riaccendersi della questione Dx/sx/femminismo/QM.
Come tutti sanno le mie posizioni filosofiche (uso un parolone, ma è per capirsi), sono distanti da quelle di Fabrizio e Ubeta, così come l’impostazione culturale di MS di cui sono esponente. Non sono affatto convinto, solo per fare un esempio, che culturalmente il femminismo non sia una “costola” della cultura di sx, sottolineando proprio il termine cultura in senso filosofico per distinguere quel piano dagli eventi sociologici, epifenomeni la cui origine più profonda talvolta non emerge immediatamente. Per sgombrare il campo da sempre possibili equivoci, ciò non significa affatto che:
a)Mi vada bene un mondo intriso di ingiustizie che gridano vendetta come fosse un fatto naturale, e se anche lo fosse sarebbe giusto trasformarlo.
b) Il riconoscere l’esistenza di problematiche serie dovute a flussi immigratori di persone di culture, usi, tradizioni, diverse dalla nostra, non vuol dire in alcun modo nutrire sentimenti razzisti o vicini al razzismo, nè essere contrario al dialogo fra le culture e le civiltà, ma che un dialogo è possibile solo fra pari, ossia fra interlocutori dotati di precisa e forte identità che riconoscono la legittimità di quella altrui. Ovvio che il dialogo sarà difficile, sarà talvolta uno scontro, ma è l’unico modo affinchè una cultura non distrugga l’altra. L’occidente, in tal senso, non solo sta perdendo o ha già perduto la propria identità, ma tende spesso a negare anche quella altrui. Un disastro, insomma, di cui il femminismo e la guerra contro tutto ciò che è maschile (e che sa anche in lontananza di cristiano) è parte integrante.
Fatte queste precisazioni, necessarie per far capire che esistono comunque alcuni fondamenti di “non incompatibilità”, la “domanda sorge spontanea”. Perchè intervengo con una certa frequenza sul blog di Ubeta, e perchè lo faccio cercando per quanto possibile di non sottolineare quelle differenze di cui sopra?
La risposta è semplice, perfino banale.
1) Perchè, almeno per diverso tempo davanti a noi, quelle differenze non sono essenziali ed è più importante ciò che ci accomuna, ossia la consapevolezza dell’urgenza che la QM sia sollevata in ogni e qualsiasi ambiente, perchè tocca sia la dx che la sx (che personalmente preferisco definire “così dette dx e sx”), entrambe colme di contraddizioni di ogni tipo, taoriche e pratiche. In questo senso l’impresa in cui si è imbarcato Fabrizio è di una importanza incalcolabile perchè vuole introdurre un sasso in un ingranaggio che apparentemente è benissimo lubrificato e ben funzionante.
2) Perchè non leggere solo al proprio libro fa bene comunque agli interlocutori. Induce riflessioni, approfondimenti reciproci, fa vedere alcune cose da punti di vista inusitati. Insomma fa crescere, il che non significa che faccia diventare identici. Rimangono le diverse impostazioni filosofiche sulla QM che, posto che nessuno ha la Verità in tasca, solo il tempo ci dirà quali più vicine al vero e quali meno.
3) Da 1 e 2 e dalla premessa, discende la necessità assoluta che ogni intervento, anche il più critico, venga fatto con spirito ed anche in forma costruttivi, mai in tono liquidatorio o personalistico. C’è già troppa divisione fra gli uomini (nonostante quello che falsamente dicono le femministe), per acuirla anche fra chi dovrebbe invece apprezzare che ci sia qualcuno sensibile alla QM anche in chi ideologicamente sta dalla parte opposta (o da un’altra parte) rispetto alla propria.
Armando
armando(Quota) (Replica)
Fabrizio:
“comunque a recitare quella ipocrita pantomima che comunemente viene definita corteggiamento ma che in realtà è fondamentalmente una relazione di potere”.
Ecco, queste illuminanti riflessioni di Fabrizio mi
inducono a pensare. Credo proprio che il problema
principale dell’ umanità sia quello del potere, e ciò è
tanto più vero proprio perchè il potere si è insinuato in quella parte così intima e determinante della vita umana che è la sessualità. Perchè nella specie umana il potere è così importante? Sarò infantile,
ma non l’ ho mai compreso. E’ qualcosa di innato,
di naturale? Se così fosse, l’ umanità sarebbe qualcosa di intrinsecamente malvagio e non avrebbe speranza, come affermava Jonathan Swift nei “Viaggi di Gulliver”. Io preferisco Spinoza, secondo il quale l’ errore coesiste con la verità in ogni attributo e modo dell’ essere. Così l’ uomo può migliorare. Per cui, ritengo che il potere si sia formato ad un certo punto, ed abbia continuato a perpetuarsi culturalmente da una generazione all’
altra. Credo che il potere, inteso come sopraffazione dell’ uomo sull’ uomo, sia nato quando alcuni gruppi umani ne hanno soggiogati altri riducendoli in schiavitù, tramite l’ uso delle armi. I conquistatori conquistavano anche le donne dei gruppi soggiogati e ciò costituiva ovviamente un’ estrema violenza di cui le donne erano vittime. Ma con il tempo e con la stabilizzazione dei rapporti di forza la donna ha finito con il considerare l’ uomo conquistatore e violento come l’ unico modello maschile valido, perchè tale modello era dominante.
Non c’è stato più posto per gli uomini miti e conquistati, almeno relativamente. In epoca moderna, con l’ emancipazione femminile, questo retaggio culturale ha finisto per rovesciare i ruoli di genere, dando alla donna ancora più potere perchè tale concezione ha finito per porre nelle mani della donna emancipata il potere di discrezione assoluta nella scelta del partner. Almeno io la vedo così; ammetto che posso essere in errore e che tale spiegazione è assai stringata e lacunosa.
Saturno(Quota) (Replica)
Esiste il partito femdominista? Ieri è stata cancellata la voce wikipedia sui movimenti maschili, ennesima censura registrata sui sistemi d’informazione di massa, quale w.p. ormai è. L’esistenza del MUB e dei vari movimenti MoMas non è enciclopedica, noi non esistiamo.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
@ Roberto Micarelli
Esiste, eccome se esiste il PF. E di questo dovremmo preoccuparci ed occuparci, tutti, invece di perdere tempo su questioni che, come dice Armando:” …. almeno per diverso tempo davanti a noi, quelle differenze non sono essenziali ed è più importante ciò che ci accomuna, ossia la consapevolezza dell’urgenza che la QM sia sollevata in ogni e qualsiasi ambiente … “.
Torno all’oggetto del tuo commento. La questione, correggimi se sbaglio, riguarda wikipedia italiana. So che te ne sei occupato ed hai competenze nel ramo. Perciò ti chiedo: si può fare qualcosa per risolvere o almeno aggirare il problema?
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
[Fabrizio Marchi]
Ho sempre vissuto con grande disagio e sofferenza fin da ragazzino la relazione con il genere femminile, in particolare l’assenza di spontaneità e reciprocità da parte delle donne. Ho sempre vissuto come una violenza psicologica il fatto che dovesse essere sempre (o quasi sempre) il sottoscritto a fare il primo passo, a proporsi o a “sbattersi”, e comunque a recitare quella ipocrita pantomima che comunemente viene definita corteggiamento ma che in realtà è fondamentalmente una relazione di potere (dove non si “gioca” affatto ad armi pari, specie in giovane e in giovanissima età).
>>>>>>>
E’ stato così anche per me, benché da giovane tendessi a negarlo a me stesso.
Calcola che io sono stato pure sposato (ora non più) e ricordo ancora benissimo tutte le stronzate che feci per “conquistare” quella stronza della mia ex, che, tra l’altro, mi fece pure cornuto con un “amico”.
Perciò comprendo benissimo cosa vuoi dire.
Solo che io, al contrario di te, non attribuisco la responsabilità di ciò alla società capitalista e non credo neanche sia possibile cambiare più di tanto un certo stato di cose, considerando altresì le resistenze maschili e la minor spinta sessuale femminile.
Secondo me, e ad là di tutti i retaggi e condizionamenti sociali che ci portiamo dietro da secoli e secoli, il problema di fondo è che se uno non piace, non piace, e pertanto – in tal senso – c’è ben poco da fare. *
Ossia, bisogna avere la fortuna di nascere “con la camicia”, altrimenti bisognerà elemosinare sesso e affetto per tutta la vita.
(Opinione mia, naturalmente).
>>>
* Parlo in generale, quindi della stragrande maggioranza degli uomini, che però si guardano bene dall’ammettere ciò.
Non ricordo dove l’ho letto, ma credo abbia ragione chi sostiene che l’auto-inganno aiuta a vivere.
Maurizio Tonelli(Quota) (Replica)
[Rino]
Maurizio, pare che tu abbia il dente avvelenato con Fabrizio. Ma cosa ti ha fatto di male?
>>>>
Io ho il dente avvelenato col mondo e con la vita, non con Fabrizio marchi.
Maurizio Tonelli(Quota) (Replica)
L. Corvaglia: “Torno all’oggetto del tuo commento. La questione, correggimi se sbaglio, riguarda wikipedia italiana. So che te ne sei occupato ed hai competenze nel ramo. Perciò ti chiedo: si può fare qualcosa per risolvere o almeno aggirare il problema?”
Dipende da quale è il problema. WP è gestita da un gruppo che segue la linea ufficiale atlantista in materia di rapporto tra i sessi, una linea quindi più o meno appiattita su un sentimento profondamente anti-uomo. Sono gli stessi amministratori a dire che la linea da seguire è quella del “buon senso” in virtù della impossibilità di definire norme oggettive che valgano per tutti. Ritengo che quel buon senso significhi ciò che a loro è ideologicamente compatibile e che l’impossibilità di dettare regole oggettive derivi dall’abuso che loro ne hanno fatto, utilizzando stratagemmi vari, come nel mio caso, per bannare utenti e cancellare argomenti non allineati.
Ora, i movimenti maschili e di padri separati sono da loro visti come RO (Ricerca Originale) e non enciclopedici, e come potete facilmente intuire questo non significa nulla, è un concetto vuoto. Cosa significa dare del non enciclopedico a movimenti nella realtà esistenti e costituiti come il MUB? Cosa significa dare della ricerca originale a un pensiero politico ispirato all’egualitarismo e alla denuncia di abusi che violano i dettami fondanti della nostra filosofia del diritto, come quello della legge uguale per tutti, del rifiuto di doppi standard amministrativi basati sul sesso, che non passano se discriminano la donna ma sono ampiamente promulgati se discriminano l’uomo?
Significa il nulla.
Ogni richiesta di spiegazione, ogni appello a principi di libera espressione, pluralismo e democrazia digitale che vengano posti sulla mailing list pubblica finiscono per vedere l’utente che li fa tacitato con la moderazione, in alcuni casi pubblicamente insultato, come nel mio caso, in una comunità caratterizzata da una moralità grossolana che si occupa più di ingraziarsi i responsabili che di esercitare un sano contraddittorio.
In queste condizioni, se questi sono i problemi, non c’è nulla da fare. Si può solo lottare per denunciare e rivendicare uno spazio che dovrebbe in linea teorica appartenere a tutti.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Quelli di wikipedia semplicemente negano l’esistenza di ciò che, a loro parere, non dovrebbe esistere. Non è che registrano ciò che cmq di fatto c’è, magari prendendone le distanze, se proprio la cosa gli risulta indigesta. No, ne negano direttamente l’esistenza.
Ho controllato ora (anche se non ce n’era davvero bisogno) la voce “Nazismo” è là e c’è pure “al-Qaida”
.
I movimenti maschili sono un male così grande, un pericolo così terribile, una minaccia così spaventosa che non devono neanche venir nominati.
.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Tonelli: “Solo che io, al contrario di te, non attribuisco la responsabilità di ciò alla società capitalista e non credo neanche sia possibile cambiare più di tanto un certo stato di cose, considerando altresì le resistenze maschili e la minor spinta sessuale femminile”
—
Secondo te, nell’immaginario erotico umano, contano solo gli ormoni o anche ciò che rappresenta l’altro?
Secondo te, in una società dove l’uomo è sistematicamente denigrato e accusato, cosa si è agli occhi di una donna?
Prescindendo dal legame tra capitalismo e femminismo è certo che l’unico valore che può avere l’uomo oggi, dopo decenni di male-bashing quotidiano, sono i soldi.
Il movimento maschile ha sempre digerito male gli uomini che si disprezzano. Nessuna dignità, nessuna civiltà. Il rispetto verso gli altri non può prescindere da quello verso sé stessi.
Qui non servono più singole donne che dichiarino di amare gli uomini o singoli uomini che dichiarino di amare le donne, serve un movimento di auto-coscienza maschile e di opposizione politica alla denigrazione di massa. Contro la moda del debito morale e della colpa. Contro lo zerbinaggio trendy. Contro il mito della dipendenza emotiva e sessuale. Contro l’ipocrita ironia dello svilimento.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
X R. Micarelli
Abbi pazienza, ma il fatto di piacere o meno all’altro sesso, è un qualcosa che prescinde il male bashing, il senso di colpa e quant’altro.
Per esempio, da adolescenti cosa credi conti per piacere alle ragazze? Forse i soldi? Oppure, come credono tanti tonti uomini, “il saperci fare” ?
No, conta l’aspetto estetico (verità negata regolarmente dagli uomini e, molto spesso, dalle stesse donne), nonché la stronzaggine; ergo, l’esser figli di puttana.
@
R. Micarelli
>>
Il movimento maschile ha sempre digerito male gli uomini che si disprezzano.
>>
Di chi parli? Di me? O degli “altri uomini” ?
Guarda che se ti riferisci all’italiano medio, ti rammento che è tipico del medesimo disprezzare se stesso, l’altro uomo e la propria italianità. E non da oggi.
@
R. Micarelli
>>
Contro il mito della dipendenza emotiva e sessuale.
>>
Mito? Adesso la dipendenza sessuale ed emotiva maschile verso le donne, sarebbe un mito? E allora a che pro tutti questi discorsi?
Micarelli, ma non credi sarebbe il caso di parlare chiaro, perlomeno a se stessi?
Maurizio Tonelli(Quota) (Replica)
Il recente omicidio di Vanessa ha dato la stura (ed era ovvio) ad una nuova campagna di criminalizzazione antimale su 27H (e altrove). Oggi Lea Melandri (pezzo da 90 del fem.smo italico) riparte all’attacco e – tra l’altro – ci informa che:
>>
A proposito del Laboratorio sulla violenza di genere, che oggi fa parte del corso di laurea della Facoltà di Scienze della Formazione di Roma Tre, Claudio Tognato, docente e promotore dell’iniziativa, ha potuto constare, nei sette anni che sono trascorsi, un grande interesse e partecipazione, con un unico motivo di perplessità: a frequentare sono state quasi esclusivamente studentesse, orientate a diventare tirocinanti all’interno dei Centri Antiviolenza.
>>
I corsi di addestramento per la persecuzione del maschile sono dunque “negletti” dai maschi e appetiti dalle femmine che si preparano ad una brillante carriera con lo spedire in galera quanti più nemici si possa.
Mi ha confortato sapere che i maschi si tengono tendenzialmente lontani dai corsi per i novellli kapò.
Voi non ne siete confortati?
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Mi ha confortato sapere che i maschi si tengono tendenzialmente lontani dai corsi per i novellli kapò.
Voi non ne siete confortati? (RDV)
Certo che si. D’altra parte quelli sono corsi ad hoc, che il PF organizza per formare i suoi quadri. Quello che voglio dire è che se anche gli uomini li frequentassero in massa che possibilità di ciucciare soldi alla comunità avrebbero?
La Melandri poi, proprio non la reggo e di intervenire su blog a censura selettiva proprio non mi va.
Preferisco i blog del FQ, più trucidi, più sporchi, ma enormemente più sinceri. Evidentemente è una linea imposta dalla testata. Sto seguendo difatti, sul FQ, quello della Zanardo. Ho replicato a dei suoi commenti. Li riporto di seguito.
………………………………………………………………..
Ammetto che i lettori del Fatto mi lasciano spesso annichilita. Nessun dolore per una ragazzina buttata da un ponte? Niente? Duri e cinici? Non capisco poi cosa c’entri parlare dei disoccupati, a me spiace molto per i disoccupati, ma cosa c’entra? Che problemi avete con le donne? perchè non vi riappacificate? qui scrivo di una ragazzina che è stata ammazzata e da inizio anno sta accadendo spesso. Non sareste piu felici se non accadesse più? Io sì. Non è che questi 30 anni di governo miserabile vi hanno influenzato? che non riuscite più ad essere umani? vi ricordate di VITTORIO ARRIGONI? Secondo voi lui avrebbe scritto le cose che leggo qui ? O avrebbe avuto parole di amore per la piccola Vanessa? ma cosa vi è successo? E se anche qualcuno di voi ha avuto una moglie cattiva che si è separata in malo modo perchè traslate su tutte le donne il vostro risentimento? Io vi rispondo perchè voglio relazionarmi a voi e comprendere. (L. Zanardo)
Vorrei intrattenermi con lei e spiegarle, dal mio punto vista ovvio, non pretendo di rappresentare tutti gli uomini, il perché di quello che lei si spiega come cinismo o come problemi con l’altro sesso (che originalità di accusa!!!). Purtroppo non ho il tempo per scrivere quanto occorrerebbe (nemmeno a me li pagano i commenti ) e urge riposo per una giornata di lavoro. Sarei comunque contentissimo di scambiare le nostre idee dal vivo e può stare sicura che se si troverà a passare dalle mie parti, il Salento, la verrò a trovare.
Vorrei però porle una domanda, non sul fatto di Vanessa, che spero la induca a riflettere.
Nell’omicidio di Stefania Noce cosi come nella strage di Brescia morivano, oltre alle tre donne anche tre uomini, il nonno di Stefania nel tentativo di salvarla, gli altri non si sa.
Bene, nei suoi come negli articoli di tante sue colleghe (diciamo tutte) nemmeno un accenno, manco formale, di cordoglio. Sono spariti. Quelle vite valgono forse meno di quelle delle donne uccise? So come mi risponderà, se lo farà. Il problema però è che lei, voi tutte, prendete una parte, le donne, la separate e di fatto, se non d’intenzione, la “sacralizzate”, cioè la portate più “in alto” rispetto allo stesso tremendo atto, se compiuto su di un uomo, instaurando, volontariamente o involontariamente, non lo so, un “diverso valore”, solo in base al sesso. Forse l’effetto non è voluto, ma le posso assicurare che sugli uomini, sui normali uomini, consciamente o inconsciamente, questo diverso apprezzamento pesa. Tanto. Tantissimo.
Poi può anche chiamarlo cinismo o problemi con le donne, ma si sta solo auto-ingannando. E’solo diffidenza. Verso lei e verso quelle che come lei agiscono con tale modus. (L. Corvaglia)
non è uno scivolone. nel mio documentario il corpo delle donne che può se vuole vedere su youtube, l’ultima immagine è una ragazza spogliata, con il sedere unto di olio inperizoma e appesa ad un gancio come in macelleria. trattasi di scherzi a parte. bene: se invece di una ragazza ci fosse stato un bel ragazzo di colore appeso come in un campo cdi concentramento, cosa sarebbe accaduto? in prime time? GIUSTAMENTE moltissimi avrebbero protestato. Io lavoro perchè ci si chieda perchè il corpo delel donne vale cosi poco. Non è una battaglia che vorrei si etichettasse come femminista. lavoro perchè il 3 articolo della costituzione venga applicato (L. Zanardo)
Il corpo delle donne vale cosi poco!?
Ma è proprio perché è esattamente l’opposto che nascono quei fenomeni (televisivi) da lei giustamente denunciati. E da cui le donne potrebbero tenersi alla larga senza morire di fame.
E’ il corpo degli uomini invece a non valere una cippa! Carne da macello anche per pochi euro, non certo per mirabolanti (o meno) carriere mediatico-televisive. (L. Corvaglia)
…………………………………………………………………
Fino ad ora non ho ricevuto risposta.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Tonelli: “Abbi pazienza, ma il fatto di piacere o meno all’altro sesso, è un qualcosa che prescinde il male bashing, il senso di colpa e quant’altro …”
Io credo che l’appetibilità sia un misto di aspetto estetico, stato sociale e cultura collettiva. Il male-bashing svalorizza il maschile ed è uno dei principali strumenti della riduzione dell’uomo a bancomat o comunque a mero strumento per l’ottenimento di benefici materiali. Ma l’aspetto estetico si limita quasi del tutto alla giovane o giovanissima età, all’adolescenza che ancora oggi è l’età dell’idealismo. Poi arriva il conto. Le donne sono sistematicamente educate al disprezzo di ogni cosa maschile e ritengo che questo abbia un impatto diretto negativo sulla qualità della vita relazionale e sessuale di tutti gli uomini presi singolarmente. E’ uno dei motivi per cui gli uomini avrebbero ottime ragioni per opporsi al suprematismo femminile. La QM riguarda tutti.
—
Tonelli: “Di chi parli? Di me? O degli “altri uomini” ?”
Parlo di chiunque si disprezza.
—
Tonelli: “Mito? Adesso la dipendenza sessuale ed emotiva maschile verso le donne, sarebbe un mito? E allora a che pro tutti questi discorsi?”
Sì. La dipendenza ha basi miste di natura e cultura. La castità è possibile se la si vuole fortemente. La cedevolezza maschile di fronte alla donna è uno dei must della cultura moderna. Non mi fraintendere, non sto dicendo di praticare la castità, ma solo che volere è potere.
—
>Tonelli: “Micarelli, ma non credi sarebbe il caso di parlare chiaro, perlomeno a se stessi?”
Io mi sto parlando chiarissimo.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Guardate la crisi economica. I poteri invece di dire agli uomini: “Siete la principale risorsa per uscirne, datevi da fare”. Dice: “La crescita è donna, voi non siete in grado, fatevi da parte”.
Questo messaggio insultante, se volessimo parlare di natura, assolutamente contro-natura, quale effetto pensate che abbia sul fantasma erotico e sulla relazionalità, come ordine simbolico, tra un uomo e una donna? Quale valore avrete ai suoi occhi? Quello di persona? Non basta.
La donna che ti ama deve farlo perché sei tu e perché sei un uomo, dove l’essere uomini, sul piano simbolico, non può essere definito solo all’interno della coppia, bensì nascere da una cultura collettiva del rispetto e non dello svilimento.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Ah beh ,Luigi e Rino ,quella è solo una parte del linciaggio mediatico contro gli uomini ,ne parlo anch’io
http://femdominismo.wordpress.com/2012/04/28/femminicidi/
mauro recher(Quota) (Replica)
@ Maurizio Tonelli:
Dopo tante sterili polemiche e qualche insulto gratuito e unilaterale da parte tua (non ho aperto io le danze…), c’è forse la possibilità di un confronto relativamente più sereno (dipende fondamentalmente da te) .
“Ossia, bisogna avere la fortuna di nascere “con la camicia”, altrimenti bisognerà elemosinare sesso e affetto per tutta la vita”. (M. Tonelli)
Personalmente non elemosino più sesso né tanto meno affetto da molto tempo, proprio da quando è iniziato il mio “risveglio”. Più cresceva la mia consapevolezza, tanto più sensibilmente migliorava la mia relazione con l’altro sesso fino a diventare a tratti e in talune situazioni, addirittura (relativamente) soddisfacente.
Non mi riferisco, in questo caso, alla qualità di questa o quella relazione sessuale o affettiva che dipende da tanti e diversi fattori, quanto alla modalità complessiva di relazione con le donne. Un maschile consapevole, evoluto, autofondato, autonomo, non dipendente, libero dai condizionamenti socioculturali e baricentrato, può talvolta anche essere capace di rovesciare i tradizionali termini della relazione uomo-donna- In ogni caso è in grado di relazionarsi alla pari con qualsiasi donna e spesso di capovolgere quelle dinamiche vedono la grande maggioranza dei maschi subalterni e psico-sessualmente subordinati. Di certo non è facile e comunque questo non comporta di per sé la garanzia del “successo”, sempre, comunque e dovunque. Anzi, è’ evidente che una scelta di libertà e consapevolezza ha anche i suoi prezzi, come è inevitabile che sia. E’ovvio che un maschile siffatto (ma non socialmente ed economicamente affermato) verrà “scartato” da tutta quella schiera foltissima (e largamente maggioritaria) di donne che vivono secondo i dettami dell’ordine sociale culturale dominante. Per lo meno se ci riferiamo all’ipotesi di una relazione stabile. Se invece ragioniamo nei termini dell’”avventura” allora un maschile psicologicamente più libero e addirittura sbarazzino è in genere anche preferito ad un maschile socialmente più solido e magari anche “serioso” (e noioso, diciamo la verità…).
Possiamo però esser sicuri di alcune cose. Con quelle donne che si avvicineranno a noi o con le quali comunque si stabilirà un contatto, la relazione sarà di diverso genere e qualità, perché esse stesse avvertiranno il tasso di consapevolezza e di libertà interiore dell’uomo che hanno davanti e non potranno che relazionarsi di conseguenza. Tradotto in parole ancora più povere, come ho avuto modo di dire già diverse volte, il rapporto tempo-energie (pisco-fisiche-emotive-economiche) investite e “ricavo” (non vorrei essere preso per un cinico, ma ci capiamo…), sarà sicuramente favorevole. Insomma, in una scelta di consapevolezza un uomo ha tutto da guadagnare e in tutti i sensi, psicologici ed emotivi innanzitutto.
“Solo che io, al contrario di te, non attribuisco la responsabilità di ciò alla società capitalista e non credo neanche sia possibile cambiare più di tanto un certo stato di cose, considerando altresì le resistenze maschili e la minor spinta sessuale femminile”. (M. Tonelli)
Io dico una cosa diversa che ho spiegato mille volte e che spiego soprattutto in alcune delle mie video-interviste, in particolare quelle dal titolo “reciprocità e spontaneità”, nello spazio degli “articoli” e “Sesso ludico, una rivoluzione”, sulla homepage.
Cos’ è che sostengo? Sostengo che si sia realizzata una sorta di alleanza strategica fra una parte dell’ontologia femminile che deriva dalle specificità/diversità peculiari del femminile stesso; leggi soprattutto asimmetria sessuale che genererebbe anche in un ipotetico stato di natura puro e perfetto una differente domanda/offerta (asimmetrica) di sesso. Questa peculiarità/specificità del femminile non poteva non incontrarsi e non sposarsi (teoria del rispecchiamento, che abbiamo affrontato anche nel nostro convegno nazionale) con la ragione strumentale capitalistica, cioè con quell’ideologia che esalta all’ennesima potenza proprio quel famoso meccanismo della domanda e dell’offerta, applicandolo, nel caso specifico, alla sessualità e alla relazione fra i sessi. Non entro nel merito perché dovrei scrivere un altro libro ma è evidente che questo è il cuore della questione. Anzi, è la nostra intuizione come Movimento degli Uomini beta, e guarda caso è quella per la quale siamo criminalizzati ma per la quale siamo anche temuti. E’ per questa ragione che, a mio parere (non voglio passare per presuntuoso ma non posso neanche essere ipocrita), tutte le altre interpretazioni della QM sono obsolete e fatiscenti (lo erano anche prima, a mio giudizio), legate a concezioni vetero tradizionaliste, fisiologicamente e intrinsecamente incapaci di cogliere la struttura della questione.
Se partiamo da questo approccio interpretativo, non ha neanche più senso interrogarsi, come fa ancora ad esempio l’amico Armando (così con l’occasione rispondo anche a lui), se il femminismo sia una costola della “sinistra” (se lo scriviamo con le virgolette lo è sicuramente) o sia comunque una derivazione “filosofica” della Sinistra (senza virgolette). Da un certo punto di vista, se prendiamo per buono il ridicolo copia-incolla della dialettica hegelo-marxiana applicata alla relazione fra i generi operata dal femminismo, lo è senz’altro.
Ma anche in questo caso, ammettendo anche che questa operazione filosofica femminista sia corretta, questo step, diciamo così, è storicamente e oggettivamente superato. Perchè ciò che conta non sono gli escamotage filosofici, le etichette o al limite anche le corrette (ammesso che lo siano, e per me non lo sono affatto) derivazioni storico-filosofiche di un movimento o di una ideologia , ma la prassi con cui questa si materializza e i rapporti sociali e di genere che è in grado di determinare. E ciò che concretamente il femminismo/post femminismo ha storicamente determinato è stato la criminalizzazione e la subordinazione sociale, economica, psicologica e sessuale della maggioranza degli uomini, cioè degli uomini beta, senza minimamente intaccare le fondamenta del sistema capitalistico dominante e anzi contribuendo in misura determinante ad alimentarlo.
Questo è quanto accaduto negli ultimi quarant’anni, questo il capolavoro o uno dei capolavori di questo sistema complesso e dotato di grandissima intelligenza (non a caso è quello dominante) che non mi stancherò mai di sottolineare.
Se non capiamo questo, caro Tonelli e cari tutti gli amici tradizionalisti, conservatori, nichilisti, di destra, non so come chiamarvi (fate vobis, a me interessa molto poco), siamo destinati a non capire nulla.
Mi rendo conto di quanto questa interpretazione sia disarticolante, perturbante, lacerante (proprio per questo è rivoluzionaria) ma per quanto mi riguarda è la realtà. Quella che dobbiamo guardare in faccia senza lenti deformanti.
Naturalmente, come dice sempre Armando, ciascuno tessi la sua tela. A me personalmente non interessa che qualcuno mi dia ragione. A me interessa portare avanti ciò di cui sono convinto. Per questo credo che in questa direzione sia giusto e necessario che ognuno lavori sul terreno che gli è proprio e non invada il campo altrui. Apprezzo lo sforzo di chi si mette in relazione con noi e le nostre tesi, a patto però di non mettersi in contrapposizione frontale. Non perché non sia ovviamente convinto della nostra interpretazione, ma solo perché non avrebbe alcun senso sfiancarci in una competizione dialettica di questo genere. E’ sempre per questa ragione che tendo in linea di massima ad invitare tutti a rivolgersi a quegli spazi (siti, blog ecc.) che sono più vicini ed omogenei alle proprie posizioni. Io non sconfino MAI e vorrei che anche gli altri non lo facessero.
E infatti non vado in giro per gli altri blog del Momas a spiegare quanto le loro concezioni della relazione MM/FF con tutto il solito vecchio armamentario ideologico (natura rigidamente separata dalla cultura, ingegneria femminista/comunista figlia dell’egualitarismo antiliberale di derivazione illuminista e poi comunista che appiattirebbe tutto e ucciderebbe il maschile che invece sarebbe intrinsecamente liberale e antiegualitario), sono relitti arrugginiti e inascoltabili. Sarebbe del tutto inutile e presuntuoso da parte mia, farlo. Lo penso e lo affermo ma nel mio blog (mio nel senso che l’ho fondato e ne sono parte fondamentale, ma è ovvio che è ormai anche di tanti altri che lo fanno vivere con il loro contributo senza del quale morirebbe…), dove ho il diritto/dovere di dire ciò che penso. Non ho invece il diritto di andare gratuitamente a polemizzare e a disturbare il lavoro altrui, che comunque rispetto.
Se tutti si regolassero secondo questo criterio avremmo fatto un bel passo in avanti…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Riporto la risposta della Zanardo al mio primo commento (Vorrei intrattenermi con lei e spiegarle, dal mio punto vista ovvio, …. etc., etc.):
capisco e mi creda il dolore per me non ha sesso. Questo del FEMMINICIDIO è però un percorso per cercare di arginare omicidi che hanno come unica causa il fatto di essere donna. (L. Zanardo)
…………………………………………………………………..
Cosa ne penso?
Che non ha risposto per niente sul nucleo della mia osservazione. Come d’altronde abbondantemente mi aspettavo. La carta stampata e la rete lasciano questo tipo di scappatoia e non perderò altro tempo a controreplicare giacché il gioco sarebbe il medesimo.
Però, come ho detto nel commento, dal vivo, alla prima occasione utile, lei o altre sulla stessa lunghezza d’onda, non mi scappano di certo.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
A proposito del Post della Melandri.
Capace di tagliarti un commento, pacifico ed argomentato, ma, ovviamente non allineato e poi … e poi lascia passare questa perla:
certo che si possono fermare i femminicidi….
28.04 | 20:32 reader9999
ma dio quanto siamo parolai e quanto ci piace pontificare invece di risolvere i problemi…! il primo passo e’ uscire dal denial e agire proattivamente senza tanti buonismi improduttivi, le stesse paralisi dell’agire che affogano l’Italia a piu livelli:
iscriversi a corsi di autodifesa (o cominciare ad offrirli nei posti di lavoro), prendere il porto d’armi, esercitarsi nell’uso delle armi da fuoco in scenari realistici e girare con una pistola carica nella borsetta. 4 cose pratiche che ogni donna puo’ fare da domani mattina senza bisogno di aspettare la rivoluzione socialista delle coscienze o la prossima venuta del Salvatore….perche’ raccontarsi la balla che l’educazione e i cambiamenti societari, i circoli virtuosi o l’azione della (sempre-assente)-polizia siano le uniche risposte per l’oggi, invece dell’assumere nelle proprie mani il proprio destino ed agire individualmente, significa accrescere la triste lista delle violentate e delle morte ammazzate…
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
x Luigi Corvaglia: Il femminicidio è una attribuzione pregiudiziale di movente. Devi spiegare loro che quando scrivono articoli, il movente dell’omicidio non lo conosce nemmeno il commissario.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Ho incontrato il termine “femminicidio” per la prima volta verso il 2000, usato da femministe del tipo V.Solanas o A. Fouque (feminazi doc) e se ne capisce la ragione. E’ rimasto sottotraccia – mai utilizzato dai media – fino a quando il progressivo avanzare della derattizzazione del maschile lo ha reso spendibile. La sua carica criminalizzatrice è evidentissima: la si SENTE immediatamente in tutta la sua potenza. Ciò indica che non ci sono più prudenze, che il campo di battaglia è libero e che ci si può fiondare senza scrupoli contro gli accampamenti – abbandonati -del nemico.
E’ la conclusione di quel processo che è proceduto per gradi: prima si parlò di violenza (senza specificazioni), poi di violenza sulle donne, anni dopo di violenza di Genere e quindi di violenza maschile.
.
“Femminicidio” evoca l’olocausto femminile (pure questo termine eminentemente feminazi), l’ecatombe, la strage premeditata di donne di cui alcuni – pochi – sono i sicari mentre tutti gli altri – noi – i mandanti.
Questo è il suo significato sociopolitico e morale.
La sua ferocia è incomparabile.
.
Incollo qui il post che ho inviato a 27H sul tema.
(ovviamente scrivo sul quel blog non per le DD o per contrastarne il delirio, ma per fornire agli uomini che lo frequentano la versione maschile della realtà).
.
1- Il numero delle donne assassinate oscilla da decenni tra le 120 e le 150 ogni anno. Numero che non aumenta e non diminuisce. Anche il 2012 – visto il trend – ci porterà dentro quell’intervallo. Chi dice altro mente e lo fa per uno scopo che non può confessare.
.
2- Nessun assassino la passa liscia. Un gran numero infligge a se stesso la pena capitale: si suicida. Gli altri vanno in galera per decenni subendo l’inferno delle violenze che là vi si esercitano. Chi parla di “giustificazionismo” che assolverebbe i rei mente, sa di mentire e lo fa per lo stesso fine.
.
3- Una buona fetta di questi delitti è commessa dai padri separati che formano il gruppo più grosso di quelli che si suicidano DOPO. Il numero di quelli che si suicidano PRIMA è ignoto. Non ci sono madri separate che si suicidino. Chi finge di non saperlo mente.
.
4- La violenza è solo maschile perché è definita come tale, perseguita e punita solo quella maschile. Ed è la sola sulla quale è vietata ogni analisi sociologica e psicologica, liquidate come “giustificazioniste”.
.
5- L’utilizzo del comportamento di una esigua minoranza per la criminalizzazione della totalità di un gruppo è lo strumento invincibile di ogni ideologia dell’odio. Le 120/150 assassinate formeranno di qui in avanti la prigione morale alla quale verranno condannati tutti gli uomini indistintamente. Il numero è assai elevato ma sarebbe più utile alla criminalizzazione dei maschi se fosse ancora più alto: perciò si inventa che “ne muoiono più per mano maschile che per ogni altra causa” (ossia 140 è più grande di 280.000). Se il numero scenderà a 80 o 60 o 40 o 30 non cambierà nulla. Per quale motivo infatti 140 è “femminicidio” mentre 30 non lo sarebbe?
.
6- E’ ora di rispondere alla domanda cruciale cui nessuna femminista ha mai risposto (né mai lo farà): in che modo viene combattuta la guerra dei sessi? Qual è l’arma del femminismo? Non fucili o pistole, non clave o bastoni. L’arma è la demolizione psicologica del sesso maschile: colpevolizzazione, liquidazione morale, criminalizzazione.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Per questioni di parità si potrebbe usare la parola omicidio per l’uccisione di un maschio e femminicidio per uccisione di una femmina. Come per l’omosessualità si potrebbe usare femminasessualità per le lesbiche. Ma sono forse termini troppo offensivi e poco galanti? Potrebbe portare a pensare che le donne possono essere uccise al pari degli uomini?
Volevo mettere in evidenza questo aspetto del dover usare sempre tutto al maschile, come dire: l’uomo è violento! Per intendere l’intera razza umana; naturalmente da una parte è un modo di parlare maschilista, dall’altra è un proteggere le donne tenendole fuori da tutto, nel bene e nel male, e credo che esse stesse siano protagoniste in buona parte di questo, per mantenere privilegi e acquistare il mistero che copra la loro naturale avversione per il maschio e le sue qualità, che porta al male bashing
Leonardo(Quota) (Replica)
da quanto ho capito vogliono proporre il termine femminicidio per le fattispecie di omicidio volontario con movente “passionale” perché dicono che passionale non è il termine adatto visto che sottintende qualcosa di positivo che non dovrebbe essere associato con una cosa brutta come l’omicidio. allora perché non chiamarlo omicidio relazionale visto che passionale è così inadatto secondo loro?
fulvio terzapi(Quota) (Replica)
Natalia Aspesi su “La Repubblica” del 29.04.
“Ma la domanda che per ora non ha risposta è: perchè questa strage? Perchè ancora è così difficile per un uomo, non necessariamente un criminale, sarebbero troppi, accettare la libertà della donna, l’integrità del suo corpo, la sua volontà, le sue scelte ? Perchè la sua difesa troppo spesso è solo la violenza? Perchè? Ma se lo chiedono gli uomini, tutti quanti, anche i più irreprensibili, e generosi e ahi! innamorati?”
Ecco che arriva la colpevolizzazione generalizzata. Fra un pò si dirà che amare una donna vuol dire negarle la libertà.
paolo(Quota) (Replica)
perchè vogliono sottolineare il fatto che sono vittime, vittime, vittime…in qualsiasi contesto. Il vittimismo porta buoni frutti, quindi, secondo loro, occorre battere su questo tasto. E’ evidente che si tratta di omicidi passionali. Il problema della violenza in famiglia, dei rapporti malati, possessivi, che si instaurano tra uomini e donne, è grave, impossibile negarlo, ma banalizzarlo, riducendolo alla volontà di possesso dell’uomo dulla donna, è mistificante. Ma su quel fronte non si ha di certo l’interesse a comprendere meglio il fenomeno; occorre invece ribadire, continuamente, che esiste un problema maschile, in famiglia, nella società, in politica, in qualsiasi ambito, per proporsi come migliori e più affidabili. Questa è una partita che va ben al di là della denuncia di alcuni casi di violenza, cosa anche sacrosanta: ancora troppo pochi lo hanno inteso.
Alessandro(Quota) (Replica)
sapete dove posso trovare statistiche sul rapporto tra omicidi totali e omicidi passionali distinti tra i due sessi?
fulvio terzapi(Quota) (Replica)
x fulvio terzapi: “sapete dove posso trovare statistiche sul rapporto tra omicidi totali e omicidi passionali distinti tra i due sessi?”
Che io sappia questa statistica non esiste, ma potrei sbagliare. Poi andrebbe chiarito meglio cosa sia un *omicidio passionale*.
La desertificazione culturale anti-uomo preferisce chiamare “femminicidio” ogni delitto da uomo a donna, sostenendo che il movente sia solo nel fatto che lei era una donna, incurante dei reali moventi.
Soffermandoci solo sull’omicidio compiuto da maschi, sappiamo che questi vedono come vittime altri maschi nella misura di 4 volte di più di quanto avvenga per le femmine. Gli uomini preferiscono uccidere altri uomini. Questo dicono i numeri ufficiali.
Perché li uccidono, perché gli uomini uccidono soprattutto altri uomini?
Follia irrazionale? Motivi economici? Gelosia? Altrui commissione? Ribellione a un’ingiustizia subita? Criminalità organizzata? Faida?
Di tutti i possibili moventi ipotizzabili nessuno può riferirsi solo ai maschi. Gli uomini hanno relazioni amorose, spesso conflittuali, con le donne. Relazioni amorose, spesso conflittuali, dove quasi sempre ci sono anche in ballo interessi privati.
Gli uomini si relazionano con le donne in milioni di casi al giorno. Eppure, guarda che strano, eppure, quando uccidono, per qualsivoglia movente, uccidono soprattutto altri uomini.
Una realtà inconfutabile, che sta scritta negli stessi dati utilizzati dal regime filo-femminista per teorizzare il femminicidio, ma alla quale non viene data mai nessuna spiegazione o interpretazione.
Nel mondo di oggi, fatto di interessi e materialismo, costruito sulle basi di giochi di potere uomo contro uomo, donna contro donna, uomo contro donna e donna contro uomo, l’omicidio avviene principalmente da uomo a uomo.
C’è una interpretazione impensabile che i giornali non vi diranno mai, ma che sta scritta negli stessi dati che vi accusano, amici uomini: essere donna, di fronte a un uomo, non è un fattore di rischio bensì un fattore protettivo.
L’uomo, nella sua ipotetica e ipotizzabile natura maschile, tende a proteggere la donna molto più che a offenderla.
Chi non è d’accordo, signora Zanardo e intellettuali misandrici di Italia, vi prego: fornite evidenze non artefatte che quanto dico sia falso.
Ditemi perché io uomo, che leggo nei vostri dati l’immagine della mia buona disposizione verso la donna, dovrei invece leggerci, come voi pretendete, la conferma della mia nefandezza.
E’ una questione di diritto umano e di cultura anti-razzista. Una questione fondamentale.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Lo stesso schema logico che ho usato qui sopra si applica all’infanticidio, che molti anti-femministi usano per dimostrare che la donna e la madre sono cattive.
No.
La maggior frequenza di omicidi di figli da parte della madre non deriva da una indole materna maligna bensì dal fatto che i figli, soprattutto in età neonatale, stanno la maggior parte del tempo con la madre.
Il movimento degli Uomini Beta e in generale le dirigenze della QM sostengono, contrariamente a quanto sostiene l’elite occidentale, che la violenza non conosce sesso, che essa è pensata nella stessa misura da umani di sesso maschile e femminile, praticata in forme massimamente diverse ma non per questo più o meno dolorose per i singoli e per la collettività. Non esiste un femminicidio, come volontà criminale e oppressiva del maschio sulla femmina, esiste un omicidio, come privazione del diritto alla vita di un soggetto verso un altro soggetto.
Purtroppo, oggi, la lotta per questi elementari principi umanistici, che del resto ci avevano sbattuto in faccia, a noi uomini, parlandoci di parità, deve passare per la parola degli uomini contro il suprematismo femminile di regime.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Non so se esista o meno un partito femdominista, ma non mi meraviglierei se, un giorno, uscisse allo scoperto e nessun uomo degno di tale epiteto, lo affronti, per motivi che si possono chiaramente vedere da molto tempo..
I motivi, a mio parere sono che gli uomini italiani vengono istruiti, sin da piccoli, ad accontentare le donne sempre e comunque, mentre i padri sono al lavoro, vengono istruiti dalle madri emancipate odierne ad accontentare le donne sempre e comunque.
Quando crescono e diventano ragazzi, vanno nelle scuole dove ci sono oltre il 90% di insegnanti femmine, le quali non solo li riducono ai minimi termini non consentendo loro di esprimere la loro mascolinità, ma insegnano ai ragazzi come accontentare le donne sempre e comunque.
Quando questi ragazzi vanno a casa ed accendono la tv, quello che vedono praticamente sono costanti messaggi che insegnano loro quanto idioti sono gli uomini usando pubblicità con uomini stupidi o sottomessi se non addirittura trattati male, nel contempo insegnano loro che solo coloro che accontentano le donne sempre e comunque hanno qualche valore.
I ragazzi poi vanno nelle università, e la musica non cambia, continuano ad essere indottrinati ad accontentare le donne sempre e comunque.
I ragazzi, divenuti uomini, entrano nel mondo del lavoro (per chi lo trova..) ed osservano come le donne ricevano infinite agevolazioni, grazie anche alle quote rosa, e di come spesso possano raggiungere apici della loro carriera semplicemente per appartenenza di genere.
Gli uomini beta, quando escono per conoscere le donne italiane, subiscono tutta una serie di situazioni e vessazioni, ed imparano che possono avere attenzioni (ed eventualmente sesso..)dalle donne solo nel caso che le diano infinite attenzioni, anche a costo di sembrare degli utili idioti e di denigrare loro stessi con metodiche zerbinacee.
Agli uomini sposati viene insegnato che potranno avere un pò di sesso solo se continueranno ad accontentare la propria moglie sempre e comunque, mentre ogni loro richiesta viene tacciata di maschilismo e/o violenza domestica.
Ebbene.. io non ho idea se ci sia o meno un partito femdominista, ma per mille diavoli sono fermamente convinto che siamo in mezzo ad una guerra, dagli effetti devastanti, dove persino il nazismo sembra un dilettante a confronto, visto che il problema non è riscontrabile solo in italia, ma nella totalità di tutti gli stati cosiddetti civilizzati, europei e nordamericani.
gli uomini devono essere riprogrammati, e per fare questo bisogna dargli le giuste armi per rispondere ai sempre piu’ incessanti attacchi misandrici che ci giungono da ogni dove.
Damien(Quota) (Replica)
@Kameraten Aspesi
“Ma la domanda che per ora non ha risposta è: perchè questa strage? Perchè ancora è così difficile per un uomo, non necessariamente un criminale, sarebbero troppi, accettare la libertà della donna, l’integrità del suo corpo, la sua volontà, le sue scelte ? Perchè la sua difesa troppo spesso è solo la violenza? Perchè? Ma se lo chiedono gli uomini, tutti quanti, anche i più irreprensibili, e generosi e ahi! innamorati?”
Heil Freulien Vagina Aspesi!
tu afere dimentikaten di diren che libertà, integrità della freulien italienish è sempre a danno di uomo italienish! ja! tu molto furben!
Freulien italienish dire ke loro corpo essere sacren, andare in giren come mignotten e non fare kaso a naturale istinto di pikkoli uomini italienish.. molto piu’ importanten libertà di freulien italienish! ja tu molto furben!
Scelte di freulien italienish essere sempre loro a scegliere, anche per poveri uomeni italienish, non chiedere mai loro pareren, tu brafa! molto brafa! ja! tu kapiren tutto di uomeni!
Ma freulien vagina Aspesi tu dimentikare che violenza essere quella cosa ke esce fuori kuando tu non dare altre possibilità a poveri uomeni italienish, se loro parlare malen di freulinen italienish loro essere tacciaten di maskilisten! loro non potere essere loro stessen ma defono essere kome donna italienish dire che loro dofere essere! kuesto essere solo modo di exprimere kome essere brafi uomeni! ja! tu molto diaboliken!
Tu brafa! afere kapiten che amore essere solo stupida skusen per chiudere uomeni italienish in campi koncentramenten e farli skiavi con vagina… VAGINA MACHT FREI!
Heil FRAU ASPESI! tu piacere molto a nostro amato Adolf!
Damien(Quota) (Replica)
“sapete dove posso trovare statistiche sul rapporto tra omicidi totali e omicidi passionali distinti tra i due sessi?” (fulvioterzapi)
Prova a leggerti questo
http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/14/0900_rapporto_criminalita.pdf
Un consiglio. Puoi tranquillamente saltare il capitolo V, quello sulla violenza contro le donne, non a caso l’unico sviluppato non su dati reali, ma dalle misandriche dell’ISTAT.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Ieri sulla nostra bacheca di facebook un nostro amico e aderente al Movimento ha pubblicato questo che, a tal proposito, mi sembra molto interessante:
http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.comunicazionedigenere.com%2Fogni-4-morti-ammazzati-ben-3-sono-maschi-cade-anche-larcano-femminista-del-femminicidio%2F&h=wAQHVRoAq
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“Femminicidio”
Se le assassinate fossero 14.000/anno sarebbe femminicidio.
Se fossero 1.400 sarebbe femminicidio.
Sono 140 ed è femminicidio.
Se fossero 14, per quale ragione non sarebbe femminicidio?
Il carattere vittimista=>criminalizzatore del concetto è smaccato, solare, abbagliante.
Pare che anche Saviano e Montezemolo abbiano sottoscritto l’appello “Mai più complici!”
Con ciò si sono riconosciuti correi e quindi colpevoli. Ed è precisamente questo lo scopo della manipolazione femministarda.
Una volta che ti sei riconosciuto colpevole sei salito sul banco degli imputati e non puoi più scenderne, hai accettato la posizione che ti è stata imposta e non ti resta che pagarne le conseguenze.
Hai suggellato lo squilibrio, hai riconosciuto che Lei è il giudice e tu sei l’imputato: lo sarai per sempre e in ogni versante dell’esistenza. Hai sottoscritto la tua posizione di subalternità morale, ossia psicologica. Nel privato e nel pubblico.
Per te è finita.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
tra tutti i vari blog e siti in cui mi sono imbattuto che trattavano di questo tema, è venuto fuori che il cosiddetto “femminicidio” dovrebbe essere un aggravante, così come lo è il razzismo; infatti c’è un aggravante se il crimine è a sfondo razziale …
Il problema nasce proprio dalla radice della parola “femminicidio”, perchè nell’ipotesi della aggravante razziale, dovrebbe avere lo stesso peso specifico…
La storia prima e la consuetudine dopo, hanno sempre posto l’essere umano bianco di carnagione, oppressore dell ‘altro di una carnagione diversa. Ma è razzismo anche se avviene l’inverso; in questo caso la legge con l’aggravante dovrebbe funzionare allo stesso modo …
Nel caso di “femminicidio ” invece si pone sempre in primo piano il caso della donna uccisa dall’uomo: e il contrario ? Sembra quasi una cosa di poco conto…
mauro recher(Quota) (Replica)
E’ interessante la tesi di Fabrizio sul legame tra
il capitalismo attuale e il femminismo. Credo che ogni sistema di dominio si nutra di ogni possibile
asimmetria tra gli esseri umani, e oggi si nutre di
questa. A tale proposito ho provato a scrivere un paio di commenti sul sito di Sinistra Ecologia e Libertà, partito il quale mi sembra il migliore tra quelli esistenti e che certamente voterò alle prossime amministrative, ma ho visto, come
prevedevo che non li hanno pubblicati. La sinistra è ancora ben lontana dal superare le parzialità che
l’ hanno portata alla sconfitta di fine Novecento, anche perchè quando le supera ne acquisisce di
nuove. Finchè non si capirà che si deve tendere
al “governo di tutti per tutti” (l’ affermazione è di
Spinoza) la sinistrà perderà sempre, e purtroppo vedo nero, vista la crisi drammatica, letteralmente
mortale, dell’ attuale società.
Saturno(Quota) (Replica)
Roberto Micarelli
>>>
Lo stesso schema logico che ho usato qui sopra si applica all’infanticidio, che molti anti-femministi usano per dimostrare che la donna e la madre sono cattive.
No.
La maggior frequenza di omicidi di figli da parte della madre non deriva da una indole materna maligna bensì dal fatto che i figli, soprattutto in età neonatale, stanno la maggior parte del tempo con la madre.
>>>
Perché non esistono anche madri e donne cattive? *
Ma stai scherzando? Ma ti rendi conto del fatto che questo è lo stesso modo di ragionare delle femministe?
Boh… io non ho parole.
>>>
* (Che non significa che lo siano tutte; ma in molti casi sì).
Tiziano(Quota) (Replica)
Lo stesso schema logico che ho usato qui sopra si applica all’infanticidio, che molti anti-femministi usano per dimostrare che la donna e la madre sono cattive.
<<<<<<<<<<<<<<
Non è assolutamente vero.Chi in ambito antifemminista cita il fenomeno degli infanticidi non è per criminalizzare tutte le donne e le madri bensì per affermare, sottolineare e dimostrare-in risposta alla propaganda femminista che vede la violenza e l'aggressione solo negli uomini-che anche le donne possono commettere crimini gravi. Se poi sei sicuro di ciò che affermi, allora cita chi sarebbero questi attivisti antifemministi che strumentalizzano gli infanticidi per denigrare le donne e madri. Ma fino a prova contraria non è corretto gettare scredito, senza portare prove, contro l'attivismo antifemminista, ed è pure controproducente ai fini della causa della Questione Maschile. Poi francamente, questa classificazione tra attivisti di serie A, cioè le "dirigenze della QM" e quelli di serie B, cioè gli antifemministi, mi sembra ridicola e settaria, oltre che autodistruttiva.
Magyar(Quota) (Replica)
Rino:
““Femminicidio”
Se le assassinate fossero 14.000/anno sarebbe femminicidio.
Se fossero 1.400 sarebbe femminicidio.
Sono 140 ed è femminicidio.
Se fossero 14, per quale ragione non sarebbe femminicidio?”
_________________________
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=14946240
Sandro2(Quota) (Replica)
Magyar :
E’ interessante la tesi di Fabrizio sul legame tra
il capitalismo attuale e il femminismo.
————————————————
In ogni epoca si è basata la società su dei modelli dove la famiglia e il rapporto tra maschi e femmine doveva essere ben chiaro, per la sicurezza di tutti. Gli uomini da sempre lavorano e le donne in casa con i bambini. Il femminismo sembrava andare contro queste sicurezze; in realtà, specie negli anni 70 (in Italia) con il progresso e il cambiamento degli stili di vita: gli elettrodomestici, l’automobile e sopratutto con l’aumento demografico dove avere due bambini è molto costoso a differenza dei secoli passati dove si avevano molti figli, la donna ha preteso i suoi nuovi privilegi. Ricordo molte signore delle generazioni precedenti che avevano paura di perdere il privilegio e il controllo sulla famiglia…
Oggi credo ci sia stato solo un adeguamento ai tempi, nessuno scommeterebbe su una donna che paga l’uomo, in fondo tutti accettano la ripicca (e uso il termine “inferiorità” visto che sto parlando di tutti, comprese le femmine) della donna per mandare avanti la società.
Leonardo(Quota) (Replica)
Leonardo, è Saturno che sosteneva che la tesi della stretta relazione fra capitalismo e femminismo fosse interessante, e non Magyar.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Leonardo, è Saturno che sosteneva che la tesi della stretta relazione fra capitalismo e femminismo fosse interessante, e non Magyar.
Fabrizio
E’ vero: scusa Saturno.
Sarà stato un lapsus: quel nome magiaro mi ha attratto:
http://www.youtube.com/watch?v=6Xmz-p9FYW8
Leonardo(Quota) (Replica)
Tiziano: “Perché non esistono anche madri e donne cattive? *
Ma stai scherzando? Ma ti rendi conto del fatto che questo è lo stesso modo di ragionare delle femministe? Boh… io non ho parole”.
—
Nemmeno io ho parole con chi storpia il senso di ciò che uno scrive. Tu e Magyar mi avete attribuito cose che non ho scritto. Lo schema femminista è quello che sembri invece usare tu. Ho scritto che esistono anti-femministi che usano il crimine femminile per fare come fa il femminismo contro gli uomini, e non vedo perché ci sia chi si sente toccato. Non li conoscete? Io sì.
Dove sta scritto che non esistono donne cattive? Ho scritto che la maggior frequenza di infanticidi da parte di donne è dovuta alla loro maggior frequentazione coi bambini, cioè che si trovano probabilmente con maggior frequenza a esercitare la loro malvagità contro i bimbi di quanto non accada per gli uomini.
Ho scritto che per le dirigenze della QM, perché esistono dirigenze nei movimenti quemmisti, se non vi era chiaro da adesso lo sapete, rifiutano l’idea di attitudine alla violenza come fatto connaturato al sesso.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Sul forum qm mi sono trovato a rispondere a utenti femministi con la stessa cosa osservata da Magyar a proposito di raccolte di informazioni su delitti compiuti da donne, ma non mi riferivo a quello o a siti come il centro documentazione violenza donne. Mi riferivo a singoli personaggi che di tanto in tanto propongono un’idea di disvalore materno, cioè dell’infanticidio come prova sostanziale della malvagità connaturata nel femminile. Questo succede, l’ho letto e lo leggo spesso, mai scritto da parte di “dirigenti”, ed è speculare a ciò che fa il femminismo, ormai a livello istituzionale, e questo lo rende più grave, contro gli uomini.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
>>
Ho scritto che esistono anti-femministi che usano il crimine femminile per fare come fa il femminismo contro gli uomini, e non vedo perché ci sia chi si sente toccato. Non li conoscete? Io sì.
>>
“Toccato” Ma toccato da che? Micarelli, ma per piacere…
Tiziano(Quota) (Replica)
http://www.ilsecoloxix.it/p/cultura/2012/05/01/APOmTDQC-uomini_donne_odiano.shtml#axzz1tiDsQUJw
Uomini che odiano le donne, anche sul Web
Silvia Neonato
Leggi l’articolo completo: Uomini che odiano le donne, anche sul Web| Liguria | cultura| Il SecoloXIX
Genova – «Fermiamo la violenza femminista. Stop alla propaganda terroristica di dati falsi e mistificati» si intitola così un comunicato Gesef di qualche tempo fa, una delle associazioni che raccolgono in Italia i padri separati per tutelarne i diritti. Tra i molti gruppi maschili critici nei confronti delle donne presenti in rete o raccontati anche su alcuni libri, questi del Gesef sono certamente i più estremisti, quelli che ribaltano radicalmente e con più rabbia l’ottica del femminicidio di cui si parla negli ultimi tempi. Tanto da voler attaccare le donne presumibilmente sullo stesso terreno. E infatti le accusano per l’infanticidio. Scrive Gesef (www.gesef.org/): «La propaganda femminista mira a radicare nell’immaginario collettivo l’idea di un ambiente domestico scenario di delitti e terribili violenze, dove vittima è sempre e solo la donna… Cosicché l’attenzione sessuale maschile diventa molestia, l’esercizio del dovere coniugale diventa stupro, un banale litigio violenza fisica. Al tempo stesso si tace della violenza femminile e materna: le cronache ci forniscono amari resoconti di omicidio e infanticidio, oltreché della partecipazione ad episodi di abuso sessuale che attestano lo stesso potenziale di brutalità (…). In tutto il mondo infanticidio e figlicidio restano primato assoluto delle donne. (…) Le sottaciute inchieste europee informano che il 10% delle violenze domestiche sono rappresentate da mogli che picchiano i mariti».
Come si vede il tono è furente. Ma è solo un breve estratto, seguono altre accuse pesanti e molte accuse pretestuose. Gesaf attacca ad esempio gli stanziamenti di denaro per i centri antiviolenza dove vengono ospitate le donne picchiate da mariti e compagni, spesso insieme ai figli, ignorando i dati Istat che come è ormai noto indicano – in Italia – un numero elevato di violenze alle femmine di ogni ceto sociale, età e di ogni regione, nonché una donna ammazzata ogni tre giorni da un uomo che, nel 76% dei casi, era suo marito-amante-fratello. Quanto sordo rancore covi in alcuni uomini lo fa notare Stefano Ciccone dell’associazione Maschile plurale e autore, insieme ad altri, di un volume intitolato “Silenzi” (Ediesse, 2012) in cui, con competenza e passione, tenta di interpretare tanta rabbia. Ciccone ritiene che la paura del cambiamento in atto induca molti uomini a sentirsi, loro, vittime di una congiura femminile e femminista o, peggio, a odiarle tanto da mentire e modificare la realtà.
Denuncia la persecuzione maschile il sito http://www.uomini3000.it che spiega come gli uomini nel conflitto tra i sessi «in corso da decenni sono stati spettatori passivi. In questo silenzio è maturata la corrosione di ogni valore che possa dirsi maschile, di ogni autorità morale degli uomini (…) Questo processo li ha privati del diritto di raccontare la loro verità, bollata a priori come falsa, irrilevante, ridicola. Cosa vuole uomini 3000? Porre fine al pestaggio morale maschile». A differenza di Gesaf, seguono esempi di pestaggi sostanzialmente morali: ad esempio, la denigrazione della loro sessualità. Stesso tono, ma con un attacco al conformismo del politicamente corretto, nelle parole del Movimento degli uomini Beta (https://www.uominibeta.org/) che rivendicano uguaglianza, libertà e «superamento di ogni forma di oppressione e discriminazione di genere» di cui si sentono evidentemente vittime tanto quanto le donne. Si può obiettare che sono sciocchezze, ma è un disagio da indagare e per fortuna che sono gli stessi uomini a porsi ora il problema
Lo schema, ripetuto da molti altri gruppi maschili sui propri siti, accusa anche il sessismo di chi non contrasta la violenza delle donne sugli uomini, denigrati, ridicolizzati, scrivono. Lo fa il sito http://www.maschiselvatici.it che si ispira a un libro scritto già nel ’93 da Claudio Risè, psicanalista stimato per lungo tempo nel proprio ambiente. Il libro era titolato “Il maschio selvatico. Ritrovare la forza dell’istinto rimosso dalle buone maniere” e Risé scriveva già pagine molto ambigue e aggressive sul fatto che la virilità è costantemente minacciata dalle critiche al patriarcato e dal richiamo al politicamente corretto.
Leggi l’articolo completo: Uomini che odiano le donne, anche sul Web| Liguria | cultura| Il SecoloXIX
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Tiziano: ““Toccato” Ma toccato da che? Micarelli, ma per piacere…”
E l’insofferenza del precedente tuo messaggio cos’era allora? Cosa significa il “non ho parole” a valle di un fraintendimento? Va bene lo può essere anche il mio, ma in tal caso finisce qui.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Tratto dall’articolo segnalato da Luigi Corvaglia
°°°°°°
>>>
Certi uomini non potendo più comandare come facevano un tempo(quando erano padroni della donna e dei figli e facevano solo i loro comodacci),diventano maligni e meschini.Se si comportassero come veri uomini,con intelligenza e rispetto verso le loro donne non ci sarebbero tutti questi divorzi.Quando una donna divorzia vuol proprio dire che non riesce più a sopportare il comportamento del proprio uomo,che in troppi casi la tradisce pure.E sono proprio quelli, che protestano più veemente.
>>>
Parole come queste non fanno che confermare una volta di più, l’assoluta stupidità di tantissime donne, incapaci di buttar giù un ragionamento che abbia un minimo di logica.
Dunque, io sono nato nel 1973 e nel corso della mia vita NON ho mai comandato nessuna donna (non è accaduto neanche il contrario…), esattamente come la stragrande maggioranza dei miei coetanei.
Non solo: a me, di comandare una donna con la quale mi relaziono, non frega assolutamente un cazzo, dato che non è certamente quella ragione che mi spinge a frequentarla.
Certo, poi le donne son quello che sono, e pertanto bisogna metter loro dei paletti, se no tracimano; ma questo è solo conseguenziale al loro comportamento.
Di più: essendo nato trentanove (39) anni fa, non posso certamente aver memoria di quel cazzo di passato che queste decerebrate ci rinfacciano ad ogni pié sospinto.
E ancora: cosa cazzo significa “si comportino come veri uomini” ? Forse come gli uomini di un tempo? Ovvero quelli che le medesime accusavano (e accusano) di essere dei beceri maschilisti-misogini? E come cazzo si fa a sostenere che solo gli uomini debbono portar rispetto alla controparte? Il contrario no? Ma poi, se noi dobbiamo comportarci da “veri uomini”, loro non dovrebbero comportarsi da “vere donne” ? Ma anche qui, cos’è la “vera donna” ? Cosa cazzo è?
Seriamente: io credo bisognerebbe prendere atto del fatto che certi ragionamenti e comportamenti femminili, sono solo in parte indotti dal femminismo.
Tutto il resto è intrinseco e Freud aveva già ben spiegato le ragioni di ciò.
°°°°°°
PS: Fabrizio, abbi pazienza per il linguaggio, ma il fatto è che di queste ottuse, false come giuda, non se ne può veramente più.
Farebbero perdere la pazienza anche ad un santo.
Fabio C.(Quota) (Replica)
Viene segnalato qs attacco a Gesef, U3000, MS, MUB, Risé sul Secolo XIX di Genova.
http://www.zeroviolenzadonne.it/rassegna/pdfs/2371407de658179b960dbfa5c6b4301a.pdf
RDV
Rino(Quota) (Replica)
@luigi
il mio blog non viene considerato
una cosa comunque non capisco ,perchè quel titolo
“uomini che odiano le donne”?
Sembra quasi che non è possibile fare una critica al femminismo (e non alle donne) che si passa subito per rancoroso …va beh dai cavalca l’onda pure lei …
,
mauro recher(Quota) (Replica)
una cosa comunque non capisco ,perchè quel titolo “uomini che odiano le donne”? (mauro recher)
E’ un vecchio, abusato, trito e ritrito giochetto politico: la demonizzazione dell’avversario.
Tipico di chi, non potendo confrontarsi sulle tematiche espresse, per non conoscenza o per paraocchi ideologici, cerca di sminuire agli occhi dell’opinione pubblica i portatori di tali tematiche.
Nota infatti come non fanno altro che gridare al lupo … al lupo ma evitano di entrare, sia pur minimamente, nel dettaglio.
Vero, sig.ra Neonato?
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Cari amici,
Sono un ospite che condivide moltissimo del sito e vi fa i complimenti; una puntualizzazione su questo topic secondo me sarebbe utile (ma vale anche per altri topic). Non credo che la categoria “donne” non vada MAI generalizzata “perché sono manovrate da poche streghe femministe”. Io credo che semplicemente chi trova delle leggi che fanno i suoi propri ed esclusivi interessi le usa, perlopiù sfacciatamente e beceramente; e questo definisce bene la questione. Se la categoria non fosse un po’ generalizzabile “le donne” avrebbero esse stesse aborrito ed estirpato il femdomismo fin dalle origini. Invece anche le non attiviste nel clima post femminista-femdominista ci sguazzano, e pasteggiano oscenamente anche loro col cadavere del maschio,fingendo sia quello del maschilismo. Insomma, anche se voglio bene ai cani, nel momento in cui mi ritrovo a doverne ammazzare uno lo faccio, visto che per la legge un animale non è (ancora) equiparato a un umano. Rispetto alle donne siamo questo, ora: cani, da trattare ora come bastardi rabbiosi o come patetici barboncini.
Manolo(Quota) (Replica)
Spending review ovvero revisione della spesa.
E’ questa la paroletta magica che gira da un po di tempo a questa parte sui giornali e negli ambienti politici. Per trovare, dicono, risorse aggiuntive da impegnare per gli investimenti.
Sono sicuro che se la facessero davvero (e su questo nutro forti dubbi) salterebbe fuori un panciuto numero di miliardi di euro. Questo in generale. Ma quella che vorrei suggerire con la presente ha a che fare con un settore particolare.
Sto parlando di una Spending review femminista.
Mi risulta particolarmente insopportabile, vista la situazione in cui versiamo, che un fiume nemmeno ben definito (ma su questo ci ritorno poi) di euro vengano stanziati (e buttati) in tutta una serie di iniziative che servono a cibare un ceto politico e femminista del tutto parassitario.
Pensateci bene. Consigliere di parità, commissioni per le pari opportunità (presa per i fondelli già nel nome), convegni e incontri finanziati dai vari livelli di governo e frequentati sempre dalle solite quattro gatte (con annessi micioni) che servono solo (nella migliore delle ipotesi a gonfiare il loro ego smisurato, ambulanze rosa, sportelli rosa e ….. e basta girare per la rete per rendersi conto dello spropositato numero di iniziative dalla dubbia riuscita ed utilità ma dall’indubbio costo.
Un discorso a parte il discorso dei centri anti-violenza. Sinteticamente, per quel che mi riguarda non ne dovrebbero esistere di privati o paritari (comunque in tutto o in parte finanziati dallo Stato). I centri anti-violenza dovrebbero essere statali, con personale specializzato ambosessi e parimenti rivolti tanto alle donne quanto agli uomini.
Occorrerebbe, da parte nostra, cercare di individuare quantomeno l’ammontare approssimato di questa spesa femminista e proporre una ragionata revisione.
Una spending review di genere, insomma.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Parole sante, Luigi. Questa “spending reviews” non è altro che l’ultima trovata per metterla nel didietro dei soliti noti. Come sempre, i veri sprechi non verranno intaccati. Tecnici o non tecnici è sempre la solita minestra. Forse sarebbe il momento di attingere la nostra classe dirigente dai ceti medio bassi, dai “signor nessuno”, lasciando a casa queste/i figli/e di papà. Grillo è sicuramente un qualunquista, con tantoi limiti, ma ha avuto il merito di dar spazio a uomini e donne “senza curriculum”, persone qualsiasi, senza una cattedra universitaria o senza una storia di leccaculaggine politica alle spalle. Chissà, forse in questo modo potremmo avere gradite sorprese.
Alessandro(Quota) (Replica)
Aggiornamento dalla Puglia ….. (proposta di legge 50 e 50)
http://www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=21453
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Donne e politica
Riporto un articolo uscito sul Nuovo Quotidiano di Puglia (Lecce) il 16 maggio 2012. L’articolo è comparso solo sul cartaceo, per cui non posso inserire il link. Lo riporto perché mi sembra paradigmatico del comportamento di molte donne (di sinistra e non) nei confronti dell’agire politico. Ovviamente si riferisce alle ultime comunali del capoluogo salentino, dove, in questa tornata, caso più unico che raro, il centrodestra ha asfaltato il centrosinistra. Ma a sentir loro il problema sta tutto nella mancata valorizzazione femminile.
………………………………………………………………..
In consiglio restano in due. L’amara analisi delle ex consigliere Quarta, Povero, Spagnolo e della candidata Strazzeri
“Donne penalizzate perché senza potere”
La rappresentanza delle donne rappresenta una delle principali occasioni mancate delle ultime comunali, che hanno visto penalizzati numerosi uscenti e sbarrate le strade per le new entry. E se nel centrodestra la situazione verrà salvata dalle surroghe, nel centrosinistra, invece, a fronte delle quattro consigliere uscenti, la rappresentanza femminile è ridotta a due, ovvero la candidata sindaco Loredana Capone e l’unica eletta di una delle sue civiche, Paola Leucci. Tolta Paola Spoti che decise di non ricandidarsi, sono infatti rimaste a casa tutte e tre le consigliere ricandidate in quota Pd, che oggi danno un giudizio amaro dell’accaduto.
“Noi donne siamo state penalizzate dal fatto che non gestiamo il potere – spiega Rita Quarta – È triste sia che siano passate invano le nostre tante battaglie condotte in Consiglio comunale. Le cause? Certamente una certa immaturità del corpo elettorale, che non riconosce alle donne la capacità di bonificarla. Ma nella scelta appare evidente un principio di utilità da cui le donne spesso sono escluse. Sono state le stesse elettrici donne a scegliere uomini e questo anche se noi tre ci siamo impegnate più dei nostri colleghi rieletti”.
“C’è un modo strano di stare in politica – aggiunge Paola Povero – Oggi chi porta avanti le sue battaglie nei luoghi deputati, come il Consiglio comunale e le commissioni, viene percepito come lontano. lo ho inteso la politica come coerenza, penso ai pass del centro storico e dello stadio che sono stata tra i pochi a restituire. Ma nessuno se ne accorge, bisogna stare per strada, fare i favori, avere quelle attenzioni personali che purtroppo pagano di più”. Paola Povero è critica nei confronti del partito. “Oggi qualcuno dice fuori le correnti ma mentre Marra scriveva le sue dimissioni già i diversi gruppi si organizzavano”.
“Il mancato investimento su una nuova classe dirigente è senza dubbio un’occasione che il Pd ha perso negli ultimi anni – aggiunge Angela Maria Spagnolo – Io non ne faccio una questione anagrafica, ma il vecchio Pci dovrebbe decidere di fare un passo indietro perché il modo di pensare dei vecchi dirigenti non è più in sintonia con la città e questa è stata la risposta”. “In un quadro di questo tipo era facile che a pagare fossimo noi donne. Anche se siamo state le più attive e presenti nell’ultima consiliatura, il partito ci ha valorizzate solo a parole e quella lista era fatta per salvare solo qualcuno”, conclude Spagnolo.
Ma non è solo il Pd ad essere sottoposto a critica in fatto di donne. Dalla lista Lecce Bene Comune, Irene Strazzeri rimprovera il centrosinistra di non aver considerato la rappresentanza femminile una scelta strategica e di averne pagato le conseguenze anche in termini di credibilità dell’alternativa proposta. Quanto al tentativo in extremis di Loredana Capone, la Strazzeri aggiunge: “La connessione al tema delle donne ha bisogno di un aggiornamento, le donne non sono soggetti deboli, svantaggiati e da tutelare. Occorre valorizzarne l’eccellenza, un protagonismo che nella società c’è ma che la politica spesso non coglie, anche Lecce Bene Comune non ne ha fatto un tema chiave”.
A.Lu.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Certamente una certa immaturità del corpo elettorale, che non riconosce alle donne la capacità di bonificarla. (Quarta)
Esilarante. Puro spettacolo. Non sono io quella che sbaglia, sono gli elettori e le elettrici. Per la verità non è una novità, è solo una riedizione in salsa femminista della presunzione, maggioritaria a sinistra, di avere il verbo e considerare ignoranti (che non sanno) o peggio stupidi/e chi si azzarda a non capire. Presunzione, appunto.
Sono state le stesse elettrici donne a scegliere uomini e questo anche se noi tre ci siamo impegnate più dei nostri colleghi rieletti.. (Quarta)
Le pagelle ve le date da sole? Avete presente quel detto “chi si loda s’imbroda”? O in salentino “ci se vanta te sulu nu vale nu pasulu”.
lo ho inteso la politica come coerenza, penso ai pass del centro storico e dello stadio che sono stata tra i pochi a restituire. (Povero)
…. azzolina …. a me sentendo parlare di coerenza già stava venendo il magone. Finalmente una che vola alto …. che non cambia, etc., etc., macché …. dai passaggi epocali ai pass dello stadio. Non ce che dire. Dalle stelle alle stalle.
..Io non ne faccio una questione anagrafica, ma il vecchio Pci dovrebbe decidere di fare un passo indietro …etc. (Spagnolo)
Perché questa concezione cosi maschilista e patriarcale (il richiamo alla galanteria, ovviamente maschile, a cedere il passo) della politica da parte sua sig. Spagnolo? Crede forse che chi detiene il potere (in Italia poi) lo ceda volontariamente? Le rivoluzioni, ma finanche i cambiamenti non si chiedono. Si fanno.
In un quadro di questo tipo era facile che a pagare fossimo noi donne. Anche se siamo state le più attive e presenti nell’ultima consiliatura, il partito ci ha valorizzate solo a parole e quella lista era fatta per salvare solo qualcuno. (Spagnolo)
Ancora con l’imbrodatura …. ma lei lo sa che le elezioni per il politico sono come le pagelle per gli studenti (ehm … in un paese appena appena normale voglio dire)?
Allora i casi sono due. O avete fatto e non siete state capaci di portare a conoscenza. Oppure gli elettori e le elettrici sapevano e non hanno apprezzato. In entrambi i casi sempre di colpa vostra si tratta.
Il partito non vi ha valorizzate? Ma se la lista era piena di donne!! Ahh … ho capito. Posto in lista e pacchetto voti assicurato. Nient’altro? Che ne so … un caffè, un drink …. ma mi faccia il piacere . 🙁
La connessione al tema delle donne ha bisogno di un aggiornamento, le donne non sono soggetti deboli, svantaggiati e da tutelare. (Strazzeri)
Davvero …. 😆 ma se non avete fatto altro che chiedere questo, dall’inizio alla fine dell’articolo!!
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Eh sì.
Loro hanno fatto molto di più, secondo loro.
Però non sono state votate.
Le stesse elettrici donne hanno scelto candidati uomini.
2+2= ?
2+2=Questo è un paese maschilista.
Marco Pensante(Quota) (Replica)