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È un testo davvero profondo ed esauriente che testimonia come: ” dire le cose come stanno”, apra immediatamente all’esperienza della libertà, alla revoca di quello stato schiavistico di cui oggi è sostanziato il vissuto dl gran parte della popolazione maschile. Popolazione maschile il cui cuore, la cui coscienza sono letteralmente sequestrati da una forma di alienazione da ” falsa coscienza” la cui gravità non ha precedenti nella Storia: ad alienazione da sfruttamento oggi si è aggiunta una ” singolarità”, un salto qualitativo che introduce in una secondlife inesistente ma assolutamente nuova: al non vai bene se non ti lasci sfruttare, al non vai bene perché sei un maschio quanto a natura, e padre quanto a tutela della vita, e creatore di civiltà quanto alla Storia. In sintesi il giudizio che con criminale consapevole intenzione, il femminismo è riuscito a far diventare individuale giudizio di ogni maschio su di sè alleandosi con le elites del dominio sociale, nulla ha che fare con aspetti culturali: hai nessun altra possibilità che le ” dimissioni dal genere maschile che ti costituisce”, alias nessun altro programma per te che l’annientamento. Annientamento teorizzato dal femminismo reale e ad oggi trionfalmente in ingresso nelle legislazioni e nelle istituzioni di questa nuova secondlife stile Cambogia di Polpot. Sono un privilegiato perché a fine mese ci arrivo: non devo sfinirmi per trovare le risorse per campare. Ma anche da privilegiato oggi ho bisogno di verità con lo stesso carnale, passionale bisogno che è connesso al mangiare il pane quotidiano. Che dire dei milioni di maschi che non possono alzare la testa dalla lotta per la sopravvivenza e che nutrono della medesima e pertanto ancor maggiore esigenza di verità? Che dire di questa superalienazione dell’io e di sè come trionfale programma politico in via di attuazione lastricato come non mai di buone intenzioni? Che dire della totale rimozione di ogni consapevolezza maschile di questo male da ogni manifestazione di protesta, da ogni corteo? Poi però nel vissuto di ogni giorno il male si presenta, oscuro, misterioso, fatalmente insopportabile, nonsenso angosciante e insuperabile:” come sono arrivato qui!?” Paradosso dei paradossi oggi ciò che è male per i maschi i maschi medesimi lo invocano come il loro bene: dalla “alienazione alla estraniazione” ovvero totalmente estranei a se stessi. Politica di male antimaschile anzi fino ad oggi celebrata ed invocata. Colossale massacro di verità contro i maschi, sistematica pervasiva totalitaria violenza con cui l’Occidente travolge se stesso e perverte il Mondo. Dire la verità oggi è passione vitale, è sovversione di quel dispositivo mortifero che colpisce il qui e l’ora di ciascun maschio come di interi Popoli. Di tutti poi infatti si tratta. È revoca della alienazione e come tale strada faticosa, spesso molto dolorosa perché sconcertante le pseudocertezze di ciascuno, ma unica via della gioia, della riappropriazione di se stessi, l’unico progetto politico che abbia senso, sia degno della politica come ” dono maschile”. possibile. In sintesi:”dare quel pane senza il quale non si può, non ha senso nemmeno mangiare il pane”. Il testo dell’intervista http://www.termometropolitico.it/1149225_femminicidio-violenza-genere-giova-lideologia-femminista.html è tutto questo, UBeta è tutto questo: porta la liberazione perché disvela la realtà e lo si percepisce perché si vive la grande emozione che sempre si accompagna quando si ha l’opportunità di leggere chi scrive e dice ” pane al pane e vino al vino”; la partita terribilmente seria cui UBETA attende ogni momento con tutta la determinazione possibile. E ripeto: il mio sentimento è di profonda riconoscenza per questa presenza che offre l’opportunità di progettare una politica che prospetta la possibilità di essere se stessi e di essere gioiosi e dare serenità e gioia.
1 Commento
Come spesso è già accaduto, ho scelto di pubblicare come un vero e proprio articolo l’ultimo commento di Cesare che mi sembra veramente bello e di grandissima profondità…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)