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Lo scontro fra i sessi e la costruzione mediatica del femminicidio rispondono ad interessi imperiali ben precisi che in questo breve articolo proverò a mettere in risalto in modo argomentato e critico.
L’imperialismo globale a guida americana ha la necessità di plasmare tutta la soprastruttura dei paesi colonizzati, distruggendo le comunità tradizionali, ed imponendo un sistema di vita che trova il perno in quello che Manuel Freytas ha chiamato l’individuo Alienato Programmato.
Il nuovo individuo massa vive in un grande mercato sociale, dove gli stessi rapporti umani diventano oggetto di consumo. Si investe nelle relazioni amorose, quasi come se si dovesse, anche da queste, trarre profitto.
Le sentenze dei giudici in materia di diritto di famiglia stabiliscono che, nella stragrande maggioranza dei casi, l’ uomo esercita violenza in ambito familiare. In realtà queste sentenze si rapportano ad un costrutto mediatico che connota l’uomo come violento e la donna come eterna vittima (come ha detto anche Freytas).
Il sistema capitalistico, per esercitare egemonia, crea stereotipi plasmando il senso comune delle masse: l’uomo viene ridefinito come irrazionale e debole, quindi propenso all’esercizio della forza, mentre la donna è portatrice di una nuova astuzia, raffinata e colta.
Nella società americana, dove vige la tolleranza repressiva, questi prototipi comportamentali sono stati diffusi con programmi spazzatura televisivi e con la fumettistica yankee; la stupidità, in questo modo, è diventata un fenomeno sociale, ed essendo l’uomo il capo (o presunto capo!) della famiglia tradizionale, adesso incarna il simbolo di questa demenza generalizzata.
La donna, nell’immaginario delle elite di Washington, rompe la monotonia quotidiana, è la voce della ragione che normalizza il delirio post-alcolico da pub newyorkese. I mass media, in questo modo, hanno sapientemente posto le basi per una società sul modello Simpson (dal nome di un famoso cartone animato americano).
Il capitalismo assoluto è quella fase del modello di sviluppo vigente in cui le elite dominanti puntano alla produzione illimitata delle merci. In questo modo il capitalismo neo-liberista risolve in se i tabù del vecchio capitalismo borghese, compresa la discriminazione sessista.
La donna è pronta per esercitare un nuova egemonia sociale dentro un sistema di democrazia blindata.
I programmi televisivi spazzatura, gli articoli ed i libri di giornalisti al servizio delle oligarchie dell’impero, le sentenze di magistrati classisti degni della Germania hitleriana, fanno da eco a nuovi tipi umani emergenti: (1) la donna in carriera contraltare del manager affermato (e crudele con i propri dipendenti);
(2) l’emarginato sociale come individuo Alienato Programmato;
(3) il modello androgino come reazione estrema verso il carattere anti-umano della società capitalistica.
2.
Le politiche neo-liberistiche, nelle società odierne, fanno aumentare sempre di più la disoccupazione e la marginalizzazione sociale.
L’uomo, da asse portante della famiglia tradizionale nel capitalismo proprietario, perde il suo ruolo basico; quello di trainare la famiglia e garantire una formazione culturale ai propri figli.
Tutto questo, ovviamente, avveniva in un contesto capitalistico quindi dominato dal conflitto Capitale/Lavoro, ma la presenza di una Sinistra non ancora addomesticata impediva l’esplodere della schizofrenia sociale e la distruzione delle comunità popolari, compresi i centri di aggregazioni operai e studenteschi.
La distruzione delle strutture portanti della società classista tradizionale – compresa la famiglia che è un residuato del comunismo primitivo, come spiegava bene Marcuse – mette il potere capital-imperialistico nelle condizioni di dominare e manipolare tutte le cellule sociali.
La famiglia si trasforma in un campo di battaglia dove si regolano dei rapporti di forza; uomo e donna concorrono nell’avere un ruolo egemone, in rapporto alle esigenze del Capitale che detta le regole della macelleria in corso. In modo ‘paritario’ entrambi sventolano la loro busta paga, affermano il loro peso familiare in rapporto alla produzione del reddito. Chi resta indietro è il fallito, a dispetto dei vecchi legami affettivi mandati in malora per qualche banconota.
La democrazia blindata necessita di tutto questo, in modo che vengano riprodotti sempre gli stessi rapporti di sfruttamento classisti e mantenuto in piedi l’apparato militare yankee, pianificatore di genocidi su larga scala.
3.
Negli Stati Uniti, migliaia di ragazzi senza lavoro, passano le loro giornate davanti al computer, sfogando l’astinenza dal sesso nella industria del porno, quindi alimentando questo settore delle industrie transnazionali.
La donna manager è il tipo umano dominante ed emergente, il perno della società imperialistica americana, la NATO dal volto umano che uccide con il sorriso sulle labbra.
La nuova strega imperialistica si relaziona solo con soggetti suoi pari: quindi la donna in carriera si rapporterà con il manager spietato, condividendo con lui gli stessi interessi materiali.
La democrazia blindata necessita di relazioni e legami, di per se, blindati. Negli Usa si afferma, in contrapposizione alla costruzione mediatica della famiglia Simpson, un nuovo prototipo di famiglia in cui dominano gli interessi materiali di soggetti che condividono la medesima postura ideologica filo-capitalistica e filo-imperialistica.
In arrivo dalla terra statunitense non c’è solo la democrazia blindata, ma anche la famiglia blindata che mantiene in piedi un sistema di dominio gerarchico e di casta.
Tutti devono compete alla pari nel neo-capitalismo, ma l’ingresso nella elite resta un privilegio per pochi e poche.
Donna Alienata Programmata avvisata, mezza salvata !
7 Commenti
Segnalo l’ottima e lucidissima analisi del nostro nuovo amico, Stefano Zecchinelli.
Un contributo fondamentale proprio in direzione di quel riposizionamenteo strategico, culturale e politico del movimento maschile, verso il quale stiamo lavorando.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Anche se il mio linguaggio sarebbe stato diverso, le analisi sarebbero state nella stessa direzione.
Dunque: lobbies gay che, in accordo con le multinazionali (non a caso favorevoli ai matrimoni omosessuali) producono una cultura di morte.
Individuo androgino indebolito nella struttura caratteriale (e quindi, aggiungo, estremamente manipolabile). Esibizione dei sentimenti privati anticamera di mercificazione e alienazione.
Sono solo alcuni argomenti toccati nell’articolo, fra i quali attirerei in particolare l’attenzione su questa frase:
“Il regime post-democratico proprio perché blindato – quindi fondato sulla statizzazione della società civile, da un punto di vista ideologico e militare – offre solitudine e legami anaffettivii”
Statizzazione della società civile significa che si contrappongono due entità: l’individuo (nella sua concezione borghese di a-priori rispetto alla comunità in cui è stato formato e vive, quindi individuo astratto) da un lato, e lo Stato coi suoi apparati/regole/forza per imporle dall’alto. In mezzo nulla. La società civile coi suoi corpi intermedi, il primo e fondamentale dei quali è stata la famiglia tradizionale, ma a seguire le piccole comunità locali che condividevano modi di pensare, usi e consuetudini, sono stati spazzati via o, in alternativa, se ne è profondamente mutato il senso fino a renderlo del tutto opposto a quello originale, come appunto per il concetto di famiglia.
Ovvio che perchè questa gigantesca mutazione culturale/sociale/economica (a livello di produzione/consumo) accadesse, l’ostacolo da togliere di mezzo era il maschio/pater, come acutamente nota l’articolo. Dunque accusiamolo di ogni nefandezza e violenza ed il gioco è fatto. Senza di lui nessuna vera famiglia, nessuna vera formazione culturale ai figli nel senso di trapasso di sapere storico. Senza di lui individui privi del concetto di limite, narcisisti e sostanzialmente bloccati ad uno stato psichico infantile, confusi rispetto alla propria identità e quindi manipolabili. Impossibile, in tali condizioni, il formarsi di altre comunità intermedie sovrafamiliari.
La donna sembra trionfante, e probabilmente lo sarà per un periodo. Ovvero finchè sarà funzionale, e la sua così detta emancipazione farà comodo al capitale. Poi sarà buttata via anch’essa. Amen.
Ma nel frattempo, “Che fare?”, o meglio, in che direzione muoversi?
Frenare lo slittamento sapendo che potrà solo essere rallentato, o la tentazione di spingere a fondo in modo che emerga la verità prima possibile? O che altro? ad esempio costruire piccoli spazi (concreti ma anche solo piscoculturali) sull’esempio dei monasteri benedettini che, per quanto possibile, rifuggano dalla dinamica del capitale e si propongano come riferimento?
armando
armando(Quota) (Replica)
Oltre il femminismo: ovvero sempre più vicini al nocciolo. Complimenti, davvero una gran bella analisi.
Se mi è consentito vorrei solo integrare un’ulteriore funzionalità che, a mio avviso, la c.d. guerra tra i sessi apporta al sistema. E’ abbastanza noto che uno degli stratagemmi politici classici per rompere il fronte della protesta popolare contrario alla linea del potere costituito, sia proprio la creazione di un contrasto di interesse all’interno di quel fronte ed a tal fine vengono spesso create contrapposizioni di interessi: ad es. tra lavoratori maschi e lavoratrici femmine, tra lavoratori tutelari e lavoratori precari etc. Secondo me, quindi, un’altra delle ragioni che ha condotto la “regia” alla creazione del conflitto bellico è costituito dall’effetto di indebolimento che esso produce nel fronte della protesta popolare. In buona sostanza è la classica attuazione del “divide et impera”. Del resto la vedo difficile che oggi la donna possa decidere di combattere contro quel sistema che “apparentemente” la ridefinisce come genere vincente e dominante. A meno che non riesca a comprendere di non aver di fatto nessun potere, di essere una mera marionetta utile a scopi ben diversi, è che quello status di appartenenza ad una razza superiore così come le è stato conferito in uno batter d’occhio, laddove fosse ritenuto controproducente, le verrebbe tolto. In definitiva che non vi è stata da parte sua nessuna reale conquista.
Inoltre, altra utilità del conflitto emerge ove si consideri che in Italia il consenso ai partiti è prodotto, in buona parte, distribuendo piccoli privilegi di categoria. Questa distribuzione crea una grande mole di consenso stabile verso le varie forze politiche che erogano e garantiscono quei privilegi.
E’ raccapricciante nella sua perfezione, come diceva qualcuno.
PoetaPirata(Quota) (Replica)
Pappagallulus parvulus(Quota) (Replica)
Via “padre” e “madre” dai documenti, arriva “genitore 1” e “genitore 2”
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Primi provvedimenti della delegata ai Diritti civili del Comune di Venezia, Camilla Seibezzi, per non offendere gay e lesbiche: «Agire in base alla laicità scientifica»
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Non sapevo che esistesse una “laicità scientifica”, evidentemente contrapposta alla religiosità scientifica altrimenti si sarebbe parlato di scientificità e basta.
E poi sentite qua :<>
Bel buglione, vero? Il merito, lo studio, il genere, il disagio mentale, insomma tutto quanto affastellato in un qualcosa di assolutamente confusionario da un lato ma chiarissimo dall’altro: la diversità sessuale sarebbe uno stereotipo, la diversità religiosa anche, come quella etnica. Si badi bene: Non si dice che le diversità esistono e vanno rispettate gelosamente. Si dice invece che, in quanto stereotipi, non devono esistere. Si pretende insomma di forgiare l’individuo omologo, senza sesso o con tutti i sessi il che è lo stesso, senza passato, senza storia, senza riferimento alcuno. Credo che miglior programma per il capitale non potrebbe esserci. Complimenti sig. a delegata.!
armando
armando(Quota) (Replica)
Chiedo scusa, nel commento precedente, dopo sentite quà riportavo questo virgolettato dell’articolo citato da Luigi:
«azioni concrete con cui “decostruire” gli stereotipi di genere, di etnia, di religione, di orientamento affettivo e sessuale, delle persone con disagio mentale e, non per ultima, la più grande discriminazione presente in Italia oggi, ovvero il fatto che sia uno degli ultimi Paesi in Europa in termini di mobilità sociale, a dispetto di studio e merito>>
armando(Quota) (Replica)