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Volevo raccontare il mio calvario, sia a livello affettivo, sia a livello economico, che ho subito dopo la separazione, con il conseguente distacco dalla mia adorata bambina, nata da un rapporto di amore e sulla piena convinzione di formare una famiglia.
Naturalmente viene definita dal sistema giudiziario “conflittuale”, invece con questa scusa, un bambino tende a perdere l’affetto e le cure del papà e, con il tempo, se non immediatamente dopo la cessazione della convivenza o matrimonio, con vari “espedienti”, perde qualsiasi contatto con il padre (false denunce per maltrattamenti familiari o di abusi sessuali).
Nel mezzo un sistema giudiziario che nega totalmente l’affido condiviso (legge 54/2006) dove, anche dopo la fine del rapporto di coppia, il bambino non ha più il diritto a mantenere rapporti equilibrati e continuativi con entrambi i genitori.
Il bambino rimane orfano di padre ancora in vita.
Non dimentichiamoci che viviamo in Italia dove la mamma ha il pieno appoggio della magistratura “orientata” sul genere di appartenenza e tutto si concentra sull’annientamento della figura paterna.
Ora comincia la mia odissea che si snoda, sempre e solo dopo la separazione cominciata ne l 2008, su due filoni: il primo sul civile presso il Tribunale dei Minori di Roma per l’affido e il mantenimento del piccolo; il secondo sul piano penale, con false accuse di maltrattamento familiare e una serie di denunce per ostacolare ed impedire il rapporto paterno.
TRIBUNALE PER I MINORENNI DI ROMA.
Il Tribunale, riunito in Camera di Consiglio, letti gli atti del procedimento per regolazione della potestà genitoriale sulla minore xxxxxxx OSSERVA: ricorre la madre del minore in epigrafe, per chiedere una regolazione dell’esercizio della potestà sulla figlia. Ritiene il tribunale che a seguito della istruttoria effettuata sia emersa la sostanziale idoneità di ambedue i genitori ad esercitare la potestà per cui la regolazione della stessa dovrà prendere in considerazione soprattutto l’interesse della minore ad avere rapporti equilibrati con entrambi i genitori, in maniera da mantenere le figure genitoriali anche dopo la separazione delle stesse. Tanto premesso va disposto che l’esercizio della potestà sia congiunto tra i genitori, mantenendo allo stato la collocazione della minore presso la madre, dove è attualmente il centro degli interessi affettivi e relazionali della bambina e prevedendo un rapporto del padre con la figlia, il più ampio possibile. Il padre dovrà provvedere in maniera idonea al mantenimento della figlia, con una somma che avuto riguardo alle situazioni patrimoniali delle parti si valuta congrua in euro 750,00 mensili, oltre alle spese straordinarie per il 50%.
La limitata frequentazione tra padre e figlia intervenuta anche per gli ostacoli e le diffidenze della madre della bambina consigliano di disporre una gradualità nel rapporto da ampliare con il tempo. P.Q.M. Definitivamente pronunciando sul ricorso per regolazione della potestà genitoriale sulla minore xxxxxxxxxx dispone che sia congiunto l’esercizio della potestà sulla minore in epigrafe, che resterà collocata presso la madre xxxxxxxxxx. Il padre xxxxxxxxx potrà avere con sé la figlia, a fine settimana alternati, dalle ore 10 del Sabato alle ore 19 della Domenica con prelievo e riaccompagnamento presso la casa della madre. Potrà averla con se per un pomeriggio a settimana (il Mercoledì salvo diverso accordo tra i genitori) dalle ore 16 alle ore 20.00, con prelievo e riaccompagnamento a casa della madre. Per il periodo fino al 30 settembre 2010 il padre potrà avere con sè la figlia per l’intera giornata del Sabato o della Domenica, a settimane alterne, dalle ore 10.00 alle ore 19, con prelievo e riaccompagnamento alla casa materna. Per le prossime vacanze estive potrà avere con sé la figlia per una settimana, dal 7 al 13 Agosto (salvo diverso accordo tra i genitori). Il padre parteciperà al mantenimento della figlia, versando mensilmente alla madre della stessa la somma di euro 750,00, oltre alle spese straordinarie (scolastiche, sanitarie, ricreative, ludiche e culturali) nella misura del 50%.
Decreto immediatamente efficace in relazione all’urgenza di provvedere legata alla materia del procedimento.
Naturalmente, dopo la sentenza del Tribunale dei Minori mi aspettavo che la suddetta venisse rispettata e potessi cominciare a vivere quelle briciole di quotidianità concesso dai giudici per crescere mio figlio in serenità. Invece la storia non finisce qui! La mamma ha “interpretato” il provvedimento già restrittivo di suo facendomi vedere il piccolo per due, si dico due, volte al mese!
Successivamente sono cominciate le malattie che impedivano una “normale” frequentazione. Ma non basta!! Sono cominciate una serie di denunce strumentali (ora archiviate!!) ogni qual volta andavo a prendere mio figlio a casa della madre, nel rispetto del provvedimento del Tribunale, venivo accusato di minacce, aggressioni verbali, stalking. Con ciò, ancora una volta, venivo escluso dalla vita del piccolo. Mi giova ricordare che il Tribunale dei minori, gli assistenti sociali hanno dato l’idoneità genitoriale E NESSUNO HA FATTO NULLA PER FERMARE QUESTO STILLICIDIO CHE LA MADRE ATTUAVA SCENTEMENTE!
Dopo tre anni dalla separazione e ben 5 denunce (2 anche del nonno materno) archiviate, viene sporta un’ulteriore denuncia di maltrattamenti in famiglia!
TRIBUNALE PENALE NELLE SEPARAZIONI, UNA DENUNCIA DA PSICHIATRIA
Cari amici, lascio a voi ogni riflessione e commento, se ancora ce ne fosse bisogno. Mi chiedo, chi riuscirà a fermare questo sistema fatto di discriminazione di genere, di dolore, di riduzione in povertà perpetrate a danno dei nostri figli?
6 Commenti
Da oltre quarant’anni c’è una sistematica violazione dei diritti umani nelle cause di separazione e il peggio è che non si vedono grandi cambiamenti in vista. La tua storia fa parte di un rosario di storie incredibili, alcune degni di racconti di fantascienza: false denunce, bambini sottratti, proprietà espropriate, padri suicidi,… Non serve a niente sapere che non sei il solo, e non serve a niente aggiungere altro. Padri combattenti solitari e sconfitti per lo più. Abbi forza. Auguri.
S.G.A.(Quota) (Replica)
giovanni carducci(Quota) (Replica)
Domanda ai #centriantiviolenza: può decadere l’affido condiviso prima di una giusta sentenza?
…….
Quella che vedete in video è la sessione del 10 settembre di audizioni parlamentari delle commissioni per sentire le parti critiche prima della conversione in legge del decreto sicurezza che parla “anche” di violenza di genere. Ne parlerò più approfonditamente ma intanto mi soffermo su un fatto preciso che secondo me vale la pena di mettere a fuoco.
I centri antiviolenza hanno detto che il decreto legge non va bene per una serie di motivi e nell’intervento hanno chiarito che fondamentalmente è ché non ci sono i soldi per loro.
CONTINUA…….
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
La questione dei padri separati e delle ingiustizie perpetrate ai loro danni dalla “giustizia”, è parte integrante della Questione Maschile. Direi forse di più. La QM ha la sua origine più remota nel momento in cui si è iniziato a svalutare la figura del padre, cosa ben diversa dal dare la giusta importanza anche alla madre, come capisce bene chiunque non sia in mala fede. A me pare che, messo da parte il padre, divenga quasi automatico svalutare il maschio in quanto tale ed accusarlo di ogni malefatta.
Per questo è importante che i padri separati, mentre vivono il loro dramma e combattono giustamente per la propria vita e quella dei propri figli, amplino lo sguardo a tutta la società. Da una parte ne saranno ancor più impauriti perchè comprenderanno che la questione paterna non potrà essere risolta solo nelle aule dei tribunali con giudici meno ostili, dall’altra però saranno corroborati sapendo di non essere soli.
armando
armando(Quota) (Replica)
Ecco quant’è maschilista l’Italia…
Mirco(Quota) (Replica)
Ma figlio o figlia ? cambia il sesso il bambino ?
M.Persico(Quota) (Replica)