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Di seguito il secondo video che abbiamo realizzato.
La linea politica, la strategia e gli orizzonti filosofici e valoriali del Movimento degli Uomini Beta si evincono dal Manifesto ("Il Movimento") e dai "Principi", pubblicati entrambi sulla homepage del sito, nonché dagli scritti pubblicati negli spazi riservati agli “editoriali” e agli “articoli”.
Lo spazio dei commenti è libero ed è stato creato per dare a tutti/e (indipendentemente dalla loro collocazione nei confronti del Movimento) l’opportunità di esprimere la propria opinione, purché nel rispetto delle regole della civile convivenza, delle altrui opinioni e dello Statuto del Movimento.
Conseguentemente, i commenti ivi pubblicati non sono in alcun modo riconducibili al Movimento degli Uomini Beta, ma esprimono solo ed esclusivamente posizioni individuali.
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2.216 Commenti
Violenza in Rete, fallisce il seminario della Camera “Dolore usato per attaccare il Web, mentre il problema siamo noi“
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Il No Hate Speech organizzato da Laura Boldrini oggi a Montecitorio ha messo in piazza la sofferenza, trasformandosi in un talk show a tesi contro internet. Vittorio Zambardino ci racconta perché se ne è andato
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Questo un mio tweet
#nohatespeech spero che valga per tutti e non solo per certe categorie, per esempio non ho letto la parola UOMINI
mauro recher(Quota) (Replica)
Impagabile Dagospia ….
l’articolo è vecchio (di gennaio) ma ci mostra benissimo la polvere sotto al tappeto delle nostre “difensore delle donne” : SE NON OCA, QUANDO? – ECCO A COSA SERVE IL MOVIMENTO FEMMINISTA DELLE COMENCINI SISTERS: IN UNA CUPOLA DI ALTEZZOSE BORGHESI ROMANE LA CUI PRINCIPALE ATTIVITÀ E’ PIAZZARE LE AMICHETTE NEL PD A DISCAPITO DELLE VERE MILITANTI – DA FLAVIA PICCOLI NARDELLI A FABRIZIA GIULIANI, MOGLIE DEL DALEMIANO CLAUDIO MANCINI CHE APPROVÒ ALLA REGIONE LAZIO LE SPESE PAZZE DI FIORITO….
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
è sempre a proposito del nohatespeech un mio commento su “il corpo delle donne” che è in risposta a Battista
Appunto Battista, almeno io la vedo in questo modo, moderiamo i toni e sono d’accordo ,però non vorrei mai che i toni usati contro la donna abbiano un peso ,e usati contro l’uomo ne abbiano un altro ,per fare un esempio il classico “coglione o sfigato” io me lo devo tenere,mentre magari si dissente ,ma in maniera civile ,si passa per misogino e vieni censurato ….
mauro recher(Quota) (Replica)
di seguito un mio commento su facebook nell’ambito di una conversazione con altri amici…
“Prendo spunto dal post di Giuseppe che condivido (così come quello di Sergio) e dall’apertura di Marcello.
Una precisazione, di fatto già fatta da Giuseppe, fra le righe del suo commento: il “chiagni e fotti” del vittimismo femminista è speculare al “sono portatrice in quanto donna di una specificità che mi rende migliore (superiore…) degli uomini”. “Se questa “specificità” non si è esplicitata è solo perché fin da quando il genere umano era ancora sugli alberi, le donne sono state oppresse e discriminate”.
Questa la grande intuizione filosofica e teoretica femminista. Poco meno, a mio parere di una favola per bambini.
Ora, la cosa su cui dovremmo riflettere è secondo me questa (lo faremo anche nella prossima riunione di Uomini Beta):
Come è possibile che una “favola per bambini” possa erigersi, o meglio, possa essere lasciata erigersi, a Verità Universale, Ultima, Eterna, Incontrovertibile, Immutabile, Incontestabile. Non è MAI esistita nella storia del mondo occidentale, e sottolineo, MAI, una simile uniformità di vedute, una totale e assoluta concordanza di opinioni nel merito, vera o fasulla che sia, che ci si creda o meno, non è questo il punto. Il punto è che non c’è mai stato in mezzo secolo in tutto il mondo occidentale un “intellettuale” riconosciuto, diciamo così, che sia uno, che si sia alzato e abbia osato non dico sostenere che il femminismo è una favola per bambini ma anche solo esprimere una critica nei confronti del Verbo femminista. Per ritrovare nella storia un simile fenomeno di adesione di massa ad una ideologia dominante dobbiamo tornare alla Germania hitleriana o alla Russia staliniana, ma in quei casi il fenomeno era territorialmente circoscritto a quei paesi, non certo a tutto il mondo occidentale.
Non solo, in quei casi, c’era il deterrente del terrore che faceva da substrato. La non adesione all’ideologia ufficiale, se manifestata, comportava l’eliminazione fisica della persona.
E’ evidente quindi che siamo di fronte ad un fenomeno diverso che dobbiamo studiare con altre lenti.
Perché anche ammettendo che il femminismo sia effettivamente una valida e corretta reinterpretazione della storia, anzi, diciamo pure la più corretta, è comunque oggettivamente impossibile che sia PERFETTA a tal punto da non suscitare una sia pur minima critica da parte di nessuno.
E’ evidente quindi che la totale acquiescenza nei confronti dell’ideologia femminista ha altre radici, ben più profonde, e che questa ideologia, più di qualsiasi altra, è in grado di esercitare un potere pervasivo sugli individui, senza il bisogno di ricorrere al terrore.
O meglio, il terrore è esercitato su un altro piano, cioè quello psicologico. Vergogna, senso di colpa, di inadeguatezza, ottengono più risultati del terrore della eliminazione fisica. E’ un fatto. Lo dice la Storia, non io. Ci sono state centinaia di migliaia, milioni di persone che si sono opposte alle peggiori tirannie di tutte le epoche, e hanno subito conseguenze terribili. Ma queste non sono valse a nulla, non hanno ottenuto alcun effetto.
Il femminismo ha vinto, anzi, stravinto, senza bisogno di “quel” terrore.
E ha vinto perché ha occupato la sfera psichica, ha creato una nuova forma di “terrore”, da un certo punto di vista, potremmo dire quasi autoindotto.
Il soggetto sa che dire o non dire alcune cose equivale alla sua esclusione sociale con relativo marchio di infamia. E allora arriva addirittura a non pensarle. E se le pensa le scaccia, le allontana.
Questo è il femminismo. E’ con questa “bestia” che abbiamo a che fare. Non con i giudici che non applicano la legge o la mala giustizia. Quelli sono effetti collaterali.
Il nemico è un altro ed è altrove”.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Marchi:
>>
Perché anche ammettendo che il femminismo sia effettivamente una valida e corretta reinterpretazione della storia, anzi, diciamo pure la più corretta, è comunque oggettivamente impossibile che sia PERFETTA a tal punto da non suscitare una sia pur minima critica da parte di nessuno.
…
Il soggetto sa che dire o non dire alcune cose equivale alla sua esclusione sociale con relativo marchio di infamia. E allora arriva addirittura a non pensarle. E se le pensa le scaccia, le allontana.
Questo è il femminismo. E’ con questa “bestia” che abbiamo a che fare. Non con i giudici che non applicano la legge o la mala giustizia. Quelli sono effetti collaterali. Il nemico è un altro ed è altrove”.
>>>
Parole da incidere sulla Stele di Rosetta del terzo millennio.
Marchi:
>>
E’ evidente quindi che siamo di fronte ad un fenomeno diverso che dobbiamo studiare con altre lenti.
>>
Ritengo che il fatto, incontrovertibile, imponga la revisione di ogni concezione materialistica della storia, anche se ciò può costare una rivoluzione interiore e lo scompaginamento dei nostri profondi convincimenti. Non vedo altra via per venire a capo di questo stupefacente enigma. Due parole sul tema sabato 29.
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
Su 27Ora
http://27esimaora.corriere.it/articolo/lattesa-della-parita-farmacologica-dei-sessi/#more-14270
A rincalzo di questo intervento di tale Zipper ho mandato il mio che qui riporto di seguito. Vediamo se lo pubblicano.
>>
sarebbe “desiderabile”
23.06 | 16:41 zipper
in effetti è difficile che esista una vera parità nelle relazioni tra uomini e donne, dal momento che l’uomo è molto più eccitabile e deve quindi mettere sul piatto della bilancia molto di più per poter negoziare la propria “attrattività” agli occhi di una donna che dal canto suo può invece approfittare della propria maggiore appetibilità erotica per ottenere vantaggi materiali da un uomo. un farmaco che rendesse il desiderio erotico uguale per i due sessi porrebbe fine a questa dinamica di sfruttamento degli uomini da parte delle donne.
>>
Perdita del potere sessuale: a che pro?
23.06 | 21:00 Diversa-Mente
Il tuo commento è in attesa di moderazione
.
Il mancato sviluppo di un medicamento che “curi” l’inappetenza femminile viene ovviamente assegnato alla volontà dei ricercatori (maschilisti) ed al pregiudizio (moralistico e misogino) contro la sessualità femminile.
Tuttavia, come nota acutamente Zipper, quella sarebbe la “medicina della parità” del desiderio e ciò comporterebbe la perdita del potere sessuale femminile.
Il Viagra rosa infatti non rappresenterebbe il simmetrico di quello blu, ma il reciproco dell’inverso.
Quello blu aiuta a risolvere un problema, quello rosa farebbe nascere un problema che …non c’è.
Perché mai qualcuno dovrebbe assumere una medicina per far nascere in sé un bisogno che non ha? Perché pagare per crearsi ad arte una dipendenza che non esiste? Perché prendere un farmaco che non appaga un desiderio ma lo fa nascere?
La parità nel desiderio/bisogno sessuale sarebbe davvero una rivoluzione, la più radicale di tutte le epoche.
Ma avverrebbe a danno del genere femminile e di ogni singola donna che assumesse la pillola rosa.
La perdita del massimo potere che le donne hanno sugli uomini.
A che pro?
Div. Men.
>>
Stiamo a vedere.
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
https://www.facebook.com/pages/Gli-uomini-sono-idioti/291129171017012
Questa Pagina Facebook in cui si insultano gli uomini, vanta quasi 15 mila iscritti. E’ mai possibile che FB non la chiude nonostante le nostre segnalazioni??!! Avete mai visto una pagina o gruppo o sito a di questa maniera ma a parti invertite? Cosa succederebbe se fosse contro le donne?
Inkazzato(Quota) (Replica)
Rino DV,
“Ritengo che il fatto, incontrovertibile, imponga la revisione di ogni concezione materialistica della storia, anche se ciò può costare una rivoluzione interiore e lo scompaginamento dei nostri profondi convincimenti. Non vedo altra via per venire a capo di questo stupefacente enigma”. (Rino)
Naturalmente il tema meriterebbe ben altro approfondimento (e lo faremo in altra sede) però non credo che i due aspetti (controllo della “psicosfera” e concezione materialista della storia) siano incompatibili, né che l’uno annulli l’altro.
Personalmente non credo che la realtà e la storia possano essere interpretate da un solo punto di osservazione. Per quanto mi riguarda, la concezione marxiana classica della relazione fra struttura (rapporti di produzione e quindi di classe) e sovrastruttura (ideologia), che scaturisce dalla prima (cioè dai rapporti di produzione), è stata senz’altro valida fino al primo dopoguerra. Con il passaggio alla Società Industriale Avanzata le cose cominciano a cambiare anche radicalmente e il paradigma marxiano classico non è più sufficiente da solo per spiegare le dinamiche di autoriproduzione del dominio sociale. Ma queste trasformazioni Marx non poteva oggettivamente prevederle. Del resto, da questo punto di vista, anche i “francofortesi”, cioè Horkeimer, Adorno, Marcuse e lo stesso Fromm, sono andati ben oltre Marx nella loro analisi, indagando quelle stesse dinamiche e scoprendo il nesso esistente fra processo di costruzione, controllo e dominio della “psicosfera” e dominio sociale (l’ordine dei fattori non è casuale, ovviamente…). Una relazione complessa, non più automatica e rigidamente dialettica, come era per il passato, fra struttura che determinava la sovrastruttura (e, viceversa, la sovrastruttura determinata dalla struttura).
E proprio l’invasione della “psicosfera” operata dal femminismo sta lì a dimostrarci questo passaggio, in larga parte avvenuto, per lo meno per quanto riguarda questo aspetto, nelle società occidentali.
Non è la prima volta infatti che l’elemento ideologico o “psico-ideologico” fa la sua comparsa; basti pensare al ruolo svolto dalle religioni organizzate nella storia.
Tuttavia non c’è dubbio che oggi siamo di fronte ad un fenomeno assolutamente nuovo e originale che spariglia la situazione rispetto al passato. Resta da capire, ma la discussione è aperta e comunque secondo me è ancora (io dico, oggettivamente , ma siccome lo dico io, non è oggettivo…) troppo presto per tirare le somme, quanto, all’interno della relazione capitalismo/SIA -femminismo, sia il primo a determinare il secondo, e/o quanto il secondo segua un suo percorso autonomo fino al punto di arrivare a controllare anche il primo, all’interno del quale è nato e si è sviluppato e con il quale mantiene un potente legame.
A mio parere, come ripeto, è prematuro trarre delle conclusioni perché il processo è ancora in corso.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
1) Concezione materialistica vs psicologica della storia: sì, va pensata una integrazione dei due versanti, non la sostituzione di uno con l’altro. Ne parleremo.
2) Occupazione della mente e autodisprezzo maschile:
questo è tale Gianluca Nicoletti che su La Stampa le trova tutte e le inventa tutte per insultare il suo genere di appartenenza e per recitare l’autodafé quotidiano.
http://www.lastampa.it/2013/06/24/multimedia/societa/un-minuto-obliqua-mente/corsa-al-viagra-rosa-per-far-piacere-i-maschi-2Z2Orfep1OTIx3jbGvOAUL/pagina.html
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Rino,
Se non ricordo male, Nicoletti ha (aveva?) una trasmissione su Radio24, “Melog”. E’ uno di quei moralisti della mia benemerita ceppa che siccome ha un matrimonio felice (dice lui) e una bella famiglia (dice lui) si permette di insultare tutti gli altri che ovviamente sono mammoni, sfigati o squallidi cercatori di sesso. Lui invece ha capito tutto e ama veramente le donne, lui. Tipo Gramellini.
Marco Pensante(Quota) (Replica)
Rino DV
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Ritengo che il fatto, incontrovertibile, imponga la revisione di ogni concezione materialistica della storia, anche se ciò può costare una rivoluzione interiore e lo scompaginamento dei nostri profondi convincimenti. Non vedo altra via per venire a capo di questo stupefacente enigma.
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La trovo un’impresa ardua, perché bisognerebbe essere dei “giganti” per venirne a capo, ma sono d’accordo con te.
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ps: Rino, una domanda: ma non eri tu anni fa a parlare dell’ “etosfera” ?
lorenzo(Quota) (Replica)
Per Marco P.: quel Nicoletti pare davvero un pensatore centrato su se stesso, ossia un non-pensatore, giacché si limita a proiettare i propri sentimenti e a descrivere il mondo in conformità ad essi. Ritiene che anche gli altri facciano così e ne ricava che gli antifemministi siano degli sfigati. Questa è una grande pensata…
Per Lorenzo: sì, con “etosfera” mi riferivo ad un versante del nostro universo psichico, quello dei sentimenti intesi come i dominatori della psiche secondo una visione che ho avversato per gran parte della vita ma che alla fine ho dovuto accettare, obtorto collo, ammettendo così di aver sbagliato per 40 anni non solo nel giudicare ma (conseguentemente) anche nell’agire nei confronti dei miei simili.
E’ stata proprio la QM a costringermi a quella dolorosa conversione, a impormi di ammettere che gli umani non sono ciò che pensavo fossero e che credono di essere: razionali.
In sostanza: i miei nemici filosofici avevano ragione.
Io avevo torto.
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
Il rapporto WHO e la condizione femminile in Italia: chi cerca di approfondire viene stroncato
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Rino,
Aggiungerei, alla concezione materialistica ed a quella psicologica, anche quella, abbrevio ma ci intendiamo, spiritualistica. A meno di pensare lo spirito solo come proiezione della mente, quindi una sorta di autoinganno. Ma in questo caso si finirebbe per ricadere immancabilmente nella concezione materialistica. Detto ciò, credo anch’io che presa a se nessuna concezione riesce a rendere conto della verità delle cose.
Armando
ARMANDO(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia,
eccellente e doveroso articolo basato sui numeri disponibili, e per questo razionale e lucido, tutti criteri indispensabili per impostare azioni vere ed efficaci contro la violenza (non solo quella maschile).
Temo però che non serva, anche se è giusto e doveroso ribadire la verità. Le persone razionali e che cercano di essere obbiettive sanno già perfettamente come stanno le cose. Agli altri, o perchè in malafede o perchè soggiogati dai sentimenti e dalle emozioni, puoi sbattere in faccia qualsiasi fatto, qualsiasi verità inoppugnabile, ma continueranno a non crederci o far finta di nulla. Ecco, credo sarebbe utilissima una chiamata a raccolta di tutte le persone di buon senso e razionali, affinchè si facessero parte attiva nella loro vita quotidiana per smascherare le bugie ideologiche di coloro ai quali non interessa affatto che la violenza diminuisca, ma il contrario. Interessa che aumenti affinchè venga confermata la loro verità ideologica.
armando
ARMANDO(Quota) (Replica)
Così da ignorante, io continuo a credere che il problema di causalità tra struttura e sovrastruttura sia di secondaria importanza e che non esista un esatto determinismo sociale. L’indagine dovrebbe limitarsi alla cinica misurazione dell’evidenza. Credo che dare troppa rilevanza filosofica al neo-femminismo sia un errore, perché secondo me si tratta di un abuso di potere il cui unico elemento di novità rispetto ad altri abusi di potere nel passato, sta nel fatto che integra nuove tecniche per il totalitarismo su larga scala, soprattutto nel campo dell’informazione di massa.
Ci si potrebbe chiedere se sia la tecnologia dell’informazione globale a dare luogo a centri di potere globali o piuttosto il contrario: anche questa sarebbe secondo me una domanda oziosa.
Il senso di giustizia non è dipendente dalla risoluzione deterministica. Ammettere il contrario equivale già a una premessa pericolosa, perché ci pone nella posizione di ricercatori di giuste cause per dare spiegazione razionale a eventi ingiusti sotto il profilo umanistico. Esiste una giusta causa per bombardare popolazioni inermi? Potremmo anche sostenere che nell’ambito della ricerca di fonti energetiche su scala geopolitica, i conflitti sono necessari, e che di conseguenza è necessario accettare effetti collaterali che altrimenti, se analizzati singolarmente e fuori contesto, sarebbero inaccettabili. Ma è una strada che per l’intellettuale è secondo me pericolosa, fuorviante; una abdicazione dal proprio mandato morale che dovrebbe essere quello di cercare strade alternative di contrasto all’ineluttabilità del male. Il determinismo sociale è intrinsecamente un potente giustificativo. Devono sopravvivere denuncia, scandalo e indignazione. Si deve combattere il sonnambulismo delle coscienze. Va rivendicato il diritto-dovere di indicare soluzioni alternative a scapito dell’insofferenza.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Questo è un articolo della Zanardo (riguarda che, la delega delle pari opportunità sia stata data ad una certa Cecilia Guerra,che non conosco, e sembra che questa scelta ,non sia stata condivisa) e allora scrive
http://www.ilcorpodelledonne.net/?p=15220
Finisce con l’orgoglio di genere (orgogliosissima di essere donna)
Ho sempre pensato che ,il troppo orgoglio ,faccia male e che sia la spinta iniziale per dittature dettate sulle etnie ,in questo caso sono di genere ma il discorso cambia poco ,infatti c’è l’orgoglio padano (scusate se batto sempre li ma ,da dove vengo ,è quello che ne so di più) ,per non parlare dell’orgoglio per una squadra di calcio (essere orgogliosi per essere laziali ? ) scherzi a parte se facciamo a gara che io sono più orgoglioso di te di solito si finisce a scazzottate ,in poche parole si fa uso della violenza… se leggete i commenti poi ,sono una sorta di chiamata alle armi e ,in questo caso non vedono se l’uomo è un potente ,o un barbone ,l’orgoglio femminile dice che le donne sono migliori e vanno sopra a tutto
mauro recher(Quota) (Replica)
ho preso un altro ban temporaneo è il 3 in giro di pochi giorni ..tutto per aver scritto questo commento qui
Le morti sul lavoro stanno a significare che NON viviamo in un paese maschilista, basta fare un piccolo ragionamento ,gli uomini sono i padroni e muoiono ? E’ come se ,nell’antico Egitto morissero gli egiziani ai posto degli schiavi ,lo stesso dicasi dei neri ,nelle piantagioni di cotone….Non entro nelle vicende personali di Mara ,ha avuto un marito o compagno ,insomma un uomo che la picchiava ,ma cavolo questi uomini ESISTONO ,cosa è che vogliamo fare noi ,come movimento maschile (parlo di uomini beta) ..dargli un premio a questo picchiatore ,fargli una medaglia al valore ,una targa ricordo ? Ma quest’uomo è stato violento ed ha commesso un crimine e paga le sue colpe ..però le colpe di quest’uomo non devono ricadere su di me o su altri uomini ..e come se un extracomunitario mi facesse un torto (esistono gli stronzi anche se di colore diverso) e io allora odiassi tutti gli extracomunitari che trovo per strada ,solo perchè hanno la “PELLE NERA” ma capite che è lo stesso significato del razzismo ,che il femminicidio fa perno su quelle basi ? Io con questi extracomunitari anche ci lavoro ed ,in 16 anni ne ho conosciuti di validi ,altri sicuramente meno, per quello il razzismo è stupido ,come è stupido un termine come femminicidio ….Ah ,allo stesso tempo il discorso va fatto anche con le donne ,vi assicuro che non le odio ..odio certe persone,che siano di sesso femminile ,questo è secondario
Posso dirlo di essere un pochino incazzato, perchè non ho offeso nessuno ?
mauro recher(Quota) (Replica)
mauro recher,
E’ un fatto gravissimo, Mauro, ormai su facebook la censura è stata sistematizzata, guarda caso subito dopo le esternazioni della Boldrini.
Abbiamo affrontato anche questa questione durante la nostra ultima riunione di Roma.
E’ inutile prenderci in giro. Stiamo entrando in una fase di controllo totale e globale. Era impensabile che un luogo come la rete fosse lasciata andare a ruota libera, specie dopo che hanno capito che è un luogo di comunicazione e di organizzazione per tutte quelle persone, come noi, che non dispongono di altri mezzi.
Questi “ban” ormai sempre più ricorrenti se non sistematici su facebook, sono solo le prove tecniche di trasmissione.
Alcuni amici esperti di questioni “anglosaxon” e oltreoceano ci spiegavano durante la nostra riunione che in quei contesti, in alcuni ambienti che contano, stanno pensando di introdurre il reato di antifemminismo. Il che sta a significare che se verranno approvate determinate leggi, non si potrà più criticare il femminismo, pena l’essere perseguiti penalmente, come avviene per il reato di apologia di nazismo o di razzismo.
Quindi prepariamoci e organizziamoci di conseguenza perché secondo me non abbiamo tempi luminosi davanti a noi. Naturalmente il controllo e la censura saranno applicati a 360°; stiamo entrando gradualmente in una sorta di neoautoritarismo “soft” (per ora…), ma come sappiamo ogni processo può subire più o meno rapide accelerazioni.
La difesa della democrazia, in tutte le sue forme e manifestazioni, deve essere un punto fondamentale anche e soprattutto per noi.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Vedi Fabrizio ,ma sono troppo “capoccione”.. e queste cose mi danno un fastidio enorme ,se avessi offeso ,sono stato uno stronzo ,ho superato i limiti è allora lo avrei capito …Ma cosi ,dialogando in modo pacato e nemmeno poi duramente ,ti prendi il ban di 12 ore ,ma non solo le 12 ore è proprio il gesto che mi riporta a regimi dittatoriale che non capisco ,per me la democrazia è dialogo ,come si fa a dialogare con la censura ? Lo so che mi/ci aspettano tempi duri , non vorrei che la parodia che ho scritto ,fatta di cappucci ,diventasse poi una realtà
mauro recher(Quota) (Replica)
…
Bene. Anzi benissimo. Che lo facciano. Sarà l’inizio della loro fine. Ed io ci tengo ad essere il primo ad essere denunciato.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Mi ricollego all’ultimo commento di Fabrizio.
Girovagando sul Web mi imbatto in questa notizia: Disegno di Legge per tutelare vegetariani e vegani. – Cirinnà (PD): proteggere ambiente e vivere più a lungo. (qualcosina sull’argomento avrei da obiettare, ma non è questo ddl l’oggetto del mio commento).
Incuriosito dal fatto che due delle tre co-firmatarie siano le stesse del disegno di legge sulle “Misure in materia di contrasto alla discriminazione della donna nelle pubblicità e nei media“, Manuela Granaiola e Silvana Amati, vado sul sito del senato e cerco sull’attività dell’Amati.
Mi cade l’occhio su questo ddl, dove oltre alla Amati ci sta mezzo senato come co-firmatario
DDL n. 54 – Modifica all’articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654, in materia di contrasto e repressione dei crimini di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Corte penale internazionale
Lo riporto:
Art. 1.
1. All’articolo 3, comma 1, della legge 13 ottobre 1975, n. 654, e successive modificazioni, dopo la lettera b) è aggiunta la seguente.
«b-bis) con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a 10.000 euro chiunque pone in essere attività di apologia, negazione, minimizzazione dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Corte penale internazionale, ratificato ai sensi della legge 12 luglio 1999, n. 232, o propaganda idee, distribuisce, divulga o pubblicizza materiale o informazioni, con qualsiasi mezzo, anche telematico, fondati sulla superiorità o sull’odio razziale, etnico o religioso, ovvero, con particolare riferimento alla violenza e al terrorismo, se non punibili come più gravi reati, fa apologia o incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, anche mediante l’impiego diretto od interconnesso di sistemi informatici o mezzi di comunicazione telematica ovvero utilizzando reti di telecomunicazione disponibili».
…….
Ora, mi sarò anche ammalato di dietrologite acuta, ma a la seguente frase: “ovvero, con particolare riferimento alla violenza e al terrorismo” un pò mi puzza.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
…….
una piccola goccia in un oceano ,ma serve sempre a qualcosa
mauro recher(Quota) (Replica)
Trovato su facebook …..
Una mia intelligente amica ha scritto queste intelligenti parole che ci ha permesso di riportare.
“Viaggio in auto, finisce di cantare Max Gazzè.
Breve pausa, poi il piano.
E’ “minuetto”, di Mia Martini.
Odio le canzoni di Mia Martini, le ascolto perché adoro la sua voce e la melodia, ma ne aborro i contenuti.
In realtà, odio tutte le canzoni che parlano di donne sedotte, abbandonate, lasciate, sfigate, sottomesse, dipendenti, in cui c’è un uomo molto figo che le fa soffrire.
Non so da dove nasce tutto questo disprezzo ma è viscerale, me lo porto dietro da tempo immemore.
E immagino sia lo stesso disprezzo che potrebbe nutrire il membro di qualche categoria di individui perseguitati come minoranze etniche o religiose.
Ho il chiodo fisso: mi sento perseguitata da una società maschilista per il semplice fatto di essere donna.
Leggevo un racconto, qualche giorno fa, che parlava di una coppia e dei problemi che avrebbe avuto col passare del tempo.
Il problema sarebbe stato: “altre donne per lui e un altro uomo per lei”.
Ora, a prescindere dal fatto che la mia visione del rapporto di coppia (se vogliamo, della vita intera) è più Tolstojana, non sopporto discriminazioni di questo tipo.
Perché lui dovrebbe averne altre e lei uno solo?
Come se l’uomo fosse sempre in vantaggio rispetto alla donna relativamente a “qualcosa”.
Non riesco a farmene una ragione, non lo accetto.
È quasi una questione personale, d’onore.
C’è uno scarto terribile tra il l trattamento che subisce una donna e quello subito dall’uomo, sotto qualsiasi punto di vista, da quello più idiota dell’equazione “uomo con tante donne uguale persona affascinante” al fatto che solo nel 1996 sono state chiuse le case Magdalene in Irlanda (da wikipedia: “Essere madre nubile, essere troppo avvenente o troppo brutta, essere rimasta vittima di uno stupro, erano alcune tra le cause più frequenti per cui si decideva di affidare le donne alle Case Magdalene”).
Mi metterò l’anima in pace quando anche un uomo sarà valutato (o svalutato) solo in base all’aspetto fisico, quando a quei casanova verranno appioppati epiteti quali “troia” “puttana” “zoccola” e internati negli istituti di correzione, o bruciati sul rogo come streghe (tanto per recuperare qualche secolo di sfrenato sessismo) quando esisteranno governi di sole donne, quando al posto delle veline ci saranno due sfigati mezzi nudi.
E nei cinepanettoni, non più la brasiliana salvata dalla miseria delle favelas, bensì, un BRASILIANO che abbia avuto lo stesso trascorso.”
Bea.
questo è il mio commento Mi metterò l’anima in pace quando anche un uomo sarà valutato (o svalutato) solo in base all’aspetto fisico…successo a me e a tanti altri ,uno ,per il suo aspetto fisico è finito all’ospedale….. quando a quei casanova verranno appioppati epiteti quali “troia” “puttana” “zoccola” e internati negli istituti di correzione, o bruciati sul rogo come streghe (tanto per recuperare qualche secolo di sfrenato sessismo) …per la puttana si usa il termine gigolò, di solito va con le donne anziane , oppure ci sono molti viaggi del sesso anche con clienti femminili (Giamaica su tutti) ,sul rogo ,non saprei ,ma anche gli stregoni non è che facevano una bella fine …quando esisteranno governi di sole donne… non sarebbe meglio che esistessero governi formati (uomini o donne non ha importanza ) ma da persone capaci? Le donne che abbiamo avuto al governo ,saranno state anche poche ,ma non è che siano brillate per competenza(come gli uomini dal resto) … quando al posto delle veline ci saranno due sfigati mezzi nudi… vedo poca televisione ,ma ti posso dare un link http://www.youtube.com/watch?v=aMimjiEmeh8&hd=1 …. sui cinepanettoni bah li trovo insulsi ….molto probabilmente verrò bannato anche da questa pagina (come in quasi tutte le pagine femministe ,ma sarà che è più forte di me e non riesco a non rispondere quando leggo queste cose
mauro recher(Quota) (Replica)
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Ora, a prescindere dal fatto che la mia visione del rapporto di coppia (se vogliamo, della vita intera) è più Tolstojana, non sopporto discriminazioni di questo tipo.
Perché lui dovrebbe averne altre e lei uno solo?
Come se l’uomo fosse sempre in vantaggio rispetto alla donna relativamente a “qualcosa”.
Non riesco a farmene una ragione, non lo accetto.
È quasi una questione personale, d’onore.
C’è uno scarto terribile tra il l trattamento che subisce una donna e quello subito dall’uomo,
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Seriamente: ma queste complessate di quale epoca e di quale società parlano? E quale realtà descrivono? Quella dei film, forse? Ma in cosa sarebbe in vantaggio l’uomo, per quanto concerne il rapporto con l’altro sesso? Dove sono tutti questi “casanova” pieni di donne? Sempre nei film o nei romanzi?
Ora, chiunque abbia occhi per guardare e orecchie per ascoltare, non può non accorgersi del fatto che nel nostro contesto sociale (come in altri) moltissimi uomini sono soli come cani. Altro che pieni di donne! Se hai una relazione, scopi, sennò tocca andare a mignotte e se non hai denaro da spendere devi tirarti qualche sega: punto! Viceversa, una femmina, anche se non particolarmente avvenente, ha problemi a trovare qualcuno solo se ha fisime e paranoie di vario genere nella bacata testolina.
Poi sì, è vero che ancora oggi una femmina cosiddetta “facile” (dove sono?) è giudicata una “troia”, una “zoccola”, ecc. in senso dispregiativo, ma è anche vero che sono le stesse femmine a considerale tali, e non solo i masochisti uomini.
Quelle stesse femmine che se ci provi ti dicono che sei un rompi coglioni, un molestatore, “un morto di figa”, ecc, ma se non ci provi affermano che ormai “non esistono più gli uomini di una volta”, oggi “sono tutti froci e impotenti”, ecc.
Ma che vadano a cagare tutte quante.
Daniele(Quota) (Replica)
Mauro Recher:
qui Uriel Fanelli che fa la tua stessa analisi, nella seconda puntata della vicenda Valentina Nappi
http://www.keinpfusch.net/2013/07/chi-ha-paura-di-sasha-grey.html?spref=fb
La cosa che le femministe non vogliono capire, cioe’ e’ che
se esistesse un dominio maschilista, ove si formano classi e i maschi dominano e decidono chi fa cosa, i maschi non farebbero un cazzo da mane a sera, e le donne farebbero TUTTO. L’ultimo dei problemi delle donne sarebbe “l’accesso al mondo del lavoro”.
In un mondo simile, le donne non avrebbero il problema dell’ “accesso ai lavori”, avrebbero solo UN problema: l’uscita dal lavoro. In un simile sistema di classi, i morti sul lavoro non sarebbero per il 97% uomini: sarebbero per il 100% donne. In un simile sistema non morirebbero soldati in guerra. Morirebbero soldatesse.
In un certo senso, queste femministe che detestano il “maschilismo” e credono che i maschi tramino per avere il lavoro e lasciare la donna a casa non hanno capito un cazzo: il maschio non sogna di fare tutti i lavori “migliori”, sogna di non farne neanche uno.
Se le femministe vogliono che le donne accedano ad OGNI lavoro, non devono fare altro che dare il dominio completo di ogni cosa agli uomini: da quel momento, NESSUN lavoro manchera’ alle donne. Semmai, il problema sara’ liberarsene.
Con questo voglio dire che non esiste alcuna ideologia suprematista chiamata “maschilismo”, e non esiste nemmeno alcun “dominio dei maschi”. Esiste un sistema di ruoli, i quali spingono il 90% dei CDA ad essere maschi, ed il 97% dei morti sul lavoro ad essere maschi: un sistema sociale che ha pro e contro.
Possiamo discutere se valga la pena avere 97 banchieri maschi che guadagnano un milione di euro ogni anno al costo di 1040 uomini morti sul lavoro, ma il punto e’ che descrivere questo problema come “maschilista” e’ ridicolo: lo stesso schematismo produce SIA la maggioranza di uomini morti sul lavoro che la maggioranza di CDA. Quando c’e’ la prevalenza di una classe su un’altra, tutta la cuccagna sta da una parte e tutta la fregatura dall’altra.
l’errore POLITICO delle femministe e’ di vedere una lotta di classe ove non esiste, di vedere una dominanza inesistente, e di confondere un fenomeno (i ruoli) che ha effetti nefasti da entrambi i lati con un fenomeno di dominanza di un lato sull’altro.
Rita(Quota) (Replica)
Rita ..perfetto ,niente da aggiungere
mauro recher(Quota) (Replica)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/29/maschilismo-legemonia-che-non-tramonta-colpa-di-stereotipi-tv-e-politica/670225/
Il libro è la sagra dei più triti e ritriti luoghi comuni del più scontato e banale veterofemminismo di sempre. Diventa addirittura grottesco quando l’autrice scrive testualmente:“tutti i maschi, anche quelli che non si riconoscono nel modello dell’egemonia maschile, “riscuotono la loro parte del dividendo patriarcale”, traggono cioè vantaggio da questa egemonia”.
Qui siamo al vero e proprio delirio ideologico (e non solo).
Molto simpatiche le risposte di alcuni blogger, come quella di tale Capitan Findus che le risponde:”Domani stesso vado in banca ritirare la mia parte del dividendo…”.
Qualcuno gli ha giustamente ricordato che questa egemonia, solo per dirne una, fa sì che a crepare sul lavoro siano soltanto uomini. E siamo in una società egemonizzata dalla spregevole cultural patriarcale e maschilista. Pensa se fossimo stati in una società femminista…
Il libro dice che noi maschi siamo privilegiati…sarà…io ancora devo capire dove, come, quando e perché…forse ho sbagliato pillola, dovevo prendere la blu invece che la rossa, o viceversa? Non ricordo più…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi,
Concordo. Ho letto quell’articolo. Ancor prima che tu lo segnalassi. E stavo per rispondere proprio sul passaggio che hai estrapolato: “Mentre tutti i maschi, anche quelli che non si riconoscono nel modello dell’egemonia maschile, “riscuotono la loro parte del dividendo patriarcale”, traggono cioè vantaggio da questa posizione di supremazia.”
Non l’ho fatto per due motivi.
Il primo di ordine pratico. Che una che come Elisabetta Ambrosi non può nemmeno concepire, divisa com’è tra Vanity Fair, Italianieuropei (il fogliastro della fondazione di D’Alema per capirci…) ed Europa: correre quotidianamente come pazzi per guadagnarsi la pagnotta.
Il secondo più di sostanza. Cosa gli rispondi, di serio, ad una così? Ironia e sberleffo a parte.
L’unica risposta forse è di augurargli, un giorno, il più vicino possibile, di usufruire di quel “dividendo“.
Ma usufruirne davvero, invece di stare al calduccio. Nella bambagia che “I Capitalisti di Sinistra” gli garantiscono. Se vuole gli cedo volentieri il mio.
…
PS. Ho inserito quella nota sulla Ambrosi non per scendere su un piano personale, ma perchè ritengo importante conoscere con chi si ha a che fare. Poi ognuno si fa l’idea che vuole.
.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
L’ultima perla di un personaggio che ormai conosciamo bene …CHI E’ ANTIFEMMINISTA E’ ANCHE RAZZISTA
http://www.massimolizzi.it/2013/07/lantifemminista-andrea-scanzi.html
Una perla di questo tipo mi mancava…
mauro recher(Quota) (Replica)
http://femdominismo.wordpress.com/2013/08/04/luomo-privilegiato/
mauro recher(Quota) (Replica)
Il mondo della filosofia è sessista? – Il caso McGinn riapre il dibattito
di Serena Danna
……..
Non bastavano le chat erotiche con le studentesse del candidato sindaco di New York Anthony Weiner, o le molestie del sindaco di San Diego Bob Filner, l’estate americana degli scandali sessuali entra anche in accademia. Colin McGinn, acclamato filosofo inglese, ha rinunciato alla sua cattedra all’Università di Miami per evitare un’indagine su presunte avance via sms e mail a una corsista. A rendere tutto più sgradevole, ci sarebbe l’atteggiamento del professore che — sul suo blog — si è difeso con le armi della retorica e della logica, sottolineando l’incapacità della donna di analizzare il suo linguaggio. La vicenda, denunciata agli inizi di giugno dal «Chronicle of Higher Education», è finita in prima pagina sul «New York Times», riaccendendo online la discussione sul sessismo nel mondo della filosofia. Secondo uno studio della sociologa Kieran Healy, pubblicato il mese scorso, dal 1992 a oggi gli articoli «degni di menzione» a firma femminile su riviste accademiche sono stati il 4% del totale. Non va meglio nelle università, dove le donne rappresentano il 24% del personale accademico e il 31% dei dottorati. La misoginia che ha caratterizzato buona parte del pensiero filosofico occidentale — da Aristotele che considerava le donne sprovviste di autorità a Kant che le vedeva come strumenti di piacere —, raccontata in un volume del 2001, Le donne da Platone a Derrida a cura di Françoise Collin, Evelyne Pisier e Eleni Varika (Plon Editore), continuerebbe anche nelle iperconnesse aule universitarie del 2013. Lo sa bene Jennifer Saul, dottorato a Princeton, oggi a capo del dipartimento di filosofia dell’Università di Sheffield, che nel 2010 ha lanciato il blog «What is like to be a woman in philosophy?», in cui raccoglie racconti di studentesse, ricercatrici e insegnanti «vittime» dei soprusi, non solo intellettuali, dei colleghi maschi. «Nella tendenza a dividere gli studenti tra brillanti e semplicemente grandi lavoratori, per non dire stupidi —ha detto al “New York Times” —, le donne rientrano spesso nella seconda categoria». È ora di farlo presente.] di Serena Danna
Non bastavano le chat erotiche con le studentesse del candidato sindaco di New York Anthony Weiner, o le molestie del sindaco di San Diego Bob Filner, l’estate americana degli scandali sessuali entra anche in accademia. Colin McGinn, acclamato filosofo inglese, ha rinunciato alla sua cattedra all’Università di Miami per evitare un’indagine su presunte avance via sms e mail a una corsista. A rendere tutto più sgradevole, ci sarebbe l’atteggiamento del professore che — sul suo blog — si è difeso con le armi della retorica e della logica, sottolineando l’incapacità della donna di analizzare il suo linguaggio. La vicenda, denunciata agli inizi di giugno dal «Chronicle of Higher Education», è finita in prima pagina sul «New York Times», riaccendendo online la discussione sul sessismo nel mondo della filosofia.
Secondo uno studio della sociologa Kieran Healy, pubblicato il mese scorso, dal 1992 a oggi gli articoli «degni di menzione» a firma femminile su riviste accademiche sono stati il 4% del totale. Non va meglio nelle università, dove le donne rappresentano il 24% del personale accademico e il 31% dei dottorati. La misoginia che ha caratterizzato buona parte del pensiero filosofico occidentale — da Aristotele che considerava le donne sprovviste di autorità a Kant che le vedeva come strumenti di piacere —, raccontata in un volume del 2001, Le donne da Platone a Derrida a cura di Françoise Collin, Evelyne Pisier e Eleni Varika (Plon Editore), continuerebbe anche nelle iperconnesse aule universitarie del 2013. Lo sa bene Jennifer Saul, dottorato a Princeton, oggi a capo del dipartimento di filosofia dell’Università di Sheffield, che nel 2010 ha lanciato il blog «What is like to be a woman in philosophy?», in cui raccoglie racconti di studentesse, ricercatrici e insegnanti «vittime» dei soprusi, non solo intellettuali, dei colleghi maschi. «Nella tendenza a dividere gli studenti tra brillanti e semplicemente grandi lavoratori, per non dire stupidi —ha detto al “New York Times” —, le donne rientrano spesso nella seconda categoria». È ora di farlo presente.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Che palle ‘ste donnette rompi coglioni… E’ un lamento continuo, non se ne può più.
Più tempo passa e più le trovo repellenti: fanno veramente ammosciare il cazzo.
Marco(Quota) (Replica)
«Nella tendenza a dividere gli studenti tra brillanti e semplicemente grandi lavoratori, per non dire stupidi —ha detto al “New York Times” —, le donne rientrano spesso nella seconda categoria».
SARA`PERCHE`LO MERITANO? NOOOO…
Megapappagallus(Quota) (Replica)
http://27esimaora.corriere.it/articolo/la-legge-sulle-quote-rosa-che-ha-fatto-raddoppiare-le-donne-ai-vertici/
Marco(Quota) (Replica)
Da qualche parte, in passato, ho letto che qualche vecchio della q.m. considerava il femminismo una sorta di malattia mentale: non sbagliava.
>>>
http://27esimaora.corriere.it/articolo/meno-fertili-forse-piu-umani/
Marco(Quota) (Replica)
GIA`.
Il problema e`che molti omuncoli maschiopentiti provocano lo stesso ribrezzo, e il maschiopentitismo si espande.
Pappagallus albus(Quota) (Replica)
Le cagate delle femministe e dei mass media occidentali sulla “donna oggetto” stanno invadendo anche l’Europa dell’est.
>>
http://www.youtube.com/watch?v=RukwncFJqTE
Marco(Quota) (Replica)
insomma, la tua bacheca è impressionante. c’è perfino un comunicato degli uomini beta… e qui intervieni per parlare di Lorena Bobbitt
questa e la risposta di Marina Terragni ad un altra utente che alcuni conoscono bene (Adriana Tisselli)
Mi piace molto questo “perfino” …nel senso che ci poteva essere di tutto ,ma proprio di tutto ,am perfino un comunicato degli uomini beta , quello no
Sigh mi viene da piangere
Mauro Recher(Quota) (Replica)
Mauro Recher,
Personalmente, dovessi incominciare a ricevere apprezzamenti dalla Terragni incomincerei seriamente a preoccuparmi ….
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Anch’io Luigi …però ,mi ha colpito quel perfino …nel senso che ,come detto in precedenza ,nella bacheca ci poteva essere di tutto ma non quella cosa ..forse ci reputa il male assoluto ,il peggio del peggio …non è che sia importante cosa pensa di noi ,ma fa pensare ….
Mauro Recher(Quota) (Replica)
http://antropologiaesviluppo.wordpress.com/2013/08/02/la-bella-la-bestia-e-lumano-sessismo-e-razzismo-senza-escludere-lo-specismo/
il 90 % delle ricchezze in mano agli uomini e il 50 % del lavoro fatto dalle donne …
Ma allora io faccio parte di quel 10 % che è senza ricchezza ,se non è sfortuna questa
Mauro Recher(Quota) (Replica)
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il 90 % delle ricchezze in mano agli uomini
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In mano ad ALCUNI uomini, che poi trasferiscono soventemente quelle ricchezze nelle mani di fidanzate, mogli, amanti, figlie, eccetera.
Basti citare Berlusconi e tanti altri ricconi, letteralmente svenati dalle rispettive consorti.
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e il 50 % del lavoro fatto dalle donne …
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Quale genere di lavoro? A cosa ci riferiamo?
Sicuramente ci sono lavori svolti quasi esclusivamente da donne e altri (i peggiori) svolti quasi esclusivamente da uomini. Quindi?
Tiziano(Quota) (Replica)
Mauro Recher,
…….
Dici davvero Mauro?
Rozza, sessista, persino “omofoba” (la coppia di lesbiche con figlio le va bene perchè …. la coppia di gay invece no perchè ….).
Ma dai ….
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Ma figurati Luigi , è il perfetto esempio della misandria ..ha scritto ” In Italia abbiamo un problema e quel problema sono gli uomini ,secondo te ,cosa devo pensare ? Dicevo pensare nel senso come siamo “etichettati” ma come si dice …molti nemici ,molto onore ;), ecome hai detto giustamente, la Terragni sta bene anche cosi ed non è eccelso
Mauro Recher(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia,
Mauro Recher,
La Terragni e`una che si commenta da se`. Leggete quel che “scrive”.Sa solo seminare odio e rancore allo stato puro . Io personalmente sono FIERO, da Uomobeta, di essere indicato come il male assoluto da una cosi`. Significa che sto agendo bene. Avanti cosi`. Grazie, Marina.
Pappagallus ferus(Quota) (Replica)
..nel frattempo, il nazifemminismo per kreare krande razza asessuaten sotto ottika femminazi proseguen in tutta europa ja?!?!?
NUOFA SKUOLEN!
HEIL VAGINA!
Damien(Quota) (Replica)
Damien,
Damienen, tu piantare mettere in ritikolen noi kamaraden feministen! Noi rompere te kulen si no smetteren!
Pappakallen Nazisten(Quota) (Replica)
http://femdominismo.wordpress.com/2013/08/26/la-via-delleden/
Mauro Recher(Quota) (Replica)
The Doll Test. Bambine e bambini messi davanti a due bambole identiche, una bianca e una nera, rispondono ad alcune domande. Qual è la bambola bella? Quella brava? Quella buona? Intelligente?
E quella brutta, cattiva, stupida, qual è?
Per la stragrande maggioranza bianco vuol dire buono, bello, positivo, nero è invece brutto e cattivo. Perchè?
Basta aspettare la domanda: qual è secondo te il colore della pelle che gli adulti preferiscono? E arriva la risposta.
I condizionamenti razzisti si imprimono nella cultura e la percezione di bambini anche piccolissimi nell’analisi degli altri e soprattutto di sè. Così vedere bambini neri invidiare i bianchi per il colore della pelle ci fa venire ancora più voglia di lottare contro stereotipi, discriminazioni e disugaglianze sociali. (L)
https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=tkpUyB2xgTM#t=543&hd=1
Tratto da quel ormai politicamente corretto blog di un altro genere di comunicazione ..sarebbe interessante anche fare una prova diversa , mettere un bambolotto e una bambola e fare le stesse domande “Chi è più cattivo ?” …credo che la risposta la sappiamo gia, ma allora non è che ,con i loro blog e la loro “cultura” che alimentano tutto questo ?
Mauro Recher(Quota) (Replica)
Mauro Recher,
“Tratto da quel ormai politicamente corretto blog di un altro genere di comunicazione ..sarebbe interessante anche fare una prova diversa , mettere un bambolotto e una bambola e fare le stesse domande “Chi è più cattivo ?” …credo che la risposta la sappiamo gia, ma allora non è che ,con i loro blog e la loro “cultura” che alimentano tutto questo ?” (Mauro)
Il paradosso è che il “politicamente corretto” nasce, in teoria, proprio per combattere quelle forme di razzismo “tradizionali” e becere che ben conosciamo ma finisce paradossalmente per alimentarle e per crearne di altre che sono quelle che conosciamo altrettanto bene…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Le cose, la realtà è ben più complessa. Lo so da me.
Però, di fronte a notizie come questa (e pur con la presunzione di innocenza fino a sentenza contraria. io a queste “piccolezze” ci tengo ancora), ancorchè prevedibilissime (almeno per le persone non ideologicamente indottrinate) e oramai sempre più numerose, la tentazione nei confronti delle zanardiane, boldriniane, terraniane, etc. … etc. …. è grande.
La tentazione di chiedergli: è questa la famosa specificità femminile? Esiste un modo, tutto diverso e tutto femminile per fare lo scendiletto (politico) di D’alema? Per rimanere al caso specifico.
Ma non lo farò. E non per loro. Ma per me stesso. Non voglio scendere al loro livello.
Tav Firenze: arresti ai domiciliari per Lorenzetti (Pd), ex presidente dell’Umbria
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia,
In realta`sai benissimo che se questa tizia e`sotto torchio e`perche`la magistratura ALLORA e`fascista, patriarcale, maschilista. Infatti le sentenze in ambito di diritto di famiglia sono li`a dimostrarlo…
Pappagallus italicus(Quota) (Replica)
…
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Articolo ridicolo a parte, che peraltro evidenzia come per le femministe – ed anche per la maggior parte delle donne comuni odierne – il principale obiettivo della vita sia il potere e non l’ “amore”, non so se questo post sia stato realmente scritto da un uomo, ma considerando i castrati mentali di cui siamo ormai infestati lo ritengo altamente probabile.
http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/CRONACA/donne_maria_latella_fabiola_gianotti_ricerca_scientifica_politica/notizie/326649.shtml
@@
Le donne
L’anima, il cuore e la forza che ci traina.
10 uomini non fanno una donna per tenacia e coraggio.
Detto da un uomo, vale.
Visto che per noi uomini sono inarrivabili, qualche vile, si permette di alzare le mani, solo perchè con la testa non si avvicinerà mai alla grandezza di una donna.
Una famiglia senza un uomo va avanti, senza una donna si disintegra.
W le donne
Spero Dio si fennina
Commento inviato il 16-09-2013 alle 12:02 da 1900 IL CALCIO
@@@@
Uno schifo.
Marco(Quota) (Replica)
Dimenticavo: quel tizio ha scritto che “Una famiglia senza un uomo va avanti, senza una donna si disintegra.”
Bene, una società moderna, invece, senza gli uomini torna allo stato di natura: senza tecnologia, progresso, strade, luce, gas, riscaldamento e quant’ altro…
Marco(Quota) (Replica)
E riguardo al loro “superiore” coraggio, sarebbe bello vederle in prima linea in situazioni di questo genere…
http://www.google.it/imgres?imgurl=http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/83/Vietcong.jpg&imgrefurl=http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_del_Vietnam&h=2474&w=3000&sz=1554&tbnid=XQX_6r0MpL-6XM:&tbnh=90&tbnw=109&zoom=1&usg=__iQzdjgpMiuoWNOOllc-hZ6B1tcg=&docid=YEBqpHddSoI2OM&sa=X&ei=Zig3Uqa2NcmK7Aau_4G4Cg&sqi=2&ved=0CEkQ9QEwAw&dur=469
Marco(Quota) (Replica)
Marco,
Ma gli diamo pure retta a questi idioti, Marcoli`? Proiettano su tutto il genere maschile le LORO carenze. Qui sotto se sostituisci “gli uomini”col nome del tizio (il calcio?) che ha scritto `sto aborto
tutto prende senso. Povero imbecille! Il calcio! Ma sparati!
“Le donne
L’anima, il cuore e la forza che ci traina.
10 uomini non fanno una donna per tenacia e coraggio.
Detto da un uomo, vale.
Visto che per noi uomini sono inarrivabili, qualche vile, si permette di alzare le mani, solo perchè con la testa non si avvicinerà mai alla grandezza di una donna.
Una famiglia senza un uomo va avanti, senza una donna si disintegra.
W le donne
Spero Dio si fennina
Commento inviato il 16-09-2013 alle 12:02 da 1900 IL CALCIO”
Pappagallus italicus(Quota) (Replica)
Oh-oh…ora ho capito.
Come si firma il tizio? Avete letto bene?
Io li`per li` no. Poi ho realizzato.
” da 1900 IL CALCIO”
Oh, mio dio…Fabrizio, ce li avete sono anche tra di voi.
Altro che ultracorpi.
Pappagallus italicus(Quota) (Replica)
Pappagallus italicus,
sono dappertutto…del resto Serena Dandini è tifosissima della a.s. roma…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Riporto da Fabriziaccio (su FB):
*******
E’ il caso che si cominci a prendere veramente sul serio la deriva della libertà d’opinione presa dalla Unione Europea, in merito di *-fobia. Temo che il terrorismo piscologico esercitato dai media, facendosi scudo di “donne bambini” e recentemente dell’intera comunità LBGT, insomma tutti meno gli uomini adulti, abbia veramente cacciato nella tana lo spirito critico e la dignità umana. Che dietro questo disegno ci sia il femminismo radicale, non ci sono dubbi.
E tutto diviene non solo chiaro, ma esplicito nel documento che allego al pagina 3, un documento dal titolo così inclusivo da non poter non suscitare l’adesione spontanea, emotiva, emapatica di tutti “Quadro Europeo per la promozione della tolleranza – Sottoposto con l’obiettivo di essere attuato dalle legislature deigli Stati Europei”.
“The purpose of this Statute is to:
….
(e) Take concrete action to combat intolerance, in particular with a
view to eliminating racism, colour bias, ethnic discrimination,
religious intolerance, totalitarian ideologies, xenophobia, antiSemitism, anti-feminism and homophobia.”
Insomma le leggi nazionali dovrebbero contrastare l’antifemminismo. C’è ancora qualcuno che vuole scherzare sul femminismo e sulla sua deriva totalitaria? Si accomodi…
A EUROPEAN FRAMEWORK NATIONAL STATUTE FOR THE PROMOTION OF TOLERANCE
SUBMITTED WITH A VIEW TO BEING ENACTED BY THE LEGISLATURES OF EUROPEAN STATES
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Si sapeva. Sono tollerantissimi verso tutto e tutti, tranne con chi non ha idee identiche alle loro. Per loro ogni idea vale l’altra purchè sia la loro stessa idea, e ogni persona vale quanto un’altra purchè la pensi a modo loro. E’ l’intolleranza dei tolleranti, il politicamente corretto elevato a pensiero unico ammissibile. In definitiva una forma mascherata, ma sempre meno, di totalitarismo.
armando
armando(Quota) (Replica)
Ormai stanno gettando la maschera. Io, femminista, rappresento il bene e il giusto e tu, uomo, se non accetti le mie decisioni sei al livello di un razzista, di un antisemita, di un omofobo… oramai compare nero su bianco su sempre più numerosi e importanti documenti ufficiali. Il tutto nel silenzio più generale: ci ritroveremo immersi nella “dolce” dittatura femminista senza che la stragrande maggioranza delle persone se ne sia accorta. Spero vivamente di sbagliarmi, ma tira una brutta aria.
Alessandro(Quota) (Replica)
Ho letto appena questo su facebook e vorrei proporlo anche come articolo …scritto dall’admin “la FEMMINISTA DI MERDA”
Leggo su ogni portale “pro donna” (italica) ogni forma plausibile di violenza verso l’uomo.
Ogni forma di violenza è legittimata, è incredibile.
“fagliela pagare” “ammazzalo” “è giusto” “deve stare zitto” “voleva avere ragione” “frocio” “tiragli un calcio nelle palle” “ahahah quanto godo” accuse di maschilissimo a destra e a manca sopratutto quanto più è coerente e retta la discussione, quanto prima arrivano le accuse di misoginia. Ho visto una foto in cui una ragazza uccideva un maschio che voleva avere ragione. E poi cercava nel frigo qualcosa da bere o mangiare “come se non fosse successo niente”.
E non vi dico i commenti: c’è chi pensava al frigo, che veniva sporcato dal sangue e si preoccupava di non avere più un frigo pulito.
Ma avete idea di cosa scatenerebbe una foto al rovescio in cui lui uccide lei e si beve una birra con la didascalia “Voleva avere ragione la troia”.
E’ quei il baricentro spostato. E’ qui che si capisce che non è vero ciò che chiede il femminismo italiano. E’ in avvenimenti come questo e nelle reazioni che si capisce l’incredibile bugia.
E il fatto è che io capisco. Per me è giusto desiderare una reazione violenta: posso capirla l’immagine, e la frustrazione che tenta di spiegare.
Però, quella maschile, viene repressa. Non è “legittimata” non viene “capita” viene solo condannata: perché la natura ha reso l’uomo più forte apposta per questo. E’ dei meriti maschili che le femministe sono terrorizzate, e tra questi c’è indubbiamente la forza fisica. Bel merito del cazzo tra l’altro, dato che a morire in miniera mandano lui, mica la stronza di sua moglie.
Questo è il femminismo nel suo “Backstage”. Donne che odiano gli uomini.
Non c’è dell’altro. Non hanno interesse a migliorare le cose, ma solo la loro situazione.
Però non soffrendo e penando come farebbe un uomo, dovendo dimostrare 2 volte la sua forza: ma pretendo in base al loro sesso: sono Donna quindi merito qualcosa di più. Chi te l’ha insegnata sta cazzata che non ti farà mai crescere?
E’ impensabile di avere torto per queste persone, e aumentano sempre di più, ci sono problemi psicologici patologici, cronici e latenti, il cui vittimismo impedisce l’accesso e a falla nel limite che non si da loro, (che esse hanno capito bene, perché sono intelligenti, mica tifose di calcio) la usano in modo estremamente aggressivo e animale.
Che va bene.
Però allora voglio usare anche la mia di forza, se legittimiamo ogni arma, perché l’uomo non può usare le sue? Non capiscono che continuando cosi, stanno attirando a loro le frustrazioni, l’odio, le rabbie, di tutte le umiliazioni maschili che stanno lasciando sul percorso. Cazzo, ma tutti questi anni di movimento e il MASSIMO è stato EMULARE i maschi? Qual’è l’aggiunta? Dov’è il merito per avere un punto solo in base al sesso? Cosa avete aggiunto alla modalità di pensiero, ragionamento, che usavano i “maschilisti”? Cosa offrite come miglioramento sostanziale? Nulla. Ossessionate dal “pari” che però non riguarda il corteggiamento ad esempio. Ossessionate dal pari che però dice “anche io voglio picchiare un uomo e sottometterlo” che però scompare quando bisogna subirla questa cosa che diventa da “maschilisti”. Ci sono buchi da tutte le parti. La ricerca di parità femminista è una cazzata di dimensioni impressionanti, e la capirete solo quando uscirete da questo paese per un pò.
Mantengono la loro situazione, seppur sofferente, pur di agguantare aumento di potere, che sia di tipo relazionale, politico, lavorativo etc etc.
Siamo il primo stato ad avere un nuovo fascismo, ed è di tipo lesbo-misandrico.
Che popolo di coglioni, solo noi.
Voglio ricordare com’è finita al Duce. Brutte idiote. Brutte idiote al pari dei maschilisti. Io non so come farvi capire, e forse non ho nemmeno i mezzi.
Ma vi posso dire che da fuori, per quanto siate fiere (come ogni persona che è stata umiliata in passato) di avere la vostra “vendetta” storica, che è basata sul nulla. Sulla chiusura mentale più assoluta. Sul criminalizzare, colpevolizzare, col fingere civiltà ma colme di un odio animale e prive della stabilità mentale per gestirlo.
Ho letto su post riguardanti la Boldrini che “fa paura l’intelligenza femminile”.
Ma siete fuori? Ma la critica dove l’avete scordata? E il cambiare perché qualcuno dimostra che hai torto, dove l’hai lasciata? L’umiltà? Dov’è? Conta solo la tua frustrazione e guai a chi si mette in mezzo alla tua sete di vendetta e potere e sei pronta a giustificare tutto?
Come un maschilista insomma.
https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=573624929341754&id=519692208068360
Mauro Recher(Quota) (Replica)
Lorenzetti: “Quello studente va promosso” e il raccomandato prese 30 in patologia
…….
La professoressa Grossi afferra al volo la richiesta: “Ho capito, ha bisogno di non essere fermato ingiustamente, diciamo così, per qualche finezza accademica”. “Ecco ecco, brava, hai capito perfettamente, Gaia mia”, le fa eco la presidente Lorenzetti: “Noi siamo concrete e pratiche senza tante seghe. Insomma, questa è l’ansia di chi dice: “Io non è che sono figlio di papà, sono uno normale che però sto più avanti di quest’altro, allora vorrei arrivare prima””.
Per continuare clicca qui …..
………
Shhhhh ….. la famosa specificità femminile al lavoro ….
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Mussolini femminista in erba, anche se non ne era consapevole…
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=539270886140076&set=a.415642955169537.89941.415529121847587&type=1&ref=nf
Esattamente quello che sostiene il femminismo (in particolare quello della differenza).
Del resto è risaputo, la violenza è maschile…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Tragedia di Lampedusa.
Vedo ora il titolo del Corrierone:
“Metà degli affogati sono donne”.
Di solito infatti all’ 80-90% sono uomini.
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
Più chiara di cosi…
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/06/maternita-non-solo-servizi-il-mercato-metta-al-centro-la-riproduzione/734721/#comment-1072729360
……
La riproduzione non è incentivata perchè non è maschile.
Inutile chiedere incentivi, tanto non capiscono, non è affare loro.
Anzi, da sempre è stata sottovalutata, ridotta a mero passaggio meccanico, importante solo in funzione dei loro interessi, degradata a uso e consumo maschile, insultata dalla chiesa come dovere femminile,
come peso, a volte ingombrante delle donne…motivo per ripudiarle o accettarle.
Per non parlare del fatto che ora sono arrivati anche i gay …e anche questi
cercano di ridurla a inezia, fatto secondario….tanto che anche loro chiedono di poter essere considerati mammi.
Io penso che se vogliamo mettere la maternità al centro del mondo, ruolo che le compete dobbiamo iniziare ad occupare i poteri che contano: legislativo, economico, produttivo e cominciare a cambiare il mondo in senso femminile, secondo un’ottica femminile; riportare i valori nella loro giusta scala. Prima la vita, prima chi da la vita, le donne, e poi il resto.
Quindi maggior impegno da parte delle donne, cambiare la legislazione, imporre strutture di aiuto, incentivare l’imprenditoria, perseguire chi in qualsiasi modo tenta di punire la maternità e soprattutto chiarire che sono le donne che mantengono in vita il mondo e quindi a noi spetta un ruolo privilegiato rispetto a chiunque altro, anche nelle decisioni relative.
Ma dobbiamo essere noi ad impegnarci nel cambiamento
Chiedere ad una società condotta da maschi, di pensare ad un momento così femminile come la maternità e un po’ come chiedere ad un astemio di far pubblicità ad un rosso…
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
è nat*, a Bari l’Archivio di Genere – 09 ottobre 2013, dalle 10:00
……
Note: Per la prima volta in Puglia un progetto che va al di là dei confini della cultura neutramente intesa: un Archivio di Genere (AdG) che mira a valorizzare un patrimonio documentario spesso trascurato e poco conosciuto: le conoscenze delle donne.
Lidea di un Archivio di Genere nacque oltre un decennio fa a seguito di una virtuosa collaborazione scientifica e didattica tra studiose dellex-Dipartimento di Linguistica, Letteratura e Filologia Moderna, oggi in gran parte confluito nel Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione, e il Centro di Documentazione e Cultura delle Donne (CDCD) di Bari. Nel 2011, grazie al determinante apporto del CDCD, il progetto, cui aderirono anche anche il Centro Interdipartimentale di Studi sulla Cultura di Genere dellUniversità di Bari e lAssociazione cittadina Aracne, prese finalmente forma e venne dal Dipartimento sottoposto al vaglio della Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia. Felicemente, lidea progettuale fu ritenuta meritevole di contributo.
Il luogo simbolico dellAdG vuole essere idea di agorà in cui far confluire il desiderio-necessità di raccogliere, leggere e analizzare ciò che appartiene allesperienza storica che oggi chiamiamo cultura di genere e in particolare al pensiero delle donne. E tuttavia il progetto AdG è stato costruito non per riservare a questo luogo, che ambisce a presentarsi come ponte tra Università e sfera pubblica, una funzione esclusivamente documentaria e archivistica, pur indispensabile, ma al fine di costruire le condizioni materiali e culturali per favorire, oltre alla trasmissione e la diffusione del ricchissimo patrimonio di esperienze e conoscenze prodotto dalle donne, o intorno alla questione genere, lo studio, la ricerca, la progettazione e la fruizione di esperienze innovative, nonché lo scambio generazionale e la socializzazione delle esperienze, costruendo una sorta di rete tra sapere e saperi.
Obiettivo ambizioso dellAdG è quello non solo di trasmettere le culture delle donne e dei generi sessuati, fornendo spunti di riflessione e di approfondimento storico, socio-politico, culturale, ma anche di generare cultura, attraverso un percorso che idealmente porta a una proposta di partecipazione e sperimentazione rivolte al territorio meridionale senza slacciarsi dallambito nazionale e transnazionale: in questo consiste la novità, loriginalità e limportanza del progetto.
I titoli raccolti spaziano dai saggi scientifici alle opere di narrativa, dalle riviste letterarie alle sillogi poetiche: scritti di donne, ma anche sulle donne, a partire da una prospettiva di genere, che raccontano di un agire politico e pubblico su temi e ambiti di ricerca quali le scienze, l’economia e il lavoro, la politica, il giornalismo, le arti, la letteratura. Un universo ancora poco esplorato ma con un enorme potenziale di riflessione e ulteriori forme di progettualità: dalla formazione di figure professionali coerenti col progetto AdG, a progettazione di percorsi rivolti al territorio, alla creazione di un network regionale con diramazioni glocal di mediateche, archivi, centri documentali su specifici aspetti della conoscenza.
La nascita dellarchivio, fortemente desiderata dalla responsabile scientifica, Paola Zaccaria, docente di Culture Letterarie e Visuali Anglo-americane da decenni impegnata in studi e politiche di genere, è stata assistita dalle componenti del gruppo progettuale, dalle catalogatrici del CDCD, dalle studentesse e gli studenti del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione che, dopo un necessario corso di formazione teorica (a cura dei bibliotecari Domenico Lopez e di Silvia Magistrale, grazie alla lungimirante mediazione del delegato al sistema bibliotecario dAteneo, Prof. Onofrio Lopez), sfruttando le conoscenze pregresse in ambito di Studi Culturali e di Genere, hanno contribuito a classificare, sistemare e catalogare i libri e materiali raccolti dal CDCD, da Aracne e da tantissimi generosi donatori e donatrici.
La fruizione, diretta e on line, del fondo documentario garantisce al nostro territorio loccasione dinteragire con realtà nazionali e internazionali, offrendo la possibilità di entrare in contatto con storie di donne di differenti generazioni e differenti culture, con lo scopo di sedimentare una memoria storica stratificata.
Sede e orari di consultazione:
Larchivio è per il momento ospitato nel plesso di Via De Rossi 233 del Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione. È già possibile da alcuni mesi usufruire del servizio di prestito e consultazione materiali, rivolgendosi alla Dott.ssa Claudia di Fino, in servizio presso la Biblioteca di Linguistica, Letteratura e Filologia Moderna, ubicata al piano terra dello stesso plesso.
Orari: LUNEDì e MERCOLEDì dalle ore 16:00 alle ore 17:30
VENERDì dalle ore 10:00 alle ore 12:00.
Gruppo iniziale di progetto: Prof. Maria Pagliara (ex- direttrice dellex-Dip. di Linguistica); Prof.sse Paola Zaccaria e Annarita Taronna (ora componenti del Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione); Anna De Giosa, Agnese Purgatorio e Letizia Guglielmi (componenti del Centro Documentazione e Cultura delle Donne); Pasquetta Colafrancesco (ex- direttrice del Centro Interdipartimentale di studi sulla Cultura di Genere) , Silvana Donno (ex- componente del CDCDonne e realizzatrice del catalogo Aracne).
Responsabile scientifico: Paola Zaccaria, prof. di Letterature anglo-americane, Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione, da decenni impegnata in studi e politiche di genere.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
http://femdominismo.wordpress.com/2013/10/12/sporco-maschio-italiano/
Mauro Recher(Quota) (Replica)
CORSO GRATUITO DI ALTA FORMAZIONE DONNE NEI CDA – Ordine degli Ingegneri della Provincia di Lecce
……
Tu pensa.
Io, il corso di aggiornamento sulla sicurezza (peraltro obbligatorio) ho dovuto pagarlo. Poco, ma pagarlo.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Dalla Home del Corrierone
1- Schiaffo al figlio … risarcimento alla madre.
Aspetto la notizia simmetrica: picchia la figlia, risarcimento al padre.
http://www.corriere.it/cronache/13_ottobre_21/condannato-un-mese-schiaffo-figlio-6-anni-99efc242-3a89-11e3-970f-65b4fa45538a.shtml
2- Basta mutilazioni femminili. Specie in Italia dove sono la regola da secoli. Anzi, no: propongo l’invasione liberatrice di tutti i paesi dove vengono praticate. (Ma mi accontenterei anche di un semplice bombardamento salvifico…)
http://27esimaora.corriere.it/articolo/mettiamo-fine-alle-mutilazionidei-genitali-femminilinellarco-di-una-generazione/
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
………
Sullo stesso fatto, ma prendendo la notizia da Repubblica ( Arezzo, schiaffo al figlio 6 anni papà condannato ad un mese) ieri su FB scrivevo quanto segue:
La cosa sarà anche OT, però mi ha incuriosito. Dall’articolo:
“Save the Children, attraverso un’indagine di Ipsos, ha rilevato che in Italia oltre un quarto delle madri e dei padri (27%) fa ricorso più o meno di frequente alle punizioni fisiche, che risultano educative per un quarto dei genitori, anche se il dialogo e l’ascolto restano i valori educativi fondamentali per la gran parte delle famiglie.“
Nell’articolo però si parla solo di condanne di padri.
Di cosa si tratta?
a) Strabismo informativo
b) 2 pesi e 2 misure giudiziarie
c) diverse sensibilità (in soldoni: le madri denunciano questi fatti più di quanto non lo facciano i padri).
A seguire riporto solo le mie stesse risposte, omettendo le altre un pò perchè leggermente fuori tema rispetto al mio quesito e un pò anche per questione di privacy.
Risposta 1
La mia osservazione era un pò diversa. Però non mi voglio esimere dal dire la mia sull’argomento.
Innanzitutto dovremmo dividere la casistica. Si, insomma, dovremmo suddividere e distinguere per bene quella che è l’esercizio di una violenza patologica in ambito familiare da quella che, con ogni probabilità abbiamo sperimentato tutti: qualche scappellotto, qualche sculaccione, etc…
Io non credo affatto siano la stessa cosa ed abbiano la stessa radice.
Per la prima (e solo su quella) sono d’accordo con Fabrizio (ndr – non si tratta di F. Marchi ). Ma un genitore che “batte” sistematicamente i suoi figli va da se che ha “qualcosa che non va” e non sarebbe nemmeno difficile da individuare ed aiutare, se non fossimo una società di bruchi che rimangono ostinatamente nel loro bozzolo invece di diventare farfalle e volare per il mondo.
Altra cosa è invece la pseudo-violenza di cui tutti, o quasi, abbiamo esperienza. Che non è mai sistematica. Non è mai programmatica. Ma può succedere. E se succede è inutile farne una tragedia. In un rapporto sano genitore-figlio, lo scappellotto occasionale è assolutamente ininfluente.
Ha ragione Ettore, quelle che fanno male sono quelle ingiuste. Ma con quelle ingiuste siamo nel patologico e ripeto, quella è tuttaltra cosa. E nessun psicologo mi convincerà del contrario.
Risposta 2
Rispondo a me stesso.
Per me sono valide tutte tre le ipotesi. Ma tutte e tre discendono da un unica discriminante: la diversa valutazione di violenza (fatta da entrambi i sessi, senza distinzione) a seconda che chi la agisce sia un uomo o una donna. Il resto ne è una conseguenza.
Faccio un esempio, in un ambito però ben più grave di violenza, che a me ha colpito molto perchè lo ritengo paradigmatico.
Le dichiarazioni, a suo tempo, dell’ex vice sindaco di Roma: Sveva Belviso.
I fatti: l’uccisione di due bimbi da parte dei genitori. Una volta da parte dell’uomo, l’altra volta da parte della donna.
Riporto le sue dichiarazioni in entrmbi i casi.
Un padre uccide il figlioletto di 16 mesi buttandolo nel Tevere.
…
“E’ una notizia terrificante che ci lascia sgomenti e attoniti – ha detto il vicesindaco di Roma Capitale, Sveva Belviso – Quanto avvenuto è un gesto di estrema crudeltà per il quale sono davvero superflue ulteriori parole di condanna. Il nostro pensiero in questo momento – aggiunge Belviso – va a quel bimbo innocente vittima della sconsideratezza e della violenza di un padre che, invece di difenderlo e di proteggerlo, lo ha trattato come un oggetto sul quale scaricare le proprie frustrazioni. Per questo padre – conclude il vicesindaco – auspico che venga emessa una pena esemplare e immediata e, alle forze dell’ordine e a tutto il personale operativo impegnato in queste ore nelle ricerche del bimbo, va il nostro ringraziamento””
http://roma.repubblica.it/…/infanticidio_roma-29312124/
…
Una madre uccide sua figlia e si suicida.
…
«È un fatto terribile che ci lascia senza parole». È quanto dichiara in una nota il vicesindaco Sveva Belviso, in merito al suicidio della donna che si è lanciata dal settimo piano insieme alla figlia di 8 anni nel quartiere Prenestino. «Quanto accaduto alla donna di 41 anni è un episodio tragico che si è consumato all’interno di un dramma familiare – continua Belviso – dove a essere coinvolta è stata anche un’anima innocente e senza colpe, sottratta alla vita in modo così atroce. Alla famiglia della donna desidero esprimere la mia personale solidarietà e di tutta l’amministrazione capitolina».
http://www.ilmessaggero.it/…/notizie/220009.shtml
…
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Self-entitled women are more likely to endorse benevolent sexism, study finds
No…. non ho imparato l’inglese … però l’argomento del sessismo cosiddetto “benevolo” recepito e accettato dalle donne è intrigante, oltre che reale.
Segue una traduzione di google dell’articolo.
……
Un alto senso del diritto – un aspetto di base del narcisismo – dispone donne di interiorizzare le credenze patriarcali, come ad esempio che le donne hanno bisogno di essere protetti da uomini o che le donne sono naturalmente buoni custodi (piuttosto che naturalmente buoni amministratori delegati.)
Questa è stata la scoperta chiave di ricerca pubblicato il 26 settembre nella rivista scientifica Social Psychological Science and Personality .
“Questa ricerca è stata progettata per testare una parte centrale della Ambivalent Teoria Sessismo che non è stato esaminato in precedenza – anche se non sessismo benevolo è attraente per le donne a causa delle sue promesse di benefici per le singole donne (nelle condizioni di essere curati e previsto da un uomo all’interno di una relazione intima), “il ricercatore Matthew D. Hammond, dell’Università di Auckland ha detto PsyPost.
Ambivalente Teoria Sessismo sostiene che gli stereotipi sulle donne sono disponibili in due forme principali: una versione ostile e una versione benevola.
Sessismo ostile è apertamente negativa e comprende credenze, come le donne di essere intellettualmente inferiori agli uomini. Questa forma di sessismo è facile da individuare, ed è anche conosciuta come la misoginia.
Sessismo benevolo, d’altra parte, è più controverso. Sembra essere positivo verso le donne, ma implicitamente suggerisce che i membri del “gentil sesso” sono dipendenti dagli uomini. L’idea che una donna ha bisogno e merita di essere sostenuta finanziariamente da un uomo che è un esempio di sessismo benevolo. Kathleen Connelly dell’Università della Florida ha riassunto il sessismo benevolo come la convinzione che “le donne sono meravigliose, ma debole.”
Per il loro studio, Hammond ed i suoi colleghi hanno avuto più di 2.700 donne e 1.600 uomini provenienti da Nuova Zelanda complete valutazioni psicologiche per misurare il loro senso di diritto e il rispetto delle convinzioni sessiste sulle donne. Le credenze inclusi affermazioni come: “Le donne devono essere amati e protetti da uomini” e “donne, rispetto agli uomini, tendono ad avere una sensibilità morale superiore”.
Questo gruppo di più di 4.400 persone è stato testato di nuovo 1 anno dopo.
I ricercatori hanno trovato un senso di diritto nelle donne è stata associata con forte approvazione di sessismo benevolo. Le donne che hanno creduto che meritavano di più dalla vita sono stati più propensi ad avallare credenze sessiste benevoli e l’adesione a queste credenze è aumentato nel corso del tempo. L’associazione tra un senso di diritto negli uomini e di firma di sessismo benevolo era debole, al contrario, e non è aumentata nel corso del tempo.
Hammond ha detto che i risultati PsyPost supportati Ambivalent Teoria sessismo.
“Ci dice che uno dei fattori alla base di appoggio di atteggiamenti sessisti verso le donne delle donne è la propensione a sentirsi più meritevoli di altri e che vogliono sentirsi speciali,” ha spiegato. “Questo ci dà anche spaccato che mostra come il sessismo benevolo è soggettivamente positiva, ma non è in realtà un insieme ‘pro-sociale’ di atteggiamenti.”
“Anche se gli uomini e le donne hanno questo tipo di ‘titolo’ tendenze per essere ricompensa-oriented e lo stato orientato – la ‘amare e proteggere’ gli atteggiamenti di sessismo benevolo sembrano approfittare di queste qualità solo le donne. Questo è un esempio di come il sessismo benevolo è una serie insidioso di idee che sembrano sfruttare ‘simpatia’ per incoraggiare le donne a tenere le credenze più sessisti “.
La ricerca ha rilevato un chiaro legame tra il diritto psicologico e l’approvazione di sessismo benevolo. Tuttavia, Hammond ha ammonito che la conclusione non deve essere estrapolata al di fuori del suo contesto culturale.
“Un limite centrale ed importante è che la nostra ricerca è stata condotta in un paese relativamente egualitaria in cui le forme ostili e aggressivi di sessismo, così come le forme palesi di discriminazione e di violenza nei confronti delle donne, sono relativamente meno diffusi e relativamente meno tollerata”, ha detto Hammond PsyPost. “Altre ricerche hanno dimostrato che quando questo tipo di minacce sono saliente, una delle ragioni per le donne sono d’accordo con il sessismo benevolo è una motivazione di auto-protezione, perché promuove la cura e la tutela delle donne contro il pericolo.”
“Questo significa che la ricerca futura potrebbe scoprire che i fattori alla base della approvazione di sessismo femminile differisce da paese a paese a seconda dei livelli di egualitarismo / la parità di genere in quei paesi”, ha aggiunto. “Nei paesi relativamente egualitarie, può essere i benefici promessi da sessismo benevolo, ma in paesi relativamente meno egualitarie, può essere la protezione promessa dal sessismo benevolo”.
Lo studio è stato co-autore di Chris G. Sibley e Nickola C. Nel complesso dell’Università di Auckland.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Le differenze esistono: lei è +.
(ma per natura o per cultura…?)
.
http://www.repubblica.it/scienze/2013/10/25/news/donne_pi_multitasking_degli_uomini_lo_dimostrano_gli_esperti-69431822/?ref=HRLV-11
.
“….compito in cui, dal test, le donne sono uscite meglio in assoluto e rispetto agli uomini. “Negarlo non ha senso”, concludono gli scienziati: “Le differenze esistono e si vedono tutte”.
.
Riconosciamo umilmente la ns inferiorità.
.
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
Rino DV,
Se diciamo che siamo eguali non va bene, perché siamo diversi (dice il femminismo della differenza).
Se diciamo che siamo diversi non va bene, perché siamo eguali (dice il femminismo dell’eguaglianza).
Cosa siamo? Quello che a loro conviene, di volta in volta.
Fermo restando che le donne sono comunque migliori degli uomini.
Facciamocene una ragione.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
>>>>
Quello che va riconosciuto, una volta per tutte, è che le odierne élite (scienziati, politici, intellettuali) sono composte da ometti di cacca che, per coerenza, dovrebbero immediatamente abbandonare le proprie poltrone e lasciare TUTTO nelle mani delle femmine.
Perché, non dimentichiamocelo mai, (femminismo o no) che a portare avanti tali cagatine sono in primis questi rincoglioniti maschietti i quali altro non sono che il cavallo di troia delle femministe (e delle femmine in genere). Gli stessi rincoglioniti (e rincoglionite) che griderebbero al razzismo se qualcuno facesse gli stessi paragoni fra bianchi e neri.
(es: il premio Nobel Watson)
Daniele(Quota) (Replica)
Peraltro lo stesso “Joker” aprì una discussione sulla “superiorità femminile”, già dieci anni fa, quando io non ero ancora iscritto al forum sulla QM (mi ci iscrissi nel 2005).
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=780616
Daniele(Quota) (Replica)
Rino DV,
Beh … prima di tutto, come antidoto quando si leggono questi “articoli scientifici” io consiglierei sempre di rileggersi questo Scienza web, c’è una fabbrica
delle “bufale” a pagamento. E di tenerlo sempre presente.
Però prendiamolo per giusto e proviamo a rifletterci su.
Dall’articolo: “Forse un retaggio dell’evoluzione, ipotizzano gli psicologi. Dall’epoca in cui – ricordano – mentre il maschio era impegnato in “compiti lineari” come quello di uccidere una preda, la donna già si destreggiava tra la cucina, la cura della casa e dei figli.”
‘Sta benedetta evoluzione (vedi: natura)! Adesso c’è, più tardi no, domani forse. Un pò di coerenza please…. Che poi la “linearità” nell’uccidere una preda mi piacerebbe che me la spiegassero meglio. A me sembra un compito complesso ed articolato (oltre che infinitamente più pericoloso) con numerose variabili da tenere in considerazione. Ma forse quando parlano in questa maniera il loro pensiero corre “linearmente” ai moderni mattatoi, o ai meno moderni allevamenti.
Però, come dicevo consideriamolo vero. Il cervello femminile è più multitasking (riesce a fare più cose contemporaneamente) di quello maschile.
Prima riflessione.
Non è questa una conferma (indiretta) della intrinseca diversità tra i due sessi? Peraltro confermata da tante serie ricerche scientifiche basate su presupposti fisio-neurologici. E non su basi sociologiche-ormonali. E se la nostra “centralina di comando” è diversa, per connessioni funzionali-logiche, è pensabile (linearmente s’intende … ) che non lo sia anche il nostro approccio al mondo circostante. Questa riflessione la dedico ai “tutto-cultura-niente-natura”. Quelli/quelle convinti/e che basti porre a tutti/tutte di fronte agli stessi stimoli per ottenere le stesse risposte.
Seconda riflessione.
Fare più cose contemporanemente significa fare contemporaneamente quelle stesse cose nella migliore maniera possibile?
Difficile. Anzi, direi impossibile. Esisterà sempre una gerarchia d’importanza tra i vari compiti. E quello più importante sarà svolto nella maniera migliore viste le condizioni date. Ma non nella migliore maniera possibile, ossia se fosse affrontato, “linearmente”, da solo. Gli altri compiti saranno svolti, ma l’efficacia sarà proporzionale ai tempi e all’attenzione dedicata.
E ovvio poi che, tanto più sono elementari, ripetitivi e meccanici tali compiti, tanto più cresce la probabiltà che tutti vengano svolti in maniera decente e qualcuno in maniera ottima.
Ma io non andrei fiero di questo, soprattutto se fossi donna. Perchè l’identikit lavorativo tipo che ne viene fuori sarebbe quello (lo dicono loro: “Casi che, puntualizzano gli esperti, potrebbero includere anche tipiche attività da ufficio”) sarebbe quello tipico della tipica segretaria.
Non certo del manager. Di quale sesso sia. Un manager deve (dovrebbe) essere bravo soprattutto in due cose: da una parte organizzare le “risorse umane” a disposizione, dall’altra “focalizzarsi” sul core bussines assegnato o scelto.
Focalizzare significa operare delle scelte. Quindi significa accantonare qualcosa e privilegiare qualcos’altro. Sfrondare l’albero delle opzioni per individuare quella più importante e risolverla. O provarci.
Ma questo è un approccio “lineare”.
Cazzo …. ma allora l’articolo è sessista e misogino …
Maledetti maschilisti, specialmente quando si travestono da difensori delle donne …. sembrava volessero omaggiarle ma in definitiva le relegano nel ruolo più stereotipato per loro: la segretaria.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
calma.. la stessa Repubblica dopo averci informato che le donne sono maestre del multitasking ci informa pure che il multitasking non serve a un tubo, non serve alla produttività,non serve all’organizzazione.
http://miojob.repubblica.it/notizie-e-servizi/notizie/dettaglio/in-ufficio-addio-al-multitasking-meglio-fare-una-cosa-per-volta/3729661
“Le ricerche di neuroscienza, come quella della Stanford University di Palo Alto recentemente pubblicata su “Proceedings of the National Academy of Sciences”, stanno dimostrando come il multitasking peggiori progressivamente le performance del cervello, che nel saltare in continuazione da una cosa all’altra perde lucidità, capacità mnemonica e organizzativa. Contro il mito del multitasking si scaglia ora il consulente aziendale e conferenziere statunitense Dave Crenshaw nel suo “Una cosa per volta. Quando fare tutto è come fare niente” (Sperling & Kupfer, euro 14), un libretto-guida tra psicologia, economia e management per insegnare a gestire il tempo in modo razionale, dando una tregua ai propri neuroni e guadagnandone in produttività e qualità della vita”.
Rita(Quota) (Replica)
oopss.. praticamente l’ha già detto Luigi più su. Non me n’ero avveduta
Rita(Quota) (Replica)
@Rino DV + Daniele
Ma quale “inferiorità” maschile?
Ma dove? Ma quando?
Ma l’avete vista la lista dei premi Nobel?
Eccola:
http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_Nobel_laureates
A parte i premi Nobel per la Pace, ma nelle materie scientifiche (Fisica, Medicina, Economia, Chimica) mi risulta che solo l’1-2% di premi Nobel sia donna, e la % non si è alzata di molto dagli anni ’50-’60, cioè da quando le donne hanno avuto la medesima possibilità degli uomini di accedere ai più alti livelli di istruzione.
Questo non significa che le donne siano “negate”, vuol dire che forse le donne dovrebbero pensare di più a darsi da fare (come quelle che invece il Nobel l’hanno preso, vedi Curie, Montalcini, ecc.), e meno a fare la guerra agli uomini, visto che sembra che la Natura favorisca di più il PENSIERO CREATIVO MASCHILE, e meno quello femminile.
Né mi risulta che Shakespeare, Dante, Balzac, Goethe, Aristotele, Platone, Wittgenstein, Sartre, Kafka, Kant, Marx, Popper, Cartesio, Newton, Leibnitz, Maxwell, Laplace, Fermi, Majorana, ecc. ecc. (potrei andare avanti ore), fossero donne.
Infine, riguardo ai test “multitasking”, che peraltro hanno utilità pari a 0, direi che il test + importante, quello sul PENSIERO CREATIVO, sull’INSIGHT,
http://en.wikipedia.org/wiki/Insight
ha SEMPRE visto gli uomini surclassare le donne, leggete dove è scritto a proposito di
“Individual differences”
“Men outperformed women on insight problems, and women outperformed men on non-insight problems.[14]”
Dove le donne si rivelano più brave degli uomini è nei test che richiedono pazienza, metodo, organizzazione, ecc.
Purtroppo sono qualità che DA SOLE non bastano a produrre risultati in grado di far PREGREDIRE le conoscenze del passato e l’umanità.
Ecco perché oggi le università sono piene di prof. brave, sì, ma di geniali ce ne sono pochine!
E magari qualcuna di loro – come la prof. carogna che si era inventata l’accusa di stalking verso il mio amico – si incazza pure se vede che ci sono uomini che in pochissimo tempo trovano soluzioni più brillanti ai problemi su cui loro hanno riflettuto a lungo e vanamente.
Quindi per favore, finiamola con queste balle da maschi zerbini: “le donne sono più brave, le donne sono + oneste, l’umanità sarebbe meglio se fosse governata dalle donne!”
Ma dove? Ma quando?
Un cretino-zerbino una volta mi disse: “Eh, se Hillary Clinton fosse presidente USA il mondo sarebbe migliore!”
Ahahahah, mai sentito cazzata + grande!
Se Hillary Clinton fosse presidente, rischieremmo molto più di finire in cenere per qualche bella atomica che scoppia qua e là per i suoi isterismi, poiché lei stessa una volta disse apertamente che non ci avrebbe pensato 2 volte a lanciarle, se l’Iran avesse attaccato Israele.
Mentre invece nel 1962 Kennedy (che non aveva caldane e isterie da post-menopausa come la Clinton) ci pensò non 2 ma 10, 100 volte, quando ci fu la crisi dei missili a Cuba, non ascoltò i militari guerrafondai che suggerivano di radere la suolo Cuba (e ciò avrebbe scatenato la 3a guerra mondiale), , ebbe LE PALLE sufficienti a decidere da solo, e col blocco navale e giorni di PAZIENTE trattative con i russi, la crisi fu risolta.
Quindi, solo i cretini, gli zerbini, e quanti non conoscono la Storia, pensano ancora che il solo fatto di avere più donne al potere porterebbe ad una politica migliore.
E con ciò termino, dopo questo intervento che le signore giudicheranno troppo “maschilista”, per dire a Daniele che non sono d’accordo con lui, il maschilismo esiste ed esisteva (soprattutto negli anni ’20-’40 del secolo scorso, maschilismo non significa “tutto e niente” come hai scritto tu.
Maschilismo, sul vocabolario, significa:
“Concezione e comportamento secondo cui all’uomo viene riconosciuta, in contesti sociali e privati, una posizione di privilegio, nei confronti della donna, non giustificata da altro motivo che non sia quello tradizionalmente connesso ai caratteri della virilità”
E sfido chiunque a provarmi che negli anni ’20-’40 del 1900 la società italiana non fosse altamente maschilista.
Ma anche negli anni fino agli ’80. Nel codice penale, fino al 1981, era previsto il delitto d’onore solo MASCHILE. Se una donna avesse accoppato il marito che la tradiva con un’altra, NON avrebbe beneficiato di alcuna attenuante. Mentre l’uomo che ammazzava la moglie, o la figlia, o la sorella, se scoperte in adulterio, poteva cavarsela con pena max. fino a soli 7 anni.
E questo non era maschilismo?
Quindi, por favore, vediamo di dire le cose come stanno: non è con il manicheismo, col dire che le donne sono sempre state in paradiso, e gli uomini sono sempre stati trattati come scemi che daremo un contributo VERO a sconfiggere le menzogne del femminismo becero e uterino di questi tempi.
Io sono per il “suum cuique tribuere”, o per l'”unicuique suum”, cioè dare a ciascuno il suo, su base MERITOCRATICA.
Se una donna è brava e merita, abbia lo stesso identico trattamento di un uomo, senza discriminazioni! E senza ruffianate zerbine, senza “quote rosa”, senza maschi imbecilli che le usano o si fanno usare da loro per avere vantaggi.
Avete voluto la bicicletta, donne? Bene, ve l’abbiamo data!
Ora pedalate, forza fateci vedere quanto valete veramente, ma per favore non mettete la sabbia nella catena delle nostre bici, per arrivare prime!
Albert(Quota) (Replica)
Albert,
Ma anche negli anni fino agli ’80. Nel codice penale, fino al 1981, era previsto il delitto d’onore solo MASCHILE. Se una donna avesse accoppato il marito che la tradiva con un’altra, NON avrebbe beneficiato di alcuna attenuante. Mentre l’uomo che ammazzava la moglie, o la figlia, o la sorella, se scoperte in adulterio, poteva cavarsela con pena max. fino a soli 7 anni
sì ma si dimentica sempre di dire che l’attenuante c’era anche se uccideva l’amante della moglie lasciando in vita la moglie e c’era anche se una donna uccideva un uomo che l’aveva lasciata dopo averla “disonorata” sessualmente.
Perchè lo si dimentica sempre? Perchè si è cancellata la complessa norma del delitto d’onore riportando sempre “la solita solfa” della donna che non aveva attenuanti e l’uomo sì? Perchè si dimentica sempre di ricordare che la legge prevedeva la protezione dei figli e consentiva agli uomini di avere la certezza della paternità e alle donne di avere la certezza dell’esclusiva del mantenimento economico del padre per i propri figli?
Ovvio che oggi è anacronistica. Però bisognerebbe anche imparare a non giudicare il passato con gli occhi odierni, nè per quanto riguarda la legislazione nè per quanto riguarda le condizioni lavorative.
Rita(Quota) (Replica)
poi è senz’altro vero che il fascismo ha ingabbiato uomini e donne nei loro ruoli funzionali alla società in maniera estrema, ritardando il processo democratico, creando la “macchietta” della virilità e la “macchietta” della femminilità. Ma sono vent’anni non l’eternità della storia eh..
Rita(Quota) (Replica)
@Rita
Sono un legale, e credo di conoscere bene anche il codice “pre-1981” perché ci avevo studiato sopra, lo comprai a dicembre 1980
Ecco il testo:
587. Omicidio e lesione personale a causa di onore.
[Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella [c.p. 540], nell’atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d’ira determinato dall’offesa recata all’onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni [c.p. 29, 32].
Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona, che sia in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella.
Se il colpevole cagiona, nelle stesse circostanze, alle dette persone, una lesione personale, le pene stabilite negli articoli 582 e 583 sono ridotte a un terzo [c.p. 63]; se dalla lesione personale deriva la morte, la pena è della reclusione da due a cinque anni.
Non è punibile chi, nelle stesse circostanze, commette contro le dette persone il fatto preveduto dall’articolo 581] (1).
———————–
(1) Articolo abrogato dall’art. 1, L. 5 agosto 1981, n. 442, che abroga la rilevanza penale della causa d’onore.
Quindi NON è vero ciò che hai scritto a proposito di un’eventuale attenuante a favore della donna che avesse ucciso un uomo che l’avesse “disonorata” sessualmente.
L’ATTENUANTE ERA SOLO ED ESCLUSIVAMENTE A FAVORE DEGLI UOMINI!
Se una donna accoppava un uomo, si sarebbe beccata l’ergastolo, o almeno 20-30 anni di galera, era pieno di donne “disonorate”, anzi c’era la “fuitina”.
Al più potevano (e lo fece Franca Viola nel 1968) denunciare e far condannare per stupro l’uomo che le aveva rapite, ma fino al 1968 nessuna lo fece!
Inoltre, i dati statistici dicono che nella stragrande maggioranza dei casi i “delitti d’onore” colpivano solo le donne, in ben pochi casi il “cornuto” si vendicava uccidendo l’amante della moglie.
Ma a parte ciò, non vedo perché si debba discutere di una legge che non era affatto “complessa”, era solo uno SCHIFO, e aveva contribuito a rendere l’Italia la macchietta del mondo, e per colpa delle usanze medievali
e arabe del Sud (al Nord il delitto d’onore era pochissimo diffuso): non esisteva da nessuna parte, solo in Italia e in paesi del 3° mondo, dove c’erano fondamentalisti religiosi.
Infine, riguardo alla legislazione anni ’20-’40 (ma anche fino agli anni ’70, prima del divorzio).
Fammi capire: non credo che tu abbia solo la licenza elementare, immagino sia andata a scuola oltre i 5 anni.
Ti avrebbe fatto piacere vivere ai tempi di mia madre, che pur essendo la prima della classe a scuola poi aveva dovuto smettere, perché suo padre faceva studiare solo i maschi?
Rispondi sinceramente.
Ma poi, chissenefrega se la legge attribuiva alle donne “la certezza dell’esclusiva del mantenimento economico del padre per i propri figli?”
E se il marito si stufava di loro, le cornificava, le picchiava, le maltrattava?
E questo succedeva un’infinità di volte.
Cosa poteva fare una donna?
Solo 2 cose: o tacere ed ingoiare, oppure separarsi, visto che non c’era manco il divorzio, e tornare in famiglia.
E questo era giusto, secondo te?
Rispondi sinceramente.
Non vedo perché si debba in qualche modo cercare di “capire” situazioni e periodi che FACEVANO SCHIFO, per dirla tutta.
Così facendo non si fa altro che rendere un ottimo servizio proprio alle femministe più livorose e ottuse, quelle che dicono che chi non le appoggia vorrebbe TORNARE AL PASSATO, e vorrebbe tornare ad una società in cui le donne erano SCHIAVE dell’uomo.
A me non me ne frega nulla di tornare ad una società come quella.
Mi basta avere a che fare con donne non isteriche, non paranoiche, che non si illudano di “fare strada” in modo sleale, stronzo, e vedendo sempre nell’uomo un nemico.
E soprattutto, mi farebbe piacere vedere molte più donne capaci di valorizzare il loro FEMMINILE, cioè la capacità di accogliere, dare affetto, amore, come solo le donne vere sanno fare.
Non so che farmene di un genere “femminile” sempre più come le donnine descritte da Roberto Vecchioni (donna con la gonna): “prendila te, la capitana Nemo, dura come un muro, la barricadera, quella che fa il leasing, e viene via dal meeting stronza come un uomo, sola come un uomo”.
L’avvocato Agnelli è stato forse il personaggio più SOPRAVVALUTATO della storia italiana, però alcune cose giuste le ha dette:
“Non c’è nulla di peggio di una cena con il vino caldo, in compagnia di una donna fredda!”
Vero, e vero è che ce ne sono sempre di più!
Albert(Quota) (Replica)
Ehm… Albert, si vede che non mi conosci eh…?
Sennò sapresti già, o avresti già capito, che per me (e non solo) quella della “superiorità femminile” è solo una cagata pazzesca. Trattasi di argomenti che su U3000 erano la norma e che a volte erano trattati in maniera anche ironica…
>>
Albert
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Maschilismo, sul vocabolario, significa:
“Concezione e comportamento secondo cui all’uomo viene riconosciuta, in contesti sociali e privati, una posizione di privilegio, nei confronti della donna, non giustificata da altro motivo che non sia quello tradizionalmente connesso ai caratteri della virilità”
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Sì, lo so quello che significa sul vocabolario… Ma sul vocabolario, appunto…
Del resto, sempre sui vocabolari, come altrove, si racconta che il femminismo è un “movimento paritario”… ahahah!!
Albè, lascia perdere quello che scrivono sui vocabolari…
Daniele(Quota) (Replica)
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Anche la discussione aperta da “Joker”, caro Albert, sosteneva l’esatto contrario… Leggi attentamente.
Daniele(Quota) (Replica)
@Daniele
Sul vocabolario che ho io, a proposito di “femminismo” è scritto:
“In senso + recente, movimento che pone l’accento sulla posizione ANTAGONISTA della donna rispetto all’uomo in ogni contesto sociale.”
Mi pare una definizione corretta, come corretta è quella sul maschilismo.
Albert(Quota) (Replica)
Solo l’Italia e i Paesi arabi? Non direi…
http://archiviostorico.corriere.it/1997/agosto/17/Onore_sangue_famiglia_ombra_del_co_0_9708174758.shtml
Daniele(Quota) (Replica)
http://antifeminist.altervista.org/risorse/mito_femminismo_buono.htm
Daniele(Quota) (Replica)
Albert. a parte che nell’articolo del Codice c’è scritto chiaramente che non è solo nei confronti degli omicidi delle donne adultere che era concessa l’attenuante ma anche degli amanti. Per cui mi sembra abbastanza ovvio che era altrettanto pericoloso intrattenere una relazione con una donna sposata così come era pericoloso per la donna commettere adulterio.
In secondo luogo, ho parlato della complessa concezione del delitto d’onore e non soltanto del codice Rocco che vige dal 1930 (se non erro vado a memoria, ma tu che sei legale me lo potrai confermare). Nel precedente codice Zanardelli evidentemente la causa d’onore era considerata in maniera molto più lata.
Non mi spiegherei il caso (uno a caso eh..) di Biniana Bussone che nel 1898 sparò al giovane che l’aveva messa incinta e poi si era dileguato ed ottenne una pena minore di quella del ricettatore che gli vendette la pistola. E’ vero che non l’uccise perchè intervennero i carabinieri e riuscì solo a ferirlo gravemente e fu solo tentato omicidio, ma tu che sei legale che spiegazione dai?
Maschilismo nel vocabolario (e nella concezione della narrazione femminista) è un qualcosa di molto più complesso del codice 587 che vigeva in Italia dal 1930 fino al 1981 e che viene sempre riportato come giustificazione della narrazione colpevolizzante del sempre in eterno vantaggio maschile contro il sempre in eterno vittimismo femminile.
Rita(Quota) (Replica)
comunque bon… ho passato un bel po’ di tempo a contrastare la narrazione femminista che fondamentalmente sul 587 del codice Rocco e sul diritto di voto concesso solo nel 1945 aveva le “prove provate” e “la pistola fumante” dei numerosi vantaggi e privilegi dei maschi oppressori.
Ah .. dimenticavo il fatto che la violenza sessuale fino al 1996 era considerata delitto contro la morale e non contro la persona. La terza prova provata.
E’ vero dunque. Fino al 1981 la vita delle donne era un inferno, per dirla con parole tue succedeva infinite volte che il marito le maltrattava, le picchiava e le cornificava..
Va beh.. che debbo dire, fate vobis..
Rita(Quota) (Replica)
Allora (non si dovrebbe cominciare così ma preferisco assumere, quando posso, e qui posso, un tono colloquiale…)…
Nell’intervento di Albert ci sono concetti e aspetti , per quanto mi riguarda condivisibili, però, però…
Quello che a mio parere manca nella tua interpretazione di quel pezzo di storia di una parte del nostro Paese, Albert (ed è ciò che la indebolisce e che finisce per rafforzare la narrazione femminista), è l’analisi del risvolto che quel sistema (diciamo pure maschilista e patriarcale) comportava anche per gli uomini.
Mi spiego. Se è vero che quel sistema di cui nessuno di noi ha nostalgia (certamente non il sottoscritto) penalizzava per molti aspetti le donne perché le obbligava e le confinava entro determinati schemi, lo stesso valeva in larghissima parte anche per la stragrande maggioranza degli uomini. Perché non dobbiamo mai dimenticarci che stiamo parlando di un contesto dove forse, e dico forse, era l’1% dell’intera popolazione maschile adulta a godere dei privilegi di quella situazione. Il resto, visto che parliamo del sud Italia, era composto dai cosiddetti “cafoni”, cioè da “contadinacci” poveri, pressoché nullatenenti, che si spezzavano la schiena nei campi dalla mattina alla sera e che erano legati al padrone (in questo caso sarebbe del tutto impropria qualsiasi definizione politicamente più corretta…) da un rapporto di natura servile.
Questo era il quadro dell’Italia meridionale fino ad una settantina di anni fa, in estrema sintesi, che non dobbiamo mai dimenticare, altrimenti rischiamo di inficiare la nostra stessa analisi.
Ora, è evidente che quando parliamo di delitto d’onore stiamo parlando di un fenomeno sviluppatosi all’interno di un determinato e circoscritto contesto culturale e sociale (e altrettanto circoscritto all’interno di questo, perché mi risulta, ma posso sbagliarmi, che il fenomeno interessasse prevalentemente la Sicilia e forse la Calabria, e non tutto il Meridione) perché, come hai spiegato tu stesso, bastava risalire la penisola di qualche centinaio di km. e di delitto d’onore non ce n’era più traccia.
Ciò non toglie, naturalmente, che fosse però codificato nel nostro ordinamento giudiziario, e questo è ovviamente allucinante; non ci piove.
Qui apro una parentesi, diciamo così, tecnica, sulla quale chiedo lumi perché non è mia materia, per cui posso sbagliarmi. Mi pare che l’articolo reciti testualmente “Chiunque cagiona la morte del coniuge… “ e subito dopo “Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona, che sia in illegittima relazione carnale col coniuge…”.
Naturalmente noi sappiamo che ciò che conta è sempre la Costituzione materiale e non quella formale, e quindi è evidente che dal punto di vista sostanziale quell’articolo (figlio appunto di quella miscela di vecchie concezioni e tradizioni medioevali, borboniche, integraliste religiose ecc. ecc. chi più ne ha più ne metta… ) andava di fatto a coprire e/o a giustificare l’omicidio perpetrato da un marito nei confronti della propria moglie. Da un punto di vista formale però, mi pare di capire che il delitto d’onore fosse previsto anche per la donna, o meglio per la moglie che avesse ucciso il marito in caso di infedeltà, appunto perché si parla di coniuge.
Il che, ripeto, non cambia la sostanza e non vuole essere certo una giustificazione o un modo per coprire una legge indifendibile sotto ogni punto di vista, però mi pare che le cose stessero in questo modo. Se così non fosse correggetemi pure.
Quello che invece mi preme di più sottolineare (ed è il vero nocciolo della questione) è che anche in quei contesti che possiamo definire dominati da una cultura patriarcale e maschilista, a pagarne lo scotto non erano solamente le donne ma anche gli uomini, perché in un contesto siffatto non è che la vita di questi ultimi sia stata o sia “rose e fiori”. Tutt’altro. Perché gli uomini erano obbligati da quello stesso codice (mi riferisco ora a quello socio-culturale) a seguire determinati modelli comportamentali e guai a sgarrare. Non sono munito di statistiche in tal senso ma sono assolutamente certo (e pronto a scommetterci) che di “delitti d’onore” (in senso lato, non solamente relativi a questioni di fedeltà coniugale) in Sicilia o altrove nel sud Italia, ne siano rimasti vittime molti, ma molti più uomini rispetto alle donne.
Per non parlare, bene che gli fosse andata, della condanna alla pubblica gogna, al disprezzo e di fatto alla morte civile, a cui andava incontro qualsiasi persona (uomo o donna che fosse) che fosse venuta meno a quel codice non scritto ma molto più radicato e potente rispetto a quello scritto nero su bianco sul codice civile e penale.
Quindi facciamo attenzione, perché la realtà è sempre più complessa di come ce la vogliono presentare. Ora il discorso sarebbe lunghissimo e si potrebbero portare migliaia di esempi ma credo che tutto sommato non ce ne sia bisogno perché dovremmo esserci capiti.
Insomma, è difficile stabilire anche in quel contesto (comunque circoscritto, chiariamolo, perché le femministe tendono a presentarlo come se fosse stato l’universo mondo…) chi se la passasse peggio. Siamo sempre lì. Le donne erano sessualmente represse? E allora, di conseguenza, lo erano anche gli uomini. Alle donne era di fatto (non formalmente) precluso l’accesso alle professioni, alla possibilità di istruirsi e alla politica? Il 99% degli uomini era esattamente nelle MEDESIME condizioni con la differenza che nelle zolfatare, nelle miniere, nelle saline, nei campi o sulle barche da pesca, anche nella Sicilia iperpatriarcale e maschilista, ci andavano loro (a lavorare e a crepare) e non le loro mogli, le quali non è che passassero le giornate a fare shopping, sia chiaro, però è bene, come dicevo, avere un quadro lucido e corretto delle cose.
Questa era la situazione, a mio parere . Quindi, in sostanza, descrivere quel contesto (come fa il femminismo) come l’inferno per le donne e il paradiso per gli uomini è fuorviante, falso e depistante.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
@ Rita + Fabrizio
L’attenuante era SOLO a favore dei MASCHI.
Così come si puniva solo l’adulterio femminile. In galera ci andò Giulia Occhini, non Fausto Coppi.
L’articolo era chiaro, si parlava di relazione carnale “del coniuge, della figlia, della sorella”, quindi SOLO di persone di sesso femminile (coniuge qui in senso femminile), e mai nessun giudice si sognò di applicarla ad una donna che avesse magari ucciso il marito traditore.
Ecco l’articolo di Wikipedia:
“Quanto all’ordinamento penale italiano, la prima innovazione venne dalla Corte Costituzionale, la quale aveva sancito l’incostituzionalità dell’art. 559 c.p., che prevedeva la punizione del solo adulterio della moglie e non anche del marito e del concubinato del marito (sentenze n.126 del 19 dicembre 1968 e n.147 del 3 dicembre 1969, ma in precedenza, nel 1961 si era già espressa in senso opposto). La prima sentenza era seguita, almeno temporalmente, ad un disegno di legge (n.4849, presentato alla Camera dei deputati il 6 febbraio 1968) dell’on. Oronzo Reale, ministro Guardasigilli, che proponeva l’abrogazione delle speciali previsioni sulle lesioni e sull’omicidio “a causa d’onore”, proposte riprese pochi mesi dopo da un progetto di revisione dell’ordinamento penale affidato a Giuliano Vassalli. Le proposte erano restate senza effetto, sia per problemi di insufficiente durata delle legislature, sia per una certa posizione di “non sgradimento” da parte dell’opinione pubblica (stigmatizzata, con una certa eco, dal Nuvolone, il quale sottolineò come non si potesse non tenerne conto).
Dopo il referendum sul divorzio (1974), dopo la riforma del diritto di famiglia (legge 151/1975), e dopo il referendum sull’aborto, dunque davvero molto tempo dopo le dette sentenze, le disposizioni sul delitto d’onore sono state abrogate con la legge n. 442 del 5 agosto 1981.
”
Peraltro, io mi guardo bene dal dire che quell’epoca fosse “il paradiso per gli uomini”.
Dico solo che se una donna studiava, era brava a scuola, e voleva andare all’università e diventare medico, o avvocato, o ingegnere, nel 99% dei casi le veniva impedito.
E non era giusto.
Punto
Albert(Quota) (Replica)
Un contributo “tecnico” alla discussione:
L’omicidio di prossimità – Profili criminologici e penalistici delineati dalle sentenze dei distretti giudiziari siciliani negli anni 1995-2007
Molto interessante il capitolo 1, che traccia la storia per l’appunto dell’omicidio di prossimità. E dal quale evinco, ad es. (non lo sapevo) che il primo Codice Penale UNITARIO dello Stato Italiano (il Codice Zanardelli) non prevedeva tale attenuante. Il Codice Rocco, promulgato in era fascista, sul punto qui dibattuto rappresenta un evidente arretramento. Azzardo …. forse perchè testè influenzato dall’ideologia dominante?
Francamente di discutere e di sembrare quasi un difensore di norme fasciste, o ispirate dal fascismo è l’ultima cosa che mi va di fare.
@ Albert
Visto che sei del ramo ci faresti solo un favore ad approfondire la questione, perchè io di qualche caso con l’attenuante “d’onore” riconosciuta anche a donne ne ho letto da qualche parte, ma non riesco a rintracciarne i link.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
1) Albert: si tratta di indiscutibili verità, che sono anche indiscutibilmente verità parziali e quindi depistaggi micidiali.
Verità parziale che qui si trova persino nel dettaglio.
Ecco il vecchio art. 559 C.Penale.
“La moglie adultera è punita con la reclusione fino a un anno.
Con la stessa pena è punito il correo dell’adultera…”
E chi è il correo?
O è uno sposato oppure è celibe.
E viene punito in entrambi i casi, mentre la nubile che andava con uno sposato non veniva punita.
Altro è poi vedere se effettivamente lei e/o lui o nessuno dei due venisse de facto punito.
2) Luigi: a memo ricordo il caso di Pupetta Maresca.
RDV
Rino DV(Quota) (Replica)
Mi chiedo: se maschilismo fosse sinonimo di schiavismo e quindi di “schiavitù delle femmine” (scrivo “femmine” perché ovunque non si fa che parlare di “maschi e donne” anziché “uomini e donne” o “uomini e femmine”…), questo starebbe a significare che sul lavoro come in guerra, morirebbero e resterebbero mutilate solo ed esclusivamente le esponenti del sesso femminile. Invece, stranamente, accade – e accadeva – l’esatto contrario (o quasi). Per cui bisognerà coniare un nuovo termine… Non solo. Una società maschilista-schiavista non punirebbe lo stupro, anzi, depennerebbe tale reato e parimenti lo incentiverebbe. A qualcuno di voi risulta questo? A me no, ma non escludo che mi sia sfuggito qualcosa.
Daniele(Quota) (Replica)
http://www.repubblica.it/esteri/2013/06/19/foto/norman-61422044/#1
E’ veramente strana questa società maschilista-schiavista, che mandava – e manda – a crepare solo dei giovani uomini. Anzi, “maschi”.
Daniele(Quota) (Replica)
Comunque, secondo me, tanti guai degli uomini hanno origine da qui.
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=14568826
Daniele(Quota) (Replica)