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Il quotidiano Libero del 19 ottobre 2011, riporta questa notizia: E’ stata licenziata per furto Garazatua Bolognesi, la cassiera peruviana dell’Esselunga che, tre anni fa, aveva denunciato la catena di supermercati per mobbing. Nell’ottobre 2008 la cassiera era stata colta sul fatto mentre rubava del materiale elettrico (diversi pacchetti di pile) dagli scaffali nel negozio dove lavorava. Eppure allora era nato un vero e proprio caso : la Bolognesi aveva denunciato i metodi dell’azienda, parlando di una «pausa bagno» negata che l’aveva portata a fare pipì sulla sedia della cassa. Aggiunse poi di essere stata aggredita da quattro colleghi come ritorsione. Subito avevano sostenuto la causa della donna i principali organi di stampa del centro-sinistra, dal Manifesto a L’Unità fino a La Repubblica. Anche il Corriere aveva preso le difese della donna, condannando il patron dell’Esselunga Bernando Caprotti.
Di questi “maschi oppressori” ne sono piene le patrie galere e queste “femmine oppresse” saltano fuori ogni giorno a ispirare saghe mediatiche senza fine, finalizzate, dai media del nuovo pervasivo minculpop, a “rieducare” i maschi. L’ultimissima è la “ragazza madre” black block di cui la Repubblica in una intervista del 15 ottobre, non propone il lancio “maschio” di alcunché, ma la suggestiva lacrimevole storia. Importante far capire che anche le pietrate hanno un sesso, uno buono e uno kattivo: i maschi sono avvertiti, e le femmine mangino la foglia. Queste “eroine”, di cui i media ogni giorno ci propongono sia lacrime sia miracoli, sono altrettanti spot costruiti per la promozione pubblicitaria a sostegno dell’azione politica del partito femdominista italiano. Ma esiste un Partito Femdominista Italiano? A mio avviso molti elementi di fatto fanno propendere per una risposta affermativa. Si tratta di quei presidi territoriali spesso costituiti da organismi di volontariato che in collaborazione col Ministero delle Pari Opportunità e con apparati del Ministero degli Interni e di Grazia e Giustizia, nel loro insieme costituiscono ormai un vero e proprio partito politico. Che si possa parlare di un partito politico, lo fa pensare il fatto che nelle loro dichiarazioni come nel loro agire quotidiano, risulta del tutto evidente che questi organismi sia privati sia pubblici, (e anche statali il che è gravissimo), agiscono in maniera coordinata a partire dalla condivisione della medesima visione del mondo, quella espressa dalla ideologia femminista. Non solo: ne diffondono in modo militante valori e giudizi, ne perseguono gli obiettivi, favoriscono i cittadini che vi aderiscono, o semplicemente non vi si oppongono, introducono nell’ordinamento norme dichiaratamente discriminatorie su base sessuale, vigilano che le discriminazioni siano applicate, esercitano una formidabile pressione contro i cittadini maschi predisponendo e coordinando ogni sorta di iniziative che possano ridurne i diritti e screditarne il valore sociale e impedirne ogni resistenza critica. Risulta inoltre dai fatti che, in modo coordinato ed unitario, questi organismi invocano, con ogni mezzo ottengono e poi utilizzano leggi speciali per il successo ad ogni costo della propria azione politica. Comune ideologia, comuni obiettivi, comune azione, forte coordinamento organizzativo, fortissima presenza nelle istituzioni dello Stato, presidio del territorio, introduzione per legge di discriminazioni su base sessuale a favorire i propri aderenti: come negare che si tratti di fatto di un partito? Un partito che se così stanno le cose di fatto sviluppa una sistematica distorsione eversiva di principi costituzionali fondamentali. Ma c’è di più. A ben vedere si è di fronte ad un partito che ricorre, quando ogni altro mezzo risulti non efficace, a pratiche di pressione e intimidazione poliziesca “legittimate” da leggi speciali, e talvolta a pressioni “fai da te” di cittadini privati che, con la copertura di questo “partito”, si sentono legittimati ad interpretare a titolo personale attività repressive e intimidatorie contro altri cittadini ritenuti non allineati. Un partito che di fatto ormai esercita un presidio capillare e intimidatorio in ogni posto di lavoro, soprattutto in quelli statali e in particolare nella scuola. Come non domandarsi allora se non abbia assunto anche i caratteri di una organizzazione che esprime un livello di intimidazione complessiva a livello individuale e sociale giunta a livelli tali che nulla hanno a che fare con la democrazia? Ritengo che il vissuto di paura e di intimidazione in ogni ambito della vita relazionale che oggi ogni giorno un maschio esperimenta sia da ascrivere in gran parte alla pressione repressiva e intimidatoria che questo insieme coordinato di organizzazioni esercita sui cittadini italiani. Allora pongo la domanda: mutati i riferimenti ideologici, questo partito, non ricorda forse i tratti organizzativi, le modalità operative e gli effetti devastanti sulla vita democratica che abbiamo conosciuto essere propri del partito fascista? Non è il caso di farne oggetto di una seria riflessione politica a tutela del carattere liberale e democratico della società e dello Stato in Italia
316 Commenti
@cesare ,sono completamente d’accordo ,anche a me ricorda il partito fascista ,vedo che non sono il solo …
mauro recher(Quota) (Replica)
Benché Rino Barnart affermi che le donne “non possono essere considerate delle vigliacche” (tesi che ho ben compreso e rispetto ma che in parte non condivido), resto dell’opinione che le nostre “nemiche” altro non siano: cioè delle vigliacche. Come chiunque di voi sa, senza le élite maschili pronte a parargli in culo in alto e gli uomini beta pronti a parargli il culo in basso, non fiaterebbero neppure.
Andrea(Quota) (Replica)
….che le donne “non possono essere considerate delle vigliacche” ….
L’errore è sempre la generalizzazione, è ovvio che “le donne” “non possono essere TUTTE considerate delle vigliacche” come è altrettanto ovvio che gli Uomini non possono essere considerati TUTTI violenti, stupratori ecc…. sono categorie troppo vaste entrambe, che rappresentano tutte e due il 50% o più o meno della popolazione, sono un continente ciascuna, è un universo, dov’è che invece andrebbe fatta la similitudine ? con la Germania Nazista degli anni ’20 QUESTO SI !!! Anche i Tedeschi, guardando la loro storia pregressa, e dopo la fine della guerra, furono e sono uno dei popoli più civili, più colti, più avanzati (anche nella medicina e farmacologia) più evoluti in assoluto, ma furono manipolati, da un movimento capeggiato da grandei oratori e imbonitori, una colossale operazione di plagio e di incattivimento generale di quel popolo, sfruttando un momento di grande crisi economica, fù alimentato l’odio verso qualcuno (gli ebrei) per tenere sottomesse le coscienze e manipolare le menti verso un disegno megalomane. E in quegli anni, ma anche per tanto tempo dopo, i Tedeschi (TUTTI i tedeschi) vennero dipinti come mostri o demoni ! E’ diverso oggi ? Allora un genocidio (gli ebrei) oggi un genericidio (gli Uomini, i Maschi) non è cambiato nulla, ma solo il target; anche per gli ebrei si trovò “qualche causa” per generare, per attivare l’odio inziale (erano avidi, avevano in mano le banche e l’economia) poi si creò anche “qualche incidente artificiale” poi si ingigantì, e ancora si ingigantì, e ancora di più, condendo con retorica, ogni difetto ogni cavillo. La “cosa” istituita a guisa “di piovra” per l’annientamento dei Maschi, oggi, che viene descritta nell’articolo principale, è esattamente la stessa cosa, tutti i media vengono spinti alla misandria, ogni “incidente” in cui sia coinvolto un Uomo anche se “di legittima difesa” anche se non esattamente “carnefice” viene rigirato solo contro di Lui colpevolizzando solo Lui, (guardate il caso di Alessio Burtone) strumentalizzando poi e dando grande pubblicità alla cosa, per promuovere (per rappresaglia cercata e voluta) il varo di LEGGI DISCRIMINAZIONE Anti Uomo e Anti – Maschili come allora si fecero quelle Anti – Giudaiche. Non sono le donne, ossia le femmine umane, il problema, MA CHI PLAGIA LE LORO MENTI – LE STREGHE CHE CI STANNO DIETRO E CHE ALIMENTANO E PROPAGANDANO L’ODIO ANTI-MASCHILE, sono queste che andrebbero combattute ed eliminate con la massima solerzia ed efficacia, come la peggiore delle pesti, e che sono anche responsabili per contro dell’impennata della misoginia di ritorno. Non a caso esiste un principio “di azione e reazione” che dice ad ogni azione sbilanciata e che rompe l’inerzia di un corpo, di un sistema ecc.. ne corrisponde una uguale e contraria che tende all’equilibrio. APPUNTO guardate gli oppressi che “tanto hanno subito” sotto quella dittatura in Germania, come sono OGGI ! Armati fino ai denti e la fanno pagare a tutti ! con gli interessi ! E’ proprio QUESTO che le donne vogliono nel prossimo futuro ?? chi è vittima oggi, disperso indifeso, facile da colpire, domani sarà capace di organizzarsi in un movimento (il sionismo del Genere Maschile….) e la farà pagare all’antico Carnefice, con una forza proporzionale a quella subita, e forse anche di più ! ma di questo passo l’umanità non FARA’ MAI NESSUN PROGRESSO. NON E’ IL CASO DI FERMARE IL MECCANISMO PERVERSO ORA !!! …..meditate gente…..meditate….
Stefano(Quota) (Replica)
Più che di partito politico io parlerei di lobby, trasversale ai partiti politici.
L’altro giorno leggevo un’intervista alla figlia di Jean Marie LePen, oggi alla guida del partito. Questa faceva ragionamenti non dissimili da quelli di una Mussolini, cioè alle tradizionali questioni politiche di destra aggiungeva alcune rivendicazioni femministe. Qualche giorno prima la Buongiorno ospite a LA7, ex berlusconiana ora passata con FLI, partito pur sempre di destra, riproponeva la solita tiritera femminista. Insomma, sono assai lontani i tempi in cui, a destra, la vedova Almirante affermava che il ruolo della donna è quello di stare a casa a badare ai figli. Oggi chi vota a destra deve sapere che il femminismo ha sfondato anche lì, senza nessun dubbio. La differenza, al limite, sta tra gli uomini, politici, di destra e quelli di sinistra: i primi,un pò più liberi ideologicamente al cospetto delle loro compagne di partito, i secondi proni alle loro direttive, perfino a loro agio nel farsi mangiare la pasta in testa, alcuni perchè accecati ideologicamente( a sinistra caduti i miti novecenteschi dello studente contestatore,dell’operaio, resiste il mito della donna da santificare ogni volta ce ne sia occasione) altri per tornaconto elettorale( il bacino elettorale femminista garantisce pur sempre un bel bottino di voti da non disperdere).
Su quanto poi questa lobby sia potente, non c’è bisogno di soffermarsi più di tanto, basta pensare che, in periodi di necessaria riduzione della spesa pubblica, nessuno, a destra o a sinistra, ha pensato di finirla con i finanziamenti a pioggia a un Ministero, e a tutte le sue ramificazioni territoriali, la cui utlità sociale è prossima allo zero, visto che le pari opportunità sono sancite dalla Costituzione e dalle leggi italiane e chi opera in maniera discriminatoria dev’essere chiamato a risponderne davanti a un giudice. Insomma, il fem(do)minismo gode di ottima salute e si accinge, tra non molto, a controllare il mezzo di comunicazione per eccellenza, la televisione. Perfino il mercato si dovrà inchinare. Allora il cerchio si chiuderà.
Alessandro(Quota) (Replica)
X Stefano
Secondo me non è solo una questione di menti plagiate.
Credo bisognerebbe prendere atto del fatto che c’è dell’altro nell’animo femminile, che va oltre il plagio.
Andrea(Quota) (Replica)
Andrea:
>>
Benché Rino affermi che …
>>
Rispondo così anche alla domanda postami da Armando giorni fa.
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Immaginiamo che esista una creatura intrinsecamente autoprotettiva, che abbia cioè nella sopravvivenza fisica lo scopo primario in senso assoluto e totalizzante. A questo criterio sottoporrà tutte le azioni non solo attraverso un calcolo cosciente dei pericoli possibili ma, prima ancora, con valutazioni inconsce usando capacità e intuizioni che a quel fine avrà acquisito nel corso dell’evoluzione.
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Terrà sistematicamente in stand-by una dotazione di qualità (di antenne) miranti a sentire/prevedere non solo i pericoli prossimi derivanti dall’azione, ma anche quelli remoti connessi al contesto (le situazioni nelle quali i pericoli possono emergere). E ne starà lontana.
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Tra i molti presupposti di una tale condizione di vita, mancherà ad esempio ogni forma di imbarazzo nella fuga dai pericoli e nell’evitamento dei rischi. Tale imbarazzo (che è un’ambiguità, un’oscillazione psicoemotiva) infatti potrebbe indurre incertezze nel comportamento e quindi esporre a rischi: perciò deve essere eliminato, non deve nemmeno fare capolino nello stato emozionale.
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Nessuna vergogna di avere paura. La paura sarà infatti la condizione emotiva permanente, come indispensabile energia che tiene in moto i dispositivi della previsione, dell’attenzione scrupolosa e pignola (l’elettricità che alimenta i radar).
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Se la sopravvivenza fisica (la durata) è lo scopo primario, tutti gli altri saranno …secondari, ossia subordinati. Consideriamo allora cosa siano un principio o un ideale. Si tratta di valori per realizzare, praticare i quali si devono pagare dei prezzi, correrre dei rischi, bruciare opportunità di durata. Dunque questa creatura autoprotettiva dovrà essere indifferente, o meglio ancora refrattaria ad ogni idealità che comporti rischi. Ma poiché “idealità” è precisamente ciò che comporta pericoli, spreco, rinunce di sé etc. (altrimenti è calcolo utilitaristico) essa ne dovrà essere più che estranea, avversa e i princìpi saranno visti, sentiti e denuciati come “astrazioni insensate”, “idoli” “feticci” etc. Colui che li insegue e persegue (quasi sempre a suo danno), sarà percepito come o matto o scriteriato o stupido.
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L’autoprotezione si riferirà ad ogni aspetto della vita e delle relazioni. Ad es. la cd. “assunzione di responsabilità” sarà intesa bensì nel senso di ascesa alle gerarchie, acquisizione di potere e di denaro, esercizio di potere in qualsiasi contesto, ma non assunzione del rischio, non protezione dei subordinati, non esposizione ai pericoli civili e penali. L “assunzione di responsabilità” non porà neppure essere immaginata come assunzione di rischi e diventerà perciò necessariamente, intrinsecamente elusione della responsabilità e scarico dei rischi ai subordinati, sia nel senso che le decisioni rischiose (evitando di prenderle esplicitamente) verrano rimesse de facto ai subordinati costretti cmq ad agire, sia in sede di imputazione degli esisti negativi, chiamandosi fuori e denunciando l’attore come reponsabile del risultato.
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In campo educativo consisterà nell’evitare i costi morali dell’imposizione delle regole, quel “farsi odiare” (sia pur momentaneo e superficiale) che ogni imposizione di codici, norme, strutture comporta nell’educando. Etc. etc.
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Essendo però ineliminabili i pericoli, avrà evoluto – tra l’altro – capacità tali da indurre altre creature ad assumerseli, in tutti i contesti e le situazioni.
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Sorge ora la domanda se la D sia una creatura autoprotettiva, avente cioè per scopo primario la sua personale durata e conservazione nella vita biologica. Io rispondo di sì.
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Ad es. la formula universale con cui viene giustificata la quasi totale assenza delle DD nella scienza è che esse ne erano escluse, impossibilitate ad esercitarla e a cimentarvisi. Giustificazione che ingloba sia le situazioni in cui era vera sia quelle in cui era ed è falsa e che giustificherà per l’eternità la loro sostanziale assenza da quelle attività che comportano rischi: la ricerca in senso proprio. Dove per rischio si intende anche il possibile spreco dell’intera vita o di buona parte di essa.
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Gli esempi sono pleonastici e perciò stucchevoli, tuttavia eccone aluni, a caso. Leggevo ieri “I cercatori di specie”. Vi si parla di uomini che hanno passato anni in giro per il mondo a raccogliere campioni di animali e piante, uomini perlopìù benestanti, che hanno rinunciato alle comodità della vita urbana, rischiando (e trovando spesso) malattia e morte o anche solo la perdita dei campioni o la irrilevanza delle scoperte etc., insomma la vanità di fatiche e rinunce.
Sono storie di “pazzi”:
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“Di chi sono questi 16 denti?” “Sono miei. Mi sono caduti a causa dell’arsenico che uso per i campioni”.
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Solo dei pazzi possono seguire le orme dei 19 allievi di Linneo: 9 morirono nelle lande dei tropici alla ricerca non dell’oro ma di insetti, uccelli, mammiferi.
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In effetti solo un “matto” può passare 13 anni di vita a raccogliere esemplari per poi vederseli affondare a poche miglia dal porto di casa o girovagare per 20 anni e poi trovarli totalmente divorati dai vermi.
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I casi come questi sono infiniti giacché infinito è stato lo spreco di sé implicato nell’aquisizione della conoscenza. Per trascurare il resto.
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Non è vero che le DD non possano fare ciò che fanno gli UU: lo possono ma non lo vogliono perché ne va dell’integrità fisica, della salute, della vita: ne va della durata. Gli UU sono “matti” le DD sono savie. Hanno il diritto/dovere di autoproteggersi, di avere paura senza vergogna.
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Non hanno invece il diritto di fingere di essere ciò che non sono, di insultare gli UU perché sono proiettati verso le idealità, lo spreco di sé, il rischio. Non hanno il diritto di rovesciare la propria legittima prudenza in capo di accusa contro coloro che corrono i rischi al loro posto. Hanno il diritto di avere paura e di assecondarla, non quello di insultare i coraggiosi.
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Non hanno il diritto di trasformare il dono maschile in un oltraggio.
Infamia suprema.
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RDV
Rino(Quota) (Replica)
“Non hanno il diritto di trasformare il dono maschile in un oltraggio”
Sottoscrivo pienamente. E’ proprio questo che agli uomini risulta incomprensibile e di cui non riescono a farsi una ragione. Tanto da essere paralizzati dall’accusa e chiedersi se non abbiano sbagliato tutto. Perchè normalmente un uomo non pensa mai che una donna non abbia il diritto di fuggire i rischi, ma reciprocamente si aspetta che la donna gli riconosca la positività delle sue azioni. E ciò non accade, se non come riconoscimento all’individuo, cosa peraltro inevitabile e imposta dal singolo evento, ma mai al genere nonostante una quantità pressochè infinita di eventi singoli. Accade così che i maschi sono coloro che fanno le guerre, che usano violenza, che rischiano “inutilmente”, ma mai coloro che, come genere, donano se stessi per salvare gli altri.
armando
armando(Quota) (Replica)
Meraviglioso questo tuo ultimo post, caro Rino.
Una gemma purissima.
Chapeau.
Lorenzo
Lorenzo – ventiluglio(Quota) (Replica)
Anno dopo anno, vedremo quale ritratto del volto femminile teoria e prassi femdominista faranno passo dopo passo apparire nello specchio della Storia. Finchè si potrà avvertiremo le nostre amiche e sorelle di quello che vediamo apparire e sta apparendo. E’ l’ ultimo dono maschile possibile.
cesare(Quota) (Replica)
caro Cesare ,per me è un punto fondamentale ,mostrare alle donne come si comporta il femminismo , (anche per questo ho aperto il mio blog) ,tanto per fare un esempio , non mi lasciano più scrivere neppure su facebook ,usando naturalmente la censura come arma di distruzione della democrazia …
ha ragione Alessandro a dire che non è un partito di fatto ,ma che viaggia trasversalmente allo schieramento , ma bisogna anche constatare che usano gli stessi metodi fascisti …
mauro recher(Quota) (Replica)
Donne e Massoneria
…………………………………………………………..
http://lindro.it/L-iniziazione-delle-donne,4287#.Trq8dHK_eu1
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Man mano che la pressione sul tappo del privilegio sociale aumenta è logico che si chiamino tutti i membri della tribù a tenerlo pigiato.
cesare(Quota) (Replica)
In questo furibondo incendio che divampa in Italia (e in tutto l’Occidente), con fabbriche sull’orlo della chiusura, centinaia di migliaia di padri in difficoltà a mandare avanti la loro famiglia, il 30% di giovani disoccupati e la prospettiva che il mercato non rinnovi l’acquisto dei titoli di Stato, un trend demografico da suicidio del popolo italiano, che cosa ci viene a dire, con compunta solennità, il prof. Monti, Presidente incaricato a formare il nuovo governo? che ha incontrato la consulta delle responsabili degli uffici del Ministero delle Pari opportunità di tutta Italia, e, sembra di capire dalle sue parole, che considera queste signore la rappresentanza delle donne italiane. Dobbiamo concludere che il Primo Ministro prossimo venturo, riconosce che le donne italiane hanno una rappresentanza politica? e che questa rappresentanza politica è l’assemblea delle segretarie delle sedi locali del Ministero delle Pari Opportunità? E che pertanto il Ministero delle Pari Opportunità non solo è esclusivamente di parte, ma soprattutto che è anche un vero e proprio partito? Se è così, non è forse del tutto anomalo che si consideri rappresentanza di tutte le donne italiane un Ministero ( che c’entra la rappresentanza con un Ministero?) che per di più si fonda su una ideologia discutibilissima e di parte, quella femminista; ha un suo coerente sistema di valori per nulla condiviso, anzi antitetico, rispetto a quello di tantissime donne italiane? E se si consultano “Le donne”, perché non si consultano anche “Le famiglie” o i “I padri”, o “Gli immigrati” o gli “Italiani emigrati” e si incontra la loro rappresentanza attuale come per esempio il Forum delle famiglie, oppure i Padri separati? e tutte le altre forme di associazionismo?
cesare(Quota) (Replica)
Cesare, ma ci rendiamo conto che non c’è un politico, che sia uno, in grado di sturare le orecchie a queste complessate? Sì, va bene il potere morale femminista, va bene tutto, ma cazzo!, un minimo di attributi li hanno sì o no, questi fessi che ci governano?
Non per niente, anni fa, aprii questa provocatoria discussione…
http://www.uomini3000.it/10619.htm
Daniele(Quota) (Replica)
Cesare, nelle categorie consultabili e dotate di rappresentanza politica, hai tralasciato i/le Trans. (GLBT)
Sei un inguaribile sessista sciovinista maschilista oscurantista.
armando
armando(Quota) (Replica)
l’idea delle donne come “categoria” non la capisco, né mi sento in alcun modo rappresentata da chi dovrebbe farlo. E mi associo comunque a quanto scrive Luigi:
E se si consultano “Le donne”, perché non si consultano anche “Le famiglie” o i “I padri”, o “Gli immigrati” o gli “Italiani emigrati” e si incontra la loro rappresentanza attuale come per esempio il Forum delle famiglie, oppure i Padri separati? e tutte le altre forme di associazionismo?
Senz’altro.
dia(Quota) (Replica)
http://blog.leiweb.it/marinaterragni/
comunque hanno fatto seriamente incaxxare la Terragni
tanto che minaccia di ricacciare la consigliera di parità che si adegua al momento di crisi a “tirare lo spazzolone”…
Staremo a vedere Elsa Fornero, esperta di previdenza e pensioni, come si comporterà di fronte alla parità pensionistica uomo-donna.
Rita(Quota) (Replica)
rita: sì, ho letto anch’io. E’ furore civile. Sopra e sotto una pubblicità dello smalto più trendy e della ricetta perfetta per la vellutata di zucchine, e tra rubriche di Gossip, Celebrity e mondomamme.
dia(Quota) (Replica)
scusate, mi correggo:
non
“… da chi dovrebbe farlo”
ma
“… da chi si arroga il diritto di farlo”
dia(Quota) (Replica)
Certo che l’incontro del nostro primo ministro (in pectore) con la rappresentanza dei giovani e delle donne, è proprio la ripetizione delle consultazioni delle Associazioni dei trebbiatori, o dei circensi o degli allevatori, o dei giovani pionieri: la piece teatrale che ogni grande Capo ha messo in scena nel secolo scorso, facendo ridere tutti i “traditori” di turno. Tuttavia passare dalle consultazioni delle Associazioni di cittadini su base lavorativa alle consultazioni di associazioni di cittadini su base genitale è davvero strepitoso: che mi risulti una prima assoluta nella grande, lunga, gloriosa Storia delle liturgie del potere in cerca di legittimazione. Spiegabile però: anche nei nostri tribunali l’appartenenza ad un sesso piuttosto che ad un altro è un criterio importantissimo di distinzione dei cittadini di fronte alla Legge, tramite il quale si consegue finalmente l’ ideale assoluto dell’ uguaglianza “vera”, quella che solo il diritto sostanziale ( e chissenefrega del diritto formale?) permette di conseguire e che richiede che le femmine siano più uguali dei maschi; criterio, spesso decisivo, di verità e di falsità, di innocenza o di colpevolezza. E non c’è motivo di stupore: “minchia = nobbbuono, fissa = bbuono” (dal siciliano) sono oggi le due grandi categorie dell’etica e del diritto contemporanei, divenute finalmente, da sentire e pensare elitario a nazionalpopolare. Perchè dunque stupirsi se diventano anche fondamentali categorie della politica?
cesare(Quota) (Replica)
su questo tema della rappresentanza e degli incontri con il futuro premier Monti , ho scritto ,a proposito di questo articolo letto sul web. una mia riflessione
http://femdominismo.wordpress.com/2011/11/15/ancora-fuori/
mauro recher(Quota) (Replica)
Dice “SuperMario”, da Primo Ministro: “la metà del cielo, le donne, deve contare, dunque anche nel governo”. Per la Costituzione italiana i cittadini sono tali in quanto persone, ovvero a prescindere dal sesso. Dunque nessuno si oppone e mai si è opposto, nessun divieto esiste a che persone capaci vadano in ruoli di governo, a qualunque sesso appartengano. Ma se la nomina di cittadini di sesso femminile è giustificata in nome di una ideologia, quella femminista che impone le quote e diventa occasione di dichiarata assunzione da parte del governo di tutto il sistema di valori e giudizi che questa ideologia afferma e cerca di diffondere, pestaggio morale, leggi speciali antimaschili e concezione antropologica comprese, allora tutto cambia. Se così fosse infatti cambiano totalmente significato e prospettiva le nomine del governo del prof. Monti: nei ruoli di Ministro degli Interni, Ministro della Giustizia, Ministro del Welfare (alias del Lavoro) che accorpa anche le Pari Opportunità, ci sono senz’altro persone validissime ma le motivazioni per cui sono insediate in quel ruolo, non sono in nome di tutti i cittadini italiani, ma di una parte. E risulta legittimo il dubbio che coloro cui è dato in mano tutte le leve decisive della macchina repressiva, di controllo dello Stato e di erogazione delle risorse pubbliche, possano agire in coerenza ad una ideologia discriminatoria in chiave sessista, e che il governo la condivida e siano più o meno esplicitamente militanti di un partito che il governo appoggia e favorisce. Quale ideologia? quella elaborata dal femminismo; quale partito? Quel partito femminista anomalo che è il Ministero delle Pari Opportunità con le sue capillari diramazioni in tutte le articolazioni dello Stato e della società civile, e che agisce con l’obiettivo di introdurre ovunque nella pubblica amministrazione e nella società i propri valori usando come ariete l’arma delle discriminazioni sedicenti positive. Questa ipotesi è fondata? Dobbiamo attenderci la moltiplicazione di quella infame denigrazione dei padri e dei maschi che da qualche decennio viene imposta dalla scuola materna alla università passando in ogni famiglia tramite la TV? Quel massacro infantile e rancoroso di ogni rispetto e riconoscimento di ogni sacrificio dei padri e di ogni dono dei maschi nel corso della Storia e che la Storia stessa è? dobbiamo contro ogni dichiarazione in favore del merito aspettarci in base alla recente legge sulle quote rosa che i giovani maschi, perché maschi, vedano negarsi il 30% dei posti nei CdA delle aziende e magari ovunque? Dobbiamo aspettarci lo sdoganamento e l’approvazione di fatto e tacita di tutto il sistema valoriale femminista, dalla concezione della vita nascente alla famiglia fino all’eutanasia? Dobbiamo continuare ad avere a che fare con politici che cercano nuova legittimazione cedendo ad ogni negazione di verità e di realtà che il femminismo e il partito femdominista impone? “L’Unità”, che già a suo tempo in occasione della morte della principessa Diana, titolò a tutta pagina: “Scusaci principessa” oggi titola entusiasta sulla foto delle tre donne: “si cambia aria”. Quasi unanime il giudizio degli altri giornali. Vedremo di che aria si tratta.
cesare(Quota) (Replica)
Su Panorama on line di oggi 19 novembre 2011
Annalisa Chirico si domanda quando, dopo le quote rosa promesse dalla Carfagna e e le ali-quote rosa promesse da Monti, ci saranno le sedie rosa sugli autobus o le carrozze rosa. Una donna in gamba.
http://blog.panorama.it/italia/2011/11/18/dalle-quote-alle-aliquote-rosa-del-prof-monti-siamo-donne-o-panda/
cesare(Quota) (Replica)
Cesare, siamo sempre lì: ma gli uomini dove sono?
Ma è possibile che in Italia non ci sia un intellettuale né un politico in grado di dire o di scrivere qualcosa del genere? Possibile che debba scriverlo una donna?
Sì, va bene il femminismo, va bene il potere morale femminil/femminista, va bene il politicamente corretto imperante, va bene tutto: ma gli attributi, quindi una personalità, ce l’hanno oppure no questi pagliacci di pseudo uomini leccaculo?
Daniele(Quota) (Replica)
daniele@”ma gli uomini dove sono?”
Una ipotesi: credo che sia in funzione un paradosso che chiamerei della doppia dipendenza. E’ “LA” richiesta femminista che i maschi riconoscano e pertanto concedano l’autonomia femminile (la libertà si conquista, non si chiede). E i maschi considerano questo riconoscimento e concessione proprio “IL” dono, il dono numero uno,(ancorchè DONO MALINTESO), del maschile contemporaneo (una volta era la sopravvivenza). (Notare: sono convinto che nell’istinto maschile il dono alla donna è il maschile, è criterio di identità maschile; ergo non si è uomini senza dono). Da parte maschile come porre pertanto un freno, come dire “no!”, anche alla richiesta più folle delle donne? Non è forse senza limiti il dono della libertà ovvero dell’autonomia? e da parte femminile, come rinunciare a questa continua rassicurazione circa la propria autonomia tramite il “Sì!” maschile, l’infinito cedimento maschile ad ogni richiesta? Si costituisce così un paradosso: i maschi, per sentirsi maschi oggi, “pendono dalle labbra delle donne che pendono dalle labbra dei maschi” (ovvero consento di dipendere da te che dipendi da me altrimenti il mio dono non c’è). Nasce quel cortocircuito che brucia ogni autentica autonomia e libertà dell’uno e dell’altra ed ogni capacità dell’uno e dell’altra di accedere alla verità delle cose. Da cui le quote, le ali-quote, e la sovversione tutte quelle regole di civiltà, di morale di etica e di diritto che il femminismo ha imposto fossero sovvertite e che i maschi hanno accettato ( e che travolgono nella rovina entrambi). Un meccanismo micidiale, tanto più grave in quanto ci cascano dentro maschi che hanno responsabilità altissime di governo, per cui ogni giorno che passa, entrano nella vita dei singoli, delle famiglie, delle comunità, della società intera, disposizioni di legge e concezioni del mondo, che sono vere e proprie follie e che appaiono tali al buon senso di chiunque. E che per logica interna del meccanismo paradossale di cui sopra tanto più sono insensate tanto più hanno la probabilità di affermarsi e diventare anche leggi dello Stato. Oggi L’AUTENTICO dono maschile è la capacità di dire “no!”.
cesare(Quota) (Replica)
Su “IL Foglio” di oggi, 22 novembre 2011, nell’articolo “I corpi del reato”, firmato Annalena, si scrive: “Tutte le ragazze che sono entrate ad Arcore sono state dichiarate “parti offese” dal tribunale di Milano” e ancora: “Il legale di due di loro ha esultato: “Questo è un provvedimento che farà storia dal punto di vista culturale””. Il commento della giornalista Annalena è il seguente: “Non importa cosa pensino e dicano quelle ragazze, non importa che non si sentano vittime dell’ex Presidente del Consiglio, non importa che stessero liberamente disponendo del proprio tempo, del proprio sorriso, del proprio corpo (…). In nome della denuncia della mercificazione del corpo delle donne, queste donne vanno mercificate e usate come oggetti. Utilissime perché dove ci sono vittime c’è un carnefice. Signore ritenute evidentemente incapaci di intendere e di volere (…). La mercificazione delle donne, in questo caso, passa anche attraverso l’utilizzo spregiudicato di quelle ragazze, trasformate in corpi di reato”. Così Annalena. Ancora una volta una donna: i maschi tacciono bloccati. A mio avviso tuttavia il punto non è la nuova forma di mercificazione, ovvero trasformare il corpo delle donne in corpo di reato. Il punto è la dichiarazione ufficiale che queste signore, anagraficamente più che mature, di buone condizioni economiche e sociali, e di ottima istruzione, quindi libere da ogni condizionamento, non sapevano quello che facevano quando accettavano inviti, soldi e regali e si contendevano le serate. Questa dichiarazione di innocenza (ovvero non responsabilità del male, ma solo dell’eventuale bene) è la tesi programmatica fondamentale del Partito Femdominista, ed è il punto vero. Infatti da qui deriva che “l’inconsapevole” che è dichiarato “l’ innocente” ed è femmina può accusare di ogni possibile interazione con lei “il consapevole” che è pertanto “Il colpevole” ed è maschio: è da decenni che dal proverbiale “ chi dice donna dice danno” siamo arrivati al più tecnico e più preciso: “chi dice donna dice galera” (appunto la trasformazione del corpo femminile in corpo del reato). Che il femminismo abbia sostenuto fin da subito e oggi abbia ottenuto nell’ambito della filosofia giuridica e della cultura in generale quella dichiarazione di innocenza femminile e di responsabilità maschile che è la riproposizione del pre-giudizio di mancanza di autonomia della donna implicito nella antichissima regola sociale “prima le donne e i bambini”, è solo apparentemente una contraddizione. Infatti il conseguimento della esenzione della donna da ogni responsabilità è al tempo stesso l’insediamento a termini di legge e culturali di ciascuna donna al livello di un superiore potere rispetto al maschio; quel potere che le consente di attribuire al maschio ogni responsabilità del male e sul piano giuridico di avere in giudizio una parola che è parola di innocenza per sé e di condanna per l’altro: la parola che è prova in giudizio. Al potere perché innocente (non responsabile del male ma solo dell’eventuale bene) e innocente perché al potere. Per di più un potere “dalle mani libere” dalla responsabilità del male, un potere assoluto pervasivamente diffuso in ogni ambito della società civile e della vita privata di ciascuno.
cesare(Quota) (Replica)
Esiste il Partito Femdominista Italiano?
Esiste …. Esiste …. E questo ne è un pezzo. Pagato da tutti. Anche da noi.
http://www.dag.mef.gov.it/
Fatevi un giro in questo sito, che credevo la neutra rappresentazione di un dipartimento governativo, in special modo alla voce “Comitato Unico di Garanzia“.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Chi controlla di fatto “i consigliori” dello Stato etico che gestiscono questi “consigli dei dieci, in diretta collaborazione con le associazioni femministe a loro volta in collegamento funzionale con gli organi di repressione e giudiziari? Le militanti e le ideologhe del partito femdominista. Quando lo Stato incarna una ideologia, in questo caso quella femminista, e ne impone l’etica, la libertà è finita: è reato “non fare il bene”, naturalmente quello che di volta in volta il partito femdominista coi suoi “consigliori” stabilisce essere tale. Mistero dei misteri succede però che, che cosa è “Il Bene”, cambia di giorno in giorno a seconda degli interessi di chi governa la baracca. E spuntano coome funghi dopo la pioggia ora di qui, ora di là nuove incredibili “profetesse” a tirare l’elastico del Bene a destra o a manca, tra lo sconcerto generale.
Gli Stati etici con il “Bene di Stato” e “l’Uomo Nuovo”, li abbiamo già visti: oggi utilizzano il monopolio della violenza che pertiene allo Stato, alla costruzione del “il Maschio Nuovo”; figura che si è già concretato ne “il Maschio pentito”, tipo umano psicologicamente ridotto all’obbedienza acritica, tipico sottoprodotto di ogni universo concentrazionario. Ovunque si parta a costruire l’Uomo Nuovo, si finisce ahimè sempre lì: obbedire e combattere e chi non obbedisce e non parte finirà rieducato o finirà tout court. In ogni caso, si tratta sempre di un maschio e deve essere un Pentito, l’unico modo lecito oggi per un maschio di essere un bravo cittadino. E il proliferare del “Bene obbligatorio dello Stato femminista” sta evertendo anche le relazioni familari, con i risultati che tutti hanno sotto gli occhi: chi si sposa più? chi se la sente di fare famiglia quando questo significa consegnarsi all’arbitrio onnipotente di una donna? E poi si preannuncia il trionfo dell’etica delatoria cui non saranno fatti mancare per la delazione sempre nuovi comportamenti maschili rubricati alla voce reati; e , come già succede, i fatturati più importanti saranno delle società il cui valore aggiunto è il controllo delatorio dei cittadini e i guadagni connessi alle attività di repressione, carcerazione, ecc., ecc.. E verrà il giorno che gli innumerevoli innocenti che già sono in galera per false accuse saranno così tanti che si dovranno aprire i campi di concentramento che, ricordo non sono mai stati chiamati così da chi li ha aperti, bensì campi di rieducazione. A proposito, in questi anni, tra un pettegolezzo e l’altro nei talskhow, le gentili signore del partito femdominista hanno già ripetutamente usato, fino a farlo diventare “normale”, il termine “rieducazione maschile” e auspicato la messa in pratica di un programma politico da tradurre in leggi e campagne da minculpop dal titolo” rieducazione dei maschi”, ovvero “il femdomismo macht frei”.
cesare(Quota) (Replica)
@Andrea:(08:15 pm 23rd Ottobre)
Concordo
@Stefano:
Concordo in parte, ti ricordo che se una minoranza di persone riesce ad avere gli strumenti economici, politici e sociali per imporre le proprie idee, anche la restante popolazione acconsentirà di riflesso, è successo col nazismo, col fascismo ed ora col nazifemdominismo! infatti a questo punto sarebbe inevitabile scovare e disquisire se non eliminare politicamente tali figure di potere, in quanto il restante popolo vigliacco, che teme per la propria incolumità. non ci penserebbe due volte a farti fuori “mors tua vita mea” concetto vigliacco ed egoistico che applicherebbero anche dinanzi a chi a ragione combatte i sopprusi, e questo la storia ce lo insegna! chiaro che le donne di oggi si troveranno non solo a pagarne lo scotto negli anni futuri(mancanza di uomini che si possano definire tali, sovrannumero di donne, ed altre problematiche facilmente intuibili) ma potranno facilmente divenire le nuove schiave in quanto non serviranno piu’ alla causa, vittime loro stesse della legge di mercato che vedrà la figa un bene non piu’ commerciabile (per l’abbondanza) e non più necessaria alla causa del sistema! allora esse potranno essere ampiamente sottomesse dalla minoranza di uomini al potere, molto più semplicemente che avere paura dei soliti fessacchioti di uomini, capaci di imbracciare un fucile e di combattere!
@Alessandro:
E’ esatto Alessandro, è una vera e propria Lobby, le stesse che con la formula delle cosidette “scatole cinesi” detiene il vero potere comandando gli stati. Sono divenute, come diciamo da sempre, il braccio armato del sistema e non solo, ormai sono semplicemente assimilate da quest’ultimo, che, sono certo, mai darà loro l’opportunità di stare “nella stanza dei bottoni” ma come si evince dal quotidiano, esse fanno comodo in taluni settori per imporre le ideologie che il sistema stesso vuole, quando non serviranno, risulterà estremamente semplice sbarazzarsene, nonostante, come Rino in seguito descriva in maniera egregia, tengano le antenne ben erette, in quanto i programmi che esse vedono sono deviati e devianti, e per una mente emozionale come quella della donna, sono estremamente efficaci!
@Armando
Hai toccato il punto dolente Armando! “Perchè normalmente un uomo non pensa mai che una donna non abbia il diritto di fuggire i rischi, ma reciprocamente si aspetta che la donna gli riconosca la positività delle sue azioni. E ciò non accade, se non come riconoscimento all’individuo, cosa peraltro inevitabile e imposta dal singolo evento, ma mai al genere nonostante una quantità pressochè infinita di eventi singoli. ” ecco il vero punto dove disquisire, su dove far riflettere.
@Lorenzo:
Mi associo al Chapeau.
@Cesare:
Questo ultimo dono, al contrario, viene inteso come ultimi focolai di resistenza maschilista, qui giace il problema, giace il destino delle relazioni uomo donna. Ottimo infine l’intervento successivo che tocca con mano quanto il partito femminista non solo sia una realtà, deviante e deviata dei fattori sociali, ma come questa sia ben radicata dentro il sistema di potere che mira ai propri scopi! ecco perchè non troverai mai le altre categorie da te citate, in quanto sono i destinatari del nuovo ordine mondiale, coloro che debbono sottostare! e chi non meglio delle donne che stanno al potere, che per calcolo e per mercificazione, al pari di squallide baldracche mercenarie, non si prostituisce al sistema anche a danno delle loro simili che non hanno la loro posizione sociale, la loro ricchezza, ma sicuramente tutti i privilegi che sappiamo grazie alla all’eroTina che la loro fregna può spacciare per le loro necessità, ed insieme, per sostenere il sistema?
@Dia:
grazie per la sensibilità che ti porta ad associarti al pensiero espresso da Luigi, tuttavia, a mio parere, il fatto di non rendersi conto di quanto segue, cito “l’idea delle donne come “categoria” non la capisco, né mi sento in alcun modo rappresentata da chi dovrebbe farlo” non ti provoca nessuna reazione in quanto donna, perchè il meccanismo emozionale e sociale attuale ti consente, seppur dissentendo, di godere dei privilegi che ti tengono nel tuo stato d’animo di incredulità e di negazione! aprire la mente, tuffarsi nella realtà maschile, dialogando magari con piu’ di qualcuno alla Caritas di Milano potrebbe aprirti a nuovi orizzonti.
@Cesare
0732 19 novembre
0445 22 novembre
1014 21 dicembre
Delle vere e proprie perle di saggezza come pochi ne vedo scritte, Chapeaux!
Damien(Quota) (Replica)
@Cesare:
un piccolo appunto su quanto ho scritto piu’ sopra, non è vero che non ci sono stati rappresentanti trans al governo, c’è stato eccome! persino una pornodiva, ma in seguito hanno capito che le donne sono lo strumento migliore, ed esse mal digerivano un trans in parlamento (chi si ricorda della diatriba di quale gabinetto usare?) e neanche la cicciolina nazionale era piu’ utile al sistema, perchè contrario alla visione pura e senza colpe generalista della donna, ecco perchè oggi il trans non è piu’ in prima linea e la pornostar è stata defenestrata non senza una lauta buonuscita, esempio lampante di quello che succederà, come ho scritto, quando le donne non serviranno piu’
Damien(Quota) (Replica)
@damien.”esempio lampante di quello che succederà, come ho scritto, quando le donne non serviranno piu”’
Che il Potere oggi stia trascinando nella propria rovina sia le singole donne che utilizza a fare “il lavoro sporco” in cambio di privilegi e potere sia le donne come genere, conferendo all’intero genere la tragica immagine di armata opportunista e antagonista al maschile in ogni ambito ci sia un maschile ritenuto ostile ai propri interessi (in politica interna e/o internazionale), chi ha a cuore le donne lo vede con grande preoccupazione ogni giorno. E le lacrime della ministra del welfare, le ho interpretate anche come il segno di questa tragica consapevolezza profetica in chi le ha versate.
Mi viene in mente, per contrasto al comportamento di cui sopra, un brano di Alasdair MacIntyre (tratto dal suo libro: “Dopo la virtù”,,Saggio di morale, pag. 313,Ediz. Feltrinelli, 1993:
“E’ sempre rischioso tracciare paralleli troppo precisi fra un periodo storico e un altro, e fra i più fuorvianti di tali paralleli vi sono quelli che sono stati tracciati fra la nostra epoca in Europa e nel Nordamerica e l’epoca in cui l’impero romano declina verso i secoli oscuri. Tuttavia certi parallelismi esistono. Un punto di svolta decisivo in quella storia più antica si ebbe quando uomini e donne di buona volontà si distolsero dal compito di puntellare l’imperium romano e smisero di identificare la continuazione della civiltà e della comunità morale con la conservazione di tale imperium. Il compito che invece si prefissero (spesso senza rendersi conto pienamente di ciò che stavano facendo) fu la costruzione di nuove forme di comunità entro cui la vita morale poteva essere sostenuta, in modo che sia la civiltà sia la morale avessero la possibilità di sopravvivere all’epoca incipiente di barbarie e di oscurità. Se la mia interpretazione della nostra situazione morale è esatta , dovremmo concludere che da qualche tempo anche noi abbiamo raggiunto questo punto di svolta. Ciò che conta, in questa fase, è la costruzione di comunità locali al cui interno la civiltà e la vita morale e intellettuale possano essere conservate attraverso i nuovi secoli oscuri che già incombono su di noi. E se la tradizione della virtù è stata in grado di sopravvivere agli orrori dell’ultima età oscura, non siamo del tutto privi di fondamenti per la speranza. Questa volta però i barbari non aspettano di là dalle frontiere: ci hanno già governato da parecchio tempo. Ed è la nostra inconsapevolezza di questo fatto a costituire parte delle nostre difficoltà. Stiamo aspettando: non Godot, ma un altro San Benedetto, senza dubbio molto diverso.”
cesare(Quota) (Replica)
Dal
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/perche-vogliono-licenziarti/2169062/10
Di parere contrario l’economista Fiorella Kostoris per la quale è una questione di uguaglianza e per raggiungerla ha senso eliminare l’articolo 18. «Il mercato del lavoro in Italia è dualistico, ma si potrebbe pure dire a macchia di leopardo. Esistono i super garantiti, che sono i dipendenti di una certa età a tempo indeterminato e a tempo pieno, spesso maschi, e poi ci sono i super flessibili, che in genere sono i giovani, le donne, i meridionali, gli immigrati. E per eliminare questo dualismo si deve cambiare l’articolo 18, che ne è un’espressione, perché distingue tra chi lavora in una piccola e chi in una grande impresa. Inoltre la proposta del governo è volta ai nuovi assunti e, a mio avviso, l’introduzione di un mercato più flessibile, ma più stabile di quello dei precari, aiuterà l’assunzione di nuovi giovani ».
……………………………………………………………….
Ho deciso di impegnarmi a costruire una mappa del femminismo costituzionale e di potere.
A me sembra, potrei sbagliarmi per carità, che questa Kostoris ci rientra a pieno titolo.
Quelle due paroline “spesso maschi“, chissà perché ma mi inquietano.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
E’ ingiusto che ci sia chi ha una pensione decente quando altri ce l’hanno misera.
E’ ingiusto che ci sia chi ha delle garanzie quando molti altri non ne hanno.
Allora tu pensi: si porterà chi ha di meno a livello di chi ha di più, …tu pensi, tu credi, tu speri…
Errore: vanno tutti abbassati al livello minimo.
E così diventano tutti uguali.
Si chiama equità. Ineccepibile.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Condivido l’inquietudine di Luigi Corvaglia: al posto di “maschi” in un con-testo così, ci sono stati tanti altri termini: per esempio “ebrei”, “senza fissa dimora”, “asociali”, “negri”, “drogati”, “comunisti”, “piccolo borghesi”, ecc. ecc., termini usati con razzistico disprezzo e preoccupazione.
A mio parere il femminismo con il suo canone sessista come interpretazione della realtà ha introdotto nel vivere civile e nella cultura contemporanea un seme di violenza che è andato progressivamente crescendo fino alle teorizzazioni della supremazia del genere femminile del femdominismo. Se tale è la pianta il seme la contiene in toto: il femminismo si è svelato una ideologia irrazionale, violenta e regressiva.
Tratte queste conclusioni circa la natura del femminismo è doveroso lanciare l’allarme e dispiegare tutti gli strumenti democratici per contenere una ideologia i cui sviluppi più violenti e sovversivi sono purtroppo ben lontani dall’essersi pienamente dispiegati. In altri termini: il treno che porta ad un compiuto regime violento, stolido e liberticida su base femdominsta è in corsa lanciata.
cesare(Quota) (Replica)
La Kostoris,lo dico come curiosità, era la moglie di Tommaso Padoa Schioppa, esponente dell’establishment teconocritico europeo e amico di Monti.
Mi spiace ma devo correggere Rino quando sostiene che la tendenza è all’uguaglianza ai livelli più bassi. Come nella fattoria degli animali, tutti sono uguali, ma qualcuno più uguale degli altri, ovvero qualcuno è meno uguale. E’ questo il senso degli sgravi fiscali per le aziende che assumono donne. Così che, nell’ambito di una generale difficoltà a trovare un lavoro, mio figlio è uguale ad una sua coetanea, ma un po’ meno uguale (o lei un po’ più uguale), perchè a parità di tutto il resto si vedrà preferito dalla collega in ragione del suo appartenere ad un sesso. Equità vo cercando!
armando(Quota) (Replica)
@Luigi:
Ieri sera vidi una trasmissione sulla “tv pubblica ma un pò piu rosa” denominata ITALIA SUL DUE, tale trasmissione, per sua stessa descrizione, si occupa dell’attualità, con un’attenzione particolare ai problemi dei ragazzi, delle giovani famiglie e con la proposta di modelli positivi e un LINGUAGGIO IN LINEA con le profonde TRASFORMAZIONI in atto nella società italiana.
Fonte: http://www.italiasuldue.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-6a938095-7cde-4d03-a49e-cf5c03bfc83c.html?homepage
Una delle invitate in studio, credo incaricata del wellfare lavorativo, che per puro stimolo di vomito ho dimenticato il nome, ma non la sua bella posa a gambe scosciate e capelli rigorosamente toccati a destra ed a manca per darsi un tono, come da sempre usa la conduttrice pseudo verginella Lorena Bianchetti che usa tali mezzi per spacciare eroTina come tante altre (basta digitare youtube Lorena bianchetti su google),in un suo intervento, caro Luigi, ha usato un nuovo neologismo sessista che cito:
” per tutti i giovani e LE DONNE!”
ora.. come saprai in quanto italiano come me, la costituzione non fà differenza di sesso, quindi che si senta tale affermazione in una tv pubblica, pagata da tutti, uomini compresi, non solo mi vengono i brividi, ma mi infervoro per due motivazioni, la prima perchè essa tradisce nel suo assunto la Costituzione, cosa molto grave ma che sembra lo sport nazionale in questi giorni, e che dovrebbe a regola tutelare i diritti di tutti, trans gay lesbiche, extracomunitari e diversamente abili compresi, e la seconda che chi la stava intervistando in studio, PAGATO dalla tv PUBBLICA, ergo dalle TASSE del canone ANCHE DEGLI UOMINI, non sia intervenuto a redarguirla su questo piccolo, insignificante – a sua ragione – dettaglio, ma si sa che il buon Milo Infante, ultimamente di rospi da mandare giù ne ha diversi, comunque anche lui riformato al femdominismo, si è guardato bene dal redarguirla su questo, ripeto, picccooooolisssssimo dettaglio.
Se lasciamo passare queste nuove terminologie, andremo incontro certamente a tutti quei risvolti propagandistici che hanno visto luce prima della nascita del nazismo! si tratta quindi, a mio avviso, di una subdola ma concreta propaganda nazifemdominista tout court che ormai da tempo prende sempre più spazio sulle reti pubbliche.
A riprova di ciò, cito una terminologia che ha del tutto sostituito la parola: Sfortunato/a con un termine che non solo sancisce la sacralità femminile, sul quale si baserebbe il benessere sociale degli uomini, ma (bellissimo!) al contempo ne definisce i contorni di alto valore finanziario – in altre parole, come se fosse una valuta riconosciuta da tutti- che giocoforza dona concrete basi solide quanto riteniamo la vulva un bene commerciale; Il termine è: SFIGATO. ormai ampiamente digerito da tutti, persino dalle stesse donne!
Fai pure il tuo lavoro Luigi, ne avremo sicuramente bisogno in futuro, e ti ringrazion sin da ora per l’impegno.
Damien(Quota) (Replica)
non so se sia già stato postato ,ma ho appena letto questo articolo davvero interessante sul fatto quotidiano
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/20/dignita-rosa-falso-stupro-della-sedicenne/178884/
credo che ,in questo articolo , sia veramente descritta la vera propaganda del partito femdominista italiano (e non) “fermiamo i porno shop ,ma della commessa che prende una miseria c’è ne fotte ”
mauro recher(Quota) (Replica)
Che cosa mi viene in mente di fronte a questo dilagare linguistico e di giudizi tutti omologati al femdominismo? mi viene in mente che:
1) gli esiti del giuramento di fedeltà al fascismo – imposto ai professori universitari nel 1931 dalla regia di Giovanni Gentile – furono un successo per Mussolini. Seppure sotto ricatto, su oltre milleduecento accademici, soltanto dodici opposero un rifiuto;
2) e nientedimeno che all’Unversità di psicologia di Padova per una tesi sul valore del padre oggi, mi risulta direttamente, che si teme di rischiare il posto di professore e la laurea a fine studi;
3) e che fino alla fine dell’ URSS non c’era università italiana e intellettuale italiano che non argomentasse con ogni sorta di strumentazione filsofica, storica, poltica e scientifica, la superiorità del sistema sovietico. Il povero Bocca che aveva guardato dentro la cortina di ferro del Paradiso Dei Lavoratori, trovandolo in sostanza un paese molto arretrato e in una crisi gravissima, era deriso e isolato come propagandista della Nato;
Che voglio dire? che come tutte le bufale anche quelle femministe finchè danno latte vengono portate al pascolo. E’ solo ora che si comincia a venire a sapere delle mozzarelle di bufala di un bel blu cobalto: i verdi pascoli erano discariche.
cesare(Quota) (Replica)
Che sarebbe successo se il Ministro degli Interni Maroni avesse detto in una sede ufficiale quanto segue: “Io abolirei ogni festa celebrativa di glorie maschili, il maschio non deve sentirsi razza a parte, perchè noi maschi siamo molto meglio delle donne”. Quanti minuti si sarebbe dovuto aspettare prima che sul Ministro, giustamente, si abbattesse la bufera delle critiche da ogni parte politica?
Qui c’è un piccolo particolare ( Da Il Foglio di sabato 24 dicembre articolo di Stefano di Michele, titolo: “Le extraparlamentari”): “(..) la Cancellieri (quando è arrivata al Ministero degli Interni) si è fatta precedere da un sonoro: “Io l’8 marzo lo abolirei, la donna non deve sentirsi razza a parte, perchè noi donne siamo molto meglio degli uomini””. Un Ministro della Repubblica, con l’incarico delcatissimo del Ministero degli Interni, ha dunque queste convinzioni e le rende ufficialmente di pubblico dominio. L’avessero eletta i cittadini, avendo la Cancellieri, come candidata, fatto pubblicamente conoscere il suo pensiero sulla superiorità del genere femminile su quello maschile, avremmo senz’altro avuto consapevolezza chiara che si trattava di una esponente di un partito con pre-giudizi sessisti, dopodichè, ammesso che riuscisse a passare il vaglio della legittimazione delle leggi costituzionali, se eletta, poteva andare ad occupare le cariche di governo che volevano attribuirle. Ma chi l’ha eletta questa signora dalle opinioni caratterizzate da questi pre-giudizi sessisti? chi conosceva le sue opinioni così discutibili e dalle possibili gravi conseguenze? ma come è possibile che al Ministero degli Interni ci vada chi esprime pre-giudizi di genere e, pertanto implicitamente legittima l’ipotesi di avere un pensiero discriminatorio, riguardo il valore dei cittadini? perchè non dobbiamo pensare che le sue parole non determinino in qualche modo un orientamento a un trattamento disuguale dei cittadini italiani in base al sesso? ipotesi e preoccupazione tanto più fondata anche a seguito delle recenti cronache che hanno evidenziato quale gravissimo problema ci sia per atteggiamenti sessisti antimaschili emersi nei “trattamenti speciali” contro fermati e/o detenuti maschi; trattamenti che finiscono con la morte del detenuto e di cui spesso si pretende di dare ragione con spiegazioni assai prossime a inaccettabili pre-giudizi. In questa gravissima situazione di morti ammazzati con frequenza che ricorda i caduti da azioni di guerra, un Ministro degli Interni ribadisce, affermando la superiorità del genere femminile, indirettamente l’inferiorità dei maschi ? fra cui inesorabilmente anche quelli che finiranno nelle camere di Sicurezza? carne da pestaggi mortali i maschi, a differenza delle donne che meritano rispetto, incolumità e altra considerazione una volta arrestate? e ancora: dobbiamo interpretare alla luce di queste dichiarazioni anche il fatto che il primo gesto da Ministro degli Interni della sig.ra Cancellieri è stato di rendere omaggio ad una detenuta suicida quando qualche giorno prima si era suicidato il 62 esimo (e oltre) detenuto maschio?
E’ rilevante o no che queste dichiarazioni siano state pronunciate e rese pubbliche da chi, da Ministro degli Interni, ha anche il compito di orientare, secondo il principio costituzionale di pari valore e dignità e uguaglianza dei cittadini, l’azione e il giudizio di centinaia di migliaia di agenti che ogni giorno hanno a che fare con cittadini maschi e femmine? E invece nessuno ha chiesto al Ministro una spiegazione in merito al suo pre-giudizio di genere e nessuno dice niente.
cesare(Quota) (Replica)
Cesare, al pari di Daniele mi chiedo: ma gli uomini cosa dicono? Dove sono? Che fanno? Perché tacciono? Perché non aprono la bocca? Perché quando c’è di mezzo la destra e la sinistra, il calcio, il lavoro e quant’altro, gli uomini si scannano, ma quando ci sono di mezzo le donne non fiatano neppure?
Mi chiedo anche: ma altrove è così? Oppure gli uomini sono rimbecilliti solo nei paesi industrializzati e femministizzati?
Marco(Quota) (Replica)
Marco hai presente la fine dell’Impero romano? panem et circenses (e troie)?
cesare(Quota) (Replica)
Area: Femminismo e Potere
Settore: Informazione e mass media.
Attività: Lobbying e Dis-Informazione.
………………………………………………………………….
http://giulia.globalist.it/
http://www.articolo21.org/4344/notizia/giulia-rete-delle-giornaliste-oggi-la.html
e l’ultimo articolo della Portavoce:
http://www.articolo21.org/4480/notizia/2011-lanno-delle-donne.html
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
@Marco:
Ogni giorno, muoiono gli uomini sul posto di lavoro.
Ogni giorno, il bisfenolo a (http://it.wikipedia.org/wiki/Bisfenolo_A), praticamente intorno a noi ed alcune condizioni lavorative che esponogono gli uomini a radiazioni, a sostante tossiche o a microtraumi, aumentano il rischio di infertilità.
Anche l’esposizione agli inquinanti prodotti dal traffico urbano agisce negativamente. Il fumo di sigaretta nuoce agli spermatozoi: i fumatori spesso hanno più spermatozoi con morfologia anormale.
Lo stesso stile di vita, se eccessivamente stressante, riduce la fertilità.
lede la sessualità maschile dalla nascita all’uomo adulto.
(http://www.iss.it/pres/prim/cont.php?id=748&tipo=6&lang=1)
Ogni sabato, migliaia di ragazzi ed alcune ragazze, muoiono sulle strade per abuso di alchool e per droghe, esse minano il futuro delle generazioni a venire, in prevalenza maschili.
Ogni giorno, scompaiono gli uomini dalla televisione ai posti pubblici, dalle scuole alle università.
Ogni giorno, si vedono privilegi per le donne a danno di uomini, dall’ingresso gratis nei locali, ai divorzi nei tribunali.
Ogni giorno, il nazifemdominismo elimina come MALE ogni cosa, situazione, idea e futuro legata al maschile, e plagia la loro mente al verbo femminista.
Il problema, Marco, non è chiedersi cosa gli uomini dicono, dove sono e che fanno, il problema è che tra qualche decennio qualcuna farà questa domanda… ad un pubblico di sole donne.
Damien(Quota) (Replica)
@ Damien –
Il problema, Marco, non è chiedersi cosa gli uomini dicono, dove sono e che fanno, il problema è che tra qualche decennio qualcuna farà questa domanda… ad un pubblico di sole donne.
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Secondo me, invece, bisogna chiederselo cosa dicono e fanno gli uomini, perché insomma, le donne non sono mica degli alieni… sono esseri viventi che dal punto di vista fisico sono inferiori a noi uomini, perciò non attribuiamogli più poteri di quelli che hanno, cerchiamo di non esagerare, perché senza il consenso maschile le nostre care donne non potrebbero combinare nulla.
Per il resto non credo proprio che fra qualche decennio qualcuna farà questa domanda ad un pubblico di sole donne, perché la società che verrà sarà molto diversa da quella che conosciamo noi. Cina, India, Brasile, ecc, avanzano sempre più, ossia Paesi che si portano dietro una storia, una cultura totalmente diversa.
Per esempio, dubito fortemente che in medio oriente, in Israele o in Africa, le donne parleranno fra di loro…
Inoltre, sono del parere che nei prossimi decenni possa scoppiare qualche conflitto molto grave, e non è da escludere che possa essere pure mondiale.
Secondo certi esperti in materia, un giorno si rischierà di fare la guerra anche per le risorse idriche, che in certe zone del pianeta scarseggiano già.
Marco(Quota) (Replica)
@ Damien –
Ogni giorno, si vedono privilegi per le donne a danno di uomini, dall’ingresso gratis nei locali, ai divorzi nei tribunali.
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E secondo te il silenzio, l’inerzia maschile, non conferiscono un gran potere alle donne?
Chi è che decide gli ingressi gratis nei locali?
Forse le donne? A me risulta che siano gli uomini.
Damien, dalle mie parti (nel Lazio) le donne entravano gratis o avevano sconti anche venti anni fa, quando ero un adolescente di 17 anni.
Non credo si possa seguitare ad essere simmetrici* alle femministe, sostenendo che se gli uomini tacciono è solo colpa del femminismo che gli ha lavato il cervello, perché la questione è molto più complessa, ed affonda le radici nella nostra cultura, quindi nei secoli dei secoli, nel mammismo, nel culto della mamma e della donna, nella mentalità mafiosa e autolesionista, nel disfattismo tipico degli italiani (specie in certe regioni del sud).
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* Come sai, secondo le femministe le donne si spogliano perché “condizionate a farlo dalla società patriarcale e maschilista”, oppure ragionano e si comportano in un certo modo sempre perché “psicologicamente schiave” della suddetta società.
Ecco, non mi sembra il caso di ragionare come loro…
Marco(Quota) (Replica)
Per cercare di “redimervi” ….. 🙄 pongo alla vostra attenzione la letterina di Natale della Serenella Molendini, consigliera di parità della Regione Puglia, nonché, in prorogatio, della Provincia di Lecce (della serie due stipendi sono meglio di uno). Non ho avuto il tempo di rispondergli, ma lo farò.
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http://www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=19278
La letterina a Babbo Natale di Serenella Molendini
27 dicembre 2011
Più occupati. Donne incluse
Di Serenella Molendini
LECCE – Caro Babbo Natale, quest’anno la preoccupazione per la situazione drammatica in cui si trova il nostro Paese mi fa essere molto triste e con poca voglia di festeggiare.
Il nostro Paese è in piena depressione con un Pil in calo dello 0,5%. Ma magari fosse solo quello il dato negativo! Infatti, ci hanno detto che anche la disoccupazione crescerà, che molte aziende sono in crisi e che le famiglie soffriranno ancora di più.
E i giovani e le donne?
L’Italia si trova oggi nella paradossale condizione di dover fronteggiare, da un lato, una crisi economica di dimensione “planetaria” e, dall’altro, di fare a meno della metà della popolazione attiva, quella con maggior livello di capitale umano, quella su cui occorrerebbe investire, quella potenzialmente più innovativa, più adatta alla nuova società della conoscenza.
Le donne al lavoro, invece, spesso sono considerate una “minoranza ingombrante” che porta guai perché hanno il privatissimo vizio di fare figli, sono insofferenti alla rigidità degli orari, hanno molta fiducia nel merito, chiedono nuove regole e una diversa organizzazione, perché non separano, come fanno gli uomini, ermeticamente lavoro e vita.
Caro Babbo Natale, vedi, un grande regalo potrebbe essere proprio quello di far comprendere ai politici nazionali che l’ingresso delle donne nel mercato del lavoro può, invece, portare due enormi vantaggi sotto il profilo economico: aumento del reddito delle famiglie, perché se anche la donna guadagna, le famiglie hanno maggiore capacità di risparmio e di investimento, più sicurezza significa anche maggiore disponibilità ad assumere rischi, a scommettere sul futuro, ad accettare flessibilità e cambiamenti, e, dunque, l’occupazione femminile favorisce così il dinamismo dell’economia e della società; creazione di altro lavoro in quanto le famiglie a doppio reddito consumano molti più servizi delle famiglie monoreddito. Il che significa nuovi posti di lavoro e una nuova ricchezza diffusa. E significa pure meno culle vuote e meno bambini poveri. Si tratta di fenomeni apparentemente indipendenti, ma in realtà non è affatto così. Perché al contrario di quanto siamo abituati a pensare, una donna che lavora non per questo fa meno figli.
Pertanto è necessario progettare interventi che contrastino la disoccupazione o l’esclusione sfiduciata, volontaria dal mercato del lavoro per darsi come obiettivo strategico un futuro con la piena occupazione. La Puglia è sulla buona strada, perché sta investendo tanto nel lavoro, nell’innovazione e nei servizi, ma da sola non ce la può fare, se a livello nazionale, i fondi per le politiche sociali, per gli asili nido, per l’assistenza ai non autosufficienti non ci sono. E dunque le donne rischiano più degli altri nella grande crisi, quando la priorità diventa la tutela del posto di lavoro del maschio adulto capofamiglia, quale che ne sia il costo.
E allora cosa chiederti Babbo Natale?
Sicuramente più lavoro, ma che sia buon lavoro, sostenibile, sicuro e non nero, con un’organizzazione più attenta ai bisogni della famiglia.
Una nuova cultura per l’ambiente: le risorse non sono infinite, il vecchio modello di sviluppo non è più sostenibile, come dice Spencer Wells dobbiamo imparare ad usare due nuove parole chiave: la frugalità e la parsimonia per garantire uno sviluppo di società più inclusiva di quella attuale. E le donne su questo sono bravissime.
Una maggiore giustizia sociale: è quello che chiedono tanti giovani uomini e donne in tutto le piazze del mondo. Serve ridistribuire in modo equo lavoro, ricchezza, potere e sapere contro quella che il sociologo De Masi chiama “la tirannia del denaro”.
Insomma Babbo Natale, forse se tu fossi Mamma Natale a queste cose ci avresti già pensato da solo ed io non sarei qui a chiederti di intervenire.
Un Buon Natale a tutte/i e un 2012 di serenità e, perché no, un po’ di felicità per tutte le Donne!
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p.s.: il passaggio sulla frugalità e la parsimonia lo trovo esilarante
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
“forse se tu fossi Mamma Natale a queste cose ci avresti già pensato da solo ed io non sarei qui a chiederti di intervenire”. (dice la consigliera per le pari opportunità della Regione Puglia con doppio incarico e doppio stipendio)
E ti pareva che anche Babbo Natale ci andava di mezzo, anche lui con il peccato originale. Potremmo fare come la Spagna di Zapatero (e ora dei conservatori).Facciamo una legge per cambiare la favola e insegnarla nelle scuole. Babbo Natale d’ora in poi sarà “Mamma Natale”. A questo punto anche il Bambinello nella grotta potrebbe essere una “Bambinella”, perché no? (a proposito, appartenendo al genere maschile, si presuppone che anch’Egli fosse viziato all’origine, reo di una colpa inestinguibile) Il bue e l’asinello si trasformano in una vacca (pardon, ruggini goliardico-maschiliste…), volevo dire in una mucca e in un asinella.
Fantastico! (si fa per dire…), l’umanità è strozzata (nel vero senso della parola) dal capitalismo finanziario e dai loro lacchè, autorevolissimi esperti di geopolitica non escludono scenari che definire preoccupanti (leggi conflitti mondiali) è un eufemismo e c’è questa gente, pagata dai contribuenti, che va in giro a raccontare queste puttanate.
Sono da sempre un antistalinista convinto, però ragazzi, lasciatemelo dire, anche se qui lo dico e qui lo nego, come si suol dire, un pò di campo di rieducazione a queste/i non gli farebbe mica tanto male…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
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la frugalità e la parsimonia per garantire uno sviluppo di società più inclusiva di quella attuale.
E le donne su questo sono bravissime.
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ahahahah!! Frugalità e parsimonia sarebbero qualità femminili? ahahahah!!
Daniele(Quota) (Replica)
il Bambinello nella grotta potrebbe essere una “Bambinella”
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http://www.technodisco.net/img/tracks/m/mercyful-fate/2406409-mercyful-fate-mercyful-fate.jpg
Leonardo(Quota) (Replica)
Quella letterina (letterina, proprio come le ragazzotte di una qualche trasmissione mediaset) è un concentrato triplo delle solite banalità politically correct, delle solite “opinioni” (si fa fatica a anche a definirle tale) medie, intrise di luoghi comuni indotti dalla potenza dei media e ripetuti come un mantra da chi proprio non riesce a pensae con la propria testa. Per me è perfettamente inutile cercare una qualsiasi interlocuzione con questi, ed è anche inutuile farsi sangue amaro. Gli stupidi esisteranno sempre.
armando
armando(Quota) (Replica)
Era chiaro che il carattere maschilista di Babbo Natale doveva finalmente venir smascherato.
Mamma Natalina è meglio.
Anzi, è meglia.
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La frugalità e la parsimonia per garantire uno sviluppo di società più inclusiva di quella attuale.
E le donne su questo sono bravissime.
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Allucinante!
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
Anche se la situazione generale è quella che è, non dobbiamo mai perdere l’ottimismo della volontà (e un pò, anche della ragione, su, perchè essere sempre pessimisti…).
Auguriamo quindi a tutti un Felice Anno Nuovo, che sia ricco di nuove prospettive e orizzonti, specie per il movimento maschile!
Fabrizio.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio, raccolgo e rilancio.
AUGURI A TUTTI ED A TUTTE
Che le prospettive del movimento maschile siano positive, ne sono più che convinto. Dobbiamo solo uscire dal virtuale e dare l’esempio (detto niente …. :-* ). Solo così possiamo dare coraggio agli altri uomini.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Buon Anno anche da parte mia.
Marco(Quota) (Replica)
Sviluppi della letterina di Natale femminista.
Dopo un plurimo intervento di un certo Massimo Proietti 🙄 , una redattrice del giornale, che conosco, ha commentato brevemente dicendosi senza parole per il commento del suddetto e delle teorie ivi contenute.
Riporto il mio intervento ed aspetto. 😉
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Cara Laura, ognuno è responsabile di ciò che scrive, per cui non entro in merito a quanto detto dal sig. Proietti.
Penso però che le parole per replicare a me non ti mancheranno. Perché vedi su di una cosa (Proietti) ha sicuramente ragione. Ed è quando afferma che la Molendini “… definirla una faziosa femminista, è un eufemismo.”
Innanzitutto non stiamo parlando della persona di cui al seguente link? http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/bari/notizie/cronaca/2011/11-novembre-2011/ufficio-stampa-solo-le-donneconsigliera-parita-esclude-uomini-1902131801106.shtml che già mi pare si commenti da solo.
Iniziamo con la lettera (tra virgolette le espressioni della consigliera).
“E i giovani e le donne?”
Questa è la meno grave. Solita formuletta politicamente corretta da usare su tutto, anche se …scusami capisco i giovani, vera ed unica speranza di ogni comunità e che presumo ambosessi, giovani uomini e giovani donne. Ma le donne cosi in generale, che significato ha? Asserire in tale maniera, come poi conferma anche dopo, significa porre un valore aggiunto a tutte solo in quanto donne. Questo è un modo sessista di ragionare, oltre che assurdo, perché estremizzando, porrebbe sullo stesso piano (non sembri blasfemo, è solo per farmi capire) ad esempio una Rita Levi Montalcini e la Ruby nazionale. E non mi sembra proprio il caso.
“…… quella con maggior livello di capitale umano, quella su cui occorrerebbe investire, quella potenzialmente più innovativa, più adatta alla nuova società della conoscenza.”
Se non è sessismo questo io mi faccio frate (e non sono nemmeno credente)!!
“…. E dunque le donne rischiano più degli altri nella grande crisi, quando la priorità diventa la tutela del posto di lavoro del maschio adulto capofamiglia, quale che ne sia il costo.”
Su quale pianeta vive la nostra consigliera? Su Venere? Se scende sulla Terra, non a caso tra Venere e Marte, vedrà tutto un’altro film. Quando si cercano di salvare dei posti di lavoro e si deve dolorosamente tagliare, si cerca di salvaguardare almeno i nuclei familiari monoreddito, chicchessia il percettore di reddito. Qualcuno glielo comunichi. Se non è sessismo questo io mi faccio priore!!
” ….. come dice Spencer Wells dobbiamo imparare ad usare due nuove parole chiave: la frugalità e la parsimonia per garantire uno sviluppo di società più inclusiva di quella attuale. E le donne su questo sono bravissime.”
Si certo, come no, difatti. Chiedete ai pubblicitari, ai negozianti, ai commercianti qual’è la loro figura chiave, il loro target. Comunque sia, usa categorie assolute ed in maniera assoluta le associa alle donne. Tutti sappiamo che non è così, è plateale, non dipende dal sesso. Per lei si. Se non è sessismo questo mi faccio vescovo!!
Tralascio il Buon Natale di rito, ma con occhio particolare (pensa solo se la facesse un uomo questa cosa) e passo alla chicca.
” …. Insomma Babbo Natale, forse se tu fossi Mamma Natale a queste cose ci avresti già pensato da solo ed io non sarei qui a chiederti di intervenire.”
Su questa non dico niente, non voglio insultare l’intelligenza di chi legge, si commenta benissimo da sola. E se riesci a non vederci del razzismo di genere …. a beh … cambia occhiali.
Comunque Buon Anno a te ed a tutti i lettori.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Buon 2012 a tutti ;)))
Ethans(Quota) (Replica)
Auguri anche a te Ethans!! 8)
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Ottima risposta a quella redattrice, Luigi. Questa gente ormai straparla. Non so neanche se si rendano conto della gravità delle cose che sostengono con quella sorta di candore e quasi di beata (finta) ingenuità che le/i contraddistingue.
Proprio la tua risposta mi ha dato lo spunto per una riflessione che ho appena pubblicato nello spazio degli articoli.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Aggiornamento dalla lobby giornalistico-femminista GiULiA
http://giulia.globalist.it/Detail_News_Display?ID=6181&typeb=0
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
http://www3.lastampa.it/donna/sezioni/articolo/lstp/438701/
17/01/2012 – IL CASO
“Per le donne dovete fare di più”
Il Comitato Onu sferza l’Italia
Violeta Neubauer, membro del Comitato Onu per l’eliminazione delle discriminazione nei confronti delle donne, che vigila sull’applicazione dell’omonima convenzione internazionale
La Cedaw presenta un rapporto
che inchioda Roma: stereotipi,
violenze e troppe discriminazioni
La Consigliera di parità replica:
“Ma sul lavoro siamo migliorati”
LAURA PREITE
ROMA
«L’Italia deve fare molto di più, c’è uno scarto tra legge e sua applicazione che va colmato, le donne non sono il problema ma la soluzione», questo l’appello accorato, oltre che nei termini, anche nei modi, di Violeta Neubauer, membro del Comitato Onu per l’eliminazione delle discriminazione nei confronti delle donne, che vigila sull’applicazione dell’omonima convenzione internazionale, la Cedaw, nella sala Mappamondo della Camera dei deputati, in occasione della presentazione del rapporto ombra sui diritti delle donne in Italia.
Le osservazioni del Comitato Cedaw
La Cedaw è il principale strumento internazionale di riconoscimento e difesa dei diritti delle donne. Per la prima volta una decina di associazioni ha presentato, a New York, lo scorso luglio, in contemporanea con la presentazione del rapporto quadriennale del Governo italiano sull’implementazione della Convenzione, un rapporto-ombra che mette a fuoco le criticità della situazione nazionale rispetto alle norme contenute nella carta, iniziando un dibattito. Le Osservazioni conclusive del Comitato, successive al lavoro degli stati membrei e delle Ong hanno sintetizzato diverse criticità soprattutto nella rappresentazione stereotipata (punto 22-25) e per quanto riguarda la violenza (26-27). I due fattori sono messi in relazione.
Si legge nel rapporto: “Il Comitato rimane profondamente preoccupato per la rappresentazione della donna quale oggetto sessuale e per gli stereotipi circa i ruoli e le responsabilità dell’uomo e della donna nella famiglia e nella società. Tali stereotipi, contenuti anche nelle dichiarazioni pubbliche rese dai politici minano la condizione sociale della donna, come emerge dalla posizione svantaggiata in diversi settori, incluso il mercato del lavoro, l’accesso alla vita politica e alle cariche decisionali”. Il Comitato raccomanda l’adozione di codici di condotta e di essere aggiornato fra due anni (e non dopo i canonici quattro), sui risultati raggiunti. Preoccupa anche il tema della violenza di genere, quella verso bambine e donne adulte, uccise dai propri compagni, mariti, o ex, (è la prima causa di morte per le donne dai 15 ai 44 anni). Sono necessari, per il Comitato, garantire case rifugio dove le donne in fuga possano sentirsi al sicuro ed essere assistite, e la formazione di personale giudiziario, medico e sociale qualificato che le possa assistere in tutte le fasi del processo. Così come è necessario per l’Italia ratificare la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza nei confronti delle donne firmato a Istanbul lo scorso maggio da 10 stati europei.
Il rapporto ombra
Il lavoro delle Ong ha facilitato l’attività di monitoraggio del Comitato. I punti critici, individuati dalla Piattaforma Cedaw (a cui hanno aderito Actionaid, Arcs arci, Fondazione Pangea, associazione Differenza donna, Be free, Casa internazionale delle donne, fratelli dell’uomo, Giuristi democratici e le9) sono diversi: lavoro e welfare, tratta e prostituzione, stereotipi e rappresentanza politica, violenza, diritti sessuali e salute riproduttiva. «Saremo il watchdog, il cane da guardia – spiega Rossana Scaricabarozzi di Actionaid tra le rappresentanti della Piattaforma, presenti all’incontro moderato dalla giornalista Rai Tiziana Ferrario – vigileremo affinché le misure contenute nella Cedaw e le raccomandazioni vengano attuate, se non arrivano risposte ci attiveremo per sollecitarle, vogliamo iniziare un dialogo con le istituzioni nazionali e internazional». Al tavolo politico, dove sono seduti gli onorevoli Calipari (vicepresidente del Pd alla Camera), Saltamartini (Pdl) Di Giuseppe (Idv) e Della Vedova (Fli), si snocciolano proposte concrete per migliorare la condizione delle italiane, come reintrodurre il divieto delle dimissioni in bianco, (dove c’è già il progetto di legge n.3009 dell’onorevole Gatti) e riformare la legge elettorale prevedendo un’equa rappresentanza dei due generi per esempio con il meccanismo della doppia preferenza.
Il parere della Consigliera nazionale di parità
A difendere il lavoro del Governo, c’è la Consigliera di parità Alessandra Servidori, mentre il ministro del Lavoro e delle Pari Opportunità Elsa Fornero è impegnata a incontrare Rashida Manjoo, relatrice speciale delle Nazioni Unite per la violenza contro le donne, in visita in Italia.
A lei spetta il compito di rispondere alle accuse di superficialità e inadempienza del comitato Cedaw e dell’assenza di un’adeguata pubblicità della Convenzione:«Ventun rappresentanti del governo italiano hanno redatto il rapporto, è stato molto partecipato, non era mai capitato prima. Ricordo ciò che è stato fatto, in particolare dal ministero del Lavoro da cui dipendo: il testo unico sulla sicurezza (n.81 del 9/04/2008), che riconosce alcune patologie professionali al femminile, l’Osservatorio sulla contrattazione decentrata e la conciliazione dei tempi di vita e lavoro, e con la Finanziaria si sono introdotte all’articolo 53 del contratto di produttività, agevolazioni fiscali alle aziende che favoriscono la flessibilità e ai lavoratori e alle lavoratrici. A questo si aggiunge il piano nazionale contro la violenza di genere e lo stalking, il numero unico nazionale 1522. Mi spiace solo che il nostro lavoro non abbia avuto il riconoscimento dovuto». Neubauer conclude: «Il Comitato riconosce il grande lavoro del Governo ma abbiamo ricevuto molte risposte generiche. Il ruolo del Comitato è difendere i diritti delle donne e non siamo soddisfatti con l’applicazione della Cedaw».
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Sotto il termine “parità” di fatto è portata avanti ovunque nel Mondo una politica che consiste nella affermazione unilaterale degli interessi del genere femminile. Mai nella Storia umana si è visto un insieme di organizzazioni più numeroso, coerente e sinergico operare perchè ogni richiesta arbitraria a favore di una parte sociale venga accolta e senza incontrare la minima resistenza al suo operare. La totale mancanza di contenimento e controllo di queste organizzazioni e della loro azione, le conferma nel delirio di onnipotenza e le rafforza nella determinazione di ottenere una sistematica deformazione a proprio vantaggio della realtà e della verità. Quando una qualunque forza entra in gioco senza incontrare competitori di alcun genere è gioco forza che giorno dopo giorno confermi il suo potere in un arbitrio sempre più esteso e incontrollato fino a dilagare in un futuro da incubo. E’ pertanto legittimo ipotizzare scenari futuri di soverchiante privilegio al femminile, di soppressione di diritti e violenze istituzionalizzate contro il genere maschile. Del resto, di questo futuro, già nel presente si intavvedono, già poste, le fondamenta e le linee di tendenza.
cesare(Quota) (Replica)
http://affaritaliani.libero.it/sociale/parita-donne-miraggio-in-italia170112.html
La parità tra uomini e donne? In Italia è ancora un miraggio
Martedì, 17 gennaio 2012 – 09:31:00
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Si chiama “Rapporto Ombra” e fotografa la condizione delle donne in Italia in base alla Convenzione per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne (Cedaw), adottata dall’Assemblea Generale dell’Onu nel 1979 e ratificata dall’Italia nel 1985. La Convenzione è il trattato internazionale di riferimento sui diritti delle donne per garantire pari opportunità in ambito sia pubblico che privato. Ogni quattro anni gli Stati firmatari devono presentare un rapporto sui risultati richiesti dalla Cedaw. Ma anche la società civile può redigire parallelamente un proprio rapporto, il cosiddetto “Rapporto Ombra”, per fornire al Comitato Cedaw una propria analisi della condizione delle donne nel proprio paese.
Dopo aver esaminato il Rapporto governativo e il Rapporto Ombra, il Comitato, composto da 23 esperti di tutto il mondo, formula le proprie raccomandazioni allo Stato che è tenuto a risponderne. Il “Rapporto Ombra” ha ricevuto l’adesione di più di 140 organizzazioni italiane. Il 3 agosto 2011 il Comitato Cedaw ha pubblicato le sue valutazioni sull’impegno dell’Italia nella tutela e nella promozione dei diritti delle donne e ha rivolto al Governo una serie di raccomandazioni per migliorare il suo operato, prendendo in considerazione le preoccupazioni sollevate dalla piattaforma “Lavori in Corsa: 30 anni Cedaw”, costituita da diverse realtà della società civile. Il rapporto spazia su tutti i temi della condizione femminile ricalcando gli ariticoli della Convenzione per sottolinearne il mancato rispetto nel nostro paese. Lavoro, maternità, cittadinanza, pensioni, ruolo delle donne nei media sono alcuni dei settori analizzati.
La pensione delle donne resta mediamente più bassa del 30,5% rispetto a quella degli uomini: gli uomini rappresentano il 47% dei pensionati ma incassano il 56% del “monte pensioni”: in media 17.137 euro rispetto agli 11.906 euro delle donne. La situazione peggiora ulteriormente per le donne che lavorano con la partita IVA perché non hanno tutele minime in materia di maternità, e nessuna protezione per quanto riguarda la cura dei figli piccoli o di familiari non autosufficienti.
In televisione e nella pubblicità le donne sono ancora oggi in prevalenza raffigurate come oggetti sessuali o brave mamme di famiglia. Il corpo delle donne, nudo o seminudo, viene utilizzato per vendere qualsiasi tipo di prodotto con immagini che calpestano ed umiliano la dignità della donna. “È ancor più preoccupante come nella comunicazione pubblicitaria sembra non esserci alcuna differenza tra una donna e una bambina: alla bambina vengono riproposti gli stessi ruoli stereotipati interpretati e subiti da una donna adulta: deve essere sexy, ammiccante, avvenente o giocare il ruolo di ‘mamma’, mentre i maschietti devono essere forti, coraggiosi, intraprendenti e non emotivi” sottolinea il rapporto. Per il ruolo delle donne nei media, si ritrovano gli stessi stereotipi: il Censis registra che il 53% delle donne che appaiono in televisione non ha voce, il 43% delle donne è associato a temi come sesso, moda, spettacolo e bellezza, e solo nel 2% dei casi ai temi di impegno sociale e professionalità.
In Parlamento soltanto il 20% dei deputati e dei senatori è donna, registrando una delle percentuali più basse in Europa e nel mondo e configurando una “carenza di democrazia”. Nei Consigli regionali di Calabria e Basilicata non è stata eletta nessuna donna, nella Giunta regionale siciliana, su 12 assessori solo 1 è donna. “Per rimediare a questa grave violazione l’unica soluzione possibile è il ricorso al Tribunale amministrativo regionale (Tar) perché dichiari l’illegittimità delle Giunte che non rispettano criteri di rappresentanza di genere – dice il rapporto – Tuttavia, neanche questo strumento si è rivelato adeguato a tutelare effettivamente il diritto alla rappresentanza delle donne, perché i vari Tar seguono orientamenti diversi, determinando una ulteriore disparità tra le donne appartenenti a Regioni diverse.
Sempre in tema di diritti civili, per le donne straniere è un problema anche il meccanismo di acquisizione della cittadinanza per matrimonio o per residenza. Nel primo caso possono passare da 1 fino a 4 anni prima che venga ufficialmente riconosciuto tale diritto, “a condizione che la posizione coniugaledella donna non cambi, perché in caso di divorzio o separazione, la sua richiesta viene rigettata”.
Secondo il rapporto, “ i tempi particolarmente lunghi di questa procedura rendono la donna dipendente dal marito nel periodo di attesa della sua richiesta, esponendola quindi a un ricatto da parte del marito in diversi casi”. Per le donne straniere che lavorano, il percorso di acquisizione del permesso di soggiorno e della cittadinanza risulta particolarmente difficile data la loro situazione caratterizzata dalla mancanza di contratti di lavoro regolari, da un’estrema precarietà e da redditi molto bassi. Anche questa situazione pone le donne straniere sotto l’autorità dei datori di lavoro (o dei mariti), rendendole facilmente ricattabili e ostacolando il loro percorso di integrazione nella società.
Sui temi del lavoro e dell’istruzione, la situazione appare discriminatoria anche per le donne italiane. All’Università si iscrivono donne in prevalenza, ottengono i voti migliori, si laureano in minor tempo, tuttavia continuano ad affrontare enormi difficoltà di accesso al mondo del lavoro universitario e i tagli della riforma Gelmini saranno un ulteriore ostacolo. Le studentesse rappresentano il 58% dei laureati, ma le ricercatrici universitarie sono il 40%, le professoresse associate il 32%, le ordinarie solo il 14% e sono 2 le uniche donne rettore in tutta Italia. Anche la “fuga dei cervelli” si tinge prevalentemente di rosa: “ è ancora diffuso lo stereotipo e l’idea ingiusta che non valga la pena investire nella formazione e attribuire fondi per la ricerca a chi poi un giorno diventerà madre e dovrà occuparsi anche del lavoro di cura togliendo tempo alla ricerca” sottolinea il rapporto.
Una donna su due non cerca lavoro, e nelle Regioni del Sud il tasso raggiunge picchi del 63%. Spesso o assorbite come forza lavoro dal mercato nero, a discapito dei propri diritti, o restano a casa. Le cause della difficoltà per le donne ad inserirsi e mantenere il lavoro sono molteplici. Spesso sono la maternità oppure l’accudimento di membri della famiglia disabili, malati permanenti o molto anziani. Per esempio, in Italia oltre un quarto delle donne occupate abbandona il lavoro dopo la maternità: solo nel 2010 per questo motivo 800 mila donne sono uscite dal mercato del lavoro. Una delle cause è la difficoltà di passare in azienda da un lavoro full time a uno part time. Infine c’è il problema delle ‘dimissioni in bianco’, una pratica usata dai datori di lavoro per licenziare le lavoratrici in maternità. Per porvi fine, nel 2007 il Parlamento italiano aveva approvato una legge in base a una direttiva europea. Ma il provvedimento è stato abrogato con un decreto legge del Governo Berlusconi nel giugno del 2008.
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…
Sandro2(Quota) (Replica)
E’ un autentico delirio.
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http://www.zeroviolenzadonne.it/rassegna/pdfs/2d7050763f2e82436c6fe100b93ffcec.pdf
Sandro2(Quota) (Replica)
Come ero solito scrivere anni fa, questa è una guerra vera, “invisibile” e non ufficialmente dichiarata; ma guerra.
Guerra a tutto campo contro gli uomini, portata avanti non solo dalle femministe militanti ma anche dalle nostre stesse madri, mogli, fidanzate, amanti, sorelle, le quali, guarda caso, tolta qualche eccezione più rara dei panda in via di estinzione, NON si dissociano mai da certe vaginate. Anzi.
Sandro2(Quota) (Replica)
Sandro2
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..anche dalle nostre stesse madri, mogli, fidanzate, amanti, sorelle, le quali, guarda caso, tolta qualche eccezione più rara dei panda in via di estinzione, NON si dissociano mai da certe vaginate
>>
Nonostante il fatto che – pur se raramente – risulta possibile parlare di QM con le DD, mentre con gli UU è tabù pieno, bisgona prendere atto che, a parte le militanti (che fanno il loro mestiere), ci sono poi le praticanti (che sono la maggioranza) e infine le “paracule” che portano il numero alla quasi totalità.
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
Come ero solito scrivere anni fa, questa è una guerra vera, “invisibile” e non ufficialmente dichiarata; ma guerra.
(Sandro2)
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Concordo, perché anche se è costantemente negato dalle stesse femministe, è realmente in atto una guerra contro il genere maschile.
Fabio C.(Quota) (Replica)
Una cosa è certa: ripetendo ossessivamente una tesi, e suffragandola con pseudoargometazioni, perchè di discriminatorio nelle argomentazioni più volte espresse dalle femministe non c’è nulla di dimostrato, e una prova è il fatto che di causa di quel genere, discriminatorie ai danni delle donne, nei tribunali non c’è traccia, alla lunga si fa breccia nell’opinione pubblica e se ne raccolgono i frutti. Da diversi anni funziona così, e nessuno, tra i “pezzi grossi”, ha il coraggio di affermare questa “banale” verità.
Alessandro(Quota) (Replica)
Se poi si riflette davvero su quali magnifiche sorti si prospettino alla civiltà che ha definito la linea del progresso generale, e femminile in particolare, in dipendenza diretta dalla percentuale di persone che è riuscita a spingere in modo forsennato, irrazionale, e a prescindere dalle attitudini, ai ruoli naturali e storici, alle effettive necessità della persona umana e delle comunità umane, a inserirsi nella produzione di merci e servizi, che cosa vediamo? chi non sia cieco e sordo o connivente vede:
1) un disastro proprio nell’ obiettivo che era stato definito il più coerente e qualificante, la produzione di ricchezza; infatti come collettività siamo all’indebitamento a livelli non più rimborsabili e quindi alla miseria effettiva più nera;
2) quanto al piacere di vivere che ha nella propensione alla riproduzione il suo indicatore assoluto, tutte le ricerche demografiche ci dicono che siamo a trend di estinzione (1,4 figli per coppia) e che questo evidenzia “una fascinazione di massa verso la morte”; e la depressione è la malattia del secolo, soprattutto quella femminile;
3) quanto alla cultura e consapevolezza di sè stiamo regredendo di secoli nientedimeno che su principi sostanziali del diritto (non più la persona ma il genere, l’onere della prova rovesciato, la carcerazione come tortura), dell’etica (l’aborto non come male minore di una tragedia ma un diritto qui ndi un valore) e perfino della logica (la visone dl momndo femdominista che oggi governa la coscenza dei popoli si regge sulla negazione della logica di non contraddizione),
4) mentre per quanto attiene alla tutela delle forme organizzative e delle funzioni che ci hanno fatto uscire dalla barbarie (famiglia, paternità, maternità, ecc.) ci siamo irresponsabilmente dati fare per farne strame;
5) quanto poi al rispetto delle regole del profondo (i tabù psicologici drammaticamente conquistati dall’umanità in milioni di anni) si è aperta la gara di liberazione dalla sanità mentale per cui al potere di ciascuno sembra si stia insediando la follia;
6) sulla fede dei padri poi c’è solo da dire che la sostanza della fede è stata ridotta scientificamente a gioco nominalistico, dove le parole sacre sono state svuotate pronte ad essere asservite a qualunque altro significato.
Di questo “progresso verso il disastro”, agenzie ormai sputtanate nella coscienza dei popoli, ma non dei loro governi, sputtanate in relazione a tutti i principi per cui si erano costituite, come è per esempio l’ONU, berciano quotidianamente e fanno diffondere ai “media-universali” comunicati in cui ci si lamenta che gli indicatori di tappa previsti per la corsa alla rovina generale del “progresso” così concepito, non sono ancora stati raggiunti e si fanno gli elenchi dei buoni e dei cattivi. Ai quali cattivi, si prospettano aggressioni economiche, politiche e militari, in caso di renitenza a salire sul carro del progresso apocalittico.
A sostegno della corsa a questo tipo di progresso, alto, continuo e solenne, in mezzo ad una miseria progressiva, si alza il coro dei sedotti dal progresso dell’Umanità e dal femdominsimo che ne è la sua interpretazione ideologica attuale; non solo il coro, ma si alza anche lo scrosciare degli applausi alle nuvole degli incendi delle bombe intelligenti e al balenare dei raggi laser di puntamento dei predator in volo contro chi rifiuta di adeguarsi alla “civiltà superiore”.
Poi ai nemici morti in battaglia l’ultima lezione di civiltà e progresso: ai lor cadavero, alla loro morte, al mistero della morte, al loro eroismo, per invidia del loro eroismo vincente, ci si piscia sopra.
cesare(Quota) (Replica)
Ma guardate che razza di frasi si trovano su Facebook:
Tocca un uomo e ti perdono,Tocca una donna e fai ninna nanna
Da questo sito:
http://www.facebook.com/pages/ONORE-E-RISPETTO/104491536306137
Leonardo(Quota) (Replica)
http://www.ondaosservatorio.it/index.php
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
della serie Chi l’ha detto: “Se Lehman Brothers – ha detto – avesse avuto più sisters che brothers, la tragedia sarebbe stata meno pesante”
Christine Lagarde
Direttrice del Fondo Monetario Internazionale
fonte: http://www.repubblica.it/economia/2012/03/09/news/lagarde_crisi-31216228/?ref=HRER2-1
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
“Se Lehman Brothers – ha detto – avesse avuto più sisters che brothers, la tragedia sarebbe stata meno pesante”.
Oggi abbiamo scoperto, grazie alla Signora Lagarde, anche lei naturalmente “oppressa dal sistema maschilista”, che le politiche economiche liberiste e monetariste, se portate avanti da donne anzichè da uomini, avrebbero effetti positivi.
Miracoli dela specificità di genere…
Siamo al delirio vero e proprio…
Fabrizio
p.s. e non c’è uno che è uno, fra leader politici, economisti, intellettuali ecc. che abbia il coraggio di dirle:”Cara Lagarde, ma ti rendi conto di quello che stai dicendo?…”
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
p.s. e non c’è uno che è uno, fra leader politici, economisti, intellettuali ecc. che abbia il coraggio di dirle:”Cara Lagarde, ma ti rendi conto di quello che stai dicendo?…” [Fabrizio Marchi]
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Ma infatti, come è stato fatto notare già in altre occasioni, il problema reale è proprio questo, ovvero il silenzio e la vigliaccheria dei “maschi alpha” ??, che si guardano bene dal mandare a quel paese queste presuntuose donnicciole. E’ chiaro che quando nessuno replica, le signore in questione si sentono sempre più autorizzate a spararle grosse. Tanto sanno di aver di fronte degli autentici smidollati, magari feroci con gli altri uomini, ma assolutamente incapaci di aprire il becco di fronte a tizie alte 1 metro e 60-65 e pesanti 55 kg…
Fabio C.(Quota) (Replica)
La Lagarde non legge Il Sole 24 ore (vedi link sottoriportato) e per l’ennesima volta è ragionevole domandarsi come una persona che fa queste affermazioni sia finita a quei livelli (solo per quota rosa grazie a falsa denuncia sessuale contro Strauss Kahn che sapeva fare il suo mestiere e per questo andava distrutto? era un dubbio che ora si rafforza):
da IL Sole 24 ore:
“Se la crisi finanziaria globale ha messo in ginocchio le grandi banche occidentali, portando addirittura al fallimento un istituto storico come Lehman Brothers, le banche islamiche, che basano le loro attività finanziarie sulla Sharia, stanno conoscendo un inaspettato boom”.
leggi tutto e di più in:
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2009/09/finanza-islamica-regole.shtml?uuid=29a819f2-a209-11de-aec8-0a2dbe87142a
cesare(Quota) (Replica)
Non sono un esperto in materia, ma presumo che le banche islamiche siano state pensate da uomini e attualmente siano guidate dai medesimi…
Riguardo all’Occidente, mi risulta che il Paese che in tal senso è messo meglio di altri, è il Canada.
http://archiviostorico.corriere.it/2009/febbraio/17/Come_Canada_batte_crisi_co_9_090217087.shtml
Marco(Quota) (Replica)
Fabio@vigliaccheria dei maschi alfa.
Il vero problema è che non sanno ( e ahimè non sappiamo!) più a che santo votarsi e che cosa raccontare. Devono sperare che vengano utili perfino questo tipo di affermazioni della Lagarde che tira in ballo la “sorellanza femminista” per la gestione corretta della finanza internazionale.
Perso per perso.
cesare(Quota) (Replica)
Molto molto interessante questa cosa delle finanze islamiche, che non conoscevo. Pare che i precetti religiosi , tacciati di oscurantismo e reazionarismo, non siano allora poi così male. Partono dal concetto fondamentale che il denaro deve essere investito in attività produttive reali. Detto in termini marxisti MDM (merce denaro merce) e non come nel capitalismo “avanzato” DMD (denaro merce denaro), cioè la ricchezza è qualcosa di reale e tangibile, non un principio in fin dei conti astratto come il denaro. Anche la Chiesa cattolica condannò l’usura. Anche un grande poeta come Ezra Pound scrisse contro l’usura. Bollati come oscurantisti e reazionari dai liberal progressisti. I risultati della “finanza creativa” sono sotto i nostri occhi. Un mondo che ha creduto di crescere sul nulla, una specie di giochino del “volo”, ricordate?, in cui i primi traevano guadagni cospicui, gli ultimi restavano col cerino in mano. Siamo alla frutta.
Gli islamici hanno (ancora?) un firte identità data loro anche dalla religione, e un apparato produttivo solido. Noi siamo alla frutta, in crisi sotto ogni punto di vista, non solo materiale. Crisi che, sarà un caso, coincide con il trionfante avanzamento femminile nei luoghi di potere. Una prova? No, non direi, ma insomma un qualche collegamento non è poi così cervellotico.
Armando
armando(Quota) (Replica)
Da notare come in questa storia il protagonismo, in positivo (poco) e in negativo (tanto) è tutto al femminile.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/11/puglia-bandi-comunicazione-della-regione-mirino-della-procura/196655/
Il Pari Opportunismo in salsa pugliese è servito!!!
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
(Non sapevo dove inserire questa segnalazione)
Sto incominciando a capire il famoso contributo femminile alla politica …. 🙄
http://multimedia.lastampa.it/multimedia/in-italia/lstp/130575/
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Ho letto solo ora Luigi ,causa il cambio del PC ,ed ho visto anch’io il servizio delle Iene , ma se chiedi alla Zanardo (o chi per lei) spiegazioni ,ti diranno che usa metodi maschili ,come vedi ,non si scappa
mauro recher(Quota) (Replica)
Ho letto solo ora Luigi ,causa il cambio del PC ,ed ho visto anch’io il servizio delle Iene , ma se chiedi alla Zanardo (o chi per lei) spiegazioni ,ti diranno che usa metodi maschili ,come vedi ,non si scappa
@@@@@@
Sì, però credo sia pure il caso di sganciarsi dal giudizio di mentecatte come la Zanardo e compagnia cantante, perché io, ad esempio, se fossi stato al posto di quella “iena”, avrei preso sicuramente a calci nello stomaco la Carlucci, fregandomene altamente di successive denunce per lesioni, con relative condanne morali delle femministe e dei loro leccapiedi.
Non fosse altro per il fatto che se un politico uomo, si permettesse di prendere per i capelli una giornalista, scoppierebbe la terza guerra mondiale.
Eccheccazzo!
Marco(Quota) (Replica)
La brutalità dell’episodio Carlucci, a mio avviso è anche e soprattutto in due aspetti tutti e due caratterizzati dalla medesima preoccupazione ovvero che la violenza sia segreta. Così la Carlucci ossessivamente richiede due cose:
I°) che i due messi comunali coprano la telecamera con le loro giacche, esempio incredibile di due funzionari pubblici maschi che invece di impedirle coprono le violenze di una donna picchiatrice sindaco in azione (già succede nei corpi di polizia e nelle carceri di tanti paesi);
II°) che il malcapitato si pieghi ad essere trascinato per i capelli dentro dentro l’ascensore, dove evidentemente la Carlucci pensava che l’aggressione era totalmente nascosta alla telecamera e poteva pertanto assumere sviluppi ben più violenti. Meditiamo uomini, meditiamo.
cesare(Quota) (Replica)
http://femdominismo.wordpress.com/2012/04/10/o-francia-o-spagna/
mauro recher(Quota) (Replica)
questo è un copia ed incolla in un post de “il corpo delle donne”
CLAUDIO says:
apr 11, 2012
Rispondi
buongiorno Lorella
vorrei una tua opinione: secondo te il governo di Margaret Tatcher può considerarsi un modello femminile di potere?
grazie e buona giornata!
IL CORPO DELLE DONNE says:
apr 11, 2012
Rispondi
@claudio
evidentemente no.
Però come ho piu volte ripetuto, a partire dagli anni 80 le donne che si sono distinte per essere state le prime ad assumere ruoli manageriali, hanno dovuto fare” come se fossero uomini”. alternative non erano possibili. Ora, che siamo molte di piu, si puo inziare a proporre un “nostro modo”. che non è migliore, è diverso da quello maschile
MAURO RECHER says:
apr 13, 2012
Rispondi
Il tuo commento è in attesa di moderazione
signora Zanardo ,mi permetta di fare una considerazione …
ammesso e concesso che la Tatcher abbia dovuto usare “metodi maschili” ,anche se credo che esistano metodi maschili buoni e altri meno , parla poi ,che il sistema nuovo delle donne è diverso ,ma non migliore , ma allora siamo a punto e a capo ,per fare un esempio hanno tolto l’ICI ma hanno messo l’IMU ,cambia il nome ,ma il risultato no !!
Il cambiamento deve portare a qualcosa di migliore ,se no che cambiamento è??
grazie per l’attenzione
mauro recher(Quota) (Replica)
IL CORPO DELLE DONNE says:
Però come ho piu volte ripetuto, a partire dagli anni 80 le donne che si sono distinte per essere state le prime ad assumere ruoli manageriali, hanno dovuto fare” come se fossero uomini”. alternative non erano possibili.
———————————————–
Queste donne ogni cosa che fanno è maschile, solo le fesserie come i vestitini e altre amenità sono considerate femminili.
Ora vorrei sapere quale è l’alternativa?
Leonardo(Quota) (Replica)
Però come ho piu volte ripetuto, a partire dagli anni 80 le donne che si sono distinte per essere state le prime ad assumere ruoli manageriali,
##############
Ma queste si rendono conto delle assurdità che scrivono?
“Si sono distinte per essere state le prime ad assumere ruoli manageriali” ??
Ma cos’è, una barzelletta? Boh…
sergio(Quota) (Replica)
Dice la Zanardo che “Ora, che siamo molte di piu, si puo inziare a proporre un “nostro modo”. che non è migliore, è diverso da quello maschile”.
E’ già qualcosa che si ammetta che il modo femminile è diverso ma non migliore. Ora dovrebbero spiegarci
1) in cosa, come e perchè è diverso.
2) Nelle cose in cui è diverso e se è vero che non è complessivamente migliore, allora sarà migliore in a.b.c. e peggiore in c.d.e.
Ci dicano cosa sono abc e cde, ammettano quello che mai hanno ammesso, cioè che esistono cose in cui i maschi sono migliori, e discutiamo del tutto. Altrimenti quell’ammissione iniziale è una cosa in cui la scrivente non crede, uno specchietto per le allodole.
3) Di più. Se nel complesso il modo femminile non è migliore di quello maschile, se ne deduce necessariamente che i risultati devono essere gli stessi. Ma allora tutta la grancassa sul miglioramento generale che porterebbero le donne ove fossero al potere si rivela per quel che è, una balla. Allora emerge il vero scopo della grancassa, che è semplicemente il potere (la cartina tornasole sta nel fatto che le rivendicazioni sono solo e soltanto per i posti che contano, mai per gli altri, ove pure il “genio femminile” potrebbe esplicarsi altrettanto bene.)
Naturalmente rivendicare il potere o la propria quota di esso è legittimo, purchè lo si dichiari apertamente e senza tutti gli infingimenti, tutte le dissimulazione dietro ad altro, tutti quei patetici tentativi di identificare il potere femminile col bene di tutti. Se non lo si fa, il motivo è semplice. Crollerebbe la favola del genere femminile moralmente migliore di quello maschile, ossia tutta l’impalcatura antropologica e ideologica su cui si regge gran parte del femminismo e su cui, soprattutto, si regge la guerra agli uomini.
Ne consegue che quel ragionamento della Sig.a Zanardo fa acqua da ogni parte è non regge al vaglio della critica.
Armando
armando(Quota) (Replica)
Cerchi magici?
http://d.repubblica.it/argomenti/2012/04/14/video/snoq_video-967914/1/?ref=HREC2-12
cesare(Quota) (Replica)
http://www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=21042#commenti_articolo
17 aprile 2012
‘50 e 50′. Non una quota, la parità
La portavoce del comitato promotore ‘Doppia preferenza’ Magda Terrevoli illustra gli ideali che animano la proposta di modifica della legge elettorale pugliese
di Magda Terrevoli*
É opportuno definire la storia che ha portato tante donne ed uomini di Puglia a presentare la legge di iniziativa popolare sul riequilibrio di genere nelle elezioni per il Consiglio regionale.
Il desiderio che ci ha mosso ed unito è stato quello di rimettere in moto la discussione sulla rappresentanza delle donne nella politica.
Le ragioni che hanno spinto tante di noi, differenti per storie ed appartenenze, a mettersi insieme nel tentativo di rilanciare il ruolo delle donne in maniera forte e coesa ha qualcosa di magico. Abbiamo compreso che è il tempo ed il luogo per agire insieme.
Il tempo è dettato dall’oggi, dalla insignificanza dell’offerta politica dei partiti impegnati ormai a gestire l’esistente o ciò che di esso rimane, ed il luogo è la Puglia dove più si è sviluppata l’incredibile collisione tra rinnovamento e antiche, pessime consuetudini.
Abbiamo strutturato un percorso in cui il cambiamento dovrà trasformarsi da ipotesi e suggestione a reale trasformazione.
Ma per tutto questo non vi è bacchetta magica che possa realizzare miracoli e su questa consapevolezza ci siamo mosse/i.
Per questo non comprendo le critiche ed i distinguo alla legge di iniziativa popolare sulla doppia preferenza.
Anche noi ne conosciamo limiti e rigidità, ma siamo ancor più consapevoli del panorama politico in cui ci muoviamo
La legge che chiediamo di sostenere attraverso una firma è solo l’inizio di un percorso. É il primo passo che ci potrà permettere di allontanarci dalla devastante immagine di un consiglio regionale abitato solo al maschile.
Davvero qualcuno crede che tutti i 67 uomini (su 70) che attualmente hanno competenza di legiferare in Puglia, abbiano la spinta etica ad aprire le porte alle donne?
Qualcuno pensa davvero che nell’ipotesi (ipotesi) di riduzione del numero dei Consiglieri regionali, i nostri legislatori facciano un ulteriore passo indietro per favorire l’ingresso delle donne nel Parlamento pugliese?
E se davvero avessero sposato la causa della parità di genere, non avrebbero forse già approvato una legge che potesse sostenerla e garantirla?
I mille distinguo servono soltanto ad allontanare la nefasta (per loro) eventualità!
La nostra proposta ha in sé tanti ragionamenti e tante riflessioni ma ha anche radici profonde.
L’aver adottato una legge quale quella Campania, permette di inserire con semplice modifica la questione di un genere sotto rappresentato nella attuale legge elettorale pugliese.
Non lascia possibilità alcuna a giustificazioni di tempo (potremmo votare molto presto e come sempre non avere possibilità di grandi stravolgimenti) e, non offre il fianco ad alcun ricorso di legittimità, in quanto già vigente e già passata al vaglio della Corte Costituzionale con sentenza n.4/2010.
Ma ha in sé qualcosa di più, offre uno contesto totalmente diverso dalle quote, le liste composte al 50 e 50 di donne ed uomini, non sono quote, ma richiesta di uguale rappresentanza, non una quota ma la parità!
Ma c’è di più: l’introduzione dell’inammissibilità della lista non coerente con la parità, dimostra che non chiediamo risarcimenti alla illegalità.
A questo proposito vorrei ricordare che in Puglia esiste già una legge elettorale che prevede le quote nelle liste ed il non rispetto fa scattare una sanzione economica.
E vorrei ricordare che la stessa legge non è rispettata né nella composizione delle liste, né nel conseguenziale risarcimento, dagli stessi partiti a cui appartengono i legislatori che hanno scritto ed approvato la legge.
Da tutto questo noi prendiamo le distanze.
Chiedere che una lista sia composta in maniera paritaria significa chiedere ai partiti ed ai movimenti di aprirsi ai contributi delle donne e, costruire con loro un percorso che porti nuovamente le donne a fidarsi dell’interlocutore e a non sentirsi esclusivamente usate quale casuale riempitivo.
Senza questa dichiarazione di onestà è chiaro che le donne non si presteranno a fare le controfigure del nulla.
Le donne hanno un grande desiderio ed una grande passione nel fare politica e d’altronde la fanno tutti i giorni nelle scuole, negli ospedali, nelle famiglie, nel welfare che sostiene la nostra Regione, ma hanno ben compreso che per cambiare davvero devono avere voce in tutti i luoghi dove si sceglie e si decide per tutte e tutti.
E qui è necessario fare una riflessione: se saranno tante, potranno lavorare e portare il loro punto di vista, se poche e sparute, dovranno di fatto adeguarsi alla maggioranza maschile. Il dato quantitativo fa la differenza e, permette, quel percorso che potrà portare ad un reale cambiamento.
La questione della doppia preferenza ha, inoltre, un valore fortemente simbolico in quanto fa intravedere che non vi è una banale guerra tra sessi ma una opportuna possibilità di esprimere un doppio sguardo. Un uomo ed una donna che fanno campagna elettorale insieme, offriranno una rivoluzione visiva e sostanziale. Si proporrà un nuovo patto tra i sessi complementari e non antagonisti.
Il resto, la qualità, la moralità, la competenza, pur osservando che mi è incomprensibile che questi discorsi vengano tirati fuori solo quando si parla di donne, non sarà mai una legge a definirli, anche perché abbiamo tutti imparato quanto facile è aggirarla, ma sarà compito di quei partiti che dovrebbero riappropriarsi di quel ruolo di rappresentanza della società a cui pare abbiano spesso derogato.
É un primo passo, ma un passo partecipato che sta coinvolgendo l’intera popolazione pugliese negli incontri, nelle assemblee, intorno ai tavolini per la raccolta delle firme.
Siamo tornate a parlare e a discutere con le tante persone che firmando hanno fatto della nostra proposta di legge la loro proposta di legge.
Lasciare inascoltata la loro richiesta sarà oggi più complicato.
*portavoce comitato promotore Doppia preferenza
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
>>
Davvero qualcuno crede che tutti i 67 uomini (su 70) che attualmente hanno competenza di legiferare in Puglia, abbiano la spinta etica ad aprire le porte alle donne?
>>
Un extraterrestre ne ricaverebbe che l’accesso ai piani del potere (formale) sia sbarrata alle FF.
La “discriminazione” e il muro di gomma consistono in questo, che i maschi ci arrivano salendo le scale, mentre le FF hanno diritto all’ascensore.
Avete poi mai visto maschi votare leggi o emettere sentenze contro se stessi?
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Oltre al dato di realtà rilevato da Rino (i maschi salgono dalle scale le femmine in ascensore) c’è anche da considerare a mio avviso quanto segue: tutti ormai hanno capito che nei tempi di crisi i maschi della casta, la cui sedia traballa, si rivolgono alle “madonne pellegrine”, in versione aggiornata: una volta portate in cielo in elicottero adesso in ascensore. Ci hanno provato x il sindaco a Genova, ci hanno provato a Palermo, prima ancora a Napoli, non parliamo poi di Milano e d’intorni. E per carità di Patria scenda il silenzio sulle lacrimanti che ridono nel Palazzo a Roma.
Il restyling femminista del potere in versione “madonnara” non funziona.
Dall’altro lato c’è l’ennesima strumentalizzazione femminista, questa volta sotto il sole di Puglia, che legge una crisi del sistema economico globale come una responsabilità di genere e la trasforma in una opportunità per aggiungere privilegi politici a privilegi sociali e giuridici.
Mi stupisce che chi promuove queste iniziative non si accorga che di questi tempi tremendi, chiedere privilegi su base di genere, è per tutti, solo e soltanto, chiedere privilegi con una delle innumerevoli scuse. E, peggio ancora, visto il contesto di crisi, finisce per apparire come un uso strumentale del sudore e del sangue, in prevalenza versato dai maschi, di un popolo.
A mio avviso un’azione che sa di grave slealtà, e risulta infantile ed è controproducente.
cesare(Quota) (Replica)
Risarcimento dopo 60 anni al figlio trascurato.
Prima di questionare sul comportamento del padre, sulla monetizzazione del torto (vero o falso), sulla lontananza quasi “storica” dei fatti, si deve trovare il caso inverso, in cui una madre sia mai stata condannata, o anche solo querelata per il medesimo motivo.
.
All’epoca (1952) l’aborto non c’era, ma il parto anonimo sì. Partorire e consegnarlo alle istituzioni si può da sempre (1932 ca.) invece trascurare il figlio non si può, da parte paterna.
A proposito: meglio trascurato o abortito?
.
E’ la stessa storia dell’obbligo al mantenimento dei figli fino a 35-40 anni da parte dei “genitori”.
Si scrive “genitori”, si legge il “padre”.
http://www3.lastampa.it/i-tuoi-diritti/sezioni/famiglia-successioni/news/articolo/lstp/450744/
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Segnalo, oggi su Il Foglio, un articolo di Guido Vitiello che è la prefazione al libro della femminista libertariaMarcela Iacub “Una società di stupratori?”, scritto in polemica con la strumentalizzazione della vicenda di DSK. Dell’articolo di Vitiello riporto questo passo: “Le teorie di questo femminismo…..sono qualificate con tre aggettivi. “Irrazionali,paranoiche, liberticide”. …….A quei tre aggettivi ne aggiungeremmo volentieri altri tre: E’ un femminismo vittimista, perchè partecipa di quel grande movimeno epocale …che ha reso ambita la posizione pubblica di vittima e lo status di minoranza perseguitata, come fonte di un credito morale illimitato in odore di ricatto ideologico. ….E’ un femminismo sottilmente clericale, perchè si serve del vecchio trucco apologetico secondo cui l’unica libertà è l’adeguazione della coscienza al vero Bene, teologicamenteo odieologicamente prescritto, e o gni altra libertà è illusoria, è la maschera di una schiavitù così interiorizzata da non essere percepita come tale (in altri termini il femminimso radicale e moralista pretende di sapere cosa è meglio per le donne meglio delle donne stesse). Ed è infine un femminismo dal volto inquisitorio, perchè si alinnea a quella sciagurata inversione degli ultimi due decenni in forza della quale i libertari invocano, a sostegno delle loro rivoluzioni, il braccio secolare dei giudici e dei gendarmi, lro nemici da sempre”.
Altro passaggio interessante dell’articolo che riporta le opinioni dell’autrice sull’uso ideologico della vicenda DSK. “Lo scopo: proporre una nuova logica ispiratrice della legislazione sullo stupro, volta a farne un reato sessista, un’espressione dei rapporti di forza vigenti nella società e non già un attentato, tra le altre cose, all’autiodeterminazione e alla libertà sessuale……….Questo nuovo femminismo cavilla quanto più possibile sulla questione del consenso. Al punti di dire, come nel caso di DSK, che la soggezione suscitata da un uomo potente svuota l’eventuale consenso del suo contenuto di libertà, equiparando di fatto un rapporto sesssuale ad uno stupro; al punti di credere che una donna che accusa un uomo di stupro non possa, in fin dei conti, mentire quasi mai, e che le sue ebentuali menzogne siano anch’esse un prodotto del trauma patito; al punto di ammettere che una donna, riscossa d’improvviso dalla sua soggezione psichica, possa ridefinre retrospettivamente un atto consensuale come stupro,e pretendere che ne seguano le vie legali; al punto, infine, di insinuare che esistano pratiche erotiche e perfino posizioni amatorie oggettivamente violente e sessite, consensuali o meno che siano”.
Non male direi, sia il libro ( a quanto pare), che l’articolo. Mi chiedo solo se un libro che sostiene tesi simili fosse stato scritto da un uomo, se sarebbe mai stato pubblicato. Credo di no, e questo è il punto importante. Se una donna può ancora scrivere contro il femminismo, le stesse cose scritte da un uomo assumerebbero un valore tutto diverso e sarebbero immediatamente tacciate di maschilismo e sessismo. Infatti nessun uomo si azzarda a scrivere e pubblicare se non a proprie spese, vuoi per timore di essere emarginatio dal circuito mediaticoletterario, vuoi per introiezione del divieto, ossia di quella “paralisi” di cui scriviamo spesso.
armando
armando(Quota) (Replica)
http://www.youtube.com/watch?v=tzZA1YAJtl4
Leonardo(Quota) (Replica)
Molto interessante oltre che condivisibile, naturalmente, Armando. Verissimo anche quanto dici sul fatto che quasi (ci siamo anche noi… ) nessun uomo si sarebbe mai azzardato a scrivere cose simili.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
C’è il problema della famiglia, Forse poco affrontato in questa sede. Un istituzione che come si vede nel video con Carmelo Bene che ho postato più su, nessuno va contro, malgrado lui parli di uomini che crepano a 30 anni in miniera: quindi le famose morti bianche sono il giusto sacrificio alla famiglia, alla maternità; peggio dei caduti in guerra per la patriA.
Un istituzione molto naturale, visto che ogni specie vivente si accoppia in prevalenza per continuare la vita su questo pianeta…
Leonardo(Quota) (Replica)
Leonardo, ma la tua soluzione quale sarebbe?
Dunque, la famiglia no, quello no, quell’altro nemmeno a parlarne, ecc ecc.
Guarda che il mondo perfetto non può esistere, proprio perché la specie umana è imperfetta e pertanto le “soluzioni perfette” possono esistere solo nella fantasia.
claudio(Quota) (Replica)
Tra il “mondo perfetto” e quello reale c’è una tale distanza che è lecito – e doveroso – impegnarsi per avvicinare questo a quello.
.
Non ce la faremo?
Beh, non vedo cmq compito più degno.
Tu ne vedi un altro?
RDV
Rino(Quota) (Replica)
@ Rino
Non è questione di avere un compito più o meno degno.
Il fatto è che criticare è facile ma proporre “un mondo migliore” è cosa assai più difficile, anche perché non è che altri prima di noi/voi non ci abbiano già provato (e spesso con risultati nefasti).
A questo aggiungi che gli abitanti sulla Terra aumentano ogni anno di 80 milioni (praticamente una Germania intera) e dimmi tu come fai a costruire un mondo imperfetto che si avvicini il più possibile al mondo perfetto, considerando le risorse che ci vogliono per vivere decentemente.
Inoltre, concedimi di esser franco fino in fondo: sicuramente tu e pochissimi altri siete in buona fede e motivati, ma io credo che la maggior parte di coloro che si occupano della QM, lo fanno per ragioni strettamente personali, non altruistiche, che nulla hanno a che fare con certe tematiche; e la causa prima di questo interesse personale è (purtroppo, aggiungo, perché non sto ironizzando nella maniera più assoluta) è lo scarsissimo “successo” con le donne.
claudio(Quota) (Replica)
“…la causa prima di questo interesse personale è (purtroppo, aggiungo, perché non sto ironizzando nella maniera più assoluta) è lo scarsissimo “successo” con le donne”. (Claudio)
E se anche fosse? E allora? Dieci milioni di italiani che più o meno sistematicamente frequentano le prostitute, cosa sono? Tutti sfigati? E se anche fosse? Se anche questa becera, scontata (e femminista) risposta corrispondesse al vero, cosa cambierebbe?
Proprio nulla. Anzi, la nostra analisi si confermerebbe e ne uscirebbe ancor più rafforzata. Perché l’esistenza di dieci milioni di “sfigati” che per vivere uno straccio di vita sessuale sono costretti a umiliarsi e a ricorrere al sesso mercenario, ci dice in un modo che più esplicito non si potrebbe che l’oppressione tout court del genere maschile su quello femminile è una clamorosa quanto spudorata menzogna.
Non solo. Ti risulta forse che i grandi processi rivoluzionari (diciamo pure la Storia nel suo complesso) sono occorsi perché gli uomini erano spinti dall’esigenza di verificare il sesso degli angeli oppure per ragioni connesse ai loro bisogni concreti?
Scusa la mia solita franchezza, caro Claudio, ma mi sembra proprio che il tuo discorso (che potrebbe essere applicato a tutto) non stia in piedi. Per non parlare della questione sul “mondo perfetto e imperfetto”, della impossibilità a modificarlo e della conseguente inutilità del provarci.
E allora se è impossibile cambiarlo e del tutto inutile provarci, lasciate tutto così com’è, tenetevelo stretto e non vi lamentate. Insisto, non vi lamentate.
Noi abbiamo il diritto di “lamentarci”, perché questo mondo non ci piace e lo vogliamo trasformare, non altri. Solo in questo caso la “lamentela” non è assimilabile ad un ipocrita piagnisteo da coccodrillo ma assume la dignità di una battaglia di libertà e civiltà.
La sola cosa che mi fa rabbia, lo ammetto, è che coloro che la pensano come te, cioè la gran parte degli uomini di destra (e tu lo sei, concettualmente, indipendentemente dal partito per il quale voti o dallo schieramento politico che sostieni) finiscono inevitabilmente per godere dei vantaggi e dei diritti conquistati da quei “coglioni” che invece (pagando dei prezzi spesso salatissimi) si sono fatti rompere il culo proprio per cercare di trasformare questo mondo.
Allora quello che io penso è questo: va bene tutto il nichilismo (che sfocia inevitabilmente nel qualunquismo) del mondo. Ma che sia tale. Occupatevi coerentemente di calcio, musica, cinema, numismatica, di tutto quello che volete, sbarcate il lunario e trascinate le vostre tragiche (da un punto di vista filosofico, non c’è altro modo per definirle, e bada che le sto nobilitando…) esistenze, ma non rompete i coglioni a quelli che si danno da fare per trasformare (e possibilmente migliorare) la situazione.
Insomma, fatevi i cazzi vostri ma per lo meno non ci mettete i bastoni fra le ruote. Ne abbiamo già tanti, non ce ne servono altri…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)