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18 Set 2011  |  73 Commenti

Filosofia da escort (e non solo…)

Guardate questo video. In particolare la prima parte, quella dell’intervista alla “escort”.

Personalmente, depurandolo dai riferimenti contingenti (Berlusconi, sinistra, etc., etc., …) lo trovo esemplare di quel “lato oscuro” femminile dalle più negato e mai indagato, anzi ribaltato su di noi, come sempre origine di tutti i mali. La famosa irresponsabilità femminile. O dovrei dire femminista? Io opto per la seconda.
Un’altra considerazione.
Guardando quel video non ho potuto fare a meno di correre col pensiero all’elaborazione concettuale di uomini beta, sto parlando de “Il movimento” di Fabrizio Marchi. Secondo me il video sarebbe perfetto (mi riferisco alla prima parte) ad accompagnare e confermare alcuni concetti ivi contenuti quali: “……. Hanno scelto cioè di venire a patti con il sistema stesso e di diventarne parte integrante, anche se, ovviamente, con differenti ruoli e livelli di responsabilità. Hanno scelto altresì di essere ridotte ma in larga parte di autoridursi a merce, non solo dal punto di vista pratico ma soprattutto da quello psicologico, cioè del loro modo di essere, di vivere e di concepirsi all’interno della relazione con l’altro genere. ……”.
Certo in questo caso il vettore (la puttana) squalifica il messaggio (mercificazione e auto-mercificazione femminile), ma lo rende cristallino ed evidente (a mio parere, ovvio) come non mai.


73 Commenti

Fabrizio Marchi 5:08 pm - 18th Settembre:

E’ veramente doloroso ascoltare le parole di questa donna, costretta ad una vita infernale dal potere machilista…Mi chiedo cosa si possa fare per liberarla dalle sue catene…
Fabrizio

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mauro recher 5:13 pm - 18th Settembre:

http://www.facebook.com/Subsonica/posts/235886659797108

leggete i vari commenti ,sopratutto dalle donne ,si possono definire tranquillamente “politicamente corretti”
ma allora è un vero peccato che quando noi mettiamo in luce certe questione ,ci definiscono sfigati e sagaioli , mi sembra che ci sia qualcosa che non va

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mauro recher 5:30 pm - 18th Settembre:

@fabrizio
mandarla in qualche fonderia ?
oppure in qualche campo del sud a raccogliere pomodori ?
ma no ,la sua “bellezza” sfiorirebbe davanti a qualche colata di alluminio o al sole di una calda giornata estiva …
il potere opprimente maschilista per lei ha riservato le luci soffuse di arcore, che peccato …e ovviamente contro la sua volontà ,e poi diciamolo ,la tuta blu non gli donerebbe ,la farebbe più grassa

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Luigi Corvaglia 6:16 pm - 18th Settembre:

Sono del parere che il femminismo abbia accentuato e alimentato tale irresponsabilità femminile, ma non credo affatto che ne sia la causa.
Secondo me una certa irresponsabilità femminile – per quanto riguarda il rapporto con gli uomini – è intrinseca. (Marco)
____________________________________________

Non la vedo del tutto così. Per farmi capire però devo necessariamente mettere in mezzo il mio vissuto.
Ho oramai (sigh :-() 51 anni ed abito in un piccolo paese del Sud (nel Salento per capirci). Un piccolo privilegio che età e posizione geografica mi hanno concesso e stato quello di poter osservare, dal di dentro (mia madre contadina, mio padre muratore), il morire di quella cultura dalle femdoministe apostrofata come “patriarcale”, da me semplicemente “contadina” o “rurale” e la nascita o meglio l’affermarsi della nostra cosiddetta civiltà industriale e post industriale.
Anche se con occhi da bambino, poi adolescente, io c’ero.
Bene. Se guardo quel tipo di società alla luce della mia esperienza e senza darne un giudizio di valore io non vedo irresponsabilità femminile (e per la verità nemmeno oppressione maschile). Vedo solo responsabilità femminili e responsabilità maschili di tipo diverso e su livelli diversi ma del tutto funzionali al tipo di organizzazione economica e sociale del tempo, che lo ricordo erano durissimi.
Poi si è affermata l’odierna società del cazzeggio, …. pardon … industriale e post industriale.
Ma se non sbaglio è un film ancora in onda …….
Concludo.
Non ritengo intrinseca l’irresponsabilità femminile. La ritengo un portato dell’attuale società permeata dalla narrazione femminista.

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Luigi Corvaglia 6:21 pm - 18th Settembre:

Fabrizio il tuo intervento mi stringe il cuore …. sad

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dia 8:50 pm - 18th Settembre:

Struggente ritratto di donna oppressa, con vista.
Il mio Oscar personale va a “Tarantini non ha scoperto l’acqua calda”.

http://www.youtube.com/watch?v=KO5idJkm9yM
Segnalo questo link all’intervista con i commenti del curatore, in sovrimpressione. Alcuni sono esilaranti.

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Luigi Corvaglia 8:16 am - 19th Settembre:

Nella mia replica al commento di Marco mi sono reso conto che c’è un elemento di equivocità (quanto meno in chi legge) che vorrei chiarire.
Ad un certo punto affermo: “Bene. Se guardo quel tipo di società alla luce della mia esperienza e senza darne un giudizio di valore io non vedo irresponsabilità femminile (e per la verità nemmeno oppressione maschile). Vedo solo responsabilità femminili e responsabilità maschili di tipo diverso e su livelli diversi ma del tutto funzionali al tipo di organizzazione economica e sociale del tempo, che lo ricordo erano durissimi.”
Senza chiarire il mio “punto d’osservazione” sarebbe ben facilmente contestabile. Ad esempio anche leggendosi il link di Andrea postato in altra discussione.
Il mio punto d’osservazione, ma lo si intuiva dal passaggio ” …. poter osservare, dal di dentro (mia madre contadina, mio padre muratore) …” e quello degli uomini beta, dei deboli, delle persone a vario titolo oppresse, ieri come oggi.
Degli alfa di ogni tempo ed aggiungo sesso, non me ne può fregare di meno.
Tanto loro, la storia se la sono già scritta da soli.

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cesare 9:35 am - 19th Settembre:

Domanda: rispetto al rapporto di scambio personale raccontato da questa bella signora tra favori di bellezza offerte da bellezze x il tramite di gestori di bellezze e affari, e il rapporto di scambio parlamentare tra gli attuali nostri stimatissimi parlamentari tra la legge sul 33% di posti nei CdA attribuiti e imposti dalla forza pubblica alle donne e il consenso femdominista agli assurdi privilegi della casta, c’è qualcosa di diverso?

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barbara martusciello 10:19 am - 19th Settembre:

“quel lato oscuro femminile” un accidente, Fabrizio! Intanto, è un lato palesato, oggi; e poi, lo è di e da una parte – solo una porzione – miserevole di donne. Di donne piegate a un Sistema che le ha imbrogliate, de-culturalizzandole e de-eticizzandole (passatemi lo scioglilingua!), prima assoggettate e poi rese complici. A questo punto, questa tipologia è divenuta cancro, parte del Meccanismo. Insomma: “il dado è tratto”. Ma è parziale. Assolutamente parziale e mi pare che in questo vostro UOMINIBETA la generalizzazione sia una costante. Piuttosto fastidiosa. Almeno per me, per tante di noi, Donne “altre” rispetto a quelle schierate nel Sistema di cui sopra. Ribadisco: nessun lato oscuro femminile, pertanto, ma un lato maledettamente chiaro che appartiene a quella parte – già detto: miserevole – che ha smemorato (se mai ha saputo: maledetta ignoranza!) tante lotte di genere che hanno ridisegnato un mondo migliore, per trasformarlo ambito di parità, della responsabilità, del rispetto. Che è e deve essere della persona. Io, e come me tantissime “colleghe”, sento di non avere nulla in comune con questo tipo di donna né con questo tipo di cultura: a quelle mi oppongo, vivo e agisco in maniera diversa e ho scelto un percorso che contribuisca a ristabilre un diritto alla libertà e all’etica collettiva, alle vere pari opportunità, al rispetto di ogni individuo. Ecco: perché non parlate di queste Donne? Perché non confrontarsi con questa realtà? Che non è affatto una minoranza, come vogliono farvi/ci credere. Nelle Anche nelle Arti visive più innovative e nella Cultura sono questi i temi affrontati e dibattuti e nella quotidianità troverete tanti esempi alti che possano riconciliarci con noi stesse – donne – e tra di noi – uomini e donne – tanto da portarci INSIEME verso un’alternativa che non sia / non è esclusivo di un partito, che non è serraglio politico ma è un territorio luminoso e ampio: della morale (non del moralismo!!), dell’Etica e, perché no, dell’Estetica. Che è materia più profonda e complessa di quella che racconta la signorina del video e le tante poveracce nelle intercettazioni.
Un caro saluto e buon proseguimento. Alè.

Barbara Martusciello

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barbara martusciello 10:28 am - 19th Settembre:

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Marco Pensante 11:10 am - 19th Settembre:

Cara Barbara, cominciamo col dire che ormai da decenni le donne generalizzano costantemente sugli uomini, e pure alla grande, ma vogliono esigono pretendono che nessuno generalizzi su di loro. Be’, ti do una notizia: c’è l’uguaglianza dei sessi, facci l’abitudine. In secondo luogo, se c’è un Sistema che ha imbrogliato le donne è stato il femminismo, convincendole che utilizzare il proprio corpo e la propria sessualità come strumento di potere era giusto, desiderabile e liberatorio. Piantiamola con la storia che queste ragazze sono vittime. Sanno benissimo quello che fanno, ne traggono profitto e vantaggi e nessuno le obbliga, anzi. In terzo luogo, forse tu e le donne “altre” non avrete nulla in comune con questo tipo di donne, ma per anni siete state a guardare e avete tacitamente approvato il loro comportamento, dando la colpa ai “maschi maschilisti”. Ora queste ragazze PARLANO ANCHE PER VOI, e ci credo che vi scoccia, ma ve la siete voluta. In quarto e ultimo luogo, noi non parliamo di queste “Donne” (togliere maiuscola, grazie) per lo stesso motivo per cui voi non parlate degli uomini onesti che faticano per tenere un tetto sopra la testa a moglie e figli; poi magari quando la moglie vuole il divorzio (perché? perché “non si sente realizzata”) e gli porta via figli e casa, tirate fuori l’oscena ipocrisia che “è per il bene dei figli”. Pensaci un po’, prima di infastidirti a nome di tutte le donne.

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cesare 11:32 am - 19th Settembre:

Barbara io la penso così:
il lato oscuro c’è sempre, nel maschile e nel femminile. Dunque è anche di tutte le donne portare nel cuore l’ombra, nella versione al femminile. Non vorrei che individuarlo solo nella “mignotteria di classe” (che è il meno), come mi sembra tu faccia, all’insegna dell’ eterno: “loro si hanno in casa l’ombra, ma noi no: tutto in noi è in luce”, serva alla fin fine a negare l’ombra propria e quella di genere.
Se così è, è a mio avviso ( e non solo mio) una operazione nefasta.
Questa negazione l’ ha fatta e tuttora la fa il femminismo e ormai, in concreto la fanno milioni di donne, anche (ma non solo) dal femminismo indotte a teorizzare la luminosità 100% propria e del genere femminile: tutte senza peccato, nemmeno quello originale.
Il che ha reso tanto più cieche le donne moderne quanto più si sono convinte di essere luminose e prive di ombra. Ne è nata la tipologia psicologica femminile di massa, non della “donna liberata e liberante”, ma solo della “innocente feroce”, con una tale trave negli occhi che ormai non sa nemmeno più che cosa sia nè la luce nè l’ombra. Un abito psichico artificiale, uno sguardo, quello della “innocente feroce” che ha reso insopportabile tanta parte dell’ ex gentil sesso. E lo sta portando, sempre a mio avviso, al disastro.
E’ buona cosa guardare con attenzione e fiducia alla propria ombra (e alla trave che si ha negli occhi): rende umani e aiuta a tenere i piedi per terra. Per cui: chi invita le donne a questo tipo di consapevolezza darà fastidio, ma lo fa perchè ama le donne

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Luigi Corvaglia 11:54 am - 19th Settembre:

“quel lato oscuro femminile” un accidente, Fabrizio! Intanto, è un lato palesato, oggi; e poi, lo è di e da una parte – solo una porzione – miserevole di donne.
(Barbara Martusciello)
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Beh … intanto l’ho nominato io il lato oscuro femminile, poi non ho mica affermato che si esaurisce in quello.
Ho solo detto che lo trovo esemplare.
Per il resto mi trovo sulla linea di Marco Pensante.

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Rita 11:57 am - 19th Settembre:

scusa Barbara..
quoto il post di Marco Pensante. Capisco il “fastidio” (la famosa punturina allo stomaco che ti fa pensare,… no, io no, io non sono così, oh mio dio io sono diversa). Poi se con calma ci ragioni su, se provi a metterti (per quanto possibile) nei panni dell’altro ti accorgi che il femminismo ha vissuto di generalizzazione sugli uomini e su questa generalizzazione è prosperato.
Come dice Marco .. probabilmente è la stessa cosa che pensano milioni di uomini di fronte a manifesti, post, cartelli, spot pubblicitari e quant’altro con la scritta “la violenza maschile sulle donne ti riguarda”. Ma c’è sempre qualcuno pronto a ricordare che no, magari non hanno mai malmenato o picchiato una donna ma sicuramente qualche violenza psicologica di stampo “culturalmaschilistadovutaalsistemachelorostessohannomessoinpiedienoichecentriamo?” l’hanno fatta. E’ impossibile che non sia così..è il sistema instaurato dagli uomini che è oppressivo sulle donne quindi tutti hanno almeno una volta oppresso una donna.. direttamente o indirettamente ti torna? smile

Poi è vero che ci sono moltissime donne che certamente non si sono vendute per 10000 euro a notte…e magari rifiuterebbero persino sdegnate quella proposta indecente però sai, a me viene in mente sempre quella meravigliosa “gaffe” di una ragazza comune, una di noi, una di quelle di cui parli tu probabilmente che lavora, studia etc… dopo aver frequentato e letto un po’ di post nel vecchio forum sulla QM se ne uscì con un “sesso gratis? Ah.. vi siete traditi, ecco dove volevate arrivare.. sesso gratis ettepareva”.

Se non vado errata si chiamava Deborah.

Insomma, forse non te ne rendi nemmeno pù conto ma qui, quando dici:

Di donne piegate a un Sistema che le ha imbrogliate, de-culturalizzandole e de-eticizzandole (passatemi lo scioglilingua!), prima assoggettate e poi rese complici…

stai implicitamente dicendo che quelle donne sono state “imbrogliate” in qualche modo per renderle complici, il termine indica che non hanno colpa o responsabilità culturale, Accidenti sembra abbiano dovuto subire un lavaggio del cervello per deculturalizzarle, deticizzarle (perchè sicuramente tutte le donne nascono con cultura e etica “giusta” atta a migliorare il mondo di default, occorre un processo laborioso per togliere loro questa caratteristica?)

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Daniele 12:19 pm - 19th Settembre:

barbara
>>>>>>>>>>>>
Di donne piegate a un Sistema che le ha imbrogliate, de-culturalizzandole e de-eticizzandole (passatemi lo scioglilingua!), prima assoggettate e poi rese complici.
>>>>>>>>>>>>
Scusa, ma detto molto francamente, non se ne può più dei piagnistei femminili.
Passate l’intera esistenza a raccontare, ed a raccontarvi, di essere più furbe e intelligenti degli uomini, i quali, a vostro dire, sarebbero sostanzialmente dei poveri ritardati mentali.
Poi, non si sa come, verreste continuamente ingannate dai medesimi, ovvero da coloro che vi sarebbero intellettivamente ed emotivamente inferiori.
Un consiglio: fate pace col cervello!

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dia 12:28 pm - 19th Settembre:

x barbara:
… cioè, certe donne sarebbero “compagne che sbagliano”, per usare un linguaggio in voga ai miei tempi? Traviate dal sistema? Usate dal potere? (Due concetti che non ho mai messo bene a fuoco, sistema e potere…)

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Fabrizio Marchi 12:39 pm - 19th Settembre:

Cara Barbara, non ho mai pensato che QUEL genere di donna (la/e escort in oggetto) sia rappresentativa della totalità o della grande maggioranza dell’universo femminile. E’ evidente che si tratta di una minoranza, su questo non c’è dubbio. Non avrei di certo messo in piedi tutto questo ambaradam se il problema fosse riconducibile a qualche puttana di professione o a qualche aspirante velina che sceglie di vendere consapevolmente e liberamente il culo (nel senso letterale e non metaforico del termine)per apparire in tv.
Queste sono facezie, peraltro da sempre esistite, non c’era certo bisogno di elaborare una teoria critica della realtà per arrivare a dimostrarle. Magari, aggiungo, il problema fosse solo quello, non saremmo neanche qui a parlarne. Converrai con me che non avrebbe neanche senso fondare un movimento di consapevolezza maschile per denunciare l’esistenza di qualche escort, non trovi?
Da un certo punto di vista, quel video è anche controproducente per la nostra causa, proprio perché,essendo palese la pochezza e la volgarità di quella donna, è gioco assai facile controbattergli e sostenere esattamente quello che hai appena detto tu:”Quella donna rappresenta una infima minoranza di donne, le donne “vere” sono ben altro, non hanno nulla a che vedere con quella “roba” lì ecc. ecc. ecc …”. Perdonerai senz’altro la mia schiettezza ma trovo che il tuo intervento sia abbastanza scontato; una difesa d’ufficio molto, troppo prevedibile.
In realtà ho scelto di pubblicare quel video (anche su face book)proprio perché sapevo che avrebbe fatto uscire dal guscio e provocato la reazione anche di persone come te, che conoscono Uomini Beta fin dalla sua nascita, che sono state ripetutamente stimolate e “provocate” (ci siamo capiti…) dal sottoscritto ma che fino ad ora erano rimaste silenti. Ecco, se mi passi la presunzione, ero convinto che pubblicare l’intervista di una donna così palese nel suo squallore avrebbe provocato una reazione. Diciamo che sotto questo profilo sono riuscito nell’intento.
Fatta questa premessa, è evidente che la questione è estremamente più complessa rispetto a come la riduci tu (poche mele marce e tante donne meravigliose, che è poi la rielaborazione in salsa progressista, politically correct e di “sinistra” della vecchia, bigotta e reazionaria dicotomia “sante e puttane”…) e riguarda non tanto e non solo l’agire pratico di questa o quella singola donna quanto la sfera psicologica e culturale dell’universo femminile nel suo complesso, il suo modo di viversi e di concepirsi, e naturalmente il suo modo di vivere e concepire la sua relazione con il genere maschile, naturalmente all’interno dell’attuale contesto socio-culturale. Il tema è amplissimo ed estremamente articolato e per questa ragione non posso che rimandarti alla lettura del nostro sito o quanto meno di alcuni fondamentali articoli (suggerisco, fra gli altri, “Il Movimento Beta”, sulla homepage, “L’emergere storico della QM” nello spazio degli editoriali, e naturalmente anche del mio primo libro “Le donne: una rivoluzione mai nata” e soprattutto del libro di Rino Della Vecchia, scaricabile in rete, dal titolo “Questa metà della Terra”). Sei una donna intelligente, colta e curiosa e quindi non avrai difficoltà o problemi da questo punto di vista.
La domanda che ti rivolgo e sulla quale ti ho più volte sollecitato ad una riflessione comune, meglio ancora se in uno spazio pubblico e non virtuale, è la seguente:”Possiamo ancora considerare il genere femminile il soggetto di quella trasformazione epocale del mondo e della realtà auspicata qualche decennio fa? O, viceversa, il “femminile”, una volta “liberato”, ha scelto di andare in un’altra direzione, che a mio parere è invece quella di diventare l’architrave, da un punto di vista culturale e psicologico (e quindi inevitabilmente anche sociale,politico ed economico) del sistema dominante (una realtà concreta, fatta di uomini e di donne in carne ed ossa, non una sorta di entità astratta e impersonale) fondato sulla ragione strumentale e mercantile, eretta a ideologia e condizione “psicospirituale” prima ancora che a prassi?
Ecco, credo che la questione centrale sia questa, inevitabilmente lacerante, me ne rendo conto, sempre che la si voglia .affrontare con onestà intellettuale e soprattutto fuori dai luoghi comuni, dalle liturgie e da quelle generalizzazioni a cui fai riferimento anche tu, giudicandole giustamente fastidiose. E allora bene abbiamo fatto anche noi, a questo punto, a generalizzare un pochino, solo un pochino, quanto meno in questo modo forse riusciremo ad aprire la discussione… .
Prova a pensare solo per un attimo quanto possa essere “fastidioso” e “generalizzante” sentirsi ripetere da ormai quarant’anni che gli uomini sono tutti, sempre, comunque e dovunque gli oppressori, i privilegiati (…), i violenti, i responsabili di ogni bruttura che esiste da sempre nel mondo e che le donne, al contrario, sono sempre, comunque e dovunque le vittime innocenti, le oppresse, le discriminate.
Pensaci…
Ciò detto, come ripeto, sarei felicissimo e disponibilissimo ad un pubblico confronto (sei un’operatrice culturale, anche di valore)in qualsiasi momento.
Un abbraccio!
Fabrizio

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dia 1:03 pm - 19th Settembre:

rita scrive: “….quelle donne sono state “imbrogliate” in qualche modo per renderle complici, il termine indica che non hanno colpa o responsabilità culturale…”

sottoscrivo. Manca sempre una vera assunzione di responsabilità, non di colpe. Ieri, del resto, leggevo sull’ultimo libro della Badinter che le donne hanno anche il “diritto” di essere da scarse a pessime madri, senza sensi di colpa, senza assumersi indebite responsabilità che le intralcino nella realizzazione di sé. Uh. D’accordo. Vale lo stesso per i padri? E c’è qualcuno, al posto loro, che si assume qualche responsabilità in materia di figli?
Il titolo francese del libro è eloquente: “Il conflitto: la donna e la madre”. Non fatevi problemi se sono i figli a rimetterci, perché in quanto donne avete il diritto di non rinunciare a niente.

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Alessandro 2:00 pm - 19th Settembre:

Ieri Bossi affermava che in Italia non c’è più democrazia. Ha ragione: infatti un Paese che consente, senza reagire democraticamente, a una persona come lui, ministro della Repubblica, di sparare qualsiasi idiozia è un Paese dove la democrazia sta andando a rotoli. Sul suo compare Berlusconi non credo ci sia più niente da dire.
Sulle escort…bè, svolgono un lavoro dignitoso, come tanti altri, con la grave eccezione che non pagano le tasse sui loro guadagni, ma questa non è solo colpa loro, quanto dei/delle cattofemmnisti/e che stabiliscono che cosa è giusto o sbagliato in questo Paese.
Sulle femministe che fanno capolino a ogni storia di sesso-potere, recitando la solita solfa, bè, loro vorrebbero vedere tutti gli uomini “strisciare” per ottenere una qualsiasi relazione sessuale. Sanno quanto peso quell’aspetto riveste nella vita di un uomo. Che ci sia qualcuno che paga e ottiene quello che vuole senza passare per le forche caudine, questo risulta a loro insopportabile.
Quindi mi tengo volentieri le escort, che preferibilmente rilascino però ricevute fiscali smile, e “butto a mare” i Bossi, i Berlusconi e le solite, lagnosissime, oramai insostenibili femministe.

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dia 4:35 pm - 19th Settembre:

p.s. mi era sfuggito il commento delle 11.10 di Marco Pensante, che sottoscrivo integralmente.

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mauro recher 5:17 pm - 19th Settembre:

@fabrizio ,ma ovviamente per tutti ,c’è una domanda che mi frulla in testa ,qui si parla che le donne vere sono altre ,ma nessuno/a si è mai chiesto chi sono gli uomini veri?

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Luigi Corvaglia 6:42 pm - 19th Settembre:

> Mauro
Secondo me perché chi ragiona mutuando, facendo propri gli schemi del femminismo e qui non sto a sindacare se lo fa per convinzione o perché direttamente o indirettamente ne è influenzato/a, tanto il risultato è lo stesso, ripeto, chi ragiona in quella maniera questa semplicissima domandina non può proprio porsela.
E perché secondo te?
Perché chi afferma di difendere il proprio genere, giustamente aggiungo, affermando che “le donne vere sono altre”, non può accettare che noi si dica in questo contesto o in altri contesti che “gli uomini veri sono altri”?
Perché quello che accettano per se stesse non è valido per gli altri?
Mah … se lo facessero l’intero castello femminista verrebbe giù, basato com’è sulla narrazione dell’uomo sempre colpevole e della donna sempre innocente (ferocemente innocente mi verrebbe da dire, cesare docet).
A prescindere.

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dia 7:59 pm - 19th Settembre:

tra veri e falsi, preferisco i gradi intermedi, il tertium datur. Perché i veri si crederanno sempre superiori ai falsi che si crederanno veri e superiori ai falsi veri, eccetera, in un’infinita inutile gara che non ha vincitori, immagino, ma dà da vivere (in senso lato, anche solo esistenziale) a patroni e patronesse delle due fazioni. Lo dico senza polemica, e riferendomi anche a me stessa, in quanto patronessa dei bambini, per esempio.

Preferisco considerare tutti gli adulti, uomini e donne, come persone competenti che fanno le loro scelte e devono assumersene la responsabilità. Senza fare graduatorie di merito.

Terry ha scelto una strada, la percorre. Bene (o male, a seconda dei punti di vista). E’ già passatella per un B. Forse finirà tra qualche anno a fare la domestica – come pensa un commentatore/commentatrice di youtube. O forse farà il colpaccio e troverà un uomo che se la sposa. In ogni caso, non è una vittima di niente e nessuno. Né una mela marcia da rieducare.

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Rino 7:59 pm - 19th Settembre:

E’ comprensibile che le DD vogliano prendere le distanze dai comportamenti di quella minoranza che si comporta in modo reprensibile operando nel commercio della carne. Ci sono due modi per ridurre la portata del danno d’immagine che ne verrebbe al Genere F:. stigmatizzare le generalizzazioni (“Non siamo mica tutte come quelle…!”) e/o trasformare le operatrici in vittime, rovesciando perciò la condanna contro gli UU. A tale proposito osservo che:
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1- Il danno all’immagine del Genere F non comporta però conseguenze deleterie sul piano politico-sociale. Nessun diritto, nessuna prerogativa e nessun privilegio femminile – in nessun ambito – minaccia di venir intaccato da tale caduta di immagine. Anzi l’avanzata dei diritti (=privilegi) procede indisturbata. Per quanto si sia parlato e si parli male delle Escort e delle… Taunus… Ad es. le babypensionate possono dormire tranquille per i prossimi 30 anni come hanno fatto sin qui nei 20 precedenti. E certo l’innalzamento il corso dell’età pensionabile per quelle ancora attive non dipende dalla cattiva immagine che viene dalle escort.
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2- Si dice sempre che non bisogna generalizzare. E’ vero che farlo è sbagliatissimo, ma solo quando si estende alla maggioranza quel che è proprio di una minoranza e si attribuisce alla totalità il carattere di pochi. Quando invece ci si occupa della maggioranza, allora la generalizzazione è d’obbligo ed è precisamente quel che va fatto per capire qualcosa del mondo.
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3- La pietra dello scandalo che UB mette sul cammino non si riferisce al comportamento della minoranza (il commercio carnale palese) ma a quello della maggioranza delle DD occidentali le quali, dopo aver promesso e giurato il contrario (e mentre ancora lo giurano), si sono invece accomodate sul treno del capitalismo consumista agendo di concerto con esso, operando nell’ottica dello scambio utilitaristico ossia, per dirla filosoficamente nei termini di Marchi-Barcellona, secondo i dettami della “ragione strumentale”. Ciò hanno potuto fare (nei rapporti con gli UU) in quanto esiste uno squilibrio di fondo nella relazione (nel reciproco bisogno e nei modi di soddisfarlo). Quello squilibrio (grande o piccolo che sia) costituisce l’addentellato alla tentazione femminile di usare la relazione in termini speculativi. Tentazione coerente con il sistema. alla quale la massa non ha resistito, trasformandosi così in volano (o almeno in truppe cammellate) del sistema del commercio totale e della strumentalità universale dei rapporti. Questo è l’oggetto del contendere, non la questione escort.
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In tal modo viene anche rovesciata la responsabilità della commercializzazione dei rapporti, che passa dagli UU alle DD. Proprio così, la responsabilità cade sulle DD, giacché sono esse ad avere il coltello dalla parte del manico. La relazione tra i sessi è squilibrata a favore delle DD. Gli UU non sono gli spacciatori, sono i tossicodipendenti. L’erotina che l’hanno le DD, sono esse a tenere la bustina in mano.
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4- Un autoinganno femminile?
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Non solo in sede letteraria, o in psicologia e filosofia, ma anche al bar è possibile trovare uomini – “misogini” o meno – che concordano sul fatto di sentirsi valutati e considerati come strumento, anziché come scopo. Possibile che si sbaglino in tanti e così tanto? Perché non si incrocia mai una D che dica apertamente: “Vi adoperiamo per ogni nostra utilità in cambio del sesso, di cui promettiamo scorpacciate ma che poi centelliniamo a discrezione”: perché non lo si sente mai dire?
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Certo, sarebbe una confessione autolesionista, ma io ho il sospetto che la cosa sia più sottile. Ipotizzo che le DD non siano sincere con se stesse, non riconoscano davvero dentro di sé i motivi che le spingono verso gli UU. Parlano sempre di amore, leggono romanzi d’amore, sognano l’amore, rimpiangono l’amore. Amore che dovrebbe essere un reciproco, simmetrico dare. Ma – in generale – cosa dà veramente una D all’uomo di cui si dice innamorata o di cui pure dice “gli voglio bene”? Cosa dà? Cura e manutenzione ne sono ormai escluse (“Non siamo le vostre serve!”). Non resta che il sesso, di cui si è detto sopra. Quanto e quante ne siano generose dispensatrici lo dimostra il numero dei Paganti sulle tangenziali: 9 milioni è la cifra ufficiale. C’è di che meditare …e infatti abbiamo meditato a lungo. Quanto a me, sono giunto a quest’acre ipotesi provvisoria: quando dice “amore” l’uomo legge il versante del dare, la donna quello del ricevere. Una donna che ama è una che consente all’amato di farle regali, di risolverle problemi, di crearle situazioni piacevoli, oltre che di garantire (se necessario) una fonte di reddito, la protezione dai pericoli fisici, penali etc. In sostanza, oggi una donna che ama è quella che consente all’uomo di agire per lei, in cambio del sogno della voluttà sessuale. Ciò è confermato dal fatto che nel racconto della Liberata tutto ciò che le DD hanno fatto per gli UU nel passato e che ancor oggi fanno (se e dove ancora accade) fu ed è dovuto a costrizione, ivi compreso – ovviamente – quel che le nostre madri hanno fatto per noi. E’ solo un’ipotesi, forse estrema. Io non voglio credere nella correttezza di questo modello, vorrei credere in un altro. Lo uso come esperimento mentale, perché rende chiare alcune cosucce altrimenti di difficile spiegazione. L’ipotesi è che le DD fraintendano se stesse nel profondo e che non vogliano essere strappate da questo autoinganno.
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Rino DV

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mauro recher 9:27 pm - 19th Settembre:

ho appena letto adesso che Terry è il risultato degli ultimi 30 anni di televisione ,per me è una affermazione palesemente non vera ,Terry è sempre esistita ,magari non cosi ,in altre forme ,ma c’è sempre stata ,è roba vecchia …
Luigi ,concordo, è quello che volevo focalizzare, l’uomo non è Berlusconi o il magnaccia è anche questo, ma non è solo questo ,anzi è la parte meno rappresentativa ,come Terry per le donne ,eppure è quella che fa più odiens ,che ha più potere ,eppure le femministe pronte a difendere(a modo loro) la “schiava” e a criticare gli uomini ….
mi sembra veramente valida la mossa di Fabrizio ,come per dire “e adesso come ci si sente?”

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Luigi Corvaglia 10:46 am - 20th Settembre:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/20/se-sei-brutta-stai-a-casa-il-pensiero-di-terry-de-nicolo/158632/

Blog | di Alessandra Faiella 20 settembre 2011
Se sei brutta stai a casa: il credo di Terry de Nicolò
Sono tutti sconvolti dall’intervista a Terry de Nicolò. L’avvenente signorina (non chiedetemi chi è, ho scoperto la sua esistenza grazie al sito di Repubblica) ha lasciato tutti sconcertati: tutti tranne me. Anzi aspettavo con ansia le dichiarazioni di Terry per vincere finalmente una diatriba storica tra me e alcune mie amiche.

Non perdo tempo a riferire il profondo universo concettuale della signora de Nicolò, anche perché è molto più istruttivo e divertente ascoltarla e vederla dal vivo. Terry è un genio.

Ma torniamo alle mie amiche. Le mie compagne, con giri di parole più o meno subdoli (noi donne siamo diverse dagli uomini, noi siamo più: accoglienti, creative, generose, empatiche…), sostengono di fatto la superiorità del nostro sesso su quello maschile. Io, femminista convinta e non dell’ultima ora, litigo fino allo stremo delle mie forze per sostenere la mia alta teoria filosofica: “Possiamo essere str… quanto gli uomini”. O per dirla più finemente: esistono uomini empatici, creativi, intuitivi, generosi e ne esistono di mostruosi, così come, viceversa, ci sono donne meravigliose e ne esistono di talmente orrende da farci vergognare di appartenere allo stesso sesso.

Terry de Nicolò finalmente avvalora la mia tesi con un florilegio di concetti tanto orripilanti da far impallidire un gentleman come Borghezio. “Se sei racchia e fai schifo devi stare a casa” tanto per citare la migliore, ma anche “Quando sei onesto non fai un grande business… è la legge del mercato, devi passare sopra i cadaveri, ed è giusto così”. Dulcis in fundo: “Se vai in strada e chiedi ad una donna se vuoi andare da Silvio, ci va di corsa…” E questo è vero, ci andrei di corsa anch’io: per fare cosa lo dico solo davanti al mio avvocato.

Care amiche, il Guru del pensiero post moderno ha parlato, dimostrando che anche le donne, quando ci si mettono a dire cazzate, non sono seconde a nessuno. Anche questa purtroppo è la parità fra i sessi: uno a zero per me.

Anche se qualcosa mi dice che i commenti delle lettrici del Fatto faranno segnare qualche punto in più alle mie amiche…
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Ragazzi … io questa me la sposo!! smile

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barbara martusciello 12:35 pm - 20th Settembre:

Ragazzi e ragazze, vado un po’ di corsa stamane ma giuro che leggo tt con calma e rispondo argomentando.

Intanto alcune riflessioni.

Faccio presente, per es., che in qst nostra società – ed è davvero solo un accenno – la CHIESA (che è Potere e lo è al maschile, di tipo molto misogeno) – ha dopo anni e anni deciso che forse, ma sì, anche la donna poteva avere un’Anima… Ora: me ne infischio di questa dottrina ma la sua mano lunga sulla Collettività – e sulla Politica – è evidente a tutti e ha pesato (e ancora pesa) sulle libertà individuali di chi non era ed è schierato, più di tutti le Donne. E’ storia, non me lo invento.

Un’altra cosa: se non ci fosse stato il Femminismo noi donne staremmo ancora con le catene al collo. Ma vado con ordine. Il Sesso è potere? Certo, hainoi e malgrado noi. Questo va bene? No. Va accettato? No. Ma che per secoli questo sia stata una Legge – maschile – è incontrovertibile. Perché dico maschile? Vado per punti. Se lo sono voluto le donne, quel loro destino, a quei tempi? No. Perché? Perché non era consentito loro l’accesso all’istruzione, alla minima autonomia economica e alla libertà personale. Erano dunque complici o compiacenti? Ma non diciamo fesserie. Erano assoggettate a una pratica e a costumi imposti dagli Uomini perché loro, le donne, non avevano cultura e consapevolezza per ribellarsi ai soprusi maschili, come è ancora oggi in certi paesi tribali o/e fondamentalisti… Poi, quelle donne si sono destate: grazie all’informazione che finalmente passava in maniera più generale; e grazie a un benessere un po’ più diffuso; più semplicemente, grazie a una serie di concause e ai tempi che via via si sono evoluti. Così è evoluta anche lei: questo grazie anche al Femminismo. Che ha lottato con le armi che aveva. E’ un male? E’ un Bene. Per me sì, è stato necessario e un bene. Ma poi si doveva voltare pagina. Appena le donne hanno acquisito cultura, consapevolezza, pienezza di se stesse (e il Sistema di Potere, ancora maschile, non ci voleva proprio stare!!), gli uomini avrebbero dovuto affiancarle. Lo hanno fatto? Ditemelo voi… Sia come sia, adesso è il caso di analizzare DOVE siamo arrivati e IN CHE DIREZIONE proseguire.

Dove andare? Verso una definitiva e intoccabile parità che ci renda uomini e donne l’uno a fianco dell’altro per costruire una società decente dove io donna non debba avere più paura né vergognarsi di sé o di una schiera agguerrita di miserabili del genere femminile.

Penso, a margine: se un politico paga e io pago a lui un tributo per darmi un posto, ebbene, devo poter dire NO con la sicurezza che altrove questo posto lo troverò e che avrò tutta la società dalla mia parte. Io non ho visto né sentito uomini scagliarsi contro questa barbarie maschile ma ho visto e sentito tanti uomini che hanno biasimato la “puttana”, le “puttane” (anelando, magari, anche loro alla gnocca 16enne disponibile a fare sesso disinvolto…). Se la puttana c’è, lo è, c’è anche il puttaniere, ed è lui (cioè un genere) che ha in mano il Potere, quello vero.
Come mai, di norma, ancora oggi, non c’è un puttano Minetti a fare i giochini sessuali a una Berlusconi donna di turno che comanda e gli concede favori? Come mai non c’era un giovane stallone sotto la scrivania di una donna-Craxi che lo ripagherà con danaro, un matrimonio, una sistemazione? C’è sempre stato e c’è oggi solo il contrario. Chi è il colpevole? Ovviamente tutti, compreso l’utilizzatore finale. Ma i fatti sono i fatti. Finiamola con le accuse e i piagnistei: io mi rimbocco le maniche, e voi? E me le rimbocco accanto al mio uomo… Il mio è un Uomo-Infinito. Beta, alfa, ma di che parlate?? Io vedo solo mezzi uomini, quaqquaraquà e Uomini-Infinito; vedo avidi, feroci Leoni, vedo Pecore assoggettate – e complici: oggi, che c’è la cultura e l’informazione, ma anche i servizi per ribellarsi, la vittima può liberarsi, e deve – però anche tanti Pagaso alati; accanto, nella stessa luce, vedo uno speculare battaglione di mezze donne, di quaqquaraquà e di Donne-Infinito; vedo avide, feroci Leonesse, le Pecore assoggettate – e complici: oggi, che c’è la cultura e l’informazione, ma anche i servizi per ribellarsi, la vittima può liberarsi, e deve – e riconosco anche tante Pagaso alate (esiste una femmina di Pegaso?? Vabbè).

Possiamo smettere di essere l’un contro l’altro armati? Fabrizio mio caro, ti voglio bene, ma non hai nulla di meglio su cui concentrarti?? Non è che sprechiamo le energie su una lotta spuria? Mentre altrove stanno decidendo del nostri Futuro…??

Lo sai, io ho decine e decine e decine (centinaia, insomma) di amici, parenti, colleghi che agiscono e sono così: Infinito, alleati e alla pari. Non sono, non siamo una minoranza. Il vero nemico è la berlusconizzazione (ormai oltre B., è caduta diffusa), la resa della società civile alla mercificazione di tutto, donne e uomini compresi e anche in questo caso, diversamente, ma su una stessa miserevole barca.
Francamente, io vivo una vita diversa e pretendo di potere aspirare a migliorarla per me e per le generazioni più giovani.

Ah, giusto per la cronaca: una volta paghi la cena tu a me, una volta la pago io. smile

Barbara Martusciello

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Daniele 12:39 pm - 20th Settembre:

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L’avvenente signorina (non chiedetemi chi è, ho scoperto la sua esistenza grazie al sito di Repubblica) ha lasciato tutti sconcertati: tutti tranne me.
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Saranno rimasti “sconcertati” quelli/e che “stanno in alto”, ma non credo proprio che lo siano stati coloro che “stanno in basso”.
Di certo, le parole di quella sottospecie di trans che risponde al nome di Terry, non hanno sconcertato me ed alcuni uomini di mia conoscenza (in particolare uno)…

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Rita 1:16 pm - 20th Settembre:

A margine:
pare che la storia della Chiesa che considerava la donna senz’anima sia una bufala colossale e derivi da un’errata interpretazione del concilio di Macon .

In tale sinodo si discuteva se la parola biblica “homo” andasse tradotta come “uomo” nel senso di umanità, cioé sia gli uomini che le donne, oppure nel senso di “vir” cioé uomo maschio.
È Gregorio, nella sua Historia Francorum a sfatare questa leggenda che sostiene che la Chiesa cattolica per stabilire se la donna avesse o meno l’anima avrebbe convocato un concilio. Dopo un lungo dibattito i vescovi presenti avrebbero risolto l’annoso dilemma votando a maggioranza depositando in un’urna delle sfere nere o bianche. I “favorevoli” avrebbero vinto per un solo voto (o due, secondo altre versioni). La leggenda, nata nel clima anticlericale seguente all’Illuminismo francese nel XVIII secolo, ha origine dal fatto che a Mâcon ci fu effettivamente un sinodo nel 585, al quale intervenne Gregorio, in qualità di vescovo di Tours. Gregorio racconta come durante una pausa tra i lavori un vescovo propose un quesito ai presenti: nella Bibbia il termine latino “homo”, deve essere tradotto in “uomo” nel senso di persona, a prescindere se di sesso maschile o femminile, o come “uomo” sinonimo di “vir”, e cioè “maschio”? I colleghi scelsero la prima possibilità citando la Genesi (1,27): nella frase Dio creò l’uomo, maschio e femmina lo creò, il termine homo include entrambi i sessi. Si trattava quindi di un semplice problema lessicale.

Del resto c’è da interrogarsi sul perchè una una dottrina che sarebbe così ferocemente misogina è sostenuta (ed è stata sostenuta) dal basso da parte femminile.

Ecco.. sul resto ci sarebbe molto da dire: la frase “alle donne non era permesso studiare” non ha alcun senso. Mio nonno aveva la seconda elementare e mia nonna la terza elementare ad esempio e sono suppergiù coevi di Rita Levi Montalcini.
Com’è che mio nonno non ha potuto studiare e Rita Levi Montalcini sì?
Questo per dire che le cose sono un “pelino” più complesse. Che nelle alte sfere si tendesse a dare educazioni e istruzioni diverse ai figli puo’ pure essere vero. Ma continuare a ragionare dei secoli e dei millenni passati con la mentalità e le regole di oggi non ha alcun senso. Quindi non sono affatto d’accordo sul fatto che le “escort” del passato lo facessero perchè senz’altra via d’uscita.
Elena Lucrezia Cornaro, Maria Gaetana Agnesi e tante altre sono coeve di Madame di Pompadour e la contessa di Castiglione è coeva di Marie Curie. Io ci vedo differenza. Molta.

Per non parlare di alcune ricerche storiche che contesterebbero la vulgata della donna schiava nel Medioevo, rivalutandone la posizione sociale.

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dia 1:28 pm - 20th Settembre:

Barbara scrive: “…c’è anche il puttaniere, ed è lui (cioè un genere)…”

??? In che senso?

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Fabrizio Marchi 1:46 pm - 20th Settembre:

Cara Barbara, hai risposto senza neanche leggere i nostri commenti al tuo intervento. Già questo la dice lunga…. Hai attaccato la musica e hai continuato a svolgere le tue faccende, evidentemente molto più importanti delle mie che non ho niente di meglio da fare che non concentrarmi su queste facezie, come dici tu stessa, perché le cose importanti sono ben altre (forse quelle che fai tu?…).
Scusami sempre la schiettezza che mi contraddistingue (non ti offenderai di certo data l’amicizia che ci lega da molto tempo) ma quello che hai scritto lo avrebbero potuto scrivere milioni e milioni di persone, nello stesso identico modo, ripetendo gli stessi identici, scontati, triti e ritriti concetti, reiterati ormai da 40 anni, del più banale, scontato e stucchevole femminismo di sempre.
Non entro neanche nel merito della tua risposta, non avrebbe veramente senso (e poi mi ci vorrebbe un libro per risponderti). Mi rendo conto che non è possibile un dialogo fra due persone che parlano due lingue diverse e reciprocamente incomprensibili.
Mi limito ad osservare che mi aspettavo qualcosa di più e di meglio da te, devo essere onesto, che non la pedissequa ripetizione di quello che assomiglia in tutto e per tutto ad un volantino ciclostilato di un collettivo femminista di qualche decennio fa in cui si spiega che le donne da sempre sono le oppresse e le vittime innocenti di un genere, quello maschile,responsabile anche dei maremoti, degli tsunami, delle malattie e di tutte le calamità, naturali e non, che affliggono da sempre l’umanità (quella femminile, sia chiaro, i maschi oppressori, carnefici e violenti che si fottano, tranne il tuo uomo, ovviamente…)
Condiamo naturalmente il tutto anche con una bella spruzzata di “antiberlusconismo” (causa anch’esso, il “berlusconismo” di tutti i mali del mondo, insieme al genere maschile) che va sempre bene e non scontenta nessuno, et voilà, signore e signori, il pranzo è servito.
Che dirti, Barbara, boh, non lo so neanche io, ti saluto con una bella frase che mi è stata segnalata ieri su face book da un vecchio ex compagno di lotta di Potere Operaio (tu ancora all’epoca, se non erro, eri ancora sui banchi delle scuole medie) al quale avevo inviato un nostro articolo, che mi è piaciuta molto:”Solo i pesci morti nuotano seguendo sempre la corrente”. E’ di Malcolm Muggeridge, un giornalista e scrittore britannico che non conoscevo.
Può aiutarci a riflettere.
Fabrizio
P.S. nota a margine: ho l’impressione che la fine del “berlusconismo” coinciderà con la fine della Storia, me ne rendo sempre più conto. Là dove neanche il Grande Hegel è riuscito, riusciranno Bersani e Concita De Gregorio. .
Che prospettiva luminosa davanti a noi…
Povera sinistra, che fine che hai fatto…

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dia 1:58 pm - 20th Settembre:

riagganciandomi al discorso di Rita sul concilio e la dottrina cattolica (non ne so niente, sono ignorante di storia e atea), è uscito di recente un film di Guido Chiesa sulla figura di Maria – una donna estremamente “evoluta” per la sua epoca, rispettata dal marito e rispettosa del figlio. Autorevole e determinata, nel suo candore quasi infantile. Anche Alice Miller, in uno dei suoi libri sull’infanzia, indica proprio la famiglia di Gesù, il suo rapporto con i genitori e il rapporto fra i genitori stessi come un modello di onestà, rispetto e amore.

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Marco Pensante 3:11 pm - 20th Settembre:

Onore a Rita che si documenta e ragiona per smontare la minestra pluriultrariscaldata dell’ennesima ripetizione del nastro registrato sulla vile oppressione operata dai Biechi Blu, cioè tutti gli uomini dell’universo vissuti negli ultimi settecento miliardi di anni. Io però mi chiedo che senso abbia dire che bisogna lavorare insieme, costruire un nuovo rapporto fra uomini e donne, bla bla bla, quando è così evidente che parlare a un muro è tempo meglio speso. Io ho la netta sensazione che a certa gente i discorsi entrino da un orecchio ed escano dall’altro senza incontrare niente in mezzo.
Barbara, sai cucinare?

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dia 3:38 pm - 20th Settembre:

x Marco Pensante e Fabrizio Marchi: però Barbara è Barbara, non “certa gente”. Non aveva tempo, ha premesso che avrebbe letto tutto con calma, e ha dichiarato di voler fare – intanto – solo qualche riflessione. Poi si può dare un giudizio sulle riflessioni, certo.

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Alessandro 6:03 pm - 20th Settembre:

Sottoscrivo parola per parola quanto scritto da Fabrizio.
Era più oppresso lo schiavo che coltivava le piantagioni di cotone dell’Alabama o la padrona che lo frustava? Potrei continuare all’infinito con esempi simili.
Attenzione: spesso le “sante” sono molto più pericolose delle “puttane”. Una prova: tutta quest’armamentario ideologico che ci viene sciorinato continuamente è opera di “sante”.

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Sandro2 6:22 pm - 20th Settembre:

barbara martusciello:
“Un’altra cosa: se non ci fosse stato il Femminismo noi donne staremmo ancora con le catene al collo.”
______________
Eh già, certo, è proprio come la racconti tu…

Questo è un post scritto dal sottoscritto, qualche anno fa.
>
http://www.riflessioni.it/forum/cultura-e-societa/12022-cose-veramente-il-maschilismo-10.html
Il cambiamento di status delle donne ha diverse cause. Una è l’inesorabile logica dell’espandersi del cerchio morale, che ha portato anche all’abolizione del dispotismo, della schiavitù, del feudalesimo e della segregazione razziale. L’altra è il femminismo.

La prima ondata femminista, compresa negli Stati Uniti fra la convenzione di Seneca Falls del 1848 e la ratifica del XIX Emendamento della Costituzione nel 1920, portò le donne al diritto di voto, di sedere in una giuria, di avere beni propri nel matrimonio, di divorziare e di ricevere un’ istruzione.

Ma checché se ne dica, la causa principale del cambiamento di status delle donne è il progresso tecnologico ed economico – portato avanti in primis dagli uomini -, che ha reso possibile alle coppie condurre una vita sessuale e allevare i figli senza bisogno della spietata ed ovvia (in quel contesto sociale) divisione del lavoro che costringeva la madre a consacrare ogni momento di veglia alla sopravvivenza della prole.

L’acqua potabile, l’igiene e la medicina moderna hanno diminuito la mortalità infantile e il desiderio di avere un gran numero di figli. Grazie a biberon e latte di mucca pastorizzato, poi a tiralatte e freezer, si può dar da mangiare ai neonati senza che le madri debbano stare al loro servizio ventiquattr’ore su ventiquattro. La produzione di massa ha reso più economico comprare le cose che fabbricarle a mano e impianti idraulici, elettricità ed elettrodomestici hanno alleggerito ancora di più i lavori di casa.

L’accresciuto valore del cervello rispetto ai muscoli nell’economia, il prolungarsi della vita (che rende possibile sperare di vivere decenni dopo aver allevato i figli) e l’accessibilità di un’ istruzione di lunga durata hanno modificato i valori delle opzioni che si presentano alle donne nel corso dell’esistenza. Non solo. Grazie a contraccezione, amniocentesi, ultrasuoni e tecnologie riproduttive è diventato possibile per le donne rinviare il momento di mettere al mondo dei figli a quando lo ritengono più opportuno.

In conclusione, faccio notare che ad aver tratto i maggiori benefici dal sopracitato progresso, sono state proprio le appartenenti al sesso femminile.
Basti dire che nel 1900, in Italia, vi era una differenza di aspettativa di vita media fra i due sessi di soli 6 mesi. Nel 1920 era salita a 2 anni. Oggi, anno 2008, è di 6 anni.

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Marco Pensante 6:59 pm - 20th Settembre:

Dia, tu dici bene. Però forse non hai ancora visto quanta gente arriva qui senza leggere neanche una riga di quanto c’è scritto, fa la lezioncina dicendo banalità, non ascolta le risposte e se ne va convinto/a di avere illuminato con la sua saggezza il popolo bue. Ecco, questa è “certa gente”.

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Luigi Corvaglia 7:43 pm - 20th Settembre:

Dia ….. per favore …..
Non entro in merito alla persona, che non conosco (sto parlando di Barbara Martusciello). Ne valuto solo il comportamento in questa circostanza.
Premette di non avere tempo, è ci sta, poi pone delle “riflessioni”.
E redige un “papirone”. Secondo, forse, solo a quelli di Fabrizio, smile presentandolo come “riflessioni”.
Ora, a meno che non abbia usato il copia-incolla da un materiale già cotto e mangiato, ma cosi facendo da ragione a Fabrizio quando afferma che ” …. la pedissequa ripetizione di quello che assomiglia in tutto e per tutto ad un volantino ciclostilato di un collettivo femminista di qualche decennio fa …..”, ripeto, a meno che le “riflessioni” non fossero già pronte, quel poco tempo a disposizione poteva impegnarlo a rispondere sul “punto”.
Cosa voglio dire?
Non mi piace nascondermi dietro giri di parole. Per me ha attuato solo una manovra diversiva, spostando il baricentro della discussione, da un argomento probabilmente non gradito ad “altro”.
Ottima tattica.

p.s. Felicissimo di sbagliarmi. In tal caso, per penitenza farò, in ginocchio, il percorso Salento-Roma. sad sad sad

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dia 9:08 pm - 20th Settembre:

Capisco,.
Io non ci ho visto manovre diversive, però, solo una certa fretta e – se mai – superficialità (che potrebbe anche essere dovuta alla fretta). Soprattutto, Barbara non ha fatto i conti col fatto che chi scrive qui ha molto a cuore questa questione, e ci riflette – seriamente – da anni.

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Luigi Corvaglia 10:58 pm - 20th Settembre:

” Ma che per secoli questo sia stata una Legge – maschile – è incontrovertibile. Perché dico maschile? Vado per punti. Se lo sono voluto le donne, quel loro destino, a quei tempi? No. Perché? Perché non era consentito loro l’accesso all’istruzione, alla minima autonomia economica e alla libertà personale. Erano dunque complici o compiacenti? Ma non diciamo fesserie. Erano assoggettate a una pratica e a costumi imposti dagli Uomini perché loro, le donne, non avevano cultura e consapevolezza per ribellarsi ai soprusi maschili, come è ancora oggi in certi paesi tribali o/e fondamentalisti…” (Barbara Martusciello)
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Il problema, il vostro problema, non certamente il nostro (mi riferisco all’impostazione concettuale di uomini beta) è quello che vi appoggiate ad un movimento, una narrazione, una filosofia(?) dichiaratamente interclassista e sessista.
Altrimenti, forse, il dubbio vi sfiorerebbe.
Si, perché, leggendo quanto sopra se ne deduce che a quei tempi (quali poi?), gli uomini e ripeto gli uomini, quelli normali, i beta (la quasi totalità), non gli alfa, il loro destino se lo sono voluto.
E’ infatti notorio che essi, in massa, relegate le donne in schiavitù, ad una certa ora abbandonavano campi, miniere, fonderie, etc. e andavano a istruirsi nelle scuole di ogni ordine e grado, scuole gentilmente concesse dai padroni (le CEPU dell’epoca?).
Come è altrettanto noto che, ripeto ancora perché sia chiaro, gli uomini normali o uomini beta, erano molto gelosi della loro autonomia economica, peraltro conseguita con lavori lievi e di “concetto” dagli orari ridottissimi. Tanto gelosi da non condividere con mogli e figli il frutto del loro non sudato lavoro.
Ovviamente erano liberi, liberissimi, ma qui non mi soffermo, tanta è l’evidenza.
Va beh .. c’è stata la rivoluzione francese, ma quella è nata da un qui pro quo …
……………………………………………………………..
Va bene, lo ammetto, ho esagerato un pò. Ma nemmeno Barbara scherza.
E ripeto ancora, con riferimento al mio penultimo commento: ottima tattica.

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Damien 11:12 pm - 20th Settembre:

@Barbara martusciello (Borg nr.7)

tralascio la parte clericale, ha risposto benissimo Rita..

Vaginata nr. 1:
“E’ storia, non me lo invento.”

certo che si, la ribalti sotto l’ottica ormai trita e ritrita del dominio maschile.. dimmi credi realmente che tutti gli uomini avessero da guadagnare dal clero di quei tempi?

Vaginata nr. 2:

“Un’altra cosa: se non ci fosse stato il Femminismo noi donne staremmo ancora con le catene al collo.”

AhahHAHahhAH!! che ridere! che contradizzione paurosa! ma se asserisci che gli uomini soggiogavano le donne, come potevano essi, detentori di tale potere, decidere di abdicare al volere del femminismo? aaah.. capisco.. col ficapower..

La palese verità degli ultimi 60 anni è che gli uomini volevano un cambiamento per le donne tanto quanto lo volevano per loro stessi, perchè l’uomo ama la donna! la donna non è in grado di amare se non se stessa e la propria prole! essa sceglie! essa è solo in grado di divenire sovrana del regno emotivo, deve USARE l’uomo, la sua innata logica, per poter vivere in questo mondo reale! non a caso tutto quanto la donna usa oggi, dalle scarpe alle auto, dai cosmetici alla sanità, è tutto OPERA DELL’UOMO! esso ha permesso che lei si liberasse da quanto le era

dimmi cara BABBARA, Chi fu responsabile per l’Abortion Act del 1967, e il Divorce Reform Act del 1960 ? UOMINI! Chi trasformò in legge l’Equal Opportunities Act e il Sex Discrimination Act ? UOMINI! non c’era UNA sola donna al potere! la decisione venne presa da UOMINI!

Questa è una colpa imperdonabile del femminismo. Di tutti i danni alla nostra epoca prodotti da quella perniciosa e velenosa ideologia, nessuna è stata più dannosa di questa assurda bugia – che gli uomini opprimono le donne per preservare il proprio potere! ahahahahah! BABBARA, domani scopiamo! è un ordine!

Nonostante ciò la nostra cara BABBARA BORG insiste con la convinzione assoluta di essere parte di una oppressa classe di vittime che hanno dovuto lottare eroicamente per la libertà contro una società crudelmente organizzata dagli uomini per il beneficio degli uomini!! ma che ridere! babbara! vieni qui e fammi due spaghetti! te lo ordino!! uhu huhuhu!!

la realtà cara babbaraborg è che le cose non sono completamente meravigliose nemmeno per noi uomini, anzi.. per la maggioranza di noi uomini, persino per avere un poco di affetto… La differenza è che noi non pensiamo di avere un diritto divino di incolpare le donne per questo.. ce ne facciamo una ragione.. ed a volte qualcuno fa mente locale e vi risputa in faccia tutto il veleno che venite a vomitare da grandi ingrate su siti come questo..

concludo prendendo spunto da un pezzo del tuo brillante intervento:

“Sia come sia, adesso è il caso di analizzare DOVE siamo arrivati e IN CHE DIREZIONE proseguire. Dove andare?”

non c’è bisogno che ti comperi un tomtom, posso indicarti io dove andare..
_________________________________________________________________________________
NOI SIAMO LE NAZIFEMDOMINISTE BORG, SARETE RIEDUCATI, OGNI RESISTENZA E’ INUTILE!
===IL FEMMINILE FUTURO, OGGI!====================================================

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dia 8:44 am - 21st Settembre:

Damien, mi sembra di capire che l’ultimo intervento di Barbara ti ha lasciato perplesso.

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Rita 9:02 am - 21st Settembre:

Lo so che vado O.T., ma a proposito della Chiesa ricordo che un amico virtuale molto istruito in merito mi aveva indicato e fatto notare come il potere religioso assomiglia molto, per certi aspetti, al potere materno (altro potere detenuto e usato saldamente dalla parte femminile oltre a quello sessuale). Questo, secondo la sua teoria, ha fatto sì che la Chiesa fosse seguita e supportata per la maggior parte dalla massa femminile. Chi non ricorda gli inviti e i rimbrotti materni quando si trasgrediva la Messa? A casa mia mio padre non era certo assiduo frequentatore della chiesa quanto mia madre e sicuramente molto meno severo di fronte alle nostre manifestazioni di “dubbi di fede”. Non è un caso che nella enciclica Rerum Novarum dei primi del ‘900 Papa Leone XIII, di fronte ai primi movimenti operai “raccomandava alle mogli e alle madri di tenere a freno le “teste calde” dei figli e dei mariti rivoluzionari”.

Altrochè femminismo (in quanto movimento tendente a dare potere al femminile) che migliora il mondo… in questo caso era una forza non indifferente usata per “frenare” il miglioramento del mondo (dal punto di vista degli operai)

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cesare 9:54 am - 21st Settembre:

Gli interventi “alla Barbara Martuscello” hanno valore nel senso che sono esempio perfetto del mantra del Ministero della Cultura Popolare Odierno e della tipica finalità perseguita dai MInculpop di ogni tempo. Infatti non importa se sono una serie di straordinarie fantasticherie, come tutti sanno che sono. Anzi: come già si diceva in altri interventi, è proprio grazie all’evidenza che, pur trattandosi di fantasie, sono comunque imposte e proposte come verità ufficiale, che queste fantasie veicolano un messaggio decisivo: chi non dice di crederci (non importa niente che ci creda o no) è di fatto un “illegale”, uno fuori dei giochi. Per cui in sostanza si fa capire che chi dice (non chi lo pensa) che sono fantasie in qualche modo ha un prezzo sociale da pagare.
Ricordate Caligola che fece senatore il suo cavallo. Si trattava di una follia ma anche una prova inequivoca che il potere decisionale era in mano sua. E infatti tutti, per un bel pezzo, si guardarono bene dal recriminare.
Pertanto: dubito che ci sia qualcuno in Italia che entri nel merito dei contenuti degli slogan da fantasioso spot di genere in cui la comunicazione di Barbara si risolve. E penso sia l’unica che ci crede. Invece penso che siano in tanti quelli che sono stati convinti dal Minculpop, che conviene far finta di crederci. Insomma: importante è far scattare negli Italiani il riflesso antico del “tengo famiglia” che, ricordiamoci, ha fatto firmare sostanzialmente a tutti i professori universitari italiani le leggi razziali. Cosa non molto strana, e non molto lontana nel tempo, se, per esempio, è vero, che tre anni fa, alla facoltà di Psicologia di Padova, a uno studente rivoltosi al docente per chiedere una tesi sul valore della paternità, si è sentito rispondere: “sei sicuro? perchè qui, su questo tema, rischiamo: io il posto e tu la tua laurea”.
Se queste considerazioni rispondono a realtà, non è tanto l’argomentazione il piano su cui si gioca la partita, bensì aiutare a superare la paura. Paura, tanto più efficace quanto meno definita è la minaccia. In questi casi, ragionare non serve. Serve l’esempio. Quale? per esempio insegnare a fare un atto minimo di coraggio (minimo fino a un certo punto) come mandare a quel paese, ma ad alta voce e pubblicamente, chi si fa portavoce di una implicita intimidazione.
Pertanto ecco il mio modestissimo contributo educativo ai fratelli maschi ( e sorelle naturalmente): “a raccontare le tue cupe e rancorose fantasticherie, vai a quel paese cara Barbara!”.

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Fabrizio Marchi 11:16 am - 21st Settembre:

“Lo so che vado O.T., ma a proposito della Chiesa ricordo che un amico virtuale molto istruito in merito mi aveva indicato e fatto notare come il potere religioso assomiglia molto, per certi aspetti, al potere materno (altro potere detenuto e usato saldamente dalla parte femminile oltre a quello sessuale). Questo, secondo la sua teoria, ha fatto sì che la Chiesa fosse seguita e supportata per la maggior parte dalla massa femminile. Chi non ricorda gli inviti e i rimbrotti materni quando si trasgrediva la Messa? A casa mia mio padre non era certo assiduo frequentatore della chiesa quanto mia madre e sicuramente molto meno severo di fronte alle nostre manifestazioni di “dubbi di fede”. Non è un caso che nella enciclica Rerum Novarum dei primi del ’900 Papa Leone XIII, di fronte ai primi movimenti operai “raccomandava alle mogli e alle madri di tenere a freno le “teste calde” dei figli e dei mariti rivoluzionari”. (Rita)
Non vai affatto O.T, cara Rita,anzi, cogli un punto fondamentale. In moltissimi contesti e frangenti storico-sociali le donne (purtroppo) hanno rappresentato un fattore conservativo, conservatore (nel senso classico del termine) e frenante, direi che spesso hanno svolto una vera e propria opera di “crumiraggio”. Non sempre , naturalmente, sia chiaro, la Storia è anche piena di lotte operaie e popolari femminili per i diritti, il salario, la giustizia sociale e la democrazia. Nessuno fra noi lo disconosce di certo, anzi; sono altre che disconoscono il ruolo svolto invece da quegli uomini (compagni e mariti di quelle donne dipinti dal femminismo come loro oppressori). E la Chiesa, hai perfettamente ragione Rita, può dispiacere ad alcuni di noi ma purtroppo è così, ha fatto leva proprio sulle donne per indebolire alle radici il Movimento Operaio, proprio attraverso quell’operazione di sottile (e a volte neanche tanto…) condizionamento cui facevi giustamente riferimento tu.
Basti pensare che per cinquant’anni in Italia l’elettorato conservatore/cattolico che aveva nella Democrazia Cristiana il suo referente politico era composto per la grande maggioranza da donne. E la stessa cosa vale per tutti i paesi europei. E’ un fatto che non mi invento certo io. Non solo, è notorio che un determinato modo di concepire e veicolare la religione è stato fatto proprio per lo più dalle donne. Insomma, per dirla in parole poverissime, le chiese erano popolate per lo più da donne che passavano buona parte del loro tempo a pregare con il rosario in mano, molto di più di quanto non facessero gli uomini (che nel frattempo, molto spesso, mentre loro erano in chiesa a recitare il rosario, erano in fabbrica a lavorare…). E anche questo è un fatto che non mi invento io. Quanto dico, voglio chiarirlo anche se credo che ormai non ce ne sia più bisogno, non ha nessun intento dispregiativo nei confronti di chi ha una fede religiosa. E’ soltanto la constatazione di un fatto reale, e cioè che anche un determinato modo di concepire e praticare il messaggio religioso (ciò che normalmente viene definito con il termine corrente di “bigottismo”) è stato patrimonio delle donne in misura senz’altro maggiore rispetto agli uomini.
Naturalmente le femministe se la cavano con la storia che quelle donne erano sottoposte al potere di condizionamento della Chiesa (gli uomini invece no, erano liberi e non subivano condizionamenti, e va bè, lasciam perdere…) ed erano quindi inconsapevoli di stare facendo il gioco degli uomini e del potere maschilista ecc. … E va bè, questa “roba” non è una novità e non deve neanche interessarci più di tanto…
E’ invece fondamentale un lavoro di ricostruzione paziente della Storia, perché è proprio sulla reinterpretazione di quest’ultima che il Femdominismo ha giocato la sua carta vincente, riuscendo ad instillare in ogni uomo un gigantesco e di fatto inestinguibile senso di colpa che pesa come una montagna sulle sue spalle, paralizzandolo dal punto di vista psicologico-emotivo.
Questo è un lavoro fondamentale. Finchè non sarà destrutturata e disarticolata (anche se è un lavoro di immane difficoltà) la Narrazione Femminista, sarà difficile fare dei passi in avanti. Naturalmente è un lavoro che va fatto di pari passo al disvelamento delle contraddizioni del femminile attuale, partendo da quelle che sono le condizioni reali di esistenza degli uomini beta.
Fabrizio

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Fabrizio Marchi 12:17 pm - 21st Settembre:

Sottoscrivo in toto anche l’ultimo intervento di Cesare e in particolare questo passaggio:” Se queste considerazioni rispondono a realtà, non è tanto l’argomentazione il piano su cui si gioca la partita, bensì aiutare a superare la paura. Paura, tanto più efficace quanto meno definita è la minaccia. In questi casi, ragionare non serve. Serve l’esempio. Quale? per esempio insegnare a fare un atto minimo di coraggio (minimo fino a un certo punto) come mandare a quel paese, ma ad alta voce e pubblicamente, chi si fa portavoce di una implicita intimidazione”. (Cesare)
Questo è un punto fondamentale. Come ricordava anche Marco Pensate alcuni giorni fa è necessario esporsi, anche e soprattutto pubblicamente, nelle relazioni con gli altri e le altre, cominciare ad esporre con serenità ma con altrettanta convinzione le proprie opinioni, senza nessun timore. Poi, come si usa dire a Roma, “se qualcuno/a si incazza vuol dire che deve fare due fatiche, una a incazzarsi e una a scazzarsi…”.
E’ fondamentale, laddove si renda necessario, rispondere anche per le rime ad eventuali provocazioni (non sempre, ovviamente, dove è “politicamente” necessario e produttivo). A tal proposito vi racconto un piccolissimo ma credo significativo episodio.
Giorni fa, al termine della manifestazione in seguito allo sciopero della CGIL contro la manovra finanziaria del governo, sono andato a pranzare con alcuni amici in una trattoria. Lì incontro un altro giovane ma vecchio amico che mi presenta due sue amiche sedute al tavolo con lui, fra cui la capogruppo al Comune di Bologna di SEL (il partito di Nicki Vendola dato ieri dallo statistico Mannheimer all’8% e passa di consensi, se si votasse ora). I miei amici entrano per cercare un tavolo (il locale era pieno) e nel frattempo io mi siedo un attimo a parlottare con l’altro mio amico, il quale, più che altro per pourparler, come si suol dire, racconta alle sue due amiche che ho fondato il Movimento degli Uomini Beta. Loro mi chiedono di cosa si tratta e io, in maniera estremamente sintetica glielo spiego. Queste due donne strabuzzano gli occhi, smettono anche di masticare e una di loro due esclama un:”Cosa???!!!…”.
Nel frattempo sopraggiunge uno dei miei amici che mi avverte che si era liberato un tavolo. Mentre mi alzo una delle due, la capogruppo di SEL al Comune di Bologna, con un tonalità di voce volutamente né troppo bassa né troppo alta, cioè per farsi sentire da me e dagli altri dando però al contempo l’impressione di non volersi far sentire, se ne esce con la sua amica:”Meno male che se ne va”. Io replico immediatamente, accompagnando le mie parole con un eloquente gesto della mano, e con un tono molto assertivo, dicendole:”No, meno male che sei tu te ne torni a Bologna, sia chiaro”.
Ma c’è un altro particolare, solo apparentemente insignificante. Poco secondi prima prima di questo episodio la stessa donna aveva chiesto al nostro comune amico di ordinargli una coca cola. Il mio amico chiama il cameriere che però non lo sente, preso da tutta quella gente che era nel ristorante. Allora lei gli chiede di alzarsi e di andare a prenderla. Lui le risponde di no, anche se sorridendo. A quel punto lei si rivolge a me, conosciuto un attimo prima, e mi chiede di andarle a prendere la coca cola Naturalmente le rispondo con un semplicissimo e schiettissimo NO.
Entrambi gli episodi possono sembrare banalissimi; in realtà però così non è perché quegli stessi apparentemente banalissimi atteggiamenti di quella donna sono in realtà la cartina al tornasole di una arroganza consolidata, di un modo di essere e di concepire la relazione con gli altri e di riconfermare ad ogni piè sospinto quali sono le gerarchie. A me non passerebbe mai per la mente di chiedere ad un’altra persona appena conosciuta, donna o uomo che sia, di alzarsi per andarmi a prendere una bevanda. Anzi, sarei eventualmente io stesso, nello stesso frangente, ad alzarmi per andare a prendere da bere all’ospite.
Quella donna non poteva sapere con chi aveva a che fare e ha agito come se nulla fosse, come normalmente è abituata a fare con qualsiasi uomo, per lo meno di quelli che è abituata a frequentare nel suo ambiente. Non si aspettava una reazione da parte del sottoscritto, abituata com’è al servilismo da parte degli altri uomini. Non solo, e qui mi riallaccio a quel bellissimo articolo di Marco Pensante “L’Ombra e Piero”: quella donna, in contraddizione con il suo credo femminista, ha agito in realtà come una “femmina qualsiasi”, nel senso deleterio del termine. Perché un uomo non se ne sarebbe mai uscito al suo posto in quella maniera, perché cosciente che se lo avesse fatto, la mia reazione sarebbe stata diversa (comunque con un tono e un atteggiamento ancora più determinati, diciamo così…) e che questo avrebbe innescato un meccanismo che avrebbe potuto portare ad una possibile degenerazione del tutto.
Poi, quando si sono alzati, al termine del pranzo, il mio amico si è avvicinato al tavolo dove ero con gli altri miei amici e mi ha detto che quella donna “aveva sbagliato ad uscirsene in quel modo lì”.
Può sembrare, come ripeto, una sciocchezza, ma così non è. Perché se ciascuno di noi, cosa che, devo dire, sto praticando ormai da molto tempo, modificasse i propri comportamenti e il proprio modo di relazionarsi sulla base delle sue convinzioni, contribuirebbe in modo notevole alla trasformazione della realtà.
Fabrizio

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Luigi Corvaglia 1:12 pm - 21st Settembre:

“Penso, a margine: se un politico paga e io pago a lui un tributo per darmi un posto, ebbene, devo poter dire NO con la sicurezza che altrove questo posto lo troverò e che avrò tutta la società dalla mia parte. Io non ho visto né sentito uomini scagliarsi contro questa barbarie maschile ma ho visto e sentito tanti uomini che hanno biasimato la “puttana”, le “puttane” (anelando, magari, anche loro alla gnocca 16enne disponibile a fare sesso disinvolto…). Se la puttana c’è, lo è, c’è anche il puttaniere, ed è lui (cioè un genere) che ha in mano il Potere, quello vero.” (Barbara Martusciello)
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Perché sviluppare questa riflessione solo al femminile?
E’ vero o non è vero che ci stanno molti uomini che pagano tributi, si “vendono” al potente di turno? Se non sbaglio è un vostro refrain ricorrente.
E dove sta scritto che io per poter dire NO devo comunque avere la sicurezza del posto e la società tutta dalla mia parte?
Milioni di uomini e milioni di donne hanno detto No, prendendosi le loro responsabilità e seguendo solo la propria coscienza. Senza aspettarsi dalla “Società Mamma” riparo e protezione.
Mi cadono le braccia …. sad, il tuo è un messaggio di un conformismo assoluto. L’avessero seguito i nostri progenitori, quelli preistorici, probabilmente staremmo ancora a camminare a quattro zampe!
Ed ancora, io personalmente di uomini e di donne che si scagliano contro questo “prostituirsi” di altri uomini e altre donne per il potere e i soldi ne sento a bizzeffe. C’è da dire però che trattasi di “umile popolino” (uso questa parola con un rispetto ed un amore infinito), non maître à penser delle arti e della cultura.
Arriviamo cosi alla fine.
Il POTERE.
Potere in mano al genere maschile, dite voi, Potere in mano a persone di sesso maschile, ma non esclusivamente, dico io.
Se volete il Potere, legittima aspirazione, conquistatevelo, come hanno fatto e fanno tante donne, ma smettetela con la fregnaccie di genere.
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p.s. Un’eventuale replica, me l’aspetto sul TOPIC, non su queste “riflessioni”

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Damien 1:14 pm - 21st Settembre:

@Dia:

..al contrario.. il suo escursus è talmente trito e ritrito che ho persino stilato un manuale delle nuove BORG, che puoi leggere in questo sito se avrai voglia di scovarlo.. in buona sostanza, tutte le femdoministe nazivaginocentriche attuano gli stessi schemi mentali (tra l’altro anche evidenziati nel piu’ noto MALE BASHING)

comunque, ricapitolando:

1) non sposatevi
2) non fatevi calpestare la dignità
3) date 100 a chi merita 100
4) se vi prude, a conti affettivi, economici e legali fatti a tavolino, vi conviene una professionista.
5) se avete paura delle malattie che sia possibile contrarre con le professioniste, sappiate che il preservativo lo dovete usare sempre e comunque, o pensate che le donne non si divertano semplicemente perchè non ve la mollano?
6) l’ESCLUSIVITA’ AFFETTIVA e FISICA, che rende un rapporto amoroso degno di essere rispettato e condiviso, è un concetto generalmente ESTINTO dal vocabolario femminile, fatevene una ragione!
7) se pensate che la vostra lei sia diversa dalle altre siete solo dei poveri fessi presto nella statistica dei divorziati
8 ) l’angelo del focolare si è estinto, come si evince dalle numerose borg intervenute, nel piu’ auspicabile dei casi, è lei che vi comanderà per il resto dei vostri giorni.
9) in ogni guerra ci sono le vittime, mettetevi l’animo in pace, oggi l’uomo è vittima, anche se quanto narrano le nazifemdoministe avveniva mentre facevate la pipì nei pannolini e non avete nessun potere.
10) con le attuali leggi, se proprio volete prendere moglie, emigrate e trovatene una a cui fare del bene e che vi dia un minimo di garanzia relazionale, le italiane del Mein Kamphf lasciatele ai celebrolesi, agli amanti del rischio e agli ometti zerbino.

..e se proprio siete intelligenti.. non sposatevi, amarle tutte, sposarle NESSUNA!

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Luigi Corvaglia 3:23 pm - 21st Settembre:

“Ciò detto, come ripeto, sarei felicissimo e disponibilissimo ad un pubblico confronto (sei un’operatrice culturale, anche di valore) in qualsiasi momento. (Fabrizio Marchi)
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Caro Fabrizio
capisco e condivido il senso della tua offerta.
Lasciami dire però che secondo me queste, le femministe, non accetteranno mai un pubblico confronto.
Inserite come sono in organismi, istituzionali o meno (ma quasi sempre foraggiati da soldi pubblici), sparse in tutti i media, nella realtà si godono la loro più o meno grande porzione di potere e notorietà.
E tu pensi che possano mettere a rischio, quantomeno la loro immagine, accettando confronti con chi è portatore di idee alquanto scomode per loro? Correndo il rischio, vieppiù, di fornire a tali idee occasioni di visibilità e veicolazione?
Io penso proprio di no.
E difatti Barbara, il tempo per la battuta sulla cena lo ha trovato.
Quello di leggere quantomeno il tuo intervento, visto l’amicizia che vi lega e scrivere un semplicissimo “si”, per niente.

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dia 4:26 pm - 21st Settembre:

damien scrivi: “…l’ESCLUSIVITA’ AFFETTIVA e FISICA, che rende un rapporto amoroso degno di essere rispettato e condiviso, è un concetto generalmente ESTINTO dal vocabolario femminile…”

Ma come, non si doveva imboccare la strada del sesso ludico e dionisiaco?
Un p.s.: sei tu che ogni tanto intervenivi sul blog “lipper****” e venivi regolarmente bannato, stessa sorte che per altro toccava a me?

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Luigi Corvaglia 2:27 pm - 22nd Settembre:

Con riferimento al titolo “e non solo…” del post riporto un commento della 27 ora. Dove sto tutt’ora (scusate il bisticcio di parole) diatribando.
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ah no… Dovete capirlo uomini: se mi metto calzoncini e minigoona non e’ perche’ mi piace essere sbavata, sono schiava della moda!! Mi piace vestirmi come Vogue comanda. E che male c’e’?? Certo mi sento meglio a farlo dove vivo, che quando torno in Italia, dove tendo a coprirmi. Quindi la differenze c’e’, ed e’ proprio nella mentalita’ maschile. L’uomo che ti fissa e urla ciao bella e’ lo stereotipo italiano, o comunque latino. Non potreste ampliare gli interessi e leggere di “moda”? Capire che una donna non si veste per piacere ad altri, ma per se stessa??? e’ cosi’ difficile da capire? Appurato che non tutte le donne amano avere attenzioni indesiderate, non potreste educatamente smetterla di essere dei “mascalzoni latini”?

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Rino 6:04 pm - 22nd Settembre:

La Barbara è una mitragliatrice automatica, caricata con le stesse pallottole con le quali i maschi vengono annichiliti da 40 anni: il racconto del crimine storico maschile, ossia la storia come crimine da compensare ed espiare. Probabilmente non ha letto quel che è stato scritto, non ne ha bisogno. Essa sa già cosa possono scrivere i maschi: tentano di limitare la loro colpa e sa già come rispondere. Ha sentito dei rumori nel canneto a sud-ovest ed ha sparato, sicura che quelle pallottole ammazzano oggi come ieri.
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Errore, qui non producono l’effetto sperato, al contrario.
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Provano (ed è solo la …miliardesima volta) che la manipolazione dei maschi esige la loro criminalizzazione attraverso la deformazione della storia (e della cronaca). Provano che la vittoria femdominista non è avvenuta a mezzo di lotte cruente (distruzione dell’hardware) ma con la progessiva alterazione del software: inoculando virus e prendendo così possesso dell’HD, dei circuiti e della RAM. Una guerra pischica.
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Chi è tenuto a risarcire, a restituire, a indennizzare, a pentirsi? Chi ha danneggiato e rubato. Quando? Nel passato, ovviamente. Il passato dunque è ciò che deve venire modellato in modo tale da provocare il disarmo morale degli UU. Nel costruirlo a quel fine non si deve badare a nulla, non si devono temere le più smaccate falsità e le più ridicole contraddizioni. Si possono rovesciare le verità o usarle in via diretta, dirne una e tacerne cento, mescolarle alle semiverità, alle bugie e alle menzogne più abbaglianti. E tutto deve essere interpretato in una sola direzione, quella che criminalizza i maschi.
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Non si deve temere di rendersi ridicoli, giacché non esiste arena pubblica in cui le studipaggini più palesi e maligne possano venir denunciate. Ed è così ormai da 2 generazioni.
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Ad esempio quella universalmente nota, da tutti introiettata senza fiatare perché da nessuno mai smentita, secondo cui “le DD non avevano alcuna autonomia economica” mentre invece ce l’avevano gli UU.
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Così il maschio che era (ed è !) costretto a procacciare il reddito per sé, per i figli e per la donna aveva (ed ha !!) “autonomia economica”, la donna invece cui era/è garantito per sempre il mantenimento economico (grasso o magro che fosse/sia) questa era/è “senza autonomia”.
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Siamo a questo dunque: che il redditiere è lo schiavo mentre chi produce il reddito e glielo consegna è il padrone. Il puro e semplice rovesciamento della realtà.
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L’obbligo di mantenere il marito è appunto una “autonomia economica” che nessuna donna sogna di avere e dalla quale invece – comprensibilmente – ciascuna fugge. E infatti la tendenza è da sempre quella di evitare i maschi squattrinati e di darsi a quelli che garantiscono qualcosa (meglio se tanto).
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E infatti da millenni e ancor oggi, la precondizione femminile al matrimonio era ed è che lui avesse/abbia un reddito. La femmina con reddito non sposa un disoccupato perché non vuole mantenerlo mentre i maschi da sempre hanno sposato disoccupate. Condizione questa di tale supremo “privilegio” che le donne evitano come la peste di trovarcisi. Mica sceme.
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Esemplarmente: finché era vivo il marito (ferroviere) mia suocera (casalinga) era “senza autonomia economica”. Quando lui finalmente morì essa divenne libera grazie alla pensione di reversibilità. Finché invece il reddito (che ovviamente era ben superiore) proveniva dallo stipendio di lui, essa era schiava. (Ciliegina: il padrone è morto a 55 anni, la serva è ancora viva a 90).
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Ci siamo bevuti la menzogna che è stata formulata in questi termini: “se dipendono dal reddito del marito le DD sono sottomesse” ma esse vi dipendono quanto i possidenti dal lavoro dei braccianti (ed è vero: i redditieri dipendono dal lavoro altrui! Se nessuno lavora i suoi campi il possidente non ha reddito….) Il linguaggio consente ogni tipo di trappola e inganno, così il termine “dipendenza” mentre non riesce a nascondere là il privilegio della rendita agraria, riesce invece ad occultare qui quello della rendita sessuale.
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Si dirà: ma le casalinghe pur lavoravano e lavorano! Certo, ma il diritto al reddito maritale restava (e resta) intatto anche se la moglie non fa nulla. Come quando ci sono le colf in casa, come quando lui emigra e ritorna per pochi giorni l’anno, come quando muore e le lascia la pensione. Pieno diritto a prescindere.
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Il ns vero problema risiede nel fatto che questo stravolgimento della realtà (tra altri mille) non viene percepito dagli UU i quali, di fronte alla “denuncia” femminista, restano muti. Hanno introiettato essi stessi la menzogna, pur se splendente e visibile come la luce del sole.
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Rino DV

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Damien 7:19 pm - 22nd Settembre:

@Dia:

La donna, come l’uomo, ha diritto a usufruire della sessualità come le pare, anzinò.. è piu’ realistico asserire che per la donna oggi piu’ che mai usufruisce della propria sessualità come gli piu le CONVIENE, troppo bello se ci fosse reciprocità e spontaneità..

detta questa premessa, quando due persone intrattengono una relazione, a regola deve esserci ESCLUSIVITA’ AFFETTIVA e FISICA!
(scambisti e cuckhold a parte!). Tutto chiaro adesso? se non è chiaro te la faccio breve:
sei single? scopa chi ti pare!
sei impegnata? scopati il tuo uomo!

e per la seconda domanda la risposta è no.

@Luigi:

Una volta Rino scrisse in merito delle ottime osservazioni, in sunto, IO sono io, e voi uomini non siete un cazzo! non esistete! non me frega se ve sbatto le poppe in faccia, se ho la minigonna inguinale, se si vede il tatuaggio sopra lo spacco del culo! non me frega se in quanto uomini vi arrapate, io sono io, e voi non siete un cazzo!

chiaro il concetto? lei esiste e puo’, tu non esisti e non devi eccitarti.. PORCO!

Se le guardi, sei un porco maniaco, se non le guardi, sono una massa di gay, se ci provi, ti deridono, se non ci provi, non ci sono piu’ gli uomini di una volta, se le corteggi, diventi amico e ti sfruttano, se fai l’audace rischi la denuncia.. ci siamo capiti Corvaglia?

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Luigi Corvaglia 9:50 pm - 22nd Settembre:

@ damien
Si … si … ci siamo capiti.
Detto questo però a quel gioco si può giocare e non è detto che se ne esca perdenti.
Avevo scritto una specie di manualetto abbastanza colorito di come mi comporterei io nelle situazioni da te elencate. L’ho cancellato. Mi sembrava una cosa abbastanza ridicola. Anche perché non affrontava il “nocciolo” della questione.
Noi uomini ci approcciamo alle donne come una volta. Abbiamo nei loro confronti molto più rispetto di quanto ne abbiano per noi (si intende che parlo generalizzando).
Non va bene. Per niente.
Loro sono cambiate? Cambiamo anche noi. Non certo abbassando la testa alle loro richieste ma fronteggiandole con le stesse armi (per qualche buontempone/a: non sto dicendo che dobbiamo andare in giro nudi, meglio specificare).
E soprattutto farle scendere dal trono che ognuno di noi, dentro, gli ha costruito.
Guarda, le donne possono essere stronze, cattive, superficiali, vendicative, etc., etc., … Come gli uomini. Anzi in taluni settori sono più specializzate di noi. Per cui le si tratta per come sono. Senza idealizzarle o angelicarle.
Mi dispiace Damien …. l’atteggiamento mentale di resa e disarmo io non l’accetto.

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Rino 11:21 pm - 22nd Settembre:

Su 27 ORA:
>
La Rete e le donne: opportunità di lavoro o mezzo per tenere le donne a casa?
>>

Dannazione, ci hanno scoperti!
Hanno intuito l’inconfessabile motivo per cui abbiamo inventato il web con tutto il resto.

Io pensavo davvero che non se ne sarebbero accorte.

Che dire? Chapeau o merde!? (son entrambi francesismi…)

Rino DV

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Damien 4:42 pm - 23rd Settembre:

DAL DIARIO DI UNA GIOVANE NAZIFEMDOMINISTA
___________________________________________________
Caro diario, oggi la proffe ci ha dato un compito per casa:

Su 27 ORA:

La Rete e le donne: opportunità di lavoro o mezzo per tenere le donne a casa?

SOLUZIONE:

Per prima cosa, vista la presenza maschile, ho capito che la proffe ci dava un suggerimento a noi sole donne e non un titolo sul cui far discutere i maschietti ihihih, cosi ho cominciato a cancellare le parole in piu’ (quelle scritte in GRANDE) che la proffe ha aggiunto per il solito motivo di incolpare questi stupidi ometti:

“La Rete e le donne: opportunità di lavoro O MEZZO per TENERE le donne a casa?”

Svolgimento:

Ho levato le parole in piu’ per leggere il reale messaggio:

La Rete e le donne: opportunità di lavoro per le donne a casa

ma quanto saremo intelligenti noi donne! che proffe scaltra! Poi ho cominciato grazie a google a trovare tutte le opportunità di impiego dal mio picci di casa! ^_^

Ho trovato che posso fare i seguenti lavori:

1) webcam girl:
SI possono fare un sacco di soldi! questi stupidi maschietti pagano per fargli vedere il mio seno (che tra l’altro non mi piace molto.. meglio quello della mia amica, ma non glielo diro’ mai.. è un segreto tra me e il mio caro diario ecco! ^_^) e la mia patatina (p.s.: devo comperare Vagisil crema..) e poi e poi.. posso vendergli le mie mutandine! fico! soldi facili e non lo sa nessuno tanto metto la maschera che ho usato a carnevale! (p.s.: trovare nickname fiko!)

2) escort:
Quando crescerò, potrò fare la escort e guadagnare un sacco di soldi! poi sono certa che se mi gioco le carte giuste c’e’ un posto anche in parlamento! ^_^ ma quali studi!
(p.s.: ricordarsi di rinnovare abbonamento palestra)

3) Pornostar:
Non è che mi piaccia tanto scopare.. amo sentire le farfalline io! ^_^ :* comunque vedo che se mi dovesse piacere, potrei fare questo lavoro e divenire una star! (p.s.: imparare le tecniche e le terminologie da youporn)

Che dire, il mio ometto lo tengo finche farà il carino con me.. poi posso finalmente rendermi indipendente e sposare uno sfigato con i soldi, tanto poi c’e’ sempre il divorzio! ^_^

BACI BACI alla proff! ciao Diario!

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Luigi Corvaglia 9:58 pm - 23rd Settembre:

http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2011/05/14/news/vuoi-fare-sesso-per-dieci-euro-dice-no-e-deve-cambiare-scuola-1.57903

«Vuoi fare sesso per dieci euro?» Dice no e deve cambiare scuola
Il ragazzo deriso e additato come “finocchio” perché rifiutava le prestazioni offerte dalle compagne La madre l’ha tolto dall’Istituto superiore che frequentava per mandarlo in un collegio fuori città

di Laura Tonero
Sesso orale, fugaci giochi erotici in cambio di 5 o 10 euro o di una ricarica telefonica. È quanto accade secondo la denuncia della madre di un giovane studente triestino che fino a poco tempo fa frequentava uno storico istituto superiore cittadino, di cui omettiamo il nome per non rendere identificabili i protagonisti di questa storiaccia.
Preoccupata per le confessioni e il conseguente malessere del figlio, la donna si è rivolta all’avvocato Paolo Volli. «È successo tempo fa e il fatto mi ha lasciato senza parole», spiega il legale. «Il ragazzo allora quindicenne dimostrava un evidente stato di disagio, il suo rendimento scolastico – racconta – era improvvisamente peggiorato come pure il suo umore e i suoi rapporti con i compagni».
L’avvocato ha deciso di rendere pubblica questa circostanza dopo aver letto sul nostro quotidiano la recensione dello sconvolgente libro inchiesta di Marida Lombardo Pijola “Facciamolo a skuola”. Nel libro, edito da Bompiani, la giornalista racconta di una realtà ancora sommersa: quella della prostituzione minorile dentro le mura della scuola. «Leggere quelle testimonianze mi ha fatto riflettere – dice Paolo Volli – e posso testimoniare che questa sconvolgente situazione è vicina a noi più di quanto possiamo immaginare».
Quando la madre del giovane studente triestino si era presentata nello studio legale di via San Nicolò, il ragazzo aveva 15 anni e frequentava il terzo anno dell’istituto superiore. È un appassionato di sport, di musica e il suo percorso scolastico non aveva mai evidenziato problemi. Dopo lunghe chiacchierate, dopo un supporto psicologico e grazie a un solido rapporto con la madre il giovane alla fine aveva vuotato il sacco. «Il ragazzo – spiega il legale – ha raccontato di rapporti sessuali consumati nei bagni dell’istituto scolastico e di insistenti proposte da parte delle studentesse dai 14 ai 16 anni disposte ad offrire rapporti orali in cambio di una piccola ricompensa in danaro che spesso serviva per ricaricare il cellulare».
A differenza di altri compagni non ha mai accettato lo “scambio”. E dopo i suoi ripetuti rifiuti si è sentito prendere in giro e deridere sia dalle ragazze che frequentano l’istituto sia dagli stessi compagni maschi dalla sua classe. «Non sarai mica finocchio?», lo deridevano davanti ai suoi dinieghi. Non solo: le disinibite ragazze facevano a gara per convincerlo, per metterlo in imbarazzo davanti ai compagni maschi. Per lungo tempo, per mesi il giovane ha taciuto ma il suo malessere, il suo disagio non è passato inosservato agli occhi della madre. Il giovane vive solo con lei, i genitori sono separati. «La scuola era cominciata da pochi mesi – ricorda Volli – e la madre ha riferito delle circostanze anche ad un’insegnante. Ma invece di trovare un’alleata, un conforto, ha trovato un muro. E da quel momento per il giovane andare a scuola era diventato un incubo». A fine quadrimestre il ragazzo è stato trasferito in un collegio del Veneto. La madre per evitare ulteriori stress al figlio e temendo ritorsioni da parte dei compagni e del personale della scuola, dopo essersi consultata ripetutamente con il legale ha preferito non denunciare il fatto alle autorità giudiziarie. «Mi risulta che ora il giovane stia concludendo l’anno scolastico con ottimi risultati – precisa l’avvocato – e che continui a fare sport. Ha ritrovato la sua serenità».

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Daniele 10:53 pm - 23rd Settembre:

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Non solo: le disinibite ragazze facevano a gara per convincerlo, per metterlo in imbarazzo davanti ai compagni maschi.
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“Disinibite” per interesse mica per piacere.
Per il resto, le decerebrate facevano di tutto per metterlo in imbarazzo, perché pienamente consapevoli del fatto che gli stessi maschi avrebbero deriso quel ragazzo. Insomma, la solita vigliaccheria femminile, poiché è pacifico che se le suddette non avessero di fronte a loro un “terreno fertile” – ossia i maschi coglioni – neppure fiaterebbero o, comunque, si conterrebbero molto di più.

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fulvioterzapi 3:15 pm - 26th Settembre:

un vecchio slogan recitava” feminism is the radical concept that women are people.”
le donne sono persone e lo sono con tutti i pregi e i difetti del caso, mentre si tende troppo spesso ad assolverle e a soprassedere sui loro difetti.
Ma in fondo l’acriticità è fisiologica di qualsiasi ideologia e questo risulta particolarmente evidente nel pensiero di sinistra e nella sua intrinseca tendenza al politicamente corretto o buonismo come si dice in Italia.

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Luigi Corvaglia 6:35 pm - 26th Settembre:

Fulvio
sono d’accordo con te quando dici che ” l’acriticità è fisiologica di qualsiasi ideologia”.
Dare però la patente di ideologia “all’attuale” pensiero di sinistra è quantomeno esagerato.
Ti rispondo io: magari!!
Pur con le sue accezioni negative (una è quella da te messa in evidenza), un pezzo, uno straccio di ideologia purchessia sarebbe sempre meglio del nulla attuale.
Il politicamente corretto, tipico della sinistra odierna (non è stato sempre così), è solamente una coperta che serve a non far vedere questa inconsistenza.
Te lo dice, con dolore, un uomo di sinistra.

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cesare 9:55 am - 27th Settembre:

Se A è diverso da B, B è uguale ad A. E se C è uguale ad A, C è uguale a B e diverso da A:
la magnifica Isabella Ferrari, che scende in piazza contro lo sfruttamento dell’immagine della donna con “Se non ora quando” , e grida con le sorelle “siamo tutte Rosy Bindi!” compare in questi giorni nelle ore di massimo ascolto su tutti i canali TV, bellissima, nuda e indiscutibilmente seducente, in uno splendido spot per Yamamay. Lei sa che i maschi abbagliati da tanta bellezza del suo lato B ed A e pure C sono poco propensi a chiederle conto della sua personale coerenza e della sua fedeltà alla logica di non contraddizione e pertanto spiega loro che:
“In un’epoca di svendita del corpo siamo tutti un po’ nauseati, ma una donna ha comunque il diritto di vestirsi e svestirsi, di innamorarsi e amare e io voglio stare in tutto questo nella sua pienezza, nella complessità dell’essere femminile che sento di avere, mentre le donne che usano solo il corpo hanno un linguaggio povero, riduttivo».
E così nella pienezza e complessità dell’essere femminile ci fa entrare d’ufficio, con illimitata generosità, tutti gli spettatori italiani. I quali scoprono che se la logica è ferrea non è di carne. Grazie Isabella!

leggere per credere:
http://www.ilgiornale.it/interni/se_sinistra_sfila_mezza_nuda_non_usa_suo_corpo/27-09-2011/articolo-id=548271-page=0-comments=1

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Rino 12:02 pm - 27th Settembre:

“…una realtà ancora sommersa: quella della prostituzione minorile dentro le mura della scuola.”

E’ noto che a scuola si spaccia eroina.
Adesso sappiamo che si spaccia anche erotina.

Che qualcosa di simile sia sempre esistito?
Che sia esistito sì ma in dimensioni più ridotte?

Cmq sia, questo fatto è rivelatore di quel che sappiamo già e smantella (ma noi non ne avevamo bisogno) la balla secondo cui le FF commerciano perché costrette.
Lo fanno parimenti quando non ne sono costrette.
Le minorenni infatti non hanno alcun bisogno insoddisfatto più dei loro coetanei ( a parte appunto il sesso…), nessuna necessità di procacciarsi denaro più quanta ne abbiano i maschi.

Ora il punto è: questa facile offerta, questo commercio adolescenziale chi danneggia? Danneggia i maschi, da ogni punto di vista. Questo ci introduce nella visione fattiva della morale: non la violazione di norme idealistiche ma il danno (il male) prodotto a qualcuno.
Quei comportamenti femminili sono un male morale perché sono un male per i maschi.
Non mi pare che danneggino le giovani femmine né il genere F, anzi le avvantaggiano (non solo perché ci guadagnano qualche ricarica, ma per ben altro).
.
Dunque esso è bene per le FF e male per i MM.
L’oggetto del giudizio (e quindi della politica che ne dovrebbe derivare) non può essere “il reprensibile comportamento delle adolescenti FF” ma il danno che ne viene ai MM. Sembra la stessa cosa, ma non lo è, perché si introduce un cambio di prospettiva: si guarda dal punto di vista dell’interesse globale del Genere maschile.
Si esce dal moralismo “Ah, sgualdrine!” e si entra nella nuova morale: il male recato ai MM adolescenti.
.
Se a tutto quel che si sa della scuola aggiungiamo questo spaccio, non c’è da stupirsi che i maschi vi appaiano e risultino sempre più somari.
.
Rispetto a questi ragazzi sono un iperprivilegiato: ho fatto medie e superiori in collegio: soli maschi.
.
Una fortuna tale che …mi invidio!
.
Rino DV

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fulvioterzapi 6:19 pm - 27th Settembre:

@Luigi Corvaglia: a me è sempre sembrato che uno dei tipici automatismi mentali della sinistra intesa in senso lato sia di dare ragione alle categorie percepite come più ‘deboli’ indipendentemente dal contesto.
Un esempio eclatante è il conflitto israelo-palestinese, dove la sinistra si schiera con i palestinesi (la parte piu debole economicamente) e giustifica i loro attentanti come risultato della politica aggressiva e militarista di Israele che tenta di alzare il termometro dello scontro inducendoli a commettere atti terroristici, dimenticandosi però che la politica aggressiva e militarista di Israele nasce dall’ostilità dei paesi arabi confinanti che non ne hanno mai accettato l’esistenza. E senza questo ingente sforzo bellico Israele sarebbe già stato polverizzato da tempo.

Allo stesso modo il pensiero di sinistra identifica le donne come una categoria debole che quando sbaglia lo fa a causa del sistema maschile dominante che le obbliga a prostituirsi e così ragionando le solleva da ogni responsabilità.

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Fabrizio Marchi 11:33 pm - 27th Settembre:

“a me è sempre sembrato che uno dei tipici automatismi mentali della sinistra intesa in senso lato sia di dare ragione alle categorie percepite come più ‘deboli’ indipendentemente dal contesto.
Un esempio eclatante è il conflitto israelo-palestinese, dove la sinistra si schiera con i palestinesi (la parte piu debole economicamente) e giustifica i loro attentanti come risultato della politica aggressiva e militarista di Israele che tenta di alzare il termometro dello scontro inducendoli a commettere atti terroristici, dimenticandosi però che la politica aggressiva e militarista di Israele nasce dall’ostilità dei paesi arabi confinanti che non ne hanno mai accettato l’esistenza. E senza questo ingente sforzo bellico Israele sarebbe già stato polverizzato da tempo”. (Fulvioterzapi)
Sei completamente fuori strada, caro Fulvioterzapi. La sinistra politica attuale, cioè un pezzo del sistema dominante assolutamente intercambiabile con la sua controparte di destra (a mio parere devi aggiornare un po’ la tua analisi politica perchè è decisamente fuori tempo massimo…) fa solo finta di sostenere la causa palestinese (chiacchiere e distintivo, come si suol dire…) ma in realtà è completamente succube e subalterna alle logiche atlantiche e filoamericane/israeliane.
Dimostri inoltre di conoscere ben poco la situazione israelo-palestinese, scusa le franchezza, quando parli dei palestinesi come della parte più debole economicamente, come se stessi parlando del sud povero dell’Italia rispetto alle regioni del nord più ricche e sviluppate.
Forse fai finta di ignorare che i palestinesi sono stati cacciati dalla loro terra nel 1948 e che dal 1967 i territori di Gaza e Cisgiordania sono occupati militarmente da Israele che impone con la forza un regime neocoloniale e fondamentalmente razzista (stile apartheid). Ignori anche, o fai finta di ignorare, che per ogni morto israeliano, militare o civile che sia, sono morti complessivamente fino ad ora circa tredici palestinesi, militari o civili che siano. Questi numeri ci dovrebbero far riflettere, così come gli effetti dell’ultima aggressione israeliana alla Striscia di Gaza (denominata in modo molto macabro, operazione “piombo fuso”) che nell’arco di due settimane ha provocato la morte di circa 1500 persone, di cui un terzo bambini, scatenata (questa la motivazione ufficiale) per porre fine al lancio dei cosiddetti razzi Qassam (che sono poco più che “giocattoli”, per lo meno rispetto alla potenza di fuoco, ne converrai, degli elicotteri Apache, dei tanks Merkava e dei caccia F16), che in circa dieci anni hanno provocato la morte di 8 persone.
Questi sono i numeri, caro Fulvioterzapi. Naturalmente potrei parlarti per ore della questione, dal momento che per tre anni sono andato su e giù ripetutamente per i territori occupati, in quanto inviato per un settimanale, e posso assicurarti che il dramma che vivono i palestinesi va ben oltre l’occupazione militare che, tutto sommato, è relativamente anche l’aspetto meno tragico dell’intera vicenda.
La storia poi di Israele assediata dal mondo arabo è addirittura ridicola. Intanto la gran parte del mondo arabo cosiddetto moderato è alleata di Israele e degli USA (e lo era ancora di più quando era dominato dalle tirannie recentemente spodestate) da cui dipende economicamente (Giordania, Libano, Egitto, Marocco, Tunisia, Algeria) o con cui è in affari (Arabia Saudita, Emirati Arabi, Qatar e via discorrendo). Ma quand’anche, ipotesi per assurdo, tutto il mondo arabo si unisse in un solo blocco antiamericano e anti israeliano non riuscirebbe neanche a mettere insieme un decimo della potenza militare e tecnologica del solo esercito israeliano. Una sola portaerei americana di stanza nel Golfo Persico è in grado di gestire da sola una guerra contro tutti i paesi arabi coalizzati. E se soltanto l’Iran o la Siria tentassero qualche sortita militare, Israele (senza il supporto degli USA)sarebbe da solo in grado di distruggere entrambi gli eserciti di quei due paesi nell’arco di poche ore.
In Iraq e in Afghanistan sappiamo cosa sta accadendo e in Libia idem con patate.
Per cui mi sembra, sempre in tutta sincerità, che la tua sia un posizione molto scontata, stereotipata e fondata su una scarsissima conoscenza delle cose. Ci vorrebbe più cautela, a mio parere, quando si affrontano argomenti di questo genere, e di geopolitica in particolare.
Peraltro mi sembra che l’esempio da te citato calzi veramente poco se non per nulla con l’oggetto della discussione. Anzi, se c’è un contesto che metaforicamente potrebbe essere ricondotto alla QM, ma dal nostro punto di vista e non dal tuo, è proprio quello dello stato di Israele, al quale tutto è consentito e tutto è dovuto proprio perché beneficiario di quella colpa inestinguibile che è l’Olocausto da cui l’Europa e il mondo intero non si sono ancora liberati. Questa è la vera forza dello stato di Israele, ben prima dei carri armati, dei bombardieri e della bomba atomica (che ha da sempre…), quella che gli consente di poter fare il bello e il cattivo tempo sapendo di poterlo continuare a fare da qui ad un tempo indefinito e indefinibile.
Ciò detto, sei intervenuto due volte, e tutte e due le volte per polemizzare con la “sinistra” (nei confronti della quale siamo ancora più critici di te ma da un altro punto di vista).
Non ho la sfera magica e non posso dire se tu sia animato da uno spirito polemico (sarà un caso ma sui siti di “destra” del Momas non c’è mai uno di “sinistra” che va lì a spiegargli che non hanno capito un cazzo di come stanno le cose…). Di certo ho la netta sensazione che tu sia uno di quelli rimasti all’era giurassica per il quale il femminismo è figlio del comunismo, la sinistra è figlia del comunismo, quindi il femminismo è un prodotto della sinistra che a sua volta è un risultato del comunismo che a sua volta ecc. ecc. e così via in una spirale senza fine.
Vedi, Fulvioterzapi, da queste parti abbiamo sviluppato un’analisi un tantinello più complessa di questa minestrina ancora in voga (e anche molto comoda e ideologicamente rassicurante) in diversi settori del Momas, e non possiamo attardarci più di tanto con tesi (e sono generoso a definirle tali) ormai anacronistiche e prive di un serio fondamento nonché di un approccio analitico adeguato e all’altezza delle necessità. Per cui ti invito a leggere con più attenzione i 141 articoli pubblicati sul sito e solo dopo aver fatto questo argomentare con più dovizia la tua critica. Ammesso e non concesso che tutto ciò sia utile alla causa maschile. Comunque sia, non sarò di certo io a sottrarmi al confronto, purchè si argomenti in modo pertinente.
Fabrizio

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sergio 6:39 am - 28th Settembre:

Di certo ho la netta sensazione che tu sia uno di quelli rimasti all’era giurassica per il quale il femminismo è figlio del comunismo,
>>>
Mai letto da nessuna parte frasi del tipo “il femminismo è figlio del comunismo”: casomai c’è chi ha scritto che in Europa occidentale “il femminismo è figlio della sinistra”. Mi chiedo chi ti abbia messo in testa una simile idea, ed eventualmente, per smentirmi, ti sarei grato se mi linkassi le frasi “incriminate” con i relativi autori. Grazie.

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sergio 6:41 am - 28th Settembre:

Vedi, Fulvioterzapi, da queste parti abbiamo sviluppato un’analisi un tantinello più complessa di questa minestrina ancora in voga (e anche molto comoda e ideologicamente rassicurante) in diversi settori del Momas, e non possiamo attardarci più di tanto con tesi (e sono generoso a definirle tali) ormai anacronistiche e prive di un serio fondamento nonché di un approccio analitico adeguato e all’altezza delle necessità.
>>>
Fabrizio, a prescindere dalkla “giustezza” o meno di quelle “stupide analisi”…, tu esisti perché qualcun altro ha posto la questione maschile molti anni prima di te (e di me, naturalmente), altrimenti di uomini beta non esisterebbe neppure l’ombra…
Noto che la modestia non è il tuo forte.

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Fabrizio Marchi 9:44 am - 28th Settembre:

Sergio, circa sei anni fa ho pubblicato il mio libro dal titolo “Le donne:una rivoluzione mai nata”. Naturalmente la decisione di scrivere quel libro nacque dopo anni e anni di riflessione . Allora (e anche quando pubblicai quel libro) non sapevo neanche dell’esistenza del movimento maschile (e questo ce la dice lunga, dal momento che se un tizio mediamente informato come il sottoscritto non ne sapeva nulla, figuriamoci gli altri…).
Quindi, senza nulla togliere ai meriti degli altri, il sottoscritto ha fatto un percorso assolutamente individuale e ha scelto di esporsi pubblicamente quando era ancora convinto di essere il solo a concepire determinate idee (a “sinistra”, poi, non ne parliamo neanche…).
Sono entrato in contatto (ma questo l’ho spiegato mille volte) solo successivamente con alcuni attivisti del Momas in modo del tutto casuale, perché su google, fra le altre, trovai alcune recensioni scritte da Claudio (Alitaki) e da Armando Ermini dei Maschi Selvatici. Scoprii quindi anche l’esistenza di U3000, ed entrai in contatto con Rino. (che successivamente scrisse anch’egli una recensione del mio libro)
Questa è la storia, caro Sergio, che a te piaccia o no. Nella mia testa c’era già da molto tempo l’idea di dare vita ad un movimento maschile con le caratteristiche di UB. Una volta poi entrato in contatto con il cosiddetto Momas, mi resi conto che questa mia idea era diventata una necessità improcrastinabile.
Gli stessi Armando, Alitaki e naturalmente Rino possono confermarti quanto ti ho appena raccontato. La genesi di UB (e la mia storia personale) non hanno nulla a che vedere direttamente o indirettamente, per ragioni oggettive che ti ho appena spiegato, con quello che era il movimento maschile esistente di cui, ribadisco, ero completamente all’oscuro.
Quindi la presunta modestia o immodestia del sottoscritto non c’entrano proprio nulla, caro Sergio. C’entra invece la pochezza di quelli, e fra questi anche te, mi dispiace dovertelo dire ma non è la prima volta che ti cimenti in questo senso (anzi, il 90% dei tuoi commenti su UB sono stati su questa lunghezza d’onda), che fanno a gara a chi è più “bravo” con queste sciocche e ridicole micro competizioni personali.
Ho stabilito degli accordi molto chiari con quelli che ritengo miei amici ma anche con quelli che non ritengo tali, proprio per evitare problemi di qualsiasi genere e per poter lavorare meglio al mio obiettivo (e ormai, per fortuna, non solo mio). Io non ho mai rotto quei patti e non tollero che lo facciano gli altri. Ho sempre detto a tutti gli attivisti del Momas che è bene che ciascuno faccia la sua battaglia come meglio crede. Io non condivido quasi nulla delle idee di molti di loro ma non ho nessuna intenzione, né tanto meno interesse, voglia, energie e tempo, ad alimentare polemiche o sciocche quanto insulse guerricciole interne. Ribadisco anche a te ciò che ho già spiegato a Fuvioterzapi. Non troverai mai un aderente o simpatizzante di UB attizzare polemiche su altri blog o siti maschili, come invece avviene spesso sul nostro.
Alla luce di queste considerazioni, se UB non ti piace per qualsiasi ragione, politica o personale, non devi fare altro che dirottare la tua attenzione su altri siti. Non c’è veramente nessuna necessità di perdere energie e tempo in polemiche inutili. Oggi abbiamo la fortuna, rispetto al passato, che nel Momas sono rappresentate tutte le correnti politiche; non vedo perché calpestarci i piedi.
Anzi, guarda, ti segnalo il blog di Ragioni Maschili, fondato da Iulbrinner, che è ben fatto, ben scritto (lui è sicuramente un uomo preparato) ed ha un’interpretazione, se mi passi la semplificazione, diciamo di tipo liberale di destra e tradizionalista della QM (anche se sulla homepage, per lo meno una volta, campeggiava una frase di Karl Popper che certo non era un liberale di destra, casomai di sinistra, ma questi non sono affari miei né voglio entrare nelle contraddizioni altrui…).
Sono certo che lì potrai trovare una sponda molto più adeguata per le tue idee. In questo modo evitiamo anche di calpestarci i piedi e soprattutto di perdere tempo in ridicole micro corride da blog.
Abbiamo ben altro da fare, come ad esempio costruire un movimento maschile, e personalmente non ho tempo da perdere in facezie (e secondo me non dovrebbero perderlo neanche gli altri, quindi neanche te, Sergio).
Fabrizio
p.s. alla luce di queste considerazioni ritengo superfluo risponderti anche sull’altra questione del comunismo, del femminismo ecc. Se è per questo ne abbiamo viste e lette di castronerie ben peggiori di queste su altri siti (razzismo, islamofobia ecc.).

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Daniele 4:18 pm - 19th Novembre:

http://blog.donnamoderna.com/sessoeluna/2009/08/26/il-sesso-come-mestiere-dialogo-con-una-prostituta/
Antonella, 43 anni, di Udine, sposata. Lei si prostituisce da molti anni, mentre suo marito fa l’operaio in una fabbrica.. Hanno tre figli, tutti adolescenti, che non conoscono il mestiere della mamma.

Le ho fatto qualche domanda, per cercare di capire meglio la personalità e il mondo di una donna che ha scelto il sesso come mestiere. Ecco l’intervista:

Che età avevi quando hai iniziato a prostituirti?
Diciassette anni.

Cosa hai provato la prima volta?
Difficile ricordare..paura sicuramente..

Lavori in strada, in casa, in hotel…
Ho iniziato in strada per molti anni poi con l’arrivo degli stranieri era diventato rischioso e quindi la maggior parte delle italiane si sono ritirate in appartamento.

Che differenza c’è fra una prostituta e una escort? Perché non tutte scelgono di fare le escort?
La escort si sposta, fa viaggi anche lunghi, fine settimana, cene, questo implica una buona dialettica e capacità di essere gradevole come compagnia: non tutte sono portate e preferiscono il rapporto più veloce e sbrigativo.

Hai mai provato a smettere, a fare un lavoro normale?
Ho smesso costretta dagli eventi della vita e fatto lavori anche umili, ma quando ho potuto ho ripreso. E’ difficile fare a meno di un certo tenore di vita.

Tuo marito sa quale è il tuo vero lavoro? E’ geloso?
Mio marito era un cliente. Quindi sa che per me è un lavoro:niente di coinvolgente, fisicamente o mentalmente.

Quali sono i rapporti intimi fra di voi?
Abbastanza radi, in quanto sessualmente perdi molto esercitando questo lavoro..

Quanti clienti vedi, ogni giorno?
Difficile fare medie. A causa della crisi economica che ci ha colpito direi che sono oggi da 2 a 7-8 al giorno.

Cosa pensi del tuo lavoro?
Che bisogna essere adatte a farlo. Non tutte lo possono fare senza subire contraccolpi psicologici.

Quanto ti permette di guadagnare?
In media dagli 80 ai 100 mila Euro ogni anno.

Saresti disposta a pagare le tasse, se vi fosse una legalizzazione della prostituzione?
Certamente. E lo troverei giusto se lo riconoscessero come lavoro. Come già è in molti altri Paesi.

Che tipo di uomini sono i tuoi clienti?
Di tutti i tipi. Di tutte le età e di varia estrazione sociale.

Hai dei tabù sessuali, prestazioni che assolutamente rifiuti?
Sicuramente cose che possano mettere a rischio la mia salute, tipo contatti con liquidi organici. Non sono portata al sadomaso, e a rapporti lesbici.

Vi sono persone con le quali non riusciresti mai ad avere un rapporto?
Sinceramente no. Ho anche clienti disabili. Purche’ italiani.

I tuoi clienti usano tutti il preservativo?
Certe persone non lo sopportano e quindi si lavora con preservativo e alla fine si fa senza, manualmente.

Come ti proteggi dalle malattie sessualmente trasmesse?
Preservativo, vaccinazione epatite B.

Quanto tempo dura, in media, un rapporto sessuale con te?
Dipende da cosa ti viene chiesto. Un cliente vuole una cosa veloce, un altro vuole fare un’ora. In media un passaggio che io chiamo normale dura 15-20 minuti tutto compreso. Chiacchiere e rivestimento.

Quali sono i servizi che ti vengono richiesti più spesso?
L’orale scoperto.

Hai mai provato un senso di schifo?
No.

Hai mai provato paura?
Ho sempre tutto sotto controllo. No.

Cosa ti sentiresti di dire alle mogli dei tuoi clienti?
Devono pensare ai loro mariti non a me. Io non cerco nessuno: sono cercata.

Ti senti a disagio quando frequenti altre donne che non si prostituiscono?
Assolutamente no.

Ti senti in colpa verso i tuoi figli?
Quale mamma non vorrebbe dare il meglio ai suoi figli? Ma cerco di compensare inondandoli d’amore e d’attenzioni.

Se avessi una figlia femmina, accetteresti che lei intraprendesse il tuo stesso mestiere?
Penso che la famiglia sia basilare per intraprendere certe scelte. Purtoppo io ho avuto una famiglia priva d’amore genitoriale e che si è liberata presto di me. All’inizio è sopravvivenza, poi diventa un business. Mia figlia non avrebbe bisogno di pensare a questa eventualità.
Io ci sarei sempre per lei.

Le prostitute che hai conosciuto hanno iniziato per scelta o per far fronte alle difficoltà della vita?
Tutte per difficoltà.

Voi, prostitute italiane, in cosa siete diverse dalle straniere?
Forse in nulla.Sono donne come noi. Forse solo piu sfortunate.

Subite la concorrenza dei Trans?
Io no. Penso sia un genere completamente diverso. Ho notato comunque che negli ultimi anni il sesso è cambiato. Molti uomini cercano i Trans. Sembra strano, ma sono molto più femminili di noi donne!

Ti sono mai stati richiesti rapporti sessuali con più persone?
Raramente. Ho provato l’esperienza e la considero piu semplice e sbrigativa di quello che può sembrare. si conlcude in fretta!

Hai mai avuto richieste da clienti-donne?
Ho sempre rifiutato. Non sono lesbica. E se devo fare una cosa, la faccio bene o declino.

A che età in genere smette la professione una prostituta?
Non c’è età, né per iniziare, né per smettere. L’età può forse incidere sulla mole di lavoro. Conosco colleghe di quasi 50 anni che guadagnano piu di me.Se una donna ha un po’ di intelligenza mette via per il futuro, compra, investe, si fa una polizza pensionistica privata. O si fa sposare da qualche cliente affezionato!

Provi piacere sessuale? Lo fingi con i clienti?
Nessun piacere sessuale, ma non mi piace la parola “fingere”…Diciamo che si partecipa nella maniera adatta, professionalmente.

Secondo te è meglio la prostituzione in strada o al chiuso, in qualche locale?
Ognuno a casa sua. Oppure in centri appositi come in Olanda.

Hai mai pensato di scrivere un libro sulla tua vita, per raccontare le tue esperienze?
Sto scrivendo un’autobiografia da molto tempo. E’ un parto doloroso perché ripercorre una vita densa di eventi non sempre gradevoli non è facile. Non so perché lo faccio. Forse perché una mamma non faccia gli sbagli che ha fatto la mia con me, segnando tutta la mia vita.

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Rino DV 6:08 pm - 30th Novembre:

Ruba x uscire con la fidanzatina

>>
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/11/30/news/ruba_rame_per_uscire_con_la_fidanzata_quindicenne_muore_folgorato_a_enna-25839738/
>>

Il contrario non accade.

Mi viene in mente “Proposta” dei Giganti quella di “Mettete dei fiori nei vs. cannoni” dove dice “Me ciami Brambilla e fu l’uperari, lavori la ghisa per pochi denari e non ho in tasca mai la lira per poter fare un ballo con lei…”

E io, igenuotto 12enne mi chiedevo “…perché bisogna avere dei soldi per andare a ballare…? e perché li deve avere lui…?”

Vedete cosa succede quando si crede nella parità assoluta e radicale.

Che schianto – ragazzi – dalla ingenua calda solarità di quel tempo al gelido granito della verità.
Che schianto!

RDV

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Simone M. 9:41 pm - 30th Novembre:

X Rino
E’ da alcuni mesi che non scrivo più in questo blog, torno a farlo dopo aver letto le tue parole, perché mi hai fatto ripensare a me stesso e a certe “stronzate” che ho fatto in passato per una prostituta rumena (di cui avevo già parlato), per la quale ero veramente partito di testa.
Per stronzate intendo i soldi che ci ho speso (migliaia di euro), pur “di averla” anche solo venti-venticinque minuti.
L’ho fatto perché, per quanto mi riguarda, ho sempre saputo – fin da ragazzino – di non essere un tipo attraente; pertanto, dal punto di vista sessuale e sentimentale ho vissuto malissimo sia la mia adolescenza che la mia gioventù. In sostanza ho fatto (e faccio parte) di quelli che nella nostra società sono sprezzantemente bollati come “sfigati”, solitamente invisibili all’altro sesso. Ho passato anche anni senza una donna, sicché, a un certo punto della vita, le prostitute sono diventate la mia unica ancora di salvezza, le uniche con le quali posso (e riesco) a fare sesso. Un giorno ne incontrai una che – per assurdo – rispecchiava un genere di ragazza che sognavo da ragazzo. Ho fatto cose assurde per lei, vere e proprie follie, originate dai miei insuccessi personali con le donne, dal senso di impotenza che mi porto dietro da bambino e che mi accompagnerà fino alla morte.
Mi costa scrivere queste cose, perché pur essendo su un blog dove non mi conosce nessuno, ti assicuro che in questo momento provo una forte vergogna.
Ma ho deciso di parlarne ugualmente, perché so che questo è uno dei rarissimi luoghi virtuali dove non rischio di essere deriso.
Un saluto.

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Fabrizio Marchi 11:15 pm - 30th Novembre:

Simone, se ora, proprio ora, dopo questo coraggiosissimo commento, trovassi la forza di palesarti, con tanto di nome e cognome, e magari anche pubblicando una tua foto, faresti un tale balzo in avanti che in confronto quindici anni di psicoanalisi sono un battito di ciglia…
Guarda che non è una boutade…Vedrai dopo come ti senti…Provare per credere…smile
Fabrizio
p.s. quella parola, “sfigato”, buttala nel cesso e tira la catena una volta per tutte…

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Jan 10:41 pm - 15th Dicembre:

Mmmh … meno male che la tipa da video ammette di essere una puttana, altrimenti sarebbe una femminista. Perchè il ramo di base del femminismo è l’ipocrisia.

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Luigi Corvaglia 11:55 am - 11th Luglio:

http://www.unita.it/culture/meglio-spogliarellista-che-giornalista-br-la-doppia-vita-di-sarah-1.428613?page=2
——————————————-
La doppia vita di Sarah, meglio spogliarellista che giornalista
Di Pippo Russo 11 luglio 2012

Non tutti possono fare la doppia vita che vorrebbero. L’ha scoperto Sarah Tressler, trentenne giornalista che fino allo scorso marzo lavorava presso la Redazione Costume e Società dello «Houston Chronicles», e che all’improvviso si è ritrovata licenziata. Motivo ufficiale del provvedimento: aver omesso, al momento di presentare la domanda d’assunzione, di avere un secondo lavoro come spogliarellista.

Una mancanza che la società editrice del quotidiano pubblicato nella città texana ha giudicato sufficiente per giustificare il licenziamento in tronco. Niente moralismi, hanno assicurato dalla direzione del giornale. Solo un motivo di correttezza e trasparenza nel rapporto di lavoro. Quale che fosse quel secondo lavoro, andava dichiarato. E nemmeno sotto tortura i capi dello Houston Chronicles ammetterebbero che, fra i tanti aspetti spiacevoli della vicenda, il più urticante è l’essere stati messi in ridicolo dalla concorrenza su piazza.

Perché a scoprire e rendere pubblica la storia sono stati i cronisti del concittadino Houston Press, settimanale a distribuzione gratuita che macina una media di 300.000 lettori a numero. Accadde nell’edizione del 26 marzo, quando su un articolo accompagnato da una vecchia foto di Sarah in mise da stripper campeggiava un titolo impietoso: «Sarah Tressler: cronista di costume di giorno, spogliarellista di notte».

Uno scoop che fu un colpo bassissimo alla testata concorrente, accompagnato da un ulteriore dettaglio: Sarah gestiva già allora un frequentatissimo blog nel quale racconta le sue esperienza da stripper. Il titolo è eloquente: «Diary of an angry stripper». E così, per la cronista che era stata assunta soltanto il 19 gennaio di quest’anno dopo aver lavorato come freelance, il 27 marzo è arrivato il licenziamento.
La sua carriera allo Houston Chronicles si è fermata dopo soltanto due mesi e otto giorni in carica. A occhio e croce un record. E certo c’è da capire il disappunto della testata, dovuto a almeno tre motivi: aver preso un buco dalla concorrenza; averlo preso per un fatto di casa propria; e aver rimediato una figura grottesca per non aver sospettato quale fosse il secondo lavoro della propria redattrice. Ma la testata rischia adesso di pagare in modo pesante la scelta di licenziare la giornalista.

Sulle prime Sarah ha cercato di giustificare la propria doppia vita. Dichiarando che il secondo lavoro da spogliarellista le serve per estinguere il debito da 100.000 dollari, contratto per laurearsi presso la New York University; e che la mancata menzione del lavoro da spogliarellista nel curriculum è dovuto al fatto che si tratti di un’occupazione informale, non contrattualizzata. Giustificazioni deboli, a esser generosi.

Certo inefficaci, al punto da convincerla a cambiare del tutto strategia. Sicché lo scorso 11 maggio ha presentato denuncia contro lo Houston Chronicles per discriminazione di genere, affidando il patrocinio a un avvocato di grido: Gloria Allred, specialista in cause riguardanti i diritti delle donne. A guardarla in fotografia, o nel video della conferenza stampa tenuta a fianco di Sarah, sembra uscita da Kramer contro Kramer.

Fossimo al posto di chi regge le sorti dello Houston Chronicles, cominceremmo a preoccuparci sul serio. Pareva trattarsi soltanto di una questione di diritto del lavoro, e invece si è trasformata in una spinosa controversia nel campo dei diritti civili. Comunque vada, l’immagine della testata ne è già uscita gravemente danneggiata sotto ogni punto di vista. Chi invece si sta giovando della vicenda è proprio Sarah Tressler.

Che dopo l’imbarazzo iniziale sta convertendo a proprio vantaggio la vicenda, impersonando una figura da eroina delle libertà sessuali. Il suo blog adesso spopola e moltiplica contatti su Facebook e Twitter. E nei giorni scorsi, come riferisce il Las Vegas Review Journal, inizierà uno «strip tour» che la porterà coast to coast per gli Usa a rivendicare il proprio diritto a essere giornalista e spogliarellista.

Tappe previste: Los Angeles, Chicago, New York, Miami, Tampa e Atlanta. I post del suo blog sono stati trasformati in un libro dal titolo omonimo, in vendita a 20.98 dollari. Per 4 dollari in più è possibile acquistare la maglietta con la scritta «Diary of an angry stripper».

E poi c’è il prezziario per le foto di Sarah in intimo: 5,99 per la sola immagine, 6,98 se la si vuole autografata, 8,99 per chi la desidera personalizzata. Perché va bene la protezione dei diritti civili, ma se la si associa allo sfruttamento dei diritti commerciali è anche meglio.

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