- Views 0
- Likes 0
La lotta per una reale parità ed uguaglianza tra i generi sembra una battaglia relegata ai margini della storia, una storia che ha già dato i suoi responsi e i suoi giudizi. In realtà è una battaglia non solo attualissima, che coinvolge milioni se non miliardi di esseri umani nel mondo, ma caratterizza la fase di sviluppo di un capitalismo ormai avviluppato in una crisi da cui non sembra poter uscir fuori, se non facendo pagare il solo prezzo ai soliti noti.
La questione maschile-femminile, nata con l’uomo stesso e che ha segnato tutta la civiltà umana, è tornata a chiedere udienza. Una dimensione estremamente complessa in quanto, parafrasando la terminologia marxiana, sintesi dialettica di realtà, da quella economico-produttiva a quella psicologico-sociale, decisamente complesse. Infatti è impossibile parlare di maschile e femminile, di reale e concreta parità tra uomini e donne, senza analizzare il contesto storico, la costellazione economica e produttiva entro cui si riproducono e si definiscono reciprocamente.
Il punto cardine della filosofia degli uomini beta (si chiamano così per distinguersi dal maschio “dominante” alfa) sta nel connettere un dato biologico incontrovertibile della asimmetria della domanda sessuale tra maschile e femminile, con il dominio assoluto che la ragione strumentale, mercificante, ha assunto attraverso l’imporsi – in questi ultimi trent’anni almeno – del neoliberismo alias capitalismo “assoluto” (su questa qualifica ci sarebbe molto da discutere) su scala mondiale.
Una miscela esplosiva in cui il maschile si è dovuto piegare alle logiche stesse di un femminismo (richiesta sacrosanta di diritti, tutele e di rivendicazione della parità sociale e giuridica tra uomini e donne) trasfigurato a tal punto da diventare l’elemento portante di un’oggettiva mercificazione della donna che arriva addirittura all’automercificazione, alla donna come agente stesso della sua compravendita sul mercato, come auto-sfruttamento della propria avvenenza o intraprendenza per ottenere posizioni di rilievo, prestigio o sicurezza economica, a danno di quella parità o di quella uguaglianza che per decenni sono state le bandiere del riscatto femminile.
Oggi ci troviamo di fronte ad una situazione in cui alla tradizionale deresponsabilizzazione del femminile portata avanti per decenni dal femminismo, con espressioni ideologiche (in senso marxiano) del tipo “la violenza è maschile”, “la lotta di classe è un affare tra maschi” ecc., dispensando la donna da qualsiasi responsabilità operativa nella gestione del potere e della società, radicalizzando l’eterno “ricatto sessuale” nei confronti degli uomini(ovviamente il femminismo è una stagione molto complessa che aveva in seno molte correnti e visioni spesso antitetiche della realtà e delle modalità di lotta da portare avanti), si è andata sostituendo una sorta di malcelata “dittatura” del femminile (operante in determinati ambienti non nella comunità tout court) nei confronti della quale il maschile è sottoposto quotidianamente.
Una dittatura, si badi bene, sottile, complessa, psico-antropologica di non facile lettura ed interpretazione. Ma non c’è dubbio che dietro la tanto sbandierata parità ed uguaglianza tra i generi perorata dal femminismo, si nasconda in realtà una disuguaglianza ancora attiva, esiziale e pericolosa sia per gli uomini che per le donne. Una disuguaglianza che utilizza ancora l’atavico “privilegio”, la presunta debolezza e minorità del femminile per ribaltare i termini del discorso nel proporre un “politicamente corretto” attraverso cui la donna diviene l’oggetto principe di ogni violenza e di ogni sopruso (che come tali, ovviamente, vanno sempre condannati e repressi con fermezza pena la fine dello stato di diritto), e l’uomo il principale ed unico responsabile “ morale” di questa stessa macabra e ahimè quotidiana violenza (spesso domestica).
Ora “criminalizzare” l’uomo, ridurlo a carnefice, a responsabile di tutta la violenza in atto nel mondo, sottoporlo ad una durezza psicologica e competitiva non comune (imponendo al maschio dei modelli di comportamento e di “status” economico-sociale non comuni e oggi difficilmente raggiungibili dalla grande maggioranza dei cosiddetti uomini beta[1]) non mi sembra corrisponda allo spirito originario del femminismo né tantomeno ricalchi le lotte portate avanti negli anni ’70.
Possiamo dire, che il condivisibile spirito originario di impronta illuministica portato avanti dal femminismo, che tanto ha fatto per far crescere una coscienza di sensibilità legalitaria in Italia[2] (paese tradizionalmente medioevale che, raro caso in Europa, non ha vissuto un’autentica e formativa rivoluzione borghese, dato che non ha mai avuto una vera ed “illuminata” borghesia nazionale), è traboccato suo malgrado, o l’ha fatto traboccare il sistema neoliberista dominante, in quella sorta di onnipresenza reificante del femminile, di femdominismo usando un’espressione coniata dagli uomini beta, che come detto va a braccetto con l’automercificazione – più o meno consapevole – della donna. Un processo ormai planetario in cui l’uomo non è altro che un puro e semplice strumento.
Il carattere ideologico del femminismo, il suo essere radicalmente metafisico, sta proprio nello scindere il maschile dal femminile (come fossero due entità scisse ed avulse l’una dall’altra, e per di più sottratte alla storia e alle sue evoluzioni) e nel subordinare la lotta tra i generi, la liberazione femminile, alla lotta tra le classi, alla lotta contro l’anarchia del mercato capitalistico, alla lotta contro le sue crisi cicliche, alla lotta per il superamento della contraddizione principale del modo di produzione borghese tra socializzazione della produzione ed appropriazione privata del profitto, non comprendendo che la sola e unica liberazione dell’Uomo, dell’umanità tutta, maschile e femminile, si ottiene solo articolando una battaglia unitaria, umanistica oso dire, per il superamento della società borghese, nella prospettiva di una società che sappia razionalizzare, organizzare il trittico produzione-distribuzione-consumo sulla base dei reali bisogni umani e non delle leggi disumane del profitto.
Non a caso i primi movimenti delle donne nacquero in seno ai primi movimenti di rivendicazioni salariale e sindacale nell’Inghilterra post rivoluzione industriale, le famose Trade-union. Ciò sta a testimoniare come la donna, entrata nel processo produttivo, richiedesse assieme agli uomini, quella liberazione, quella considerazione, quell’essere soggetto di diritti, che entrambi i generi, in quanto forza lavoro salariata, pretendevano. Certo, la donna auspicava e attendeva un’emancipazione più radicale; una liberazione sociale, psicologica ed antropologica complessiva, la conquista di una dignità, di una presenza, di un’intelligenza, di “status” potremmo dire usando un termine sociologico, che l’uomo-maschio aveva da sempre.
Per concludere, ritengo che la battaglia promossa dal movimento uomini beta sia prima di tutto una battaglia di civiltà, a cui tutti, uomini e soprattutto donne (perché ritengo che la rivoluzione culturale debba innanzitutto partire da loro ma non è facile perdere o rinunciare volutamente, coscientemente ai propri “privilegi”), devono sentire il dovere di partecipare. Questa prima di tutto, ed è paradossale dirlo ma la storia è paradossale diceva Marx, è una battaglia delle donne; autenticamente femminile. Per liberarsi da questo gioco che non le rappresenta, che le riduce ad una abietta cosalità (carica di universo corrotto di messaggi, psicologie, condizionamenti interni ed esterni, miti, tabù, icone, simulacri, segni, mimesi, simbolismi, linguaggi diretti o subliminali da condannare ed abbandonare con forza), che le umilia forse più del tanto famigerato maschilismo, della tanto famigerata civiltà dei padri padroni.
Non c’è vera uguaglianza, vera parità se, dietro l’apparenza, dietro quel mistico miscuglio, diceva Marx, tra verità e menzogna (dietro cui spesso si nasconde il pruriginoso verosimile), si nasconde la riproposizione di un matriarcato, di un piedistallo femminile, di una stanca ed abusata “metafisica della donna” ormai fuori tempo massimo, da imbarazzante ancient règime.
La realtà è complessa e tale va studiata. Non è tempo di dividerci. La specie umana è una. Non è più tempo delle battaglie tra i generi. Chi volesse o tentasse di riproporle, uomini o donne che siano (ahimè il settarismo e i manicheismi sono sempre dietro l’angolo, così come le ideologie più reazionarie e terrificanti della “razza” o della superiorità biologico-culturale del Volk) è fuori strada e sarà spazzato via dalla storia.
Il rischio dietro queste tesi è quello di ribaltare il femminismo in un rigurgito, anch’esso ridicolo e fuori luogo, di infantile e miope vendetta nei confronti di un femminile resosi autonomo (sempre relativamente, in quanto come potrebbe esercitare il suo potere in una condizione di reale parità e condivisione) da un maschile inabile a sostenere e a gestire l’inarrestabile imporsi storico-sociale di una donna ormai inserita a pieno titolo nel tessuto produttivo e decisionale del paese e del mondo intero (pensiamo alla Merkel, a Hillary Clinton, ai presidenti di importanti potenze di stazza globale come il Brasile e l’Argentina, il FMI, e la lista potrebbe continuare a lungo tra ministri, deputati, prefetti, commissari di Ps, direttrici di banche, presidenti di CONFINDUSTRIA, sindacati, ecc).
Ma so che non è così. Certo, la questione che il movimento uomini beta pone non è di facile risoluzione pratica, politica in senso stretto. Al di là della prospettiva storica di lungo periodo che io, da marxista, ritengo essere quella dell’edificazione della società comunista con l’esaurirsi della mercificazione e dell’alienazione del genere umano, la domanda è impegnativa e resta quella:
come risolvere la vexata questio che da millenni attanaglia l’uomo e cioè l’asimmetria sessuale (ma anche psicologico-comportamentale-sentimentale) uomo-donna e il “ricatto sessuale” che la stessa perpetua da sempre (basti pensare al fascino che Cleopatra esercitò su Giulio Cesare e Marc’Antonio o a Lucrezia Borgia, tanto per fare degli esempi banali ma esemplificativi di un potere che la donna ha da sempre avuto e che forse sempre avrò sull’uomo)??
Come è possibile affrontare storicamente, tentare di sciogliere socialmente, politicamente l’enigma di un dato biologico originario di questa natura?
Come riequilibrare uno squilibrio di questa natura? Come andare oltre le ideologiche posizioni che imbrigliano la liberazione effettiva e reale dei generi, combattere alla radice la reificazione e le paure (dettate dall’ortopedia sociale del potere) che attanagliano “l’uso razionale” dei corpi direbbe Michel Foucault?
Ovviamente sono domande aperte di un dibattito apertissimo.
La filosofia ha il compito di porre domande non la pretesa di dare risposte definitive. Tutto è aperto e come dice Agamben “dobbiamo sostare nella soglia”, in un “crinale scabroso” direbbe Zizek.
Il merito del movimento degli uomini beta è quello di aver alzato lo sguardo su un problema enorme e di urgente attualità, che riguarda il genere umano nel suo complesso, per troppi decenni considerato minore o indegno di essere analizzato in tutte le sue oggettive e soggettive implicazioni sociali e politiche (totalmente trascurato dal marxismo “ufficiale”[3], salvo rari esempi come Umberto Cerroni[4] in Italia ed Agnes Heller nell’Europa dell’Est), ignorando come l’antropologia umana stesse cambiando a vista d’occhio e come i tradizionali parametri sociologici del femminismo e del maschilismo non siano più in grado di cogliere i rapporti e le relazioni uomo-donna nel XXI secolo.
Oggi il punto non è dividersi tra femminismo o maschilismo; ma di lottare insieme, uomini e donne, contro la mercificazione e la reificazione materiale ed intellettuale (posso dire psicologica, comportamentale, sentimentale) del genere umano. Questa, a mio avviso, è una battaglia progressiva, direbbe Marx, cioè che asseconda e non ostacola lo sviluppo della forze produttive, che vanno altresì liberate, razionalizzate (e non lasciate in balìa dell’anarchia del mercato e della sfrenata ed anonima speculazione, della finanziarizzazione selvaggia dell’economia globale) nella prospettiva di una società superiore.
Ora sta a noi prendere posizione ed alzare la nostra bandiera, dare libero sfogo alla nostra coscienza.
[1] Occorre però sottolineare, per dovere di autocritica, come anche il maschile abbia imposto alla donna tutto un universo ideologico e comportamentale al fine del proprio piacere psico-fisico.
[2] Connessa storicamente alle lotte della sinistra per cosi dire “ufficiale”, parlamentare, per la piena e concreta attuazione delle norme e della legislazione che la costituzione repubblicana, una delle più avanzate nel mondo all’epoca e in parte anche oggi, soprattutto in materia di parità ed uguaglianza dei diritti tra i generi. Ad esempio, per il PCI la vera ed autentica rivoluzione nazionale sarebbe stata quella di attuare realmente la carta costituzionale piuttosto che organizzare, pianificare – nelle condizioni italiane e non di una mitica Russia pre-zarista – la rivoluzione socialista. Sta qui, a mio avviso, il carattere, l’essenza riformistica, democratica, interclassista del PCI, lontana anni luce dal bolscevismo rivoluzionario di Lenin. Ma è impossibile qui fare la storia del PCI e della sua funzione di costruzione di legalità democratica, etica, civile del paese (all’interno ovviamente delle regole e dei limiti storici del parlamentarismo borghese), comunque la si pensi, notevole.
[3] In questa sede è impossibile accennarvi ma gli stessi Marx, Engels e Lenin si occuparono “della questione femminile” in vari loro articoli e opere. Basti ricordare L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello stato di Engels o La donna e il socialismo di Plechanov.
[4] Umberto Cerroni, Il rapporto uomo-donna nella civiltà borghese, Editori Riuniti, Roma 1974
63 Commenti
Trovo che sia di straordinaria importanza che un giovane filosofo di formazione esplicitamente marxista come Claudio Vettraino, si sia avvicinato al nostro Movimento con entusiasmo e convinzione e abbia scelto di esporsi pubblicamente scrivendo sul nostro sito con tanto di generalità.
Questo ci dimostra che eravamo e siamo sulla strada giusta. Soltanto qualche anno fa, tutto ciò non sarebbe mai potuto accadere. E’ il segnale che stiamo lavorando e stiamo lavorando bene. Sono assolutamente certo che proprio giovani come Claudio, indipendentemente dalla condivisione totale, parziale o al limite anche minima delle sue posizioni da parte di ciascuno di noi, saranno in grado di aprire una breccia nel Matrix dominante. E sono altrettanto certo che dopo di lui ne verranno altri perché (e certamente anch’egli, da marxista qual è, sarà sicuramente d’accordo), sono proprio (anche) le strutture a determinare le singole soggettività. Di conseguenza, se è evidente che la posizione da lui assunta è certamente riconducibile alla sua soggettività e alla sua unicità di uomo nel mondo, è altrettanto vero che quella stessa soggettività è comunque in qualche modo (anche) determinata dalle strutture, cioè dal contesto sociale,economico, storico, culturale, al quale nessuno può sottrarsi.
E il fatto che un giovane e brillante studioso di filosofia (e con la sua formazione) si sia spinto ad elaborare una riflessione critica di quel genere relativamente alla relazione fra i sessi, indipendentemente dal confronto diretto che certamente ha avuto con noi (abbiamo scoperto di avere le stesse sensibilità fin dal nostro primo incontro), ci dice che qualcosa si sta muovendo, che l’ideologia femminista non è riuscita a fare tabula rasa.
Claudio ha il merito (e questo conferma il tasso della sua criticità e della sua apertura filosofica) di lasciare aperta la riflessione e di non costringerla entro i binari di una pur necessaria contestualizzazione storico-culturale. Mi riferisco in particolare alla questione della diversità di ordine biologico-ontologico fra i sessi e alla dialettica (necessariamente conflittuale) che da questa scaturisce, che egli non solo non sottace ma che per primo pone come un nodo di difficilissima risoluzione , lasciando del tutto aperta la riflessione. In parole ancora più povere, egli rifiuta di chiudere il cerchio, di cercare a tutti i costi la sintesi (proprio dove hanno fallito tutti i grandi pensatori dialettici) e dimostra di concepire la dialettica stessa come un processo tendenzialmente senza fine e senza un epilogo predeterminato (e in questo siamo completamente d’accordo) che può però condurre (e noi lavoriamo per) ad equilibri sempre più avanzati (mi scuserete se utilizzo un linguaggio più propriamente politico ma sono certo che ci capiamo…).
Questo è un punto determinante che proprio in questi giorni ho affrontato (senza peraltro riuscire a convincere i miei interlocutori e soprattutto le mie interlocutrici) in un dibattito organizzato a Lecce dove ero stato invitato ad intervenire (al quale ha partecipato anche Luigi Corvaglia), dal titolo “Questione di genere: conflitto o difetto di relazione?”. Ma credo, sinceramente, che fosse decisamente difficile, dato il contesto, riuscire in una simile operazione.
Tornerò naturalmente sull’argomento (non sono del tutto d’accordo con le sue considerazioni) , ma fin da ora saluto con grande entusiasmo e soddisfazione la preziosissima collaborazione di Claudio.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
ma ringrazio te Fabrizio per lo spazio e l’opportunità concessami di confrontarmi su questi temi ed avere lo spazio per riflettere su una questione io ritengo decisiva del nostro tempo. Cioè cosa vogliamo che l’uomo (in quanto umanità e non genere) sia o possa essere. Ed io credo, ma non è questa ovviamente la sede ne riparleremo con più calma e cognizione di causa, che il vero problema dei nostri tempi sia quello di ridefinire l’uomo, l’essere umano come ente storico sociale, processo in divenire costante in relazione con il suo ambiente, cioè lottare per ridefinire un nuovo umanesimo, iniziando innanzitutto a riconnettere (cosa della massima importanza tattico-strategica in un paese ahimè troppo schiavo e succube dell’accademia e del solipsismo teorico-affabulatorio) teoria e prassi, cioè analisi “della situazione concreta” direbbe lenin e azione rivoluzionaria conseguente. Rimettere cioè al centro della riflessione (dalla psicanalisi, all’antropologia, dalla politica all’economia, dall’etica alla cultura, dalla sessualità ai bisogni) l’uomo storicamente determinato e non l’idea astratta, databile e incasellata nei manuali di statistica. E io credo che nelle vostre battaglie vi sia, come perno inossidabile, questa intima necessità di ridefinire un profilo progressivo dell’umano, libero dai suoi limiti e dalle sue intime paure. Una battaglia coraggiosa contro il senso comune. Una battaglia davvero di tutta l’umanità.
claudio vettraino(Quota) (Replica)
Fabrizio@ e senza un epilogo determinato.
Mi viene in mente come la categoria del “nuovo” o del “progresso” o del “futuro” (x gli uomini di buona volontà da tempo sinonimi positivi) si carichi oggi contemporaneamente del significato sia di straordinarie opportunità, sia di sviluppi nell’orrore come mai prima d’ora. E come il nuovo di questa dialettica, ma anche guerra, tra i sessi, abbia aperto oltre che uno spazio di rivisitazione in positivo delle relazioni, anche uno spazio di totale incontrollata disumanità in cui si stanno inserendo interessi che non perseguono più solo l’antica ri-produzione della forza lavoro, ma addirittura il progetto della sua produzione biotecnologica in senso stretto. Come dire: non più merce, ma schiavi. Qualcuno sa, almeno approssimativamente, dove aggrapparsi per essere certi di non cadere nell’epilogo più tragico?
Un saluto cordiale a Claudio
cesare(Quota) (Replica)
Io, da uomo, sono veramente incredulo dalla capacità di mistificazione che riuscite a mettere in campo, tanto più cercando di legarla ad una visione di sinistra, quando non addirittura di classe, del mondo.
Non riconoscere nel mondo di oggi, una chiare matrice patriarcale è lo stesso di non riconoscervi una matrice capitalistica/imperialista e razzista.
Mi pare che manchi la capacità di astrazione, il necessario passo in dietro per trovare l’altro e che ci sia invece un rinchiudersi in un forzatissimo adeguamento dei modelli di lettura, non come strumenti, ma come autoconferme.
juri(Quota) (Replica)
Io personalmente sono invece incredulo di come tanti uomini come te non si siano ancora resi conto della situazione e si ostinino ad aderire e a riproporre letture ideologiche che non hanno più alcuna attinenza con la realtà, quando addirittura diverse donne, e fra queste alcune femministe (seppur in numero ancora molto esiguo) cominciano a manifestare perplessità e dubbi in tal senso.
E dal momento che sembri amare le metafore, continuare a sostenere, nel mondo capitalistico occidentale, che le donne (tutte) sarebbero tuttora discriminate oppresse e gli uomini (tutti) privilegiati e oppressori, equivale a dire che è il Sole che gira intorno alla Terra e non viceversa.
A mio parere, se molti uomini si ostinano pedissequamente a sostenere queste tesi, le ragioni non possono che essere sintetizzate nei seguenti quattro ideal tipi:
1) sono completamente idioti (e la scarto a priori perché è oggettivamente impossibile);
2) sono ideologizzati o comunque psicoculturalmente manipolati a tal punto (specie coloro che sono nati e cresciuti da 40 anni a questa parte, cioè in pieno totalitarismo culturale femminista o femministoide) da non riuscire più a vedere la realtà con occhi lucidi, e di conseguenza anche la loro condizione personale (e in larga parte è anche così);
3) (quella che ritengo più probabile) sono psicologicamente paralizzati e terrorizzati dall’idea di mettere in discussione la “verità ufficiale”, con tutto ciò che comporta una simile scelta (e non è poco…) e di mettere conseguentemente in discussione anche loro stessi.
4) sono cosiddetti “maschi pentiti” (per lo meno noi così li definiamo), cioè uomini che (in parte) lucidamente e consapevolmente hanno deciso di abdicare alla loro condizione di uomini nel mondo e di aderire all’ideologia femminista.
Altre ipotesi sinceramente non mi sento di avanzarne.
Non ti resta che scegliere in quale di queste quattro categorie collocarti anche se, naturalmente, non lo farai e respingerai il tutto al mittente dandogli del presuntuoso. Sei nel pieno diritto di farlo così come io sono nel pieno diritto di ribadirti quanto ho appena scritto.
Comunque, grazie del contributo, anche se critico.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Opterei per la numero 3 Fabrizio…
Ethans(Quota) (Replica)
Invece rispondo, ma non scegliendo una delle tue caselle, non penso sia un test per la patente no
Però prima ho bisogno di una risposta per poter capire il tuo ragionamento, che mi pare si basi su un assunto che io non ho, quindi no so se posso o meno condividerlo.
Qual’è la condizione di “uomo nel mondo”, o meglio quale dovrebbe essere secondo te?
Io ti preannuncio che a mio parere non ce ne è nessuna e che anzi sia un errore ricercarla, ma mi incuriosisce capire prima di poter procedere nella discussione
juri(Quota) (Replica)
juri:
Non riconoscere nel mondo di oggi, una chiare matrice patriarcale è lo stesso di non riconoscervi una matrice capitalistica/imperialista e razzista.
————————————–
Certo che c’è una MATRICE (da madre) patriarcale nella MADRE PATRIA imperialista e razzista, sopratutto quando un rom o un immigrato qualsiasi violenta una donna italiana.
Al contrario, se un italiano aggredito da una rumena la prende a pugni, gli si fa il culo, ma è meno grave che prendere a pugni un italiana, specie se lo fa uno immigrato.
Leonardo(Quota) (Replica)
@Juri
Tu sei uno stupratore violento? Se sì, allora la vedi dal tuo punto di vista da aguzzino e provi pietà per loro.
Se non lo sei, allora come puoi andare d’accordo con tutte le accuse che le donne fanno agli uomini?
Sei di sinistra? Allora perché per andare con una donna ti preoccupi di avere i soldi in tasca e pagare facendo comodo al sistema che critichi?
Sei gay? Apri gli occhi, perché ti perseguitano proprio per fare i machi davanti alle donne.
Leonardo(Quota) (Replica)
juri: Non riconoscere nel mondo di oggi, una chiare matrice patriarcale è lo stesso di non riconoscervi una matrice capitalistica/imperialista e razzista.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Se noi facciamo riferimento al mondo “occidentale” la matrice patriarcale sopravvive solo nella mente degli “amanti” della parola, nella realtà è, salvo fenomeni residuali, praticamente scomparsa. In altri contesti, come quello islamico per esempio, il discorso cambia decisamente. Di conseguenza “il mondo di oggi” è qualcosa di piuttosto vario e complesso.
Alessandro(Quota) (Replica)
Dice bene Leonardo.. effettivamente la “matrice” è “patriarcale”. Indica così il connubio fra matriarcato e patriarcato. Del resto a chi ha commesso i più grandi crimini e chi ha fatto i più grandi scempi nella storia anch sul fronte capitalistico/imperialistico non sono mai mancate le donne e non doveva certo costringerle a seguirlo.
Banalmente la differenza fra il pensiero femminista e il pensiero patriarcale è che il primo difende tutte le donne e le scelte delle donne sempre e comunque, il secondo non difende tutti gli uomini e le scelte degli uomini sempre e comunque
Rita(Quota) (Replica)
“Qual’è la condizione di “uomo nel mondo”, o meglio quale dovrebbe essere secondo te?
Io ti preannuncio che a mio parere non ce ne è nessuna e che anzi sia un errore ricercarla, ma mi incuriosisce capire prima di poter procedere nella discussione” (Juri)
Rispondo al primo quesito, cioè “Qual è la condizione dell’uomo nel mondo?”
La condizione di un uomo beta (cioè di uomo non appartenente alle elite dominanti) nel mondo capitalistico occidentale, è quella di un subordinato, sia per quanto riguarda la sua collocazione all’interno della gerarchia sociale (e delle dinamiche interne che conseguentemente ne derivano), sia per quanto riguarda la sua relazione con il genere femminile. Questo per una semplice ragione, e cioè perchè l’uomo “beta” nel mondo occidentale (un impiegato, un operaio, un tecnico, un insegnante, un precario, un artigiano, un disoccupato, e via discorrendo…) non ha nessun peso specifico da mettere sul metaforico piatto della bilancia, e di conseguenza nessun potere contrattuale. Ciò vale, come ripeto, sia per quanto riguarda le dinamiche economiche e sociali e ancor di più per quanto riguarda la relazione con il mondo femminile.
In parole ancora più povere (così forse ci capiamo meglio), un uomo beta, oltre a non contare nulla sul posto di lavoro e in generale nella società, all’interno della quale è considerato sostanzialmente un fallito, non conta nulla neanche come uomo in quanto tale, cioè nella sua relazione con il femminile, perchè il suo peso specifico (valore, secondo il paradigma economico-ideologico dominante) è pari allo zero. Per essere ancora più chiari, stiamo parlando di un uomo che per cercare di vivere uno straccio di sessualità e di affettività, è costretto a “sbattersi”, come si suol dire, a spersonalizzarsi, cioè a “estraniarsi” o “alienarsi”, e quindi a piegarsi ad una mortificante finzione, ad una desolante contrattazione mercantile (non dichiarata formalmente), al termine della quale forse, e sottolineo forse, il suo “lavoro”, verrà in qualche modo “pagato”. Il più delle volte, naturalmente, il rapporto fra la “prestazione” e il “pagamento” non è direttamente proporzionale, anzi. Come vediamo è impossibile separare la teoria marxiana del valore da quella (marxiana) dell’alienazione. Le due sono strettamente connesse (possono a volte anche non esserlo ma il discorso si farebbe lungo e non è questa la sede…).
Vado al secondo quesito:” quale dovrebbe essere secondo te?” (la condizione di un uomo nel mondo)
La risposta è evidentemente molto semplice ed è di fatto in parte già contenuta nella prima. La condizione di un uomo nel mondo dovrebbe essere quella di uno libero da quella condizione di alienazione e subordinazione di cui sopra, quella cioè di un uomo autonomo, consapevole, che vive in una condizione di totale eguaglianza, parità, dignità e libertà con tutti gli altri membri della comunità alla quale appartiene, siano essi uomini o donne. A nostro parere, come hai intuito, oggi non è così e la maggioranza degli uomini si trova appunto a vivere in una condizione di subalternità e subordinazione complessiva, soprattutto per quanto riguarda, come già detto, la loro relazione con il genere femminile.
Il superamento di tale condizione è l’obiettivo strategico del nostro Movimento. A tal proposito, onde evitare di perdere energie e tempo entrambi, ti consiglio di leggere i numerosi articoli (e video) contenuti nel nostro sito (sono più di duecento), dove approfondiamo proprio questi temi. In particolare, fossi in te, comincerei dai nostri due manifesti, il “Movimento Beta”, a mia firma, sulla homepage, e “L’emergere storico della QM”, a firma di Rino Della vecchia, nello spazio degli editoriali.
Leggili e poi ci risentiamo.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
A Juri, che chiede il riscontro concreto di quanto si dice qui, forse non viene in mente la fatica, l’ansia,la cura, il rischio, la malattia, lo sfruttamento, le umiliazioni, l’usura mortale, che l’assoluta maggioranza (99% periodico) dei maschi nella Storia hanno subito per garantire la sussistenza economica e la sopravvivenza alla loro donna e ai loro figli. Il dono della propria vita a moglie e figli di suo padre e del padre di suo padre e su per i secoli di padre in padre. O, forse, se gli viene in mente, allora è felicissimo, ma non lo dice, di spedire a lavorare, volenti o nolenti, in nome della liberazione dalla “millenaria oppressione patriarcale” di cui sopra, le donne. Insomma la condanna del patriarcato e la liberazione femminile si traduce in concreto così: “ragazze care,adesso grazie a noi,potete farlo: la vostra minestra da oggi ve la guadagnate voi! che io da sempre mi pago la mia e la vostra”.
cesare(Quota) (Replica)
Aggiungo, in merito al sacrificio di sè maschile nel corso della Storia umana, verso donne e minori, madri e figli, che la riconoscenza per il bene ricevuto è uno dei principali parametri per valutare la raggiunta autonomia e maturità di un individuo. L’emancipazione femminile, così come ufficialmente si manifesta e pedagogicamente viene suggerita alle donne di tutte le età nell’ambito dell’ideologia e del movimento femminista, si sta esprimendo sul piano psicologico ed emotivo, secondo il sentimento opposto: secondo rancore, ovvero ri-sentimento e ri-vendicazione. In sintesi secondo mal-animo.
Nel caso invece si fosse tradotta nella sincera e doverosa riconoscenza da parte di ogni donna verso ogni maschio e da parte di tutte le donne verso tutti i maschi, in sintesi secondo magnanimità, non avrei il minimo dubbio di considerare le donne di oggi donne emancipate e felicitarmi di questo.
cesare(Quota) (Replica)
Scusate se ho dei tempi lunghi di risposta, ma cerco di non farlo di getto.
Mi pare ci sia una confusione di fondo, o almeno io la percepisco, nella definizione di un “uomo beta” che porta a fare sistema una condizione soggettiva.
Ridurre ad una rapporto mercantile la sfera affettiva e ancora di più riportarla in toto ad uno scambio sessuale mi sembra oltremodo limitante in una lettura generale. Aggiungo che da altri commenti mi sembra che per voi il rapporto sia fra sessi e non fra generi, cosa che non condivido, visto che basate il tutto su una teorizzazione di maschio etero, altrimenti non capisco il richiamo ad una mia possibile omosessualità.
Mi da quindi l’idea che si riduca l’Uomo ad una visione univoca e generale che secondo me non esiste. Non penso si possa creare una rappresentazione così “stretta” di cosa sia un uomo e di che cosa questo possa desiderare o rivendicare. Penso invece che si possano leggere i dati storici e sociali e da questi dedurre la situazione attuale, che non riporta il quadro da voi disegnato in merito ai rapporti tra i generi (non sto qui a riportare statistiche ecc).
Per tranquillizare Leonardo non sono uno stupratore e non è che condivido le accuse che “le donne fanno agli uomini” ma da uomo mi rendo conto del mondo che mi circonda e ne do una lettura pur vivendoci dentro e cercando di cambiarlo, così come da persona di sinistra che vive in un regime capitalistico lo riconosco e cerco di modificarlo al meglio delle mie possibilità, trovando e riconoscendo in entrambe queste situazioni le contraddizioni che comportano
juri(Quota) (Replica)
Sì, va bene, però tu hai esordito affermando che riconosci nel mondo di oggi una chiara matrice patriarcale. Io ti chiedo: nella società italiana odierna, ma direi occidentale, tu riconosci una chiara matrice patriarcale? Cioè ritieni che la donna sia ancora alla mercé del capofamiglia o del marito?
Alessandro(Quota) (Replica)
Ma basta con queste cagata della “società patriarcale” che opprime le donne, ché non se ne può veramente più di simili stronzate. La realtà che conosco io è ben diversa da quella descritta da quel sottomesso di juri, che tra l’altro parla di “generi” (altra cagata femminista) e non di sessi. Ma fammi il piacere, juri…
Tiziano(Quota) (Replica)
Patriarcale, non patriarcale? Ma si sa cosa ha significato originariamente il Patrriarcato?
Si significato l’affermarsi della legge del Padre, ossia di un concetto di norma “erga omnes”, vale a dire di una legge oggettiva che considera ogni essere umano uguale all’altro e soprattutto valuta ogni sua azione per quello che è. Tutto ciò in contrasto col diritto di sangue di matrice matriarcale, secondo il quale il sangue, l’appartenenza ad una famiglia, una stirpe, poteva giustificare ad esempio un omicidio se quella era offesa (vedasi Medea). Ossia un salto decisivo, ripeto decisivo, nell’evoluzione della cultura e della civiltà. La vera premessa allo Stato di diritto.
Di più, patriarcato ha significato anche che la donna non aveva più il controllo esclusivo della prole. Ma di che cazzo si sproloquia allora, sul patriarcato come fonte di ogni oppressione? Se disparità c’è stata, ma si rifletta su quanto ha scritto Cesare, il Patriarcato non c’entra nulla. Le faide familiari che hanno imperversato nel nostro meridione, ad esempio, hanno matrice cristallinamente matriarcale, ad onta del machismo di quelle zone.
armando
armando(Quota) (Replica)
evvai son stupratore e pure sottomesso
juri(Quota) (Replica)
@ Leonardo e soprattutto per Tiziano.
Ragazzi, in taluni casi è meglio lasciar cadere tutto ed evitare di rispondere piuttosto che lasciar parlare la “pancia”. Perché è ovvio che determinate persone, come nel caso specifico Juri, non aspettano altro che risposte di un certo tipo per poi , probabilmente, andarsene in giro per la rete a sparlare degli Uomini Beta (ci auguriamo che lui non sia della stessa pasta) e a dire quanto sono rozzi e maschilisti ecc. E hai voglia a spiegargli (lo sanno benissimo) che ciò che conta è quello che è scritto negli articoli pubblicati nel sito e non i commenti nel blog che sono liberi e chiunque può scrivere ciò che vuole, compreso lui, naturalmente.
Per cui, cercate di fare uno sforzo in tal senso, tanto non serve a nulla imprecare e rispondere colpo su colpo. Se dovete replicare fatelo argomentando senza fare apprezzamenti di carattere personale e senza abbandonarvi a reazioni scomposte.
Tanto quando abbiamo dato dell’azzerbinato o del sottomesso a qualcuno, non abbiamo concluso niente, anche perché se è in malafede è perfettamente cosciente di esserlo, e se non lo è otteniamo solo di farlo chiudere ancora di più nel suo guscio protettivo.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Mi pare ci sia una confusione di fondo, o almeno io la percepisco, nella definizione di un “uomo beta” che porta a fare sistema una condizione soggettiva.
Qualsiasi definizione, anche la tua per quanto non ancora esplicitata ma intuibile corre questo rischio, in maniera enormemente maggiore. Comunque siccome non mi va di scrivere sulla sabbia, di supporre senza conoscere aspetto di saperla da te.
Per quanto mi riguarda, da inguaribile terra-terra empiricamente ritengo che una definizione, qualsiasi definizione, per quanto delimitante e quindi “limitante” della realtà che esamina è tanto più credibile quanto più è in grado di spiegarla, ovvero quanti più riscontri e verifiche trova nella realtà stessa. E’ chiaro che nessuna “definizione” è in grado di descrivere il reale al cento per cento, ma nel mio empirismo mi accontento di raccogliere, ad esempio l’80% senza pretesa di inglobare il restante 20%.
Non mi sogno certo però, se con la “mia definizione” ne descrivo, per rimanere alle stesse percentuali di prima, il 20% di estenderlo ed imporlo al restante 80%.
Comunque ripeto, inutile parlare a casaccio. Tu già sai con chi hai a che fare. Noi no. Esplicita il tuo pensiero e riparliamone dopo.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
@Juri: mi associo a quanto detto da Luigi. Dovresti esplicitare meglio le tue posizioni e darci maggiori e più circostanziati dettagli.
A naso, diciamo così, e sulla base dei pochissimi elementi che ci hai fornito – mi pare di aver intuito che sei sostenitore di una sorta di concezione “transgender” dei sessi (detto così è una parolaccia, ma ci siamo capiti…), che teorizza la possibilità del superamento teorico (e anche pratico) della diversità sessuale (e di tutto ciò che a questa differenza è connesso).
Mi rendo conto di stare banalizzando fino all’inverosimile, ma se questa mia intuizione è fondata, ti pregherei di esplicitare in modo più approfondito il tuo pensiero.
Ciò detto,per il tipo di risposta che ho in mente di darti, relativamente al tuo precedente post, ho bisogno di alcune informazioni che riguardano la tua persona. Mi servirebbe cioè sapere (anche se per la tua concezione questa potrebbe essere una contraddizione in termini) se sei eterosessuale, omosessuale, bisessuale, transessuale o altro.
Ti assicuro che non vuole essere un’ingerenza nella tua vita personale o una violazione della tua privacy, né tanto meno una provocazione: puoi essere certo che in questo luogo nessuno ti giudicherà per i tuoi orientamenti sessuali. Ci mancherebbe altro. Siamo un gruppo di uomini liberi che crede nei valori della libertà degli individui e dell’eguaglianza nella diversità, e non a chiacchiere. Però conoscere la tua condizione mi darebbe degli elementi necessari, proprio per affrontare l’argomento che hai sollevato, con maggior cognizione di causa.
Peraltro questo blog è stato utilizzato da tanti anche e proprio per poter affrontare problematiche inerenti la propria condizione personale, a volte anche di sofferenza (non è il tuo caso, ma ci capiamo), quindi sarebbe del tutto normale, dati i temi che trattiamo.
Naturalmente è tuo diritto scegliere di non darmi queste informazioni, di carattere personale, figuriamoci. In questo caso, anche se mi farai faticare un po’ di più, ti risponderò ugualmente, sulla base di una serie di ipotesi.
Ti ringrazio fin d’ora per la tua disponibilità.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
In attesa della risposta da parte di Juri, due parole sul patriarcato, tema da lui stesso sollevato e individuato come centrale ai fini della comprensione dell’attuale relazione fra i sessi.
Non ho potuto fare a meno di non notare, da modestissimo studioso (diciamo appassionato va’, che è meglio… ) di storia e di filosofia, e soprattutto da osservatore della realtà (forse questo mi riesce meglio..) come, nella grandissima maggioranza dei casi (con l’esclusione di una minoranza di pensatori e di avanguardie in ogni campo, dalla filosofia alla politica all’arte ecc.), pressoché in tutte le epoche, ivi e soprattutto compresa la nostra, ci sia una ritardo incredibile nella capacità di interpretare il contesto sociale nel quale ci si trova a vivere. O meglio, si tende ad analizzarlo e ad interpretarlo quasi sempre con categorie interpretative ormai datate. E’ sempre successo nella storia, sia chiaro, ma oggi è più evidente che mai.
La QM ne è un esempio eclatante. Mettendo per un attimo da parte il passato (naturalmente il discorso è apertissimo, in primis per il sottoscritto, ma per ora lasciamolo lì), e anche dando per buona e infallibile la reinterpretazione femminista e “progressista” (stavolta lo scrivo con un milione di virgolette…) della storia, soffermiamoci sul presente.
A mio parere, nella nostra epoca e nella nostra parte di mondo, ostinarsi ad individuare nel patriarcato la struttura portante della nostra società e a considerarlo di conseguenza come l’origine e la causa di tutti i problemi che affliggono la relazione fra i sessi (e non solo), equivale a dire (e non è una boutade) che la causa prima dei “mali” che affliggono le società capitalistiche occidentali è da individuare nel feudo, nelle terre “chiuse” e non ancora privatizzate, e nei rapporti feudali di produzione (se così possono essere definiti).
Come ripeto, quanto dico non vuole essere una provocazione; è esattamente ciò che penso. Ora, se c’è una cosa che la buonanima di quel filosofo con la barba ci ha insegnato (non solo lui, sia chiaro, però preferisco citare lui perché il nostro interlocutore dovrebbe essere sensibile al richiamo del “Nostro”), è proprio ad osservare la realtà per quella che è e fuori da ogni schema ideologico preconfezionato (destinato necessariamente a produrre la famosa “falsa coscienza”).
In parole ancora più povere, se il “barbone” più famoso del mondo, ormai più di 150 anni fa, ci avesse spiegato che la questione delle questioni non era da individuare nello sviluppo capitalistico in atto ma nelle terre incolte e abbandonate del latifondo (qualcuno in effetti, lo pensava, ma ora non è questo il punto), non solo non sarebbe diventato “il barbone più famoso del mondo”, ma sarebbe probabilmente stato preso a pernacchie da più parti.
Ecco, la nostra epoca si caratterizza per questa incapacità di leggere la realtà con le lenti del presente. Ci si ostina (i furbacchioni che dirigono l’orchestra ben lo sanno, i gonzi e i creduloni invece si attardano inconsapevoli…) ad interpretare la realtà attuale con le categorie interpretative del passato.
Questo ritardo e questo modo di procedere, va detto, è stato ed è assolutamente trasversale e caratterizza indifferentemente sia la “destra” ,soprattutto per quanto riguarda le ricette economiche (non si riesce a produrre un briciolo di idea che non siano le solite politiche liberiste, monetariste e industria liste di sempre) che la sinistra ( quanto riguarda invece le questioni di cui ci occupiamo noi e anche altro, ovviamente).
E la cosa che potrebbe ad un occhio superficiale sembrare stupefacente (non per noi che abbiamo elaborato una nostra analisi sul ’68 e i suoi derivati) è che è proprio la “sinistra” più radicale, quella che ritiene di essere sempre un passo o cento passi più avanti di tutti gli altri, quella più arroccata su posizioni e approcci analitico-interpretativi a dir poco obsoleti, anacronistici e completamente fuori dalla realtà.
Che dire, c’è ben poco da aspettarsi da questa gente. Personalmente ho perso la fiducia. Sono dei relitti anche se sono convinti del contrario.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio –
@
(non si riesce a produrre un briciolo di idea che non siano le solite politiche liberiste, monetariste e industria liste di sempre) che la sinistra ( quanto riguarda invece le questioni di cui ci occupiamo noi e anche altro, ovviamente).
@@
Ecco, appunto, in questo caso dov’è la famosa “marcia in più femminile” ? Perché le donne non riescono a creare dei LORO partiti politici, una LORO “diversa” politica, una LORO differente economia?
Al di là delle chiacchiere e del quotidiano incensamento-autoincensamento, cos’è che le donne sanno realmente fare? Qual è il loro vero “valore aggiunto” ? Io non ne vedo neppure una briciola di queste “superiori capacità”…
L’unica cosa in cui le reputo veramente superiori agli uomini, è nel rompere i coglioni. Lì sono realmente delle “fuoriclasse”.
Giorgio(Quota) (Replica)
Intervento perfetto, Fabrizio. Soprattutto la sinistra mi pare da un lato abbarbicata a una visione della realtà superata ( per esempio continuando a presentare le donne e gli omosessuali come categorie svantaggiate a prescindere), e anche questo spiega la sua difficoltà a farsi interprete del sentire degli strati medio-bassi della società, dall’altro pronta a portare avanti battaglie tutto sommato “secondarie”, vedasi Dico, fecondazione assistita, quote rosa, matrimoni per gay, di chiara provenienza liberal anglo-statunitense ben rappresentata da una figura come Ignazio Marino, sacrificando le grandi battaglie di emancipazione sociale, che dovrebbero essere la sua stella polare, penso per esempio alle battaglie sulla redistribuzione del reddito, che rimangono davvero le uniche strade percorribili per uscire dalla “crisi”.
Alessandro(Quota) (Replica)
Amici,
leggendo su questi link e post chiedo a tutti voi, pur andando offtopic, una consulenza…vi chiedo un appoggio, un aiuto, e credo me lo darete perché è solo un consiglio: io sono giovane, non ho legami; per quanto l’Occidente sia tutto infestato da questa MOTA chiamata femminismo, che è perlopiù femminismo borghese castrante, misandrico e reazionario, e pur essendo io ultraconvinto che queste emerite MASSE DI MATERIALE ORGANICO DI PROVENIENZA ENTERICA chiamate femministe presto o tardi perderanno perché sono troppo inconsistenti per vincere ancora a lungo, io vi chiedo: c’è un posto dove EMIGRARE? Qual’è il paese occidentale meno misandrico, meno filofemminista? La richiesta è seria. L’Italia già è UNA MERDA di suo, ora sta diventando anche biecamente femminista e non lo posso tollerare. Non ho la voglia di stare a smadonnare contro queste secrezioni purulente chiamate femministe, non ho le palle per lottare, forse. Non le reggo più. LA DOMANDA è SERIA. DOVE SI PUO ‘EMIGRARE? AIUTO!
Manolo(Quota) (Replica)
Un commento al post sul barbone più famoso del mondo: personalmente, tutto estremamente condivisibile.
Manolo(Quota) (Replica)
Davvero è una scelta molto ardua, Manolo. Per come la vedo io i Paesi latini occidentali, Italia inclusa, sono un mix di tradizionalismo e femminismo assolutamente micidiale. I Paesi anglosassoni e del nord Europa sono altrettanto femministi, se non di più come è il caso soprattutto degli Usa, ma sono privi di una mentalità tradizionalista diffusa che sommandosi alla predicazione femminista rende i rapporti tra i sessi ancora più deprimenti. Forse i Paesi di lingua tedesca mi sembrano i meno peggio, ma sono differenze microscopiche.
Alessandro(Quota) (Replica)
@ Manolo: bisogna capire cosa si cerca. Tutto sommato potresti trovare qualche soluzione interessante in qualche paese asiatico e/o latino americano. Ho detto qualche, non tutti. Poi, in separata sede, posso entrare maggiormente nei dettagli.
P.S. condivido l’analisi di Alessandro nel merito, ma dovendo fare una scelta la farei radicale, quindi non prenderei in considerazione neanche i paesi di lingua tedesca, che comnunque non differiscono in quasi nulla dagli altri paesi europei.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
E te pareva che pe’ campà dovevo annammene in Argentina…
Manolo(Quota) (Replica)
Errore. L’Argentina è il più europeo dei paesi latinoamericani. Da evitare.
A seconda delle necessità suggerisco Cuba, il Venezuela, la Colombia e naturalmente il Brasile.
Poi sono molto interessanti anche il Messico e il Perù, ma siamo su un altro terreno. Ne parliamo alla prossima riunione del gruppo romano… :-)
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Personalmente sconsiglio tutto il Sud America, ed in particolar modo il Messico e l’Honduras, ovvero i paesi più violenti del mondo, ben più violenti degli Stati Uniti e di certi paesi dell’Europa dell’est, nonché dello stesso Sud Africa.
Consiglio qualche isola dell’Oceania.
sergio(Quota) (Replica)
p.s.:
http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/468205/
http://www.eda.admin.ch/eda/it/home/reps/nameri/vmex/rhmex.html
http://www.corriere.it/esteri/11_luglio_31/ciudad-juarez-capitale-narcos-killer-sessanta-euro-ettore-mo_b3050162-bb41-11e0-acae-70d086d49d73.shtml
http://lindro.it/Allarme-violenza-in-Brasile,9620#.UF4nCq5jMTA
sergio(Quota) (Replica)
Manolo >>> MASSE DI MATERIALE ORGANICO DI PROVENIENZA ENTERICA
*****************************************************
Gurdjieff?
Ethans(Quota) (Replica)
Sergio, non si parlava di violenza, ma di relazione maschile/femminile.
Se il tema sollevato da Manolo fosse stato quello della violenza, gli avrei consigliato di emigrare in Svizzera…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Io ritengo che l’ unica linea vincente della QM sia “tanto peggio, tanto meglio”, cioè sperare in quante più leggi e decreti antimaschili, e questo perchè finchè gli uomini non si sentono messi alle corde non si renderanno mai conto di questa discriminazione antimaschile. Ciò che ha creato l’esistenza di una QM è proprio l’ indifferenza e l’ omertà dei maschi, e senza autoconsapolezza maschile, quindi, non è possibile sconfiggere la misandria e la discriminazioine antimaschile, così come senza senso civico e spirito anti-mafia, non è possibile sconfiggere la mafia la quale solo sull’ indifferenza e omertà dei cittadini può sussistere.
Quindi speriamo in quante più quote rosa possibili, in quante più leggi anti-maschili possibili, in quante più incarcerazioni per false accuse possibili, in quanti più padri separati possibili. Insomma, speriamo nel peggio del peggio per gli uomini. Questa è la sola ed unica via per la risoluzione della QM.
Fidatevi di un raccoglitore di rifiuti organici come me.
Il Merdajuolo(Quota) (Replica)
Dubito, in verità, che una vera consapevolezza si raggiunga col tanto peggio quanto meglio. Credo che al massimo si arriverebbe ad una reazione di tipo più ribellistico/distruttivo che consapevolmente indirizzata a cambiare le cose dall’origine, La consapevolezza, cioè una vera “coscienza di genere” credo la si possa raggiungere con un lavoro lungo e paziente che consta certo anche delle dimostrazioni offerte dai casi concreti, ma dal quale non può restare fuori l’analisi delle cause da una parte, dall’altra il sapere che esiste una virilità vera e migliore di quella che i media veicolano ogni giorno.
armando
armando(Quota) (Replica)
Armando, ma anche se distruttiva sarà la risposta, meglio una risposta distruttiva che il rimanere a 90 gradi a prenderlo nel culo dalle milioni di Terragni di turno.. Prima degli anni ’80 si riteneva che il fenomeno mafioso non esistesse o che comunque fosse confinato solo in circoscritti ambiti rurali. Fu solo,negli anni ’80 e prima metà anni ’90, attraverso le stragi di poliziotti e magistrati e le bombe di MIano e Roma, che la società prese coscienza dell’ esistenza del fenomeno mafioso, e quindi l’appoggio e l’ omertà delle popolazioni diminuì, permettendo quindi l’ indebolimento della mafia.
La stessa cosa, per la QM. La stragrande maggioranza degli uomini crede di essere “oppressori” delle donne. Perchè così si sono sentiti dire sin da piccoli da genitori, insegnanti e tv.
Quindo dobbiamo sperare in tempi ancora più bui per gli uomini rispetto a quanto succede ora. Dobbiamo sperare nel peggio del peggio. Perchè solo quando gli uomini si troveranno tutti nella merda, fino e sopra al collo, in essi l ‘istinto di sopravvivenza prevarrà sulla dipendenza e subordinazione morale e psicologica nei confronti del femminile.
E fidatevi di me che di merda me ne intendo, perchè la raccolgo con le mie mani, perchè ci sguazzo dentro, perchè mi piace. La merda è molto utile. Solo un bel lavacro collettivo e generalizzato di merda su tutti gli uomini, potrà risolvere la QM.
W la cacca!
Il Merdajuolo(Quota) (Replica)
Concordo con “Il Merdajuolo”: per quanto riguarda il rapporto con l’altro sesso, l’uomo medio è realmente un coglione e pertanto per svegliarsi ha un assoluto bisogno di toccare il fondo, ovvero di sprofondare nella merda, se no resterà sempre addormentato a causa dei “respingenti” che gli impediscono di percepire e di vedere la realtà per quel che è.
Cosa sono i “respingenti” ?
Premesso che l’ argomento è di matrice più esoterica che scientifica, i respingenti sono previsti dalla natura affinché l’uomo non prenda consapevolezza della propria natura imperfetta e contraddittoria, degli auto-inganni; insomma affinché non cada preda della follia o apatia più totale, a meno che dietro un complesso lavoro preparatorio non possa uscire da tale condizione (l’ equivalente degli “iniziati” nel campo non profano, insomma).
——————
p.s.: ecco alcuni esempi lampanti di idiozia maschile allo stato puro.
———-
http://www.ilgiornale.it/news/silvio-confessa-uomini-inferiori-alle-donne.html
—-
http://www.ilgiornale.it/news/ha-ragione-silvio-sono-loro-pi-forti.html
Ha ragione Silvio sono loro le più forti
Vittorio Sgarbi
– Mer, 17/02/2010 – 03:02
commenta
Berlusconi ha ragione. Gli capita spesso. Non sempre lo esprime in modo universalmente condivisibile, ovvero come si dice oggi politicamente corretto. Ma io ho dovuto sostenerlo con rinnovati argomenti, quando affermò la superiorità dell’Occidente, indiscutibile se non riferita a una condizione antropologica, ma i diritti umani, della donna soprattutto e alle garanzie politiche. Qualcuno potrebbe sostenere che le condizioni politiche dell’Algeria, della Tunisia e del Marocco, Paesi musulmani tra i più avanzati del Nordafrica, sono paragonabili a quelle dell’Inghilterra, della Germania della Francia? E che l’azione giudiziaria obbedisca a teoremi e a pregiudizi politici non è forse dimostrato dai troppi processi iniziati con incriminazioni e arresti, e finiti con la piena assoluzione? Quanti ricordano le ingiuste accuse a Franco Nobili, Vito Gamberale, Francesco Musotto, Bruno Tabacci, Antonio Gava, Clelio Darida, Calogero Mannino e innumerevoli altri colpevoli soltanto di essere socialisti o democristiani?Berlusconi ha ragione. Questa volta sarà più facile riconoscerlo, anche se a qualcuno potrà sembrare una sparata o un paradosso: le donne, in politica e non solo, sono superiori agli uomini. Io e lui lo sappiamo da sempre, ma gli uomini più lucidi lo sanno allo stesso modo. Sono le madri, le sorelle, o anche le mogli che contribuiscono al successo anche del migliore degli uomini. Berlusconi, come me, pensa a sua madre, alla forza con cui ha tenuto la casa e sostenuto i figli, alla famiglia che poggia sul matrimonio (dono della madre) non sul patrimonio. Io ho grande ammirazione per mio padre, ma la forza l’ho vista in mia madre e poi in mia sorella, nell’organizzazione, nel lavoro, nella realizzazione di progetti. E nella mia fidanzata, tanto forte da non aver paura di apparire debole. Le donne hanno fantasia, concretezza; e sanno soprattutto come portare in giro gli uomini, come dominarli. Il nome stesso lo dice. Donna=domina. Anche sessualmente la donna domina l’uomo. Anche questo Berlusconi sa, e lo ha vissuto, con la moglie e anche con le donne incontrate in altre circostanze. La donna è più onesta dell’uomo. Conosce il valore del denaro, lo sa amministrare e non cerca illeciti vantaggi, perché sa di poterli avere, lecitamente, per la sua superiorità. E, se lo vuole, può avere tutto da un uomo. Farsi sua ed essere a sua disposizione per scelta, non per subalternità. E se vuole l’assoluta indipendenza può restare sola, e fare la puttana. Invece di dare tutto a uno, ed essere sua, magari chiedendo miliardi con la separazione, dare poco a molti, mantenendo l’indipendenza. La donna conosce ogni strada, può essere santa o puttana; superiore o inferiore (per scelta); mai uguale all’uomo. Berlusconi lo sa e lo dice, oltre ogni ipocrita pari opportunità. Inutile pretenderla, la parità la donna l’ha sempre avuta. È l’uomo che deve conquistarla, a partire dalla madre, e non farsi travolgere dalla superiorità naturale, dalla curiosità, dalla furbizia, dalla intuizione della donna che è riuscita a far credere di essere inferiore e di dovere ottenere un’uguaglianza che nessuno ha mai discusso. Certo non Berlusconi, certo non io.Una sola cosa forse non ha detto che sembra in contrasto con il suo, con il mio istintivo maschilismo: che dalle donne, ci viene con condiscendenza concesso. Per voi due, dice la gentile concessione, faremo un’eccezione: vi faremo credere di essere superiori. Ma è un gioco, una finzione. Il Concordato dice così: le donne sono superiori agli uomini meno che a Berlusconi e Sgarbi. Il lodo Berlusconi, il lodo Sgarbi. Ad personam. Fingiamo di crederci. Anzi, ne siamo convinti, per colpevole superbia. Ma le donne restano superiori.
misterno(Quota) (Replica)
Non mi intendo di “respingenti” e quant’altro (anche se devo dire che il tema è interessante e molto probabilmente contiene degli elementi di verità), ma di certo la nostra società è letteralmente infestata da ominicchi come Sgarbi e Berlusconi.
Prendiamo questa frase di quel mentecatto di Sgarbi:
>>
le donne, in politica e non solo, sono superiori agli uomini. Io e lui lo sappiamo da sempre, ma gli uomini più lucidi lo sanno allo stesso modo. Sono le madri, le sorelle, o anche le mogli che contribuiscono al successo anche del migliore degli uomini
>>
Bene, ipotizziamo pure che dietro i successi di certi politici ci siano sempre queste “superiori” donne, questo starebbe pure a significare che l’odierna crisi economica occidentale è da attribuire alle medesime, giusto? Voglio dire: se a “manovrare i fili” dietro le quinte, sono sempre e comunque le donne (mi rifaccio alle tesi di questi cretini, ovviamente), questo sta a significare che anche dietro gli sperperi, i privilegi dei politici e i loro quotidiani furti al popolo, ci sono le donne? O no? Dov’è che sbaglio? Perciò, se così è, di quale presunta superiorità intellettiva e morale* (le donne “sono più oneste”*…??) vanno cianciando questi ometti? Ma, soprattutto, se questi tizi considerano le donne superiori in ogni ambito della vita, perché non danno il buon esempio facendosi da parte e lasciando la propria poltrona ad una donna?
Marco(Quota) (Replica)
No. Perché di violenza femminile sugli uomini c’è né già tanta, basta vedere la notizia del tipo sfigurato con l’acido dalla sua ex ragazza (aiutata da un uomo) o altre notizie affini in cui le donne vengono giustificate (cosa vecchia) e le risate su uomini che vengono castrati come nel caso Bobbit.
Bisogna solo aprire gli occhi.
In effetti, “i respingenti” l’uomo è talmente speranzoso di trovare chi lo soddisfa sessualmente che passa sopra a tutte le sopraffazioni, cattiverie e rifiuti fatte dalla donna a cui si dedica….Solo con un trauma violento capiscono l’ingiustizia a cui sono sottoposti dall’altro sesso (come i padri separati e mazziati).
Se tra i mammiferi il maschio alfa è quello che picchia più forte e si becca tutto il branco delle femmine (cosa che ci appare criminosa), nel maschio umano ci sono caratteristiche simili per avere molte donne o una moglie da servire. Noi beta, non solo economici o perché brutti e timidi…ecc…ma perché abbiamo perso una partita con la vita, abbiamo il nostro diritto di boicottare gli alfa “criminali” che dedicandosi alle donne coprono i loro misfatti e denigrano il resto degli uomini. L’ho fatta un po’ semplice, perché ci sono stati uomini potenti come uno a me gradito: Ludwig II di Baviera che non ha mai avuto una donna, aveva disturbi psichici e alcuni dicono che era gay (ma per politica avrebbe potuto sposarsi)…?
Negli umani ci sono diverse sfaccettature…
Leonardo(Quota) (Replica)
“l’uomo medio è realmente un coglione”(Misterno)
Esattamente. Basta pensare tutti quegli uomini che se solo gli osi guardare “storto” la fidanzata o la moglie, ti massacrano di botte davanti agli occhi divertiti, compiacenti e istiganti della loro compagna. E pensare che a quest’ ultima basta pochissimo per lasciare il marito o fidanzato e ridurlo in disperazione, trattandolo quindi come unn giocattolo di cui prima o poi se ne sbarazza per comprarsi un altro nuovo e migliore.. Insomma, gli uomini massacrano altri uomini in nome dell’ “onore” di coloro, cioè le donne, che considerano la vita degli uomini di valore minore anche a quella di una lumaca(e non è una battuta).
Quindi il problema non sono le donne. Loro giustamente portano acqua al loro mulino. Il problema, quindi, sono gli uomini, la loro infinita coglionaggine. La QM trova, quindi, origine proprio nella coglionaggine maschile. A volte mi vergogno di essere maschio.
Il Merdajuolo(Quota) (Replica)
Merdajuolo,devo dire, romanescamente, che me fai spanzà. Quello che tu dici, che siamo cioè degli immensi coglioni, è vero ma va ridefinito, altrimenti è controproducente: tu lo dici con delusione, per magari far anche indispettire e inorgoglire chi orgoglio non ne ha più: però può essere un problema, perché in fin dei conti è come se dicessi che sì, siamo inferiori. Il che è quanto sostengono le femministe, cioè le donne, in sostanza (non tutte le donne sono femministe o misandriche: esistono infatti una discreta percentuale nella popolazione femminile di donne che non odiano gli uomini, tipo le bambine sotto i sei anni, le vecchie oramai dementi, le donne affette da disturbi mentali gravi tipo schizofrenia etc.).
Le donne, tutte ci ritengono inferiori. La realtà è che, nonostante la loro debolezza intrinseca (che sennò non starnazzerebbero così) effettivamente noi uomini occidentali, tutti, siamo ora debolissimi comunque. Ma non è un fatto ontologico: siamo ridotti così. Ci HANNO ridotto così.Come gli schiavi neri di 400 anni fa che non erano considerati nemmeno umani: buona parte di loro, ovviamente, malnutrita, analfabeta, vessata nelle piantagioni, autoconvinta di essere inferiore, effettivamente era ridotta in uno stato animalesco. Parlandoci, avresti pensato che effettivamente erano bestie. Noi uomini occidentali ora siamo così. Nasciamo da madri che spesso e volentieri avrebbero preferito una femmina e che, se tutto va bene, ci assillano per tutta l’infanzia con le loro cazzate femminili, mentre i padri non possono dire ba. Andiamo per decenni in dei merdai detti scuole dove tutti i docenti sono femmine, e dove guardacaso tutte le materie sono spiegate e declinate al femminile: tanta teoria, a volte tanto sentimento, niente pratica: grazie al cavolo che “le femmine sono più brave” (detto per inciso: in tutte le mie classi, dalle elementari al dottorato, i più bravi erano comunque maschi, sempre). La scuola è repressiva e mediocre per natura: chi vi riuscirà meglio, il Genere per natura ribelle e pratico o quello libresco e “follower?”. Arrivati al mondo del lavoro, troviamo una pletora di capi puttanieri, che considerano le donne degli uteri vaganti e che anzichè essere osteggiati dalle dipendenti/collaboratrici ne vengono ampiamente spompinati e blanditi in ogni modo, al punto che oramai sono propriamente maschili solo i lavori usuranti e pericolosi, e magari l’unica salvezza è che a qualcuno questi lavoracci piacciano. Tornati a casa dal lavoro siamo assillati da compagne proterve ed arroganti che appena le contraddiciamo ci buttano sul lastrico perché possono. Semplicemente POSSONO. Ora, il buonsenso dice, e la biologia conferma, che un organismo sottoposto a stress oltre ogni limite inevitabilmente finisce per essere poco efficiente, fisicamente e intellettualmente. Apprende tardi e male, anche se ha un QI di 140 si comporta come un oligofrenico(segue).
Manolo(Quota) (Replica)
(segue). Va da sé quindi, inevitabilmente, che se uno scattasse ORA una ISTANTANEA dell’Occidente senza effettivamente valutarne gli antefatti, potrebbe pensare che sì, effettivamente, tranne una piccolissima casta di potenti (che ovviamente saranno potenti perché lo meritano, come no), i maschi di Homo sapiens sono una pletora di vermi.
Vermi erano gli schiavi, vermi i proletari nelle fucine ottocentesche. L’essere umano è l’animale plastico per definizione: se gli dai una vita da bacarozzo, egli è, a tutto effetto, un bacarozzo. Caro merdajuolo, capisco il tuo intento sarcastico ed amaro, ma tieni conto che finirà e che vinceremo, presto o tardi. Sono oramai parecchi decenni che, che lo si voglia ammettere o no, comandano le donne, a ogni effetto. Già comandavano in realtà quando ancora le leggi, FORMALMENTE, le consideravano inferiori: come dice sempre il buon Marchi, nelle fucine ottocentesche ci andavano i maschi proletari a crepare, mica le loro mogli, che guardacaso poi esigevano a casa la loro parte di salario.
Comandano oramai da molto, da troppo: secondo il Marchi – e io condivido solo in parte – ciò sarebbe dovuto a una loro maggiore resilienza al desiderio sessuale che le porterebbe a essere “meno bisognose” rispetto al genere maschile, che viene quindi tenuto sotto scacco. In realtà io credo che siano perfettamente battibili anche sotto questo punto di vista: secondo me infatti la loro quantità complessiva di sesso è maggiore alla nostra, però le donne si sfogano con quelli che LORO considerano Alfa, determinando così una penuria artificiosa per i Beta: e sono i poveri Beta, infatti, e solo loro a essere affamati, e a dare quindi al sesso tutto il valore artificioso che NON HA: di qui, dunque, la prostituzione, la pornografia e via dicendo. Pochi maschi Alfa e quasi tutte le femmine scopano come ricci, in sostanza, e di qui ne consegue che sono gli uni pressoché SATURI di sesso, che sennò non si spiegherebbe perché le parafilie, scambismo etc. siano così diffuse soprattutto nei ceti alti: i Signori trombano così tanto che per sollecitarsi non gli basta più avere la bella topolina, devono metterci di mezzo le orge, i frustini, e così via. Le donne, dal canto loro, si satollano anch’esse con gli Alfa, e via così: solo i Beta stanno al palo, e guarda caso proprio per questo pensano sempre al sesso…perché non lo fanno. Se io entro in una città assediata e affamata con un pacco di pasta da un euro in mano, lì dentro lo vado a vendere a dieci euro: proprio quelli che ne hanno bisogno lo devono pagare di più. Se esco dalla città e vado in zona pacificata, la pasta la devo vendere alla gente sazia per un euro, sennò non lo vogliono. Se poi vado in un borgo opulentissimo, pieno di pastai tripponi a quelli la pasta la dovrò regalare, tanto per sperare che “un giorno si ricordino di me” e magari mi regalino la pasta se dovessi crepare di fame. Nel sesso le donne fan così: a quelli che non ne avrebbero bisogno LA SVENDONO, sperando in qualche romantica e miracolosa cazzata. Intanto soddisfano le necessità corporali, e poi hai visto mai…Per sembrare poi meno commerciali, la cazzata miracolosa la abbelliscono con le favole del Principe Azzurro e le propinano alle bambine per farle crescere uguali a loro… ho finito qui: una ultima nota per Fabrizio: capisco che un po’ quello che scrivo non lo condividerai, però pubblicamelo lo stesso. So che lo farai. NOI non siamo come le femministe…
Manolo(Quota) (Replica)
Una ultima nota. Secondo quanto scrivo su, uno dei modi per battere le femministe- quindi le donne- è appunto di smettere, ripeto, SMETTERE di dare importanza al sesso. Siamo arrivati a un punto in cui a un poveraccio, anche se palesemente NUN JE VA, deve fingere di avere appetito sessuale per non sembrare “frocio”, o comunque debole: siamo arrivati al punto che se oltre a essere sdegnato dalle femmine uno alle femmine NUN CE PENZA, deve fare finta di pensarci, sennò apriti cielo…! Di qui poi tutta la patologia sessuale e le chiacchiere sull’impotenza psichica, che in realtà altro non è che autodifesa emotiva maschile, autodifesa contro un femminile invadente, protervo, castrante. Io personalmente ci sono passato spesso, ultimamente, e devo dire che ancora un po’ me ne vergogno, per via del retaggio machista – profemminista che ci portiamo dietro. Oh, sia chiaro – chi mi conosce lo sa – che io personalmente – e gli idioti femministi che passano sui forum me lo contestano, ovviamente – NON sono un gobbetto sfigato con la panza e gli occhialini tondi, e tantomeno una capra analfabeta ; e tralaltro, a giudicare da sguardi, commenti, strani accadimenti, un certo successo potrei averlo anche…ma detto tra noi, che successo sarebbe poter dichiarare un giorno “AH! IO SONO STATO A LETTO IN VITA MIA CON 3000 DONNE!”, se emotivamente parlando è equivalente a dire “AH! IO IN VITA MIA HO CUCINATO TREMILA SEPPIE?”. VIsta l’inconsistenza, la banalità e l’odiosità delle femmine occidentali, oggi come oggi mi tengo le seppie…eccheccazzo.
Comunque, di donne ne ho avute finora molte meno di tremila…e preferirei averne avute ANCORA MENO.
Manolo(Quota) (Replica)
Scusate se sembro ossessivo, ma devo ribadire il concetto riassumendolo: se mediamente oggi le donne occidentali son divertente, simpatica e coinvolgente quanto una busta di calamari surgelati°, che vanto ci deve essere nel frequentarle e farci sesso? Nessuno. Secondo me il vero fico oggi è quello che dice di essere vergine a 50 anni. Peccato non essere ancora vergine, quanti divertimenti migliori mi sono perso.
(° i calamari surgelati – e le seppie -possono a scelta essere sostituiti, nel discorso, con cozze, vongole, cannelli, o anche oggetti inedibili quali sassi, perline colorate , specchietti: tutte cose la cui frequentazione e utilizzo risulta oggigiorno più edificante che uscire con una ragazza)
Manolo(Quota) (Replica)
“una ultima nota per Fabrizio: capisco che un po’ quello che scrivo non lo condividerai, però pubblicamelo lo stesso. So che lo farai. NOI non siamo come le femministe…” (Manolo)
Caro Manolo, mi stupisce il fatto che tu posso chiedermi una cosa simile. Ma figurati se posso censurarti per aver espresso un’opinione in parte diversa dalla mia!
Ciò detto, ricordo ancora una volta che in questo blog fino ad ora sono stati bannati solo i provocatori, i cosiddetti troll e i guastatori di professione, ma nessuno per le proprie idee.
Peraltro, nel caso specifico dei tuoi ultimissimi commenti, condivido al 90% la tua analisi, in particolare la lettura in chiave di economia politica della vicenda che come sai, faccio mia al 100%.
La sola cosa sulla quale non sono d’accordo, è sulla simmetria sessuale, cioè sul fatto che le donne abbiano in tutto e per tutto lo stesso nostro tasso di desiderio sessuale. Ma su questo punto specifico ti avevo già risposto in un precedente (lungo) post pubblicato il 13 settembre scorso nell’ambito dell’articolo “Natura e cultura” che forse ti è sfuggito e che ti invito a rileggere.
Io non sostengo affatto (e non ho mai sostenuto) che le donne non abbiano nessun genere di desiderio sessuale. Sostengo che il loro desiderio sia di diversa natura, di diversa intensità, a seconda delle circostanze, e molto meno prepotente di quello maschile. Il desiderio sessuale maschile è più o meno sistematico e costante, e soprattutto non condizionato da altri fattori che non siano l’attrazione fisica in sé. Per le donne non è la stessa cosa, come è evidente a tutti noi. Lo dimostra proprio il fatto che siano attratte dai maschi alpha come le farfalle notturne sono attratte dalla luce.
Ma questo comporta necessariamente un bisogno sessuale meno impellente e di conseguenza più gestibile e canalizzabile in una direzione piuttosto che in un’altra.
E’ vero che i maschi alpha scopano come ricci, come dici giustamente tu, ma è altrettanto vero che non tutte le donne scopano con i maschi alpha, per una semplicissima ragione matematica e statistica: sono troppe più numerose le donne “beta” rispetto agli uomini alpha. Il problema è che, come tu stesso hai ribadito, per una legge di economia politica (che ricordo, si fonda sulla legge della scarsità per alcuni, la maggioranza, e dell’abbondanza per altri, pochi), le donne beta la svendono agli alpha (non avendo nessuno o scarso peso specifico nei loro confronti) e la vendono a caro prezzo agli uomini beta.
Ma possono farlo proprio perché il loro tasso di desiderio sessuale è minore, e quindi (molto) maggiormente gestibile rispetto a quello degli uomini.
Ciò non significa che non abbiano desiderio sessuale. A mio parere, forse condizionato dalla tua esperienza personale, tu confondi la potenza sessuale di cui dispongono le donne (sicuramente di gran lunga superiore a quella degli uomini), con il loro bisogno sessuale. Fai attenzione. Sono due aspetti completamente diversi.
La stessa donna che con te si produce in un sesso sfrenato perché ti ha individuato, per centomila ragioni diverse, come il maschio alpha del momento (indipendentemente se tu lo sia o meno), o semplicemente perché le piaci (ma per le donne, le due cose sono difficilmente separabili) è la stessa che, nel momento in cui non ha nessuno per le mani che le interessa, è in grado di vivere serenamente e tranquillamente senza nessuna particolare impellenza sessuale (cosa che per gli uomini non è). Anche perché, come ben sappiamo, se proprio ne avesse voglia, nell’arco di 20 minuti o poco più, è sufficiente che entri in un pub o faccia una passeggiata, spalanchi un bel sorriso ammiccante a uno che le piace e nell’arco di mezz’ora, se veramente lo vuole, se lo è già portato nel suo letto.
Sappiamo bene che per gli uomini così non è…
Questo per dire appunto che la potenza sessuale delle donne, per esplicarsi, ha bisogno di determinate circostanze (non sempre, ovviamente, parlo in linea generale, le leggi si fanno sul generale, non sul particolare). Ma questo è appunto possibile, grazie al fatto che il loro bisogno sessuale è minore (in uno dei miei video porto l’esempio dell’acqua da bere). Ed è questo minor bisogno sessuale che le pone nella condizione di poter comunque gestire gli uomini e che rende possibile quella legge di economia politica a cui tu stesso facevi riferimento.
Non devi confondere o sovrapporre il loro desiderio di accoppiarsi con i maschi alpha con il loro bisogno sessuale. Le due cose non sono in relazione. O meglio, lo sono solamente nella misura in cui la libido femminile, essendo diversa, anche e soprattutto a livello psichico, da quella maschile, viene sollecitata in presenza di un maschio alpha (o in ogni caso quell’uomo che in quel momento e in quel contesto specifico loro hanno comunque voluto individuare come maschio alpha, indipendentemente se lo sia o meno, o comunque un uomo che, per le più disparate ragioni, sia di loro gradimento) ed è questo che le sollecita sessualmente.
Mi pare che tu faccia invece un po’ di confusione su questi due piani, forse, come ripeto, è un errore dovuto alle tue esperienze personali (che in parte conosco). In parole ancora più povere, non devi pensare che quella che con te si scatena, abbia il tuo stesso desiderio sessuale. Non è così, si scatena con te perché ti ha individuato come il suo uomo (in quel determinato momento), e questo sollecita nel contesto dato e nella situazione data, la sua libido. Ma questo suo scatenarsi non ha nulla a che vedere con il bisogno, che lei può soddisfare, a differenza tua, in qualsiasi momento. Cosa che in linea di massima(tranne rari casi) non fa perché non le interessa, e non le interessa perché fondamentalmente non ne ha bisogno. E il cane ricomincia a mordersi la coda.
Ciò detto, sia chiaro, indipendentemente dal fatto se l’analisi corretta sia la mia o la tua, quello che conta (l’esperienza empirica e l’agire pratico, cioè la prassi) è che le cose stanno nel modo che sappiamo e che la relazione MM/FF è sostanzialmente regolata da meccanismi e da leggi di ordine economico (e qui sarebbe necessario riaprire la solita annosa questione della relazione fra natura e cultura sulla quale personalmente ho speso fiumi di parole e di inchiostro e non ci torno più perhcè dovrebbe essere ormai nota più o meno a tutti: è impossibile separare natura e cultura).
Questo è il punto vero. Chi non lo ha capito, non ha capito nulla della relazione fra i sessi. Conclusione amara e anche decisamente presuntuosa da parte mia, me ne rendo conto. Ma è ciò che penso e sarei ipocrita a non dirlo. D’altronde, meglio (credo) un presuntuoso onesto che un ipocrita (e falso) modesto.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
(Manolo)
Comandano oramai da molto, da troppo: secondo il Marchi – e io condivido solo in parte – ciò sarebbe dovuto a una loro maggiore resilienza al desiderio sessuale che le porterebbe a essere “meno bisognose” rispetto al genere maschile, che viene quindi tenuto sotto scacco. In realtà io credo che siano perfettamente battibili anche sotto questo punto di vista: secondo me infatti la loro quantità complessiva di sesso è maggiore alla nostra, però le donne si sfogano con quelli che LORO considerano Alfa, determinando così una penuria artificiosa per i Beta
***********************************
Manolo, guarda che non tutte le donne son fighe, eh…
Voglio dire: non è che un cesso qualunque, ma anche una tappetta carina, possa scopare con tutti i cosiddetti “alpha” che “desidera” (mah…).
Queste sono teorie maschili, idee distorte degli uomini, che tendono a mitizzare le donne e a trasferire le proprie fantasie e i propri desideri nell’altro sesso, attribuendogli voglie sessuali superiori agli uomini.
Lo sostenevano anche i greci e gli antichi romani, così come lo sostengono tutt’oggi i musulmani.
Ora, come numerosi uomini del momas hanno più volte fatto notare in passato, resta “il mistero” millenario della prostituzione femminile e del fatto che le “tossiche” riescano a farsi pagare dai pusher… (sia “beta” che “alpha”…)
Manolo, tu l’hai mai visto un tossico – quindi un “bisognoso” – farsi pagare dallo spacciatore…?
Insomma, se così fosse bisognerebbe trarne le dovute conseguenze, ossia che gli uomini sono veramente degli autentici e irrecuperabili idioti.
Inoltre, ci sarebbe anche da aggiungere che molti uomini “beta” non sono interessati alle donne “beta”, bensì alle donne “alpha”, dicesi pure alle fighe e strafighe, ragion per cui è anche ovvio che l’insuccesso sia quasi garantito…
*************
PS: Secondo me, quando si parla di Occidente, bisogna specificare anche a quali luoghi ci si riferisce di preciso, perché pure il Centro e Sud America è Occidente, ma non mi risulta che la realtà di quei luoghi sia paragonabile a quella del Nord America o dell’Europa dell’Ovest (mi riferisco solo al rapporto fra i due sessi).
Fabio(Quota) (Replica)
Car amici…beh, effettivamente si discute di sottigliezze. Su un punto forse, però, sarete d’accordo con me: se vogliamo vincere, dobbiamo smettere di dare importanza al sesso. Se anche un uomo, ammesso e non concesso, ha tutto questo bisogno, bisogna agire con la volontà su quello, cazzo. Non s’è mai visto un uomo morire se non scopa per un anno. Non credo nemmeno che la rinuncia sia poi così deleteria per la psiche: secondo me anche il sesso è un bisogno indotto. Il sistema femminista-capitalista ci propina zinne, culi, fregne per ogni dove e noi lì a credere, a sbavare, a desiderare…secondo me se vivessimo in amene località di campagna senza media e pubblicità ci basterebbe una sana trombata mensile o poco più. Magari è vero che i maschi desiderano, nell’immediato, un po’ di più, ma quel di più non è secondo me un 200% in più, ma un 10, o 20%…fermo restando poi che un maschio si spegne presto e facilmente, una femmina per godere sul serio, fisicamente e di testa, deve fare davvero le capriole. Ma forse sono troppo puritano…per quanto riguarda la “censura ” di Fabrizio, facevo per dire – tanto lo sai che bene o male la pensiamo simile.
manolo(Quota) (Replica)
Per quanto riguarda il discorso Alpha, Beta eccetera, continuo a sostenere poi – ma qui credo che siate abbastanza in accordo con me – che la specie umana è artificiosamente Alpha indotta -per motivi, come sempre, politici e commerciali, e sulla natura commerciale del rapporto fra sessi, Fabrizio docet, io ci metto non il braccio, ma lo scroto, sul braciere. Cosa significa Alpha indotta? Quello che dicevo in altri post. I “fighi” e gli “sfigati” esistono, in natura, ed effettivamente anche tra noi. Io – che sfigato non mi sento per niente – non mi scandalizzo troppo se un fotomodello con un QI di 180 scopa più di me; il problema è che il sistema attuale crea artificialmente UN Alpha ogni dieci, centomila beta, o peggio, quando in natura la cosa sarebbe molto più in relax: probabilmente un Alpha ogni tre o quattro beta, a dire tanto. Quindi, anche a volere entrare nella logica perversa di “voler dimostrare a tutti i costi alle femmine che io valgo”, la cosa dovrebbe risultare relativamente agevole. In realtà sappiamo che non è così, perché sul mercato una donna vale sei o sette volte un uomo. E non è vero. A me risulta che fra due persone vale di più quella che rischia, che combatte, che crea, che muore nell’atto di fare; e da questo punto di vista, mi spiace per voi, care femministe maledette da dio, non c’è proprio storia: la superiorità maschile è semplicemente devastante.
manolo(Quota) (Replica)
Sul fatto che non si debba dare importanza al sesso, beh, questo è possibile solo quando un uomo fa sesso, altrimenti è un compito un po’ improbo, perché è, quasi, come chiedere a un affamato di non pensare al cibo. Certamente non si può spiegare la subalternità del maschile rispetto al femminile, nella nostra società, tacendo l’aspetto sessuale, che però rimane solo uno dei fattori che la spiegano. La società italiana, nella sua componente maschile, è “affamata” di sesso solo in minima parte perché continuamente sollecitata da immagini di nudità femminile, ho fatto spesso riferimento a società primitive dove la nudità è esposta in maniera ben più plateale della nostra e dove non si riscontra per niente “fame” di sesso( ecco perchè ho sempre sostenuto che la battaglia contro la “provocazione sessuale femminile” è priva di senso in ambito di movimento maschile), quanto perché la nostra società è sessualmente inibita, nel senso che non fa sesso, se non all’interno di relazioni stabili, con eccezioni che confermano la regola. Certo, ci sono i cosiddetti uomini alfa, ma questi sono una minoranza che non sposta più di tanto la media. Ovviamente questo accade perchè la donna si nega sessualmente all’uomo se non a determinate condizioni, molto onerose per il primo, soprattutto se si tratta di un uomo “beta”. La sessualità non è cioè una libera espressione di piacere tra due esseri maturi e consenzienti, ma è una trattativa economica, dove l’uomo avanza una proposta e la donna la valuta. L’intuizione del “sesso ludico”, sull’accezione del termine si può discutere, ma un po’ tutti sappiamo cosa grossomodo intendiamo utilizzando quest’espressione, sarebbe una delle soluzioni al problema, da parte maschile, chiaramente osteggiata da parte femminile, perchè vorrebbe dire perdere uno degli strumenti con cui la donna può tenere sotto controllo l’uomo. C’è chi sostiene che la donna per ragioni naturali non può adottare un tale approccio alla sessualità, e ciò può anche essere vero, ma fino a un certo punto, in quanto la “mercificazione” della sessualità va ben al di là di quanto sarebbe “naturalmente” plausibile.
Di conseguenza che fare? In attesa che la rivoluzione più difficile di tutti i tempi si compia, cioè quella sessuale, e Fabrizio scrive bene quando ne parla della più grande truffa mai propinata, si può operare, per esempio, per una seria legalizzazione della prostituzione, che è tutto fuorchè la soluzione, ma che è sempre meglio dell’ipocrita baratto a cui tutti i giorni si deve sottostare.
P.s.: tante donne non sono nemiche degli uomini, Manolo. Alcune scrivono anche in questo sito. Ci sono uomini molto più ostili ad altri uomini di quanto lo siano alcune donne.
Alessandro(Quota) (Replica)
Di deresponsabilizzazione femminile si parla nell’articolo.
Ora pensiamo alle figure che da ragazzini/e ci educano e ci insegnano a vivere e dovrebbero, di conseguenza, anche insegnarci la responsabilizzazione e la responsabilità.
Gli insegnanti per esempio.
Ragazzini sospesi da scuola, perchè sorpresi a guardare la fotografia della professoressa in topless, peccato che quella foto sia capitata sui loro tablet pare per un errore dell’insegnante, tutti sospesi “stai punito”. Proviamo a pensare a una situazione opposta. Un professore si sbaglia, invia sui computer, sui tablet, sui telefonini, insomma ovunque possa essere vista, l’immagine di lui nudo a quattro alunne. Che si incantano a guardare quell’immagine. Pensate che le sospenda o le punisca per l’ardire? O pensate che, presagendo conseguenza ben più gravi (richiami dal Preside se gli va bene, se gli va male una denuncia per molestie sessuali) non ritiri e cancelli immediatemente le foto sperando nel silenzio delle alunne?
Guardano foto hard della prof sul tablet: sospesi
Rita(Quota) (Replica)
riprendo questo articolo perchè su “donne di fatto” c’è un commento che parla del movimento
—————————————————————————–
tempo fa mi sono imbattuta per caso in un sito dedicato agli uomini beta. se con l’espressione uomo alfa si intende il maschio dominante, volitivo, sicuro di se stesso, competitivo, con l’espressione uomo beta si intende l’uomo normale, consapevole dei suoi limiti e, per questo insicuro. sono gli uomini che non si reputano vincenti. non so cosa voglia dire essere vincente. forse un essere umano di sesso femminile è tendenzialmente meno desideroso di affermazione. a me basta fare, entro i giusti limiti, quello che mi pare, quando mi pare, come mi pare e con chi mi pare. lascio volentieri agli altri battaglie e guerre. non mi interessa essere vincente e -posso assicurare – non mi interessa frequentare vincenti. i vincenti sono infatti sempre un po’ prepotenti e frequentare un prepotente è il modo migliore per fare sempre quel che altri vuole e non è questo esattamente il mio obiettivo. curiosamente gli uomini beta sono convinti di essere scarsamente attraenti. gli uomini beta si sentono vessati: in caso di divorzio alla donna viene garantito e concesso tutto, a spese dell’uomo che, sempre più spesso, non ha neanche il necessario per riuscire a sopravvivere in maniera decorosa. sarebbe interessante capire di più sia del mondo maschile, che di quello femminile. se una donna è così stupida da essere attratta dal maschietto alfa-dominante in effetti crea una condizione di subalternità. se un uomo è così stupido da non distinguere una donna urba e scaltra da una schietta e generosa, crea una situazione di potenziale danno per se stesso. ben vengano convegni che aiutino a capire chi sono i sopraffatori e come evitarli. da entrambe le parti.
————————————————————————-
Il bello (o brutto) e che si parla su un articolo che tratta dell’unico movimento maschile degno di nota cioè Maschile Plurale
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/15/cosa-cambia-se-mutano-desideri-degli-uomini-a-roma-convegno-di-maschile-plurale/530437/#disqus_thread
mauro recher(Quota) (Replica)
………………………………………
Lo avevo letto. Ma non mi andava di “ingrassare” con qualche mio commento un post che parla dei Plurali.
Esilarante il passaggio:”Alcuni di noi si confrontano con le realtà degli altri Paesi – dice Leiss – ma restiamo comunque molto ancorati a quel che accade sul territorio italiano che ha una serie di peculiarità che non possiamo ignorare. Tra queste la violenza contro le donne.”
Pecularità. E si. Come no. Siamo notoriamente uno dei paesi più violenti al mondo contro le donne.
Buffoni …. 👿
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
La prossima volta che distinguo di qui, no femminista ma antisessista specifico di là, parliamo di uomini di qua, i desideri degli uomini di là, mio fratello è figlio destocazzo di qui, ricordategli questo:
“Alberto Leiss, uno dei fondatori, insieme, tra gli altri, a Stefano Ciccone e Marco Deriu, è molto chiaro: «Nessun uomo si può chiamare fuori, altrimenti si rischia di essere edificanti. C’è nella sessualità maschile qualcosa che riguarda alla radice la violenza. Non solo la violenza sulle donne. Anche la violenza politica, la violenza bellica hanno un segno maschile».”
A Leiss: mavaffanculo. Edificante della mia ceppa.
h–p://maschileplurale.it/cms/index.php?option=com_content&view=article&id=664:nov-2012-qse-gli-uomini-parlano-della-violenzaq-di-bsarasini&catid=55:qho-lettoq&Itemid=50
Marco Pensante(Quota) (Replica)
Marco Pensante,
Mi associo con convinzione al VAFFANCULO di Marco P. nei confronti dei personaggi in questione. Quel VAFFANCULO che, purtroppo, per ragioni di “realpolitick”, non ho mai fino ad ora potuto dirgli dal vivo (ma non è detta l’ultima parola…) Qui mi posso permettere questo lusso anche se penso di essere monitorato da tempo e quindi non escludo che un domani qualcuno possa riportare queste mie parole per sottolineare quanto siano triviali, e maneschi e violenti gli “ometti beta”…E va bè, ‘sti cazzi, si dice da queste parti…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Cari uomini beta, mi sono imbattitua per caso sul vostro sito mentre cercavo altro su google. Ma per curiosità ho voluto continuare a leggere. Mi fate una grande tenerezza. Ma sapete che molte delle vostre preoccupazioni sono le stesse preoccupazioni, gli stessi pensieri di molte donne? Sì, di quelle donne non sono vincenti, non sono visibili sui media, non sono conformi ai canoni estetici che vanno per la maggiore, che sudano il loro modesto stipendio, che hanno un futuro incerto, precario … le donne beta, per intenderci, quelle che detestano gli uomini beta, e che mai e poi mai si sognerebbero di rincorrere qualcuno per avere soldi, perchè hanno il senso della dignità, e sannno che è la dignità che va difesa ad ogni costo.
Perchè se c’è una cosa che ci danneggia, a noi uomini e donne beta, è l’arronganza del maschio alfa e della corte dei miracoli di cui si circonda. E queste donne beta cosa chiedono agli uomini beta? Niente, a parte essere rispettate, poter essere se stesse, senza doversi conformare a stereotipi, ed essere trattate alla pari. E anche un po’ di affetto. E cosa offrono agli uomini beta? Niente di speciale. Solo rispetto, affetto e la possibilità di essere se stessi …
Oggi viviamo in un mondo dominato dalla diversità, e dobbiamo saper scegliere. Scegliere bene è alla base di tutto. Premesso che avere un compagno o una compagna non è per nulla obbligatorio, dobbiamo saperlo scegliere. Quindi uomini beta cercate per voi una donna beta, che abbia qualcosa in comune con voi ovviamente (non è che i beta pensino tutti allo stesso modo) e instaurate con lei un rapporto beta, in cui nessuno deve dimostrare niente a nessuno, e in cui tutti abbiano consapevolezza dei propri limiti e sanno chiedere scusa, e tutti rifiutano la mercificazione dei corpi e degli affetti. E se per caso dovesse finire, che finisca nel modo beta, cioè senza rancori e senza vendette, e senza rovinare nessuno.
E gli amici? I colleghi e le colleghe? Che siano beta pure loro! Gli arrampicatori e arrampicatrici per cui tutto è lecito non fanno per noi. Teniamoli lontano e ne guadagnamo in salute.
Io però ho l’impressione che voi uomini beta vogliate un ritorno al passato, a quella realtà in cui alle donne non veniva riconosciuto il diritto a decidere della propria vita, e una certa prevaricazione da parte degli uomini era ritenuta accettabile. Vi prego, ditemi che non è così. Ditemi che non siete dei semplici tradizionalisti e che non è l’aspirazione di noi donne alfa ad un rapporto paritario quello che non vi sta bene. E soprattutto dite chiaramente che chi usa il corpo delle donne come merce, chi usa loro violenza sta sbagliando, proprio come io sono pronta a dire che molte donne sbagliano con voi.
Mary(Quota) (Replica)
Mary, non pare un po’ strano anche a te che sempre più spesso oggi, quando ci si incontra nella vita reale o virtuale, si senta questa esigenza di dissociarci dalla violenza,di mettere le mani avanti, gli uni con gli altri? Per me è come si dice in informatica il default, non serve nemmeno dirlo, e ci tengo che le cose restino così. Una parte delle nostre battaglie, mi faccio interprete del pensiero altrui ma non credo di sbagliare tanto, consiste nel preservare e rifondare se serve un mondo dove ci sia fiducia reciproca e non diffidenza. Noi riteniamo che i poteri oggi stiano introducendo una conflittualità strumentale tra i generi, sempre di più. E non siamo d’accordo.
Credo che per rispettare gli altri si debba prima rispettare sé stessi, e una propaganda che continua a dire agli uomini, soprattutto ai ragazzi, che la loro maschilità è origine del male, consegue in una perdita di autostima che porta in direzione contraria. La vedo così. Uomini beta è più che altro la sintesi di una lettura socio-politica.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Mary,
“Io però ho l’impressione che voi uomini beta vogliate un ritorno al passato, a quella realtà in cui alle donne non veniva riconosciuto il diritto a decidere della propria vita, e una certa prevaricazione da parte degli uomini era ritenuta accettabile. Vi prego, ditemi che non è così”. (Mary)
Infatti non è così. Tranquilla. La tua è un’impressione sbagliata.
Noi non vogliamo un ritorno al passato, per la semplice ragione che non crediamo affatto, contrariamente alla narrazione femminista, che quel passato abbia rappresentato l’età dell’oro per gli uomini beta (cioè quegli uomini, la stragrande maggioranza, non appartenenti alle elite sociali dominanti). Tutt’altro. Pensiamo invece che per quegli uomini quel “passato” sia stato non meno gravoso e doloroso di quanto non lo sia stato per le donne, e forse più, anzi, a mio parere senz’altro di più…
Quindi nessuna nostalgia di un passato che non ci appartiene. Per approfondire nel merito ti consiglio di leggere questo articolo https://www.uominibeta.org/editoriali/il-dover-essere-e-i-maschi-beta/
“E soprattutto dite chiaramente che chi usa il corpo delle donne come merce, chi usa loro violenza sta sbagliando, proprio come io sono pronta a dire che molte donne sbagliano con voi”. (Mary)
Cara Mary, sono innanzitutto le donne che devono smettere di usare il loro corpo come merce, praticamente e concettualmente. Quando lo faranno, avranno fatto la loro VERA rivoluzione, quella che fino ad oggi, a mio parere, non hanno mai fatto. Ne parlo ampiamente nel mio libro https://www.uominibeta.org/libri/le-donne-una-rivoluzione-mai-nata/
Riguardo alla violenza, è ovvio e del tutto superfluo sottolineare che siamo contro ogni forma di violenza su chiunque (e da chiunque venga esercitata): donne, uomini, omosessuali, minori, anziani ecc.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Mary, fermo restando che nemmeno io vorrei ritornare al passato, per il semplice motivo che credo che l’essere umano sia la specie più in grado di modificare l’ambiente per il suo benessere e di conseguenza, tornare indietro significherebbe stare peggio tutti a livello generale, sai cosa mi colpisce da donna nel discorso ossessivo di questo “terrore” del ritorno al passato dei ruoli che è stato inculcato e viene continuamente riproposto? Che non è così ossessivo nelle persone anziane, che, a rigor di logica, avendolo vissuto sulla propria pelle, ne dovrebbero prendere maggiormente le distanze. Forse l’aspetto terrorizzante del passato non era tanto nella mancanza o nella limitazione di potere decisorio, ma stava in altro…forse il bersaglio e il metodo (occuparsi del benessere di una parte pensando che bastasse e che le sue ricadute servissero a tutti) non sono stati proprio centrati.
Rita(Quota) (Replica)
@ Mary
ti hanno risposto egregiamente Roberto, Fabrizio, Rita per cui non ci ritorno su.
Nel tuo intervento però, sarà un errore (o un lapsus?), inizi come donna, donna qualsiasi (donna beta diciamo) e finisci con: “ Ditemi che non siete dei semplici tradizionalisti e che non è l’aspirazione di noi donne alfa ad un rapporto paritario quello che non vi sta bene.”
Per cui sale spontanea la domanda: chi sei?
Alfa, beta, gamma …. o cosa?
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
@Luigi: volevo dirlo anch’io avendo notato il refuso, ma poi mi sono frenata perchè sto lavorando sulla repressione della maestrina dalla penna rossa che è in me.. ma visto che ci siamo, scusate prima di ucciderne lo spirito la lascio libera e segnalo anche un altro lapsus (che spero non sia freudiano)
“le donne beta, per intenderci, quelle che detestano gli uomini beta”.
Rita(Quota) (Replica)
Tutti “refusi” che avevo notato anche io…del resto erano molto evidenti…ho preferito “volare alto”, o meglio, sorvolare…poi se no mi si accusa di essere troppo spigoloso…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)