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Facendo una discreta violenza su me stesso ho letto un articolo, segnalatomi da un amico, scritto dall’attivista antisessista (così si definisce), Lorenzo Gasparrini , relativamente alla fortuna di essere nati maschi, anche a prescindere dalla condizione sociale di appartenenza.
Mi scuso con chi volesse leggerlo ma volutamente scelgo di non postare il link dell’articolo in questione perché non voglio dare spazio e visibilità a determinate posizioni (ne hanno già fin troppa e non hanno certo bisogno del nostro aiuto). Penso però di avere la credibilità sufficiente per essere creduto sulla parola.
L’articolo contiene una infinità di “chicche” (si fa per dire…) però, dal mio punto di vista, quella che ritengo più “interessante” e che sottopongo alla vostra attenzione è la seguente. Cito testualmente:”…perché tanti e molto diversi fra loro sono gli uomini che sperimentano da subito, da appena nati, i vantaggi della fratellanza nel patriarcato. Patriarcato che sa ben differenziarsi, a sua volta, offrendo agli uomini eterosessuali di ogni classe sociale, e desiderosi dei destini più diversi, un modo comune di sostenere la propria esistenza: basarla sullo sfruttamento, l’invisibilità o la soggezione degli altri generi”.
Questo stralcio non ha bisogno di essere spiegato per quanto è estremamente chiaro. L’autore ci pone di fronte a ciò che secondo lui è un’evidenza, quella che ogni maschio (o quasi) sperimenterebbe fin da quando sta al mondo, e cioè l’immensa fortuna che gli deriverebbe dal semplice fatto di essere nato maschio (io non me ne sono mai accorto, sarà sicuramente un mio problema…). L’essere, dunque, un soggetto di sesso maschile lo porrebbe, anzi, lo pone (i toni e le modalità del suo argomentare, infatti, sono assertivi; l’autore non sta esprimendo un’opinione, al contrario, sta solo rispecchiando quella che per lui è la realtà oggettiva), in una posizione di dominio e di privilegio rispetto al genere femminile nella sua totalità (l’autore fa riferimento anche agli altri generi, quindi omosessuali, trans gender ecc. ma la sostanza del discorso resta invariata).
Possiamo dire che in quello stralcio, sia pure in estrema sintesi, c’è il cuore dell’ideologia femminista. Il prius è dato dall’appartenenza al genere. Non da quella sociale o politica, ma da quella sessuale.
Secondo l’assunto infatti, i maschi, tutti, sempre, comunque e dovunque, sono oppressori e privilegiati in quanto tali, non quindi in quanto soggetti sociali ma in quanto soggetti di sesso maschile.
Ora, e mi scuso fin d’ora per l’atto di presunzione, sarebbe fin troppo facile per il sottoscritto disarticolare questa affermazione intrinsecamente e a mio parere anche esplicitamente sessista e interclassista (come molti/e di voi ormai sanno, oltre che a cercare di fare dell’informazione decente, è da molto tempo che mi occupo di questi temi e ho anche fondato un’associazione). Scelgo però, in questo frangente specifico, di non farlo, perché vorrei, socraticamente, diciamo così (mi riferisco al metodo, ovviamente…), che fossero gli uomini a pronunciarsi direttamente e magari anche a trarre delle conclusioni.
Mi rivolgo, dunque, a loro, scusandomi con le nostre lettrici, amiche e simpatizzanti, rassicurandole sul fatto che non è ovviamente mia intenzione escluderle dal dibattito; al contrario, la loro opinione nel merito sarà la benvenuta. Però – e sono certo che le nostre amiche capiranno lo spirito che anima questo mio articolo – è importante che siano gli uomini, tradizionalmente chiusi a questo genere di riflessioni, a pronunciarsi.
E allora, cari amici maschi con i quali dovrei condividere questa fortunata (fortunatissima, direi…) condizione di appartenenza al genere maschile, mi chiedo e vi chiedo:”Avete anche voi avuto la percezione netta, fin da quando siete al mondo, di essere dei privilegiati in quanto maschi?”
Ve lo chiedo perché personalmente questa percezione, per lo meno per quanto riguarda la mia esperienza empirica e il mio “vissuto”, come si suol dire, non l’ho mai avuta, né da adulto né tanto meno da adolescente.
Dov’è, quindi, o dove potrebbe essere, il busillis?
Qualcuno fra voi (e molto probabilmente anche il Gasparrini) potrebbe rispondermi che il problema in questo caso è di natura esclusivamente personale. E cioè che se il sottoscritto (che è stato gettato nel mondo cinquantasei anni fa) non si è reso conto di essere in una condizione di dominio e di privilegio nei confronti del genere femminile, è per problemi di ordine personale (cioè è sostanzialmente uno “sfigato”).
Qualora fosse questa la risposta, sorgerebbe però spontanea un’altra riflessione, se non altro per banale sillogismo:”Dal momento che il sottoscritto, che non è un alieno (in molti/e possono testimoniarlo…) ma un normalissimo uomo in tutto e per tutto simile alla grande maggioranza degli altri uomini che circolano sul pianeta, senza particolari turbe o minorità di ordine psicofisico, con un lavoro “normale”, un reddito “normale”, una condizione sociale “normale”, un livello culturale “normale”e una condizione familiare “normale”, non si è mai sentito un privilegiato per il solo fatto di appartenere al genere maschile, se ne deduce che quella stessa grande maggioranza di uomini che vive le sue stesse condizioni, non si percepisca come tale.
Quindi le cose sono due, sempre seguendo lo schema del Gasparrini: o non ci rendiamo conto di essere dei privilegiati, e quindi siamo anche una massa di inconsapevoli idioti oltre che violenti e oppressori (i due aspetti non possono però stare insieme per ovvie ragioni…), oppure (ipotesi assai più probabile…) siamo talmente “sfigati” (evoluzione linguistica postmoderna del celebre “malriuscito” di nietzschiana memoria…) da non riuscire a vivere quella inebriante condizione di privilegio determinata dall’essere nati maschi.
Ma qui il cane comincia a mordersi la coda, perchè se siamo in così tanti ad essere “sfigati”, ne consegue che non possiamo essere degli oppressori, perché non si può essere “sfigati” e dominatori nello stesso tempo. Delle due l’una, a meno di non pensare che le donne (e io, naturalmente, non lo penso affatto) siano talmente tonte da lasciarsi dominare da una massa di “sfigati”. Lascio a voi trarre le conseguenze, dal punto di vista logico.
A meno di non pensare che il sottoscritto sia l’unico “sfigato” sul pianeta. Ma anche dal punto di vista della statistica e del calcolo probabilistico, l’ipotesi non starebbe in piedi.
Nondimeno, qualora esistesse anche un solo “sfigato” malriuscito su tutto il pianeta (il sottoscritto), popolato quindi per la sua pressoché assoluta totalità da uomini belli, affascinanti, prestanti, ricchi, socialmente affermati, brillanti, colti, intelligenti e audaci, ma al contempo anche sensibili, affettuosi, profondi, spirituali e pieni di costanti e continue attenzioni nei confronti dell’universo femminile, il femminismo sarebbe in errore, perché anche l’esistenza di un solo uomo siffatto al mondo (cioè “sfigato”) vanificherebbe il suo assunto, quello in base al quale il genere maschile opprimerebbe tout court quello femminile.
Ora invece faccio un’altra operazione. Scelgo di darmi ragione e in conseguenza di ciò affermo che il paradigma sostenuto dal Gasparrini è una spudorata quanto maldestra manipolazione ideologica della realtà. Ciò mi consente di passare dal particolare al generale e di porre un’altra domanda, questa volta però a tutti e a tutte:”Cosa ha a che vedere con la sinistra e soprattutto con una critica di classe e anticapitalista, un’ideologia che criminalizza l’intero genere maschile?
Non è forse giunto il momento di cominciare a rivisitare criticamente e radicalmente il dogma (non può essere altrimenti definito) femminista che ha colonizzato da tempo tutta la sinistra (ma anche la destra…), nessuna esclusa, da quella “liberal” a quella “radical”, da quella cosiddetta “antagonista” fino addirittura a ciò che resta di quella “veterocomunista”?
Fuoco alle polveri! Soprattutto per quegli uomini che ancora le hanno asciutte, nonostante tutto, ma anche e soprattutto per gli altri, prima che affoghino…
Fonte: http://www.linterferenza.info/interferenza/privilegiati-in-quanto-maschi/
94 Commenti
Pubblico anche su UB questo mio articolo pubblicato già sull’Interferenza.
Ringrazio Mauro per aver segnalato l’articolo di Gasparrini che mi ha ispirato a scrivere il mio pezzo.
Se non ci fosse da piangere ci sarebbe da ridere…”gli uomini sperimentano da subito, fin dalla nascita, i vantaggi dela fratellanza nel patriarcato…”.
Va bè…
P.S. quasi mi dimenticavo la chicca…”indipendentemente dalla condizione sociale di appartenenza”…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Di nulla Fabrizio *drinks*
Comunque Rino mi ha appena mandato il resoconto degli omicidi -suicidi compiuti quest’anno , l’ho riportato nel mio blog
https://femdominismo.wordpress.com/2015/01/28/femminicidio-il-suicidio-dei-carnefici/
mauro recher(Quota) (Replica)
Privilegiati in quanto maschi … ma da ora in avanti “ricordiamo: PRIMA i nostri diritti di DONNE. Poi quelli dei movimenti /partiti che appoggiamo.”
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
https://femdominismo.wordpress.com/2015/01/31/il-pianto-greco-della-zanardo/
mauro recher(Quota) (Replica)
Ma vedi Luigi ,te lo devo dire, sei proprio un “retrogrado” ,disoccupati ,operai ,precari sono cose vecchie adesso il successo di un governo si misura in parità di genere ,il brutto è c’è chi crede veramente che questa sia la via
mauro recher(Quota) (Replica)
Bah, inutile prendersela, articoli del genere (è proprio il caso di dirlo) saranno per lungo tempo il main stream dell’informazione e del dibattito pubblico, scritti in particolare da uomini. Il fatto è, checché se ne dica, che i maschi sono biologicamente fatti per lottare l’uno contro l’altro (con ovviamente numerose eccezioni individuali, ma statisticamente è così) per ottenere il favore delle femmine. Una donna non insulterà o calunnierà il suo genere (cioè sé stessa in quanto tale) per far piacere a un uomo, così come nessuno calunnierà la propria etnia (su basi genetiche, dico, altro è la critica politica o sui comportamenti) di fronte a uno “straniero”. E se lo facessero (perché costretti, o perché più interessati alla captatio benevolentiae nei confronti dell’altro) comunque saprebbero di dire una sciocchezza. I maschi invece, se fanno i “femministi” (nel senso dei male-basher moderni, non certo in quello sacrosanto di richiedere diriti e doveri uguali per tutti senza distinzioni), ci credono sul serio, soprattutto da giovani (quando cioè la personalità si forma), perché a istinto cercano di farsi accettare dalle femmine e cercano di abbattere (oggi per fortuna solo metaforicamente) gli altri maschi. Se un uomo, e soprattutto un ragazzo” dice, come capita spessissimo di sentire “i maschi sono biologicamente violenti”, “c’è qualcosa che non va nella testa dei maschi” (tutto rigorosamente generalizzando) è detto, almeno nella maggior parte dei casi, in perfetta e assoluta buona fede. Se una donna dice “i maschi sono tutti maiali, tranne mio marito/fidanzato/compagno che è un autentico femminista come me”, egli se ne sentirà orgoglioso e lusingato (ha raggiunto il suo obiettivo biologico: eliminare tutti gli altri maschi dalla lotta per la “sua” – possessivo ovviamente tra virgolette – femmina). Ça va sans dir, se un uomo dicesse lo stesso nei confronti della moglie, questa lo prenderebbe a mazzate (e giustamente). È per questo motivo che il moderno neo-femminismo misandrico e politicamente corretto è difficilmente scalfibile (personalmente non credo che verrà sconfitto, se non in tempi molto lunghi): le donne sono capaci di vedersi come “genere” rispetto ai “maschi-avversari”, gli uomini viceversa no, non è nella loro natura, anzi per loro sono istintivamente proprio gli altri maschi i primi avversari nei rapporti con l’altro sesso e se per batterli bisogna insultarli, umiliarli, disprezzarli, non hanno alcun problema.
Daniele2(Quota) (Replica)
Sono d’accordo con Daniele. I femministi lo sono sostanzialmente per due ragioni: per compiacere le donne e/o perché sono dei privilegiati che le hanno ampiamente”usate”, comportandosi da stronzi e riconoscendo loro una superiorità morale collettiva, a fronte di una inferiorità morale personale.
Potrebbe essere il caso dell’autore dell’articolo. E’ abbastanza elementare che non sia Fabrizio Marchi uno “sfigato”, quanto piuttosto qualcun altro un privilegiato.
La condizione media di un uomo normale ecc ecc.. in un paese occidentale è senza ombra di dubbio di svantaggio rispetto ad una donna di pari requisiti psico-fisici.
Una donna normale/carina, indipendente, con un lavoro che le permetta anche una sussistenza minima, può accedere ad esperienze relazionali – sessuali, anche con uomini belli e affascinanti, che viceversa ad un uomo non sono concesse.
Pertanto anche un bambino può intuire che l’articolo rappresenta solo un mero tentativo di compiacere le donne.
Andrea(Quota) (Replica)
https://femdominismo.wordpress.com/2015/02/05/la-simmetria/
mauro recher(Quota) (Replica)
“ALEXIS: COME MAI?
6 DONNE su 39 componenti del nuovo governo: il 15%. Nessuna donna MINISTRA: Alexis, perchè?” @ PERCHE’ probabilmente (anzi sicuramente) se come dice lei c’è stato un “marcia indietro” nella presenza femminile, facendo il nesso logico anche con la situazione nostrana dove pesantemente dopo le campagne di vittimizzazione e criminalizzazione del maschile, alle donne è stato dato praticamente tutto, in Grecia hanno diciamo “apprezzato” anzi toccato con mano quanto le donne con il potere in mano riescano in modo abile come nessun altro a divorare milioni di euro, anzi miliardi di euro facendoli finire in niente…. (da noi lo abbiamo ben visto con Presidentesse di Regione (vedi lazio – polverini) e tante altre amministrazioni praticamente prosciugate !) …sprecando milioni in inutili iniziative improduttive e incapaci persino di diventarlo nel futuro, mostrandosi totalmente prive di lungimiranza, e continuando anche di fronte alla crisi a riproporre, a reiterare sempre le stesse azioni unicamente demagogiche, e nella loro demagogia unicamente pro-donna. E’ chiaro che dopo aver messo in ginocchio la Grecia con i loro infiniti sprechi le donne politico greche non siano state richiamate nel governo che ha l’ultima carta da giocare per salvare il paese dalla bancarotta. Lo abbiamo (come dicevo) visto anche a casa nostra, l’incredibile capacità di FAGOCITARE delle donne, e di ragionare solo su se stesse… a partire dalla ministra soubrette di destra dallo sguardo nazista ed occhi fuori dalle orbite, con le leggi della sospensione “del principio di garanzia” e dell’inversione dell’onere delle prova (ma solo per i maschi) e con la modifica con protezione a senso unico (solo per la donna) dei messaggi cosiddetti “sessisti” o “violenti” nelle pubblicità (giurì della pubblicità)….poi abbiamo proseguito con le isterie di facciata e i formalismi della PresidentA ed ora ci ritroviamo che per fare sedere due donne (due militanti femministe, come lo è anche quella che assomiglia alla “prima madre” del film horror “Suspiria” di Dario Argento…) a governare l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, hanno mandato Pietro Grasso a fare il vice di Napolitano…. (leggetevi la “carriera” e la militanza femminista della spettinata riccia con i capelli rossi, che è stata piazzata di fianco alla PresidentA come vicaria di Grasso, in quel seggio lassù in alto…..)…..il problema care signore è che LA CREDIBILITA’ BISOGNA GUADAGNARSELA e per averla bisogna assumersi la piena responsabilità delle proprie azioni, micca lanciare il sasso e poi nascondere la mano se il lancio non viene bene….. ricordatevi anche che MAI LE DONNE SARANNO CREDIBILI fino a che le vedremo difendere per “ossessiva protezione femminile ad oltranza” una criminale come la madre di Loris che strangola il figlio e lo ammazza come solo un MOSTRO può fare, con due fascette da elettricista al collo…. fatecelo veramente vedere che siete superiori e avete finalmente il MARGINE per dire la verità, senza dire sempre e solo ciò che è funzionale per PARARVI IL SEDERE
Stefano(Quota) (Replica)
“Privilegiati in quanto maschi?”
In un altro commento ho riportato l’ articolo di un giornale scientifico che parlava dei suicidi in Grecia; quasi tutti maschi. E’ interessante, perchè dal mondo scientifico, se sono state fatte manipolazioni, erano di segno contrario. Quella invece è una ricerca obiettiva e dimostra davvero come stanno le cose.
Aliquis(Quota) (Replica)
“…… perché tanti e molto diversi fra loro sono gli uomini che sperimentano da subito, da appena nati, i vantaggi della fratellanza nel patriarcato. Patriarcato che sa ben differenziarsi, a sua volta, offrendo agli uomini eterosessuali di ogni classe sociale, e desiderosi dei destini più diversi, un modo comune di sostenere la propria esistenza: basarla sullo sfruttamento, l’invisibilità o la soggezione degli altri generi”.
….
Questa è la “sinistra” di oggi.
La “sinistra Monsanto”.
La “sinistra OGM”.
Questa è una “sinistra di merda”.
Perchè non lo va a dire a questi? Ovviamente uomini nel 98% (e forse più) dei casi.
.
Coglione
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Michele Placido e il suo film femminista: “Voglio un Papa donna” http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2015/03/31/news/michele_placido_la_quando_avremo_un_papa_donna_-110903212/
Un film femminista da un regista femminista?
“È un po’ di tempo che faccio alcune affermazioni, le faccio a tavola non in televisione… dei pensieri sulle donne. Sono convinto che siano state prese in giro e continuano a esserlo. Forse questa mia posizione viene dal fatto che sono un ex Sessantottino, non lo dico in senso politico ma nell’affermazione dei diritti in ogni campo come nei rapporti fra uomini e donne. Non si è fatto abbastanza in questi anni. Gli uomini hanno dato il contentino alle donne: in Italia ai vertici dei media, nei contesti industriali ovviamente ci sono tutti uomini. Il nostro paese è molto cattolico, in questo momento amiamo tutti il Papa ma io credo che quando avremo un Papa donna avremo finalmente qualcosa di diverso. Se ci fossero più donne a guidare la politica estera degli Stati ci sarebbero meno guerre, ci penserebbero due volte prima di mandare i figli al macello nel nome di un pensiero religioso o di un’ideologia”.
romano(Quota) (Replica)
Michele …Placidus :
«si manifesta oggi, non come anarchia rivoluzionaria, non come assenza o disordine ma come nuovo Nomos che si rivela nell’ultimo uomo, colui che rifiuta ogni rappresentanza oltre se stesso e il proprio godimento, quindi ogni idea di trascendenza. Non vi è, in lui, nessun posto per Dio. Ha così assunto il nome di Placidus, indifferente ad ogni conflitto di valori perché essi stessi in-differenti, ma al massimo calcolabili o valutabili economicamente. Cambia così anche il concetto di responsabilità, che è «soltanto ciò che lega alla soddisfazione del proprio interesse, allo svolgimento della propria ‹cosa›. A nulla rispondere oltre a ciò, e di tutto ritenersi innocenti al di là di questo orizzonte» […] Nulla dovere — e diritto come richiesta di tutela.» (Massimo Cacciari. Il Potere che frena. Adelphi)
Dio ci salvi dagli ex sessantottini neanche pentiti ma semplicemente rimbecilliti (o forse sono proprio loro che portano alle estreme conseguenze le premesse di quella stagione?)
Armando
armando(Quota) (Replica)
Il Papa non dovrebbe essere uno che benedice?
Invece eccola qui la male-dizione degli uomini, di cesariana memoria.
.
http://www.corriere.it/cronache/15_aprile_29/papa-francesco-la-disparita-sessi-puro-scandalo-015843c6-ee4a-11e4-b322-fe8a05b45a01.shtml
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Sono le 13.00: buona indigestione, amici.
Rino DV(Quota) (Replica)
Personalmente è un pezzo che ho speranza in questo papetto, particamente da subito. Ma che sia un papetto non signfica sia meno pericoloso. Facendo propri tutti i luoghi comuni del politically correct e delle bugie contrabbandate da verità assiomatiche che non necessitano di dimostrazione o argomentazione alcuna, anche lui porta acqua al mulino della dissoluzione
armando(Quota) (Replica)
Rino DV,
Mi hai battuto sul tempo, Rino, stavo per postare la notizia…
Non credo però alla sua buona fede. No, non ci credo. E neanche un pò. E questo dimostra ancora una volta, mi dispiace per i sinceri devoti, che la Chiesa è innanzitutto una struttura politica, di potere, per essere più precisi, che oggi, atraverso la figura di Francesco, cerca di ritagliarsi il suo spazio. Nulla più e nulla meno. Se ci riuscirà non lo so e, in tutta sincerità, dopo queste “notizie”, non me ne frega neanche niente. Osservavo con attenzione questo pontificato. Non che sperassi in chissà cosa, però…questa le supera tutte…
Certo che Marx sarà anche morto (non per me…) ma “Dio” non ci fa certo una bella figura…
P.S. questa notizia merita un articolo che probabilmente scriverò ma non prima della prossima settimana. Se però Rino volesse nel frattempo cimentarsi per me va benissimo, anzi meglio…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Volevo dire ho perso la speranza, naturalmente. Io non ho mai creduto in Francesco. Troppo buonista, troppo conforme allo spirito del tempo. Contrariamente a quello che scrive Fabrizio, però, ce ne deve fregare. Perché un papa qualche influenza sulla opinione pubblica ce l’ha.
Armando(Quota) (Replica)
se un padre si fosse comportato allo stesso modo, sarebbe stato incensato come la signora in questione? http://www.corriere.it/esteri/15_aprile_28/baltimora-figlio-rivolta-polizia-madre-picchia-a8200e1c-eda7-11e4-91ba-05b8e1143468.shtml
romano(Quota) (Replica)
Già.
Se poi invece di schiaffeggiare un figlio avesse preso a sberle una figlia?
RDV(Quota) (Replica)
Dopo la bufala di Francesco mi tocca segnalarne un altro paio.
La prima è della serie “sempre verde” (l’articolo è del 27-04-2015)
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Spaventosi, del resto, gli ultimi dati Istat sulla violenza di genere in Italia. Sono quasi 7 milioni le donne tra i 16 ed i 70 anni vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della loro vita, pari al 31,9 per cento: circa 5 milioni ha subito violenze sessuali (23,7 per cento), quasi 4 milioni violenze fisiche (18,8 per cento).
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La seconda invece della serie “emergente”.
Donne e corruzione. Sempre da Bankitalia, ma questa volta da parte del direttore generale Salvatore Rossi, arriva un richiamo sulla presenza femminile negli organi decisionali: “Dovrebbero esserci più donne nei ruoli Decisionali, soprattutto nelle istituzioni pubbliche, perchè sono meno corruttibili rispetto agli uomini”, ha sottolineato in una lectio magistralis all’Università Lumsa di Palermo. “Una maggior presenza femminile nei ruoli decisionali, in particolare pubblici, può avere effetti positivi sulla diffusione della corruzione: da indagini empiriche le donne risultano tendenzialmente meno soggette al rischio di corruzione”.
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Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Domanda (si fa per dire…): ma Salvatore Rossi non è un uomo…? Bene e allora perché non lascia immediatamente il suo posto a una femmina?
…
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PS: Il discorso vale anche per il Papa.
Daniele(Quota) (Replica)
Con un’aggravante, caro Fabrizio, che la Chiesa non è solo una “istituzione” politica, ossia un partito che cerca di trarre beneficio speculando su una certa situazione sociale, economica, etc, “caduta dall’alto” e sulla quale non ha (avuto) alcun peso/influenza…
La Chiesa, è soprattutto un’istituzione morale, l’istituzione morale par excellence, e quindi, con le sue posizioni, in grado di condizionare quelle situazioni, che altri, che il potere morale lo vedono solo da lontano, sentono cadere, come effetto, semplicemente sulla loro teste…come tegole vaganti…vero Rino?
Animus(Quota) (Replica)
Camusso, per le donne l’Italia è ferma agli anni ’50 http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2015/04/29/ansa-focus-camussoper-le-donne-litalia-e-ferma-agli-anni-50_71df9761-8bfe-40ba-8f3e-5fbd2d3e7c87.html?utm_source=twitterfeed&utm_medium=twitter
romano(Quota) (Replica)
Magari ….
Negli anni ’50 esisteva un bel Sindacato che difendeva i lavoratori: la Cgil.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
https://femdominismo.wordpress.com/2015/04/30/lo-scricchiolio-della-roccaforte/
mauro recher(Quota) (Replica)
A me sembra che questo papa stia facendo un percorso parallelo e analogo a quello già intrapreso da tempo da una certa sinistra. Come questa a un certo punto si è disinteressata di ciò che da sempre l’aveva contraddistinta, l’analisi del capitalismo per contrastarlo, e si è riciclata sui diritti civili, il femminismo ( col corollario immancabile di misandria) e su un progressismo tanto vago quanto inconsistente, così a questo papa non interessa proclamare la verità della chiesa (come sarebbe sua missione), anche scontrandosi col mondo secolarizzato, ma solo adeguarsi allo spirito dei tempi, anche a costo di ripetere i luoghi comuni del mainstream, come quella sui salari, e di pagare il necessario dazio di misandria (Eva è innocente, il peccato originale fu colpa esclusivamente di Adamo).
Visto il contesto è probabile che otterrà un grande successo di pubblico entusiasta , gran parte del quale, del resto, sembrava entusiasta anche quando i papi precedenti dicevano cose assai diverse (per me questo fenomeno resterà sempre un mistero). Otterrà successo popolare, sarà santificato immediatamente da donne, gay, trans etc. etc, ma avrà ridotto la chiesa alla stregua di una qualsiasi ONG dell’Onu. ossia l’avrà distrutta nella sua essenza. Mi auguro si inizi a comprenderlo.
Armando(Quota) (Replica)
In sostanza concordo con Animus.
Quanto al successo che il Papa avrà, non saprei.
Ha ottenuto qualche “riconoscimento” umiliante “Meglio tardi che mai!” (C. Saraceno) e un sacco di critiche e sfide: perché non nomina donne cardinali? E il sacerdozio femminile? E il potere alle suore nella Xsa? E i preti pedofili? E l’inquisizione? E …
Rino DV(Quota) (Replica)
Non temere Rino, i riconoscimenti “umilianti” saranno di stimolo per ulteriori “avanzamenti” . Verso la dissoluzione!
Armando(Quota) (Replica)
http://anticristo.org/2015/05/02/eretici/
(G. K. Chesterton)
Animus(Quota) (Replica)
https://femdominismo.wordpress.com/2015/05/09/non-chiedetemi/
mauro recher(Quota) (Replica)
Privilegiati in quanto maschi, è come dire privilegiati in quanto ebrei all’ epoca di Hitler, o in quanto armeni, all’ epoca di Ataturk, guardate quest’ articolo, si ricomincia da capo a servirsi della scienza per sostenere la natura ontologica dell’ inferiorità maschile, altro che cultura patriarcale da combattere e privilegi maschili, quì si stanno servendo di queste demenziali tesi per giustificare il sopravvento culturale della donna.
http://www.ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/stilidivita/2015/04/08/antropologo-usa-vicini-alla-fine-della-supremazia-maschile_8a84b5e6-a5ed-4a45-b846-edea212e39d6.html?idPhoto=1
gianluca(Quota) (Replica)
gianluca,
Gianluca, se vuoi ascoltare il consiglio di uno che ha navigato a lungo su questi “temi”, si può affrontare un problema e sperare di trovare una soluzione (ammesso che ci sia, ma ha almeno il vantaggio di far individuare subito quelle che sono palesemente sbagliate/false) solo se lo si guarda in faccia, per quanto sia drammatico, per quello che è.
Se invece si fa come gli struzzi,nascondendo la testa sotto la sabbia per ciò che fa paura …beh, allora la “soluzione” la troverà qualcun’altro: oggi si mangia …filetto di struzzo!
Animus(Quota) (Replica)
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Ti assicuro che venti-trent’anni fa c’era già chi diceva e scriveva roba del genere.
Per esempio, negli anni Novanta, su L’Espresso e Panorama, “cacatine” del genere erano la norma.
Insomma, roba vecchia.
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Sandro D.(Quota) (Replica)
Rino DV,
cosa ha da dire Papa Francesco su un dissidente interno alla curia?
http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2015/05/19/scuola-insegnamento-parita-di-genere.-ira-di-bagnasco_f616f93e-b1f1-4695-a5bf-92c8201a8694.html
gianluca(Quota) (Replica)
gianluca,
Nulla dirà. Si vedrà poi al sinodo dei vescovi.
armando(Quota) (Replica)
dal blog di Civati:
Il femminismo a prova di stupidi
Tranquilli, è un libro breve. Secondo me, che sono parecchio ignorante sul tema, spiega tutto. E consente di capire che Dovremmo essere tutti femministi (questo è anche il titolo del libro). L’autrice è Chimamanda Ngozi Adichie. Nigeriana. Bravissima.
http://www.ciwati.it/2015/05/21/il-femminismo-a-prova-di-stupidi/
romano(Quota) (Replica)
Romano
vuoi farmi venire un colpo!! *shock*
Pensavo fossero parole tue.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia,
romano(Quota) (Replica)
Beh , Romano e Luigi ,c’è anche la Zanardo che non scherza mica
DATI ISTAT: PARITA di GENERE ANCORA LONTANA
Io dico: ESSERE FEMMINISTA e’ la SOLUZIONE.
VI PARE SEMPLICISTICO?
SPIEGO:
Retribuzioni inferiori per le donne, rappresentazione mediatica che ci infragilisce, zero modelli positivi comunicati dalla tv pubblica per le bambine, non educazione sessuale, ZERO considerazione delle donne anziane che sono il WELFARE, No interruzione di gravidanza, pensioni da fame per molte donne, lavoro domestico sulle ns spalle, continuo?
Per tutti questi problemi il rimedio c’è: FARE MURO
Non mollare, non cedere, contrattare chiedere e non desistere, finche non otteniamo non arretrare.
Ad oggi siamo incapaci di farlo.
Pochissimo sicure di noi stesse, sempre pronte a fare le gregarie del capo.Sempre disperatamente alla ricerca della carezza sulla testa data dal padrone.
Unica soluzione: lavorare sull’autostima personale e di genere.
Dunque ESSERE FEMMINISTA
mauro recher(Quota) (Replica)
>>>>>>>>>>>
Pochissimo sicure di noi stesse, sempre pronte a fare le gregarie del capo.Sempre disperatamente alla ricerca della carezza sulla testa data dal padrone.
>>>>>>>>>>>
>>>>>>>>>>>
rappresentazione mediatica che ci infragilisce, zero modelli positivi comunicati dalla tv pubblica per le bambine,
>>>>>>>>>>>
Sì, infatti…
>>
http://antifeminist.altervista.org/multimedia/male_bashing_tv_1.htm
>>
http://antifeminist.altervista.org/multimedia/male_bashing_tv_2.htm
>>
http://antifeminist.altervista.org/multimedia/male_bashing_tv_3.htm
Daniele(Quota) (Replica)
Il Cesarone usava esprimersi così: superior stabat lupus…
.
Il lupo che beve nella parte alta del fiume, accusa l’agnello, che beve a valle, di sporcargli l’acqua.
.
Superior stabat lupa…
Rino DV(Quota) (Replica)
….
1) Offensivo, spocchioso e pieno di sè, il tratto peggiore di questo ceto sinistrato da salotto. Sempre pronto a mostrare la “retta via” al “popolino ignorante”. Che non capisce.
2) Con una battuta (ma mica tanto), mi viene da pensare che allora è proprio il femminismo che fa per lui. Non mi viene in mente infatti nessun altro che, attualmente, che possa stare al suo livello di stupidità politica.
….
Falso. E’ falso come Giuda. Non è ignorante su queste tematiche. Tuttaltro. Ma è un artificio dialettico per “mettersi alla pari” agli “ignoranti” che vuole catechizzare.
….
Per quanto riguarda il passaggio riportato dal libro.
E’ accattivante. E, indubbiamente, immagino che abbia una buona presa su chi non ha dimestichezza sul tema.
Quindi è particolarmente insidioso.
Però … però il problema sta nel “la mia definizione di <> è questa:”.
Ogni femminista ha la sua definizione di femminismo. Che è buono, bravo e bello.
E diverso dalle altre (e femiministe e definizioni).
Però poi per quanto tutti questi femminismi, sovente in contraddizione tra di loro, siano buoni, bravi e belli, gli effetti dell’unico femminismo che conta, quello che incide sui processi decisionali, quindi politici e culturali sono sotto gli occhi di chi ha occhi per vederli: criminalizzazione del maschile, doppi standard, simbiosi col potere e quant’altro.
No signora Adichie, quello che lei dice (in buona o cattiva fede poco importa) rientra nel solco di immisserimento e asservimento di concetti ben più vasti e nobili quali libertà, uguaglianza e fraternità tra tutti gli umani al discorso “di genere”.
L’unico concesso dal potere, perchè l’unico funzionale allo stesso.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Silvio Altarelli di A voice for men: chi è? (S.A. è ovviamente uno pseudonimo). Qualcuno ha idea di chi possa essere? Per un momento ho pensato che possa trattarsi del caro vecchio Joker, ma lo stile non coincide. Si tratta di un tipo informatissimo e competente che svolge opera altamente meritoria. Ci sono congetture?
Rino DV(Quota) (Replica)
Uomini che interrompono le donne
C’è un netto predominio da parte degli uomini sulle donne nelle conversazioni. Gli parlano sopra e sminuiscono le loro opinioni con sorprendente regolarità
http://www.thepostinternazionale.it/mondo/regno-unito/disuguaglianza-di-genere-predominanza-uomini-sulle-donne-conversazioni-discriminazione
romano(Quota) (Replica)
No, Rino, non ho la più pallida idea di chi possa essere… e invece sarebbe importante cercare di contattarlo. Devo dire che anche lui non lo ha mai fatto, pur avendo pubblicato nostri artcoli, in partcolare una mia intervista e un mio video, se non erro…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
E’ davvero competente e lavora molto.
Non riesco a collegarlo con nessuno dei Risvegliati incrociato, pure se di striscio, in tutti questi anni.
E’ chiaro che vuole mantenere l’anonimato, altrimenti si sarebbe fatto vivo direttamente.
Chiunque sia: bravo.
Rino DV(Quota) (Replica)
Credo sia “Guit”.
Animus(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi e Rino DV, è possibile contattarlo qui:
http://it.avoiceformen.com/contatti/ (ultimo indirizzo)
romano(Quota) (Replica)
Non è Guit nè “Joker”. Non dico chi è perchè altrimenti il personaggio potrebbe abbandonare la battaglia. Dico solo che è molto noto nell’ ambito del momas. E’ facilmente riconoscibile dallo stile, quindi siete stolti che non riusciate a capire chi sia.
Astolfo(Quota) (Replica)
Ognuno fa come crede ,per carità, ma veramente non capisco questa paura come in un moto di carboneria o una setta massonica ,non so io ci metto nome cognome e faccia perchè credo in quello che faccio
mauro recher(Quota) (Replica)
Nemmeno io capisco la segretezza, salvo casi particolari e personali.
Armando(Quota) (Replica)
Che il nostro anonimo resti anonimissimo purché continui nella sua opera preziosa.
Quanto al chi sia, se è una nostra vecchia conoscenza, vuol dire che ha cambiato tonalità.
Che ciascuno combatta con le armi che gli sono più confacenti. Il fronte è amplissimo. Cielo, terra, mare e …sottosuolo.
Rino DV(Quota) (Replica)
Solo per informazione: Guit, cioè Roberto Micarelli, è uno dei soci fondatori dell’associazione Uomini Beta, quindi è ovvio che non poteva essere lui…
Chiarito questo, a mio parere è un elemento di grande debolezza non palesarsi, specialmente per chi porta avanti questa battaglia.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
http://valored.it/osservatorio-d/articoli-di-approfondimento/gli-inadeguati
Ragazzi, continuano ancora colle provocazioni femministe e sessiste contro il maschile, credevo che con questi temi i giornali si erano calmati, ma si ricomincia da capo, come un mantra ossessivo che vuole perseguitare moralmente, simbolicamente, e di fatto il maschile incidendo pesantemente sull’ autostima nostra, e anche instillando in noi un iperbolico complesso di inferiorità che paradossalmente rende ancora più iperbolica l’ autostima e il complesso di superiorità femminile, rendendo ancora più avvelenata l’ esistenza relazionale tra uomo e donna, e poi in questo articolo si nota in modo palese la malafede di chi l’ ha scritto, visto che giocano coi numeri statistici decotestualizzati ,da varie e differenziate ricerche precedenti, ma con maestria messe assieme in questo articolo sinteticamente, per permettere commenti molto molto personali, e deliberatamente provocatori, tenendo presente poi che il gap di genere, risultato di una media, è soltanto in tutti i settori esposti, di pochissimi punti percentuali, e secondo la giornalista basta a giudicare tutto il maschile inadeguato professionalmente ed esistenzialmente.
Aiutatemi a contestare e a mettere in evidenza tutte le contraddizioni per sputtanare questo femminile che fà proprio schifo ad essere così classista e sessista.
gianluca(Quota) (Replica)
gianluca,
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Niente di nuovo sotto il sole; decenni fa scrivevano le stesse puttanate.
Un esempio fra i tanti.
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Su L’Espresso, del 31 ottobre 1996, fu pubblicato un articolo intitolato:
“Il futuro è DONNA”
“Guerra dei sessi: perché vince lei”
“Pover’uomo: a scuola va peggio. A casa non se la cava. Nel lavoro è legato a mestieri in via di estinzione ed è tagliato fuori dalle nuove professioni. Se è disoccupato non trova moglie, e rischia di finire nella malavita. Alle soglie del Duemila il maschio diventa un disadattato. Mentre l’altra metà del cielo…”
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“C’era una volta il Maschio. E ora? Oggi a scuola i ragazzi sono meno bravi delle ragazze in ogni classe di età, tranne che all’università dove, però, l’altra metà del cielo sta recuperando velocemente e colmando le distanze. Nel mondo del lavoro le donne predominano nelle occupazioni che sono in crescita, mentre gli uomini, specialmente quelli meno istruiti, restano intrappolati nelle attività che vanno scomparendo. Ancora: a casa gli uomini non sanno assolutamente assolvere ai lavori domestici, né tentano di farlo. Non basta: la disoccupazione priva gli uomini della loro attrattiva come partner matrimoniali. E se lasciato a se stesso, il cosiddetto sesso forte non adotta necessariamente il comportamento sociale dovuto: per esempio, rispettare la legge, prendersi cura di donne e bambini; sembra, invece, che lo apprenda solo attraverso una combinazione di lavoro e matrimonio. Conclusione: gli uomini, alle soglie del nuovo secolo, costituiscono un problema crescente.
…
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Sandro D.(Quota) (Replica)
Un altro esempio.
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Articolo risalente al dicembre 1994; pubblicato sul mensile femminista CENTO COSE energy.
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I TEST DI INTELLIGENZA HANNO DIMOSTRATO LA SUPERIORITA’ FEMMINILE
Sondaggio della rete televisiva inglese BBC
Caro maschio, sei finito, è iniziata l’era della supremazia delle donne, ha sentenziato qualche settimana fa la serissima rete televisiva inglese
Bbc, dopo un accurato monitoraggio sulla popolazione anglosassone. Le donne sarebbero di gran lunga più intelligenti e creative degli uomini. Le prove sono evidenti: in questo momento tra i migliori studenti di ogni facoltà universitaria due terzi sono femmine. Secondo il professor Richard Kimball è solo il primo segnale, le donne sono naturalmente più dotate e presto prenderanno il posto degli uomini, in ogni caso.
Già adesso il numero delle studentesse supera quello dei maschi e anche i test d’intelligenza dimostrano che il loro cervello funziona bene, è più integrato. Gli ultimi studi scientifici attribuiscono alle donne anche una visione più globale della realtà. Che vuol dire prima di tutto una maggiore elasticità: la capacità di superare meglio lo stress, di mediare bene tra razionalità e
emozioni. Tutte cose che portano inevitabilmente a un migliore adattamento ai cambiamenti. Non è affatto vero che le donne siano imprevedibili. Anzi hanno un maggior controllo di sé che aiuta nella competizione; i maschi, più calcolatori e freddi oppure troppo aggressivi, perdono invece terreno. Ed ecco perché in Inghilterra, nella City, metà delle grandi banche ha scelto
donne dirigenti. La ricerca è perentoria:”Immersi nei loro cliché i maschi si sono lasciati andare, mentre le donne hanno risalito la china e ormai si trovano ad aspirare a importanti funzioni manageriali”.
>>>
Articoli del genere erano la norma su tale mensile, come in tutti i settimanali e mensili femministi dell’epoca.
Sandro D.(Quota) (Replica)
Questo micidiale autogol però va segnalato:
“…Non basta: la disoccupazione priva gli uomini della loro attrattiva come partner matrimoniali.”
Una confessione che sarebbe stato meglio non fare, visto che in questo passaggio non si parla – come sembra – degli UU ma delle DD.
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Nel caso opposto la verità infatti è rovesciata: la disoccupazione non ha mai privato le DD della loro attrattiva come partner matrimoniali.
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Forse perché l’attrattiva F->M ha altre basi di quella M->F.
Altre, altrissime…
Rino DV(Quota) (Replica)
Gianluca intendeva sicuramente la discussione su facebook.
Inserisco il link per chi interessato: https://www.facebook.com/Repubblica/posts/10153401152046151
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Rino DV,
Beh ,sarebbe come negare l’evidenza dei fatti non potevano farne a meno …certo, ancora molte lo negano ,ma mentendo a se stesse ma tutti sanno la verità di come vanno le cose
mauro recher(Quota) (Replica)
Rino DV,
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Rino, leggi pure questo…
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L’Espresso, 26 gennaio 1992, pag. 76-79.
“Povero maschio, il futuro è donna”
Colloquio con Francesco Alberoni, di Chiara Beria di Argentine.
>
“Ormai sono le donne le indiscusse protagoniste
della nostra vita. Lo afferma il più noto e spregiudicato
sociologo italiano in due nuovi lavori: sulla sessualità femminile e sulle adolescenti”.
>
Sciami di ragazzine che sorvolano gli impacciati e timidi compagni di banco per ronzare – a fantasia spiegata – verso i loro idoli maschili come l’attore americano Tom Cruise, per citare uno dei sex-simbol che vanno per la maggiore tra le adolescenti. Schiere di giovani donne forti, decise, multidimensionali: investono molto nel lavoro ma non rinunciano alla maternità; fantasticano amori di gruppo ma poi, nella realtà, confessano che non farebbero mai all’amore con un uomo per il quale non provano niente. E, persino, manipoli di ultraquarantenni non ancora rassegnate alla monotonia di coppia che, grazie a un nuovo amore, rifioriscono alla vita.
Donne più o meno giovani, più o meno disinibite, più o meno inquiete sono comunque loro, seguendo le analisi del sociologo Francesco Alberoni, le indiscusse protagoniste della vita erotica-emozionale?
>
“La grande vitalità delle donne è un prodotto recente e, al tempo stesso, caratteristico di questa fine secolo”, incalza Alberoni.
E, a sostegno della sua tesi, non porta solo vaghe intuizioni. A tredici anni dal suo famoso saggio su “Innamoramento e amore”, il sociologo ha appena terminato una ricerca sulla sessualità femminile, “Erotismo e valori”, condotta per la società farmaceutica Wyth, su un campione di 400 donne (una fascia di “donne moderne” di età fra i 20 e i 50 anni, che abitano in città, con un buon livello scolastico). Non solo. Dal 25 gennaio è nelle librerie “Il volo nuziale” (152 pagine, 24 mila lire, editore Garzanti), l’ultimo saggio di Alberoni dedicato soprattutto alle adolescenti che, proprio come fanno i fuchi con l’ape regina, ronzerebbero in alto, attorno al loro oggetto del desiderio.
>
Siamo inondati da rapporti e inchieste sulla sessualità: vale la pena occuparsi di queste cose o, forse, tanto interesse dipende solo dal fatto che l’eros oggi è un argomento che assicura successo?
>
“Prima di tutto rispondo che io da anni ho posto al centro dei miei interessi di studioso il mondo emozionale ed erotico, un termine che nel mio linguaggio indica un mix di passione-interesse-intelligenza. Quanto poi agli studi condotti finora, devo dire che non condivido quasi nessuna delle tesi sostenute dai sessuologi: il loro criterio di riferimento è ancora e sempre l’uomo.
In pratica hanno sempre preso come misura l’erotismo maschile che però è altra cosa da quello femminile. Infine, i dati sui quali eravamo abituati a ragionare, in Italia, erano frutto di ricerche cliniche che tendono, come è logico, a sopravvalutare gli aspetti patologici. La realtà che emerge dalle nostre intervistate, donne normali, il cuore dell’universo femminile, è ben diversa”.
>
In che senso?
>
“Per capirlo occorre fare qualche passo indietro. Si parte negli anni Sessanta con la rivoluzione sessuale: Woodstock, una grande orgia collettiva di spinelli, musica rock e promiscuità sessuale; poi arriva il femminismo, un movimento di tipo etico, nel senso che rivaluta certi elementi specifici femminili ma, più in generale, la dignità di ogni individuo, della persona. Alla fine degli anni Settanta queste due tendenze si intrecciano e convivono: esplodono i movimenti gay, il fenomeno dei single, ancora la promiscuità e, così, nel 1978 a New York l’ideale sessuale è la bisessualità. Poi, alla vigilia degli anni Ottanta, una svolta improvvisa: queste tendenze cadono – badate bene – ancora prima del diffondersi dell’Aids. Sulla scena compare l’individuo, è il momento dello jogging, dell’areobica, degli yuppies, ma anche del ritorno ai sentimenti, alla coppia. Non a caso, proprio nel ’79, il mio saggio su “Innamoramento e amore” ha tanto successo. Solo a questo punto s’inserisce l’Aids: una malattia che ha un effetto choc sulle fantasie, sui pensieri, le comunità gay, e uccide personaggi simbolo. Siamo arrivati ai nostri giorni, ai tempi del giudice Thomas colpevole di molestie sessuali, ai tempi dei seni smisurati di Striscia la notizia”.
>
Un momento, professore. Quale rapporto di causa-effetto c’è mai tra l’Aids e le maggiorate di Canale 5?
>
“Vede, in questo la penso come un vecchio psicoanalista freudiano: la paura ha provocato una violenta rimozione che, a sua volta, ha generato una nuova repressione. Mi spiego meglio: una società che si era preparata a essere fortemente disinibita si è ritrovata di fronte, all’improvviso, un problema non risolto dalla medicina. Risultato: il ritorno del represso, quello che parla molto di sesso, consuma molto materiale porno, segue voracemente alla tv il processo sul giudice palpone o quello del rampollo Kennedy, con tanto di discussioni sulla dimensione di un paio di mutandine e sul pene più o meno eretto del ragazzo. In giro c’è molta sessualità grossolana, molta ostentazione (penso alle tettone televisive): tutto ciò è sintomo di una nevrosi”.
>
Se questa è la sua analisi come si concilia con l’altra sua ipotesi, quella di una nuova vitalità femminile?
>
“La mia impressione è che gli uomini si siano trovati più impreparati ad affrontare questo trauma e, quindi, oggi sono quelli che soffrono di più. Di sicuro so che vent’anni di emancipazione hanno generato una femmina forte, viva, che ha molte più energie del maschio. Donne capaci di volare alto, come fanno anche solo con la fantasia le ragazzine del mio libro. Non solo. Anni fa si pensava che l’emancipazione avrebbe, alla fine, prodotto un nuovo equilibrio: da una parte una donna più impegnata nel lavoro e, in compenso, un uomo più presente in casa. Invece il solo sesso che sta avanzando è quello femminile: sia nella sfera pubblica sia in quella privata. Ormai detiene una vera e propria egemonia culturale”.
>
Alla fine anche lei, proprio come tanti sessuologi, coltiva l’immagine di una donna onnivora, sessualmente scatenata, tanto seduttiva da terrorizzare i maschi…
>
“Assolutamente no. E’ ridicolo pensare che il mutamento dei comportamenti si traduca in uno stravolgimento della natura. La donna non si è mascolinizzata e non si comporta eroticamente come un uomo. Nella mia ricerca su “Erotismo e valori” risulta chiaramente che, anche nella donna più disinibita, permangono aspetti tipici della sensibilità erotica femminile come la mescolanza delle emozioni con il sesso o il dare maggiore importanza alle emozioni rispetto alla pura sessualità. Certo, nell’universo femminile ci sono anche fasce di donne ancora represse o in preda a nuove inquietudini ma, la stragrande maggioranza, è fatta di donne solari, serene e monogame. Anche se hanno avuto un’educazione cattolica non vivono più il sesso senza figli come peccato, e pensano che a letto, se i partner sono consenzienti, tutto è lecito. Quello che colpisce, semmai, è il loro scarso desiderio sessuale: la maggioranza sembra accontentarsi di quello che ha”.
>
Se questa è la nuova donna, ammetterà che, per gli uomini, la vita diventa più difficile.
>
“Sì, ma hanno poco da lamentarsi: farebbero invece meglio a pensare, a studiare, agire. In questa fase storica sono i maschi che devono fare uno sforzo maggiore di comprensione. Per le donne le cose emozionali sono da anni oggetto di scienza e conoscenza: sono attente, parlano, discutono, usano persino romanzi rosa o soap-opere alla Beautiful per imparare a decodificare messaggi, a muoversi con agio nella sfera erotica. Prendiamo le adolescenti del mio libro: loro sanno tutto dei loro idoli, li giudicano, li soppesano. Sono ragazzine con un’immaginazione ricchissima a livelli d’aspirazione molto alti: i maschietti, invece, non volano, sono come spenti, si muovono come trogloditi e finiscono per prendersi delle grandi facciate e stare malissimo. Quanto al maschio adulto non sa più in che mondo, in quale casa e in quale coppia vive. Non sa neanche decodificare una menzogna: eppure i tempi in cui era il padrone assoluto e poteva permettersi di non sapere niente sono ormai passati. Oggi nella coppia c’è la democrazia e, se vuole reggere un rapporto, il maschio deve farsi furbo”.
>
Francesco Alberoni
Sandro D.(Quota) (Replica)
Vorrei essere un uomo. Solo per un attimo. Per riposarmi.
http://www.huffingtonpost.it/coline-de-senarclens/vorrei-essere-un-uomo-per-riposarmi_b_7575316.html?utm_hp_ref=italy
romano(Quota) (Replica)
romano,
Gli ho lasciato questo commento
Bisogna sempre vedere la situazione …e che tipo di uomo si prende in considerazione , prendiamo un uomo (visto che è l’argomento del giorno) che dorme per terra nella stazione di Milano (poi ho visto anche uomini di origine caucasica dormire per terra), orbene credo che ,quell’uomo farebbe pure a cambio con la nostra amica femminista visto che ,per lei ,il problemi se è uscire con la minigonna o meno e di non essere “ascoltata” (invece loro li ascoltano eccome) , perchè le femministe hanno la brutta abitudine di dividere il mondo in uomini e donne ,gli uni super potenti che girano in Lamborghini O Ferrari (a seconda dei gusti) e vivono in ville da sogno ,le seconde (le donne) in tanti campi di lavoro con case diroccate e turni massacranti di lavoro , ho visto uomini e donne vivere in condizioni agiate ,pensate che ho visto una donna guidare una fuoriserie ,ed ho visto donne e uomini lavorare per pochi euro ..ecco ,forse pensare in maniera diversa e non dividere in categorie stagnati (ma le femministe non erano contro gli stereotipi? Qui ne ho letti a iosa) e forse si vedrebbero le cose in maniera diversa,perchè ,se guardiamo i numeri è molto più pericoloso oggi essere un uomo che una donna basta fare riferimento alle morti sul lavoro e anche agli omicidi
mauro recher(Quota) (Replica)
Questo è il mio commmentino, che non sono riuscito a postare:
***
Le nuove donne (femministe nell’anima) rivendicano il diritto di raccontare la propria storia-esperienza (è ciò è ineccepibile) ma nello stesso tempo osano raccontare anche quella degli uomini e ciò dovrebbe essere intollerabile. Invece è pratica universale. Il risultato lo si vede. Venite dunque ragazze, venite, tra i morti sul lavoro (100.000 in 50 anni) i mutilati e gli invalidi, tra i 9.000.000 che pagano per il sesso (che sarebbe gratis, secondo la leggenda femminista) tra quelli che pagano più contributi ma muoiono prima, tra coloro che mantengono a vita le ex, che subiscono paternità non volute, che nascono senza valore e se lo devono conquistare (se ce la fanno). Venite dove ci sono sporcizia, rischi civili, penali, fisici ed esistenziali. Venite tra i ricattati dal sesso e dalle lacrime. Venite tra coloro che muoiono per voi. Venghino signore, venghino!
RDV(Quota) (Replica)
RDV,
.
Ovvio, se non hai l’account facebook.
Lo posto io.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Ah… grazie Luigi.
E’ pieno di luoghi dove ti dicono: “posta un commento”. Lo scrivo, ma quando tento di mandarlo mi castrano.
Lavorano tutti per costringerci a iscriverci a FB?
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Tornando alla QM: Milano, donna decapitata da un/una trans.
Ma non si giura ogni giorno che gli LGBT sono estranei e refrattari ad ogni violenza?
Rino DV(Quota) (Replica)
Come si giura che ,con le donne al potere ,le cose andranno sicuramente meglio ma non per capacità ,solo perchè sono donne ,praticamente è la stessa cosa … centra poco con l’argomento però ho letto questo articolo di Lorella Zanardo ,poi c’è il mio commento http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/06/14/migranti-umanita-e-non-paura-in-stazione-centrale-a-milano/1777167/
l politicamente corretto che la signora Zanardo ne fa parte con tutte e due le scarpe porta a questo , a non preoccuparsi per la situazione della stazione di Milano ma di preoccuparsi eccome per gli uomini italiani (anche non ) con la storia del femminicidio, mi ripeto ,politicamente corretto da fare schifo dalla prima di stare tranquilli ,della seconda di aizzare le istituzioni contro il genere maschile ,il Salvini in gonna (cosi usiamo uno stereotipo) che è tanto buona con i migranti ,ma feroce con il genere maschile ,lo stesso genere maschile che anche Salvini vede come un nemico ,vede che non siete poi tanto diversi ?
p.s Rino e iscriviti a Facebook
mauro recher(Quota) (Replica)
FB? Per ora resisto.
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Decapitazione di Milano nel giorno dell’ LGBT pride di Roma.
In qs momento sulla home del Corriere:
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“IL DELITTO NELLA ZONA DELL’ORTICA
Orrore a Milano: donna decapitata, la testa in cortile
Arrestato un uomo foto|video.”
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All’interno non si parla più di un “uomo” ma di una trans ecuadoriana.
Mi chiedo: un M che diventa F è ancora un M?
Una F che diventa M, è M o F ?
Ovvero – domanda birbona – è M perché autore/trice di un omicidio? O si tratta di un “femminicidio”?
Ma se una F ammazza una F è femminicidio? Ovviamente no…
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C’è da divertirsi…
Rino DV(Quota) (Replica)
In effetti notavo anche io che quando un transessuale e’ vittima di un delitto ci si riferisce alla persona al femminile. In questo caso dove un transessuale e’ omicida lo si declina al maschile
Enrico(Quota) (Replica)
romano,
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Incredibile ….
Hanno azzerato i commenti.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
I prof discriminano i poveri, gli stranieri e le ragazze.
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http://www.corriere.it/scuola/medie/15_giugno_15/scuola-preferenze-prof-discriminazioni-londra-ragazze-ricchi-poveri-immigrati-83f2ac26-1344-11e5-8f7b-8677cfd62f52.shtml
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Le FF hanno risultati/punteggi migliori in lettere/scienze umane sin dalle medie. Nessuno sospetta, né mai nessuno ha denunciato discriminazioni contro i MM per questo. Anzi se ne è sempre ricavato il contrario, manifestazione di una delle (tante) superiorità delle FF. In matematica però queste restano indietro e perciò, ovviamente l’interpretazione si capovolge, in applicazione della regola ferrea: quando F è davanti è perché è “più”, quando è indietro è perché è penalizzata.
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Peccato che la matematica sia la sola materia in cui le valutazioni sono (con piccolissimo margine di arbitrarietà) necessariamente obiettive. Il solo ambito in cui tutte le opinioni concordano (comprese quelle degli stessi studenti).
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Quanto ai poveri, questi sono discriminati fuori dalla scuola, non dentro.
Quanto agli stranieri, che abbiano difficoltà nella lingua non materna, mi pare del tutto ovvio.
Rino DV(Quota) (Replica)
Rino DV,
“Quanto ai poveri, questi sono discriminati fuori dalla scuola, non dentro”. (Rino)
Solo su questo punto del tuo commento non sono d’accordo.
I poveri, diciamo i ceti popolari, sono tendenzialmente discriminati anche nella scuola. Per lo meno ai miei tempi era così. Ora non lo so, perchè sono passati tanti anni (decenni) e non sono in grado di fare una valutazione obiettiva. Però ai miei tempi la scuola, anche se pubblica, era comunque una scuola di classe. In modi e forme diverse, magari non palesi, i figli del popolo, diciamo così, subivano una selezione di classe. Una selezione, come ripeto, che assumeva tante e diverse forme, fra cui anche un diverso atteggiamento dei docenti rispetto ai ragazzi provenienti dai ceti sociali “inferiori”. E questo era palpabile soprattutto in quei licei classici o scientifici che si trovavano in quella “terra di mezzo”, cioè in quelle scuole (situate in determinati quartieri delle città) frequentate sia dai figli della borghesia, media o medio grande, sia da coloro che provenivano da famiglie popolari, con padri operai, lavoratori, impiegati ecc.
Io ho frequentato proprio uno di questi licei e posso garantire che la selezione era una selezione di classe. Anche se spesso avveniva in forme subdole, altre volte più palese. Ricordo perfettamente gli insegnanti che tendevano a scoraggiare gli alunni “difficili”, ad emarginarli, e spesso a mortificarli. Ne ho anche parlato in alcuni articoli. Questi stessi insegnanti tendevano a costruire una relazione privilegiata con i figli delle famiglie borghesi e abbienti e tendevano a scansare se non spesso volutamente ad emarginare gli altri.
Ho un ricordo vivissimo di quel periodo della mia vita, e aggiungo, dal momento che non ho mai avuto problemi a fare outing, in particolar modo da quando mi occupo di QM , che proprio questo atteggiamento discriminatorio, subdolo o palese, mi ha spronato, sia pure a scoppio ritardato, a proseguire di buona lena negli studi universitari. Una forma di rivalsa, se vogliamo. Sul sottoscritto possiamo dire che quell’atteggiamento discriminatorio ha avuto questo effetto (non tutti reagiamo nella stessa maniera…) ma tanti altri si sono smarriti, spesso hanno abbandonato gli studi o non li hanno proseguiti perché erano stati convinti, attraverso un pesante condizionamento psicologico, di non essere all’altezza, di non essere adeguati. Anche io, sia chiaro, avevo interiorizzato quel modo di sentire che mi era stato subdolamente trasmesso ma, come ripeto, sarà stato il desiderio di rivalsa, fatto sta che, sia pur faticosamente, ho continuato, o meglio ho cominciato veramente a studiare, scoprendo che ci ero addirittura portato, nonostante quello che mi dicessero una buona parte dei miei prof. (tranne uno, quello di filosofia…) che mi “licenziarono” come se si fossero finalmente tolti un sasso dalla scarpa. Piccolissimi uomini e piccolissime donne, per lo più mediocri, frustrati/e e inetti/e, responsabili di aver devastato psicologicamente tanti ragazzi. Dovrebbero essere fieri di fare un mestiere a mio parere bellissimo e di grande responsabilità. E invece, nella gran parte dei casi (Rino non è fra quelli, ovviamente…), come dicevo, sono delle persone mediocri, frustrate e insoddisfatte che scaricano le loro frustrazioni sui ragazzi e che addebitano la loro condizione (di frustrazione) a questioni pratico-burocratiche-economiche. Balle! Naturalmente ora ci sarebbe da aprire un lungo capitolo su questi temi e non lo faccio (sono sempre in attesa del tuo articolo, caro Rino…)
In conclusione, ho un pessimo ricordo della scuola e anche della gran parte dei miei docenti, specie al liceo. Forse il periodo più nefasto della ma vita, sotto ogni punto di vista. Ed è talmente vivo il ricordo di quell’esperienza scolastica, non solo dal punto di vista dello studio ma soprattutto umano, che mi è rimasta tuttora una ruggine di quel senso di rivalsa nei confronti di questo o quel prof. (ai quali oggi potrei impartire ripetizioni private…).
Potrei parlare molto a lungo della scuola e della mia personale esperienza scolastica. Ci si potrebbe scrivere un libro (e infatti gli dedicai uno dei quattro capitoletti del mio libretto divertissment autobiografico dal titolo “Non ero il solo”).
Resto dell’idea che quella fosse una scuola di classe. E non è possibile operare una distinzione fra il dentro (la scuola) e il fuori. Perché ciascuno anche a scuola si porta dietro e in classe il proprio vissuto, il proprio contesto. Fu proprio in quegli anni che cominciai a sviluppare una coscienza politica. Entravo a scuola la mattina, come ho scritto anche in quel libello, con lo stesso spirito con cui un operaio entra in fabbrica per iniziare il turno di lavoro. Questa era la mia condizione. Ho cominciato a scioperare e a partecipare alle assemblee e alle autogestioni non tanto ancora per convinzione politica (ero un ragazzo) ma per non stare in classe e per sottrarmi a quella che vivevo come una condizione di alienazione e di sofferenza.
Quella cogliona della prof. di lettere quando passai l’esame di maturità mi fece capire che mi avevano promosso per liberarsi di me, diciamola tutta, per togliersi il sottoscritto dalle palle. Una totale nullità, una ignorante patentata che non sapeva un tubo di italiano, storia, filosofia e lettere in generale ed era solo preparata in grammatica latina e greca, le sole due cose che conoscesse.
Era una scuola di classe. Ritengo che lo sia ancora, anche se sicuramente in forme e modalità diverse. Del resto, non si capirebbe come potrebbe essere diversamente.
P.S. in alcune borgate romane la percentuale di abbandono alla scuola primaria (elementare) oscilla intorno al 35%. La maggior parte degli abbandoni sono maschili.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Non riesco più a scrivere in questo spazio… se doveste mai vedere questo mio commento è perché ho copia incollato il mio nome e la mia mail negli appositi campi, altrimenti non mi permette di scriverci dentro…
Ethans(Quota) (Replica)
Ethans,
Sinceramente non riesco a capirne il motivo, comunque prego chi interviene sul sito di segnalare se ha problemi analoghi.
Anche per capire se il problema è del computer di Ethans o del sito.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Praticamente non riesco a scrivere i miei dati dentro ai campi “Nome” e “Email”: ora sono presenti perché li ho copia incollati e benché non si vedessero quando li ho copia incollati sembra che il sito li abbia presi. Cmq vabbe’… per il momento sembra funzionare… vedremo alla prossima pulizia del browser… scusate il fuori tema…
Ethans(Quota) (Replica)
Come si sa la società è gerarchica. Classi e all’interno delle classi altre sotto classi.
C’è chi nasce in A, chi in B, chi in C … chi in Z.
La scuola opera così: chi entra da A esce in A, chi entra da B esce in B e via elencando fino alla Z.
Salvo le eccezioni (presenti peraltro in ogni ambito della vita sociale), la scuola non fa altro che conservare e confermare in uscita il livello/rango sociale di entrata di ciascuno.
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Quanto alle discriminazioni antifemminili noi certo non dimentichiamo che:
1- gli abbandoni riguardano quasi solo i maschi
2- le laureate sono 6 contro 4
3- le proff sono nella stragrande maggioranza femmine.
Insomma le proffe discriminano le femmine, che però hanno risultati migliori, si laureano ben di più e abbandonano molto meno.
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La “colpa” è della scuola maschilista.
RDV(Quota) (Replica)
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Anch’io sarei curioso di leggere di questa scuola “andata” impreziosita da GM (Grandi Maestri), solo quelli con la “O”, senza discriminazioni…chissà quanti vi/la riconoscerebbero….
Invece oggi, a proposito di ragazzi smarriti e psicologicamente devastati, ho assistito ad una bella scenetta, impensabile, diciamo, per quelli della mia generazione.
In breve, un ragazzo della secondo superiore stava chiedendo, in segreteria, che cosa occorreva per cambiare indirizzo scolastico (o forse veniva da un altra scuola), alché, alla risposta datagli che avrebbe dovuto sostenere due esami integrativi, ha pensato bene di chiedere se piuttosto non poteveva ricominciare dalla prima!
Io non ho potuto trannermi e gli ho detto:”Ah, ecco uno che si boccia da solo!”
Pazzesco, poi ci si chiede perché vanno male a scuola.
Animus(Quota) (Replica)
La letteratura? Anche senza uomini E un editore pubblica solo donne http://27esimaora.corriere.it/articolo/la-letteratura-anche-senza-uomini-e-un-editore-pubblica-solo-donne/
romano(Quota) (Replica)
romano,
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Lungi da me intervenire in quello spazio.
E dando un’occhiata ai vari post, controllando il numero dei commenti, sono parecchi/parecchie a pensarla come me. Persino le stesse femministe, alcune davvero invasate, che lo frequentavano sono sparite.
Che si piscino addosso da sole.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
anche a me succede abbastanza sovente di non vedere i nomi che inserisco dopo averli copincollati. Anche in questo commento, ho fatto così e non li vedo. Mi succede sempre e solo con Internet Explorer però, con Mozilla mai, non ricordo con Google Chrome. Ethans hai provato a cambiare browser?
Rita(Quota) (Replica)
Non ho voglia di cambiare browser… google chrome poi… vade retro Satana… come stai Rituccia… tutto ok?
Ethans(Quota) (Replica)
Cmq tornando alla gerarchia nella scuola a me ha sempre dato fastidio (eufemismo) che un figlio di papà qualsiasi sia trattato meglio di uno che è molto più dotato di lui… se poi travasiamo tale dinamica sul mondo del lavoro ecco che il mio istinto rivoluzionario prende il sopravvento e ti divento un sanguinario facinoroso… odio il parentume nel mondo del lavoro così come odio le raccoglitrici di matite sotto le scrivanie, ma mi rendo altresi conto che è cosi che va il mondo e noi possiamo farci poco e niente… che insopprimibile stato di frustrazione, cazzo!!!!
Ethans(Quota) (Replica)
“Il matrimonio fa bene più agli uomini che alle donne”
http://www.huffingtonpost.it/2015/06/12/matrimonio-fa-bene-piu-uomini-che-donne-ricerca_n_7568262.html?utm_hp_ref=tw
romano(Quota) (Replica)
L’Onu: i papà non fanno quanto le mamme http://www.lastampa.it/2015/06/19/societa/mamme/attualita/lonu-i-pap-non-fanno-quanto-le-mamme-4sQ9EsvD06LgXBMUvXVKoN/pagina.html
romano(Quota) (Replica)
https://femdominismo.wordpress.com/2015/06/20/la-conferma/
Mio post al commento
mauro recher(Quota) (Replica)
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Cristo… è un’ossessione.
Premesso che sposarmi è l’ultimo dei miei pensieri, se solo uno ne avesse la minima intenzione, merdate del genere mi farebbero passare immediatamente la voglia.
E’ tutto così assurdo…
Daniele(Quota) (Replica)
Donne e bambini, il benessere è lontano
E l’Italia è appena sufficente http://espresso.repubblica.it/attualita/2015/06/23/news/corruzione-pochi-soldi-per-l-istruzione-e-gender-gap-1.218398
romano(Quota) (Replica)
romano,
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Il giornalista non è malaccio. E’ uno dotato di una discreta dose di coraggio. Ha messo il naso in situazioni molto, ma molto scottanti.
Pur tuttavia nemmeno lui sfugge al MATRIX.
Per cui abbiamo le categorie svantaggiate individuate a priori: minori e donne.
Ma se su i minori c’è poco da discutere (anche se lo svantaggio di un bambino del Sael è cosa sideralmente – anni luce – lontana dallo svantaggio di un bimbo del primo mondo) sulle donne come categoria a priori svantaggiata, come ben sappiamo, da dire invece ce ne parecchio.
Sappiamo benissimo quale ideologia dobbiamo “ringraziare” per questo.
Si producono decine, centinaia di studi tutti puntati a dimostrare un determinato stato di cose. E si lascia in ombra tutto il resto (quello che non è funzionale al sistema di cui il femmnismo è parte essenzale).
Questo ovviamente ha uno scopo però alla lunga non porterà niente di buono, perchè la realtà nel suo complesso, per tanto tempo elusa, messa sotto il tappeto, troverà comunque la maniera di emergere. E ci travogerà tutti. Perchè non avremo nemmeno gli strumenti per poterla capire.
Mi dispiace. Perchè con un pò di buonsenso poteva andare in tutt’altra maniera.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia,
la notizia viene ripresa anche dal fuffington post che titola:”Il Nord Europa è l’unico luogo sicuro per donne e bambine” http://www.huffingtonpost.it/marco-chiesara-/nord-europa-sicuro-donne-bambine_b_7638932.html?utm_hp_ref=tw
Come fa notare un commentatore, sullo stesso fuffington, qualche tempo prima, apparse questo articolo:”Violenza sulle donne in Europa, Paesi scandinavi in cima alla classifica. Italia al diciottesimo posto” http://www.huffingtonpost.it/2014/03/05/violenza-donne-europa_n_4902055.html
romano(Quota) (Replica)
Domenico De Masi parla di ingiustizia sociale riferendosi alla minore longevità dell’uomo rispetto alla donna. Purtroppo la questione viene a malapena accennata dato che la giornalista devia prontamente il discorso.
https://www.google.it/#q=TG3+Fuori+TG+del+22%2F06%2F2015
cliccate sul primo risultato ed andate al minuto 13:05 del video
P.S.
non ho messo direttamente il link della rai perchè il video, partendo automaticamente su questa pagina, potrebbe risultare fastidioso
romano(Quota) (Replica)
Per le DD ogni posto è peggiore dell’altro.
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A è peggiore di B che è peggiore di C che è peggiore di A che peggiore di B che è peggiore di C che è peggiore di A che è peggiore…
RDV(Quota) (Replica)
http://sky.tg/11vc forse questo era sfuggito al Gasparrini
mauro recher(Quota) (Replica)
Leggete quest’ultimo “capolavoro”, scritto (ovviamente) da un “maschietto”.
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=8366653
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Questa è una vecchia discussione aperta (all’epoca) su U3000.
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=8366653
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seiper1
Ok. Andiamo per ordine.
Tu dici che la percentuale di donne in politica attiva dipende da un complotto (più o meno oscuro) della parte maschile (segreterie di partito, classi dirigenti etc.) per garantirsene il monopolio.
Ma prima di fare un’affermazione così banale, che è quella che sentiamo tutti i giorni dai media, sapresti dirmi quello che non viene mai detto?
Ossia, quale sia la percentuale di donne che frequentano la politica e partecipano attivamente nelle sezioni, nelle segreterie, sul territorio, nelle circoscrizioni, nei comuni e in tutti quei luoghi dove la politica si svolge?
Io, pur senza avere dati certi (che nessuno dice esplicitamente, perché, questa sì, è una realtà occultata) so che in molti partiti (molti, non tutti) la semplice percentuale delle iscritte non va oltre il 15/20 percento, ad essere generosi. E questo dato ancora non dice quanta parte di queste abbia un impegno effettivo o possegga solo una semplice tessera. A questo riguardo, sarebbe utile ed importante se qualcuno di noi (io non ho tempo sufficiente per farlo) svolgesse una piccola ricerca sul web per raccogliere questi dati sin dove possibile. Sono convinto che ne uscirebbe un quadro significativo.
Poi, chiunque conosca minimamente la politica sa perfettamente che la carriera e la sua ascesa sono garantite solamente dal seguito personale dell’attivista, dal numero di tessere che riesce a far sottoscrivere e dal suo bacino di consenso.
Se una segreteria di partito dovesse sostituire a questi criteri per formare le candidature quelli del sesso di appartenenza, pregiudicherebbe il rapporto effettivo con l’elettorato perdendo voti e rappresentanza. E’ quello che sta succedendo ai DS che, privilegiando in astratto la componente femminile, ad ogni tornata perdono quote di elettorato.
Secondo: tu dici che un ulteriore impedimento alle donne sarebbe dato dal dover crescere i figli.
Intanto, io non riesco più a capire come si faccia seriamente ad invocare, da un lato, la maternità come valore aggiunto della donna e, dall’altro, ad additarla come fattore di impedimento al suo sviluppo sociale. Da questa contraddizione, secondo me, si stanno producendo quei guasti psicologici individuali, che hanno il loro sintomo più drammatico nelle ormai numerose madri che sopprimono i figli a calci nella schiena o infilandoli nella lavatrice. Neanche questo aspetto viene mai considerato dai media, che preferiscono parlare, invece, di astratte depressioni post-partuum…….
Ma, a parte questo (che meriterebbe un approfondimento a parte), secondo te e molti altri, data questa evidenza biologica bisognerebbe alterare le regole del gioco democratico e della rappresentanza, nonché dei criteri meritocratici di selezione, solo per consentire alle donne una maggiore partecipazione sine titulo alla vita politica. E’ un punto di vista; sicuramente non il mio che lo considero una pericolosa falsificazione della rappresentanza politica.
Ma ci si dimentica di osservare, soprattutto, che questa eventualità poggia, in ultima analisi, sul sacrificio di altrettanti uomini che si guadagnano la carriera sul campo e non sull’appartenenza di genere e che si vedrebbero scavalcati da altrettante donne con la semplice giustificazione che “sono donne”.
Le chiamano esplicitamente “discriminazioni positive”, quindi ben comprendendo l’intimo aspetto discriminatorio che comportano, che sarebbe reso accettabile, chissà perché, dall’aggettivo positive. Naturalmente la positività della cosa non è estesa a tutti i cittadini, unico fattore che la renderebbe tollerabile, ma solo ad una parte di essi: quella femminile.
Io credo che qualunque discriminazione, anche a mente del dettato Costituzionale che tu stesso hai ricordato, non abbia mai alcun aspetto positivo, ma sia solo la legittimazione di un nuovo sistema di privilegi di una parte a danno dell’altra.
Se per te questo è progresso e civiltà siamo ben lontani dal comprenderci.
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sergio(Quota) (Replica)
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Scusate, è questo il “capolavoro” al quale mi riferivo.
http://letteradonna.it/195710/libro-sta-zitta-e-va-in-cucina-sessismo-politica/
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Sessismo, quando la politica è unanime
«Sta zitta e va’ in cucina», il nuovo libro di Filippo Maria Battaglia che ripercorre la storia del maschilismo in politica da Palmiro Togliatti a Beppe Grillo.
filippo battaglia. L’Italia è uno dei Paesi più maschilisti d’Europa, dicono le statistiche. E la politica è uno degli ambienti in cui il sessismo è più diffuso. Nella classifica mondiale sulla parità di genere stilata nel 2014 ci troviamo ancora al 37esimo posto, dietro a nazioni come Bangladesh e Mozambico, e nel nostro Paese le sindache, giusto per fare un esempio, sono 789 contro 7.238 colleghi maschi.
L’ultimo episodio di una lunghissima lista risale solo al primo ottobre, quando i senatori Lucio Barani e Vincenzo D’anna hanno rivolto gesti sessisti in aula alla parlamentare del Movimento 5 stelle Barbara Lezzi, guadagnandosi cinque giorni di sospensione.
Si intitola Sta zitta e va’ in cucina l’ultimo libro di Filippo Maria Battaglia – giornalista di Skytg 24 – «breve storia del maschilismo da Togliatti a Grillo».
È la storia degli insulti, delle discriminazioni e dei pregiudizi politici nei confronti delle donne. A cui prendono parte quasi tutti: i padri costituenti e Beppe Grillo, il Pci e Silvio Berlusconi, la Dc e i partiti laici, i piccoli movimenti e le grandi coalizioni. Quando si tratta di sessismo, la politica italiana diventa improvvisamente unanime. Nell’Italia repubblicana la crociata sessista arruola tutti: premier, segretari di partito, ministri, capi di Stato, giù giù fino all’ultimo portaborse sconosciuto.
«A casa sono le regine indiscusse, fuori le suddite sottomesse. Viste dalla politica, le donne italiane devono essere così. ‘La moglie fa la moglie e basta’, deve essere ‘remissiva’, ha molti doveri, pochi diritti e ‘specifiche attitudini’. Se la donna è emancipata diventa subito di ‘facili costumi‘, se è bella ‘è per questo che fa carriera‘, se è brillante non può che essere ‘abilmente manovrata’».
DA STORACE A BERLUSCONI
Gli esempi sono decine e decine e dagli Anni ’40 a oggi le cose si sono evolute ben poco. Il 20 ottobre 1945 il presidente del Consiglio Ferruccio Parri commentò così l’appena introdotto diritto di voto alle donne: «Per sbagliare bastiamo noi». Era il 1994 quando Francesco Storace disse: «Lo sapete perché il Ppi rimane così piccolo? Perché ce l’ ha in mano Rosy Bindi». «Le donne non ci devono scassare la minchia!», pronunciò in aula nel 2005 dal deputato siracusano Pippo Gianni (Ccd) durante la discussione sulle quote rosa nella Legge elettorale. Fino al 2014, quando Silvio Berlusconi definì la cancelliera tedesca Angela Merkel una «culona inchiavabile».
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sergio(Quota) (Replica)
http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-d96a35d9-eb39-445a-9084-29a60c17a03d.html
romano(Quota) (Replica)