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16 Lug 2016  |  12 Commenti

Cara Fikasicula, c’è un pò di Franca Viola in tutti gli uomini beta

Il corpo delle donne e quello degli uomini.

Lettera aperta a Fikasicula, vogliamo abbattere davvero i muri di genere? E allora abbattiamoli:

Uno dei cavalli di battaglia del femminismo, soprattutto quello meridionale, sono le “fuitine“, gli stupri legalizzati da un matrimonio riparatore, per chi non ne conoscesse il significato, prova indiscussa di come in quella società le donne non potessero godere del più elementare diritto: ovvero del possesso del proprio corpo.

E noi, gran sorpresa, che siam maschilisti, cattivi e NEGAZIONISTI, come ci chiamate voi, udite udite, non abbiamo nessuna intenzione di contraddire questa verità lapalissiana, che corrisponde a una pratica storicamente accertata.
Franca Viola è l’eroina del femminismo del sud, prima donna a sancire su sé stessa il diritto ad affermare il legittimo possesso del proprio corpo, come dovrebbe essere in ogni società che si definisce liberale.
E anche su di questo, noi non abbiamo nulla da dire, né  abbiamo alcun desiderio di infangare la memoria di questa donna coraggiosa che ha voluto difendere la propria dignità (e il proprio onore, se non vi schifa questa parola),
Il punto, care signore del Sud, è un altro:

il nostro scopo, la nostra missione non è quella di negare la vostra verità, la vostra storia, la vostra dignità, i vostri diritti, il problema è semmai quello di completare la vostra opera, affiancando  ai vostri, i nostri:

la nostra verità, la nostra storia, i nostri diritti, cose che purtroppo, a differenza vostra, siamo ben lontani dall’avere raggiunto.

Voi avete giustamente descritto come le donne di allora  non disponessero dei loro propri corpi, ma perché vi siete  scordate di come purtroppo, ahimè, neanche gli uomini potessero disporre dei loro?

Mi sembra pleonastico ricordare che ad ogni guerra, i giovani maschi venissero mandati nelle trincee come carne da cannone e non potevano rifiutarsi…

Ma voi direte :”maschi siete voi che fate la guerra, ve la cercate’, eppure, io dico, ora che le femministe hanno preteso il loro posto nell’esercito, a farsi triturare in prima linea dai proiettili, ci sono sempre loro, questi maschi padroni, che sacrificano i loro corpi per le loro ”schiave”.

Ma uscendo da questa disquisizione che riguarda un fenomeno, quello delle donne soldato, che dura da appena trent’anni, forse è d’uopo leggere pagine più antiche che descrivessero un mondo antico, un mondo dove il femminismo non esisteva ancora, un mondo dove non solo le donne, ma anche gli uomini non avevano nessun diritto a poter disporre del proprio corpo.

Siccome anch’io ho parenti dalla Sicilia, le voglio ricordare l’illustrissimo Giovanni Verga, orgoglio della sua bella isola, dove nella novella di Rosso Malpelo, il personaggio Mastro Misciu continuava, come una bestia, a scavare nella terra, dieci-dodici ore al giorno, e mentre lavorava così parlava:

”Questo è per il pane! Questo pel vino!

Questo per la gonnella di Nunziata!’

Un curioso padrone quello che dentro una miniera scava per comprare i vestiti con cui sua figlia andrà a divertirsi nella festa del paese.

Un padrone che morì per sua figlia e sua moglie, senz’altra scelta che non fosse quella che il suo corpo venisse utilizzato come quello di una bestia da soma…

e come tale morì, il suo corpo maciullato, schiacciato, oso dire, perdonatemi, molto ben più vilipeso che da uno stupro.

Io di donne in miniera, ancora al giorno d’oggi ne ho viste ben poche, quando preferiscono ”rivendicare” un lavoro, o un ”diritto”, si dimenticano sempre di questi tipi di lavoro, che curiosità…

Tornando a Malpelo, la sorte del ragazzo non è migliore di quella del padre, LA SORELLA MAGGIORE LO PICCHIA, PER PRENDERGLI I SOLDI DEL SUO MERITATO LAVORO…

Curiosa nemesi di una violenza domestica, che in teoria dovrebbe essere ribaltata, se letta come ”strumento di dominio dell’uomo sulla donna che più che strumento di dominio dell’uomo sulla donna, ma che in realtà, mi accingo a suggerire, forse era semplice prassi di un mondo contadino, dove le persone TUTTE, non solo una categoria, venivano considerati poco più che animali:

”Del resto, ella lo vedeva soltanto il sabato sera, quando tornava a casa con quei pochi soldi della settimana; e siccome era malpelo c’era anche a temere che ne sottraesse un paio, di quei soldi: nel dubbio, per non sbagliare, la sorella maggiore gli faceva la ricevuta a scapaccioni.”

Ad oggi, molto è cambiato per i corpi delle donne, la loro difesa è l’oggetto di migliaia di associazioni e iniziative, ma poco o nulla, risulta invece per quello degli uomini, i quali essendo vittime il 95% delle morti sul lavoro, evidentemente non considerano il proprio corpo diversamente da come faceva Ciàula, nella novella del sempre suo illustre conterraneo Pirandello:

”Non aveva mai pensato Ciàula che si potesse aver pietà del suo corpo, e non ci pensava neppur ora; ma sentiva che, proprio, non ne poteva piú.”

Anche oggi molti uomini non ne possono più, ma non riescono nemmeno AD IMMAGINARE che si possa aver pietà di loro, che anch’essi debbano finalmente ribellarsi e insorgere a difesa di sè medesimi.

Noi nasciamo perché  si abbia pietà di loro, perché  diversamente nessuno si curerebbe di loro, ed essi sarebbero solo bancomat, per le loro fidanzate, mogli, non diversamente da come lo era Ciàula per sua sorella: una bestia da soma a cui prendere i soldi per farsi bella per la festa.

Sai perché? forse, proprio perchè avete  trascurato le novelle VERISTE…
Perché  voi non raccontate la verità, ma la sua metà, forse quella che vi fa più comodo, o forse solo quella che siete in grado di vedere, io questo non lo so.

Noi semplicemente vi AFFIANCHIAMO la nostra, PERCHE’ NON C’E’ PEGGIOR BUGIA DI OGNI VERITA’ LASCIATA A META’.

Sa cosa le dico su Franca Viola?

Che non è solo il vostro modello, E’ ANCHE IL NOSTRO.

Voi avete detto per prime, CHE IL VOSTRO CORPO, NON SI POTEVA TOCCARE.
E avete fatto bene, per la carità, chi dice il contrario?

Non certo qui.

MA IL NOSTRO CORPO CONTINUA A ESSERE PIU’ CHE TOCCATO… ESSO CONTINUA A ESSERE MACIULLATO, DISTRUTTO, SCHIACCIATO NELLE MINIERE E NEI CANTIERI, OGGI COME ALLORA…

Voi avete posto un limite e nessuno ve lo tocca.

MA ORA SAREMO ANCHE NOI CHE PORREMO UN LIMITE:
FINCHE’ NON CI SARANNO QUOTE ROSA SUL LAVORO, NEI CANTIERI, NELLE MINIERE, OVUNQUE, NON CI DOVRANNO ESSERE QUOTE ALTROVE, NE’ POTRA’ ESSERCI PARITA’ ALCUNA.
QUESTO IL SENSO DEL NOSTRO AGIRE.

Noi semplicemente pretendiamo per noi i diritti che voi avete preteso per voi e in un certo senso, CONTINUIAMO LE VOSTRE BATTAGLIE, se vorrete essere al nostro fianco, siete le benvenute, se vorrete continuare a descriverci come i padroni cattivi che vi sfruttano, continuate pure, ma state semplicemente negando a noi quello che avete preteso e rivendicato per voi.


12 Commenti

w 10:58 pm - 16th Luglio:

Precise osservazioni.

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Jan Quarius 11:24 am - 19th Luglio:

Dubito che mandare le donne in miniera sia una soluzione corretta. Nel senso che essendo già sfruttati gli uomini, vogliamo sfruttare anche le donne!? In questo modo non facciamo altro che fare un favore al sistema che ci vuole tutti schiavi. Insomma, loro (i cosiddetti “aristocratici” di oggi) vorrebbero che noi facessimo la guerra tra di noi, e noi la stiamo facendo.. o almeno tentiamo di farlo. Raccontare la storia maschile non è sbagliato, va fatto. Se però si desidera fare una rivoluzione rivendicando i diritti maschili, non bisogna prendere esempio dalle femministe (le miglior ipocrite in assoluto), bisogna partire dai nostri punti di vista, dimostrando prima di tutto che siamo diversi da loro, perché LO SIAMO.

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sergio 5:20 pm - 19th Luglio:

Jan Quarius, tu sei troppo “cavaliere”.
Capisco bene cosa vuoi dire: ma personalmente mi trovo più che d’accordo con Enrico Fiorini.

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Armando 8:27 pm - 19th Luglio:

Bravo Fiorini

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Jan Quarius 8:56 pm - 19th Luglio:

sergio:

Ti trovi d’accordo perché è la cosa più rassicurante. Ma se ci ragioni su, il voler mettere le donne nelle miniere è un desiderio scaturito dall’emotività (proprio quella usata da molte donne di oggi per incolpare gli uomini).
Io cavaliere? Ne dubito. Non lo sono perché non cedo il posto alle donne in autobus, non le faccio passare per prime quando c’è la fila e ovviamente non svendo la mia dignità per un pelo di figa.
L’articolo di Enrico è utile, ma non per trovare una soluzione, per svegliare quei tanti maschi dormienti che non si rendono conto di trovarsi già nella merda.

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sergio 11:21 pm - 19th Luglio:

No, Jan, l’emotività non c’entra nulla. Non per quanto mi riguarda. In queste cose sono estremamente freddo e cinico, altro che “emotivo”.
E comunque è chiaro che NESSUNO metterà mai le donne in miniera o altrove; è lapalissiano che NESSUNO costringerà mai il “gentil sesso” ?? a svolgere i mestieri più faticosi e logoranti.
Le donne razza protetta sono e razza protetta resteranno.
E per quanto riguarda gli uomini, dubito fortissimamente che possano essere svegliati da un articolo di Fiorini, Marchi o Della Vecchia, per il semplice motivo che l’uomo medio è un irrecuperabile inconsapevole.

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Dante 5:17 pm - 22nd Luglio:

sergio,

L’uomo medio e’ uno squallido mangina

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Enrico Fiorini 10:29 am - 13th Agosto:

Fikasicula latita?
Non risponde?
Sicula je.

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marcello 9:25 am - 25th Agosto:

Sul fatto che serviva un matrimonio riparatore probabilmente è vero anche se non così frequente, ma che le femmine non potessero disporre del corpo e fossero tutte stuprate dissento. E, visto che si discute se le femmine fossero sfruttate o avessero meno diritti, ho anche qualche dubbio sul fatto che la sessualità fosse meno libera una volta di adesso.

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Giacinto 1:47 pm - 14th Maggio:

Bellissimo articolo, purtroppo nessuno ha mai lottato per la parità, la parità è solo il cavallo di Troia per infilare il privilegio.
Più o meno 65 anni fa un tale del mio paese pugliese andò a lavorare in Lucania, il suo sguardo incrociò quello di una donna che vide in lui la salvezza dal suo Appennino abbandonato, arrivò al mio paese come una pazza, si presentò ai famigliari di lui pretendendo il matrimonio riparatore. La sorella del malcapitato eslamò: “mamma mia come sei brutta, che dirà mia madre?” E lei replicò: “Mene ne frego della sorella, me ne frego della madre, io voglio a lui che mi deve sposare”. Le donne che decisero che quel matrimonio s’era da fare.
A noi non ci è mai stato concesso il diritto di pensare di poter soffrire ad essere manipolati da una donna e quando abbiamo inventato il divorzio, ci è toccato impoverirci per mantenere l’ex moglie.
Ma a che serve lamentarsi? Nessuno ha mai scritto “Il secondo sesso” dalla parte degli uomini. Provaci tu, Fiorin; rileggiti S. de Beauvoir e rispondile a tono, sembra che hai il piglio giusto.

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mauro recher 4:55 pm - 16th Maggio:

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