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“Instabilità finanziaria causata dagli ormoni maschili…” si sostiene in questo articolo articolo pubblicato su El Pais:
http://elpais.com/elpais/2015/07/03/ciencia/1435944232_074611.html
“Troppo testosterone – spiega – perché ci sono troppi uomini fra i broker. Questo aumenta la propensione al rischio e fa sì che si facciano scelte avventate che poi portano alle crisi finanziarie che hanno ripercussioni sulla vita di centinaia di milioni di persone”.
La soluzione? Ma è evidente. Quote rosa anche in borsa. Lo dicono in coro l’economista, il neuro scienziato e l’endocrinologo, mica qualche cogliona/e qualsiasi. Vuoi mettere…
Peccato – se vogliamo essere pignoli e pure un po’ birichini – che quella sconsiderata propensione al rischio (pagato molto spesso a un prezzo fatale) è la stessa che ha permesso di chiudere i “sarcofaghi” di Chernobil e di Fukushima dove, per la verità, non sono state invocate quote rosa per far parte delle squadre dei soccorritori/suicidi, né prima né dopo i disastri. Segno inequivocabile del dominio della cultura maschilista e patriarcale.
Ed è la stessa che da la forza (la follia, la sconsideratezza, l’audacia, il coraggio, il senso di responsabilità?) a tanti uomini che lo fanno per mestiere ma anche no, di buttarsi tra le fiamme per salvare un bambino, una donna o un uomo, oppure di trascorrere la vita e molto spesso crepare in una miniera o in un cantiere edile, sopra la terra o sotto la terra, sopra i mari o sotto i mari, per cercare di garantire una vita decente e se si è fortunati un futuro alla propria famiglia, ai propri figli e anche a se stessi. E in effetti per fare tutto ciò bisogna essere pure un po’ matti oltre che audaci, diciamoci la verità.
Insomma, il testosterone è una maledizione o una benedizione? O solo un male necessario? Oggi con l’avvento della Tecnica neanche più questo. Semplicemente non serve più, è inutile, ce ne possiamo liberare, e per sempre.
Cari maschietti, siete superati (e tendenzialmente inutili). E’ ora che ve ne rendiate conto. Prima lo capirete e meglio sarà per voi (forse…)
L’articolo sopra linkato è in spagnolo ma credo che sia molto facile da comprendere. Vi consiglio di fare un piccolo sforzo e leggervelo
29 Commenti
Prendendo spunto dal link postato da Rno…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi
>Insomma, il testosterone è una maledizione o una benedizione?
Entrambi caro Fabrizio, assolutamente entrambi.
I problemi iniziano quando si pensa che sia solo un male, ma anche, al contrario, quando si crede che sia solo un bene (perché nicce c’ha insegnato che nella lode v’è molta più “intrusione psicologica” (invadenza) – e quindi manipolazione – che nel biasimo).
Animus(Quota) (Replica)
Animus,
Ne ero già perfettamente consapevole, Animus…ma quell’articolo (e tutti gli altri che scrivo) non sono rivolti ai “quemmisti militanti” ma a tutto gli altri, al grande pubblico, come si suol dire, che non ne sa nulla di nulla di tutto ciò…Per cui cerco di pormi con un atteggiamento interrogativo, socratico, se vuoi, ci provo almeno…essere troppo assertivi può essere controproducente, o comunque è un approccio troppo diretto per gente che brancola nel buoi, si otterrebbe solo l’effetto di farli chiudere ancor di più a riccio, di spaventarli. A noi che abbiamo saltato la staccionata può sembrare assurdo ma non è così…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Animus,
direi meglio che il testosterone è, semplicemente, e come tutte le cose che esistono, ha più facce, o meglio la sua energia e il suo vigore possono essere usati per il bene e per il male, cioè in più modi, come l’intelligenza di cui siamo dotati, e come gli estrogeni femminili. Quindi che cazzo rompono le demonizzatrici del testosterone? Non si rendono nemmeno conto, le sceme, che proprio la loro vis polemica è indice in esse della presenza dell’ormone incriminato, di cui sono dotate anche le donne, naturalmente in misura assai inferiore agli uomini. C’è uno studio scientifico che sostiene anche che il testosterone tende ad aumentare nella misura in cui se ne fa più uso. Insomma, senza testosterone saremmo tutti amebe. Amen
armando(Quota) (Replica)
a chernobyl lavoravano donne come uomini ed è molto anacronistico parlare di quote rossa nel cccp.
nina(Quota) (Replica)
nina,
Si, ma a sacrificarsi, lì come a Fukushima, furono solo maschi, quelli del testosterone colpevole di tante iniquità. Questa è una di quelle iniquità rimproverato agli uomini.
Armando(Quota) (Replica)
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Eh già, certo.
http://www.peacelink.it/ecologia/a/16011.html
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19 aprile 2006 – Sabina Morandi
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La mattina del 26 aprile di venti anni fa alcune migliaia di persone uscirono di casa sapendo che andavano a morire. Anche se indossavano una divisa non facevano parte di nessun esercito: erano pompieri, piloti d’elicottero, addetti alle gru. Erano gli uomini del primo intervento, quelli che dovevano avvicinarsi al reattore impazzito per seppellirlo nel sarcofago di cemento e piombo nel quale è tuttora rinchiuso. E’ grazie a loro se le conseguenze non sono state ancora più drammatiche. Oggi, a distanza di vent’anni, di questi uomini resta soltanto un monumento nella cittadina fantasma dove ha avuto luogo l’incidente e una collezione di medaglie di epoca sovietica che, per 10 euro, si possono acquistare via internet. In quanti non tornarono a casa?
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Sandro D.(Quota) (Replica)
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Sì, è vero.
Tra l’altro di studi del genere ce ne sono parecchi.
Sandro D.(Quota) (Replica)
Sandro D.,
No, molti non sapevano che vanno a morire e non sono stati nemmeno istruiti a prendere almeno le minime misure di sicurezza. Molti erano soldati portati con forza là. Tra i volontari che poi lavoravano nella zona contaminata c’erano anche donne. Basta vedere i filmati di epoca. I ricercatori che si sono impegnati poi a seppellire il reattore sarebbe stato meglio avessero pensato prima a non fare sperimenti stupidi spegnendo il sistema di siccurezza.
nina(Quota) (Replica)
nina,
E a Fukushima? Allora mettiamola così. Tutti i mestieri pericolosi e rischiosi sono fatti quasi esclusivamente da maschi. Vero o falso?
Quindi se ne deduce che maschili sono la stragrabde maggioranza delle vittime. Quando si verifica un episodio in cui una persona rischia volontariamente la propria vita per salvarne un’altra, qiuella persona è di sesso maschile, basta dare un’occhiata alle cronache.
Ora, deve essere chiara una cosa. Agli uomini non interessa rivendicare questa verità, non hanno alcuna intenzione di farsene vanto. Agli uomini basta che si smetta di accusarli di tutte le nefandezze del mondo, come se tutto ciò che non va sia colpa del maschile, e spettasse al femminile rimediarvi. E’ questo che è inaccettabile, semplicemente perchè NON E’ VERO. E, fra l’altro, inquina i rapporti fra uomini e donne, li rende astiosi e rancorosi. Questo non è certo responsabilità maschile, ma femminile, perchè è dalle donne che partono accuse agli uomini ogni giorno, come questa scemenza totale del testosterone e della crisi finanziaria. E chi la condivide è scemo/a e in malafede come chi l’ha scritta.
armando(Quota) (Replica)
Condivido a pieno il pensiero di Armando , perchè quando si parla di morti sul lavoro e mettiamo in risalto che sono praticamente maschili e sopratutto uomini poveri ,lo facciamo non perchè vogliamo che le donne vadano a morire al posto degli uomini (una vera e propria fesseria) ma lo indichiamo perchè non esiste sto predominio maschile ,e se esiste esiste sui piani alti e non sicuramente dal muratore che sta a 40 gradi sotto il sole , la settimana scora ho gettato a terra una maglietta intrisa di sudore perchè lavoro in un capannone ,certo sudano pure le donne ,come ho scritto nel mio blog ,le donne dell’entroterra pugliese di certo no si divertono a raccogliere la frutta per pochi euro ,ed allora dove si evince questo potere nelle due situazioni che ho appena descritto ? Io non lo vedo
mauro recher(Quota) (Replica)
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Questa è la tua opinione, che peraltro si rifà alle opinioni di qualcun altro, successivamente contestate da altri.
Comunque sia, io non sono ucraino (tu lo sei?), né sono mai stato da quelle parti, ma ricordo bene che ad impedire che il disastro fosse maggiore di quello che è stato, furono in primis degli uomini, fra i quali spiccarono Alexei Ananenko, Valeriy Bezpalov e Boris Baranov.
Sandro D.(Quota) (Replica)
Cosa dice la Nina?
Che questo male che colpisce gli UU è colpa loro.
Che anzitutto bisogna guardare alla propria sicurezza come appunto fanno le DD.
Dice quindi che prima di tutto si devono evitare i rischi, fisici, civili e penali. Cioè ogni responsabilità (che è sinonimo del rischio).
Dice quindi che le responsabilità inevitabili non esistono, se esistessero se le dovrebbe accollare qualcun altro. Ma al di là dei MM e delle FF non ci sono altri sessi. Non resta che negare l’esistenza delle responsabilità stesse.
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Ciò presuppone, inevitabilmente questa verità: tutto ciò che gli UU hanno fatto rischiando e quindi mutilandosi e morendo, andando alla rovina economica e/o penale, lo si poteva e lo si può fare anche senza pagare quei prezzi.
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Il sacrificio maschile non esiste, giacché ogni male subito dagli UU poteva e può essere evitato. Basta imparare dalle FF.
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Chiediamoci: la Nina è sola? Il suo pensiero è minoritario? E’ solo indottrinamento femminista?
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A mio parere queste domande hanno tutte risposta NO.
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Lo dico perché ho udito quei giudizi sugli UU fin dall’infanzia. Molto prima che in queste terre sperdute giungesse anche una sola parola del femminismo ideologico.
Beffarde e canzonatorie affermazioni sulla stupidità dei MM (che si fanno male senza motivo) le ho ascoltate da bambino.
Ritengo che quel sentimento abbia preceduto l’avvento del femminismo, che fosse già presente e ben diffuso e che sia stata questa preesistenza uno dei motivi per i quali il veleno femminista ha attecchito con tanta facilità e virulenza espandendolo poi e incistandolo nelle nuove generazioni femminili.
Non dico che fosse totale e universale, ma che il sentimento di sconsiderazione verso gli UU fosse ampiamente diffuso lo posso testimoniare.
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Quello, al pari dell’invidia verso gli apparenti privilegi dei maschi, mariti o padri che fossero.
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Del resto, l’espansione e la radicalizzazione del verbo femminista nei modi e nelle forme note, deve pur aver trovato un terreno idoneo, fertile e fecondo, altrimenti come spiegarne il facilissimo attecchimento?
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Amarissima verità di cui, a mio parere, si può discutere solo sul grado di estensione.
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Risentimento, invidia e sconsiderazione del maschile erano già abbondantemente presenti, prima che giungesse qui l’ideologia della donna della classe media americana.
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Ammirazione, stima, rispetto e gratitudine per il sacrificio maschile da bambino non lo ho mai viste intorno a me.
Rino DV(Quota) (Replica)
Rino
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Risentimento, invidia e sconsiderazione del maschile erano già abbondantemente presenti, prima che giungesse qui l’ideologia della donna della classe media americana.
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Sì, Rino, è proprio così.
Al riguardo aggiungo che erano sicuramente presenti anche nelle testoline delle donne non occidentali.
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Rino
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Lo dico perché ho udito quei giudizi sugli UU fin dall’infanzia. Molto prima che in queste terre sperdute giungesse anche una sola parola del femminismo ideologico.
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Ammirazione, stima, rispetto e gratitudine per il sacrificio maschile da bambino non lo ho mai viste intorno a me.
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Idem.
Neanche io, in quasi cinquant’anni di vita, ho mai ascoltato una parola di ammirazione, di stima, di rispetto o di gratidudine da parte femminile.
(Nemmeno da mia madre, morta oltre quattro lustri fa.)
E non a caso, anni fa, aprii discussioni del genere.
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=14946240
Sandro D.(Quota) (Replica)
Aggiungo: nessuna gratitudine manifestata a padri e mariti in alcun modo. Né fin quando erano in vita né dopo morti.
E pensare che in quell’epoca le DD avevano ancora bisogno degli UU. Figuriamoci ora…
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Parliamo di bisogno e lasciamo stare il c.d. “amore”.
Rino DV(Quota) (Replica)
Sul ruolo del testosterone c’è ampia letteratura nelle guerre. Si potrà discutere infinitamente sul fatto se le guerre siano o meno necessarie, su quali guerre siano inevitabili e quali evitabili, quali strumentali e quali “giuste”. Però la guerra è una componente fondamentale dell’essere umano, (anche femminile ancorché lo neghi). Ma in guerra ci vanno i maschi, non le femmine e se molti sono costretti, altri arrivano addirittura a sentirne la mancanza. Sebastian Junger spiega cosa “manca” ai militari in tempo di pace della guerra e sorprendentemente scopre che quello che manca di più è quel sentimento di appartenenza per cui ti senti gruppo solidale, per cui la tua singola vita è meno importante di quella del gruppo, delle persone che sono con te, in una sorta di mutua assistenza. La base di ogni società, che le donne deridono. Sebastian Junger ci spiega anche il meccanismo fisiologico che sta alla base del rischio, del combattimento, del mettersi alla prova e nel superare sé stessi. Anche facendo cose apparentemente stupide, ma che forse si rivelano poi, in qualche modo, necessarie, utili e sfruttabili dalla società tutta, (comprese le donne). Tutta questa pappardella per dire che al minuto 6.23, mentre Junger spiega come gli adolescenti maschi rischiano di morire in incidenti da loro stessi provocati per mettersi alla prova 6 volte di più rispetto alle adolescenti femmine, la telecamera inquadra due giovani ragazze, con un infimo sorrisetto di superiorità e di compatimento privo di alcuna pietas e comprensione. Scusate, il primo istinto è stato quello di prenderle a schiaffi per quanto mi riguarda.
https://www.youtube.com/watch?v=TGZMSmcuiXM
Rita(Quota) (Replica)
Il testosterone è un composto chimico antico, presente in forma pressoché identica in tutti i vertebrati.
La sua concentrazione determina l’aggressività in modo così preciso che, negli uccelli con scambio di ruoli sessuali come i falaropi o nei clan a dominanza femminile delle iene, è la femmina ad avere livelli ematici di testosterone più alti.
Il testosterone mascolinizza l’organismo (in sua assenza il corpo resta di tipo femminile, quali che siano i geni dell’individuo) e mascolinizza anche il cervello.
Tra gli uccelli, in genere canta solo il maschio.
Un diamante mandarino che non ha nel sangue un livello sufficiente di testosterone non canta.
In presenza dell’ormone, la parte del cervello preposta alla produzione del canto cresce e l’uccello comincia a cantare. Anche una femmina di diamante mandarino può cantare, purché sia stata esposta al testosterone in una fase precoce della vita e poi da adulta.
In altre parole, il testosterone prepara il cervello del nidiaceo a reagire di nuovo, più avanti nella vita, al testosterone e quindi a sviluppare la tendenza al canto.
Se si può parlare di mente, per un diamante mandarino, l’ormone è una sostanza che ne altera la mente. Lo stesso vale per gli esseri umani.
In questo caso le testimonianze provengono da una serie di esperimenti, in parte naturali e in parte no.
La natura ha dotato alcuni soggetti maschili e femminili di dosi alterate di ormoni e negli anni Cinquanta i medici hanno fatto lo stesso iniettando certi tipi di ormoni in alcune pazienti gravide.
Le donne affette dalla sindrome di Turner nascono senza ovaie e quindi hanno meno testosterone nel sangue di quelle che le hanno (le ovaie producono un po’ di testosterone, sebbene non quanto i testicoli).
Queste donne sono esageratamente femminili nei loro comportamenti, di solito hanno uno spiccato interesse verso i bambini, i vestiti, i lavori domestici e le storie d’amore.
Gli uomini che da adulti hanno nel sangue meno testosterone rispetto alla norma, gli eunuchi per esempio, si riconoscono per l’aspetto e l’atteggiamento femminile. Gli uomini che durante lo stato embrionale sono stati esposti a un livello di testosterone inferiore alla norma, per esempio i figli di diabetiche che durante la gravidanza hanno dovuto assumere ormoni femminili, sono timidi, poco energici ed effeminati.
Gli uomini con troppo testosterone sono bellicosi.
Le figlie di donne che negli anni Cinquanta sono state trattate con iniezioni di progesterone (per prevenire un aborto spontaneo) dicono di essere state “maschiacci” da bambine; il progesterone non ha effetti diversi dal testosterone.
Anche le femmine affette da iperplasia surrenale congenita o sindrome adrenogenitale, sono dei “maschiacci”: le loro ghiandole surrenali, poste vicino ai reni, anziché produrre cortisolo, come dovrebbero, producono un ormone ad azione simile a quella del testosterone.
Sandro D.(Quota) (Replica)
http://www.news-releases.uiowa.edu/2008/April/040708pain_fatigue.html
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University of Iowa News Release
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April 7, 2008
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IMAGE: Image of nerve endings in mouse muscle shows that ASIC3 (red) is present in pain receptors (orange). Credit: Masahiko Ikeuchi M.D., Ph.D., UI visiting scientist from University of Kochi in Kochi, Japan.
UI study finds biological link between pain and fatigue
A recent University of Iowa study reveals a biological link between pain and fatigue and may help explain why more women than men are diagnosed with chronic pain and fatigue conditions like fibromyalgia and chronic fatigue syndrome.
Working with mice, the researchers, led by Kathleen Sluka, Ph.D., professor in the Graduate Program in Physical Therapy and Rehabilitation Science in the UI Roy J. and Lucille A. Carver College of Medicine, found that a protein involved in muscle pain works in conjunction with the male hormone testosterone to protect against muscle fatigue.
Chronic pain and fatigue often occur together — as many as three in four people with chronic, widespread musculoskeletal pain report having fatigue; and as many as 94 percent of people with chronic fatigue syndromes report muscle pain. Women make up the majority of patients with these conditions.
To probe the link between pain and fatigue, and the influence of sex, the UI team compared exercise-induced muscle fatigue in male and female mice with and without ASIC3 — an acid-activated ion channel protein that the team has shown to be involved in musculoskeletal pain.
A task involving three one-hour runs produced different levels of fatigue in the different groups of mice as measured by the temporary loss of muscle strength caused by the exercise.
Male mice with ASIC3 were less fatigued by the task than female mice. However, male mice without the ASIC3 protein showed levels of fatigue that were similar to the female mice and were greater than for the normal males.
In addition, when female mice with ASIC3 were given testosterone, their muscles became as resistant to fatigue as the normal male mice. In contrast, the muscle strength of female mice without the protein was not boosted by testosterone.
“The differences in fatigue between males and females depends on both the presence of testosterone and the activation of ASIC3 channels, which suggests that they are interacting somehow to protect against fatigue,” Sluka said. “These differences may help explain some of the underlying differences we see in chronic pain conditions that include fatigue with respect to the predominance of women over men.”
The study, which was published in the Feb. 28 issue of the American Journal of Physiology — Regulatory, Integrative and Comparative Physiology, indicates that muscle pain and fatigue are not independent conditions and may share a common pathway that is disrupted in chronic muscle pain conditions. The team plans to continue their studies and investigate whether pain enhances fatigue more in females than males.
“Our long-term goal is to come up with better treatments for chronic musculoskeletal pain,” Sluka said. “But the fatigue that is typically associated with chronic, widespread pain is also a big clinical problem — it leaves people unable to work or engage in social activities. If we could find a way to reduce fatigue, we could really improve quality of life for these patients.”
In addition to Sluka, the UI research team included Lynn Burnes, a research assistant and lead author of the study; Sandra Kolker; Jing Danielson; and Roxanne Walder. The study was funded in part by grants from the National Institute of Arthritis and Musculoskeletal and Skin Diseases.
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STORY SOURCE: University of Iowa Health Science Relations, 5135 Westlawn, Iowa City, Iowa 52242-1178
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Sandro D.(Quota) (Replica)
http://www.lescienze.it/news/2004/06/19/news/i_maschi_provano_meno_dolore-586413/
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19 giugno 2004
I maschi provano meno dolore
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Il testosterone attenua le sensazioni dolorose negli uomini, rendendoli meno sensibili alla sofferenza rispetto alle donne
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Per molti non sarà una sorpresa: gli uomini sono meno sensibili delle donne, almeno per quanto riguarda il dolore. Alcuni ricercatori hanno scoperto che l’ormone maschile testosterone è in grado di mascherare le sensazioni disagevoli. Un simile effetto di tolleranza potrebbe aiutare gli sportivi e i soldati a mantenere la propria concentrazione durante i combattimenti, quando i livelli di testosterone sono particolarmente alti. “Se gli uomini sono meno sensibili al dolore – afferma Michaela Hau, studiosa di psicologia e comportamento animale all’Università di Princeton – c’è più stimolo a lottare e a partecipare a ulteriori combattimenti”. Hau e colleghi hanno somministrato testosterone a passeri maschi e hanno misurato i loro tempi di reazione al dolore. Gli uccelli mantenevano le loro zampe immerse in acqua a 52 °C per un tempo tre volte più lungo del normale. Un farmaco che bloccava l’effetto del testosterone, invece, rendeva i passeri sensibili più del doppio ad acqua scaldata a 48 °C, una temperatura alla quale normalmente non mostravano particolare disagio. Secondo i ricercatori, il testosterone potrebbe innescare una catena di eventi che conduce a un aumento dei livelli di analgesici naturali chiamati encefaline. il fenomeno si verifica anche negli esseri umani. M. Hau, O. A. Dominguez, H. C. Evrard, Hormones and Behaviour, pubblicato online, doi:10.1016/j.yhbeh.2004.02.007 (2004).
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Sandro D.(Quota) (Replica)
Rita,
E’ qeello che si chiama “spirito di corpo”, non casualmente, in quanto il gruppo finisce per costituire un unico corpo le cui membra sono i soggetti che lo compongono. Si ha un bel sorridere con aria di superiorità, ma senza quello spirito di corpo sarebbero guai, e non solo in guerra. Fra l’altro in quei sorrisi c’è molta ipocrisia. Ciò che viene deriso è ciò che le donne applicano a se stesse quanto parlano come genere femminile contro quello maschile.
ma anche questo è segno dei tempi. Erano molto più sani quelli descritti da Wendell Berry in jayber Crow, quando racconta dell’uscita dalla scuola, là dove i ragazzi maschi si azzuffavano e le femmine scuotevano la testa con “finta disapprovazione”, che in realtà significava ammirazione per l’altro.
armando(Quota) (Replica)
A parte l’ovvia considerazione che in un ambiente super-competitivo è naturale che emergano gli individui più competitivi e quindi, essendo in media gli uomini fisiologicamente più competitivi e portati al rischio delle donne, meravigliarsi che tra i broker ci siano più maschi che femmine è come meravigliarsi che nell’NBA ci siano più giocatori alti che bassi, è un articolo fuori tempo massimo. Oggi le transazioni finanziarie più grandi e più ardite si fanno grazie a software sofisticatissimi, che possono rispondere agli stimoli e ai cambiamenti del mercato globale in decimi di secondo, ormai infatti il fattore umano è sempre meno importante a quel livello. Dieci anni fa forse questo discorso poteva avere un senso. Ma è estate, fa caldo, e probabilmente il giornalista non sapeva come riempire la pagina.
Daniele2(Quota) (Replica)
mauro recher,
Prova stirare i vestiti o stare tra forni e fornelli per cuccinare in un estate torrido, cosi vedrai che sollievo quando esci al sole di 40 gradi. Sarebbe certo meglio ridurre i morti sul lavoro, e anche la mortalità maschile. Cosa possiamo fare?
nina(Quota) (Replica)
Giusto! Porci maschilisti, provate voi a cucinare il minestrone con questo caldo! Provate voi a stare in casa sopportando i bambini che giocano! Provate voi a spolverare i soprammobili con 40 gradi all’ombra! Provate voi le terrificanti catene al collo dell’oppressione domestica, poi potrete parlare!
Marco Pensante(Quota) (Replica)
Io vivo da solo, come milioni di altri uomini, mi stiro, mi cucino e mi pulisco la casa da solo….Lo faccio d’inverno e d’estate…è un rottura di coglioni ma non è certo paragonabile al lavoro in una miniera, in un altoforno o in una fabbrica…e allora? Cosa vorresti dimostrare con questo discorso? Guarda che qui non stiamo facendo una stupida guerricciola dei maschietti contro le femminucce, quella la fa già il femminismo e quelle come te…
Ogni tanto, come dice Marco Pensante, arriva qualcuna, scarica la sua bombetta puzzolente e se ne va. Poi ogni tanto rtorna, riscarica la sua bombetta puzzolente e se ne va un’altra volta…
Va bè, in questo percorso c’è anche questo…
P.S. ragazzi, l’altra sera, al termine della presentazione del mio libro a Milano, la femminista chiamata a fare da controcanto (una vecchia trombona d’altri tempi che ha riproposto i soliti schemi scontati…il tutto era quasi grottesco, a mio parere…), alla fine ha perso la testa ed è sbottata:”Una volta, quando ero giovane, stavo andando in bicicletta e uno mi ha messo la mano sul culo! Vi rendete conto? Io gli ho inveito contro e lui mi ha detto:”Ma che sei femminista?”…. Ha raccontato questo banalissimo episodio come se avesse subito uno stupro seguito da taglio di genitali e/o arti durante un’operazione di pulizia etnica, con la stessa enfasi…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
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Ma piantala.
Io quelle come te le manderei ad asfaltare le strade.
Sandro D.(Quota) (Replica)
Non so le posso dire ma, per un periodo della mia vita, ho pulito i cessi anche come lavoro e ,visto che non sono da solo ,ma ho una mamma con un trapianto di reni ,come è giusto che sia , molti lavori domestici li faccio io, mio fratello e mio padre ( maschi tutti tanto per la precisazione) ,ma ha ragione Fabrizio mi sembrano diatribe tra maschi contro femmine ,un piatto di pasta lo so fare anch’io ,oggi ,ma tanto per fare esempio avrei preferito cucinare che stare in fabbrica dove si sudava solo a star fermi
mauro recher(Quota) (Replica)
Nina:
>>
Sarebbe certo meglio ridurre i morti sul lavoro…
Cosa possiamo fare?
>>
Cortese e coraggiosa* Nina.
La tecnica (creazione maschile) con i futuri robot metterà fine ai morti sul lavoro.
Nel frattempo una cosa la potreste fare, voi femministe e i vostri zerbini maschipentiti: smetterla di sputare sul millenario sacrificio maschile.
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A meno che questa defecazione infinita sulle tombe dei padri sia necessaria al risveglio della coscienza maschile.
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Se è così, ben venga il vostro dileggio contro mezza umanità.
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(* Coraggiosa in quanto non temi di frequentare questa bacheca)
Rino DV(Quota) (Replica)
non lo farei, non mi serve, ognuno faccia ciò che gli piace.
Secondo la logica maschile 230 gradi sono meno di 40 gradi se il vostro interesse è quello. Basta saperlo.
Non mi sono lamentata
a, ho detto solo un fatto oggettivo. Fa più caldo in una acucina/pasticceria in estate che fuori.
nina(Quota) (Replica)
Non condivido né le idee sulla donna oppressa nella storia in quanto donna, come neanche quello del “millenario sacrificio maschile”. E vittimismo uno e l’altro.
Se è vero che gli uomini hanno creato più storia e cultura e scienza che le donne, è vero anche che la nobiltà ha creato più storia e cultura, scienze etc dei lavoratori.
nina(Quota) (Replica)