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Sono del tutto persuaso che in un paese civile, laico ed evoluto la prostituzione dovrebbe essere legalizzata e regolamentata. Ciò comporterebbe una serie di fattori positivi in più direzioni.
Innanzi tutto verrebbe inferto un colpo durissimo alla criminalità organizzata. E’ storicamente dimostrato che qualsiasi forma di proibizionismo finisce inevitabilmente per alimentare i traffici illegali; vale per l’alcool e la droga come per la prostituzione.
Secondo poi, legalizzandola, lo stato potrebbe e dovrebbe operare un prelievo fiscale, come avviene per qualsiasi altra attività professionale (magari lo facesse realmente…) e soprattutto per il lavoro dipendente. In questo modo, oltre ad indebolire ulteriormente il racket dello sfruttamento sottraendogli un mucchio di quattrini, la comunità avrebbe più risorse da investire in welfare e in opere pubbliche.
Le professioniste del sesso e le escort (ce ne sono moltissime ormai) pagherebbero le tasse, quanto meno come tutti i lavoratori dipendenti (e formalmente come tutti i cittadini…), contribuendo anch’esse alla crescita e al benessere della comunità, come è giusto che debba essere.
La grande maggioranza delle prostitute “normali” (non tanto le escort, per ovvie ragioni meno interessate) ne guadagnerebbero sotto ogni punto di vista. Sarebbero libere di esercitare privatamente o costituendosi in cooperative, non più sulla strada ma in appartamenti privati o al limite, perché no, anche in appositi locali messi a disposizione dallo stato (ma da loro stesse autogestiti). Sarebbero più sicure, protette, sottratte al racket e potrebbero godere di un’assistenza sanitaria adeguata.
Naturalmente ne guadagnerebbero anche gli utenti, cioè la massa di uomini (in larghissima parte uomini beta) che, saltuariamente o sistematicamente, fanno ricorso al sesso mercenario. Intanto dal punto di vista economico, perché le tariffe finirebbero per forza di cose ad essere calmierate; il mercato, non essendo più clandestino vedrebbe inevitabilmente abbattersi i prezzi.
Ma, soprattutto, ne guadagnerebbero (non solo i clienti ma anche le prostitute) a livello “morale”, perché è ovvio che legalizzare la prostituzione significherebbe sdoganarla anche dal punto di vista etico.
Finirebbero quindi una infinità di ipocrisie. Tutti sanno che la prostituzione esiste ma al contempo tutti fanno finta del contrario. Più o meno tutti gli uomini ci vanno o ci sono andati, almeno qualche volta nella loro vita, ma molti, se glielo chiedi, fanno spallucce o si voltano dalla parte opposta; non tanto per ipocrisia quanto per vergogna.
Invece, legalizzandola, diventerebbe con il tempo, come è giusto che sia, una cosa normalissima. Non si vede perché un uomo, nel momento in cui non sfrutta e non obbliga in alcun modo nessuna che, per libera scelta, esercita la professione, debba essere penalizzato, criminalizzato e sottoposto all’umiliazione e al pubblico ludibrio. Naturalmente ciò varrebbe anche per le prostitute il cui lavoro potrebbe arrivare addirittura ad assumere un significato sociale, perché sarebbe una risposta concreta (direi da welfare state molto avanzato) alle difficoltà di tanti uomini che non hanno la possibilità di avere di una vita sessuale piena e soddisfacente. E non si capisce proprio perché questi uomini che già vivono una difficoltà personale, debbano essere da una parte impediti nella possibilità di godere del loro sacrosanto diritto alla sessualità e, dall’altra, debbano anche essere criminalizzati. Della serie “cornuti e mazziati”, come si suol dire…
E invece, pur di non far emergere la contraddizione si preferisce come al solito mettere la testa sotto la sabbia e vivere nell’ipocrisia (più tutti i risvolti di cui sopra) che, in questo caso, accomuna tutti, conservatori benpensanti e “liberal” progressisti . Il risultato finale, e anche l’ipocrisia, sono i medesimi, anche se si parte da presupposti diversi.
I conservatori approcciano il problema da un punto di vista puramente e falsamente moralistico. Si guardano bene dall’analizzare in profondità il fenomeno e si limitano a gridare ipocritamente allo scandalo. Molti di loro che di notte, metaforicamente e di fatto, frequentano spesso e volentieri escort e prostitute, sono gli stessi che la domenica mattina fanno la passeggiata con la moglie sotto il braccio nella via centrale della loro cittadina di provincia, magari dopo essere stati a messa e con la scatola di pasticcini appena comprati per il pranzo domenicale.
Sono quelli /e che usano ripetere le solite filastrocche di rito:”Non se ne può più”, “E’ un’indecenza”, “E’ uno spettacolo indecoroso”, “Bisogna che le autorità intervengano”. Sono i/le più forcaioli/e e se potessero militarizzerebbero il territorio “ripulendolo” da “tutto quello schifo” che tanto urta i loro occhi perbenisti e benpensanti.
“Sono tanti, sono intorno a me, sono come me, ma si sentono meglio…”, come recita una famosa canzone che a me piace tanto ma di cui non ricordo mai il nome…
I “progressisti” invece affrontano la questione secondo la tradizionale griglia interpretativa dell’ideologia femminista. Nel rapporto mercenario l’uomo è sempre e comunque il compratore e la donna è sempre e comunque l’oggetto-vittima di questa compravendita. Naturalmente senza operare alcuna distinzione e mettendo tutti gli uomini da una parte e tutte le donne dall’altra, nello stesso unico gran calderone. In base a questa interpretazione il povero cristo che spende l’equivalente di una giornata di lavoro per farsi una pseudo e squallida scopata in una Fiat Punto in uno sperduto prato di periferia con un’altra disgraziata come lui (per sentirsi una nullità subito dopo aver consumato questo assai misero atto sessuale, ammesso che tale possa essere considerato) è del tutto sovrapponibile al magnate del petrolio che si carica sul suo yacht una decina di splendide fanciulle a sua disposizione; che siano escort “ufficiali” o donne “normali”, non cambia nulla, la differenza a quel punto non esiste… I due aspetti vengono considerati dal/dalla “progressista” alla stessa stregua, sia per quanto riguarda gli uomini che le donne. Come se il “povero cristo” e il magnate avessero la stessa modalità di relazione con le prostitute (oltre che con il genere femminile nel suo complesso). E come se la puttana che lavora sul marciapiedi (una lavoratrice salariata, per lo meno nei casi in cui è sottoposta al giogo dello sfruttamento organizzato) potesse essere equiparata a quella di lusso, ufficiale o ufficiosa, imbarcata (e autoimbarcatasi) sullo yacht del potente di turno.
Come dicevo, anche se per ragioni diverse, il risultato finale non cambia: dal punto di vista “morale” la prostituzione e soprattutto i suoi utenti (praticamente la metà della popolazione maschile adulta italiana e forse più…) finiscono per essere criminalizzati. Dai primi (i conservatori) vengono considerati come dei “maiali”, dei “pervertiti”, oppure dei “poveracci, frustrati o sfigati”, dai secondi (i “progressisti”) come sfruttatori e oppressori delle donne. Le quali, ovviamente, in tutto ciò vengono completamente sollevate da ogni responsabilità, come se fossero degli automi privi di qualsiasi capacità di discernimento e di decisione sulla propria vita.
Ma il risultato non cambia, purtroppo neanche e soprattutto dal punto di vista concreto. Perché queste due pur diverse (ed entrambe sbagliate, a mio parere) modalità di approccio al fenomeno, arrivano a convergere del tutto quando si tratta di legiferare in materia. La prostituzione è e rimane un reato e guarda caso, sono proprio i “clienti” ad essere sempre e comunque criminalizzati. Lo dimostra proprio la Legge Carfagna che proibisce la prostituzione di strada. Una delle leggi più ipocrite e criminali (perché di fatto favorisce il racket a cui è sufficiente trasferire le ragazze in case private facendo lievitare i prezzi e quindi arricchendosi ulteriormente) che siano mai state promulgate (con l’appoggio di tutti o quasi), peraltro da un governo presieduto da un abituale frequentatore di prostitute…
Le ragioni della laicità, della civiltà e del buon senso vengono quindi mandate a farsi fottere nel nome di una differente interpretazione ideologica e di una comune e criminale ipocrisia.
433 Commenti
Armando
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Fa incazzare perchè è il capo dello stesso governo che ha varato le quote rosa per in consigli d’amministrazione delle aziende!
Altro che disprezzo delle donne, questo (con i suoi sodali dell’opposizione) è succube della lobby femminil/femminista per pura convenienza elettorale. E per paura fa scempio di giustizia ed equità. Perchè la faccenda delle quote è proprio questo, uno scempio di giustizia per cui si viene promossi per legge perchè si è donne. E non solo.
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Non a caso cinque anni fa aprii questa provocatoria discussione…
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=5145764
Daniele(Quota) (Replica)
P.s.: vi segnalo queste “schiave del sesso”…
http://video.corriere.it/jihane-bellezza-marocchina-calendario/6d8ed8cc-e8fd-11df-9527-00144f02aabc
Daniele(Quota) (Replica)
Quando si toccano certi aspetti del quotidiano prendo atto che c’è chi “tra noi” (anche se la persona a cui mi riferisco sa di cosa parlo) viene qui “per buttarla in caciara” (non è la prima volta)….a quanto pare non siamo immuni da ipocrisie.
Buona continuazione.
Luke Cage(Quota) (Replica)
maurizio
noto in te un certo moralismo da prete cattolico, che non mi piace per niente, giacché non fai che ripetere frasi del tipo “ma che siamo animali” ? Essù Silent, ma smettila…
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Non è moralismo da prete, perchè sta storia che le donne avrebbero tutto sto potere sessuale ha leggermente stufato, dato che se non fosse per la società che inculca agli uomini l’idea che più fai sesso più sei figo, se non fosse per i maschietti che per un pelo di f*** farebbero cose inimmaginabili non staremmo qui a parlarne. Il problema principale degli uomini sono gli uomini .
Fammi capire una cosa : ma hai un cervello oppure se ti capita davanti una bella gnocca spegni tutte le funzioni cerebrali perchè “hanno il potere” ? Oppure sono io che sono finocchio dato che , nonostante ho amiche con un fisico ben impostato, non mi rendo ridicolo come certi maschiettini succubi ?
Silent Hill(Quota) (Replica)
la dottrina Marshall ha introdotto in Europa il soddisfacimento calorico giornaliero per la popolazione che adesso non soffre più la fame e ha rinunciato definitivamente al socialismo (perché “la storia ci ha insegnato che il popolo affamato fa la rivoluzion”…).
adesso che abbiamo la pancia piena, ci manca solo di soddisfare l’altro bisogno primario, vale a dire il sesso. se tutti avessero una vita sessuale soddisfaciente allora spenderebbero di meno facendo calare il pil. Il sesso è quindi una specie di miraggio che viene sventolato sotto il naso della popolazione maschile per obbligarla a produrre e a consumare. E questo si ricollega all’altro articolo (‘Guardare Ma Non Toccare’) dove si discuteva di come il bisogno sessuale venisse anche amplificato artificialmente.
gebedeo(Quota) (Replica)
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Leggete le dichiarazioni di Monica Bellucci.
http://www.ansa.it/web/notizie/photostory/spettacolo/2010/10/26/visualizza_new.html_1704088108.html
ROMA – ”Le escort di palazzo? Sono un discorso vecchio come il mondo, non nuovo di oggi. La donna che va verso l’uomo di potere per avere favori e’ un tema antico, basta pensare alla Hollywood degli anni cinquanta con le attrici legate ai produttori. L’uomo capo branco e la donna in una situazione di schiavitu’ non e’ un male di oggi ma del mondo”. Cosi’ Monica Bellucci ha commentato lo scandalo di questi giorni, a margine della presentazione di ‘Monica Bellucci’ il libro fotografico edito da Rizzoli, in uscita il 10 novembre, che raccoglie oltre vent’anni di suoi scatti davanti ai piu’ importanti fotografi del mondo, da Richard Avedon a Bruce Weber.
Tutti i proventi del libro l’attrice li devolve in beneficienza a due associazioni, l’Agop (Associazione genitori oncologia pediatrica) e Paroles Des Femmes (Associazione che aiuta le donne in difficolta’).
”Noi donne – ha aggiunto la Bellucci a proposito delle escort di palazzo – dobbiamo ancora lottare molto per avere la parita’ e conquistare la liberta’ nella testa, perche’ e’ li’ che non siamo libere. Noi possiamo fare tutto come gli uomini e in piu’ facciamo i figli”.
Riguardo la politica italiana l’attrice ha commentato: ”all’estero non ci capiscono, ci sono note della nostra politica staccate da quelle degli altri paesi pero’ mi sembra che da noi non cambi mai nulla, i temi sono gli stessi di sei mesi fa, quindi scoop di che? Sarebbe meglio parlare di altre cose piu’ positive”.
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L’uomo capo branco e la donna in una situazione di schiavitu’ non e’ un male di oggi ma del mondo”.
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maurizio(Quota) (Replica)
Gebedeo: adesso che abbiamo la pancia piena, ci manca solo di soddisfare l’altro bisogno primario, vale a dire il sesso. se tutti avessero una vita sessuale soddisfaciente allora spenderebbero di meno facendo calare il pil. Il sesso è quindi una specie di miraggio che viene sventolato sotto il naso della popolazione maschile per obbligarla a produrre e a consumare.>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Verissimo. Abbiamo più volte sottolineato che una relazione sessuale uomo-donna all’insegna della reciprocità e spontaneità darebbe vita a un’autentica rivoluzione socio-economica, facendo traballare il sistema attuale e di conseguenza le posizioni di potere acquisite. Quello che non è riuscito a fare il Comunismo, potrebbe ottenerlo una vera rivoluzione relazionale-sessuale tra i sessi. Per far quasto, però, occorre essere in due, uomini e donne, e non mi pare che ci sia comunione d’intenti. Chi lo sa, magari anche l’industria farmaceutica, degli psicofarmaci, subirebbe una bella botta. Ci sono troppi interessi economici in ballo che spingono al mantenimento dello status quo.
Alessandro(Quota) (Replica)
Maurizio, sono stato costretto a tagliare una parte del tuo ultimo post perché conteneva una polemica personale con Sandro di nessun interesse al dibattito.
Per come la vedo io, non c’è niente di più ridicolo che vedere due maschi azzuffarsi su un blog che tratta di QM. Per fare questo non c’è bisogno di utilizzare questo spazio; se mi autorizzate comunico ad entrambi le rispettive email così ve la potete vedere fra voi.
Mi sforzo di ricordare ad ogni piè sospinto che l’impresa che abbiamo scelto di affrontare è estremamente ardua e necessita di un alto livello di maturità e consapevolezza. Spesso dimostriamo di non essere all’altezza di questa sfida. E’ desolante notarlo ma è così.
Siamo capaci di toccare momenti alti di discussione, analisi, apertura, sensibilità e anche di condivisione delle nostre incertezze e delle nostre fragilità di uomini. In una parola, dimostriamo di essere degli uomini consapevoli ed evoluti.
Dispiace constatare che siamo al contempo capaci anche di maldestre cadute che ci ricordano implacabilmente che ancora non siamo preparati psicologicamente al compito che abbiamo di fronte.
Riflettiamo.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“Per far questo, però, occorre essere in due, uomini e donne, e non mi pare che ci sia comunione d’intenti”
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Hai detto niente.
Ma noi non possiamo davvero fare nulla?
Siamo veramente tutti pupazzi drogati di vulva destinati a pendere dalle loro labbra (piccole e grandi) per l’ eternità?
Vicino casa mia vive un ragazzo disabile.
Lui non ha una vita sessuale perché non può averla, eppure è una persona serena. La sua vita va avanti lo stesso.
A me la sua situazione ha offerto molti spunti di riflessione.
A voi non fa pensare?
sandro(Quota) (Replica)
“Per come la vedo io, non c’è niente di più ridicolo che vedere due maschi azzuffarsi su un blog che tratta di QM”
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A me non risulta di essermi azzuffato con nessuno.
Dov’ è che lo avrei fatto?
sandro(Quota) (Replica)
Sandro, non è il caso di rimestare, in questo caso ho tagliato una parte del post di Maurizio perché, come ripeto, era gratuitamente polemico, e non era di nessun interesse per il dibattito.
In ogni caso non è certo la prima volta che accadono queste cose. Quindi il discorso vale per tutti. Ed è superfluo sottolineare che è abbastanza seccante anche per me dovermi occupare di queste facezie.
Comunque il discorso è chiuso. Occupiamoci di questioni più serie.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
@maurizio
Se la Bellucci volesse farmi da produttore e pagarmi per delle prestazioni sessuali io sono disponibile,
E’ banale dirlo, ma perché invece di fare l’attrice non fa il muratore? Visto che questi sporcaccioni di produttori si permettono pure di provarci, e invece lei sa fare tutto quello che sanno fare gli uomini e in più pure i figli.
Leonardo(Quota) (Replica)
Sandro: Hai detto niente.
Ma noi non possiamo davvero fare nulla?
Siamo veramente tutti pupazzi drogati di vulva destinati a pendere dalle loro labbra (piccole e grandi) per l’ eternità?
Vicino casa mia vive un ragazzo disabile.
Lui non ha una vita sessuale perché non può averla, eppure è una persona serena. La sua vita va avanti lo stesso.
A me la sua situazione ha offerto molti spunti di riflessione.
A voi non fa pensare?>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Mi rendo conto che è tantissimo. Certo che possiamo fare qualcosa. Vivere serenamente nonostante tutto. Il disabile che tu citi è sicuramente un esempio in questo senso. Rimane comunque il fatto che se uomini e donne avessero un altro tipo di rapporto, più giocoso, meno serioso, forse si vivrebbe meglio.
Alessandro(Quota) (Replica)
“Rimane comunque il fatto che se uomini e donne avessero un altro tipo di rapporto, più giocoso, meno serioso, forse si vivrebbe meglio”
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Se lo si vive come una questione di vita o di morte, è un pò difficile che tale rapporto possa essere giocoso.
sandro(Quota) (Replica)
Luke: Quando si toccano certi aspetti del quotidiano prendo atto che c’è chi “tra noi” (anche se la persona a cui mi riferisco sa di cosa parlo) viene qui “per buttarla in caciara” (non è la prima volta)….a quanto pare non siamo immuni da ipocrisie.
Buona continuazione.
Eh no! Il linguaggio cifrato non è molto maschile. Un uomo dovrebbe essere franco e aperto, anche nel dissenso più netto. Se ritieni che qualcuno abbia intenzione di metterla in caciara fanne il nome e argomenta. Gli avvertimenti trasversali non vanno bene, per niente.
armando
armando(Quota) (Replica)
Ragazzi, come avete potuto vedere, mi sono già pronunciato oggi su diatribe, polemiche e battibecchi vari di cui spesso ci rendiamo protagonisti.
Sarebbe veramente il colmo se attivisti della QM navigati ed esperti come voi (LukeCage e Armando) si mettessero a polemizzare, qualsiasi possa essere il motivo della tenzone.
Non è necessario che spieghi proprio a voi due queste cose. Se ci sono incomprensioni risolvetele, al limite anche pubblicamente, purchè con la dovuta calma e nel rispetto dell’altro. Che ciascuno spieghi le proprie ragioni serenamente e francamente. Sono certo che addiverrete ad una risoluzione amichevole.
In alternativa siete naturalmente liberi di parlarvi in privato. Io però credo, data l’intelligenza, il buon senso e l’esperienza di entrambi, che potete essere in grado di spiegarvi e di confrontarvi senza problemi.
Però, per lo meno voi due, niente risse su questo blog.
Non sarebbe da voi. E lo dico perchè lo penso.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
@Armando :
nessun avvertimento trasversale.
Ti ho mandato due giorni fa un email privata dicendoti quel che penso di te e del tuo persistente atteggiameto su questo sito, che ti ospita dandoti una fiducia che secondo me non meriti.
Per quel che MI riguarda non ci può essere questione maschile con presuntuosi,subdoli e ipocriti come te.
..un’ultima cosa..sui tuoi futili,pretenziosi e non richiesti “attestati di maschilità” non mi esprimo per non scadere ulteriormente, in tutti i sensi…
Non ho altro da dire/scrivere.
Luke Cage(Quota) (Replica)
http://it.notizie.yahoo.com/1/20101027/ten-belen-sono-furba-mi-rigiro-tutti-com-df58a43_1.html
Belen: “Sono furba, mi rigiro tutti come un calzino”
Milano, 27 ottobre 2010 – “Sono furba, paracula. Non sono la vittima tonta del sistema. So bene recitare il mio ruolo. Non avessi avuto la furbizia di chi viene dalla strada, in due mesi mi avrebbero fatta sparire e invece li rigiro come un calzino”. Faccia tosta e mise da ‘sexy meccanicò: così Belen Rodriguez appare sulla copertina di Max. La showgirl argentina non ha peli sulla lingua, parla a ruota libera e descrivendo il suo carattere aggiunge: “Guido da maschiaccio. Sono una che schiaccia l’acceleratore”.
Rodriguez parla anche di Sanremo, e della sua collega Elisabetta Canalis: “Posso solo dire che Elisabetta ed io abbiamo due storie che viaggiano in parallelo – dice Belen-. Il suo unico torto, come nel caso mio, è quello di amare”. E mica uno qualunque, uno “che si chiama George Clooney. Mi piace Elisabetta. È una molto maschia di testa. E’ un uomo. Il mio è un complimento”.
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Resto del parere che oggi, in questo contesto sociale, siano le donne a comandare tramite il figapower.
E consequenzialmente chi detiene il potere “più potente” (sempre in questa società) è il principale responsabile di un certo stato di cose.
maurizio(Quota) (Replica)
Ckkb
>>
…Nè mi sfugge la terribile violenza che assume forma nel comportamento di queste donne (eccola qui la natura proteiforme della violenza!) che utilizzano la potenza che sanno irresistibile della seduzione sessuale per approfittare di un maschio,
>>
Infatti.
Altro è registrare la smaccata contraddizione (che però è solo apparente) tra proibire la prostituzione bassa e salvare quella alta. Altro è non vedere che la sessualità maschil e il suo esercizio (in tutte le sue declinazioni, sane, semisane, patologiche, legali o illegali) oggi non è più solo questione che riguardi i singoli. E’ un’arma politica usata a vasto raggio per la demolizione degli UU.
Sarebbe ad es. un grosso errore non vedere le implicazioni che la questione preti-pedofili ha sul piano del ruolo educativo maschile, cosa cioè si vada a colpire (e non parlo delle finanze delle parrocchie) con quella guerra.
Chi pensa e dice “Ah, ma io sono anticlericale, mi va benissimo che i preti siano demoliti e liquidati” non ha che da riflettere sulla ben nota formula “Prima hanno portato via gli zingari, io non sono zingaro, poi hanno portato via …ma io… poi hanno… ma io…”. Infine…
Quanto alla nuova flame che vedo incipiente, ribadisco che nulla è più deleterio e niente è più accasciante che assistere alle punzecchiature intestine. Tra l’altro non si tiene mai conto che le sfumature del linguaggio ordinario via web non ci sono e che perciò quelle che sarebbero battute amichevolmente provocatorie a tu per tu, diventano canzonature pubbliche di colui al quale sono dirette. Lo si voglia o no.
La guerra intestina è una vera maledizione per il Momas.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Rino@ La guerra intestina è una vera maledizione per il Momas.
Sono d’accordo con Rino e su questa tema che ritengo decisivo per il MoMas aggiungo queste mie considerazioni.
Sì il tema della Bene-Dizione Del Maschile, anche tra noi, coglie un punto strategico oggi, epoca in cui qualunque strada si imbocchi porta come cartello indicatore la “Male-Dizione Del Maschile”. L’esercizio della fiducia, del rispetto, della comprensione e dell’onore verso un altro maschio perchè maschio, ovvero la strada della “Bene-Dizione Del Maschile”, è un punto strategico. E’ l’unica chiave emotiva ed interpretativa, che può illuminare il nostro agire e il nostro pensare. Quale nostra azione e quale nostro pensiero infatti ha senso se non parte dalla B-D Del M e non intende arrivare alla B-D Del M? il che non vuol dire che non si debba fermamente prendere posizione contro l'”errore” ovvero l'”errare”. Mai tuttavia ci deve abbandonare questa passione che ci fa essere, e deve farci essere, padri costruttivi e ri-costruttivi di dignità, fiducia e forza, verso colui che riteniamo sbagli, e fratelli e amici ri-conoscenti là dove riteniamo ci sia verità e giustizia nell’altro. A pensarci bene che senso avrebbe anche un solo secondo speso per il MoMas se non fosse per questa passione per la resurrezione del maschile che si traduce in assunzione di responsabilità paterna e fraterna e amicale? E con chi mai faremo la nostra strada di liberazione se non con chi ha da liberarsi e ricostruirsi?
Se, come si è percepito in totale evidenza, c’è un nesso strettissimo tra Male-Dizione Del Maschile e suo asservimento (il che tra l’altro è per tanti aspetti un paradosso: se gli viene chiesto di servire così tanto come può valere così poco?), sarà vero anche il rapporto tra Bene-Dizione Del Maschile e la sua liberazione. Ecco a mio avviso come atteggiamento e scelta strategica dobbiamo praticare solo quelle strade che hanno come cartello indicatore la “Bene-Dizione Del maschile”.
Il che poi, ed è una mia ferrea convinzione, ha come regola presupposta la seguente: che ciascuno ami il proprio padre tramite il perdono e la comprensione e la rinconoscenza. E’ la vera strada per la B-D Del M. Del resto nostro padre che lo si voglia o no è nel nostro cuore ed è tanta parte di noi stessi: se non accettiamo nostro padre e noi stessi come possiamo accettare il maschile che andiamo ad incontrare e magari anche a leggere su un blog?
ckkb(Quota) (Replica)
Rino@Altro è non vedere che la sessualità maschil e il suo esercizio (in tutte le sue declinazioni, sane, semisane, patologiche, legali o illegali) oggi non è più solo questione che riguardi i singoli. E’ un’arma politica usata a vasto raggio per la demolizione degli UU.
E’ proprio così: oggi in ogni fatto di cronaca nera si processa non il fatto di cronaca nera, ma la sessualità maschile. Il motivo per cui si attua in Occidente questo rovesciamento del giudizio sulla sessualità maschile per cui ciò che è per sua natura e per esperienza storica la fonte della vita e dell’ energia vitale per eccellenza, viene raccontato nel suo opposto, ovvero in ciò che porta morte e degrado e regressione, probabilmente è dovuto proprio al fatto che oggi chi porta vita ed energia vitale è percepito come un pericolo mortale prevalendo istanze di stagnazione, regressione e necrofilia.
Il femminismo reale è una sorta di cultura che sembra insediarsi con particolare forza e trovare una sua straordinaria legittimazione dove più sono presenti microrganismi saprofiti.
ckkb(Quota) (Replica)
“Sarebbe ad es. un grosso errore non vedere le implicazioni che la questione preti-pedofili ha sul piano del ruolo educativo maschile, cosa cioè si vada a colpire (e non parlo delle finanze delle parrocchie) con quella guerra.
Chi pensa e dice “Ah, ma io sono anticlericale, mi va benissimo che i preti siano demoliti e liquidati” non ha che da riflettere sulla ben nota formula “Prima hanno portato via gli zingari, io non sono zingaro, poi hanno portato via …ma io… poi hanno… ma io…”. Infine…”
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Non si può tuttavia fare a meno di notare come, per dirla con l’ espressione di un noto personaggio, la chiesa “se la sia cercata”.
Il problema, a quanto pare, c’ era. E lo sapevano pure.
Non potevano darci un taglio prima? Era proprio necessario arrivare a questo punto?
Con il senno di poi, con un pò meno lassismo non ci avrebbero guadagnato anche loro?
sandro(Quota) (Replica)
E scusate questo terzo mio conclusivo intervento che vuole in qualche modo concludere in maniera propositiva e chiarificatrice il mio pensiero,(nulla mi pare togliendo all’analisi UBETA), circa la strada maestra per la B-D DM e che trova nel testo riportato di seguito di Claudio Risè una sintesi più esplicita, precisa ed esauriente:
“Questo è il rito per ogni essere umano: l’apertura ad un Padre originario (che la psicologia chiama anche Sé), in cui troviamo forme e principi di comportamento e di direzione, indispensabili per trovare il nostro terreno esistenziale, personale e collettivo”.
Si trova in: http://claudiorise.blogsome.com/2010/11/06/il-rito-e-i-suoi-fatti-psichici/#more-624
ckkb(Quota) (Replica)
“L’esercizio della fiducia, del rispetto, della comprensione e dell’onore verso un altro maschio perchè maschio, ovvero la strada della “Bene-Dizione Del Maschile”, è un punto strategico”
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C’è un problema:
Non tutti i maschi sono degni di fiducia e rispetto.
Cosa facciamo?
Diamo fiducia e rispetto pure a chi non lo merita minimamente solo perché maschio?
Sarebbe bello se tutti gli uomini fossero meritevoli di fiducia e rispetto, ma se esiste una QM è anche, e dal mio punto di vista, principalmente, grazie al fatto che non tutti lo sono.
C’è una parte del maschile per la quale esiste solo il “mors tua vita mea” come modalità di rapporto con gli altri uomini.
Negarlo non avrebbe molto senso.
sandro(Quota) (Replica)
Per non alimentare guerre e diatribe mi guardo bene dal rispondere a Luke. Se quello è il suo pensiero su di me, affari suoi. Se lo tenga. Chi mi conosce, anche solo per quello che scrivo quì, è in grado di farsi un suo giudizio.
armando
armando(Quota) (Replica)
Sandro@Non tutti i maschi sono degni di fiducia e rispetto
Certo, ma tutti possono diventarlo. E se non si parte da questo presupposto che apre dinamicamente il processo di trasformazione del soggetto, come tutti gli uomini di buona volontà hanno fatto verso situazioni umanamente “difficili”, esemplare in tal senso Gesù Cristo che dei “peccatori” ha fatto i prediletti destinatari del Suo sacrificio (che si creda o meno nella Sua natura divina), non resta che fare la conta dei buoni e dei cattivi. Ma con questo atteggiamento, a mio avviso, non si va da nessuna parte.
E’ il motivo per cui si guarda al maschile odierno che a quanto pare accetta ogni forma di aggressione compiaciuto di essere aggredito e di aggredire i propri fratelli nel disastro, con lo sguardo di chi vede comunque in lui una assoluta capacità di riscatto. O abbiamo questa passione maieutica e fede nella capacità di “conversione” altrui, altrimenti ha senso raccontarla a chi è già “degno di fiducia e di rispetto”? Poi certamente, una volta detto e provato tutto, ma solo allora, non resta che andarsene via da chi ha orecchi per sentire e non vuole sentire e ha occhi per vedere e non vuole vedere.
ckkb(Quota) (Replica)
“O abbiamo questa passione maieutica e fede nella capacità di “conversione” altrui, altrimenti ha senso raccontarla a chi è già “degno di fiducia e di rispetto”? Poi certamente, una volta detto e provato tutto, ma solo allora, non resta che andarsene via da chi ha orecchi per sentire e non vuole sentire e ha occhi per vedere e non vuole vedere.”
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E’ un discorso molto bello, direi idealista, ma temo che la realtà sia un pò più cruda.
Forse qualcuno ha dei margini di miglioramento in tal senso, ma, dal mio punto di vista, tanti sono nati così, sono stati cresciuti così e moriranno così.
Parlare con quelli lì è come tirare pasticcini al maiale.
Ne ricevi indietro solo calci e grugniti.
sandro(Quota) (Replica)
Ckkb, non entro più di tanto nel merito della riflessione di Claudio Risè relativa al rito e ai suoi risvolti psichici. Entreremmo in un contesto dove ciascuno è ovviamente libero di relazionarsi con questioni che attengono alla dimensione del “sacro” e dello “spirituale”. E siccome ritengo che queste siano troppo soggettive, perchè ineriscono la sfera più intima degli individui e la loro personalissima relazione con il “sacro”, siano essi uomini o donne, non credo che possano costituire le fondamenta per la costruzione di una nuova e consapevole maschilità, né dal punto di vista filosofico né tanto meno da quello pratico. Tuttavia alcune considerazioni si rendono necessarie.
Non condivido, come puoi ben immaginare, neanche l’impianto filosofico dell’articolo che, a mio parere, mescola anche dei concetti che fra loro hanno poco in comune. L’attenzione che Jung riservava agli archetipi (in questo caso dei, demoni, ideali, concepiti appunto come dei “fatti psichici”) non può e non deve necessariamente essere sovrapposta con la presunta necessità (che pure esiste nella psiche umana) da parte degli uomini di “affidare le loro forze ad un’Entità Superiore che dia loro forma, coesione e direzione positiva”, come sostenuto appunto da Risè. Il riferimento all’Esodo degli Ebrei dall’Egitto, la salvezza dei quali potrà avvenire solo dopo aver imparato ad adorare Dio, è la conseguenza e la chiosa finale del suo ragionamento, che ovviamente non è il mio. Senza nessuna intenzione di negare la dimensione del sacro (che ha a che fare con lo Spirito ma non necessariamente con il Trascendente) e nessunissima pretesa di dominare l’Universo e la Natura, credo che gli Uomini abbiano il diritto-dovere di creare il proprio percorso conoscitivo, in Autonomia e Libertà.
La dimensione del “sacro” in Jung (e in maniera infinitamente più modesta anche nella mia) è radicalmente diversa, a mio parere, da quella di Risè, che è ovviamente liberissimo di sostenere le tesi di Ratzinger, purchè non abbia la pretesa che queste esauriscano la concezione della sacralità e della spiritualità.
Personalmente, sul tema, come ormai molti sanno, mi attesto, se vogliamo anche un po’ per comodità (sto scherzando, ovviamente) sulle posizioni del buon vecchio Kant, fondatore di una “metafisica laica” che lascia spazio, opportunità e soprattutto libertà a tutti di muoversi abbastanza agevolmente nella sfera etica e soprattutto in quella trascendentale (in senso lato, non strettamente kantiano) senza chiedere l’esame del sangue a nessuno e senza pretendere attestati di fede.
Personalmente è da qui che parto. Ammetto di essere stato un modestissimo studioso del filosofo di Konisberg e di non aver invece mai aperto un libro del suo compatriota Ratzinger. D’altronde, non possiamo conoscere tutto di tutti (sarebbe molto bello) e, come ripeto, magari anche un po’ per una sorta di”pigrizia filosofica”, diciamo così, ho scelto di “accomodarmi” sulla morale kantiana (compenetrata con la metafisica) che mi ha tutto sommato sempre convinto (e ancora ne devo trovare un’altra che mi convinca allo stesso modo). Mi riferisco in particolare, in questo caso, al suo modo di “risolvere” la questione metafisica, è evidente.
A ciascuno, insomma, i suoi punti di riferimento e i suoi classici. Io, per non sbagliarmi, mi “accontento”, o se preferite, mi adagio, sulle posizioni (in tema di metafisica) del pensatore di Konisberg scegliendo di non avventurarmi in questioni che a mio parere dovrebbero appartenere al foro interiore di ciascuno. Direi anzi che tendo a diffidare quando fuoriescono da questo ambito, figuriamoci quando si fanno istituzione (religiosa e politica) o addirittura Stato.
Ma questa è la mia irriducibile laicità, direttamente proporzionale alla mia spiritualità. Per quanto mi riguarda, senza l’una non si darebbe l’altra. E “osservando la legge morale dentro di me e il cielo stellato sopra di me”, privo di granitiche certezze di natura trascendentale (come avete visto, in ottima compagnia), animato da un ideale “regolativo” e senza la pretesa di svelare l’Inconoscibile (Ratzinger, obiettivamente, ce l’ha o pretende di averla, e non solo lui ovviamente…), cerco di navigare nel mondo, con l’aiuto di questa sorta di “bussola etica”.
Ciò detto, con lo stesso spirito mi approccio al tema del “maschile” (e del “femminile”) che tu invece affronti nei termini di Bene-Dizione, in antitesi al concetto di Male-Dizione (del “maschile”, ma può essere rovesciato nel suo contrario).
Personalmente credo invece che la strada per la costruzione di una nuova, consapevole e potente maschilità sia un’altra e passi attraverso un percorso non di natura “religiosa” (passami il termine e mettici centomila virgolette…) ma psicoanalitica (e anche questo è improprio) e “socio-culturale” (anche in questo caso lo scrivo fra qualche virgoletta). Gli uomini devono guardare dentro loro stessi per scoprire la loro natura, i loro desideri reali (e non indotti), la loro effettiva volontà. Ma esiste e può esistere una volontà comune per tutti gli uomini? Personalmente propendo per il no (e qui ritorna invece sulla scena il filosofo di Treviri), perché è impossibile estrapolare gli uomini dal contesto in cui si trovano a vivere, dalle loro condizioni sociali, ambientali, economiche, culturali e quindi anche psicologiche ed esistenziali. Pensare di poter costruire un concetto di maschilità “a priori”, e quindi a prescindere da queste condizioni, è pura operazione formale (vale, solo in parte, a mio parere, anche per la morale kantiana).
Anche il percorso “psicoanalitico” che propongo non deve essere concepito in modo astratto o “scolastico” del termine oppure ancora scollegato dalla realtà sociale e dal contesto in cui ci si trova a vivere, ma strettamente intercorrelato con questi. Insomma, non sto proponendo di sottoporci in massa ad una psicoterapia (chi vuole è liberissimo di farlo, ovviamente, non fa male, se si sceglie un buon psicoterapeuta) ma di avviare un percorso analitico personale ma anche collettivo, come unico strumento in grado di condurci ad una acquisizione di piena consapevolezza.
In conclusione e soprattutto in estrema (troppo estrema) sintesi, l’obiettivo è la costruzione di una nuova coscienza di genere maschile-beta (il che non significa che se uno fa il professore universitario o il regista cinematografico non può assumerla, sto parlando dal punto di vista concettuale e interpretativo, ovviamente), e non la resurrezione, come tu affermi, che non può che fondarsi su presupposti altri.
E questa (la coscienza di genere) si crea e si conquista, a mio parere, non demandando questa nostra aspirazione alla volontà di una Entità Superiore, che di fatto, dal punto di vista archetipico e simbolico, è il Padre, elevato però a dimensione religiosa (e quindi lo si ama e lo si deve amare a prescindere…) ma attraverso un processo di piena e assoluta assunzione di Responsabilità (Etica della responsabilità…) verso noi stessi e i nostri simili. Libertà e Responsabilità non possono essere separate né, utilizzando una “parolaccia” che si usava in altri tempi, delegate. A nessuno, anche quando lo scriviamo con la N maiuscola. E sono convinto, forse presuntuosamente, che anche “Quel Nessuno” vorrebbe lo stesso da noi. Proprio perché è il percorso più arduo. L’unico in grado di farci crescere.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Ecco un altro pagliaccio misandrico che fa la morale e dice di non aver mai pagato una donna.
http://www.corriere.it/politica/10_novembre_16/gassman-argentero-a_1f8bff36-f18d-11df-8c4b-00144f02aabc.shtml
Come se una fidanzata, una moglie o un’ amante fossero gratis!
Non parliamo poi delle “slinguate” che da’ alle femmine, definendoli superiori agli uomini (quindi pure a lui) in ogni ambito della vita.
Proprio vero che le odierne generazioni maschili sono generazioni infestate da smidollati, da ometti senza un minimo di attributi, capaci solo di leccare i piedi alle femmine.
p.s.: dimenticavo… i pagliacci sono due.
Daniele(Quota) (Replica)
Non sono neanche riuscito a finire di leggere l’intervista, tanto è scontata e ipocrita…
Il coglione crede di non pagare, in realtà è il cognome che porta che paga per lui…E’ un altro dei tanti che per fargli capire come girano le cose nella vita reale bisognerebbe tirarlo giù dal palcoscenico a calci nel culo, spogliarlo dei suoi panni, mettergli una bella divisa da postino o da metalmeccanico, accollargli un bel mutuo quarantennale e mandarlo a vivere a Torbellamonaca o a Quarto Oggiaro.
Vedrai come gli passa la voglia di fare il “politically correct”…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“E’ un altro dei tanti che per fargli capire come girano le cose nella vita reale bisognerebbe tirarlo giù dal palcoscenico a calci nel culo, spogliarlo dei suoi panni, mettergli una bella divisa da postino o da metalmeccanico, accollargli un bel mutuo quarantennale e mandarlo a vivere a Torbellamonaca o a Quarto Oggiaro.
Vedrai come gli passa la voglia di fare il “politically correct”…”
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Fagli fare il precario, quella è la medicina migliore.
sandro(Quota) (Replica)
Fabrizio
@
E’ un altro dei tanti che per fargli capire come girano le cose nella vita reale bisognerebbe tirarlo giù dal palcoscenico a calci nel culo, spogliarlo dei suoi panni, mettergli una bella divisa da postino o da metalmeccanico, accollargli un bel mutuo quarantennale e mandarlo a vivere a Torbellamonaca o a Quarto Oggiaro.
@
Sono d’accordo con te, Fabrizio. Tuttavia t’assicuro che a me è capitato di conoscere operai e postini, nonché precari (come lo sono stato anch’ io in passato), che al pari di quel viziato di Gassman affermavano di “non aver mai pagato una donna”. Segno che all’imbecillità di molti uomini non c’è limite.
Marco(Quota) (Replica)
Sicuramente è come dici tu, Marco, lo so perfettamente, purtroppo. Anzi, è proprio questo il problema e non quello che dicono e pensano i cosiddetti vip alla Gassman, di cui non me ne frega assolutamente nulla.
La gran parte degli uomini si racconta delle palle, è una questione che abbiamo affrontato più volte e anche in diversi articoli sul sito. E’ questo il punto nodale dell’intera questione. Se tutti gli uomini beta avessero acquisito piena coscienza della situazione non saremmo neanche qui a fare quello che facciamo perché il riequilibrio di forze tra i generi ci sarebbe già stato o quanto meno sarebbe in atto…
Non solo, questa acquisizione di consapevolezza avrebbe già portato o comunque porterebbe non solo ad una nuova relazione fra i sessi (e anche all’interno dello stesso sesso maschile, pensa come verrebbe messo in crisi lo stesso concetto di maschio alpha…) ma anche ad una trasformazione del contesto sociale.
In altre parole, sarebbe una rivoluzione. E siccome una rivoluzione è molto, troppo impegnativa e anche rischiosa, si preferisce mettere la testa sotto la sabbia e raccontarsi un mucchio di cazzate per sopravvivere. Naturalmente continuando ad essere dei subordinati.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“Non solo, questa acquisizione di consapevolezza avrebbe già portato o comunque porterebbe non solo ad una nuova relazione fra i sessi (e anche all’interno dello stesso sesso maschile, pensa come verrebbe messo in crisi lo stesso concetto di maschio alpha…) ma anche ad una trasformazione del contesto sociale.
In altre parole, sarebbe una rivoluzione. E siccome una rivoluzione è molto, troppo impegnativa e anche rischiosa, si preferisce mettere la testa sotto la sabbia e raccontarsi un mucchio di cazzate per sopravvivere. Naturalmente continuando ad essere dei subordinati.”
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Scusa, ma perché dovrebbe essere così doloroso togliersi le fette di prosciutto dagli occhi?
Cos’è, la sindrome di Stoccolma?
Io credo che la maggior parte degli uomini semplicemente non abbia ancora i mezzi per mettere a fuoco le cose.
Poi ce ne sarà pure un tot, magari over “anta”, che intuisce ma non ha voglia di rimettere in discussione le proprie convinzioni di una vita e mette la testa sotto la sabbia, ma secondo me non sono la maggioranza.
Se la metà dei miei conoscenti miei coetanei non si è sposata e non ha fatto figli un motivo ci sarà, no?
Magari non lo dicono perché nella dittatura del politicamente corretto certe cose è meglio saperle ma non dirle per non farsi troppi nemici, ma secondo me gli anticorpi se li stanno facendo eccome.
Il problema semmai è che tanti ancora fanno le cazzate prima di acquisire un certo grado di consapevolezza.
Tutto sommato, a me e ai miei coetanei il fatto di essere una generazione in larga parte economicamente disastrata ci ha salvato il culo, in quanto ci ha reso poco appetibili per le femmine e questo ci ha dato il tempo di maturare un certo grado di consapevolezza.
Diceva bene un mio vicino ottantenne: se arrivi ad una certa età senza mettere su famiglia, poi non lo fai più.
E te credo.
Passi l’ incoscienza giovanile, ma uno mica uno rimane fesso a vita.
sandro(Quota) (Replica)
Sandro, che dirti, spero che tu abbia ragione, sei più ottimista di me e questo è positivo. A me pare purtroppo che la situazione sia assai più complicata ma ovviamente spero di sbagliarmi. Anche io sono convinto che sotto la cenere ci sia della brace, altrimenti non starei facendo quello che faccio.
Resta il fatto che questo sito in meno di un anno ha avuto già più di 15.000 diversi visitatori (non visite, visitatori) da 460 città italiane diverse, ma nonostante ciò a partecipare con regolarità alla discussione sul blog non siamo più di una ventina, massimo trentina di persone. Vorrà dire qualcosa, o no?
Personalmente ho inoltre parlato dal vivo con decine e decine di uomini, non so quantificarli. A tanti altri ancora ho segnalato il sito. Non solo, siamo già stati due volte su un network nazionale (il Venerdì della Repubblica) e in una trasmissione radiofonica nazionale (“L’uomo della notte” di Maurizio Costanzo su Rai Radio 1). Questo ha fatto sì che, per lo meno per un periodo, numerose donne abbiano partecipato alla discussione sul blog. Ma il silenzio maschile è assordante. In proporzione, sempre escludendo noi stessi e la cerchia dei “fedelissimi” e organici alla causa a cui facevo cenno sopra, sono intervenute fino ad ora più donne che uomini. Il tutto su un sito maschile, certamente aperto anche al contributo delle donne, ma pur sempre un sito dove si affrontano problematiche di genere maschili.
Il tutto, come ripeto, nonostante il ”successo” del sito in termini di numero di visitatori, visite, pagine lette ecc.
Vogliamo far finta di nulla?
Ammettendo anche che il sito sia una porcheria e che il sottoscritto e tutti quelli che hanno contribuito ad arricchirlo con i loro articoli e commenti siano dei pessimi comunicatori (cosa che non penso affatto), ciò non giustificherebbe comunque un tale silenzio. Anche la statistica, forse l’unica scienza esatta, ci garantirebbe dei numeri diversi. E allora?
E’ evidente che c’è dell’altro che impedisce agli uomini di pronunciarsi. Lo sappiamo perfettamente e ne abbiamo anche analizzate le cause in numerosi articoli. Negarlo non ci serve, Sandro.
Ciò detto, sono altresì convinto che una volta trovata la chiave di volta, il grimaldello, le cose possono capovolgersi da un momento all’altro. Al momento, però, questa è la situazione. E deve essere proprio questo il nostro imperativo categorico: trovare il modo per incoraggiare gli uomini ad esprimersi.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
sandro
@
o credo che la maggior parte degli uomini semplicemente non abbia ancora i mezzi per mettere a fuoco le cose.
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Magari non lo dicono perché nella dittatura del politicamente corretto certe cose è meglio saperle ma non dirle per non farsi troppi nemici, ma secondo me gli anticorpi se li stanno facendo eccome.
@
Sandro, a mio parere sei troppo ottimista. Io sono del 74, perciò di trentacinquenni (o giù di lì) ne conosco parecchi; ebbene, a parte le solite invettive contro le donne, (dette soprattutto nei momenti di rabbia) riscontro da parte maschile una inconsapevolezza pazzesca, nonché la tendenza, da parte di molti a continuare a fare i “cavalieri” (cene pagate, leccaculismi vari, ecc.). Ma quello che più mi sconcerta è il “silenzio assordante” di cui parla Fabrizio.
Marco(Quota) (Replica)
Non ho dubbi. Quello che scrive Fabrizio è vero, purtroppo. Gli uomini tacciono in stragrande maggioranza. E’ capitato anche a me che a qualche banchetto in cui si vendevano i libri sul maschile di Risè (che è stato comunque il primo a occuparsi di Qm in Italia, si sia d’accordo o meno con le sue idee), si accostavano con cuorisità le donne, chiedevano e anche acquistavano, magari dicendo che compravano il libro per farlo leggere al marito/fidanzato. Gli uomini sbirciavano di soppiatto, magari ridacchiando, e poi si allontanavano.
No, negarlo non serve. Nè, naturalmente, serve inveire contro gli uomini. Serve trovare le cause e i rimedi sapendo che la salvezza degli uomini dipende solo dagli uomini. Ammesso, e per questa fase storica niente affatto concesso, che le donne (sempre senza generalizzare) re-iniziassero a guardare agli uomini non come i loro oppressori o come quelli a cui sottrarre denaro, al massimo potrebbero manifestare disagio, al massimo potrebbero arrivare a rimpiangere (come qualche volta già fanno) gli uomini “di una volta”, senza però ben sapere cosa loro stesse vorrebbero. Tutto il resto dipende da noi.
armando
armando(Quota) (Replica)
Sandro: Tutto sommato, a me e ai miei coetanei il fatto di essere una generazione in larga parte economicamente disastrata ci ha salvato il culo, in quanto ci ha reso poco appetibili per le femmine e questo ci ha dato il tempo di maturare un certo grado di consapevolezza.
Diceva bene un mio vicino ottantenne: se arrivi ad una certa età senza mettere su famiglia, poi non lo fai più.
E te credo.
Passi l’ incoscienza giovanile, ma uno mica uno rimane fesso a vita.>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Sono d’accordo con te, è una riflessione che ho fatto spesso anch’io che ho ormai superato i 35; se avessi trovato la donna “giusta” prima dei 32, mi viene da sorridere scrivendo queste parole oggi, mi sarei sicuramente imbarcato in un matrimonio. E forse non l’ho trovata proprio perchè, pur avendo un buon titolo di studio, sono sempre stato o disoccupato o precario, come mi ritrovo ancor oggi. Lavorando da dipendente pubblico guadagno in un anno quello che un libero professionista, e parlo di un idraulico, un elettricista, può guadagnare in un mese. Ho il denaro a malapena per campare, che cosa mi rimane da offrire economicamente a una donna? Oggi, guardandomi alle spalle, considero il mancato matrimonio un pericolo scampato. Ed è sicuramente stupefacente osservare come le nostre valutazioni cambino anche a poca distanza di tempo. Difficile, molto difficle che possa oggi o in futuro imbarcarmi in un matrimonio. Devo constatare però che queste considerazioni, ossia l’accontonare la prospettiva del matrimonio superata una certa età, sono totalmente estranee alle donne. Ho conosciuto donne che a 35 anni, reduci da due divorzi, ancora aspettano l’uomo giusto da sposare( sic!), come se l’uomo giusto, o la donna giusta esistessero! L’unico aspetto preoccupante, o comunque per me lo è, è che il calo dei matrimoni, dato per un verso incoraggiante, porta con sè anche un calo della natalità, che, dal mio punto di vista, vivo con una certa preoccupazione.
Alessandro(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi: E’ evidente che c’è dell’altro che impedisce agli uomini di pronunciarsi. Lo sappiamo perfettamente e ne abbiamo anche analizzate le cause in numerosi articoli.>>>>>>>>>>>>>>>>>
Sicuramente c’è anche inconsapevolezza, incapacità di osservare con lucidità la propria condizione. D’altronde quando senti continuamente affermare il contrario da (pseudo)esperti è difficile pensarla diversamente. C’è poi, da parte dei più consapevoli, l’idea che oramai sia quasi impossibilie invertire la rotta, sia fatica sprecata cambiare atteggiamento e modo di vivire e di rapportarsi con l’altro sesso. Ci si illude che in fondo le cose non vadano così male. Sta di fatto che la maggior parte degli uomini beta sono oramai a rimorchio della volontà e dei capricci femminili.
Alessandro(Quota) (Replica)
fabrizio@ “E deve essere proprio questo il nostro imperativo categorico: trovare il modo per incoraggiare gli uomini ad esprimersi”
Ho notato che a partire dall’ingiusta condizione dei padri separati, situazione che ha dato vita ad un diffuso impegno di solidarietà concreta, il discorso sulla condizione maschile viene recepito, anche nelle sue ulteriori estensioni, con attenzione e disponibilità da interlocutori che mai avrei pensato potessero essere interessati. Su queste azioni di impegno solidale c’è informazione ed attenzione e disponibilità all’ascolto, molto più diffusa tra gli uomini di quanto mai avrei pensato. Insomma se si comincia da lì, tutto è più semplice, e l’attenzione è di tutti, per cui poi, per esempio, si può dare l’indirizzo dei siti della QM e vedi che prendono nota.
Vale forse anche per la QM il detto “un gesto di solidarietà vale più di mille parole”? per cui sono le azioni di difesa concreta dei maschi il modo per incoraggiare gli uomini ad esprimersi? e se sì, quali i gesti per comunicare la QM più che con mille parole? fermo restando naturalmente l’assoluta importanza di una riflessione che porti di nuovo a piena luce l’intera questione QM e a mio avviso Umana.
ckkb(Quota) (Replica)
armando
>
E’ capitato anche a me che a qualche banchetto in cui si vendevano i libri sul maschile di Risè (che è stato comunque il primo a occuparsi di Qm in Italia, si sia d’accordo o meno con le sue idee),
@
Non sono certamente io a poter contestare ciò, però mi risulta che in Italia non sia stato Risé a coniare il termine “questione maschile”. Inoltre, avendo letto di recente un paio di suoi vecchi libri (nonché numerosi suoi articoli), mi sembra che il noto psicanalista fosse molto morbido nei confronti del femminismo, mentre verso le donne comuni era (ed è) a dir poco morbidissimo…
Simone(Quota) (Replica)
Questa canzone di Elio e le storie tese non la conoscevo. Me l’ha inviata oggi un tale che non conosco su Facebook e devo dire che è veramente divertente ed esaustiva…Forse merita di essere pubblicata come un vero e proprio articolo. Voi che ne pensate?…
http://www.facebook.com/l.php?u=http%253A%252F%252Fwww.youtube.com%252Fwatch%253Fv%253DGrH49OwJoWY&h=428a6&ref=nf
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Spicchi di storia del Momas.
1- Salvo errori & omissioni, in ambito pubblico la formula “Questione maschile” viene impiegata per la prima nel 1998 come titolo di un convegno patrocinato dalla Reg. Lombardia i cui atti sono (parzialmente) raccolti in “La Questione maschile” (Bonvecchio, Martignoni, Risé – Soc. Ed. Barbarossa) nella cui nota introduttiva si può leggere:
“Nei giorni 6 e 7 febbraio 1998 il gruppo “I Maschi Selvatici” ha organizzato un convegno sul tema LA QUESTIONE MASCHILE.
…bla bla…
” …riflessione e dibattito su ‘Maschio e padre: identità politicamente scorrette…”
bla bla..
“…manifestazione proseguita con: Uomini nella natura, cammino, meditazione, arte, affetti, nell’incontro maschile con la terra, l’acqua, il fuoco e l’aria nella riserva La Fagiana del Parco Naz. del Ticino.”
Vedi anche qui:
http://ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=1523
2-
>>
noto psicanalista fosse molto morbido nei confronti…
>>
Vero. Anni dopo egli stesso riconobbe il fatto e disse che da allora la sua posizione si era modificata moltissimo(“mille km”).
Nondimeno non lo si è mai sentito parlare apertamente male del femminismo in quanto tale. Né mai lo si sentirà, credo.
Sul tema usa la tattica morbida. Per quel che si propone fa benissimo.
Altri – tra cui io – hanno usato la tattica dura: anche loro hanno fatto benissimo.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Simone: per Qm intendevo occuparsi della maschilità nelle moderne società occidentali. Quindi può essere benissimo che il termine QM non sia suo. Non è un problema di conio. Quanto al resto non sono il difensore d’ufficio di nessuno, e penso che questo blog non sia lo spazio per occuparsi di un autore di cui ciascuno è in grado di farsi una sua legittima opinione.
armando(Quota) (Replica)
“L’unico aspetto preoccupante, o comunque per me lo è, è che il calo dei matrimoni, dato per un verso incoraggiante, porta con sè anche un calo della natalità, che, dal mio punto di vista, vivo con una certa preoccupazione”
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Preoccupazione? E perché mai?
Viviamo in uno dei posti più antropizzati del pianeta, in Italia siamo 60 milioni in un fazzoletto di terra che è un terzo della Francia dove sono soltanto 80 milioni.
Non vedo come in un paese come l’ Italia un calo della popolazione possa rappresentare un problema, dal mio punto di vista è una manna. Sarebbe un problema il contrario.
Semmai può essere un problema per chi in futuro dovrebbe avere una pensione, dato che non ci sarebbe chi tira fuori i soldi per pagargliela.
Problema che a me non mi tange minimamente: a me, come a tanti altri, hanno già deciso che la pensione non la daranno.
Quindi, sinceramente, di un problema di questo tipo me ne fotto, perché, in ogni caso, da questo punto di vista, non ho semplicemente nulla da perdere.
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“Sandro, a mio parere sei troppo ottimista. Io sono del 74, perciò di trentacinquenni (o giù di lì) ne conosco parecchi; ebbene, a parte le solite invettive contro le donne, (dette soprattutto nei momenti di rabbia) riscontro da parte maschile una inconsapevolezza pazzesca, nonché la tendenza, da parte di molti a continuare a fare i “cavalieri” (cene pagate, leccaculismi vari, ecc.). Ma quello che più mi sconcerta è il “silenzio assordante” di cui parla Fabrizio”
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Quello che noto io è una roba che è ancora troppo abbozzata per poter essere definita consapevolezza, ma i semi ci sono tutti.
Se ci parli vedi che ti ascoltano, magari alla fine ti danno pure ragione.
Un sessantenne ti dà semplicemente del gay, quella generazione lì ormai ce la siamo giocata.
Poi è chiaro che se parli con un cretino è tempo sprecato, ma con un cretino è tempo sprecato parlarci di qualsiasi cosa.
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“E’ evidente che c’è dell’altro che impedisce agli uomini di pronunciarsi. Lo sappiamo perfettamente e ne abbiamo anche analizzate le cause in numerosi articoli. Negarlo non ci serve, Sandro.”
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Ma guarda che non sto facendo del negazionismo.
Mi limito a segnalare il fatto che, dal mio punto di vista, la mia generazione rappresenta un ottimo terreno di semina, diversamente dalla maggior parte degli “over anta” che rappresentano il manifesto della vaginodipendenza.
E secondo me il motivo è semplice: se uno deve fare i salti mortali per sbarcare il lunario, la fica rappresenta l’ ultimo dei problemi.
E questo porta ad un approccio molto più pragmatico alla questione.
Il nostro principale limite invece secondo me è dato da un individualismo esagerato, che le generazioni precedenti non avevano.
sandro(Quota) (Replica)
Fabrizio
>
Forse merita di essere pubblicata come un vero e proprio articolo. Voi che ne pensate?…
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Buona idea…
Simone(Quota) (Replica)
Sandro: Per la precisione la Francia è estesa circa 543000 Km quadrati, l’Italia 305.000, cioè una volta e 1/2 l’Italia, quindi il rapporto fra le popolazioni non è così squilibrato.
E non disprezziamo troppo gli over anta….. fra cui ci sono anch’io. Scherzo naturalmente. In parte hai ragione, nel senso che la mia, ne sono convinto, è stata una generazione che insieme con molte speranze anche generose, porta il peso di un fallimento incommensurabile dovuto a errori terribili, che pagano le generazioni successive.
Dico che hai ragione solo in parte perchè alla fine non è solo col pur giustificato risentimento che le cose cambiano. Il risentimento o come lo si vuol chiamare è sempre contro qualcuno o qualcosa, non è PER. E se vogliamo una rinascita degli uomini dobbiamo assolutamente porre mano alla pars contruens. Se rimane solo quella destruens, finirà per alimentare il circolo rabbia/oppressione, e visto che il potere non ci è certo favorevole, la seconda sarà destinata ad aumentare fino a “spezzare le reni” ai maschi facendone individui amorfi. Qualcosa dovrebbe pur dire il fatto che i suicidi sono in maggioranza maschili, e lo stesso per droghe e trossicodipendenze. E qualcosa, a proposito della forza del potere e dei suoi strumenti fra cui il femminismo, dovrebbe pur dire anche la notizia di oggi. Quell’uomo che ha mandato in rete i documenti riservati del Pentagono sull’Irak lo stanno incastrando riprendendo un’accusa di stupro che era già stata archiviata. Naturalmente il giudice che ha chiesto l’arresto fimmina iè!
armando(Quota) (Replica)
“E se vogliamo una rinascita degli uomini dobbiamo assolutamente porre mano alla pars construens”
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Su questo sono perfettamente d’ accordo.
Però non sono disposto a prendermi responsabilità non mie, e questo lo dico chiaro e forte: ognuno deve prendersi le sue.
E le mie, per una pura e semplice questione anagrafica, non è che siano così tante.
sandro(Quota) (Replica)
P.S.:
“la Francia è estesa circa 543000 Km quadrati, l’Italia 305.000, cioè una volta e 1/2 l’Italia”
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In realtà avevo cannato pure gli abitanti, che sono solo 65 milioni (praticamente sono quanti noi), quindi lo squilibrio rimane tutto: 115 ab./km² contro i 201 ab./km² nostri.
Poco più della metà.
sandro(Quota) (Replica)
@ sandro
Quello che noto io è una roba che è ancora troppo abbozzata per poter essere definita consapevolezza, ma i semi ci sono tutti.
Se ci parli vedi che ti ascoltano, magari alla fine ti danno pure ragione.
Un sessantenne ti dà semplicemente del gay, quella generazione lì ormai ce la siamo giocata.
Poi è chiaro che se parli con un cretino è tempo sprecato, ma con un cretino è tempo sprecato parlarci di qualsiasi cosa.
@
Guarda che anche molti uomini non sessantenni sono pronti a bollare come gay chiunque parli come noi.
Che poi certi luoghi comuni siano più radicati negli uomini più anziani, è vero, ma non è che i trenta-quarantenni ne siano immuni. Non lo sono neanche i ventenni.
Resta il fatto che se in questo blog siamo quasi sempre gli stessi a scrivere, un motivo ci sarà…
Lo stesso Fabrizio ha fatto notare ciò:
“Resta il fatto che questo sito in meno di un anno ha avuto già più di 15.000 diversi visitatori (non visite, visitatori) da 460 città italiane diverse, ma nonostante ciò a partecipare con regolarità alla discussione sul blog non siamo più di una ventina, massimo trentina di persone. Vorrà dire qualcosa, o no?”
Insomma, non è possibile che questi uomini vadano sempre “stimolati” e che al tempo stesso siano totalmente incapaci di parlare e di esprimere un’ opinione contro, perfino davanti a una tastiera di un pc.
Ripeto: la loro inconsapevolezza, unità a quell’assordante silenzio, “fa paura”.
In confronto, le donne – anche quelle meno colte – hanno una consapevolezza di genere di dieci spanne superiore a quella degli uomini.
Marco(Quota) (Replica)
Guarda che anche molti uomini non sessantenni sono pronti a bollare come gay chiunque parli come noi.
Che poi certi luoghi comuni siano più radicati negli uomini più anziani, è vero, ma non è che i trenta-quarantenni ne siano immuni. Non lo sono neanche i ventenni.
In confronto, le donne – anche quelle meno colte – hanno una consapevolezza di genere di dieci spanne superiore a quella degli uomini.
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Sono proprio RINCOGLIONITI gli UOMINI diciamo la verità.
Se un giorno tutti gli uomini parleranno come noi credo ci sarà una evoluzione delle specie.
Leonardo(Quota) (Replica)
“Che poi certi luoghi comuni siano più radicati negli uomini più anziani, è vero, ma non è che i trenta-quarantenni ne siano immuni. Non lo sono neanche i ventenni”
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Quello che voglio dire è che tra i 50/60enni è quasi impossibile, stando alla mia esperienza personale, trovare una qualsiasi forma di riscontro: a quell’ età lì ormai non migliorano più, manco i divorziati.
Capiscono tutto loro, neppure si degnano di ascoltarti:
trasudano spocchia da tutti i pori, una consapevolezza di un certo tipo per me neppure meritano di acquisirla. Si cuocessero nel loro brodo, io me ne fotto.
Tra i miei coetanei noto un’ apertura mediamente molto, molto maggiore. La maggior parte non ragiona per dogmi, se ci parli ti ascoltano, vuoi perché ti vedono come uno che sta sulla stessa barca, vuoi perché mediamente hanno meno pregiudizi.
Poi è ovvio che qualcuno col cervello di una seppia c’è sempre e quelli è meglio lasciarli perdere, tanto se finiscono nel tritacarne non fanno un soldo di danno, anzi.
I ventenni hanno semplicemente bisogno di qualche anno per fare esperienza e far decantare gli ormoni, poi si potrà parlare anche con loro.
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In confronto, le donne – anche quelle meno colte – hanno una consapevolezza di genere di dieci spanne superiore a quella degli uomini.
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Non solo.
Sono pure perfettamente coscienti della loro posizione di privilegio e del meccanismo grazie al quale la ottengono.
Sono come i tedeschi sotto Hitler, che sapevano dell’ esistenza dei campi di concentramento ma nessuno diceva una parola perché a lavorare nelle fonderie per fare i cannoni era meglio che ci andassero gli altri.
sandro(Quota) (Replica)
In confronto, le donne – anche quelle meno colte – hanno una consapevolezza di genere di dieci spanne superiore a quella degli uomini.
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Gran parte degli uomini ha consapevolezza di genere con le donne e per le donne, infatti oltre ad essere dei Coglioni, sono anche Stronzi: visto che sono pronti a fare lobby con le stesse.
Leonardo(Quota) (Replica)
..e non solo..sono altresì pronti a mettere mano al portafogli per amore!..
Amore.. ma de che? credo che le donne non abbiano mai amato, è l’uomo che ama.. la donna non ama, sceglie.. difatti il riscontro lo si puo’ trovare nelle loro stesse affermazioni.. “prima si stava sotto l’uomo.. bla bla ” questo significa che se ci stavano non lo facevano per amore.. ma perchè “costrette” da una serie di circostanze e di tornaconti (meglio lavorare in casa che spaccarsi la schiena nei campi)..quindi non provava vero amore nel fare cio’ per l’uomo che la sposava, o almeno vieneda pensarci sopra.. ma era semplicemente una scelta, talvolta obbligata..talvolta basata sul mero tornaconto economico (Sposalo! è un “buon partito”) ma pur sempre una scelta non di amore.. ma di necessità e tornaconti.. diversamente oggi avremmo altre situazioni..
Oggi invece non è cambiato nulla.. anzi.. la donna continua la sua scelta basata non sull’amore ma su tutto il resto.. la promisquità intrinseca della donna, tenuta a freno in tanti anni, è esplosa nella maniera piu’ becera, schifosa e subdola che non ha precedenti, mercificata per i propri tornaconti, utilizzata alla bisogna per inveire o per trarne benefici e/o privilegi.. la donna non ama l’uomo per quello che E, infatti cerca sempre di modificarlo per le sue esigenze..lo ama per cio’ che lui può darle!.. per se e per i figli.. ecco perchè a mio avviso sarà un lavoro duro risvegliare questi Zombies eroTina dipendenti.. perchè pochi hanno la forza psicologica, l’intelletto necessario per disintossicarsi e vivere liberi..sempre che non ci riescano prima la precarietà, le malattie sessuali o qualche divorzio con successivo suicidio..
Credo piuttosto che la regola della logica contrapposizione farà come sempre il suo corso.. laddove si arriverà all’estremo, si avrà una reazione pari e contraria, dove staranno meglio solo coloro i quali si troveranno nel periodo storico “di mezzo”.. l’ultimo estremo è terminato negli anni 60.. fate voi..
Damien(Quota) (Replica)
Amore.. ma de che? credo che le donne non abbiano mai amato, è l’uomo che ama.. la donna non ama, sceglie..
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Nell'adolescenza alcune sembravano innamorate: ma col cavolo che si davano da fare, non le freghi, ma ci fregano a noi facendoci sperare nell'amore.
E' proprio il fatto di essere maltrattati e non considerati che quando una si mostra interessata ti fa sperare in chissà cosa
Leonardo(Quota) (Replica)
Damien
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la promisquità intrinseca della donna, tenuta a freno in tanti anni, è esplosa nella maniera piu’ becera, schifosa e subdola che non ha precedenti,
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Anche (e soprattutto) gli uomini sono intrinsecamente promiscui; poi sono gli scopi, le motivazioni, nonche’ la natura che cambiano. *
Di norma, e finche’ sono relativamente giovani e attraenti, le femmine la danno a un determinato prezzo (diretto o indiretto); noi lo diamo gratis.
Se cosi’ non fosse non ci troverei assolutamente nulla di strano nella “intrinseca promiscuita’ delle donna”; anzi, ben vengano le donne promiscue e GRATIS. Il problema e’ che loro non lo sono quasi mai.
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* (Un mio vecchio amico e’ solito far notare che noi siamo XY, loro XX, e pertanto questo significhera’ pure qualcosa…)
Daniele(Quota) (Replica)
“la donna non ama l’uomo per quello che è, infatti cerca sempre di modificarlo per le sue esigenze..lo ama per cio’ che lui può darle!.. per se e per i figli”
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Esatto.
Lo utilizza allo stesso modo con cui si utlizza un ciclomotore o una lavatrice.
E lo prende per il culo millantando sentimenti che non ha mai provato né mai proverà.
Questa è la grande verità che va insegnata ai ragazzi prima che l’ incoscienza e gli ormoni li portino a fare cazzate per le quali rosicheranno a vita, magari rompendo i coglioni per invidia a chi è stato più scafato e non ci è caduto.
Questa è solidarietà di genere, non la carità pelosa di chi va a portare la coperta a quelli che si sono ridotti a dormire in strada.
Inutile andare a chiudere la stalla quando le vacche sono scappate.
Bisogna evitare che ci finiscano, a dormire in strada.
sandro(Quota) (Replica)
Esatto Sandro.. e vorrei inoltre invitarti ad una ulteriore riflessione, sempre in tema, ovviamente…
Domando a voi tutti se ultimamente avete notato qualcosa in televisione, anche se usare il termine “ultimamente” risulta un tantino inadatto.. visto che questa condizione è attuata dal 2006 – dall’epoca per intenderci dello scandalo vallettopoli..
La televisione di oggi, contrariamente a chi dice di vedere sempre tette e culi dappertutto, in realtà sta relegando la televisione esclusivamente ad uso e costume di donna, persino i pochi rimasti programmi televisivi prettamente maschili – leggasi calcio – hanno subito un processo di “femminismo” senza euguali, questo processo, non solo ha posto la parola FINE all’interesse maschile verso la televisione, ma ha portato ad un processo di una vera e propria censura delle vallette scosciate e svestite in tv, ultimo labile interesse dell’uomo porco, schifoso e stupratore al quale non è concesso piu’ neanche contemplare le bellezze televisive, pur sapendo che oltre la bellezza, molte di loro non potrebbero fare altro..
Cosa centra questa introduzione sul tema trattato? c’entra.. c’entra.. eccome se centra..
il buon Fabrizio apre questo articolo non a caso, esso racchiude molteplici aspetti che abbiamo discusso ed altri che discuteremo sicuramente, resta la constatazione che la donna è essa stessa parte del sistema, colei che applica e stabilisce per tutti, non solo, si adegua perfettamente ai dictat del sistema stesso anche quando questo le impone (se non addirittura CENSURA) determinati atteggiamenti da tenere in tv se non addirittura nell’obbligo a vestirle come aggrada loro.. (in tal caso non aspettatevi cori di femministe.. ovviamente)
interessante notare come ad esempio oggi le donne in tv vengono trattate, scomparse le vallette, le veline e quant’altro.. cosa mai potrebbero fare le nostre “paladine per un mondo migliore” per lavorare? semplice, cercare lavoro in cambio di favori sessuali.. perchè dico questo? ma è chiaro signori.. visto e considerato che si assiste ad una vera CENSURA del nudo femminile in tv (avete notato per esempio che le vallette a striscia non sono piu’ vestite “osè”?) queste scendono a compromessi solo per apparire in televisione, anche se vengono deliberatamente censurate e costrette a situazioni che, in altri frangenti, non accetterebbero MAI!
In altre parole viene da chiedersi.. se quelle signorine non sanno fare nulla ma vengono pagate per venire in trasmissione per poi essere censurate, qual’e’ il loro utilizzo? quale sia il loro scopo?
Una prostituzione ipocrita, ma non solo fisica, anche ideologica.. qualcuno sta affrontando tale tematica con un canale youtube, un personaggio toscano che si fa chiamare noallacensuradellagnocca, al di la delle considerazioni sul personaggio, credo che il messaggio sia ampiamente compatibile col tema esposto in questa sede e, di riflesso, vada ad avvalorare le molteplici sfaccettature che la donna pone in essere ad ogni costo, anche se questi siano contrari addirittura a quanto si auspicano, pur di arrivare ai propri fini..
link:http://www.youtube.com/user/NoCensuraGnoccaTv#p/u/0/HNsH3dPS6gk
Damien(Quota) (Replica)
Damien: La televisione di oggi, contrariamente a chi dice di vedere sempre tette e culi dappertutto, in realtà sta relegando la televisione esclusivamente ad uso e costume di donna, persino i pochi rimasti programmi televisivi prettamente maschili – leggasi calcio – hanno subito un processo di “femminismo” senza euguali, questo processo, non solo ha posto la parola FINE all’interesse maschile verso la televisione, >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Hai fatto centro Damien. E’ quello che vado sostenendo anch’io da un pò di tempo. La televisione nostrana oltre a essere una porcheria perchè manipolata politicamente, sta diventando insostenibile perchè vi si sta installando un politicamente corretto femminista da far venire il voltastomaco. Considerare la televione italiana “Tette e culi” è, a parer mio, un pò anacronistico, anche se so che molti amici di UB la pensano diversamente. Sostengo da un pò di tempo che il prossimo obiettivo delle femministe o affini nostrane, come sta accadendo ovunque in Occidente, sarà controllare il media più potente, quello televisivo. Non che internet sia il paradiso, tutt’altro. Ci s’imbatte anche qui in continuazione nella lagna femminista, però, se non altro, c’è più spazio per il pensiero libero, alternativo, non omologato, sempre chiaramente democratico, progressista, altrimenti per me può andarsene al diavolo.
Alessandro(Quota) (Replica)
“questo processo, non solo ha posto la parola FINE all’interesse maschile verso la televisione”
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MAGARI finisse l’ interesse maschile verso la televisione.
E’ una roba del secolo scorso, buona per vecchi rincoglioniti, oltretutto è semplicemente inguardabile.
sandro(Quota) (Replica)
scusa damien ,ma su questo punto io non sono d’accordo ,per esempio ,nelle trasmissioni sportive che senso ha mettere una valletta che di calcio non ne capisce una sega ?? per un paio di tette ?? io seguo il calcio ,ma la partita e basta … su questo ha ragione pino scotto (cantante dei vanadium) testualmente “se io faccio un video musicale ,mi piacerebbe essere apprezzato per la musica che faccio ,non per l’esterdersi dell’uccello se metto una gnocca nel video” ha ragione da vendere …
invece ,secondo me ,bisogna vedere sotto un altro aspetto ,che ormai anche gli uomini si sono messi a mostrare tartarughe perfette ,guarda proprio a proposito avevo fatto un video per un mio concerto …
verso la fine avevo messo la foto appunto delle veline e di costantino ,eravamo sia uomini che donne ,provate a indovinare chi ha preso più apprezzamenti ??
per come la vedo io , una televisione senza tette e culi ,a me va più che bene ,credo che ne possiamo anche farne a meno ,ma vale anche il discorso inverso ovviamente ……
su questo tema consiglio il sito di stefano disegni
http://www.stefanodisegni.it/Vignette.aspx?comicID=83
http://www.stefanodisegni.it/Vignette.aspx?comicID=177
http://www.stefanodisegni.it/Vignette.aspx?comicID=385
che non vanno molto lontane dalla realtà ,ma davvero abbiamo bisogno di questo ???
mauro recher(Quota) (Replica)
Grande Mauro! E grande Stefano Disegni che non si smentisce mai…la seconda, quella sulla Seredova, è straordinaria. Sto cercando di mettermi in contatto con lui per provare ad allacciare una collaborazione…un po’ di intelligente ironia non guasta, anzi, è un’arma formidabile…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Mauro: …ma davvero abbiamo bisogno di questo ???>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Personalmente guardo molto poco la televisione e non certo le trasmissioni in cui compaiono le veline e compagnia cantante, ma non perchè ci siano le veline, poco m’interessa nè mi sento minimamente provocato sessualmente dalla loro presenza, ma perchè sono trasmissioni di solito poco interessanti. Dopodichè la crociata contro gli abiti succinti da parte delle showgirls in tv è molto, molto femminista e io non vi partecipo. Di conseguenza trovo un pò curioso che chi si professa anti-femminista si ritrovi dalla stessa parte delle femministe su questo tema. Mi considero un uomo maturo, quindi so ben tenere a freno i miei istinti. La questione della provocazione sessuale, con cui si giustifica questa convergenza di obiettivi, non mi tange minimamente. Mi preoccupa, però, il fatto che quando non ci sarà più traccia di “tette e culi” in tv probabilmente saremmo davvero sotto il regime capitalistico-femminista. Mi rendo conto che queste mie posizioni sono molto minoritarie, ma ognuno è libero di pensarla come vuole.
Buona domenica a tutti!
Alessandro(Quota) (Replica)
@mauro recher:
..diciamo la stessa cosa.. forse non mi sono spiegato bene nel mio intervento.. non dando palesemente una risposta ai tuoi interrogativi, che sono stati anche i miei.. se avessi visto uno dei video dell’autore che ti ho agevolato tramite link, avresti capito il perchè oggi inseriscono queste vallette ANCHE dove non ce ne sarebbe bisogno, e non solo, avresti capito anche perchè le censurano.. ma sopratutto, avresti capito il messaggio finale del mio intervento..
La prossima volta cerchero’ di essere piu’ chiaro..intanto, se hai tempo, vedi questo link che parla proprio dell’inutile presenze delle ex vallette CENSURATE:
http://www.youtube.com/watch?v=E604qNP49-A
..capirai certamente che non solo esse sono inutili, ma vengono messe li per MANCANZA di LAVORO ALTROVE, non solo, vengono CENSURATE grazie al dictat femminista che vuole la femminilizzazione delle trasmissioni -maschili comprese- e, nel contempo, applica CENSURA per evitare che i porci uomini schifosi possano godere, come un tempo, delle loro bellezze, tutto questo significa che loro se le chiavano.. e tu pubblico, che paghi il canone, contrariamente a quanto accadeva in precedenza, ti ciucci il calzino! con buona pace delle donne che si adeguano a tutto quando vogliono raggiungere i propri fini, magari assumendo un atteggiamento contrario qualora le stesse imposizioni provenissero ad esempio dal marito (non ti vestire così, comportati cosà)..
Concludendo,
1) il femminismo stà invadendo tutti i settori televisivi, maschili compresi,
2) stà eliminando tutti quelli aspetti che possano risultare gradevoli per il pubblico maschile, che dati alla mano, è quello che paga il canone
3) per tale invasione ha eliminato il cabaret e le veline dai programmi
4) La mancanza di “lavoro” per questo esercito di strafighe nullafacenti, viene sopperita tramite l’elargizione di presenze in programmi diversi, senza che ci sia una giustificazione logica evidente
5) le strafighe di cui sopra, pur di apparire, anche in condizioni non loro consone, sono disposte a tutto (lo si evince da come viene imposto loro di comportarsi e di come vestirsi)
6) Nasce il ragionevole dubbio che, pur di apparire, visto che sono anche messe in competizione tra loro, possano elargire favori sessuali in cambio del famoso gettone di presenza televisiva..
Damien(Quota) (Replica)
mi permetto di non essere ancora d’accordo
alessandro ,come te anch’io riesco a tenere a fermo gli ormoni ,come la maggior parte degli uomini ,e anch’io quelle trasmissioni non le guardo per gli stessi motivi tuoi ,ma non credi che mettere una gnocca in quei programmi che ,come hai detto giustamente ,c’entrano poco,sia quasi una forzatura per fare vedere che gli uomini sono tutti porci ??
il femminismo le contesta ,ma allo stesso tempo ci guazza che ci siano queste ragazze ,tanto la colpa è sempre degli uomini ,secondo loro queste ragazze si svestono per fare piacere agli uomini e non al loro portafogli,anzi ,secondo loro sono schiave!!!! mai visto una schiava guadagnare più dei loro aguzzini (tutti gli uomini) ….
come d’altronde è scritto in guardare e non toccare ,le femministe protestano ma vogliono che sia dato il libero arbitrio alla donna che ,se si vuole spogliare lo puo fare ,non c’è un grande controsenso in tutto questo ??
non è giusto dire che sono contro ,una bella ragazza da guardare non mi fa schifo ,ma quando il tutto diventa ripetitivo ,una forzatura allora sono contrario ,l’uomo non è fatto solo di ormone e pene come credono le femministe
mauro recher(Quota) (Replica)
l’uomo non è fatto solo di ormone e pene come credono le femministe
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Si, ma gli uomini fanno di tutto per apparire cosi, e se li metti in dubbio: i sorrisetti, le allusioni…. Anche se hanno un intelligenza da vendere.
Leonardo(Quota) (Replica)
Leggete qua…
>
http://questouomono.tumblr.com/
Questo uomo no, #12.
Questo è il mio contributo alla giornata di oggi, 25 novembre.
Ci tengo a precisare che non è mia abitudine “tornare” su argomenti già dibattuti in rete. La mia abitudine è fare sì che mille episodi non rimangano mille episodi ma compongano una storia. Ecco perché parto da cose che in rete sono forse già date per ‘vecchie’: perché non credo che lo siano affatto.
Ricordo a tutti – prima di leggere – che io sono un uomo e scrivo per gli uomini. E lo faccio per rispetto. Se una donna non è d’accordo con quanto scrivo, la prima cosa che faccio è cercare di capire se posso comprendere le sue critiche; se non posso a causa del mio genere, le accetto e le rispetto anche se non posso condividerle.
Oggi, venticinque di novembre, mi va di parlare di questo. Perché mi ha fatto molto male. E mi fa dire, oggi venticinque di novembre, questo uomo no.
“Vi chiedo solo di lasciarmi scopare quando mi va, perché scopare non dico sia un diritto, no, ma è una cosa naturale che ogni tanto posso aver voglia di fare senza far male a nessuno; e vi chiedo di non confondermi sempre col mostro di turno, col miliardario sessuomane o l’assassino seriale o lo stupratore. È vero, alcuni di noi sono assassini, stupratori, e perfino politici miliardari indegni del loro ruolo. Ma io sono una persona normale, che di rovina gli occhi e la schiena facendo una o due ore di straordinario per pagarsi una mezz’ora di allegria al sabato pomeriggio. Pensate anche a me, quando volete fare le vostre considerazioni sul puttaniere medio. Non solo a Berlusconi. Anzi, pensate un po’ più a me che a lui.” Questo uomo no. I corpi non si comprano. Mai. Di nessuno. Neanche se quel qualcuno è disposto a vendersi. Mi dispiace, ma il corpo umano non è in vendita, né intero né a pezzi. Può essere donato, certo, tutto o in parte, cosciente o defunto: ma venduto no. Non c’è alcun prezzo. Questa è la mia idea. Se pensi di poter affittare un corpo per “una mezz’ora di allegria al sabato pomeriggio”, non sei una persona normale. Sei una merda. Esattamente come il mostro di turno, il miliardario sessuomane, l’assassino seriale, lo stupratore. Tutta gente che pensa di prendersi la PROPRIA mezz’ora di allegria con il corpo di qualche altra persona, con la violenza delle botte, dei soldi, del coltello, del cazzo. Ma sempre violenza è. Questo uomo no.
“Il sesso mi è sempre piaciuto, ma io non sono mai piaciuto a nessuna donna. Gratis. Non ne faccio un dramma, è andata così. Brutti si nasce. E poteva andarmi peggio.” Questo uomo no. Questo uomo che vigliaccamente usa come giustificazione per la sua violenza la bellezza, che lui non avrebbe. E basta! BASTA con questo uso ipocrita e falso della bellezza! Un uomo che ragiona così ha nel suo aspetto fisico davvero il problema minore. E’ un maschio che anche se si considera “brutto” ha ancora abbastanza orgoglio misogino da non chiedere a una donna cosa vuole, e per pensare che sono tutte uguali nel desiderare quello che lui non ha. E’ un potenziale violento che divide il mondo in chi ha avuto e chi non ha avuto dalla natura. Lo sappiamo già, quelle cose si chiamano “razze”. Chi approva quelle parole tra virgolette è un razzista. Chi pensa che il mondo si divida in belli e brutti, solo perché il sistema economico imperante privilegia alcune forme di apparenza rispetto ad altre, è un razzista. Per questo, caro il mio maschietto brutto e puttaniere, nessuno ti vuole. Perché sei una merda razzista. E non poteva andarti peggio. Questo uomo no.
“Io so che questa cosa è difficile da accettare per molti di voi. Le donne, soprattutto. Non so esattamente perché, ma per molte donne è così. Non avendo mai avuto bisogno di pagare per godere, giudicano male chi lo fa. Io non ho mai avuto bisogno di pagare (per ora) perché qualcuno mi aiutasse ad alzarmi da letto o a fare una passeggiata nel parco, ma non disprezzo certo chi lo fa. Siamo tutti abituati a lavorare col nostro corpo, a consumare il nostro corpo lavorando, ad abusare del corpo di chi lavora per noi.” Questo uomo no. A me le cose che non piacerebbe subire non le faccio, e non le faccio fare agli altri. E soprattutto, chiedo la loro opinione, sempre e comunque. Io l‘“abitudine ad abusare” non me la faccio venire, perché nessun prezzo giustifica un abuso, mai. Perché non mi piace quando si abusa di me, per quanto mi si paghi. Io non pago per godere per lo stesso motivo per cui non ammazzo per parcheggiare: perché tra dieci minuti il prossimo che vuole il parcheggio ammazzerebbe me. La catena degli abusi va fermata. “Io sto otto ore davanti a un terminale, e in trent’anni ho perso cinque gradi di vista.” Ecco perché sei un mostro. Perché ti rifai dello sfruttamento subìto producendone un altro, invece di fermarlo. Sei una merda razzista sfruttatrice. Questo uomo no.
“Io sono un puttaniere, sì. Non lo dico per vanto. In effetti, potrei anche vergognarmene. Ma mica per via dell’educazione cattolica o cose del genere. Potrei vergognarmene perché è un vizio costoso e fine a sé stesso, così come ci si vergogna di fumare o collezionare libri.” Questo uomo no. A me non risulta che fumare o collezionare libri lo si fa a danno di persone che sono il mezzo del vizio. Non accendo il cranio di nessuno per fumarlo dai piedi né allineo persone di profilo in cubicoli di legno solo per farle vedere in salotto quando vengono gli amici. Fare il puttaniere non è un vizio fine a se stesso. E’ il gradino finale (forse) di un vizio: sfruttare i corpi altrui. Ci si può mettere d’accordo sul farsi pagare il proprio tempo, il proprio talento, le proprie conoscenze, la propria forza muscolare; non il proprio corpo – o come diceva qualcuno, il “corpo proprio”. C’è una bella differenza. Pagare qualcuno per fare sesso significa che è possibile pagare qualcuno affinché io – egoisticamente, se no non ci sarebbe bisogno di pagare – realizzi le mie sensazioni, i miei desideri, la mia volontà per mezzo del corpo di un altro separato dalle sue sensazioni, dai suoi desideri, dalla sua volontà. Io non credo che questo sia possibile. Nessuno è in grado di separare con un atto di volontà il corpo dalle sensazioni, dai desideri, dalla volontà. Quindi – per come la vedo io – il sesso a pagamento è uno stupro ammantato dall’ipocrita costruzione di una “transazione economica” (ipocrisia, beninteso, che è assunta a sistema, e che riesce a far essere d’accordo sia l’autore dello stupro che la vittima). E a me chi stupra non piace. Questo uomo no.
“Solo un’infima percentuale dei musulmani dirottano gli aerei, e non tutti i capi di Stato tedeschi sono dediti al genocidio. Allo stesso modo, essere puttanieri non significa quasi mai giocare al bunga bunga con una decina di ragazze alla volta, usando ministeri e scranni parlamentari come merci di scambio. È un modo molto distorto di riferirsi alla mia categoria.” Questo uomo no. Certo, maschietto caro, ho capito. Quindi se t’inchiappetti per duecento euro una profumata donna italiana nel suo appartamento (hai detto che non ti diverti con le povere negre per strada, no?) allora pensi di essere nell’Olimpo. No caro, devi sapere che la merda è molto democratica. Sei proprio della stessa pasta di chi può permettersi il bunga bunga con minorenni sempre diverse. Hai solo meno potere, ma mica è colpa tua. La materia prima – marrone – l’avresti anche tu. Questo uomo no.
“Però nessuno le costringe… nessuno, a parte la famosa mano invisibile del mercato.” Quella mano è la tua, stronzo. Il mercato sono i puttanieri come te. Fatti una sega la prossima volta. E pensa che te la sei fatta con una mano insanguinata. Questo uomo no.
2 settimane fa / 1 nota
Marco(Quota) (Replica)
Credo si tratti del figlio di Federica Rossi Gasparrini, la presidente nazionale di donne europee federcasalinghe.
Un bel castrato mentale, non c’è che dire.
http://donnepensanti.ning.com/profile/LorenzoGasparrini
Marco(Quota) (Replica)
Leggendo l’articolo riportato da Marco si evidenzia subito il contrasto tra il semplice buon senso, laico, della prima voce e il moralismo autoritario, falsamente progressista e umanitario, della seconda, che credo sia quella del blogger, che, tra l’altro, mi pare un bell’esempio di maschio “rieducato” dal pensiero dominante. Non so cosa cerchi in una compagnia come quella delle “donne pensanti”, che già nel loro modo di presentarsi denotano una spocchia non da poco, ma di sicuro mi sembra molto, molto confuso.
Alessandro(Quota) (Replica)
http://jonathanx.altervista.org/
Marco(Quota) (Replica)
Marco
http://jonathanx.altervista.org/
La liberale Olanda è talmente odiata dai sostenitori dell’esperienza repressiva svedese
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Ecco, i paesi nordici non sono tutti uguali, è come dire che in Italia si sposano i gay come in Spagna.
Leonardo(Quota) (Replica)
http://forum.chatta.it/politica/7853191/viva-le-prostitute-russe.aspx
Marco(Quota) (Replica)
E’ da un pò che volevo scrivere su questo blog ma fino ad ora avevo sempre rinunciato perchè mi vergognavo, e non nego che pure in questo momento provo un certo imbarazzo, benchè ci sia un pc a garantirmi l’anonimato.
Ho 29 anni e non sono certamente un “bel ragazzo”, anzi quando mi guardo allo specchio spaccherei tutto. Non ho mai avuto una relazione con una ragazza, perchè timido, imbranato e assolutamente non attraente. Le uniche donne con le quali ho avuto modo di rapportarmi sono state e sono le prostitute, che frequento regolarmente da anni. Posso farlo perchè vivo con i miei genitori e pertanto non devo pagare nè l’affitto, nè le bollette, nè da mangiare. Tutto quello che guadagno (1200 euro al mese) lo spendo per me e per le puttane. Vi confesso che spessissimo mi sento un vero e proprio deficiente, una totale insignificante nullità. A volte, poi, mi capita di essere realmente disperato ma cerco in tutti modi di scacciare quei pensieri, dicendo a me stesso che tutto sommato sono fortunato rispetto a chi ha perso il lavoro o sta male. Ma è comunque una magra consolazione. Dentro di me so che non riuscirò mai ad avere una relazione normale con una donna, perchè la mancanza di un precedente vissuto sentimentale e sessuale, mi rende assolutamente inadeguato e incapace di rapportarmi con l’altro sesso.
robin(Quota) (Replica)
Caro Robin, benvenuto fra noi. Puoi parlare liberamente e senza crearti nessun problema. Qui nessuno ti giudicherà.
Anzi, proprio la tua testimonianza mi ha stimolato a buttare giù la seconda parte del post (in risposta alle parole della psicologa Vera Slepoy) che mi ero ripromesso di scrivere da giorni. Spero di riuscire a farlo tra questa sera e domani. E chissà che non riesca anche a darti delle chiavi di lettura, sia pur parziali, alle tue problematiche personali. In ogni caso sono certo che sarà un’esperienza molto positiva per te la frequentazione di questo nostro spazio.
Avremo comunque modo di approfondire la nostra conoscenza nel prosieguo del dibattito.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Robin, non devi avere nessun imbarazzo per la vita che fai . E’ possibile che non ti sia capitata la donna giusta. Per essere poi pignoli, è meglio così , ragionando con ” purchè resipiri” rischi solamente di beccare una di bassa moralità . Vai con le prostitute e sei ancora single ? Amen . Semmai lo sfigato e l’invidioso è chi giudica il fatto che ci vai.
PS sbagli invece a dire che sei incapace a rapportarti con l’altro sesso perchè non hai avuto esperienze : proprio perchè non hai avuto esperienze non puoi sapere se sei incapace . Lascia perdere le chiacchiere della gente .
Silent Hill(Quota) (Replica)
@ robin –
Dentro di me so che non riuscirò mai ad avere una relazione normale con una donna, perchè la mancanza di un precedente vissuto sentimentale e sessuale, mi rende assolutamente inadeguato e incapace di rapportarmi con l’altro sesso.
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Magari ad alcuni potrebbe apparire esagerato quanto sostieni, ma in realtà, molto spesso è proprio così; soprattutto in un’epoca come la nostra, dove relazionarsi con una donna non è più un piacere ma una sfida, un “esame” in cui lei è il supremo giudice che stabilisce “se vai bene oppure no”.
Già è complicato relazionarsi con loro per chi ha un minimo di esperienza, figuriamoci per chi non ce l’ha per niente.
Marco(Quota) (Replica)
Non ho mai avuto una relazione con una ragazza, perchè timido (robin)
>>>>>>
A volte mi chiedo quale ruolo gioca la natura di ciascun individuo nelle relazioni sociali. Ho sempre creduto che ciascun individuo avesse diritto ad avere una vita sentimentale e sessuale ma evidentemente mi sbagliavo. Ci sono tante persone come Robin che ne sono fortemente precluse. La timidezza non c’ entra nulla Robin, o almeno solo in parte, e te lo dice il sottoscritto che fino a quasi alla tua eta’ era molto timido e insicuro. Con gli anni ho superato queste difficolta’, ho imparato a uscire di piu’, a volermi piu’ bene, a prendermi piu’ cura di me stesso e ho molte frequentazioni, ma il risultato non e’ cambiato: per le donne sono del tutto indifferente, mai un gesto di spontaneita’ da parte loro, mai un’ apertura reale e concreta nei miei confronti nonostante io come molti altri utenti di questo blog continuano a rincorrere donne sfuggenti. Se tu caro Robin fossi stato benestante economicamente, con fisico attraente, insomma, un vero uomo alpha che non deve chiedere mai, tutti i problemi relativi a timidezza e insicurezza (come la sindrome di Asperger) vanno a farsi benedire e tu avresti sicuramente piu’ donne ai tuoi piedi. Per cui e’ giusto prendere coscienza dei propri limiti ed e’ un lavoro che stiamo facendo tutti quanti, ma ricordati che il rapporto si costruisce in due e il tutto deve essere reciproco e spontaneo. Benvenuto tra noi.
Mizio(Quota) (Replica)
Io non credo che le donne capiscano lo stato d’animo di Robin. A me sono sempre piaciuti gli uomini molto piu’ adulti di me, ma un paio di amiche preferiscono partners piu’ giovani e sono ugualmente contente e appagate. Conclusioni: una donna di 40 anni, se vuole, puo’ avere tutte le relazioni che vuole con uomini di 30, 40, 50, 60, 70.. E’ in grado, costei, di comprendere la desolazione di un’altra persona (uomo) che a 30 anni si sente perdutamente solo? Non credo. Io ho provato a immaginare..ma mi manca la conoscenza e la condivisione di realta’ essenziali che appartengono solo al bagaglio esperienzale di un uomo. Solo se penso ai diritti fondamentali della persona posso azzardare un parallelismo ma, così facendo, scavalco la sua identita’ di genere, la considerazione per la sua specificita’ maschile. La percezione finale e’ quella di due mondi molto lontani.
maria(Quota) (Replica)
maria
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Io non credo che le donne capiscano lo stato d’animo di Robin.
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Infatti le donne non possono assolutamente capire lo stato d’animo di Robin, neppure quelle brutte, ed il motivo e’ il seguente:
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=14568826
Tuttavia, t’assicuro che anche tanti uomini, piu’ o meno giovani, sarebbero incapaci di comprenderlo.
Altri, invece, lo deriderebbero perche’ “e’ un tonto che non ci sa fare con le donne”. In merito devi sapere che, secondo tanti salami di sesso maschile, l’importante e’ “saperci fare”. Frase che significa tutto e niente.
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maria
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A me sono sempre piaciuti gli uomini molto piu’ adulti di me, ma un paio di amiche preferiscono partners piu’ giovani e sono ugualmente contente e appagate.
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Alla grandissima maggioranza delle donne interessano uomini piu’ adulti, per tutta una serie di motivi che chiunque di noi conosce bene. Questo fa si’ che gia’ da adolescente un ragazzino sia in posizione subordinata rispetto ad una coetanea, che solitamente non se lo fila. Le primi frustrazioni, i primi complessi di inferiorita’ verso le femmine, nascono in quel periodo delicato della vita.
Tutto il resto e’ consequenziale, compresa una certa aggressivita’ contro l’altro sesso, che molti maschi sviluppano col passare degli anni.
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maria
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Io ho provato a immaginare..ma mi manca la conoscenza e la condivisione di realta’ essenziali che appartengono solo al bagaglio esperienzale di un uomo.
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Perlomeno tu sei onesta, al contrario del 99,999 per cento delle femmine odierne, che di uomini non capiscono un fico secco.
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maria
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La percezione finale e’ quella di due mondi molto lontani.
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Si’, siamo due mondi molto lontani; lontanissimi, direi.
Daniele(Quota) (Replica)
Daniele
al contrario del 99,999 per cento delle femmine odierne, che di uomini non capiscono un fico secco.
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Più che non capiscono PRETENDONO di capire. Il bello è che persistono nonostante gli fai notare che sbagliano.
Silent Hill(Quota) (Replica)
Penso che la comprensione, nel senso di spiegazione tramite concetti e ragionamenti, non funzioni mai. Essere compresi significa essere accolti dall’altro, percepire che il suo Tu profondo ti è accanto ed è disposto, tramite l’ascolto silenzioso, a sopportare insieme a te il tuo fardello e il tuo dono: una intimità profondissima. I semplici lo sanno; i colti, gli intelligenti, i potenti devono invece chiederlo per miracolo, altrimenti fanno disastri. E’ così che si varca la soglia insuperabile del mistero che sempre l’ altra persona è; e non si è più soli.
Penso inoltre che essere compresi tra uomo e donna significa riconoscere, in aggiunta all’intimità del Tu, che la donna “la è carne della mia carne”, intima a me e al mio cuore, perchè plasmata con la mia carne, la mia “costola”: consustanziale a me. Perfetto, compiuto, adempimento del mio desiderio.
Altrimenti è pura alterità. E l’alterità spaventa, appare contrapposta, ostile e ingiusta: è il nemico. E si aprono le porte all’ equivoco contemporaneo per cui si ritiene che la diversità di genere, viola il principio dell’uguaglianza e della fraternità tra gli esseri e deve essere eliminato. E si pensa che la comprensione abbia a passare attraverso quel ragionare astratto, ininterrotto, fitto fitto, che caratterizzò il “dialogo”, la “mediazione” femmine vs maschi degli anni settanta/ottanta e che invece approdò alla sindacalizzazione del rapporto delle donne verso i maschi ( e verso se stesse), al sistematico inserimento della sfera dei comportamenti sessuali nel codice penale, a quella economia del “quinto settore” fondata sulla repressione del genere maschile ( “quinto settore” che oggi dà da mangiare a migliaia di persone e fa danni in ogni struttura fondante la società). Quel tipo di “dialogo” portò in sintesi ad un atteggiamento di guerra femmine vs maschi, che si è concretata nella cultura più sessuofobica, misandrica e misogina che mai sia apparsa nella Storia e che sta minando alla radice la nostra civiltà (tesi, fra gli altri, di S. Freud).
La comprensione è davvero una cosa seria: il suo opposto, il “dialogo” del femminismo, si è tradotto nel più potente grimaldello mai offerto al potere da una ideologia per liquidare alla radice la libertà umana e tra gli applausi. E il più potente motivo di disaffezione al sacro senso di comune appartenenza.
ckkb(Quota) (Replica)
robin
Ma è comunque una magra consolazione. Dentro di me so che non riuscirò mai ad avere una relazione normale con una donna, perchè la mancanza di un precedente vissuto sentimentale e sessuale, mi rende assolutamente inadeguato e incapace di rapportarmi con l’altro sesso.
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maria
A me sono sempre piaciuti gli uomini molto piu’ adulti di me, ma un paio di amiche preferiscono partners piu’ giovani e sono ugualmente contente e appagate. Conclusioni: una donna di 40 anni, se vuole, puo’ avere tutte le relazioni che vuole con uomini di 30, 40, 50, 60, 70..
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2 testimonianze che fanno il quadro della situazione, anche perché credo siano sincere.
Altrimenti:
http://www.youtube.com/watch?v=kcdTz52_jqg
Leonardo(Quota) (Replica)
http://www.zeroviolenzadonne.it/index.php?option=com_content&view=article&id=11836:schiave-del-potere&catid=208&Itemid=0
> SCHIAVE DEL POTERE
di Luca Cardin
La verità è semplice: se non ci fosse la domanda, la prostituzione non esisterebbe. La prostituzione non ha a che fare con la sessualità femminile: è una creazione dei maschi. Se gli uomini di ogni parte del mondo non andassero in cerca di sesso a pagamento, non ci sarebbe bisogno di rinchiudere, violare e assoggettare milioni di donne e bambine a questa esistenza disumanizzante. (Victor Malarek, autore di The Johns: Sex for Sale and the Men Who Buy It)
Parte da questa citazione terribile eppur disarmante nella sua semplicità, il libro-inchiesta di Lydia Cacho, Schiave del potere. Una mappa della tratta delle donne e delle bambine nel mondo (Fandango, 230 pagine, 20 euro).
L’autrice, una giornalista coraggiosa che ha pagato con la tortura e il carcere le sue denunce e che, per questo, ora vive sotto scorta continua, ci accompagna in un tour nell’orrore, nelle nefandezze, e nei mille rivoli della crudeltà a cui può arrivare il genere (soprattutto maschile) umano del XXI secolo, oramai assoggettato completamente al Dio denaro, declinato nella versione capitalistica moderna di un’economia di mercato disumanizzante, per la quale le donne e le bambine non sono altro che una merce come tante da usare, sfruttare e far rendere nel migliore dei modi.
Nella mappa globale della tratta di esseri umani – i dati (provenienti da 175 nazioni) sono impressionanti: ogni anno nel mondo 1.390.000 persone, nella stragrande maggioranza donne e bambine, sono schiavizzate, comprate e vendute – gestita dalla criminalità organizzata mafiosi, politici, militari, imprenditori, industriali, guide religiose, banchieri, poliziotti, giudici, sicari e uomini comuni costituiscono l’enorme catena di complicità che resiste da sempre e che ha reso, attraverso processi culturali di secoli, la prostituzione un fenomeno considerato ordinario e quasi ineluttabile.
Le vivide testimonianze raccolte da Cacho – salutari pugni nello stomaco al conformismo perbenista intriso di ipocrisia di molti “padri di famiglia” dei nostri giorni – in tutti i continenti, dalla Turchia al Giappone, dal Messico alla Birmania, hanno anche il merito di aprire uno squarcio sulle interiorità di queste donne, sul loro pensarsi – o forse, più correttamente, non pensarsi – come soggetti dotati di una propria identità psicosessuale, su come sia difficile per loro percepirsi come persone complete, su come pensino che quello sia il loro destino e il loro posto nel mondo. “Nel fantastico villaggio globale della modernità esistono città e villaggi reali dove vivono due o tre generazioni di donne e uomini adulti che sono stati in passato vittime dello sfruttamento sessuale e che riproducono tutto ciò che hanno vissuto e subito: un esercito di esseri umani convinti che sia normale schiavizzare sessualmente gli altri per vivere dei loro corpi rapinandoli sistematicamente”.
Ancora una volta, una terribile lucidità che disarma e lascia disorientati.
Che fare, allora?
Per fortuna (e nel libro viene pubblicato un elenco completo di informazioni utili) ci sono centinaia di organizzazioni che lavorano per aiutare le vittime della tratta e dello sfruttamento sessuale ma, senza nulla togliere allo straordinario lavoro che fanno, sono purtroppo poca cosa rispetto alla montagna di affari mossa dalla criminalità che sembrano essere totalmente immuni anche dai provvedimenti legislativi degli Stati. Il mantenimento dello stato delle cose è necessariamente una conseguenza del modo di pensare, di agire e di vivere delle persone.
E allora forse, è necessario cambiare ottica e prospettiva. Forse è il caso, con un termine spesso abusato, “partire dal basso”. Da ognuno e ognuna di noi. Perché, come ricordato all’inizio, c’è offerta perché c’è domanda. E, dunque, forse bisognerebbe partire dall’“utilizzatore finale”, dal cliente. Cercare sesso a pagamento è solo l’aspetto esteriore e più eclatante di una visione della società e dell’uguaglianza tra i sessi completamente distorta; ma, soprattutto, si tratta di una percezione evidentemente problematica della propria sessualità e del rapporto tra i generi.
E’ necessaria, dunque, partire da un ripensamento delle politiche di educazione sessuale, sentimentale e all’affettività. E questa lavoro è necessario farlo, insieme al lavoro sul campo, sia nei Paesi del mondo in via di sviluppo, protagonisti primi della tratta, sia nei Paesi occidentali dove vivono la maggior parte dei consumatori.
Solo mettendoci in discussione potremmo aiutare realmente e concretamente le schiave del potere.
Daniele(Quota) (Replica)
Ad esempio, queste sono tutte “schiave”…
http://www.escortforum.it/
Daniele(Quota) (Replica)
Non ne sono sicuro, ma suppongo si tratti dello stesso tizio.
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http://www.scienzedellibro.unisi.it/?q=node/42
Luca Cardin
ciclo:
XIX
Nato a Mestre (Venezia) nel 1974. Laureato in Storia nel 2003 presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Titolo di Dottore di ricerca in Scienze del libro nel 2007 presso l’Università di Siena, sede di arezzo. Nel 2008 è stato assegnista di ricerca per il CNR, con una progetto di ricerca su “Il ruolo dell’epigrafia nella costruzione delle identità dei popoli dell’Europa altomedievale (secoli IV-IX): dalle scritture nazionali alla scrittura unica”.
titolo della tesi:
La scrittura esposta a Roma tra tarda antichità e alto medioevo (secoli IV-IX): società e produzione grafica a confronto
Relatore: prof.ssa Flavia De Rubies
Correlatori: prof. Walter Pohl; prof.ssa Cristina La Rocca
Pubblicazioni:
1. Epigrafia a Roma nel primo medioevo (secoli IV-X), Roma, 2008.
2. Produzione epigrafica e committenza nella Roma di Gregorio Magno, in Claudio Azzara (a cura di), Gregorio Magno, l’impero e i regna. Atti dell’Incontro internazionale di studio, Università degli Studi di Salerno – Osservatorio dell’Appennino Meridionale (Fisciano, 30 settembre – 1 ottobre 2004), SISMEL-Edizioni del Galluzzo, Firenze, 2009; in corso di stampa.
3. Scrivere per apparire: tentativi di autorappresentazione nell’epigrafia delle élites a Roma tra VI e IX secolo, in F. Bougard, R. Le Jan et R. McKitterick (a cura di), La culture du haut Moyen âge: une question d’élites? Actes du colloque (Cambridge, Trinity College, 6-8 septembre 2007), Tournout, 2009; in corso di stampa.
4. Epigrafia dei laici e degli ecclesiastici a Roma in età gota, in S. Allegria (a cura di), Civis/civitas. Cittadinanza politico-istituzionale e identità socio-culturale da Roma alla prima età moderna. Atti del seminario (Siena, 10 luglio 2008(Montepulciano, 11-13 luglio 2008), Montepulciano, 2009; in corso di stampa.
5. Le scritture del ricordo. Forme e funzioni dell’epigrafia funeraria nella Roma altomedievale (V-IX secolo), in Studi Tanatologici (http://www.fondazionefabretti.it/contents/studi_tanatologici.php), Torino, 2009; in corso di stampa.
Daniele(Quota) (Replica)
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/10_ottobre_7/prostituzione-romene-san-siro-jogging-focarete-1703900967028.shtml
ogni tanto c’è una retata della polizia, ma poi tutto torna come prima
Allenamento più sesso a pagamento
alla montagnetta di San Siro
Le lucciole romene: di quelli che vengono al parco per fare jogging, otto su dieci sono nostri clienti
MILANO – Si chiama jogging-love. I protagonisti? Giovani con la fissa del «sempre in forma» e uomini di mezza età che desiderano asciugare la pancetta. Alla montagnetta di San Siro è un rincorrersi all’interno del polmone verde. Uno, due, tre giri, sgambettando. Poi, quando i battiti cardiaci saltano in gola, qualcuno sparisce. Si infratta. Ma non da solo: ad attenderlo ci sono Marinela, Adalia, Catalina, Georgia. Insomma, per le «lucciole» della zona, tutte romene e giovanissime, questo jogging-love è un vero business. E chi lo pratica, magari dice a casa che la corsetta fa bene al fisico e alla mente. Tra le più gettonate Marinela, 22 anni, di Urseni, non lontano da Timisoara. «Corrono e poi si fermano da me, anche quelli con il pancione». Si concorda sul prezzo e quindi ci si addentra di una decina di metri, dietro a un cespuglio non lontano dalla strada principale. «Noi romene siamo economiche. Con 30 euro fai tutto e nessuno va via scontento. Anzi, ritorna in famiglia a passo veloce».
Marinela ha due grandi occhi azzurri e un lauto decolleté. E’ appena tornata al suo posto di lavoro, dopo una notte trascorsa in questura, insieme con altre 15 connazionali. «Una retata della polizia. Ci tengono dentro e con la scusa di controllare i documenti, ci fanno perdere il guadagno. Ma poi devono lasciarci andare perché siamo comunitarie». E’ ritornata al suo posto, vicino alla barra di ferro e al grande olmo potato dal Comune per evitare che muoia. Non lontano dai bagni pubblici. «Alcuni – continua la giovane – preferiscono fare l’amore nei servizi, dicono che si sentono più sicuri. A me non cambia molto, sono sempre 30 euro». Poi racconta di sé e di quando, 4 anni fa, è venuta in Italia «per fare soldi». «Nessuno mi ha obbligato, è stata una mia libera scelta. Anche le mie amiche hanno fatto la stessa cosa. Del resto se ci fosse un balordo che intende sfruttarci, basta chiedere a un cliente di portarci al primo commissariato e denunciare». E aggiunge quasi con un pizzico di orgoglio: «Qui nessuno ti fa niente. Se prendi una multa, non la paghi, perché è difficile farcela recapitare. E nessuno va in galera se fa la prostituta».
Ma la tua famiglia sa? «No, certo che non sa. Ho aspettato di compiere 18 anni e poi ho detto: mamma vado in Italia a rubare. Tutti i romeni rubano. E mia madre mi ha dato la sua benedizione». Walter, 26 anni, felpa e calzoncini, interrompe la discussione. «Viene con me ogni volta che fa jogging, almeno un paio di volte alla settimana. A lui piace, dice che è come fare il defaticamento, lo rilassa». Ma come Walter ce ne sono tanti. Otto su dieci sono maratoneti del sesso. «Corrono e f…, come dicono loro». Dieci clienti al giorno per 30 euro. «Qualcuno di quelli normali ci chiede anche di andare in albergo. Nessun problema: a 10 minuti da qui, con l’auto, andiamo in un alberguccio di via Washington che costa solo 20 euro per un passaggio. Io, però, in hotel prendo 40 euro». E fa i conti ad alta voce: «Io guadagno 300, 400 euro al giorno. Diciamo che al mese metto in tasca 6, 7 mila euro. Mille vanno per la spesa e altre cosucce, 300 per l’affitto della casa che divido con altre tre colleghe romene, il resto lo mando ai miei per farli star bene e per pagare i muratori che mi stanno costruendo una nuova casa. Sarà pronta tra sei mesi: bella, grande, spaziosa, con un immenso giardino. Mia mamma è orgogliosa di sua figlia. Ladra, ma non puttana…».
Michele Focarete
07 ottobre 2010
Simone(Quota) (Replica)
http://www.unita.it/italia/corso-in-piazza-tutte-unite-contro-il-gioco-sporco-degli-uomini-1.270927
>
Ho sempre votato per la sinistra, benché in questi ultimi anni mi sia chiesto più volte chi me lo facesse ancora fare, ma credo proprio di aver avuto in questi giorni una risposta indiretta: ovvero che è giunto il momento di abbandonarla definitivamente e di astenersi dal voto, perché questa storia non è più tollerabile.
In quell’articolo, pubblicato su un notissimo giornale di sinistra, diretto da una acidissima femminista madre di quattro figli, (mi chiedo come farà il marito ad avere delle erezioni con lei…) non si fa riferimento ad un vero o presunto “gioco sporco della destra” o “degli uomini di destra”; no no, degli uomini tout court, quindi, implicitamente, anche di quelli che non contano un cazzo, tipo me e tutti voi: cioè gli uomini beta. Che poi, quello che mi fa letteralmente imbestialire, è il fatto che queste stronze NON si assumano mai la responsabilità di nulla, e tendano ad attribuire ai soli uomini la responsabilità di tutti i mali del mondo. Come hanno scritto più volte “i vecchi” della QM, “responsabili nel bene ma innocenti nel male”; “artefici” del successo dei loro uomini (dietro ogni grande uomo ecc ecc) ma inesistenti nelle malefatte dei medesimi.
No, io di queste donne e di questa sinistra non voglio saperne più niente, nella maniera più categorica.
Simone(Quota) (Replica)
Già qualche anno fa, pure a sinistra non eranono tanto meglio che a destra, in materia di prostituzione.
@
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/05_Maggio/05/salvia_rendere_illegale_prostituzione.html
05 maggio 2007
Amato: rendere illegale la prostituzione
Il ministro rilancia: proibirla come in Svezia e punire i clienti
ROMA — Finora ci hanno provato inutilmente i sindaci lavorando di fantasia, con le multe per «intralcio alla circolazione» e le telecamere piazzate nelle strade del sesso a pagamento. Quattro anni fa ci aveva pensato anche il governo Berlusconi con un disegno di legge (fino a 4 mila euro di multa) approvato in consiglio dei ministri e poi dimenticato in Parlamento. Questa volta a rilanciare la proposta è il ministro dell’Interno Giuliano Amato: per eliminare la prostituzione bisogna renderla illegale, non basta punire gli sfruttatori come avviene adesso ma bisogna colpire i clienti.
LA PROPOSTA — «Mi sono permesso di recare scandalo in questo Paese — dice Amato intervistato da Gianni Riotta per Tv7 — prospettando l’ipotesi che anche il cliente possa essere coinvolto in trattamenti negativi». Sta pensando ad un reato specifico, gli chiede il direttore del Tg1? «Non lo so — risponde il ministro —, ma non c’è dubbio che un Paese da tutti ritenuto progressista come la Svezia è una mosca bianca in Europa che ha una legge che proibisce la prostituzione».
LE REGOLE — Non è la prima volta che Amato usa questo argomento. Anzi, è un suo vecchio pallino. La prima volta Amato ne aveva parlato addirittura nel 1999 e finora aveva sempre specificato che il reato dovesse scattare per i clienti di prostitute minorenni. Questa volta parla più genericamente di modello svedese: in Svezia i clienti delle prostitute, anche maggiorenni, sono puniti con il carcere fino a sei mesi o con una multa che può arrivare fino a 140 mila euro.
I DUBBI — Quella di Amato è solo una convinzione personale che, almeno per il momento, non si trasformerà in un disegno di legge del governo. Nello studio di Tv7 si parlava della morte di Vanessa Russo, la ragazza uccisa nella metropolitana della Capitale da una prostituta rumena. È stato a quel punto che il discorso si è spostato su come affrontare il problema: «Questa ragazze vengono in Italia — ha detto Amato — e se possono fare le prostitute loro ci mettono i loro corpi e noi ci mettiamo i loro clienti». Ma anche se considerata una semplice traccia di lavoro, l’idea suscita qualche perplessità nella maggioranza. Dice Marina Sereni, vicecapogruppo dell’Ulivo alla Camera: «Amato fa bene a porre la questione perché le soluzioni tentate finora non hanno risolto il problema». Ma la sua è solo una premessa: «Credo tuttavia che un provvedimento del genere potrebbe paradossalmente peggiorare le cose e produrre fenomeni che forse danno meno allarme sociale ma non per questo meno negativi. In sostanza rendere la prostituzione più clandestina e quindi ancora più difficile da colpire». Sono le stesse parole usate nel 2000 da Anna Finocchiaro, allora presidente della commissione Giustizia della Camera, quando Amato rilanciò per la seconda volta la sua idea: «Le intenzioni di Amato — disse all’epoca l’attuale capogruppo dell’Ulivo al Senato — sono lodevoli ma si rischia di spostare la prostituzione dalla strada ad altri luoghi clandestini. E così diventerebbe più difficile da individuare e da reprimere». Allora non se ne fece nulla. Questa volta si vedrà.
Lorenzo Salvia
Simone(Quota) (Replica)
http://video.unita.it/media/Politica/Concita_e_l_Unit_mobile_fare_nostra_parte_2215.html
Simone(Quota) (Replica)
“http://www.unita.it/italia/corso-in-piazza-tutte-unite-contro-il-gioco-sporco-degli-uomini-1.270927”
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“Se la spassa alla grande. Non si fa mancare nulla. Se non governasse il Paese e non frequentasse minorenni sarebbe anche simpatico”
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Hai capito? Va bene finche sgancia soldi e non fa loro danni a livello d’ immagine.
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“Cercano di sfondare nel mondo dello spettacolo e sono costrette a subire incontri con un uomo anziano”
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“Costrette”?
Ma l’ opzione di ANDARE A LAVORARE, per loro, esiste o la scartano in partenza?
Il bello è che, con questo modo di fare di insultare l’ elettorato maschile nella sua totalità, si ritroveranno ancora al governo proprio Berlusconi, dato che allontanano l’ elettorato maschile di sinistra dal voto.
Che la cosa sia voluta? Io ho più di un sospetto.
Il “sodalizio donne-sistema” colpisce ancora: manifestano contro di lui per farlo rimanere lì.
sandro(Quota) (Replica)
Sono d’accordo, Sandro, ho appena pubblicato un articolo dal titolo “Siamo alla farsa”, su questo tema, nello spazio degli “articoli”…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
http://jonathanx.altervista.org/pages/trattaschiavedpo.html
LE NUOVE SCHIAVE
Quante sono
Secondo uno studio realizzato dal Parsec su commissione del Dipartimento Pari opportunità le donne immigrate coinvolte nella prostituzione sono tra le 15 e le 18 mila. Tra loro, la quota delle donne vittime del trafficking, si stima intorno al 10 per cento cioè tra le 1.500 e le 1.800.
Chi sono
Possono dirsi vittime del trafficking le donne che subiscono violenza e coercizione in almeno una delle fasi del percorso con cui arrivano dal loro Paese fino all’Italia.
I fase: Sradicamento dal Paese di provenienza
Le donne possono arrivare nelle mani dei clan perché rapite, vendute dalla famiglia, raggirate (con l’illusione di altri lavori o in relazione alla restituzione di un prestito), minacciate di violenza verso la propria famiglia.
II fase Modalità di trasferimento:
Avviene via mare o via terra, talvolta la vittima è sotto minaccia, talvolta è consenziente perché è stata ingannata. Comunque viene sottoposta a violenza fisica e sessuale all’arrivo in Italia.
III fase: Scopo finale
Le donne trafficate vengono utilizzate in prestazioni di alto profitto come la prostituzione, il lavoro forzato e la schiavitù domestica. La mercificazione dei corpi è un affare estremamente lucroso e le ragazze sono una merce di valore. Per questa ragione lo spostamento delle ragazze è organizzato in piccoli gruppi e soprattutto per le rotte di terra, più sicure di quelle marittime (vedi Scheda sulle rotte).
Quanto rendono
Si stima che la prostituzione sia la terza voce di guadagno per il crimine internazionale organizzato, dopo le armi e la droga. Si calcola che una prostituta possa fruttare almeno dieci milioni al mese. La media del lavoro delle ragazze è di circa tre sere a settimana. In Italia, secondo un calcolo approssimativo, il business della prostituzione delle donne immigrate si aggira sui 180 miliardi al mese.
Noi e l’Europa
E’ difficile fare una stima del trafficking in Europa. I Paesi più interessati sono l’Italia, la Germania (dove il fenomeno presenta caratteristiche molto simili alle nostre nei numeri e nelle modalità), il Belgio e l’Inghilterra.
Fonte: Dipartimento per le Pari opportunità e associazione Parsec
Andrea(Quota) (Replica)
http://www.studenti.it/lavoro/primipassi/prostituzione-giovanile-sempre-di-piu-per-pagare-le-bollette.php
Nel 2006 un’inchiesta di StudentiMagazine aveva rivelato che il 21% delle studentesse usava il proprio corpo per pagarsi gli studi. Erano anni lontani dalla crisi, dai tagli all’università e alle borse di studio. Quello italiano non era un fenomeno isolato: in Francia e Inghilterra gli studenti ricorrevano alla prostituzione per poter affrontare rette universitarie sempre più care, nel Regno Unito addirittura triplicate.
Quello della prostituzione, insomma sembrava vissuto come un espediente temporaneo per potersi permettere di frequentare l’università, guadagnando bene senza sacrificare troppo tempo allo studio con un lavoro “vero”.
Ma a distanza di anni non c’è solo chi vende il proprio corpo per pagarsi una formazione di qualità: una volta ottenuta la laurea, piuttosto che entrare nel sistema degli stage infiniti, della disoccupazione, o del lavoro precario spesso sottopagato c’è anche chi sceglie la strada della prostituzione, come avevamo messo in evidenza con l’inchiesta sul precariato dell’autunno 2010. Alla redazione sono arrivate testimonianze drammatiche di chi aveva perso il lavoro e di chi non ne aveva mai trovato uno, di chi lavorava sfruttato per 500€ al mese e di chi, per evitare tutto questo, preferiva fare la escort perchè, nonostante tutto, “è l’unico lavoro che mi da’ da vivere e mi permette di pagare l’affitto”.
Abbiamo voluto indagare sul fenomeno, cercando di capire se quello della prostituzione come alternativa ad un lavoro diverso è frutto della necessità, della disperazione, della reale mancanza di alternative o è -come sembra- una scelta che oggi si fa in modo sempre più leggero perchè è cambiata la percezione di ciò che è lecito e di ciò che non lo è, perchè è cambiata la morale, il senso del pudore e le inibizioni e perchè, attraverso le nuove tecnologie, oggi è molto più facile entrare nel “giro” grazie agli annunci sul web, chat e via dicendo.
L’INDAGINE: E’ giustificabile prostituirsi se non si trova lavoro o non si hanno soldi per studiare?
Per il 67% degli utenti di Studenti.it la risposta è no, perchè c’è sempre un’alternativa. Per il 14% è invece legittimo perchè “lo fanno tutti”. Possibilista il restante 20% secondo il quale dipende dalle situazioni.
CHI E’ CHE SI PROSTITUISCE?
A scegliere questo espediente sono studentesse ma anche casalinghe benestanti. Poche lo fanno per una reale necessità; la maggior parte lo fa per potersi permettere “il superfluo”, beni di lusso o semplicemente per trasgredire.
“All’inizio non sono escort” – ci ha scritto C., un utente che conosce bene il fenomeno- “sono studentesse ma anche segretarie ecc… La disponibilità delle ragazze è direttamente proporzionale al ceto a cui appartengono per cui più sono povere e più sono difficili e viceversa. Il motivo per cui lo fanno sono due: ovviamente i soldi, che servono per il lusso e gli sfizi, ma anche sesso non convenzionale (…) fare sesso con sconosciuti senza alcuna complicazione emotiva.” A prostituirsi sono donne insospettabili, continua C., giovani, universitarie ma anche donne della medio/alta borghesia, sposate, annoiate.
ANNUNCI E PASSAPAROLA
Se il passaparola è il sistema a cui ci si affida una volta entrate nel giro, all’inizio le studentesse usano il web per trovare i primi contatti. Nei forum specializzati e non (ad esempio olx.it), gli annunci di richiesta e di offerta sono tantissimi e la frase chiave spesso è “Un aiuto economico in rose per una studentessa”.
Il passaparola prevale sempre quando, a prostituirsi, sono invece studentesse del liceo. Una inchiesta della trasmissione Le iene del 2010 aveva denunciato il fenomeno delle baby prostitute, studentesse di liceo che lo fanno per potersi comprare accessori firmati o altri sfizi a cui non hanno accesso con la sola paghetta dei genitori. Il tutto gestito da uno studente “protettore”, che ha la lista dei contatti ed organizza gli incontri. “Già non ti senti benestante… in più con la crisi” racconta una studentessa alle Iene, inconsapevole di essere stata registrata. Ti devi arrangiare in qualche modo, vedi la compagna di classe sempre perfetta, con la borsetta abbinata perchè lei è più fortunata… e quindi dici: perchè io non posso?”
Dalle testimonianze di chi si prostituisce e di chi sfrutta il fenomeno, ma anche dai risultati dell’indagine (sotto) la sensazione che si ha è che la prostituzione spesso non venga vissuta come un espediente mortificante a cui ci si piega per reali necessità. E’ invece un modo facile e veloce per poter guadagnare tanto e pagarsi gli studi senza fatica, bypassare il problema del precariato o accedere a beni e servizi di lusso inaccessibili con le sole risorse di cui si dispone (paghetta, stipendio…). Non è l’unica alternativa possibile ovviamente, ma è sicuramente la strada meno faticosa: “So che non è una cosa normale, ma cos’altro potrei fare? (…) Ora mi sto mettendo da parte un po’ di soldi per pagarmi l’iPhone perchè ormai cel’hanno tutti” racconta una diciassettenne.
Andrea(Quota) (Replica)
Diciassettenni? Se è per questo mi è arrivata notizia, che non so se vera ma comunque da persona attendibile, che in una scuola della mia città ci sono ragazzine di 13 anni, dico 13, che per cinque euro fanno pompini ai compagni. La perdita di percezione del senso delle azioni è tale che mi fa credere di essere avviati su una strada senza ritorno.
armando(Quota) (Replica)
Leggete qua…
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http://sacerdotisposati.splinder.com/post/23942880/mi-chiamo-cristina-faccio-la-puttana-ecco-il-testo-che-ha-fatto-infuriare-berluscon
– Cristina –
L’annuncio sul giornale dice “E tu cosa faresti con me?”. Poi avvisa: parking interno con accesso diretto al piano. Discrezione assoluta. Entri in macchina e sali direttamente in camera. Cristina ti aspetta. Il posto è un palazzo di sei piani vetro e acciaio, zona centrale, piante ricadenti ai balconi: gerani e edere molto ben curati, si vede che qualcuno se ne occupa. Quinto piano, sul campanello accanto alla porta c’è scritto “Centro servizi”. Dentro sembra uno studio medico solo che le pareti e gli arredi anziché grigi e bianchi sono gialli, rosa e arancio. India, colori del sole, alba e tramonto. Per il resto come dal dentista, dal ginecologo. Tavolino con riviste di turismo, piante da appartamento, distributore di acqua con bicchieri di carta: fredda o temperatura ambiente, l’acqua, si può scegliere. Segretaria all’ingresso, coda di cavallo golfino abbottonato e pantaloni: prego, si accomodi, la chiamo io. In sala d’attesa nessuno. E’ quasi l’ora. Qualcuno esce, infatti: voce di uomo, poche parole, rumore della porta che si chiude. Ancora cinque minuti, pochi – penso – per rimettere in ordine la stanza.
Cristina, poi. 28 anni, bruna, magra, alta. Pochissimo trucco, capelli lisci e corti con la riga da un lato. Occhi scuri, pelle chiara. Bel sorriso, camicia bianca e gonna blu, stretta di mano breve e formale. Una ragazza da metropolitana, da motorino, da aula magna dell’università. Nella stanza c’è un letto molto grande, un armadio Ikea, due poltrone e un tavolino con una bottiglia d’acqua, un poster di una spiaggia caraibica con due corpi nudi sul bagnasciuga. La cornice è arancione e anche tutto il resto, mi pare: i cuscini, il copriletto, le tende. C’è odore di mangiafumo al sandalo misto a dopobarba. Candele e colonia, forse. Misto, comunque.
“Amo il mio lavoro, voi non dite così? Lo faccio volentieri, mi piace. Io glielo racconto, certo, ma tanto vedrà che poi non lo scrive. Le puttane vanno compatite perché poverette sono costrette dalla povertà dal degrado dalla necessità e se lo fanno è colpa dei papponi che le sfruttano e degli uomini che le pagano, difatti loro non sono colpevoli, per la legge: sono colpevoli gli sfruttatori e in qualche caso in qualche paese i clienti. Loro sono vittime, se potessero scegliere farebbero certamente le insegnanti o le brave madri di famiglia, no?, vorrebbero una bella cucina un salotto col divano a elle un buon marito che torna a casa la sera e le bacia dicendo ciao amore come va. Le cassiere al supermercato, come faceva mia madre, anche. La logica è questa, fa comodo pensare così. Invece no, non è vero. Io faccio la puttana: non sono una puttana, è diverso. Lo faccio perché rende molto e costa poco, lo faccio part time solo la mattina, il pomeriggio vado in giro sto col mio ragazzo se lui è libero, la sera faccio la babysitter a due bambine, ogni tanto, due bimbe bellissime gli riguardo i compiti e gli leggo i libri e le metto a letto che la mamma non può, fa l’avvocato, torna tardi.
Lo faccio perché mi sento di dare qualcosa a qualcuno che ha bisogno, anche, ci crede? È così. Non voglio fare la parte dell’assistente sociale della crocerossina del medico umanitario, ci mancherebbe, anche se so di cosa parlo perché da ragazza io poi quella cosa lì l’ho fatta, sono andata a vent’anni nella ex Jugoslavia in un campo di una Ong a fare la volontaria, un’estate l’ho fatto. Ma questo non c’entra. Dico che gli uomini che vengono qui io li vedo, ci passo il tempo, vedo le loro pance gonfie i denti storti, le cravattone che gli servono a fare finta di essere importanti, le scarpe quadrate che mi fanno pena. Nei vecchi vedo la pelle vizza e il pisello moscio, la loro vergogna e la loro ostinazione a dimostrare che ce la fanno ancora, nei giovani vedo la maschera che si mettono e dietro tutte le paure.
Ci sono quelli che vogliono che ti gli dica solo di no, ce n’è uno che viene qui tutti i martedì vuole che io lo respinga, vuole che gli dica scusa ma proprio non posso ho i minuti contati ho altro da fare, vuole che gli dica: ho due minuti, conto fino a 120 e poi te ne vai. Mi metto davvero a contare, quando sono verso 30-35 gli viene duro, io conto gli dico 90 il tempo sta per scadere e lui lo mette dentro, gli dico 110 e lui spinge, corre, sente che non ha più tempo, che fra dieci secondi mi toglierò da lì e me ne andrò. Gode così. A volte ci riesce, non sempre. Poveretto. Penso sempre chissà cosa gli hanno fatto da piccolo. Chissà chi è che se ne è andato e non lo ha voluto. Torna in un posto della sua memoria, da qualcuno che non lo vuole, questo penso. Lo aiuto. Poi certo dopo si vergogna, mi tratta freddamente, a volte male: sono il suo imbarazzante testimone. Poveretto.
Ce n’è uno sui cinquanta che mi vuole legare, le mani e i piedi, di schiena carponi. Se gli dico sì legami ti stavo aspettando non voglio altro lui si immalinconisce e non lo fa. Una volta mi ha raccontato di sua moglie che non lo vede, lui dice, lo guarda ma non lo vede, non gli parla. La ama: non può fare a meno di lei della sua indifferenza. “Se resta con me vuol dire che mi ama anche lei”, dice. Lo deduce dall’inerzia. Allora gli dico no ti prego non mi legare stamattina facciamolo guardandoci negli occhi e lui è felice, mi sussurra no puttana girati, mi lega finge di violentarmi e sta bene un quarto d’ora. E’ chiarissimo, quando fai questo lavoro, che quello che loro vogliono è che tu faccia finta che non ti facciano schifo: che tu non veda i loro abissi, le loro carie, i loro segreti di cui non parlano con nessuno e che forse nemmeno si dicono mai con se stessi, anzi, al contrario, hanno bisogno che tu non mostri nausea del loro cattivo alito e dei loro odori, le loro sporcizie nascoste nelle pieghe della pelle sotto i vestiti grigi, le loro vite povere, da qualche parte definitivamente segnate. Poi ti dicono scusami, a volte, o povera bambina. Ma poveri sono loro, non io. Io apro le gambe, li tengo dentro, li accolgo. Sono loro che ne hanno bisogno, pagano per questo. Io ho imparato a controllare la nausea molto tempo fa, non la sento, non li sento dove fanno schifo.
Anzi. Prendo i loro soldi, tampono le loro falle, risarcisco le ferite. Non è che sia sempre una passeggiata, certo. Certi giorni non ne ho voglia. Quelli che mi dicono “povera ragazza lo fai per bisogno lo fai perché c’è gente come me che ti costringe, avresti diritto a un lavoro normale” mi fanno proprio incazzare. Questo è un lavoro normale. E’ un lavoro necessario, perché così tutti possono continuare a dare gloria alle loro famiglie unite e solidali e a sopportare le loro miserie. E’ un servizio. Mia madre faceva la cassiera, gliel’ho detto. Le faceva schifo. Si alzava la mattina e diceva che schifo di lavoro, poi ci andava. Avrebbe voluto scrivere favole per bambini, magari, o suonare il flauto. Non lo so. Avrebbe voluto un’altra vita, ha avuto quella. Nessuno lavorerebbe se non ne avesse bisogno: con l’eccezione dei missionari e dei filantropi, certo.
Io ho studiato per fare l’antropologa. Buoni voti, professori entusiasti. I miei felici di una figlia laureata. Sono andata a fare la volontaria dove c’era bisogno, ho visto il mondo. Poi sono tornata qui e tutto quello che ho trovato è stato un lavoro in un negozio di biancheria intima. Seicento euro al mese contratto a progetto. Il mio ragazzo è architetto, lavora in uno studio internazionale, viaggia molto. Un giorno a casa di un amico ci siamo messi a scherzare, abbiamo guardato certi siti internet, c’erano gli annunci, le offerte: vergine offre per mille euro il piacere di essere presa. Vergine? Ridevamo. Dove sono le vergini? Il piacere di essere presa? Ma come parlano? Poi la sera ci ho pensato, e il giorno dopo anche, e tutta la settimana ancora: mille euro, quanto durerà? Al massimo un’ora, accidenti. La prima volta è stato difficile. Ho dato appuntamento a un tizio via mail, poi non ci sono andata. Ho pensato: e se mi ammazza? Perché vede poi è questo il punto: non hai paura di lasciarli fare quello che vogliono fare. Hai paura che ti ammazzino, dopo: con un coltello, con un cuscino, che ti scaraventino giù da una macchina in un burrone, che ti mettano il nastro adesivo sulla bocca e ti buttino a marcire in cantina. Per non lasciare testimoni, è ovvio. Perché magari la loro debolezza è talmente profonda, talmente indicibile che non vogliono, dopo, che ne resti traccia. Per questo la cosa fondamentale è stare qui, protetti, sicuri, con una segretaria alla porta. Certo, la società non lo ammette. Sa quanti matrimoni non avrebbero senso se ci fosse un servizio legale e sicuro di servilismo a pagamento? Non voglio fare della sociologia a buon mercato. Dico solo che lo so per esperienza, per aver visto mia nonna mia madre le mie zie le mie amiche e me stessa. Il mio ragazzo quando è nervoso o stanco dice fammi un pompino. Dice: se tu me ne facessi uno al giorno sarei un’altra persona, poi ride. Però io lo so che è vero. Dice: è insopportabile tornare a casa e non trovare niente da mangiare. Vale per la biancheria, vale per le camicie stirate. Vale per la buona figura che gli fai fare con i colleghi di lavoro la sera se ti metti carina e hai le autoreggenti: caspita, pensano quelli, che fica. Caspita che uomo ad avere una così. Ecco, servizi. Tutti servizi che si potrebbero tranquillamente dare come una linea telefonica dedicata, una spesa a domicilio.
Però no, bisogna che lo facciano le mogli, le fidanzate: è il loro ruolo sociale. Le puttane servono a coprire le disfunzioni del sistema: le mogli alcolizzate e depresse, quelle che non ti rivolgono la parola se non per dirti dove hai messo le chiavi della macchina, quelle che non si tingono i capelli perché non gliene frega niente di piacerti, quelle che dormono fino a mezzogiorno poi vanno a fare shopping, quelle che si ammazzano di lavoro fuori tutto il giorno e la sera non sono carine, no, e meno che mai si fanno legare. Vabbè, comunque mi sa che ho parlato anche troppo e poi tanto lei queste cose di certo non le scrive. La nostra ora è finita, fra dieci minuti arriva il prossimo cliente: cento euro anche lui, certo, gli stessi che ha pagato lei per il mio tempo. Faccio cinquecento euro tutte le mattine, sì. Netti. Cinque giorni alla settimana, il week end raggiungo il mio ragazzo. Sono diecimila euro al mese. Pago un affitto, me ne restano ottomila. Qualche volta quando sono stanca di dire bugie penso ‘smetto’ ma ci ripenso sempre: dov’è un altro lavoro pagato così? Nemmeno un amministratore delegato. D’altra parte è giusto, è un guasto del sistema che ha il suo prezzo, alto. Per continuare a credere che è tutto a posto, va tutto bene, le puttane devono restare segrete, commiserate, compiante e ben pagate. Così la macchina funziona. Il lavoro i bambini le vacanze di Natale le solitudini la vecchiaia i tormenti segreti le ossessioni nascoste.
A me non costa niente, mi pare anche di fare una buona cosa. Sono utile al mantenimento dell’ingranaggio, aiuto persone in difficoltà, guadagno e non mi si vede. Non esisto. Le mogli le fidanzate lo sanno, certe volte, e va bene anche a loro: non esisto, appunto. Loro fanno finta di non sapere, i loro uomini fanno finta di non avere bisogno. Accesso diretto dal parcheggio. Mi sento fortissima, certe volte. Proprio wonder woman. Io li vedo, io li so. Io devo solo aprire le gambe, aprire la bocca, dire di si o di no quando lo chiedono e se no indovinare quello di cui hanno bisogno. Dov’è l’umiliazione? Che sciocchezza colossale. Umiliato è chi chiede o chi dà? Io sono più forte di loro, di tutti quanti loro messi insieme. Io li posso sopportare, disinnescare, placare, eccitare. Io gli servo, loro mi pagano. La padrona sono io”.
25 gennaio 2011 – unita.it
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Mi sento fortissima, certe volte. Proprio wonder woman. Io li vedo, io li so. Io devo solo aprire le gambe, aprire la bocca, dire di si o di no quando lo chiedono e se no indovinare quello di cui hanno bisogno. Dov’è l’umiliazione? Che sciocchezza colossale. Umiliato è chi chiede o chi dà? Io sono più forte di loro, di tutti quanti loro messi insieme. Io li posso sopportare, disinnescare, placare, eccitare. Io gli servo, loro mi pagano. La padrona sono io”.
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Sandro2(Quota) (Replica)
Ho rivisto Roma di Fellini, c’è la scena delle case di tolleranza che credo descriva bene il clima che c’era:
http://www.youtube.com/watch?v=GsjZ_AKlq1k&feature=related
Leonardo(Quota) (Replica)
http://www.zeroviolenzadonne.it/rassegna/pdfs/bb8ab9711178bb379120aa79e9556a52.pdf
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Sandro2(Quota) (Replica)
Dalle mie parti, da un po’ di anni a questa parte, si prostituisce un bel numero di ragazze rumene, fra queste una ventiduenne gran fica, che io stesso conosco molto bene (al pari di qualche altro… migliaio di uomini della mia città). Be’, questa ragazza partì dalla Romania poco più che diciottenne, per andare a prostituirsi a Roma (dove tuttora ha la residenza, benché “lavori” nella mia città) e posso assicurare che, al pari di tante altre, non accetterebbe mai di andare a faticare in un bar o altrove, perché in un paio di giorni guadagna quello che un impiegato di banca non guadagna in due mesi…
Ma c’è dell’altro: per lei prostituirsi è per certi versi DIVERTENTE,* ma non perché le piaccia scopare con i clienti (non prova assolutamente niente; parole sue), bensì perché oltre a guadagnare un “botto” di soldi esentasse, è pienamente consapevole del suo potere seduttivo sugli uomini e di quanto questo le renda la vita facile.
Un potere che un uomo, per quanto bello, attraente e/o ricco, non possiederà mai.
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* Si tratta sempre di parole sue, dette a me circa tre mesi fa, dopo che avevamo scopato nell’appartamento nel quale vive. Ah, vorrei precisare che la ragazza (così come le altre due ragazze rumene che vivono con lei) non ha alcun pappone alle spalle.
Daniele(Quota) (Replica)
http://27esimaora.corriere.it/articolo/laccusa-di-iana-tornata-in-romaniaper-rubare-le-minorenni-al-racket/
Sandro2(Quota) (Replica)
Sandro2 …… Guarda caso proprio lì sto a commentare.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)