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Di seguito il secondo video che abbiamo realizzato.
La linea politica, la strategia e gli orizzonti filosofici e valoriali del Movimento degli Uomini Beta si evincono dal Manifesto ("Il Movimento") e dai "Principi", pubblicati entrambi sulla homepage del sito, nonché dagli scritti pubblicati negli spazi riservati agli “editoriali” e agli “articoli”.
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2.216 Commenti
(ahò, io denuncio il sessismo e il suprematismo femminista e mi batto con sprezzo del pericolo e nessuno dice crepa? Tzk. )
http://blog.iodonna.it/marina-terragni/2012/10/01/adozione-gay-i-desideri-non-sono-diritti/#comments_list
dia(Quota) (Replica)
L’ omm’ ‘e ‘mmerd:
Se andate a vedere nel corso della Storia non c’è un artista e poeta maschio che non abbia incentrato la sua arte sulla figura della donna.
————————————
Non esageriamo, non vengono pubblicizzati ma c’erano (hai mai visto donne incentrate nei quadri di Van Gogh?)…
Se posso far salire il tuo giudizio su te stesso e sugli uomini, ci sono alcuni che non le amavano affatto, e sopratutto i poeti e artisti del passato erano per la stragrande maggioranza tutti maschi. E forse, è proprio il desiderio sessuale, l’amore, ma anche l’odio e la paura verso le donne che hano ispirato gli uomini per la loro arte. Questo le femmine non lo potranno mai fare, per non dar valore a noi maschi.
Leonardo(Quota) (Replica)
Non leggo più, per principio, quello squallido blog della Terragni. Ho fatto un’eccezione per la sollecitazione di Dia. Articolo squallido, ottimo qualche intervento come il tuo e altri, il resto sono sussurri sommessi quando invece la questione è cristallina. Ma lasciamo perdere. Mi interessa invece la voce dal sen sfuggita della Muraro filosofa del del femminismo , naturalmente de sinistra e fieramente contraria al patriarcato capitalista etc. etc. etc., la quale Muraro scrive .
“Mi stupisce molto che non sia a tutte e tutti evidente l’enorme disparità
del ruolo maschile/femminile nella procreazione, a cominciare dal seme maschile che, sia detto senza offesa per nessuno, è sovrabbondante e
costantemente offerto… Non vado avanti, basta pensarci un po’.”
Dunque per la nostra fiera contestatrice del patriarcato oppressore che tutto mercifica, tutto, alla fine, si riduce ad una questione di domanda e offerta. Cioè a merce. Dovrebbe essere felice, allora, che in Cina nascano meno femmine perchè abortite anzichè gridare al femminicidio. Meno offerta di femmine, più divnetano importanti, più cresce il loro valore di mercato. Perfetto, non c’è che dire.
Dovremmo imparare dalla Muraro.
armando
armando(Quota) (Replica)
Leonardo, eccezioni a parte(e Van Gogh era un’ eccezione) la stragrande maggioranza di artisti e poeti dava un’ importanza esagerata alla figura della donna, spesso ponendola al centro della loro opera e delle loro riflessioni. Non già che tutti loro amassero le donne, alcuni(una minoranza) le detestavano anche, io la mettevo solo dal punto di vista dell’ influenza che le donne esercitavano ed esercitano, spesso influenzando l’agire di molti uomini e i loro modo di pensare. Sono partito dall’ esempio dell’arte e della poesia, per far capire che ciò vale in ogni contesto e campo. Politici che legiferino in barba ai bisogni della gente se ne vedono anche, ma che legiferino in barba al volere degli interessi femminili, cioè strettamente legati alla specificità di “Genere” femminile, mai.
Vi faccio un esempio: le femministe sul finire del 2007, chiesero l’ introduzione dello pseudo-reato di “Stalking” nel codice penale(mi auto-denuncio, perchè anche io quando non mi do un pace per un torto su una cosa, tempesto di email e telefonate). Orbene, nel giro di meno di un anno, il parlamento accolse la loro richiesta e introdusse questa infamia nel codice penale. E questo perchè i politici uomini dovevano apparire “fighi” davanti all’ elettorato femminile Il tutto, mentre per tanti altri problemi, ben più gravi, i politici non muovono un dito. Potremmo fare anche l’esempio di Berlusconi che ha governato da dittatore, nonostante i suoi vergognosi conflitti di interessi, leggi ad personam, processi e prescrizioni, Mangano e Dell’ Utri e altra merda varia, godeva di un vastissimo successo popolare e mai si era dimesso, ma è bastato aver fatto sesso con alcune sue puttane di lusso, che tutti, dal vaticano ai comunisti, dai razzisti fascisti ai centri sociali si unirono in coro e all’ unisono contro Berlusconi accusandolo di aver violato la Dignità della Donna: ecco le tante magagne e collusioni e corruzioni di Berlusconi non avevano sortito nessun effetto contro lui, ma è bastato avergli messo contro l’ Immagine della Donna Ferita, che in un batter d’occhio è crollata tutta sua credibilità e consenso popolare, arrivando alle dimissioni nonostante godesse di una maggioranza schiacciante in parlamento.
Questi sono solo due esempi fra i tanti che se ne potrebbero fare su quanto la figura e l’ immagine della donna muovi e determini l’agire delle masse e quindi dei Poteri, più di ogni altra cosa.
@Fabrizio: grazie per l’apprezzamento, mi definisco un uomo di merda, perchè non imparo mai dagli errori.A volte non mi riconosco, più il tempo passa più peggioro. Ho anteposto la lotta antifemminista alla mia vita, ai miei cari. Non dovevo.
Sono una merda. Peggio della Terragni e della Spinelli.
L’ omm’ ‘e ‘mmerd(Quota) (Replica)
Brava Dia, ho letto solo ora, ottimi i tuoi interventi.
Devo dire che per leggere la Muraro e la Terragni ci vuole veramente uno stomaco a prova di bomba.
Il commento della Muraro poi trasuda un vero e proprio disprezzo/livore/razzismo nei confronti degli uomini. La sua frase sul seme maschile in sovrabbondanza è qualcosa di veramente incommentabile. Non ci sono parole…
Al di là di tutte le analisi che possiamo fare, a livello umano, non riesco proprio a capire dove, come e perchè possa nascere tutto questo odio antimaschile. O forse invece lo capisco, ma sarebbe una verità troppo amara e la tengo per me…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
@omm’e merda: certi artisti erano omosessuali e usavano figure femminili per mascherare il loro vero oggetto del desiderio e fonte di ispirazione che all’epoca (ma anche oggi) non era accettabile.
Berlusconi è capitolato perché a un certo punto chi deteneva le quote del debito pubblico italiano ha perso fiducia nella sua solvibilità e ha fatto crollare il valore azionario di Mediaset di fatto intimando a Berlusconi di sloggiare.
Fulvio Terzapi(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi >>>> non riesco proprio a capire dove, come e perchè possa nascere tutto questo odio antimaschile. O forse invece lo capisco, ma sarebbe una verità troppo amara e la tengo per me…
**********************************************************
Eh ma così ci fai solo incuriosire, non è giusto…
😉
Ethans(Quota) (Replica)
Grazie, Fabrizio.
Terragni è terra-terra (intellettualmente) e, con i suoi bei gioielli e vestiti, capelli mechati, sopracciglia scolpite (vedi foto) e scollature di ordinanza, fa il suo sporco lavoro di portare a casa la pagnotta sfruttando tutti i tormentoni femministi in voga e le pose da indignadas, eccetera. Muraro, invece, è un reperto fossile del sessantotto e del femminismo anni settanta (e quando scrivo fossile non mi riferisco all’età, ma agli strumenti cognitivi). Oh, e c’è chi le prende sul serio.
(Anch’io, se lo sai, vorrei sapere le ragioni dell’odio…)
Sottoscrivo armando.
dia(Quota) (Replica)
Non ce l’ho fatta e ho postato un mio commento sul blog “terra-terra” che riporto di seguito (sempre che non lo censurino):
“Mi stupisce molto che non sia a tutte e tutti evidente l’enorme disparità
del ruolo maschile/femminile nella procreazione, a cominciare dal seme
maschile che, sia detto senza offesa per nessuno, è sovrabbondante e
costantemente offerto… Non vado avanti, basta pensarci un po’”. (Luisa Muraro)
Mi scuso se vado (solo in parte) fuori argomento ma trovo che questo passaggio della Muraro sia terrificante per quanto disprezzo, livore e razzismo trasuda nei confronti del genere maschile tout court. E il bello (si fa per dire…) è che lo fa con disinvoltura, con nonchalance. Quelle poche spontanee parole (che le sgorgano dal cuore, verrebbe da dire…) valgono più di tutti i libri che ha scritto.
La domanda che mi sorge spontanea è: da dove nasce tutto questo odio contro gli uomini?
Certo, la Muraro o chi per lei potrebbero ora darmi una risposta di natura storico-politica, e cioè perché le donne da sempre sono state e continuano ad essere oppresse, discriminate e quant’altro…
Si potrebbe naturalmente discutere all’infinito anche su questa reinterpretazione a dir poco a senso unico della storia e della realtà ma non è quello che mi interessa in questo frangente specifico.
C’è qualcosa di più profondo, di nascosto, di non detto, di irrisolto, di inquietante e, mi scuso ma è quello che penso, anche di psicologicamente torbido in quelle parole, peraltro, con una certa sorpresa da parte mia, passate del tutto inosservate, come se nulla fosse, quando invece, a mio parere, oltre ad essere gravi sono anche di pessimo gusto.
Pensate solo, a parti invertite, se un uomo, nel frangente di un dibattito di questo genere, se ne fosse uscito con un commento infastidito e anche visibilmente seccato sulla copiosità del liquido mestruale…
Io ci rifletterei, non mi rivolgo alla Muraro che ormai ha una certa età, le sue convinzione sono più che radicate e dubito che possa rispondere positivamente ad una simile sollecitazione. Mi interessa invece il parere degli altri uomini e delle altre donne qui presenti.
Vi sembra tutto così “normale” (termine improprio ma ci capiamo…)?
Grazie.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Forse le “sfasciamaschio” sono in cortocircuito aggressivo perchè “la nona” di Beethovena tarda ad arrivare, come “la pietà” di Michelangela o “la scienza nuova” di Galilea Galilea, o “La Fenomenologia dello Spirito” della Giorgia Guiglielma Federica Hegela, o le opere della Freuda o le imprese della Giuseppa Garibalda o la tecnologia della Stefania Jobba, e le altre innumerevoli quisquilie del patriarcato.
Se così fosse mostrano di essere davvero poco sagge le “sfasciamaschio” che tali sono perchè prima di tutto sono “sfasciafemmine”, dato che il valore della femminilità, sono le prime a gettarlo via con disprezzo. Femminilità, che invece non ha bisogno di prestazioni artistiche o filosofiche o scientifiche o tecnologiche o storiche : è illimitato valore dato in sè e per sè: una formidabile dote a partire dalla quale si potrebbe attendere con tranquilla serenità e fiduciosa attesa ogni altro valore aggiunto dalla creatività personale al femminile che si manifestasse nel corso della Storia futura.
cesare(Quota) (Replica)
però un punto l’ha colto “costantemente offerto”. E’ donato con generosità. Tanto che ci si dimentica che senza il seme maschile la capacità procreativa femminile consisterebbe in un’infinità di gravidanze isteriche che fanno gonfiare ma alla fine producono bolle d’aria.
Ho visto che c’è anche una rita: non sono io eh.. concordo col discorso di Luigi sul fatto che non è affatto inutile intervenire (come ha anche fatto Dia, muniti di spilloni per sgonfiare le gravidanze isteriche della Terragni) però va anche detto che richiede una spesa in termini di tempo ed energie che, purtroppo, richiederebbero giornate di 240 ore e ci sono periodi in cui le giornate non si dilatano… mannaggia
Rita(Quota) (Replica)
rita: è vero! ha dato ai maschi dei “generosi”! che strepitoso autogol!
dia(Quota) (Replica)
Bravissima Dia, bravissima, ho letto or ora il tuo commento sul “terra-terra blog” che riporto quasi integralmente:
“E sottoscrivo Marchi, senz’altro.
Vi sembra tutto così “normale”? Da donna rispondo: COL CAVOLO! Immaginiamo l’impatto di questo suprematismo disprezzante (qualunque ne sia stata la causa) su generazioni di maschi cresciuti da queste donne, in particolare dagli anni settanta in poi. Dopodiché, al prossimo “femminicidio”, proviamo a fare due più due. Come ha ben detto Alessandra Kustermann, fondatrice di uno dei primi centri antiviolenza a Milano, e ginecologa, pensiamo che i maschi maltrattanti sono i NOSTRI figli. E che gli studi (americani) dicono che il maschio maltrattante ha subito abusi nell’infanzia, sì, ma dalla madre (FONTE: sempre la Kustermann, intervistata da Gruber a ottoemezzo.) Invece questa parte “fastidiosa” del discorso, quella che richiederebbe un’importante assunzione di responsabilità, resta sempre senza testimonial. A parte la Kustermann. Quando l’ho sentita pronunciare quelle frasi l’8 marzo in tivù, ho pensato che forse qualcosa stava cambiando”.
Tema assolutamente calzante quello sulla responsabilità delle madri, e quindi del matriarcato nel suo complesso, e del ruolo che storicamente ha ricoperto. Andresti senz’altro d’accordo con lo psicologo Sergio Martella (ho partecipato a Lecce invitato dalla sua associazione ad un dibattito pubblico su questi temi) che, capovolgendo la tradizionale lettura femminista, individua proprio nel matriarcato l’origine dei problemi sia degli uomini che, soprattutto, delle donne . Puoi trovarlo su face book dove è anche tra i miei “amici”.
Hai fatto benissimo anche a firmarti. Brava. Avanti così.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
rigrazie, ma è che pago fior di quattrini uno psicologo comunista.
Mi interessa il riferimento del vero psicologo, però non sono più su FB.
Lo cercherò online.
dia(Quota) (Replica)
Non ho capito cosa vuoi dire ma va bene lo stesso. Non perdiamoci in sciocchezze e andiamo avanti con le cose serie che, come vedi, quando vogliamo, riusciamo a fare egregiamente (addirittura un bel gioco di squadra…).
Avanti…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
niente, fabrizio, era una sciocchezza a proposito del fatto che come sono arrivata qui mi hai fatto la “psicanala” , come diceva Rocco Smitherson, e ora la paziente comincia a darti le prime soddisfazioni. So’ bei momenti.
dia(Quota) (Replica)
cesare: non ci sono nemmeno Michelangeli, Galilei, Beethoven, Jobs ecc. sub-sahariani. a buon intenditor…
erica(Quota) (Replica)
Aridangheta co’ ‘sti subsahariani…è un disco rotto, almeno cambia esempio, l’avrai portato una decina di volte…e che palle, su, un pò di fantasia almeno…
Ciò detto, io ti avrò risposto nel merito almeno tre o quattro volte, Rino un paio e altri ancora non ricordo quante. Quindi per me il discorso è chiuso. Il dibattitto è libero, vedetevela fra te e Cesare o chi vorrà.
Per quanto mi riguarda la questione era già chiusa.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
In Africa però c’è Pauline Nyiramasuhuko, Ministro ruandese della Famiglia e della Promozione delle donne, accusata di essere stata l’ideatrice dell’utilizzo dello stupro come strumento di umiliazione per le donne catturate, con particolare riferimento alla strage di Butare del 25 aprile 1994[1]. La figura di Pauline Nyiramasuhuko è presto diventata uno dei simboli dei processi condotti dal Tribunale Penale Internazionale, per il forte contrasto tra il suo ruolo e la sua storia, e le atrocità perpetrate contro le donne.
Solo uno degli esempi a sostegno del fatto che il peggior nemico delle donne sono le donne. Non gli uomini che, nella stragrande maggioranza, se ne lasciano dominare.
dia(Quota) (Replica)
parzialmente sono d’accordo con erica, però, e credo che le opportunità facciano la differenza, sempre. Effettivamente, ovunque queste opportunità ci sono fioriscono anche le intelligenze (scientifiche artistiche eccetera) femminili. Basta uscire dall’Italia (ma anche qui ne abbiamo, l’INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – ha 4 donne alla guida di alcuni dei progetti più importanti in campo mondiale), e farsi un giro sul sito del TED, dove tra i conferenzieri in video ci sono donne pioniere in moltissii campi anche tradizionalmente maschili.
Il punto non è stabilire chi possa fare cosa o sia più bravo a fare cosa, ma RICONOSCERE le rispettive qualità e potenzialità. Nn stiamo sempre a delimitare il campetto nostro e a picchettarlo. Come fanno le Muraro. CONFERMIAMOCI a vicenda, dove facciamo bene.
dia(Quota) (Replica)
erica:
non ci sono nemmeno Michelangeli, Galilei, Beethoven, Jobs ecc. sub-sahariani. a buon intenditor…
—————————————
Ma ci sono i precursori di Gauguin, Modigliani, Brancusi e Picasso…Eccoli:
http://www.portaldarte.com.br/28africana/arte-africana.jpg
Un arte primitiva come poteva essere quella dell’Europa preromana, poi l’evoluzione è stato un fatto “forse” casuale. Civiltà progredite ai tempi dell’antica Roma le trovavi in Cina e Giappone. Dal medioevo in poi l’Europa nordica ha fatto un grande salto, prima c’erano le civiltà del mediterraneo: Roma, Grecia e L’egitto…(Sempre se le consideriamo migliori delle civiltà tribali)
Voglio ricordare una donna famosa come Giovanna D’Arco che si è distinta in battaglia.
Leonardo(Quota) (Replica)
parlavo con Cesare eh. il quale dice che la femminilità è un valore in sè e per sè e non ha bisogno di altro. suppongo si riferisca alla maternità.
erica(Quota) (Replica)
Leonardo
>>
Voglio ricordare una donna famosa come Giovanna D’Arco che si è distinta in battaglia.
>>
Questa è più che altro una leggenda urbana alla quale credono i “moderni”…
sergio(Quota) (Replica)
Dia, ti manca un passaggio. Erica è intervenuta molte volte in più occasioni (tu non eri ancora fra noi) battendo sistematicamente e ripetutamente sullo stesso tasto e soprattutto con il sempiterno esempio dei neri subsahariani.
In breve, ci ripropone il famoso trito e ritrito copia-incolla della dialettica hegelo-marxiana shakerata e capovolta in salsa femminista (uomini=oppressori donne=oppresse, sempre, comunque e dovunque, ancor prima che il Padre Eterno o Chi per Lui creasse il mondo), operazione che serve a sollevare il genere femminile da tutto ciò che è accaduto nel mondo fino ad oggi, e ce la propina su questi schermi.
Per lei la condizione delle donne nella storia, come ripeto, sempre, comunque e dovunque, è paragonabile a quella degli schiavi neri (così per lo meno cambiamo esempio…) del diciottesimo secolo deportati in catene e poi messi a lavorare nelle piantagioni di cotone oppure dei nativi dell’America del Sud resi schiavi.
E’ ovvio che in quelle condizioni è difficile (metafora per dire che è impossibile) per chiunque partorire scienziati, filosofi, poeti o musicisti.
E’ ovvio che con questo tipo di ricostruzione storica, nessun confronto e nessun discorso diventa possibile. Fine di qualsiasi riflessione. Fine di tutto. Le femministe ben lo sanno, non sono mica delle stupide, non è un caso che hanno riscritto la Storia in questo modo. Perché questa ricostruzione è la sola che le mette al riparo da ogni possibile critica. “Io non c’ero e se c’ero dormivo, anzi ero oppressa e in catene, materiali o metaforiche che fossero. Quindi sei tu (uomo) il responsabile di tutto, io non posso essere responsabile di nulla, nel male ma in fondo anche nel bene. Perché in quelle condizioni non potevo fare del bene semplicemente perché ero impossibilitata a fare alcunché (di fatto sto in parte rispondendo al quesito che tu ed Ethans mi ponevate stamane…). Per poter giustificare il fatto che da un certo punto di vista (filosofico, scientifico, artistico) non ho partorito nulla o quasi di consistente nella Storia (sempre secondo determinati criteri, sia chiaro, e cioè quelli di una sorta di equiparazione forzata dei due sessi e delle loro specificità, e qui ti rimando al commento di Cesare) mi devo inventare che non l’ho fatto perché non l’ho potuto fare perché c’era qualcuno, sempre, comunque e dovunque che me lo impediva.
Fine della storia. Come ripeto, con questa premessa (che è quella di tutto il femminismo esistente al mondo) ogni discorso è chiuso in partenza.
Naturalmente per noi le cose non stanno messe esattamente in questo modo…Nel mio video “oppresse e oppressori” ho cercato, sia pur molto sommariamente, per ragioni di tempo e spazio, di spiegare la nostra posizione nel merito che è un “tantinello” più complessa del pappone vittimistico femminista di sempre.
Naturalmente, a scanso di equivoci (ma chi non vuol sentire non sentirà mai e infatti mi sto rivolgendo a te…), noi non capovolgiamo il paradigma femminista come un guanto. Noi pensiamo che la storia della relazione fra i sessi sia molto più complessa rispetto a come viene raccontata dal mainstream corrente e che uomini e donne, nella gran parte dei casi, abbiano vissuto e subito forme di sfruttamento, oppressione e discriminazione diverse, in base al contesto, alle condizioni storiche, culturali e ambientali e alla divisione sociale del lavoro che poneva o imponeva agli uni e alle altre, determinati ruoli e funzioni.
Il femminismo ha ridotto questa complessità, per le ragioni di cui sopra, a questa sorta di dialettica, presa peraltro in prestito da uno dei loro storici nemici (una bella contraddizione, direi…), dove la stessa Dialettica della Storia (o il percorso dello Spirito, ora non entriamo nel merito perchè la faccenda si farebbe complessa assai…) e il conflitto di classe (mi vergogno per quanto sto semplificando) vengono sostituiti con il conflitto di genere, all’interno del quale quello maschile è il genere oppressore e quello femminile, il genere oppresso, sempre, comunque e dovunque (il che non signfica che la relazione fra i sessi non sia una relazione dialettica, soggetta alle leggi della Dialettica, anzi, ma che le cose sono appunto molto più complicate e non riducibili alla filastrocca femminista).
Chissà se le anime dei ventisettemila operai (dicasi 27.000), tutti rigorosamente maschi, morti di cancrena, malaria, crolli, frane, incidenti, malnutrizione, mancanza di igiene e stenti vari per costruire il canale di Panama (è solo un piccolo esempio fra i tanti…) condividono questo assunto. Ma questo è un altro discorso…
Erica, per tua conoscenza, ci ripropone a intervalli più o meno regolari questa storia. I sub sahariani sono il suo termine di paragone preferito per spiegare perché le cose sono andate in un certo modo e perché non si annoverano tante scienziate o filosofe tra le donne.
Ma ora, da una quarantina d’anni, per la verità, siamo all’Anno Zero. L’Alba di una Nuova Storia è iniziata per l’Umanità. Come dice Cesare, da Hegel a Hegela, il passo sarà breve, anzi brevissimo. E’ solo questione di tempo. Nel frattempo accontentiamoci della Clinton, della Merkel e della Fornero. Per le filosofe c’è tempo. Ah no, dimenticavo, c’è la Muraro che dice che la violenza è maschile perché la sessualità maschile è oggettivamente pervasiva, penetrativa e violenta.
Amen…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“@omm’e merda: certi artisti erano omosessuali e usavano figure femminili per mascherare il loro vero oggetto del desiderio e fonte di ispirazione che all’epoca (ma anche oggi) non era accettabile.”(Fulvio Terzapi)
Quindi anche Dante, Foscolo, Petrarca, Boccaccio, e migliaia e migliaia discorrendo erano ricchioni? Per piacere, non mi citate eccezioni, le eccezioni confermano la regola. Che ci siano stati artisti e poeti omosex, è risaputo, ma la maggior parte erano etero.
Ma artisti a parte, non è forse vero che gli uomini, la gran parte degli uomini, sono così influenzati e subordinati dal giudizio femminile? I “vecchi” del MoMas non a caso da sempre hanno insistito sulla coglionaggine maschile. E quindi più sul femminismo, dovremmo soffermarci su questa eccessiva subordinazione morale e psicologica degli uomini nei confronti del femminile. Ma molti preferiscono fare le loro battaglia ideologiche antifemministe trascurando invece di lottare per modificare gli atteggiamenti maschili nei confronti delle femmine. Un conto è la lotta per la QM, un altro conto è la lotta antifemminista. La prima via è vincente, la seconda via è fallimentare. L’antifemminismo non ha senso, per quanto gente di poca morale siano le femministe.
“Berlusconi è capitolato perché a un certo punto chi deteneva le quote del debito pubblico italiano ha perso fiducia nella sua solvibilità e ha fatto crollare il valore azionario di Mediaset di fatto intimando a Berlusconi di sloggiare.”(Terzapi)
Uff..questa è una teoria complottistica. Mi sono rotto il cazzo del complottismo.: abusologi di merda che vedono “pedofili” ovunque, femministe di merda che vedono “stupratori” ovunque, integralisti cattolici di merda che vedono “massoni” ovunque, populisti di merda che vedono le Banche e i suoi presunti “signoraggi” comandare ovunque..eccheccazz, mannaggia a quello stronzo di Basaglia che ha fatto chiudere i manicomi!! Dosi d’urto di Psicofarmaci e di Elettroshock e camice di forza: questa è la cura OBBLIGATORIA che si dovrebbe fare ai Complottisti. Gente malata di mente. (non mi sto riferendo a Fulvio, sia chiaro)
: Berlusconi si è dimesso principalmente perchè a seguito dello scandalo Ruby e delle altre puttane di lusso, ci fu un’ ondata giustizialmoralista femminista che percorse l’ intera società e l’ intero arco politico, mettendo insieme tradizionalisti e froci, Famiglia Cristiana e giornaletti porno,che fece perdere a Berlusconi molto del proprio consenso sia a livello popolare che politico e parlamentare. Che poi abbiano potuto incidere e concorrere anche altri fattori, come quello da te elencato, non lo escludo, ma hanno avuto una rilevanza secondaria!
Non mettete in dubbio ciò che dicono gli scarafaggi e i pezzi di cacca dall’ aspetto umano, qual sono io.
‘O Scarrafone (Fabrì, ogni scarrafone è bell’ p’a mamma soia)(Quota) (Replica)
Fabrizio, questo tuo ultimo post meriterebbe di diventare un articolo a se stante. Ti assicuro che è molto efficace, chiaro, e anche di piacevolissima lettura.
Aggiungo che il femminismo italiano degli esordi, sessantottino e immediatamente post sessantottino, ha portato avanti della battaglie importanti, secondo il mio punto di vista, penso al divorzio, all’aborto, ed esprimeva, almeno a parole, perfino una concezione libertaria della sessualità, pur presentando già allora una lettura del presente e del passato manichea e totalmente “partigiana”, un linguaggio spesso inutilmente aggressivo, ecc..
Il Neofemminismo, il femminismo cioè dell’ultimo ventennio e più, mette invece insieme il peggio che l’attuale società possa esprimere: un sessismo più o meno esplicito( una sorta di razzismo di genere), una tristissima autocelebrazione di genere, una corsa sfrenata ai posti di potere che lo rende, nei fatti, alto-borghese, la ricerca del privilegio a discapito dei diritti altrui, un moralismo dei costumi ipocrita, ecc. ecc.. Un degno prodotto della nostra decadente società consumistica e perbenista.
Alessandro(Quota) (Replica)
sergio:
Leonardo
>>
Voglio ricordare una donna famosa come Giovanna D’Arco che si è distinta in battaglia.
>>
Questa è più che altro una leggenda urbana alla quale credono i “moderni”…
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Ci sono disegni e pitture che la raffigurano dal medioevo in poi…
Volevo dire che le donne nel passato non sono diventate Michelangele e Galilee ma si sono distinte in guerra…anche perché, spesso essere guerrieri, soldati e violenti è ritenuto un tratto virile. No! Essere artisti e uomini d’intelletto è più virile.
Leonardo(Quota) (Replica)
Leonardo, ci sono pure disegni del passato che rappresenterebbero degli pseudo uomini alla guida di astronavi… Da lì la deduzione secondo cui si trattava di alieni sbarcati sulla Terra…
C’è pure chi ci ha tramandato la leggenda delle amazzoni: peccato che si trattasse solo di fantasie maschili, perché eserciti di sole donne non sono mai esistiti nel corso della storia. Al massimo sono esistite alcune donne che hanno combattuto insieme a degli uomini e che solitamente erano le mogli di questo o quel capo…
Personalmente mi chiedo da tempo perché gli uomini abbiano così bisogno di attribuire all’altro sesso caratteristiche che le medesime non possiedono.
sergio(Quota) (Replica)
Alessandro
>>>
Aggiungo che il femminismo italiano degli esordi, sessantottino e immediatamente post sessantottino, ha portato avanti della battaglie importanti, secondo il mio punto di vista, penso al divorzio, all’aborto, ed esprimeva, almeno a parole, perfino una concezione libertaria della sessualità,
>>>
Secondo me, le femministe e le donne in genere, devono ringraziare in primis la genialità maschile ( o meglio, di quegli uomini che hanno cambiato il mondo e quindi il corso della storia), e non il femminismo, perché senza un adeguato “terreno fertile” le suddette non avrebbero combinato un bel niente…
>>>
http://es.wikipedia.org/wiki/Alva_John_Fisher
http://lettura.corriere.it/non-lavo-dunque-sono/
http://it.wikipedia.org/wiki/Gregory_Goodwin_Pincus
sergio(Quota) (Replica)
p.s: tra l’ altro sarebbe il caso di ricordare a tutte quelle donne che prendono per il culo gli uomini che non sanno azionare una lavatrice (manco ci volesse una laurea), che è proprio grazie agli “stupidi” uomini che possono permettersi di scassare quotidianamente e regolarmente la minchia.
sergio(Quota) (Replica)
sergio, non metto in dubbio che le donne in guerra sono una minoranza, come lo sono nell’arte e nella scienza, ma parliamo di donne che hanno inclinazioni alla violenza così come i maschi. Jeanne d’Arc è un eroina “credo” per i francesi ed è pure diventata santa dopo essere stata bruciata sul rogo.
Ci sono stampe e dipinti del passato che la raffigurano in armatura e sempre con i capelli lunghi (perché anche gli uomini li portavano lunghi ai tempi) a differenze dei film del 900 dove viene rasata o con i capelli corti (perché nel 900 eri ricchione se portavi i capelli lunghi, quindi i capelli corti sarebbero virili? Quante caxxate…)
Leonardo(Quota) (Replica)
Leonardo
>>>
perché nel 900 eri ricchione se portavi i capelli lunghi, quindi i capelli corti sarebbero virili? Quante caxxate…)
>>>
Ovviamente sono cazzate, basti dire che in Cina tagliare i capelli era un disonore oppure che in Francia portare i capelli lunghi era un privilegio di re e di nobili.
Tuttavia l’usanza di tagliarsi i capelli risale agli antichi romani; infatti nell’antica Roma i soldati portavano barba e capelli corti per non offrire un punto di presa ai nemici. E il che aveva un senso.
sergio(Quota) (Replica)
@alessandro
se il femminismo post-sessantotto propneva una lettura del presente e del passato manichea e totalmente “partigiana”, un linguaggio spesso inutilmente aggressivo…
è improbabile che abbia mai potuo essere “libertario”, almeno qui in Italia, nel nostro paesino. La matrice, almeno qui da noi, è sempre stata autoritario-(ri)educativa, cioè di sinistra. Non c’è mai stato un “liberty first”, ma un’agenzia unica c(movimento) che aspirava a dettare le regole di una “sana” morale, educazione, sessualità, politica e via dicendo PER TUTTI. L’individuo/a restava sullo sfondo.
Oggi infatti leggiamo le Muraro contro i gay, le Zanardo contro le veline, eccetera. In primo piano non c’è mai stata la libertà di scelta, ma la scelta obbligata e collettiva possibilmente imposta per legge (quote rosa, commissioni di controllo sui libri di testo, di controllo della pubblicità, di controllo del controllo). PATERNALISMO, AUTORITARISMO, IPOCRISIA.
dia(Quota) (Replica)
(p.s. chiedo scusa allo psicologo Marchi, per la ricaduta. Oggi non ho ancora preso lo Xanax.)
dia(Quota) (Replica)
femminismo italiano:
“LIBERTA’ PER TUTTE LE DONNE DI FARE COME DICIAMO NOI”
lo Stato siamo noi.
dia(Quota) (Replica)
Cara Dia, quando ti occupi di QM sei molto lucida e analitica, quando invece sconfini nella politica (è un dente che duole, e ne abbiamo già sviscerato le ragioni, peraltro gratis, non ti ho chiesto una lira… ) prendi l’accetta e cominci a sferrare colpi con una certa maldestra superficialità.
E’ un peccato. Te lo dico sinceramente, anche se evidentemente queste oscillazioni fanno parte del tuo carattere. E’ evidente che la questione ideologico-politica ti sfrucuglia talmente tanto nelle viscere fino a farti perdere quella lucidità che invece è proprio il tuo forte nell’affrontare i temi di cui ci occupiamo.
Ora, attribuire alla sola “sinistra” la matrice autoritario-rieducativa mi sembra un po’ esagerato e storicamente non vero. O meglio, è senz’altro vero, ma la cosa riguarda decisamente anche la destra.
Innanzitutto bisognerebbe approfondire per capire di quale sinistra e di quale destra (o meglio, di quali “destre” e di quali “sinistre”) stiamo parlando perché, come sappiamo, ce ne sono diverse.
Ma tu capisci che non lo possiamo fare ora. Però è sufficiente osservare la storia, sia passata che recente, per capire che l’autoritarismo c’è stato dall’una e dall’altra parte, anche nella versione psicologico rieducativa di cui parli a ragion veduta anche tu. Forse che il Fascismo o il Nazional socialismo non erano regimi (più che) autoritari a vocazione psicologico-culturale rieducativa?…”E la Maduna!” Esclamerebbero i nostri amici Mauro e Rino…
E la stessa cosa non vale forse per tanti altri sistemi politici e/o regimi, comunque culturalmente prima ancora che politicamente riconducibili alla “destra” (pensa al Giappone prima della seconda guerra mondiale (solo per dirne uno) e a tanti altri paesi e contesti asiatici (ma l’elenco potrebbe essere come al solito lunghissimo).
E i regimi che per secoli sono stati dominati dalle varie confessioni religiose (che certo non erano di “sinistra”…) non erano forse a vocazione autoritaria-psicologico-culturale-rieducativa? “E la Maduna!” direbbero sempre i nostri amici…
E quante volte nella Storia abbiamo assistito al connubio fra queste due istanze ideologiche-culturali-religiose-politiche che hanno governato e dominato la scena? “E ancora una volta:”E la Maduna!-
Questa concezione di cui tu ti fai paladina (non so neanche quanto ci credi o quanto stai ancora inveendo contro i tuoi…) è in realtà la vulgata storico-culturale della “destra” ma anche della “sinistra” liberale e liberista (popperiani di “destra” e di “sinistra”) che devono santificare il liberalismo e il capitalismo come l’unica società “aperta” possibile e come l’unico orizzonte per l’umanità. Non capendo (o forse sì ma se ne fottono) che in questo modo stanno facendo un’operazione del tutto simile a quella che loro attribuiscono, in larga parte giustamente (sia chiaro), ai loro avversari, cioè tutte quelle filosofie (non solo il marxismo) non riconducibili al liberalismo doc e che comunque pretendono di fissare dei paletti o addirittura (scandalo!) di porre l’etica, la politica, la filosofia o la religione al di sopra dell’economia.
E perché, il capitalismo assoluto in cui siamo oggi immersi che pretenderebbe di avere una fondazione naturalistica non ha forse una vocazione psicologica-rieducativa? Forse che sostenere che il capitalismo affonda le sue ragioni nella natura e nella stessa ontologia non è un’operazione, come si suol dire, di ingegneria sociale e soprattutto culturale e psicologica?
Mi sorprende come tu (è un errore da cui non riescono ad uscire molti militanti e simpatizzanti del Momas) non riesca a comprendere la genesi e la natura profonda dell’ideologia femminista, che tu ancora (come quegli altri) continui ad attribuire alla “sinistra” (con delle semplificazioni terribili che abbiamo spiegato mille e mille volte).
Eppure la domanda che dovrebbe sorgerti/vi spontanea dovrebbe essere: dove, come e quando è esploso il femminismo? La risposta è evidente: nell’occidente capitalistico a trazione anglosassone. Non altrove.
Questa, secondo te, è solo una fortuita casualità, come un meteorite che ci piomba sulla testa o un piccione che ci smolla una cagatina sui capelli oppure è un fenomeno che affonda inevitabilmente le sue radici in un determinato contesto storico-culturale dal quale a sua volta è stato prodotto?
E qui per ora mi fermo perché non posso ogni volta scrivere un’enciclopedia. Mi limito a dire che sarebbe a questo punto necessario e doveroso un approfondimento. Per farlo (e per ottenere dei risultati significativi) è però necessario togliersi il paraocchi ideologico.
Uomini Beta è nato proprio per offrire un’altra prospettiva e un’altra interpretazione del fenomeno femminista, altrimenti tanto valeva restare nei propri recinti e cullarsi nell’illusione (questa sì, ultraideologica) che il femminismo è solo un prodotto della “sinistra” dirigista e dogmatica a vocazione autoritaria-rieducativa (cosa peraltro vera, ma cos’è questa “sinistra” se non anch’essa un prodotto di questo sistema capitalistico?). “Spazziamo via la “sinistra” e avremo spazzato via il femminismo”, questo sostengo i veterotradizionalisti o comunque la destra del momas. Et voilà, il giioco è fatto. Peraltro, se così fosse, il femminismo sarebbe dovuto essere morto e sepolto già da un pezzo…Non mi pare che sia così…(e infatti si è da tempo trasformato, come abbiamo mille volte spiegato…)
In conclusione, cara Dia (ma vale per tutti/e), per affrontare la QM e raccapezzarci qualcosa è necessario uscire dai propri steccati ideologici (che comunque sono un errore di per sé) e analizzare lucidamente la realtà.
A mio parere, in questo nostro piccolo luogo, tu sei sicuramente quella più prigioniera dell’ideologia, come già ti ho detto altre volte, anche se affermi il contrario. E va bè, ci puoi lavorare sopra…
Nel frattempo andiamo avanti con il resto dove invece hai notevoli frecce al tuo arco…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
sull’ideologia e la psicanala hai ragione, e dammi ‘ste coordinate bancarie che ti faccio il bonifico.
Ma a proposito della QM. Non ho mai pensato di parlare della QM.Se mai della QU, la questione umana. A proposito di steccati da tirare giù, per me il mondo non si divide in maschi e femmine, ma in persone oneste e non. Categorie trans-genere.
dia(Quota) (Replica)
Femminicidio e la mia battaglia solitaria per la QU:
http://ilricciocornoschiattoso.wordpress.com/2012/10/05/come-si-stronca-un-libro-che-non-e-ancora-uscito/comment-page-1/#comment-309
dia(Quota) (Replica)
Arriva la grande infornata della casta al femminile!!!
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/10/quote-rosa-via-libera-dal-senato-a-ddl-su-enti-locali-tutte-norme/379044/
Per la verità mancano ancora dei passaggi, ma ci si arriverà.
Se qualcuna/qualcuno ha ancora dei dubbi mi fornisca l’email e gli spedisco la lista delle beneficiate della mia zona (Ugento-Lecce-Puglia). Potrà poi confrontarla ad elezioni avvenute e verificare di quanto mi sbaglio.
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ps. Non avendo ne voglia ne tempo avevo mandato un mio vecchio commento, postato anche su UB, con una piccola premessa. In pratica questo:
Cara Tagesmutter
il fatto che la doppia preferenza non si presti a forme di intrallazzo e voto di scambio è un suo atto di fede non certo un’assioma indiscutibile.
Comunque il suo intervento mi da modo di chiarire meglio il mio punto di vista. Vorrei sgombrare il campo però da alcuni equivoci abilmente suggeriti prima.
1) Non ho alcuna preclusione e nessun timore riguardante l’avanzare delle donne in politica. E la mia (misera) storia personale e politica lo può tranquillamente dimostrare. Ed al Tacco, più di altri, dovrebbero saperlo. Tutt’altro. Tuttavia le modalità in questo caso non sono per niente secondarie.
2) Non ho da difendere un bel niente. Dopo essere stato per una vita convinto, e cercato di convincere gli altri/e, della necessità di un impegno civico diretto per la propria comunità (per me la politica quello dovrebbe essere), probabilmente diserterò i prossimi appuntamenti elettorali. Quindi vedete voi …
Ma tornando al nocciolo del problema, anche se quello che sto per dire può non piacere, è molto più vicino alla realtà (che in qualche misura conosco) di tanti voli pindarici. L’impegno femminile in politica, non lo scopro certo io, aldilà dei clamori mediatici alla SNOQ e simili, è molto ridotto. Ad essere ottimisti siamo al 20, max 30% di donne ed il 70/80% di uomini. Non sto qui a discutere dei motivi. Ne avrei sicuramente per molto e senza arrivare a conclusioni certe.
Però il dato di fatto è quello.
Non vi sono orde di donne (per la verità, ora come ora, manco di uomini) tenute a bada da tronfi maschilisti che ingiustamente vogliono loro tarpare le ali.
Se vogliamo essere sinceri fino in fondo, dovremmo dire più che altro che ci sta una classe politica, per ovvie ragioni storiche in massima parte maschile, ma non solo, che incistata nei vari gangli del potere tarpa le ali a “chiunque” possa lontanamente metterne in pericolo il potere acquisito. E che si autoalimenta per cooptazione, previa la condiscendenza dei neo-cooptati alle regole del gruppo e di chi lo comanda.
Ma torniamo alle percentuali di attivismo femminile in politica. Fermo restando quelle percentuali ed a proposta di legge approvata, cosa pensate che accadrà?
I partiti pescheranno al loro interno, in quell’esigua percentuale femminile e, anche tralasciando i giochetti di cooptazione di cui sopra, per me fin troppo ovvi, non fosse altro per una cruda questione di numeri la rappresentanza femminile sarà tutt’altro che eccelsa. Da cui la mia considerazione del precedente intervento sulle seconde linee. Anche perché chi può vantare qualità superiori alla media in questo campo è emersa o emergerà a prescindere dal meccanismo proposto. Faccio un esempio per tutti: il vicepresidente della Regione Puglia ad esempio. Loredana Capone. Nella cui lista alle scorse provinciali sono stato onorato di partecipare.
Per carità, non è che faccia le pulci alla qualità della suddetta rappresentanza femminile, come potrei, visto il basso livello di quella maschile, oggi preponderante. Posso capire il desiderio, legittimo, di una potente lobby di contare di più, ma evitiamo di rivestire di proprietà taumaturgiche e salvifiche una presenza reclamata tale solo per il sesso d’appartenenza.
Tanto stia tranquilla, che ora come ora, con i partiti di massa come un lontano ricordo, la presenza in quell’Assise, anche con la presente proposta di legge approvata, più che un discorso di genere rimarrà un discorso, come si diceva una volta, di classe. O come si dice adesso, in pieno turbo-capitalismo, di soldi (chiedere ai consiglieri eletti o trombati per delucidazioni).
…………………………………
Il tempo di leggere e lo hanno cancellato. 👿
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Come speculare su una tragedia.
Dal “il venerdì di Repubblica” del 12 ottobre 2012:
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LA STRAGE DELLE DONNE
NEL QUARTIERE DELL’ILVA LA MORTALITA RADDOPPIA
SPICCA UN DATO NELLA PERIZIA CONSEGNATA AL MAGISTRATO CHE INDAGA SULLA FABBRICA TARANTINA SOTTO INCHIESTA: A TAMBURI I DECESSI PER TRAUMI SONO IL 200 PER CENTO IN PIÙ RISPETTO AL RESTO DELLA CITTÀ
di ADRIANA TERZO
La guerra dei numeri, l’hanno chiamata. Quella del governo contro i Verdi, quella della Procura contro l’azienda. Eppure, a Taranto, ci sono dei dati, gli stessi consegnati alla magistratura per la perizia sull’Ilva, che raccontano di un’altra, altrettanto drammatica realtà. E cioè che le donne del quartiere Tamburi, trentamila persone a ridosso delle acciaierie, non muoiono solo per i tumori provocati dall’inquinamento, ma anche per “traumatismi ed avvelenamenti”. Vale a dire per suicidi, omicidi, annegamenti, incidenti domestici, cadute accidentali. Un dato forse più allarmante degli altri se consideriamo che questa percentuale è addirittura del 200 per cento. Il che significa che le donne di Tamburi muoiono per cause violente il doppio di tutte le altre concittadine di Taranto. Se perché si suicidano o perché vittime di incidenti stradali non è specificato. Ma andiamo con ordine. Qualche giorno fa si sono scatenate polemiche a non finire dopo la diffusione dei risultati del progetto Sentieri realizzato dal ministero della Salute e dall’Istituto superiore di sanità, sulla mortalità per inquinamento in 44 siti italiani classificati per il loro degrado ambientale. I dati 2005-2008 non erano noti, almeno ufficialmente. Ci ha pensato il leader dei Verdi, Angelo Bonelli, a spiattellarli al pubblico. Una mossa che ha portato il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, a querelarlo. Ma cosa dicono questi numeri? Che a Taranto si muore di più che in tutta la Puglia: del 24 per cento per i tumori del fegato e dei polmoni, del 38 per cento per i linfomi, e addirittura del 306 per cento per i mesoteliomi.
Ma ora, sul tavolo dei ministri, c’è un nuovo studio. Si tratta di una più recente ricerca, Studio di coorte sulla mortalità e morbosità nell’area di Taranto, apparsa sulla rivista Epidemiologia e prevenzione, e inserita nella perizia dell’inchiesta sull’Ilva che ha convinto la gip Patrizia Todisco a firmare l’ordinanza di chiusura di alcuni impianti dell’Ilva e a bocciarne il piano di interventi immediati.
Dati shock più allarmanti di quelli di Sentieri: la mortalità nei quartieri limitrofi all’area industriale registra eccessi rispetto al resto della città, che raggiungono il 42 per cento, per i tumori maligni, il 28 per cento per le malattie cardiovascolari e il 64 per cento per le malattie respiratorie. La ricerca è stata condotta su un campione numeroso: 321.356 persone di cui 157.031 maschi e 164.325 femmine, residenti dal 1998 al 2010 nei comuni di Taranto, Massafra e Statte.
Nella tabella 6 della ricerca si legge che le abitanti di quest’area, rispetto alle loro concittadine, muoiono il 15 per cento in più per malattie cardiovascolari; il 39 per cento in più per broncopneumopatia; il 57 per cento in più per malattie renali.
Infine, per traumatismi ed avvelenamenti, la mortalità è più del doppio. Numeri inquietanti. Come si spiegano? “Se penso a Tamburi” spiega Anna Simone, docente di Sociologia all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, “mi vengono in mente nubi tossiche, periferia, borgata dormitorio. Un esterno difficile da vivere. E anche la casa può essere vissuta, soprattutto per chi non lavora, come una prigionia. Insomma, un incubo, dentro e fuori”.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
“E anche la casa può essere vissuta, soprattutto per chi non lavora, come una prigionia. Insomma, un incubo, dentro e fuori”.
Io mi domando come facciano le donne italiane a essere ancora vive, essendo tutte rinchiuse in prigione fra mariti, padri e fratelli assassini picchiatori e stupratori. Chiunque, al loro posto, avrebbe fatto qualcosa per uscirne. Loro invece continuano a scegliere questa vita d’inferno. Boh, certo che il patriarcato schiavista è davvero onnipotente.
Marco Pensante(Quota) (Replica)
Sempre con riferimento al mio precedente link del FQ uno scambio di opinioni con una femminista.
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Luigi Corvaglia 2 giorno fa
Salvate il soldato Lentini …..
A parte gli scherzi cara Lentini qua l’ipocrisia, la discriminazione, l’arrivismo (perché di questo si tratta) sono tutti dalla sua parte.
Signora Lentini quante donne intraprendono l’impegno politico? Nemmeno io lo so di preciso per cui fisso l’asticella molto in alto. Ben che vada, ma proprio bene, circa il 20/25%.
Bene. Quindi in una particolare “popolazione” quella dei “politici” con il 50/50 siete sovra rappresentate. Rappresentate cioè oltre la vostra effettiva partecipazione. Chiaro?
Altro è il discorso di come incentivare una maggiore partecipazione dal basso delle donne. Ma è chiaro che questo discorso a voi non interessa. A voi interessa la cadrega.
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Caterina Lentini 2 ora fa in risposta a Luigi Corvaglia
Scusa il ritardo, ma sono stata molto impegnata. Non sono un soldato, solo una commentatrice come te e come tutti gli altri. Finiamola con l’idiozia che se le donne sono pochissime in politica è perché a loro non interessa. Le donne sono pochi in TUTTI i posti di potere, di qualsiasi genere. Quindi che vuol dire? Che a loro non interessano, o che non ne hanno le competenze? Questo è un modo di negare l’evidenza e non voler risolvere un problema, che c’è. Le donne sono la maggioranza della popolazione e meritano una rappresentanza più equa. Neanche a me piacciono le quote, ma non c’è altra soluzione in un paese in cui esistono ancora molti maschilisti che vedono le donne al potere come non adeguate, solo perché tali.
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Luigi Corvaglia 7 minuto fa in risposta a Caterina Lentini
Di fatto non hai risposto a niente.
Potrei dirti che le donne sono poche nei posti di potere soprattutto in Italia. Altrove dal primo al quarto mondo il potere lo scalano, eccome. E questo dovrebbe indurvi ad una sana autocritica invece di incolpare sempre qualcun’altro (i beceri maschilisti che guarda caso in paesi .ben più “machi” del nostro non hanno impedito un bel niente).
Potrei dirti che non lo so se alle donne non interessa la politica. So solo che sono molto poche. I motivi non nascondono certamente i dati di fatto.
Potrei dirti che non incentivare dal basso una massiccia presenza delle donne in politica e imporre dall’alto una rappresentanza non aderente alla realtà ha poco a che fare con la democrazia.
Potrei dirti, anche perché conosco l’ambiente, che sarà solo un’infornata di “posizionate”, con capacità, politiche e non, tutte da verificare. D’altronde la matematica, mia cara, non è un opinione. Se il 25% è minore del 50% e in questo 25% già sono comprese le non eccelse, figuriamoci per arrivare al 50%. Quindi casta su casta. Incapacità su incapacità.
Potrei dirti che capisco l’esigenza di un ceto politico femminile di farsi spazio, ma che la smetta di ammantarsi di idealismi del tutto fuori luogo.
Potrei dirtelo …… potrei dirvelo … certo che potrei.
Ma tanto a che serve. Lo sapete già.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Un amico antropologo dice che nelle Filippine, per esempio, c’è il matriarcato: tutti i posti di potere più importanti sono ricoperti da donne. E non è esattamente primo mondo.
diait(Quota) (Replica)
@ Dia
Il messaggio che voglio lanciare a tutte queste tipe è quello di una sana autocritica. Se a destra e a manca, sopra e sotto, le donne si muovono ed ottengono quel che vogliono, non è che il problema sono loro?
E che quindi, lappalissianamente per chi lo voglia vedere, non sono ne meglio (soprattutto) ne peggio dei loro pur disastrati omologhi uomini?
Comunque, sono sempre più convinto che l’incontro tra il femminismo di matrice anglosassone e la nostra società, di stampo mammone, abbia generato un mostro!
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
eh sì, Luigi: il femminismo mammaro, mix di mammone e mammaro.
L’unico femminismo in cui riesco a riconoscermi un po’ è l’iFeminism (Individualist feminism) americano. Ma qua la parola “individualista” non si può dire, quindi passo e chiudo.
diait(Quota) (Replica)
ma dai parlano anche d’amore
http://femdominismo.wordpress.com/2012/10/15/parlano-damore/
mauro recher(Quota) (Replica)
Ma no, non è vero.
Non perdere di vista un minimo di giustizia sociale e riuscire a garantire un minimo di opportunità per tutti non mi sembra cozzi contro l’individualità delle persone.
Mica stiamo parlando di omogeneizzazione al pensiero unico dominante.
Invece pensare che il mercato, da solo, possa garantire il migliore dei mondi possibili è, per quanto mi riguarda, pura ingenuità.
Quel mercato, ideale ed idealizzato, non è mai esistito, non esiste e non esisterà manco in futuro.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Leggendo l’ultimo post di Luigi, che condivido completamente, mi sono accorto che mi era sfuggito un commento di Diait.
Come già ti ho detto altre volte, sei in errore strutturale, cara Diait. E lo sei, come ripeto, perché tu per prima sei imbevuta di ideologia.
Da come ti esprimi sembra quasi che non viviamo in una società capitalistica ma in un partito-stato di tipo sovietico. Non sei la sola a pensarla in questo modo (e a deformare la realtà, in questo modo). E’ una corrente economica (innanzitutto), culturale e politica organizzata (dall’alto, da chi tira le fila della baracca) a portare avanti questa tesi, in modo ovviamente un po’ più articolato di come lo sto facendo io in questo momento, ma insomma, ci capiamo.
Sono dei “furbacchioni”. Facendo leva sul (più che giustificato) “scoglionamento” di massa nei confronti del carrozzone politico-burocratico corrotto (da loro stessi) e improduttivo (sempre da loro stessi così voluto, alimentato e sostenuto, quando gli faceva comodo), stanno smantellando ogni residuo di stato sociale, precarizzando il lavoro, privatizzando anche le fontanelle e tassando anche l’aria che respiriamo. Naturalmente (quanto mi fai faticare, Diait…) questo processo (in corso, siamo solo agli inizi) non può essere “freddo”, deve essere “scaldato” con elementi ideologici (vedi a cosa servono le ideologie, come spiegava Marx?) se vuole essere vincente. E per essere vincente ha bisogno di consenso. E come si crea consenso? Convincendo la massa di persone “sfigate” (ci capiamo…) che sono tali perché vittime di un sistema antimeritocratico burocratico stile sovietico che le ha penalizzate e gli ha tarpato le ali proprio perché capaci, brillanti, “meritevoli”.
Se invece vivessimo nell’apoteosi dell’individualismo liberale (e liberista) i più bravi, i “migliori”, i più “meritevoli” emergerebbero (al posto dei raccomandati del sistema burocratico clientelare), il “merito”, la nuova stella polare del terzo millennio, trionferebbe, e tutti (non proprio tutti, per la verità, i “meritevoli”…) vivrebbero felici e contenti.
Ovviamente i “furbacchioni” (che la sanno lunga) ben sanno che più o meno tutti si sentono derubati di qualcosa e che più o meno tutti sono convinti (o gli piace convincersi) che in un ipotetico sistema dove a trionfare fosse il merito, loro sarebbero senz’altro emersi perché le loro qualità e le loro capacità sarebbero state se non esaltate, quanto meno valorizzate. Ditemi voi se conoscete qualcuno (io non ne conosco) che non si lamenta perché le sue capacità non sono state e non sono valorizzate.
Ora, questa ideologia del “merito” viene sovrapposta completamente a quella del mercato. E sono stati talmente bravi (i “furbacchioni”) che sono riusciti a creare ad arte una sorta di immaginario collettivo, per il quale sembra quasi che fino ad ora non abbiamo vissuto in un sistema capitalistico, ma in una sorta di “Orwell” burocratico statalista che avrebbe impedito la crescita e la valorizzazione degli individui bla bla bla….(c’è una parte di verità anche in questo, sia chiaro, d’altronde ogni menzogna contiene delle verità, come ben sappiamo noi che ci occupiamo di QM, altrimenti non sarebbe credibile, ma ci siamo capiti…)
E sono stati e sono talmente bravi che una massa di gonzi ci cascano con tutte le scarpe. D’altronde dobbiamo riconoscere che in tutte le epoche i “gonzi”, cioè la massa delle persone, si sono bevuti le menzogne che i vari sistemi dominanti gli propinavano. E’ valso, come ripeto, per tutte le epoche e per tutti i contesti. Diciamo che questi che governano il mondo oggi sono più sofisticati e ingegnosi. (una precisazione: il termine “gonzi” non è utilizzato in forma dispregiativa ma solo per evidenziare la condizione della grande massa delle persone e la capacità pervasiva delle tecniche di manipolazione dei singoli individui e delle collettività).
Ecco, l’individuo. Questa è la nuova icona che viene sventolata come una bandiera. Quell’individuo che fino ad oggi è stato schiacciato e imbrigliato da un sistema iniquo e illiberale e che finalmente potrà ora liberare le sue energie e realizzare, non il “sol dell’avvenir” (sai quanto gliene frega…) ma la propria felicità. Proprio come recita un fondamentale articolo della Costituzione americana, che la felicità l’ha in effetti realizzata anche se non per tutti. Non per i “negri”, ad esempio, ma è risaputo, come sostiene qualcuno/a, che quelli sono causa dei loro mali…
Chissà se lo stesso ragionamento vale pure per i tibetani (che si lamentano sempre di essere oppressi dai cinesi…), contemplativi e pure un po’ svogliati, diciamoci la verità, che non hanno mai combinato un cazzo nella vita oltre a meditare e a studiare la legge dell’impermanenza; guarda invece i cinesi in trent’anni che popò di roba che ti hanno messo in piedi …
Ora pausa, e invito alla riflessione.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
la mia posizione è caratteriale, non ideologica. O forse in ogni ideologia c’è molto di caratteriale, quindi alla fine è la stessa cosa.
La chiave di lettura che applico ai neri, è la stessa che qui viene spesso applicata (e secondo me giustamente) al vittimismo femminile. Lascia stare le origini e le radici dello status quo (Kunta Kinte o la sposa bambina talebana). Guardiamo quello che fa, oggi – con le opportunità e gli strumenti che ha oggi – chi ritiene di essere discriminato, o lo è stato, in passato. Mentre i giovani asiatici americani dei quartieri più poveri, che crescono con il valore dello studio, dell’impegno e dell’eccellenza, eccellono all’università, i giovani neri crescono col mito di Snoop dogg e del macchinone con le femmine scosciate. Analogamente, mentre tante ragazze italiane vanno avanti (esattamente come tanti ragazzi italiani) con le loro forze, nei campi più vari (anche il velinismo, certo, mica è un reato), le loro nonne e zie continuano a battere il chiodo dell’oppressione e della discriminazione – per difendere la loro nicchia o il loro “posto di lavoro”. Come ho già scritto tante volte, non ho niente in contrario se una donna che si è guadagnata fino a oggi il pane facendo di mestiere la militante/blogger/giornalista femminista, la sindacalista delle donne, la lobbysta femminile ecc. continua a farlo: finché trova qualcuno che compra, buon per lei. Per me, mi riservo la libertà di non comprare. Di non credere alla sua analisi della realtà, o almeno non completamente. Campare e sopravvivere, qui e oggi, non è una passeggiata per nessuno, maschio o femmina. Vedi Pomigliano. Sempre meglio viaggiare insieme. E per insieme non intendo solo con i maschi plurali…
diait(Quota) (Replica)
“La chiave di lettura che applico ai neri, è la stessa che qui viene spesso applicata (e secondo me giustamente) al vittimismo femminile. Lascia stare le origini e le radici dello status quo (Kunta Kinte o la sposa bambina talebana). Guardiamo quello che fa, oggi – con le opportunità e gli strumenti che ha oggi – chi ritiene di essere discriminato, o lo è stato, in passato. Mentre i giovani asiatici americani dei quartieri più poveri, che crescono con il valore dello studio, dell’impegno e dell’eccellenza, eccellono all’università, i giovani neri crescono col mito di Snoop dogg e del macchinone con le femmine scosciate”. (Diait)
Perdona la mia franchezza ma è ciò che caratterizza la mia persona e anche la natura del dialogo che c’è stato fra noi fino ad ora, e non vedo ragione per modificarla.
Ribadisco che sei tanto analitica su ciò che riguarda la QM o in generale la relazione fra i sessi, soprattutto nei suoi risvolti di ordine psicologico, pedagogico e di psicologia infantile ecc. (temi che probabilmente hanno a che vedere con la tua attività professionale o altro) per quanto sei maldestra, superficiale e anche ignorante, nel senso proprio (e non offensivo) del termine,(cioè il non sapere, con la doverosa premessa che il sottoscritto è ignorantissimo in tantissime materie, quasi tutte direi, e infatti non ci metto becco), quando si affrontano temi storico politici o filosofico-politici.
Innanzitutto hai eluso completamente il mio ultimo post e continui a ripetere concetti ed esempi (come quello dei neri afroamericani) sui quali abbiamo già discusso non molto tempo fa.
Abbi pazienza, Diait, ma come si può paragonare la storia dei popoli asiatici (e quindi anche dei loro discendenti immigrati che non piovono dal nulla ma da una storia complessa) con quella degli africani? Ma ti rendi conto della superficialità di ciò che stai dicendo?
Innanzitutto in Asia ci sono tradizioni culturali, filosofiche e religiose sterminate e millenarie che non possono essere paragonate a quelle africane per tutta una serie di ragioni. Tradizioni che neanche secoli di colonialismo occidentale sono riusciti a distruggere.
Secondo poi, gli asiatici, cinesi, coreani o altro, non sono stati deportati in America in catene e con la frusta, e sradicati completamente dal loro contesto e dalle loro radici, cosa che è avvenuta per secoli ai neri. I quali fino a poco più di trent’anni fa in alcuni stati del sud non potevano neanche entrare in un bar frequentato da bianchi, non per ragioni di costume o di tradizione (già di per sé gravi), ma semplicemente perché era proibito loro per legge. Ti rendi conto cosa significa nascere schiavo figlio di schiavi, senza una storia, senza radici (e tu fai pure ironia su Kunta Kinte…)?
Gli immigrati asiatici hanno tutta un’altra storia e un’altra condizione alle spalle, possibile che non te ne rendi conto? Sembra che tu non voglia prendere atto che i neri sono stati considerati come dei veri e propri “essere inferiori”, trattati come animali. E questa è una realtà storica che non ha nulla a che vedere con la storia dei popoli asiatici, compresa quella dell’immigrazione asiatica. E fai finta di non capire (o non vuoi capire, il che è peggio, perché sei radicata nelle tue convinzioni ideologiche, siano esse di pancia o di testa) che tutto ciò comporta dei risvolti enormi dal punto di vista psicologico. E che non possono bastare due o tre generazioni per superare una condizione psicologica che un popolo si porta dietro e dentro da secoli.
Dopo di ciò fai una doppia maldestra operazione. E cioè da una parte paragoni l’alacrità e la tradizionale operosità degli asiatici (proverbiale quella cinese e coreana, che gli deriva appunto dalle loro tradizioni culturali e filosofiche) con la supposta e in parte reale pigrizia degli afroamericani. Ma grazie al c…o, Diait, e scusa il francesismo. Ma se è per questo allora anche gli italiani sono tradizionalmente meno laboriosi dei tedeschi, i messicani un po’ più indolenti degli americani, i napoletani un po’ più scazzati dei veneti, i tibetani più lenti dei cinesi. Ma che discorsi sono?
Dall’altra insisti nel paragonare il presunto vittimismo dei neri americani con il vittimismo femminista. Ma che razza di paragone è? Ne abbiamo parlato, anche con te (e quindi ci stiamo ripetendo) e mille volte abbiamo ribadito che non è possibile paragonare le due condizioni. Per una ragione semplicissima, e cioè che l’oppressione subita dai neri è un fatto reale, incontrovertibile, NON è UN’INVENZIONE IDEOLOGICA. Il genere femminile non ha mai subito, in quanto genere, quello che i neri afroamericani (o anche altre etnie) hanno subito in quanto popolo. Quindi paragonare l’ipocrisia vittimistica del femminismo con le lagnanze dei neri afroamericani, è assolutamente FUORI LUOGO.
Ultima questioncella. L’immagine che anche tu proponi sistematicamente della comunità afroamericana, che corrisponde su per giù a quella del solito giovane nero delle metropoli americane, ciondolante, in canotta, con le braghe calate e il culo di fuori, con il cappellino alla rovescia, la palla da basket in mano, le scarpe da ginnastica slacciate e il mito della Cadillac bianca, che parla con il solito slang da film “Ehi, cazzo, fratello, fottiti, figlio di puttana”, mi sembra quanto meno un po’ riduttiva, specie in tempi in cui l’attuale presidente degli USA è un nero…
Duke Ellington, Ella Fitzgerald, Louis Armstrong, Ray Charles, Steve Wonder, Michael Jackson, Aretha Franklin, Tina Turner, Billy Holiday, Prince, Sam Cooke, James Brown, Jimi Hendrix, Marvin Gay, Donna Summer, Charlie Parker, Miles Davis, B.E. King, Diana Ross, Gloria Gaynor, Chuck Berry,
Sono solo alcuni fra i più famosi di un esercito di migliaia di musicisti afroamericani (qualcosa di buono l’hanno combinata anche loro, per quelle che erano e sono le loro peculiarità, e in quegli ambiti che gli sono stati consentiti) che hanno fatto la storia della musica (cioè, per quanto mi riguarda, la forma più elevata di arte che possa esistere) a livello mondiale.
A meno che non pensiamo che gestire frutterie o supermercati (gli immigrati asiatici, specie i coreani, hanno praticamente il monopolio di questo genere di attività) sia più nobile che produrre musica.
Da uomo della prassi, quale sono, credo che siano utili e necessarie entrambe, in egual misura.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
d’accordo, sono troppo ignorante e superficiale e ideologica per intervenire su cose che non mi competono, mi limiterò a parlare di nidi di infanzia e famiglia.
Quello che io ho scritto, però, non è farina del mio sacco. E’ quello che da anni vanno sostenendo quei neri (dal comico Bill Cosby all’economista Thomas Sowell), che oggi, in America, puntano sull’assunzione di responsabilità (del singolo e della FAMIGLIA) per avviare quel cambiamento profondo che tutti auspichiamo, ma che non dipende solo dai bianchi.
E sì, trovo nelle tue argomentazioni pro-liberazione-nera-dall’oppressione-bianca echi della retorica femminista – mutatis mutandis. Non ci posso fare niente.
diait(Quota) (Replica)
“E sì, trovo nelle tue argomentazioni pro-liberazione-nera-dall’oppressione-bianca echi della retorica femminista – mutatis mutandis. Non ci posso fare niente”. (Diait)
E va bè, ciascuno ha le sue idee. Personalmente se il buon Dio o Chi per Lui mi avesse dato la possibilità di scegliere tra l’essere un nero americano fino a una quarantina di anni fa, oppure il gatto (nero, pure lui) di mia nonna, non avrei avuto dubbi: avrei optato per la seconda ipotesi. Per lo meno se avessero deciso di tagliarmi le palle mi avrebbero sedato…
Ciò detto, relativamente a quanto hai detto citando i due neri affermati nei loro rispettivi campi, è evidente che è cresciuta ormai da tempo una generazione di neri (molti appartengono anche all’upper class) perfettamente integrata nella società americana(il che contraddice clamorosamente la tua immagine stereotipata, seppur in parte vera, dei neri americani ciondolanti con una radio gigante appoggiata sull’orecchio) che si vuole sbarazzare del proprio passato e della propria storia. Il perché è facilmente intuibile.
Se ti vai a rivedere il film cult “Indovina chi viene a cena”, ad un certo momento il protagonista nero, bello, socialmente posizionato, medico chirurgo ultrapecializzato con una decina di master e un curriculum lunqo quanto l’elenco del telefono (se era un nero “normale” col cazzo che poteva aspirare ad una bianca di buona famiglia “liberal”) si rivolge al vecchio padre, che nella vita faceva il postino e gli dice:”Papà, tu parli così perchè ti sei sentito sempre un nero, io invece mi sento semplicemente un uomo”.
A pronunciare queste parole era il personaggio, interpretato da un bravissimo Sidney Poitier, ma a mettergliele in bocca era un certa cultural “liberal” (siamo nel 1967) che aveva cominciato a sdoganare i neri. Certo, il personaggio della ragazza bianca non poteva presentare ai genitori un cameriere o un inserviente delle pulizie della stazione ferroviaria, però a parte questo il messaggio è chiaro.
“Noi vi sdoganiamo perché, insomma, non è bello che la prima democrazia al mondo mantenga un’intera comunità in quelle condizioni, le cose devono in parte cambiare (altrimenti con che faccia ci presentiamo al mondo in qualità di portatori di civiltà…) però dovete rinunciare alla vostra identità, alla vostra storia”.
E quindi, se quella frase pronunciata da Sidney Poitier, in termini assoluti e decontestualizzata (il che non ha senso perché nulla può essere decontestualizzato, ma si fa per capirci…) può anche essere condivisa, relativizzata e inserita nel contesto specifico (che è ciò che conta) assume tutt’altro significato.
A Cosby e a Sowell preferisco altri neri affermati come Spike Lee, Mohamed Alì, James Brown o tanti altri, che non hanno mai rinunciato alla loro identità, non si sono verniciati la pelle di bianco come quel coglione di M. Jackson, non si sono stirati i capelli per farli diventare lisci e non hanno mai ciondolato con una palla da basket in mano.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
P.S. termine di paragone già fatto, più e più volte. Anche noi, uomini del momas, potremmo essere accusati, mutatis mutandis, di fare del vittimismo piagnucoloso e lamentoso. E infatti è quello che fanno.
Il tuo modo di procedere, cara Dia, potrebbe essere applicato a tutto, ma veramente a tutto. La Storia, financo, potrebbe essere azzerata. Non una storia di conflitti, di guerre, di lotte sociali, di grandi battaglie per i diritti, per la libertà, per la giustizia sociale ecc., ma semplicemente una storia di lamentosi e piagnucolosi che, incapaci di rimboccarsi le maniche e di muovere il culo, si attaccano al vittimismo (“c’ho avuto la malattia”, diceva Alberto Sordi…) e s’inventano di essere stati oppressi e sfruttati per giustificare la propria accidia.
Fra un po’, se continuiamo su questo binario, dopo i neri sarà il turno dei napoletani (“voja de lavorà, saltame addosso…”), me lo sento, mi ci gioco i soldi…
Da qui alla famosa nietzschana etica del risentimento (vai a scoprire per conto tuo cos’è) il passo è breve.
Tutto ciò, sempre fino a quando qualcuno non ci rifila un bel calcio nei denti, materiale o metaforico, e allora hai voglia a parlare di diritti, ci si secca la lingua…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
uhm, va bene dare del coglione a Michael Jackson, morto (da vittima della sua famiglia, e di suo padre in primis, non delal società dei bianchI), ma non citare Kunta Kinte accanto alla bambina talebana venduta a un vecchio.
Cosby si sarà integrato, non discuto, ma è uscito da uno dei tanti ghetti neri. Se bastona i “suoi”, non lo fa perché “servo dei padroni” (per citare un alto tipo di retorica), ma perché pensa di poter fare la differenza, sfruttando la propria popolarità.
Tra le bravate di Spike Lee (dopo l’arroganza e la superficialità con cui ha affrontato il suo lavoro in Italia, su Stazzema), l’ultima è quella di aver twittato il numero di telefono e l’indirizzo del vigilante ispanico che tempo fa ha ucciso un ragazzino nero scambiandolo per un ladro. Solo che erano sbagliati, e a farne le spese è stato un poveraccio omonimo.
perfino un giornalista nero ultraradicale e figlio di un ex-black panther come Ta-Nehisi Coates, sull’Atlantic, lo ha aspramente criticato per i suoi atteggiamenti da bullo (sarebbero quelli, l’identità nera?)
Quanto a Indovina chi viene a cena: quella ragazza non avrebbe potuto portare a casa neanche un cameriere o un inserviente bianco. Né avrebbe potuto innamorarsene. Non è quello che dite anche qui? Era una “ad alto mantenimento”. La cosa doveva risultare credibile.
Sì il film era del ’68. Sono passati 45 anni, appunto.
diait(Quota) (Replica)
Tanto non ne uscirete mai!
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
(fine siparietto!)
diait(Quota) (Replica)
(@Luigi: … finisce sempre a botte, per forza. Non sono organica al movimento!)
diait(Quota) (Replica)
Nel frattempo, rubando tempo prezioso al lavoro, io mi dedico alla “politica estera” …. 😉
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/16/mammoni-mamme-e-uomini-eterni-bambini/383736/
E relativo commento:
………………………………………..
Luigi Corvaglia 0 minuto fa
Cara Lanfranco
inizio dalla fine. Dove ha tirato, in maniera moto abile, la sua artigliata più insidiosa.
Si, perché parlando genericamente di violenza contro le donne, dice e non dice, si mantiene volutamente vaga. Mi prendo allora la licenza di pensare al caso peggiore. Quello da voi denominato femminicidio.
Se stiamo parlando di questo, il suo accostamento, pur cauto, tra la cultura mammon-mammista italiana e gli omicidi di donne è del tutto priva di fondamento.
Se infatti va a cercare con dati certi ( http://www.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/14/0900_rapporto_criminalita.pdf ) si accorgerà che: raffrontando l’Italia con altri paesi europei, questa si attesta nella media degli altri ( https://lh3.googleusercontent.com/-1fHiLsoXFiw/UH2g9Xh90zI/AAAAAAAABtk/TdzyvnERQBg/s630/eurofemminicidi1982_2002tasso.jpg ). Anzi, persino un po’ più in basso rispetto a Francia, Germania e Svezia, con un tasso italiano più o meno simile a quello attuale.
Si accorgerà anche della performance della Finlandia, con tassi (nr. di donne uccise ogni centomila abitanti) di omicidi femminili i più alti in assoluto in Europa e maggiori di quelli italiani di 4/5 volte.
Ora, se vogliamo appiccicare all’Italia il sostantivo “maschilista” facciamolo pure. Non possiamo però addebitare a tale maschilismo colpe che non ha, visto che nella civile e femminista Finlandia le cose non solo non cambiano, ma addirittura peggiorano.
Cordiamente
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Va bè, Diait, riusciresti a trovare la pagliuzza anche negli occhi di Gesù Cristo, figurati se non la trovi in quella di Spike Lee che è un comune mortale…Però ti prego, non dirmi nulla di Mohammed Alì (“No, Burt no, non lo voglio sapere”, ti ricordi il film “Borotalco” di Verdone?), non ce la farei, anche se pure lui c’ha diverse magagne. Era mussulmano ma fornicava con più donne, mannaggia, e tradiva pure la moglie…
Te ne dico qualcun’altra. Pensa che quell’ipocrita di Karl Marx che aveva un gran parlare di comunismo si faceva la domestica, che gli pagava Engels (perché lui non aveva il becco di un quattrino), naturalmente di nascosto dalla moglie, e si incazzava pure quando trovava le sue cose incasinate…non solo, pare che si incazzasse pure con la moglie perché quando mangiava la minestra faceva rumore…
Rousseau poi, padre della moderna pedagogia, pare che avesse abbandonato i suoi figli o robe del genere..
E a dirla tutta pare che pure Gesù Cristo avesse qualche magagna, specie con la Maddalena…i sacri testi non lo dicono ma autorevoli studiosi hanno detto che pure lui non la raccontava tutta giusta…d’altronde, sono cose che accadono quando lo Spirito decide di farsi Uomo…
Ciò detto, la cosa fondamentale, nell’individuare la pagliuzza negli occhi degli altri (attività che ci riguarda tutti, più o meno), è non dimenticare MAI la trave che abbiamo nei nostri.
A mio parere la tua, cara Diait, è di cemento armato con iniezioni di cromo vanadio…
“Eh, quanto sofferenza sotto questo cielo”, recitava una canzone di Renato Zero (che mi fa schifo) , e quanti guai combinano queste benedette famiglie, patriarcali, matriarcali, cattoliche, comuniste, liberal, postsessantottine…quasi quasi mi sa che m’ha detto bene a restare fin da giovanissimo orfano di madre. Pensa se fossero stati in due a farmi il lavaggio del cervello. Per lo meno uno…il cervello resta libero per metà…
P.S. oggi avevo tempo e ci siamo divertiti. Da domani torniamo alle cose che ci competono…Però, visto che per stasera andiamo ancora a ruota libera (ogni tanto si può fare…), mi permetto di postare un vademecum dei più famosi e importanti luoghi comuni, pardon, indicazioni fondamentali, che nessuno di noi, quando ragiona di politica e società, dovrebbe mai dimenticare:
1) i negri avranno subito quello che hanno subito ma se stanno ancora in quelle condizioni è soprattutto pe’ colpa loro;
2) idem come sopra per i palestinesi;
3) certo che gli ebrei avranno subito quello che hanno subito però pure loro…guarda che stanno a fa coll’arabi…; comunque a me m’hanno rotto tutti er cazzo, ebrei, arabi, ‘o sai che dico? Damoje tutte l’armi che vonno e famoli scannà così s’arisorvono le cose fra loro e nun ce rompono più li cojoni…;
4) pure i napoletani c’avranno le loro ragioni (storiche, politiche ecc.) ma se stanno come stanno, sempre a combatte co’ la monnezza, cor colera, co la camorra, è pure (soprattutto) per colpa loro, e detto fra noi, se lavano pure poco…nun se po dì, ma è così, lo pensano tutti, lo sanno tutti ma nun se po dì…
5) io nun c’ho niente contro l’immigrati, io mica sò razzista, però so troppi, e qui nun c’è lavoro manco pe’ l’ italiani. Che dovemo esse sempre noi a fà beneficenza? E poi rubbeno, sporcano, s’embriacano, fanno casino, tutte ‘ste negre paa strada, nun se po’ annà avanti così, che se ne stessero a casa loro, je dessero lavoro a casa loro, che je lo dovemo dà noi?…;
6) chi c’ha veramente voja de fà, de combinà quarcosa nella vita, emerge, hai voja dì, a protestà, a fà le vittime, chi c’ha le palle prima o poi emerge…te lo dice ‘sto stronzo che s’è fatto da solo…tutti gli altri sò boni solo a lamentasse e a piagne…;
7) i giovani cercano lavoro ma sperano de nun trovallo, perché chi veramente c’ha voja de lavorà, s’adatta a fà tutto, il lavoro se lo va a cercà e se lo trova…te lo dice sempre ‘sto stronzo…;
8 ) io nun so né de destra né de sinistra, i politici chiacchierano de tante belle cose ma in finale sò tutti uguali, ammazza, ammazza, so tutti ‘na razza (però, che sia chiaro, io nel segreto dell’urna i comunisti e la sinistra nun l’ho mai votati e mai li voterò perché me fanno più schifo dell’altri, so ancora più ipocriti…);
9) e pe finì in bellezza, lo sai che te dico? Che è stato Balotelli a rifilà er calcione da dietro a Totti naa finale de Coppa Italia, cell’hanno cor “Pupone” perché è de Roma e gioca naa Riomma…è la colpa è der “palazzo che ce l’ha con noi…guarda si saa pjano coi laziali o coi juventini…
10) troppe ce n’avrei da ditte ma mò c’ho da fa…
P.S 2 il vademecum può essere anche in salsa triveneta o giù di lì, la sostanza è più o meno la stessa, modificando il dialetto, ovviamente, e cambiando e aggiungendo qualche soggetto, ma insomma…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Il mio migliore amico è gay.
Avevi dimenticato questo.
Ci tengo. Sono luogocomunista organica.
diait(Quota) (Replica)
“Bè, ma sai, ormai i “froci” vanno de moda…(è il punto n. 11 del vademecum di cui sopra)”.
A “sinistra” ma pure a “destra”, quindi puoi stare tranquilla…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
9) e pe finì in bellezza, lo sai che te dico? Che è stato Balotelli a rifilà er calcione da dietro a Totti naa finale de Coppa Italia, cell’hanno cor “Pupone” perché è de Roma e gioca naa Riomma…è la colpa è der “palazzo che ce l’ha con noi…guarda si saa pjano coi laziali o coi juventini…
ehm ,ehm posso dire che è stata colpa del laser ?
ok la finisco qui
mauro recher(Quota) (Replica)
P.S a proposito di gay, nei paesi comunisti, anzi, kommunisti, i gay (come le femministe) non se la passavano tanto bene, purtroppo…(il purtroppo vale per i gay, non per le femministe)…
Quindi tutt’al più sei “luogosinistra” ma non “luogocomunista”…
Oggi però ci siamo divertiti, diciamocelo, e vale soprattutto per quelli che dicono che i comunisti sono pesanti, pallosi e non scherzano mai…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Mauro, per quanto mi riguarda c’hai solo un difetto (grave) nella vita. Indovina un pò quale…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Sì. Tra l’altro vorrei sensibilizzare i compagni di questo blog alla condizione dei gay beta oppressi dal sistema.
“Se non c’hai una bella macchina o dei bei soldi, non ti si fila nessuno”, mi ha confessato ieri il mio migliore amico gay. “I bei ragazzi preferiscono i gay alfa.”
“Per forza”, gli ho detto io, “fin da piccoli i genitori gli fanno il lavaggio del cervello: Devi trovarti un buon partito gay e sistemarti.
E poi c’entra la biologia: il bel ragazzo gay è programmato per fare il nido, o qualcosa del genere. Cioè, di genere.
Il bello è, Marchi, che tu scrivi mediamente 870 righe (tempo medio speso a scriverle… uhm, vediamo… Un’ora?) per spiegarmi che non hai tempo da buttare con una deficiente come me. Diciamo che come ottimizzatore puoi migliorare.
diait(Quota) (Replica)
@mauro: a Totti ‘o sistema Zèmian. Prima lo leva di mezzo e meglio è pe’ tutti.
diait(Quota) (Replica)
Mi ci sarei giocato gli attributi che tifavi per la a.s. roma. Tutto torna, perfetto come un cerchio, come la sfera parmenidea.
Ciò detto, non ho mai detto che sei una deficiente (non ci provare…), anche perché non perderei tempo con te se pensassi questo…
Ho solo detto, rileggi bene quello che ho scritto (e se lo fai ti accorgerai anche che proprio pochi giorni fa ho preso le tue difese rispetto ad un “attacco” inopportuno da parte del nostro amico multinick che ti diceva che non capisci nulla), che quando sconfini in ambito politico, storico-politico e filosofico politico (anche con una notevole dose di assertività di cui abbiamo già parlato) diventi maldestra, superficiale, anche in conseguenza di una non conoscenza (quindi ignoranza) delle cose.
La democrazia è il dialogo fra ignoranti, sia chiaro, però se si parla di argomenti dove non si è ferrati lo si deve fare con un pizzico di equilibrio in più e di assertività in meno.
Per il resto, che io sia un prolisso è risaputo (mai però come il Gasparrini…), però essendo questa la mia modalità naturale di esprimermi, mi consente di risparmiare molto tempo. Ne impiegherei molto di più se mi sforzassi di essere sintetico. In questo modo invece, seguendo la mia naturale inclinazione, sono molto più rapido e scrivo di getto, senza pensarci troppo (cosa che non sarebbe, appunto, se mi obbligassi alla sintesi).
Quindi stai tranquilla, non mi sottrai tempo più di tanto. Oggi, come dicevo prima, mi sono regalato una giornata e va bene così. Peraltro, sono da sempre abbastanza abituato alla scrittura per ovvie ragioni (un pò di “mestiere” me lo concederai…)…mi ci vuole molto ma molto più tempo per appendere un quadro al muro piuttosto che scrivere un articolo.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Luigi: “Comunque, sono sempre più convinto che l’incontro tra il femminismo di matrice anglosassone e la nostra società, di stampo mammone, abbia generato un mostro!”.
Questo mi sembra un argomento su cui riflettere seriamente. In effetti le civiltà nordeuropee non sono state psicologicamente matriarcali come quelle mediterranee. Da noi, all’antico culto della madre si è sommato il neo culto della femmina col risultato di rendere i maschi del tutto dipendenti psicologicamente dalla madre/femmina anche oltre quella che Ubeta considera la dipendenza sessuale degli uomini, tesi su cui ho qualche riserva ma quì non importa.
La questione sarebbe davvero da approfondire e da studiare bene, soprattutto per quello che significa per i ragazzi, oltre ciò che può essere fatto in un blog.
armando
armando(Quota) (Replica)
Sull’articolo di Repubblica circa il femminicidio causato dall’inquinamento a Taranto: sessismo allo stato puro, non c’è altra definizione, e in purissima mala fede. Dice che le donne muiono in percentuale doppia rispetto ad altri quartieri. Già, ma gli uomini? Boh, pare che nessuno se ne sia preoccupato e che di loro non importi. Eppure, essendo la maggioranza in fabbrica è ragionevole presumere che il loro tasso di mortalità sia anch’esso maggiore rispetto ad altre zone. Ma, come per gli infortuni sul lavoro, sembra che sia scontato, normale. Ci si allarma e si scrivono articoli solo sulle donne che si sentono prigioniere in casa. Già, perchè invece in fabbrica gli uomini si sentono liberi, quei biechi oppressori.
Non fossimo in presenza di una tragedia, stretti fra i danni alla salute e i danni della perdita del lavoro, verrebbe da liquidare quell’articolo con un commento lapidario. “Anche i fumi tossici sono maschilisti”. All’idiozia non c’è rimedio, e alle ideologie che falsificano e/o strumentalizzano ogni vicenda per i propri scopi, ancora meno.
Armando
armando(Quota) (Replica)
ma sono una romanista critica. E non organica. “Una squadra provinciale de’ provinciali”, la definisce mio nipote, romanista pure lui ed ex-calciatore.
Zeman non posso che apprezzarlo, ovviamente. Bastian contrario più di lui….
diait(Quota) (Replica)
La questione sarebbe davvero da approfondire e da studiare bene, soprattutto per quello che significa per i ragazzi, oltre ciò che può essere fatto in un blog. (Armando)
Lo so, lo so. Ma per quanto mi riguarda non posseggo nè gli strumenti culturali per farlo, nè il tempo.
Ciononostante la ritengo una questione fondamentale.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Poco fa sulla 7 alla trasmissione condotta da Lilli Gruber è stato consumato il rituale “marchettone” della presentazione del libro o del film di turno (un paio di sere fa c’era Virzì che presentava la sua ultima pellicola).
Questa volta il libro in questione era quello del maschio pentito Riccardo Iacona (non dico il titolo perché, nel mio piccolo, non voglio fargli pubblicità) sul femminicidio.
La “marchetta” è andata in onda al termine dell’intervista a Massimo D’Alema, il quale, interpellato nel merito, ha pronunciato o è stato costretto a pronunciare le solite parole di circostanza sulle donne che sono una risorsa fondamentale, che la condizione delle donne è l’indice del livello di civiltà di un paese ecc. ecc.
Iacona ha ripetuto le solite scontate filastrocche femministoidi che ben conosciamo, ha proposto di aumentare i centri antiviolenza (a questo punto perché non chiamarli centri antiviolenza contro le donne, sarebbe più onesto…) e di assegnargli più risorse e finanziamenti, e naturalmente ha chiesto più leggi per combattere la violenza sulle donne. Tradotto: leggi repressive e liberticide antimaschili.
Che bellezza! Una volta la sinistra scendeva in piazza contro le leggi liberticide. Oggi invece le invoca a gran voce…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Si, l’ho casualmente vista anch’io.
Iacona ha anche affermato, vado a memoria, che se ci si impegna (soldi e leggi) i risultati si vedono e riferendosi alla Spagna ha asserito che i “femminicidi” sono passati da circa 400 a circa 60.
Siccome a me San Tommaso mi fa un baffo, devo vedere, toccare, assaggiare se è il caso … ‘sta cosa la devo proprio verificare. Perché mi sembrano esagerate entrambe le cifre.
Girando per qualche minuto su siti spagnoli le cifre sarebbero tutt’altre.
http://www.forumlibertas.com/frontend/forumlibertas/noticia.php?id_noticia=19716
http://www.feminicidio.net/
Comunque approfondirò.
ps. Se le cifre della tabella del primo link sono vere, una considerazione mi sorge spontanea: Zapatero il fenomeno, con le sue leggi, non ha fatto altro che raddoppiarlo:
– 1997=33
– 2008=76
sempre che la matematica non sia un’opinione.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Mi pare, caro Luigi, che l’articolo che abbiamo pubblicato dal titolo “Il femminicidio finlandese” sia decisamente eloquente, da questo punto di vista.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
proverò a leggere a scrocco il libro di Iacona in qualche libreria per verificare se è davvero una ciofeca come il titolo lascia presagire, con quell’articolo determinativo GLI che sembra proprio riferirsi a tutti gli uomini e non solo a quelli violenti.
potrei anche comprarlo e usarlo per puntellare la gamba zoppa del tavolo ma non voglio alimentare il business della “violenza di genere”.
fulvio terzapi(Quota) (Replica)
La legislazione fa …… la donna ladra!
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Lecce, smascherata finta violenza sessuale, 4 denunce per calunnia.
LECCE – Una violenza sessuale finta, messa in scena e denunciata ai carabinieri per vendetta in seguito alla fine di una relazione extraconiugale è stata scoperta dai carabinieri della Stazione di Leverano, in provincia di Lecce, che hanno denunciato quattro persone per il reato di calunnia in concorso. I quattro sono crollati ieri, in tarda serata, sotto il peso delle loro contraddizioni. Tutto è nato dalla rottura della relazione sentimentale tra S.G., una donna di 40 anni, di Leverano, e B.M., un coetaneo di Salice Salentino.
L’uomo, circa un mese fa, ha deciso di interrompere il legame per tornare, pentito, dalla moglie. L’amante non si è data pace: telefonate, appostamenti, suppliche pur di tornare insieme. Ma non c’è stato nulla da fare. L’uomo era irremovibile e così la donna ha pensato di vendicarsi. Ha coinvolto innanzitutto F.L., 50 anni di Leverano, anche lui attratto dalla donna e quindi disposto a tutto pur di conquistarla. Insieme a S.G. ha teso una trappola che potesse fare andare in galera B.M., l’uomo che aveva deciso a troncare la relazione. Inoltre la donna ha coinvolto nella trappola anche sua figlia
25enne, F.E., e la signora delle pulizie, C.M, 45 anni. L’altro ieri F.L., il nuovo spasimante, ha chiamato la vittima del raggiro e gli ha detto di passare alle 11,30 di ieri mattina in un terreno di sua proprietà per recuperare uno scatolone: B.M. si occupa, tra l’altro, di piccole spedizioni. Alle 12.00 C.M., la signora delle pulizie, ha chiamato il 112 e ha raccontato, allarmata, che poco prima, mentre si trovava a lavorare in casa di F.L., aveva sorpreso un ladro in casa, che dopo aver messo a soqquadro tutto l’appartamento, aveva provato a violentarla. Le sue urla e l’accorrere, provvidenziale di F.E. l’avevano salvata dal peggio.
I carabinieri della Stazione di Leverano, accorsi nell’abitazione, hanno trovato C.M. stesa sul divano, con la gonna sollevata, e F.E. che le applicava una borsa del ghiaccio sul ginocchio, poichè, divincolandosi dalla presa, aveva sbattuto contro uno spigolo. Tutt’intorno la confusione generale: la classica scena della ‘visità dei topi d’appartamento. Tuttavia ai militari il caos è apparso subito un pò troppo ‘ordinatò: gli oggetti sono sembrati posati a terra e non lanciati. L’accusa e i sospetti sono caduti su B.M., che è stato cercato e trovato quattro ore dopo dai carabinieri. L’uomo, portato in caserma, ha fornito un alibi. La mattina si trovava a Campi salentina. Alibi confermato da testimoni in serata. L’evento che ha mandato a monte il meticoloso piano è stato un imprevisto impegno di lavoro che lo ha trattenuto a Campi, non consentendogli di passare dalla proprietà a Leverano del suo conoscente F.L.. La finta molestata, C.M., la finta testimone, F.E., l’adescatore, F.L., e l’amante ferita organizzatrice del piano, S.G., sono stati denunciati in stato di libertà in concorso per il reato di calunnia.
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=560770&IDCategoria=11
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Invece io mi soffermerei più sul titolo per far capire meglio la “marchetta”
Non è per far pubblicità ,tanto se ne ha fatta già a sufficienza ,comunque il titolo e “se questi sono gli uomini” ,come per dire “guardate che gentaglia ci tocca sopportare ” (ovviamente lui è escluso ) ,con ovvi applausi dal mondo femminista …
Adesso io dico non sarebbe stato più corretto intitolare il libro “alcuni uomini” sarebbe stato anche ben accolto dalla parte maschile ,nessuno nega che ci siano uomini violenti ,l’abbiamo detto tante volte , ma si vede che il parere maschile o meglio il “CONSUMISMO” maschile sia preso poco in considerazione …
mauro recher(Quota) (Replica)
per rispondere a Luigi: secondo me le donne possono e debbono fare lavori pesanti. ovviamente in condizioni non disagevoli, ma questo vale per qualsiasi lavoratore. altrimenti, se le escludessimo a priori da determinate professioni, non faremmo altro che perpetuare una concezione (derivata da necessità naturali che caratterizzavano la vita umana in epoca pre-industriale) che attribuisce alla femmina della specie un valore biologico superiore a quello del maschio per il semplice motivo che 10 donne e 1 uomo sono un rapporto migliore rispetto a 1 donna e 10 uomini per la continuazione della specie. in questo modo gli uomini sono stati per innumerevoli generazioni elementi sacrificabili per la società e sono stati mandati al macello per proteggere le risorse primarie (cibo e donne).
io preferisco affrancarmi da quel modo di ragionare. mi sembra di capire che tu invece lo consideri ideale o immutabile.
fulvio terzapi(Quota) (Replica)
Ottima risposta Fulvio Terzapi, a patto di avere un interlocutore degno di queto nome e non una capra.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Concordo, la risposta è ottima. Ma sul thread sbagliato.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Il Regno di Dio contro il Femminismo:
http://www.albatrus.org/italian/vivere/regno/regno_dio_contro_femminismo.htm
Femministe,pentitevi!(Quota) (Replica)
Chissà perchè (…) ma da “quel” Regno di Dio” (descritto nell’ultimo post) mi viene tanta voglia di starne alla larga…anche se non sono una femminista…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Sono proprio questi fanatici che rovinano la QM…
Ethans(Quota) (Replica)
Esatto Ethans, bravissimo. E insieme a quelli, la pletora di trogloditi razzistoidi integralisti che purtroppo è stata lasciata proliferare per troppo tempo. Prima ci liberiamo di questi arnesi inservibili (e dannosi) e meglio è.
Ogni tanto, a intervalli abbastanza regolari di tempo, qualcuno di questi soggetti fa capolino anche da queste parti, provocando, imprecando, insultando, anche e soprattutto a livello personale, naturalmente ben riparato dietro a nick e a indirizzi di posta elettronica fasulli. Del resto, figuriamoci se hanno il coraggio di palesarsi.
E il bello (si fa per dire…) è che hanno pure la faccia tosta di incazzarsi se e quando vengono bannati.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Femministe, pentitevi!
Lascia stare il regno di Dio ai credenti veri (io non lo sono, ma ne ho il massimo rispetto) e trovati uno psicoterapeuta. Di quelli tosti!!
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Riporto questa notizia perché mentre le nostre si crogiolano nel loro sessismo, nelle loro richieste ambigue e larvatamente autoritarie, i giovani, uomini e donne senza distinzione, nel baratro ci sono già caduti.
E loro stanno a guardare il proprio ombelico. O poco più giù …
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
consiglio la lettura del sito, però, nei momenti di depressione. Snack & Gnola gli fanno un baffo.
Ho tra l’altro scoperto che 18tesimo è il nuovo modo biblicamente corretto di scrivere diciottesimo.
Cominciano a proliferare anche da noi i movimenti evangelici, e ri-nati vari. Non capisco però perché dovrebbero nuocere alla QM con cui non mi sembra abbiano niente a che fare. I fanatici della QM sono quelli che imperversano su diversi blog quemmisti e/o femministi che usano come sfogatoi personali e container di rifiuti tossici.
diait(Quota) (Replica)
Ricordate il commento in cui riportavo l’articolo del Venerdì di Repubblica sulla mortalità a Taranto?
E pochi commenti prima in questo stesso thread.
Ne segnalo un altro:
Ilva, peggiorano i dati sulla mortalità nelle donne aumento tumori dal 24 al 100%
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Ilva, peggiorano i dati sulla mortalità nelle donne aumento tumori dal 24 al 100%
Il ministro Balduzzi incontra in Prefettura le associazioni ambientaliste per presentare lo studio “Sentieri” con i dati sulla mortalità e le malattie collegate alla qualità dell’aria. Allarme anche per i bambini: in crescita le malattie nel primo anno di vita. Domani arriva Clini. Appuntamenti anche in tribunale
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TARANTO – Peggiorano da più 10 a più 11 per cento i dati della mortalità a Taranto secondo il Progetto Sentieri dell’Istituto superiore della sanità sui siti inquinati. Mentre nelle donne i tumori aumentano dal 24 al 100 per cento e nei bambini crescono le malattie nel primo anno di vita. Si apre con un allarme la settimana cruciale per il futuro dello stabilimento Ilva di Taranto. Dovrebbe infatti essere questione di ore la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della nuova Autorizzazione integrata ambientale (Aia) per l’esercizio dell’attività industriale, che potrebbe avvenire martedì 23 ottobre facendo entrare in vigore il testo, approvato con molte osservazioni e critiche, dalla Conferenza di servizi il 18 ottobre scorso.
Intanto il ministro della Salute Renato Balduzzi ha incontrato le associazioni ambientaliste per presentare lo studio compiuto dall’Istituto superiore della sanità con l’Oms, denominato progetto Sentieri, che si riferisce ai dati aggiornati al 2009 sull’analisi della mortalità, del biomonitoraggio e del rischio sanitario connesso alla qualità dell’aria. Il più 11 per cento si riferisce all’eccesso di mortalità rilevato a Taranto rispetto alle aspettative di morte di tutti i cittadini residenti in Puglia: per tutte le cause di mortalità, per tutta la popolazione, si registra un più 1 per cento rispetto al 2008. Per le donne a Taranto invece è stato rilevato un aumento di tumori dal 24% al 100%. Lo ha reso noto
il presidente di Pacelink, Alessandro Marescotti, a colloquio con il ministro della Salute Renato Balduzzi. In particolare, secondo i dati contenuti nel progetto Sentieri riferiti al sito di Taranto con Statte, si registra un incremento dei tumori al fegato (+75%), linfoma non Hodgkin (+43%), corpo utero superiore (+80%), polmoni (+48%), tumori allo stomaco (+100%), tumore alla mammella (+24%). Si registra complessivamente un aumento di tutti i tumori del 30 per cento mentre per i bambini si registrano incrementi significativi di contrazione malattie per tutte le cause nel primo anno di vita. Nello specifico per gli uomini il rapporto registra un incremento del 14% per tutti i tumori; +14% per le malattie circolatorie, +17% per quelle respiratorie, +33% per i tumori polmonari, +419% per i mesoteliomi pleurici. Per le donne invece: +13% per tutti i tumori, +4% per le malattie circolatorie, +30% per i tumori polmonari, +211% per il mesotelioma pleurico.
“La situazione a Taranto è indubbiamente complessa. Credo sia necessario uno sforzo, anche da parte della sanità’ pubblica per un monitoraggio sanitario costante e un piano di prevenzione nei confronti dei lavoratori, dei bambini, di tutti, con iniziative mirate”. Lo ha detto il ministro in queste ore a Taranto. “I dati su Taranto sono allarmanti e ricalcano quelli già’ circolati: bisogna partire da questo dato di fatto per intervenire”. Lo ha detto l’assessore alla Sanità della Regione Puglia, Ettore Attolini, dopo l’incontro con il ministro.
Domani, martedì 23, Clini e Balduzzi saranno a Bari dove parteciperanno a una tavola rotonda sul “Caso Ilva” dopo l’illustrazione della relazione al Parlamento sulla gestione dei rifiuti nella Regione Puglia, elaborata dalla commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti presieduta da Gaetano Pecorella. Oggi e domani l’Ilva è anche al centro di due appuntamenti giudiziari. Oggi ci sarà in Tribunale l’udienza sull’appello presentato dalla Procura di Taranto per far sospendere l’immediata esecutività dell’ordinanza del Tribunale del 28 agosto con la quale, tra l’altro, venne disposto il reintegro del presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, nella funzione di custode giudiziario degli impianti sequestrati.
L’appello è stato proposto in attesa della decisione sul ricorso presentato in Cassazione dalla procura contro la stessa ordinanza. Il 23 ottobre il Tribunale del riesame esaminerà il ricorso dei legali dell’Ilva contro il secondo no del gip Patrizia Todisco alla rimessione in libertà di Emilio Riva, del figlio Nicola e dell’ex direttore dello stabilimento di Taranto Luigi Capogrosso, tutti agli arresti domiciliari dal 26 luglio nell’ambito dell’inchiesta per disastro ambientale a carico dei vertici dell’azienda.
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Vedete voi se riuscite a capirne qualcosa con i dati buttati così, a pioggia.
Io quello che capisco è che quello che viene scritto ad un certo punto dell’articolo (l’ho grassettato apposta) è esattamente il contrario di quello che viene enunciato nel titolo e in altre parti dell’articolo stesso. Ma il/la giornalista se ne sarà accorto/a?
ps. Ancora più spudorato e falso il titolo del corriere
Ilva, tumori in aumento nelle donne – Il governo: subito piano straordinario
ps1. Dimenticavo …. il documento reale: Conferenza Stampa – Rapporto “Ambiente e Salute a Taranto: evidenze disponibili e indicazioni di sanità pubblica”
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Terza ed ultima puntata (si spera) sulla mortalità a Taranto e come è (o è stata) trattata dalla lobby giornalistica femminista.
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Non ci sta niente da fare. A me quando qualcosa puzza di bruciato devo andare a fondo. E’ più forte di me.
Fortunatamente non ho avuto bisogno di perdere molto tempo.
Di seguito ho postato un’immagine dal Nuovo Quotidiano di Puglia – Edizione di Lecce, edizione cartacea del 23/10/2012.
Questa è la situazione riportata in grafico facilmente comprensibile a tutti/e.
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Ovviamente a noi non importa fare le vittime di alcunché. O speculare cinicamente sulla pelle di quelle persone. Ci basta solo che sia riportata la realtà per quello che. E soprattutto che ci si muova per alleviare e diminuire tutto il dolore che si nasconde in quelle percentuali, in quei numeri.
Di seguito allego anche il Rapporto Sentieri completo.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
http://motori.corriere.it/attualita/12_ottobre_25/corso-guida-donne-che-hanno-paura_5cb40b8c-1e78-11e2-83ec-606b68a0023b.shtml
L’INIZIATIVA DI UN CONSORZIO DI AUTOSCUOLE
Un corso per donne che hanno paura di guidare.
Hanno la patente ma non usano l’auto per insicurezza o ansia. «Per alcune è come l’ansia di volare»
MILANO – Hanno preso la patente ma la tengono nel cassetto rinunciando a usare l’automobile. Spesso per paura, per insicurezza o per mancanza di pratica. Sono tante le donne che pur avendo superato gli esami senza problemi, non guidano.
COME LA PAURA DI VOLARE -Al punto che un consorzio di Autoscuole, la «Nuova Guida», ha lanciato un corso «ad hoc» per vincere la paura e farle tornare in tutta tranquillità a muoversi nel traffico o fuori città. «Alcune hanno guidato solo nei piccoli centri, o non hanno mai avuto un’automobile perché tanto ci pensava il marito o il compagno che difficilmente è disposto a cedere loro i comandi» spiegano gli istruttori. Però, prima o poi le cose cambiano: vuoi per un nuovo lavoro in una sede più lontana e non raggiungibile con i mezzi pubblici, vuoi per un cambiamento delle abitudini, guidare diventa una necessità e non più solo una libera scelta. I corsi senza limiti d’età si svolgono in 5 o più lezioni solo di pratica: l’obiettivo -spiegano dalla «La Nuova Guida» è «restituire la capacità di controllo della situazione attraverso il comportamento corretto e alcune nozioni tecniche fondamentali, la cui consapevolezza, come accade per l’ansia di volare, riduce la paura».
VINCERE L’ANSIA – Tecniche mutuate da chi trema all’idea di dover salire a 10 mila metri: «La prima cosa che insegniamo è il corretto uso dello sguardo, ovvero dove puntare gli occhi, cosa guardare, a quale lontananza, perché è proprio con gli occhi, e quindi con il cervello, che si controlla tutto, che si governano le situazioni anticipando o evitando i pericoli». Piccoli accorgimenti che aiutano a riprendere confidenza con il pedale del gas e quello della frizione. Per passare poi alle partenze in salite, ai parcheggi e ai sorpassi. Secondo Marcella Accogli, una delle ideatrici dei corsi titolare di un’autoscuola, «Le donne in generale hanno un approccio alla guida più emotivo rispetto all’uomo, il quale guida invece in modo più si sente subito sicuro al volante dopo poche lezioni, e anche se commette degli errori si mette in discussione più difficilmente. Invece la donna per sentirsi sicura deve avere il tempo di elaborare delle nozioni tecniche, un po’ come a scuola, dove le donne sono più preparate, più precise».
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ps. Il veleno come al solito si trova nella coda.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Di seguito, il mio ultimo commento su FaS:
“per me è offensivo che si intenda il femminismo, storicamente antoautoritario e antigerarchico, come una forma di totalitarismo. se ci sono derive autoritarie non lo si deve alla natura rivoluzionaria del femminismo che dunque non puoi affatto paragonare ad ideologie totalitarie”. (Fasse)
Già una volta posi la stessa identica questione a Fikasicula (che non mi rispose per la verità); quella riflessione, se vuoi, puoi trovarla su “tregua di genere”. Ma in ogni caso te la posso postare anche io.
Ciò detto (se mi passi il termine di paragone, a mio parere molto calzante), applicando la tua stessa logica, ne consegue che le derive autoritarie di tutti i sistemi comunisti storicamente determinatisi non sono da attribuire all’ideologia comunista, per sua natura antiautoritaria e rivoluzionaria, ma ad altri fattori. Molto probabilmente a quel “cattivone” di Stalin e alla sua cricca e a quei burocrati degenerati con la dacia, la macchinona blu, l’autista e il libero accesso ai duty free shop per occidentali (mentre i comuni mortali facevano la fila sotto la neve al supermercato del sovchoz) , che hanno tradito la causa mandando a bagasce tutto quello che era possibile mandarci.
Bè, se così fosse (ricordo sempre che chi scrive è un marxista, e non per sentito dire…) le cose sarebbero molto semplici e di facilissima risoluzione. Sarebbe sufficiente mandare a casa i “cattivi” (proprio come vorreste fare voi, mutatis mutandis, con quelle di Snoq), restaurare il “vero” comunismo” (nel vostro caso il “vero” femminismo) e tutto sarebbe risolto.
E’ evidente, manco a dirlo, che il comunismo non è mica quella cosa “brutta” che si è “realizzata” dall’ URSS alla Romania, dalla Cecoslovacchia all’ Albania, dalla Bulgaria allo Yemen del nord, e via discorrendo. No, per carità, il “vero” comunismo è quello che abbiamo in testa noi, io, te, Fikasicula, i ragazzi dei centri sociali, un po’ di militanti di Rifondazione Comunista e una manciata di intellettuali occidentali (prima erano parecchi di più ma i tempi cambiano, come sappiamo…); quello che non si è mai realizzato ma che prima o poi si realizzerà…
Mi sembra un po’ debole come interpretazione, non trovi? Io dico di sì, e credo che anche tu potresti essere d’accordo con me. La realtà è purtroppo che il comunismo storicamente determinatosi è stato proprio quella “roba brutta” di cui sopra. E la cosa ancora più amara da digerire è che le ragioni di quella degenerazione affondano le loro radici proprio nell’ideologia comunista stessa, per lo meno nella sua parte rilevante e maggioritaria che è quella che si è fatta stato e ha messo il suo cappello su tutto il movimento comunista internazionale, condizionandolo pesantemente .
Ricordo che tra la fine degli anni ’70 e i primi degli ’80 feci un viaggio nei paesi del cosiddetto “socialismo reale”. Parlavo con la gente con l’entusiasmo di un giovane militante comunista occidentale pieno di idee e di buoni propositi, spiegando loro che il comunismo non poteva essere quel sistema burocratico e poliziesco che li opprimeva e gli toglieva l’aria per respirare (e pure il passaporto per viaggiare), ma una società di uomini e donne liberi, eguali ecc. ecc. E quindi anche lì le cose dovevano cambiare, come da noi, che il comunismo avrebbe avuto la capacità di riformarsi…ecc. ecc. ecc.
Gli sguardi di coloro che mi ascoltavano (come fossi un marziano) valgono più di qualsiasi parola che potrei scrivere… Al termine di questi miei soliloqui (perché ero solo io a parlare, e non solo perché sono logorroico…) mi chiedevano se potevo andare a compragli una stecca di Marlboro o una scatola di sapone liquido al duty free shop per turisti (dove loro non potevano accedere) evitandogli una fila chilometrica ai negozi di stato (dove naturalmente le Marlboro non c’erano, ma questo è un altro discorso…). Mi ci volle poco, devo dire, per capire quanto fosse stupido da parte mia insistere con quell’atteggiamento da pseudo intellettuale che voleva spiegargli che il comunismo non era la realtà che loro vivevano quotidianamente ma un’altra cosa…
Non so se il termine di paragone è sufficientemente chiaro. Spero e credo di sì.
Tornando quindi a noi, cara Fasse, capisco che per te e per molte altre donne, il femminismo avrà anche significato il sol dell’avvenire e la liberazione dalla sempiterna e insopportabile oppressione maschilista, ma posso garantirti che per noi (e, ne sono certo, anche per milioni di altri uomini, anche se non si esprimono) ha rappresentato, perché così l’abbiamo vissuto sulla nostra pelle e sulla nostra carne viva, una ideologia (e soprattutto una prassi) fondamentalmente sessista, suprematista, colpevolizzante e castrante, anche se (ben) camuffata sotto gli abiti progressivi e progressisti della “liberazione” universale delle donne, degli uomini, dei panda e perfino dei cigni del laghetto di Villa Borghese….
Non solo. Ha rappresentato e rappresenta, e qui viene il bello (si fa per dire…) il coperchio ideologico di un genere “femminile”, a nostro parere largamente maggioritario, che ha scelto di vivere secondo le logiche del sistema dominante, cioè della ragione strumentale e utilitaristica che è alle fondamenta dello stesso sistema capitalistico. Quanto ciò sia dovuto alla capacità pervasiva psicologico-culturale del sistema e quanto questo stesso meccanismo abbia attecchito su un terreno già di per sé fertile da questo punto di vista, è discorso troppo lungo e complesso che mi guardo bene dal fare ora e che rimando (spero ci sarà occasione) ad altro momento. In questa sede mi limito a ricordare che sia sul sito Uomini Beta, sia in alcuni libri (quello del sottoscritto e quello di Rino Della Vecchia), abbiamo affrontato questa tematica, e in particolare quella della diversità/asimmetria sessuale fra uomini e donne (argomento per voi tabù, ma tant’è…), e delle sue implicazioni, specialmente nella loro relazione con l’ideologia capitalistica dominante.
Mi fermo, naturalmente, per le solite ovvie ragioni di tempo e di spazio.
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Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Riposto un mio commento, pubblicato alcuni mesi fa sul blog “tregua di genere” in risposta ad un articolo di Fikasicula (la quale, per la verità, non ha più replicato) che ho pubblicato ora anche su FaS nello stesso spazio dove ho pubblicato il precedente.
“Cara FikaSicula, hai messo moltissima carne al fuoco in relativamente poche righe (considerando la vastità e la complessità degli argomenti che hai toccato).
Farò quindi come Luigi, e ti risponderò in diverse puntate. Per il momento scelgo quindi di concentrarmi sulla questione principale che hai sostanzialmente posto nel documento che ci hai inviato (e anche in altri articoli, alcuni molto interessanti, che ho avuto modo di leggere, in particolare quello dal titolo “Del separatismo opportunista”) e che riguarda quella che il sottoscritto e noi, Uomini Beta, riteniamo essere la natura fondamentalmente interclassista e politicamente trasversale del femminismo.
Il femminismo, cara F., è una ideologia intrinsecamente e strutturalmente interclassista (e di conseguenza politicamente trasversale), al di là delle interpretazioni che soggettivamente se ne possono dare, anche ben al di là delle differenze fra le varie correnti e sottocorrenti che la animano.
Mi rendo conto che stai facendo uno sforzo (lodevole sotto il profilo personale e umano ma completamente inutile dal punto di vista politico) per gettare l’acqua sporca cercando di salvare il bambino, ma credo che sia un tentativo, nobile, dal tuo punto di vista, comunque destinato a fallire, per ragioni che, appunto, ritengo essere strutturali.
In altre parole, quello che tu ritieni essere fondamentalmente un processo degenerativo del femminismo, è invece per me l’inevitabile epilogo di un’ ideologia e di un movimento che conteneva già in sé, né poteva essere altrimenti, i germi di quella degenerazione di cui tu stessa sei stata costretta a prendere atto (con coraggio). Ma è ovvio che, partendo da questa considerazione, sarebbe anche errato definirla in quel modo. Ciò che tu stigmatizzi con una certa dose di (ammirevole) veemenza nel tuo articolo “Del separatismo opportunista” (molto più incisivo di quello che ci hai scritto, forse perché non eri assillata da esigenze di mediazione… ) è in realtà l’essenza stessa del femminismo che anche dal punto di vista etimologico, oltre che concettuale, filosofico e politico, si fonda e non può che fondarsi sul principio di appartenenza di genere. Né potrebbe essere altrimenti, salvo essere un’altra cosa.
Tu sostieni (e io sono d’accordo te) che l’identità politica (quindi anche la condivisione di determinati valori e ideali) e l’appartenenza di classe, debbono essere il “prius”, prima ancora dell’appartenenza di genere. Ma sostenendo questo, ti poni automaticamente fuori dal femminismo che per ragioni oggettive, e appunto strutturali, si fonda innanzitutto sul concetto di appartenenza di genere.
Se dei comunisti ti dicessero che sono contrari all’abolizione e al superamento dei rapporti di produzione capitalistici, del lavoro salariato e della proprietà privata, tu cosa penseresti? Semplice: che non sono dei comunisti ma un’altra cosa.
Ecco, dal mio punto di vista, sostenere che il femminismo possa continuare ad essere considerato tale rinunciando al “prius” dell’appartenenza di genere o comunque rendendolo succedaneo ad altro, equivale a parlare di comunismo o di una società comunista in presenza di rapporti di produzione capitalistici, di lavoro salariato e di proprietà privata. Saremmo di fronte ad una contraddizioni in termini. Insanabile. Quasi una tautologia.
Per essere e fare quello che tu dici coerentemente di voler essere e fare, cara FikaSicula, non c’è bisogno di dichiararsi o essere femministe, è sufficiente dichiararsi o essere comuniste, o socialiste. Il femminismo, infatti, in quanto ideologia di genere, come ho ripetuto tante volte in diversi articoli e video-interviste, non nasce in seno al Movimento Operaio e alle filosofie e culture politiche che da esso ne sono scaturite (e anche ai sistemi politici che di questo ne sono stati, nel bene e purtroppo anche nel male, la derivazione), ma in quella “sinistra” “liberal” post e soprattutto extra movimento operaio, post e extra comunista, socialista e socialdemocratica (soprattutto negli USA), che non ha mai avuto nessuna relazione con quella tradizione e con quella storia. In un secondo momento il femminismo (non poteva essere altrimenti) trova collocazione, fino ad invaderla e spesso a travolgerla completamente, nella sinistra europea, soprattutto quella “radical” sessantottina e post sessantottina. Ma è proprio da quest’ultima che prende paradossalmente corpo il femminismo della differenza, il più estremista, sessista, razzista, oltre che interclassista e politicamente trasversale (ormai non ne fanno neanche più mistero) che ha finito per essere quello dominante (né poteva essere altrimenti data la natura stessa del femminismo), anche se a tradurlo in pratica e in leggi liberticide, di classe e antimaschili, non sono state e non sono le femministe storiche (che comunque lo sostengono e si guardano bene dal contestarlo) ma personaggi come la Pollastrini, la Fornero o la Carfagna, con il sostegno diretto o indiretto (a seconda delle circostanze politiche del momento, cioè di quale coalizione sia al governo) di tutte le cooptate politico-mediatiche di regime, dalla finiana Bongiorno alla “pidina” De Gregorio fino all’ex demoproletaria Menapace, solo per fare alcuni nomi. Di fatto l’intero circo politico-mediatico femminista e postfemminista insieme al nuovo clero femminile e femminista secolarizzato e politicamente corretto incaricato dell’audience e della costruzione del consenso. Penso alle varie Terragni e compagnia cantando che dall’alto dei loro blog di Repubblica o del Corsera, distribuiscono sistematicamente perle di sessismo razzista spacciandole per progressiste e di sinistra.
D’altro canto, le stesse Luisa Muraro e Ida Dominijanni (cioè non due qualsiasi, ma le indiscusse “guru”, anche e soprattutto filosoficamente parlando, del femminismo della differenza nostrano), che al governo non sono mai state ma dal punto di vista ideologico hanno responsabilità ancora maggiori, non sono certo da meno quando sostengono che la “violenza è maschile”, perché la sessualità maschile –lo ha ribadito la Muraro in un recentissimo articolo pubblicato sul blog della Terragni – è ontologicamente violenta e pervasiva. Come definire questo concetto, cara F., se non come sessista e razzista (io direi anche con discrete venature naziste)? E cosa può avere a che fare con l’appartenenza di classe, con l’identità politica, con i valori dell’eguaglianza, della libertà, della laicità, del superamento di ogni forma di discriminazione, una simile aberrante interpretazione che ha di fatto come obiettivo quello di dichiarare apertamente che la colpa di essere nati maschi non è emendabile?
Il femminismo, o post femminismo, come lo definiamo noi appunto per significare la sua evoluzione negli ultimi 40 anni, è quello testè descritto, cara F.; è quello che concretamente e storicamente si è determinato.
Secondo te il Comunismo (e chi scrive non è tacciabile di anticomunismo…) è stato quello che io e te avevamo e abbiamo nella nostra testa o quello che storicamente si è determinato (vale per tutte le ideologie, sia chiaro, ivi compreso il Liberalismo, ormai completamente sovrapponibile e sovrapposto al Capitalismo Assoluto e alla Ragione Strumentale auto fondata e fine a se stessa) ? E ancora (e mi riallaccio a quanto ti dicevo all’inizio di questo mio intervento) , lo stalinismo deve essere considerato solo il risultato della mente criminale e/o malata di un uomo altrettanto criminale e/o malato, oppure è l’inevitabile degenerazione di un modello politico (stato-partito) che comunque affonda le sue radici in una determinata concezione del “politico” e della politica , leggi concezione leniniana del partito e dello stato, comunque mutuata ed ereditata dalla scienza politica classica (il che non mi impedisce comunque di considerare storicamente Lenin un grande rivoluzionario, ma questo è un altro discorso…).
La mia opinione, cara F., è che non te la puoi cavare (con te stessa, sia chiaro), raccontandoti che ci sono tanti collettivi di base femministi “buoni” e “autentici” sparsi per la penisola o per il mondo e che una cricca (molto nutrita…) di degenerate o prezzolate dal sistema ha tradito la causa. Sei troppo intelligente per non renderti conto dell’estrema debolezza di questo assunto.
Arriva il momento per ciascuno di noi, per lo meno per chi è intellettualmente onesto, innanzitutto con se stesso, in cui bisogna avere il coraggio di affondare il bisturi anche dove fa troppo male. Mi sembra di avvertire la difficoltà che stai vivendo in questa fase, e non me ne faccio certo gioco. Al contrario, la rispetto profondamente, perché ci sono passato anch’io, come altri. Ma non puoi sfuggire, a mio parere, a te stessa e alla realtà. Hai dimostrato coraggio scegliendo di relazionarti con noi. Questa tua scelta, se me lo permetti, te lo dico come se mi stessi rivolgendo ad una vecchia compagna e amica, non è solo di natura politica. E’ presente anche una componente psicologica (come in tutte le nostre scelte) che ci racconta di una donna che ha avviato un processo di riflessione e di rivisitazione profondo e non ancora ultimato.
D’altronde, ogni processo ha bisogno dei suoi tempi. Sappi fin d’ora che da parte nostra le porte saranno sempre aperte.
Fabrizio.
P.S. non ho esaurito il discorso sulla trasversalità politica del femminismo, sulla sua natura interclassista e sulla sua funzionalità nei confronti del sistema in quanto coperchio ideologico di un femminile che tutto è, oggi, tranne che un soggetto rivoluzionario anticapitalista…Ti risponderò a breve su questo e anche sugli altri punti, in particolare su alcuni che ritengo di particolare importanza. A presto”.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
In questo commento:
https://www.uominibeta.org/2009/11/28/video-femminismo-ideologia-sessista/#comment-29061
riportavo una falsa accusa di violenza sessuale venuta a galla dalle mie parti.
Proseguo segnalandone un’altra. Non trovo il riferimento sul sito del giornale per cui ne inserisco un’immagine scannerizzata.
Dal Nuovo Quotidiano di Puglia (edizione di Lecce) di venerdì 26 ottobre 2012 – pag. 15.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Articoli come questi come bisogna definirli?
Dichiarazioni di guerra?
http://27esimaora.corriere.it/articolo/lintervista-a-hanna-rosin-ma-e-davvero-la-fine-del-maschio/#comments_list
Qualcuno di voi ha mai letto in passato articoli scritti da uomini che si auguravano la fine della femmina?
Io no, mai. Andando indietro nel tempo ricordo i nazisti, che volevano sterminare gli ebrei (sia uomini che donne, indistintamente) oppure i conquistatori europei che nei secoli passati quasi annientarono i nativi americani (sia uomini che donne) e sterminarono quasi tutti i bisonti; ma di uomini impegnati a ridurre in cenere le donne non ho memoria.
C’è una domanda da farsi: ma in una vera società maschilista le femministe potrebbero scrivere articoli del genere? E cosa succederebbe a quei milioni e milioni di donne che appoggiano le loro politiche misandriche? Mi chiedo anche: ma VERE società maschiliste sono mai esistite nel mondo occidentale?
Fabio C.(Quota) (Replica)
Un’altra domanda: ma quali sono i REALI cambiamenti portati dalle donne? Dov’è il loro tanto decantato quid in più? Sì, ogni due minuti parlano di “uguaglianza”, “parità di genere” e sciocchezze varie ma nei fatti cosa propongono di differente da ciò che chiunque di noi conosce già ed ha già visto e sentito nel corso della propria vita?
Parlano di “carriera”, come se fosse il fine ultimo dell’esistenza, e non una schiavitù; parlano solo ed esclusivamente di POTERE e SOLDI: solo di questo.
Nessuna idea geniale, nessuna proposta concreta su come trasformare in meglio il mondo: solo una quotidiana e sistematica GUERRA agli uomini.
Quello che mi chiedo è come facciano tanti uomini a relazionarsi ancora con loro; ma in particolar modo mi domando come possano sposarle e farci dei figli.
Per come la penso io meglio la solitudine a vita.
Certo, mi si potrebbe obiettare: e da vecchio cosa farai, quando sarai pieno di acciacchi con una pensione da fame, e avrai bisogno di qualcuno che ti accudisca?
Per quanto mi riguarda la risposta è semplice: buttarsi da un ponte.
(Non è una battuta).
Fabio C.(Quota) (Replica)
“VERTICI” “QUOTE ROSA” “POTERE” “SOLDI”, ecco
i discorsi delle femministe, che poi sono anche i discorsi di milioni di donne.
http://27esimaora.corriere.it/articolo/donne-ai-vertici-nelle-aziende-in-cinque-mila-pronte-a-entrare/#comments_list
Fabio C.(Quota) (Replica)
i liberal americani di “Slate” o del New Yorker” sono un po’ il corrispettivo dei nostri radical-chic o intellettuali desinistra (ricchi e garantiti – hai letto la descrizione della sua vita col marito ai fornelli, e i loro viaggi e le cose che possono permettersi, te credo). Sono – come sappiamo – adoratori di donne-virago e vecchi schemi cultural-antropologici. Abbandoniamoli al loro destino. Cinesi e indiani li spazzeranno presto via, con la loro paccottiglia, si spera.
diait(Quota) (Replica)
“Articoli come questi come bisogna definirli?
Dichiarazioni di guerra? (Fabio C.)
In realtà, dal suo (loro) punto di vista non è che stia augurandosi la fine degli uomini. Vuole (vogliono) la fine di un certo tipo di uomini e l’inizio di una nuova tipologia ritagliata secondo i desiderata della loro ideologia.
Per la verità, come Quemmisti, non dovremmo essere del tutto contrari. Un equilibrio se rotto, non c’è più. Bisogna trovarne un altro. La differenza, ultra-fondamentale, secondo me è solo una: per gli uomini decidono gli uomini. Punto.
E poi si ri-contratta. Tra pari. Non sei tu, movimento femminista, o singola esponente, a decidere per gli altri.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Vorrei rilanciare:
per le donne decidono le singole donne. Gli individui donna. Niente imposizioni o lineeguida dall’alto. Come donna, non riconosco l’autorità delle Commissioni per le pari opportunità, che non mi rappresentano. Ognuno si faccia la sua lobby o conventicola – e vinca il migliore – ma parli per sé.
diait(Quota) (Replica)
Condivido la tesi di Luigi , invece di trasformarci tutti in “questo uomo no” dal punto di vista femminista ,dobbiamo interrogarci “quale tipo di uomo” ,un uomo con le sue paure ,pensieri e preoccupazioni ,e questo lo sappiamo solo noi uomini …poi ne possiamo anche parlare insieme ad altri e altre perche sarebbe come
se tu hai mal di gola ,ma ti curassero per il mal di stomaco
mauro recher(Quota) (Replica)