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Dover essere;
Dover avere;
Dover fare;
Dover dimostrare:
Dover rappresentare
Questi sono gli imperativi categorici a cui gli uomini, da sempre, hanno dovuto assolvere, più o meno in tutti i contesti sociali e culturali. Vere proprie gabbie psicologiche e pratiche che hanno inchiodato la grande maggioranza degli uomini ad un sistema di “valori “ più o meno indotto o imposto. Un “apparato” sociale e valoriale a cui la gran parte di essi è stata costretta ad aderire pena l’emarginazione dal contesto sociale, l’esclusione dalla vita pubblica e relazionale, la solitudine affettiva e la desertificazione della vita sessuale.
E’ ovvio che tutto ciò ha provocato e provoca tuttora sofferenze indicibili per gli uomini, che per sentirsi “adeguati” sono stati e sono costretti a rincorrere faticosamente e penosamente modelli maschili “vincenti”, irraggiungibili per i più. Oggi, paradossalmente ma neanche tanto, la situazione, da questo punto di vista, è anche peggiore che nel passato prossimo o remoto.
Infatti il servo della gleba (prototipo, per millenni, dell’uomo beta per eccellenza) non aveva l’obbligo di “essere” ad immagine e somiglianza del “proprio” signore (alpha). Al contrario. Queste due figure maschili appartenevano a due mondi distinti e separati, che tali dovevano rimanere. Naturalmente i valori dominanti erano quelli stabiliti dal “signore”,anche per i servi, che dovevano aderirvi acriticamente. Questi ultimi dovevano assolvere agli obblighi sia di ordine pratico che morale, che competevano al loro status (se così si può definire la miserabile condizione in cui hanno vissuto fin da tempi immemorabili le moltitudini umane) e non potevano neanche aspirare ad imitare il “signore”. Ciò non comportava che fossero esenti da obblighi. Tutt’altro. Significava solo che il loro orizzonte valoriale e culturale era circoscritto a ciò che il signore e padrone aveva stabilito come necessario e sufficiente per loro. A quel sistema di regole (pratiche e morali) dovevano rispondere, pena gravissime e dirette conseguenze sulle loro persone fisiche. Il “signore” (e il suo sistema valoriale di riferimento) rimaneva per i “servi” un “ideale regolativo”, potentissimo e inarrivabile, dal punto di vista dell’immaginario psicologico,e costituiva lo sfondo, idealizzato e temuto al contempo, del loro scenario esistenziale . In questa maniera il primo manteneva i secondi in una condizione di sottomissione psicologica e morale, prima ancora che sociale, instillando nella loro psiche la convinzione della impossibilità , non solo di poter colmare quella distanza, ma anche di poterla, sia pur minimamente, attenuare. I due mondi, insomma, dovevano rimanere separati e distinti, anche nell’immaginario psichico.
Con la consapevolezza di stare sintetizzando all’inverosimile, e quindi con il rischio concreto di banalizzare, possiamo dire che questa testè descritta è stata, più o meno, la forma-standard psicologica (morale e culturale) che ha caratterizzato la relazione fra gli uomini all’interno di quel tipo di organizzazione sociale (durata epoche intere), fino all’avvento del capitalismo maturo (e protrattosi ancora per lungo tempo).
Allo stato attuale invece, come dicevamo, la dinamica psicologica che regola e sottintende la relazione fra gli uomini (alpha e beta) è strutturata in modo parzialmente ma qualitativamente diverso (e molto più sofisticato, ovviamente) . Il maschio dominante non è più sullo sfondo (dell’immaginario psicologico), inarrivabile e quasi “santificato” (come nell’era feudale, semifeudale e in gran parte quella capitalistica non avanzatissima).
Il sistema si struttura oggi dal punto di vista psicologico, sull’idea che più o meno tutti non solo possono ma DEBBONO aspirare in linea teorica a raggiungere quel determinato status (alpha). Naturalmente anche in questo caso si tratta di un “ideale regolativo”, diciamo pure un’illusione, scientemente alimentata, coltivata e fatta sedimentare a livello psichico profondo, ma assolutamente fondamentale per il funzionamento del sistema, che non avrebbe vita lunga se quella stessa “illusione” venisse meno.
Come vediamo il concetto di DOVERE ritorna ancora una volta prepotentemente (potremmo parlare dell’eterno ritorno del Dovere…passatemi la battuta…), ma sotto altre e mentite spoglie: il fine rimane lo stesso (il dominio) ma muta radicalmente la dinamica psicologica e relazionale che gli sta allespalle.
Nel primo schema l’uomo beta doveva rimanere confinato nel suo micro mondo, regolato da leggi e valori comunque stabiliti dal maschio dominante (e dalla donna dominante) ai quali doveva uniformarsi , e non doveva neanche osare misurarsi con il signore. Il quale però, in quanto archetipo, restava ben radicato e sedimentato nella sua psiche, con la duplice funzione di ribadire costantemente l’immutabilità, addirittura motivata da ragioni di ordine ontologico e metafisico (secondo la versione alpha-dominante, ovviamente), della sua condizione, e contestualmente di mantenerlo in uno stato di inferiorità.. :
Nel secondo, invece, il maschio beta DEVE misurarsi, DEVE mettere in gioco se stesso per cercare a tutti i costi di assomigliare al maschio alpha. Anzi, è lo stesso maschio dominante e ancor più la femmina, sia alpha che beta,nell’attuale contesto, che lo esortano a questo. Perché è proprio questo meccanismo che alimenta il sistema di cui alpha (donna o uomo che sia) gode i frutti. Una sorta, se mi perdonate la licenza linguistica e filosofica, di accumulazione di plusvalore psico-socio-culturale (oltre che economico in senso stretto), tanto più fondamentale se ci si trova in una fase di caduta del saggio di profitto, come spesso accade e sempre metaforicamente parlando…
E’ quindi evidente come sia nell’un caso che nell’altro, e quindi da sempre, l’esistenza degli uomini beta sia stata e sia sostanzialmente subordinata ed etero diretta. Ieri era l’adesione passiva e obbligata a un ordine predeterminato e immutabile. Oggi assume la veste di un rincorsa (solo apparentemente) volontaria, affannosa e psicologicamente devastante per un gran numero di maschi beta, specie per i più fragili e sensibili (e quindi spesso anche i migliori) costretti ad inseguire miti e modelli maschili dominanti (successo, potenza, ricchezza, affermazione sociale, bellezza, prestanza fisica, carisma, immagine pubblica ecc. ) che non potranno mai raggiungere. E non perché non ne abbiano in linea teorica le potenzialità ma perché la realtà concreta è stata strutturata proprio per impedirglielo. Né potrebbe essere altrimenti. E’ il sistema stesso infatti che da un lato esalta la possibilità di una mobilità sociale alla quale in linea teorica tutti possono e debbono aspirare e dall’altra, contestualmente, frappone centomila ostacoli di varia natura finalizzati ad impedirla (darwinismo sociale), millantando il famoso “uno su mille ce la fa” come la prova del nove della giustezza intrinseca della sua ragion d’ essere.
Da questo punto di vista, ha perfettamente ragione la psicologa Vera Slepoy (di cui ci siamo occupati in altra sede)quando sostiene che il processo di acquisizione dell’identità maschile è estremamente più complesso, faticoso e doloroso rispetto a quello femminile. Non c’è alcun dubbio su questo. E’ agli uomini , non certo alle donne,che il contesto (i contesti) richiede costantemente di dimostrare di avere i requisiti necessari per poter prendere posto a tavola… E’ valso per il tempo che fu, e lo è ancor di più, molto di più, per l’oggi.
Ha torto, invece, nel momento in cui ritiene che questa difficoltà sia da attribuire esclusivamente e genericamente alla volontà maschile nella sua totalità (tipica interpretazione femminista, qualunquista, “genericista”, interclassista e sessista) e che il femminile non abbia giocato (e non giochi , ancor di più, tuttora) un ruolo fondamentale nel determinarla e nell’accentuarla.
Relativamente a ciò che compete gli uomini abbiamo già detto. Valori, miti, regole, che si sono susseguiti nel corso del tempo e della storia (tranne rare ma significative eccezioni in alcune fasi storiche e culturali) sono stati di volta in volta stabiliti dal “maschile dominante”. Il “maschile dominato, viceversa, non avendo mai avuto la libertà e la consapevolezza per elaborare un suo sistema di valori (perché non ha mai avuto le condizioni per farlo) ha interiorizzato e assunto come proprio quello che gli veniva proposto/imposto, facendo buon viso a cattivo gioco (come continua tuttora a fare)
Ciò detto, sbaglieremmo però a pensare che il femminile non abbia avuto un ruolo determinante anche nelle epoche trascorse. Se è vero infatti che il “maschile alpha” era formalmente,e molto spesso anche praticamente (senza dimenticare le centinaia di regine, imperatrici e donne di potere che hanno fatto il bello e il cattivo tempo nella storia né più e né meno dei loro colleghi maschi),dominante nella sfera pubblica, è pur vero che il femminile manteneva comunque una forte influenza in quella che abbiamo chiamato “psicosfera”. Non c’è necessità ( ma lo facciamo ugualmente) di scomodare la psicoanalisi, tradizionale o meno, per ricordare che –come sosteneva la buonanima di Freud – “la grandissima parte dell’agire maschile è finalizzato ad ottenere il consenso femminile” (dipendenza maschile data da asimmetria sessuale, negata ovviamente dal femminismo). Se è vero per l’oggi, dove i margini di autonomia sia del femminile (non abbiamo dubbi) che del maschile (ne abbiamo molti di più…), come la stessa Slepoj ammette, sono molto più estesi e marcati rispetto a ieri, non si vede perché non dovrebbe essere vero anche per il passato.
Il dominio della “psico-eto-sfera” da parte femminile è oggi invece totale ed assoluto. .Se, per quanto riguarda i tempi che furono, ci si può limitare a parlare di influenza e/o capacità/potenza di condizionamento sul maschile, in larga parte anche quello dominante, non c’è dubbio che oggi anche quest’ultimo rimane tale ed è in grado di conservare intatto il suo ruolo solo nel momento in cui sceglie di assecondare la volontà femminile, che è ormai in grado di esercitare un controllo assoluto sul maschile sia nella sfera privata che, direttamente o indirettamente (attraverso il totale controllo della “psico-eto-sfera) , in quella pubblica.
Alla luce di questa analisi, emerge quindi la necessità, ormai vitale, per gli uomini beta, di liberarsi una volta e per sempre di questi fardelli, di disconoscere il sistema di regole, archetipi, valori dominanti e “giudizi” che da sempre sopportano e si sono caricati sulle spalle, di svincolarsi da un sistema fondato sulla loro sottomissione psicologica e pratica.
E’ necessario porre all’attenzione della nostra riflessione tre concetti fondamentali, LIBERTA’, AUTONOMIA e AUTODETERMINAZIONE, e a partire da questi costruire il nostro sistema di valori che deve rispondere, per quanto mi riguarda, SOLO e SOLTANTO alla nostra libera volontà e autodeterminazione .
Tutto il resto sono solo costruzioni culturali più o meno fittizie e falsi obblighi sociali (molto spesso spacciati come valori) a cui ci viene chiesto di aderire.
Ma con noi non la spuntano più.
34 Commenti
La vera emancipazione di un individuo è proprio la capacità di svincolarsi dai “dover essere” che lo inchiodano a un’esistenza eterodiretta. Il “sistema”, la propaganda mediatica, ci presenta l’uomo “libero” come colui che dispone di un lavoro ben retribuito, di una macchina potente, di una donna che convive con lui, di tutta una serie di accessori più o meno utili presentatici come “indispensabili”, ed invece la vera libertà è la capacità di fare a meno di tutto ciò, obiettivo tanto semplice a scriversi quanto difficile a realizzarsi, perchè entrano in gioco i nostri timori più profondi e le nostre più sentite aspirazioni, ossia il timore della solitudine e il desiderio dell’accettazione sociale, aspetti che l’individuazione rende più difficili da conseguire in una società in cui il conformismo impera. Proprio toccando questi tasti così profondi della psiche umana, il “sistema” si è imposto e guida gli individui come fossero dei burattini. Uno straordinario e “indolore”controllo sociale da rimanerne ammirati, se non fosse che sottrae agli individui la possibilità di essere davvero protagonisti della propria esistenza, con tutti i risvolti negativi che questa mancanza comporta. In questo scenario sicuramente l’uomo beta appare più in difficoltà perchè più faticosamente può tenere testa all’obsolescenza e al ricambio delle mode e delle merci.
Alessandro(Quota) (Replica)
Mi permetto di citare un grande maschio che ha illuminato il suo tempo fino ad oggi e i secoli a venire: S. Agostino. Attualissimo invito ad una revoca dall’alienazione, a richiamare il nostro cuore maschile via da tutto ciò che lo rende estreaneo a se stesso e così ritrovarsi:
“Noli foras ire, in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas. Et si tuam naturam mutabilem inveneris, trascende et teipsum. Illuc ergo tende, unde ipsum lumen rationis accenditur.
Non uscire fuori, rientra in te stesso: nell’uomo interiore abita la verità. E se scoprirai mutevole la tua natura, trascendi anche te stesso. Tendi là dove si accende la stessa luce della ragione. (De vera rel. 39, 72, S. Agostino)
ckkb(Quota) (Replica)
Mi trovo a Kiev, e sto guardando l’italia.. come direte voi.. si, avete letto bene.. sto guardando l’italia com’era 30 anni fa.. nel 1980..
Ingegneria sociale – scalata degli uomini alpha – corruzione – sodalizio donne/sistema
Proseguite senza chiedervi come mai a volte sembra che quanto scriva non abbia una testa ed una coda.. sto ancora cercando di mettere tutto bene a fuoco.. ma ci siamo quasi..
ingegneria sociale
Kiev è una città grande.. enorme sotto certi aspetti.. che stà succedendo?
quello che piu’ o meno accadde da noi.. col picco “tangibile” intorno agli anni 80.. o giu di li..
in buona sostanza, si sono create due categorie di popolazione a Kiev, una riccona, l’altra che vive di stenti.. interessante vedere il collante che lega i due mondi (per il momento).. donne bellissime.. ma presto un nobile ricordo, proprio come le italiane di 30 anni fà..
gli uomini alpha
Anche qui, l’operazione di ingegneria sociale pro capitalismo è iniziata.. e direi anche molto bene.. al potere c’è andata gente poco raccomndabile.. la corruzione dilaga gli alpha qui o sono corrotti oppure della mala..
per fare la grana, stanno seguendo lo stesso processo di ingegneria sociale che ha devastato e devasta l’italia, stanno costruendo enormi centri commerciali, facendo chiudere i piccoli negozi, proprio come in italia, stanno prendendo sempre piu’ piede nel mondo del lavoro, diminuendo i salari visto che, avendo agganci politici, nessuno gli dice nulla.. questo genera due cose: impoverimento della popolazione e innalzamento del costo della vita, senza contare gli effetti devastanti, ovvero l’occidentalizzazione dovuta ad una quotidianità legata al lusso e a tutto quanto non è indigeno del luogo, facendone col tempo, proprio come successo in italia, perderne ogni traccia (d&g made in china.. sash made in pakistan… vi dice nulla?)
i giovani quindi stanno anche qui molto male.. se dovessi aprire un’attività qui, adesso come adesso aprirei un negozio di vodka e liquori.. oltre che a vendere tabacchi lavorati esteri.. ma che c’azzecca con la questione maschile.. direbbe qualcuno..
Anche qui, le donne fanno da collante per traghettare il popolo al volere degli uomini alpha, verso il nuovo mondo (mostruoso) fatto di soldi e di assenza di valori, di perdita di identità e della relazione uomo donna..
Le donne infatti, come ben sapete, operano la selezione che serve al sistema per dirottare la massa verso il nuovo consumismo, esse infatti, pian piano, stanno operando e diventando come le italiane.. inseguendo il lusso proposto loro, grazie a quello che sapete (…) obbligano l’uomo medio a soddisfare le loro voglie consumistiche, ma la perdita del lavoro, del potere di acquisto della maggioranza degli uomini non le soddisfa come vorrebbero, cominciando a pensare che l’uomo quindi non sia piu’ capace di “sostenerle” nella vita.. quindi operano le selezioni.. cominciano anche loro a guardare come vai vestito.. se le puoi portare a cena ei ristoranti (cari…) questo cosa genera?
Le donne, ricevendo molto e gratuitamente, non sono soddisfatte dall’uomo medio, intanto pero’ il sistema dona loro apparenza e posti di lavoro, ergo stanno pian piano riuscendo a stare meglio della maggioranza dei beta.. uomini beta..maggioranza alla quale una decina di anni fa davano amore incondizionatamente.. a prescindere dal reddito..
esattamente come le italiane..
Sulla strada principale di Kiev, si nota una vera e propria sfilata di moda femminile, escono ed entrano dai negozi.. e gli uomini?.. normali.. qualcuno vestito bene.. la maggioranza in maniera normalissima..
Sui cartelloni pubblicitari sta scomparendo la figura della famiglia.. come avvenne in italia..al suo posto..non molto spesso (ancora per poco) uomini buffi che pubblicizzano articoli.. le donne bellissime tante.. sono intorno ad un singolo uomo.. seduto su un trono.. pubblicizando il prossimo evento.. costoso..
Vedo di portarvi sulla questione economica per darvi un metro di misura per valutare bene..
se cambiate 50 euro, avrete in cambio poco piu’ di 500 UAH.. ora .. considerate che lo stipendio medio di un ucraino sono 600$.. per la maggior parte molto meno.. capirete che costo abbia raggiunto la vita a kiev andando in un qualsiasi negozio.. esempio..
cappuccino piu’ fetta di dolce quasi 70 UAH.. se vi sembrano poche.. fate questo ragionamento mentale.. cambiate 50 euro vi danno 500 uah ma di fatto, come potere di acquisto europeo è come se vi avessero dato 5 fogli da 10 euro.. mentre per l’ukraino normale equivale a poco meno di un quarto dello stipendio… quindi bene o male voi state spendendo come a Milano, ma li solo i “ricconi” possono farlo.. altro esempio.. entrata in disco 150 uah.. drink 130uah (alcoolico).. chiaro il concetto monetario?
Capite adesso quanto sia difficile per l’uomo beta di kiev garantirsi una vita decosora, figuriamoci a sopperire alle richieste delle stupende donne locali! esattamente come in italia.. oggi siamo una massa di precari.. una relazione ci costerebbe un’esagerazione.. le donne non lo capiscono e non cagano l’uomo medio.. esattamente come a kiev quindi..
selezione sociale
Le donne quindi stanno migrando dal sentimento al potere monetario ergo se prima miravano alla persona, adesso cominciano a considerare solo chi ha la grana.. (come in italia e forse nel resto del mondo occidentale..) ma chi ha la grana?
Gli Alpha.. ovvero? i corrotti ed i mafiosi che hanno preso il potere politico ed economico.. ESATTAMENTE come in italia!.. fantastico!
ma questo che genera? beh tutto quello che vediamo ovviamente da noi.. le donne anche qui cominciano a parlare tra loro.. gli uomini che possono entrare nei locali (normali per il nostro potere di acquisto) sono ben pochi.. ma non è tutto.. sono diventate delle vere gold diggers.. e se prima lo straniero era interessante, al punto tale da essere fermati.. adesso se lo sei devi dimostrare anche che hai tanta grana..
La mancanza di relazione uomo donna, porta alla chiusura tra i sessi, ed infatti, nei numerosi cafè di Kiev, spesso i giovani usano il Wifi anzichè dedicarsi alle donzelle.. quindi anche qui, come da noi,, la nuova generazione di cittadini si stà man mano allontanando, dedicandosi al consumismo, fine dei sentimenti.. prevaricazione femminile of course.. (e che prevaricazione… almeno da noi qualcuna è cessa..) ragazzi figli del consumismo, spesso da genitori divorziati, che gettano i loro averi nei computer portatili, pda e quant’altro.. e nell’alchool esattamente come da noi.. (stragi del sabato sera.. vi suona nulla di analogo?) ora.. qui stà cominciando adesso.. perchè non da tutte le parti di Kiev è ancora cosi.. non tutti infatti possono permetterselo.. ma tra 30 anni o forse meno (sicuramente meno) sarà cosi..
insomma signori miei.. capisco che molti forse si sono persi.. ma in buona sostanza ho voluto scrivervi cosa è accaduto in italia e come si sono mosse le meccaniche che oggi ci hanno portato in questa posizione.. grazie alla disamina di Kiev.. un matrix che sono riuscito a RIvedere grazie a Kiev..
e voi? sapete quanta e profond la tana del bianconiglio?
Damien(Quota) (Replica)
Eppure nel passato ci sono stati esempi di culture (o subculture) sociologicamente e politicamente sottomesse a quella dominante ma ad essa estranee. Culture che erano riuscite a elaborare propri canoni di comportamento, una propria etica e una propria morale. E che, da questi punti di vista, non si ritenevano affatto inferiori a quella dei dominanti. Penso, per fare l’esempio più recente, al proletariato della fase industriale del capitalismo. Ma anche ai Rom, oppure, e la cosa scandalizzerà più d’uno, ai contadini della Vandea che erano si sottomessi ai nobili ma che si battevano per idee proprie, discutibili o meno che fossero, contro chi pretendeva di “liberarli” parlando in loro nome.
E d’altra parte dell’esistenza di queste sub culture (dove il sub significa solo che erano sottomesse a quella dominante ma niente affatto inferiori), ne ha parlato diffusamente Pasolini nelle sue opere e nella sua vita.
armando(Quota) (Replica)
“Eppure nel passato ci sono stati esempi di culture (o subculture) sociologicamente e politicamente sottomesse a quella dominante ma ad essa estranee. Culture che erano riuscite a elaborare propri canoni di comportamento, una propria etica e una propria morale”. (Armando)
Non lo nego affatto, e anzi me ne compiaccio, ma come tu stesso hai sottolineato, quelle culture, tranne una sola eccezione e per una relativamente breve fase storica (quella del proletariato, cioè il socialismo e il comunismo dei secoli XIX e XX), non sono riuscite a sviluppare una egemonia.
Oggi anche quest’ultima è stata distrutta e, come sempre succede, insieme all’acqua sporca è stato gettato via anche il bambino…E in tanti se ne stanno beando…Oggi qualcuno (pianto di coccodrillo…) comincia a capire che forse non proprio tutto era da buttare via, ma questo è un altro discorso…
Il senso di quello che voglio esprimere nel mio articolo è un altro. E cioè che se gli uomini beta vogliono iniziare un percorso di liberazione devono come prima cosa gettare alle ortiche i “valori” dominanti, che poi sono di fatto degli obblighi, che rispondono agli interessi dei ceti dominanti (maschili e femminili).
Non è scritto su nessuna Tavola della Legge, mi pare (e anche se fosse sarebbe sbagliato) che un uomo debba vivere per fare carriera, accumulare denaro, proprietà, avere successo ad ogni costo, essere o apparire in un modo anziché in un altro, corrispondere ad una determinata immagine o ad un’altra, dimostrare continuamente a se stesso e agli altri di essere all’”altezza” (sempre secondo i canoni dominanti, è ovvio).
Il concetto di dovere è sempre stato scippato dai ceti dominanti, oggi più che mai, che lo hanno piegato ai loro interessi, deformandone il concetto.
E invece l’unico “dovere” al quale un uomo deve rispondere è quello “morale” (nel senso kantiano del termine).
Tutto il resto è da rigettare in toto in favore di una scelta di Libertà. E’ giunta l’ora che gli uomini beta vivano secondo la propria volontà e inclinazione e non secondo dettami e obblighi sociali (abilmente sovrapposti e camuffati con quelli morali) che gli vengono imposti.
Se mi voglio comprare un’ automobile lo devo fare perché è nel mio piacere (e quindi nella mia libertà) e non perché DEVO corrispondere ad una determinata immagine pubblica. Se invece non me ne frega nulla di quella macchina oppure non ho i soldi per acquistarla, me ne devo fregare e non farmene certo una malattia…
L’esempio è banalissimo, me ne rendo conto, ma credo che ci siamo capiti. Ciascuno sostituisca all’automobile qualsiasi cosa o concetto e il gioco è fatto…
Non solo. Se decido di scalare il K2 o attraversare l’oceano in barca a vela lo devo fare sempre per il mio piacere e NON perché DEVO dimostrare agli altri (e ancor di più alle altre) quanto sono più bravo, più “figo” e più coraggioso di loro…(anche in questo caso ho usato degli esempi iperbolici; il concetto può e deve essere applicato a qualsiasi cosa o attività).
E ancora. Se per me la cosa più importante(e soprattutto piacevole) è stare immerso nella natura, inoltrarmi nei boschi, passeggiare su una spiaggia, farmi il bagno nel mare, giocare al calcio spensieratamente con gli amici, leggere libri, vedermi dei bei film, piuttosto che passare la vita nel cercare di fare quattrini, carriera, conquistare potere e rafforzare il mio prestigio sociale, lo posso e lo DEVO fare e nessuno ha il diritto di giudicarmi.
L’unico giudizio al quale ciascuno di noi DEVE sentirsi sottoposto è quello della legge morale (ho detto morale, non moralistica…). Ma questo è tutto un altro discorso che nulla ha a che vedere con il sistema di regole e valori dominanti (e con il suo abbandono, da parte nostra). Anzi, molto spesso, soprattutto oggi, proprio quel sistema di valori dominante è per lo più in contraddizione con la legge morale…
Fabrizio
P.S. sulla Vandea, Armando, non mi scandalizzo affatto. Si è trattato di uno di quei casi (numerosi nella storia), in cui gli interessi di alcuni ceti dominanti (o decaduti) si sono più o meno incontrati con quelli (presunti)di alcuni ceti popolari (o almeno questi secondi erano stati convinti in tal senso).
La resistenza dei contadini della Vandea è stato un fenomeno storico dalle diverse sfaccettature che ha visto la compresenza di diversi fattori. La paura dei piccoli e piccolissimi contadini di perdere la terra e di quei contadini nullatenenti legati da un rapporto secolare con il proprio padrone, si è legata agli interessi reazionari dell’aristocrazia di campagna e del clero. Il pregiudizio religioso anti illumista ha fatto il resto…
A Sapri successe più o meno la stessa cosa, così come in quegli stati del profondo sud degli USA dove i contadini si ribellarono agli industriali del Nord che volevano “liberare” i neri, liberalizzare le terre sottraendole al latifondo e introdurre il lavoro salariato…
Non c’è dubbio quindi che anche nella rivolta della Vandea ci furono degli importanti e significativi risvolti di classe (dal punto di vista dei contadini, ovviamente). Ma questo purtroppo, non muta il carattere reazionario di quell’evento, appunto perché sotto il profilo politico e culturale non furono quei risvolti di cui sopra ad essere egemoni ma gli interessi di quell’aristocrazia e di quel clero che resisteva (una resistenza di classe anche questa, se vogliamo) all’avanzata del potere borghese, utilizzando strumentalmente i contadini che loro stessi avevano sempre oppresso.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Nessun dubbio che “diventa te stesso” debba essere lo scopo di vita di ciascun essere umano oltre i modelli proposti e imposti dal “collettivo”, sia esso quello “socialista” o capitalista. Ancora, nessun dubbio che il modello soldi/successo/potere/figa sia quanto di più falso, fuorviante e deleterio ci sia per l’uomo “normale”, e proprio perchè quel modello è destinato, necessariamente, ad essere realizzato da pochi.
Rimane però un problema tanto importante quanto di difficile ed incerta soluzione. Intendo con ciò il problema del rapporto fra individuo e comunità. Può essere considerato l’individuo come una entità astratta dal contesto culturale in cui è nato e cresciuto, cioè un “a priori” avulso dalla comunità che lo circonda, oppure ogni individuo, coi suoi desideri, con la sua etica etc. etrc. è tale solo nel contesto della comunità che lo ospita? E in tal caso, come io credo, dove sta la chiave di soluzione del rapporto fra la libertà del soggetto e i condizionamenti a cui è sottoposto dal contesto? Non ho una risposta certa, so solo che per me è un problema.
armando
armando(Quota) (Replica)
Come prima cosa, Armando, il “modello socialista” non è più in questione…Magari lo fosse, dal mio punto di vista. Significherebbe comunque che si è aperta una breccia nel pensiero e nel sistema unico dominante a livello planetario che non sia l’Islam radicale dei Talebani…
Ciò detto, credo che la questione che sollevi, per quanto mi riguarda, non sussista. Infatti anche noi che abbiamo un rapporto critico e conflittuale con questo contesto sociale e culturale, ne facciamo comunque parte, direi anzi che in qualche modo ne siamo il prodotto, la sua contraddizione, come avrebbe detto qualcuno… . Il fatto che abbiamo sviluppato una coscienza critica non significa che ne siamo avulsi o separati. Tutt’altro. Proprio questa consapevolezza e criticità sono il risultato della nostra relazione con questo mondo. A differenza di tanti altri però abbiamo sviluppato anche una soggettività, individuale e collettiva. Ed è proprio quest’ultima che fa la differenza. – Una classe sociale, ad esempio, può essere definita tale solo quando sviluppa una propria coscienza di classe. Quando cioè i singoli individui sviluppano una consapevolezza che va oltre la soggettività individuale e riescono a collocare la loro persona all’interno di un processo più ampio, sia dal punto di vista sociale che storico (nel nostro caso anche di genere).
E’ anche per questo che mi sforzo continuamente di dire che la QM riuscirà ad uscire dalle secche in cui si trova solo nel momento in cui saremo in grado di costruire una identità (di genere e di classe, per quanto mi riguarda, le due cose sono inseparabili dal mio punto di vista) collettiva. Solo quando avremo compiuto questo passaggio cesseremo di essere un gruppo di singoli uomini che si scambia delle opinioni su un blog, per diventare un’istanza concreta, sociale e di genere, con una sua identità collettiva (che non significa annullare le personalità individuali…).
E’ forse giunto il momento di cominciare a porci degli obiettivi e lavorare in tal senso. Il primo fra questi è senz’altro quello di uscire dal web e organizzare un incontro dal vivo (naturalmente con coloro che si riconoscono in questo movimento), con la nostra presenza di uomini in carne ed ossa.
Non è necessario essere in tanti. Sappiamo già che siamo e saremo pochissimi ma questo, anche se può sembrare paradossale, è di scarsa importanza. Sarebbe comunque fondamentale incontrarci e assumerebbe un grande significato.
Ne riparleremo senz’altro e a breve.
fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“E in tal caso, come io credo, dove sta la chiave di soluzione del rapporto fra la libertà del soggetto e i condizionamenti a cui è sottoposto dal contesto?”
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Sta nel liberarsi dal “divide et impera” che ci viene calato sulla testa dall’ alto.
sandro(Quota) (Replica)
“il “modello socialista” non è più in questione…Magari lo fosse, dal mio punto di vista. Significherebbe comunque che si è aperta una breccia nel pensiero e nel sistema unico dominante a livello planetario che non sia l’Islam radicale dei Talebani”
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Una bella breccia, che nulla ha a che vedere con i talebani, si aperta oggi:
http://www.corriere.it/esteri/11_gennaio_14/tunisia-governo-unita-nazionale_cab6eb28-1fb4-11e0-aeb3-00144f02aabc.shtml
Questi hanno capito come si fa.
sandro(Quota) (Replica)
Si, sono cose da uomini. Perchè l’unica cosa che mi viene in mente è che per secoli le cose da uomini si sono regolate con la violenza. Lo Sgarbi di un secolo fa avrebbe trovato uno che rispondeva sfidandolo a duello, oggi un uomo lo liquiderebbe facilmente con un pugno, e se più brutale, come accade tutti i giorni, con un’arma.
Noi non siamo, fortunatamente, addestrate alla violenza. A volte ci proviamo, ma ad oggi i casi sono pochi. Non è questa un’uguaglianza a cui mirare.
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cosi ci identifica la Zanardo nel suo blog , sono come da uomini ,da duri ,mai pensato che possono esistere altri uomini ,che hanno le sue paure e anche i suoi difetti ,ma esistono …molto probabilmente ,questi uomini che io parlo ,sono considerati sfigati dalla maggior parte delle persone
loro no ,le donne che ,come viene descritta in queste poche righe ,sono essere “ariani” (non commetono mai o quasi mai ,violenza) ……….
come possiamo far capire a queste signore che esistono uomini non violenti ,che della guerra ne farebbero volentieri a meno ,anche se combattiamo (quello si)una guerra personale (in tutti i sensi ,anche con la vita) tutti i giorni nei posti di lavoro ??
quello che ho riportato è un trafiletto che fa parte di un post contro un calendario di concerie di pelli ,dove mostra 12 vagine (solo vagine) e , nel contesto del dibattito entrano nel merito persone come vittorio sgarbi ,marina ripa di meana ,crepat (un psicologo) e oliviero toscani ideatore del calendario ,cmq riporto il link
http://www.ilcorpodelledonne.net/?p=4703
ecco secondo loro ,il nostro “dover essere” è vittorio sgarbi o chi per luii
mauro recher(Quota) (Replica)
Concordo, Sandro.
Speriamo che un’altra breccia possa aprirsi alla Fiat Mirafiori di Torino e che lo spoglio dei voti del referendum ci porti la buona novella: un bel vaffanculo da parte dei lavoratori al “modello Marchionne”, cioè al ricatto “elevato” a “nuova forma di relazione industriale-sindacale”.
Come si suol dire: “il nuovo che avanza”…
Uomini Beta con i lavoratori di Mirafiori senza se e senza ma. Con i Marchionne non abbiamo nulla da spartire se non l’aria che respiriamo.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Che bella Italia: Marchionne, Berlusconi, Zanardo… L’ultima di Berlusconi fa cadere le braccia: se vincessero i “no” la FIAT avrebbe ragione a fare fagotto e trasferirsi altrove (sic!!!). Ma si è mai sentita una cosa simile da un Primo Ministro? Siamo davvero all’assurdo.
P:S: certo che fa riflettere vedere quanti uomini partecipano al blog della suddetta. Oltre a fare il controcanto alle ossessioni personalissime della signora e delle sue amiche, non si rendono conto di essere sul banco degli imputati. Non so se ridere o piangere.
Alessandro(Quota) (Replica)
“Speriamo che un’altra breccia possa aprirsi alla Fiat Mirafiori di Torino e che lo spoglio dei voti del referendum ci porti la buona novella: un bel vaffanculo da parte dei lavoratori al “modello Marchionne””
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Se Marchionne porta via gli stabilimenti dall’ Italia, si gioca pure la sua quota di mercato: se la fiat non porta un pò di lavoro in Italia, non c’è veramente un solo motivo per comprargli le auto, dato che costano quanto quelle degli altri e valgono la metà (ne ho avute 4 in casa, so quello che dico).
Sono una manna solo per i meccanici.
sandro(Quota) (Replica)
se la fiat non porta un pò di lavoro in Italia, non c’è veramente un solo motivo per comprargli le auto, dato che costano quanto quelle degli altri e valgono la metà (ne ho avute 4 in casa, so quello che dico).
Sono una manna solo per i meccanici. (sandro)
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Sì, sandro, però tu sei veramente esagerato.
Dunque, per te le auto italiane sono le peggiori del mondo, le donne italiane, idem; non parliamo poi del paese Italia, che a tuo avviso sarebbe peggio del Burkina Faso.
Al tempo stesso, tutto ciò che non è italiano, sarebbe “splendido splendente”.
Boh… francamente non capisco dove si possa andare con siffatti estremismi esterofili.
Andrea(Quota) (Replica)
“Dunque, per te le auto italiane sono le peggiori del mondo, le donne italiane, idem; non parliamo poi del paese Italia, che a tuo avviso sarebbe peggio del Burkina Faso”
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Non è esterofilia.
Tu ce l’ hai mai avuta una fiat?
Se vuoi ti racconto le avventure mie che i casa ne ho avute quattro: sembra un film di Buster Keaton.
sandro(Quota) (Replica)
Ragazzi, per chi fosse interessato e si trovasse a Roma, martedì 18 gennaio alle ore 21, presso l’associazione “Salve Torre”, in Via Savoia 35, ci sarà un incontro di soli uomini, promosso dalla stessa associazione, per discutere di relazione uomo-donna, naturalmente dal punto di vista maschile.
Sono stato io stesso, che faccio parte da tempo di questa associazione, a proporre un incontro solo al maschile e devo dire che il suo presidente, che è una persona molto aperta, si è reso disponibile ad organizzarlo.
E’ superfluo sottolineare che si tratta di una iniziativa limitata solo ad alcuni aspetti (il presidente e anche altri associati, come è normale che sia, hanno sensibilità, opinioni e approcci diversi) e non si discuterà di Questione Maschile nel senso più lato, per lo meno per come la intendiamo noi (la QM ancora non esiste ufficialmente nel contesto sociale e culturale…). Nondimeno è comunque qualcosa rispetto al nulla e il solo fatto che un gruppo di uomini (alcuni si conoscono fra loro, altri no) si riuniscano per discutere di alcune loro problematiche, deve essere salutato positivamente.
D’altronde, in questa fase, dobbiamo fare il cosiddetto “lavoro della talpa” e inserirci in tutti gli spazi che riusciamo a procurarci.
Con alcuni di voi potrebbe anche essere l’occasione per incontrarci e conoscerci di persona. Primo passo in direzione di un incontro dal vivo che dobbiamo assolutamente mettere in agenda.
Come scrivevo alcuni giorni fa, è assolutamente fondamentale che questa nostra iniziativa esca dalla rete. Solo da quel momento potremmo considerarci a tutti gli effetti un’ entità concreta, composta di uomini in carne ed ossa, effettivamente operante e attiva nella realtà. Non importa essere tanti, pochi o pochissimi. Al momento questo aspetto è del tutto secondario.
Comunque ne riparleremo a breve
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Ottima occasione quell’incontro. Fra soli uomini molti di loro potranno sentirsi incoraggiati a dire quello che gli bolle dentro. Ed anche di fronte ad opinioni “non conformi” potrebbero sentire molto meno la pressione ambientale (leggasi femminile) e dunque prenderle seriamente in considerazione.
In bocca al lupo!
armando
armando(Quota) (Replica)
Qualche considerazione sull’ultima vicenda che vede protagonista suo malgrado un altro uomo alfa nostrano, e cioè il premier Silvio Berlusconi. Da sempre impegnato a mascherare, coprire, depenalizzare i reati fiscali di cui è stato protagonista( all’accusa della magistratura “comunista” che tira fuori ad ogni occasione da almeno 15 anni non penso creda più nessuno), da un pò di tempo, soprattutto dalla sua separazione dalla moglie, deve fronteggiare anche un altro tipo di accusa, quella di essere un “bavoso”, un vecchio con la passione per le “ragazzine”, delle quali pagherebbe le prestazioni sessuali, di varia natura. Sarebbe accusato addirittura di favoreggiamento della prostituzione, minorile per di più. Il pesce grosso è finito nella rete! Lui che ha applaudito quando i beta venivano multati perchè in cerca di prestazioni sessuali a pagamento lungo qualche marciapiede di periferia, oggi è vittima in sostanza delle stesse accuse. E’ vittima cioè del moralismo nostrano, diventato legge, di destra e di sinistra, in questo si è davvero bipartisan, che considera il sesso acquistato come un grave reato, soprattutto se compiuto da un uomo: le festicciole organizzate dall’altro sesso sono invece una testimonianza di emancipazione. E cosa fa il nostro, non smentendo la sua piccolezza di politico e di uomo( solo gli italiani potevano avere il coraggio di farsi rappresentare da lui)? Tira fuori la storia della relazione stabile con una donna e afferma che pagare per prestazioni sessuali è degradante! Cerca di salvarsi in corner con quel moralismo che, trasformato in legge, gli addebita quelle responsabilità ( in tutto questo l’unica sua colpa è semplicemente non aver osservato con attenzione le carte d’identità delle ragazze che invitava ai suoi festini). Incredibile! Marrazzo aveva avuto almeno il buon gusto di starsene zitto. Poteva cogliere l’occasione, lui o la sinistra che fosse, per iniziare a liberare questo Paese dalla zavorra del moralismo, del politicamente corretto, invece si è piegato al pensiero dominante, che trasforma i reati in nulla e il nulla in reati. Questo è stato un grave errore. Berlusconi invece, non smentendo il suo populismo, con le sue considerazioni consolida ancora di più quell’approccio reazionario o politicamente corretto che sia, in questo c’è convergenza tra destra e sinistra, a questo tipo di vicende. Un’altra testimoinianza, se ne occorreva un’altra, della necessità di riflettere molto bene sul da farsi, quando si dovrà depositare qualcosa nell’urna elettorale.
Alessandro(Quota) (Replica)
Per esperienza, che una riunione QM sia risevata soltanto ai maschi è condizione necessaria perchè la marea di condizionamenti automatici che scattano oggi nella psiche di un uomo quando è presente anche una sola donna, non finisca per liquidare e inquinare ogni possibile verità del discorso che ciascun maschio intende fare pro genere suo. E’ questa LA regola inderogabile.
ckkb(Quota) (Replica)
Non ci sono dubbi: la presenza femminile è inibente.
Scattano mille autocensure, consce o meno.
E si capisce: già il solo annunciare che si tratta di un incontro riservato a UU suona altamente sospetto e imbarazzante per molti.
Auguri e stiamo a vedere.
Rn
Rino(Quota) (Replica)
“afferma che pagare per prestazioni sessuali è degradante”
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http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2010/11/disegni-piange-il-telefomno.jpg
sandro(Quota) (Replica)
Al di là del fatto che essere imprenditori e laureati con 110 e lode, non equivale ad avere reali argomenti in materia di donne, (mi riferisco a Berlusconi, naturalmente) credo vada evidenziato soprattutto il fatto che le donne, in virtù del loro potere sessuale, sono in grado di scatenare dei putiferi incredibili, in cui a rimetterci sono regolarmente gli uomini.
“Alpha” compresi. E il bello è che vengono SEMPRE dipinte come vittime, quando, in realtà, sono le uniche a guadagnarci (in tutti i sensi).
Marco(Quota) (Replica)
Queste ragazze sarebbero delle vittime? Ma di chi? Di cosa?
Forse del “potere maschile” ?
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/speciali/2011/01/14/visualizza_new.html_1640390210.html
E’ tutto così ridicolo…
Marco(Quota) (Replica)
Una riunione fra soli uomini è proprio quello che ci vuole per capire molte cose. Spero che anche altri membri della QM pensino a questa iniziativa
Silent Hill(Quota) (Replica)
“si è aperta una breccia nel pensiero e nel sistema unico dominante a livello planetario”
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http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/385396/
….. e due
http://www.agi.it/iphone/notizie/201101211543-est-rom0080-giordania_in_5000_in_piazza_al_grido_di_pane_e_liberta
……e tre.
Avete capito adesso perché tutti gli “alti papaveri” dell’ occidente incitano all’ odio verso i musulmani?
Questi non sono mica una massa di idioti inebetiti da gadget ridicoli come noi.
Questi si ribellano, non lo prendono nel culo e tacciono perché gli basta che lo prenda nel culo pure il vicino.
Questi sanno che solo l’ unione fa la forza: infatti si coalizzano.
Questi sono gente con cui il giochetto del “divide et impera” non funziona.
Questi sono gente che merita tutto il nostro rispetto e la nostra solidarietà.
A differenza di quelle quattro merdacce arricchite che tanto qui che lì da loro godono di un potere che manco un imperatore romano: tra quelli e questi ci passa la stessa differenza che ci passa tra un uomo e una pantegana.
Le pantegane ti si magnano tutto quello che trovano e non è che ti ci puoi mettere a ragionare: capiscono solo due cose, il veleno e il bastone.
I musulmani lo stanno cominciando a capire e si regolano di conseguenza, noi siamo troppo rincoglioniti per poterci rendere conto che hanno ragione loro.
sandro(Quota) (Replica)
“si è aperta una breccia nel pensiero e nel sistema unico dominante a livello planetario”
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http://www.agi.it/estero/notizie/201101252358-est-rt10276-egitto_soffia_il_vento_di_tunisi_mubarak_rischia_il_potere
…. e quattro.
Vorrei far notare questa frase:
“La Tunisia e’ la soluzione, cacciamo il regime”
Da questa gente c’è veramente molto, ma molto da imparare.
sandro(Quota) (Replica)
D’accordo con te, Sandro.
Ritengo altresì fondamentale rilevare che il regime di Mubarak è uno dei più fedeli alleati del mondo occidentale, degli USA e della loro propaggine mediorientale (Israele). E’ per questo che, come tante altre tirannie sanguinarie sparse per il mondo, gode di appoggi economici e finanziari oltre che di copertura politica/mediatica.
Insomma non sono l’utilizzo sistematico della tortura (anche per conto degli USA che tendono a non sporcarsi più direttamente le mani visto che c’è chi può fare il lavoro sporco per loro, e a prezzi relativamente stracciati…), la negazione dei più elementari diritti civili e la brutale repressione del dissenso, a fare di un regime uno “stato canaglia”, bensì la sua “scelta” (mettiamoci molte virgolette…) di allearsi o meno con il mondo occidentale.
Sia in Iran che in Arabia Saudita si impicca la gente per le strade ma solo il primo viene criminalizzato e sottoposto alla gogna mediatica globale. I diritti umani e civili sono calpestati in Pakistan come in Myanmar, ma solo la giunta birmana viene messa all’indice.
Ben vengano dunque i moti popolari che stanno sconvolgendo i falsi regimi democratici di Tunisia ed Egitto. Speriamo che anche Mubarak faccia la fine di Ben Alì e che per l’Egitto, così come per tutti i paesi dell’area del Maghreb e mediorientale possa aprirsi un nuovo percorso politico.
Fabrizio
P.S. vi ricordate quando anche Gheddafi era un dittatore sanguinario?…Pare invece che ora sia diventato un bravo ragazzo…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Solidarietà a tutti i popoli che lottano per la loro libertà e la loro terra.. sempre.. comunque ed ovunque.. ed anche qui.. UOMINI CHE SI IMMOLANO per combattere l’illeicità dei governi.. la rivoluzione è beta..
Damien(Quota) (Replica)
“si è aperta una breccia nel pensiero e nel sistema unico dominante a livello planetario”
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http://www.corriere.it/esteri/11_gennaio_27/yemen-migliaia-in-piazza_637788ac-2a11-11e0-88f8-00144f02aabc.shtml
…e cinque.
sandro(Quota) (Replica)
Queste donne sono un disco rotto.
@
http://www.corriere.it/italians/11_gennaio_29/Le-donne-occidentali-e-il-burka-patinato_2bd3444e-2ae9-11e0-adec-00144f02aabc.shtml
Le donne occidentali e il «burka patinato»
Caro Beppe,
da donna italiana sento il bisogno di esprimere il mio sdegno di fronte a tutto quello che sta succedendo. Ho rivisto in questi giorni il bellissimo documentario Il corpo delle donne di Lorella Zanardo e condivido pienamente il suo punto di vista. Una tv che impone un modello femminile a cui nessuna donna normale può avvicinarsi e neanche dovrebbe cercare di farlo, ha effetti devastanti su personalità deboli più di quel che si pensa.
Per spiegarti meglio questo concetto voglio raccontare un episodio di vita quotidiana e la sensazione che ho provato. Ero sull’autobus per andare a lavorare e nei sedili al mio fianco c’era una donna musulmana con il velo integrale per cui vedevo solo gli occhi, e due donne sulla quarantina molto curate, un po’ tirate dal bisturi ed eccessivamente profumate. Ho osservato attentamente gli occhi della donna musulmana davvero belli ed espressivi, ma soprattutto assorbenti che si guardavano intorno con curiosità, e ciò donava più intensità allo sguardo. Le due donne «occidentali» invece erano identiche, il loro viso una maschera, non un’emozione, e lo sguardo era vuoto, inespressivo.
Allora ho pensato a come tutte e tre quelle donne erano accomunate dalla stessa esigenza, togliersi il «burka» anche se di tipi diversi. La prima dovrà combattere per avere la possibilità di mostrare la sua anima, i suoi desideri, la sua personalità; le seconde per ritrovarla quella anima, togliersi il «burka patinato» che spinge a essere tutte uguali a «maschere imposte dalla moda», a spegnere la propria personalità. Il nuovo femminismo dovrà lottare affinché le donne possano essere se stesse, e considerata la nostra società questa lotta dovrà essere combattuta affianco degli uomini, che non credo siano messi poi meglio di noi.
Enza Ferraro, ferenzabic@yahoo.it
Simone(Quota) (Replica)
Alla signora Enza Ferraro non è venuto in mente che forse queste persone possono anche stare bene con se stesse vestite in questo modo? E che magari è una loro scelta matura e responsabile? No, lei ha già capito tutto e ha già deciso che “battaglia” quelle persone dovranno portare avanti.
Alessandro(Quota) (Replica)
ritorno su questo argomento ,perchè anche nelle cose più banali , questa differenza di maschio alpha e beta ,viene sentita ,copio e incollo da un altro forum
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In effetti è vero: conosco un tipo che ad una cena, casualmente, ha mostrato al gruppo (presenti diverse ragazze) la foto del suo uccello eretto.
Il tipo è figo e la cosa è stata apprezzata con risate e battute affatto cattive.
Lo stesso gruppo, una volta ho calato un barzellettone dal doppio senso un pò triviale, gelo totale e chi li ha sentiti più?
Ma dappertutto è cosi, sono le regole non scritte ma massimamente pregnanti della società dove tutti viviamo.
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ecco cosa ci porta a dimostrare di essere uguali agli alpha ,solitudine sociale ,sembra quasi che dobbiamo stare in un angolo e non parlare ,meglio pure se non sporchiamo …..
mauro recher(Quota) (Replica)
Riporto su questo tema un film che ormai ho visto poco meno di un mese fa , il titolo e “eliseum” (se nno l’avete visto e volete vederlo, non leggete :D) e cosa centra un prodotto di Hollywood con questo ? Perchè la storia ,a grandi linee potrebbe essere come quella di un uomo beta …il protagonista è un ragazzo che è stato in galera e che ,adesso lavoro in una fabbrica di robotica ,vive in condizioni non certamente favorevoli ,senza contare che ,in questo film ,si fa la netta differenza tra il ricco e il povero ,infatti i ricchi vivono in un centro spaziale ,visto che la terra è in rovina ,e li non ci si ammala mai ,grazie a straordinari macchinari , il protagonista ha un incidente sul lavoro (forzato dal capo con la scusa “o lo fai o te ne vai”) e gli resta pochi giorni di vita (radiazioni) incontra una ragazza conosciuta da piccolo e questa donna ha una bambina ammalata di leucemia e quindi decide di andare su “eliseum” ovviamente posto negato agli uomini (e donne ) “beta” , senza farla tanto lunga il film finisce con il sacrificio dell’uomo per la donna e la bambina (non che per l’umanità intera) , ripeto a grandissime linee potrebbe essere un racconto di un uomo beta
Mauro Recher(Quota) (Replica)
Bellissimo articolo
Walter(Quota) (Replica)