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Doveva essere un uomo di sinistra senza se, ma, però e forse. Doveva essere di estrema sinistra, cioè assolutamente antisistema, radicalmente anticapitalista, marx-comunista a 18 carati. Con i galloni di un percorso intellettuale ineccepibile, con la fedina politica linda, scevro da ogni compromesso, da ogni cedimento, da ogni revisionismo filosofico: dottrinariamente inattaccabile. Sconfinante nell’ortodossia.
Al versante filosofico cristallino avrebbe dovuto sommare un pluridecennale passato da attivista indomito, intemerato e coerente: teoria e prassi. Uno specchio di lucentezza politica.
Doveva possedere tutte quelle convinzioni, quei saperi, quella biografia che (al pari degli altri) gli impedissero di pensare e di agire controcorrente e ciononostante agisse e pensasse contro la marea, contro la massa elitaria della sinistra, schierata anima e corpo – natura coget – dalla parte del bene, lui, traditore, ormai convertitosi alla causa del male. Doveva essere posseduto dalla stessa malattia che ammorba quella perduta gente e ciononostante, anzi, proprio per questo, esser sanissimo. Un cieco dalla vista aquilina.
Tale doveva essere l’uomo che avrebbe potuto incistare in quelle anime esangui il virus della salute, ingannandone il sistema immunitario, eludendone le micidiali difese. In lui, ciò che per gli altri è causa di cecità doveva tramutarsi in illuminazione, quel che alimenta l’ottusità generare acume, quel che provoca conformismo, basso asservimento, innescare la rivolta.
Solo uno così avrebbe potuto murare in un vergognoso imbarazzo la bocca saccente dei maestri di bontà, quei coraggiosi che soffiano a favor di vento. Solo una siffatta creatura avrebbe potuto rompere l’incantesimo, tagliare il nodo gordiano che ammanetta gli uomini di sinistra, paralizzati, castrati, abbagliati dall’equazione accecante del XXI secolo: D=B.
La Donna è il bene. Il vero, l’universale. Il definitivo Bene.
Così doveva essere quell’uomo: ma dove trovare un simile ircocervo? A quale Dio appellarsi per invocarne l’apparizione? Un altro messia?
Certo quelle qualità sarebbero state essenziali, ma non bastanti. Doveva infatti essere non che coraggioso, temerario. Uno scriteriato disposto a bruciarsi, a subire dileggi e insulti, a perdere amicizie, a rischiare l’isolamento. Ad affrontare il destino dei reprobi.
E dove lo trovi uno così? Chi lo può foggiare, chi può materializzarlo?
Meglio poi (giacché quando si sogna tanto vale farlo alla grande) se a quelle dotazioni avesse aggiunto degli optional. Non uno sperduto pensiologo dell’assolata Gallura, delle plumbee Valli del Natisone, no. Uno di città, magari e meglio di una metropoli, dove incontri e relazioni, rapporti e contatti sono a portata di mano, dove la politica si fisicizza nello spazio di pochi chilometri.
E meglio ancora (giacché quando si vaneggia non c’è motivo di frenarsi) se fosse stato ben connesso all’universo dei media. Un giornalista, un pubblicista, dalle cento frequentazioni, dai mille contatti. Uno con addentellati e legami, conoscenze ed entrature nel mondo dell’informazione. Dulcis in fundo, culturalmente preparato, con solida memoria storica, specialmente versato nell’arte dialettica e – in cauda venenum – piccante polemista.
Ma questo è il profilo di una entità che non può esistere, la somma di ogni impossibilità. Ente contro la cui nascita giocano tutte le forze e le dinamiche pensabili: storico-politiche, filosofiche, culturali, sociali, personali, psicologiche, affettive e ormonali. Superficiali e profonde.
A noi umani – nel delirio – fu dato di immaginarlo. Ma solo una Potenza Trascendente poteva creare un simile diavolo, un tale mostro. Eppure fu creato. Emerso dall’impossibile, oggi c’è.
Da dove venga nessuno lo sa. Neppure lui.
Ciò prova, oltre ogni ragionevole dubbio, che Dio, talvolta, esiste.
21 Commenti
Questa mattina apro la mia posta personale e mi ritrovo questo articolo di Rino sul sottoscritto, articolo che per la verità – mi diceva – si era da tempo riproposto di scrivere. Pensavo che stesse scherzando e invece mi sbagliavo.
Che dire, se non che sono naturalmente lusingato da tanta attenzione. Se non conoscessi bene l’autore e quali i suoi intendimenti, si potrebbe addirittura azzardare di essere di fronte ad un caso di “culto della personalità”…
Ma in realtà, ovviamente, così non è. Il sottoscritto, che pure esiste concretamente e tutto sommato corrisponde, in linea di massima, alla descrizione da lui data, costituisce una sorta di immagine allegorica.
“Celebrando” allegoricamente il sottoscritto, Rino si rivolge in realtà ai tanti e tanti uomini di quello stesso mondo e di quello stesso contesto a cui il sottoscritto ha appartenuto e al quale in una qualche misura, per quello che ne rimane, ancora appartiene.
“Qualcuno, non si sa per quale oscura ragione (e me lo chiedo spesso anche io, per la verità), si è preso la briga di aprire per voi la breccia” -sembra volerci dire. “E voi? Che aspettate a rompere gli indugi?”…
P.S. da molto tempo ormai, non sono più “solo al mondo”, altri amici si sono aggiunti, segno che il virus è ormai entrato in circolo…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Eh eh , tutto giusto ,peccato che sia laziale, se fosse romanista allora si che ci sarebbe la perfezione descritta da Rino , tutto sommato meglio cosi , di solito i tipi perfetti non piacciono a nessuno … la strada è ancora lunga ,ma il non essere più “solo al mondo ” indica che si sta lavorando bene io ,nel mio piccolo, lotto perchè credo che nascere con certi attributi non sia il male ,sarebbe come dire che è sbagliato nascere con la pelle di un certo colore rispetto ad un altro …loto perchè vengano tolte le scritte sui treni dove gli uomini non possono entrare ,e altre nefandezze che ,grazie al politicamente corretto sono accettate … come detto prima è dura,ma ci proviamo
mauro recher(Quota) (Replica)
Il Marchi, al pari di Abramo in Caldea, scelto da Dio senza preamboli, negoziazioni, contrattazioni, scambi reciproci ed altre simili bassezze umane, ma con un perentorio: “Fa’ le valigie e parti. Subito!” per una missione mai pensata, dal significato ignoto e senza destinazione preordinata, si è posto spesso la domanda: “Ma perché è toccato a me? Cosa c’entro io? Con tutti quelli che ci sono in giro, perché questa tegola è caduta sulla mia testa?”.
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Non si può rispondere a questa domanda cercandone le cause, anche se si potesse scavare in tutti i meandri della biografia dell’interessato. La più perfetta psico-autopsia non servirebbe a nulla. E’ impossibile venirne a capo.
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Resta il fatto che il MUB esiste e che il citato Marchi ne è stato il fondatore. Sino a prova contraria non ci sono casi analoghi in tutto il pianeta. Questa non è enfasi, non è iperbole o colorita allegoria, è la verità.
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L’inspiegabile, l’avvenimento miracoloso viene spiegato dai credenti con un intervento divino e dagli atei con il caso. (Sulla relazione tra Dio e il Caso spero ci sia occasione di dire qualcosa ….
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Questo mio divertissement letterario (che ho messo giù con simulata leggerezza e voluti paradossi), ha tre motivi originari:
1- riconoscere a questo novello Abramo il merito di non avere rifiutato la chiamata. (Un paio di volte in vita è bello vedere che i nostri meriti sono riconosciuti).
2- ricordare, come ha sottolineato l’interessato, che l’invenzione del MUB è una pietra su cui moltissimi devono inciampare.
Che non ci sono più alibi adesso, non ci sono più scuse per nessuno.
Una bandiera è stata piantata, una lampada è stata accesa. D’ora in avanti chi non vede può incolpare solo se stesso.
3- Mettendo insieme Dio e il Caso, riconoscere la fondatezza simbolica* del canto che Cesare intonava alla fine degli incontri MS: “Non nobis domine sed nomini tuo dat gloriam”. Non a noi Signore ma al tuo nome, a te stesso, dai la dovuta gloria.
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RDV
(* ed epistemologica)
RDV(Quota) (Replica)
Questa specie di “saga del Marchi” è ovviamente ironica-allegorica, come tutti hanno capito, e secondo me anche molto divertente, partorita dalla nostra mente più brillante, cioè quella di Rino…
Però, è bene sottolinearlo, e non lo dico per ostentare falsa modestia, perché in effetti ormai diversi anni fa quella decisione (di fondare UB) fu effettivamente presa da parte del sottoscritto, il discorso di Rino riguarda non solo il sottoscritto. Comunque, già da molti anni, ovviamente, ero sul “pezzo”, almeno da una decina prima dell’apertura del sito, avvenuta nel dicembre del 2010, però ad un certo punto ci fu la “chiamata”, cioè la decisione di imprimere una svolta ad un dibattito interno al Momas in cui ci si stava incartando da tempo. Anzi, ora che mi sovviene, uno dei nodi sui quali per anni c siamo impantanati era quello della relazione fra natura e cultura. Discussioni interminabili su una mailing list di amici e militanti quemmisti di varia formazione culturale, ideale e politica, ma per la maggioranza su posizioni neoconservatrici o neotradizionaliste.
Furono proprio quelle lunghe discussioni (qui senza dubbio se le ricordano bene Rino, Armando e anche Animus ) che mi spinsero a prendere la decisione e di fare uno strappo, diciamo così.
A dirla tutta, le cose (fra i sessi) non mi convincevano fin da ragazzino, quindi la “malattia” c’era già, e l’essere accusato di essere un privilegiato e un oppressore in quanto maschio già a sedici o diciassette anni (facevo già attività politica ed era esploso il femminismo) mi faceva girare parecchio le palle, per la verità, oltre al fatto che trovavo la cosa del tutto priva di fondamento e soprattutto in totale e clamorosa contraddizione con la mia condizione di giovane maschio.
Poi c’è stato un lungo periodo di rimozione, diciamo così, durato fino intorno ai 35 anni, quando la riflessione è ripresa su basi ovviamente meno emotive e più razionali, anche grazie ad uno scambio serrato avvenuto per anni con un mio amico; una sorta di mutua autocoscienza durata almeno 7/8 anni. Dopo di che il libro e poi tutto il resto.
Però, come dice Rino, anche io mi sono domandato tante e tante volte perché, chi me lo avrà fatto fare, le ragioni di carattere sia generale che personale che possono aver contribuito a darmi una spinta, e ne ho trovate tante, ovviamente, ma anche queste lasciano il tempo che trovano, nel senso che potrebbero valere alla fin fine per il 99% degli uomini del pianeta.
Quindi resta il mistero. Non c’è una spiegazione, forse non bisogna neanche cercarla. Ci si chiede forse perché ci piacciono le fettuccine al ragù, le tette delle donne oppure perché tifiamo per una squadra di calcio anziché per un’altra? (vedo già Mauro in agguato… ).
Alla fine della fiera la risposta l’ho trovata, ma questa da sola non giustifica (forse) l’impegno. E cioè il mio bisogno profondo di verità. Fin da bambino infatti non ho mai sopportato la menzogna e l’imbroglio. Forse semplicemente non ce l’ho fatta più, specie per me che, impegnato politicamente, ero costretto a buttare giù i mantra quotidiani femministi. Sfinimento, quindi, saturazione, impossibilità a continuare la finzione. Credo che questa sia la spiegazione più plausibile.
Comunque, 10, 100, 1000 Marchi, mi verrebbe da dire, ma sarebbe molto più corretto dire 10, 100, 1000 Della Vecchia, Corvaglia, Recher e tutti gli altri. Ed è così.
Almeno adesso non siamo più isolati, siamo una comunità, è già un risultato non da poco, data la situazione.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Secondo me non ci sono chiamate né misteri in queste cose, ma semplici circostanze della vita, nonché scelte che si fanno per tanti motivi personali e non.
Daniele(Quota) (Replica)
E’ davvero così: l’aver “risposto alla Chiamata” è il fatto che ci accomuna. In ciascuno è maturata in modi, tempi e per vie diverse, per ragioni in parte comuni e in parte assai diverse, per ognuno con differenti gradi di difficoltà e con sofferenze e travagli di diversa natura, ciò in relazione a ciò che ciascuno di noi era ed è nella totalità del suo essere, dalla testa fino alle ghiandole.
Considero però più difficoltoso il percorso di Fabrizio, per le ragioni dette, e quello del “pioniere dei pionieri” Sandro D. perché fu il primissimo, fu solissimo per tantissimi anni, costretto ad illuminare se stesso in un buio terribile.
A lui dedicai questo doveroso riconoscimento https://altrosenso.wordpress.com/2011/10/12/il-pioniere/
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Tra le cose che trovo disgustose in questo mondo vi è la stitichezza umana nel riconoscere i meriti di chi merita.
Perciò mi rallegro quando ho l’opportunità di dire bravo a chi è bravo davvero. E non mi lascio sfuggire l’occasione. Frega niente se alcuni babbei leggono le mie parole come adulatorie. Li lascio abbaiare.
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Una delle consolazioni di questi anni è stato l’incontro con molti uomini davvero grandi. A mio modo di vedere anche più grandi, forti, acuti, geniali, coraggiosi di quel che essi stessi pensano di essere.
Qui e altrove.
Uno di essi ci bene-dice, (secondo la sua stessa formula) con affetto da un’altra dimensione.
Noi che lottiamo contro la “male-dizione” degli UU.
Rino DV(Quota) (Replica)
E dopo il Marchi-Abramo venne anche il Corvaglia-Mose’, in grado di incidere sulle tavole informatiche. Che, alle volte incidere sulla pietra e’ più semplice che quotare o trovare vecchie parole. Lunga vita a tutti e crescete e moltiplicatevi
Rita(Quota) (Replica)
Richiedo un’ultima prova, per verificare la natura divina di Marchi: che foggi, oltre alle menti, anche il Template del sito UB, che davvero, navigarci è impossibile.
Mi associo a Recher, comunque, che una divinità laziale non s’è mai vista.
Diana Corsinidiana(Quota) (Replica)
Caro Fabrizio,
il sentire un certo, all’inizio inspiegabile disagio fin da giovani intorno alla negazione del maschile, e poi ad un certo momento della vita sentire uno scatto interiore che spinge per uscire allo scoperto, per dire, finalmente in modo sistematico e razionale, ciò che da tempo urlava dentro, credo sia un percorso comune di molti uomini che si occupano di QM. Per lo meno è anche il mio. Un caro saluto.
armando(Quota) (Replica)
Non avevamo parole per esprimere i nostri sentimenti. Nè interlocutori.
UB, e la QM mi hanno consentito di esprimere il disagio che provavo. Il disagio degli oppressi.
Certo, era il disagio degli ingenui; come novizi operai alla ricerca di appoggi concreti dalla propria rappresentanza sindacale.
Un supporto esistenziale.
Grazie, amici ed amiche.
Roman Csendes(Quota) (Replica)
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Su questo punto sono d’accordo: sicuramente il percorso di Fabrizio e soprattutto di Sandro (proprio perché era solo, in era pre-internet) è stato più difficile.
Pure il mio è stato tormentato ma non a quei livelli.
Daniele(Quota) (Replica)
Ogniqualvolta riconsidero ciò che ha fatto Sandro resto senza parole, basito e stupefatto.
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Un altro super è stato ovviamente il Cesarone. Quando poté finalmente parlare a qualcuno che lo ascoltasse-capisse, mostrò immediatamente di aver metabolizzato tutto da gran tempo. La QM per lui era già un libro aperto e la frequentazione degli altri uomini del Momas gli ha fornito solo spunti e lo ha arricchito di dettagli: le leggi che governano il fenomeno gli erano note perfettamente, per “scienza ed esperienza” (per usare una sua formula) sin da ben prima che il Momas nascesse.
Rino DV(Quota) (Replica)
Veramente appropriati i commenti delle gentildonne.
Io dico: viva Fabrizio, Rino e UB.
Roman Csendes(Quota) (Replica)
L’ultima chicca del Gasparrini:
http://questouomono.tumblr.com/post/131610187627/questo-uomo-no-66-larmata-delle-tenebre
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi,
Potremmo fare, per risposta, “L’esercito degli angeli”
mauro recher(Quota) (Replica)
ah siamo giunti a parlare delle persone.. com’è che dice quella citazione: i grandi uomini parlano di idee, i medi uomini parlano di fatti, i piccoli uomini di persone. O di elenchi di persone.
Rita(Quota) (Replica)
Rita,
Oltre alla pochezza dello stilare un elenco dei “cattivi” (e a spendere pure del tempo per redigerlo) con l’evidente obiettivo di metterli alla berlina, cara Rita, è altresì chiaro come quello stesso elenco sia ampiamente fasullo. Magari personaggi pubblici del calibro di Aldo Busi, Marco Travaglio, Peter Gomez, Oliviero Toscani o Beppe Grillo fossero schierati su posizioni apertamente antifemministe…
Ma quando mai!…Ma di cosa sta vaneggiando il Gasparrini!…
Dal suo elenco si evince solo una cosa, e cioè che per lui e per quelli come lui è sufficiente una dichiarazione, anche una tantum, non completamente aderente al mainstreaming femminista dominante, per essere subito etichettati come dei trogloditi, maschilisti, reazionari, omofobi ecc. ecc.
In quell’elenco i genuini e autentici antifemministi impegnati sono solo alcuni, peraltro fra i meno noti. Ma anche uno come Massimo Fini, se andiamo a vedere, che è quello che più si è esposto (e infatti il commento di Gasparrini è lapidario nei suoi confronti: merda) si è limitato a delle esternazioni, come Fusaro o qualcun altro, e nulla più. Fini ha capito la mal parata e, sia pure senza rimangiarsi nulla, si è subito ritirato dalla mischia e non ha più affrontato l’argomento.
Dopo di che ci sono dei nomi che francamente mi sconcertano: Paolo Ercolani è un giornalista-scrittore e filosofo, diciamo così (per lo meno così vene presentato dal Gasparrini, tanto ormai basta che uno scriva qualcosa di filosofia per diventare un filosofo…), marxista, e scrive sul Manifesto, non so come sia potuto finire sulla “Schindler list” del “nostro”. Stesso discorso per De Maglie…Boh…Aldo Busi antifemminista? Boh…Forse antigender…non so…
Ma l’ampiezza e la trasversalità politica dei nomi ci dice anche che questi hanno capito che il dissenso nei confronti del femminismo comincia ad essere appunto trasversale e che non è più ascrivibile alla solita destra tradizionalista, e questo comincia un po’ a preoccuparli…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
NOn è che cambi molto il discorso: se uno è un piccolo uomo che critica le persone e ignora idee e i fatti, non è che si può pretendere che abbia capito le idee delle singole persone e nemmeno i fatti. Si limita a criticare. Pretendete troppo dal Gasparrini che si limita a criticare tutti gli uomini tranne lui con “questo uomo no” e (sottinteso) me sì, scegliete me
Rita(Quota) (Replica)
Che poi Rita è lo stesso stratagemma che usano gruppi come “noi no”, “maschi infrarossi e maschile plurale, gli uomini sono brutti e cattivi ma loro che ne parlano di queste problematiche, sono automaticamente esclusi come se facessero parte di un gradino superiore
mauro recher(Quota) (Replica)
Ma l’avete visto, questo sfigato che si fotografa mentre legge Marcuse e la moglie non lo include in una fotografia coi figli che sia una? Povero inferiore.
Marco Pensante(Quota) (Replica)
Rita,
“…se uno è un piccolo uomo che critica le persone e ignora idee e i fatti, non è che si può pretendere che abbia capito le idee delle singole persone e nemmeno i fatti…”
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Simpatica controcircuitazione di questo caso penoso.
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Rino DV(Quota) (Replica)