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L’ostilità nei confronti degli immigrati è dovuta a due fattori:
- La condizione sociale
- L’appartenenza sessuale.
Il primo.
Quelli che ci danno fastidio sono i poveri (la stragrande maggioranza), quelli che si ammassano o vengono fatti ammassare nei quartieri periferici, acutizzando contraddizioni già preesistenti al loro arrivo. Non sono certo i funzionari diplomatico, i turisti o gli uomini d’affari, anche se “colorati”, a darci fastidio o a crearci problemi. Come ben sappiamo, la povertà, da che mondo è mondo, genera sempre tanti altri fenomeni, tra cui degrado e violenza. Come vediamo la questione è quindi sempre di natura sociale, cioè di classe. Se, ipotesi per assurdo, tutte le persone straniere presenti in Italia, fossero benestanti e perfettamente integrate, la loro presenza non costituirebbe un problema.
Il secondo.
Se, sempre per assurdo, la grande maggioranza se non la totalità degli immigrati fosse composta da donne, l’ostilità nei loro confronti sarebbe infinitamente minore se non quasi inesistente. E’ la presenza di immigrati maschi che genera inquietudine e preoccupazione, non quella delle immigrate femmine. E questo per tante ragioni che non voglio ora spiegare ma che sono, a mio parere, facilmente intuibili da menti aperte e non ottusamente ideologizzate in un senso o nell’altro (destra o “sinistra”). E quindi, ahinoi, da poche persone.
La questione è quindi di genere (maschile) e di classe.
Fonte foto: Corriere (da Google)
1 Commento
Condivisibile quanto analizzato nell’articolo, a proposito dei due fattori discriminanti nella percezione (di massima) dell’immigrazione: sesso e status; anche se, ovviamente, con un certo margine di approssimazione: si veda, ad es., il fenomeno della prostituzione – ove le aguzzine-maman sono notoriamente donne: https://violenza-donne.blogspot.com/2014/08/prostituzione-in-italia-solo-il-10-e.html – il quale è fortemente percepito (specialmente dalla platea femminile) come fattore di degrado delle periferie; oppure il fenomeno degli zingari e dei borseggi e ladre d’appartamento, ove le più visibili sono donne; oppure episodi di cronaca come questo: https://www.secoloditalia.it/2021/04/lladra-di-case-seriale-nigeriana-prende-a-catenate-e-a-morsi-i-proprietari-video-sconvolgente/ .
I paradossi da esaminare, nella massiccia deportazione di nuovi schiavi – pianificata dal capitalismo apolide e globalista -, sono due:
1) qualunque emigrato italiano – della “vecchia generazione”: dal Sud al Nord – può testimoniare che è l’emigrazione in sé a costituire uno sradicamento-depauperamento identitario del quale si farebbe volentieri a meno; l’odierna “generazione Erasmus” sta capendo la fregatura insita nel mito dell’essere “cittadini del mondo”;
2) gli odierni immigrati clandestini appartengono a quella che sarebbe la locale middle-class (altrimenti non potrebbero pagare il costoso viaggio): la loro pia illusione è quella di raggiungere lo status del produci-consuma-crepa come se fosse una scalata sociale; allorquando saranno in vista di questo miraggio, chiameranno dalla madrepatria moglie e figlie, nell’ulteriore illusione di poter riprodurre in Europa lo schema familiare originario; invece, saranno proprio quelle – dopo averlo sfruttato per il “salto di continente” – a dargli il benservito, non appena resesi conto che il welfare di Zio Sam può sostituire il provider marito-padre.
Claudio(Quota) (Replica)