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Come da tempo si era capito ai nuovi gestori del potere dei veri padroni del vapore, i piddirosa, è stato dato l’incarico di costruire il coperchio per la “pentola” sociale la cui pressione sta esplodendo.
Hanno trovato il femminismo come ideologia in grado di legittimare la nuova svolta repressiva e la disciplina che si deve imporre a milioni di disoccupati, migliaia di imprenditori disperati, milioni di famiglie che non arrivano a fine mese.
E’ QUESTO GIGANTESCO BLOB DELLA VAGINA a riempire l’orizzonte dei nostri giorni, ogni comunicazione mediatica, ogni riaffermazione dell’autorità, ogni sua legittimazione.
Un bombardamento ossessivo a saturazione dell’anima dei sudditi forse mai comparso nella Storia, nemmeno nei regimi del totalitarismo novecentesco.
In questi giorni è messo sotto gli occhi di tutti noi la “sacra” rappresentazione della trasformazione dei comici in giullari con la somministrazione delle antiche legnate sul groppone: la punizione sulla pubblica piazza inflitta un tempo a chi non stava in riga.
Tra migliaia di giornalisti uno solo (al tempo del fascio ce n’erano di più), uno solo ha il coraggio di dire la verità e diventa oggetto di un mobbing professionale e sociale. Il nuovo messaggio pedagogico è il seguente: o sei un leccapiedi femminili o sei fuori.
Questo otto marzo è l’otto marzo celebrato con le manette in mano altro che mimose e festa della donna; le manette e la violenza repressiva che sempre ha accompagnato le ideologie non fondate sul principio della difesa della persona come il sessismo femminista, strumenti perfettamente funzionali alle svolte autoritarie.
Abbiamo visto: ogni campagna femminista, sempre totalmente pretestuosa, preannuncia leggi repressive e comportamenti di repressione violenta del potere.
E’ il nuovo fascismo: la cravatta rosa si è sostituita alla camicia nera.
Personalmente sono pienamente realizzato nella mia lunga vita e con le parole splendide di un salmo sono felicemente” sazio di giorni” e quindi mi ritengo libero nel giudizio.
Mi addolora però che il volto della donna stia diventando il codice con cui il potere comunica la sua minaccia.
E voglio dire a chi si illudesse che la gente non abbia capito questa vera e propria rovina dell’immagine della donna cinicamente strumentalizzata a fini di dominio antidemocratico che ormai la gente ha capito: per l’ennesima volta è la casta che col femminismo e la finta promozione d’ufficio della donna cerca di mantenere e rafforzare la sua presa parassitaria sul paese cooptando nel ruolo parassitario le donne, in particolare le proprie.
7 Commenti
Ieri per radio parlavano dello spettacolo della Dandini sul femminicidio, di cui hanno trasmesso uno spezzone nel quale si diceva ironicamente che l’uomo è naturalmente portato alla violenza. Mi ha fatto rabbrividire.
Io direi che è ora di contestare pubblicamente cose di questo genere.
è ora di fare dei presidi informativi davanti ai teatri in cui si terrà. ..
pandoro(Quota) (Replica)
Dopo il ragazzino dodicenne massacrato qualche giorno fa a forbiciate dalla madre (aveva tentato di difendersi e fuggire ma in macchina la cintura di sicurezza l’ha bloccato), ieri una madre ha ucciso le sue tre figlie. Mi pare che la Dandini se vuole fare tema di spettacolo la violenza maschile può benissimo farla anche su quella femminile: non le mancano quotidiani spunti di cronaca.
http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/11564559/Lecco-madre-uccide-le-sue.html
Ma lasciatemi un moto di meraviglia e una preoccupazione a carattere psichiatrico: su questo tema è tutto un dimenticare! Buchi di memoria e disattenzioni in tutti; e in certi personaggi anche qualcosa che fa pensare a rimozioni di carattere psicotico.
ISTAT, giullari, stampa, politici, magistrati, presidenti di ogni scranno, età, sesso e colore: tutti dimenticano una buona metà del fenomeno violenza, quella femminile.
Tutto questo non è forse sintomo di perdita del senso di realtà? E non è preoccupante?.
cesare(Quota) (Replica)
Ed ecco Alfano doppiamente preso in contropiede: l’assassino ahimè era già stato individuato ed era una assassina, la madre.
E adesso come rimangiarsi i roboanti propositi di punizione del reo e cominciare a piangere sulla “povera” mamma assassina?
http://www.Ilgiornale.it/video/cronache/figuraccia-Alfano-prenderemo-lassassino-giallo-gi-risolto-1000033.html
cesare(Quota) (Replica)
giovanni carducci(Quota) (Replica)
giovanni carducci(Quota) (Replica)
giovanni carducci(Quota) (Replica)
Torno a chiedere all’ISTAT di condurre una indagine tra i maschi intervistandoli telefonicamente sui loro vissuti di violenza femminile. Naturalmente usando i medesimi criteri usati per l’indagine tra le femmine.
Torno a chiederlo perchè non farlo significa compromettere la credibilità dell’Istituto che da tempo pare diventato una agenzia per campagne pubblicitarie a sostegno della lobby femmnista. Non fare la controprova sul lato del vissuto maschile riduce infatti la indagine precedente ad uno spot pubblicitario senza alcun valore.
Torno inoltre a chiedere alI’ISTAT di effettuare l’indagine sul vissuto di violenza subito dai maschi per responsabilità femminile perchè:
1) è sacrosanto aiutare anche i maschi a prendere coscienza della violenza presente e subita nel rapporto con le donne;
2) è sacrosanto contribuire a rivoluzionare l’attuale cultura e costume che impone al maschio di tacere la violenza subita da una donna altrimenti non ha che da provare personale insostenibile vergogna, e derisione e riprovazione sociale.
O sta bene a tutti che le donne possano fare impunemente violenza ai maschi? e che i maschi continuino a tacere perchè non possono neanche ammettere di averla subita?
In tal modo i maschi “alla Alfano” che sono la maggioranza, acquisiscono una adeguata consapevolezza della realtà del fenomeno violenza di genere.
cesare(Quota) (Replica)