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Mi sono recato ieri alla presentazione del libro di un mio amico e in quello stesso contesto ho incontrato un dirigente politico attualmente del PD e per dieci anni circa parlamentare prima del PDS e successivamente dei DS. Gli avevo segnalato il sito degli UB ormai diversi mesi fa, così come lo avevo segnalato ad altri dirigenti e militanti di varie formazioni politiche della sinistra. Gli ho chiesto, a margine del convegno, se per caso lo avesse visitato e cosa ne pensasse.
Lui ha accennato un sorriso sornione che lasciava intendere che la nostra è un’iniziativa a dir poco stravagante. Ci mettiamo comunque a parlare dell’argomento e intuisco che anche lui è ben cosciente della situazione ma ovviamente si guarda bene dal sollevarla. Ad un certo punto mi dice queste testuali parole:”Fabrì, la questione che poni è troppo avanti, hai precorso i tempi; non ci sono le condizioni per prenderla in mano da un punto di vista politico. Nessun politico lo farebbe oggi perchè sarebbe come darsi la zappa sui piedi. Può essere sollevata da un punto di vista culturale, come fai tu, ma non di più. Sei andato troppo avanti, hai gettato il sasso troppo più in là della siepe, la politica, come sai, ha i suoi tempi, e questo non è il tempo per affrontare questo tema”.
Abbiamo anche approfondito un pochino la questione e sostanzialmente lui era anche d’accordo sull’impianto complessivo della nostra tesi e concordava sul fatto che oggi la grande maggioranza degli uomini “normali” non è in grado di esercitare alcun potere sulle donne; se mai è proprio il contrario. Era perfettamente al corrente della condizione degli uomini e dei padri separati ma non sapeva assolutamente nulla sul fatto che il 95% dei morti sul lavoro sono uomini. E questo è uno dei dati più interessanti perché ho verificato che è quello che praticamente quasi nessuno conosce.
Ha aggiunto che nella sua carriera politica ha verificato a tutti i livelli, specie in quelli più alti, come i comportamenti delle donne fossero i più cinici, spietati, privi di qualsiasi etica o rispetto per l’altro/a, pur di fare carriera, e ha aggiunto che allo scopiazzamento dei peggiori comportamenti maschili di sempre, le donne hanno portato il valore aggiunto di quello che da sempre è il loro lato peggiore, cioè l’utilizzo strumentale e finalizzato della sessualità.
Nondimeno è un uomo che non solleverà mai la questione, giudicata da lui stesso appunto come assolutamente reale e concreta ma altrettanto assolutamente impossibile da portare avanti politicamente. “Troppo “avveniristica”, ci vorrà ancora troppo tempo, ma prima o poi, non sappiamo quando, esploderà”. Queste le sue parole.
Un atteggiamento vile. Questo è quello che penso e anche se dovesse leggere questo articolo, va bene lo stesso. Può forse servirgli come stimolo. D’altronde non è certo il solo a mettere la testa sotto la sabbia…
Il soggetto in questione ha poco più di 50 anni e gode già da qualche anno della pensione da deputato (lui è intorno ai 4.500 euro netti al mese e per tutta la vita, valutata in base all’anzianità di servizio”)…Tradotto in soldoni, non ha mai lavorato nella vita e continuerà a non fare nulla con un vitalizio di quel calibro a spese dei contribuenti (cioè dei lavoratori dipendenti che sono quelli che con certezza pagano le tasse nonchè gli stessi che lui e quelli come lui dovrebbero difendere). Lasciamo perdere questo aspetto perchè altrimenti dovremmo addentrarci in ben altri discorsi (comunque non estranei alla QM)…Stendiamo un velo pietoso (si fa per dire). L’oggetto ora è un altro.
Ho ritenuto utile raccontarvi questo episodio per mettervi al corrente di quale sia la situazione. E questo è il modo di pensare di un uomo che potrebbe permettersi il massimo della libertà essendo un “super garantito”, di fatto un neoaristocratico, come ce ne sono molti, perchè di questo si tratta, nulla più e nulla meno. Ciò nonostante se ne guarda bene dall’assumere posizioni scomode se non eretiche come la nostra. Chi glielo fa fare?
Dalle stelle alle stalle (si fa per dire), se tanto mi dà tanto, pensate per un uomo “normale”, sottoposto a mille forme di ricatto sociale e umano, quale possa essere la fatica a livello personale per arrivare a compiere una scelta come quella che abbiamo fatto noi (mi domando spesso se siamo dei pazzi o degli eroi o forse entrambe le cose), cioè quella di impegnarsi pubblicamente per i diritti degli uomini (beta).
O forse, rovesciando il paradigma, è proprio questa la forza degli uomini “normali”, cioè quella di non avere ormai quasi più nulla da perdere. Forse dobbiamo aspettare che quel “quasi” scompaia del tutto. Probabilmente ci siamo vicini e non ci vorrà molto tempo, storicamente parlando. Il problema, a quel punto, sarà quello di capire in quali condizioni saranno ridotti gli uomini…
Sembra purtroppo (e sottolineo purtroppo) che spetti proprio a noi e a nessun altro,mio e nostro malgrado, l’arduo compito di preparare il terreno affinchè sia possibile, in un futuro speriamo non troppo lontano, invertire la rotta. E’ proprio vero, come diceva una volta un vecchio signore che abitava in un paese molto lontano dal nostro, che “bisogna contare solo sulle proprie forze”…E’ vero, è drammaticamente vero…
Lavoriamo…
Fabrizio
77 Commenti
Fabrizio
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Nondimeno è un uomo che non solleverà mai la questione, giudicata da lui stesso appunto come assolutamente reale e concreta ma altrettanto assolutamente impossibile da portare avanti politicamente. “Troppo “avveniristica”, ci vorrà ancora troppo tempo, ma prima o poi, non sappiamo quando, esploderà”. Queste le sue parole.
Un atteggiamento vile. Questo è quello che penso e anche se dovesse leggere questo articolo, va bene lo stesso. Può forse servirgli come stimolo. D’altronde non è certo il solo a mettere la testa sotto la sabbia…
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Ti segnalo questa mia vecchia discussione, a mio avviso sempre attuale: femminismo o meno…
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=6676667
Strider(Quota) (Replica)
Fabrizio
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O forse, rovesciando il paradigma, è proprio questa la forza degli uomini “normali”, cioè quella di non avere ormai quasi più nulla da perdere. Forse dobbiamo aspettare che quel “quasi” scompaia del tutto.
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Nel film IL PRIMO CAVALIERE, (un film del ’95) nel rivolgersi a Lancillotto (Richard Geere), che era riuscito a superare una “prova impossibile”, fra spade, lance e asce, dando cosi’ una straordinaria prova di coraggio, Re Artu’ (Sean Connery) dice:
“Ah, Lancillotto, una domanda: un uomo che non teme nulla non ama nulla; percio’ se non amate nulla quale gioia puo’ esserci nella vostra vita?”…
Quello che voglio dire, Fabrizio, e’ che forse per arrivare a non temere più nulla – quindi neanche di essere messi alla gogna come “sfigati”, segaioli, maschilisti, misogini, ecc – bisogna perdere tutto e non amare piu’ nulla. Come ha scritto Simone in un suo post, bisogna osservare la realta’ in maniera cinica e disillusa, o come ha scritto silverback in un altro blog, bisogna toccare il fondo e diventare… “il secondo sesso”.
Strider(Quota) (Replica)
Molti i chiamati, pochi gli eletti.
Non è colpa nostra.
Fabrizio:
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E questo è il modo di pensare di un uomo che potrebbe permettersi il massimo della libertà essendo un “super garantito”, di fatto un neoaristocratico,
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Vede come stanno le cose (il che torna a suo merito) ed è nelle condizioni di potersi permettere tutto.
La condizione perfetta per agire. Invece lascia agire gli altri.
Non vi è dunque da stupirsi se molti altri che pur vedono, non osano parlare. Quelli il cui reddito e la cui posizione sociale dipendono dall’opinione altrui.
>>
Sembra purtroppo (e sottolineo purtroppo) che spetti proprio a noi e a nessun altro,mio e nostro malgrado, l’arduo compito di preparare il terreno.
>>
Quel che accade indica che siamo di fronte ad una sfida di difficoltà straordinarie e che farvi fronte esige una forza interiore titanica.
Sarebbe ridicolo fare i modesti su questo punto.
Rendiamoci conto della grandezza inaudita della nostra azione.
Il riconoscimento della forza interiore che stiamo esprimendo (e che ci muove) è il viatico per il prosieguo della lotta.
La salita è tanto ripida che la presenza di scivoloni e di pause non può scoraggiarci. Si scala il 6° grado.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Questo sulla casta e’ un gran bell’articolo. Amaro, ma chiaro e , a mio avviso, incontestabile
ilmarmocchio(Quota) (Replica)
Le caste sono proprio così: troppi soldi e privilegi per sapere nulla (anche nel lavoro domestico incidenti e morti sono percentualmente superiori tra i maschi che tra le donne:
http://www.maschiselvatici.it/pdf/incidenti_domestici.pdf), per fare nulla, infischiarsene che le “situazioni esplodano”, e mentire sistematicamente. Oggi subendo il ricatto politico di “uome” che fanno il male delle donne e dei maschi.
La fede che anima gli appartenenti alla casta? che la realtà non esiste e quindi non presenterà mai loro il conto. Quindi tacciono e mentono. Ma se alla realtà non danno voce gli uomini, (con la stupenda immagine della Bibbia), parleranno le pietre.
ckkb(Quota) (Replica)
La Casta maschile, lo sappiamo, cerca di costruire il suo piccolo-grande harem e le sta bene così, invece la casta femminile si muove eccome e il suo disegno lo sta portando avanti con grande abilità. Stretti tra l’indifferenza della prima, quando va bene, e l’ostilità, più o meno esplicitamente espressa, della seconda, gli uomini beta sono coloro che se la passano peggio, e, pur non disponendo di uno straccio di rappresentanza politica, credono di essere ancora dei privilegiati ( il fenomeno leghista, surrogato della sinistra, fa ridere). Sveglia poveri illusi!
Alessandro(Quota) (Replica)
Articolo degno di nota, tra l’altro già in precedenza messo in luce in altri commenti di altri post, era pertanto necessario un approfondimento, nulla quindi di piu’ lampante di una conferma.. una ulteriore conferma che, de facto, la situazionee’ dannatamente reale, tangibile e strumentalizzata.
fin quando durera’? difficile da dirsi, a mio avviso, nell’intervento si evince le motivazioni che indicano la durata di tale sodalizio.. in primis, le donne sono più numerose degli uomini, ergo verso chi si deve rivolgere la politica? in secundis, visto che di figli non se ne fanno più per le mutate condizioni sociali, meglio optare per i diritti degli immigrati, spesso scevri dalla condizione sociale attuale, che, al contrario, sfornano figli, a fomentare il tutto, il braccio armato delle vulve emancipate e liberate.
Il tutto cominqierà a mutare intorno al 2050, caro Fabrizio, ed i motivi per cui asserisco tale data trovano fondamento in tante riflessioni sulla politica sociale di questi tempi che ho esposto in piu’ posti, a noi non ci resta altro da fare che stare in trincea, auspicandoci che i rinforzi arrivino, ma non meravigliarti se arriveranno tardi, e non porteranno “un crocifisso sulla catenina al collo”..
Damien(Quota) (Replica)
E su Il Foglio di oggi, stupita per l’improvvisa conquistata parità non opportuna della pensione a 65 anni per le statali (come per i maschi anche non statali, uno dei tanti esempi di oppressione maschile), nell’articolo: Donne in pensione a 65 anni va bene, ma parliamo del potere” la giornalista individua nella conquista del potere l’unico programma sensato per le donne. E a tal fine raccomanda opzioni di lotta alternative qualora i cittadini e le cittadine si ostinassero a votare democraticamente più candidati maschi che femmine (come è successo nelle recenti elezioni): “E se la democrazia non basta, si inventerà qualcosa d’altro”. A mio avviso quel qualcos’altro fuori della democrazia è già stato messo in atto in una amplissimo ambito di dispositivi legislativi che sono fuori della Costituzione, fra cui per esempio anche le azioni cosiddette positive. Non so che altro si potrebbe inventare: le ausiliarie o le guardie rosa? ma anche quelle a ben vedere e leggere la vicenda dell’ ex assessore lombardo all’ambiente Massari mi sembra ci sono già.
ckkb(Quota) (Replica)
Non so che cosa intendano per potere queste giornaliste-intellettuali di area femminista. Se intendono sedersi in Parlamento in numero eguale o superiore dei colleghi maschi, credo che dovranno attendere ancora un pò ( la casta maschile, infatti, a tutto può rinunciare fuorchè alla poltrona). Se invece intendono tutto il resto, sì penso che otterranno ciò che chiedono. Zapatero non è poi così lontano.
Alessandro(Quota) (Replica)
Alessando questo il mio pensiero in merito.
Per potere intendono quello che desiderano le donne non risolte: “possedere” il membro, non accogliendolo sessuatamente e affettivamente con la propria femminilità, ma appropriandosene: diventare “uome” ovvero donne falliche ovvero la strada della perdita di realtà, il delirio. Da sempre invece le donne hanno avuto un enorme potere, femminile appunto, facendo le donne. E’ oggi che invece di fare le donne accogliendo i maschi, si contrappongono ad essi per acquisire il potere, o meglio quello che loro credono sia il potere, e si trasformano in “uome”. Così perdono i maschi e la femminilità e nemmeno diventano maschi, ma loro caricature: quando vincono su questa strada, le donne perdono. E a ben vedere stiamo assistendo dal lato femminile ad una sequenza impressionante di vittorie che sono sconfitte. Che le intellettuali e le politiche donne di Milano e dintorni, ottengano di rovinare un uomo usando solo due letterine di accuse sul niente, e su questo pensano di trionfare nel controllo del comportamento emotivo e psicologico maschile, è esempio perfetto di questa strada sbagliata. Proporsi come setta fondamentalista femminista che crea silenzioso terrore intorno ai maschi compiacendosi di rovinarne la carriera , la famiglia, e distruggendone la dignità, sistematizzando la delazione segreta stile Consiglio dei Dieci su comportamenti maschili non graditi, è delirio di potere allo stato puro. L’esempio perfetto di che cosa diventino le donne quando si trasformano in “uome” e a quale rovina di se stesse e della propria immagine vadano incontro. Il venir meno di un maschile che sappia presentarsi alle femmine di oggi come limite costruttivo incarnando il principio di realtà, le sta portando alla rovina di trasformarsi in “uome”.
ckkb(Quota) (Replica)
E’ un’analisi, la tua, ckkb, che io mi sento di condividere. E’ difficile, d’altronde, resistere al richiamo del potere in una società in cui sei valutato per quanto ne esprimi. La donna non è stata in grado, in molti casi, di resistervi. Ha chiamato prima questa rincorsa “lotta per l’emancipazione” e ci abbiamo creduto e l’abbiamo appoggiata, perchè a nessuno giova avere delle donne subordinate all’altro sesso. Poi, inesorabilmente, la verità è venuta a galla, e alla parità si è sostituito la ricerca del privilegio, del “potere facile”, da ottenere con pochi sforzi, solo attraverso l’appartenenza di genere. Oggi abbiamo a che fare con donne, soprattutto le occidentali, fondamentalmente prive di fascino e di femminilità, molte delle quali impegnate in questa revanscista battaglia di genere, perchè tale è, usciamo dall’ipocrisia. In buona parte non hanno fatto altro che ricalcare i modi di fare e le espressioni meno positive del comportamento maschile. E come io critico la maggior parte degli uomini nel loro operare, non faccio sconti neanche con l’altro sesso. Comunque queste sono considerazioni da sfigati, no?
Alessandro(Quota) (Replica)
@ckkb:
..e di “uome” ce ne sono tante.. ma il problema sussiste nel fatto che queste “uome” speso fanno parte di un tessuto sociale dove non hanno molte possibilità se non quelle di “riflesso” che provengono dai modelli ben noti e promossi da questi media, il che le rende semplicemente il braccio armato di tale condotta sociale becera e sterile, per poi trovarsi da sole negli “anta”, contrariamente alle soubrettes, che al contrario hanno di che scegliere nella casta; Spesso trovandosi da sole, anzichè fare il più sensato mea culpa, preferiscono professare ulteriore odio verso chi, ovviamente, ha preferito non portarle all’altare e guardandosi bene di tenerle alla larga.. gli esempi si sprecano, dai pub alle disco si trovano molte di queste rappresentanze.. che dimenticano che, in quanto divenute “merce”, hanno una scadenza anche loro.. la loro età spesso e’ paragonabile alle tante etichettature “BEST BEFORE END.. 50!” da tale età perdono molto delle loro potenzialità, arrancandosi successivamente verso l’illusione della vulva, che le spinge spesso a comportarsi epensare come le ventenni, per poi tirarsela verso gli stessi uomini ai quali hanno fatto la “guerra psicologica” negando di divenire cio’ che sia più lecito: mogli, madri e nonne, preferiscono pensare che non hanno coronato tali posizioni per colpa di uomini inetti ed assenti.. come se fossero unte dalla divina presenza, le quali le vede perfette! senza difetti.. loro hanno la vulva!! mica pizza e fichi.. tze! meritevoli esclusivamente dell’alto, moro occhi verdi, danaroso, intelligente, bello, dotato, simpatico, frizzante, casalingo, sociale, idraulico, amico, amante, etc etc.. insomma.. signori.. ne ho ben donde di siffatte ciuffole.. ma tant’è.. speriamo nelle new generations..
Damien(Quota) (Replica)
Lasciando da parte la dimensione personale, che, ripeto, non ha senso mettere a fondamento di un ragionamento sulla realtà, altrimenti il medico più grande sarebbe quello morto di tutte le malattie, e l’unico giurista valente il Padrino, è giusta la domanda: ma chi è lo sfigato?
E allora Alessandro voglio dare dello sfigato una descrizione ben diversa da quella tradizionale e forse più reale: il vero “sfigato” non è forse chi ha perso la capacità di cogliere l’infinito fascino della donna, la grandezza della maternità, e soprattutto la straordinaria esperienza di libertà che un autentica donna è per il maschio? davvero tutta la ricchezza e l’ampiezza e la pienezza di una dimensione “‘altra”. Il cuore di una donna, capace di vivere profondamente la propria dimensione, è infatti uno degli spazi costitutivi della libertà e una delle sue più straordinarie declinazioni. Di questa illimitata, affascinante, liberante, dimensione umanamente “altra” è costituito da sempre il vero potere femminile.
Coloro, maschi e femmine, che riducono, tramite l’omologazione sulla caricatura del potere maschile, questa “alterità”, questo altro potere femminie, proprio loro sono gli “sfigati” e sono le “uome”: non sono sedotti dall’alterità dell’altro genere ma solo dal proprio sogno di falso potere in nome del quale gli uni hanno rinunciato al femminile, le altre al maschile. Gli “sfigati” hanno come simmetrico a specchio, le “uome” e le “uome” gli “sfigati”: desiderano il neutro e l’inerte. Il contrario del desiderio di vita.
ckkb(Quota) (Replica)
Condivido ma solo parzialmente la tua analisi, Ckkb, perché credo che gli aspetti negativi sia delle femminilità che della maschilità siano purtroppo diversi e non possano limitarsi al fenomeno dell’omologazione: le “uome” di cui parli tu giustamente, anche se io le ho definite “maschi in gonnella” (ma il concetto è il medesimo) oppure i maschi devitalizzati e femminilizzati. Questo è solo un aspetto (negativo) della questione, a mio parere.
Personalmente non credo che sia mai esistita una “età dell’oro” (sto semplificando ovviamente) nella relazione fra i sessi, anche cioè quando le identità erano più definite rispetto alla situazione odierna. Nel passato, con tutte le differenze da epoca a epoca e da contesto a contesto, c’erano solo molte più regole sociali e culturali da seguire, binari, steccati e anche gabbie, se vuoi, da rispettare, per entrambi i sessi, e guai a chi sgarrava, donne o uomini. Naturalmente il femminismo ha interpretato tutto questo a senso unico e pro domo sua come l’oppressione tout court millenaria di tutti gli uomini su tutte le donne, senza se e senza ma, da che mondo è mondo e dai secoli nei secoli amen… Ma questo è un altro discorso che ben conosciamo e sul quale non entro.
Credo che oggi ci sia la necessità di ridefinire le diverse identità, maschile e femminile, e che questo sia un lavoro estremamente faticoso e in larga parte ex novo. Il che non significa gettare alle ortiche ciò che di buono vi era nel “vecchio”; penso ad un maggior riconoscimento dell’altro/a, nella sua alterità, e di conseguenza anche un maggior rispetto. Ma siamo certi che questo riconoscimento non fosse dettato proprio da quel sistema di regole e dall’impossibilità di modificarlo? Siamo certi che sia le donne che gli uomini fossero contenti e soddisfatti del loro ruolo? Io non ne sono affatto sicuro e credo che proprio quelle vecchie relazioni fossero una gabbia un po’ per tutti, uomini e donne.
Che poi la situazione oggi sia anche peggiore (per la maggioranza degli uomini) non c’è alcun dubbio e infatti ci troviamo qui… Però non è auspicando un ritorno al passato e alle vecchie “tradizioni” che saremo in grado di costruire una maschilità nuova, evoluta, forte, equilibrata e consapevole. Il sentiero è assai più arduo, caro Ckkb, proprio perché è un sentiero nuovo. E non è tutto, perché, come sappiamo, è anche costellato di campi minati, trappole, attacchi improvvisi, bombardamenti ma soprattutto dall’uso massiccio e sistematico di armi non convenzionali. Ed è proprio contro queste ultime che dobbiamo capire come relazionarci.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Certo sentieri nuovi Fabrizio, e sono d’accordo: le strade e le chiavi di lettura non possono che essere molteplici. Come dimostra lo spazio di riflessione e discussione che generosamente hai aperto in rete. A mio avviso bisogna sempre evitare l’errore di pensare di sollevarsi “tirandosi su per i capelli”, ovvero non appoggiandosi, riconoscendola e valorizzandola, alla conoscenza e all’esperienza dell’ottimo che c’è già (come dato e a mio avviso anche dono) ed è nel nostro cuore. Che per fortuna da tantissimo tempo è sempre lo stesso: dopotutto non è proprio il nostro vecchio cuore ad avere in sè quella sapienza che lo rende mai pienamente contento di quello che vive e ha vissuto e da sempre appassionato padre del futuro?
ckkb(Quota) (Replica)
Caro Damien, per quanto mi riguarda, che i “rinforzi” non portino il Crocefisso al collo o che siano seguaci della Torah, del Corano o delle Quattro Nobili Verità del Buddha o di qualsiasi altra confessione religiosa, per me è completamente indifferente, a meno che non ci sia qualcuno che pretendi di impormela, ma questo è un altro discorso. Quindi ben vengano i “rinforzi”, come li chiami tu, e speriamo che arrivino presto prima che il nostro fortino venga schiacciato dalle soverchianti forze nemiche…
Anche perché, tranne casi molto rari, la condizione maschile (beta) nel mondo occidentale è la stessa per tutti. Nessuno fa eccezione. Tanto meno gli immigrati e gli extracomunitari che vivono una condizione assai peggiore di quella degli uomini beta autoctoni. Credi forse che siano così diversi gli operai e padri di famiglia di Pomigliano d’Arco dagli immigrati e padri di famiglia di Losarno? O peggio ancora, che siano nemici? Io credo proprio di no ed è in malafede chi vorrebbe metterli l’uno contro l’altro. Morti di fame contro altri morti di fame. Uomini e padri contro altri uomini e padri.
So che è un argomento che ci divide profondamente ma se non riusciamo a capire questo non potremo mai capire veramente cosa sia la QM, che non è una questione che attiene questa o a quella etnia o comunità ma tutti gli uomini (beta) che si trovano (per lo meno nella nostra parte di mondo) nelle stesse identiche condizioni, siano essi italiani, maghrebini, asiatici, esteuropei o sudamericani. Anzi, gli extracomunitari vivono una condizione sicuramente peggiore al punto che, ovviamente, avendo problemi ben più impellenti degli uomini beta italiani, non hanno certo la possibilità di occuparsi di QM…
Non si tratta di “buonismo” o di “politically correct”, di cui come sai sono fiero avversario, ma di pura e semplice osservazione della realtà. Troppo spesso oggi si confondono ad arte gli oppressi e gli oppressori, gli spacciatori e gli spacciati, gli sfruttatori e gli sfruttati e allora in questo gran casino creato ad arte può succedere anche che un lavoratore italiano individui nel lavoratore straniero che magari gli lavora a fianco il suo nemico. Non cadiamo in questa trappola. Se me lo consenti, Damien, mi pare che tu abbia le idee molto lucide e chiare in “politica interna” ma molto meno chiare in “politica estera” o, per dirla con una battuta, che tu sia un “uomo di sinistra” in politica interna ma di “destra” in politica estera.
Non voglio riaprire vecchie discussioni anche perché, da come ti sei espresso in alcuni commenti di un po’ di tempo fa, c’è una rabbia e un livore da parte tua nei confronti degli immigrati che io, con tutte le migliori intenzioni, con le mie categorie interpretative e soprattutto con il mio sentire umano e personale, proprio non riesco a comprendere. Ma soprattutto non riesco a capire come si possano confondere le cose. Come cioè si possa avere tanta lucidità, come nel tuo caso, nell’individuare le responsabilità e i complessi meccanismi del sistema dominante, e al contempo in modo del tutto speculare individuare la controparte proprio nella parte più debole, cioè in coloro che dovresti sentire al tuo fianco e di cui dovresti comprendere la problematiche, proprio in quanto uomo beta…Ma tant’è, ne prendo atto e non entro nel merito, avrai le tue ragioni nelle quali non voglio entrare. Posso solo tutt’al più consigliarti di riflettere e di approfondire.
Mi permetto di dirti queste parole perché da un certo punto di vista ti stimo e siccome penso che siamo qui per crescere tutti, è bene che ci sia un dialogo franco e costruttivo.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Credo che individuare nell’immigrato (maschio) il nemico, sia anch’esso un riflesso della perdita d’identitò maschile dell’uomo occidentale (e femminile da parte della donna). Chi possiede una sua identità forte non ha paura del diverso. E’ anzi capace di distinguere quando sia il caso, e di accoglierlo generosamente evitando di chiedergli di appiattirsi sulla nostra cultura e non appiattendosi sulla sua. Detto così sembra semplice, ma non lo è. Perchè nel maschio di altre culture l’occidentale percepisce una forza vitale che noi stiamo perdendo o abbiamo già perduto. E’ questo che, in ultima analisi, temiamo e che proiettiamo sul diverso per non pensare a noi stessi.
armando(Quota) (Replica)
@Fabrizio: Io non odio nessuno… odiare il prossimo equivale ad odiare se stessi, e lo affermo da uomo LIBERO! libero e Apolitico! io mi ritengo un garantista per natura Fabrizio.. fai quello che ti pare, basta che non leda agli altri.. ecco la filosofia di pensiero che mi muove.. nessun sentimento xenofobo quindi, o di sinistra e tantomeno di destra.. io sono un uomo LIBERO da appartenenze politiche, anche se sono cosciente che, stando in una società, è inevitabile subirne le conseguenze, ma è anche vero che si è altrettanto liberi di non condividerle, magari non subito, serve usare il cervello a 720° per ovviare alle varie vessazioni mediatiche ed al plagio che il sistema impone alle folle per poterle controllare e detenere il potere attuale. Ti invito quindi a riconsiderare quanto affermi nei miei riguardi, sei totalmente fuori strada..
Che ci piaccia o no tutti, nessuno escluso, siamo condizionati dalla propaganda, e molto spesso quelle che consideriamo le nostre opinioni ci sono state in realtà costruite addosso da altri. I nostri atteggiamenti e il nostro modo di vedere le cose sono spesso il frutto di una manipolazione incessante, di cui non abbiamo alcuna percezione cosciente.
io semplicemente osservo l’uso “strumentale” che il SISTEMA ha attuato e sta ancora attuando con gli extracomunitari (e non solo), tramite la propaganda, per DESTABILIZZARE le società democratiche europee e non, a riprova di ciò, alcune citazioni dei post di Rino, le volontà del SISTEMA, le motivazioni religiose, il lavoro precario, la volontà di far perdere l’identità storica della nazione, usi e costumi e quant’altro.. se non ci vuoi riflettere e non ne vedi i trend d’union.. non e’ colpa mia, ma semplicizzare dandomi del razzista credimi.. ti fa poco onore.. persone come Edward Bernays mi darebbero ragione.. quello che tu non capisci e che i rinforzi, se arrivano non “parleranno la tua lingua”, se chiederai loro aiuto e’ molto probabile che non saranno in grado di dartelo.. perchè i loro modi di vedere la realtà NON SONO GLI STESSI che usiamo noi! (ecco il collegamento con i post di Rino) sono destabilizzanti ed hanno prodotto tutta una serie di conseguenze tragiche! 1) lavoro! venendo qui da noi, anzichè UNIFORMARSI ai lavoratori italiani ed esigere pari trattamento, si sono ADEGUATI al tozzo di pane offerto loro conseguenza? perdita del lavoro professionale, minor retribuzione, maggiori orari di lavoro, perdita del posto fisso..e questo lo hanno voluto loro? certo che no.. avevano bisogno.. ma allora chi ha permesso cio? il SISTEMA ovvio.. che voleva arrivare ad uno dei tanti obiettivi.. in questo caso la destabilizzazione economica italiana.. Fabrizio.. ti assicuro che otrei trovarti e PROVARTI la strumentalizzazione della indiscriminata presenza di extracomunitari sul territorio per un fine (al quale ne sono connessi altri..) semplicemente non ne voglio discutere perchè tu non vuoi comprendere NEANCHE L’IPOTESI che lanciando un sasso nel mediterraneo tu possa creare un onda dall’altra parte del pianeta.. resta quindi delle tue convinzioni.. io e Edward Bernays delle nostre..
Damien(Quota) (Replica)
Innanzi tutto Damien, io non ho ti ho dato del razzista, se lo pensassi neanche perderei tempo a disquisire con te (e infatti non penso che sia una perdita di tempo)…Secondo poi, ti invito a riflettere sul tuo ultimo post e in particolare su questa tua frase che mi sembra esprimere un concetto radicalmente diverso da quello che tu sostenesti ormai qualche mese fa. Cito testualmente le tue parole:” 1) lavoro! venendo qui da noi, anzichè UNIFORMARSI ai lavoratori italiani ed esigere pari trattamento, si sono ADEGUATI al tozzo di pane offerto loro. conseguenza? perdita del lavoro professionale, minor retribuzione, maggiori orari di lavoro, perdita del posto fisso..e questo lo hanno voluto loro? certo che no.. avevano bisogno.. ma allora chi ha permesso cio? il SISTEMA ovvio.. che voleva arrivare ad uno dei tanti obiettivi.. in questo caso la destabilizzazione economica italiana…”
Benissimo, mi trovi assolutamente d’accordo. E’ il sistema che ha voluto ciò (cioè chi sta ai vertici della “baracca”, non certo gli ultimi), lo affermi tu stesso, e non è certo una novità. Una volta questo ruolo lo facevano svolgere ai disoccupati, massa di manovra ricattabile e con la quale ricattavano i lavoratori stabilmente occupati. Oggi, con la globalizzazione, questo ruolo è stato assegnato agli extracomunitari, e in questo modo il sistema ha un’arma in più, viscida e infame, quella dello straniero, nonchè “diverso”. I disoccupati in fondo erano nostrani, era molto più difficile scatenare la competizione fra poveri perché l’”altro” povero era il nostro vicino di casa. Ora no, ora l’”altro” povero è uno che viene da 10.000 km. di distanza, appartiene anche a razze e a etnie diverse dalla nostra ed è molto più facile far passare il concetto dell’intruso che viene qui a toglierci il lavoro e a “scoparci le donne” (e farebbe anche benissimo a farlo, non vedo proprio perché non avrebbe diritto a farlo).
E allora quale sarebbe la loro “colpa”? Quella di non avere avuto la forza di esigere pari trattamento con gli altri lavoratori italiani? Di avere accettato qualsiasi condizione di lavoro pur di sopravvivere? Di farsi sfruttare come un animale da soma per quattro luride lire? E queste sarebbero delle colpe secondo te? Cosa dovrebbe-potrebbe fare secondo te un povero cristo qualsiasi che sbarca su un gommone in cerca di un futuro un po’ meno schifoso di quello che ha vissuto fino a quel momento?
E noi lavoratori italiani ce la dovremmo prendere con questa gente? Sono loro i nostri nemici? Non scherziamo Damien..oltre tutto non lo pensi neanche tu, come vedi, perché tu stesso sei costretto ad ammettere che al più questa gente è stata utilizzata, strumentalizzata, ovviamente facendo leva sul suo bisogno. E allora? E’ una storia vecchia come mio nonno, l’unica novità consiste appunto nel fatto che sono cambiati in parte gli attori, ma la scena è sempre quella. Poveracci messi contro altri poveracci.
Come ripeto, io non penso affatto che tu sia razzista perché ti leggo ormai da tempo e ho capito con chi ho a che fare ed è proprio per questo che insisto sull’argomento e nel confronto. Riconosco il razzista reazionario becero e ottuso col paraocchi da una persona riflessiva. Esattamente nello stesso modo in cui so distinguere un uomo autenticamente di “sinistra” da un “politicamente corretto”, “buonista”, scontato e “salottiero” frequentatore dei cineclub d’essai e dei locali che fanno tanto “figo”…(e intimamente razzista pure lui, secondo me…).
E il mio insistere con te su questo argomento è dato proprio da questo, dal mio non capacitarmi come una persona lucida come te non riesca (dal mio punto di vista, è ovvio) a non approcciare al problema da un’altra angolazione, ad individuare il nocciolo del problema e in questo senso a fare un vero favore al sistema. Insomma, credo che tu via una contraddizione ma forse neanche tanto, a giudicare da questo tuo ultimo post. Guarda che nella vita si può anche cambiare opinione, non ci sarebbe nulla di male, non siamo mica delle pietre, siamo soggetti alle leggi della dinamica e dell’impermanenza. Non perchè io abbia la presunzione o la volontà di fartele cambiare o di condizionarti (non ne avrei neanche la capacità) ma perché mi sembra quasi come se addirittura tu stesso volessi convincerti di qualcosa di cui non sei neanche troppo convinto. Può darsi che questa sia una presunzione da parte mia, sia chiaro, e se così fosse, me ne scuso fin d’ora. Però…
Pensaci.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
E d’accordissimo anche con Armando su questo punto che rappresenta una delle contraddizioni più macroscopiche di tanti uomini di “destra” o comunque di una certa tendenza a mio parere molto gretta, di una certa destra, questa sì veramente reazionaria e becera, del Momas. E cioè la competizione con il maschio straniero o extracomunitario. Quanto di più stupido e fuori bersaglio si possa concepire, a mio avviso. Quanto di più lontano dalla QM.
Ci tornerò.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
@- Fabrizio
E cioè la competizione con il maschio straniero o extracomunitario.
>>
Guarda Fabrizio, che è esattamente il contrario…
Ossia, è lo straniero ad essere in competizione con l’italiano…
Lestat(Quota) (Replica)
@Fabrizio:Tu non vuoi vedere la realtà di quanto affermo Fabrizio, eppure tu, come chiunque altro, ci vivi nel mezzo. Cinesi che hanno sovvertito tutto, spiazzando la merce nostrana magari non di marca ma buona, locale, con quella di plastica e tossica proveniente da paesi extra cee, Kebab nei centri storici ormai puzzolenti e maleodoranti, persone che non si degnano di integrarsi realmente ANZI, impongono le loro usanze PENA l’esser tacciati di razzisti, Romeni che vengono in quest far west privo di certezza della pena, a fare i comodi loro, ad uccidere, stuprare e magari poi gli propongono di fare una linea di orologi e di abbigliamento, Albanesi con la prostituzione e droga, Senegalesi con la vendita di prodotti contraffatti, e quando c’e’ il bastardo italico di turno che se ne approfitta troppo, ecco i fatti incresciuosi e vili di Rosarno, o i quartieri magrebini di Torino, dove se italiano non entri, delle numerose ragazze dell’est, giapponesi, trans brasiliani e quant’altro tutti dediti a “massaggi”, impestando ogni quotidiano nazionale, pakistani e quant’altro che spacciano droga, e questo in un paese dove c’era la mafia, la ‘Ndrangheta, la Camorra, la Sacra Corona Unita.. i politici corrotti, gli evasori totali.. e quant’altro..ne avevamo bisogno di questa GLOBALIZZAZIONE? perchè il sistema non li ha cacciati, se non lo ha fatto o è incompetente o li ha voluti per uno scopo, delle due,. l’una.. i pochi che sono andati a lavorare, ripeto, sono stati SFRUTTATI con il loro benestare piu’ o meno acclamato, mandare a casa 500 euro per loro significa ricchezza, mentre a noi DISTRUGGEVANO la COMPETITIVITA’ SALARIALE DEL LAVORO (poi il troppo e troppo), sono serviti per DISTRUGGERE IL TESSUTO SOCIALE ITALICO, infatti molte delle nostre grandi ditte vedendo che le cose andavano cosi, hanno pensato bene di trasferirsi all’estero! che dire poi che generalmente non si integrano, ma non perchè manchino coglioni italici.. noooo! perchè loro vogliono VIVERE DA NOI COME A CASA LORO! e lo IMPONGONO te lo ripeto! tranne qualche ovvia eccezione! non vuoi vedere questo e tante altre situazioni? bene.. resta del tuo parere.. resta nel guscio delle tue convinzioni! io e Edward Bernays delle nostre..
Damien(Quota) (Replica)
Qui a qualcuno manca qualche tassello del puzzle.
http://www.youtube.com/watch?v=P4x9qWhpymQ
Luke Cage(Quota) (Replica)
Secondo me, Damien, sei tu che non vuoi vedere la realtà…cosa c’entra ora il discorso sulla criminalità o sulla mafia? Quello è un aspetto che trascende completamente la questione immigrazione ma guarda caso tu invece lo sovrapponi del tutto di fatto alimentando e seguendo la vulgata corrente: immigrazione=criminalità, non al 100% ma poco ci manca…
Vuoi che ti parli delle varie centrali internazionali della criminalità, del narco traffico e di chi lo gestisce da Kabul a Città del Messico (guarda cosa sta accadendo ora in questo paese dove il narcotraffico è addirittura al governo)passando per Chicago? Vuoi che ti spieghi (al rischio che ci oscurino il sito) che a Tel Aviv c’è una delle centrali internazionali della mafia e in particolare di quella russa? E guarda che quando si parla di mafia non penso a Totò Riina op ad altri manovali del terrore, sia chiaro… E tu mi vieni a parlare della concorrenza dei mercati cinesi e della criminalità dei rumeni e degli albanesi…ma vuoi che queste cose non le sappia?…Lasciamo perdere, dai…
Comunque, è inutile andare avanti a questo punto, anzi ti chiedo scusa per aver riaperto la questione (che per la verità avevi di fatto riaperto tu in un tuo post ma non è certo un problema).
Non potremo mai arrivare ad una soluzione condivisa e mi accorgo che ci stiamo anche ripetendo entrambi nei concetti che esprimiamo. E’ meglio chiuderla qui. Abbiamo un approccio alla realtà (da questo punto di vista) diametralmente opposto.
Un sola cosa. Registro nel tuo ultimo post un passo indietro rispetto al precedente dove invece articolavi un ragionamento sensato (che io condividevo). Questo tuo ultimo post, tuo malgrado e nonostante i tuoi sforzi consci o inconsci per moderarti perchè sai che sei su un sito con un determinato orientamento politico, trasuda razzismo da diversi pori. Mi dispiace dirtelo ma è quello che penso (in questo specifico caso). Non palese, è evidente, non dichiarato,ma fra le pieghe, si palpa, si odora, proprio come quelle “strade puzzolenti e maleodoranti dei centri storici pullulanti” di maghrebini e di “kebab” di cui parli nel tuo post. Magari non sarà e non è un razzismo legato al colore della pelle ma è comunque razzismo. E anche questo, se me lo consenti, è molto evidente.
Riflettici, se vuoi. Chiudiamo però qui la cosa. Se vuoi continuarla lo possiamo fare per via privata, altrimenti altri post come quello che hai appena scritto mi mettono anche in difficoltà, sono sincero.
PS. Un’ultima cosa. Mi è poco chiaro a cosa ti riferisci quando parli dei “fatti incresciosi e vili di Rosarno”. Agli immigrati? Beh, se adesso gli “schiavi” non hanno neanche più il diritto di ribellarsi, allora lasciamo proprio perdere…
Ti invito ad andarti a leggere la storia degli immigrati italiani in America, delle centinaia, anzi migliaia di linciaggi di cui sono stati vittime (inferiori per numero solo ai linciaggi dei neri), delle discriminazioni che hanno dovuto subire e naturalmente anche della violenza che alcuni hanno causato (oltre a quella che moltise non quasi tutti hanno dovuto subire) con la costruzione di una vera e propria impresa del crimine organizzato (altro che rumeni…). A Roma c’è un docente universitario che insegna storia angloamericana, molto intelligente e preparato, si chiama Alessandro Portelli. Lo conosco personalmente, è un appassionato di America oltre che uno studioso e ha scritto dei libri dove studia a fondo il fenomeno dell’immigrazione italiana negli USA. Secondo il mio modestissimo parere possono essere delle letture utilissime.
Fabrizio
P.S. ancora, mi pare che l’intervista a Francesco Forgione segnalata da LukeCage sia estremamente puntuale nel merito. Tutto il resto, sono chiacchiere, comprese le mie…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
La globalizzazione, almeno per come è stata voluta e attuata, è una delle origini della deidentificazione dei popoli, con tutte le conseguenze del caso oer noi occidentali e per gli altri. Del fenomeno sarebbe però del tutto errato attribuire la responsabilità all’immigrazione che è semmai un effetto e non una causa. Sul perchè della globalizzaizone è evidente, per me, che esistono potentissime forze economiche che hanno spinto in questo senso. La politica o non ha capito o si è adeguata. E quel che è peggio, anche chi potenzialmente avrebbe almeno in teoria potuto opporsi (mi riferisco a quelle forze che si definiscno antisistema), si sono invece anch’esse adeguate. Questo è il senso della richiesta di “globalizzare” i diritti, ossia di estendere la globalizzazione economica anche alla sfera giuridica e politica, finendo così per favorire anche quella economica. A me è da subito sembrato un errore e una cintraddizione enorme, attuata nel solco di un malinteso progressismo. NNe deduco che non è questo il modo giusto di opporsi al “sistema” (come viene chiamato con un termine che non mi piace molto, ma non importa). Da quì l’esigenza di una ricerca in senso altro per opporsi.
armando
armando(Quota) (Replica)
Alcune osservazioni (preliminari e non esaustive) sulle affermazioni di Damien attinenti la questione immigrazione. Mi pare che, da qualsiasi posizione politica lo si veda, si debba convenire sul fatto che il problema esiste, è serio e ha moltissime implicazioni in vari campi, e che alcune di esse siano collegate profondamente con la QM. Divergeranno le analisi, ma il problema c’è, eccome. Le affermazioni e il tono usato da Damien stesso lo provano.
Per ora mi occupo solo della questione lavoro.
E’ un fatto che l’immigrazione ha prodotto nel mondo del lavoro alcuni degli effetti indicati da Damien. La prima cosa però che colpisce è il passaggio che egli fa dalle considerazioni sistemiche a quelle soggettivistiche individuando negli immigrati stessi la causa sia dell’immigrazione che dei suoi effetti. In questo modo anziché analizzare le CAUSE (che dipendono da fattori globali) passa a individuare le COLPE e di conseguenza ad imputare agli immigrati stessi gli effetti dannosi del lavoro nero (e di tutto quel che ne segue). Ora, quando la causa viene letta come COLPA, lo si voglia o no, si passa dalla condanna di un sistema, di un ordine sociale (ormai globale) alla condanna degli individui che però, in questo caso, sono impotenti quanto noi di fronte al sistema socioeconomico mondiale.
Questa attribuzione di responsabilità e di colpa, lo si voglia o meno, è benzina sul fuoco del rancore contro quelle persone. E’ alimento per l’odio interetnico.
Ma, a mio parere, resta vero che Damien non è razzista. Il razzismo è l’ideologia dell’inferiorità genetica gruppi umani. Damien invece fa riferimento ai danni che la presenza degli immigrati produce qui da noi. Non li considera inferiori. Li responsabilizza invece per il fatto che sono qui e che il loro modo di lavorare tende a distruggere strutture e diritti, come se fossero colpevoli di lavorare in nero, senza regole e senza diritti, per una manciata di soldi.
Ma questo scivolamento è paradossale e assurdo. E’ come prendersela con gli operai cinesi (che stanno in Cina, o romeni in Romania etc.) perché “accettano” di lavorare come sappiamo e per le paghe che sappiamo, rendendoli così responsabili dei disastri che tale condizioni di lavoro provocano/inducono direttamente o meno (a mille o 10mila km di distanza) nella nostra economia. Ciò è del tutto irrazionale. Infatti i primi a pagare il prezzo di questo sconvolgimento sono proprio loro. E lo pagano più salato. L’idea da cui sembra partire è che se gli immigrati NON accettassero quelle condizioni, le conseguenze perniciose non ci sarebbero. Sfugge qui il fatto banale che essi sono COSTRETTI ad accettare quelle condizioni (qui o altrove, oggi come ieri). Nessuno lavorerebbe per 100 dollari al mese se avesse la forza di ottenerne 500 o 1000. Né accetterebbe di farlo senza diritti se avesse la forza di rivendicarne ed ottenerne qualcuno.
Nei rapporti di lavoro gli immigrati (al pari nostro) giocano le carte che hanno. E loro non ne hanno nessuna.
Si sta mettendo mano allo Statuto dei Lavoratori. Come anticipazione si stanno allargando le maglie del licenziamento creando una sorta di doppio canale. I nuovi assunti potranno scegliere tra un contratto che li garantisce di più e uno che li protegge di meno. Scegliere: questa è la leggenda, la lusinga, la mistificazione.
Non sceglieranno affatto: dovranno accettare quello che verrà loro offerto. Infatti se io sono un imprenditore offro la condizione più favorevole a me non ai miei dipendenti.
Per mistificare e sedurre il ministro interessato ha detto: “La CGIL si oppone perché pensa ancora che l’operaio sia un minus habens”. Un deficiente che sceglierà il peggio potendo scegliere il meglio. Ma il dipendente da assumere non è minus habens: è nihil habens.
Se “ha” ancora qualcosa ciò deriva dai diritti conquistati, che adesso sono in via di demolizione.
Ciò vale per gli italiani e ancor più per gli immigrati. Accuseremo mai il neoassunto di NON aver VOLUTO accettare le condizioni a lui migliori? Perché allora accusare un immigrato di aver accettato 15 Eu a giornata quando “POTEVA” ottenerne 150…
No Damien, chi ne accetta 15 è solo perché non può averne né 150 né 50 né 30 né 20.
Ancora.
Un industriale non riesce più a vendere il suo prodotto a 100 (perché dalla Cina arriva sul mercato a 20) e deve chiudere. In qualsiasi modo reagisca, qualsiasi cosa gli passi per la testa, una sola cosa è certa: non odierà mai i cinesi per questo. Egli sa che ciò non dipende dai cinesi (benché sembri dipendere da loro) sa che dipende dal sistema. Quello stesso sistema che (in altri tempi e condizioni) gli aveva consentito di creare, mandare avanti l’impresa e fare profitti. Non incolperà mai nessuno. Come è allora possibile rendere responsabili, colpevolizzare proprio gli immigrati che tra tutti, sono i più colpiti da questo stravolgimento?
Non potevano stare a casa loro? No, non potevano. Lo dimostra il fatto che se ne sono venuti via.
Sono ben lontano dall’aver concluso.
Aggiungo per ora solo una piccola digressione sul razzismo. Bisogna essere prudenti nell’usare termini carichi di valore morale, perché se usati male perdono il loro stigma e si trasformano in boomerang e bisogna poi anche distinguere bene tra i proclami ufficiali e l’azione reale sia dei singoli che dei gruppi.
Il riferimento qui va alla Lega, che tutti consideriamo movimento radicalmente razzista. Vediamo cosa ne vien fuori.
Nel caso del Nazismo non solo era razzista il partito ma lo erano anche i suoi componenti. E’ sicuro che nessun nazista avrebbe mai adottato un ebreo.
Nel caso della Lega invece, le cose non stanno così. Il vicesindaco di questa città è leghista. Il che non gli ha impedito di adottare ben 3 bambine vietnamite, una dopo l’altra. Il mio dirimpettaio è a sua volta leghista (direi quasi feroce) il che non gli ha impedito di adottare un filippino che in verità è tanto scuro da sembrare africano doc. Si sa che Treviso è roccaforte del leghismo più duro (Gentilini). Eppure quando il governo del Marocco mandò una commissione per verificare le condizioni di vita e di lavoro dei 10.000 marocchini ivi residenti, ne venne fuori un voto ben superiore alla sufficienza.
Cosa ne ricaviamo? Che la Lega è un’associazione filantropica? No.
Ne ricaviamo che bisogna essere prudenti, riflessivi e dubbiosi. Problematici e complessi.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Alcune considerazioni mi costringono ad intervenire, interrompendo, momentaneamente, il mio voluto silenzio di questi giorni.
1)La certezza della pena, in Italia, esiste. Se il detenuto si ammala di cancro o Aids, o altra malattia,nel cesso dell’ infermeria del carcere lo fanno morire, niente scarcerazioni o arresti domicilari o ospedalieri. A valutare se le sue condizioni sono compatibili o meno con il carcere, è il giudice di sorveglianza, il quale, a seconda di come gli girano le palle, prende una decisione, e e questa decisione è quasi invariabilmente a favore della compatibilità con il carcere(“la chemio se la faccia in infermeria del carcere!”), questo perchè il pavido giudice non vuole rischiare la sua carriera, giacchè la scarcerazione di un “rifiuto umano” lo porterebbe incontro a richieste di vendetta popolare nonchè a punizioni disciplinari(famose le “ispezioni” di Castelli e Alfano). Quello secondo cui in Italia “non si va in carcere” è una balla propagandata dai media per ordine delle forze politiche, che proprio sulla “tolleranza zero” basano il loro consenso popolare, . La verità è che abbiamo un sistema penale, giudiziario e carcerario spietato, classista e disumano, improntato sul disprezzo di ogni forma di umanità e di comprensione umana e sociale. Pensate che il nostro Codice Penale è stato redatto in pieno regime fascista,da un certo Rocco, e la sua logica e il suo spirito sono improntati sula filosofia del “meglio un innocente in carcere che un colpevole in libertà”, “chi sbaglia, paga”, “tolleranza zero”. etc I ritocchi che via via si sono susseguiti sono avvenuti in senso regressivo, sull’ onda emotiva del popolobue sanguinario e isterico in cerca di “tolleranza zero”.
2) Anche se la legge lo vieta(per il momento),nei fatti, a parità di reato, gli extracomunitari vengono puniti con pene maggiori rispetto ad un italiano, a riprova del fatto che i nostri magistrati non sono “rossi”. Magari lo fossero. Però in compenso sono femministi. Proprio ieri, la corte di appello, ha confermato la pena a 17 anni di galera per quei romeni accusati del presunto “stupro di Guidonia”. E siccome le femministe di “sinistra” dicono che ci si indigna solo per gli “stupratori” extracomunitari e non anche per quelli italiani, ci ha pensato, sempre ieri, il tribunale di Roma, ad accontentarle, condannando l’italiano Bianchini a 17 anni di galera per stupro. 17 anni di galera senza aver ammazzato nessuno, cioè per un reato sesuale, e per di più senza la possibilità di sconti o arresti domiciliari(in forza del decreto anti-stupri del marzo 2009, formulato da Berluska e Lega, con i voti anche dell’ “opposizione” di “sinistra”), quindi una punizione ben maggiore rispetto ad una infanticida, rappresenta non un caso di ingiustizia, ma di vera e propria criminalità giudiziaria e morale.
3) Ottime e impeccabili le osservazioni di Rino su extracomunitari-lavoro. E’ ovvio che in assenza di lavoro e opportunità, spesso, si sceglie di farsi sfruttare. Sempre meno peggio della morte per fame. In alternativa, si potrebbe fare una rivolta, ma per far attecchire il germe della rivolta, occorre essere in presenza di un tessuto sociale stabile e forte.Non è il caso dei nostri extracomunitari che vivono in condizioni precarie a tu per tu con una popolazione ostile, quindi spenti e morti di fame, difficilmente si potrebbero ribellare contro i loro ricchi, forti e benestanti carnefici.Però quando il vaso trabocca, va a finire che si ribellano. Come nel caso di Rosarno(calabria) e Castelvolturno(campania), come nel caso degli Ebrei nel ghetto di Varsavia, come i palestinesi nell’ Intifada, ecc. Invece i benpensanti occidentali, le rivolte preferiscono farle contro i Rom(come è avvenuto in varie regioni italiane, tra cui, anche a Napoli, da napoletano, mi vergogno) e contro gli arrestati per stupro o pedofilia. Mica contro i boss mafiosi o i nazi-leghisti. Per carità.
4)La Lega Nord è il movimento politico che più incarna i più bassi e sanguinari sentimenti popolari. Se non fosse per le sue idee secessioniste e iper-federaliste e soprattutto per il suo rivolgersi solamente ad una specifica parte del paese, cioè il Nord Italia, avrebbe percentuali vicine all’ 80%, se non di più. E questo aspetto che la rende pericolosa. la Lega traduce in leggi ciò che vuole la pancia del popolobue ignorante, isterico e sanguinario. E’ risaputo che il consenso popolare può essere pericoloso. Hitler, ad esempio, salì al potere non attraverso un colpo di stato, ma attraverso libere e democratiche consultazioni popolari. Ecco perchè mi fa paura la Lega(ad es. molte sue istanze, come ad es. l’ergastolo e la castrazione per i reati sessuali, sono appoggiati anche dal popolo di “sinistra”), mi fa paura per il suo mettere in pratica, per il suo venire in contro alle istanze più becere e irrazionali vomitate dal massa del popolino stolto, ignorante e sanguinario.Per quanto concerne il suo razzismo, che io giudico della peggiore specie,basti considerare il becero repertorio a base di ingiurie e intolleranze contro i Rom, meridionali, maghrebini ed extracomunitari vari, da parte di non solo alcuni loro esponenti di punta, ma anche dagli ascoltatori di Radio Padania o dalle folle inferocite nelle loro tante lerce e lugubre manifestazioni e raduni.
Icarus.10(Quota) (Replica)
Quando la destra liberista prende il sopravvento su scala mondiale, e ciò è accaduto in maniera esponenziale dalla fine degli anni Ottanta, cioè dal crollo dell’alternativa ideologica, propone-impone, come è logico, la sua visione del mondo, dai rapporti sociali alla legislazione sul lavoro, ecc.ecc., utilizzando e controllando i canali mediatici che ha a disposizione. Le battute d’arresto che ha subito negli ultimi due anni sono state ben assorbite e non hanno intaccato la sua egemonia ideologica a livello planetario.Il suo modo di agire, di operare è inevitabilmente volto alla creazione di monopoli, enormi potentati economici da una parte, e masse sempre più esposte ai colpi del destino dall ‘altra, perchè sempre più deprivate da reti di protezione sociale, e quindi sempre più insicure e disposte ad accettare compromessi verso il basso pur di sopravvivere. Tutto ciò per spostare sempre più ricchezza dall’una all’altra, dalla precarietà-indigenza al privilegio. A ciò si affianca la condanna sociale della povertà e la celebrazione della ricchezza. Mai come oggi, attraverso il dannosissimo ruolo dei mezzi di comunicazione, l’essere poveri è diventato un reato. La responsibilità dell’esserlo non è di un “sistema” inquo che non distribuisce ma degli stessi poveri, incapaci di “integrarsi”, non “competitivi”. E mai come oggi la ricchezza è diventata un merito, a prescindere da come è stata ottenuta. Quindi il “sistema” offre al cittadino occidentale, sempre più timoroso, confuso e insicuro, il suo novello capro espiatorio: il povero. No, non è questione di razzismo, ciò che oramai ci siamo abituati a non sopportare è ciò che non esprime potere in senso lato.
Quindi se proprio vogliamo andare a cercare responsabilità in questo processo storico, queste arrivano dall’occidente, Usa in modo particolare. Le menti “perverse”, da cui ha preso origine questo “disegno”, hanno principalmentel là la loro sede, anche se oggigiorno l’Europa, come spesso succede, tende a diventare più realista del re. Il resto sono conseguenze, spesso anche drammatiche, come è stato ampiamento esposto.
La lega nord non è razzista, o meglio molti dei suoi sostenitori non lo sono, ma è comunque una forza politica, e faccio riferimento alla sua classe dirigente, del tutto asservita al “sistema”, tutta tesa a creare confusione nel cittadino per poterlo utilizzare per scopi di conservazione-reazione. Per questo va democraticamente combattuta, in quanto è “causa del problema”, non sua soluzione.
Alessandro(Quota) (Replica)
Condivido completamente gli ultimi commenti di Icarus, Alessandro e Rino sul tema immigrazione, così come trovo estremamente puntuale l’intervista realizzata a Francesco Forgione postata da LukeCage. Ritengo anzi che l’argomento meriti a questo punto una presa di posizione ufficiale da parte nostra che non tarderà a venire. La QM è una questione che riguarda e attraversa tutte le altre, nessuna esclusa, tanto meno quindi quella dell’immigrazione. Direi anzi che proprio quest’ultima, con tutte le implicazioni che comporta, economiche, sociali, culturali, etniche, religiose ecc., è ancora più interconnessa con la prima rispetto ad altre.
Non entro nel merito sia perché gli interventi di cui sopra sono stati assolutamente esaustivi e chiarificatori, e sia perché, come dicevo, pubblicheremo fra non molto una posizione formale del MUB.
Come avvenuto in altri frangenti, la discussione ci ha spinto a prendere questa decisione. E’ un fatto positivo che va naturalmente ascritto anche a coloro che con i loro interventi, sia pur estremamente distanti dalle nostre posizioni, l’hanno comunque, sia pur indirettamente, sollecitata.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
@Fabrizio: vedo che non leggi i miei commenti in toto, o non sono abbastanza chiari, Se avessi letto prima di Rosarno il soggetto promotore di quell’abberrante situazione e’ “il bastardo italico di turno che se ne approfitta troppo” vattelo a rileggere.. quindi nulla da rimproverare alle persone extracomunitarie schiavizzate! ebbene.. il succo dei miei discorsi fortunatamente si riflette nelle osservazioni di armando e Rino, tuttavia anche loro, come te del resto, non hanno letto tra le righe quello che volevo evidenziare:IL SISTEMA ben conosce tali meccaniche ed ha fomentato tale situazione per una serie di FINI, quelli che ho denunciato sono solo ALCUNI, se cio’ non fosse, ci sarebbero state politiche di accoglienza adeguate, possibilità di impiego e quant’altro, non lager spacciati per centri accoglienza, o espulsioni senza se e senza ma, non lasciare queste persone al loro destino in questo paese, alla deriva sociale, e molte altre situazioni!, in buona sostanza denuncio quello che accade NEL SOCIALE, nel quotidiano delle persone che vivono spesso a stretto contatto con queste realtà e che, spesso, si sentono abbandonate dalle istituzioni! quindi c’e’ da domandarsi PERCHE’?? perchè non esiste una vera politica di integrazione?!?!? chi non la vuole in primis e’ proprio il SISTEMA! come appoggia il femminismo per i propri finio (Distruggere la famiglia italiana portatrice di valori!). Caro Fabrizio, le opinioni di gente piu’ forbita e sicuramente ben preparata, o come tu stesso affermi per conoscenze dirette e/o indirette, restano veritiere ma mai realmente comprese, e chi te lo dice, fidati, puo’ darti ragione perchè puo’ riscontrare quanto affermi! Tuttavia le persone o, per meglio dire, il popolobue, si occupa e si preoccupa del PROPRIO ORTICELLO, e ti parlo della maggioranza degli italiani! pertanto sente esclusivamente cio’ che gli e’ piu’ vicino, ecco la mia denuncia! Gli italiani non si preoccupano del loro paese, non hanno un senso di appartenenza che non esuli dalla fede calcistica! non si preoccupano realmente di quanto accade nelle regioni adiacenti, e cosi continuando, vanno dove lo porta il sistema, pensa per stereotipi, e magari sono i primi a salvarti per mare per poi lasciarti alla deriva sociale contenti di aver fatto una buona azione..e te lo ripeto! mi offendi se insisti col darmi del razzista (anche indirettamente) perchè NON LO SONO e non mi sento tale!! anzi! essendo di origini meridionali, potrei parlare PER ORE di tutte le offese, le ingiustizie, le INGIURIE perpetrate alla mia persona ed alla mia famiglia proprio dai BENPENSATI ITALICI che oggi difendono a spada tratta gli extracomunitari, mentre solo ieri a gente autoctona come me sputavano in faccia! e con questo chiudo qui i miei interventi di generis! ringraziando armando e Rino per la loro opinione, e a te per la tua franchezza.
Damien(Quota) (Replica)
@Rino
Dubbiosi sì,per carità, però i tempi impongono delle prese di posizione nette almeno su certe tematiche, per lo meno su principi basilari.
Innanzitutto non c’è bisogno di abbracciare o sposare alcuna ideologia per scopririsi razzisti : il razzismo è un aspetto dell’ignoranza che si tramuta in odio ed ostilità, un sentimento irrazionale a cui in passato è stata data una parvenza di scientificità.
Io ho sempre pensato che razzisti non si diventa.
Ho sempre guardato con sospetto certo snobismo con il quale veniva tacciata di ignoranza e razzismo l’America o colpevolizzati i tedeschi per il loro sciagurato passato, in realtà i popoli vanno messi alla prova e giudicati proprio alla luce di condizioni critiche come quelle che sta attraversando oggi l’Italia.
Troppo facile non essere razzisti quando c’è n’è per tutti….
Oppure quando la convivenza con il “diverso” è un opzione facoltativa.
Insomma.
Cautela sì ma non prendiamoci in giro, il popolo leghista lo conosco abbastanza bene (o forse lo conoscevo, le cose temo siano cambiate in peggio) in particolare quello della Lombardia e sicuramente molti leghisti della prima ora nulla avevano a che spartire con la xenofobia a parte le provocatorie sparate di Bossi.
I tempi sono cambiati da quei primi anni 90 e oggi la Lega ha scelto di pescare voti anche dagli elettori di estrema destra : avevo postato tempo fa un video in cui Borghezio spiegava ad un movimento locale francese (di Nizza) come utilizzare le istanza tradizionaliste/identitarie come “cavallo di troia” per neo-fascisti.
http://www.youtube.com/watch?v=lk8vpuajKGc
Che poi alcune espressioni e scelte linguistiche sono indubbiamente razziste bisogna avere anche l’onestà intellettuale di ammetterlo, non si può giocare come sta facendo la destra attuale usando la scusa della libertà d’opinione, del politicamente scorretto e del coraggio di dire quel che si pensa per far passare infamie di ogni tipo, tutti trucchi che purtroppo hanno raggiunto il loro scopo.
http://www.youtube.com/watch?v=DrzOQQzGNKM
@Alessandro
Sul fatto che la Lega è una forza politica a cui bisogna opporsi democraticamente non credo ci sia possibilità di obiettare,date le percentuali che ha raccolto nelle ultime tornate elettorali.
Luke Cage(Quota) (Replica)
Mi cascano le braccia sentire da Alessandro che la Lega non sia razzista. Beh, se la Lega non è razzista allora non lo è nemmeno il Ku Klux Klan.
Certo anche i femministi e le femministe del PD, Rifondazione e “popolo viola” nel considerare la donna di un gradino superiore all’ uomo, di insultare e deridere gli “sfigati” e i padri separati e nell’affermare che la violenza sessuale è la violenza più grave che ci sia(anche più dell’ omicidio o tortura) e quindi di richiedere innalzamenti delle pene o castrazioni, non sono meno razzisti dei Leghisti. Ma questo è un altro discorso.
Alessandro, please, guarda questa folla leghista delirante che acclama i deliri di questo leghista:
http://www.youtube.com/watch?v=bA-f9i8DYmk
In Veneto, tali politici razzisti raccolgono oltre il 70% dei consensi. A napoli, non ne raccoglierebbero nemmeno il 2%. Da qui si misura il grado di civiltà o meno di una città, di una regione.
Inoltre, guarda il blog di Daniele Sensi che elenca giorno per giorno i deliri leghisti:
http://danielesensi.blogspot.com/
Icarus.10(Quota) (Replica)
@Icarus10- La verità è che abbiamo un sistema penale, giudiziario e carcerario spietato, classista e disumano, improntato sul disprezzo di ogni forma di umanità e di comprensione umana e sociale.
>>
Te lo dico senza alcuna provocazione, ma tu non hai la più pallida idea di cosa siano i sistemi penali, giudiziari e carcerari, spietati e disumani.
Ti cito due Paesi fra i tanti: la Cina e l’Iran.
Altro che l’Italia…
Lestat(Quota) (Replica)
@Lestat:
lo dico senza voler essere provocatorio, ma Cina e Iran come termini di paragone in fatto di diritti umani non mi sembra una scelta molto indicativa.
Il regime di detenzione italiano è una realtà che viene fatta passare sotto silenzio ma è semplicemente indegna di un paese civile anche se siamo in “buona compagnia”.
Non è guardando chi è messo peggio che ci facciamo del bene.Ma questa è un altra storia…
Luke Cage(Quota) (Replica)
Caro Damien, ero infatti nel dubbio a chi ti riferissi quando parlavi dei fatti “gravi ed incresciosi di Rosarno” e non a caso mi ero espresso in forma dubitativa. D’altro canto il tuo post aveva ben altri toni da questo a cui sto rispondendo e il mio dubbio, consentimelo, poteva essere lecito; comunque sono felicissimo di averlo fugato.
Ciò detto, dobbiamo però essere onesti intellettualmente. Ora, a meno che io non sia un idiota (e non credo), Rino ha espresso concetti diametralmente opposti ai tuoi, criticando alla radice l’impostazione complessiva del tuo intervento, specie quando ha magistralmente evidenziato la macroscopica contraddizione in cui tu ti dibatti nel momento in cui confondi completamente le cause con gli effetti (il “sistema” da una parte, da te criticato, e le sue “vittime”, tra cui anche gli immigrati che invece per te diventano la causa o una delle cause, quindi di fatto il sistema stesso). Il fatto che la sua posizione sia radicalmente diversa dalla tua (a parte il fatto che è talmente evidente che non sarebbe necessario neanche spiegarne le ragioni) è oltre tutto dimostrato dal fatto che ha avvertito il bisogno e la necessità di replicare al tuo post. Hanno condiviso la sua posizione, oltre al sottoscritto, anche Icarus, LukeCage e Alessandro, che hanno anch’essi posizioni totalmente diverse dalle tue ( e simili alle mie) e non a caso hanno criticato il tuo intervento. A tua difesa (si fa per dire perché non siamo certo in un tribunale…) Rino ha voluto sottolineare che nella tua posizione non c’è razzismo ma un’analisi errata della realtà. Ma proprio questo evidenzia ancora di più la distanza tra la tua posizione e la sua (e la nostra).
Adesso tu affermi di essere d’accordo con lui e di condividere i concetti da lui espressi. Consentimi di essere perplesso. Episodi simili accadevano anche nella vecchia lista di U3000; si discuteva, ci si scontrava, ci si divideva, senza se e senza ma, poi interveniva Rino e tutti si dichiaravano d’accordo con le sue posizioni, compreso il sottoscritto. E’ un mistero. Capisco il carisma e la levatura intellettuale di Rino però c’è un limite a tutto.
Ora francamente abbiamo altro da fare e non mi pare il caso di perdere tempo, però forse l’unica soluzione potrebbe essere quella di mettere l’uno accanto all’altro il tuo intervento e quello di Rino e lasciare valutare agli altri…
La cosa, devo dire, mi fa anche un po’ sorridere, perché, ripeto, o io sono uno stupido, oppure faccio il furbo, oppure viceversa, sei tu che sei stupido oppure fai il furbo. Non si sfugge. Perché UNA COSA E’ ASSOLUTAMENTE CERTA: I CONCETTI ESPRESSI DA RINO SONO DIAMETRALMENTE E RADICALMENTE DIVERSI DA QUELLI DA TE ESPRESSI. O meglio, la prima parte del tuo impianto è corretta e condivisibilissima, quella della critica al sistema, per capirci. La seconda è quella in cui invece tu, da una parte, e noi, dall’altra, divergiamo completamente. La parte cioè, e mi scuso per la ripetizione, in cui tu cadi in una contraddizione quasi schizofrenica, in un circuito vizioso anche di difficile comprensione. Una contraddizione talmente grande che anche un uomo come Armando, che pure ha un approccio e una filosofia assai diverse dalla nostra, ha sentito la necessità di mettere qualche paletto, di evidenziare anch’egli il paradosso contenuto nel tuo intervento: uomini beta contro altri uomini beta…non scherziamo…e non c’è bisogno di essere dei veteromarxisti per cogliere la debolezza strutturale di una simile posizione…
Ora nel tuo ultimo post, forse in qualche modo condizionato da quello di Rino, c’è già una certa correzione di rotta rispetto a quello in discussione. Parli di centri di accoglienza per gli immigrati come di lager (e hai ragione) e del fatto che non sarebbero state adottate deliberatamente delle adeguate politiche di integrazione (e anche qui hai ragione). Bene. Ciò significa che allora il problema (né tanto meno il nemico) non sono gli extracomunitari ma il sistema che li utilizza per sfruttarli e per metterli artificiosamente in competizione con noi, cioè con gli uomini beta autoctoni, al fine di alimentare la divisione fra i poveri e gli svantaggiati. Proprio quello, perdonami ma è quello che penso, che di fatto tu alimenti, per lo meno rimanendo ai tuoi precedenti commenti, prima di quest’ ultimo.
Ora non mi sembra il caso di chiedere l’intervento chiarificatore di Rino perché non siamo all’asilo infantile. Però sarai d’accordo con me che la contraddizione esiste e non può essere elusa. Possiamo anche far finta di nulla e andare avanti, sia chiaro, non muore nessuno, però siccome mi hai chiamato in causa, ho ritenuto opportuno mettere qualche puntino sulle i, come si suol dire.
Ripeto, questo accadeva sistematicamente nella vecchia lista di U3000. Non è possibile. O qualcosa non funziona nella nostra comunicazione oppure abbiamo mutuato i peggiori difetti della nostra classe politica, in primis quello di fare i furbi. Perché Rino a volte si esprime anche in modo un po’ criptico, lo ammetto, è la sua modalità,però il suo ultimo commento in tema era VERAMENTE CHIARO, che più chiaro non si poteva. Senza possibilità di errore. Quindi, siccome neanche tu sei uno stupido, le cose sono due: o il furbo lo faccio io o il furbo lo fai tu. Punto. Non ci sono soluzioni ermeneutiche a cui fare ricorso…
Sia chiaro, anche questo fa parte della dialettica, non c’è da scandalizzarsi. D’altronde continueremo a campare entrambi abbastanza bene anche senza sciogliere questo nodo nè questo ci impedirà di proseguire in questa avventura. L’importante però è non pensare che il nostro interlocutore sia uno sprovveduto (parlo in generale,ovviamente).
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Ciao Icarus. Io volevo semplicemente sottolineare che anche tra i gli elettori leghisti ci sono coloro che non possiamo definire razzisti. Le posizioni di molti esponenti di spicco della Lega sono poi impregnate di xenofobia e razzismo, su questo sono totalmente d’accordo con te. Comunque sulla mia contrapposizione al leghismo, senza se e senza ma, non c’è il minimo dubbio.
Alessandro(Quota) (Replica)
@Lestat: ma non è che su ogni cosa che critichiamo di nostro, dobbiamo sempre tirare in ballo la Cina. Il fatto che la Cina sia messa peggio di noi in termini di diritti civili e umani, non significa che dalle nostre parti in termini di diritti si stia messi bene. Nelle nostri carceri vige l’ Inferno. E cosa fanno i nostri politici? Depenalizzano e mettono pene alternative al carcere? No, mettono nuovi reati e innalzano le pene e le restrizioni per quelli già esistenti. Il tutto in omaggio alla volontà delle sanguinarie “casalinghe di voghera” cioè le odierne Tricoteuses del Terrore di Robespierriana memoria.
La lega era razzista anche prima, cioè negli anni 80 e 90. La Lega è nata sotto la spinta di un forte anti-meridionalismo, il tema dell’ immigrazione extracomunitaria è stato posto solo dopo, cioè a fine anni 90 con l’aumento dell’ immigrazione di persone provenienti dai paesi extracomunitari. La Lega, agli albori, usava una propaganda esclusivamente anti-meridioanale, perchè a quei tempi gli extracomunitari erano ancora pochi, quindi solo con noi terun e teron se la potevano prendere. Io da napoletano non posso dimenticare le valanghe di infamie razziste che i leghisti hanno detto e continuano a dire contro noi napoletani e meridionali. Io non posso dimenticare le infamie e le vigliaccate razziste con cui i napoletani e altri meridionali, rom ed extracomunitari vari,vengono trattati a Verona, e in altre zone del Veneto e della Polentonia. Io non posso dimenticare che i miei antenati, i miei nonni, i miei genitori, sono stati insultati e vilipendiati dai leghisti al grido di “parassiti”. Io non posso dimenticare gli infami striscioni razzisti apparsi a Verona in cui si incitava e a bruciare vivi noi napoletani “teron” : quando vidi per la prima volta per tv questi striscioni infami, avevo appena 8 anni e scoppiai a piangere nel pensare che ci potessero essere persone che ci odiassero e che volessero vedere bruciati vivi solo perchè nati in una città e in una latitudine che a loro non piaceva.
Icarus.10(Quota) (Replica)
Questo è il blog di quel Bibì o Bibò, non ricordo bene, che aveva (e probabilmente avrebbe ancora) anche il pudore di venire a scrivere sul nostro blog…Veramente non c’è limite alla vergogna…L’ho scovato casualmente su google mentre stavo leggendo una recensione al mio ultimo libro che mi è stata segnalata…
http://bibiebibo.com/?p=2098
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
..e questa qui..?
http://quandotialziunamattina.blogspot.com/
Luke Cage(Quota) (Replica)
@Fabrizio: non sono certo qui a chiedere consensi.. l’interventi di armando e Rino hanno si evidenziato quanto affermo, ma, ovviamente, in parte, nella parte iniziale, per poi andare in disamine critiche nei miei riguardi. Ora, premesso che “fare il furbo” non e’ nel mio stile, per meglio comprendere il perchè delle mie affermazioni di “vittime e carnefici” nei confronti degli extracomunitari, permettimi di usare un paragone per fugare ogni perplessita: I soldati.. tra loro ci sono coloro che odiano la guerra, la ritengono ingiusta, tuttavia sono andati al fronte, a combattere un nemico che manco conoscono, molti di loro uccideranno, altri saranno uccisi.. ma nessuno puo’ ed è capace di OPPORSI a tale destino, questo esempio enfatizza quindi quanto voglio asserire, pur essendo vittime del sistema, essi non si pongono problemi etici, morali, sociali e quant’altro in cio’ che fanno, ergo appare lampante che, seppur in sintonia col fattore “umano” della reale necessità che essi hanno, possiamo notare tutti questa “guerra sociale” alimentata da indifferenza, odio, diversità e quant’altro che solo grazie alle nuove generazioni, a mio avviso, si potrà avere in futuro una pacifica coesistenza e reale integrazione. Per concludere vorrei inoltre sottolineare, visto che ci siamo, il perchè asserisco che tali popoli vadano aiutati a casa loro, un altro esempio che mi viene in mente adesso e’ la questione palestinese, di cui tu ed altri, come il sottoscritto, abbiamo espresso i nostri pareri in merito, ebbene.. la domanda è la seguente, non ritieni quindi giusto aiutare le popolazioni a vivere nelle loro nazioni, fornendo loro aiuto, sostegno materiale, economico e quant’altro.. oppure preferiresti che lasciassero le loro terre accogliendoli in italia alla stregua ed alle stesse situazioni precarie, inumane, già espresse in precedenza?.. francamente ti dico che, se qualcuno mi dovesse mai mettere in condizioni di esasperazione tale da sentire la necessità di lasciare l’italia, preferirei che ci sia un aiuto risolutore per farmi rimanere, anzichè andare in uno stato straniero, dove c’e’ una diversa cultura, religione, legge, lingua e dovermi adattare o, come succede da noi, imporre le mie necessità. Se cio’ non fosse utile per la disamina di quanto asserisco, Fabrizio, non pensare che me ne ritorni a posto sperando di avere un “sei politico” o che copi dal compagno di banco..
Damien(Quota) (Replica)
Damien, lascia perdere il “sei politico” o altre menate simili…la filosofia di questo sito è tutt’altra, dovresti averlo capito, e io non sto qui a fare il professorino (che non sono)…
Insisto, proprio il tuo ultimo post (che non ha nulla di razzista) dimostra ancora una volta di più la enorme contraddittorietà della tua posizione.
Proprio l’esempio che hai portato (calzantissimo pro domo mia, tuo malgrado), lo dice.
La guerra. Masse enormi di uomini (beta) mandate a scannarsi dai gruppi dominanti (e se non ci andavano li fucilavano) per i loro interessi. E tu che fai? Te la prendi con quei soldati ex contadini o ex operai (comunque gente comune) strappati alla loro terra e alle loro case con la forza e dici che sono loro il nemico invece di prendertela con quelli che ce li hanno mandati? Te la prendi con i “mandati” invece che con i mandanti? Se i “mandati” hanno una “colpa” è solo quella di non ribellarsi ai mandanti. In questo ti do ragione. Ma allora, visto che siamo in tema di Qm (così forse c’è la speranza che ci si possa comprendere meglio), sarebbe come se noi individuassimo i nostri nemici negli altri uomini beta (la stragrandissima maggioranza) che, a differenza nostra, non fanno nulla per contrastare il sistema o peggio, non hanno neanche preso coscienza della loro condizione. Insomma proprio con i nostri alleati naturali, con i nostri fratelli, con quelli che vogliamo conquistare alla nostra causa… Possibile che tu non riesca a comprendere questo gigantesco paradosso di cui ti ostini a non voler prendere atto?
Se vuoi il mio parere, scusa la presunzione, tu lo hai già capito, ma siccome, permettimi di dirti questo, sei “attaccato” ad un sistema di pensiero ormai radicato dentro di te, hai difficoltà a lasciarlo andare. So che potresti accusarmi di presunzione ma, per dimostrarti la mia buona fede, ti dico che anche io ci sono passato, quando mi ostinavo (ero molto più giovane per la verità), per ragioni ideologiche, a difendere l’indifendibile. In realtà non ero neanche così convinto di ciò che sostenevo spesso con veemenza e le crepe nella mia impalcatura ideologica erano ormai profonde. Tuttavia la mia mente e il mio ego la facevano da padroni come la fanno da padroni nella stragrande maggioranza delle persone. Pensa che una volta mi sono addirittura trovato a difendere la causa femminista con mio padre, uomo di sinistra di altri tempi come purtroppo non ce ne sono quasi più. Se ci penso mi viene da ridere…Eppure…
Mi domandi se non penso che sia giusto che queste masse sterminate di poveracci (la grande maggioranza del pianeta) possano svilupparsi a casa loro, nella loro terra? Certo che lo penso. Lo pensano anche loro, caro Damien, tu pensi forse che uno scelga di fare l’immigrante come opzione di vita? Oppure pensi che questa massa di disperati sbarchi dalle nostre parti con ogni mezzo a rischio della propria vita solo per sport? Oppure perché pensi che attraversare il Mediterraneo sul gommone di qualche scafista sia un esperienza eccitante come discendere il fiume Colorado su un kajak?
Non scherziamo, Damien…questa è gente che viene qui per disperazione, inseguendo il sogno di una vita migliore, né e più e né meno di quello che hanno fatto decine di milioni (ho detto decine di milioni) di migranti italiani che hanno sopportato più o meno dovunque le stesse violenze, angherie, soprusi e discriminazioni che stanno subendo oggi gli immigrati nei nostri paesi. Al contempo, così prevengo subito l’inevitabile obiezione (che è poi una delle ragioni di tanto livore da “popolo bue”, ha ragione Icarus quando usa questo termine), alcuni di quei migranti (parlo degli italiani) hanno reagito a quelle condizioni di oppressione con la violenza, addirittura arrivando a costruire una delle più grandi imprese organizzate del crimine che la storia abbia mai conosciuto. Bene. Vogliamo mettere sotto accusa tutti gli immigrati italiani che hanno contribuito in maniera determinante, con il loro lavoro, la loro sofferenza, la loro fatica, la loro intelligenza, la loro fantasia, a rendere i paesi che li “accoglievano” ancora più grandi, forti e sviluppati?
Non scherziamo, Damien…molti immigrati (comunque una minoranza) delinquono? Certo, e chi lo nega? E allora? O vogliamo dire che la criminalità è un fenomeno strettamente legato a quello dell’immigrazione? Vogliamo fare una mappatura del crimine organizzato nel mondo e vedere cosa c’è dietro al fenomeno criminale? E magari scoprire che ci sono governi, banche, multinazionali e via discorrendo?…(Paolo Barnard, il giornalista che condivide la nostra battaglia, è molto esperto anche di queste cose, vai su google e vedi i suoi video, sono molto interessanti). E allora se lo facessimo scopriremmo che quella criminalità spicciola che noi vediamo nei “vicoli e nelle strade puzzolenti e maledoranti di kebab” e che tanto ci da fastidio è solo l’infinitesima parte di una criminalità ben più grande e potente che spesso, ahinoi, è addirittura ceto dominante in tanta parte del mondo, compreso spesso il nostro…
Se poi mi chiedi le ragioni per le quali tanta parte del pianeta si trova ancora, nel terzo millennio, nelle condizioni di povertà e di sfruttamento (ma chi è che li sfrutta? Te lo sei mai chiesto?…fossimo proprio noi o meglio i nostri gruppi dominanti? Ti è saltato in mente questo dubbio?…) in cui si trova, bè, qui il discorso si farebbe veramente troppo lungo, e mi fermo… Però, indipendentemente da quelle che potrebbero essere le nostre differenti analisi e interpretazioni di questa gigantesca e tremenda diseguaglianza mondiale, individuare nelle vittime i responsabili, oltre che criminale, è anche sciocco. E mi permetto di dirtelo perché sono assolutamente certo che tu abbia capito come stanno le cose ma per qualche ragione (come ripeto, ci sono passato anch’io) hai deciso di rimanere inamovibile su determinate posizioni di cui tu stesso sei consapevole della enorme contraddittorietà.
Ti dirò di più. In un primo momento pensavo di aver fatto male a rispolverare questo argomento con te. E invece no. Ho fatto bene perché credo che, non ora, e forse neanche domani, ma forse più avanti potresti rivedere queste tue posizioni. Probabilmente proprio il giorno in cui, appoggiato al bancone del bar della discoteca che tu frequenti, ti ritroverai accanto un altro uomo beta come te, però con la pelle più scura e un accento diverso dal tuo, ad osservare le ragazze che se la tirano e che non vi si “filano di pezza”, come diciamo noi a Roma. Quel giorno, forse più prima che poi, i vostri sguardi si incroceranno e forse capirai che quello che sta accanto a te è proprio un uomo beta come te, non ci sono santi. E magari scoprirai anche di avere tante cose in comune con lui, la prima è che come non “filano” te non “filano” neanche lui. E poi, approfondendo la conoscenza scoprirete anche di avere tante altre problematiche comuni. E forse allora vi farete anche una bevuta insieme, alla faccia di quelle che non vi si “filano”, facendovi sopra anche una bella risata, come si fa tra uomini. Quella risata (come recitava una volta un bellissimo slogan anarchico) che forse un giorno le/li seppellirà…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
e certo che me la prendo con loro! perche devono REAGIRE CONTRO IL SISTEMA! esattamente come noi uomini beta vogliamo REAGIRE CONTRO UN SISTEMA che ci e’ avverso! e dove troviamo purtroppo pochi consensi e tanti ometti e uomini zerbino, oltre che alla moltitudine di persone che si allinea al SISTEMA per trarne benefici o piu’ semplicemente perchè non sono in grado di avere una propria identita!! ecco il filo conduttore tra la questione ivi trattata e la QM!
FABRIZIO:”soldati ex contadini o ex operai (comunque gente comune) strappati alla loro terra e alle loro case con la forza e dici che sono loro il nemico invece di prendertela con quelli che ce li hanno mandati?” SI! fintanto che abdicheranno le loro vite al volere del SISTEMA non ci sarà MAI una vera RIVOLUZIONE! parimenti se tutti gli uomini non comincieranno a prendere visione dela loro situazione odierna, non si avranno dei benefici e noi, piccolo nutrito numero di “risvegliati” periremo dentro i nostri stessi discorsi! i nostri fratelli come dici tu sono essi stessi il braccio armato del sistema! solo se saranno “risvegliati” potranno essere d’aiuto alla causa, diversamente ce li troveremo contro (com’è gia’ successo!) solo DOPO, COESI, UNITI, RISVEGLIATI, potremmo dire NO al SISTEMA e divenire padroni di noi stessi! incredibile che tu non voglia comprendere quanto affermo!e delle tue posizioni ne faccio a meno perchè le trovo prive di logica, il SISTEMA manda soldati morire per fini diversi da quelli citati, diversamente l’ONU da tempo avrebbe posto fine alle guerre in senegal, piuttosto che alle varie situaioni scabrose in tutto il nord africa, ci avremmo visto persino i poliziotti del mondo.. gli YANKEES! yeaahh! ed invece? nulla!.. il sistema non ha nulla da guadagnare li.. per il momento si capisce.. la stessa Libia ha permesso la dipartita di queste persone per un PURO TORNACONTO! quello che TU non vuoi comprendere a mio avviso è la reale motivazione del perchè si lascino in molte situazioni uccidere persone in una nazione o aiutarne un altra.. non siamo forse tutti PERSONE? esseri UMANI? conosci le motivazioni per le quali queste persone mettono a rischio la propria vita per venire qui? ma sopratutto non ti poni la domanda COSA HA CAUSATO questa emigrazione? e sopratutto perchè non ci sono stati interventi precisi? ecco il problema, il vero problema quello che io voglio denunciare va alla fonte, forse per te risulta inutile, per me è importante per stabilirne le motivazioni! E’ smettiamola una buona volta di rompere le pelotas con i nostri immigrati italici! basta con questo puerile raffronto! per carità! e’ lo stesso che usano le femministe per darci colpe che non abbiamo! farci pagare le colpe che altri prima di noi hanno piu’ o meno compiuto! Fabrizio! e se questi extracomunitari si sono dati alla manovalanza criminale ebbene, allora dai ragione alla mia tesi! tu uccideresti mai per fame? sai quante ore mi facevo io per 900 mila lire al mese?? 19 ore! in una paninoteca pizzeria! e pensi che non potevo andare a spacciare il fumo ai miei coetanei?? e continuando.. il SISTEMA non ha posto in essere le adeguate strutture sociali per l’integrazione.. SAI IL PERCHE’??? ad oggi puoi dirlo??? hai una risposta?? io si! e l’ho data! e non perchè faccia parte dei servizi segreti o altro, perchè e’ EVIDENZA! laddove la famiglia italiana e FINITA, calano le nascite!! ergo serve reintegrare! con chi???? chieditelo! ed a chi oggi si privilegia le case popolari? la sanità? si perdonano molti crimini? ti risulta che gli extracomunitari abbiano risollevato le sorti del paese? SONO STATI VITTIME E CARNEFICI! apri gli occhi Fabrizio! Concludendo quindi non mi voglio ulteriormente protrarre oltre il punto FOCALE: IL SISTEMA CONOSCE bene tutte le meccaniche in gioco! i perchè ed il percome! ha i mezzi politici diplomatici e quant’altro per farlo, per creare una nazione civile, felice e prosperosa.. domandati TU, io e tutti noi IN CHE NAZIONE VIVIAMO! e sopratutto dopo, se vuoi, domandati i PERCHE’!! p.s.: io le bevite con Assou, carissimo amico Marocchino, già me le faccio.. ci siamo scopati anche la stessa donna! ed indovina molte delle informazioni che mi arrivano chi me le ha poste in evidenza… Stammi bene fabrizio, Roma te saluta!
Damien(Quota) (Replica)
Damiè, purtroppo fin quando tu parti dall’ ERRATO presupposto che la maggior parte degli immigrati delinque e che non esiste la punizione e la certezza della pena per loro(azzo…in piano regime Leghista e con un codice penale fascista!), è ovvio che non riusciremo mai a trovare un punto di incontro. Non capisco perchè te la prendi con loro di mancata ribellione, quando noi autoctoni siamo i primi a NON ribellarci a questo sistema. Anzi, gli unici che nel nostro Paese si sono ribellati con violenza contro le Mafie sono stati proprio gli immigrati extracomunitari, vedi Rosarno e Castelvolturno. E non noi.
Icarus.10(Quota) (Replica)
Sto con Rino quando invita alla prudenza nel giudicare fatti ed eventi complessi. Alcuni esempi molto in sintesi.
La globalizzazione non è stata promossa solo dal “neoliberismo”. E non solo perchè tutto un mondo della finanza internazionale cosìdetta progressista l’ha sposata in pieno. Vedasi il famigerato Soros o, più modestamente i nostri Ichino e Alesian che hanno scritto addirittura un libro per dire che il “liberismo” è di sinistra. Fosse solo questo rientrerebbe in dinamiche conosciute.
No, il fatto è che anche chi si definisce antagonista ha finito per spingere nei fatti nello stesso senso. L’illusione è stata che la globalizzazione economica avrebbe finito per “unificare” gli sfruttati di tutto il mondo (le “moltitudini” di Toni Negri), e che avrebbe avuto per conseguenza positiva lotte comuni per diritti comuni, universali, sia sul piano sociale che giuridico. In altri termini si è creduto che la borghesia avrebbe fatto una parte del lavoro “internazionalista” unificando, per così dire, il mondo. Il risultato è stato la deculturazione generalizzata. Credo che anche il fondamentalismo islamico (e sia chiaro che non mi fa simpatia alcuna) origini anche in questo fenomeno di resistenza a forze esogene, oltre che a spinte religiose endogene di cui la religione islamica è portatrice. Ma i “proletari” islamici di quelli occidentali se ne fottono altamente. Li leggono come nemici alla pari degli Alfa.
Dunque il fenomeno è complesso, come è complesso il fenomeno Lega quì da noi.
E’ nata, secondo me, recependo un disagio e un’inquietudine diffuse ed anche giustificate. Giustificate non nell’individuazione del “nemico”, ma come percezione di una diffusa perdita d’identità dell’Occidente globalizzato. Poi, molto semplicisticamente e spesso in modo insopportabilmente rozzo, non ha trovato di meglio che prendersela con gli effetti (leggi immigrati) invece che con le cause. Dall’altra parte, dalla parte opposta, era tutto un inno alla solidarietà senza se e senza ma e soprattutto senza regole. Intanto nessuno si poneva il problema delle origini del fenomeno e della necessità, se davvero si voleva arginare, di risolverlo nel lungo periodo facendo in modo che quei popoli potessero vivere del loro nella loro patria coi loro costumi usi e tradizioni (di volta in volta definite tribali, barbariche, oscurantiste e naturalmente maschiliste e sessiste, con un filo di non dichiarato razzismo etnico). Dunque, secondo me, della situazione è responsabile tanto il neoliberismo quanto il suo (a parole) opposto. E di certo il problema è irrisolvibile sia con mere proposte repressive sia con l’accoglimento generalizzato e indiscriminato.
Grande è la confusione sotto il cielo, diceva Mao Tze Tung. Personalmente ripeto che, fatto salvo il rispetto delle nostre leggi e dunque la repressione dei delinquenti qualsiasi origine etnica abbiano, l’accoglienza intelligente e generosa e non impaurita, è sintomo di identità forte e ben formata. Il che non esclude attriti e contrapposizioni (dobbiamo essere realisti) ma questi non sconfineranno mai e poi mai in forme di razzismo e di odio verso il diverso, da leggersi sempre come proiezioni sull’altro di profonde incertezze identitarie proprie. Esattamente come per l’odio verso gli omosessuali, senza che si debbano esaltare quasi fossero un modello culturale da proporre. Anche in questo ultimo esempio le analogie fra le diverse parti in commedia mi sembra assai calzante.
per questo credo che, tornando alla QM; il problema di una identità di genere forte è quello principale. Se non lo avviamo a soluzione, o per lo meno se non fermiamo la deriva omologante, saremo sconfitti senza alcun dubbio. Dagli Alfa, dai poteri forti, dal femminismo o da chi si voglia, ma sempre perdenti saremo.
armando(Quota) (Replica)
che ne dici di fare un po’ di entrismo in qualche partito ? io un pensierino sulle fabbriche di Nichi o sui Radicali lo farei (anzi lo sto già facendo)
bhishma(Quota) (Replica)
Guardo il volto massacrato di Gheddafi, morto in combattimento, da guerriero. Qualunque siano state le sue responsabilità storiche è morto con onore. Esulta il cerchio magico delle consigliere femministe USA, Hillary Clinton in testa, scatenate contro il Presidente Obama che non voleva fare la guerra. Si compiacciono per il luminoso futuro democratico che, con questo assassinio, si apre, Presidenti e consorti, di tre popoli europei: il francese, l’inglese e l’italiano. Mi domando se davvero passa di lì la liberazione dei popoli promossa dalle democrazie occidentali. Mi domando se questo volto, ancora una volta di un maschio, è stato conciato così e mostrato così per dire qualcosa anche ai maschi europei che non arrivano a fine mese e a quelli che neanche iniziano il mese. E mi viene in mente una frase detta qualche hanno fa, a differenziare le democrazie dai regimi comunisti, da uno che ricordava ancora il rumore dei camion della polizia che la notte raggiungevano le case per portare alla fucilazione i cittadini “sospetti”: “Certo ci sono grandi disuguaglianze in Occidente, ma tutto sommato, meglio essere governati da ladri che da assassini”. Ecco, guardando l’assassinio di Gheddafi, mi domando se in Occidente i ladri per continuare a rubare siano costretti a diventare assassini.
cesare(Quota) (Replica)
“Ecco, guardando l’assassinio di Gheddafi, mi domando se in Occidente i ladri per continuare a rubare siano costretti a diventare assassini”. (Cesare)
A meno che i ladri non fossero gia’ in fieri degli assassini, caro Cesare. E se e’ vero che l’occasione fa l’uomo ladro, e’ molto probabile che sia la stessa a renderlo assassino, a seconda delle necessita’ (e dei contesti).
In tutto il mondo da secoli il capitalismo si e’ declinato e si declina con forme politiche democratiche (Europa, USA) cosi’ come con modelli autoritari (Asia) e spesso feroci dittature militari (America Latina e non solo, fino a pochi anni fa). Proprio questa “flessibilita’ e’ una delle caratteristiche che lo ha contraddistinto e lo contraddistingue da altri sistemi di dominio fondati su istanze ideologiche (Comunismo, Fascismo, Nazismo) o religiose (teocrazie, stati confessionali ecc.).
Talvolta, come sappiamo, questi diversi sistemi si sono sovrapposti. Il Fascismo, ad esempio, non solo quello italiano ma soprattutto quello spagnolo, portoghese, greco, turco ecc., e’ stato, fra le altre cose, anche e soprattutto una dittatura di classe; in parte lo e’ stato anche il Nazismo ma in questo caso, a mio parere, la componente ideologica era prevalente.
In Arabia Saudita il Capitalismo convive con estrema disinvoltura con l’Islam piu’ radicale (quello stesso che in altri contesti e frangenti e’ invece il suo nemico dichiarato), sicuramente dal punto di vista teologico e pratico, cioe’ dell’organizzazione sociale. Per lo meno fino a quando quest’ultimo sara’ in grado di arginare (e qualcosa sta cominciando a scricchiolare anche da quelle parti) la penetrazione culturale dell’Occidente (che non e’ tutta da gettare alle ortiche, sia chiaro: la critica della modernita’ non significa non cogliere anche gli aspetti positivi di quest’ultima e soprattutto della cultura che l’ha prodotta).
In Sudafrica e anche in altri paesi il Capitalismo ha addirittura convissuto con regimi dichiaratamente razzisti.
Questa capacita’ un po’ camaleontica (ma non solo di facciata) di assumere sembianze e forme poltiche in parte e a volte completamente diverse l’una dall’altra, e’ uno dei suoi grandi punti di forza.
La vicenda libica, cosi’ come tantissime altre (l’elenco sarebbe lunghissimo…) e’ parte di questa storia. Gheddafi e’ uno dei “cattivi”, diventato “buono” e tornato ad essere “cattivo”. Evidentemente non c’erano piu’ i margini per farlo tornare “buono” e allora si decide di farlo fuori sostituendolo con altri “buoni”, per lo meno fino a quando fara’ comodo alle classi dirigenti occidentali. Tanto in un futuro prossimo o remoto ci vorra’ poco a far diventare “cattivi” anche quelli che hanno preso il suo posto; e a giudicare da come si comportano non mi sembrano molto meglio di chi li ha preceduti (ma e’ risaputo che i concetti di “buono” e di “cattivo” sono soggetti alle leggi della relativita’ politica…).
Insomma, per dirla in parole poverissime, se oggi ci si limita a rubare (perche’ nessuno lo impedisce o ha la forza per impedirlo), domani (se qualcuno si mettera’ in testa di impedirlo), se risultera’ utile o necessario, si potra” anche ammazzare.
La Storia ci dice con estrema chiarezza (e brutalita’) che e’ sempre andata in questo modo…
Una cosa e’ certa: Gheddafi, caudillo in salsa maghrebina per il quale non ho mai nutrito particolari simpatie, si era messo in testa delle strane idee, fra cui quella di affrancarsi politicamente dall’Occidente (sia pur parzialmente)e di creare addirittura una sorta di moneta panafricana.
Troppo, anche per il democratico e “politicamente corretto” Occidente. E allora scoppia improvviso e irrefrenabile il desiderio di esportare la “democrazia” anche in Libia…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
E chi chi lo dice che è morto con onore?
Forse se la stava facendo addosso.
E’ proprio necessario dare i riconoscimenti postumi anche ai dittatori criminali ?
Paolo(Quota) (Replica)
Paolo@Forse se la stava facendo addosso.
Lo sport di “bastonare il maschio che annega” consiglio di non praticarlo: è disonorevole. Non basta essere stati massacrati? bisogna anche negare al caduto ogni dignità persino nella morte? il rispetto per il nemico caduto, chiunque fosse, è codice propriamente maschile ed è condizione ineludibile per onorare se stessi. Inoltre “bastonare il maschio che annega”, è diventato sport misandrico ufficiale e di massa. Uno sport che fa del male prima di tutto a chi lo pratica.
cesare(Quota) (Replica)
“Non basta essere stati massacrati? bisogna anche negare al caduto ogni dignità persino nella morte?”
Che si debba riconoscere dignità ai morti non lo discuto. Che si sia trattato di un ignobile linciaggio nemmeno.
Ma tu Cesare hai parlato di onore e coraggio.
Per me, invece, parliamo di un uomo più che discutibile, morto molto male. Non credo che si debba rendere omaggio ai maschi in quanto tali. La difesa di genere a prescindere non è l’altra faccia del femminismo fanatico ?
Paolo(Quota) (Replica)
L’impellente necessità di screditare il nemico anche e soprattutto nella sua immagine personale, è una tremenda realtà del mondo moderno di cui si era reso bene conto Carl Schmitt, e denota la sua profondissima ipocrisia. Un tempo, e non prendetemi per un nostalgico, si faceva una guerra per motivi dichiarati, ossia la politica di potenza, gli interessi economici etc. Imperialismo, certo, ma almeno chiaro. Oggi che tutti inneggiano alla non violenza, alla democrazia, ai diritti umani (in specie quelli delle donne), la guerra la si fa per gli stessi motivi che però sono diventati letteralmente “indicibili”. Così vanno mascherati sotto le formule ipocrite che ben conosciamo. Per renderle credibili è però necessario
1) Descrivere il nemico come il Male Assoluto, quindi non solo da sconfiggere come è nella logica di ogni guerra, ma da distrruggere letteralmente sotto ogni aspetto.
2) far coincidere il Male con la vigliaccheria personale. Non potrebbe essere altrimenti. Il Male, per definizione, non può avere dignità, non può essere coraggioso, non può decidere di morire con coraggio. Così fosse non sarebbe, e non potrebbe apparire agli occhi dell’opinione pubblica precedentemente ammaestrata, quel Male assoluto.
E non conta nulla il fatto che Gheddafi, che anche a me non ispira particolare simpatia, sarebbe potuto fuggire mille volte con parte ingente delle sue asserite ricchezze, per vivere da nababbo in qualche paese che già aveva dato la disponibilità ad accoglierlo. Gheddafi doveva morire, anche perchè (come Saddam se gli avessero fatto un processo regolare) avrebbe potuto dire cose “spiacevoli”, diciamo così, alle delicate orecchie delle democrazie. E doveva per forza morire da vigliacco. Questa è la realpolitk, campione della quale si sono dimostrati Sarkozy che ha promosso la guerra per evidentissimi motivi commerciali (lui, l’erede di uno dei più feroci colonialismi), e il suo amico Cameron. Il quale, dopo aver scarcerato gli attentatori libici che avevano fatto esplodere quell’aereo britannico in cambio di favori commerciali (pecunia non olet, si sa), ora dichiara che quell’attentato è stato vendicato con la morte del dittatore.
In politica ci si devono sporcare le mani, lo so, ma a tutto c’è un limite. E spero ci sia un limite anche all’ingenuità delle persone. Proprio come per il tiro ad alzo zero che viene fatto sui maschi.
armando
armando(Quota) (Replica)
“Il Male, per definizione, non può avere dignità, non può essere coraggioso”
Il sottoscritto non lo pensa affatto, nè pensa che il male stia da una parte sola.
Tuttavia, la retorica della morte onorevole e coraggiosa mi sembra arbitraria in questo caso.
Mi sembra preferibile astenersi dal dare giudizi così certi di coraggio o viltà non basati sui fatti (non mi pare scontato che avrebbe potuto tranquillamente trovare rifiugio se solo lo avesse voluto e poi per i dittatori l’esilio è peggio della morte).
Soprattutto, mi pare fuori luogo riferirsi a Gheddafi come simbolo del maschio – vittima, anche perchè la logica del discorso fa acqua se pensiamo ai carnefici maschi che lo hanno ucciso.
Questo modo di rappresentare la questione maschile mi pare un pò scivoloso e pretestuoso.
Paolo(Quota) (Replica)
Diceva Machiavelli, citando non ricordo chi:”Ad generum Cereris sine caede et vulnere paucis descendunt reges et sicca morte thyranni”.
=pochi despoti muoiono di morte naturale, i più, assassinati.
Essi costruiscono la propria rovina. Lo stesso Machiavelli si chiedeva anche:ma perché i potenti che posso acquistare gloria facendo del bene fanno invece del male?
Gheddafi ha subito un oltraggio che egli migliaia di volte aveva inflitto ad altri.
I miei trascorsi anarchici garantiscono poi che non posso avere alcuna simpatia per il derelitto ieri terrorizzato, umiliato, assassinato. Nonostante quanto sopra, dunque, inorridisco di fronte allo strazio di un uomo perpetrato da altri uomini.
Ci vedo l’Umanità che odia se stessa, che pratica la negazione di se stessa. Nazismo senza fine.
Anarchico, compiango la fine di un tiranno.
Ateo, prego un Dio che venga a salvarci.
Rino
Rino(Quota) (Replica)
Caro Paolo, credo che nessuno avesse l’intenzione di erigere Gheddafi a simbolo della maschilità, ma solo di evidenziare lo scempio di un corpo martoriato, umiliato e mostrato in pubblico. In questo caso il corpo di un uomo che, piaccia o no, indipendentemente dalle (gravi) responsabilità e dalle nefandezze compiute durante i 40 anni della sua tirannia, ha combattuto fino alla fine, armi in pugno. Gli era stata offerta una via d’uscita all’inizio del conflitto (un esilio dorato) ma lui l’ha rifiutata. Probabilmente gliela avrebbero fatta pagare comunque in un secondo momento e lui lo sapeva. Però non è del tutto certo; se avesse fatto fagotto subito dopo il primo tiro di fucile e se ne fosse andato alla chetichella (perdendo la dignità ma salvando la pelle…), poteva sperare di cavarsela. E invece è rimasto dov’era.
Questo è un fatto, che certamente non lo solleva, come ripeto, dalle sue responsabilità, però è un fatto.
Così come è un fatto che il Rais e i suoi fedelissimi (e una parte del popolo libico) hanno resistito per non so quanti mesi all’attacco sferrato da quasi tutte le potenze occidentali di cui le forze ribelli sono solo la longa manus. A mio parere noi (italiani intendo) avremmo fatto finta di opporre resistenza forse per un giorno prima di firmare l’armistizio, schierarci con i “liberatori” e consegnare il corpo dell’ex “duce” di turno, magari preso a calci e sputi e appeso ad un gancio a testa in giù come un maiale, come fu per Benito Mussolini e la sua compagna. Forse la pagina più cupa e indifendibile di tutta la Storia della Resistenza Italiana, come hanno più volte sottolineato autorevolissimi esponenti antifascisti, fra cui Umberto Terracini, ebreo e comunista, che ho avuto l’onore di conoscere quando ero molto giovane durante un’assemblea aperta nel mio liceo, e di cui ho potuto apprezzare la cordialità, la semplicità e la disponibilità al dialogo.
Ricordo anche con la stessa sgradevolissima sensazione, le immagini dell’esecuzione del dittatore Ceaucescu e di sua moglie, anche loro (ma guarda un po’…) fatti fuori in fretta e furia, alla faccia di tutti i bei discorsi sui diritti e la democrazia, e mostrati in televisione a tutto il mondo.
Ciò detto, voglio precisare una cosa. Uomini Beta non è per la difesa del maschile tout court; ti rassicuro su questo punto, ma credo sia evidente anche da ciò che scriviamo e sosteniamo da sempre (non avrebbe, in caso contrario, neanche senso chiamarci Uomini Beta; sarebbe sufficiente Uomini…). Oltretutto sarebbe una posizione esattamente speculare a quella femminista (su questo hai ragione) e quindi oggettivamente sessista, razzista e qualunquista. Ma questo non ha nulla a che vedere con lo scempio in mondovisione del corpo di un uomo (anche se di un dittatore) che non ha veramente nulla di democratico, né tanto meno di umanitario e di civile.
Resta il fatto che si torturava nelle carceri libiche così come ad Abu Ghraib e a Guantanamo (e in tanti altri paesi in vece di e al servizio di…), solo che Gheddafi ha fatto la fine che ha fatto mentre Bush e Condoleeza Rice sono vivi e vegeti e a nessuno gli passa minimamente per la testa l’idea di processarli, nonostante, fra l’altro, numerosi marines di ritorno dall’Iraq (quelli non ancora morti di cancro) abbiano raccontato cosa è veramente successo a Falluja…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
mi associo a paolo. Difendere un dittatore solo perché era maschio, non è fare la stessa operazione che a volte le donne fanno e che qui viene giustamente condannata? Il sindacato (degli uomini) che garantisce l’impunità al tesserato anceh quando sbaglia? Allora dove finisce la coerenza?
dia(Quota) (Replica)
Opinione personale.
Quando si è in tempo di pace è facile puntare il dito verso chi, dopo anni, lustri o decenni di sistematica oppressione, reagisce violentissimamente e spara in faccia al dittatore di turno (e magari alla moglie), appendendolo pure a testa in giù.
E’ facile perché di solito, a parlare così, è chi le dittature non le ha mai conosciute oppure, pur avendole conosciute, inizia a fare certi discorsi “a freddo” e non certamente “a caldo”…
Prendiamo atto del fatto che il genere umano è violento, sostanzialmente un vero e proprio schifo, ma non perché ha deciso di esserlo, bensì perché “qualcuno” o “qualcosa” lo ha così creato e pertanto c’è ben poco da fare.
Bestiali siamo stati generati e bestiali ci estingueremo. Io stesso so di avere un lato bestiale, così come chiunque di voi: negarlo non ha molto senso.
Inoltre, riguardo a Gheddafi, vi confesso che io l’ho sempre considerato un buffone: basti pensare alla pagliacciata delle “amazzoni” che, a quanto pare, non si sono certamente strappate i capelli per “difenderlo” e “salvarlo”…
sergio(Quota) (Replica)
Ps: per inciso, la vendetta esiste, fa parte dell’animo umano. Anche voi la pratichereste se doveste vivere per tanti anni in un regime di oppressione, vi ammazzassero dei familiari, eccetera.
Ripeto: è facile parlare in un certo modo, quando si è nati e vissuti in un regime democratico – discutibile quanto volete, ma sicuramente MIGLIORE di certe allucinanti dittature – in tempo di pace, avendo a disposizione quotidianamente tutti i beni primari.
Altro che il femminismo e il male bashing…
sergio(Quota) (Replica)
Quì nessuno vuole processare i combattenti libici che hanno ucciso Gheddafi o assolvere il dittatore libico solo perchè maschio. Non sono i giudizi morali sulle persone che interessanno, ma sottolineare alcuni aspetti della vicenda (di questa come di altre analoghe).
Certo, odio e vendetta sono sentimenti e azioni che fanno parte dell’essere umano (maschile e femminile), ma non per questo si deve tacere il loro significato. Che è quello, terribile, di non considerare più il nemico alla stregua di un uomo certo colpevole e spregevole quanto si vuole, ma un mostro assoluto, un simbolo contro il quale riversare (e, aggiungo, proiettare) tutto l’odio e il risentimento di cui si è capaci. Senza mai pensare che il nemico in oggetto potrebbe sentire lo stesso sentimento reciproco. Guardate che, fatte le proporzioni, è lo stesso stato d’animo e modo di pensare delle BR che nel poliziotto o nel giudice vedevano e intendevano eliminare un simbolo più che una persona. Scendendo ancora di livello, per fortuna, è la stessa cosa di quando nei cortei gridavamo “camerata basco nero il tuo posto è al cimitero”, oppure “ogni fascista preso va massacrato”. Robe che a ripensarci mettono i brividi. Eravamo giovani, certo, ma i cattivi maestri?
Mi fa piacere che Fabrizio abbia accennato all’esecuzione di Mussolini ma soprattutto alla sua pornografica esposizione testa in giù a Piazzale Loreto. Che c’entra tutto ciò con la giustizia? Che c’entravano con la giustizia le tante esecuzioni sommarie di gente inerme che aveva avuto il solo torto di stare dalla parte sbagliata? Mio suocero era stato partigiano, condannato a 22 anni di prigione dal regime, ma mi diceva che alle volte gli facevano più paura i suoi compagni dei fascisti. Tutto questo, ovviamente, non mette minimamente in discussione il valore, la legittimità e la necessità della Resistenza, così come della lotta al regime del Colonnello (a parte l’intervento interessato dei paesi occidentali). Si può dire, però, che quando un nuovo assetto sociale e di potere inizia con un atto simbolico di quel tipo (l’uccisione di Gheddafi), non nasce con le migliori premesse? Tornando a casa nostra, Togliatti fu contestato da qualcuno perchè da ministro della Giustizia del primo governo posr fascista, varò l’amnistia per gli aderenti al regime che non si erano macchiati di colpe particolari. Non sono stato e non sono per niente un fan di Togliatti, ma in quell’atto ci fu, se non altro, l’intuizione lucida che nessun sentimento di unità di un popolo si può costruire sulla vendetta e sull’odio.
E poi, diciamocelo, un maschile alto e integro è un maschile che lotta con coraggio e con forza, che spara anche, che ricorre alla forza quando è necessario, che ha il coraggio si sporcarsi le mani senza astenersi da purista schizzinoso, ma non può essere, mai e poi mai, crudele e senza pietà. Quello è già un maschile degenerato e da esso Dio ci scampi.
armando
armando(Quota) (Replica)
“Difendere un dittatore solo perché era maschio, non è fare la stessa operazione che a volte le donne fanno e che qui viene giustamente condannata? Il sindacato (degli uomini) che garantisce l’impunità al tesserato anceh quando sbaglia? Allora dove finisce la coerenza?” (Dia)
Sono assolutamente d’accordo con te e infatti avevo già risposto a Paolo in un precedente post sostanzialmente ribadendo lo stesso concetto che hai espresso ora tu. Credo che la filosofia di Uomini Beta sia decisamente chiara, da questo punto di vista.
Non penso però, ribadisco, che Cesare volesse difendere il Gheddafi dittatore ma solamente il Gheddafi uomo ferito e umiliato nella sua dignità di essere umano. Naturalmente sarà lui stesso a fornirti una spiegazione più esaustiva della sua posizione, se lo riterrà opportuno, però credo che fosse questo il concetto che voleva esprimere.
A Sergio dico che mio padre, che è stato un partigiano e che ha combattuto armi in pugno alla macchia la dominazione nazifascista (che ha conosciuto sulla propria pelle), mi ha sempre parlato dell’impiccagione del Duce e degli altri gerarchi a Piazzale Loreto (e dello scempio dei loro corpi) come di un lugubre episodio (proprio come fece Terracini in quell’assemblea studentesca) che non ha certo fatto onore a chi lo ha commesso. Certo, sono episodi forse inevitabili, hai ragione anche tu, ma proprio perché noi abbiamo la possibilità di osservarli con maggiore lucidità e distacco, abbiamo il dovere di stigmatizzarli e di considerarli per quello che sono, e cioè atti barbarici, resi ancora più gravi proprio perché sbattuti in quel modo sugli schermi di tutto il mondo, quasi a voler esaltare l’aspetto più “pornografico” della vicenda e della psiche di ciascuno di noi…
Ciò detto, ci andrei cauto sull’ analisi della situazione libica, perché una cosa è certa: le rivolte tunisina ed egiziana sono state autentiche, nel senso che hanno visto protagonisti due popoli che si sono legittimamente ribellati alle rispettive tirannie, fino a quel momento sostenute da tutto il mondo occidentale (è ancora troppo presto per capire quali saranno i risultati), e non hanno nulla a che vedere con quanto accaduto in Libia, dove è stata organizzata ad arte dalle potenze occidentali (in primis la Francia ma anche dall’Inghilterra e dagli USA) una guerra interna. Le fazioni tribali antagoniste a Gheddafi e al suo regime sono state finanziate, armate e sostenute militarmente dalle potenze occidentali che fino a pochi mesi prima avevano utilizzato quello stesso regime per combattere l’integralismo islamico, contenere con metodi repressivi e violenti il flusso migratorio e naturalmente usufruire delle risorse libiche (petrolio, gas, acqua).
Gheddafi però, che era un dittatore ma non un semplice fantoccio come Ben Alì e Mubarak, voleva mantenere una sua forte autonomia politica, cosa che alle potenze occidentali (Italia a parte con cui era in affari stretti e che è stata costretta, obtorto collo, a partecipare ad una guerra contro i propri interessi) non andava giù. In particolare alla Francia, smaniosa di riconquistare il terreno perduto nell’area mediterranea e quindi di rafforzare di conseguenza anche il suo ruolo di grande potenza europea (che si contende con la Germania).
Se a ciò aggiungiamo, per chi non lo sapesse, che in Africa è iniziata da tempo una penetrazione economica e commerciale cinese, il dado è tratto. Due più due può fare anche quattro virgola qualcosa, come ha sostenuto qualche filosofo e matematico, ma in genere fa quattro…
E’ per questa ragione che personalmente invito da sempre a leggere la politica internazionale con grande lucidità e dovizia di informazioni. Perché la geopolitica, se letta e interpretata in modo corretto, può dirci molto su come funzionano le cose nel mondo.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/22/la-morte-come-valore/165676/
BLOG | di Emanuele Fucecchi 22 ottobre 2011
La morte come valore
Siamo una piccola oasi di benestanti nel corso della storia che può guardare la guerra dalle rive del fiume. Abbiamo benessere e pace come nessuno mai. Per questo trovo immorali le letture politically correct della morte di Gheddafi. Sinceramente per un dittatore orrendo come lui ci si poteva aspettare una fine diversa? Si poteva chiedere nel corso di una guerra civile e dopo tante torture una saggezza benpensante ai libici straziati e vessati? Questo non significa che sia giusto. In termini astratti sarebbe stato meglio giudicarlo. Ma lo diciamo da qui, davanti alle nostre tv. La morte e la violenza fanno parte della vita, siamo noi che ce ne siamo dimenticati. Le esorcizziamo su Fox Crime e nel Morta a Morta di Bruno Vespa.
Nel nostro radical way of life dobbiamo ricomprenderle non per giustificarle ma per raggiungere una sintesi migliore, più realistica della nostra visione etica troppo intellettualizzata del mondo. Dovremo farlo per forza se non per scelta. Alle nostre frontiere, anche culturali, premono visioni del mondo diverse, impellenti, più ferine e meno contraddittorie della nostra. Dovremmo essere capaci di difendere la nostra visione solidale dell’umanità anche di fronte ai nostri paradossi esistenziali. Il nostro benessere ha campato per decenni su questa violenza alle periferie dell’impero. Lo facciamo anche oggi sperando di brindare a petrolio per la fine del tiranno. Se sappiamo questo non abbiamo neanche bisogno di vedere quelle immagini in modo morboso, da guardoni. “Non adatto ad un pubblico sensibile”, la frase che si trova in testa a questi filmati di horror globale. Dovrebbe essere sostituita da “non adatto a un pubblico normale”. Un pubblico che ha presente il valore della vita e della morte non ha bisogno di compiacersi di questa esotica truculenza.
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Condivido
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Mi sembra di cogliere delle difficoltà in alcuni momenti del nostro ragionare: non risulta chiaro infatti che non della difesa della tirannide si discute, tanto meno della difesa di un tiranno in quanto maschio. Si discute invece del modo giusto di affrontare anche questa volta (L’ennesima) lo strumentale utilizzo della morte di un maschio che ha commesso il male (questa volta è un tiranno) per aggiungere una nuova “preziosa” tessera al mosaico con cui si rappresenta la nuova verità storica e si costruisce la nuova visione del mondo. Quella secondo cui tutti i maschi sono tiranni, ovvero i maschi sono il male della Storia.
Penso che Gheddafi ad una analisi storica seria risulta essere stato un tiranno ma anche tutt’altro che soltanto un tiranno. Non si dipinge la Storia nè dei popoli nè dei singoli avendo a disposizione solo il bianco o il nero (la Storia è un carro che si muove su montagne di cadaveri, diceva Hegel). Altrimenti si lascia la scienza storica e si entra nella scienza della propaganda. Così si deve a mio avviso fare anche per qualunque male commesso da una persona.
Forse mi sbaglio ma in questo deragliare di alcuni nostri argomenti in polemica artificiosa, in questo nostro partecipare al mainstream ufficiale che ci chiama tutti a deridere, offendere e condannare il sangue di un maschio ammazzato (che ne ha versato tanto di sangue, tra l’altro maschile), in questo giudicare un personaggio storico in modo moralistico, alla maniera che il femminismo ha imposto per condannare ogni maschio della Storia (e della cronaca nera e bianca), ci vedo un grande diffcoltà ad uscire dal codice moralista/femminista nella lettura della nostra storia personale, della Storia cui apparteniamo o siamo appartenuti, e soprattutto a fare i conti con la tesi del femminismo che “la violenza è maschile”.
Sbaglio? oppure è così? in tal caso non è calpestare il cadavere e la memoria del tiranno Gheddafi che ci salva dalle accuse che a valanga ci buttano addosso: ogni giorno ci butteranno addosso un “Gheddafi” e ogni giorno sarà un “Gheddafi” peggiore del primo. Questo gioco ha una sua evidente finalità: non di Gheddafi ma “de te narratur”, di ogni singolo maschio presente, passato e futuro si parla.
cesare(Quota) (Replica)
Caro Luigi, il tema della violenza e dell’uso che se ne fa è complicatissimo e contraddittorio, da qualsiasi angolazione lo si voglia leggere.
Provo a spiegarmi con uno dei miei soliti banalissimi esempi. Se qualcuno sequestrasse il figlio o la figlia di una persona per lungo tempo, gli usasse ripetutamente violenza e infine lo/a uccidesse, è molto probabile che quella stessa persona potrebbe essere spinta (come tante altre in simili frangenti) a farsi giustizia con le proprie mani. Molto probabilmente se non certamente, questa scelta sarebbe non dico approvata ma senz’altro tollerata dalla grande maggioranza delle persone. E lo capisco, perché io stesso avrei la medesima reazione dal punto di vista emotivo.
Ma il problema, come peraltro ben sai, non è di natura personale. Sappiamo tutti perfettamente che se questo metro di misura (rigorosamente individuale ma di fatto condiviso dai più, a livello emotivo) fosse innalzato a criterio generale di giustizia, non potrebbe più esistere neanche una parvenza di ciò che usiamo definire come “società civile”.
Fatta questa premessa, condivido anch’io da un certo punto di vista le perplessità dell’articolista del Fatto Quotidiano, che sono assolutamente calzanti. Tuttavia il discrimen, ciò che fa la differenza è proprio la capacità di sapersi fermare quando ci sarebbero tutte le condizioni (compresa la giustificazione morale) per non farlo. Succede di rado, lo so bene, e non è affatto scontato che io sia fra quelli in grado di avere quel senso della misura e della responsabilità. Ma ciò non toglie che quello sia il discrimine fondamentale.
Ciò detto, la cosa che personalmente trovo molto grave non è quindi tanto l’esecuzione del dittatore, cosa che in sé, come abbiamo detto, potrebbe anche essere comprensibile , quanto la modalità (il linciaggio) e il fatto che tutto ciò diventi spettacolo, e spettacolo morboso, come ha detto Armando, ai limiti del pornografico. Questo è veramente grave.
Non solo, c’è modo e modo di fare giustizia. Si può fucilare un uomo senza linciarlo, martirizzarlo, infierire sul suo corpo, da vivo e da morto, ed esporlo alla gogna mediatica, che niente altro è che la versione moderna degli spettacoli che venivano dati in pasto al “popolaccio” quando si tagliava la testa ai condannati sulla pubblica piazza tra le urla, le risa e gli schiamazzi della gente.
Come ripeto, comprendo l’odio generato da decenni di oppressione che può spingere tanta gente in contesti ben diversi dal nostro (su questo ha ragione il collega del Fatto) ad adottare determinati comportamenti, e non mi scandalizzo di certo per quanto avvenuto.
Però abbiamo il dovere morale e civile di non giustificarli.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Sottoscrivo l’ultimo commento di Cesare e in particolare il passaggio che segue:
“Penso che Gheddafi ad una analisi storica seria risulta essere stato un tiranno ma anche tutt’altro che soltanto un tiranno. Non si dipinge la Storia nè dei popoli nè dei singoli avendo a disposizione solo il bianco o il nero (la Storia è un carro che si muove su montagne di cadaveri, diceva Hegel). Altrimenti si lascia la scienza storica e si entra nella scienza della propaganda. Così si deve a mio avviso fare anche per qualunque male commesso da una persona”. (Cesare)
Caro Cesare, sei un birbante, sai di toccarmi negli “affetti” citando determinati “classici”, e te ne approfitti…:-) Sei sleale…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio
condivido la tua considerazione.
E’ vero, il discrimine fondamentale passa certamente dalla capacità di sapersi fermare.
Come è pure ovvio, per ciascuno di noi, valutare la cosa a seconda degli accadimenti e trarne delle considerazioni.
Ognuno, non coinvolto in quella storia o in altre simili, sicuramente opterà per il sapersi fermare e non avventarsi come iene a scuoiare la carcassa del nemico vinto o già morto.
Anche io.
Salvo controprove pratiche che spero, fortunato per fortunato, di non affrontare mai. Potrei vedere le mie convinzioni tremare e magari crollare.
Ritengo però che tale convincimento abbisogni anch’esso di un certo pudore nell’esternarsi, altrimenti è solo un salire in cattedra. Mi riferisco chiaramente a quante se ne sono sentite in questi giorni in tal senso.
C’è anche una pornografia della parola, non solo dell’immagine.
Perciò, pur rimanendo fermamente convinto (speriamo a ragione) che io, in situazioni simili mi sarei comportato diversamente, non mi aspetto da altri che lo facciano a priori.
Li sto giustificando? Non penso.
Forse solo un pò di bieco realismo.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
“Ritengo però che tale convincimento abbisogni anch’esso di un certo pudore nell’esternarsi, altrimenti è solo un salire in cattedra. Mi riferisco chiaramente a quante se ne sono sentite in questi giorni in tal senso.
C’è anche una pornografia della parola, non solo dell’immagine”. (Luigi)
Non c’è alcun dubbio. E infatti il coro di sdegno dei “politicamente corretti” e delle “politicamente corrette” suona ancora più falso dal momento che sono gli stessi e le stesse che incitavano alla guerra umanitaria contro Gheddafi…Dovrebbero vergognarsi ma non hanno vergogna…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Alla fin fine per “giudicare” (ci capiamo) il maschile, basta questa semplicissima considerazione.
I maschi uccidono, per cause sbagliate e per cause giuste, ma sono anche coloro che salvano (altri uomini, donne, bambini) a costo della propria vita. E ciò senza distinzioni di razza, ceto sociale o idee. Sempre, e sottolineo sempre, quando c’è qualcuno in pericolo, a salvarlo c’è un maschio.
Insomma, solo chi non fa non falla. E il maschile è condannato a fare. Fare la storia di tutto, nel bene come nel male, come è del tutto ovvio, dal momento che male e bene sono sempre intrecciati strettamente. Solo chi non fa, chi passivamente subisce gli eventi, può illudersi di essere esente dal male. E quella è l’illusione totalitaria di chi si crede moralmente superiore. Come dimostra la storia, quando costoro raggiungono il potere si dimostrano molto peggiori degli altri. Chi sa di non essere esente dal male, sa anche fermarsi, come ben scrive Fabrizio, e sa anche uccidere, cosa alle volte tristemente necessaria, in un certo modo.
armando(Quota) (Replica)
Per ulteriore chiarezza: c’è una avvertenza a mio avviso necessaria quando si è di fronte a racconti mediatici su un evento qualunque, e soprattutto sull’agire di una persona di sesso maschile. Ormai tutti lo sappiamo (scusate l’ovvietà): ogni notizia è molto spesso in realtà uno spot pubblicitario per la campagna “maschio violento, padre inutile”, che oggi può essere articolata su Gheddafi, ieri sul papà innocente dei fratellini di Gravina, domani su un papà separato che impazzisce, sempre su tutti i maschi italiani che ” ne uccidono più (di donne) che il cancro”. Quello che mi stupisce è l’adesione acritica di tanti agli spot quando il messaggio della campagna misandrica è contestualizzato in un racconto in cui si brandiscono Giustizia, Libertà, Pace, e Non-violenza”, racconto del tipo: “l’ingiusto nemico del Popolo ( o della Famiglia, o della Donna) viene cacciato e punito, meglio se distrutto o suicida”. Adesione acritica di tanti che in perfetta buona fede e sulla base di una indignazione altrimenti sacrosanta, su questo tipo di messaggio perdono la necessaria distanza critica, “non separano il grano dal loglio”, e sono pronti ad andare in risonanza, ad amplificare il messaggio e di fatto a partecipare in prima persona alla campagna misandrica.
cesare(Quota) (Replica)
sentite qua che roba…
http://www.donneanimali.org/it.html
http://www.donneanimali.org/it/approfondire/antispecsex/adams.html
http://www.donneanimali.org/it/comunicati/20071124.html
Giovanni(Quota) (Replica)
Giovanni:
mi sono inflitto la sofferenza di leggere.
Si tratta di affermazioni che uno non può inventare, per quanto pazzoide.
.
In questo conflitto c’è sempre qualcosa che sta al di là dell’immaginabile.
.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
scusa, cosa intendi? “uno non può inventare”? cioè?
Giovanni(Quota) (Replica)
Ottimo!
Caterina(Quota) (Replica)
Mentre i maschi adorano mettersi addosso le pellicce, per cui si scuoiano vivi milioni di animali di tutte le specie facendo loro imboccare la via della estinzione, le femmine adorano salire su belle auto, a comprova che l’oppressione patriarcale…..
cesare(Quota) (Replica)
L’articolo è di 2 anni fa. Lo leggo solo ora e vi faccio i miei complimenti!
Bravi… 😉
Jan(Quota) (Replica)
A breve ci sarà il congresso del PD e come forse saprete si presentano in quattro. E, udite udite, c’è pure qualcuno tra gli aspiranti segretari che parla di “Questione Maschile”.
Ma aspettate prima di levare grida di giubilo…. aspettate di leggerla.
La riporto integralmente:
……..
La questione maschile
La formula ottocentesca “questione femminile” va radicalmente rovesciata. Esiste nel nostro Paese una tenace “questione maschile” che produce iniquità, ingiustizie e violenze e che rallenta lo sviluppo del Paese, che ne dimezza le potenzialità impedendo allo sguardo femminile di applicarsi alla globalità dei problemi e di prendere parte alla formazione delle decisioni pubbliche. Alle cittadine di questo Paese è consentito unicamente esercitarsi politicamente e in modo autodifensivo su tematiche ritenute “femminili” – dalla fecondazione assistita, all’aborto, alla violenza e al femminicidio –, questioni che invece hanno direttamente a che vedere con la sessualità e i modelli maschili.
La legge 40 sulla fecondazione assistita è certamente ingiusta e va cambiata, consentendo indagini pre-impianto sugli embrioni di coppie portatrici di malattie genetiche in conformità a quanto sancito dalla Carta Europea dei diritti dell’uomo. Ma l’ingiustizia va in gran parte ricondotta a una concezione maschile della donna come mero contenitore di embrioni, nonché merce di scambio ideologico. Vanno inoltre adottate tutte le misure necessarie alla prevenzione dell’infertilità maschile e femminile, in gran parte riconducibili alla ricerca tardiva dei figli a causa di un’organizzazione maschile del lavoro che punisce le madri con dimissioni in bianco, licenziamenti, interruzioni di carriera. Una diversa organizzazione, che tenga conto del pensiero delle donne sul lavoro, e un’autentica considerazione del valore sociale della genitorialità è il miglior presidio contro l’aumento dei casi di infertilità.
La non applicazione della legge 194 sull’interruzione di gravidanza e lo smantellamento dei consultori corrispondono a logiche di carriera ospedaliera, con aumento vertiginoso dell’obiezione di coscienza e alla salvaguardia degli interessi della sanità privata. Per il Pd è tempo di far sentire la propria voce su questi temi per migliorare la diffusione di informazioni sulle misure di contraccezione, anche attraverso corsi di educazione e informazione sessuale nelle scuole, finalizzate a una condivisione della responsabilità procreativa da parte degli uomini; di potenziare e modernizzare la proposta dei “vecchi” consultori familiari; di garantire l’applicazione su tutto il territorio nazionale della legge 194/1978, anche stabilendo una percentuale di personale non obiettore nelle unità ginecologiche degli ospedali pubblici.
Quanto alla violenza sulle donne e all’aumento dei casi di femminicidio, ciò costituisce la prova più evidente dell’esistenza di una “questione maschile” e della persistenza di una mentalità patriarcale che nella maggiore libertà delle donne non vede un’opportunità per tutti, ma solo un’insostenibile minaccia. La violenza non può essere affrontata solo con provvedimenti di ordine pubblico e di sicurezza. Il Pd deve porsi in ascolto della decennale esperienza dei centri e delle associazioni antiviolenza, destinando adeguate risorse a queste realtà, promuovendo interventi di sensibilizzazione nelle scuole e nelle Università, cambiando e certificando i libri di testo che continuano a tramandare modelli rigidi e fuori tempo, sulla base dei quali alunni e alunne formeranno le loro rispettive identità di genere e le loro relazioni; promuovendo una formazione delle forze dell’ordine e di tutto il personale addetto; destinando parte delle risorse all’accompagnamento e alla terapia degli stalker e dei sex offender per prevenire l’escalation delle violenze fino al femminicidio.
Nonostante numerosi studi evidenzino una correlazione positiva tra occupazione femminile e Pil, (Goldman Sachs stima che la parità porterebbe a un incremento del Pil del 22 per cento) è soprattutto alle donne che il mondo del lavoro fa pagare il prezzo della crisi, ostacolandone l’ingresso, relegandole nei settori meno qualificati, mantenendo il gap salariale, obbligandole alle dimissioni in bianco e a rinunciare al lavoro per motivi familiari, costringendole al ruolo di “welfare vivente” per sopperire alla cronica e crescente carenza di servizi, sottoutilizzando le più scolarizzate (il 56% dei laureati in Italia sono donne e l’Ocse calcola che nel 2020 saranno il 70%), resistendo fortemente alla femminilizzazione dei board: ecco un’altra faccia dell’irriducibile questione maschile nel nostro Paese, direttamente correlata alle sue molte arretratezze. Controprova: il trend positivo, nonostante la crisi, delle imprese create e gestite da donne, che rispondono in modo autonomo alla chiusura del mondo del lavoro pur trovandosi a dover superare numerosi ostacoli, come il più difficile accesso al credito nonostante le donne siano mediamente più solvibili degli uomini.
Il Pd deve assumere con decisione il tema del welfare, intendendolo come un servizio alle persone e alle famiglie e non alle donne; deve promuovere per tutti, donne e uomini, forme di dis-organizzazione del lavoro – dalla flessibilizzazione alle postazioni in remoto – che rendano più prossimi lavoro e vita; deve rimuovere gli ostacoli al credito per le donne, legati a superstizioni maschiliste, e introdurre una struttura della tassazione che incoraggi il ricorso al lavoro femminile; deve estendere i congedi obbligatori anche per i padri.
Più in generale, il Pd deve assumere e fare fronte alla crisi di quella soggettività maschile, attorno alla quale la società ha fin qui costruito il modello di sviluppo politico, sociale e culturale. E deve in ogni modo favorire la partecipazione delle donne alla vita pubblica, non pretendendo di inquadrarle nella rigidità delle strutture maschili, ma intendendole come portatrici di irriducibile differenza e promotrici di quel cambio di civiltà politica di cui la nostra democrazia affaticata ha estremo bisogno. Mai più senza le donne.
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http://www.partitodemocratico.it/speciale/congresso2013/documenti/doc_congressuale_civati.pdf
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia,
Il mio augurio e il mio auspicio è che il PD e il suo cespuglio “rosa” alla sua “sinistra” () si squaglino.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Figurati Fabrizio. Figurati. Il sottoscritto sarebbe il primo a festeggiare.
La mia paura invece è che questi dureranno perchè, in Italia, sono l’unico contenitore (partito è parola troppo nobile per sprecarla e poi nell’attuale contingenza storica ne è persino impossibile la genesi e lo sviluppo) di “sistema”. Del sistema attualmente dominante cioè. Basta ricordare le parole di Bersani nell’ultima campagna elettorale: “I mercati non hanno nulla da temere, purché accettino le fine dei monopoli e delle posizioni dominanti. Capisco che possa sembrare bizzarro vedere la sinistra italiana che apre i mercati ma questo deriva dal fatto che in Italia la destra non ha una tradizione liberista, ma tende a essere statalista ed è più influenzata dalle lobby professionali” ( Interview: Pier Luigi Bersani, front-runner to become Italy’s next prime minister ).
Ho postato la parte della mozione-Civati che parla di “QM” proprio per renderla pubblica almeno a chi si occupa di QM senza virgolette. Un semplice copia-incolla delle istanze femministe “senonoraquandiste”. Con questi personaggi abbiamo un grande avvenire …. dietro le spalle ….
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Civati, la solita minestra riscaldata, il solito rappresentante di una “sinistra” che su questi temi preferisce rimanere abbarbicata ai luoghi comuni novecenteschi piuttosto che osservare la realtà. La Ciprini rispetto a lui appare davvero un gigante.
Alessandro(Quota) (Replica)