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L’articolo sotto riportato è, per quanto mi riguarda, assolutamente condivisibile, se non fosse per una grave omissione (colpevole disattenzione?…) che non può sfuggire ad un serio osservatore, e cioè che il 95% dei suicidi sono uomini, in particolare quelli generati dalla crisi economica in corso e dalle sue ricadute sociali. Anche se, giustamente, la tesi del filosofo va ben oltre la situazione contingente e individua nella struttura stessa della società che lui definisce come “ipercapitalistica”, l’origine del problema.
Non posso che condividere la sua analisi.
Mi chiedo però come sia possibile che un’analisi così lucida di un altrettanto lucido pensatore possa essere così gravemente omissiva di una dato così evidente, direi addirittura eclatante, senza timore di esagerare.
Naturalmente il sottoscritto ha delle risposte nel merito ma, come è uso ormai da tempo, preferisce lasciare all’esercizio della maieutica da parte di ciascuno l’arduo ma necessario compito di arrivare autonomamente alla verità.
La “morale” che mi viene spontaneo trarre è che anche una relativamente corretta informazione è ormai viziata all’origine, o meglio, già preventivamente elaborata e successivamente indirizzata. E’ quello che io definisco il dominio della “psico-eto-sfera” da parte del capitale, dei suoi “attori” e soprattutto delle sue ideologie di riferimento (femminismo, genderismo, eugenetismo, relativismo, scientismo, laicismo, riduzione della filosofia a “chiacchiera”e naturalmente celebrazione del capitalismo, “naturalizzato” e sottratto al dibattito filosofico).
P.S. è proprio in virtù di quella omissione che l’articolo è stato pubblicato sull’Unità. Diversamente non sarebbe stato pubblicato molto probabilmente su nessun giornale ma di sicuro non sull’Unità.
http://diversamente.com.unita.it/sociale/2013/06/20/suicidi-e-sacrifici-nellera-dellipercapitalismo
7 Commenti
……..
Niente di che…
Una precisazione. Che è già tra le righe del del tuo intervento, ma che forse è meglio ribadire.
Quella percentuale, il 95% o giù di lì, è riferita ai cosiddetti suicidi “economici“.
In generale, anche se la tendenza non cambia (sono sempre gli uomini a suicidarsi in maniera preponderante), il rapporto è diverso. All’incirca una donna ogni 4 uomini.
Per i suicidi in generale siamo all’80%, oltre il 90% per quelli riconducibili a perdita del lavoro.
https://www.uominibeta.org/articoli/coesione-sociale/
un’altra precisazione di ordine generale. L’unico link che ho trovato è fermo al 2003, ma tendenzialmente non credo che le situazioni si siano ribaltate http://www.asplazio.it/asp_online/tut_soggetti_deb/files/files_sal_ment/progetti/ordinari/siucidio/11_06/02_davanzo.pdf
I suicidi sono sempre maggiori nei maschi e minori nelle femmine, i parasuicidi (o tentativi di suicidio) sono maggiori nelle femmine o nei maschi.
Considerazione personale: il parasuicidio, molte volte è un tentativo di attirare l’attenzione su un disagio, per essere aiutati. Il fatto che i tentativi andati a vuoto siano appannaggio delle femmine forse indica una più o meno inconscia consapevolezza di genere che si diversifica con la sensazione che manifestando il disagio si potrà avere un aiuto (F) e con la sensazione che comunque sia, non si avrà alcun aiuto (M)
Mi sono capita?
Rita:
…con la sensazione che manifestando il disagio si potrà avere un aiuto (F) e con la sensazione che comunque sia, non si avrà alcun aiuto (M)
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Sì,ti sei capita benissimo.
E' certo una delle componenti fondamentali della disimmetria.
RDV
segnalo Evviva il maschio
http://www.ilfoglio.it/soloqui/21420
ben venga la Paglia. Quando anche un maschio potrà permettersi di dire le stesse cose senza essere emarginato nel migliore dei casi, o lapidato psicologicamente e trattato da essere infetto e immondo, allora avremo davvero fatto un passo avanti importante. Il paradosso è che quel passo avanti vorrà dire solo il riconoscimento dell’evidenza, e questo ci fa capire in che mondo rovesciato, anzi quale vero e proprio matrix stiamo vivendo.
armando
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“In realtà – ha detto Paglia – gli uomini sono assolutamente indispensabili ora, anche se la cosa è invisibile per molte femministe, le quali sembrano cieche di fronte alle infrastrutture che rendono possibili le loro carriere professionali. Sono principalmente gli uomini che fanno il lavoro sporco e pericoloso di costruire le strade, colare il cemento, cuocere i mattoni, incatramare i tetti, allacciare cavi elettrici, costruire gasdotti e fogne, tagliare alberi e modellare il paesaggio naturale per costruire edifici. Sono gli uomini che sollevano e saldano le travi che sorreggono i nostri uffici, e sono sempre gli uomini che fanno il lavoro, che fa drizzare i capelli, di installare e sigillare i vetri di grattacieli di cinquanta piani”.
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A parte il fatto che quanto è riportato sopra i vecchi della QM lo scrivevano ben prima dell’ultra femminista Paglia, che evidentemente, per motivi opportunistici si è messa a “lisciare il pelo” al sesso maschile, sarebbe da far notare alla suddetta che gli uomini sono “assolutamente indispensabili” da sempre e non solo “ora”, per tutta una serie di motivi facilmente intuibili.