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Da almeno un paio di decenni si è andata diffondendo la tesi secondo la quale le partizioni idealpolitiche classiche Dx e Sx sarebbero superate e andrebbero perciò abbandonate. Ciò sulla base di un gran numero di considerazioni, molte delle quali non del tutto infondate, avanzate anche da un certo numero di noti intellettuali. Vi è però ancora chi, da entrambi i versanti, considera quella contrapposizione sempre valida e dirimente.
Tra coloro poi che hanno preso coscienza della Questione Maschile (QM) un gran numero afferma, esplicitamente o meno, che questa non è né analizzabile né risolvibile se non da una prospettiva di Destra.
Tesi sostenuta da molti ed espressa sinteticamente da un analista ormai storico della QM in questi termini: “…la QM come questione politica non può e non potrà mai essere, per definizione, una questione di sinistra”(*) affermazione che intende cementare una verità inoppugnabile. Insomma, hic Rhodus, hic saltus.
L’ETERNO RITORNO
Muovo da essa per le considerazioni che seguono, anticipando la conclusione e affermando subito che la QM in quanto questione politica non può e non potrà mai essere, per definizione, una questione di Destra.
La ragione è semplice ed elegante: perché si tratta di una questione di giustizia. Termine usato e abusato per secoli in tutti i contesti e le occasioni e divenuto quasi inservibile. Anacronistico. Riesumarlo è penoso, evocarlo è patetico.
Ma bisogna rassegnarsi. Si tratta proprio di quella che a suo tempo portava quel nome. La ragione che fonda la QM potrà allora non essere elegante (è ormai demodé) ma è sicuramente semplice. La parola è quella e non è una parola di Destra.
Si tratta infatti della questione posta da una massa di sottomessi, di espropriati, insomma, di Vinti, i quali, lo sappiano o meno, lo riconoscano o no, escono allo scoperto e agiscono (o ancora si macerano in un silenzio angosciato) in quanto le loro vite sono confiscate, la loro bocca murata, il loro futuro sequestrato. Le loro aspettative bruciate, i loro sentimenti derisi, il loro valore azzerato, la loro volontà negletta. Le loro sofferenze schernite, il loro racconto censurato. Perché sono sfruttati e umiliati. Lapidati.
Da questa realtà, che è carne e sangue, sentimento e percezione, coscienza e vita, nasce la QM. Non invenzione di trionfatori, epopea di vincenti, ma esperienza, pensiero, azione, filosofia, parola di una massa perdente che reagisce alla compressione delle potenzialità, al furto delle fatiche, alla rimozione della memoria, alla confisca dei sentimenti, alla distruzione della dignità. Alla condanna morale, alla manipolazione psicologica, alla cattura dell’interiorità. Ed anche alla rovina materiale.
E’ la vitalità (forse residua) di una parte dell’umanità che non vuole soccombere e che avvia la lotta per vivere secondo le proprie determinazioni, per riacquistare il diritto di stare al mondo senza chiederne il permesso. Niente di diverso, allora, da quel che gruppi e minoranze, maggioranze e popoli, etnie e civiltà, classi e ceti, compressi, invasi, umiliati, espropriati hanno fatto – quando lo hanno fatto – da che il mondo esiste.
E’ l’eterno ritorno della rivolta, della ribellione che mira a farsi rivoluzione, e la rivolta contro l’ingiustizia non è – per definizione – cosa di Destra. Sofferenze, sfruttamenti, ingiustizie, diritti compulsati: non sono parole del suo vocabolario. Sotto la sua bandiera nessuna rivendicazione è ammessa, nessuna sollevazione è pensabile. Che gli sconfitti subiscano e tacciano: questo è il suo proclama, la definizione della sua stessa essenza.
E invece perché, amici, ci siamo messi in azione? Perché in diversa misura, sentiamo di appartenere sin d’ora o temiamo di scivolare in quella partizione del mondo che porta il nome dei Vinti. E nonostante ciò, anzi proprio per questo, siamo scesi nell’arena: in opposizione a quel proclama e violando quell’ordine, compiendo con ciò quello che, per essa è l’unico vero delitto: la sollevazione dei Vinti.
I Vincitori e le Vincitrici esistono e come tali dovranno pur difendere la loro posizione, avere un riferimento politico, una sponda, un approdo. Quello che da un paio di secoli porta il nome di Destra. Potrà cambiare nome, colore e racconto, ma non può non esistere. Vincitori e Vincitrici devono stare da qualche parte: staranno dalla loro parte. I Vinti dall’altra.
IL PARADISO IN TERRA
Ad indicare la giusta via agli insoddisfatti, ai marginali, agli esclusi, ai c.d. “meno fortunati” (o per dirla con Nicce, ai “malriusciti”) a istradarli sul sentiero della rassegnazione, si usa spesso ricordare che su questa Terra il paradiso è impossibile, saldando il senso comune a considerazioni filosofiche. E’ assurdo pretendere di creare il paradiso in Terra.
Saggia osservazione, da sottoscrivere – d’acchito – a occhi chiusi. Solo un pazzo potrebbe sognare e prefigurare tanto. Nessun paradiso è possibile quaggiù: su questo si potrebbe giurare se non fosse per un fatto sconcertante, impensabile, dirompente: quel paradiso esiste. Il paradiso in Terra non solo è possibile: è reale, è fattuale. Esiste da millenni: per una minoranza dell’umanità.
Stiamo parlando (ça va sans dire) di un paradiso materiale, costituito dal possesso di beni e dalla fruizione di servizi ottenuti con poco o nessun rischio e fatica. Stiamo parlando della condizione di sicurezza massima che ogni diverso luogo-tempo può fornire e di potere, di prestigio, di protezione e tutele sociali. Del pane garantito, del domani senza preoccupazioni.
Ma stiamo parlando pure (in psiche humanitas) di quella condizione nella quale gli altri stanno a noi come i sacconi da bag-training al pugile. Quello stato nel quale i nostri rapporti col prossimo sono improntati all’espansione anziché segnati dalla compressione, in cui gli altri subiscono la nostra volontà, anziché noi la loro, insomma in cui dipendono da noi (e dai nostri capricci) e non viceversa. In cui i nostri desideri, le nostre ambizioni, la nostra vanità, i nostri istinti siano appagati e gratificati, e ciò, pur se non in modo assoluto (sarebbe il …Paradiso), quantomeno – e pur sempre – più di quanto accada agli altri. Quella condizione principesca nella quale, a suggello della mia sovranità, io stesso ho inventato il delitto di Lesa Maestà. Questo paradiso, che è materiale e immateriale (psicologico) al tempo stesso, esiste da sempre: per una parte dell’umanità.
Posto dunque che quel paradiso esiste, che significato attribuire a quel “saggio”richiamo?
Occultando il fatto che i privilegiati, i Beati e le Beate della Terra, esistono davvero, maschera la realtà storica – negando l’innegabile – e veicola così il solo messaggio che lo renda sensato: quella condizione beata non è possibile per tutti ed è perciò necessario che gli esclusi abbandonino i sogni e le speranze. Il paradiso terrestre ha i posti numerati e chi è senza biglietto ne sta fuori. Non c’è posto per tutti …quaggiù. “A chi la tocca, la tocca…!”. Questo il messaggio.
Ma, alla luce del fatto che tale annuncio ha una provenienza sociale palese e quella finalità evidente, il suo significato si trasforma e diventa indistinguibile da un avvertimento: “Che i perdenti si rassegnino al purgatorio, perché non è escluso che possa diventare un inferno…”. Così, quella che sembrava una saggia considerazione, assume infine l’aria di una minaccia: “…guai ai Vinti!”.
COMPLESSITA’ e SEMPLICITA’
Queste osservazioni danno la stura ad una ricca cascata di considerazioni, non poche delle quali già tematizzate da molti di noi in questi anni e rinvenibili, di qua e di là, sotto il titolo “Destra, Sinistra e Questione Maschile” o sotto altre insegne, nel web e sulla carta. Ma siamo lontani dall’averne esaurito la portata.
Quanto a me, la gelida innegabilità delle affermazioni esposte non m’impedisce di vedere l’estrema complessità dei fenomeni sociali, gli intrecci delle ragioni (e dei torti), l’onnipresenza delle contraddizioni. So bene che gli effetti differiscono dalle intenzioni, che l’azione tradisce il progetto, la tattica assorbe la strategia, i mezzi divorano i fini. Riconosco le turbolenze della storia, i suoi paradossi e le sue inaspettate invenzioni. So che il bene confina col male (e spesso vi sconfina) che gli scopi possono elidersi e poi tradirsi nell’eterogenesi dei fini. So che la realtà è complessa e contraddittoria, ingannevole e persino subdola.
Qualche esempio.
Mi è chiaro che non mancano ragioni ben fondate per le quali la Destra politica può, in questa stagione, ritenersi ed essere ritenuta sponda quasi naturale della QM, e so pure che oggi, la QM coinvolge tutti gli uomini d’Occidente, benché non tutti nello stesso modo. Su questa verità (peraltro sterile) fondai un movimento.
Quanto al paradiso terrestre, è vero che è sempre esistito ma anche che è uno spazio a geometria variabile, a seconda dei luoghi, dei tempi e delle angolature da cui lo si guarda. La sua componente materiale è quasi sempre associata a quella psicologica, ma le due possono anche disgiungersi. Si può essere benestanti e al tempo stesso manipolati e subalterni. Anzi, questa distinzione è di capitale importanza per capire il presente e soprattutto il futuro. Specie quello della condizione maschile. Appunto.
E’ ovvio poi che vanno indagati con scrupolo i motivi per cui il Genere femminile possa essere definito Beato o in corso di …beatificazione. Per quali aspetti e su quali versanti della vita sociale e dei rapporti di Genere ciò sia vero e se lo sia per una minoranza, la maggioranza o la totalità di esso, e se sì, riguardo a quali parametri ed entro quali limiti per ciascuno dei tre casi, non confondendo poi l’Occidente con l’Altrove, il presente con il futuro e così via. E cento e mille altre considerazioni.
Tuttavia per quanto si perlustrino le costellazioni della complessità, nulla può mutare il fatto che il paradiso terrestre è una realtà tangibile, limitata però ad una parte dell’umanità e che del purgatorio – non meno reale, se ne converrà – la Destra (approdo dei Beati) non si occupa. Semplicemente non può.
Rino D.V.
(*) dal blog Ragioni Maschili
http://ragionimaschili.blogspot.com/p/la-questione-maschile.html
128 Commenti
Rino, da vecchio iscritto alla mailing list, concedimi una domanda: se la questione maschile può essere solo di sinistra, per quale ragione tu fondasti un movimento (U3000) trasversale agli schieramenti politici?
Perché, fin dall’origine, non ti dichiarasti apertamente di sinistra?
>
PS: politicamente, io sono un uomo di centro.
Fabio(Quota) (Replica)
Mi perdoni l’amico Rino, Secondo me la QM può essere di destra o di sinistra, a seconda di come la si rigira.
Red.(Quota) (Replica)
“Si può essere benestanti e al tempo stesso manipolati e subalterni”
Certo, anche un ricco può essere un fesso.
Tuttavia, nel momento in cui non lo è, la condizione di subalternità nei confronti di una donna dura finché lui la vuol far durare, dato che ha la fila fuori dalla porta ed è sufficiente uno schiocco di dita e la frase famosa: “avanti un’ altra”.
Per un non abbiente rinunciare alla subalternità significa rinunciare pure alla donna.
Non mi sembrano due situazioni neanche lontanamente paragonabili.
sandro(Quota) (Replica)
Per il momento mi limito a complimentarmi con l’autore: davvero un bellissimo pezzo.
Alessandro(Quota) (Replica)
Nella lotta per la difesa o la conquista del paradiso in terra, o per frazioni minime o illusorie di esso, nel campo femminile il femminismo ha arruolato assolutamente tutte? In tal caso questo arruolamento sulla base del genere, teorizzato e praticato a prescindere da ogni connotazione di appartenenza, è un unicum storico: non si è mai visto. Un arruolamento che sembra scattare senza nessuno sforzo consapevole, ma così d’istinto, a prescindere da ogni precedente e diversa appartenenza.
E’ questo che fa ipotizzare che ci sia una “Ingiustizia” agita ad un livello ancora più profondo di quello socioeconomico, quello che ci fa da sempre utilizzare le categorie di dx e sx.
Come se per la prima volta la questione della “Ingiustizia”, ovvero del paradiso in terra per alcuni con relativa esclusione di tutti gli altri, dopo le precedenti appartenenze (sociale, di razza, di religione, ecc.) fosse posta in termini esclusivamente di genere: la forma più radicale, pervasiva e diffusa di “Ingiustizia” (discriminazione) mai concepita.
ckkb(Quota) (Replica)
Dico la verità: io sono tra quelli che più di ogni altro attendeva un articolo come questo da parte di Rino e al di là delle simpatie politiche che ognuno ha il diritto di avere, non credo sia una problema inquadrare e intepretare la Qm attraverso punti di vista e/o paradigmi culturali e filosofici diversi fra loro.
Anzi.
In un clima di rispetto reciproco e tolleranza la diversità fra le varie posizioni non è detto che non possa offrire,quand’ora si presentassero occasioni di confronto costruttivo,la possibilità di contribuire allo sviluppo di una nuova coscienza maschile.
Prima di conoscere UB stavo ormai buttando nel macero la QM persuaso che si trattasse di uno dei tanti cavalli di battaglia con cui le destre stanno ormai da tempo tornando ad avere un consenso di massa.
In effetti l’articolo di Rino,che tra l’altro introduce una discussione ben più ampia, allude a contraddizioni che ormai hanno fatto saltare il paradigma destra sinistra.
Oggi la destra soprattutto “sociale” ha soppiantato la sinistra “antagonista” degli scorsi decenni: nell’immaginario comune essere di sinistra vuole dire necessariamente essere figlio di papà, magari con i dreadlocks, strafatto e ipocritamente anti-sistema, mentre essere di destra starebbe invece per significare l’essere veramente dalla parte della gente comune, che si sente minacciata,precarizzata e che teme per la stabilità propria e dei propri cari:una specie di Robin Hood,sulla falsariga degli antieroi che spesso una certa tradizione intellettuale si è di volta in volta ingegnata di eleggere come simboli di un ideale politico,religioso ecc. (sorte a cui non è sfuggito Cristo stesso, per non parlare di altri come Bravehart o lo stesso Che Guevara..)
Secondo me le destre sono riuscite a fare lo stesso “gioco delle tre carte” che fece il femminismo spacciandosi per un istanza di tipo progressista : un ideologia sessista antimaschile e interclassista cavalcò le battaglie per i diritti dei più deboli così come oggi una cultura che come dice Rino non ha mai avuto la giustizia come una propria priorità si traveste da baluardo dei nuovi deboli (che sarebbero gli italiani bianchi cristiani e/o padani sottomessi dalle femministe appoggiate dallo stato che a sua volta sostiene l’immigrazione selvaggia di gente che viene qui a rubare lavoro e donne..).
Io ho scelto di approfittare della QM anche per tornare a rivendicare il mio “essere di sinistra” che non ha nulla a che vedere con gli stereotipi, ma ha invece a che vedere molto con i risvolti pratici che la situazione degli uomini beta, italiani e non, si trovano e si troveranno ad affrontare da qui all’immediato futuro.
Luke Cage(Quota) (Replica)
Fabio
>>
se la questione maschile può essere solo di sinistra, per quale ragione tu fondasti un movimento (U3000) trasversale agli schieramenti politici?
>>
Perché la QM “riguarda tutti gli UU anche se non tutti nello stesso modo”. Cosa vuol dire questo se non che la QM ha ANCHE un contenuto trasversale? La paternità viene imposta e/o sottratta al muratore come al notaio. E’ vero o no? La deoggettivizzazione dei reati antifemminili (molestie, abusi etc.) vale tanto per l’impiegato quanto per il banchiere. L’inversione formalizzata o implicita dell’onere della prova non vale forse per tutti? Certo che sì. Non conosciamo noi per nome e cognome uomini pur danarosissimi finiti in prigione (o tuttora tra le sbarre) a seguito di condanne per “stupri postdatati”? Certo che sì. Le quote in politica e soprattutto nei CDA non colpiscono addirittura più pesantemente i maschi d’élite che gli altri? (anche se forse non se ne avvedono). L’erosione del prestigio paterno non riguarda forse tutti i ceti e le classi? Certo che sì . La femminilizzazione scolastica non riguarda nello stesso modo i figli dei ricconi come quelli della massa? E via dicendo. Questa è la base su cui si è fondata la trasversalità di U3.
I princìpi di U3 non sono forse sottoscrivibili da tutti gli UU (e anche dalle DD leali)?
Ma ovviamente non colpisce tutti nello stesso modo. E non c’è bisogno di dire perché: il Titanic ne è la sintesi. Ma anche il salvataggio dei mineros cileni dice la stessa cosa: 1- non ci sono femmine là e 2- non ci sono neanche notai. Perché sottolineare la prima verità e negare la seconda o viceversa?
Se affermo la 1 sono maschilista, se ricordo la 2 sono bolscevico.
Mi devo rassegnare.
>>
Perché, fin dall’origine, non ti dichiarasti apertamente di sinistra?
>>
Quando si agisce nell’arena politica non importa quello che si è o che si crede di essere. La sola cosa che importa è il terreno sul quale ci si muove, i principi che si esplicitano e la coerenza nel rispettarli. La propria collocazione interiore rispetto all’azione non ha alcuna importanza. Inoltre chiedo: cosa vuol dire essere di Sx oggi in generale (alla luce di tutti gli avvenimenti storici) e con riferimento alla QM in particolare? Quando lo si sarà precisato, allora si vedrà. Ma non sarà facile, perché la QM è una mina per quasi tutto quel che sinora ha portato quel nome. C’è uno sconvolgimento in corso. Non bisogna poi confondere la pars destruens con la construens, l’azione demolitrice (che analizza, critica, demistifica etc) con quella costruttiva che prefigura un certo stato del mondo. Io non ho mai prefigurato nulla. E non bisogna confondere la categorizzazione filosofica (ciò che ho tentato di fare con l’articolo sulla Dx) con la pratica reale di quelle forze che si richiamano (a ragione o a torto) ai due versanti. Le pratiche politiche reali possono essere autocontraddittorie e di fatto lo sono in tutti i versanti. La politica antimaschile della Sx-reale ne è una prova schiacciante. E meno ancora bisogna confondere il tutto con le posizioni personali e le scelte individuali o come giudizi sulle persone. Dalle considerazioni espresse nell’articolo non si deve dedurre ciò che non vi è contenuto. Ma evidentemente i fraintendimenti sono inevitabili, e per correggerne uno si incorre in un altro.
Mi devo rasegnare.
Sandro:
>>
“Si può essere benestanti e al tempo stesso manipolati e subalterni”
Certo, anche un ricco può essere un fesso.
>>
Evidentemente – nonostante i miei sforzi – non mi sono spiegato. C. Ronaldo ha subito la paternità al pari di un qualsiasi bidello e di un qualsiasi disoccupato. Ha potuto cavarsela con i miliardi, ma la sua subalternità resta. Intatta. Anche se a lui non gliene importa nulla, perché con i soldi se l’è cavata, il fatto che egli sia subalterno, che abbia subito la decisione altrui, rimane incontrovertibile. Non gli importa di dover ubbidire?
Nondimeno dirò che egli è un “ubbidiente”.
L’esistenza possibile di una condizione in cui si è benestanti e tuttavia subalterni è quella prefigurata anche da Fabrizio in un suo commento dove ipotizzava (orwellianamente) la conquista totale del potere da parte femminile (se non ho capito male). Cosa è, cosa potrebbe essere una ginecocrazia se non la subalternità al femminile di tutti gli UU, miliardari inclusi? Altro esempio: un popolo invaso può venir costretto in toto – sotto pena capitale – a cambiare religione, usi costumi e lingua: senza distinzione tra poveri e ricchi. Potrebbe accadere? Certo che sì.
La questione è stata ben compresa da Ckkb:
>>
E’ questo che fa ipotizzare che ci sia una “Ingiustizia” agita ad un livello ancora più profondo di quello socioeconomico, quello che ci fa da sempre utilizzare le categorie di dx e sx.
>>
Infatti. Considero le categorie economiche secondarie e persino fuorvianti rispetto alla QM.
I maschi occidentali di oggi non stanno forse meglio (materialmente) di quelli dei tempi passati e degli altri luoghi del pianeta? Eppure la QM si pone qui ed ora. Come mai? Perché?
Applicando solo le vecchie categorie non si può entrare nel nucleo della QM. Bisogna guardare oltre i soldi ed i potere formale.
Qui risiede una delle novità essenziali poste dalla guerra dei sessi. Es: il dirigente guadagna 5.000, l’impiegata 1.000. Tuttavia il dirigente, quando colloquia con l’impiegata, deve tenere la porta aperta. Non so se sono riuscito a spiegarmi e non so se sarei capace di fare di meglio, (cmq non in poche righe).
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Rino, iulbrinner aveva scritto un altro articolo: questo.
>>>
domenica 16 maggio 2010
Dibattiti di scopo
di Gibbì
Rino Della Vecchia Barnàrt è fondatore ed animatore del sito uomini3000, figura storica di riferimento dei diversi movimenti maschili germinati sul web, nonché autore del libro “Questa metà della terra” sulle tematiche della QM, che costituisce, ad oggi, uno dei pochi testi italiani esistenti in materia.
Leggo quest’oggi un suo articolo, dal titolo “Destra, Sinistra e Questione Maschile” che rappresenta, in qualche modo, la prosecuzione ideale del perdurante dibattito al riguardo ed un’eccellente opportunità di confronto, seppure a distanza, sul tema mai definitivamente superato della collocazione politico-ideale della QM.
Colgo, inoltre, questi lontani elementi di riflessione per farne motivo di ulteriori approfondimenti ed ampliamenti rispetto a quanto già esposto, nel merito, nella pagina fissa dedicata ed alla luce dell’angolazione prospettica che questo sito promuove.
Rino Della Vecchia osserva che le motivazioni per le quali la QM può essere posta all’ordine del giorno della riflessione politica sarebbero sostanzialmente due: “o perché si ritiene che con il degrado della condizione maschile ne vada della sopravvivenza della società (Dx) o nel nome di quella che una volta si chiamava giustizia (Sx).Non è detto che siano del tutto incompatibili negli esiti, ma sono e restano due prospettive completamente diverse e, nell’intimo, antitetiche”.
Dato questo impianto concettuale di base, secondo l’autore la QM entrerebbe in rotta di collisione con entrambe le prospettive, facendone emergere inadeguatezze di senso e contraddizioni specifiche: sia con riguardo all’utilitarismo sociale della dx; sia con riguardo ai sociologismi di volta in volta padroneggiati dall’una o dall’altra prospettiva in funzione di interessi di parte; sia, ancora, con riguardo al “culturalismo” con il quale, da sinistra, si intende destrutturare l’identità maschile per finalità di ingegneria sociale.
La QM sarebbe, pertanto, orfana di una concezione generale nella quale collocarsi utilmente, rappresentando, anzi, un elemento di disturbo all’intima coerenza dei paradigmi politici di base vigenti e vivrebbe, in ultima analisi, del solo disagio atomizzato di alcuni, deprivato di solidi ancoraggi teorico-generali e/o di prospettive politiche, così come dati dalle attuali consolidate definizioni.
L’analisi sembrerebbe, prima facie, verosimile ed effettivamente fotograferebbe una situazione teorica che appare collimare fedelmente con il dato reale.
Utilizzo, tuttavia, il condizionale in quanto, ad una lettura più attenta, manca in questa analisi un elemento costitutivo di base rappresentato – ad avviso di chi scrive – da una distinzione tra sfera della normazione politico-giuridica, da un lato, chiaramente separata dalla sfera della normazione etico-morale, dall’altro.
Senza tenere in forte considerazione questa differenza di piani d’analisi si corre, infatti, il rischio di confondere l’uno con l’altro e di assegnare alla politica un ruolo ed una funzione che non le appartengono e che, soprattutto, non devono appartenerle, pena la caduta nel totalitarismo ideologico.
Se una diversità profonda, di base, sussiste tra destra e sinistra essa è data – prima ancora di tutte le altre possibili distinzioni che possono essere enumerate – dalla funzione storica che ciascuna si è data e nella quale, invariabilmente, ciascuna di esse si riconosce.
Per comprendere al meglio ciò che intendo dire si deve fare riferimento alla funzione svolta dalle norme nella vita degli individui; ossia, ciò che li organizza come società e consente l’ordinata e civile coesistenza.
Esse possono essere norme di diritto positivo, con le quali si delimita la possibilità d’azione (facultas agendi) del singolo e rappresentano i paletti che non devono essere oltrepassati per non intaccare illecitamente la sfera esistenziale e giuridica dell’altro; all’interno di quegli argini, definiti esclusivamente in negativo (ciò che non si può fare) vige la più completa libertà d’espressione individuale, sulla quale poggiano, in ultima analisi, possibilità creative, inventiva, riproduzione libera della vita e perseguimento dell’autorealizzazione personale, sin dove possibile.
Questa è la funzione che la destra (nelle sue varie declinazioni) assegna al proprio ruolo politico ed alle funzioni conseguentemente assegnate alla “mano pubblica” come espressione del potere politico, senza assegnare modelli universali di riferimento cui conformarsi.
Ma possono essere anche norme di condotta etico-morale, con le quali non ci si limita a tutto questo ma si istituiscono modelli di comportamento presuntivamente dotati di validità universale (come si deve essere e come si deve agire), non negoziabili sul piano formale, l’adesione ai quali può essere o mantenuta nella libera scelta personale (è il caso delle religioni) o imposta per legge (è il caso delle ideologie politiche e, in passato, delle dominazioni storico-religiose).
Come ho cercato di argomentare nel richiamato articolo “QM come questione politica”, la sinistra ha invaso il campo dell’universalismo religioso assegnando a sé stessa un compito storico di redenzione e riscatto dell’umanità dai mali del mondo; trasformandosi in fede laica alternativa e concorrente con il messaggio religioso.
Le sue proposte politiche, quindi, non sono più limitate a definire in negativo la facultas agendi individuale ma promuove modelli di comportamento finalizzati a realizzare il proprio disegno sociale, immaginato da alcuni ed imposto a tutti, nella pretesa che la politica possa essere – contrariamente alla sua definizione propria di teatro della contrapposizione di interessi particolari – dotata di validità universale; ossia, una moralità laica che si traduce in atti politici.
Non sfuggirà – e come potrebbe – che il femminismo ha esattamente questo tipo di pretese pseudo moralizzatrici della vita sociale, con la predicazione quotidiana della necessità del cambiamento maschile e della sua femminilizzazione per una società “più giusta” e conforme ai propri bisogni; ossia, l’indottrinamento maschile.
Traggo le personali conclusioni riferendole, comparativamente, al contributo da cui siamo partiti.
Tra dx e sx non è in ballo la difesa della società vs la difesa della giustizia; o, meglio, questa è solo un’angolazione parziale del problema, a mio avviso.
Ciò che è in ballo, ad un livello più profondo e radicale, è la funzione stessa dell’agire politico, del suo significato e del diverso grado di libertà soggettiva che le due concezioni politiche promuovono e rappresentano, pur nella complessità e nell’indiscutibile confusione dei rispettivi contenuti particolari; è la dimensione stessa del rapporto tra cittadino e pubblici poteri.
Ma quanto espresso sinora segnala, fatto cento l’analisi proposta, l’assoluta estraneità ed incompatibilità della QM con qualunque declinazione e versione delle culture politiche di sinistra, per statuto prodromico di queste prospettive e per senso ultimo di marcia della loro azione generale.
Segnala, infine, che compito fondamentale della QM sul piano generale dell’impegno politico dovrebbe essere quello di restituire l’etica dell’universalismo al suo ambito proprio e legittimo – che è quello religioso – sottraendolo alle pretese monopolizzatrici della politica, della parte politica che sta a sinistra, che ne vorrebbe fare il fondamento di un governo delle coscienze, allo scopo di conformare gli individui ai propri progetti di ingegneria sociale.
>>>
PS – Non ho neanche capito bene una cosa: perché questo articolo, che è stato pubblicato ieri, porta la seguente data? 08 gen 2010 ??
Fabio(Quota) (Replica)
Fabio, l’articolo porta quella data per ragioni esclusivamente tecniche. Avrei dovuto modificare la data a tutti gli altri articoli della homepage e non ne avevo voglia…
Ciò detto, per la par condicio, così come hai postato sul nostro blog l’articolo di Iulbrinner, dovresti a mio parere fare altrettanto con quello di Rino, postandolo sul blog dello stesso Iulbrinner.
Non per aprire nessuna polemica, sia chiaro, è l’ultima cosa che vogliamo, ma perché credo sia giusto che ciascuno faccia i conti con le proprie (presunte (contraddizioni). E mi pare che Rino, con il suo intervento, ne abbia portate alla luce diverse…
Di fatto tu, postando quell’articolo, ci hai invitato a fare i conti con le nostre. Altrimenti non lo avresti pubblicato. E hai fatto bene a farlo. La discussione è sempre la benvenuta. Sarebbe però altrettanto giusto che lo facessi anche con gli altri, portatori di altre interpretazioni, diverse e opposte alla nostra.
E’ solo un’opinione, sia chiaro, né deve essere minimamente intesa come un tentativo di invasione di campo da parte del sottoscritto.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“Considero le categorie economiche secondarie e persino fuorvianti rispetto alla QM.
I maschi occidentali di oggi non stanno forse meglio (materialmente) di quelli dei tempi passati e degli altri luoghi del pianeta? Eppure la QM si pone qui ed ora. Come mai? Perché?
Applicando solo le vecchie categorie non si può entrare nel nucleo della QM. Bisogna guardare oltre i soldi ed i potere formale.
Qui risiede una delle novità essenziali poste dalla guerra dei sessi. Es: il dirigente guadagna 5.000, l’impiegata 1.000. Tuttavia il dirigente, quando colloquia con l’impiegata, deve tenere la porta aperta. Non so se sono riuscito a spiegarmi e non so se sarei capace di fare di meglio, (cmq non in poche righe).”
____________
Evidentemente anch’io non ho saputo spiegarmi.
Io non contesto il fatto che il problema riguardi tutto l’ universo maschile, il mio discorso è un altro.
Pure io so perfettamente che in America i medici mettono le telecamere negli ambulatori e gli uomini non entrano mai da soli in ascensore con una donna; quello che dico io è che, chi ha i mezzi, oltre al problema ha pure la soluzione, e, dal mio punto di vista, è questo che fa la differenza.
Perché c’è una bella differenza tra essere subalterni in teoria ed esserlo in pratica: se viene incriminato per presunte molestie uno che ha i mezzi, questo, schierando uno stuolo di avvocati di grido, ha ottime probabilità di cavarsela; oppure, in modo più “agile”, può fornire sottobanco una discreta somma alla diretta interessata in cambio del ritiro della denuncia.
La qualità della sua vita non cambia di una virgola.
Se capita ad uno che i mezzi non li ha, semplicemente è meglio che si butta sotto un treno.
Per quanto riguarda l’ esempio di Ronaldo, è stato un fesso a tutti gli effetti, dato che un profilattico costa due euro, e non dodici milioni, e bastava che usasse quello.
A maggior ragione dato che si trattava di una trombata mordi e fuggi con una sconosciuta.
Posso capire il rischio (o meglio la quasi certezza) che una moglie / compagna riesca ad imporre una paternità dicendo che prende la pillola e non è vero, magari ti sembra brutto usare il profilattico lo stesso perché sembra che non ti fidi di lei, ma che ci riesca una sconosciuta per me è una roba fuori dalla grazia di Dio.
sandro(Quota) (Replica)
sandro
@ quello che dico io è che, chi ha i mezzi, oltre al problema ha pure la soluzione, e, dal mio punto di vista, è questo che fa la differenza.
Perché c’è una bella differenza tra essere subalterni in teoria ed esserlo in pratica: se viene incriminato per presunte molestie uno che ha i mezzi, questo, schierando uno stuolo di avvocati di grido, ha ottime probabilità di cavarsela; oppure, in modo più “agile”, può fornire sottobanco una discreta somma alla diretta interessata in cambio del ritiro della denuncia.
@
Forse a te sfugge quel che vuole realmente dire Rino.
Sì, d’accordo, pagando il ricco ha buone o ottime probabilità di cavarsela, ma la sua subalternità (psicologica-morale) resta, eccome se resta.
Se così non fosse non dovrebbe neanche difendersi dalle accuse, no…?
Per quanto riguarda il resto dell’articolo di Rino, aggiungo che lo condivido in larghissima parte.
Nondimeno trovo interessante anche quello di iulbrinner, postato da Fabio, perché offre vari spunti di riflessione.
Marco(Quota) (Replica)
Rino
@ Tuttavia per quanto si perlustrino le costellazioni della complessità, nulla può mutare il fatto che il paradiso terrestre è una realtà tangibile, limitata però ad una parte dell’umanità e che del purgatorio – non meno reale, se ne converrà – la Destra (approdo dei Beati) non si occupa. Semplicemente non può.
@
Rino, suppongo la tua sia anche una provocazione per rendere meglio l’idea, perché non credo che un uomo intelligente e colto come te ignori che la vita terrena è soprattutto un inferno: oggi come ieri.
Penso tu sappia bene che il paradiso terrestre esiste solo nella fantasia. Poi, per carità, è indiscutibile che la vita della grandissima maggioranza della popolazione sia un qualcosa di molto diverso da quella delle élites.
Io stesso ne so qualcosa, essendo figlio di un idraulico e di una commessa.
Marco(Quota) (Replica)
Marco, il problema non è se Rino creda o meno (e non penso…) che possano esistere il paradiso e il purgatorio sulla Terra, intesi nel senso letterale del termine. Il nocciolo della questione è ben altro rispetto al quale, consentimi, è assai difficile affermare di essere d’accordo sia con lui che con Iulbrinner.
Perchè ciò che Rino vuole dire (e penso che sarà lui stesso a risponderti) , anche se in alcuni passaggi con linguaggio metaforico, è che la Destra non può occuparsi di cose che non le competono. Per definizione. Altrimenti non sarebbe più Destra. E se la QM è innanzitutto una questione di giustizia e di diritti negati è evidente che NON può essere di Destra. E ciò che dice Rino è l’esatto contrario di ciò che afferma invece Iulbrinner, per il quale, in base alla sua analisi, la QM non può essere di Sinistra perché è necessariamente di Destra.
Credo che questo articolo, che per stessa ammissione di Rino non ha la pretesa di esaurire l’argomento, data la sua complessità, sia però di fondamentale importanza. Perché, con estrema chiarezza tira finalmente una riga e contribuisce a sciogliere delle ambiguità presenti nel Movimento maschile.
Perché la novità rispetto ad un modo di esprimersi a volte un po’ criptico dello stesso Rino, consiste nel fatto che questo ultimo articolo non è suscettibile di interpretazioni. Si può condividere o meno ma una cosa è certa e cioè che esprime un concetto in modo estremamente chiaro e incontrovertibile: La QUESTIONE MASCHILE NON PUO’ ESSERE DI DESTRA.
Saluto molto positivamente, per ovvie ragioni, questa sua presa di posizione ufficiale.
E’ forse utile per l’ennesima volta sottolineare che stiamo parlando in termini concettuali, filosofici, e non pratici. Perché, come abbiamo spiegato fino allo stremo, se andiamo su questo terreno, sia la destra che la sinistra (e non uso a caso le minuscole), nelle loro rispettive attuali declinazioni politiche, sono infarcite di contraddizioni che arrivano addirittura a minare alle fondamenta la loro stessa appartenenza alla Sinistra o alla Destra o a capovolgere le loro rispettive posizioni.
Credo che non ci sia necessità di fare degli esempi. E’ sufficiente osservare ciò che accade all’interno degli attuali schieramenti per capirlo.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio
@ l nocciolo della questione è ben altro rispetto al quale, consentimi, è assai difficile affermare di essere d’accordo sia con lui che con Iulbrinner.
@
Non ho scritto che sono d’accordo sia con lui che con iulbrinner, bensì che trovo interessante anche l’articolo di iulbrinner, perché il suo approccio alla QM è totalmente differente.
Fabrizio, io non sono un “vecchio” della QM, né un sociologo, né un filosofo, né niente di simile: sono solo un semplice impiegato che sta ancora studiando le suddette tematiche.
Tra l’altro, come ricorderai, in una occasione ho pure scritto che condivido molto di quello che scrivi, ma che al tempo stesso su alcuni punti ho idee diverse dalle tue. Tutto qua.
Marco(Quota) (Replica)
1- Va da sé che un paradiso sulla Terra avrà i suoi bravi limiti (“Anche i ricchi piangono” recitava quella telenovela) e che il termine Beati riefrito agli umani – finché restano sul pianeta – suona beffardo. Ma sempre meglio notai che spazzini.
2- Fabrizio:
>>
… sottolineare che stiamo parlando in termini concettuali, filosofici, e non pratici. Perché, come abbiamo spiegato fino allo stremo, se andiamo su questo terreno, sia la destra che la sinistra (e non uso a caso le minuscole), nelle loro rispettive attuali declinazioni politiche, sono infarcite di contraddizioni che arrivano addirittura a minare alle fondamenta la loro stessa appartenenza
>>
La vedo precisamente in questo modo. Esempio di rovesciamento delle parti: la Sx ha sempre assegnato a cause sociali i comportamenti devianti (persino quando sarebbe stato meglio essere più prudenti). Con ciò è stata accusata dalla Dx, da sempre, di fare del giustificazionismo. Questa contrapposizione è un fatto secolare.
Arriva il tempo delle stragi dei padri separati e …
cosa succede? Succede che le parti si invertono.
Non si è ancora sentita da sx (con la minuscola, come giustamente propone Fabrizio) una parola che correli le condizioni sociali e relazionali dei separati a quei tragici effetti. La si è invece sentita da dx.
3- Marco. Intendevo proprio dire quello.
4- Fabio: non avevo incrociato quell’articolo di Iulb.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Marco, non c’era nessun intento polemico con te personalmente, ci mancherebbe, anzi, dai un contributo fattivo al sito. E non ti preoccupare di nulla, qui, come ripeto spesso, non ci atteggiamo a “intellettuali da pensatoio”. Certo, cerchiamo di elaborare, produrre analisi e pensiero ma non ci piacciono atteggiamenti da primi della classe o altro. Ciascuno da il suo contributo di idee e di esperienza, come è giusto che sia e in base alle sue capacità. E magari ce ne fossero milioni di “impiegati” come te che prendono consapevolezza della situazione. E’ proprio a questi uomini che noi ci rivolgiamo, sono loro il nostro “obiettivo”, quelli che vogliamo conquistare alla nostra causa.
Comunque hai fatto bene a specificare la tua posizione, perché ricordo che nella vecchia lista di U3000 che abbandonai per dare vita a Uomini Beta, c’era una tendenza singolare. Si discuteva animatamente, specie fra posizioni di “destra” e di “sinistra”, poi dopo un po’ interveniva giustamente lo stesso Rino e tutti, ma proprio tutti, compreso il sottoscritto, si dichiaravano completamente d’accordo con il suo intervento. La qual cosa mi lasciava quanto meno perplesso. “C’è qualcosa che non va, non è possibile – mi dicevo – se io concordo con quanto dice Rino non può concordare anche quell’altro che la pensa in modo diametralmente opposto al mio (e anche al suo) !!”…
Probabilmente questo atteggiamento era dato dal carisma e dall’indiscussa autorevolezza dello stesso Rino e in parte, forse, anche da una certa “cripticità”, talvolta, del suo modo di esprimersi.
Ecco, quest’ultimo suo intervento non può correre quei rischi. Perché è inequivocabilmente chiaro. Poi si può discutere nel merito, ovviamente, sulla relazione fra l’elemento di classe e quello di genere, e in che misura i due si sovrappongano, se la contraddizione di genere finirà per sopravanzare quella di classe, se invece continueranno a marciare assieme, se nuovi scenari si apriranno e quali novità interverranno ecc.
Tutto quello che volete. Ma il messaggio che ha dato nel suo intervento è di una chiarezza estrema. Forse, ma sarà lui stesso a smentirlo o a confermarlo, è la prima volta che, dal punto di vista della collocazione politica della QM (in senso concettuale e non politico-partitico), Rino assume una posizione così netta, della quale sono ovviamente felice.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“Forse a te sfugge quel che vuole realmente dire Rino.
Sì, d’accordo, pagando il ricco ha buone o ottime probabilità di cavarsela, ma la sua subalternità (psicologica-morale) resta, eccome se resta.
Se così non fosse non dovrebbe neanche difendersi dalle accuse, no…?”
______________
Ma questo fa parte del gioco, è il prezzo che devono pagare, il do ut des.
Ma è un prezzo simbolico: il prezzo vero lo pagano gli altri.
D’ accordo che se piove piove su tutti, ma se uno può permettersi l’ ombrello, io non credo che per lui la pioggia rappresenti un problema; certo, se ci fosse il sole sarebbe meglio, ma, nel momento in cui, comunque, non si bagna, quale sarebbe il problema? Che è costretto a usare l’ ombrello? Ma è davvero un problema? Secondo me il problema lo avrebbe se l’ ombrello non lo avesse.
Se uno possiede un campo coltivato, io credo che la pioggia rappresenti, a conti fatti, molto più una risorsa per lui piuttosto che un problema, dato che con i proventi della coltivazione del campo gli ci scappa tranquillamente l’ ombrello per ripararsi.
La pioggia sarà un fastidio pure per chi ha l’ ombrello, non lo nego, ma nel momento in cui rappresenta il prezzo da pagare per avere il raccolto, io credo che chiunque accetterebbe di pagare quel prezzo.
Il problema vero ce l’ha chi il campo non lo possiede e dunque non può permettersi l’ ombrello.
Quelli con la pioggia hanno tutto da rimetterci: si bagnano fradici fino al midollo e non ci guadagnano niente.
sandro(Quota) (Replica)
Sì, Sandro, capisco bene cosa vuoi dire, ma, personalmente, condivido molto di più l’analisi di Rino.
Marco(Quota) (Replica)
Schematizzando con un sillogismo, anzi due:
A) La giustizia non è nel dna della dx
La Qm è nata sulla questione della giustizia (negata) per gli uomini.
Ergo, la Qm non può essere, costituziionalmente, filosoficamente, di destra.
B) La giustizia è nel dna della sx.
La Qm è nata sulla questione della giustizia (negata) per gli uomini.
Ergo, la QM è costituzionalmente, filosoficamente, di sx
Sembra tutto ineccepibile. Ma…cosa si intende per giustizia? Uguaglianza economica? uguaglianza sociale? Una società, per riassumere i primi due interrogativi, senza classi? Si intende che ciascuno deve avere secondo il proprio merito (ma cos’è il merito?). Si intende giustizia rispetto all’individuo singolo o ad un gruppo (classe, ceto, genere)?
Si intende invece che ciascuno dovrebbe godere, almeno, di condizioni di vita non al di sotto di un certo standard? Ma solo condizioni materiali o anche in termini di diritti? E come definire un diritto? E la questione dell’integrqazione dell’individuo in una comunità più ampia in termini di sentire che in quella comunità si è al proprio “posto” , cioè felicemente integrati (qualunque sia il posto senza necessità che siano identici) è anch’essa una questione che riguarda la giustizia o no? E come si intrecciano le storiche questioni dell’intreccio fra giustizia e libertà?
Mille interrogativi, e si potrebbe continuare.
Difficile rispondere cmpiutamente e senza contraddizioni.
Ma senza rispondere alle quali, o meglio senza indivduare una risposta alla domanda base su cui ci sia concordanza, anche i primi termini dei due sillogismi sono discutibili, prima di tutto sul piano filosofico,ma poi anche su quello politco e storico (politico in senso alto, non partitico perchè da quest’ultimo punto di vista la questione ha già la sua risposta nel senso che nè dx nè sx sono per la giustizia).
Io sono dalla parte dei vinti, intimamente, appassionatamente, e altrettanto sono contro i vincitori, i prepotenti, gli arroganti, ma……basta questo per dirmi di sx? Dubito.
armando
armando(Quota) (Replica)
Armando pone una domanda fondamentale a mio avviso, domanda che mi sforzerò di rendere ancora più chiara: il problema, dice Armando (se ben capisco il suo pensiero), è “che cosa si intende per Giustizia”. Infatti senza aver definito che cosa si intende Giustizia Per Un Maschio ovvero per il maschile, non si può ancora andare da nessuna parte. Nè, per chi si mette a ragionare in ambito QM, ha senso parlare di sx e di dx se non in modo assolutamente nuovo, tale per cui solo quando l’una giustizia (GPUM) è presente, ha senso parlare dell’altra (Giustizia per tutti); magari anche con l’ipotesi metodologica che entrambe devono essere presenti perchè non siano entrambe vane. Per rispondere alla domanda posta da Armando non si può pertanto non stabilire prima di tutto che cosa è proprio del maschile, ovvero la Giustizia Per Un Maschio, espropriando i maschi del quale si commette quella specifica Ingiustizia che è l’Ingiustizia che Colpisce Solo e solamente il Maschio. Ricco o miserabile che sia: ingiustizia è comunque. Il che basta e avanza per rovinare la vita di un maschio a meno che non sia un maschio che su se stesso ci ha già messo una pietra sopra.
Se così è, tutte le altre forme di ingiustizia non colgono il livello specifico di ingiustizia che sottende quel disagio apparso per la prima volta nella Storia, disagio cui diamo il nome di QM. In altre parole: a parità di condizione sociale, di reddito, di cultura e di opportunità, di bon ton e di rispetto del codice civile e penale in che cosa consiste Commettere Ingiustizia Contro un Maschio? e che cosa è Giustizia da garantire a un maschio ovvero che cosa è ciò che è il Bene per un Maschio, altrimenti vive una “vita mala”? Senza aver prima risposto a questo, siamo inesorabilmente dentro categorie di giustizia di tipo novecentesco, giuste fin che si vuole, necessarie fin che si vuole, ma che tuttavia non sono ingrado di cogliere la situazione specifica e unica del tempo attuale. Nè possiamo affrontare in modo efficace il compito che ci è stato imposto dal fatto di essere maschi di questo tempo. Se mi permettete un giudizio i siti MS e U3000, è questo il livello, cui hanno cercato di argomentare: che cosa è giustizia per un maschio e che cosa è ingiustizia per un maschio. Il che è lo stesso che dire: che cosa è l’essere di un maschio, andando contro la quale essenza maschile si commette l’Ingiustizia suprema per un maschio. E ancora una domanda: la Giustizia per Un Maschio è forse anche la Giustizia per tutti?
ckkb(Quota) (Replica)
Ciò detto, per la par condicio, così come hai postato sul nostro blog l’articolo di Iulbrinner, dovresti a mio parere fare altrettanto con quello di Rino, postandolo sul blog dello stesso Iulbrinner.
Non per aprire nessuna polemica, sia chiaro, è l’ultima cosa che vogliamo, ma perché credo sia giusto che ciascuno faccia i conti con le proprie (presunte (contraddizioni). E mi pare che Rino, con il suo intervento, ne abbia portate alla luce diverse…
Di fatto tu, postando quell’articolo, ci hai invitato a fare i conti con le nostre. Altrimenti non lo avresti pubblicato. E hai fatto bene a farlo. La discussione è sempre la benvenuta. Sarebbe però altrettanto giusto che lo facessi anche con gli altri, portatori di altre interpretazioni, diverse e opposte alla nostra.
E’ solo un’opinione, sia chiaro, né deve essere minimamente intesa come un tentativo di invasione di campo da parte del sottoscritto. (Fabrizio)
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Fabrizio, avrei voluto postare proprio stasera l’articolo di Rino sul blog di iulbrinner, ma a quanto pare sono stato anticipato, dato che vi ho trovato pubblicato questo nuovo articolo. Segno che iulbrinner continua a leggervi, o che, comunque, qualcuno lo mette al corrente dei vostri articoli.
Questo è quanto.
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giovedì 14 ottobre 2010
Dibattiti di scopo 2
di Gibbì
Mi viene segnalata la pubblicazione, in altra sede dichiaratamente di sinistra, di un articolo a firma Rino Della Vecchia che, in apparente posizione polemica con le tesi qui sostenute, ha inteso indicare “perché la questione maschile non può essere di destra”.
Il riferimento è diretto ai contenuti del nostro articolo fisso “La questione maschile come questione politica” nel quale ho tentato di argomentare i motivi essenziali di un’incompatibilità di fondo tra pensiero di sinistra (rectius: delle sinistre) e ragioni maschili, sulla base della fondamentale considerazione – detta in estrema sintesi – che la piattaforma ideologica sulla quale poggiano le più diverse istanze di quel versante politico consiste nella pretesa (per dirla con le recenti riflessioni del Cardinale Schooyans) di “sostituirsi alla religione” nel promuovere un’etica con pretese universalistiche, laicizzata e laicista, che assuma il governo delle coscienze individuali.
Culturalismo, insomma, per il quale compito della politica sarebbe quello di educare/costruire l’individuo, dirigendolo e manovrandolo verso un “progresso” pianificato da pochi ma interpretato, come in un’ambiziosa commedia profana, da tutti, sulla base di un canovaccio scritto da qualche intellettuale convinto di possedere verità rivelate; un esito per il quale, come ho già scritto, non sarebbe più l’individuo a fare la società ma la società (una sola parte politica) a fare l’individuo, conformandolo a rassicuranti esigenze etero-indotte da un matrix nel quale valori come libertà e autenticità verrebbero vissuti quali effetti illusionistici, in funzione del condizionamento psichico che la “political correctness” ha già avviato.
Educare ai sentimenti, alla raccolta differenziata, alla pace, alla solidarietà, alla diversità, alla sessualità matura, alla sostenibilità ambientale, al principio dell’egualitarismo sociale ed alla conseguente intercambiabilità, nei diversi ruoli, di donne e uomini; ecco cosa si propongono, operativamente, le politiche programmatiche delle sinistre, elevando i propri valori di riferimento a quell’assolutezza morale che rappresenta la negazione stessa del concetto di politica (terreno di scontro degli interessi particolari e di valori in reciproca contrapposizione).
Come se, in definitiva, “educare” qualcuno ai propri valori abbia smesso di chiamarsi indottrinamento e rappresenti l’ultima luminosa frontiera del progresso; come se il novecento fosse passato invano e i nuovi indottrinamenti risulterebbero legittimi per il solo fatto di essere tinteggiati di rosa e perché recitano rassicuranti parole d’amore.
Considerazioni del tutto analoghe le avevo già svolte nel precedente “Dibattiti di scopo”, alle quali oggi si possono aggiungere le ulteriori riflessioni che il recente (?) contributo di Rino Della Vecchia rende possibili.
Egli dice che la QM non può essere di destra per una “ragione semplice ed elegante: perché si tratta di una questione di giustizia” e la giustizia non fa parte delle preoccupazioni sociali della destra; chi sta a destra starebbe, in sostanza, sempre dalla parte del “più forte” e, nella congiuntura attuale, il più forte sarebbe il mondo femminile (economicamente, politicamente o, appunto, moralmente?).
Ci sono numerose obiezioni che possono essere aggiunte alle prime iniziali perplessità messe tra parentesi, a cominciare dalla presa d’atto che, paradossalmente, la questione femminile contemporanea proclama, identicamente anche se con risonanza pubblica ben più ampia e diffusiva, la stessa, identica sete di “giustizia”; per passare alla considerazione che, nonostante tutto, le leve del potere sociale continuano ad essere, comunque, ancora in mani maschili; arrivando, ancora, alla considerazione che definire gli uomini un popolo di vinti appare
un eccesso di vittimismo
, quantomeno agli occhi di chi scrive, del tutto analogo al sentimento di perpetua discriminazione che alligna, fomentata ad arte, nella testa di troppe donne.
Tutta la serie di rilievi che possono essere mossi alla tesi di Rino Della Vecchia convergono, sostanzialmente, in un solo punto di raccolta; al fatto, cioè, che il concetto di “giustizia” al quale lui si riferisce sembra dotato di un carattere di assolutezza universale per il quale non c’è chi non possa convenire del contrario.
Come se, anche nel suo caso, ciò che la QM dovrebbe affermare non fosse la prospettiva di una parte ma un principio dotato di validità universale indiscutibile; come se “Giustizia” esistesse indipendentemente dalla definizione, sempre in movimento, che ne danno gli attori sociali in ragione dei propri particolari interessi.
Sembra essere implicita, nell’appellarsi ad un ideale astratto di giustizia, l’idea di un’ineluttabilità del “progresso” che avanza come un realizzarsi hegeliano dello Spirito nella Storia; un passaggio obbligato verso quello Stato etico nel quale la Giustizia sarà ricomposta, sanata e definitivamente realizzata dall’unanimità di consensi conclusivamente raggiunta.
L’idea un pò ingenua – mi perdonerà l’Autore – che la storia si muova per riconoscimenti universali e non, piuttosto, per aggiustamenti reciproci di interessi in competizione, sempre destinati a nuovi squilibri, sembra obiettivamente contestabile.
Ma, date sin qui le argomentazioni a sfavore della sinistra, rimane da precisare quali sarebbero le argomentazioni a favore della destra; per quale motivo un pensiero politico che fa del pragmatismo, del calcolo razionale e dell’adesione ai dati di fatto concreti il proprio habitat naturale dovrebbe farsi carico della questione maschile.
Infatti, non succede.
Non succede, intanto, perché il problema andrebbe esattamente rovesciato: non è il pensiero di destra che deve farsi carico della QM ma è la QM che deve (dovrebbe) riconoscere la propria agibilità politica nella filosofia sociale di questo schieramento e muoversi nel suo ambito.
Fatto questo, spetterebbe, comunque, a noi uomini, singolarmente presi o come espressione di movimenti d’opinione più ampi, il compito di dare una rappresentazione delle nostre istanze che possa entrare, a buon diritto, nel dibattito pubblico.
E perché la filosofia politica delle destre dovrebbe risultare un luogo più agibile per le nostre ragioni?
Per il semplice motivo che non rientra tra le ambizioni del liberale o del conservatore fare opere di pianificazione morale della società; tanto l’uno quanto l’altro concepiscono la politica come terreno del conflitto di interessi, non hanno valori universali da affermare con l’azione politica e lasciano alle misericordiose mani della Chiesa il compito di stabilire, per le coscienze individuali, non collettive, dove sia il bene e dove il male.
Andrebbe, inoltre, precisato che destra è definizione generica, all’interno della quale sembrano trovare spazio tanto il liberalismo politico quanto il socialismo nazionalista delle estreme (ossia, una contraddizione in termini), tanto il pensiero conservatore quanto il modernismo di chi vorrebbe oggi “ammodernare” l’Italia (anche se non si capisce che significa: più elettrodomestici? più inglese parlato? più sex and the city? più laicismo? più cosa?).
La destra a cui faccio riferimento io è l’unione ideale del pensiero conservatore (in Italia tradotto, erroneamente, come difesa dello status quo) e pensiero liberale; un soggetto politico appena accennato, qui da noi, il cui denominatore comune è dato, in ultima analisi, dalla contrarietà verso ogni forma di “paternalismo di Stato” che stabilisca speciali tutele dimenticando meriti, diseguaglianze di fatto e libertà d’espressione.
L’avversione a catalogare gli esseri umani in buoni e cattivi in forma pregiudiziale; l’attitudine a preservare la sfera privata dalle intromissioni delle pubbliche autorità; la tendenza a lasciar fare il cittadino, senza delimitazioni preventive che ne orientino il corso in qualche direzione collettiva.
Diciamo pure che l’alveo delle culture di destra, quelle sane e non macchiate di statalismo, sono l’unico terreno nel quale i bisogni, le esigenze di parte, gli interessi concreti degli uomini – ai quali ultimi spetta il compito di dargli adeguata rappresentanza – possono trovare accoglienza, per la semplice ragione che, da quel versante, si parla di questioni concrete, misurabili, monetizzabili e razionalizzabili.
In questi giorni ho ripreso il libro di Mansfield (Virilità) per andare alla ricerca di quella definizione del conservatore che, peraltro, non ho ancora ritrovato, perso in chissà quale capitolo; vado a memoria – il conservatore non è quello che si oppone al cambiamento sociale ma è quello che, di fronte ad un cambiamento sociale sgradito, si alza e dice “no, basta, in questa direzione non voglio andare”. Sembra il contrario dell’ideale rivoluzionario mentre, in realtà, ha in sé la migliore capacità di autodeterminazione di questo mondo; quella di piegare la storia alle proprie esigenze e non di piegarsi alle esigenze di una Storia che sembra avanzare come un rullo compressore senza freni.
Ecco, mi sembra che quando parliamo di QM stiamo parlando esattamente di questa esigenza di riappropriazione del senso della storia che altri/altre hanno mistificato ai nostri danni.
Questo, per sommi ed incompleti capi, data la carenza di tempo utile ad un discorso così complesso, la ragione per la quale un versante politico è – a me sembra – più idoneo dell’altro a far crescere certe idee ed un terreno più fertile per il loro sviluppo.
Epilogo
Ho riflettuto prima di dare una conclusione a questo strano contraltare da sedi lontane e diverse, titolandola “epilogo”.
Epilogo è un termine che evoca una fine, una conclusione o, per riferirsi al contesto nel quale ci si muove, il concretizzarsi di un bivio nel quale scegliere equivale ad imboccare una strada per perdere l’altra.
Pensare di percorrerle entrambe allo stesso tempo è, come si potrà intuire, illusorio.
Chi scrive ha già scelto, da tempo, senza ignorare il paradosso personale per il quale i suoi primi passi nella QM provenivano dalla direzione opposta, da sinistra; è stato proprio attraverso lo studio della QM, l’approfondimento teorico e la presa di coscienza del suo significato che sono crollate quelle lenti ideologiche che una formazione scolastica ed universitaria, unilaterale e condizionante, gli avevano imposto. L’indottrinamento ha agito ed agisce, anche e soprattutto, nelle sedi formative del nostro Paese, rimanendo a tutt’oggi saldamente nelle mani di una colorazione politica e della sua ideologia.
Qui, in questo sito, le ragioni maschili, declinate al plurale come al plurale sono i valori in gioco in una materia così complessa, troveranno sempre spazio,
ascolto e pari dignità; nessuno chiede di sottoscrivere contratti per adesione, con tanto di clausole vessatorie in caso di disaccordo.
Spiace solo constatare che le risorse umane e intellettuali che già ci sarebbero per sviluppi ben più ampi di ragioni, ragionamenti e riflessioni comuni vadano disperse in mille, inutili rivoli diversi.
C’è, infine, chi parla di rassegnazione.
Io non mi rassegno e continuo, nonostante tutto, la mia piccola battaglia civile.
Giovan Battista Orsini
Fabio(Quota) (Replica)
Intendevo dire un’altra cosa,Fabio. E’ bene che anche i lettori degli altri blog entrino in contatto con le loro contraddizioni. Tu ci hai postato per la seconda volta un altro intervento di Iulbrinner sul nostro blog. Va benissimo, sia chiaro. Nulla di male. A tutt’oggi però non hai ancora postato quello di Rino sul suo. Il fatto che Iulbrinner lo abbia già letto non significa che anche gli altri utenti del suo blog non possano leggerlo.
E’ vero che il nostro è un sito apertissimo, il più aperto direi, e senza timore di esagerare, però facciamo sì che non solo il sito degli Uomini Beta diventi la cassa di risonanza degli altri…
Non so se mi sono spiegato…Facciamo sentire anche le nostre ragioni oltre che diffondere quelle degli altri. Anche perché gli “altri” hanno i loro blog e i loro spazi per farlo…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Il mondo è dominato dal Comunismo, anche se non ce ne eravamo accorti. Questo ci spiega in buona sostanza Giovan Battista Orsini (credo si tratti di Iulbrinner, lo stesso che, a suo tempo, ci spiegò che le nostre tesi erano roba da fumetti di fantascienza per adolescenti).
Il Muro di Berlino è crollato e masse di Tedeschi occidentali si sono riversate ad est desiderose di essere sottoposte ad una scientifica operazione di ingegneria sociale, culturale e psicologica. Cedendo alle lusinghe dello Stato Etico Laicista e Universalista (anche se non confessionale, tanto ci pensa la Stasi a farli confessare, pur se con tecniche meno brutali di quelle da sempre in voga negli stati confessionali tradizionali …), hanno abbandonato tutto, senza alcun rimorso: ipod, pay per view, pay tv, dvd, telefonini, BMW, Mercedes, il Bayern Monaco e pure il Bundestag con la sua democrazia parlamentare che tanto antipatica era a Carl Schmitt, grandissimo filosofo politico di Destra, forse il più grande (pure se un po’ troppo simpatizzante nazista), anche se qualcuno sembra dimenticarsene (chissà perché ci si ricorda sempre solo di ciò che fa comodo…) . Che si fottano tutti e tutto!
Smaniose di essere rieducate dal Nuovo Ordine Planetario Comunista, le masse popolari occidentali hanno scelto di rinunciare al libero arbitrio e soprattutto al libero mercato per trovare una più comoda, tranquilla e deresponsabilizzata collocazione nei Kombinat totali del Nuovo Sistema Mondiale dominante, al cui confronto i kibbutz israeliani prima maniera erano raduni di boy scout.
Anche nel nostro Paese abbiamo assistito agli effetti sconvolgenti di questo gigantesco, macroscopico rivolgimento planetario. I comunisti, forti dell’appoggio incondizionato del popolo (in seguito ad una scientifica operazione di condizionamento attuato secondo le più sofisticate tecniche di manipolazione delle coscienze) hanno conquistato pacificamente il Potere. Non c’è stato neanche bisogno di risolvere il problema del conflitto di interessi. Nel Nuovo Ordine la divisione dei poteri non ha più senso di esistere perché il Potere è nel Popolo che lo esercita attraverso il Partito e lo Stato. Ergo, il Partito e lo Stato sono il Popolo. Anche la magistratura è stata sostituita dalla Camera del Popolo che esercita la Giustizia per conto e in nome del Popolo. Il Capo del Governo, Fausto Bertinotti, governa da quindici anni il Paese, e sta per passare la mano a suo figlio, come nella migliore tradizione del comunismo nordcoreano, a cui lo stesso Bertinotti si ispira da sempre.
E’ in questo contesto che è nato e si è affermato il Femminismo che, come tutti ricordiamo, ha mosso i suoi primi passi nelle Università di Mosca e di Pechino per poi essere esportato in tutti i paesi sottoposti alla dominazione comunista. In particolare ovviamente l’America, patria del Femminismo occidentale, dove in realtà lo stesso è stato importato dai comunisti nei primi anni ‘60, subito dopo che l’URSS ebbe la meglio durante la crisi di Cuba, in seguito alla quale il governo americano abdicò. Non per i colpi subiti dallo strapotere militare e tecnologico sovietico ma per effetto dell’implosione del sistema capitalista mondiale che travolse tutte le istituzioni di quel paese, sull’onda dell’ entusiastica adesione delle masse americane alla prospettiva dell’edificazione della nuova società comunista.
Dall’America,ben presto trasformata nel più avanzato laboratorio marxista, il Femminismo ha valicato l’oceano per sbarcare in Europa, diventando l’ideologia ufficiale dei nuovi governi comunisti che nel frattempo si erano instaurati al Potere, sempre attraverso un processo di condizionamento e penetrazione profonda della psiche degli individui. E’ anche per questo, ad esempio, che si è potuti arrivare, anche in Italia, ad una legislazione di emergenza in materia di reati sessuali, come ad esempio il decreto antistupri del ministro Maroni (comunista) che prevedeva, prima che una Corte di Cassazione ancora egemonizzata da vecchi elementi reazionari e borghesi, lo dichiarasse anticostituzionale, la sospensione delle garanzie costituzionali per tutti gli accusati di reati a sfondo sessuale. Ma queste sono solo frattaglie, particolari.
Ora, noi pochi felici Uomini Liberi, abbiamo il problema di liberarci dal Femminismo, ma per fare questo dobbiamo prima liberarci dal Comunismo. Anzi, liberatici dal Comunismo, saremo automaticamente liberi anche dal Femminismo che è il suo figlio legittimo.
D’altronde, le cose non possono che essere messe in questo modo, perché se il Femminismo è dominante (e lo è, su questo non c’è dubbio) e se il Femminismo è figlio del Comunismo (e/o delle sue subdole derivazioni “progressiste”, “ambientaliste”, “laiciste”, ecc. a loro volta figlie dello Spirito della Storia di hegeliana memoria, ecc. ecc. ), è evidente che anche il Comunismo lo è, a tutti i livelli, nel mondo, e soprattutto nel mondo occidentale dove, come tutti sappiamo, il femminismo ha un ruolo di assoluto rilievo (in particolare in America, da sempre Patria del Comunismo).
E’ quindi profondamente errato e fuorviante, cari amici, alla luce di questa analisi, individuare il nemico pubblico numero uno nel femminismo. Il nemico principale è il comunismo (e tutti i suoi derivati, comunque figli e nipoti dello Storicismo Hegeliano) che domina il pianeta e in particolare il mondo occidentale, più permeabile, per ragioni storiche, alle sue sirene.
Siamo tutti d’accordo, no?
Come? Cosa dite? Questa è roba da fumetti di fantascienza per adolescenti? Naaa…
Fabrizio
P.S. Avrei potuto e dovuto rispondere più seriamente all’intervento di Giovan Battista Orsini/Iulbrinner. Gli argomenti e soprattutto la chiacchiera, come ben sapete, non mi mancano. Ho altri limiti. Ma non ne avevo voglia. Abbiate pazienza. Come alibi ho dalla mia parte che in realtà la sua non è stata una replica diretta sul nostro blog (in tal caso la risposta gliela doveva innanzi tutto Rino, prima ancora del sottoscritto). Il suo articolo infatti, pubblicato sul suo blog, è stato postato su UB da Fabio.
Sono un po’ stanco, devo essere onesto, di disperdere energie preziose in confronti che secondo me non possono portare a nulla. Per questo mi sono permesso, per una volta, un po’ di ironia, magari non di elevato livello. Di questo mi scuso e vi saluto perchè vado ad intervenire al congresso provinciale di SEL (il partito di Nicki Vendola) unicamente per contestare la tesi, contenuta nel documento congressuale, secondo la quale “l’individuo, maschio e occidentale, è il protagonista, compratore-venditore del nuovo mondo-market post novecentesco”.
Auguratemi “in bocca al lupo” e ci vediamo alla prossima puntata.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“vi saluto perchè vado ad intervenire al congresso provinciale di SEL (il partito di Nicki Vendola) unicamente per contestare la tesi, contenuta nel documento congressuale, secondo la quale “l’individuo, maschio e occidentale, è il protagonista, compratore-venditore del nuovo mondo-market post novecentesco”.
Auguratemi “in bocca al lupo” e ci vediamo alla prossima puntata”
Dato che ci vai, potresti chiedergli una cosa?
Chiedigli se, dal loro punto di vista, il consumismo che, del capitalismo liberista, rappresenta la base fondante, è più alimentato dalle donne o dagli uomini.
Sarei curioso di conoscere la loro opinione in proposito.
sandro(Quota) (Replica)
In bocca al lupo, Fabrizio. Non è facile presentarsi nei panni dell'”eretico”. Ci vogliono spalle molto robuste, ma tu già lo hai fatto e sicuramente ne uscirai bene anche stavolta. Purtroppo gli slogan a sinistra sono sempre quelli. Fino a che sarà la corrente femminista a dettarli Berlusconi potrà dormire sonni tranquilli. Io farei una domanda a Vendola: se ritiene che suo padre, suo nonno, suo bisnonno, o chi preferisce lui del suo albero genealogico, siano stati degli oppressori del genere femminile; se se la sente di considerarli tali pur non avendo mai conosciuto molti di questi, perchè affianco a lui c’è chi li ritiene tali per il solo fatto di essere stati maschi. E inoltre, se oggi morire a centinaia nei cantieri di lavoro mentre altre si siedono comodamente in prestigiose poltrone per il solo fatto di essere donne è da genere privilegiato.
Io conosco già la risposta, però la speranza è che dentro di lui qualcosa si possa accendere.
Alessandro(Quota) (Replica)
In bocca al lupo, dunque!
armando(Quota) (Replica)
Beh, un ” in bocca al lupo! ” è il minimo.
…Avrei una domanda per Fabrizio, magari al suo ritorno:
Ti ritieni più un frondista o più un eretico?
Red.(Quota) (Replica)
@Fabrizio:
Trovo più che adeguata la tua “risposta indiretta” al post di Iulbrinner.
Qualcuno ancora si lascia irretire da una prosa pomposa e pretenziosa credendo di scorgere chissà quali profonde considerazioni..e pensa bene di proporcele su questo sito (come se non fossimo capaci di navigare andando a leggerci cosa scrivono su altri siti,quand’ora ci interessasse..).
Senza voler essere offensivo, ma proprio colui che ci accusa di integralismo e di complottismo di bassa lega è in realtà preda dei suoi stessi spettri…
p.s.
Per me è inutile creare commistioni interne alla QM, ora che esistono movimenti che hanno scelto una propria chiave interpretativa delle problematiche e delle tematiche maschili (e la porta avanti in appositi siti/blog). Come diceva Fabrizio, c’è così tanto spazio e tanto lavoro da fare che sarebbe meglio procedere parallelamente : il tempo dirà quale approccio è stato più idoneo e/o efficace ai fini di una diffusione e di una crescità di consapevolezza di genere maschili.
Spero che chi doveva intendere abbia inteso.
Luke Cage(Quota) (Replica)
Qualcuno ancora si lascia irretire da una prosa pomposa e pretenziosa credendo di scorgere chissà quali profonde considerazioni (Luke Cage)
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Ma quale “irretire”, Luke… Ti rammento che io, benché non sia un “pioniere”, mi occupo della QM prima di te…
Ciao
Fabio(Quota) (Replica)
Fabio, non è il fattore tempo che crea lucidità e consapevolezza in un uomo ma la sua intelligenza, le sue doti e naturalmente il suo spessore umano. Il fatto di occuparsi da più o meno tempo di Questione Maschile non significa assolutamente nulla dal punto di vista della capacità analitica e anche dell’azione concreta.
Se è per questo anche Gattuso gioca in serie A da molto tempo prima di Messi del Barcellona …
Quindi, francamente, non mi pare che il tempo possa essere un parametro per valutare sia le capacità che il contributo dato da questo o da quello alla QM.
Non stiamo qui per fare l’elenco dei bravi e meno bravi sulla lavagna, e questo al di là di come ciascuno di noi valuti l’apporto di questo o di quell’altro. Cerchiamo di andare oltre questa roba e di pensare sempre alla qualità del dibattito e del nostro lavoro. E che ciascuno dia il suo contributo secondo le sue possibilità e capacità.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabio, non è il fattore tempo che crea lucidità e consapevolezza in un uomo ma la sua intelligenza, le sue doti e naturalmente il suo spessore umano (Fabrizio)
****************
Certo, Fabrizio, ma anche la sua esperienza…
Il fatto, caro Fabrizio, è che anche in questo blog – al pari di quanto accadeva nella mailing list – riscontro dei nervi scoperti che danno regolarmente adito a fraintendimenti. Io non ho postato gli articoli di iulbrinner per “manipolarvi” o perché sono un “fessacchioto” che crede pure agli asini che volano (sostanzialmente mi è stato detto questo), ma solo per stimolare il dibattito. Punto.
Tra l’altro ho pure scritto nel blog di iulbrinner, proprio perché io non ho problemi di sorta, tanto meno dei nervi scoperti. Ma ti dirò di più: pur essendo, politicamente, un uomo di centro, per quanto concerne la QM sono… “neutrale”, nel senso che non ho una collocazione precisa.
Questo perché ciascuno di noi è fatto a modo proprio, ed ha consequenzialmente una percezione dei fatti differente da chiunque altro.
E con questo spero di essermi chiarito.
Fabio(Quota) (Replica)
Fabrizio, come è andata l’incursione nella tana di SeL?
Tu sarai anche ateo, ma a me sembri un uomo di fede ferrea e incorruttibile (e guarda che non lo dico con tono ironico!)
armando(Quota) (Replica)
>>>Tu sarai anche ateo, ma a me sembri un uomo di fede ferrea e incorruttibile (e guarda che non lo dico con tono ironico!)<<<
…Veramente non ero ironico nemmeno io. Vorrei dire che la maggior parte di quelli che si sono affacciati al forum pubblico sulla QM arrivavano dalla sinistra, nel senso che erano elettori di sx, alcuni la votano ancora, altri no, ma sempre da lì provenivano, per la gran parte. E questo ognuno è libero di crederlo oppure no.
Il sottoscritto è stato mod di un forum di sx. Cosa significa!? …Che ognuno lo deduca da sè.
Il sottoscritto ha provato a portare la QM su un forum di sx, (metaforum) il risultato è stato che hanno creato una sezione apposta per me e per gli altri come me (che comprendevano la QM). la sezione è stata chiamata "sogno all'incontrario" dal monologo omonimo del comico Paolo Rossi (si cerchi su youtube), e su tale sezione si spostavano sistematicamente i nostri messaggi. Per costoro la QM non esiste, e non esiste la misandrìa, e non esiste alcun uomo discriminato. Questa loro convinzione un fatto reale, non è una provocazione nè tantomeno è ironia. Sono contro la sx se dico questo!??
La mia quindi voleva essere una domanda in senso "giornalistico" e non provocatorio, tantomeno ironico.
A volte però seguire e moderare discussioni su questo tema può essere stressante ed è facile travisare…
Non è mia intenzione innescare polemiche, e nè cerco "alleanze". …E perchè poi le dovrei cercare? alleanze con cosa!? E perchè!? Essere meno prevenuti e sospettosi, questo forse servirebbe.
Red.(Quota) (Replica)
La QM vista da destra? Eccola qua:
http://prioritaprogramma.votaberlusconi.it/donne/
“L’occupazione femminile ha bisogno di scosse positive che possono giungere attraverso misure fiscali di favore: la detassazione del lavoro femminile è una priorità per raggiungere una effettiva parità uomo/donna. A tal fine, incentivare le imprese che assumono donne si è rivelato un ottimo strumento per colmare questo gap.”
E ancora:
“Abbiamo intenzione di prevedere un trattamento di favore anche per la donna che vuole intraprendere un’attività imprenditoriale, attraverso un priorità nell’accesso per microcredito e per i Fondi comunitari finalizzati alla formazione continua.”
A me questo basta ed avanza per dire che, se la soluzione della QM deve venire da questi qua, è meglio che cominciamo ad attrezzarci per emigrare su Marte.
Una marchetta così spudorata si sarebbe vergognata a farla pure rifondazione comunista.
Marchetta che, tra l’ altro, mostra finalmente in modo inequivocabile una realtà ignorata dai più, ovvero che i datori di lavoro godono di benefici fiscali nel momento in cui assumono donne e che, le donne che hanno delle attività in proprio, oltre ai contributi della legge 215 (finanziati coi soldi di TUTTI), che hanno già da 20 anni, presto beneficeranno di ulteriori privilegi.
Questo getta tra l’ altro una luce chiara sui rapporti che intercorrono tra la casta delle donne e quella dei potentati economici che gestiscono, da destra come da sinistra, la politica: lo scambio che c’è dietro appare evidente anche ad un minus habens.
Per poter fare queste porcate hanno pure modificato l’ articolo 3 della costituzione, aggiungendo che ” E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Il bello è che queste porcate qua rappresentano l’ unico punto sul quale dx e sx vanno d’ amore e d’ accordo: un’ autentica associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata all’ estorsione ai danni degli uomini meno abbienti.
Licio Gelli ha indubbiamente fatto scuola.
sandro(Quota) (Replica)
Scusa Red, francamente non capisco il senso di questo tuo ultimo post. Dici di non voler polemizzare ma in realtà traspare una vena polemica in questo tuo commento. O forse hai frainteso il fatto che non ti abbia risposto prontamente, non so. Né credo centri molto il fatto che su un forum di sinistra ti abbiano relegato in un angolo e considerino inesistente la QM (come peraltro ovunque, perché la QM a tutt’oggi non esiste ufficialmente). Questo lo sapevamo già. E allora?
Continuo a non capire (si fa per dire, lo capisco e lo so benissimo …) perché solo su questo sito si riaprono costantemente queste questioni. Come tutti sanno non sono un frequentatore di altri blog ma il mio intuito mi dice che sugli altri siti con orientamenti politici diversi da questo, non si apre costantemente la discussione su destra e sinistra perché l’indirizzo politico (concettualmente parlando) di questo o quel blog viene dato per scontato e accettato dagli utenti come un dato di fatto.
Ma non nel nostro caso. Qui la questione destra/sinistra viene in un modo o nell’altro costantemente riproposta da diversi utenti, gli stessi che si spostano da un sito all’altro. Ma solo su questo la questione viene sistematicamente riaperta. Nessuno, e dico nessuno, va, che so, sul sito di Iulbrinner (solo per citarne uno con cui, indirettamente, abbiamo avuto a che fare ultimamente, ma potrebbe essere qualsiasi altro) a porre la questione.
Perché? Io la risposta ce l’ho, però dovrebbero darsela soprattutto quelli che non appartengono e che non fanno riferimento alla filosofia di Uomini Beta.
Ora non ci scateniamo nelle risposte perché l’argomento non è poi di così grande interesse, anzi.
Che ciascuno rifletta e se la dia.
Ciò detto, vuoi sapere se mi sento più un frondista o un eretico? Senz’altro un eretico. Ma, come tutti gli eretici, sono convinto che in realtà sia la “casa madre” a trovarsi in errore, ad aver abbandonato la giusta via. In realtà, l’eretico è sempre convinto di essere il miglior interprete dell’idea e soprattutto dell’istituzione che sta sottoponendo alla sua critica radicale. Insomma è eretico per gli altri, ma egli non si considera tale. Al contrario, ritiene di essere l’interprete più autentico di quella stessa idea che, per varie ragioni, ha preso altre strade. Da un certo punto di vista è l’eretico che giudica coloro stessi che lo accusano di eresia, per aver abbandonato la via maestra. In un certo senso si ritiene più “ortodosso” di loro e vorrebbe riportare il tutto sul giusto sentiero.
Generalmente non sono destinati a fare una bella fine, per lo meno finchè sono in vita. Poi la storia puntualmente gli da ragione. E la beffa è che gliela danno anche coloro che a suo tempo lo avrebbero sicuramente crocefisso.
L’ultimo dei grandi eretici è stato senz’altro Pier Paolo Pasolini. Scomodo e fastidioso per tutti, e spesso detestato. Oggi non esiste uno che è uno, a destra come a sinistra, che non ne tessa le lodi.
Speriamo per lo meno di non fare la sua stessa fine. Mi solleva, da questo punto di vista, il fatto che ciascuno di noi ha conseguenze direttamente proporzionali alla sua azione e alla sua statura.
Se tanto mi da tanto, non dovrei correre gli stessi suoi rischi…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Condivido completamente l’ultimo commento di Sandro.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Sottoscrivo in toto quanto scritto da Sandro nel suo ultimo post.
Ciò che afferma Red è abbastanza noto, nel senso che a sinistra, quella partitica, vige una sorta di tacito accordo non scritto: i posti di potere più elevati sono occupati da uomini, ma ciò che si deve dire, fare, pensare…,il cosidetto programma, lo stabiliscono le donne, che quasi sempre appartengono al mondo femminista, che cova, come tutti sappiamo, un rancore profondo nei confronti degli uomini, seppure espresso spesso in maniera edulcorata o politicamente corretta, il che è in fondo la stessa cosa. Insomma, una sorta di baratto. Votare una coalizione che ha un programma così sfacciaatamente sessista non è facile, e se personalmente decido di votarla, ma sono tentato non poco anche dall’astensione, è semplicemente perchè si vota il male minore, dal momento che la destra è infatti impresentabile politicamente, e può, così come si configura adesso in Italia, governare solo in un Paese culturalmente arretrato qual è il nostro. Mette insieme il peggio che questo Paese esprime: il classismo, il disprezzo per i non abbienti, il clientelismo, il populismo, l’interesse esclusivo per il tornaconto personale o di ristretti gruppi… e oggi, come possiamo notare, prova, in quanto a sessismo, a scavalcare perfino la sinistra. Insomma, bisogna tenersene alla larga come la peste. L’ultima è dello stesso Alemanno, che ha deciso di costituire parte civile il Comune di Roma perchè quel tipo ha sferrato un pugno a una donna e non per il gesto di violenza in sè. Se non è sessismo questo, allora che cos’è? Evidentemente per Alemanno, il peggior sindaco che Roma abbia mai avuto, vedasi anche la caccia che ha lanciato ai clienti di prostitute, trattati peggio dei delinquenti, esiste una violenza di serie A e una di serie B. Vedremo se i romani se lo ricorderanno questo tra qualche anno.
La sinistra si liberi della zavorra sessista e femminista e riotterrà tutto il mio più sincero sostegno, e forse non solo il mio.
Non sarebbe poi così difficile se gli uomini a sinistra ritornassero a pensare con la propria testa e riacquistassero un pò più di dignità di genere.
Alessandro(Quota) (Replica)
Secondo me, quando si tratta di “questioni femminili”, non c’è alcuna differenza fra le odierne sinistre e destre.
Sempre pagliacci sono. Non cambia nulla, salvo che nella forma.
http://postnews9a.blogspot.com/2010/10/il-giorno-delle-donne-e-se-una.html
sabato 9 ottobre 2010
Il giorno delle donne: «E se una diventasse premier?» il PD ci crede.
«Caro Pierluigi, pensa che bello se a capo di un governo istituzionale ci fosse una donna, se il passaggio della presidenza del Consiglio avvenisse nelle mani di una donna». Enrico Letta, maniche di camicia rigorosamente rimboccate, la butta là e incassa uno degli applausi più consistenti del suo intervento. Bello, certo, non fosse per il fatto che il governo istituzionale, sarebbe a tempo, sei mesi, giorno più giorno meno, per portare a casa una nuova legge elettorale, forse qualche altra riforma urgente, e poi andare alle urne. A quel punto sarebbe altra la musica. Sfumature che si dissolvono nel giro di un attimo nella sala convegni di Malpensafiere, a Busto Arsizio, che doveva essere il centro di tutto nel Nord efficiente e produttivo e invece è la periferia di nulla con una sensazione di costante abbandono. Un brusio tra la platea, “no fermiamo il toto-donna”, dice il vicesegretario. A chi pensa Letta? Paolo Gentiloni dà voce ad una convinzione diffusa: «Alla donna del giorno, Emma Marcegaglia».
Le donne: a loro viene riservato, in questo primo giorno di lavori quel delicato compito di ricomposizione delle spaccature. E’ Rosy Bindi, presidente del Pd, a richiamare più volte gli alleati, da Di Pietro a Vendola, ad avere “rispetto per il Pd”, un partito che ha “la bussola e la rotta”, e poi il suo stesso partito a considerare le donne e i cattolici una priorità. “Se una donna entra in politica può cambiare, ma se sono tante le donne è la politica a cambiare”. Parla dei cattolici e ai cattolici, cita il Vangelo per rispondere a chi evoca il Papa straniero, “è una concezione romanocentrica della Chiesa questa, perché il Papa non è uno straniero in una chiesa universale”, e parla anche – senza mai citarlo – a Beppe Fioroni, quando dice “non abbiamo fianchi scoperti” , come a dire “è tutto il partito che parla ai cattolici e non una sua componente”.
Sfumature, anche qui, mai polemica, perché questo è il passaggio che deve segnare la svolta del Pd, dopo l’ultima direzione, dopo il documento dei 76 che ha lacerato i rapporti, separato le strade di Franceschini e Veltroni, fatto fibrillare la base. Adesso si deve ricominciare, ricucire, riavvicinare. Per questo c’è grande attesa per il discorso di Walter Veltroni e per questo scoppiano gli applausi, liberatori, quando l’ex segretario usa toni distensivi e dice che bisogna lavorare tutti insieme al grande progetto di cambiamento del Paese. Ed è ancora una donna, la capogruppo al Senato Anna Finocchiaro, che con il suo intervento tesse la tela e ricuce là dove si è sfilacciata. “Condivido molte delle cose che ha detto Walter”, sottolinea, avere il coraggio di “cambiare”. Coraggio, anche “proporre una legge elettorale che riequilibri la partecipazione delle donne e degli uomini nella politica. Se così sarà nel Pd le donne sono pronte, siamo tutte concorrenziali, anche rispetto a Berlusconi, che ha messo al governo giovani donne sulla base di criteri che qualcuno aveva ritenuto contestabili. Alcune di loro si sono rivelate di qualità superiore di quella che il premier pensava e superiore a quella dello stesso presidente del Consiglio”. Adesso spetta al Pd.
Roberto(Quota) (Replica)
Caro Alessandro, i romani potranno anche ricordarselo, ma certo che se il candidato “alternativo” è uno che porta la faccia e il nome di Rutelli (o uno/a come lui) c’è poco da stare allegri…E allora altro che astensione…
Colgo l’occasione per dire due parole sul mio intervento al congresso di SEL di Roma, dal momento che Armando me lo ha richiesto.
Ero il secondo iscritto di una lunghissima serie. Poco più che una passerella dovuta, tanto per far parlare la gente. In realtà i veri giochi, per chi ha esperienza di partito, si fanno nei corridoi e dietro le quinte dove tutti sono indaffarati (anche e soprattutto in questo caso) a spartirsi percentuali e posti negli organi dirigenti. La discussione politica è ormai ridotta ad una mera liturgia, e tutt’al più si ascoltano distrattamente gli interventi dei vari iscritti. Insomma una passerella e nulla più.
Però il fatto di essere stato fra i primissimi ha fatto sì che la platea, non troppo folta, fosse ancora relativamente attenta e comunque non rumorosa. Il mio intervento si è svolto in un relativo silenzio.
Questa la sintesi del mio intervento (ogni iscritto a parlare aveva a disposizione rigorosamente non più di 5 minuti).
Mi sono soffermato sulla frase della mozione congressuale “incriminata”:”L’individuo, maschio e occidentale, compratore e venditore, è il protagonista del mondo-market post novecentesco”.
Questa è la “scaletta” del mio intervento:
Come prima cosa esprimo sconcerto per questa affermazione che non ha nulla di laico e razionale ma è solo ideologica e manichea. La qual cosa non può avere nulla a che vedere con una sinistra che ambisce ad essere laica, razionale e moderna (non modernista).
Con questa affermazione vengono portate avanti due operazioni. Da un lato si criminalizza l’intero genere maschile, quindi tutti gli uomini, indipendentemente dalla loro condizione sociale, economica, familiare, ambientale e dalle loro responsabilità individuali.
Dall’altro si solleva il genere femminile da qualsiasi responsabilità. Questa concezione sconfina nel sessismo. Siamo veramente certi che il genere femminile sia del tutto estraneo e passivo all’interno del sistema dominato dalla ragione mercantile e strumentale?
E perché criminalizzare allora solo i maschi occidentali? Forse le altre culture extraoccidentali brillano per femminismo? Perché questa operazione? Perché se accomunassimo tutti i maschi del mondo saremmo tacciati di razzismo. Ma in realtà, delimitando questa criminalizzazione agli uomini di una sola area geografica e culturale, facciamo un’operazione ancora più razzista.
E perché mai, a questo punto, un uomo, dopo essere stato colpevolizzato e criminalizzato, dovrebbe dare il suo consenso ad una forza politica che lo criminalizza?
Il paradigma femminista deve essere superato per le ragioni di cui sopra.
Chiudo spiegando che un gruppo di uomini si è organizzato per affrontare questi temi e comunicando il nostro sito.
Naturalmente, ho scelto una linea interrogativa-dubitativa. Non potevo salire e sparare alzo zero. Avrei fatto la parte del “cavallo “pazzo, del mezzo matto che puntualmente si presenta e fa le sue sparate, come avviene in tutte le assise del mondo… A mio parere, se avessi scelto la linea sparagnina, avrei finito per fare la parte del “matto del villaggio”, un personaggio a metà fra il folklore e la follia…
Ho scelto un approccio più cauto, più tattico, appunto dubitativo. La mia intenzione è quella di utilizzare questo spazio per promuovere il Movimento, parlare con quanti più uomini possibile. Non potevo rischiare di diventare poco credibile. Lo sparo alzo zero si deve fare in altri contesti, ad esempio in una trasmissione televisiva. Lì non avrebbe avuto senso, a mio parere (poi posso sempre sbagliare, ovviamente).
Una cosa è certa. Per la prima volta nella storia della sinistra italiana, e credo europea, un uomo si è alzato dalla sedia, è salito sul palco, è andato al microfono e ha pronunciato quelle parole per cinque minuti. Per la prima volta un uomo, sia pure in tono pacato e senza sparare granate a frammentazione sui presenti, ha osato criticare il femminismo tacciandolo, sia pur con le buone maniere, di sessismo. Senza essere massacrato. Significa che è possibile. Si può fare. Non si muore. E come l’ho fatto io lo possono fare anche altri. Si può e si deve uscire allo scoperto. Con intelligenza, calma, pacatezza, sobrietà. Per lo meno in questa fase. Ma pensate se a pronunciare quelle parole con la stessa sobrietà fossero stati altri dieci uomini in quello stesso congresso. E pensate se cominciassero ad essere centinaia, e poi migliaia…
In ogni caso, durante l’intervento c’era molto silenzio. La sensazione che ho avvertito è stata quella di una sorta di miscela di stupore e iniziale indifferenza. Nessuno poteva aspettarsi un simile intervento. Se avessi avuto più tempo credo che forse la curiosità sarebbe cresciuta (5 minuti sono pochissimi). Termino serenamente il mio intervento, svolto con tono molto pacato, e ricevo un tiepido applauso di prammatica, di quelli che si fanno con riflesso condizionato, in tutti i congressi. Sguardi particolari di alcune donne (“che razza di animale strano è questo”). Subito dopo parlo con un paio di miei amici incuriositi e con una donna amica di una mia amica. Perplessa, per sua stessa ammissione, ma non scandalizzata (glielo avevo chiesto io cosa ne pensasse). Incontro un altro mio vecchio amico che è presidente di un associazione con centinaia di iscritti e mi dice che aveva già visitato con molto attenzione il sito, che lo trova molto interessante anche se un po’ troppo “acceso nei toni”. Ci ripromettiamo di incontrarci per organizzare un dibattito con la sua associazione (tutti ex di Lotta Continua oggi nei vari partiti della sinistra, dal PD a SEL a Italia dei Valori oppure “cani sciolti”).
Un paio d’ore più tardi incontro un altro mio amico, uno dei dirigenti ai massimi livelli locali del partito, che mi saluta affettuosamente (siamo amici da venticinque anni) e mi dice, sorridendo, che gli si è avvicinato un compagno una mezz’ora dopo il mio intervento che gli ha chiesto:” A Robè (nome inventato), ma chi sò sti Uomini Beta? Che roba è st’associazione che hanno formato?”. Chi è quel compagno? Ma sta co’ noi? Deve esse’ un tipo un po’ particolare, un po’ strano, però numme pare uno stupido…me sa che je vado a dà ‘na letta a sto sito”
Fabrizio
P.S. Buttandola sullo scherzo, per pochi minuti mi sono sentito come Nikita Krusciov (un uomo a cui la storia, a mio parere, non ha tributato il giusto merito) quando al 20° Congresso del PCUS, con fare anche lui molto sobrio, denunciò al mondo i crimini di Stalin.
Sto scherzando, ovviamente, è solo una battuta…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“Votare una coalizione che ha un programma così sfacciaatamente sessista non è facile, e se personalmente decido di votarla, ma sono tentato non poco anche dall’astensione, è semplicemente perchè si vota il male minore, dal momento che la destra è infatti impresentabile politicamente, e può, così come si configura adesso in Italia, governare solo in un Paese culturalmente arretrato qual è il nostro. Mette insieme il peggio che questo Paese esprime: il classismo, il disprezzo per i non abbienti, il clientelismo, il populismo, l’interesse esclusivo per il tornaconto personale o di ristretti gruppi… e oggi, come possiamo notare, prova, in quanto a sessismo, a scavalcare perfino la sinistra. Insomma, bisogna tenersene alla larga come la peste”
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Vorrei ricordare che la storia del male minore rappresenta il modo con il quale ce lo hanno messo nel culo per 20 anni togliendoci tutto: pensioni, tfr, lavoro fisso, stipendi decenti, mancano solo i diritti fondamentali della costituzione, ma tranquilli, se ragioniamo così, ci arriveremo.
Se parliamo di clientelismo, poi, io che vivo in una regione “rossa”, posso garantirti che non hanno proprio nulla da imparare da nessuno.
Finché la sx resterà in mano a delinquenti del calibro di questi qua, che stanno lì solo per impedire che in Italia si possa fare politica di sx, perché loro stanno sul libro paga dei potentati economici ed hanno svenduto ad essi la tutela degli interessi del proprio bacino elettorale in cambio di benefits per la loro casta, non si andrà mai da nessuna parte.
D’ Alema dice che l’ Italia è “strutturalmente di destra”.
Posto che in Italia la fetta di popolazione meno benestante e quindi appetibile elettoralmente per la sinistra è assai più ampia di quella benestante, questo non può che significare una cosa: che, la sinistra italiana, per usare le sue parole, è “strutturalmente una merda”.
L’ Italia è tendenzialmente di destra solo perché quelle merde lì, con la loro presenza, impediscono fisicamente di portare avanti qualsivoglia forma di politica di sx, remando contro l’ interesse del proprio elettorato.
Sono le quinte colonne del potere economico, finché continueremo a sostenerli non potremo mai lamentarci di nulla.
Bisogna sbarazzarsene, con le buone o con le cattive.
sandro(Quota) (Replica)
Sandro: Vorrei ricordare che la storia del male minore rappresenta il modo con il quale ce lo hanno messo nel culo per 20 anni togliendoci tutto: pensioni, tfr, lavoro fisso, stipendi decenti, mancano solo i diritti fondamentali della costituzione, ma tranquilli, se ragioniamo così, ci arriveremo.
Se parliamo di clientelismo, poi, io che vivo in una regione “rossa”, posso garantirti che non hanno proprio nulla da imparare da nessuno.>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
L’alternativa al voto è l’astensione, scelta che ho praticato in certe occasioni. Dopodichè ognuno si fa i suoi conti e per me è meglio che ci sia questa sinistra disastrata piuttosto che la destra al governo. E’ una questione, Sandro, di pane quotidiano.
Che la sinistra sia corresponsabile del disastro in corso non ci piove; che abbia bisogno di un ricambio radicale ai vertici è un’altra verità, che non sia immune dai difetti che caratterizzano la destra idem, ma l’alternativa è ancora peggio. Scelte personali. Nel mio piccolo m’impegno quotidianamente affinchè si rilanci e la mia presenza qui penso lo testimoni.
Alessandro(Quota) (Replica)
Scusate, ma alcuni di voi sembrano analizzare la questione partendo dal presupposto che quelli che detengono il potere decisionale ultimo (i veri capi) siano tutti dei mezzi imbecilli, e che non abbiano minimamente capito o intuito le conseguenze delle loro decisioni.
Il (neo)femminismo produce determinati e precisi effetti da 40 anni in qua, ma nessuno di loro se nè mai accorto, proprio nessuno, secondo un certo modo di pensare.
Ma è perlomeno ingenuo pensare questo.
..Si, perchè il femminismo produce l’inerzia maschile (“pace” sociale), va contro il cattolicesimo, produce denatalità (malthusianesimo), sposta il potere sessuale maschile (idolum maschile) verso l’alto della piramide.
Questi sono gli effetti più eclatanti del femminismo. Avete provato almeno a pensarci? Cose che stanno sotto gli occhi di chiunque li voglia vedere. Sono realtà e non fantasia, sono statisctica (numeri, matematica).
Nonostante questo, i vertici di questo o quel partito, (ma specie di una certa parte) non se ne sono mai accorti. Certo che son proprio scemi dei veri imbecilli.
…Ma non si arriva ai vertici se si è imbecilli. Non vi illudete proprio.
E allora, forse, dovreste almeno considerare la possibilità di vere e proprie azioni consapevoli e dolose ai danni dei cittadini comuni, ed a favore (o almeno non a sfavore di pochi privilegiati). Cioè quello che accade non è un caso, è voluto.
…Poi raga, siamo in democrazia, sino a prova contraria.
Il politico fa il suo mestiere, il cittadino DEVE fare il suo. Se una certa parte politica delude il suo elettorato, è nella logica della democrazia che il cittadino punisca quella parte politica *NON VOTANDOLA* più. Se e quando quella parte politica tornerà a convincere il suo elettorato di un tempo, quella parte riguadagnerà voti. E’ democrazia, non altro.
Non era di centro-destra quella parte che aveva nello statuto i termini Femminismo e ecologismo, e di questi, specie del primo (sul secondo nulla da dire), aveva fatto la propria bandiera e basato la propria politica. Cioè: come se in Italia ci fosse bisogno di un femminismo ancora più radicale e violento. Non era di centro-destra questa formazione, e non vi era, nel centro-destra, alcuna formazione che avesse NELLO STATUTO le stesse parole.
Se si lotta contro il (neo)femminismo (il che è cosa buona e giusta), NON SI PUO’ allo stesso tempo votare quella parte che politicamente lo sostiene e lo manda avanti. In questo caso il cittadino non fa il suo mestiere nei confronti del suo paese, non assolve il suo compito in una democrazia.
Ora spiegatemi dove sbaglio, se volete.
Red.(Quota) (Replica)
Red: Se si lotta contro il (neo)femminismo (il che è cosa buona e giusta), NON SI PUO’ allo stesso tempo votare quella parte che politicamente lo sostiene e lo manda avanti. In questo caso il cittadino non fa il suo mestiere nei confronti del suo paese, non assolve il suo compito in una democrazia.
Ora spiegatemi dove sbaglio, se volete.>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Devo dire che ho trovato il tuo intervento molto interessante. Non posso soffermarmi su tutto per questioni di tempo, e per questo mi limito a esprimere qualche considerazione su quest’ultimo punto del tuo discorso. Red, tu stai, secondo me, commettendo un errore di valutazione, cioè stai considerando il femminismo come parte integrante di una sola parte politica, il che non è rispondente al vero ormai, perchè altrimenti mi devi dire dove collochiamo la Mussolini per esempio. Ma lasciando perdere nomi e cognomi e attenendoci ai fatti, non possiamo negare che tante campagne anti-maschili siano state lanciate dal centro-destra, come per esempio la criminalizzazione dei clienti di prostitute. Insomma, davvero la destra è anti-femminista? Non lo credo proprio.
Alessandro(Quota) (Replica)
“E’ una questione, Sandro, di pane quotidiano.”
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Ma infatti è proprio lì il problema: andando avanti così, secondo te quanto ci impiegheranno, un pezzetto alla volta, ad arrivare a toglierci pure quello?
La vaselina, seppure profumata, sempre vaselina resta.
L’ anomalia dell’ Italia non sta nell’ avere una destra, ma nell’ averne due, una delle quali chiamata sinistra, ma che della sinistra ha soltanto il fumo politicamente corretto, mentre l’ arrosto è identico a quello della destra.
Sono soltanto dei venduti, toglierseli dalle palle non è un’ opzione, ma una necessità nel momento in cui vogliamo che veramente qualcosa cambi, dato che rappresentano un ostacolo anziché un’ opportunità, finché li lasciamo lì ci remeranno sempre contro.
sandro(Quota) (Replica)
“Non era di centro-destra quella parte che aveva nello statuto i termini Femminismo e ecologismo, e di questi, specie del primo (sul secondo nulla da dire), aveva fatto la propria bandiera e basato la propria politica. Cioè: come se in Italia ci fosse bisogno di un femminismo ancora più radicale e violento. Non era di centro-destra questa formazione, e non vi era, nel centro-destra, alcuna formazione che avesse NELLO STATUTO le stesse parole.”
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Nello statuto o nel programma, non c’è alcuna differenza.
Sono i fatti che contano, e i fatti ci dicono che di femminismo ce n’è a destra esattamente quanto a sinistra, dato che con l’ alternarsi dei governi lo status quo non cambia di una virgola.
Il link che ho postato più sopra mi sembrava parlare abbastanza chiaro, ma a scanso di equivoci, lo riposto:
http://prioritaprogramma.votaberlusconi.it/donne/
Non credo ci sia molto altro da aggiungere, a meno di non volersi dichiaratamente arrampicare sugli specchi.
sandro(Quota) (Replica)
Red
>>
…Ma non si arriva ai vertici se si è imbecilli. Non vi illudete proprio.
E allora, forse, dovreste almeno considerare la possibilità di vere e proprie azioni consapevoli e dolose ai danni dei cittadini comuni, ed a favore (o almeno non a sfavore di pochi privilegiati). Cioè quello che accade non è un caso, è voluto.
>>
Ipotizziamo che sia del tutto così (e in parte lo è sicuramente), a questo punto che differenza passerebbe tra l’essere “governati” dalle donne piuttosto che dagli uomini? Che differenza ci sarebbe fra un parlamento composte da quasi tutte donne o uno composto da quasi tutti uomini?
Marco(Quota) (Replica)
Red, mi erano sfuggite queste tue parole,
>>>
sposta il potere sessuale maschile (idolum maschile) verso l’alto della piramide.
>>>
Forse capisco male, ma tu forse mi stai dicendo che gli uomini, a livello di massa, prima dell’avvento del femminismo possedevano un “potere sessuale” sulle donne? Mi scuserai se non sono molto d’accordo, perché secondo me gli uomini medi non hanno mai posseduto alcun reale potere sessuale nei confronti delle donne. Casomai erano le regole sociali di un tempo – in primis, quelle della chiesa – nonché il fatto che fosse l’uomo a portare lo stipendio a casa, a conferire potere agli uomini comuni.
Il fatto stesso che siano stati sempre gli uomini a imporre certe regole, e mai il contrario, la dice lunga su chi ha sempre detenuto il potere sessuale…
Marco(Quota) (Replica)
p.s.: dimenticavo! Il femminismo, per spostare verso l’alto della piramide l’idolum maschile, ha comunque bisogno di un terreno fertile dove attecchire…
Nel caso specifico la società capitalista occidentale.
Marco(Quota) (Replica)
Trovo l’osservazione di Red del tutto fondata.
Infatti, se il solo parametro del voto (e dell’orientamento politico) è la QM, diventa chiaro che nessun partito di sx è votabile giacché si tratta di partiti femministi (con nomi diversi).
D’altra parte anche il voto a dx non è del tutto coerente per le ragioni esposte qui da altri (a prescindere da quel che io ho sostenuto nell’articolo) ma forse è meno incoerente, almeno per i padri separati.
Dunque mi pare di poter dire che – se si tiene conto solo ed esclusivamente della QM – bisognerebbe sostenere il centro cattolico. Infatti solo qui vi è ancora un certo equilibrio. Non vi si trovano né misandria, né svalutazione del ruolo paterno, né pruriti forcaiolisti etc.
(ad es. nessuna criminalizzazione della prostituzione).
Certo, anche qui si trova il cedimento alla corrente (teologia compiacente, celebrazione del femminile, etc.).
Mi pare che questo si possa dire, se si assume il solo parametro QM, a prescindere da ogni altro fattore.
Non vi è infatti alcun motivo per nascondere o minimizzare le contraddizioni nelle quali ci si trova.
Ma le scelte e gli orientamenti politici non tengono conto solo ed esclusivamente della sola QM. Ci sono anche altre componenti, diciamo così più “tradizionali” che pesano e finiscono col prevalere. E così si finisce nella contraddizione, qualsiasi cosa si faccia, perché – anche se noi vogliamo essere del tutto coerenti – è la realtà esterna a noi ad essere contraddittoria.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Red
>>
…Ma non si arriva ai vertici se si è imbecilli. Non vi illudete proprio.
E allora, forse, dovreste almeno considerare la possibilità di vere e proprie azioni consapevoli e dolose ai danni dei cittadini comuni, ed a favore (o almeno non a sfavore di pochi privilegiati). Cioè quello che accade non è un caso, è voluto.
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Non ho seguito bene la discussione, ma ai vertici ci si arriva anche con la mancanza di scrupoli e di vergogna: quindi è pieno di imbecilli che comandano e se ne fregano delle critiche, degli insulti del popolo e delle fazioni opposte. Una frase tipica di chi è di destra è: quello è arrivato in alto perché ci ha saputo fare: Hitler ci ha saputo fare, perché non aveva vergogna ne scrupoli, cosi come un boss mafioso,
Leonardo(Quota) (Replica)
Bene Fabrizio, credo anch’io che l’unico modo per poter sperare di smuovere le acque sia quello di andare a dire, ciascuno nel proprio ambiente, le cose che hai detto tu e nel modo con cui le hai dette, nè ad alzo zero nè con l’aria di chiedere scusa. Hai messo un solo dubbio a un solo uomo? E’ già un successo! Insomma, la nostra (di uomini) è una “lunga marcia” (mannaggia, sempre questi richiami di gioventù!), o se si preferisce, dobbiamo attraversare un deserto.
armando
armando(Quota) (Replica)
Red non ha detto niente di nuovo : le contraddizioni sono sia a dx che a sx come giustamente fatto notare da altri, senza contare il fatto che sia tali contraddizioni nonchè il ruolo giocato dalle elite e il rapporto di queste con la cordata femminista è già stato discusso in altri articoli,editoriali e commenti.
Venire su questo sito solo per porre in risalto solo le contraddizioni a sinistra è abbastanza superfluo e dispersivo, per la QM..ma ognuno è libero di impegnarsi come meglio crede,ovviamente.
Luke Cage(Quota) (Replica)
Marco: “Casomai erano le regole sociali di un tempo – in primis, quelle della chiesa – nonché il fatto che fosse l’uomo a portare lo stipendio a casa, a conferire potere agli uomini comuni.
Il fatto stesso che siano stati sempre gli uomini a imporre certe regole, e mai il contrario, la dice lunga su chi ha sempre detenuto il potere sessuale”
Se davvero è così, allora la conclusione sarebbe che quelle antiche regole erano le sole capaci di assicurare un “equilibrio”, perchè non esiste che il detentore di un potere così forte ci rinunci spontaneamente.
E ritorna, allora, una contraddizione. La verità è quella che dice Rino. E’ la realtà ad essere contraddittoria, e noi possiamo solo sperare di esserlo, contraddittori, il meno possibile.
armando(Quota) (Replica)
“Dunque mi pare di poter dire che – se si tiene conto solo ed esclusivamente della QM – bisognerebbe sostenere il centro cattolico. Infatti solo qui vi è ancora un certo equilibrio. Non vi si trovano né misandria, né svalutazione del ruolo paterno, né pruriti forcaiolisti etc.
(ad es. nessuna criminalizzazione della prostituzione).”
Il centro cattolico tuttavia, è stato al potere per 40 anni proprio negli anni nei quali una questione maschile si è venuta a creare.
Non c’ entrano niente, visto che comandavano loro?
sandro(Quota) (Replica)
Mi pare che porre la questione nei termini in cui la pone Red sia fuorviante e anacronistico rispetto ai processi intervenuti negli ultimi 40 anni. Nulla di personale, sia chiaro, anche perche´ in realta´ il suo approccio e´ lo stesso di molti membri o simpatizzanti del Momas che individuano il nemico pubblico numero 1 in un veterofemminismo militante nato, sviluppatosi e allocatosi a sinistra, e naturalmente nella sinistra stessa, o meglio nella sua versione sessantottina e post sessantottina. Aggiungiamo un pugno (o un reggimento, non cambia la sostanza) di magistrati ex sessantottini e il gioco e´fatto. Spazziamo via tutta questa roba qui e la questione e´piu´o meno risolta.
Per cui tutti a “destra” a vele spiegate, anche se non si dice apertamente e si maschera il tutto dietro a generiche posizioni del tipo “che non si e´ne´di destra ne´di sinistra”. Demagogia. Sappiamo bene che un´affermazione di questo genere e´falsa. I sostenitori ´”dell”andare oltre i concetti di destra e di sinistra”, guarda caso, sono i gruppi dell´ultradestra extraparlamentare e qualche intellettuale (di destra) come Massimo Fini.
A questo riguardo abbiamo espresso la nostra opinione in numerosi articoli e editoriali (Destra e Sinistra, Destra Sinhistra e QM e altri), non ultimo quello di Rino “Perche´la QM non pu´essere di destra”).
Per dieci anni il Momas e´andato avanti con questa filastrocca e abbiamo visto i risultati…
Ma al di la´ di questo (solo la storia ci potra´dire quale si rivelera´ essere la strategia vincente per il Momas), mi pare che proprio questa interpretazione della QM sia errata, circoscritta, incapace di analizzare con lucidita´ i processi avvenuti. E cioe´sostanzialmente il fatto che il femminismo e´di fatto da molto tempo fuoriuscito dai suoi binari tradizionali per diventare un fenomeno estremamente piu´complesso, commistionato e intersecato con il sistema. In questo senso e´verissimo che e´stata attuata ed e´ancora in corso una gigantesca operazione di ingegneria sociale e di genere ma non nel senso prospettato dall´´ala destra o veterotradizionalista del Momas (rimando al mio post in risposta a Iulbrinner), piuttosto nella direzione di un assimilazione delle istanze femministe da parte del sistema ( e qui rimando alla lettura del nostro Manifesto, il Movimento Beta).
Guardate che non e´la prima volta che nella storia accadono fenomeni di questo genere, apparrentemente contraddittori. Pensiamo ai processi degenerativi di alcune rivoluzioni socialI (dalla presa della Bastiglia a Napoleone, dalla presa del Palazzo d´ Inverno al gulag). Ma non solo, mi viene in mente, anche se certamente improprio ma puo´aiutarci nella compresione, l´analisi del fenomeno mafioso.
Non cé´alcun dubbio che la mafia aveva ben altre origini e nacque con ben altri intenti rispetto a come si e´evoluta: un fenomeno criminale assoloutamente interno alle logiche di sistema. E potremmo continuare all´infinito. Pensiamo a Mussolini che da socialista rivoluzionario da vita al fascismo, cioe´ad un regime reazionario di massa, antisocialista per eccellenza…
Il discorso ovviamente non e´chiuso, anzi, sono solo allínizio. Ora non ho tempo, sono all´estero ma mi riprometto di continuarlo appena avro´tempo.
Fabrizio Marchi
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Per cui tutti a “destra” a vele spiegate, anche se non si dice apertamente e si maschera il tutto dietro a generiche posizioni del tipo “che non si e´ne´di destra ne´di sinistra”. Demagogia. (Fabrizio)
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Sì, Fabrizio, però mi scuserai se ti faccio notare che sarebbe pure il caso che tu la smettessi di “interpretare” i pensieri altrui e prendessi atto del fatto che fra coloro che si occupano di QM, ci sono anche uomini che non hanno una linea precisa in merito: ti piaccia o meno.
Che poi, da marxista quale sei, tu voglia “catalogare” tutto è un altro discorso. Ma è un discorso che riguarda solo ed esclusivamente te (e chi la pensa come te).
Fabio(Quota) (Replica)
Dimenticavo…
Fabrizio, tu scrivi:
>>
Per dieci anni il Momas e´andato avanti con questa filastrocca e abbiamo visto i risultati…
>>
Sì, è più che probabile, ma senza quel “momas” ora non esisterebbe neanche UB…
La sai una cosa, Fabrizio? Tu sei un uomo molto presuntuoso.
Buona fortuna.
Fabio(Quota) (Replica)
Un altro motivo per il quale la qm non può essere di destra è che FILOSOFICAMENTE (lo scrivo in stampatello così forse non mi contestano con i soliti esempi relativi all’attuale classe politica..forse!) a sinistra si diffida da settarismi e/o culti della personalità, derive tipicamente reazionarie e conservatrici : il circolo dei virtuosi lo lasciamo volentieri ad altri.
p.s.
Ho grande rispetto per il lavoro svolto dai vari movimenti maschili fino ad ora, ma escludere a priori che possano esserci state persone che per conto proprio abbiano approfondito certe tematiche senza passare per il MoMas mi sembra una forma di fanatismo..
Luke Cage(Quota) (Replica)
Fabio, io saro´presuntuoso (forse) ma tu, come si dice a Roma, “prendi facilmente d´aceto”. Non capisco perche´ te la sia presa in quel modo, anche perche´non ce l´avevo con te…Evidentemente pero´, vuol dire che in qualche modo hai pensato che la cosa ti riguardasse…E comunque non mi pare di aver insultato nessuno, ho solo espresso delle opinioni. Cosa ho detto di male, al punto tale da spingere qualcuno (tu) ad abbandonare la discussione? Ma come? Tutti possono venire su questo blog sistematicamente a mettere in discussione la nostra “linea politica” e io non dovrei avere neanche la liberta´di rispondere? E´singolare questa…
Libero di fare quello che vuoi pero´non scaricare a me le responsabilita´di questo. Se ti senti toccato, guarda dentro te stesso, non prendertela con me. Sarebbe un errore da parte tua. In ogni caso qui puoi tornare quando vuoi.
Cio´detto, quando ho scritto e pubblicato il mio libro, ed ero solo, e sottolineo ,solo, non sapevo neanche che esistesse un movimento maschile, come ho gia´spiegato mille e mille volte. Sono entrato in contatto con U3000 del tutto casualmente, leggendo una recensione che di quel libro era stata fatta da Claudio Alitaki, e solo successivamente da Rino e Armando.
Il mio percorso di consapevolezza va a ritroso di una quindicina di anni e solo sette o otto anni fa e´giunto a piena maturazione.
Quindi, con tutta la (grande) stima che ho nei confronti di alcuni “vecchi” esponenti del Momas, Rino in primis, ma anche Ckkb e Armando, il mio percorso di consapevolezza e maturazione rispetto alla Qm e´stato assolutamente personale.
E questo e´un fatto che tutti possono confermarti.
Ma soprattutto cio´e´confermato dalla assoluta peculiarita´di Uomini Beta che ha rappresentato e rappresenta la novita´assoluta all´interno del Momas.
Andare avanti con questa sorta di rivendicazione di paternita´ rispetto alla QM, a questa sorta di gara a chi e´arrivato prima o dopo (mi viene da ridere…)non ha quindi nessun senso, per lo meno per me. Diverso e´l´apprezzamento nei confronti del lavoro svolto da alcuni. Ma questo e´completamente un altro discorso che non ha nulla a che vedere con questa polemica.
Credo anzi, e forse in questo caso pecco di presunzione, hai ragione tu, che spesso queste polemiche servano proprio ad alcuni come alibi per levare le tende. Poco male. E´giusto che ciascuno stia con coloro con i quali condivide sensibilita´e opinioni. Non ci vedo nulla di male.
Cosí´come, al contempo, non cé´e non puo´esserci nulla di male se io esprimo la mia opinione in merito a quelle posizioni che puntano di fatto esplicitamente (anche se a volte non in modo palese) a mettere in discussione il lavoro che stiamo facendo (comunque il nostro approccio alla questione).
Noterai anche tu, come tutti, che il sottoscritto non e´MAI andato su altri blog della Qm a fare operazioni di questo tipo. Anche perche´non vedrebbe il senso.
E allora devo forse cominciare a pensare che Uomini Beta potrebbe dare fastidio a qualcuno all´interno del Momas?
Sarebbe ridicolo, ma siccome ´da qualche anno ormai che conosco l”ambiente”,´purtroppo non mi stupirei. Comunque, per quanto mi riguarda, questione chiusa e andiamo avanti.
Cerchiamo di lavorare per la causa invece di perdere tempo in polemiche interne.
Lavorate all´esterno, parlate con gli uomini, sputtanatevi di persona, organizzate riunioni, intervenite pubblicamente, scrivete, quello che volete, documenti, libri, giornali, scrivete ai giornali, ffatevi sentire, insomma fate quello che volete ma FATE. Voce del verbo fare, la PRASSI, NON LE CHIACCHIERE.
Fabrizio
.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
A me non dà alcun fastidio che si critichino i miei post e le mie opinioni: un luogo di discussione nasce anche per questo. (almeno credo). A me sembra che dia piuttosto fastidio ad altri. Fabrizio, una domanda senza polemica: si possono postare opinioni in contrasto con la linea del blog!? Basta un si o un no, solo per sapersi regolare.
Per il resto io continuo a pensare che il MUB, se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. Ma mi stupisco nel percepire una discreta acredine nei confronti di tanti “quemmisti” (che hanno fatto la loro bella parte).
La critica e il contraddittorio non mi impensieriscono, ma l’acredine si. E non ne capisco il motivo. Se il blog (più che il movimento) si è dato una politica precisa, penso che lo si debba spiegare chiaramente, così si evitano tanti equivoci.
Una cosa tipo: ” Nell’ambito della QM, Il nostro movimento segue una linea ben precisa: si prega chi non la condivide di astenersi dal partecipare”.
Ripeto, non sono affatto nè ironico nè polemico, vorrei solo capire meglio. Un’avvertenza come quella sarebbe del tutto lecita nonchè legittima, ed eviterebbe molte incomprensioni.
Grazie molte e cordialità.
Ps.
Marco, l’idolum maschile è tutto ciò (l’insieme) che irrazionalmente attira una donna verso l’uomo, quando ella è libera di decidere. E’ il “fascino maschile”. Chiaro che l’idolum comprende anche l’attrazione sessuale, la quale è il risultato di altri elementi. Il figlio di un industriale, a parità di bellezza, attrae una donna più del figlio di un impiegato; ovviamente sui grandi numeri. (lasciamo stare i singoli casi, prego. Lo so che certamente qualcuno ha conosciuto uno il quale dice di aver conosciuto una donna che si è innamorata a prima vista di un raccoglitore di pomodori. Lo so che succede, come pure succede che qualcuno vinca al S.enalotto)
Mi pare del resto che il M. uomini beta questo l’abbia capito bene. E’ indubbio che l’idolum maschile un tempo fosse più forte, semplicemente perchè l’uomo aveva più potere, più dignità, più fascino, in genere.
Red.(Quota) (Replica)
Si comunque nella sostanza sono d’accordo con Fabrizio
Red.(Quota) (Replica)
Caro Red, cerchiamo di non fare i furbacchioni, per lo meno fra noi, e di parlarci schiettamente e senza false allusioni. Sono all´estero e non posso dilungarmi. Mi ero ripromesso di chiamarti di persona al mio rientro, cosa che faro´senz´altro perche´e´evidente che un chiarimento a voce si rende necessario. . D´altronde c´era gia´stato fra noi un precedente e robusto epistolario in cui ero convinto che ci fossimo spiegati. Mi ero sbagliato. Non perche´tu non abbia compreso cio´che era mia intenzione comunicarti ma perche´fai finta di non voler comprendere.
E proprio questo tuo ultimo post, falsamente ingenuo, mi obbliga a pensare in questo modo.
Cito testualmente le tue parole:“
Fabrizio, una domanda senza polemica: si possono postare opinioni in contrasto con la linea del blog!? Basta un si o un no, solo per sapersi regolare“. (Red)
E poi aggiungi:“Una cosa tipo: ” Nell’ambito della QM, Il nostro movimento segue una linea ben precisa: si prega chi non la condivide di astenersi dal partecipare”.
Ripeto, non sono affatto nè ironico nè polemico, vorrei solo capire meglio. Un’avvertenza come quella sarebbe del tutto lecita nonchè legittima, ed eviterebbe molte incomprensioni.
Grazie molte e cordialità“. (Red)
Che fai, mi prendi per i fondelli? Oppure pensi che sia talmente idiota (e non solo io ma anche tutti gli altri) da poter ritenere che la tua sia una domanda candida e ingenua, “priva di alcuna ironia o polemica“, come scrivi tu stesso?
Mi dispiace constatare diverse cose. La prima e´che in questo modo mi/ci tratti come degli imbecilli, e questa e´una cosa che non posso tollerare. La seconda e´che dimostri di essere una persona che non sa stare ai patti. Patti non scritti, certo, ma uomini ragionevoli e di buon senso sanno capirsi, se lo vogliono. Tu invece giochi a fare il furbacchione, e questo non puo´andare.
Secondo te cosa dovrei risponderti? “Si´, certo, in questo blog possono intervenire solo e solamente quelli che la pensano come noi, tutti gli altri li vogliamo fuori dalle palle. Senza nessuna polemica, sia chiaro“.
E tu serenamente:“Ah, ecco, grazie Fabrizio, solo per capirci, va benissimo, complimenti per il blog e continuate cosi´, e´una scelta del tutto legittima la vostra. E´bello cantarsela e suonarsela, buona discussione a tutti!“.
Quello che ci hai scritto e´su per giu´questo, cioe´una presa per il culo. Prendiamola a ridere…
Ora invece torniamo a parlare seriamente. E soprattutto proviamo ad essere uomini che sanno stare al mondo.
Tu non sei un utente qualsiasi della rete, sei da lungo tempo un attivista del Momas che ha un suo blog o comunque scrive o gestisce (o ha gestito) un blog, di cui e´stato moderatore e via discorrendo. Un blog che e´ancora un punto di riferimento per molti. Tu stesso sei un punto di riferimento per molti. Ragione per la quale non dovresti giocare a fare il furbo con me. E invece lo fai, prendendoti gioco della mia e della nostra intelligenza. E poi ti lamenti pure se qualcuno si produce in risposte sarcastiche o acrimoniose nei tuoi confronti. Dovresti sapere che anche altri non hanno l´anello al naso…
Abbiamo discusso infinite volte sulla questione destra e sinistra, un nodo che mai si sciogliera´e che non saremo certo noi a sciogliere. Per nostra fortuna, oggi (finalmente) il Momas vede rappresentate al proprio interno piu´o meno tutte le diverse anime e sensibilita´politiche (per lo meno a livello ideale-filosofico). Di conseguenza non ha assolutamente nessun senso continuare a rimestare nel pentolone, specie se viene fatto in modo falsamente “aperturista“, ma in realta´animato dalla volonta´di cercare di minare o di mettere in discussione l´architettura interpretativa e l´orizzonte culturale dell´interlocutore. Non ci nascondiamo dietro ad un dito perche´sai perfettamente che e´cosi´.
Sia chiaro, dico questo non certo perche´temo il confronto; come ripeto spesso, ho tanti difetti ma argomenti, chiacchiera e un grammo di intelligenza non mi mancano.
Il problema e´che non voglio e non posso perdere tempo (e come vedi, lo sto gia´perdendo…). Diverso sarebbe, ovviamente, il caso di un utente “qualsiasi“ che chieda chiarimenti o delucidazioni anche di ordine politico o che esprima legittimamente le sue critiche o perplessita´rispetto a quella che e´la nostra strategia politica. In tal caso sarebbe doveroso oltre che legittimo da parte sua esprimersi criticamente cosi´come da parte nostra replicare.
Ma tu, come gia´detto e come tutti sappiamo, non sei un utente qualsiasi, di conseguenza il tuo incaponirti sulla questione diventa un elemento di disturbo, e soprattutto un dispendio di tempo. Perche´se andassimo avanti in questo modo, non la finiremmo piu´. Io sarei costretto a rispondere ad ogni tuo post, tu dovresti fare altrettanto, e il tutto non avrebbe mai fine. Se la stessa cosa si ripetesse anche con tutti quegli altri esponenti del Momas che non la vedono come me oppure che hanno un differente approccio filosofico e politico alla QM, passerei il mio tempo davanti al pc in questa specie di contraddittorio accademico in cui ciascuno cerca di trovare la giusta chiave per vincere il confronto con l´altro. E invece gli altri esponenti del Momas, quelli con i quali, guarda caso, abbiamo un patto di unita´azione (ci sara´pure una ragione se lo abbiamo con loro e non con altri, ad esempio con te, pensaci…) hanno capito perfettamente la situazione e di conseguenza evitano accuratamente di inserire elementi polemici o di cercare di mettere in discussione ad ogni pie´sospinto la nostra “Weltanschaung“ (visto che sono in Germania, saro´perdonato per aver utilizzato questa parolona). E anche quando esprimono opinioni spesso concettualmente molto diverse dalle nostre (come e´inevitabile che sia) non lo fanno mai con intento polemico ne´con l´insano desiderio di voler sistematicamente disarticolare il nostro impianto filosofico-interpretativo. Danno il loro contributo, anche critico, rispettando e riconoscendo la nostra peculiarita´, cosi´come noi riconosciamo la loro.
Tutto questo si chiama buon senso, ragionevolezza, maturita´e soprattutto consapevolezza che si sta combattendo una grande battaglia e che e´bene non dispedere e non far disperdere energie e tempo prezioso agli altri.
Ora, se decidessi di incaponirmi potrei venire sul tuo blog (o su altri) e mettere in discussione tutto quello che tu affermi ogni giorno. Potrei farlo, chi me lo vieta? Avrebbe senso? Forse per chi ha tempo da buttare. Io non ce l´ho e anche se lo avessi lo impiegherei in modo piu´interessante e produttivo (per cio´che concerne la QM, intendo).
La mia opinione e´che siamo ancora fin troppo deboli per perderci in queste diatribe, anche un po´anguste e di scarso interesse, per la verita´. Che ciascuno si impegni sul suo terreno e porti avanti la sua battaglia senza pestare i piedi agli altri, senza disturbarli e SENZA OSTACOLARE IN ALCUN MODO IL LORO LAVORO.
Come senz´altro hai gia´compreso, il mio atteggiamento e´di sostanziale indifferenza verso la gran parte (con l´eccezione di coloro con i quali abbiamo un patto di unita´azione, non casualmente) dei siti e dei blog che si occupano di QM. Chiedo solo di essere ripagato con la stessa moneta. E`chiedere troppo? O forse debbo pensare che l´incaponimento di alcuni nei nostri confronti sia dettato proprio dall´incapacita´ di accettare questa indifferenza?
Spero di essere stato chiaro una volta per tutte. In ogni caso sono sempre disponibile ad un confronto dal vivo, laddove si rendesse necessario.
Buon lavoro a te e a tutti con l´augurio di incontrarci nuovamente un giorno, quando magari ciascuno die nostri siti o associazioni avra´ alle spalle eserciti di uomini consapevoli. Quel giorno, non prima, potremo anche pensare di aprire le ostilita´fra di noi. E forse sara´inevitabile. Anzi, speriamo che lo sia, perche´significherebbe che avremo raggiunto una tale forza da poterci permettere questo lusso.
Per adesso, e credo purtroppo per lungo tempo, che ciascuno vada per la sua strada. E chi vivra´vedra´.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
http://www3.varesenews.it/varese/articolo.php?id=178970
Notizia di qualche mese fa…
Ci sono molto aspetti interessanti.
Innanzitutto l’episodio, oltre a smentire la refrattarietà delle donne nel ricorrere alla violenza gratuita e immotivata, smentisce molti altri clichè quali l’innato senso di giustizia e solidarietà di cui la natura le avrebbe omaggiate.
C’è poi l’aspetto razzista, che non fa semplicemente rima con sessista, anche se in questo episodio il sessismo non c’entra, ma sottolinea come certi soggetti tradizionalmente ritenuti deboli,indifesi e amorevoli non siano immuni dal germe della violenza che cova nell’animo degli esseri umani tutti, a prescindere dal sesso di appartenenza.
Infine, senza un cambiamento che parta dal riconoscimento di quei valori a cui ci richiamiamo come MUB ( https://www.uominibeta.org/2009/11/29/i-principi/ ) non ci sarà mai una questione maschile che possa raccogliere in sè quel richiamo alla giustizia che ne sta alla base e che se riconosciuto non potrà che trovare sempre più persone in grado di comprenderlo e diffonderlo.
Luke Cage(Quota) (Replica)
“Un altro motivo per il quale la qm non può essere di destra è che FILOSOFICAMENTE (lo scrivo in stampatello così forse non mi contestano con i soliti esempi relativi all’attuale classe politica..forse!) a sinistra si diffida da settarismi e/o culti della personalità, derive tipicamente reazionarie e conservatrici : il circolo dei virtuosi lo lasciamo volentieri ad altri.”
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Un altro motivo, quasi imbarazzante nella sua semplicità, è che la QM non è, e non può essere, la masturbazione mentale di un gruppo di privilegiati che cercano una giustificazione filosofica al fatto che vogliono avere l’ harem senza troppe rotture di coglioni.
Perché la QM è una cosa concreta, è sangue, lacrime e sudore, il sangue dei morti sul lavoro, le lacrime e il sudore di chi si danna l’ esistenza per garantire il benessere altrui, perché non è in condizione di scegliere, dato che i suoi diritti sono stati usurpati; il sangue, le lacrime e il sudore di milioni di uomini che non se ne stanno seduti su una sedia ad aspettare che gli venga accreditato il frutto del lavoro altrui.
Perché la QM è una questione di diritti, e una questione di diritti non può essere liquidata con la carità pelosa di chi ha le mani unte di vaselina e l’ armadio pieno di scheletri, e magari pretende, con lo scopo occulto di disinnescarla, di cavalcare la protesta maschile, con il “beau geste” di tirare, a quella massa di uomini che ha reso schiavi, qualche nocciolina, come si fa con le scimmie in gabbia dello zoo.
Questo, in sintesi, il motivo per il quale per me la QM dovrebbe essere di sinistra.
Il condizionale non è casuale, dato che, purtroppo, se la QM è la battaglia di una parte della popolazione che rivendica diritti contro una élite che glieli nega, questa battaglia non può ovviamente essere sostenuta da chi è in palese conflitto di interesse.
Un’ immagine, anzi, una strip che vale mille parole:
http://www.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2010/09/atticismo_Disegni.jpg
sandro(Quota) (Replica)
Magnifica vignetta, Sandro, peraltro ho avuto modo di conoscere personalmente l´autore…
Un quadretto perfetto, direi, di come e´ridotta oggi la “sinistra”. Se intanto cominciassimo a spazzare via quella magistralmente descritta in quella vignetta da Stefano Disegni, avremmo gia´fatto una grande cosa…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
http://www.stefanodisegni.it/Vignette.aspx?comicID=383
sandro(Quota) (Replica)
Caro Fabrizio, hai messo una gran quantità di carne al fuoco e mi scuserai se dimentico qualche punto.
Intanto ti dico con molta sincerità che non mi è mai passato per la testa di “sistematicamente disarticolare” il vostro impianto. Sono d’accordo con te che è tempo di smettere con sterili polemiche e contrapposizioni che non portano da nessuna parte e inoltre sono stancanti.
E’ vero che una vena polemica si è intravista in alcuni miei mex, ma non c’era certo la volontà di distruggere, il senso era quello di confrontare opinioni (magari un pò duramente, ma senza mai eccedere: l’ironia sarà pure border-line, ma non è illecita e non è vietata da alcun regolamento) e confrontando opinioni cercare di comprendersi meglio (cosa che infatti è avvenuta).
Molto schematicamente, a mio avviso ci sono due modi di affrontare la QM: uno dice che (uomini e donne) siamo uguali in tutto in quanto persone e da li si parte per le deduzioni successive – l’altro dice che siamo si tutti persone, ma siamo naturalmente diversi in molte cose e non si può non partire da questo concetto per i ragionamenti successivi.
Schematicamente, ripeto, mi sembra che voi affrontate la questione dal primo lato mentre altri (tra cui io) la affrontano dal secondo.
…Ma sono due lati della stessa montagna.
Preciso che il mio non è un tentativo di inquadrarvi pubblicamente, esprimo solo il mio parere personalissimo, che potrebbe essere pure sbagliato, discutibile sinchè si vuole.
Al contrario di te io non rimango indifferente a quanto accade sul versante della QM: mi interessa da un punto di vista intellettivo, se posso usare questo termine.
Voglio ribadire, prima che mi sfugga di mente, che io non sono più il responsabile del forum pubblico sulla QM, nè tantomeno di MetroMaschile.
Che ci siano persone che mi stimano per quel che ho fatto e per come l’ho fatto è una cosa che mi onora e che mi fa grande piacere (non ho lavorato per niente, allora…), ma almeno ufficialmente non rappresento altri che me stesso.
Sempre in riferimento al lavoro fatto negli anni passati, mi permetterai una piccola storiella e mi scuserai se non sono proprio un romanziere:
-Un giorno di qualche anno fa un gruppo di pazzi si mette in testa di cercare acqua in una zona desertica. Sanno che altri ci hanno provato, ma tutti hanno fallito. Mentre tutto il mondo intorno continua a deridere quei folli, essi scavano anche con le mani, (e si spellano anche le dita).
Dopo qualche tempo quel gruppo di fuori di testa si accorge che un pò d’acqua affiora dal fondo, ed alcuni iniziano ad arrivare, assetati, per abbeverarsi. Col tempo quella buca scavata anche con le mani, quando necessario, assume sempre più le sembianze di un piccolo pozzo e arriva sempre più gente. Alcuni bevono qualche goccia e se ne vanno, (magari a scavare altri pozzi), altri rimangono e contribuiscono ad allargare il pozzo, a consolidare le pareti, a renderlo più importante. Quell’acqua è anche loro, senza dubbio, come pure è di chiunque decida di servirsene. E il pozzo sembra diventare sempre più grande. Non grandissimo, ma già lo si nota.
…Finchè un giorno, chissà, potrebbe approdare da quelle parti una sorta di imprenditore agrario che decide di impiantare una coltivazione di prodotti della terra, là dove c’era il deserto, e gli è indispensabile una buona parte di quell’acqua; pure se non è molta, pure se a volte non sarà limpidissima. Quell’acqua è anche sua, e chi gliela nega!? L’acqua è di tutti, specialmente, in questo caso, di chi ne riconosce l’importanza. Nessuno si sogna di dirgli nulla. Solo una cosa: cortesemente eviti di affermare che quel manipolo di pazzi (che è via via cresciuto) non è servito a niente, che hanno solo sprecato tempo: si arrabbierebbero un pò. – Fine della storiella.
Per finire: non ci crederai, ma davvero non penso che sia così fuori dal mondo che un blog legato ad un movimento preciso cerchi di mettere in chiaro il tipo di utenza a cui si rivolge.
Se apro un forum pubblico sulla Juventus, è chiaro che mi rivolgo ai tifosi juventini, ma non faccio una cosa così stravagante se preciso chiaramente che mi rivolgo in particolare a quella determinata curva (che ora non so specificare:non sono un tifoso), gli altri quindi si sapranno regolare.
Quindi nel mio scritto c’era si un briciolo di ironia e un pizzico di polemica, ma fondamentalmente era una domanda seria.
-Non so poi per quale motivo tu abbia “un patto di unità d’azione con alcuni ma no con altri”, ad esempio con me: non nego di avere un pò di curiosità a riguardo, ma certo non ci muoio 😉
Sicuramente nel mio caso ci sono ottime ragioni, ad esempio da un anno circa non sono più responsabile di alcunchè e forse nemmeno mi conoscevi.
Ps.
Se poi vorrai telefonare, per me non c’è problema, Rino e Rita hanno il mio numero, o nel caso posso comunicarlo in privato. Cmque buona fortuna.
Spero di non aver dimenticato nulla di importante
Cordiali saluti
Passo e chiudo
Red.
Red.(Quota) (Replica)
Semplicemente esilarante, Sandro, mi viene voglia di contattare Stefano Disegni (e´molto amico di una mia vecchia amica) e chiedergli di farci una vignetta sul sito. La fantasia di certo non gli manca. Io l´ho sempre trovato geniale. Non sapevo che ora pubblicasse sul Fatto quotidiano. Si vede che a Repubblica gli hanno dato il benservito…D´altronde, quella vignetta riguarda anche e soprattutto loro…
E poi hanno anche il pudore di domandarsi perche´la gente si astiene oppure vota Lega…
Facciamo un giochino? Ne hai voglia. Provo a dire i nomi di un po´di personaggi del mondo politico, mediatico e dello spettacolo che potrebbero stare nell´attico “politically correct” di quella vignetta. Poi se mi sbaglio o ne manca qualcuno lo aggiungi tu. Ok?
Vado a caso, senza un ordine preciso:
Walter Veltroni, Concita de Gregorio, Barbara Palombelli, Francesco Rutelli, Ritanna Armeni, Muccino (il regista), Fernand Ozpetek (presunto regista anche lui), Lilli Gruber, Nanni Moretti, Fabio Fazio, Natalia Aspesi, Bianca Berlinguer, Fausto Bertinotti, Littizzetto, Piero Sansonetti, Aldo Busi.
Questi sono i primi che mi vengono in mente. Ma si puo´fare di meglio, ovviamente…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
:
Questa l’ avevi vista?
L’ avevo postata in un’ altra discussione:
http://www.stefanodisegni.it/Vignette.aspx?comicID=77
sandro(Quota) (Replica)
Aggiungo alla tua lista, Fabrizio, anche il nome di Gad Lerner. Per la serie “il politicamente corretto a sinistra”.
Alessandro(Quota) (Replica)
Straordinaria. Appena torno mi metto in contatto con Stefano Disegni…Anzi, se ne avra´ voglia e tempo (ne dubito) gli proporro´di pubblicare periodicamente vignette di questo genere, magari a tema…
Sarebbe molto divertente e utile al contempo.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Articolo dal blog di Beppe Grillo, che descrive alla perfezione l’ atteggiamento della sinistra italiana nei confronti di chi la vota:
– – – – – – – – – – – –
LA SUPERCAZZOLA
Il linguaggio politico ha perso contenuto, ma ha acquistato in compenso una forma propria, nuova e incomprensibile, favolistica. Se non capisci ti senti tu l’ignorante, non quello che ha appena sparato la supercazzola. Ma cos’è una supercazzola? Come si riconosce?
Definizione di supercazzola: “Parola composta due elementi della lingua italiana: il prefisso super e il sostantivo cazzo. La struttura linguistica fondamentale su cui si fonda è quella della parola macedonia, in cui si accostano termini o parti di termini diversi con la creazione di una confusione semantica.”
Esempio: supercazzola storica di Tognazzi/Mascetti in “Amici miei”:
Uomo: “Mi scusi, lei…?”
Mascetti: “Antani, come se fosse antani, anche per il direttore, la supercazzola con scappellamento.”
La supercazzola va detta con faccia compunta e parole scandite, acquista così più valore. Si può dire ovunque: da un palco, in un congresso, in televisione, nei giornali. Va però interpretata per i comuni cittadini e i giornalisti hanno appunto il compito di elevarla a parabola, vetta del pensiero. Insomma, di leccare il culo.
Qualche supercazzola di giornata :
Dario Franceschini:
“La casa di proprietà… non più valore oggettivo perché presume la non mobilità”
“Vorrei che ogni anno 50 mila giovani del Nord si spostassero al Sud e viceversa”
Ignazio La Russa:
“Mi addolora che una casa che nella volontà di chi l’ha lasciata in eredità doveva essere destinata alla causa, sia abitata da una persona che con quella causa non c’entra”
Nicola Vendola:
“Invito Grillo a non scambiare l’ansia di cambiamento con l’estetica della bestemmia”
“La contemplazione sagace della capacità di perdere bene (della sinistra, ndr)”
“Dobbiamo lavorare sul territorio ed essere cosmopoliti”
Umberto Veronesi:
“Se oggi il nucleare fa paura è un errore politico. Fermi inventò una pila, non una bomba atomica… poi arrivò la guerra, il governo Usa realizzò la bomba e fu il capo dell’esercito americano, in totale autonomia (?) a decidere di sganciarla su una città inerme”
Uolter Veltroni:
“Questo Paese è dominato dal passato, che è aggrappato alle nostre gambe, e ci impedisce di correre verso il futuro”
“Un Paese senza valori è un guscio di anime sostanzialmente finite, un mondo di passioni tristi, una competizione senza regole”
Non hai nulla da dire? Dillo con una supercazzola, funziona sempre.
sandro(Quota) (Replica)
@Sandro
“cit.:(sandro)Non hai nulla da dire? Dillo con una supercazzola, funziona sempre.””
Credo nel valore dell’umanità intesa come abnegazione delle sue forme e capacità intellettive sempre disponibili verso l’avverso politico atto a sperequare sulle concezioni sessuali di una società non più scevra da sincopi di generis, pregna di astii verso coloro che mirano al proprio ego intellettivo senza riserve! fulgide menti honoris causa che invero sfidano le consuetudini sociali con l’auspicio di trovare la verità mai perduta bensì occultata con maestria e dedizione sempre presente nelle memorie collettive..
…come so annato? c’e’ un posto al governo per me?
Damien(Quota) (Replica)
“come so annato? c’e’ un posto al governo per me?”
Dipende.
Se il tarapia tapioco, a livello emergenziale, riferito al censo, ha la supercazzola bitumata, in senso proporzionale, limitatamente al consenso popolare, io credo ci siano i presupposti per un cauto ottimismo.
Cetriolo globale permettendo:
http://www.youtube.com/watch?v=2t-ERVeHulc
sandro(Quota) (Replica)
Sempre sul rapporto destra/QM:
http://www.ilgiornale.it/interni/lultima_follia_politically_correct_quote_rosa_obbligatorie_cda/28-10-2010/articolo-id=483050-page=0-comments=1
Roma – C’è una sola cosa che riesce ad unire centrosinistra e centrodestra in un grande e caloroso abbraccio: il politicamente corretto. In fondo conviene, anche se da una coalizione liberale ci si aspetterebbe più anticonformismo e coraggio nel superare i clichè pseudo-progressisti. Un caso classico, che ciclicamente si ripropone, è quello delle quote rosa. L’Italia, quanto a presenza femminile nei vertici aziendali, è molto indietro rispetto alla media europea, e questa non è certo una nota di merito (anche se va aggiunto che è il mercato ad essersi autoregolato così, non lo Stato). Ora, qual è la soluzione individuata, in sintonia bipartisan, per superare il supposto privilegio maschile nella selezione dei top management? Quella di creare un privilegio femminile per legge, riservando alle donne (ripetiamo: per legge, pena sanzioni!) il 30 per cento dei posti nei board delle società quotate in Borsa o partecipate dallo Stato. La proposta di legge (iniziative di due deputate, una Pdl, l’altra Pd) procede a vele spiegate, e dopo il via libera di Tremonti punta a ottenere una scorciatoia per non passare dall’aula, dove non è si poi così sicuri di ottenere la maggioranza.
In effetti non tutti sono d’accordo con questa forma di paternalismo pubblico, che autorizza lo Stato a ficcare il naso anche nelle scelte delle aziende private, violando la libertà di iniziativa economica e di fatto discriminando tra uguali. «Potrebbe non essere costituzionale» commenta Carlo Giovanardi, confortato anche dal parere del presidente emerito della Corte costituzionale Antonio Baldassarre. Ma il problema, oltreché giuridico, è anche di opportunità politica. Soprattutto per il centrodestra, che si suppone non debba soffrire di complessi buonisti. Eppure qui ci si accoda alla Ue, regno del politically correct (Strasburgo ha appena partorito un altro mostro, il «congedo di paternità obbligatorio»), seguendo l’ideologia imperante.
Perché ben venga il pluralismo nelle grandi imprese, ma allora perché non riservare, oltre alla quota per le donne, anche una quota per gli under 40, una quota per i filosofi, un’altra per gli omosessuali, un’altra per i cattolici osservanti e via così? Perché, tra le supposte minoranze discriminate, discriminare tra quelle più o meno meritevoli di sostegno pubblico? In realtà siamo già dentro un controsenso, perché la libertà di scelta non si può imporre per legge. Si dice: le aziende «miste» sono più efficienti. Intanto, gli studi si basano su aziende che hanno scelto liberamente i propri manager (maschi e femmine), senza quote fissate dallo Stato. E poi anche le statistiche su quelle perfomances, come ha spiegato Alessandro De Nicola (presidente della Adam Smith Society), non sono affatto univoche.
In Norvegia (dove la quota rosa nei cda c’è dal 2006) le donne-manager vengono soprannominate «gonne dorate», perché guardate come raccomandate di Stato. E lì la femminilizzazione dei cda non è stata affatto correlata ad un aumento di efficienza. Anzi, si è visto che «potendo scegliere, gli stessi consigli norvegesi a forte presenza femminile nominano come amministratori delegati nel 98% dei casi degli uomini». Non perché gli uomini siano più preparati delle donne, ma perché le aziende reputano vitale poter scegliere liberamente da chi farsi guidare. In Italia siamo al 6% di presenza femminile neiboard, molto scarsa, ma quella delle donne non è certo l’unica categoria outsider discriminata dai gotha della finanza e del potere economico. È solo che la lobby femminile, sorretta dal conformismo dei colleghi, ha più mezzi per farsi sentire. Ma tutto questo, con la meritocrazia, non c’entra nulla. E un centrodestra liberale dovrebbe promuovere il merito, non le categorie protette.
sandro(Quota) (Replica)
«Potrebbe non essere costituzionale» commenta Carlo Giovanardi
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Notare con quale circospezione il sottosegretario abbia sollevato un obiezione apparentemente ovvia..
Luke Cage(Quota) (Replica)
“come so annato? c’e’ un posto al governo per me?”
(ANSA) – ROMA, 4 NOV 2013- scoperta tomba oratore greco. Non distante dal sito di Delfi gli archeologi hanno ritrovato una pietra tombale con la seguente iscrizione: “E’ qui sepolto il più grande oratore di tutti i tempi – Non disse mai nulla, ma lo disse sempre in maniera superlativa”
Red.(Quota) (Replica)
Facendo una ricerca su google, ho scoperto per caso questa vecchia discussione, risalente al 2004, ed aperta sull’ex forum di uomini3000.
http://www.uomini3000.it/10357.htm
Cosa ne pensate?
Marco(Quota) (Replica)
Ragazzi, incuriosito da quelle interviste video di Costanzo Preve, che conoscevo quando ancora orbitava nell’ambito di un marxismo relativamente più ortodosso rispetto alle sue attuali posizioni (rimanendo comunque un marxista, sotto vari aspetti, anche se con un’interpretazione assolutamente soggettiva, si è spinto però molto oltre nell’elaborazione del suo pensiero, ne riparleremo senz’altro), ho cominciato a leggere alcuni suoi scritti.
Riporto uno stralcio che certamente diversi fra voi accoglieranno positivamente:”Alla vecchia dicotomia ideologica di borghesia e di proletariato, si deve sostituire la nuova Ideologia Unica del Capitalismo Assoluto, il Politicamente Corretto, fatto gestire da un nuovo clero postmoderno diviso in clero secolare (il circo mediatico-giornalistico) ed in clero regolare (il professorato universitario globalizzato ed unificato). Si deve tendere ad un nuovo Tipo Androgino Sessuale Unificato, che vada al di là dell’obsoleta separazione fra Uomini e Donne (e a questo sta lavorando ideologicamente il femminismo occidentale postmatriarcale e postpatrtiarcale e l’esaltazione della categoria dei gay e delle lesbiche)”.
Naturalmente questo è appunto un piccolo stralcio contenuto all’interno di un’analisi molto più complessa. Però mi sembra significativo. Approfondirò e vi terrò al corrente. Ho già letto in questi giorni alcuni suoi concetti sui quali non sono d’accordo (e altri invece che condivido in toto)ma questo non toglie che sia un personaggio molto interessante. Non ho utilizzato il termine “intellettuale” perché se la prenderebbe a male…
Vi farò sapere…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
”Alla vecchia dicotomia ideologica di borghesia e di proletariato, si deve sostituire la nuova Ideologia Unica del Capitalismo Assoluto, il Politicamente Corretto, fatto gestire da un nuovo clero postmoderno diviso in clero secolare (il circo mediatico-giornalistico) ed in clero regolare (il professorato universitario globalizzato ed unificato). Si deve tendere ad un nuovo Tipo Androgino Sessuale Unificato, che vada al di là dell’obsoleta separazione fra Uomini e Donne (e a questo sta lavorando ideologicamente il femminismo occidentale postmatriarcale e postpatrtiarcale e l’esaltazione della categoria dei gay e delle lesbiche)”
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Questo è dei nostri
sandro(Quota) (Replica)
ho cominciato a leggere alcuni suoi scritti.
<<<<<
Sono online? Perchè interessa leggerli anche a me, se posti i link ti ringrazio.
Retiarius(Quota) (Replica)
In questa autopresentazione c’è la sintesi del percorso filosofico di Preve e della sua attuale collocazione politico-filosofica.
http://www.google.it/url?sa=t&source=web&cd=5&ved=0CD4QFjAE&url=http%3A%2F%2Fwww.comunitarismo.it%2Fautopresentazione.pdf&ei=e68cTfunO8mfOvfk6IoJ&usg=AFQjCNGruP1mzcQAMRcXJSHXY0GZwCSlkQ
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Perché uno è di Dx e un altro è di Sx?
Risolto l’enigma:
http://www3.lastampa.it/scienza/sezioni/news/articolo/lstp/381842/
… ci voleva tanto?
Rn
Rino(Quota) (Replica)
Grazie Fabrizio manifesto interessante quello di Preve, ho letto la parte finale dove descrive quelle che sono secondo lui le caratteristiche della società contemporanea.
Retiarius(Quota) (Replica)
“Chi è dichiaratamente di destra ha un’amigdala – la parte primitiva del cervello associata con le emozioni e la paura – più pronunciata; al contrario costoro hanno una corteccia cingolata anteriore, la parte del cervello associata con il coraggio e la capacità di guardare il lato positivo della vita, più piccola”
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Tutto torna.
sandro(Quota) (Replica)
La genetica da sola non conta niente e non ha mai portato niente di buono, c’è l’educazione e altri fattori ambientali che formano l’individuo. Se quello stesso giorno che io sono nato i miei genitori invece di stare a Roma erano emigrati in America, io sarei stato molto diverso: sicuramente avrei parlato inglese.
Leonardo(Quota) (Replica)
@@
La genetica da sola non conta niente
@@
Non sono un genetista, ma ti assicuro che questo è falso.
Casomai la genetica non è tutto, e pertanto è chiaro che anche l’ambiente e l’educazione hanno un loro importantissimo ruolo.
Però dire che “la genetica non conta niente”, è come dire che se io, Marco, “mi fossi applicato un po’ di più, o fossi nato altrove, sarei stato un novello Albert Einstein”… (magari!).
Peccato che Einstein avesse un QI da oltre 160 punti, mentre il sottoscritto, diversi anni fa, a malapena arrivava a 103.
Marco(Quota) (Replica)
http://www.iltempo.it/politica/2011/01/28/1233133-piano.shtml
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Lo ha scaricato pure Licio Gelli
sandro(Quota) (Replica)
Io credo che la questione maschile sia un qualcosa di irricevibile per gli uomini italiani, ed in particolar modo per quelli del sud Italia, ancor oggi legati a logiche arcaiche e spesso mafiose, basate sulla violenza e sul predominio fisico. Parole, le mie, che sicuramente non saranno gradite da alcuni di voi e che probabilmente mi faranno passare per un “razzista”; ma chiunque conosca un po’ il sud, e soprattutto certi luoghi del sud, sa bene di cosa parlo.
Io stesso ho avuto modo di conoscerne diversi di quelle regioni, che nella quasi totalità dei casi ho successivamente evitato di frequentare, proprio perché legati a quelle maledette e insopportabili logiche, che schiavizzano letteralmente la mente e i comportamenti degli uomini.
Maurizio(Quota) (Replica)
non ho nessuna intenzione di provocarvi ma leggendo quanto c’è scritto in questo blog, mi chiedo chi ve lo faccia fare di incazzarvi tanto per gli uomini, considerando che costoro sono i peggiori bastardi che un uomo possa incontrare nel corso della propria vita.
bastardi capaci di ammazzarti di botte perche’, magari, ti sei permesso di guardare la “loro donna” oppure perche’ li hai “fissati troppo con lo sguardo”.
claudio(Quota) (Replica)
Caro Claudio, a differenza del femminismo (in tutte o quasi le sue sottocorrenti interne) noi non difendiamo il genere maschile a prescindere. Non siamo degli integralisti, tutt’altro. Ci limitiamo a difenderci dal momento che siamo sotto attacco indiscriminato (e sottolineo indiscriminato) da ormai 40 anni e riteniamo che sia giunta l’ora di agire per cercare di porre rimedio a questa situazione. Non è un vezzo, Claudio, bensì una dolorosa necessità, alla quale, se potessimo, ci sottrarremmo. Ma non possiamo, perché questo significherebbe arrendersi e accettare passivamente quella condizione di subordinazione che vorrebbero imporci (e che purtroppo sono riusciti ad imporre alla grande maggioranza degli uomini).
Per questa ragione siamo costretti ad assumere una “parzialità”. E’ evidente e non potrebbe essere altrimenti. Ma questo non ha nulla a che vedere con la celebrazione del genere o con la sua beatificazione (o al contrario con la sua vittimizzazione), cosa che viene fatta invece, a parti invertite, dal femminismo e ormai dall’intero sistema culturale e politico dominante.
E infatti, a dimostrazione di quanto affermo, abbiamo più e più volte analizzato e discusso sul blog il fenomeno del “machismo”, a cui fai di fatto riferimento nel tuo commento, soffermandoci sui suoi diversi aspetti e modi di manifestarsi (inclusi quelli più beceri come i comportamenti aggressivi e violenti che tu giustamente citi nel tuo post). Proprio sulla homepage, al centro della pagina, c’è un articolo a mia firma dal titolo “Ciò che paralizza gli uomini”, dove proprio questo tema viene affrontato, e mi pare proprio di non fare sconti a nessuno (mi riferisco naturalmente agli uomini, anzi ai maschi, in questo caso, e sono fin troppo benevolo a definirli tali…)…
Non mi risulta, a parti invertite, che ci sia questa capacità e volontà autocritica da parte di nessuna femminista e purtroppo neanche da parte della grande maggioranza delle donne che continuano ad essere silenti e quindi compiacenti (la verità è amara, oltre che rivoluzionaria, e va detta per quella che è, e senza infingimenti). Tranne rarissimi e sparuti casi (abbiamo pubblicato un interessantissimo stralcio di un libro dell’intellettuale francese Elisabeth Badinter nello spazio dei contributi, dal titolo “La strada degli errori”), siamo in presenza di una generale e totale acquiescenza nei confronti del pensiero unico dominante (femminista).
Quindi, come ripeto, nessun integralismo da parte nostra; abbiamo un approccio laico alla realtà e credo che anche questo sia abbastanza evidente. Ma laicità non significa non assumere delle posizioni e rimanere in finestra. Al contrario, significa agire nel mondo per cercare di trasformarlo, forti delle proprie idee ma al riparo dai dogmi, che sono proprio quelli contro cui combattiamo.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“mi chiedo chi ve lo faccia fare di incazzarvi tanto per gli uomini”
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Il fatto di essere un uomo anche io e di non essere una testa di cazzo.
Ci sono PURE quelli, non SOLO quelli.
sandro(Quota) (Replica)
questo tuo post Fabrizio ,cade a proposito ,mi sono “scontrato” con il forum di antifeminist in questo 3d
http://antifeminist2.altervista.org/viewtopic.php?f=22&t=259
praticamente in questo post si ricalca la stessa cosa del forum che ho seguito in precedenza, cioè quello del corpo delle donne, solo che li era la misandria ad essere sconosciuta, mentre in antifeminist la misoginia c’era in qualche sporadico caso ……
Trovo invece che la misoginia sia da combattere perchè è deleteria per la questione maschile ….
anche perchè se questa misandria a seconda di uni e misoginia a seconda di altri, non ci sono, mi sembra anche inutile andare avanti con queste tematiche, perchè se no facciamo una figura peggiore di quella descritta dai viaggi di gulliver, cioè della guerra dei tacchi alti e tacchi bassi …..
trovo quindi giusto quanto detto da Fabrizio che bisogna monitorare anche il genere maschile e condannarlo in sue posizioni troppo estremiste ..
sia chiaro che
1- quando sento dire che il genere maschile è uno sbaglio genetico mi incazzo di brutto
2- quando sento dire che quando c’è un omicidio a sfondo sessuale (ma anche non) c’è una questione maschile da risolvere mettendo gli uomini sotto la forca, mi incazzo altrettanto di brutto
3- quando sento dire che le donne sono più intelligenti degli uomini, me le fanno girare
e cosi via
mauro recher(Quota) (Replica)
mauro recher:
1- quando sento dire che il genere maschile è uno sbaglio genetico mi incazzo di brutto
2- quando sento dire che quando c’è un omicidio a sfondo sessuale (ma anche non) c’è una questione maschile da risolvere mettendo gli uomini sotto la forca, mi incazzo altrettanto di brutto
3- quando sento dire che le donne sono più intelligenti degli uomini, me le fanno girare
e cosi via
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Il contrario però non si può dire (e non lo dico), anche perché io le avevo sentite al contrario. Non che voglia ribadirle però mi girano che le dicano, anche perché non le avrei mai dette io, ma le donne sono state una vera delusione per me nel corso della vita e ci ho sofferto molto.
Loro dicono cosi ed è politicamente corretto, se io mi divertissi a fare il maledetto va bene, ma la vita non è una recita e fa male.
Ci saranno uomini che ci credono…
Leonardo(Quota) (Replica)
Caro mauro, io francamente non capisco questo tuo velenoso post. Anche io qui più volte ho affermato che la misogina è dannosa per difendere la causa antifemminista. Tu critichi Antifeminist e Icarus perchè hanno detto che la misoginia colpisce casi isolati. Embè? Cosa hanno detto di male? Hanno detto la verità, la misoginia caratterizza casi singoli e quindi assolutamente minoritari, mentre la Misandria invece è un fenomeno sociale che caratterizza gran parte del modo di pensare dominante odierno e quindi politicamente e istituzionalmente avallato e diffuso. Ecco perchè non possono essere messi sullo stesso piano.
Come dice Antifeminist: ” Questo è il motivo perchè l’antifemminismo per ora non ha avuto grande successo: mentre da una parte le femministe sono all’attacco, non pochi “antifemministi” passano tutto il tempo in difesa, ponendosi mille dubbi e inventandosi problemi inesistenti, come la “lotta alla misoginia”, trasformandosi a tutti gli effetti in maschi-femministi, perchè proporre una “lotta alla misoginia” presuppone che la “misoginia” sia diffusa in modo capillare nella società, cioè una bugia che a diffonderla sono proprio… le femministe!”
Più chiaro di così si muore. Gli fa eco Icarus specificando una sostanziale differenza di genesi tra misoginia e misandria. La prima è certamente frutto di un disagio psicologico, la seconda(misandria) invece è ideologica ed è diffusa mendiante il potere mediatico e culturale attraverso una vasta opera di ingegneria sociale. Quindi misandria e misogina non possono essere messi sullo stesso piano, pur se condannabili e ingiustificabili entrambi. Così infatti dice Raffaele: “Come facciamo a mettere sullo stesso piano l’atteggiamento tronfio di una femmina che si crede superiore agli uomini oppure che tratta l’ex marito come un bancomat, con invece la rabbia nei confronti delle donne di chi è stanco di subire questa misandria dilagante oppure di chi mollato ingiustamente dalla moglie poi si ritrova pure in mezzo alla strada?”
Chiedo a Fabrizio di difendere ufficialmente Antifeminist e Raffaele dagli attacchi e dalle insinuazioni che sono stati posti prima. Non è possibile che tra i migliori militanti antifemministi che ci sono in circolazione vengono attaccati in questa maniera.
Silent Hill(Quota) (Replica)
Silent, sia Antifeminist che Raffaele non hanno certo bisogno del sottoscritto per “difendersi” perché sono assolutamente in grado di farlo da soli. Non mi pare peraltro che Mauro nel suo post li abbia attaccati velenosamente, come dici tu, né tanto meno offesi. Mi pare che abbia solo espresso una posizione dissonante rispetto alla loro. Non mi sembra proprio il caso di montare una questione per una quisquilia di questo genere.
Ragazzi, occupiamoci delle cose serie e lasciamo perdere questi battibecchi. Lo avrò detto migliaia di volte, ma vedo che purtroppo molti di noi non riescono ad uscire dai binari di sempre…
Personalmente, dopo aver ribadito questo concetto un’infinità di volte, non posso più farci niente. Ciascuno è libero di sbagliare come meglio crede però non deve coinvolgere gli altri nei sui errori.
Questo sito non è un luogo per polemiche o micro diatribe interne (in gran parte di natura caratteriale) ma uno spazio dove si discute, ci si confronta e si cerca di mettere in piedi un movimento degno di questo nome.
Se continuiamo con queste sciocchezze non si va da nessuna parte. Chi deve polemizzare lo può fare nei propri spazi senza coinvolgere gli altri. Chi vuole discutere e dare il suo contributo, molto spesso prezioso, come hanno fatto e fanno sia Antifeminist che Raffaele anche se con modalità diverse, è il benvenuto.
Ciò detto, condivido l’analisi da te fatta sui concetti di misandria (di natura ideologica) e di misoginia (di natura prevalentemente psicologica e ) e che i due fenomeni non possono di conseguenza essere messi sullo stesso piano. Ciò non significa però che anche la misoginia non sortisca effetti negativi per la causa maschile.
Credo però che Mauro (anche lui naturalmente è in grado di “difendersi” da solo) volesse esprimere in realtà un altro concetto. E cioè che un atteggiamento opposto e speculare a quello delle femministe sia controproducente per il movimento maschile.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
fabrizio esattamente quello che volevo dire ,evidentemente mi sono espresso male
mauro recher(Quota) (Replica)
“Questo è il motivo perchè l’antifemminismo per ora non ha avuto grande successo: mentre da una parte le femministe sono all’attacco, non pochi “antifemministi” passano tutto il tempo in difesa, ponendosi mille dubbi e inventandosi problemi inesistenti, come la “lotta alla misoginia””
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Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur.
Ah, la saggezza degli antichi….
Se solo ne avessimo conservata un pò…
sandro(Quota) (Replica)
l’antifemminismo non ha avuto successo perche’ alla massa di certe questioni non importa nulla, oltre a non sapere neppure di cosa si parla.
l’antifemminismo è un qualcosa che conosce solo chi si occupa di femminismo.
claudio(Quota) (Replica)
claudio:
l’antifemminismo non ha avuto successo perche’ alla massa di certe questioni non importa nulla, oltre a non sapere neppure di cosa si parla.
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La massa (dei maschi) pensa che le donne siano state schiave in passato e tutte le storiellette, senza pensare che quando si vive in un determinato contesto sociale le cose si fanno e basta. Se avete visto Divorzio all’italiana, vi rendete conto che il delitto d’onore era una cosa che andava fatta, e sia uomini che donne credevano (io dico, perlopiù, in malafede e ipocritamente) che fosse una cosa che dimostrava onore (soprattutto per i maschi). Gli uomini d’onore, il Padrino (bel film per carità) è un grande successo e si ammira anche come opera cinematografica importante, cosa che non succede di solito nell’Horror, specie in Italia, dove la paura vince e le certezze vengono meno.
Leonardo(Quota) (Replica)