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Ho preso la decisione di scrivere questo articolo perché ho notato che la tematica in oggetto è ricorrente in vari interventi nel nostro blog, e allora ho ritenuto giusto affrontarla. Anche per sottolineare quale sia la posizione “ufficiale”del Movimento degli Uomini Beta nel merito della questione.
Stiamo vivendo in una fase storica in cui va molto di moda “andare oltre” tutto e tutti: ideologie, filosofie, sistemi valoriali ecc. Va soprattutto molto di moda andare “oltre i concetti di destra e di sinistra”. Non è un caso che un personaggio come Pasolini venga oggi tirato per la giacchetta un po’ da tutti; appunto perchè, come tutti i personaggi complessi si presta a molte e diverse interpretazioni. Ma questo può anche starci.
In generale tendo a diffidare di questa tendenza ad andare oltre la destra e la sinistra (intese naturalmente come grandi opzioni culturali e filosofiche, è ovvio, non nelle loro attuali declinazioni politiche). Credo, e anche nei fatti è così (su questo non c’è proprio alcun dubbio) che chi tende a sposare queste posizioni sia essenzialmente di destra. Come ad esempio il neomovimento di Massimo Fini, se vogliamo fare un esempio pratico. Ho letto l’elenco di coloro che hanno aderito al suo Manifesto: fra questi c’è addirittura un ex ideologo di Ordine Nuovo e di Terza Posizione, figuriamoci un po’. Ciò non significa che alcune delle cose che sostengono non abbiano una loro validità; del resto Massimi Fini non è certo uno sprovveduto ma un intellettuale di rango degno di rispetto e attenzione.
I primi a teorizzare, molto strumentalmente a mio parere, la necessità di andare oltre la destra e la sinistra furono proprio i fascisti di Lotta di Popolo, ormai già quasi una quarantina di anni fa, e più in generale di tutta l’area extraparlamentare collocata alla destra del MSI e non solo, perché l’allora ala di quel partito che faceva riferimento a Pino Rauti portava avanti queste posizioni e teorizzava il cosiddetto “sfondamento a sinistra” già da diverso tempo. Sosteneva cioè la necessità di superare i concetti di destra e sinistra e addirittura teorizzava la possibilità di un’alleanza “antisistema” con la sinistra estrema. Operazione che non gli è mai riuscita né, a mio avviso, è stata mai seriamente tentata. Infatti ritengo che fosse più per lo più un gettare il fumo negli occhi e una sorta di escamotage, tipico della cultura e del modo di essere di quella destra lì, e anche per ritagliarsi uno spazio, legittimo da parte loro, sia chiaro, all’interno del panorama politico della stessa destra.
Naturalmente “l’andare oltre la destra e la sinistra” tanto di moda oggi non ha nulla che vedere con tutto questo. E’ una tendenza in realtà alimentata ad arte dal sistema dominante che ha vinto, economicamente, politicamente e culturalmente e che, per estirpare alla radice ogni possibile tentativo di rinascita e ricostituzione di una SERIA e AUTENTICA istanza critica nei suoi confronti (che non può che partire dalla elaborazione di un nuovo pensiero “forte”) ha necessità di andare verso il superamento proprio di quelle contrapposizioni ormai considerate “vecchie”, obsolete, che sostenevano la necessità di un suo superamento. Naturalmente io personalmente non penso che il capitalismo sia il “demonio”; penso solo che sia la forma che il “dominio dell’uomo sull’uomo” ha assunto negli ultimi secoli di storia e perfezionatasi nella fase attuale e che, in quanto tale, dal mio punto di vista, vada storicamente superata, così come era necessario superare altre forme di dominio e di oppressione dell’uomo sull’uomo che la storia e l’umanità hanno conosciuto. La differenza, fondamentale, per come la vedo io, è che la forma del dominio capitalistico, in particolare quello contemporaneo, è la più sofisticata rispetto a qualsiasi altra conosciuta fino ad ora.
Proprio ciò che è avvenuto e che sta avvenendo in questi ultimi decenni ne è la testimonianza. Solo una grande intelligenza, questo va riconosciuto, poteva essere capace di assorbire un movimento come il femminismo e piegarlo, con grande astuzia, insieme a tutto l’universo femminile, ai suoi desiderata, non senza pagare dei prezzi, evidentemente. Anzi, il paradosso è che se si critica il femminismo e soprattutto quello che io definisco il “postfemminismo”, si viene oggi tacciati di essere dei reazionari; pensate quale genialità c’è dietro a questa operazione. Non c’è dubbio che questo sia stato un processo strategico, centrale, strutturale, non meramente tattico.
Ce ne sono però stati altri, forse meno strutturali, diciamo così, ma altrettanto fondamentali, per preservare e mantenere al riparo il sistema dominante su scala planetaria. Una di queste è la strategia culturale. Portare avanti e convincere a livello profondo gli individui della inevitabilità del sistema. Cioè della impossibilità strutturale di poterlo trasformare e/o superare. Sia chiaro, non è certo la prima volta che tutto ciò avviene nella storia. Tutti i sistemi dominanti hanno affermato questo; non poteva e non potrebbe essere altrimenti.
La peculiarità di quello attuale è che porta avanti questo progetto con “strumenti” di una potenza straordinaria, eccezionale, dal punto di vista dell’efficacia e della capacità penetrativa,pervasiva e altamente condizionante. Una potenza mai conosciuta prima d’ora nella storia. Tutte le altre precedenti forme di dominio erano dilettantesche, per quanto rozze, al confronto.
L’obiettivo non è tanto o solo il mantenimento dello status quo (caratteristico delle vecchie forme di dominio) quanto il coinvolgimento a livello psicologico profondo degli individui, sia pure in una posizione di subordinazione (non è mai esistita, a mio parere, al di là delle apparenze, una società tanto gerarchizzata come quella contemporanea) a quello stesso processo che li rende subordinati alle logiche dominanti. Che genialità in questo! Da un certo punto di vista osservo tutto ciò anche con una certa “ammirazione”, se così si può dire. Se mi passate il termine di paragone, questa “ammirazione” potrebbe assomigliare a quella che nutriva Marx quando osservava la grande capacità propulsiva della borghesia che stava stravolgendo il mondo, nel bene e nel male, naturalmente studiandola con ben altri strumenti e capacità interpretative del sottoscritto…!
Tornando a noi, credo che oggi uno degli strumenti fondamentali per portare avanti questo disegno sia proprio quello di confondere le acque, di scompaginare e scompigliare i termini della questione, gli ordini dei fattori, ingenerare confusione nella mente e nella psiche delle persone. Il tutto si traduce e si estrinseca nella tendenza al superamento (apparente) di tutte quelle che vengono considerate come delle vecchie categorie interpretative nel nome di non si sa bene cosa. Un qualcosa che nessuno sa anche perché è esattamente questo l’obiettivo. Sfiducia, accettazione passiva dello status quo, convinzione profonda dell’impossibilità di una possibile trasformazione della realtà e addirittura del suo solo concepimento, disillusione, angoscia diffusa, fragilità psicologica, non-senso, distruzione di ogni “valore”, qualsiasi esso sia, tendenza diffusa all’effimero come sola risposta al “nulla” di questa condizione, desolazione umana, difficoltà relazionali, scarsa socialità, idolatria del consumo e delle merci, alienazione, mercificazione totale di tutto e tutti, corpi e anime.
Questi alcuni degli effetti prodotti da questa scientifica operazione culturale-psicologica portata avanti con grande lucidità. Quella stessa lucidità con cui è stato perpetrato il processo di “spoliticizzazione di massa”, altra grande geniale operazione che aveva come obiettivo quello di alimentare una diffidenza profonda e un disprezzo diffuso nei confronti della Politica con la P maiuscola attraverso la riduzione di quest’ultima a politica con la p molto minuscola. Una politica ridotta al rango di ancella del mercato, del capitale, della finanza, dei sempiterni poteri forti e in ultima analisi delle classi dominanti, sempre più mera attività pseudo professionistica esercitata da nomenclature di partito assolutamente intercambiabili le une con le altre e spesso volutamente incompetenti per deliberata scelta (se fossero competenti potrebbero minare l’egemonia del capitale e del mercato).
Quindi il sistema è stato a tal punto astuto da costruirsi da una parte la politica al suo servizio e al contempo anche l’”antipolitica” che prende le forme più disparate e a volte anche quelle apparentemente trasgressive e appunto “antisistema” (come ad esempio, facendo un piccolo tuffo nei “minimi sistemi”, i vari Grillo, Travaglio, Di Pietro e compagnia cantando…). Il risultato è che molta gente, in buona fede, individua nella “politica” (quella al servizio del mercato) la sua controparte e il nemico da abbattere affinchè le cose vadano meglio, e nell’”antipolitica” (anch’essa strumento del sistema) il suo interlocutore. Altra grande genialità! Un vero e proprio escamotage depistante e fuorviante, degno dei migliori laboratori di scienza della manipolazione… Il sistema diventa tutto e il contrario di tutto.
In tutta questa situazione l’unica ancora di “salvezza” per i singoli individui alla mercè del “Matrix” più potente che la storia abbia mai conosciuto, resta l’adesione apparentemente libera ma di fatto acritica e passiva ai dettami e ai valori del sistema dominante. Perché in tutto questo gran casino, in questa confusione dove i concetti di destra e sinistra sono stati artificiosamente fatti evaporare, dove sembrerebbe non esistere più nulla, dove si sguazza in tutto questo mare magnum di incertezza radicale, continuano a dominare incontrastati il mercato e le sue leggi.
Tutto è stato messo e viene messo in discussione ma una cosa è certa: mercato, profitto, capitale e proprietà privata non solo non sono messi in discussione ma rimangono le uniche certezze. Le sole uniche certezze, ormai assurte quasi al rango di verità ontologiche se non addirittura religiose. Il mercato non è più una delle forme dell’agire umano ma la forma dell’agire umano e come tale concepita di fatto come immodificabile ed eterna. Ecco dunque che, con questa operazione, accompagnata dalla distruzione sistematica e scientifica di qualsiasi ipotesi alternativa, il mercato diventa una vera e propria ideologia.
All’interno di questo meccanismo sono stati disinnescati i concetti di destra e di sinistra. Sbagliano, a mio parere, coloro (anche quei movimenti culturali cui abbiamo fatto riferimento all’inizio dell’articolo) che credono che il superamento delle categorie di destra e sinistra possa essere propedeutico ad una trasformazione della realtà oppure che questi stessi concetti (penso al movimento di Massimo Fini) siano due facce della stessa medaglia, cioè dell’industrialismo che ha prodotto, secondo la loro interpretazione della storia, sia il capitalismo che la sua negazione, il comunismo.
In realtà la strada da percorrere è esattamente quella contraria. E cioè disvelare la menzogna che c’è alle spalle di questa presunta obsolescenza delle categorie di destra e sinistra (naturalmente senza dogmi, paraocchi, steccati ideologici e integralismi) per ricostruire un nuovo percorso, anzi, dei nuovi percorsi di criticità capaci di rappresentare degli orizzonti di senso e delle prospettive per i quali valga la pena di impegnarsi e di vivere. Il superamento dei concetti di destra e sinistra non ha, a mio giudizio, fondamenti storici, culturali e filosofici. Rimangono e rimarranno sempre, magari assumendo forme e aspetti diversi da quelli attuali, come è normale che sia, ma non potranno essere cancellati.
Fabrizio Marchi
198 Commenti
Tuttavia su un punto Andrea ha pienamente ragione: i termini sono importanti. Un conto è scrivere, come ha fatto Rino, che “L’obiettivo è l’eliminazione della maschilità negli uomini da ottenersi attraverso l’inibizione e la repressione delle loro pulsioni” e un conto è sostenere che “fra qualche decennio gli uomini spariranno”. Basti evidenziare la realtà di paesi come la Cina, l’India o la Corea, che è ben differente.
http://translate.google.it/translate?hl=it&langpair=en|it&u=http://www.scientificamerican.com/article.cfm%3Fid%3Dthere-are-more-boys-than-girls
Marco(Quota) (Replica)
http://translate.google.it/translate?hl=it&langpair=en|it&u=http://www.scientificamerican.com/article.cfm%3Fid%3Dthere-are-more-boys-than-girls
Marco(Quota) (Replica)
in realtà a sostenere l’ipotesi “sparizione dei maschi causa sopraggiunta inutilità”, molto spesso sono stati articoli (con titoli d’effetto inutile negarlo, ma psicologicamente importanti, visto che il titolo è la prima cosa che colpisce) comparsi su quotidiani e riviste di tiratura elevata.
Ricordo molti articoli di questo tenore dopo l’annuncio di una ricerca scientifica (mi pare di Karim Nayerna) che mirava a riprodurre lo sperma dal midollo spinale femminile. Va da sè che è ovvio che non è realizzabile in termini di un paio di generazioni umane e che l’ipotesi è fantascientifica e letta come, all’epoca di potevano leggere i romanzi di Jules Verne.
sul tema (in questo caso perlomeno si esprime una preoccupazione per la fantomatica minaccia di un mondo senza uomini)
http://www.loccidentale.it/articolo/gendercide.0089144
Rita(Quota) (Replica)
GINARCHIA.
La ginarchia è una forma di governo nella quale le donne detengono il potere. La ginarchia tende a collegarsi con la superiorità femminile. L’obiettivo delle teorie o dei movimenti che si ispirano alla ginarchia può essere eliminare completamente i maschi, oppure semplicemente considerare i maschi come oggettivamente inferiori e dunque destinati a detenere minori diritti sociali e civili rispetto alle donne.
I modelli di ginarchia differiscono per le diverse modalità di trattamento dei maschi, che possono variare dalla semplice “female leadership” all’interno della coppia, fino a considerare i maschi alla stregua di animali domestici totalmente privi di diritti. [Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.]
..direi che ci siamo quasi…allarghiamo le trincee, amci miei, a breve accoglieremo altri superstiti.. i pochi sopravvissuti a questa V° guerra mondiale.. e non avremo tempo da perdere nel definirci di destra o di sinistra..
Damien(Quota) (Replica)
Andrea dice:
“Sì, ho letto qualcosa, ma anche in questo caso mi è venuto da ridere… Dovresti farlo pure te…”
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Abbi pazienza, Andrea, io esagererò, ma penso, pur sempre, di avere il sacrosanto diritto di indignarmi di fronte a certe sconcezze. E mi indigno! Io non riesco a ridere di fronte a chi mi dice che sono un essere inferiore, violento e/o carnefice solo perché nato maschio: io mi indigno e lo grido. Ed è mio diritto.
Riguardo il manifesto SCUM: scritto da un uomo e non dalla Solanas? Mi fai venire in mente una riflessione che butto li come domanda: perchè cerchiamo di sollevare sempre le donne dalle loro responsabilità quando fanno qualcosa di male e ammettono di averlo fatto?
LesPaul(Quota) (Replica)
Riguardo il manifesto SCUM: scritto da un uomo e non dalla Solanas? Mi fai venire in mente una riflessione che butto li come domanda: perchè cerchiamo di sollevare sempre le donne dalle loro responsabilità quando fanno qualcosa di male e ammettono di averlo fatto? [ LesPaul ]
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La realtà è che a parte le chiacchiere e il tentato omicidio di Andy Warhol, quella schizzata paranoica della Solanas, non fu in grado di combinare nulla, esattamente come le sue colleghe. Sai perché a me fanno ridere queste donne, LesPaul? Perché teorizzano quel che non sarebbero mai in grado di fare da sole… Fondamentalmente sono delle bambine impaurite. Pensa un po’ se si fossero trovate a vivere nell’odierno Afghanistan: cosa credi avrebbero combinato? Te lo dico io: nulla. Anzi, sarebbero state giustiziate sul posto dai talebani.
Andrea(Quota) (Replica)
Preparatevi, perché nella puntata di oggi, “AMORE CRIMINALE”, in onda su Rai Tre in prima serata e condotta da Camilla Raznovich, sarà ospite della trasmissione la spoletina Beatrice Lilli, autrice del libro “ROSE ROSSE”, in cui la suddetta racconta diciassette anni di violenza domestica.
Beatrice Lilli vive e lavora a Spoleto, dove con l’associazione “DONNE CONTRO LA GUERRA” ha aperto un Punto d’ascolto per donne vittime di violenza e maltrattamenti, in collaborazione col comune di Spoleto e il Centro Pari opportunità della Regione Umbria. Anche le rappresentanti dell’associazione “DONNE CONTRO LA GUERRA” hanno rilasciato un’intervista alla trasmissione.
_________________
FONTE: il CORRIERE DELL’UMBRIA, mercoledì 18 agosto 2010, pag. 4.
Silver(Quota) (Replica)
Destra e sinistra?
Dunque, vediamo un pò…
Per quanto riguarda la dx, il discorso è di una chiarezza estrema: essendo dichiaratamente dalla parte degli alfa (uomini e donne) da sempre, essa sta ai beta (uomini e donne) né più né meno come il ku klux klan sta ai neri.
Per quanto riguarda la sx, il discorso si fa più complicato.
A parole, dice di essere dalla parte dei beta (uomini e donne), tuttavia, essendo la classe dirigente della sx composta di uomini e donne alfa (tali in quanto classe dirigente e quindi privilegiati), se fosse realmente dalla parte dei beta, la classe dirigente della sx remerebbe contro sé stessa.
Come hanno trovato la quadra?
Semplice.
Hanno concesso un pò di privilegi alle donne beta a spese degli uomini beta. Così facendo si sono ritagliati un loro spazio: gli “alfieri del politicamente corretto”.
La sx millanta, tuttavia, anche una presunta rappresentanza degli uomini beta che, però, nei fatti, non offre più dai tempi della occhettiana “Svolta della Vaselina”.
Per un tot di anni sono riusciti a intortare gli uomini beta e a farsi regalare i voti in cambio di nulla; ora però, i nodi stanno venendo al pettine e, alla progressiva presa di coscienza da parte dei beta della colossale “sòla” ricevuta, corrisponde una equivalente emorragia di voti a sx, costituita, principalmente, dai voti di uomini beta per lo più giovani e, come tali, “beta al quadrato” (e qui la questione maschile si interseca con l’ altra grande questione, quella generazionale), che migrano, delusi e inviperiti, verso l’ astensionismo.
Appare a questo punto evidente come un tale quadro non possa che essere stato deliberatamente concepito per privare gli uomini beta di qualsiasi forma di rappresentanza politica.
Licio Gelli non avrebbe saputo fare di meglio.
sandro(Quota) (Replica)
Sandro, hai fotografato benissimo la situazione in atto. E’ sempre più difficile essere un uomo beta e votare a sinistra. L’astensionismo sta crescendo e non poco in quest’area politica. Sessismo e disattenzione, nei fatti, non a parole, per i problemi sociali, degli “ultimi”soprattutto, stanno decretando la scomparsa di una forza politica senza la quale le condizioni di vita dei più peggiorano inevitabilmente. Non inganni il caso Zapatero: anche lì, tra un pò, i nodi verranno al pettine.
O la sinistra volta pagina o muore. Questo sito sta forse offrendo un piccolo contributo per il suo rilancio.
Alessandro(Quota) (Replica)
Caro Sandro, era già nell’aria ma dopo questo tuo ultimo post che CONDIVIDO AL 100% ti invito formalmente ad aderire in maniera organica al Movimento degli Uomini Beta.
Hai fotografato la realtà, o meglio il processo avvenuto negli ultimi 40 anni, in pochissime righe, con grandissima lucidità.
Mi pare proprio di poter affermare che siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Mi limito a sottolineare che la “sola”, che a mio parere comincia anche un po’ prima della “Sola della Vasellina” è stata doppia per gli uomini beta. Una “sola” (a Roma sta per “fregatura”, per chi non lo sapesse) che ha riguardato sia l’aspetto sociale che quello di genere. Questa analisi conferma del tutto la nostra: non le donne ma gli uomini beta sono il gruppo sociale e di genere che ha pagato il prezzo salatissimo di questa grande “ristrutturazione culturale e di genere” operata dal sistema dominante. Gli uomini beta si trovano nei bassifondi della piramide sociale e di genere, ormai completamente privati di qualsiasi rappresentanza politica ma quel che è peggio disarmati sotto il profilo culturale e psicologico.
“Hanno concesso un pò di privilegi alle donne beta a spese degli uomini beta. Così facendo si sono ritagliati un loro spazio: gli “alfieri del politicamente corretto”. (Sandro).
Esattamente, è proprio quello che è avvenuto, e la massa delle donne lo ha scambiato per chissà quale rivoluzione; comunque è quello che gli hanno fatto credere.
In ogni caso questi sono stati i risultati e gli effetti concreti del femminismo, al di là dei proclami ideologici che, in quanto tali, lasciano il tempo che trovano. Come sosteniamo da tempo, “la scure della vendetta storica del femminismo si è abbattuta non sui maschi alpha dominanti, ma sugli uomini beta”.
Oggi il femminismo più estremista e militante (stile anni ’70, per capirci), è bene sottolineare questo aspetto altrimenti rischiamo di fare confusione anche fra noi stessi e andare a caccia di fantasmi, è estremamente più ridotto se non addirittura ininfluente dal punto di vista politico, in senso stretto. Ma è invece molto, molto influente dal punto di vista culturale e psicologico, in grado di controllare la “psicosfera” e l’ “etosfera”, cioè gli ambiti invisibili ai più dove si forma e si costruisce il consenso. E’ proprio per questo che non ha più necessità di una presenza politica militante.
Ma c’è un altro punto determinante che dobbiamo capire, sempre al fine di individuare l’avversario con chiarezza e per evitare di dare la caccia ai fantasmi.
E cioè come il femminismo è stato riassorbito e rielaborato dal sistema dominante. Oggi anche noi dobbiamo cominciare a cambiare linguaggio, altrimenti potremmo rischiare di essere fraintesi. Non si può più tanto parlare di femminismo quanto di “femminile” declinato sui valori e i dettami ideologici e pratici del sistema dominante. Un “femminile” quindi, inteso come categoria di pensiero e di prassi, completamente diverso sia da quello tradizionale, quello dell’epoca dei nostri nonni per capirci, sia da quello anni ‘60/70, che era un “femminile” altamente politicizzato e che si esprimeva in forme e modalità in larga parte diverse da quelle odierne.
E’ forse giunta l’ora, e senza il forse, di cominciare a coniare un nuovo termine per descrivere il “femminile” attuale. Al momento non ce l’ho ma per capirci lo definisco come “postfemminismo”, per significare appunto il percorso di trasformazione del “femminile” dagli anni ‘60/70 ad oggi.
Un percorso che ha aspetti apparentemente paradossali. Il femminismo storico è stato spogliato, o meglio disinnescato dei suoi aspetti ideologici “antisistema” (a parte i vecchi “ruderi” storici) che lo rendevano a suo tempo, solo per alcuni aspetti, sia chiaro, un movimento esogeno e in parte antagonista al sistema stesso (ed è per questa ragione che ha avuto buon gioco nel penetrare a sinistra, contribuendo con il tempo a spappolarla ulteriormente).
In parte deideologizzato, per lo meno rispetto alle origini, e spogliato di quegli aspetti di criticità “antisistema” di cui sopra, il femminismo è di fatto diventato da una parte lo strumento della penetrazione e dell’affermazione delle donne (e in particolare delle elite femminili, ovviamente) in termini di spazio e potere all’interno del sistema, dall’altra lo strumento del sistema stesso, ormai a rischio obsolescenza, per ristrutturarsi e ridefinirsi, proprio grazie al soccorso del suo ex avversario diventato, in seguito a questa astutissima operazione, suo nuovo alleato e complice.
Un processo catartico e camaleontico veramente straordinario che conferma la estrema duttilità (e la grandezza, da questo punto di vista) del capitalismo (e della sua forma di dominio) e della sua capacità di trasformarsi, di ridefinirsi e di rimodellarsi in base alle esigenze dettate dalla realtà che di volta in volta vengono a modificarsi (un altro esempio, facendo un volo pindarico, di questa straordinaria facoltà è la Cina ultracapitalista governata dal partito comunista, apparentemente una contraddizione in termini, ma ormai, alla luce di queste riflessioni, non più).
E’ proprio questa estrema duttilità che lo rende così potente, questa capacità di assorbire anche le istanze critiche e spesso le più critiche, per ricondurle al suo servizio, una volta disinnescate e rielaborate pro domo sua.
Da modestissimo osservatore della realtà, come ho già detto altre volte, non posso che provare ammirazione (non condivisione, ovviamente) per questa sua straordinaria caratteristica.
Naturalmente il prezzo che paga, ammesso a questo punto che non sia proprio questa la sua natura più profonda e molto probabilmente se non sicuramente è così, è appunto quello di ridefinirsi costantemente e quindi di avere un ricambio continuo degli attori sociali e anche dei gruppi dirigenti. Per essere ancora più chiari, è ovvio che se il femminismo e il “femminile” sono stati declinati sui valori e i parametri del sistema dominante, è ovvio che anche quest’ultimo si è declinato sui valori e i parametri del “femminile”.
Questa è la forma di dominio con la quale abbiamo a che fare. Credo che ad aver compreso questo meccanismo saremo forse qualche decina in tutto il paese, non di più. Pensate il lavoro che ci aspetta…
Penso che l’argomento vada a questo punto trattato con un articolo ad hoc, che non tarderò a scrivere, proprio sulla base di queste considerazioni.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
il discorso fatto da Sandro ,che condivido in pieno, mi ricorda una scena tratta da “superfantozzi” fantozzi ,il solito povero ,viene aiutato da robin hood con la frase “sono robin hood ,rubo ai ricchi per dare ai poveri ” . Fantozzi ,tutto contento esclama:”Pina ,siamo ricchi ” dopo un pochino ritorna di nuovo robin hood e dice la stessa frase ,……credo che la sinistra abbia usato lo stessa sistema di illudere le persone beta ,con piccoli regali ,che poi si è presa con gli interessi ,ma d’altronde un capisaldo della sinistra non dovrebbe esere quella di considerarci tutti uguali e non fare distinzioni ???
mauro recher(Quota) (Replica)
“In ogni caso questi sono stati i risultati e gli effetti concreti del femminismo”
Se alla casta degli alfa si può tranquillamente imputare il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, a quella delle donne si può imputare sicuramente quello di favoreggiamento.
Da qui la mia riflessione sull’ inutilità di rivolgersi a loro: il sistema le ha comprate con il classico “piatto di lenticchie”. Divide et impera.
Et voilà, la dittatura della maggioranza è servita su un piatto d’ argento.
P.S.
Ma che significa “aderire in maniera organica”?
sandro(Quota) (Replica)
“Il femminismo storico è stato spogliato, o meglio disinnescato dei suoi aspetti ideologici “antisistema” (a parte i vecchi “ruderi” storici) che lo rendevano a suo tempo, solo per alcuni aspetti, sia chiaro, un movimento esogeno e in parte antagonista al sistema stesso (ed è per questa ragione che ha avuto buon gioco nel penetrare a sinistra, contribuendo con il tempo a spappolarla ulteriormente).”
Il femminismo ha semplicemente realizzato quello che, a mio avviso, è stato il suo obiettivo fin dall’ inizio: si è intrufolato nella sx snaturandone progressivamente la battaglia per la giustizia sociale, sostituendo la lotta di genere a quella di classe.
Ha lavorato dall’ interno con perseveranza, comportandosi a tutti gli effetti come un tumore.
E come un tumore, ad un certo punto, è esploso, portando rapidamente al collasso l’ organismo che lo ospitava (la sx intera), che oggi vediemo affannarsi divorata dalla metastasi della ribellione di una parte consistente del proprio elettorato.
Secondo me il femminismo è stato foraggiato dal potere fin dall’ inizio. Divide et impera.
Per questo dico: ATTENTI ALLE DONNE. IL LUPO PERDE IL PELO, MA NON IL VIZIO.
Avete notato pure voi, mi sembra, come, appena il movimento di Grillo ha cominciato ad avere un certo seguito, subito si siano affrettate ad incistarcisi dentro e abbiano cominciato all’ istante a recitare il loro mantra vittimista.
La loro strategia è quella di occupare tutto lo spazio a disposizione per non lasciarne agli altri. E finora sembra ci siano riuscite benissimo.
sandro(Quota) (Replica)
ahahaha mitico Fantozzi
http://www.youtube.com/watch?v=SnlepUSGRJc
Paolo(Quota) (Replica)
Sandro:
>>
Hanno concesso un pò di privilegi alle donne beta a spese degli uomini beta.
>>
Questo fatto va collocato tra quelli da non dimenticare.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Quand’ero bambino mi affascinavano quelle femministe anni 70: una mi ricordo in televisione diceva che voleva fare il militare e voleva anche la stessa divisa degli uomini, c’era un signore che controribatteva dicendo: quando un militare è ferito e stanco ci vuole una donna che si prenda cura di lui.
Un altra si lamentava che, se in una rapina o un attentato vedesse protagonista anche una donna, i giornali dicevano: c’era persino una donna!!? Praticamente quello che diciamo noi oggi.
Anche Warren Farrell è stato femminista.
ATTENTI ALLE DONNE. IL LUPO PERDE IL PELO, MA NON IL VIZIO.
Vero,
Leonardo(Quota) (Replica)
Tranquillo Sandro, non siamo una setta. Aderire significa condividere la filosofia, le idee e i valori di cui siamo portatori e che si estrinsecano nel nostro Manifesto (il Movimento Beta) e nella nostra Carta dei Principi, e naturalmente sostenerli, non solo nella rete ma possibilmente anche in pubblico.
Non siamo un partito, non abbiamo tessere, siamo solo un gruppo di uomini liberi ed eguali che lottano per i propri diritti e per la propria dignità e che hanno un progetto molto ambizioso: costruire un movimento di genere e di classe in grado di accendere i riflettori sulla condizione maschile (beta), scientemente negata ed occultata.
A tal fine sono propedeutici due passaggi: costruire un nucleo quanto più possibile ampio di uomini consapevoli e determinati capaci a loro volta di espandere il messaggio per aggregare a loro volta altri uomini e costruire quindi una “massa critica”. Dobbiamo crescere, qualitativamente e quantitativamente. Questo è l’ imperativo categorico. Tutti devono sentirsi impegnati da questo punto di vista. E’ importante, per chi ha le possibilità, parlare dal vivo con gli altri uomini, organizzare delle riunioni informali, segnalare il sito agli amici e ai conoscenti, nel modo più capillare possibile. E’ così che nascono e crescono i movimenti.
Un altro aspetto importante, ma mi rendo conto che ognuno ha i suoi tempi e le sue necessità che non possono essere in alcun modo forzati, sarebbe quello di esporsi pubblicamente, con tanto di nome e cognome, anche quando pubblichiamo un articolo sul sito o un post nello spazio dei commenti. Più cresce il numero di coloro che si schierano e si pronunciano pubblicamente e più acquistiamo forza.
Sono assolutamente consapevole che questo è lo scoglio più difficile da superare, soprattutto per chi è sottoposto a ricatti di vario genere, in primis quelli di ordine lavorativo e professionale. Ed è per questo che la scelta è del tutto facoltativa. E’ una scelta difficile per coloro che avrebbero le condizioni ideali per farlo (intellettuali, giornalisti, politici), figuriamoci per un precario o per un lavoratore. Solo a questi ultimi, per quanto mi riguarda, va la mia comprensione e solidarietà. Per coloro che invece, per opportunismo, non si pronunciano o peggio fanno il verso alla vulgata dominante, nutro personalmente una strana miscela di indifferenza e disprezzo.
Ciò detto, dobbiamo cominciare a darci degli obiettivi. Uno di questi potrebbe essere quello di cominciare a pensare ad una prima riunione nazionale ufficiale degli Uomini Beta da qui ad una data da definire, diciamo ad un anno, ad esempio.
Il secondo, non in ordine di importanza (anzi, direi primario), è quello di farci conoscere quanto più possibile. Lanceremo di volta in volta delle campagne di comunicazione. Una prima l’abbiamo già promossa alcuni mesi fa e abbiamo raggiunto un primo obiettivo: una nostra lettera inviata ai media è stata pubblicata su un importante magazine nazionale, il Venerdì della Repubblica, sulla rubrica di Natalia Aspesi.
Ora lanceremo la campagna per denunciare la tragedia, tutta maschile,del morti sul lavoro. Poi ne lanceremo altre fra cui, ovviamente, quella sui padri separati.
Stabiliremo di volta in volta gli obiettivi. La strategia e il percorso sono stati tracciati così come il metodo da seguire.
E’ ovvio che il nostro messaggio è rivolto anche alle donne beta, che saremo felicissimi di avere con noi (quelle che vorranno starci, ovviamente)perché è con loro che vogliamo costruire un nuovo percorso e una nuova relazione, fondata sui valori che abbiamo indicato nel nostro Manifesto e nella nostra Carta dei Principi.
Proprio e non solo per questo la presenza di donne nel nostro nascente Movimento, che potrebbe essere interpretata come contraddittoria, è invece strategica, anche per allontanare quei sospetti e quelle accuse di maschilismo che in modo strumentale ci verranno rovesciate contro.
Approfitto per elogiare pubblicamente, e senza nessuna enfasi (sapete tutti perfettamente che non ho mai fatto sconti a nessuno, specie alle donne che sono intervenute numerose sul blog) il preziosissimo lavoro svolto da Rita che, sia con la sua testimonianza personale nonchè l’intelligenza delle sue osservazioni, sia con i dati, le cifre e i fatti che ha fornito con grande puntualità, ci ha dato un supporto concreto e fattivo in diverse occasioni.
La sua presenza attiva sul blog e sul sito, così come anche quella di Maria (anche se quest’ultima non ha aderito al Movimento ma ci segue con interesse), dimostra ai/alle nostri/e avversari/e, a tutti gli/le opportunisti/e, di che pasta siamo fatti, di come siamo capaci di tenere nella giusta considerazione l’”altra metà del cielo”, quella che dimostra di sapersi relazionare con intelligenza, lealtà, trasparenza, e capacità di ascoltare le ragioni dell’altro.
E’ una sfida molto grande quella che abbiamo davanti a noi, ma altrettanto straordinaria ed entusiasmante. Lo dico sempre senza alcuna enfasi, anche se potrebbe sembrare il contrario.
Sta a noi farla vivere.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Ho letto commenti fin troppo filosofici e dotti, io volerò molto più basso.
Destra/Sinistra, un dibattito più che mai attuale.
Ma oggi che senso ha parlare ancoradi destra e di sinistra?
ma quale destra, quale sinistra?
sono caduti i muri, sono cadute le utopie comunista, capitalista, liberista, fascista, nazista, ecc ecc
le classi di marx non esistono più, il mondo è alla vigilia di sconvolgimenti pazzeschi di cui non abbiamo la minima coscienza, sembra di essere nell’europa ante rivoluzione industriale e ante rivoluzione russa.
destra, sinistra, liberalismo, libertarismo, conservatorismo, rivoluzione, laicismo, confessionalismo, federalismo, patriottismo, internazionalismo, femminismo, maschilismo, ditemi qualcosa che possa essere omologato a destra o a sinistra oggi, qualche categoria che possa avere ancora un senso.
Almeno per me che ho una visione olistica della vita e penso che non si possa categorizzare nulla.
gli “ismi” sono diventati improvvisamente qualcosa di inevitabilmente obsoleto che non ha il minimo rapporto con la realtà sociale di oggi, terribilmente mutata rispetto a quella del secolo scorso.
L’unica differenza è tra CHI PRENDE COSCIENZA della situazione attuale, cioè la presenza di un dittatura impalpabile ma implacabile che domina tutto e tutto (matrix), travestendosi i con panni più diversi, talvolta apparentemente antitetici e chi PRENDE PER ORO COLATO quello che gli viene somministrato ogni giorno.
Tra chi cerca di avere una propria autoconsapevolezza e chi si illude che le scenografie del mondo moderno siano veramente la realtà
In questo contesto destra e sinistra sono le due facce della stessa medaglia, una moneta falsa luccicante ma priva di valore. Due facce che sono completamente intercambiabili.
Mi pare che i concetti destra/sinistra servono all’uomo di oggi solo per potersi schierare, potersi identificare, in un qualcosa, come un tifoso di calcio che si identifica con la propria squadra ed è convinto che sia più gloriosa delle altre, o un credente in una religione che sostiene la superiorità della propria religione rispetto alle altre.
Ed anche maschile e femminile sono oggi concetti devianti. C’è l’individuo, la persona, che dovrebbe contare di più degli stereotipi.
maschile e femminile hanno solo un valore come attrattiva sessuale, noi maschi siamo attratti infatti non TANTO dalla SEMPLICE bellezza FEMMINILE, quanto dalla FEMMINILITA’, perfino una femminilità fortemente androgina ci può attrarre. E viceversa la donna è attratta dal principio maschile.
Molto del resto è fatto da sovrastrutture mentali
mi fermo. qui, scusate se ho buttato qui e la idee sparse….
ALEX(Quota) (Replica)
http://www.youtube.com/watch?v=QCe-gGxaJdQ&feature=related
Luke Cage(Quota) (Replica)
Caro Alex,
sulla problematica Dx/Sx, e sul conflitto F/M (di cui dici altrove che non ti importa nulla) ti invito a leggere l’articolo sul Titanic nella home del sito.
Purtroppo è mio, e non è elegante pubblicizzare se stessi, ma quell’intervento ha il vantaggio di evitare ogni disquisizione filosofica.
Sii prudente riguardo a quel che ti interessa o meno.
Potrebbe accaderti di trovarti sulla Sea Diamod ed essere “invitato” a lasciare le scialuppe alle femmine.
Potresti trovarti cacciato di casa con un bel pacco di denunce per abusi e molestie.
Potresti trovarti invalido e senza pensione.
Non è bello far come Enzo Tortora, che per capire cosa possa essere la giustizia dovette finirci dentro.
Però bisogna riconoscere che almeno egli capì dopo.
L’esperienza non fu inutile. Aprì gli occhi.
Però è molto più bello fare le esperienze senza farle.
In fondo quelle che noi ancora non abbiamo fatto le hanno provate gli altri prima di noi. Al posto nostro.
Tanto dovrebbe bastare per capire tutto.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
mah, non so’ quali traumi e quali avventure siano state vissute per parlare in questo modo.
Trovo che le vostre analisi che pecchino terribilmente di generalizzazione.
Sono d’accordo che esiste un certo “buonismo” antimaschile (come se violenze e sopraffazioni siano solo targate al maschile), però da questo a portare avanti teoremi per cui addirittura noi maschi siamo “perseguitati” mi pare veramente eccessivo.
Con le generalizzazioni si perde di vista la realtà:
parliamo ad esempio di separazioni.
Esistono centinaia di uomini che hanno perso la casa, che hanno risorse limitatissime perchè pagano l’assegno mensile e che rischiano quasi di finire a fare i barboni. ok
Esistono donne che si ritrovano ad una certa età senza lavoro, perchè hanno lavorato a casa tutta la vita, con figli a carico, col marito che non gli paga il mensile.
Questa è la realtà. Le generalizzazioni invece fanno diventare gli uni buoni e le altre cattive, o viceversa. Non è così. Le ingiustizie sono spalmate dappertutto. Sta a noi combatterle, al di la del sesso delle persone.
Alex(Quota) (Replica)
Alex
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mah, non so’ quali traumi e quali avventure siano state vissute per parlare in questo modo.
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Le ingiustizie sono spalmate dappertutto. Sta a noi combatterle, al di la del sesso delle persone.
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Beata ingenuita’ maschile…
Strider(Quota) (Replica)
vero ,alex ho conosciuto praticamente ambo i casi … ed infatti generalizzare è sempre sbagliato ci sono uomini e donne cosidetti buoni .come ce ne sono di cattivi/e ,credo che sia sotto gli occhi di tutti questa situazione … ma permettimi ,della stragrande maggioranza della parte femminile c’è una grande ipocrisia ,iniziando che nno reputano importante l’aspetto fisico e per andare sul sesso ,le dimensioni del pene ,niente di più falso .d’altronde ho letto che si reputano ,di gran lunga migliori degli uomini, non mi reputo migliore di una donna ,come non mi reputo inferiore ,in fondo si parla di rispetto per i generi ,(anche se io parlerei rispetto per le persone) ,per capirci se nasci donna non sei sicuramente una t….a ,se nasco uomo ,non sono sicuramente un assassino
sulle morti del lavoro , concordo con te che sicuramente che muoia un uomo o una donna non fa differenza alcuna , e lo squilibrio dei numeri che fa pensare ,perchè se vivessimo ,come dicono ,in una società fortemente maschilista ,i lavori più pericolosi li faremmo fare all’altro sesso ,non hai mai visto un padrone ,fare il lavoro di una schiavo ???
mauro recher(Quota) (Replica)
Io mica ho capito le tue obiezioni Alex:
se sei d’accordo che esiste un certo buonismo antimaschile (che come risultato non puo’ che aver fatto vedere le une buone e gli altri cattivi)
com’è che nessuno lo stigmatizza, lo combatte, lo rifiuta, .. insomma usa tu il termine che ti pare e se qualcuno lo fa viene accusato di generalizzazione che fanno perdere di vista la realtà?
Non è che la realtà è stata già persa di vista?
Rita(Quota) (Replica)
“Esistono donne che si ritrovano ad una certa età senza lavoro, perchè hanno lavorato a casa tutta la vita, con figli a carico, col marito che non gli paga il mensile.”
…le quali, sovente, si mettono con un altro mettendo sul piatto la ex casa coniugale rimasta a loro a fronte dello stipendio portato a casa dall’ altro.
Noi quel paracadute lì non lo abbiamo.
sandro(Quota) (Replica)
Alex
>>
mah, non so’ quali traumi e quali avventure siano state vissute per parlare in questo modo.
>>
Evitando di guardare la realtà, hai girato lo sguardo verso chi la denuncia soggettivizzando la questione ed hai detto quel che dicono tutti coloro che non possono prendere atto della condizione in cui si trovano. In oltre 10 anni ho sentito questa “obiezione” centinaia di volte.
Solo dei traumatizzati (… e magari sfigati) possono sollevare un simile problema. La Questione Maschile è un’invenzione di gente malata.
Del contenuto di “Alla scuola del Titanic” nelle tue parole non vi è traccia.
Non sei nelle condizioni interiori di vedere la realtà e perciò non c’è alcuna considerazione, alcun dato, alcuna statistica che te la possano mostrare.
Sostenitore del pensiero critico, ti fermi però di fronte alla più grande potenza inibitrice e mistificatrice della psiche del nostro tempo.
Non ti si può condannare. Ci sono milioni di uomini che pur hanno vissuto e vivono sulla loro pelle le tragedie della guerra antimaschile e nonostante ciò non capiscono.
A maggior ragione sei giustificato tu che finora non hai avuto esperienze tragiche.
Benché in realtà nessuno sia davvero giustificato e giustificabile, se è un essere umano degno di questo nome: un essere dotato di coscienza.
“Ma gli uomini preferirono il buio alla luce” scriveva Giovanni evangelista.
Perché nel buio si può sognare.
Si riferiva ai maschi del XXI Secolo.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Dispiace notare anche qui uno dei problemi cronici di coloro che credono nella Qm. Si arriva ad un certo punto, anche buono, e come al solito ci si divide.
Cioè, è vero che qui la QM è vista da sinistra, però cacciare quasi in malo modo uno come Iulbrinner…
E’ eccessivo e soprattutto controproducente per il movimento (almeno secondo me dato che non ha detto nulla di così malvagio).
Per il resto, continuo a seguirvi (così come seguo Iulbrinner, il forum Qm , Maschi selvatici ed altri.).
Angelo Libertini(Quota) (Replica)
Caro Angelo, questo di seguito è uno stralcio dell’ultimo post di Iulbrinner in seguito al quale lo invitai, ormai parecchio tempo fa, a proseguire per la sua strada che comunque non sarebbe mai stata la nostra, non certo per ragioni di ordine personale ma perché abbiamo un orizzonte culturale e un’interpretazione della Qm radicalmente diversa.
“…chiudere il cerchio argomentativo avviato qualche tempo fa, su queste stesse pagine, con Rino e finalizzato ad evidenziare, stavolta in modo concludente, come la questione maschile sia avvitata intorno ad un’indeterminatezza concettuale tale, sia talmente priva di una linea d’indirizzo definita, sia talmente povera di un’elaborazione intellettuale di livello adeguato alle necessità, da condurre a ragionamenti nei quali il “capitalismo” sarebbe una sorta di spectre mondiale che avrebbe manipolato le coscienze femminili, facendone l’avanguardia inconsapevole del proprio ordine economico, finalizzato a mantenere i c.d. uominibeta nel gradino più basso.
Roba da fumetti adolescenziali nei quali far riecheggiare le sessantottine critiche “antisistema”.(Iulbrinner)
Ora, non mi sembra che sostenere che la nostra analisi (peraltro, a mio modesto parere, da lui stesso mal interpretata) sia roba da fumetti adolescenziali possa essere un buon viatico per avviare un sereno e costruttivo confronto. Oltre ad essere un approccio decisamente spocchioso e insolente anche se mascherato da buone maniere. Il tutto dopo aver prima detto che la attuale capacità di elaborazione in ambito QM (quindi anche la nostra ma non solo…) è talmente povera ecc. ecc. …”.
Ad una persona che si esprime in questo modo, il minimo che gli si possa dire è di scendere dal piedistallo e tornare fra i comuni mortali, oppure di andarsi a cercare i compagni di strada che lui stesso ritiene possano essere alla sua altezza (cosa che io ho fatto). E siccome è implicito nelle sue parole che questi non possiamo essere noi (capaci solo di analisi da fumetti per adolescenti), non vedo quali spazi di collaborazione avrebbero potuto aprirsi.
Forse sarò stato un po’ troppo brusco nell’invitarlo a cambiare aria, però non credo che questo gli abbia procurato dei danni. Al contrario, anche se lui lo negherà (ma non ha alcuna importanza) credo invece che l’incontro con noi lo abbia stimolato a dar vita al suo sito che sembra proprio nascere per rappresentare un’ alternativa al nostro.
Noi cerchiamo di spiegare perché la QM non può che essere di sinistra mentre lui ha dato vita al suo sito proprio per spiegare l’esatto contrario. E lo dice espressamente nel suo manifesto, chiamiamolo così, dove c’è un passo in cui egli fa esplicitamente richiamo a questo concetto. Direi anzi che tutta la sua costruzione filosofica culturale sembra essere una risposta alla nostra.
Quindi, come vedi, gli abbiamo fatto del bene. Non so se sia riuscito a creare il “pensatoio” che aveva in mente di mettere in piedi per la QM ma francamente non mi interessa neanche.
Noi, da poveri manovali del pensiero quali siamo, tuttora convinti che teoria e prassi non possano essere disgiunte, continuiamo per la nostra strada e poi, come si suol dire, chi ha più filo da tessere, lo tesserà.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
IulBrinner si interessa alla QM da molto tempo e non è uno sprovveduto. Ha una posizione idealpolitica che definiremo della Destra conservatrice. Posizione che però ha espresso in modo aperto solo in anni recenti il che ha consentito una certa sovrapposizione (almeno apparente) con quella trasversale di U3, cosa che non poteva certo accadere con il MUB.
Ma il problema non è solo nella diversità delle posizioni.
Egli ritiene che la QM sia fondata seriamente se e in quando si radichi in analisi ed in prospettive di Destra e non attribuisce alcun valore ad approcci diversi.
“…Intorno ad un’indeterminatezza concettuale tale, sia talmente priva di una linea d’indirizzo definita, sia talmente povera di un’elaborazione intellettuale di livello adeguato alle necessità”
Opinione che aveva anche riguardo ai fondamenti di U3 e sulla quale ho sempre glissato perché “Nessuno può rendere testimonianza a se stesso” (diceva Cristo).
Ora, altro è sostenere che una posizione è errata, altro è dire che è senza fondamenti, che è priva di basi, vuota e senza bussola. Questo squalifica intellettualmente chi la propone, cioè fondatori, attivisti e sostenitori di questo movimento.
Non si può interagire con chi non ci considera intellettualmente all’altezza. La reciproca stima è il fondamento sia del dialogo che dello scontro.
A giorni un mio articolo che si contrappone all’affermazione lapidaria di Iulbrinner, dove dice che la QM non può essere di SX.
Argomenterò i motivi per cui non può essere di DX.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
@ Fabrizio
Continuerò a seguire gli eventuali sviluppi, se ci saranno. Capisco le tue motivazioni, in parte le condivido; non è questo il punto. La questione è che indipendentamente dai modi di Iulbrinner, il problema messo in luce c’è.
Io che vedo dall’esterno noto ottime intenzioni, però una soluzione, una proposta convincente non la vedo. Questo non per denigrare l’ottimo lavoro che state facendo, i risultati ottenuti e via dicendo… E’ solo per ribadire che il confronto, anche con chi è politicamente lontano, ha una sua motivazione d’essere. Nel caso di Iulbrinner, sarebbe importante poichè lo considero tra i migliori (così come te, Rino, Antifeminist, Icarus,Cosmos1, Silverback etc.) . Lo dico con onestà e senza nessuna motivazione di comodo (personalmente e da vicino non conosco nessuno di voi, vi ho soltanto letto sul web) .
@ Rino
Non penso che Iulbrinner sia così chiuso nei confronti di posizioni che vengono da un’altra corrente politica. Può essere che mi sbaglio, ma non penso in questo caso.
Aspetto con curiosità il tuo articolo.
A presto!
Angelo Libertini(Quota) (Replica)
AI LIBERTINI
Dissoluti di ogni età e sesso, dedico a voi soli questa mia opera: che i suoi principi vi nutrano, agevoleranno le vostre passioni! E queste passioni, dinanzi alle quali certi frigidi e insulsi moralisti vi fanno provar terrore, sono in realtà i soli mezzi che la natura mette a disposizione dell’uomo per conseguire quel che essa si attende da lui. Ubbidite soltanto a queste gustose passioni! Vi porteranno senza dubbio alla felicità.
Donne lubriche, la voluttuosa Saint-Ange sia per voi modello! Secondo il suo esempio, disprezzate tutto ciò che è contrario alle leggi divine del piacere che l’assoggettarono tutta la vita.
Fanciulle rimaste troppo a lungo legate a insensati e pericolosi vincoli d’una virtù fantasiosa e di una religione disgustosa, imitate la voluttuosa Eugénie! Annientate, calpestate, e con la sua stessa rapidità, tutti i ridicoli precetti che genitori imbecilli vi hanno inculcato!
E per voi, amabili libertini, per voi che fin dalla giovinezza avete come soli freni i vostri stessi desideri e come uniche leggi i vostri stessi capricci, sia modello il cinico Dolmancé! Spingetevi agli estremi come lui se volete percorrere, come lui, tutti i sentieri in fiore che la lascivia aprirà al vostro passaggio! Convincetevi, alla sua scuola, che soltanto con l’ampliare la sfera dei piaceri e delle fantasie, solo con il sacrificare tutto alla voluttà, quel triste individuo conosciuto sotto il nome di uomo, scaraventato suo malgrado in questo infelice universo, potrà riuscire a spargere qualche rosa tra le spine della vita.
De Sade da “la filosofia del boudoir”
Leonardo(Quota) (Replica)
“A giorni un mio articolo che si contrappone all’affermazione lapidaria di Iulbrinner, dove dice che la QM non può essere di SX.
Argomenterò i motivi per cui non può essere di DX.”
Per me, per un motivo molto semplice:
affermare che la QM riguardi il genere maschile nella sua interezza altro non è che una bugia colossale, dato che essa riguarda essenzialmente quella parte del genere maschile che, per estrazione sociale e possibilità economiche, la dx ha sempre considerato e considera tuttora carne da macello.
Per la parte più benestante del genere maschile (quella tradizionalmente rappresentata dalla dx) la QM tendenzialmente non esiste, dato che il paracadute economico di cui dispone ne minimizza le ricadute in maniera direttamente proporzionale alla sua ampiezza.
La dx dunque, se parla di QM, lo fa in modo ipocrita, solo per raccattare consenso elettorale, dato che la qm rappresenta un problema che non tocca l’ elettorato di dx se non in maniera marginale.
Anzi, dato che il “precipitato” della filosofia di dx consta essenzialmente della legge del più forte, la dx stessa costituisce, con la propria esistenza, un’ aggravante notevole della QM.
Faccio un esempio:
Se per un benestante essere spennato in un divorzio significa andare in giro con la golf invece che col cayenne, per un non benestante significa andare a mangiare alla caritas.
Non so se ho reso l’ idea.
sandro(Quota) (Replica)
Angelo, sono anni che all’interno del Movimento maschile si dibatte sul tema che hai sollevato. Ed è proprio per questo che sono nati diversi siti e movimenti che esprimono sensibilità, orizzonti culturali e interpretazioni diverse della Questione Maschile.
Io credo che sia giunto il momento di leggere anche il risvolto positivo di questa situazione, e non solo quello negativo. Ad esempio, fino a poco tempo fa, con l’eccezione di U3000 che si è posto su una posizione di trasversalità, la grande maggioranza di coloro che si occupavano di QM era per lo più di orientamento conservatore e molto spesso di “destra”. Ora esiste anche un altro punto di vista, che è appunto quello degli Uomini Beta, che ha un’interpretazione dichiaratamente di “sinistra” (sempre dal un punto di vista interpretativo e culturale).
Credo che sarebbe un grave errore, specialmente in questa fase, cercare a tutti i costi una sintesi unitaria che non può esserci, date le legittime differenti impostazioni fra un movimento e l’altro.
Diversa è la possibilità di costruire dei patti di unità d’azione, che ad esempio noi abbiamo con i MS, perché riteniamo, pur nella diversità di approccio culturale, filosofico e interpretativo anche profonda, che ci siano le condizioni per non scontrarsi, non configgere e anzi collaborare laddove è possibile in questa fase che è di lunga se non lunghissima durata.
Ma è evidente che questi patti devono avere anche un minimo di fondamento.
Innanzitutto nella reciproca stima di coloro che li stipulano (ed è evidente che così non è nei nostri confronti da parte di Iulbrinner, nel momento in cui definisce la nostra analisi “roba da fumetti per adolescenti”) e poi anche nella condivisione di alcuni elementi minimi. Un esempio, che abbiamo portato mille volte, può essere il famoso patto di unità d’azione che portò forze completamente diverse (comunisti, socialisti, azionisti, cattolici, liberali, repubblicani) ad allearsi per sconfiggere il nazifascismo e a dare vita al CLN. Vero è che le divisioni fra quelle forze erano profonde, ma è altrettanto vero che, a ben vedere, c’erano anche degli elementi comuni che in qualche modo rendevano possibile quel patto, di natura non solo meramente tattica. E ciò è dimostrato dal fatto che proprio da quello scaturì la Costituzione Italiana, una delle più belle e avanzate del mondo, capace di mettere insieme il meglio di quelle culture (oltre al fatto che grandi uomini, sia politici che giuristi che intellettuali, lavorarono alla sua stesura).
Ecco, mi pare, al di là delle questioni personali, (che riguardano in questo frangente specifico Iulbrinner, dal momento che noi non ci siamo mai sognati di definire le sue idee nel modo in cui lui ha definito le nostre), che in questo caso quelle condizioni di una sia pur minima condivisione, non ci siano, perché le categorie interpretative che lui sceglie di adoperare sono opposte e contrarie alle nostre. Affermare che “la QM non può essere di sinistra”, come lui fa (e conseguentemente, se si utilizzano queste categorie, ciò significa che è necessariamente di destra), equivale a sconfessare radicalmente e strutturalmente la nostra filosofia e a collocarsi dalla parte opposta alla nostra. Non è un sofisma, è un fatto.
Anzi, come ripeto, ho la netta impressione che proprio la nascita di Uomini Beta lo abbia incentivato a dare vita al suo sito. Mi pare che ciò emerga anche in modo molto chiaro, leggendo il suo manifesto programmatico. E se c’è anche solo un pizzico di verità in quello che affermo, e credo proprio di sì, sarei il primo a rallegrarmene. Perché significherebbe che in qualche modo, sia pur indirettamente, la nostra azione ne ha sollecitata un’altra, sia pur diversa e contraria.
Va benissimo così. Che ciascuno segua la sua strada, nel rispetto degli altri (che noi non abbiamo mai mancato di avere), e coltivi il proprio giardino, nella speranza di farlo diventare una prateria.
Noi, forse presuntuosamente, riteniamo che la strada da noi indicata sia la sola possibile. Ma è ovvio che questa presunzione riguarda tutti, non solo noi, come è giusto che sia
Solo la storia potrà dirci, non certo chi ha ragione e chi ha torto (perché la Verità Assoluta non esiste né esisterà mai), ma chi sarà in grado di operare nel migliore dei modi per liberare la QM dalle secche in cui si trova al momento e in cui è sempre stata.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“Anzi, dato che il “precipitato” della filosofia di dx consta essenzialmente della legge del più forte, la dx stessa costituisce, con la propria esistenza, un’ aggravante notevole della QM”. (Sandro)
Caro Sandro, questo è il punto filosoficamente centrale della questione che hai puntualmente colto.
Gli uomini di destra (ho detto destra, e senza virgolette) dovrebbero coerentemente e serenamente accettare, e senza rimostranze di nessun genere, di essere in una condizione di subalternità nei confronti del genere femminile.
Perché se (in base alla loro filosofia) i concetti di supremazia e subordinazione, di natura fondamentalmente ontologica, propedeutici e precedenti a quelli di gerarchizzazione sociale (effetto dei primi) sono da questi considerati non trasformabili, inamovibili e imprescindibili, logica e coerenza con questo assioma vogliono che l’attuale dominio femminile sugli uomini venga accettato come una condizione assolutamente naturale, sia essa il risultato di una condizione di natura o di un processo storico e culturale.
Tradotto in parole più povere, se sono dominato significa che il dominatore è più forte (e quindi migliore, secondo questa concezione…) di me e questo lo autorizza non solo ad essere in una posizione dominante ma anche a reprimermi laddove io scegliessi di ribellarmi. Perché, in base a questo teorema, io non ne ho alcun diritto proprio perché, in quanto dominato, sono anche inferiore. E siccome l’umanità, per la destra, è divisa tra “superiori” e “inferiori” e questo non potrà mai essere cambiato né sarebbe giusto cambiarlo, l’accettazione dello status quo DEVE essere conseguente.
Sono dominato? Vivo una condizione di subalternità? Vuol dire che è giusto così, che me lo merito. Perché se qualcuno mi comanda vuol dire che io non sono stato e non sono capace di impedirglielo. Non solo perché sono meno forte ma perché valgo di meno (i due concetti NON possono essere disgiunti se si è coerentemente di destra).
Se invece mi ribello finisco inevitabilmente ad ingrossare le fila di coloro che sguazzano nella famosa etica del risentimento di nicciana memoria. Tradotto:”Parlo di diritti, giustizia e libertà ma in realtà queste sono solo frottole ipocrite che servono a coprire la realtà, e cioè che sono un inferiore che non riesce a competere con colui che mi domina, e allora, da inferiore e debole quale sono, mi invento l’ideologia, le religioni, il diritto, la giustizia, quando in realtà sono solo preda di invidia e risentimento perché non riesco ad essere come il mio dominante. E siccome non riesco ad essere forte, bello, intelligente e capace come lui mi invento che è un oppressore, uno sfruttatore, un aguzzino per poterlo subdolamente combattere e contrastare”.
Questo, che piaccia o no, sia pure in pillole, è il paradigma del pensiero di destra. Non si sfugge.
Quindi quello che non vogliono capire gli uomini di destra che si occupano di QM (perchè li porrebbe in una contraddizione troppo grande dalla quale non sanno come uscir fuori) è che nel momento in cui portano avanti quella che è innanzitutto una battaglia di diritti, giustizia e libertà, si pongono automaticamente fuori dalla destra stessa.
Perché la destra, come giustamente hai rilevato tu, Sandro, è la “legge del più forte” per eccellenza e per definizione. Di conseguenza, nel momento stesso in cui loro affermano di subire delle discriminazioni e si appellano al diritto e alla giustizia per combatterle, diventano un’altra cosa, non più di destra e quindi inevitabilmente di sinistra.
Sembra un circolo vizioso e in effetti lo è. E questa è la GIGANTESCA, MACROSCOPICA contraddizione che rimuovono costantemente perchè, come ripeto, non sanno come uscirne. Perchè è IMPOSSIBILE uscirne, se non al prezzo di abbandonare le proprie convinzioni ideologiche.
Ci tornerò sicuramente dopo il pezzo di Rino che ci spiegherà, sicuramente in modo magistrale, perché la QM non può essere di destra. Spiegheremo allora a quel punto perché, coerentemente, non può che essere di sinistra.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Esatto.
Vorrebbero la botte piena e la moglie ubriaca.
Avere i privilegi di pochi con il consenso di tanti senza pagare prezzo alcuno.
Se vuoi il consenso di tanti qualche privilegio lo devi elargire e questo, seppure in piccola parte, ti ricasca addosso.
Dalle mie parti si dice “se sputi per aria prima o poi qualcosa ti ricade in testa”.
Sono soltanto dei privilegiati cui scotta il fatto di aver dovuto accettare qualche compromesso, ma lo status quo non lo toccheranno mai perché, essendo comunque dei privilegiati, non gli conviene.
E’ una battaglia meramente di facciata, tesa unicamente a mercanteggiare qualche privilegio in più o in meno tra soggetti che ne hanno già pure troppi.
La vera questione, quella dei problemi enormi che questo stato di cose crea a quelli che non hanno i loro privilegi, non l’ affronteranno mai data la visione feudale che hanno della società.
Altro che millantare presunte battaglie per i diritti maschili, se avessero un minimo di onestà intellettuale, quella che portano avanti la chiamerebbero con il suo vero nome, ovvero “la battaglia per tutelare meglio esclusivamente i cazzi loro”.
Se il risentimento è dei vinti, allora davanti alle donne si calassero le braghe, si mettessero a 90° e zitti.
Loro il credito morale per lamentarsi non ce l’ hanno, dato che nel piatto in cui accusano, giustamente, le donne di mangiare a sbafo, a sbafo ci mangiano pure loro e molto, ma molto di più delle donne.
sandro(Quota) (Replica)
“Ci tornerò sicuramente dopo il pezzo di Rino che ci spiegherà, sicuramente in modo magistrale, perché la QM non può essere di destra. Spiegheremo allora a quel punto perché, coerentemente, non può che essere di sinistra”
Per me non può essere di sinistra essenzialmente per un motivo, che cerco di illustrare citando una battuta riferita a uno dei tanti personaggi che ogni tanto la sinistra tira fuori dal cilindro per candidarli ad incarichi di vario genere:
Negli anni settanta, nel pieno della contestazione studentesca, circolava a Milano una battuta, secondo la quale cercando per telefono a casa un noto dirigente del Movimento Studentesco, avrebbe risposto il maggiordomo, dicendo con voce compita che “il signorino non è in casa, è uscito per fare la rivoluzione”.
E’ ragionevole pensare che personaggi di questo tipo, che nella sx italiana sono la regola e non l’ eccezione, possano farsi carico di una battaglia come quella portata avanti qui?
sandro(Quota) (Replica)
Se non si sceglie di stare da nessuna parte tanto vale fare da spettatori…
Sembrava ormai chiaro che la sx a cui si richiama il MUB non è certo quella che storicamene vanta maggiori crediti nei confronti del femminismo (basta rileggere la testimonianza esemplare del sindacalista nell’articolo “Uomini Imbavagliati”) e che si fonda su proclami di facciata e compromessa con gli interessi di pochi..
Da qualche parte bisognerà pure ripartire, altrimenti la QM stessa si riduce ad un esercizio retorico destinato a fare ben poca strada..
Luke Cage(Quota) (Replica)
Sandro, ho sempre sottolineato che quando parlo di destra e di sinistra mi riferisco a queste categorie da un punto di vista culturale, filosofico, interpretativo, non politico in senso stretto né tanto meno di ordine personale.
Ciò detto, io sono stato e sono un uomo di sinistra, non ho mai avuto il maggiordomo né mai l’avrò, e ho scelto di intraprendere questa battaglia.
Tocca a noi, Sandro, non possiamo e non dobbiamo aspettarci niente da nessuno, né tanto meno dai cosiddetti intellettuali di sinistra che hanno abdicato anche loro da tempo al loro ruolo.
Dobbiamo smettere di pensare sempre che debba arrivare qualcuno da chissà dove a darci la linea, a dirci cosa dobbiamo fare. Dobbiamo essere noi ad agire, contando sulle nostre forze. Questo ho imparato nella vita e in tanti anni di militanza politica.
Contare sulle proprie forze. Lo diceva un tizio da una terra una volta lontana (ormai a dieci ore di aereo)che avrà pure fatto dei danni ma che certamente non era un “signorino”.
Diamoci da fare, Sandro, cerchiamo di scrollarci di dosso la delusione, l’apatia, la disillusione e il disgusto per tutto quello che abbiamo visto e sopportato. Non serve a nulla portarseli dietro. E’ solo zavorra che appesantisce ulteriormente le nostre vite e ci impedisce di agire.
Liberiamocene. Scopriremo nuovamente la bellezza dell’impegno e della lotta…e che i “signorini” si fottano… E poi, Sandro, vogliamo buttare tutto a mare per un gruppo, o se vuoi anche una folla, di “signorini” della buona borghesia milanese o romana? E su…dai…Se bastano quattro rampolli a fornirci l’alibi per non fare nulla, allora vuol dire che anche noi non siamo troppo convinti…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Ma non si tratta di questo, pure io sono sempre stato di sx e non ho maggiordomi. E non sto cercando alibi per non fare niente.
Il problema che ho posto io è che una battaglia di questo tipo non può essere compatibile con la sx NELLA SUA ATTUALE DECLINAZIONE, non con il concetto di sx.
E’ un problema di conflitto di interesse che riguarda la classe dirigente della sx.
Conflitto d’ interesse rimuovibile solo sostituendo la classe dirigente della sx stessa.
sandro(Quota) (Replica)
Non entro, volutamente, nella questione dx / sx, che secondo me è abbastanza complicata. Per dirimerla occorrerebbe davvero parlare di filosofia sforzandosi di non semplificare all’eccesso le diverse posizioni credendo di individuare il loro nucleo essenziale ma non cogliendone l’articolazione. Faccio un solo esempio: l’accusa più grande fatta alla Chiesa è di essersi schierata sempre dalla parte dei forti, ma il Cristianesimo si può dire che sia la religione dei forti contro i deboli?
Detto questo, e restando sul piano dell’attualità, quello che scrive Sandro: “la qm rappresenta un problema che non tocca l’ elettorato di dx se non in maniera marginale”, mi sembra sbagliato proprio sul piano dei fatti. A destra genericamente intesa votano almeno la metà degli italiani e, pare, più maschi che femmine. Viceversa per la sx. Ora non si vorrà credere che tutti quelli che votano Lega, ad esempio, sono maschi Alfa benestanti, pieni di femmine, gente di potere e di “successo”. Credo che neanche quelli che votano B. siano così in maggioranza. Vorrebbe dire, se fosse, vero che gli Alfa sono almeno quanto i Beta, e allora …………
E come non è vero che gran parte di chi sta a sx ha il maggiordomo, così a dx votano moltissimi uomini che potrebbero essere classificati come “proletari”.
Quindi sul piano culturale e filosofico è giusto discutere se la QM sia risolvibile a Dx o a Sx, ma sul piano degli eventi sociologici è trasversale agli schieramenti. Allora, per schematizzare la situazione seguendo alcuni ragionamenti che sono stati fatti quì, potremmo dire: la dx usa (raramente, aggiungo io) la Qm ma in modo strumentale, la sx non ne parla proprio, o quando ne parla ne rovescia il significato. Conclusione: la QM non è messa bene (eufemismo) da nessuna parte, ma sarebbe un grave errore rivolgersi solo ad una parte degli uomini considerando gli altri come perduti e lasciandoli così all’avversario. E, si badi bene, questo ragionamento vale in tutte le direzioni. Dopodichè potrebbe accadere che un “beta” leghista che si risvegli passi a sx, oppure che un beta di Sx che si risvegli passi alla Lega. Oggi possiamo avere ciascuno le proprie convinzioni più o meno ferree, ma ancora non possiamo sapere quale sarà la verità dei fatti. La mia, di convinzioni, è che non possa avvenire nè l’una nè l’altra cosa a meno che dx e sx come sono oggi non cambino radicalmente, ma sarebbe un’altro discorso.
armando(Quota) (Replica)
Armando e Sandro, credo di essermi espresso su questi punti, diciamo qualche migliaio di volte. Lo farò ancora. Ho scoperto che ho quasi la pazienza di Sant’Antonio…
Quando dico che la QM è di “sinistra”, intendo dire, E SPERO CHE SIA CHIARO UNA VOLTA PER TUTTE, che lo è dal punto di vista dell’approccio culturale, filosofico e interpretativo.
Il che NON HA NULLA a che vedere con la attuale declinazione politica della sinistra organizzata (questo per Sandro). Allo stesso tempo NON SIGNIFICA AFFATTO che ci rivolgiamo solo agli uomini di sinistra o che votano a sinistra (questo per Armando). Saremmo anche degli imbecilli, oltretutto, se pensassimo e facessimo questo.
Ma scusate, secondo voi, un partito serio (fino ad una quarantina di anni fa ce n’erano) si rivolge solo al suo orticello elettorale? Forse non sapete quanti ex fascisti e iscritti al partito fascista sono entrati nel Partito Comunista Italiano nel dopoguerra in seguito ad una politica di grande apertura operata da quello stesso partito, guidato da Togliatti, stalinista e cinico, senza alcun dubbio, ma grande mente politica. Ma lo stesso discorso si può fare a parti invertite. Forse che un grande partito come la Democrazia Cristiana si rivolgeva solo all’elettorato cattolico? Non scherziamo. Il PCI, essendo un partito di classe (allora…) si rivolgeva a tutti i ceti popolari, anche a quelli egemonizzati dalla cultura cattolica e dalla DC. Quest’ultima, da partito interclassista qual era, si rivolgeva invece potenzialmente a tutto l’elettorato.
Noi, che siamo un movimento di genere e di classe (anche se, ovviamente, questo termine va inteso in modo diverso rispetto a come era concepito nel Novecento), ci rivolgiamo a TUTTI gli uomini BETA (indipendentemente dal fatto che votino Lega Nord o Rifondazione Comunista), ma partendo da un approccio culturale, filosofico, interpretativo e metodologico di “sinistra” che è quello, secondo noi, strategicamente valido e vincente. NON ci rivolgiamo agli uomini alpha, evidentemente (che siano schierati a destra o a sinistra dell’attuale panorama politico è per noi assolutamente indifferente), i quali, secondo la nostra analisi, sono agenti attivi e consapevoli, e quindi avversari, di questo sistema che noi vogliamo combattere (con le armi della critica, s’ intende…).
Lo sappiamo perfettamente, Armando, che non tutti gli uomini beta si collocano a sinistra. Anzi, se è per questo oggi ce ne sono molti di più collocati a destra piuttosto che a sinistra, anche perché, come dice in questo caso giustamente Sandro, la sinistra è ridotta come è ridotta, e non si vede per quale ragione dovrebbe essere egemone e raccogliere più consensi della destra. Soprattutto nei ceti popolari.
Il problema dunque, non è questo. Né credo, Armando, che Sandro quando parlava di destra, volesse riferirsi all’elettorato. Sì, è vero, si è espresso in questo modo, ma in realtà ciò che voleva dire è che gli interessi che storicamente rappresenta la destra non sono quelli dei ceti popolari, e quindi degli uomini beta.
Ora lasciamo stare che anche l’attuale sinistra non li difende perché, per quanto mi riguarda, di sinistra non ha più neanche l’odore. Non è questo il punto e dovremmo averlo capito TUTTI ormai da un pezzo. E invece ogni volta ci andiamo a rinfilare in questo imbuto. Sono anni che parliamo di Matrix dominante, di un sistema complesso di cui gli attuali schieramenti politici niente altro sono che pedine di un ingranaggio estremamente più complesso, degli addetti ai lavori, gruppi di professionisti in competizione fra loro (né più e né meno dei responsabili del marketing di questa o quell’azienda), del tutto intercambiabili e funzionali al sistema stesso. Lo diciamo da quando siamo nati come Movimento e ci abbiamo scritto un articolo, appunto “Destra e Sinistra” proprio per affrontare questo aspetto della questione ed evitare che ciclicamente si riproponga questa problematica (in realtà inesistente, stante la nostra analisi).
E invece ogni volta ci ritorniamo. Oltre tutto, e qui mi rivolgo ancora una volta a te, Armando, nel mio post precedente sull’argomento, sottolineavo che stavo parlando della QM vista da destra, senza virgolette, senza se e senza ma. Ce l’avevo con altri, insomma. Se avessi voluto parlare di mondo cattolico o di altro, avrei parlato di mondo cattolico o di altro (che non può peraltro essere ascritto alla cultura di destra, trattandosi di un mondo estremamente più complesso). E invece ho parlato di DESTRA, non casualmente. Penso sempre a ciò che scrivo, non getto le parole casualmente, tanto per dare fiato alle trombe.
Ora, non è che voglia bacchettare nessuno, ci mancherebbe altro, però siccome non sto parlando a due sprovveduti (come è evidente) ma a due persone consapevoli , dotate di lucidità e capacità di analisi e anche con una certa esperienza politica alle spalle, mi meraviglia, devo essere onesto, che ancora ci si ostini a pestare nello stesso mortaio.
Ve lo dico con stima ed amicizia, sia chiaro, però penso che attardarsi ancora in questioni che dovrebbero ormai esserci molto chiare, ci faccia perdere solo tempo. Diverso è dire:”Io non condivido l’idea che la QM debba essere culturalmente e filosoficamente di sinistra”.
Questo è un altro discorso, pienamente legittimo, sul quale naturalmente possiamo dibattere all’infinito. Però a quel punto il cane torna a mordersi la coda perché questo è il nostro approccio. Si presuppone che chi frequenta con assiduità questo sito lo dia per scontato, senza necessariamente condividerlo, sia chiaro. Se lo riapriamo ogni volta diventa un esercizio accademico che non porta molto lontano. Sarebbe come se io andassi su un sito in ambito QM, dichiaratamente di destra, a dire che la loro concezione della QM è sbagliata. Posso farlo una volta, forse due, alla terza mi direbbero, sacrosantamente, quello che ho già detto io ad esempio a Iulbrinner e a tanti altri:”Questa è la nostra analisi, se non la condividete oppure cercate ad ogni piè sospinto di metterla in discussione (non ce l’ho con te ora né con nessun altro, sto parlando in generale) è giusto che andiate per la vostra strada”.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“Detto questo, e restando sul piano dell’attualità, quello che scrive Sandro: “la qm rappresenta un problema che non tocca l’ elettorato di dx se non in maniera marginale”, mi sembra sbagliato proprio sul piano dei fatti. A destra genericamente intesa votano almeno la metà degli italiani e, pare, più maschi che femmine. Viceversa per la sx. Ora non si vorrà credere che tutti quelli che votano Lega, ad esempio, sono maschi Alfa benestanti, pieni di femmine, gente di potere e di “successo”. Credo che neanche quelli che votano B. siano così in maggioranza. Vorrebbe dire, se fosse, vero che gli Alfa sono almeno quanto i Beta, e allora …………
E come non è vero che gran parte di chi sta a sx ha il maggiordomo, così a dx votano moltissimi uomini che potrebbero essere classificati come “proletari”.”
Punto primo: posto che, a voler essere ottimisti, almeno un italiano su tre aventi diritto non vota, non è affatto vero che “almeno la metà degli italiani vota a dx”, dato che la metà di due terzi fa un terzo.
Punto secondo: se è vero che non tutti gli elettori di dx “genericamente intesa” sono benestanti, è altrettanto vero che praticamente tutto l’ elettorato benestante vota a dx.
E visto che non si tratta affatto di uno sparuto gruppuscolo di individui, ma di una fetta consistente della popolazione, trovo corretto affermare che la dx sia il referente politico di quella parte della popolazione in quanto maggioritaria all’ interno del proprio elettorato.
Affermazione questa, suffragata nei fatti dalla politica portata avanti dalla dx, interamente votata a garantire il mantenimento dello status quo alla parte più agiata della popolazione.
Punto terzo: la maggior parte della fetta meno abbiente che vota lo schieramento di dx vota un partito che, oltre ad essere alleato della dx, ha una fortissima connotazione territoriale, ed è questo essenzialmente il motivo per cui lo votano: dato che la sx sostanzialmente se ne frega dell’ elettorato, col partito del territorio, anche se non benestanti, qualche briciola in più la portano a casa. Io ho però qualche difficoltà a considerare di dx un partito che ha nello statuto la secessione dallo stato (pare peraltro che anche all’ interno della dx qualcuno la pensi allo stesso modo).
Va detto anche che, i sommovimenti che si possono osservare ultimamente all’ interno della dx (scissioni e quant’ altro), altro non sono che un goffo tentativo di attaccare una pezza sull’ emorragia di voti che si sta verificando anche a dx, conseguente alla progressiva presa di coscienza, proprio di quella parte meno abbiente dell’ elettorato, dello sbaglio madornale fatto votando il “partito dei ricchi”.
Morale: la dx, tolto l’ alleato “campanilistico” che io non considero dx (la dx non era Dio patria e famiglia? la patria dove è finita? Si è persa per strada?), è a tutti gli effetti il partito dei ricchi, semplicemente perché non può essere altro, e lo ha dimostrato ampiamente: è chi pensava il contrario che, dinanzi all’ evidenza, si sta ricredendo.
Quindi, essendo l’ elettorato della dx propriamente detta sempre meno composto di elettori poco abbienti, la QM lo tocca in maniera sempre più marginale e la qm stessa appare sempre meno “trasversale”.
La QM non è un problema dei ricchi, e se la dx è il partito dei ricchi, la QM non è un problema della dx.
Al massimo possono strumentalizzarla per rapinare qualche voto.
sandro(Quota) (Replica)
Nella QM confluiscono sia fattori materiali che psicologici, (come è del resto per tutte le condizioni sociali che inducono gruppi e popoli alla rivolta, fatto che si tende ad ignorare).
Nel nostro caso però i fattori psicologici sono determinanti. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che il censo (la semplice ricchezza) non è tutto. Il ricco non è del tutto fuori dalla QM. Affermazione sconcertante, si dirà, che deve essere ben motivata. E lo sarà.
Per ora invito a riflettere sull’esempio seguente: in Israele vivono circa 1.400.000 palestinesi, tra i quali non mancano i benestanti e addirittura i ricconi.
Questa minoranza ricca della minoranza palestinese è cmq composta da cittadini di serie B al pari dei palestinesi a basso reddito e si trovano anch’essi in una condizione di marginalità civile, sociale e politica in rapporto alla maggioranza ebraica. Questa marginalità esistente, umiliante e castrante non ha a che vedere col reddito. Come si vede, può accadere di essere ricchi e sottomessi al tempo stesso, su segmenti e per aspetti non secondari della vita sociale.
Questo fatto getta luce sul rapporto F/M del passato, del presente e soprattutto del futuro e introduce una variabile forse imprevista nell’articolazione sociale (reale) degli schieramenti Dx/Sx. (Non però nella concettualizzazione filosofica di ciò che le caratterizza e distingue).
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Fabrizio, io non volevo rinfocolare in questa sede una discussione di cui ho chiari i termini in cui Ubeta la pone. Semmai altre potrebbero essere le sedi per farlo. Volevo solo correggere sul piano dei fatti e a scanso di equivoci, un’affermazione di Sandro sulla marginalità della QM per l’elettorato di dx. Poi, se lui stesso dice che la Lega non la considera propriamente di dx, affermazione che su questo blog non mi sembra condivisa dalla maggioranza di chi scrive nè dalla linea del movimento, è un altro discorso che avrebbe molte e interessanti implicazioni, anch’esse, però, non opportune ad essere trattate in questa sede.
armando
armando(Quota) (Replica)
Sono d’accordo solo in parte, Rino. E’ ovvio che la questione di classe finisce spesso per sovrapporsi ad altre questioni; quella nazionale, quella religiosa, quella razziale.
Tutte queste hanno la loro valenza e hanno spesso assunto una rilevanza notevole, fino ad arrivare a sostituirsi in parte a quella principale che, naturalmente a mio parere, rimane quella di classe (nel nostro caso entra prepotentemente in scena quella di genere che diventa anch’essa strutturale, altrimenti non saremmo qui a discuterne e con tanto impegno).
Tutte le suddette istanze hanno generalmente, ma non sempre, costituito nella storia dei fattori progressivi che hanno indubbiamente dato una mano al processo evolutivo, diciamo così, della storia. Pensiamo alle grandi battaglie per l’indipendenza nazionale, per la liberazione dal colonialismo o dall’oppressione da parte di potenze straniere, che spesso erano appunto a sfondo fortemente nazionalistico. Potremmo portare numerosissimi esempi. Oppure anche le lotte per l’emancipazione razziale e per la fine dei vari apartheid su base etnica o razziale.
Tuttavia, sempre a mio parere naturalmente, queste istanze non hanno avuto quella dirompenza che hanno invece avuto i processi rivoluzionari dove l’elemento di classe era quello centrale e comunque preponderante (praticamente tutte le grandi rivoluzioni che hanno caratterizzato la storia mondiale).
Direi anzi che spesso quelle stesse tendono ad esaurire la loro spinta propulsiva e a costituire un fattore frenante rispetto ad un più ampio e profondo processo di trasformazione della realtà.
Faccio un esempio. La lotta dei neri sudafricani contro l’apartheid è stata vincente (con tutte le attuali contraddizioni di quel paese, oggi, sia chiaro) perché in quel caso la lotta contro il potere bianco era anche la lotta contro un’oppressione di classe; i due elementi erano totalmente sovrapposti. La stessa operazione non è mai riuscita, anche perché mai è stata tentata dalle loro diverse leadership, ai neri americani, che non sono mai riusciti a trasformare la questione razziale in questione di classe, cosa che gli avrebbe consentito di uscire dal ghetto e di coinvolgere anche le masse dei bianchi poveri, proletari e sottoproletari. Questo non è accaduto per varie ragioni che sarebbe troppo lungo ora spiegare. Ma non è un caso che fondamentalmente i neri in America siano stati sconfitti, anche se ora c’è un presidente nero alla Casa Bianca, ma questo è un altro discorso. Obama non è diventato Presidente degli USA in quanto nero o rivoluzionario (come Mandela) ma in quanto appartenente al partito democratico, esponente di una borghesia nera ormai pienamente inserita, e appoggiato, diciamoci la verità, da diversi poteri forti, economici e finanziari, fra cui quello di diversi circoli ebraici (non tutti, naturalmente) che in America hanno il loro peso.
Ma rimanendo all’esempio che hai citato tu, cioè alla questione israelo-palestinese, che come sai conosco abbastanza bene , anche di persona, proprio questo è uno degli elementi di maggior debolezza, specialmente oggi, della causa palestinese. Molti palestinesi ricchi o borghesi (e molti arricchiti proprio grazie ai traffici con Israele) sono commistionati (o collusi) con il governo e l’economia israeliana, a cominciare dalla classe dirigente palestinese che non ha un interesse particolare ad una trasformazione radicale della situazione, per lo meno se pensiamo a quelle che erano le ambizioni palestinesi fino a una trentina di anni fa, quando l’OLP non era un semplice movimento di indipendenza nazionale. Se all’epoca fosse sorto uno stato palestinese avrebbe avuto caratteristiche ben diverse da quelle che potrebbe avere ora. Sarebbe stato indiscutibilmente uno stato socialista con forti venature marxiste (ma non filosovietico). Anche per questo fu osteggiato da tutti, in primis dalle borghesie nazionali al potere nei cosiddetti regimi arabi moderati. Quel progetto fallì ma non c’è alcun dubbio che allora i palestinesi arrivarono a raggiungere una forza e una unità che da allora non hanno più conosciuto e che a tutt’oggi purtroppo è solo uno sbiadito ricordo, riuscendo addirittura a creare uno stato nello stato in Libano.
Insomma ciò che voglio dire è che le questioni nazionali, così come quelle razziali, hanno le gambe corte se non riescono ad andare oltre i loro confini.
Esaurito questo primo aspetto, passo al secondo.
Penso che ci sia un malinteso che dobbiamo chiarire.
Io non penso che la QM non riguardi i maschi alpha solo perché questi hanno centomila salvagenti e paracadute che gli parano il sedere in caso di difficoltà (“Se pure la legge mi obbliga a passare un milione di euro di alimenti all’anno alla mia ex moglie me ne frego perché me ne rimangono altri quattro”).
Questo è solo l’aspetto marginale della questione. L’aspetto centrale è che oggi l’elite maschile dominante non è interessata a modificare la situazione perché il suo margine di potere complessivo è ancora sufficientemente ampio sia sulla maggioranza del maschi beta sia sulla maggioranza delle donne (con l’eccezione, parziale, delle donne alpha), per lo meno qui ed ora.
Ciò che potrebbe accadere in futuro non possiamo saperlo. Possiamo anche ipotizzare (ed è realistico) che il gigantesco processo in atto a livello di “etopsicosfera” conduca inesorabilmente ad un rovesciamento di posizioni anche all’interno delle elite dominanti. E che questo processo veda l’erosione e la messa all’angolo delle elite maschili. Fino ad ora questo rovesciamento di posizioni è avvenuto solo per i maschi beta. Non escludo che lo stesso possa avvenire in futuro per i maschi alpha. Se vogliamo, la logica delle quote rosa nelle assemblee elettive e soprattutto nei CdA, va in questa direzione, anche se camuffata, ovviamente, con la logica delle pari opportunità. La conquista del potere politico, ultimo “baluardo” maschile (alpha), da parte delle donne (o meglio, delle elite dominanti femminili), potrebbe essere uno scenario realistico neanche troppo lontano nel tempo.
Ma tutto questo non cambierebbe la condizione dei maschi beta, che già da oggi si trovano in una condizione di subordinazione. Porterebbe, questo sì, ad un rivolgimento interno alle elite dominanti con la supremazia assoluta, a quel punto, dell’elemento femminile su quello maschile. Ma come oggi la donna alpha se ne strafrega della donna beta (che comunque è dominante sul suo equivalente maschile beta), così domani il maschile alpha se ne strafregherà (come oggi) del maschile beta in quanto, sia pur subalterno al femminile alpha, continuerà a dominare sia sul femminile beta che sul maschile beta. Sembra uno scioglilingua ma questo è il quadro.
Proseguendo su questa linea, potremmo anche ipotizzare (realisticamente) una messa all’angolo del maschile nella sua totalità. In realtà questo sta già accadendo ed è già accaduto a livello psico-culturale e di massa (subordinazione dei maschi beta) ma non è ancora avvenuto, o solo parzialmente, ai massimi livelli della struttura di comando.
Volendo ulteriormente proseguire nella profezia, col rischio di precipitare nel delirio … , potremmo ipotizzare, per tornare agli esempi portati all’inizio di questo pezzo (sovrapposizione fra questione razziale e di classe), uno scenario in cui il dominio di genere (quindi psicologico, culturale e politico) vada a coincidere completamente con quello economico-sociale (di classe). E quindi al posto di bianchi/ricchi – neri/poveri, potremmo avere l’equazione donne/ricche (e dominanti) maschi/poveri (e dominati). Che poi in fondo è la GNF (Grande Narrazione femminista) rovesciata nel suo esatto contrario.
Ma qui mi fermo perché altrimenti finisco veramente per essere uno di quelli che scrive fumetti di fantascienza per adolescenti (e magari c’hanno pure ragione, va’ a sapere…).
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Non penso che lo scenario che tratteggi sia fantascientifico, Fabrizio. Anzi mi sembra piuttosto verosimile. Sul rovesciamento di posizioni di potere tra le elitè dominanti maschili e femminili, è sicuramente il sogno inconfessato del femminismo. Sulla sua realizzabilità è diffcile esprimersi. Certo la lobby femminista cercherà d’imporre le quote rosa anche in Parlamento, l’unico luogo in cui ancora non sono previste e questo non è certamente casuale. L’ elitè dominante maschile, totalmente disinteressata alle sorti dei più, tenterà di resistere quanto più possibile a questa offensiva e bisognerà vedere se riuscirà nell’intento. Certo che quando ai vertici dei partiti la selezione avverrà attraverso l’elitè femminile-femminista, la componente maschile si divertirà ben poco e forse solo allora alcuni apriranno gli occhi. Non bisogna dimenticare che il femminismo è prima di tutto revanscismo e chi non ha capito questo è totalmente fuori strada. Queste alcune mie riflessioni. Il discorso è molto interessante e meriterebbe ben altro approfondimento.
Alessandro(Quota) (Replica)
@ Fabrizio Marchi
C’è una questione che non mi è del tutto chiara, ed è la seguente: il tuo ultimo discorso vale solo per il mondo occidentale oppure anche per il resto del globo?
Mi permetto di farti notare che ci sono paesi emergenti e in espansione, come la Cina, l’India, il Brasile, ecc, che oltre ad essere le future potenze mondiali (Cina in primis), si portano dietro una storia molto diversa da quella occidentale. Là non è esistito il sessantotto, il movimento femminista, ecc.
maurizio(Quota) (Replica)
Il mio discorso, Maurizio, vale prevalentemente per il mondo occidentale ma in prospettiva anche per quella parte di mondo che non si trova geograficamente in occidente e che affonda le sue radici in altre culture ma che inevitabilmente, per effetto della globalizzazione capitalista, si andrà occidentalizzando sempre di più.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“Non penso che lo scenario che tratteggi sia fantascientifico, Fabrizio. Anzi mi sembra piuttosto verosimile. Sul rovesciamento di posizioni di potere tra le elitè dominanti maschili e femminili, è sicuramente il sogno inconfessato del femminismo. Sulla sua realizzabilità è diffcile esprimersi. Certo la lobby femminista cercherà d’imporre le quote rosa anche in Parlamento, l’unico luogo in cui ancora non sono previste e questo non è certamente casuale. L’ elitè dominante maschile, totalmente disinteressata alle sorti dei più, tenterà di resistere quanto più possibile a questa offensiva e bisognerà vedere se riuscirà nell’intento. Certo che quando ai vertici dei partiti la selezione avverrà attraverso l’elitè femminile-femminista, la componente maschile si divertirà ben poco e forse solo allora alcuni apriranno gli occhi. Non bisogna dimenticare che il femminismo è prima di tutto revanscismo e chi non ha capito questo è totalmente fuori strada. Queste alcune mie riflessioni. Il discorso è molto interessante e meriterebbe ben altro approfondimento.”
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Primo, io del destino delle élite maschili semplicemente me ne fotto, così come loro se ne fottono del mio: la solidarietà di genere non può e non deve essere a senso unico, altrimenti è controproducente.
Secondo, io non credo che ciò avverrà mai semplicemente perché a livello delle élite la conflittualità è mirata ad ottenere la cooptazione da parte dell’ élite stessa al potere; una volta ottenuta, la conflittualità nei fatti cessa, per trasformarsi in un teatrino ad esclusivo uso e consumo dei sudditi, dato che la condicio sine qua non per la sopravvivenza dell’ élite stessa è la conflittualità al di fuori di essa e l’ assenza di questa al suo interno: divide et impera.
Nessuno mette a rischio il potere altrui nel momento in cui questo potrebbe comportare la perdita del proprio.
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“Nella QM confluiscono sia fattori materiali che psicologici, (come è del resto per tutte le condizioni sociali che inducono gruppi e popoli alla rivolta, fatto che si tende ad ignorare).
Nel nostro caso però i fattori psicologici sono determinanti. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che il censo (la semplice ricchezza) non è tutto. Il ricco non è del tutto fuori dalla QM. Affermazione sconcertante, si dirà, che deve essere ben motivata. E lo sarà.
Per ora invito a riflettere sull’esempio seguente: in Israele vivono circa 1.400.000 palestinesi, tra i quali non mancano i benestanti e addirittura i ricconi.
Questa minoranza ricca della minoranza palestinese è cmq composta da cittadini di serie B al pari dei palestinesi a basso reddito e si trovano anch’essi in una condizione di marginalità civile, sociale e politica in rapporto alla maggioranza ebraica. Questa marginalità esistente, umiliante e castrante non ha a che vedere col reddito. Come si vede, può accadere di essere ricchi e sottomessi al tempo stesso, su segmenti e per aspetti non secondari della vita sociale.
Questo fatto getta luce sul rapporto F/M del passato, del presente e soprattutto del futuro e introduce una variabile forse imprevista nell’articolazione sociale (reale) degli schieramenti Dx/Sx. (Non però nella concettualizzazione filosofica di ciò che le caratterizza e distingue).”
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L’ esempio portato riguarda la possibilità che una situazione di questo tipo possa verificarsi; altro è affermare che nel contesto di cui stiamo parlando una situazione di questo tipo sia nei fatti. Io qui non la vedo, mi si dimostri il contrario.
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“Volevo solo correggere sul piano dei fatti e a scanso di equivoci, un’affermazione di Sandro sulla marginalità della QM per l’elettorato di dx. Poi, se lui stesso dice che la Lega non la considera propriamente di dx, affermazione che su questo blog non mi sembra condivisa dalla maggioranza di chi scrive nè dalla linea del movimento, è un altro discorso che avrebbe molte e interessanti implicazioni, anch’esse, però, non opportune ad essere trattate in questa sede.”
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La mia osservazione è motivata dal fatto che i partiti autonomisti trovano la loro ragion d’ essere nella rappresentanza di un ambito territoriale piuttosto che di una classe sociale; infatti, si alleano con chi gli concede di più, prescindendo dalla collocazione dx / sx.
Per questo, dal mio punto di vista, incasellare l’ autonomismo dentro le categorie dx / sx è necessariamente una forzatura.
sandro(Quota) (Replica)
A proposito: E’ di oggi la notizia che anche l’Italia, recependo quanto prescritto dall’Europa, renderà obbligatori i permessi di paternità (15 gg di cui 5 subito dopo la nascita). Esultanza di sx e femminismo (mitigata dal fatto che avrebbero voluto di più) in sintonia col governo di dx. Non mi sorprende. I primi, questione filosofica a parte, hanno come obbiettivo quello di trasformare i padri in mammi e non, sia chiaro, per il bene dei figli che è tutt’altro, ma per permettere alle donne di dedicarsi a lavoro e carriera. I secondi o non hanno capito nulla di nulla (probabile visto il livello medio), o hanno paura di inimicarsi le lobbies femministe europee (probabile anche questo), o fanno calcoli di pura convenienza (sicuro), oppure tutte e tre le cose insieme.
Il padre è altro dai pannolini cambiati (che non mi fanno schifo, sia chiaro. Io l’ho fatto negli anni settanta e non me ne vergogno affatto). Il padre è quello che immette il figlio nella società, che gli offre un metro di paragone, che gli impone, anche, le regole senza le quali il figlio si perde. E’ colui che spezza il legame simbiotico naturale con la madre che finisce per castrare il figlio. Magari diventa un gran macho, ma uno di quelli che poi mammina si riprende quando vuole, ed anche uno di quelli più facili a commettere violenze e stupri.
Al padre i permessi di paternità dovrebbero essere dati (o perchè no? anche imposti) quando i figli sono già grandicelli, perchè è allora che ne hanno immenso bisogno.
Ma Sx e Dx non lo capiscono o non lo vogliono capire, in tutt’altre miserevoli faccende affaccendate.
armando(Quota) (Replica)
Telegrafico.
La vedo così (senza pretendere consensi):
– il permesso di paternità -in quanto obbligatorio – va rifiutato a priori, senza discussioni, stante lo scopo aberrante per il quale è stato pensato
– ergo: esso va denunciato come perfida seduzione per l’incatenamento dei padri al ruolo subordinato di vice-mamme
– repellente connubio tra Dx e Sx (di cui parla Armando) e tra le due Dxs: quella liberistico-capitalista e quella tradizionalista. Della prima non è il caso di parlare (“Il femminismo è un prodotto del capitalismo”). Quanto alla seconda, preoccupata, (con qualche fondamento) del trend demografico, non vede altra soluzione che nel trasformare i maschi in baby-sitter.
– La grande obiezione: “Cosa c’è di male nell’accudire i piccoli?”
Niente fratelli, proprio niente. Io accudii mia sorella da quando avevo 12 anni (pipì e cacche comprese). Il male sta in questo: nel subire le imposizioni, specie quelle gradite.
Questo è il male assoluto. Perché se se ne si subisce una si possono subire tutte. E allora tanto vale passare la vita a capo chino. Che comandi il padrone, il capo partito o la moglie, l’amante, la collega, la dirigentessa …, che differenza fa?
Quando tu non sei più il padrone della tua vita, che importanza ha il colore, il sesso, la religione, la filosofia di chi ti schiaccia?
Questo è il nucleo dei nuclei della QM.
(Non pretendo consensi)
RDV
Rino(Quota) (Replica)
…per non parlare dei casi in cui la paternità stessa viene “estorta” (come nell’esempio di qualche giorno fa del caso Eto’o,sputtanato per aver abbandonato una figlia che non aveva deciso di avere), come se io obbligassi una donna che vuole abortire a partorire perchè voglio essere padre : una vera e propria “spaventosa (a)simmetria”, tanto per concedermi una licenza poetica (Blake perdonerà).
Luke Cage(Quota) (Replica)
Giovanni Bollea, padre della moderna neuropsichiatria infantile, ha scritto:le madri insegnano ad amare, i padri insegnano a vivere. Considerato che si tratta di uno scienziato quasi centenario, non ho difficolta’ a riconoscere in lui una certa indulgenza nel conforto dei ruoli, ma mi domando: perche’ le donne hanno così tanta premura nel trascinare gli uomini in rituali che esse stesse dimostrano di mal sopportare e subire con una mal celata repulsione? Un padre al neonato non serve a niente e lo dico da madre che ha vissuto il parto come un momento di grande, assoluto, autentico privilegio. Partorire solo in compagnia dei sorrisi della mia ostetrica che conosceva e assecondava le mie doglie..ha significato per me la sublimazione della femminilita’. Le donne hanno voluto medicalizzare un evento che piu’ naturale non esiste. Abbiamo la casa piena di elettrodomestici e possiamo dedicarci con tutta calma alla conoscenza di quella meravigliosa creatura che stringiamo e dovremmo avere anche la forza (la maternita’ ne dà tanta) di rispettare i tempi di un uomo che non funziona esattamente come noi (e meno male) e per il quale il rapporto simbiotico della sua compagna con il figlio e’ sicuramente ricco di mistero. Dice Bollea: la madre accoglie il bambino quando torna a casa e lo rincuora, il padre lo accompagna in piazza..Sono rappresentazioni simboliche dei ruoli genitoriali molto importanti. L’uguaglianza dei sessi non vuol dire confusioni dei sessi. E’ la madre che dopo il primo anno di vita apre la sua relazione al padre..se vuole farlo e se e’ in grado di farlo. Ma se alla base di ogni sua considerazione c’e’ sempre un’insopportabile voglia di rivalsa…come fara’ a legittimare la figura paterna?Forse quando le donne cominceranno a vedere nella loro femminilita’ la forza della propria specificita’..smetteranno anche di perseguitare gli uomini “colpevoli” di essere diversi.
maria(Quota) (Replica)
Concordo pienamente con quanto scritto da maria.
Ha sintetizzato molto bene il pensiero del nostro neuropsichiatra infantile Giovanni Bollea del quale ho potuto conoscere ed apprezzare molta letteratura.
Siti come questo mi fanno tristezza e tristezza mi suscitano quegli esseri umani (uomini e donne) che mai o troppo poco indulgono a quel meraviglioso strumento di interazione che è il dialogo (scambio disponibile interessato alla comprensione).
Al signor Fabrizio Marchi, di cui ho letto il pensierino sul Venerdì 1179 di Repubblica, vorrei dire che la giornalista Natalia Aspesi, da persona intelligente e compiuta qual’è, le ha concesso una risposta sin con troppo garbo.
Maria(Quota) (Replica)
perfetto Maria. Non saprei dire meglio. Quella che scrivi è una verità conosciuta da sempre in tutti i popoli di qualsiasi cultura. Qualcosa vorrà pur dire, o no? Solo oggi, con le manie moderniste della parità, quei concetti elementari, naturali e di buon senso, vengono disconosciuti e bollati come stereotipi sessisti antifemminili. E le donne, peraltro in prima fila in questo ritornello politicamente corretto, tendono a cascarci in pieno. Ma non sanno quanto perdono in termini di femminilità e quanto fanno perdere agli uomini. Sia in termini di considerazione dell’importanza di essere padri, sia in termini di rapporti complessivi con le donne, perchè se parità significa essere identici, allora è perfettamente giusto, logico, consequenziale, che trattino le donne e si rapportino ad esse come se fossero uomini. Con generale infelicità di tutti e tutte, come vediamo ogni giorno. E con la conseguenza di lamenti e rivendicazioni che più contraddittorie non potrebbero essere. “Non ci sono più i maschi di una volta”! Grazie, lo sappiamo. E’ così per il semplice motivo che non ci sono più le donne di una volta.
armando(Quota) (Replica)
Vedo che ci sono due Marie.
>>
Al signor Fabrizio Marchi, di cui ho letto il pensierino sul Venerdì 1179 di Repubblica, vorrei dire che la giornalista Natalia Aspesi, da persona intelligente e compiuta qual’è, le ha concesso una risposta sin con troppo garbo.
>>
Al contrario. La Aspesi si è invece comporata in modo del tutto sleale e truffaldino.
La lettera di Fabrizio è vecchia di oltre un mese. Non l’ha pubblicata prima (suo diritto) ma poteva pubblicarla dopo. Dopo che la buriana sui fatti di Avetrana e del metro si fossero spenti.
Invece ha colto la palla al balzo per confrontare le violenze di cui parla Fabrizio con quei fatti, mettendone in risalto – con tono canzonatorio – l’assoluta incomparabilità.
Ora, il senso della lettera di Fabrizio consisteva nel contraddire i dati Istat secondo cui milioni di DD sono state e sono oggetto di violenza psicologica, dati ottenuti a seguito di “inchieste” basate sulla semplice domanda” Si è mai sentita…offesa, compulsata, ferita, sminuita etc” Domande che ai maschi non vengono nemmeno rivolte. Con il risultato ovvio che da una parte troviamo un esercito di DD offese e dall’altra qualche raro uomo che (ferito nel suo orgoglio machista) “si sente offeso”. La massa dei maschi non ha mai sofferto a causa delle FF. La cosa è tanto certa che non vale nemmeno la pena di intervistarli.
E così la criminalizzazione di M e l’innocentizzazione di F proseguono.
Come se non bastasse la Aspesi ha rincarato la dose comparando le già “ridicole” sofferenze maschili alla reale, visibile orrenda violenza di quegli episodi (trascurando ovviamente di ricordare che in entrambi i casi le FF non sono propriamente estranee e innocenti.)
Dunque di criminalizzazione in criminalizzazione. Senza tregua.
Ora, il tuo commento indica che sei sostanzialmente sulla linea della Aspesi. Bene: il MUB, come pure gli altri movimenti e gruppi maschili (su questo non ci sono differenze) esistono (anche) per denunciare questo delirio e questa cecità. Che non possono nascere dalla benevolenza verso gli UU.
RDV
Rino(Quota) (Replica)
Sono all´estero e non ho potuto leggere la risposta della Aspesi alla mia lettera, che naturalmente e´stata tagliata per due terzi per ragioni di spazio (ero gia´stato avvertito di questo, la versione integrale e´ sulla homepage del sito).
Da quanto apprendo dal post di Rino, la Aspesi, astutamente, ha messo sullo stesso piano la denuncia delle violenze da me subite ( praticamente da qualsiasi maschio vivente) con i tragici e (torbidi) episodi di cronaca di questi giorni. Episodi che peraltro, nel caso dell´assassinio di Sarah, vedono coinvolte in prima persona anche delle donne che, oltre ad aver preso parte attiva all´omicidio, addirittura avrebbero manipolato la gia´debole personalita´ del Misseri.
E´ovvio che la mia lettera si riferiva ad altro. Se avessi scritto per denunciare (ipotesi per assurdo) che mia madre aveva tentato di uccidermi quando ero ancora in tenera eta´strangolandomi e gettandomi in un cassonetto dell´ immondizia (salvato in extremis da un lavoratore della nettezza urbana), la Aspesi sarebbe stata in linea torica autorizzata a rispondermi, per la legge del contrappasso (che a me peraltro sembra molto maldestro come metodo e come modalita´di confronto) che ci sono anche tanti uomini che uccidono barbaramente le donne.
E allora? Non lo sapevamo forse da soli che ci sono uomini assassini e donne assassine? Che razza di modo di instaurare un confronto e´questo? Vogliamo fare a chi tira piu´cazzotti dell´altro?…Suvvia…
Come ripeto, non ho ancora letto la sua risposta e per questo evito di esprimere giudizi prematuri.
Posso pero´esprimerlo sulla sua precedente risposta alla prima lettera che le inviammo, che fu di una rozzezza e di una banalita´sconcertante, lessico e buone maniere a parte. Alla fin fine l´argomento era (ed e´) sempre e solo quello:”Voi maschietti potete lamentarvi finche´volete ma alla fine siamo noi femmine che ci ritroviamo con la gola tagliata”.
Il che equivale a dire alcuni concetti molto precisi:
1) qualsiasi cosa subiate dalle donne, e´nulla rispetto a quello che noi subiamo da voi. Quindi subite in silenzio e non rompete i coglioni;
2) i violenti, per lo meno se parliamo di violenza di genere, siete solo e soltanto voi maschi (menzogna colossale ma caposaldo dell´ideologia femminista alla quale anche la Aspesi si attiene nello stesso modo in cui un funzionario del PCUS si atteneva alla linea politica del partito durante gli anni dello stalinismo)
3) stando cosi´le cose, non avete diritto di parola. Tacete e zitti.
Questo viene ripetuto agli uomini da 40 anni a questa parte, non solo dalla Aspesi (che comunque ringraziamo perche´ ci da spazio e visibilita´anche se contribuisce a gettare fango su di noi) ma da tutto il sistema mediatico in tutte le sue articolazioni e senza eccezione alcuna (tranne qualche raro spunto individuale).
Per la verita´non mi aspettavo molto di piu´dalla sua risposta e tutto sommato, ad essere sinceri, credo che ci stiamo vicendevolmente utilizzando; noi abbiamo bisogno di visibilita´e lei di vivacizzare la sua rubrica…
Cio´detto, trovo molto interessante il commento di Maria, la prima, quella che interviene sul nostro blog gia´da tempo, che con poche parole (e´molto piu´abile di me da questo punto di vista, e magari anche da altri) ha mirabilmente spiegato cosa intendiamo noi per eguaglianza dei e fra i sessi. Un nodo sul quale ci siamo spesso “incartati” e che invece lei ha sciolto con grande chiarezza e, come ripeto, con poche semplicissime parole. Complimenti a lei e a noi che godiamo dell´attenzione e del contributo di una donna cosi´intelligente e priva di paraocchi, schemi preconfezionati e steccati ideologici.
Maria, per favore, spiegaglielo te, se ne hai voglia, a quell´altra Maria (e a tante altre donne) chi siamo.
Ho detto per favore…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
questa nauseabonda insistenza la “parità”: gli uomini sono violenti, anche le donne lo sono, etc, senza MAI considerare che la violenza contro le donne è quantitativamente imparagonabile a quella agita dalle donne, che la violenza maschile contro le donne si presenta con caratteristiche ormai chiare anche a un bambino di 10 anni e che nessuno qui sta cercando di dimostrare che un essere umano, solo perché uomo, è violento
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questa risposta ad un mio post che pubblico dopo capita a proposito dopo l’ultimo post di Fabrizio ,come vedete non è solo l’Aspesi a pensarla in tale maniera
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il mio post
“non ho la pretesa di essere un uomo “per bene” , ma vorrei essere un uomo libero,libero dai pregiudizi maschili ,ma anche da quelli femminili ,in sostanza vorrei essere me stesso ,posso sbagliare ,sia chiaro , ma non mi va proprio giù di essere paragonato ad altri uomini ,io sono IO,non sono lo zio di avetrana e non sono nemmeno lo stupratore ne tanto meno l’assassino …perchè se proprio vogliamo fare quelli che girano la frittata ,come mai nessuna questione femminile è sorta nella vicenda dell’asilo ?? Le donne che scrivono nel blog ,obbieteranno che non sono loro a commettere quelle torture ,giusto ,infatti è proprio cosi !!!!”
mauro recher(Quota) (Replica)
da quello che leggo in giro destra e sinistra sono superate ,oggi si tiene in considerazione non le idee ,ma il sesso di appartenenza copio ed incollo dal solito blog
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Pisapia è una brava persona, ha delle bellissime idee, me è un uomo!
Dall’altra parte, le carogne propongono una donna, che sarà anche scema e collusa, ma è pur sempre una donna… come facciamo a votare un uomo contro una donna, perchè dalla nostra parte non si è avuto il coraggio di far vedere davvero cosa sa fare una donna in politica, facendole governare la più grande città d’Italia? Perchè tutta questa miopia?
Io non ho votato alle primarie perchè potevo fare la crocetta solo su nomi maschili (degnissimi sicuramente, come quello di Pisapia). Si parla tanto di quota rosa, ma quando viene il nostro turno, ci lasciano lì in coda.
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oltre che sicuramente Milano è una città importante ,ma non la più grande d’Italia ,sono rimasto abbastanza sconcertato da questa affermazione ….
di solito si votano le idee o almeno dovrebbe essere cosi ..anzi si preferisce votare una donna ,anche se oca ,ma appartenente al genere femminile
ma il meglio,secondo me ,anche se O:T è in questo post sempre dal solito blog
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Ma sarà vero che il 95% degli uomini italiani non ha mai fatto funzionare una lavatrice? Non ci credo, mi sembra assurdo! Le solite statistiche poco attendibili…
Io credo che sia una statistica fin troppo generosa. Secondo me, si arriva al 99,99% .
D’ altra parte, la colpa è tutta delle loro madri, che li viziano. Loro per prime hanno introiettato una mentalità maschilista, per cui il maschio va servito, e la femmina deve servire, “perché è giusto così”.
Quante di voi, ragazze, avete avuto margini di libertà più ristretti, da parte lelle vostre stesse madri, rispetto ai vostri fratelli maschi?
E’ ora di lottare contro questa disparità!
L’ obiettivo è arrivare al 99,99% di FEMMINE ITALIANE che non sappia far funzionare la lavatrice, che ci pensi piuttosto la colf.
D’ altra parte, gli facciamo anche un favore, a queste donne. E non venitemi a dire che la nostra emancipazione la conquistiamo basandoci sfruttamento del lavoro di altre donne immigrate. Le stiamo emancipando, dovrebbero ringraziarci. In un paio di secoli conquisteremo quello che abbiamo conquistato noi, già il fatto che lavorino fuori di casa le sottrae al controllo del maschio, specie del maschio islamico che le vuol tenere a casa col burka.
E poi 8 € all’ ora con regolare contratto sono più che giuste!
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si vede che io faccio parte delllo 0.1 ,io una lavatrice la so far funzionare .ma questa “generosità” verso gli immigrati mi fa venire in mente le vignette “attico revolution ” di stefano disegni
mauro recher(Quota) (Replica)
Non mi pare però, Mauro, per lo meno nel commento che hai pubblicato estratto da quel blog, che siano così generosi, come dici tu, nei confronti degli immigrati. Basta rileggere la frase che riporto testualmente:”In un paio di secoli conquisteremo quello che abbiamo conquistato noi, già il fatto che lavorino fuori di casa le sottrae al controllo del maschio, specie del maschio islamico che le vuol tenere a casa col burka”.
Come vedi i maschi extracomunitari e islamici in particolare vengono criminalizzati come tutti. Poi c’è il femminismo di sinistra che tende ipocritamente a criminalizzare i “maschi bianchi e occidentali” (strizzando nello stesso tempo l’occhiolino alla missione di “pace” in Afghanistan che libera le donne dal burqa…) mentre quello di destra se la prende soprattutto con gli extracomunitari ritenendoli i principali responsabili della violenza sulle donne ecc.
Come vediamo, ce n’è per tutti…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
quel generosi era ironico
mauro recher(Quota) (Replica)
Approfitto di questo spazio per dare una notizia che trovo in tema con l’ argomento trattato, in particolare con questo passaggio:
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“In generale tendo a diffidare di questa tendenza ad andare oltre la destra e la sinistra (intese naturalmente come grandi opzioni culturali e filosofiche, è ovvio, non nelle loro attuali declinazioni politiche). Credo, e anche nei fatti è così (su questo non c’è proprio alcun dubbio) che chi tende a sposare queste posizioni sia essenzialmente di destra”
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http://www.repubblica.it/politica/2010/12/17/news/bersani_ora_alleanza_col_terzo_polo_il_pd_pensa_a_sacrificare_le_primarie-10302796/?ref=HRER1-1
Dato che condivido la frase che ho citato sopra, credo che questo significhi semplicemente che ormai si gioca a carte scoperte, e, sinceramente, non posso che rallegrarmene: finalmente, una certa “sedicente” sinistra, ha mostrato il suo vero volto, progettando un’ alleanza con gli eredi dell’ MSI.
Ergo, dato che un partito che si allea con gli eredi dell’ MSI può essere tutto TRANNE che un partito di sx, chi ha intenzione di votare a sx, sappia che dovrà rivolgersi altrove.
Finalmente si è sgombrato il campo da equivoci. Era ora.
sandro(Quota) (Replica)
Anche se apparentemente non c’è un riferimento diretto alla QM, voglio rendere pubblica una riflessione che mi è sorta spontanea proprio negli ultimi giorni. E lo faccio, non casualmente, nello spazio dei commenti a questo articolo, dal titolo appunto “Destra e Sinistra”.
Da molto tempo ormai, da quando il capitalismo globale ha vinto spazzando via di tutto e di più, ideologie, utopie, speranze, ipotesi alternative di sistema ecc , in tanti si domandano (anche molti di noi) cosa possa significare oggi essere di sinistra o di destra. Addirittura molti si chiedono se questi concetti abbiano ancora un significato e conseguentemente se abbia senso continuare a professarsi di sinistra o di destra.
Naturalmente il discorso sarebbe come al solito lunghissimo e nell’ambito dell’articolo ho personalmente cercato di dare un risposta, sia pur limitata e sintetica.
In questi giorni però la realtà mi è venuta in soccorso; e questa vale molto di più di tante elaborazioni pseudo intellettuali.
Infatti la “vicenda Fiat” appena conclusasi (si fa per dire, in realtà siamo solo agli inizi di una offensiva su larga scala contro il mondo del lavoro…) è senza ombra di dubbio la risposta più chiara ai nostri quesiti.
La resistenza operaia al processo di ristrutturazione capitalista che vuole porre i lavoratori in una condizione di subordinazione assoluta all’impresa, al capitale e al mercato, è da considerarsi senz’altro di sinistra.
Viceversa, coloro che sostengono attivamente quel processo sono di destra. La realtà dei fatti non poteva fornirci occasione migliore, e soprattutto più chiara, per sciogliere i nostri dubbi.
La vertenza Fiat è uno spartiacque in tal senso e non lascia margine di dubbio. Il NO al ricatto di Marchionne e del “suo” “nuovo modello di relazioni industriali/sindacali (che è ormai il modello dominante in tutto il mondo, a partire dal crollo del socialismo reale (o statalismo reale) e del Muro di Berlino) è la discriminante, la linea che demarca chi sta da una parte e chi dall’altra.
Decenni di chiacchiere sulla fine della storia e del conflitto fra le classi, che non esisterebbero più secondo gli “ideologi new age” (una schiera molto nutrita a “destra” come a “sinistra” e che va tanto di moda) del nuovo corso liberista mondiale, vengono clamorosamente contraddette e smentite dalla realtà. Che nel caso specifico si incarna in quegli operai che lottano per difendere il loro diritto di andare a pisciare senza rischiare un richiamo o di avere dieci minuti in più (che gli sono stati negati) per buttare nello stomaco un boccone durante la pausa mensa, senza vedere il loro già misero salario decurtato, oppure per difendere il loro diritto a scioperare e a scegliere i propri rappresentanti sindacali. Libertà elementari scritte nero su bianco sulla Carta Costituzionale del nostro Paese, ormai giudicate “obsolete” (insieme alla Costituzione) se non addirittura un fastidioso intralcio da rimuovere.
Tutto ciò, cari amici, ha un solo nome: conflitto di classe. Che piaccia o meno ai “nuovisti”, ai “riformisti” (ormai lo sono praticamente tutti, non c’è uno che è uno che non si dichiari “riformista”, sarebbe interessante, a questo punto, capire cosa significhi ) o a quei pochi che ancora si dichiarano conservatori, questa è la realtà. Che nessuno, se ha un minimo di onestà intellettuale, può negare.
La vicenda Fiat (Mirafiori e Pomigliano) ha se non altro avuto un altissimo valore simbolico e ha fatto piazza pulita delle tante cialtronerie che sono state raccontate da vent’anni a questa parte da pennivendoli, “intellettuali” o presunti tali, professionisti della politica, frequentatori dei “palazzi” e aspiranti tali, “trombe” e “tromboni” vari di regime.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Negare la differenza Dx/Sx significa affermare che tutte le contrapposizioni sociali (locali e globali) sono di ordine verticale (tra popoli, etnie, razze, culture, lingue, religioni, stati, sistemi economici, forme politiche, sessi etc). Significa dunque negare la presenza strutturale della piramide sociale e con essa l’esistenza di una base che è la piattaforma su cui la piramide si regge.
Insomma significa negare l’esistenza della dimensione e quindi del conflitto orizzontale (latente/potenziale o aperto/conclamato). A base e vertice sono stati dati i nomi di classi sociali. I realmarxisti, sbagliando, dicevano che la storia è storia del conflitto tra le classi. Invece essa è al tempo stesso storia dei conflitti verticali e di quello orizzontale (eternamente latente e raramente aperto).
L’esistenza della segmentazione verticale e delle partizioni in cui si manifesta è costitutiva dell’esperienza umana che non può darsi se non entro una data lingua, etnia, sesso, forma economica, etc. Essa non è solo un fatto storico è “necessaria” in senso filosofico ed epistemologico. Si può invece discutere se anche quella orizzontale sia altrettanto “necessitata”. In ogni caso essa storicamente innegabile e segna la civiltà umana da almeno 5/7.000 anni.
La distinzione tra Dx e Sx risiede dunque nel disconoscimento/riconoscimento dell’esistenza della dimensione orizzontale, della valenza conflittuale di questa segmentazione che seziona (in basso) tutte le partizioni verticali.
A Torino si è assistito ad un battaglia combattuta appunto sulla dimensione orizzontale, tra operai che rifiutano (compresi i votanti “sì”*) la robotizzazione e un portavoce del sistema liberista planetario che deve distruggere ogni resistenza alla sua logica micidiale.
Contro questa logica/dinamica (il “capitalismo assoluto” di C. Preve) sono schierati – a parole – molti di coloro che considerano superato lo schema Dx/Sx. Dunque almeno da questi (da Massimo Fini ad es.) doveva venire l’appoggio politico aperto e schietto a quei combattenti, giacché essi hanno lottato contro il nemico comune. Non risulta che sia accaduto nulla di simile.
Si vede allora che la dicotomia non è per nulla superata. Alla prova dei fatti non si è stati capaci di appoggiare i “comunisti” benché essi si opponessero al nemico dichiarato.
I negazionisti della dimensione orizzontale non riescono a fare neanche quel che Chang Kai Shek fece con Mao contro l’invasore giapponese: un patto di unità di azione.
Tanto basti.
A me basta.
Rn
* In quanto hanno “scelto liberamente”: con il cappio alla gola.
Rino(Quota) (Replica)
“La vicenda Fiat (Mirafiori e Pomigliano) ha se non altro avuto un altissimo valore simbolico e ha fatto piazza pulita delle tante cialtronerie che sono state raccontate da vent’anni a questa parte da pennivendoli, “intellettuali” o presunti tali, professionisti della politica, frequentatori dei “palazzi” e aspiranti tali, “trombe” e “tromboni” vari di regime”
_______________
Più che altro ha fatto finalmente chiarezza sul fatto che i vertici della “sinistra” (a parte Vendola che si è schierato apertamente con gli operai) stanno INEQUIVOCABILMENTE dalla parte dei padroni.
Ricordatevene, quando andrete a votare.
Pure se non fate gli operai, anzi, a maggior ragione: oggi a loro, domani a voi.
Pure tra gli operai, chi ha il posto fisso, in passato se ne è fregato del fatto che i colleghi più giovani erano precari, certo del fatto che i LORO diritti non sarebbero mai stati messi in discussione: stiamo vedendo tutti coma sta andando a finire.
La contrapposizione “orizzontale” paga solo i padroni: gli altri, PRIMA O POI, ci rimettono TUTTI.
Solo la coesione paga.
sandro(Quota) (Replica)
Ricordatevene, quando andrete a votare
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E chi voti?
Sono due volte, nelle ultime votazioni, che vado a cercare il partito di Sgarbi (solo perché sono appassionato di Arte) e lo trovo in mezzo a li fasci e ci ripenso.
Leonardo(Quota) (Replica)
sandro
>>
Pure tra gli operai, chi ha il posto fisso, in passato se ne è fregato del fatto che i colleghi più giovani erano precari, certo del fatto che i LORO diritti non sarebbero mai stati messi in discussione:
>>
Non sono un operaio, ma mio fratello maggiore (oggi 48/enne) lo è, perciò non posso che confermare.
In proposito vorrei pure aggiungere che un tempo, quando si andava a lavorare in officina all’età di 14 anni (come mio fratello), poteva capitare di prendere i calci in culo (letteralmente, non metaforicamente) dagli operai più anziani, “amici” (cioè lecchini) del padrone.
Non solo. Gli operai più anziani, oltre a comportarsi da “nonni” (un po’ come accadeva nelle caserme dell’epoca), raramente insegnavano qualcosa ai giovani, perché, a loro dire”, “dovevano rubare con gli occhi”…
Luca(Quota) (Replica)
“Ricordatevene, quando andrete a votare
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E chi voti?”
___________
Io sono sette/otto anni che non voto
sandro(Quota) (Replica)
Osservazioni sull’incoercibile tendenza a considerare i giudici colpevoli delle sentenze antimale.
1- Ogni sistema di repressione che debba salvare i formalismi agisce
attraverso la polizia la quale esegue ordini della magistratura (se
invece può, lo fa senza formalità, con le squadre della morte, i
pasdaran etc.). Accusare la magistratura equivale ad accusare le forze
di polizia che eseguono gli ordini, cosa che nessuno fa mai. Ripeto
l’esempio che ho già proposto altre volte: nessun dissidente russo ha
mai accusato la magistratura sovietica per le condanne alla Siberia.
Accusava il regime. Nessun irredentista italiano se l’è presa con i
giudici austriaci, o i carcerieri dello Spielberg. Nessun nero d’Alabama
con il giudice Bob Robertson (immaginando che John Johnson sarebbe stato “migliore e giusto”). Chi ha subito la repressione di un regime politico o di una forza di occupazione ha sempre individuato senza errori l’origine della repressione stessa. (Certo, ci sono poi dei giudici che ci mettono qualcosa di personale, come dei poliziotti che non solo ti arrestano ma anche ti bastonano o dei carcerieri che non solo ti custodiscono ma anche ti torturano e ti ammazzano. Sono delle
“gratifiche” aggiuntive, generosamente dispensate dai singoli agenti =
quelli che agiscono. Questo è ovvio).
2. Quella capacità di attribuire la repressione alla sua vera causa è
sempre stata presente in ciascuno dei colpiti di tutti i regimi. La sola
eccezione è la nostra: i maschi colpiti dalla repressione femminista ne
danno la colpa ai giudici. Fanno così non solo i padri separati, ma
anche i maschi incastrati dalle false denunce di violenze e abusi. Le
sentenze antimale vengono commentate (dagli estranei alle vicende) quasi sempre con gli anatemi contro il magistrato emittente, contro la
Cassazione, contro la Corte.
3. C’è un’attenuante. Quello femminista non è un regime come gli altri.
Non ha una data di nascita, non ha una sede centrale, non ha una
gerarchia identificabile, né una bandiera, etc. E’ invisibile,
sfuggente, impalpabile. E’ dappertutto ma non è da nessuna parte. Ora, tutti gli altri regimi hanno persone in carne ed ossa che stanno ai
vertici e contro cui i colpiti possono dirigere il risentimento, la loro
controcondanna e, al limite, agire politicamente e materialmente. Ma qui non c’è nulla di simile. In tal modo il nostro bisogno di personalizzare il male non trova figure più in alto di quella del giudice. E contro di lui si dirige la sete di vendetta.
4. Di fronte a questa necessità emotiva, i ragionamenti ed i
controesempi non servono a nulla. La magistratura italiana sentenzia
come tutte le altre in Occidente, dal Texas alla Catalogna (a parte
ovvie variazioni locali e stagionali) eppure si continua a sognare una
magistratura diversa. E qui si entra nel caso italiano.
5. Il fatto che i magistrati rappresentino da sempre (sostanzialmente)
gli orientamenti della massa dei cittadini non lo si ricorda più. In
realtà, come è prevedibile, nella magistratura (essendo una categoria
privilegiata) la componente di centrodestra è sempre stata più ampia che nella società (come è vero che – ad es. – i notai sono all’80% di destra – ed è ovvio). Invece si parte dal presupposto che sia quasi totalmente comunista e che in ciò risieda l’origine delle disgrazie maschili.
L’idea è dunque questa: se la magistratura fosse posta agli ordini del
governo il problema sarebbe sostanzialmente risolto. Si deve però
trattare di un governo di destra, altrimenti passeremmo dalla padella
alla brace (e poi, come garantirci che la sinistra non vada mai più al
governo?). L’altra via, forse complementare e integrativa, consisterebbe nella preselezione politica dei candidati, come si fa da sempre per l’accesso all’arma dei carabinieri, dove nessun figlio o nipote di anarchico o di comunista (Doc) con tessera è mai entrato. Ma ciò risolverebbe il problema solo su tempi lunghi. La magistratura agli ordini del governo fin da subito, con una selezione su base ideal-politica in entrata, in modo da avere garanzie di equità e vera giustizia, questa è la soluzione auspicata direttamente o indirettamente. Altre infatti non ve ne sono. Proprio no.
6.Anche in questa prospettiva c’è però qualcosa che non torna. Benché sia vero che la sinistra ha proposto e approvato leggi femministissime (ma sempre votate all’unanimità o quasi) il governo di destra non si è certo tirato indietro …nell’andare avanti. Tra le conquiste che ci ha regalato figurano:
a) l’abolizione della legge Gozzini per i maschi, con
la novità assoluta della carcerazione preventiva obbligatoria. b)
l’introduzione della tassa sul maschio c) le quote nei CDA.
Anzi la legge a) è stata cassata dalla Corte Costituzionale (benché sia, per dir così, comunista) almeno nella parte in cui prevedeva appunto il carcere preventivo obbligatorio su semplice accusa. Quando sarà agli ordini del governo non casserà certo alcuna legge …del governo (tutt’al più quelle di governi precedenti). Perciò, se già fosse stata alle
obbedienze del governo, la carcerazione preventiva obbligatoria sarebbe oggi salda e vigente. Niente male.
7. Il fatto è che in Italia (e solo qui) si è verificata una convergenza
di interessi e di sentimenti. Gli interessi di Berlusconi ed i
sentimenti dei padri separati: l’odio comune contro quella che è la
causa dei guai del primo e che sembra esserlo di quelli dei secondi
(agli occhi strabici di questi ultimi). Di fronte a questa saldatura
ogni considerazione è vana.
8. Davanti ad ogni nuova sentenza folle (che però non è “folle” giacché
semplicemente applica il potere che governa tutti) subito si corre a
chiedere vendetta contro i giudici, che sarebbero i veri colpevoli. Ho
detto che questa caduta ci rende ciechi. Ma forse è la cecità a farci
cadere nella trappola.
9.Resta una domanda retorica. Dove sono finiti de facto e/o dove
andranno a finire i principi Irrinunciabili, Assoluti, Imprescindibili
del liberalismo, dello stato di diritto, della parità dei cittadini? La
presunzione di innocenza, la separazione dei poteri, le prerogative
degli accusati, le garanzie etc.? Nella cloaca dove già in buona parte
si trovano. Irrinunciabili, Assoluti, Imprescindibili…!? Se già ne
fece pattume la sinistra, la destra ha tutto il diritto di concludere
l’opera. Destra e sinistra sulla QM sono il Gatto e la Volpe.
E Pinocchio?
Siamo noi.
Rino(Quota) (Replica)
ritorno qui ,perchè ,dopo le ultime elezioni amministrative ,ho un paio di considerazioni …..
che abbia vinto Pisapia ,dopo un campagna elettorale della destra che rasentava il ridicolo, era quasi fisiologico , nei siti che seguo (molti sono proprio di Milano) sono entusiasti di questo, specie quelli di stampo femminista ,e c’è da capirli ,hanno sconfitto il male impersonato dal Cavaliere che, strano a dirsi (ma mica tanto), impersona ogni maschio italiano (sic). Comunque che la sinistra vinca le amministrative ,con la destra al governo ,non è poi una novità, anzi ,è successo alle ultime regionali ,con una vittoria schiacciante ,almeno come numero di regioni (se non erro 13 a 2) ,ed è successo in molte occasioni ..ripeto non è una novità in assoluto …
l’altra considerazione è che si dice che “siano tutti uguali” non è che poi abbiano sbagliato frase o siano dei qualunquisti ,ho notato ,ma credo che sia nell’animo umano, la vittoria di qualcosa porta a “sedersi sugli allori”. Invece di essere un punto di partenza ,per loro è un punto di arrivo ,quindi ,dopo aver vinto le elezioni ,non vedremo i frutti sperati
mauro recher(Quota) (Replica)
Vale la pena notare che Zapatero, nonostante la sconfitta e i desdegandos, non esita a portare avanti le sue idee in tema di “diritti civili” (leggasi leggi antimaschili). Il motivo è semplice. Anche i popolari sono d’accordo nella sostanza e quando torneranno al governo si guarderanno bene dal cambiare alcunchè di ciò che Zapatero ha fatto.
armando
armando(Quota) (Replica)
Credo davvero che il PP spagnolo non farà nulla per smantellare lo zapaterismo. Lo vorrà ma non lo farà. Non ne saprà il perché ma noi sì. Passiamo alla Francia.
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Non avendola in casa, guardo la tv rarissimamente. Oggi ho voluto infliggermi la penitenza di seguire “Mezz’ora” della L. Annunziata (che trovo del tutto insopportabile x molte ragioni) in quanto intervistava la Le Pen, anche sul tema “sessi”.
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Come previsto, e anzi peggio del previsto, la Le Pen si è rivelata essere la versione transalpina della A. Mussolini, fasciofemminista doc. Una posizione politica che sembra impossibile ad essere, stante l’apparente intrinseca contraddizione dei termini.
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Dice che non trova nulla di femminista nel dire che le donne sono la parte debole, le vittime, discriminate etc.
Una perla: “Hanno ottenuto il diritto di lavorare, adesso però vi sono costrette. Non possono scegliere.”
(…noi invece possiamo…)
Poi ha concluso parlando contro le quote “Io sono a favore del merito”… magari vuole abolire anche l’eredità…
Penso che l’intervista sarà visibile sul sito rai.
Non avevo mai visto questa Le Pen. Non mi sorprende che stia avendo un vasto successo: è l’incarnazione stessa del perfetto demagogo, dell’irresistibile seduzione. Destra estremista ma dal volto soffice e moderatissimo, formalmente ineccepibile, persino esemplare e che ripete senza pudore “i deboli, la giustizia sociale, l’identità etc.”.
Dicevano i greci: la democrazia degenera in demagogia. Siamo alla demagogia assoluta.
Dicevano anche: la demagogia si trasforma poi in tirannia.
Auguri a tutti noi…
Rino DV
Rino(Quota) (Replica)
Ieri sera, facendo zapping, ho avuto modo di vedere per pochi minuti il leader di SEL, Vendola, intervistato sulla 7 da quell’altro capolavoro di “sinistrismo rosa liberal progressista politically correct” che è Lilli Gruber (donna inquietante sotto TUTTI i punti di vista, a mio parere…).
Dice ad un certo punto Vendola (su per giù queste le parole):” Voglio costruire un partito realmente libero che crei le condizioni per dare a tutti le stesse opportunità politiche, che dia le stesse possibilità a tutti, che non limiti nessuno, che rimuova ogni ostacolo alla possibilità di affermare se stesso politicamente (tradotto: fare carriera); un partito dove una donna incinta possa fare politica senza limiti, dove possa, ad esempio, entrare in una riunione senza sentire odore di fumo…”. Va bè, a parte l’odore di fumo, la metafora, anche se assai debole e maldestra, è a mio parere molto chiara…
Mentre pronunciava questa parole mi saliva spontanea alla mente questa considerazione:”Chissà se nel partito di Vendola ci sarà lo stesso spazio per un uomo e padre separato, impiegato alle poste oppure operaio in una fabbrichetta qualsiasi, buttato fuori di casa dalla ex moglie (alla quale deve pagare gli alimenti anche se lei lo ha smollato per un altro che ora sta in casa sua, di lui, in quello che era il suo letto, nella casa sulla quale lui stesso continua a pagare il mutuo) che lo ha anche denunciato (falsamente) per violenza o molestie pur di levarselo dai coglioni, nonchè da una legislazione e da un potere giudiziario classisti e razzisti (e femministizzati…) che lo gettano sul lastrico e in uno stato di prostrazione materiale, morale e psicologica…E chissà se quello stesso uomo avrà, in quel partito, la libertà di gridare la sua incazzatura contro un sistema (femministizzato…) che lo riduce in quella condizione…La condizione di un “invisibile” (questa la realtà di un maschio non alpha in questo sistema…) che è costretto nella vita ad elemosinare e a sbattersi per uno straccio di sessualità e “affettività”, sempre ammesso che tale possa essere definita e soprattutto che ci riesca perché, come sappiamo, gli impiegati delle poste e gli operai, specie se separati, con mutuo e alimenti da pagare ogni mese e ridotti a vivere in una stanza in affitto (quando non finiscono in una roulotte o alla Caritas, come purtroppo avviene sempre più di frequente), non sono proprio all’apice dei desiderata femminili…
Ci sarà questa libertà e questa possibilità, per questi uomini, nel partito di Vendola, oppure continueranno ancora ad essere considerati dei maschi privilegiati (mi viene da ridere per non piangere), violenti e oppressori del genere femminile?
La risposta la conosciamo già… Ed è per questo che è giunta l’ora di gridare forte e chiaro che quella attuale non è più Sinistra ma un’altra cosa dalla quale è giusto prendere politicamente le distanze…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
La bella affermazione del Sì pochi giorni fa ha testimoniato ancora una volta, e questa volta in maniera macroscopica, lo scollamento che esiste tra potere politico ed economico e ceti medio-bassi della società. Si è cercato fino all’ultimo, in tutti i modi, di non consentire al “popolo sovrano” di esprimersi, perchè parte dell’establishment era pienamente consapevole dei rischi a cui andava incontro. Ma il dovere dei buoni politici non è anche quello di ascoltare le “voci” che dal basso provengono? Evidentemente la buona politica non è, da noi, di casa. Certo la critica va rivolta principalmente alla destra, che, salvo eccezioni, si configura, a livello parlamentare, più come un comitato d’affari che come una vera e propria classe dirigente. In un Paese poi dove il 50% non paga le tasse, si vorrebbe, per cercare di recuperare qualche voto, realizzare una riforma fiscale per pagarne ancora meno. Ridicoli! L’unica riforma fiscale è chiaramente quella di far pagare le tasse a chi non le paga. E se la destra ne esce con le ossa rotte, non è tutto oro quello che luccica dall’altra parte. Chi è stato infatti il promotore dei referendum in questione? Uno che dalla sinistra non proviene, ma a cui dobbiamo dare il merito di aver riportato all’attenzione generale qualche tema di sinsitra. Ed è bello rivedere le piazze riempirsi non principalmente contro qualcuno, ma per affermare diritti fondamentali, per TUTTI, uomini e donne del popolo insieme per festeggiare una vittoria che li unisce. Una boccata d’ossigeno dopo le oramai tristi, ma celebratissime, pagliacciate femministe a cui siamo abituati.
Alessandro(Quota) (Replica)
quoto alessandro al 100% ,questi referendum interessavano sia uomini che donne. Peccato che per certi siti femministi un pochetto faziosi come “femminismo a sud” ma anche altri, sembra che la vittoria sia solo la loro.
mauro recher(Quota) (Replica)
Date un po’ un’occhiata a questa chiccha…Oggi era anche su Repubblica…
http://www.corriere.it/cronache/11_giugno_23/proteste-donne-pd_70b6afc0-9d84-11e0-b1a1-4623f252d3e7.shtml
Ricordate le parole di Bersani alla trasmissione di quel fantoccio di Fabio Fazio? “La sinistra è quella che combatte contro le ingiustizie, quella del forte sul debole, del’oppressore sull’oppresso, dell’uomo sulla donna…
Poveri maschietti del PD, che pena mi fanno…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
ho visto anch’io quel manifesto ,trovo che sia inutile e anche un pochino stupido , Marilyn era certamente un altra cosa , se mettevano un operaio che lavorava in sicurezza ,oppure una famiglia che riusciva ad arrivare a fine mese ,allora si il vento era cambiato ,almeno cosi la vedo io ,ma forse sarebbe stato troppo “comunista” ? In fondo questo PD ,credo che abbia più sigle e simboli cambiati che idee … poche e confuse
naturalmente sui blog femministi è arrivato il putiferio ,reo il manifesto di misoginia ecc ecc .cose che ben sappiamo ……….
mauro recher(Quota) (Replica)
Ma non erano proprio la sinistra e il movimento femminista a battersi – oltre quarant’anni fa – per la libertà delle donne di indossare la minigonna, di girare in topless in spiaggia, ecc?
sergio(Quota) (Replica)
infatti Sergio ….
l’ articolo di antifeminist(pubblicato anche qui) ,per me ,ha centrato un punto essenziale ,che la mercificazione del corpo femminile è figlia del femminismo stesso ….capito l’errore ,adesso tentano di tornare indietro ,dando la colpa agli uomini (come sempre dal resto) di volere le donne troppo nude ….
loro te la girano ,in vari nudi artistici ,nudi che non danno scandalo ,e che le varie piccole soubrette che ci sono in giro sono vittime del sistema ……
mentre un operaio o un muratore sono i padroni del mondo
mauro recher(Quota) (Replica)
Secondo me il femminismo ha soltanto “lavorato” su un qualcosa di preesistente nella natura femminile, altrimenti non avrebbe potuto mai attecchire.
Alle donne piace essere guardate, ammirate e adulate dagli uomini. Per loro il corpo è quasi tutto, contrariamente a quanto vogliono far credere.
Perciò, dal mio punto di vista, abolirei il termine “mercificazione”, perché sono loro stesse che si prestano a questo gioco (che spesso le eccita molto di più di una sana scopata).
Esattamente come quegli uomini tonti che accettano di passare per idioti, in certe stupide pubblicità.
Marco(Quota) (Replica)
Nelle lettere al direttore de Il Foglio di sabato scorso, scrivono due eminenti pidiennine, Franca Chiaromonte e Letizia Paolozzi:
“Comunque, noi signore più antiche dobbiamo proprio assumere il ruolo di donne censore imbrigliando il vento che cambia con i pregiudizi sessuofobici o non sarebbe preferibile ispirarsi alle simpatiche e molto conflittuali “Slut” che, in calze a rete, biancheria intima bene esposta, vestite insomma in maniera sommamente inadeguata, rivendicano il diritto di abbigliarsi come vogliono, senza venire stuprate?”
C’è qualche indicativa confusione in quelle parole.
1) Che esista il diritto a non essere stuprate, per qualsiasi motivo, non c’è dubbio. Anzi, si deve dire che si tratta di un diritto assoluto.
2)Le cose cambiano, però, quando si parla del diritto ad abbigliarsi come si vuole, che non è affatto un diritto assoluto. Basterebbe, a dimostrarlo, che nessuno può andarsene in giro per strada nudo o solo con un tanga. E fanno bene i preti a vietare l’ingresso in chiesa a chi è discinto. Si può non essere d’accordo ma la Chiesa è un luogo gestito da chi ha determinatre credenze ed è del tutto legittimo esigerne il rispetto. Ma anche a scuola o in altri ufifici pubblici dovrebbe esistere un senso di rispetto per i luoghi e per chi li frequenta, come tanti presidi, uomini e donne, tentano vanamente di far capire alle smutandate.
Dunque non esiste un diritto assoluto a (s)vestirsi come si vuole. Un tempo c’era il concetto di “comune senso del pudore”, che oggi è si superato ma che se si va a vedere bene non era solo una ubbia moralistica ma traeva senso anche dal senso di realtà e opportunità.
Si sa da sempre che la sessualità maschile è diversa da quella femminile, nel senso che è molto più visiva e soggetta alle impellenze del testorene. Non migliore o peggiore di quella femminile, chè i giudizi morali in tema sono stupidi e insensati, ma semplicemente diversa, cosa di cui non si può non tener conto nei rapporti fra i sessi. Stanti così le cose, è inevitabile, e tale è sempre stato considerato, che il proporsi seminuda da parte di una femmina sia interpretato come segnale di disponibilità sessuale. Le ragazze di oggi dicono che non è così. Crediamogli. Allora la sessualità maschile deve essere rieducata per far capire a quei rozzi che si tratta d’altro. Ma di cosa?
Senza dubbio di voglia di piacere e di sedurre, di attirare il maschio, non essendo credibile che lo facciano per puro piacere a se stesse, il che comunque sarebbe sintomo di narcisismo al diapason. Seduzuione, dunque. Ma c’è molta differenza fra sedurre un uomo che piace veramente e con cui si sarebbe disposte ad intrecciare un rapporto anche solo sessuale, e una seduzione indeterminata e rivolta a tutti i maschi. Nel primo caso è vera seduzione e ben venga, nel secondo, dal momento che tutti o quasi i maschi verrebbero respinti , si tratta non di vera seduzione ma solo dell’esercizio di un potere sessuale. Ossia nel suscitare nel maschio un desiderio destinato a rimanere non soddisfatto, come viene spesso scritto da altri su questo blog. Il famoso “guardare ma non toccare”. Si tratta, è evidente, di una forma di violenza psicologica tesa a tenere gli uomini perennemente sotto tensione, la carota che si agita sotto il naso dell’asino per farlo muovere senza che abbia mai la possibilità di raggiungerla.
Come meravigliarsi allora se qualche volta accade che l’asino abbia uno scatto e quella carota se la mangi? Cosa da condannare senz’altro, ma a)il senso della realtà delle cose del mondo dovrebbe consigliare, almeno, un po’ di prudenza. Posso proclamare quello che credo il più sacrosanto dei diritti, ma se poi a causa sua ne ho sistematicamente un danno, a che mi serve quel diritto astratto?
b) Soprattutto, però, è davvero così “reazionario”, retrogrado e limitatore della libertà, chiedere rispetto anche per la sessualità maschile esattamente come lo si vuole per la sessualità femminile? Tale rispetto implica che non ci sia sistematica e strumentale stimolazione, checchè ne pensino le donne, chcchè si raccontino con una buona dose di falsa coscienza. Di tutto ciò nella lettera della Chiromonte e della Paolozzi non esiste assolutamente alcun cenno. Al contrario, al netto (ripeto affinchè non ci siano equivoci), del sacrosanto diritto di non essere stuprate, si rivendica apertamente il diritto di esercitare quel potere sessuale di cui dicevo, dissimulato con l’elogio della non sessuofobia. Che però costoro ammettono largamente nei confronti della sessualità maschile, affogando in un marasma di contraddizioni, simmetrico a quello dei critici del manifesto per la festa del PD, come ha bene evidenziato Sergio. Ma nessuno se ne cura, l’importante è solo accusare gli uomini cattivi e inemendabili.
armando
armando(Quota) (Replica)
Dx e Sx unite nella lotta, ai maschi,e alla verità.
Leggo su Il Corriere della sera del 28 luglio, che uno dei primi atti del neo segretario del PDL, Alfano, è stato quello di denunciare ai probiviri del partito il deputato Giancarlo Lehner.
Cosa avevai mai detto Lehner?
“A ogni individuo va data la stessa posizione di partenza senza però dover assicurare la medesima meta d’arrivo”. Ed ha aggiunto, rivolgendosi alle colleghe di partito Biancofiore, Carfagna e Prestigiacomo, “hanno già fatto molti danni al partito col loro pressappochismo”.
Tutto quì. Una critica alle quote rose e una critica diretta ad alcune donne del suo partito. Basta questo per i probiviri, perchè si è osato toccare un santuario. La sacralità delle donne, delle loro opionini e della loro capacità politica non può essere messa in discussione, non è criticabile sotto nessun punto di vista. E’ appunto SACRA.
Ora chiedo. Cosa si sarebbe dovuto fare a Tremonti che ha dato del cretino a Brunetta? Oppure a coloro che, nel PD, hanno criticato con estrema asprezza Dalema. In proporzione, la misura giusta sarebbe stata l’espulsione. Ma naturalmente niente di tutto ciò è accaduto, ed è giusto così. Ma soprattutto nessuno si è offeso come le signore in questione, che hanno una così alta opinione di sè da credersi al di sopra di ogni critica.
Eppure le parole di Lehner sono solo di buon senso, a meno che non si ammetta apertamente che alle donne debba venir garantito il traguardo. Il che è esattamente quello a cui mirano, ma non lo possono dire apertamente. Lo mascherano dietro argomenti risibili come i soffitti di cristallo (ma che si leggano quello che dice il sindaco PD di Bari), e si arrampicano, appunto, sui cristalli rovesciando il singnificato delle parole. Pari opportunità, infatti, significa che tutti debbono essere uguali alla partenza, mentre il concetto viene interpetrato come parità all’arrivo.
E’ proprio vero che, oltre le differenze ideologiche, la QM è trasversale.
Armando
armando(Quota) (Replica)
Uno dei criteri infallibili con cui giudicare oggi l’onestà intellettuale e personale di un politico, o di una classe politica (ovvero se “ciurla nel manico o no”), è appunto valutare se è disponibile o no a far prevalere in politica il principio del desiderio arbitrario femminile (il principio del piacere) sul principio di realtà (quote rosa, leggi speciali azzurre, pensionamenti rosa, e chi ne ha più ne metta). Se per opportunismo nei confronti delle donne mostra, nelle sue prese di posizioni e nelle sue scelte, di cedere al principio del desiderio femminile arbitrario concedendo privilegi di ogni genere, vuol dire che in ogni altra occasione è pronto a dire tutto e il contrario di tutto e che della realtà e del bene effettivo dei cittadini, gliene importa nulla. Cioè che si tratta di una guida assolutamente inaffidabile che per interesse personale è disposto a concedere illegalmente privilegi a interessi particolari organizzati.
cesare(Quota) (Replica)
Lehner dunque ha detto così. Un’azienda sceglie di licenziare per prime le DD. Alcuni operai Fiom scrivono “Non abbiamo chiesto sesso ma contrattazione” (rivolti alla Camusso). Ad Harvard il preside dice che le FF sono meno abili in matematica. Tutti finiti nei guai.
Quando vengo a sapere di UU che si mettono nei pasticci andando controcorrente, non riesco davvero a scegliere tra queste due ipotesi:
si rendono conto delle conseguenze delle loro prese di posizione o – ingenuoni – pensano che non ci saranno rappresaglie?
Coraggiosi o incoscienti?
Propenderei per la seconda ipotesi, ma mi frena la solare, abbagliante evidenza del totalitarismo del regime.
Possibile che, almeno vagamente, quegli UU non ne sentano la presenza, la potenza, l’onnipervadenza, la capillarità e il rigore?
Che siano davvero nel buio totale?
Rino DV
Rino(Quota) (Replica)
niente di che ,visto che era saltato fuori,in una discussione, la vignetta di stefano disegni “attico revolution” ,la riporto nuovamente….
http://img820.imageshack.us/img820/263/atticismomilitante.jpg
mauro recher(Quota) (Replica)
Riflessione O.T dopo la consueta rassegna stampa mattutina, pubblicata questa mattina su facebook (ho pensato di socializzarla anche qui):
Questa mattina leggevo on line i titoli degli articoli del Manifesto che celebravano la vittoria di Obama. “Yes, we cannabis” il titolo sparato in prima pagina.
Mi ricordo che una quarantina di anni fa, forse era addirittura il primo numero o uno dei primi numeri del Manifesto, il titolo dell’articolo in prima pagina era dedicato alle basi rosse nelle campagne della Cina di Mao, oggi trasformate in SpA (ma questo è un altro discorso…)…
Ora, a distanza di più di quarant’anni, praticamente con la stessa enfasi, il Manifesto saluta la rielezione del rappresentante politico del capitalismo occidentale nonché bombardatore della Libia e forse della Siria e dell’Iran (il forse è legato solamente al tempo, se cioè questi interventi militari saranno realisticamente possibili entro l’arco del suo mandato). Tale e quale a Veltroni quando salutò la vittoria di Clinton (però c’è da dire, coerentemente, che lui non è mai stato comunista…).
E poi vuoi mettere “quanto è “fico” e “de sinistra ” Obama, che vuole addirittura liberalizzare la marjuana e i matrimoni gay? E’ proprio un “fico”, cazzo, me sa che se je stamo cor fiato sul collo ce firma pure qualche delibera in favore dei centri sociali che so tanto fichi e alternativi pure loro…”
Va bè…mettendo un attimo da parte questa tipologia “de sinistra” che probabilmente costituisce il grosso dei (pochi) lettori del Manifesto, mi rendo conto che la politica è l’arte del possibile, che è necessario fare i conti con la strategia, la tattica, la realpolitik, la realtà, e che tante volte (quasi sempre) proprio il principio di realtà ci costringe a buttare giù bocconi molto amari. Ed è ancor più vero che è stato ed è più facile per un cittadino americano votare per Obama piuttosto che per un elettore italiano, mettere la croce sul nome di Rutelli.
Posso capire tutto, e lo capisco. Però, insomma, che si chiamassero le cose con il loro nome. Un minimo di onestà intellettuale, e che cazzo, un conto è la realpolitick, un altro è l’enfasi sulle cose.
Ritengo che il Manifesto sia un giornale finito ormai da molto tempo, perché non rappresenta più nulla che non sia il legittimo diritto dei suoi redattori a difendere il proprio posto di lavoro (ma questo è un altro discorso ancora…).
D’altronde tutto scorre e non si capisce per quale ragione il Manifesto non debba essere sottoposto alle leggi del divenire, proprio come tutti. E’ morto il PCI, cazzo, è morto il comunismo storico novecentesco, è morta l’URSS, la Cina di Mao, l’operaismo, è morto tutto quello che poteva morire, il Manifesto invece deve sopravvivere a tutti i costi?…Sopravvivere a cosa? E perché?
Ma non è questo il punto. Il punto è che quei titoli enfatici mi hanno trasmesso un senso di amarezza, di desolazione. La domanda, anzi, la sensazione è stata:”Guarda che fine ha fatto la sinistra…”. E poi subito dopo un’altra riflessione spontanea:”Una volta si celebrava l’Unione Sovietica (è andata male), poi la Cina di Mao (è andata peggio), poi Cuba (però, insomma, pure lì discriminavano i gay, anzi, più erano duri e puri e più li discriminavano…), adesso ci si attacca pure a Obama e ai “liberal” americani…
E insomma, che ci si dica, obtorto collo, che è meglio Obama di Romney o di Bush, ci posso pure stare, però, ragazzi, cerchiamo di mantenere un minimo di lucidità…
Siamo messi male, ma male, male, male, ragazzi, come diceva Abatantuono in “Marrakesh Express”…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Siamo messi malissimo, e Il Manifesto peggio di tutti, perchè, secondo me, siamo bloccati al secolo scorso. Oggi è chiaro che le problematiche sociali si intrecciano con quelle antropologiche, disegnando però, anche lì, divisioni e punti di frattura secondo me obsoleti. Non ci si rende ancora pienamente conto che si tratta invece di temi strettamente connessi che richiedono riflessioni trasversali. Cerco di spiegarmi sinteticamente.
La sinistra liberal è favorevole ad una maggiore uguaglianza e giustizia sociale, ma si possono davvero pensare quei concetti alla luce di una concezione antropologica che pone al centro l’individuo “liberato” da ogni vincolo che non sia il suo “desiderio” soggettivo? Quando si nega il principio simbolico (e ovviamente anche pratico, pur senza negare la necessità di fare i conti con la realtà), della tutela della vita dal suo concepimento (aborto) fino alla sua fine (eutanasia), quando si nega il valore del matrimonio eterosessuale annacquandolo in una generica unione fra persone, quando si nega che paternità e maternità sono tanto diverse quanto entrambi essenziali in quanto complementari (vedasi legge sul genitore A e B, varata negli Usa), quando si nega ai figli il diritto di avere (e di conoscere) chi sia il loro padre, quando accade tutto questo con l’entusiasta consenso dei liberal, si può davvero pensare che ciò porti ad una autentica giustizia sociale? Secondo me decisamente NO. E su questi temi Obama è quantomeno incerto. A me sembra somiglia tremendamente al ns PD, che tace oppure è ambiguo per opportunismo elettorale o perchè non vuole far troppo apparire la sua anima radicaleggiante.
Per contro, una dx che si dichiara salda e sicura su quei principi che sono il presupposto anche per autentiche politiche sociali, poi li vanifica nei fatti quando si disinteressa , appunto, delle poltiche sociali stesse e consente con noncuranza, in nome della libertà del mercato e della proprietà privata, disuguaglianze e forme di povertà inaccettabili. Ma non solo, perchè proprio quella libertà di mercato alla fine finisce per distrutturare e distruggere proprio quei costumi, quelle usanze, quegli stili di vita tradizionali di un intero popolo che sono la sua stessa cultura. Un autentico conservatore come Fronen ebbe a scrivere che anche i principi della proprietà privata e della libertà individuale, di cui era pure fautore, non possono essere declinati come ricerca illimitata del profitto e dell’utile, e devono trovare un limite quando finiscono per distruggere le fondamenta comunitarie della vita di un popolo.
Questo è quanto, ed è materia di riflessione trasversale. Se non lo si fa, finiscono proprio per affermarsi integralmente quelle concezioni che gli uni respingono per una parte, gli altri per un’altra.
Ci sono da noi una dx e una sx stataliste, e una dx e una sx liberiste e individualiste. Poi, in netta minoranza ci sono forze che puntano invece sulla sussidiarietà, su un mercato a cui non inchinarsi come a un nuovo feticcio, su un privato consapevole di essere in una comunità anche dalla quale dipendono i suoi successi, quindi non onnipotente, e che ad essa è pronto a restituire quanto gli è stato dato, e che infine conosce il concetto di limite, o meglio di autolimite dell’uomo. Questo è di dx, di sx, o piuttosto disegna una nuova forma di comunità centrata sulla persona e percià lontana tanto dall’individualismo, quanto dall’organicismo e dal collettivismo?
E in politica estera quale sarebbe di dx e quale di sx, visto che entrambe sono favorevoli all’invasione di territori altrui abitati da popoli che del ns modo di vivere non ne vogliono sapere (e sarà pur legittimo, o no?), con la risibile scusa del burka e della liberazione femminile?
armando
armando(Quota) (Replica)
L’abbiamo detto tante volte ,fino a quando si darà maggiore importanza al sesso o alle inclinazioni sessuali e non alle situazioni delle classi che stanno sempre di più sprofondando nella soglia di una povertà estrema .destra e sinistra faranno schifo in eguale misura …
Non per niente ho visto il video che ha linkato Luigi …
Morti sul lavoro ..notizia poco interessante (ha detto bene Beha ,c’è anche la mercificazione della morte) e non gli si da risalto
Ad una gli viene palpato il culo (solo una azione maleducata in fondo ) pronti leggi speciale e la violenza che incalza ..Aiutare i Gay fa notizia e tendenza ,ma si dimentica che esiste il gay che lavora in officina e c’è il gay che se ne sta in un attico ,eppure ,strano a dirsi ,lo si vogliono aiutare in eguale misura ,eppure ,anche se gay ,il secondo non mi sembra che abbia tanto bisogno di aiuto
mauro recher(Quota) (Replica)
Questa sera, sabato 9 novembre, dalle 21 in poi su Radio 24, un memorial in onore di Giorgio Gaber: lui sì aveva capito per tempo che la classe dirigente di sinistra come di destra incarnavano uno spirito nuovo e soprattutto comune. Per cui, agli Italiani, disoccupati, alla fame e sterminati per morte sul lavoro, sarebbero riuscite in politica interna a far compulsare “Donna moderna” et similia come manuali di vita e di lotta, a leggere in piedi e compunti le tenerezze di coppia tra Vendola e la sua fisrt lady desiderosa di maternità; in politica estera a imporre lo storico out out o con la Nato o con le palpate, e chiedere scusa* a Lady Diana Spencer in prima pagina sull’ Unità.
* http://www.gennarocarotenuto.it/5407-scusaci-principessa/
cesare(Quota) (Replica)
D’Alema ha appena chiuso la trasmissione dalla Gruber pronunciando le testuali parole:”La vera novità è il gran numero di donne presenti nelle nostre liste, questa è la vera novità, questo è ciò che cambierà il volto del paese”, con la Gruber che naturalmente rilanciava annuendo…
Fantastico…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
”La vera novità è il gran numero di donne presenti nelle nostre liste, questa è la vera novità, questo è ciò che cambierà il volto del paese”
Politica spettacolo. In niente diversa da quella del falso avversario Berlusconi.
Povero Berlinguer ….. 😳
A tal proposito:
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
http://femdominismo.wordpress.com/2013/01/31/su-etnie-razze-e-destra-e-sinistra/
miei pensieri,un pochino a casaccio :yes:
mauro recher(Quota) (Replica)
D’Alema: ”La vera novità è il gran numero di donne presenti nelle nostre liste, questa è la vera novità, questo è ciò che cambierà il volto del paese”
Commento: non ho dubbi: si sono accorti che c’erano più sedie da occupare che chiappe in famiglia.
cesare(Quota) (Replica)
Commento: non ho dubbi: si sono accorti che c’erano più sedie da occupare che chiappe in famiglia.
:yes: :yahoo: mitico Cesare!!
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
ho appena pubblicato questo post sulla mia bacheca di Facebook, stimolato da questo video del sempre bravissimo Giulietto Chiesa, che ha stimolato questa mia brevissima riflessione:
La questione posta da Giulietto Chiesa è nelle cose, può dispiacere a molti di noi, me compreso, ma esiste ed è reale, né più e né meno che se mi do una martellata su una mano urlo dal dolore…
Non certo perché io pensi che da un punto di vista concettuale o filosofico, se preferite, non ci sia differenza fra “destra” e “sinistra” (c’è e ci sarà sempre…), ma non c’è dubbio che l’evoluzione (o l’involuzione) della politica degli ultimi trent’anni ha portato indubbiamente ad una sorta di indifferenziazione di questi concetti. E allora diventa sempre più difficile, se mettiamo per un attimo da parte quei principi, quei valori e quegli ideali che ci hanno portato ad essere di “sinistra” (come nel mio caso) o di “destra”, identificarci con quelle forze politiche e con quegli schieramenti che oggi, anche e soprattutto nell’immaginario e nel linguaggio comune, vengono di fatto identificati come “sinistra” o come “destra”.
In tutta franchezza, se oggi qualcuno mi domandasse se sono di “sinistra” o di “destra” avrei difficoltà a rispondergli. Perché escludendo la “destra” (con o senza virgolette), per la semplice ragione di destra non sono, non mi sentirei obiettivamente di rispondergli che sono di “sinistra”, per l’altrettanto semplice ragione che quello, giustamente, non penserebbe alla Sinistra (senza virgolette e con la S maiuscola), quella che una volta, ormai molto tempo fa, pur con tanti ma tanti difetti e nelle sue numerose varianti, esisteva, ma appunto alla “sinistra”, quella attuale, quella con le virgolette e la s minuscola. Quella che ha sostenuto il governo Monti (cioè il governo del capitale finanziario usuraio) per “senso di responsabilità”, quella del Monte dei Paschi di Siena, quella dell’Unipol, quella della svendita del pubblico, delle privatizzazioni, della finta opposizione al neoliberismo, del partito di Repubblica-L’Espresso, quella che ha votato le “missioni di pace”, quella che sostiene i bombardamenti “umanitari” in giro per il mondo, quella del “baffetto” bombardatore della Serbia, quella che ha sostituito il conflitto sociale con quello fra i sessi e alimenta campagne qualunquiste, sessiste e razziste contro il genere maschile tout court individuato come il male assoluto(non oso immaginare cosa accadrebbe se qualcuno, a parti invertite, sostenesse simili castronerie …).
Quindi il problema c’è, ha ragione Giulietto Chiesa. Perché un concetto, un’idea, non è quella che noi abbiamo soggettivamente nella nostra testa, ma il significato, concettualmente e linguisticamente parlando, che la comunità gli attribuisce.
Per fare un esempio, magari banale ma spero efficace, se parlo del comunismo, saranno molti pochi nel mondo quelli la cui mente andrà spontaneamente al “sol dell’avvenir” o al “paradiso dell’eguaglianza universale”. Il pensiero immediato della stragrande maggioranza delle persone andrà ai carri armati che entrano a Praga, che schiacciano gli studenti sulla Tien An Men, ai gulag staliniani, alle deportazioni, a un regime oppressivo burocratico e poliziesco.
Il comunismo è stato anche altro? Certo – rispondo io – non c’è dubbio. Però allo stato la situazione è questa ed è assai difficile, per non dire impossibile, spiegare che il comunismo “vero” è un’altra cosa, ed era quella che era nella testa di tanta gente, e che quell’altro (quello che si è “realizzato”) è quello “falso”. .
Come la mettiamo? E’ un nodo molto difficile da sciogliere rispetto al quale non ho le idee chiare, ma che non può essere eluso.
E’ bene cominciare a rifletterci…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
http://femdominismo.wordpress.com/2014/05/29/nel-segno-di-matteo/ Mie riflessioni
Mauro Recher(Quota) (Replica)
https://azionedipensiero.wordpress.com/2015/05/03/l-immigrazione/ qui tento di discutere di attualità ricordo a tutti che non sono ne uno scrittore ne tanto meno un giornalista ,qualsiasi critica è ben accetta
mauro recher(Quota) (Replica)
Un articolo molto interessante e ben argomentato di Armando sulla questione Dx/Sx pubblicato sul Covile.
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http://www.ilcovile.it/scritti/COVILE_863_Ermini_DS.pdf
Rino DV(Quota) (Replica)