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08 Mag 2012  |  303 Commenti

Alla scuola del Titanic

I sommersi e i salvati

titanicSul Titanic c’erano 1316 passeggeri. Bambini a parte, si salvò il 74% delle femmine e il 18% dei maschi. Il 97% delle femmine della 1° classe e il 16 dei maschi della 3°. Nel complesso (adulti F+M e bambini) il 62% della prima e il 25% della 3°.

Niente di nuovo rispetto a quel che si sa da sempre: i maschi (volenti o nolenti) muoiono al posto delle femmine e per salvare le femmine. Gli inferiori (volenti o nolenti) muoiono al posto e per la salvezza di chi sta sopra.

Delle due verità solo la seconda è stata proclamata per circa un secolo. La prima, per cavalleria o per pudore, per rispetto o per orgoglio, non è mai stata rivelata. Che i maschi muoiano per le femmine è cosa sin qui mai emersa alla coscienza verbale maschile, mai insegnata né alle medie né in Accademia. Mai.

Di recente però anche gli annunciatori della seconda si sono fatti silenti. Nessuno vuol passare per “testa calda” o “sovversivo”. Come del resto nessuno vuol passare per “maschilista”.

E’ vero però che di recente i maschi Risvegliati, quei pochi che ci sono, hanno messo gli occhi sulla prima. Si sono accorti che le femmine si salvano e i maschi vanno sotto, ed hanno osato vederlo e dichiararlo. Nello stesso tempo hanno quasi dimenticato la seconda, che i Ciandala (per dirla con Nietzsche) muoiono al posto dei Signori.

Ora, i numeri del Titanic sono quelli là. Incontestabili i primi quanto i secondi. Sovversivi ed eversivi i secondi quanto i primi.

La prima verità: i maschi affondano

Nell’ambito del movimento maschile le statistiche dei sommersi e delle salvate del Titanic vengono citate come espressione eclatante, persino abbagliante, della natura della relazione tra i sessi. Esempio luminoso, avvenimento rivelatore di verità sempre sapute ma mai esplicitate. Per pudore. Emblema dell’estremo sacrificio maschile e del beneficio che da esso traggono le femmine: la sopravvivenza, la vita. Icona intangibile e sacra.

Ma proprio per questo, un ingombro, un macigno sulla via trionfale della “Donna Liberata”. Icona tanto sacra e intangibile che qualcuna ha pensato bene di lordarla e dissacrarla trasformandone l’ordine esplicito e l’imperativo morale implicito (che i maschi muoiano per salvare le femmine) in motivo di scherno e di dileggio. Rovesciandone il senso e trasformandolo in un insulto antifemminile, generato (ça va sans dire) dal paternalismo misogino. E’ così che il “Prima le donne e i bambini!” è diventato la maledizione con la quale la “Liberata” dà il suo ultimo beffardo saluto ai sommersi.

Che ora però riemergono, perché, alla luce del Titanic, i Risvegliati parlano dei milioni di maschi morti sul lavoro e per il lavoro, sopra la terra, sottoterra e nel mare. Per le femmine e al posto delle femmine. Parlano dei milioni di maschi finiti nei guai rispettando la legge o infrangendola, non fa differenza, per le femmine e al posto delle femmine. Dei milioni di invalidi, carcerati, barboni e suicidi che hanno bruciato la vita, affondando, mentre le rispettive – le loro “schiave” “relegate al ruolo domestico” “fuori dalla vita pubblica”- si salvavano. Dei milioni che hanno consumato la vita in un’impresa, un’idea, una ricerca, uno studio, creando la cornucopia di beni di cui tutti, femmine per prime, hanno goduto e beneficiano. Dalla poesia al telefonino.

Perché non c’è pericolo, non c’è rischio per la salute e per la vita che non veda il maschio prevenire, anticipare, sostituire la femmina. Sotto tutte le latitudini. Avete mai visto una falegnama? No, perché si incomincia con dieci dita e si va in pensione con sei. Non ci sono rischi fisici, sociali, civili, commerciali e legali che non vedano i maschi in prima fila. In basso come in alto. Madoff è dentro per sempre, la cobeneficiaria delle malefatte è fuori. Per sempre. Alla Thyssen ci sono stati i morti (in basso) e gli inguaiati (in alto). Non ci sono né morte né inguaiate. Salve tutte e tutte con vitalizi garantiti. Grassi o magri che siano. Agli uni il rischio, la morte, la prigione, la rovina. Alle altre la vita e la libertà. Chi affonda e chi galleggia.

Son cose dure da ricordare, ma divenuti finalmente ingenerosi, i Risvegliati richiamano oggi in vita i morti, i falliti, i mutilati, i caduti, i suicidi, i dannati, evocando l’anima dei sommersi per gettarla – impietosi ormai e senza pudore – sull’altro piatto della bilancia.

Seconda verità: i subalterni affondano

Come è vero che i maschi muoiono per le femmine e al posto di esse, così è vero che i subalterni muoiono per i Signori e al posto di essi. Segreto di Pulcinella che oggi si è tentati di fingere di non conoscere. Si denunciano i morti sul lavoro, perché finalmente si vede che sono maschi, ma non si osa ricordare che sono anche subalterni. Sarebbe demodé. Chi vuol passare per bolscevico?

Eppure, come nessuna femmina è mai affogata nella pesca del merluzzo, così nessun notaio è mai precipitato dalla scrivania. Non si sono visti redditieri mutilati né aristocratici invalidi professionali. E’ acida, è cinica, minaccia di essere quasi sovversiva, ma è la seconda verità.

La Storia è storia dei modi con cui la piramide sociale si è mantenuta dai tempi degli Ziggurat. Realtà e simbolo della realtà. Quelli che stanno in alto si salvano e quelli che stanno in basso affondano. E quelle che stanno in basso si salvano con facilità minore di quelle che stanno in alto. Come se la società fosse una piramide e gli apicali galleggiassero sui subalterni.

E infatti Essi ed Esse galleggiano.

Verità composita: affondano i maschi subalterni

Il Titanic parla chiaro: affondano i maschi di 3° classe. Il prodotto delle due verità è solare, abbagliante. Annunciate insieme, quelle due antiche verità sono la novella del XXI Secolo.

Quei numeri sono un trattato su due dei conflitti che, latenti o conclamati, segnano la storia umana. Quello tra i sessi e quello tra le classi, che si intersecano e si sommano. Ci si salva quando si è in alto e quando si è femmina. Si muore, volenti o nolenti, quando si è in basso e si è maschi. Appunto, ma lo si fa volenti o nolenti? E’ dono o è rapina? Ci si sacrifica o si viene sacrificati? Questo è il dilemma.

Domande birichine, perché suggeriscono bensì che la Questione Maschile riguarda tutti gli uomini, in alto come in basso, giacché li colpisce tutti, ma non li colpisce tutti nello stesso modo.

Ciò accade perché la società femminista che avanza sta separando in modo sempre più profondo gli apicali e i subalterni. Sta aprendo un abisso tra i primi e i secondi, esito della combinazione di un diverso ma convergente interesse di fonte darwiniana: quello della élite maschile e quello della massa femminile.

La saldatura è avvenuta

Che i maschi guardino all’estetica femminile e le femmine alla posizione sociale maschile è una verità da tutti sentita e sperimentata, benché imbarazzante e perciò dissimulata, giacché confligge con quella ufficiale, poetica e romantica, del reciproco “interesse disinteressato”. I maschi cercano la bella gnocca; il “buon partito” (non solo economico) lo cercano le femmine.

Così, quando possono procurarsi da sole quel che prima ottenevano dai maschi il valore di questi si erode, declina e infine precipita. Tanto meno un maschio può dare e tanto meno suscita interesse. Tanto meno scalda il cuore. Quando infine non può più dare nulla non vale più niente e il cuore raggela.

Progressivamente, fette sempre più grandi di uomini sono scesi al di sotto della soglia del valore minimo che raggiungono quando lei, in qualsiasi modo, può procurasi da sola quel che un uomo si prepara ad offrirle. Quando una donna, che potrebbe viaggiare su una Fiat, gira invece sull’Alfa o il Bmw, parla chiaro: “Chi non è sopra questo livello, stia alla larga!”. E il numero di quelli che “stanno alla larga” cresce al crescere delle cilindrate femminili. I maschi mirano al macchinone per rimorchiare. Le femmine per selezionare, per tagliar fuori quelli che non sono all’altezza. Quelli per averne di più. Queste per averne di meno.

Il numero di quelli che “non sono all’altezza” cresce indefinitamente e abbraccia ormai una massa crescente dalla quale il cuore delle donne si sta allontanando perché rivolto in altra direzione: verso l’Alto, verso l’Elite.

Verso l’Alto è rivolto il cuore delle donne occidentali, cosa che non può certo infastidire gli uomini d’élite, se è vero che l’accesso alle femmine è il primo movente delle lotte maschili tra infinite specie. Quelli che stanno in alto si riservano l’accesso alle risorse a scapito e a danno degli altri. Si capisce: è per questo che si corre verso l’alto, dove giunti, si apre la guerra ai subalterni. Che stiano alla larga. Dalle femmine, in primis.

Nel corteggiamento i ruoli si invertono quando si passa dal rango di subalterni a quello di apicali. Chiedeva Magic Johnson: “Cosa fareste voi se ogni sera ne trovaste tre sulla porta della suite?”. Il corteggiamento non è roba da maschi: è solo da maschi subalterni.

Così lo scenario si apre e si vedono verità che non campeggiano sulle bandiere femministe. Insensibilmente ma progressivamente si manifesta l’unità di interessi della massa femminile e dell’élite maschile. E’ all’opera la legge gravitazionale di Darwin che convoglia i due interessi: tenere alla larga quelli di 3° classe.

Privi di fascino perché privi di potere, con redditi pari o minori, con istruzione inferiore, ingenui per natura e sempre pressati dall’energia dei loro lombi, annaspano penosi nel tentativo, sempre più patetico, di “mantenersi all’altezza”. Massa smarrita che si chiede confusa cosa stia accadendo. Non ha più nulla di interessante da mettere sull’altro piatto della bilancia, ecco cosa sta accadendo.

Un barbone dal marciapiede sbircia la strafiga c he passa col Suv. Creature di diverse galassie – mi dico – nulla mai le potrà avvicinare. Cosmologiche distanze – filosofeggio– qualsiasi cosa accada sono separati per sempre. Li divide un abisso.

Poi, non richiesta, flash, l’illuminazione: “Se la figona va a sbattere e il Suv prende fuoco quel miserando correrà di certo qualche rischio per tirarla fuori. Se invece gli crolla il porticato addosso… no, lei non danneggerà le unghie per fare altrettanto. Mano al cellulare, chiamerà i soccorsi. E qualcuno verrà. Qualche maschio verrà”.

Così trova acre risposta la domanda birbona: cosa darà la femmina che sta in alto al maschio che sta in basso e in cambio di che? Nulla. In cambio della vita, non darà nulla. Quel che da sempre l’élite regala ai subalterni, quel che l’aristocrazia ha sempre “dato” alla plebe. E’ la legge del Titanic.

Numeri che raggelano. Verità che corrodono.

Rino Della Vecchia

 


303 Commenti

armando 1:29 pm - 11th Aprile:

x icarus. Sono io che mi sono autocitato inelegantemente citando i due articoli, non tu.
per Fabio che scrive:
“Al tempo stesso, però, se io provo a dire: mi piacerebbe incontrare una donna che sappia cucinare, cucire e prendersi cura della casa, ma che al tempo stesso sia sessualmente disponibile quando lo desidero e magari una gran porca a letto, allora divento automaticamente un maschilista-misogino che vuole opprimere la donna e farla tornare a fare solo le faccende di casa.”
E tu fottitene se ti accusano di maschilismo e altre tremende nefandezze. Ricordati anche chi grida tanto, chi accusa etc. spesso sotto sotto…vorrebbe ma non osa.
Cercatela una femmina così, vedrai che prima o poi la trovi e sarete contenti in due. maschilista? misogino? Non ti fare infinocchiare da queste accuse, che ne sanno di come uno è dentro? Fa la tua strada senza farti condizionare dai giudizi altrui e dai la tua testimonianza agli altri uomini (e perchè no anche alle donne). Alle volte la salute mentale è più vicina di quel che appare, e basta allungare un po’ di più la mano per riuscire ad afferrarla:
armando

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Luke Cage 1:55 pm - 11th Aprile:

Concordo con Icarus e Fabrizio.

Per non parlare poi dell’accusa di essere dei “piagnoni” nel parlare apertamente di questi aspetti, una tecnica psicologica (professata tra le altre da certe psicopapere..) così efficace e collaudata che nella vita di tutti i giorni molti uomini sono persino inibiti dall’ammettere il proprio disagio di fronte a dinamiche subdole e “losche” per non sentirsi inadeguati e/o farsi dare degli immaturi, cosa che avviene comunque…

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Icarus.10 1:55 pm - 11th Aprile:

” Soprattutto il linguaggio di quest’ultima, che sembrerebbe professarsi come una donna di sinistra e antiberlusconiana”(fabrizio)

Questo è l’equivoco, infatti(sì anche di quello del “premetto che non sono femminista”).
La Sinistra è per sua natura intrinseca, Sociale. Cioè è comprensione sociale dei fenomeni, da quelli collettivi, passando per quelli penali, fino a quelli individuali(cioè, i rapporti interpersonali).
La Sinistra, quindi, per sua natura deve stare dalla parte degli “sfigati” che soffrono per la mancanza (non da loro voluta) di una vita sessuale o sentimentale, delle persone sole, dei carcerati, dei sofferenti,dei padri separati costretti a dormire nell’auto e a mangiare alle mense della Caritas, ecc,

Chi più della Sinistra dovrebbe stare dalla parte di queste categorie??? Niente e nessuno!

Si definiscono di “sinistra” perchè l’attuale (falsa) sinistra, ritenendo di non poter(o di volere) perseguire la lotta fra le classi, l’ha sostituita con quella fra generi, e quindi si sono rifugiati in questa sponda. Anche perchè a livello di terminologia(e solo di terminologia) la lotta fra i generi ben si sposa con quella fra le classi: basta sostituire i termini: “Padre” al posto di “Padrone”(di qui la teoria del “padre-padrone” secondo la teoria scaturita dalla mente malata delle femministe), “patriarcato” al posto di “capitalismo”, “”maschio” al posto “capitalisti”, e infine “donne” al posto di “proletariato”.
E così il gioco, o meglio, la Menzogna è fatta.

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Nicole 2:24 pm - 11th Aprile:

@Luke Cage e tutti

Non sono irreprensibile, diciamo che sono una superba pentita. Capita sai, di ritornare sulle proprie posizioni, solo i cretini non cambiano mai idea…
E non sono unospot o un disco rotto o peggio una che esprime concetti nazional popolari.
Che il mondo sia popolato da stronze e stronzi è un dato di fatto.
Sfigati, vincenti..che è!? Bisogna vedere cosa si intende per sfigato o vincente…A me sembrano due facce di una stessa medaglia. A ben vedere ed è un discorso un po’ contorto…Credo che gli sfigati siano quelli che per fortuna, intrallazzi etc etc, siano riusciti a diventare ‘vincenti’.Perché dietro una persona definita vincente, spesso si nasconde una persona frustrata che dall’alto del suo potere si circonda di zerbini o sfigati che anelano ad essere como loro. I veri Vincenti sono quelle persone normali, che non appartengono a nessun schieramento, sono cani sciolti che vanno per la propria strada e se ne fottono di tutto il resto. Non anelano ad appartenere a nessuna categoria. Non gli interessano le strafighe da chirurgo estetico o gli uomini dal superpotere con raggio traente amplificato. Zitti zitti, vanno avanti per la propria strada e conducono la loro vita.
Quindi amo le persone così. Tutto il resto, le discussioni tra voi Chiarae altrimi sembrano quelle discussioni che si fanno tra uomini, su chi ce l’ha più lungo o tra donne che non devono chiedere mai.

In realtà ci vorrebbe un modello di società al momento utopistica, ma che ognuno di noi potrebbe costruire intorno a se.

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ilmarmocchio 5:22 pm - 11th Aprile:

@ Nicole : gli italiani si sposano sempre meno perche’ l’assurda legislazione e le fantasiose interpretazioni dei magistrati hanno ridotto il matrimonio a una trappola per topi. Maschi , si intende.
per donne evolute intendo quelle che oggi si fanno passare per evolute: arroganti, tuttologhe con la lingua, problematiche su tutto. pronte a definire ogni contrattempo come una colpa dell’uomo.
specialmente in campo sessuale, da sempre quello piu’ sensibile per il maschio. Invece , la donna femmina gode del sesso, senza farci su trattazioni teoriche atte solo ad azzerare qualsiasi erotismo. Ecco perche’ ci sono le donne che hanno 3 o piu’ orgasmi. perche’ sono femmine , normali. Non presunte superdonne. Il porno non c’entra. E la maturita’ neanche.
alcune sono normali casalinghe, belle , ma non fissate. una alla quale chiesi cosa ne pensava delle strampalate tesi sui preliminari e non importanza della penetrazione, mi rispose :
” conta molto di piu’ ilpasto dell’aperitvo “.
E un’altra : ” come e ‘ bello il c…o duro e teso. che senso di forza”.
bene, queste 2 frasi valgono molto piu’ di cento libri delle varie Schelotto, parsi, e compagnia starnazzante.
la natura ci ha dato tutto. le ideologie, e la piu’ malata di tutte, il femminismo, ci portano solo dei danni

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Fabrizio Marchi 5:29 pm - 11th Aprile:

Grazie Nicole, ci voleva un’iniezione di fiducia…smile
Ragazzi, i veri vincenti siamo noi! Per la verità l’ho sempre pensato un pochino anche io, molto umilmente ma non volevo dirlo per un eccesso di modestia…Ci ha pensato la nostra Nicole a tirarci fuori dall’impaccio…smile
Se i vincenti sono persone “normali”, che vanno per la loro strada e se ne fottono di tutto il resto, bè, ragazzi, questi siamo noi…Non avremo il “raggio traente” ma non siamo neanche cagnolini che scodinzolano…
S questo non c’è il minimo dubbio…
Ragazzi, fatevi sotto, chissà che qui non nasca pure qualche amore, ci sono tanti giovanotti baldanzosi fra voi, chissà che la nostra Nicole non si innamori di qualche bell’Uomo Beta al 100% (o viceversa) :-))
Una sola cosa. Se dovete farvi la corte scambiatevi le email e fatevela in privato (e possibilmente in “reciprocità e spontaneità”, Nicole, altrimenti facciamo solo chiacchere). Il blog è pur sempre un luogo di confronto e discussione pubblica…smile
Fabrizio

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Icarus.10 5:43 pm - 11th Aprile:

” molti uomini sono persino inibiti dall’ammettere il proprio disagio di fronte a dinamiche subdole e “losche” per non sentirsi inadeguati e/o farsi dare degli immaturi, cosa che avviene comunque…”(Luke Cage)

Vero. E comunque non significa che chi parla di queste problematiche è perchè ne sia toccato personalmente. Ad esempio un attivista che si batte contro la fame nel mondo, non è detto che sia necessariamente una persona senza alcun denaro che patisce la fame(io ad es. non sono uno “sfigato”, ma ho comprensione umana per chi lo è, così come nei confronti di ogni persona in difficoltà).
Questo è l’errore dei nostri avversari.

@Nicole: le persone citate da Fabrizio, per “sfigati” e “vincenti” non intendono quello che intendi tu,ma i “bruttini”, i “segaioli”, quelli “senza raggio traente” che nessuna donna calcola, mentre per “vincenti”, intendono la categoria opposta: i “belloni”, i ricconi, i Briatore, i Gabriel Garko, ecc,,loro sì che “veri uomini”.
Ovvio, quindi, contestare questo loro grande e gratuito disprezzo per persone in difficoltà, che denota una loro profonda immaturità oltre che insensibilità umana.

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Luke Cage 5:46 pm - 11th Aprile:

@Nicole

“…discussioni che si fanno tra uomini, su chi ce l’ha più lungo o tra donne che non devono chiedere mai.”

ah….bè..graziesmile se hai dedotto questo da quanto detto da Icarus,Fabio,Fabrizio,Alessandro e altri poco sopra io mi arrendo (con te).

“In realtà ci vorrebbe un modello di società al momento utopistica, ma che ognuno di noi potrebbe costruire intorno a se.”

A me sembra più utopistica questa tua prospettiva,nel senso che da soli si fa ben poca strada….al massimo possiamo giusto scrivere su un blog “quanto siamo bravi noi e quanto potrebbe bello il mondo”,cosa che non è nello scopo nostro nè di questo sito tra l’altro…

E poi non darci interlocutrici che non abbiamo (Chiara?..e chi è..so di una “zzoccola” – come a lei piace farsi chiamare – che si chiama così ma dev’essere un omonimia)

http://blog2piazze.blogspot.com/2008/11/histoire-de-c-unescort-si-racconta.html

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Nicole 5:56 pm - 11th Aprile:

@Fabrizio Marchi
Oh che stupida!..Io non pensavo voi foste degli sfigati, ma se lo dici tu!…Io avevo capito che non volevate omologarvi nè tra gli sfigati nè tra i cosiddetti vincenti…ancora non vi ho definito in realtà.
Ad ogni modo ti piace fare della facile ironia,invece di argomentare. Bene almeno ti ho fatto sorridere ho idea che tu non lo faccia tanto spesso.

P.S.
Era un modo gentile tra virgolette per dirmi che non ho capito un cazzo? Potrei dire io la stessa cosa tesmile

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Alex 6:13 pm - 11th Aprile:

@Fabrizio
Ho letto un po’.

Scrivi bene… un po’ tanto, ma tutto sommato bene. Ok sarò sincero, scrivi davvero troppo, si fa proprio fatica a leggerti. Ma non è questo il punto.

Il punto è che ti perdi nei “dettagli”.

Come altri che ho letto in giro, e che posseggono una buona dialettica, tra paroloni e dotte citazioni, rigiri e travisi la realtà, e a volte anche ciò che ti si dice, per dare più forza e credito al tuo punto di vista. Avresti un futuro in politica. Che so, potresti ambire a fare il Presidente del Consiglio.

Comunque questo tuo modo di fare è un costante insulto all’intelligenza di chi ti legge (e per questo non ti leggo molto, la mia intelligenza è molto permalosa) e di chi ti risponde.

Oppure in alternativa, sei davvero così, e sono io che ti ho sopravvalutato O_o

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Roberto 6:59 pm - 11th Aprile:

@Fabrizio – Io non ho mai disprezzato una donna non particolarmente attraente. Non vedo poi perché dovrei farlo. Anzi, non riesco neanche a capire, per la verità, da dove possa nascere questo disprezzo profondo nei confronti di chi ha minori possibilità e chance nella vita. Ma tant’è.
>>
Tu no, Fabrizio, e nemmeno io, che uomo di sinistra non sono, ma sappi che molti uomini disprezzano le donne brutte, così come tante donne disprezzano i cosiddetti “sfigati”. Ora, essendo originario di una piccola città del Lazio, posso dirti che nel caso degli uomini, almeno per quanto riguarda “il popolo”, tale disprezzo non ha un’origine di destra o di sinistra; esso è insito nel fatto che chi bella non è non suscita particolare comprensione in una buona parte degli uomini, ai quali della posizione sociale della donna non è che importi un granché. E’ nel caso delle donne che invece ritengo vi sia un forte indottrinamento di stampo femminista, che ha avuto origine dal ’68, e che di sicuro non può essere imputato alla destra.

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Fabrizio Marchi 7:02 pm - 11th Aprile:

Caro Alex, nessuno ti obbliga a sottoporti al tedio della mia scrittura logorroica…smile
Ti auguro di trovare siti meno noiosi del nostro (e del sottoscritto in particolare)…
In bocca al lupo!
Fabrizio

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Roberto 7:04 pm - 11th Aprile:

Icarus – Vero. E comunque non significa che chi parla di queste problematiche è perchè ne sia toccato personalmente. Ad esempio un attivista che si batte contro la fame nel mondo, non è detto che sia necessariamente una persona senza alcun denaro che patisce la fame
>>
Questo è vero, ma è anche vero che alcuni ne parlano perché realmente toccati da certe problematiche. Se non sbaglio lo stesso Rino, che di certe questioni ne sa certamente più di me, lo ha evidenziato in un suo post.

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Fabrizio Marchi 7:22 pm - 11th Aprile:

Roberto, non credo proprio che quel genere di disprezzo a cui facevo riferimento, sia figlio del ’68. Poi che tutta la paccottiglia “sinistrese” salottiera e politically correct abbia il suo snobismo e il suoi atteggiamenti spocchiosi e intellettualoidi da strapazzo, questo è un altro discorso che sottoscrivo per primo.
Quel disprezzo di cui parlavo io ha origini molto più antiche…
Ciò detto, non la vedo come te, per tante ragioni. Penso che le donne siano generalmente molto più feroci e spietate degli uomini quando si tratta di selezionare…
In ogni caso, quegli uomini che si comportano in quel modo sono dei trogloditi. E’ anche quel genere di maschi la rovina dell’intero genere maschile…E in effetti sono tanti…Bisognerebbe metterli in condizione di non nuocere… Prima ce ne sbarazziamo e meglio è. Peraltro sono gli stessi che a parole fanno gli smargiassi ma poi nella pratica si fanno gestire in toto dalle femmine…
Fabrizio

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Rino 7:30 pm - 11th Aprile:

E’ naturale – purtroppo – che ci si interessi a qualcosa solo quando se ne viene toccati (e spesso neppure questo basta).
Dico “purtroppo” perché: 1) sembra davvero che i problemi esistano solo se ci toccano personalmente.
2) se ne ricava – in generale – che se Pinco si interessa a qualcosa è perché vi ha un interesse particolare e quasi non si capisce come qualcuno possa interessarsi a cose che “non lo riguardano”.
Ma la realtà è molto complessa.
I padri separati ad es confermano la prima idea. Tutti loro sono in azione perché toccati personalmente. Non è però vero il contrario: non tutti i bastonati sono in azione …sarebbero milioni.
D’altra parte ben poche tra le femministe praticanti di ieri e di oggi, che sono ovunque, e parlano e scrivono dappertutto, ben poche dico hanno avuto e hanno motivi personali per farlo. La maggioranza delle DD oggi è femminista praticante. Non lo è per motivi personali.
Dunque, situazione complessa.
Nella caso della QM la “personalizzazione” ha ovviamente lo scopo di screditare e demolire l’interlocutore. Si fa così quando non si sa cosa opporre alle argomentazioni o quando i sentimenti sottomettono la ragione e fanno delirare di “sdegno e di orrore”. Il che in ambito QM è quasi la regola.

RDV

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Nicole 11:10 pm - 11th Aprile:

@Ilmarmocchio.
Devo dedurre che tu oltre alle sveltine non vai?
Non è mia intenzione offenderti, ma è assurdo da parte tua definire una vera donna colei che dice, che il piatto forte è il pranzo e non l’aperitivo…
Ci può anche stare in un rapporto il momento in cui si preferisce saltare i preliminari ed essere sbattute ad un muro o su un pavimento…Ma se diventa solo un rapporto a 90°, qualcosa se permetti non funziona tanto bene…
Salto la seconda che non è commentabile in questa sede e probabilmente da nessuna parte…

@Icarus…
Sei sempre molto gentile e mai ironico e ti ringrazio…Purtroppo deve essere colpa mia se non riesco a farmi comprendere su questa determinata questione…
Chi preferisce un Briatore o similare oltre che opportunista è uno sfigato/a…e quindi non è meritevole di considerazione…E non è vero che considerano queste persone veri uomini è solo interesse. E non guarderebbero nemmeno uno povero , ma bello , al massimo se lo tromberebbero di nascosto. Ora mi chiedo…è così importante il giudizio di persone del genere?

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Icarus.10 11:15 pm - 11th Aprile:

Parlo per me:

a)Io non sono nè un “vincente”(inteso nel senso mediatico del termine) nè uno “sfigato”(anche se ho a cuore le sorti di queste persone, come di tutte le persone sole e sofferenti escluse dalla massa,del resto).
Sono, semplicemente, un Uomo Beta( cioè non appartenente alle categorie dominanti o a quelle esaltate dai media), scoglionato per l’andazzo di questo mondo occidentale.
b) Non sono un padre separato, ma ho a cuore le sorti di questi uomini oltraggiati dalle ex e dai tribunali, come se mi toccasse personalmente(così come ho a cuore, quelle di madri separate, eventualmente in precarie condizioni economiche)
c) Sul Titanic che affonda, avrei poche possibilità di salvezza..

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Nicole 11:24 pm - 11th Aprile:

@Luke Cage
Chiara non ha detto che le piace farsi chiamare Zoccola ha detto altro che tu o volutamente non cogli o volutamente sottolinei…

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Icarus.10 10:10 am - 12th Aprile:

@Nicole: No, no, ho capito quello che dici, e come ho già detto altre volte apprezzo certe tue visioni profonde e per nulla superficiali.
L’equivoco sta proprio in questo: stiamo attribuendo due significati diversi alla stessa parola(cioè lo “sfigato”).
Tu per “sfigato” intendi una persona priva di personalità e valori. E quindi in tal caso, io condivido il tuo discorso di prima.
Il fatto, è però, è che le persone citate prima, per “sfigato” non intendono quello che dici tu, bensì quello per cui è nato questo termine. Il termine SFIGA, infatti, è un espressione volgare nata nel nord italia, per sottolineare appunto la mancanza di FIGA: di qui il termine “sfiga”, “sfigato”. Quindi “sfigato” si riferisce ad un uomo, che suo malgrado, non riesce ad avere una vita sessuale e sentimentale, perchè rifiutato dalle donne in quanto “bruttarello” e/o “morto di fame”, e pertanto costretto ad andare a prostitute oppure “a farsi le seghe”. Infatti a ciò si riferivano le persone prima citate: ci hanno dato per “sfigati” e “segaioli”, “senza raggio traente” e soprattutto “bruttarelli”. E ti faccio presente che una di queste persone, così mi hanno detto, è pure una insegnante(una “grecista”, così lei dice).
Come ho detto prima, persone che dicono queste cose, che pensano queste cose, dimostrano di possedere poca maturità, oltre che insensibilità umana, anche se magari hanno una laurea.

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Animus 10:23 am - 12th Aprile:

marmocchio
>magistrati hanno ridotto il matrimonio a una trappola per topi. Maschi , si intende

la natura ci ha dato tutto. le ideologie, e la piu’ malata di tutte, il femminismo, ci portano solo dei danni
.
Bravo marmocchio, grande post.
Mi ha fatto addirittura sorridere. :-))

Riguarda alla tua giusta critica sulla ri-educazione sessuale, Cioran scrisse questa frase:

“Se si potesse insegnare la geografia al piccione viaggiatore, il suo volo incosciente, che va diritto alla mèta, diventerebbe impossibile ”

E infatti..più si parla e si insegna come dover far sesso, meno lo si fa.

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ilmarmocchio 10:42 am - 12th Aprile:

@ Nicole : la tua risposta conferma in pieno quanto i luoghi comuni di oggi siano penetrati in profondita’ nel sentire comune.
la penetrazione e’ ridotta a “una sveltina”. ovviamente, in quanto essa e’ la parte del rapporto sessuale in cui , anche a livello simbolico, il maschile esprime tutta la sua forza.
la seconda parte del mio discorso e’ facilissima da comprendere, ed esprime la differenza tra natura e cultura distorta. Tutto qui

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ilmarmocchio 2:03 pm - 12th Aprile:

Nicole .

@Ilmarmocchio.
Devo dedurre che tu oltre alle sveltine non vai?
Non è mia intenzione offenderti, ma è assurdo da parte tua definire una vera donna colei che dice, che il piatto forte è il pranzo e non l’aperitivo

R – vuoi forse dire che il piatto forte di un pasto e’ l’aperitivo e non ilpranzo ? la penetrazione consiste in sveltine ?
Vedi, alla fin fine , la perversione del femminismo viene sempre fuori : penetrazione = negativita’. E vorreste che cosi’ fosse per tutti.
ma cosi’ non e’, e le donne vere lo sanno : le altre teorizzano.
Questo ti spiega anche la seconda parte del mio discorso.
ma , con gli schemi del femminismo, la realta’ va negata, altrimenti crolla tutto.

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Nicole 2:44 pm - 12th Aprile:

@Ilmarmocchio
Eh no, non rigirare la frittata con luoghi comuni . Sei stato chiarissimo!
Cosa c’entra la penetrazione? In un rapporto sano quella prima o poi avviene…O subito da botta, come piace a te e alla casalingua infoiata, o dopo una fase di preliminari.

Solo che tu ne facevi un vessillo…L’amore , il sesso o come ti pare, si può fare in mille modi. Non prendo il manuale prima di farlo. Come viene viene secondo l’estro del momento.

E non sono una femminista, mai stata. Chi non la pensa come te deve essere bollata o bollato in qualche modo?.

MAH!

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Nicole 2:44 pm - 12th Aprile:

@Icarus
Grazie in effetti mi ero un po’ persa…

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Rino 3:00 pm - 12th Aprile:

marmocchio
>magistrati hanno ridotto il matrimonio a una trappola per topi. Maschi , si intende

I magistrati non c’entrano per nulla (se non in quanto cittadini al pari di tutti gli altri). Come in ogni sistema politico (non solo in quelli apertamente autoritari dove la magistratura è direttamente agli ordini del governo), i magistrati sono semplici applicatori di leggi scritte e non scritte. Essi applicano le leggi secondo le forze in campo. Prima di emettere le sentenze aprono la finestra e ascoltano dove tira il vento.

Questo fatto appare palese anche ai più sprovveduti tra i bastonati di ogni regime.
Gli oppositori condannati a morte in Iran non accusano i magistrati. I neri dell’Alabama non accusavano i magistrati. Gli ebrei nel III Reich non accusavano i magistrati. Tutti loro hanno sempre fatto risalire le sentenze non a questo o quel magistrato, ma al sistema di cui i magistrati erano esecutori. Allo stesso modo in cui gli arresti non vengono attribuiti alla polizia.
Questa verità evidentissima e banale si oscura agli occhi dei padri separati, i quali individuano nel magistrato Pinco o Pallino la causa della loro rovina.
Non serve a nulla far vedere loro come la condizione dei padri sia simile o uguale in ogni parte dell’Occidente.
Mi ripeto: puoi prendere la legge svedese, un magistrato americano, un’assistente sociale polacca e/o combinare le più diverse associazioni e il risultato non cambia. Accusare i magistrati è un depistaggio.
In Italia però è in atto da anni un conflitto politico contro la magistratura definita “rossa” per il fatto che non si limita a colpire ladri e rapinatori ma indaga anche sull’élite e per questo la si vuole sottomettere al governo (giacché si sa che almeno per una generazione ci sarà al governo la Dx. Nessuno vorrebbe avere la magistratura alle dipendenze di Vendola…). Dunque alla pulsione naturale di voler individuare in singoli individui o in un gruppo particolare la causa della propria rovina per indirizzare contro persone in carne e ossa la propria rabbia (anziché contro un sistema impersonale), si aggiunge l’orientamento antimagistratura di buona parte della Dx italiana (ma non di tutta).
Si tratta quindi di una saldatura che risulta solidissima.
Il depistaggio dunque, per una parte degli UU, funziona.

RDV

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Icarus.10 6:07 pm - 12th Aprile:

@Rino: OTTIMO INTERVENTO!!!!!!!!!!!!
Un magistrato, tra l’altro agisce secondo il sentire comune, secondo la mentalità dominante vigente.Al più lo si può accusare di essere un “ignavo”, non certo come “carnefice” o responsabile di questo stato di cose.
A queste sono servite le sconsiderate campagne mediatiche e politiche nel presentare la donna sempre e comunque come parte debole e vittima , mentre il “maskio” sempre come “oppressore” e “carnefice”(sin dalla sua infanzia, Oliviero Toscani docet): influenzare emotivamente il popolo, di cui anche i magistrati ne sono parte.
Sono scomparsi gli individui: si agisce secondo il genere di appartenenza dell’ individuo in questione e non certo in base al caso specifico in questione, proprio perchè chi è preposto all’ applicazione della legge ha subito, come tutti gli altri cittadini, un lavaggio di cervello.
Ora si piega anche perchè la maggior parte dei padri separati non si mobilita: anche loro hanno subito il medesimo lavaggio di cervello, e pertanto giudicano la situazione in cui versano come un qualcosa di giusto, o comunque di ineluttabile.

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Fabrizio Marchi 7:44 pm - 12th Aprile:

D’accordissimo con Rino. I magistrati sono solo degli esecutori, ad alti livelli magari, ma esecutori della volontà di altri, cioè dei gruppi di potere dominanti.
Non bisogna assolutamente farsi ingannare dalla crociata antimagistratura di Berlusconi e dei suoi accoliti. In realtà in Italia è semplicemente in atto uno scontro fra poteri, ma non fra Berlusconi e la magistratura (questo è solo ciò che vediamo noi e che viene mostrato al pubblico) ma fra una parte dei poteri forti e un’altra. Questo scontro si riverbera anche sul piano giudiziario, è evidente, essendo la magistratura solo da un punto di vista formale, un organo indipendente. In realtà, come qualsiasi altro organo dello stato, è fortemente condizionata dalla politica e da tutto ciò che sta dietro la politica: poteri forti, alta finanza, grande industria, gerarchie ecclesiastiche, poteri occulti vari (Massoneria, Opus Dei) e naturalmente anche cordate economico-finanziarie internazionali. Sono questi che hanno sempre fatto il bello e il cattivo tempo in questo paese.
Ora Berlusconi (che rappresenta uno, fra gli altri, di questi poteri, e neanche il più potente) è nel mirino di una parte della magistratura che ha anche pensato, giustamente dal suo punto di vista, di fondare un proprio partito. Lo hanno pensato e lo hanno anche fatto: da qui le fortune di Di Pietro e Travaglio. D’altronde, avranno pensato, in questo gran casino che l’Italia, perché non far sentire anche noi la nostra voce? Ovviamente hanno l’occhiolino strizzato dei competitor di Berlusconi.
Insomma, si sarebbe detto una volta, uno scontro interno alla borghesia. Oggi questa terminologia è desueta ma la realtà è questa, piaccia o meno.
Con una differenza sostanziale. Che per lo meno prima, magari malamente, però qualcuno che in qualche modo rappresentava i poveracci, c’era. Ora non c’è più. I poveracci, ancora una volta, per l’ennesima volta (non è certo la prima), sono soli. Un po’ come lo siamo noi (e infatti siamo dei poveracci smile )
Bell’affare. Ce ne vorrà per ricostruire una nuova consapevolezza, una nuova coscienza, un nuovo tessuto sociale, politico e organizzativo.
La tragedia (e anche in questo caso non è certo una novità) è che la grandissima maggioranza dei poveracci ancora non ha capito come stanno le cose. E qui bisognerebbe ragionare a lungo sul dominio dell’etosfera (come la definisce giustamente Rino) e anche della “psicosfera”, come umilmente definisco io questo altro grande spazio dell’umano. Ma qui la questione si amplierebbe a dismisura…
Per tornare a noi, (restando nel merito e senza allargare troppo il discorso), l’esempio fatto da Rino circa il Movimento dei Padri Separati (e mi dispiace dire questo), è assolutamente calzante.
Un Movimento come quello, che potrebbe avere una rilevanza politica enorme, in realtà non ce l’ha, proprio perché sbaglia completamente strategia, scegliendo di collocarsi politicamente, a destra in questo caso (non perché debba schierarsi sul piano politico nell’attuale sinistra), scagliandosi contro la magistratura (sbagliando clamorosamente obiettivo) e finendo per seguire lo stesso percorso del “berlusconismo”, in miniatura.
Un Movimento che potrebbe quindi essere dirompente e aprire delle contraddizioni laceranti e profondissime all’interno del sistema, finisce con il ridursi ad una sorta di piccolo sindacato per persone che cercano una maggior tutela sul piano giuridico ed economico. Sia chiaro, onore al merito, e soprattutto al suo fondatore, ma la stima personale non può impedirci di riflettere, di fare un’analisi lucida e razionale delle cose e naturalmente di avanzare delle critiche e delle perplessità.
Mi auguro che si presentino occasioni di confronto con quel Movimento che potrebbe potenzialmente essere un nostro alleato naturale. Anzi, l’augurio è che proprio la nascita degli Uomini Beta possa aprire una contraddizione tale da “obbligare” (democraticamente e dialetticamente parlando, è ovvio), anche quel movimento ad un riposizionamento e ad un “aggiustamento di tiro”. Infatti, così come stanno le cose, non potrà andare oltre quello che ha già fatto. Ed è molto, ma non basta, non è sufficiente.
E’ necessario un cambio di strategia profondo, un nuovo solco da scavare, un nuovo orizzonte da aprire. Siamo nati per questo.
Fabrizio

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ilmarmocchio 7:46 pm - 12th Aprile:

@ Nicole . tu hai parlato di sveltine, non io. E che tu hai qualche “remora” verso la penetrazione lo confermi col termine ” casalinga infoiata”. Invece si tratta di donna sessualmente responsiva. Inoltre non e’ questione di vessillo, mna riconoscere che la penetrazione e’ il “core” del rapporto sessuale e’ addirittura una ovvieta’. Almeno, per me e’ cosi’
@ RDV : i magistrati non sono cittadini come gli altri. Esercitano un potere notevole senza quasi nessun controllo e senza nessuna responsabilita’ civile, al contrario di altri cittadini. E’ ovvio che la legislazione pletorica e incoerente arreca molto danno di per se.
ma sepoi aggiungiamo la sregolata liberta’ dei magistrati di interpretare , e addirittura inventare (v. caso del genitore prevalente) le norme, il quadro e’ completato. Non si puo’ non constatare un quasi perverso piacere dei giudici nel vessare gli uomini con sentenze che spesso contraddicono il senso comune.
Non e’ raro infatti rendersi conto che anche tante donne rimangono sgomente di fronte a sentenze che sono lontane dal senso comune e, in generale, dal buon senso.
Su destra, sinistra e magistratura , che io non reputo comunista, ma oligarchica, ci sarebbe molto da dire, ma mi pare che sarebbe
O.T.

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Nicole 7:58 pm - 12th Aprile:

@ilmarmocchio
Beh dipende dal raggio traente…

Ciaosmile

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ilmarmocchio 9:08 pm - 12th Aprile:

Brava Nicole, ora ci intendiamo. E devo renderti conto di dialogare senza offese o sfotto’, il che non e’ cosa frequente.
@ RDV, Fabrizio, Icarus : io prima ho sintetizzato. E’ chiaro che l’origine dell’atmosfera antimaschile che pervade l’occidente , non nasce dai magistrati che, in questo senso, possiamo vedere come degli esecutori interessati. Innanzitutto c’e’ il Parlamento che legifera, e assai male. sopra ci sono ONU e la sua galassia ( ONLUSS, agenzie varie, FMI, ecc), le multinazionali, la finanza ; il potere, quello vero. E’ da qui, a mio avviso, che partono le strategie che da decenni cercano di attuare un programma che vede , tra i suoi presupposti, l’omogeneizzazione dei sessi, la medicalizzazione della societa’, un controllo soft, ma efficace,
del modo di pensare, almeno nel mondo occidentale. Spero di sbagliare, ma il tutto lo vedo come uno scivolamento in senso autoritario. I reati di opinione ( omofobia, antisemitismo, ecc ) sono una avvisaglia. Spero di sbagliare.
Pero’, i magistrati innocenti no, non riesco proprio a vederli.

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armando 10:10 pm - 12th Aprile:

In breve sulla magistratura. E’ vero quello che scrive Rino, che la magistratura ha sempre giudicato fiutando il vento. Ora però, a differenza di prima, si teorizza la legittimità di questa tendenza dicendo che le leggi vanno applicate tenendo conto del “contesto” e dei mutamenti sociali intervenuti,e questo apre alla possibilità di arbitrio indefinito, senza che ci sia almeno il giudizio popolare come per il legislatore eletto (con tutte le critiche che è doveroso fare). Insomma, o si dice che la legge è quella e va fatta rispettare e sarà semmai responsabilità del legislatore cambiarla e responsabilità del giudice se non fa rispettare quella esistente, o tanto varrebbe dire che la magistratura debba rispondere in qualche modo alla politica. Non è nè bello nè giusto, ma almeno sarebbe più chiaro. Così non si capisce assolutamente nulla perchè il magistrato è formalmente soggetto solo alla legge, ma la può interpretare secondo criteri suoi. E ciò vale per tutti, dx o sx che sia.
armando
armando

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Bibi 5:57 pm - 13th Aprile:

@ Rino

Vedi..se non avessi due righe prima parlato di madoff..poteva anche sembrare un puro cinismo ma invece la lettura che ho della frase : “Alla Thyssen ci sono stati i morti (in basso) e gli inguaiati (in alto). Non ci sono né morte né inguaiate. Salve tutte e tutte con vitalizi garantiti.” è proprio di una bestialità. Se fossero morte un paio di donne andava meglio? Magari una manager condannata risolve il problema di chi ha perso un marito, un figlio ect ect?
Non riesco a vedere il cinismo, mi spiace.
Seconda cosa: non è storicamente vero che sono i sottomessi a morire per l’elitè e te l’ho spiegato con il breve riassunto dall’era delle caverne di quello che succedeva. Forse non sono stato esaustivo, forse grezzo e senza tirate filosofiche ma l’essenza era comprensibile. Erano i cavalieri templari che andavano a morire in palestina..non i contadini. Con la rivoluzione industriale i contadini non servono più e possiamo mandarli a morire tranquillamente nelle trincee di Verdun. Mi sembra che anche un certo Marx ne parli qua e là (non era una delle mie letture preferite ma pazienza..).
A proposito..ma “Nicce”…chi é? Forse intendevi “Nietzsche”?
a.y.s. Bibi

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Roberto 7:40 pm - 13th Aprile:

@ Icarus 10 – Ora si piega anche perchè la maggior parte dei padri separati non si mobilita: anche loro hanno subito il medesimo lavaggio di cervello, e pertanto giudicano la situazione in cui versano come un qualcosa di giusto, o comunque di ineluttabile.
>>
Non sono d’accordo. Io sono divorziato e pur non avendo i problemi di altri separati-divorziati con prole, (sono rimasto in buoni rapporti con la mia ex moglie e mio figlio lo vedo quando voglio) ho conosciuto e conosco diversi uomini che hanno visto il loro matrimonio andare in frantumi; pertanto posso dirti che alla base c’è una mancanza di solidarietà e di dialogo fra uomini che non ha origine dalla volontà femminile, nella maniera più assoluta.

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Rino 8:40 pm - 13th Aprile:

1- Mi si mette in croce (e la cosa non mi dispiace del tutto) per avere scritto:
“Alla Thyssen ci sono stati i morti (in basso) e gli inguaiati (in alto). Non ci sono state né morte né inguaiate. Salve tutte e tutte con vitalizi garantiti.” Questo non è un mio giudizio, è la fotografia di ciò che è accaduto. La fotografia.
Dov’è che mento? Dov’è la cattiveria? Dove è la bestialità?
Quello è uno spicchio del Titanic: i bassi affondano, gli alti si salvano, ma se sono maschi rischiano di finire nei guai. Se sono femmine no.
Se bestialità c’è questa è nei fatti, nella realtà, nella storia. Mi si accusa di essere cattivo perché descrivo le cose come stanno. Che colpa ne ho io se le cose stanno così? La foto è bestiale? Allora vuol dire che la realtà lo è. Non la foto, non io.
Perché siete così cattivi con me…?!
Chiedo a chi mi conosce personalmente di spezzare qui una lancia in mio favore: ditegli che non sono cattivo! Giuratelo. Cosa vi costa? (o almeno fingete di giurarlo…)

2- Magistrati. In quanto tali dovrebbero essere più responsabili. Ma è solo una nostra idea. Essi sono uomini che agiscono dentro una struttura e gli uomini non sono coraggiosi, liberi, indipendenti, onesti come noi crediamo. I magistrati sono uomini della massa, indistinguibili dalla massa, capitati là per caso.
Subiscono le forze che sentono. Anche noi faremmo così. Lo stesso dicasi dei giornalisti, dei deputati, degli intellettuali etc.
Essi sono responsabili in quanto subiscono passivamente (e si fanno paladini) dei valori che emergono qui o là secondo le stagioni storiche, al pari della massa. Se uno viene arrestato ingiustamente non accusa il poliziotto che lo ha ammanettato. Lo stesso si deve dire dei giudici. Perché ci aspettiamo che siano più coraggiosi degli altri? E poi, in fondo, perché li critichiamo? Perché sentenziano contro gli uomini. Se fossimo femministe diremmo che sentenziano contro le donne.

3- Nicce sta per Nietzsche, certo. E’ più comodo da scrivere ed aiuta a far scendere dall’Olimpo un semidio del nostro tempo. (Però l’aggettivo italianizzato “nicciano” esiste veramente. Ed esiste pure il cacofonico: nietzscheano. Lo usano i “veri filosofi”).

Ciao.

RDV

Quanto poi

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armando 11:34 pm - 13th Aprile:

rassicuro tutti quelli che non lo conoscono. Il nostro Rino è un uomo dolcissimo. Dirò di più. Il suo lucido disincanto intellettuale contrasta in modo che non potrebbe essere maggiore con la sua generosità. Mi sbilancio ancora di più: credo che propria questa sua caratteristica abbia affascinato sua moglie Patrizia. Caro Rino, ti abbraccio!
Spezzata questa lancia, e non per finzione, continuo a non essere d’accordo sull’ultima parte della tua mail. Perchè è vero che ciascuno di noi è immerso in un flusso che in qualche modo lo trascina in una direzione piuttosto che in un’altra, e ciò vale per tutti e non solo per i magistrati. Ma è anche vero che esiste la possibilità di accorgersi della direzione del flusso. E’ anche vero che la libertà di scelta esiste, almeno in certa misura e senza doversi sentire eroici. C’è un prezzo da pagare, indubbiamente. Nessuno pretende che ci si giochi la vita o la sopravvivenza decente per sostenere un’idea (e a chi lo fa tanto di cappello), ma perdio un magistrato che sentenzi in controtendenza, al massimo si gioca uno scatto di carriera. E dunque, siamo uomini, mezzomini o quaqquaraqquà?
E perchè esistono i “risvegliati” che si offrono al pubblico ludibrio (maschilisti, sessisti, oppressori, oscurantisti, odiatori delle donne, gay repressi e potrei continuare all’infinito) senza averne alcun vantaggio?
Proprio tu, caro Rino, sai bene quanto ti costa. Eppure lo fai lo stesso.
armando

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Icarus.10 11:41 pm - 13th Aprile:

“Dov’è che mento? Dov’è la cattiveria? Dove è la bestialità?”(Rino)

Sostenere posizioni al di fuori della Massa attira queste accuse, caro Rino. Dire la Verità è rischioso. Ma ne vale la pena.

“problema di chi ha perso un marito,”(Bibi)

Ma se non fosse morto, cmq prima o poi lo avrebbe lasciato e mandato di casa. Le Statistiche sono chiare. La matematica non è una opinione, caro Bibi.

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Marco Pensante 12:59 am - 14th Aprile:

********
A proposito..ma “Nicce”…chi é? Forse intendevi “Nietzsche”?
********

Ma no, sono gli uomini beta che mancano di senso dell’ironia.

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Fabrizio Marchi 7:21 am - 14th Aprile:

E anche questa volta, Armando (sia pure in parte), sono d’accordo con te. Ma confermo totalmente l’analisi di Rino (che è anche la mia).
Comunque sia, un margine di irriducibilità alle regole e ai diktat del sistema, è sempre auspicabile e possibile. E fortunatamente talvolta accade; noi ne siamo la testimonianza vivente.
Ma non credo che Rino volesse affrontare questo aspetto o negare la possibilità di risposte individuali e coraggiose. Voleva solamente fare chiarezza sul fatto che individuare la controparte nella magistratura è sbagliato e fuorviante. Nel senso che il vero “mandante”, il deus ex machina delle leggi contro gli uomini è alle spalle dei magistrati e anche del legislatore, perchè in fondo anche questo risponde ad altri e ad altro. Risponde al pensiero dominante (cioè l’etosfera e la psicosfera) che determina ciò che deve essere legiferato e applicato.
Questo è ciò che voleva dire Rino, ed io naturalmente concordo totalmente. Se non capiamo questo non capiamo come stanno realmente le cose. E’ questo il cuore della questione. Ciò non toglie l’importanza di scelte individuali di questo o quel magistrato, o uomo politico o giornalista o di qualsiasi altro uomo (o donna). E’ ovvio che più uomini hanno il coraggio e la forza di ribellarsi e più il sistema scricchiola.
E infatti lavoriamo per questo obiettivo. Ma è fondamentale che ci sia chiarezza e non si confondano “mandanti” ed “esecutori”.
Così come è necessario individuare il campo di battaglia che evidentemente non sono le aule dei tribunali ma il contesto sociale e culturale quotidiano. Quando arriviamo in tribunale, la battaglia è già persa. Poi è giusto difendersi ma non è quella la madre di tutte le battaglie.
Sbaglia, ripeto, sbaglia, chi focalizza la sua azione in quel senso. Non perchè faccia qualcosa di male ma perchè non ha capito che non è quello il cuore dell’intera vicenda.
E’ solo combattendo nell’etosfera (e nella psicosfera) che poi si potrà combattere (al contempo, non c’è un prima e un dopo) nei tribunali.
P.S. ieri altra cena con alcuni miei amici, e se ne sono aggiunti due nuovi. Non era prevista la discussione sulla QM (era un incontro conviviale)ma ci siamo arrivati lo stesso e non sono stato io ad aprire il discorso proprio per evitare di essere troppo insistente.
Sarà un caso?… Mah…lasciamo sedimentare…il lavoro nell’etosfera è lungo e paziente.

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Rino 7:38 am - 14th Aprile:

1- Armando ha ecceduto, ma testimonia che non sono un mostro…

2- Icarus: “Ma se non fosse morto, cmq prima o poi lo avrebbe lasciato e mandato di casa. Le Statistiche sono chiare. La matematica non è una opinione, caro Bibi.”
Precisissimamente.

3 – Conformismo e coraggio. C’è un’apparente contraddizione: gli UU sono coraggiosi e al tempo stesso sono paurosi, persino vili. Scriveva Machiavelli: “…degli uomini si può dir questo generalmente: che sieno volubili e ingrati, simulatori e dissimulatori, fuggitor de’ pericoli, cupidi di guadagno … e sdimenticano più facilmente la morte del padre che la perdita del patrimonio…” (questo sì che è cinismo…). Quando Mussolini impose la tessera e il giuramento ai proff universitari soltanto una decina su 1200 rifiutò (e fu cacciata). Eppure (all’epoca) quasi nessun docente universitario aveva nell’insegnamento la sola fonte di reddito. Come si spiega? Certo che esiste la responsabilità e che essa cresce via via che si sale in alto. Ma esiste come capo di imputazione morale. Di fatto non possiamo attenderci da chi sta in alto più coraggio di chi sta in basso. La regola è il conformismo.
Nondimeno sempre esistono eccezioni. La settimana scorsa un giudice ha assolto un accusato di stupro sulla base del fatto che la donna aveva “cambiato idea” troppo tardi. Quando? Dopo il rapporto! Egli dunque ha applicato una delle regole minime della vita civile e dei rapporti sociali, la sola regola che eviti agli UU di vivere nel terrore. Applicare oggi questa regola è un atto di coraggio. Si rischia il linciaggio (e le c.d. “Ispezioni” del Ministro).
Ci sono in Italia 220.000 avvocati, la maggioranza maschi. Tutti conoscono bene la situazione dei separati (… molti di loro sono essi stessi dei separati!). Quanti hanno osato esprimersi in pubblico contro la prassi giudiziaria antipaterna (che è esito dei valori sociali)?

Abbiamo il diritto di considerare più responsabili coloro che stanno in alto, ma al tempo stesso non attenderci da essi nulla di più che un generale conformismo.

RDV

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Alessandro 7:38 am - 14th Aprile:

Bibi, mi sembra tu stia semplificando un pò le cose. Le masse sono sempre morte per le elitè, solo che in passato, per esempio nell’epoca delle Crociate che tu citi, a combattere si presentavano anche le elitè, che però senza le prime non avrebbero combinato molto. Perchè se il signore crociato imponeva ai suoi servi di partire con lui, e ciò accadeva di frequente, costoro erano costretti ad abbandonare l’aratro e impugnare un bastone o quant’altro e partire. In un certo senso quelle epoche così “barbare e buie” rispetto ai nostri tempi, erano meno ipocrite e false. Se si volevano raccogliere i frutti del “raccolto” bisognava pur parteciparvi.
Successivamente le elitè hanno pensato che forse sarebbe stato meglio mandarci esclusivamente le masse attraverso la coscrizione obbligatoria, che se affonda le sue radici in epoca piuttosto remota, è pratica utilizzata ampiamente solo da pochi secoli. Certo, i mutamenti economici intervenuti hanno avuto un peso rilevante in tutto ciò, liberando braccia. Oggi poi, siamo arrivati al parodosso che perfino chi è deputato ad affrontare “il campo di battaglia”, vedi generali e altri membri dell’elitè, se ne sta tranquillo dietro un computer, magari a distanza di migliaia di km. da dove avviene il conflitto. Neppure Cadorna, a cui oggi si dedicano perfino alcune piazze e strade pur avendo “ammazzato” più soldati italiani lui degli austriaci, si sarebbe sognato tanto.

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Fabrizio Marchi 8:58 am - 14th Aprile:

Bravissimo Alessandro, complimenti…una risposta perfetta…evidentemente il nostro Bibi è un nostalgico aristocratico a cui piacciono i duelli a fil di spada, oppure ha letto la storia a suo modo…
Le guerre le scatenano i potenti per i loro interessi (economici, territoriali, egemonici) ma poi a scannarsi ci vanno i poveracci.
E questo accade da sempre, caro Bibi, con alcune rare eccezioni in epoca medioevale, questo è vero. E sai perchè? Perchè in questi casi i contadini e in generale i ceti popolari erano considerati talmente poco che non erano giudicati abili neanche per la guerra, considerata cosa da nobili.
Ma stiamo parlando di un rapporto di cento a uno. Non mi pare che possa fare statistica.
Francamente sono allibito. Sono un laico e quindi tendo a non demonizzare mai nessuno però in alcuni casi resto veramente a bocca aperta.
In questo caso siamo di fronte ad una menzogna così grande (e grave) da essere considerata quasi come una sorta di negazionismo revisionista. Addirittura, Bibi, arrivi anche a citare Marx per corroborare questa tua “tesi”…
Ragazzi, credo che quello degli Uomini Beta sia veramente uno dei luoghi più liberi, aperti e democratici della rete e non solo…e parlo seriamente, scusate la presunzione…
Fabrizio

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ilmarmocchio 9:00 am - 14th Aprile:

Armando : Nessuno pretende che ci si giochi la vita o la sopravvivenza decente per sostenere un’idea (e a chi lo fa tanto di cappello), ma perdio un magistrato che sentenzi in controtendenza, al massimo si gioca uno scatto di carriera.

Quoto . Oltretutto, in realta’ il magistrato non si gioca nulla, dal momemto che e’ finito in cassazione anche il magistrato del caso Tortora, e credo di aver detto tutto.
la q.m. si estende ben oltre i rapporti con la giustizia, ma il punto e’ che i cambiamenti culturali che la soluzione delle tematiche maschili richiede, e’ un evento sul lungo periodo e sul quale, in effetti, le idee e le convergenze , sono tutt’altro che unanimi.
I problemi pratici, spesso gravi, cretai dalle aule dei tribunali, sono invece pervasivi e immanenti. E’ chiaro che la vita presente di chi ne e’ coinvolto viene ad essere rovinata.
Che i magistrati ci mettano del loro e’ fuor di dubbio : basti l’esempio dell’affido condiviso, per vanificare il quale essi hanni INVENTATO il genitore prevalente. O le sentenze sui rapporti di convivenza, laddove nel C.C. non esiste traccia di rapporto normato al di fuori del matrimonio. matrimonio che, per inciso, e’ costituito da nome assurde : alimenti/mantenimento, coniuge debole, ecc.
L’obiettivo strategico non puo’ essere la magistratura, ben altri sono i potero e le questioni attinenti. ma l’oggi di troppi uomini e’ rovinato da una casta che , se non e’ il potere assoluto, ne e’ una sua propaggine nefasta

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Bibi 9:58 am - 14th Aprile:

@ fabrizio

io sarò nostalgico ma qui si ha la tendenza a capire “roma” per “toma” o magari solo quel che si vuol capire.
Non ho detto che le guerre le scatenano i poveracci, ho detto che le guerre storicamente erano combattute da elitè e non dalla massa. I soldati erano un’elitè sin dai tempi dei romani e non a partire dalle crociate.
E’ con l’evoluzione tecnologica delle armi che il soldato non conta più nulla. Ed oggi si sta tornando paradossalmente ad una situazione come quella del passato: addestrare un soldato costa ed è un investimento, i soldati oggi usano armi altamente sofisticate e quindi stanno tornando ad essere un’elitè.
Marx non l’ho citato per corroborare tale tesi ma semplicemente perchè (se non erro ma tu dovresti essere più ferrato) ha detto che la borghesia (elitè) con l’avvento della rivoluzione industriale aveva portato all’alienazione della classe operaia, l’uomo era ridotto ad essere subordinato alle macchine. Cioè è diventato sacrificabile molto più di prima.
Se in questo vedi “negazionismo revisionista”..
a.y.s. Bibi

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Fabrizio Marchi 10:56 am - 14th Aprile:

Bibi “Non ho detto che le guerre le scatenano i poveracci, ho detto che le guerre storicamente erano combattute da elitè e non dalla massa”.
Bibi, è una balla. Ammesso anche che il rapporto sia novanta a dieci o anche ottanta a venti rispetto a cento a uno (e io non la vedo così perchè anche ai tempi dei Romani, ufficiali a parte, i soldati erano gente del popolo, reclutati in tutte le province dell’impero, anche se con modalità diverse), cambierebbe qualcosa? Vuoi che ti porti venti esempi di coscrizione obbligatoria o di guerre in cui come sempre o quasi sono le masse di poveracci a massacrarsi vicendevolmente? Certo, la guerra moderna ha accentuato a dismisura questa tendenza, ma non è che la musica prima fosse tanto diversa.
E in ogni caso, visto che sei tu che hai tirato in ballo il discorso, sbagli anche l’analisi sull’attualità. Il fatto che la guerra sia ipertecnologica non cambia il fatto che il 90% degli effettivi degli eserciti sia formato da elementi provenienti da ceti bassi, medio-bassi e spesso bassissimi. Vale per tutti gli eserciti e in particolare per quello più grande e potente del mondo, cioè quello americano. Comunque sia, a morire ci vanno i poveracci (anche se molto meglio pagati e retribuiti dei loro prededcessori). Che a te piaccia o meno, questa è la realtà.
E lascia perdere Marx, Bibi, è già tanto tirato per la giacca da tutti, evitiamo di farlo a sproposito anche noi (me compreso). Lasciamolo riposare in pace e cerchiamo, se ci riusciamo, di studiarlo con attenzione, come dovremmo fare con tutti i classici. Una cosa questa, credimi, che pochissimi fanno e riescono a fare.
Fabrizio

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Bibi 11:20 am - 14th Aprile:

@ fabrizio

Bene, cominciamo a capirci. Infatti ho capito che stiamo ragionando su livelli diversi.
Allora.. tu parli di “classe di provenienza” mentre io parlo di “classe di appartenenza”. Cioè..i legionari erano un’elitè, i guerrieri in genere storicamente erano un’elitè, i cui menbri provenivano da classi diverse e qui hai ragione, specificatamente da classi inferiori.
Per farla breve… ai tempi di roma un legionario contava di più di un contadino nelle gerarchie sociali.
Ed oggi fare il soldato nell’esercito italiano è meglio che fare l’operaio alla Thyssen (per rimanere in tema): rischi ugualmente…ma ti pagano di più.
a.y.s. Bibi

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Strider 12:15 pm - 14th Aprile:

Bibi
>>>>>>>>>>>>>>
E’ con l’evoluzione tecnologica delle armi che il soldato non conta più nulla.
>>>>>>>>>>>>>

Sciocchezze, il soldato conta ancora. Che poi non conti piu’ come in passato, e’ un altro discorso.
Fidati di un para’.

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Bibi 2:32 pm - 14th Aprile:

@ strider

forse leggendo tutto :
“oggi si sta tornando paradossalmente ad una situazione come quella del passato: addestrare un soldato costa ed è un investimento, i soldati oggi usano armi altamente sofisticate e quindi stanno tornando ad essere un’elitè.”
avresti compreso che sono anch’io dell’opinione che i soldati oggi stanno tornando ad essere un’elitè., contrariamente a quanto crede il sig. fabrizio.
a.y.s. Bibi

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Fabrizio Marchi 3:11 pm - 14th Aprile:

Bibi, non fare il “furbetto” con me, non attacca, saresti anche un po’ presuntuoso laddove pensassi di poterlo fare…
Cerchiamo di essere seri, e lascia perdere il “Sig”, queste stronzate formali le abbiamo abbandonate da tempo…
Il fatto che l’esercito oggi sia formato da professionisti non toglie il fatto che coloro che finiscono a farne parte provengano dai ceti popolari e talvolta ultrapopolari (naturalmente questo per noi è tutt’altro che una vergogna…).
Questo è e questo è sempre stato per un’infinità di ragioni che non mi soffermo neanche a spiegare.
Anche i boxeurs sono un elite, da un certo punto di vista, ma ciò non toglie che da sempre il pugilato sia uno sport praticato dai poveri. Le ragioni di questo prova a trovarle da solo così fai un po’ di esercizio mentale che non fa mai male a nessuno, quindi neanche a te.
Dopo di ciò arriverai anche a capire le ragioni (abbastanza simili) per le quali chi sceglie di fare il militare di professione, in linea di massima (poi ci sono sempre le eccezioni, è ovvio, come nella boxe) proviene dagli stessi ceti (popolari).
Non è difficile. Basta che ti concentri un pochino e vedrai che ce la fai…
Forza!
Fabrizio

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Bibi 3:24 pm - 14th Aprile:

@ fabrizio

“fare il furbetto” cosa significa? attendo spiegazioni..

Riguardo all’esercito mi pare che Strider la pensi allo stesso modo eppure non è un “furbetto”..oppure sì?
I pugili …onestamente non ho mai preso in considerazione un pugile come “elitè”..ci penserò, magari provando ad immaginare come elitè anche i giocatori di scacchi o quelli di bridge.
Concentrati anche tu riguardo alla differenza che c’è tra ceto “di appartenenza” e ceto “di provenienza”..so che ce la puoi fare.
a.y.s. Bibi
P.S. mio ceto di provenienza: contadino, mio ceto di appartenenza no, anche se mi dispiace. forza…ce la puoi fare…

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Fabrizio Marchi 4:44 pm - 14th Aprile:

Fai il “furbetto”, Bibi, quando cerchi di mettere, metaforicamente parlando, il sottoscritto in contrapposizione ad un altro del blog, in questo caso Strider, mescolando o tentando di mescolare le carte. Il quale Strider ha soltanto detto che, “nonostante l’evoluzione tecnologica, il soldato conta ancora, eccome”. E chi lo nega? Perché io forse l’ho negato?
La discussione, caro Bibi, non era sul concetto di elite. Tu, artificiosamente, pro domo tua, l’hai spostata su questo. L’oggetto era ben altro e cioè su chi è che muore in guerra, anzi, chi è che è mandato a morire in guerra. Non se gli eserciti più o meno professionali costituiscano o meno una elite. Oggi, dal punto di vista della formazione professionale, possono essere considerati (e credo non valga proprio per tutti ma dipenda ovviamente dalle diverse mansioni e gerarchie) una elite. Ma ciò non toglie che coloro che scelgano quel tipo di carriera provengano (ho detto provengano) da ceti bassi e medio-bassi. E questo perché da sempre chi sceglie potenzialmente di andare a farsi ammazzare, non proviene di certo dai ceti medio-alti. Questi sono “furboni” e non “furbetti” e vanno a fare gli avvocati, i notai, i liberi professionisti oppure portano avanti più o meno bene l’azienda del papà. A morire per i loro interessi ci mandano i poveracci.
Allo stato delle cose, i poveracci sono più professionalizzati e meglio retribuiti rispetto ad una volta ma sempre poveracci rimangono. E soprattutto (ma mi pare che su questo siamo d’accordo) continuano sempre a morire per gli interessi di altri, cioè dei “furboni”.
E ancora, perché non esistono più (per lo meno nel mondo occidentale) gli eserciti di leva?
Per due ragioni. Intanto lo sviluppo tecnologico e militare non necessita più di grandi masse umane.
La seconda è che ormai nessun paese occidentale sarebbe in grado di reggere una guerra convenzionale. Non potrebbe reggerla sul piano psicologico e sociale. La guerra degli USA in Vietnam è la dimostrazione di quanto dico. Ma in fondo anche quella dell’URSS in Afghanistan. Entrambe le società civili, sia quella americana che quella sovietica (con le rispettive differenze) non hanno retto l’urto di una guerra di quel genere dove erano coinvolte masse consistenti di uomini. Le società civili si sono ribellate. Il cosiddetto “fronte interno” è quello che ha ceduto, in entrambi i casi. E’ stata quella la sconfitta decisiva sia per i sovietici che per gli americani, non certo quella sul campo di battaglia…
Per questi motivi si è passati agli eserciti formati da professionisti. “Muori in guerra? Bè, lo sapevi che poteva succedere”. E lo stesso vale per i tuoi familiari. Zitti e mosca. “D’altronde tuo figlio era (relativamente, molto relativamente) ben pagato per fare quel che faceva…
La musica cambierebbe, come è cambiata, se nell’arco di un paio d’anni cominciassero a tornare decine di migliaia di bare con i corpi di ragazzi di leva…
Naturalmente, quando il mondo era formato prevalentemente da contadini come tuo nonno o tuo padre e da proletari come mio nonno e mio padre, a morire per gli interessi dei loro padroni ci andavano loro.
Tu ed io che siamo contadini e proletari solo per provenienza e non per appartenenza (ed io, a differenza tua, sono contento di questo perché c’è poco di bello e piacevole ad essere proletari) siamo stati più fortunati dei nostri padri. Io certamente più fortunato del mio che per volontà del Duce e del Re, come si diceva, si è ritrovato nella steppa russa e miracolosamente è riuscito a tornare (e si è rimesso subito a combattere, ma questo è un altro discorso…).
P.S. Fai male a non aver mai preso in considerazione i pugili come elite, perché per salire su un ring, caro il mio Bibi, ci vogliono due palle sotto come due cingolati…e poi pensa sempre che i pugili, tranne come al solito le famose eccezioni, sono sempre figli del popolo, per lo meno per provenienza…
Fabrizio

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Bibi 5:48 pm - 14th Aprile:

@ fabrizio

Non so se la discussione era sul concetto di elitè ma visto che ci troviamo in un posto dove si parla di “alfa” e “beta” e di elitè dominanti…magari parlare anche del concetto di elitè e verificare se gli eserciti professionali siano un’elitè (tipo i pugili che non avevo mai preso in considerazione) non è poi un gran reato mi pare.
Riguardo al strider ed al suo post ed al “furbetto”, ti dirò che onestamente…poco mi interessa di mettere te e lui su un ring metaforico; lui ha la sua testa e penserà con quella e non necessariamente con la tua e presumo che tu faccia lo stesso…quindi ognuno rimarrà della propria idea.
Per quanto riguarda invece tutto il resto…vedila un pò come ti pare però prima dici che sono nostalgico, poi revisionista ed infine furbetto e poi dici : Oggi, dal punto di vista della formazione professionale, possono essere considerati (e credo non valga proprio per tutti ma dipenda ovviamente dalle diverse mansioni e gerarchie) una elite.
Per quel che mi riguarda, avrò letto in maniera errata la storia ma far parte dell’esercito è stato un vanto ed un onore per molto tempo e poneva in una condizione sociale privilegiata rispetto ad altre.Se poi chi è parte di questa elitè proviene da ceti bassi o medio-bassi questa è un’altra storia.
Insomma, bisogna che ci chiariamo su di una cosa; all’origine di tutto c’è quello che ho scritto e precisamente :le guerre storicamente erano combattute da elitè. E da quello che dici sembrerebbe che siamo d’accordo se oggi i soldati professionisti sono da considerarsi elitè allo stesso modo dei legionari romani, della falange macedone, degli spartani, dei cavalieri templari, degli arcieri inglesi ect ect . Erano elitè guerriere, soldati professionisti ben pagati e considerati.
Se poi..la loro “provenienza” è di altro ceto…ripeto..è un’altra storia.
a.y.s. Bibi
P.S. mio cugino ha tirato di boxe per un pò, al primo incontro gli hanno spaccato il naso e lo zigomo destro, ha smesso subito. Magari ci vogliono due coglioni come cingolati..ma in quanto a neuroni se prendo ad esempio mio cugino…ne basta uno o meno.

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Fabrizio Marchi 8:55 pm - 14th Aprile:

Bibiebibo, ti ricordo che la discussione è iniziata nel momento in cui tu, in polemica con Rino, hai sostenuto che non è vero che sono i poveracci a morire al posto dei padroni, dei ricchi, o dei “furboni”, come preferisci, ma il contrario (hai addirittura citato i Templari…). Poi invece successivamente hai smentito questa tua affermazione (vai a rileggere i tuoi post) dicendo che su questa questione (cioè che sono i poveracci a morire per gli interessi dei loro padroni) eri d’accordo sia con me che con Alessandro. E allora a quel punto hai cominciato a tirare in ballo la teoria delle elite più il discorso sulla classe di provenienza e quella di appartenenza (anche perché, giustamente, ti preoccupavi che non avessi compreso la differenza…), in base alla quale è vero che i poveri continuano a morire per i “furboni”però non sono più tanto poveri perché ormai appartengono ad una nuova elite, quella appunto dei militari.
Ora, secondo te, i legionari romani (ex contadini spesso strappati con la forza al lavoro della terra) che trascorrevano la vita sballottati da un capo all’altro dell’impero (ci si spostava a piedi, per lo meno i soldati semplici…) che conducevano una vita durissima e rigidissima, che il più delle volte dopo anni se non decenni di campagne militari non tornavano neanche a casa perché morivano oppure tornavano senza un braccio o una gamba, potevano essere considerati come appartenenti ad una elite di dominanti? Forse gli ufficiali, i centurioni e via discorrendo (che se la passavano molto meglio dei soldati, anche durante le campagne militari), non certo i soldati semplici, cioè la grande maggioranza degli uomini. E come venivano premiati questi soldati dopo decenni di questa vita? Con un pezzo di terra. Tornavano quindi a fare quello che facevano prima: i contadini.
Come vedi, ho preso uno degli esempi che hai portato tu. Ne avrei potuti portare centinaia ma ho scelto deliberatamente di soffermarmi sul tuo.
Ma tu che forse sei un “furbone”, o aspirante tale (comincio a sospettarlo), per merito o per “culo” (non è importante in questo caso), potresti obiettare:” I soldati, anche se semplici, erano comunque considerati una elite rispetto ai contadini”. Nella Roma contemporanea qualcuno potrebbe risponderti ”E grazie al caxxo, i contadini non contano nulla oggi, figuriamoci come potevano essere considerati allora”. E avrebbe ragione quel “romanaccio”, perché stiamo parlando di un’epoca nella quale i contadini erano collocati agli ultimi gradini della gerarchia sociale, al pari della plebe e neanche tanto perché in alcune fasi storiche la plebe (a Roma) ha anche in parte detto la sua…però sicuramente al di sopra degli schiavi, questo sì.
Ora, è’ ovvio che in un mondo siffatto anche la “soldataglia” (si fa per capirci…) poteva considerarsi una “elite”. In fondo, se la vediamo da questo punto di vista, anche i gladiatori lo erano. Erano destinati a morire, è vero, ma rispetto ad altri schiavi (e anche a tanti altri plebei) le loro condizioni di vita erano enormemente migliori. A volte avevano anche la possibilità di conquistarsi la libertà e, se gli diceva bene, potevano godere delle grazie di qualche nobildonna romana che un plebeo o un contadino non avrebbe neppure vista da lontano.
Anche loro appartenevano a una elite dominante?
Ma anche ammettendo che lo fossero, e ora torno ai soldati (lasciamo perdere i gladiatori), qual è il ruolo che essi svolgevano? Erano i guardiani dell’impero, se li vogliamo nobilitare. Un altro, da un altro punto di vista, potrebbe definirli dei meri gendarmi, un altro ancora dei cani da guardia mandati qua e là a reprimere rivolte e ribellioni contro l’impero, l’imperatore e la nobiltà patrizia , a guardia dei quali e nel nome dei quali andavano a farsi scannare.
Questo significa appartenere ad una elite dominante? Io ho i miei dubbi, però, ciascuno è libero di vederla come preferisce…
Dopo questa filippica, anche troppo lunga, e mi scuso per questo, mi permetto di dirti che scorgo in te una vena polemica fine a se stessa. Naturalmente tu mi smentirai ma io,coerentemente alla filosofia di questo sito, ti dico ciò che penso, senza nessun infingimento.
Non entro volutamente nelle questioni da te sollevate nel tuo ultimo post (cioè le mie presunte contraddizioni quando ti dico che sei un nostalgico e un revisionista). Sarebbe solo una polemica sterile e fine a se stessa che non voglio alimentare. Ti invito solo a rileggere tutti i tuoi post e a verificare chi di noi due si è contraddetto.
Ciò detto, dal momento che, credo, né io né te, abbiamo tempo da perdere, direi di chiuderla qui. Naturalmente, se vuoi, anche per ospitalità, ti lascio l’ultima parola, ma per me il contraddittorio finisce qui, qualsiasi possa essere la tua eventuale replica (che ci sarà sicuramente, se ho capito qualcosa, sempre che tu ora non voglia smentirmi di proposito…). Anche perché, come ripeto, sia dal tuo esordio polemico nei confronti dell’articolo di Rino, sia nel prosieguo, mi sembra di non vedere da parte tua un atteggiamento costruttivo, anche nella critica (legittima), ma un retrogusto polemico e fine a se stesso che a me francamente non interessa neanche un po’. Naturalmente è solo la mia impressione e come tale fallibilissima.
Ti auguro una buona discussione sul nostro blog.
Fabrizio

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Strider 9:43 pm - 14th Aprile:

Bibi
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P.S. mio cugino ha tirato di boxe per un pò, al primo incontro gli hanno spaccato il naso e lo zigomo destro, ha smesso subito. Magari ci vogliono due coglioni come cingolati..ma in quanto a neuroni se prendo ad esempio mio cugino…ne basta uno o meno.
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Io ho trent’anni e pratico il pugilato da quando ne avevo diciassette (benche’ non combatta piu’ da circa tre anni), in precedenza ho praticato per due anni il karate e per un periodo molto breve la lotta. Attualmente sto prendendo lezioni di thai boxe. Vedi, caro polemico amico, per salire sul ring non ci vogliono solo due coglioni cosi’, ma anche un cervello funzionante, soprattutto se capita di trovarsi di fronte dei tipi come questo:
http://www.youtube.com/watch?v=F24nRMbjfns
Trattasi di un figlio di buona donna, contro il quale ho combattuto, pareggiando, qualche anno fa.
Ora, capisco che tu, al massimo, avrai praticato la danza o il pattinaggio – il che dovrebbe indurti ad evitare future scorribande in territori sconosciuti, quali sono, per te, gli sport da combattimento.

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Marco Pensante 9:58 pm - 14th Aprile:

Alle 23.40 del 14 aprile 1912, il Titanic colpiva un iceberg. Alle 2.20 del 15 aprile 1912, il Titanic affondava.
Ricordiamolo.
(Da The Spearhead)

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Alessandro 8:56 am - 15th Aprile:

Siccome un mio intervento su una considerazione di Bibi ha innescato un confronto un pò polenico dello stesso con Fabrizio, un contraddittorio comunque di alto livello culturalmente parlando, mi sembra giusto che anch’io riprenda la parola, cercando di evidenziare magari ciò che di utile sull’argomento è stato evidenziato da ambo le parti.
La considerazione di Bibi non è in se’ sbagliata, nel senso che è verissimo che nell’età antica o moderna o medievale molto spesso le èlite scendessero sul campo di battaglia per dare il loro “contributo”. Affermare, però, che la guerra fosse un fatto solo interno alle èlite è eccessivo, perchè la storia è piena di contadini, popolani strappati alle loro misere ma pacifiche attività e spediti in battaglia alla bisogna anche nelle suddette epoche. Gli stessi contadini in età feudale erano tenuti a utilizzare i forconi anche come arma di offesa al servizio e in difesa del loro signore. Certo, se si voleva essere una potenza militare si doveva disporre di un esercito di professionisti, spesso mercenari, ma nulla toglieva alla possibilità del reclutamento forzoso nelle campagne o nelle città. L’intervento di Fabrizio ha poi evidenziato il fatto che queste èlite di guerrieri o soldati professionisti lo fossero più di nome che non di fatto, non solo perchè la loro origine era contadina e piuttosto misera, ma anche perchè la loro stessa esistenza professionale era di una durezza estrema, che poi portava solo a miseri benefici economici. Attraverso queste puntualizzazioni mi sembra che l’argomento in questione sia stato meglio chiarito e sviluppato.

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Bibi 9:01 am - 15th Aprile:

@ strider

“..dovrebbe indurti ad evitare future scorribande in territori sconosciuti, quali sono, per te, gli sport da combattimento.”

In effetti se questi sono i risultati…..
a.y.s. Bibi
P.S. per caso sei anche agente segreto con licenza di uccidere?

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Bibi 9:47 am - 15th Aprile:

@ fabrizio
Forse non ci si capisce proprio.
Tu parli di elitè e dice che c’è un’elitè dominante (gli uomini alfa). Bene. Io ti ho detto che i soldati, i guerrieri storicamente erano una elitè dominante e non erano i sottomessi…che poi provenissero da classi e ceti inferiori, questo sta bene. Poi .. se secondo te… i soldati sono sempre stati degli sfruttati, sottomessi ok… dormo in ogni caso anche stanotte.
Riguardo ai legionari…tu dici che quando e se tornavano i legionari avevano “solo” un pezzo di terra. Allora..da figlio di contadini con nonno mezzadro ti
posso dire che mio nonno è morto con il sogno di poter un giorno coltivare anche solo un pezzetto di terra “suo”.
Per tutta la vita si è rotto la schiena coltivando la terra di altri e rimettendoci pure se le cose andavano male.
Tu sei fissato con sta storia dei poveracci e dei “padroni”…lotta di classa applicata alle elitè..(tipo i pugili…pugilato l’arte nobile… e così i pugili sono un’elitè mentre i legionari sono degli sfruttatti dai padroni…).
Ok…nessun problema, ognuno può pensarla come meglio crede.
E chiudiamo pure tanto non se ne esce.
a.y.s. Bibi
P.S. se per “furbone” intendi qualcuno che non se la mena tanto con la storia del dominato e del dominante..può essere, se invece consideri l’aspetto economico…allora non ci siamo.. di dominante c’è solo il colore del conto corrente…rosso cremisi.

@ alessandro
D’accordo su quasi tutto. Sostanzialmente sino al Medio Evo la parte portante dell’esercito erano appunto i cosiddetti guerrieri professionisti, con l’evoluzione tecnologica la situazione è cambiata e la Grande Guerra è forse l’esempio più evidente della scarsa considerazione dell’uomo in battaglia, pura carne da macello. Il processo non è stato repentino, ci sono voluti secoli.Tutto qua.

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Fabrizio Marchi 9:52 am - 15th Aprile:

Naturalmente, Bibo, hai completamente travisato la metafora del boxeur (e non solo quella) ma lasciamo perdere…
Come promesso, ti ho lasciato e ti lascio l’ultima parola.
Buona discussione (con gli altri) nel blog in cui siamo felici di ospitarti e confidiamo nel tuo genuino contributo.
Fabrizio

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Icarus.10 12:07 pm - 15th Aprile:

“Poi .. se secondo te… i soldati sono sempre stati degli sfruttati, sottomessi ok… dormo in ogni caso anche stanotte.”(Bibi)

Oggi no, o quasi.Ma prima sì. Erano sfruttati e sottomessi dai loro Ufficiali e Re. Esempio. Prima Guerra Mondiale:I Generali e altri ufficiali nelle retrovie ad osservare con il binocolo i soldati(che erano contadini e proletari reclutati dalla leva obbligatoria di guerra) che in prima linea morivano sotto le cannonate del nemico.
Oggi, è diverso: oggi vi sono i cyber-soldati.

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Bibi 1:37 pm - 15th Aprile:

@ icarus10

Certo, come ho già detto, la Grande Guerra è l’esempio più evidente dell’annullamento del “valore” soldato, perfettamente d’accordo.
a.y.s. Bibi

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armando 2:23 pm - 15th Aprile:

Dalla discussione su soldati e guerra emerge un concetto secondo me importante. Fermo il fatto che il corpo principale (in senso numerico) di ogni esercito in ogni tempo è sempre stato composto da elementi provenienti dal popolo al cui comando (in genere) erano elementi delle classi (o ceti) dirigenti, specie in passato ci sono stati anche corpi d’elite formati dai figli delle classi al potere. E’ emerso anche che i comandanti e i corpi d’elite condividevano insieme ai soldati “normali” i rischi di morte sul campo di battaglia.
Credo che all’origine del fenomeno vi fossero più motivazioni.
Sul piano più propriamente culturale, c’era la concezione comunitaria che individuava il legame sociale non solo e non tanto in una comunanza d’interessi ma in sentimenti condivisi di appartenenza e di assunzione complessiva di responsabilità e doveri, indipendentemente dalla collocazione nella scala sociale.
Sul piano di “classe” , diciamo così, c’era che un ceto dirigente doveva trovare legittimazione agli occhi dei ceti subalterni, e dunque condividere con essi, sebbene da posizioni di comando, gli stessi rischi a cui li sottoponeva.
Sul piano personale c’era poi il senso dell’onore maschile, valido per tutte le classi sociali e dunque anche per nobili e aristocratici.
Credo che questi tre elementi contribuissero insieme a fare degli eserciti qualcosa di più di una pura massa d’urto spinta a forza di frusta. Un corpo combattente unico motivato oltre la costrizione. E’ questo, alla fine, che consentì ad eserciti più piccoli ma più motivati negli scopi di battere eserciti più numerosi, non solo per tattiche di combattimento o genialità dei comandanti. E così si spiega anche la vera adorazione da parte dei soldati per alcuni grandi condottieri,di cui riconoscevano l’autorità anche sapendo benissimo che non era gente del popolo. Stavano in prima fila, rischiavano come loro.
La controprova più lampante la troviamo nell’attualità, (ma anche il passato insegna, vedasi Sparta e Atene versus i persiani), nelle esperienze guerrigliere (e non sto dandone un giudizio politico ma solo metodologico) che hanno potuto tener testa ad eserciti molto più numerosi e armati ma privi di pathos, di scopi condivisi e di comandanti veri. Parlo del Vietnam, di Cuba, dell’invasione sovietica in Afghanistan, ma per certi aspetti (inutile negarlo) anche de talebani. Non credo che un soldato Usa o sovietico sia stato e sia meno valido di un altro, ma è la motivazione interiore che conta. Al di là,ripeto, di ogni giudizio e valutazione politica e strategica, questo è.
Concordo con chi ha sottolineato che c’è stato un forte cambiamento,e che un discrimine sia stata la prima guerra mondiale. Discrimine invero simbolico per il fatto di essere conflitto mondiale e di aver interessato milioni di soldati, perchè esempi più limitati c’erano da sempre, come nella guerra d’indipendenza dei futuri Usa dall’Inghilterra (bellissimo il film Il Patriota di Mel Gibson). Tuttavia, se si leggono i diari e i libri di memorie della Grande Guerra, ci accorgiamo che nonostante tutto, anche in quella situazione tremenda si rintracciano gli echi del passato, sia nei soldati che in quegli ufficiali (quasi sempre subalterni) che con loro condividevano le trincee, i proiettili e le baionette del nemico.
Io credo che il mutamento più grande sia avvenuto con l’ascesa al potere della borghesia che ha soppiantato una aristocrazia già larghissimamente decaduta e delegittimata in classe ormai parassitaria. Sennonchè la borghesia portò al potere i suoi valori e la sua concezione del mondo tutta centrata sull’utilitarismo e sul calcolo, e che rifiutava ogni visione della vita che non fosse materialista. Perchè allora mandare a rischiare i propri figli se qualcuno lo poteva fare al loro posto? Che spazio potevano avere l’onore maschile e il senso della comunità? Nessuno.
Credo sia da quì che dobbiamo ripartire, non per nostalgia di un mondo scomparso ma per la ri-scoperta di un modo di essere maschile che era di ogni maschio, almeno potenzialmente, come fondamenta su cui ri-costruire il senso della maschilità, facendolo ri-vivere oggi applicato alle nuove e diversissime condizioni ambientali e culturali.
armando
PS sul significato dell’ascesa della borghesia (e della tecnica) rispetto al lavoro, Bibi ha detto delle cose interessanti su cui riflettere al di là delle polemiche che ha innescato. Ci tornerò.

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Rino 11:29 am - 2nd Maggio:

Udine: la marcia degli spettri.

Ovvero: il 4° Stato del fotografo Gianfranco Angelo Benvenuto, novello Pelizza da Volpedo.

http://messaggeroveneto.gelocal.it/multimedia/home/24377136/1/1

RDV

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Tullio 10:12 am - 7th Maggio:

Il fatto e’ caro Antonio che tu senti un naturale istintivo senso protettivo verso il genere femminile e questo e’ normale.

Ma in cambio di questo non otterrai niente altro che calci nel culo.

Perdona la mia schiettezza. Ma e’ cio’ che sta avvenendo nella societa’ moderna.

Un tempo vigeva il patriarcato ed in cambio di questa protezione che gli uomini davano alle donne, in cambio ne ricevevano amore e rispetto, forse ne valeva la pena.

Oggi se ne riceve in massima parte odio insulti e sfruttamento.

Questo e’ il problema.

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ckkb 7:13 pm - 9th Maggio:

Rino propone la fotografia delle tute vuote. Tute vuote in strada. Dunque la piazza si riempie ma le tute sono vuote. Questa fotografia a me trasmette la vera immagine del disastro maschile odierno: il Titanic di oggi per i maschi. E mi permette di argomentare una riflessione altrimenti difficile da chiarire.
Il titolo della sezione, “I sommersi e i salvati”, è il titolo omonimo di un romanzo testimonianza di Primo Levi sui campi di sterminio. E dice ben di più di quanto ci dice la vicenda del Titanic cui si riferisce. Infatti evoca un disastro maschile e umano ben peggiore: nei campi di annientamneto di ogni tempo, la finalità è trasformare un uomo in un pezzo, in una cosa vuota di senso: per i kapò e le kapò, in tedesco si dice “ein stuck”. Togliere prima l’anima e solo dopo togliere la vita del corpo. E queste tute vuote sono esattamente “stuck”, il vuoto dello stuck: il disastro Titanico maschile di oggi. Alcuni “stuck” si sono salvati, sono rimasti maschi e uomini, altri sono stati sommersi: privi del proprio volto maschile e del proprio senso maschile: privi di se stessi dunque, dato che siamo umanità incarnata. Appunto stuck o tute vuote. Ci vogliono così? ci vogliamo così? ci sono kapò maschi e femmine anche oggi, o siamo kapò noi a noi stessi?
A leggere in che modo nei campi di sterminio chi si è salvato, ha trovato la salvezza, si scopre che si è rivolto alla propria dimensione interiore, alla forza dentro di sè. Quella dimenticata dimensione che salva perchè non dipende dalla Storia e dai suoi tremendi accidenti. Ma anzi la costituisce: “in interiore hominis habitat veritas” (S. Agostino) ed oggi c’è da aggiungere: “la verità maschile e paterna”. La propria identità significativa di uomini e di maschi: la “sostanza stessa” del maschile e del paterno. Per chi crede la paternità stessa di un Assoluto che è Dio perché è Padre (sostanza di Dio) , e non è Padre (attributo di Dio) perché è Dio. Comunque una dimensione che è un apriori assoluto ed è nella coscienza ed è fuori della Storia. Altrimenti chi c’è in piazza se ci sono solo tute vuote? e che senso ha che ci si vada? la marcia, dice bene Rino, è la marcia degli spettri.

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Rino 4:01 pm - 21st Giugno:

** TITANIC SCUOLA **

Come già detto, da tempo ho in cantiere un articolo (che prima o poi mi deciderò a completare) sulla questione scuola, un altro caso-Titanic nel quale si manifesta in modo persino abbagliante il fatto che: 1) ogni repressione è – nella sua essenza – repressione antimaschile e antibeta 2) ogni selezione è – nel suo effetto fondamentale (e nel suo scopo essenziale) selezione antimaschile e antibeta.

Articolo appunto da completare, ma poiché siamo di nuovo in giugno, tempo di esami, invito tutti i frequentatori di questo sito a prestare attenzione ai dati che i media anche quest’anno vanno diffondendo con grande entusiamo. E’ finalmente tornata l’era della selezione e la scuola sta ritornando ad essere una cosa seria. Anche nel 2010 aumentano i bocciati (alle medie) e i non ammessi alle superiori. Il 5 in condotta finalmente ha un peso ed elimina a priori un fetta di casinisti, svogliati e inadatti.

E chi potrebbe opporsi alla serietà degli studi? Chi potrebbe obiettare qualcosa al criterio del merito? Chi potrebbe negare che esistono ragazzi poco portati per lo studio? Chi potrebbe negare l’utilità della selezione?

“Caso vuole” però che pressoché la totalità dei selezionati, degli inadatti, dei casinisti appartenga al genere malnato e alle classi infime. E’ un fenomeno “inspiegabile” che si ripete in ogni luogo e tempo.

La più smaccata menzogna, la più micidiale mistificazione nascoste sotto le vesti delle più subdole seduzioni (la serità, il merito, l’impegno) per far fuori in modo incruento la plebe maschile. Seduzione che mette nel sacco direttamente e senza difficoltà per prime le stesse classi sociali colpite, il genere bastonato e gli stessi ragazzi “selezionati” i quali “prendono atto” di non essere “adatti agli studi”.

Finalmente si sta sputando in modo aperto su Don Milani. Mi ergo a protezione della sua tomba.

Stiamo in campana amici e ricordiamoci di questa grande intuizione della teologia Xna: il Principe di questo Mondo (che è Satana, lo ricordo per evitare equivoci) non governa il mondo con la forza ma con la menzogna e la sua arma non è la spada ma la seduzione: il merito, il giusto premio ai migliori, la serietà, il riconoscimento dell’impegno. L’amorevole stimolo a chi è indietro…

Davvero grande è Satana. Che intelligenza, che intuizione…
…quel esprit de finesse….

RDV

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Rino 10:08 pm - 10th Febbraio:

Tengo sulla scrivania un’ampolla con la sabbia di Omaha e custodisco come reliquie (in una teca) due sacchi di juta dei Roanoke City Mills – Virginia – Commodity Code 45-38-100 Contract N. A1 PM (FF) – 7478 (= farina per il popolo veneto della pellagra – 1946).
Questo a scanso di imbecillate volgari e cretinerie idiote sull’ “antiamericanismo viscerale” dei critici degli Usa (ed anche perché sono stanco di vedermi attribuire opinioni che non ho).

Ciò detto, riporto quanto leggo su El Mundo:

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Un total de 75.609 veteranos de guerra, el 34% afroamericanos, viven en la calle, un problema que crece a medida que vuelven los soldados de Irak y Afganistán, según un estudio gubernamental publicado este jueves.

Los excombatientes representan el 10% de los adultos de EEUU y el 16% de las personas sin hogar, señala el informe del Departamento de Vivienda y Desarrollo Urbano (HUD) divulgado por el diario ‘USA Today’.

Sin contar los 75.609 veteranos que viven en las calles de manera permanente, unos 136.330 excombatientes pasaron al menos una noche en un refugio o alojamiento para ciudadanos “sin techo” en 2009.

****
http://www.elmundo.es/america/2011/02/10/estados_unidos/1297359874.html

Posto che calle=strada e che gli afroamericanos sono il 12.85% della popolazione, il rapporto, la correlazione, il significato sono luminosi
oggi là, come in antiquo altrove. Titanic.
Non è dato sapere quante siano le femmine. E io ne sospetto il motivo. Titanic.

Chi ha da obiettare qualcosa, si dia da fare.
Sto in ascolto con acuta curiosità, perché le ingiustizie – alla fine – si devono trangugiare. La menzogna no.

Mai.

RDV

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Fabrizio Marchi 9:14 am - 11th Febbraio:

Riflessioni birichine le tue, caro Rino smile
Temo che non avranno risposta…
Fabrizio

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cesare 3:58 pm - 18th Marzo:

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Fabrizio Marchi 6:21 pm - 18th Marzo:

Una intollerabile discriminazione sessista rispetto alla quale non si può rimanere silenti…
In realtà non siamo di fronte all’eroico adempimento del proprio dovere da parte di quegli uomini (che sanno di essere condannati a morire di tumore da qui a qualche anno, come lo sapevano quelli di Chernobil) ma di una modalità subdola e abilmente camuffata di perpetrare il dominio maschile e maschilista, attraverso la più cruda e brutale delle beffe: morire per la comunità, quindi anche per le donne, confermando per l’ennesima volta la volontà di potenza e di supremazia del maschile.
Credo che non ci siano altre ipotesi plausibili per trovare delle spiegazioni al gesto di quegli uomini…
Fabrizio

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Rita 8:47 pm - 18th Marzo:

com’è che disse la Bocchetti sul palco alla manifestazione del 13 febbraio?

“Uomini, un passo indietro”.

magari dirlo in quest’occasione? a questi uomini?

http://blog.leiweb.it/marinaterragni/2011/02/14/uomini-un-passo-indietro/

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Marco Pensante 9:04 pm - 18th Marzo:

Ma cosa pretendono questi, poi? Chi gliel’ha chiesto di sacrificarsi? Non crederete mica che siano degli eroi, no? Fanno solo il loro dovere. Se non le fanno gli uomini, queste cose, chi le deve fare? In fondo questi disastri sono causati dalla volontà maschile di dominio sulla natura. Non era meglio quando non esistevano queste diavolerie fredde e tecnologiche prive di rispetto per i cicli naturali della vita che (non dimentichiamolo) è unicamente e solamente generata dalla Dea Donna, a prezzo di sofferenze cosmiche e inenarrabili di fronte alle quali i maschi fuggirebbero terrorizzati? Non era meglio quando non c’era bisogno di centrali nucleari per avere corrente elettrica, cliniche funzionanti o ecografie? Non era meglio quando la vita seguiva i ritmi del calendario lunare e si crepava di parto a vent’anni, però in contatto con la natura? Noi vi diciamo, perfidi maschilisti giapponesi figli di una cultura patriarcale: il vostro suicidio, frutto della vostra insicurezza, non ci fa sentire in colpa. Il futuro è Donna, a partire dalla scuola. E in futuro problemi come questi verranno risolti da una riunione straordinaria del Consiglio d’Amministrazione a quote rosa garantite.

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Leonardo 2:16 pm - 19th Marzo:

Ma che soddisfazione sessuale un uomo si può aspettare da donne come questa Bocchetti? e non parlo della bellezza fisica ma della personalità.

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Sandro 12:49 am - 20th Marzo:

http://mircodinamo.wordpress.com/2011/03/19/10-storie-dal-giappone/
L’operaio
Il condannato di Fukushima
e il segreto del reattore quattro
Futoshi Toba è il più vecchio tra i condannati a lottare per impedire che la centrale atomica di Fukushima esploda, distruggendo il Giappone. Ha 59 anni, è senza figli, e nella notte di sette giorni fa ha deciso che sarebbe toccato a lui. Giovedì, investito dalle radiazioni, è stato ricoverato in un centro di Tokyo e secondo i medici ci vuole tempo. La scelta dell’operaio Futoshi Toba, rivelata ieri in tivù, ha scosso il Paese come un altro terremoto. A giugno, perseguitato da una violenta bronchite cronica, sarebbe andato in pensione. “Hanno chiesto chi conoscesse il reattore 4 – ha raccontato – e vedendo i ragazzi che avevo vicino, ho risposto che io sapevo tutto. Ho capito che il mio destino era compiuto e che dopo anni vani avevo l’occasione di dare un senso alla mia vita”. Non ha voluto spiegare quale sia la situazione. “Mai visto prima il reattore 4 – ha aggiunto – ma prego il mio Paese di riflettere se questa è la strada giusta per assicurarci un futuro”.

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cesare 12:51 pm - 20th Marzo:

In effetti la Bocchetti invita i maschi a fare un passo indietro solo dalle poltrone di lusso che tra l’altro i maschi si sono costruiti loro con le loro mani. Non chiede invece di fare un passo indietro dai reattori in fiamme: x quel tipo di posto non ho mai sentito richieste di quote rose. E sì che posti del genere ce n’è in abbondanza ovunque e in ogni tempo. Mai versata una lacrima in TV pr chiederli. Paraculaggine malattia genetica del femminismo

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Rino DV 10:41 pm - 12th Dicembre:
Fabrizio Marchi 9:24 am - 18th Gennaio:

La questione è a dir poco scomoda e non credo che verrà mai affrontata, anche perché al momento sono tutti impegnati a processare pubblicamente il comandante della Concordia ancor prima che l’inchiesta abbia dato i suoi esiti. Di certo, se le cose stanno come sembrano e come dicono, il suo comportamento è stato a dir poco disonorevole e soprattutto estremamente grave. Sarebbe comunque opportuno che la sentenza di condanna del reo (laddove fossero confermate le sue pesantissime responsabilità, come sembrerebbe abbastanza evidente) fosse emessa dalla magistratura e non dai telegiornali o dagli/dalle “opinionisti/e” del circo mediatico.
La qual cosa dovrebbe essere scontata in una moderna democrazia. Pare proprio che non sia così e ormai da molto tempo i processi, con relative condanne, si svolgono nei teatrini mediatici prima ancora che nelle aule di tribunale. Si sbatte il mostro in prima pagina e lo si processa pubblicamente. E’ altamente probabile, sia chiaro, che in questo caso il “mostro” si riveli essere tale.
Alcune riflessioni sorgono però spontanee:.
La prima: è giusto che il “mostro” venga pubblicamente e mediaticamente massacrato prima ancora che le sue responsabilità vengano accertate e sanzionate dagli organi competenti?
La seconda: quanti “mostri” sono stati sbattuti in prima pagina (e distrutti fisicamente e psicologicamente, insieme alle loro famiglie) e successivamente riconosciuti innocenti? Devo fare un elenco? (come al solito molto lungo), siano sufficienti per tutti i nomi di Enzo Tortora e di Pietro Valpreda…
La terza e la più scabrosa: con quale criterio saranno state effettuate le operazioni di evacuazione dei passeggeri? Prima le donne e poi gli uomini ? Oppure un uomo e una donna? O tutti insieme senza distinzioni? Può darsi che sia un semplice caso ma fino ad ora, se non erro, su 11 morti accertati, mi pare che ci sia una sola donna (è ovvio che sarà necessario aspettare di avere notizie sui dispersi, circa 29 tra donne e uomini).
Naturalmente non sappiamo nulla di cosa è avvenuto a bordo in quelle drammatiche ore. Credo peraltro che questo argomento non verrà mai affrontato e solo il tristissimo bilancio finale dei morti potrà dirci se la logica delle pari opportunità sia stata applicata anche in questo tragico frangente.
Sarei ovviamente felicissimo che questo maledetto sospetto che mi è balenato in mente, fosse smentito dai fatti e soprattutto dalla testimonianza dei componenti l’equipaggio.
Fabrizio

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cesare 12:27 pm - 18th Gennaio:

Il comandante Schettino e in particolare la registrazione della telefonata con il comandante della capitaneria di porto di Livorno, hanno ispirato in G. Ferrara questa riflessione (http://www.ilfoglio.it/soloqui/11962) che personalmente condivido perchè sullo sfondo ci vedo quel maschile, senza “vir-tus”, che piscia sui cadaveri del nemico e fa i consigliati e “generosi” passi indietro così che va a casa mentre donne e bambini e maschi, finiscono a morire in acqua.

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Rita 2:45 pm - 18th Gennaio:

è che sembra esserci un istinto, come suggerisce l’articolista de “la stampa” che fa sì che “istintivamente” il vecchio ottantacinquenne sia stato lasciato per ultimo anche dal figlio. ? L’ordine è i bambini.. poi la moglie, la mamma e per ultimo il padre. E poi sè stesso, chiaramente…e in tutto questo “Non mi vergogno a dire che mi sono fatto largo a cazzotti per conquistare un posto sicuro” .. per la sua famiglia, anche se credo che il “tipo” che ha preso per il giubbotto sua figlia che stava per cadere in mare non avrebbe avuto bisogno del cazzotto per farsi da parte..
http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/438391/

Tempo di riflettere non ce n’era. Claudio Masia ha seguito l’istinto e non avrebbe potuto fare diversamente in quel momento, mentre l’acqua saliva sempre più velocemente. Per sopravvivere c’erano solo alcuni istanti. E in quei pochi momenti rimasti per sfuggire alla morte, lui ha pensato prima di tutto ai figli piccoli, uno di otto e l’altro di 13 anni, e alla nipotina. Poi alla moglie e alla mamma. Per mettere in salvo il padre ottantacinquenne pensava di tornare indietro dopo aver issato tutti gli altri sulla scialuppa. Invece non ha avuto il tempo. Giovanni Masia è sparito nel buio e fino a ieri pomeriggio era l’unico sardo nell’elenco dei dispersi. Ora è nella lista dei morti. «L’ho cercato dappertutto, nel buio della notte e nel nero del mare». La speranza di riabbracciare il padre, Claudio Masia l’ha persa definitivamente ieri sera, quando è arrivata la notizia più brutta. Il resto della famiglia era tornata in Sardegna sabato sera, lui invece è rimasto in Toscana. Solo per aspettare il papà

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armando 4:49 pm - 18th Gennaio:

Anche a me è piaciuto quel radio Londra di Ferrara. Giustamente si deve aspettare di sapere come sono andate davvero le cose per trarre conclusioni, ma se è vero che il Comandante e molti ufficiali erano già su una scialuppa mentre c’erano ancora passeggeri sulla nave, solo per questo quegli uomini sono da esecrare.
Onore è maschile, e se ora il suo significato si è degradato e rovesciato fino a definire i mafiosi, se per la donna onore ha sempre e solo voluto dire onore sessuale (in disuso anch’esso), per gli uomini voleva dire rispetto della parola data, assunzione di responsabilità, era legato al coraggio fisico, all’aiuto agli altri anche a costo di se stessi, ed al rispetto del nemico. Era insomma ciò che contrassegnava l’universo delle virtù maschili, dove anche il termine virtù deriva dal latino Vir (uomo/maschio).
La femmina non era tenuta all’onore se non nel senso che dicevo. Per fortuna il comandante della capitaneria De Falco ha mostrato il lato migliore del maschile, ma se per molti (troppi)maschi quel concetto è diventato qualcosa di sconosciuto, ciò sta a testimoniare della femminizzazione complessiva della società e dei suoi modi di pensare, sempre più strettamente connessi al calcolo di vantaggio svantaggi personali e immediati.
la questione dell’onore si connette a quella del Titanic e delle pari opportunità nel salvataggio.
Sia chiaro, da un punto di vista rigorosamente logico, nel momento in cui le donne rifiutano sdegnate l’appellativo di sesso debole, la questione del “prima le donne” non si dovrebbe neanche porre. Se siamo uguali, lo si sia in tutto e in primo luogo circa la vita. Anzi, dovrebbero essere proprio le donne per prime a rifiutarsi di essere salvate al posto di un uomo. Il fatto che così non sia ci dice alcune cose.
Primo. L’emancipazione femminile è una richiesta falsa, in quanto parziale e in quanto solo su questioni di comodo.
Secondo. Dimostra anche che la narrazione femminile dell’intollerabile oppressione maschile è fondata sulla “falsa coscienza”.
Terzo: Ciò che un tempo aveva un suo senso e una sua ragione d’essere fondata su una visione condivisa di ciò che era maschile e femminile, nelle condizioni attuali (donne liberate ed emancipate), assume il significato di un privilegio ingiustifcato perchè non correlato e subordinato a una corrispondente assunzione di doveri, obblighi e responsabilità.

Detto questo, dico anche che non si vive di sola logica e razionalità calcolante, ed anzi, quando il maschile si riduce a ciò, in pratica ha già perduto la sua ragione d’essere, quindi ha perduto se stesso.
E mi chiedo anche quanto, nel lungo periodo, possa giovare veramente alla causa maschile l’esigere o l’auspicare una parità siffatta, oppure invece esigere che al maschile che si assume oneri al posto del femminile, vengano riconosciuti i correlati meriti ed onori. In aktri termini che ciascun genere riconosca sè e l’altro per quel che è, non per quello che si immagina essere.
armando

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cesare 5:46 pm - 18th Gennaio:

Ecco un possibile profilo da classico “pseudo macho “passeradipendente” del comandante. Su Libero.it (http://affaritaliani.libero.it/) viene avanzata l’iptesi che in plancia di comando Schettino avesse invitato una donna, (del tutto incolpevole sia chiaro), evidentemente più interessante dell’adempimento del suo dovere. Non peggio di tanti governanti, i quali non solo si distraggono con amanti o mogli e non sanno poi che pesci pigliare, ma concedono loro addirittura la responsabilità di tracciare la rotta. E’ chiamato “il potere maschile”.

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Fabio C. 8:45 pm - 18th Gennaio:

Innanzitutto, sono d’accordo con Fabrizio, quando afferma che “la sentenza di condanna del reo dovrebbe essere emessa dalla magistratura e non dai telegiornali o dagli opinionisti del circo mediatico.
Poi, per quanto riguarda la questione dell’onore, mi chiedo e vi chiedo: ma non era un qualcosa di antico, sporco e maschilista? L’onore, che va di pari passo con la virilità (altro termine tabù in questa epoca), non appartiene proprio a quel mondo che le femministe, i femministi, i mass media, eccetera, combattono da almeno una cinquantina d’anni? Quindi? Di cosa si lagnano, ora?
Addirittura, in uno degli articoli segnalati da Sandro2, una giornalista si chiede “dov’era la cavalleria” ?
La cavalleria? Cazzo!, ma la cavalleria non fa parte della “oppressiva società patriarcale”, di cui queste stronze oche si lamentano dalla mattina alla sera? Se ne ricordano solo quando cazzo gli fa comodo?

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Fabrizio Marchi 2:46 am - 19th Gennaio:

Non sono d’accordo, Armando, sulla celebrazione del comandante della Capitaneria di Porto, De Falco.
Sia le sue parole che il tono della telefonata mi sembrano costruite ad hoc. Il tutto sembra quasi studiato (toglierei il quasi) per scopi mediatici. Secondo me sapeva benissimo che quella telefonata, che guarda caso è stata registrata, sarebbe stata diffusa ai quattro venti. E perché poi? Chi ha stabilito che quel colloquio telefonico doveva essere mandato in onda e in quel modo? Solo perché oggi è normale che tutto venga sbattuto in televisione e dato in pasta alla gente? (solo quello che gli conviene, non ci fanno certo ascoltare gli ordini di bombardamento per i piloti dei cacciabombardieri in missione “umanitaria”…)
Secondo me si doveva salvare il salvabile, trovare il capro espiatorio(operazione facilissima in questo caso) e mostrare all’opinione pubblica il volto “buono” dello Stato. Devo notare, con molto piacere, e non me lo aspettavo per la verità, che molta gente ha avuto la mia stessa sensazione. La rete è zeppa di commenti in tal senso. Devo dire, non senza sorpresa, che anche qualche autorevole giornalista si è espresso in tal senso, come ad es. Francesco Merlo di Repubblica. Riporto il suo intervento video: http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fvideo.repubblica.it%2Frubriche%2Fla-fotografia%2Fde-falco-troppo-facile-chiamarlo-eroe%2F86060%2F84449&h=5AQHxZXR8AQGzAHNwwywujMVg3n7C0sZdEDJvsUzEbXbkjA
Questo invece è uno dei tanti interventi sulla rete (ne ho visti decine come questo): http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fcinziasciuto.blogspot.com%2F2012%2F01%2Ftroppo-facile-prendersela-con-schettino.html%3Fspref%3Dfb&h=vAQHJJetpAQF7ogVHbp-ma1d20zjvP3VmLpx64kiAjWlMAg
Questa vicenda, in realtà, è andata ben oltre il fatto in sè ed è stata di fatto vissuta e interpretata come emblematica della situazione complessiva in cui versa il paese. E in fondo in parte è così. Ho avuto istintivamente un moto di fastidio per quanto stava e sta accadendo: la criminalizzazione mediatica dello Schettino, la celebrazione del De Falco, il “bene” e il “male” e, come dice giustamente Fabio, l’enfasi unanime e ipocrita da parte di tutti e tutte nell’esaltare il senso dell’”onore”, ridiventato improvvisamente un valore, da che era stato declassato a disvalore, parola addirittura impronunciabile senza essere bollati come vecchi relitti ammuffiti (più tutto il carico da undici che conosciamo fin troppo bene…).
Improvvisamente, ma guarda un po’, l’”Omo ha da esse Omo”, come si dice dalle mie parti, deve essere capace di sacrificare la propria vita, colare a picco per ultimo sul pennone della nave facendo il saluto e sull’attenti. Quello stesso uomo (parlo in generale, ovviamente, non del comandante della Concordia) che per quelle stesse ragioni da quarant’anni a questa parte è stato calpestato, massacrato, castrato, devitalizzato, insultato vilipeso e ridicolizzato.
Eh no, ragazzi, e soprattutto ragazze, qui qualcuno deve mettere d’accordo il cervello con il culo…Con questo non voglio naturalmente sollevare lo Schettino dalle sue pesantissime responsabilità, che sembrano essere evidenti e che comunque spetterà alla magistratura stabilire.
Però è evidente, e qui concordo con i tanti commenti, articoli e interventi pubblicati in rete, che questa repentina riesumazione dei valori dell’eroismo e dell’onore puzza di ipocrisia lontano un miglio.
La stessa puzza di quella telefonata con cui il De Falco intimava allo Schettino di tornare sulla nave…Nel frattempo la cronaca ci racconta di alcuni autentici gesti di eroismo (non gli strepiti del De Falco) che sono stati compiuti durante le operazioni di evacuazione. Indovinate da chi e in favore di chi?…
Fabrizio

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Luigi Corvaglia 7:56 am - 19th Gennaio:

Fabrizio
sono parzialmente d’accordo.
Non me la sento di “dietrologizzare” oltremisura. Mi spiego meglio.
Anch’io non sono d’accordo sulla celebrazione mediatica di De Falco (ma sulla cosa è dello stesso parere l’interessato). Cosi come non sono d’accordo sul processo e la condanna mediatica di Schettino anche se convinto delle sue evidenti responsabilità (ma altre responsabilità verranno sicuramente a galla).
Intanto non sappiamo se è prassi, quantomeno in questi casi, la registrazione delle comunicazioni tra natanti in difficoltà e capitanerie. Ma quantunque non lo fosse capisco benissimo De Falco che, intuito il disastro e cercando di limitarlo nell’ambito delle sue responsabilità, contemporaneamente pensi di “coprirsi” registrando. In maniera tale da dimostrare, successivamente, che lui e la Capitaneria il proprio dovere lo avevano fatto. Lascerei da parte la puzza ed il “benaltrismo”. In quelle condizioni il suo compito era “strepitare”. E lo ha fatto.
Altra cosa secondo me è l’uso “politico”, giudiziario e mediatico che di quelle telefonate si è fatto e si sta facendo. E su questo mi trovi ampiamente d’accordo. Non faccio fatica ad immaginare che i massimi responsabili della Marina, o gli stessi magistrati, le abbiano consegnate ai media per limitare i catastrofici danni d’immagine e non, nella vicenda. Ed innescando quel circo che tu ed altri avete ben descritto.
Totalmente in sintonia con il resto delle tue considerazioni.

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Rita 9:06 am - 19th Gennaio:

ieri sera nel “salotto” di Vespa (alla fine ha tirato fuori pure il modellino della nave eh..comunque smile c’era qualche membro dell’equipaggio, qualche passeggero, tutti a raccontare fatti, sensazioni, spiegazioni, giustificazioni in ordine sparso.

A un certo punto intervistano una coppia: l’uomo narra delle operazioni di evacuazione, di come abbia cercato di aiutare questa donna tirandola sulla scialuppa e mentre lui tirava per issarla sulla scialuppa, sentiva che “altri” tiravano dall’altra parte per prendere il suo posto, fino a farla rischiare di cadere in acqua visto che era a metà tra la nave e la scialuppa

Poi hanno intervistato lei. ancora scossa, dal fatto.

Ma chi la tirava? Chiede Vespa…

ma… della gente dietro.. è la sopravvivenza,…

Sì, ma chi? Lei non ha visto nessuno?

Mah.. gente… (e poi molto più sommessamente) c’era una signora..

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Luigi Corvaglia 11:45 am - 19th Gennaio:

Comunque …..
Francesco Schettino: comandante della Costa Concordia.
Dimitri Cristidis: ufficiale in seconda della Costa Concordia.
Silvia Coronica: ufficiale in terza della Costa Concordia.
Tutti e tre hanno abbandonato la nave prima dei passegeri, certo.
Ma, a meno che per l’ufficiale in terza non abbiano sbagliato generalità, da Silvio a Silvia, in questo genere di disastri mi sembra che sia una prima assoluta.
Certo da lei (a seguire certi deliri femministoidi), quel comportamento non me lo sarei mai aspettato … 🙁 …. mica trattasi di vil maschio!!

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Fabrizio Marchi 12:26 pm - 19th Gennaio:

“Intanto non sappiamo se è prassi, quantomeno in questi casi, la registrazione delle comunicazioni tra natanti in difficoltà e capitanerie. Ma quantunque non lo fosse capisco benissimo De Falco che, intuito il disastro e cercando di limitarlo nell’ambito delle sue responsabilità, contemporaneamente pensi di “coprirsi” registrando. In maniera tale da dimostrare, successivamente, che lui e la Capitaneria il proprio dovere lo avevano fatto”. (Luigi)
Siamo però perfettamente a conoscenza di un’altra (scriteriata) prassi, e cioè quella di navigare vicinissimo alla riva per quello che viene definito il “tradizionale” saluto al’isola, come tutti gli abitanti del Giglio hanno confermato. E di questa non potevano non esserne a conoscenza sia la Guardia Costiera che la Capitaneria di Porto, quindi anche il de Falco, il quale ha pensato bene, come dici anche tu, di “coprirsi”. E anche quel tono e quell’atteggiamento che ha avuto in quella telefonata faceva parte del “piano”. Quando succedono incidenti di questa entità e gravità, sappiamo perfettamente che la responsabilità non può mai essere di una sola persona. Non è un caso quindi che il Comandante della Capitaneria abbia utilizzato quel tono enfatico e aggressivo. Il De Falco aveva già condannato lo Schettino con quella telefonata, scaricando su di lui ogni responsabilità per quanto accaduto.
Fin troppo facile. Ma se l’inchiesta giungesse appunto ad appurare che quella del “saluto all’isola” era una prassi ordinaria e tollerata, come la mettiamo?
E la Costa Crociera? Non ha nessuna responsabilità in tutto questo? Mi sbaglierò ma questa vicenda puzza tanto di capro espiatorio (fa comodo a tutti).
Detto ciò, sono convinto che il comandante della nave sia un inetto, inadeguato all’incarico e molto probabilmente anche un codardo, ma di certo se analizziamo le cose nella loro totalità, non è certo lui il solo responsabile della tragedia.
E sappiamo quanto il concetto e l’etica della responsabilità sia il cuore anche e soprattutto della QM. In questa vicenda in parecchi si sono chiamati fuori, non solo lo Schettino, anche se al 99% sarà lui il solo a pagare…
Fabrizio

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armando 12:20 am - 20th Gennaio:

1) E’ vero. De Falco ha fatto il suo dovere e per questo non va considerato un eroe. Eroe è quello che si è toltoil giubbino per darlo a un bimbo ed è morto.
2) Neanche io metto in croce Schettino per aver condotto la nave sottocosta. ha sbagliato di grosso, è vero. Ma l’errore, una certa dose di rischio, una intraprendenza oltre le regole codificate ci può stare. Tutto ciò, quando non sconfina in smargiasseria fine a se stessa, ossia non è temprata da ragione e intelligenza, è molto maschile. Inutile aggiungere che l’errore comunque deve essere pagato, anche da chi ad esso ha “collaborato”. Premesso che non so come mi sarei comportato in quel frangente e che quindi ciò che scrivo mi si sarebbe potuto ritorcere contro, quello che invece è imperdonabile (se, come pare , è confermato), è il comportamento DOPO il naufragio. IL Comandante deve essere l’ultimo la lasciare la SUA nave, comunque sia. Si tratta dell’ONORE, un concetto desueto, ormai sconosciuto e vilipeso, anzi distorto, in una società femminilizzata che lo ha trasformato in un attributo del mafioso o relegato alla sfera sessuale. Invece l’onore è la virtù maschile per eccellenza e virtù deriva vir (in latino uomo/maschio). Significa assunzione di responsabilità, lealtà, coraggio, rispetto della parola data e degli impegni morali prima ancora che contrattuali assunti. Quando un uomo perde l’onore perde tutto, e se ha ancora un po’ di dignità si spara invece che cercare di giustificarsi balbettando. E chissenefrega dell’ipocrisia dei media, delle ragazzine, delle femministe e di tutti gli altri. E’ vero, loro non hanno ragione di lamentarsi se ci si comporta in contraddizione con quei valori che sempre vilipendono (Francesco Merlo te lo raccomando. E’ il peggiore fra i peggiori ad infangare i maschi e della sua opinione mi faccio un baffo). Degli ipocriti ce ne dobbiamo fregare, ma di noi stessi no, perchè il danno fatto da Schettino alla causa maschile è grande, enorme, ed è imperdonabile. Si, credo che se vogliamo salvare il maschile dal naufragio, dobbiamo ribadire che “l’omo deve essere omo”, e il comandante comandante, quindi con tutti gli oneri che implica il comando e non solo con gli onori. Solo così si legittima l’autorità, e solo così si legittima il maschile, dal capo all’ultimo subalterno della catena gerarchica ognuno coi suoi onori ed oneri. Tutto il resto significa femminilizzazione. E questo vale anche per gli ufficiali subalterni. Il secondo in scala gerarchica, se il comandante se la stava dando a gambe, sarebbe dovuto rimanere lui con i suoi sottoposti, e cosè via via gli altri ufficiali. Sembra invece che un buon numero (fra cui una donna), fossero sulla scialuppa insieme col capo. Non conta nulla che poteva coordinare le operazioni anche da terra. Il suo posto era sulla nave, come in circostanze molto più drammatiche fecero il coamndante del Titanic e quello dell’Andrea Doria (1956, ero bambino ma mi ricordo bene quella vicenda che mi colpì profondamente). L’aspetto simbolico è importante almeno quanto quello pratico. Avrebbe dovuto dire: ho fatto una grande cazzata, ne pagherò le conseguenze insieme ai corresponsabili, ma ora sono al mio posto per rimediare il rimediabile, per salvare più vite possibili e per salvare il mio onore di uomo. E se uno non è in grado di farlo, non fa il comandante di una nave, di un aereo o il comandante dei VVFF o militare o anche dei vigili urbani, per Dio! Su questo non possono esserci mezze misure o giustificazionismi di sorta, indipendentemente dal blabla mediatico. E’ semplicemente l’emblema di un maschile in disfacimento, e quindi del disfacimento dell’intera società. Sul piano pratico, chiama certamente in causa anche i criteri di scelta dell’armatore. A cosa si da importanza di più? Alla sostanza o alle apparenze? Mi sembra evidente che esiste tutta una catena decisionale sbagliata o marcia perchè sembra che tutto possa funzionare con le procedure burocratiche, coi protocolli, invece che con le virtù della persona, che quindi passano in secondo piano. Ma la condanna morale (quella giudiziaria non è nostra competenza) per Schettino, a meno che le cose siano andate in modo del tutto diverso da quello che finora è dato sapere, rimane intera.
armando

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Fabrizio Marchi 9:34 am - 20th Gennaio:

“Ma la condanna morale (quella giudiziaria non è nostra competenza) per Schettino, a meno che le cose siano andate in modo del tutto diverso da quello che finora è dato sapere, rimane intera”. (Armando)
Sono completamente d’accordo. Ciò che rigetto è la logica del capro espiatorio che è vecchia quanto è vecchio il mondo e soprattutto molto comoda (per questo è stata inventata)…
In questa vicenda (come in tantissime altre) c’è una catena di responsabilità (pratiche e morali), sia di singoli che di intere strutture, sia pubbliche che private (la Costa Crociere e la Capitaneria di Porto). Pare proprio che questa storia del “saluto all’isola” sia una “tradizione” consolidata non solo al Giglio ma in buona parte della nostra cara penisola. C’è di che stare allegri se così fosse… E se così è (rimanendo per ora al Giglio), stando a quanto affermano i residenti dell’isola, vuol dire che la Guardia Costiera (quindi anche il comandante De Falco) ne era al corrente ma chiudeva due occhi invece di uno…
Personalmente credo che la realtà vada osservata e interpretata sempre nella sua totalità (sarà una deformazione dovuta alla mia formazione, ma per me è così). E allora certamente che c’entra l’onore (o il disonore, come in questo caso) della singola persona, ma il tutto non può essere racchiuso o risolto in questo modo. Sarebbe troppo comodo, in fondo, anche questo.
Credo che abbiano in parte ragione, tutto sommato, coloro che hanno interpretato questo tragico evento come una sorta di metafora del Paese e della situazione in cui versa. Pensateci bene. La Costa Crociere si è immediatamente chiamata fuori da ogni responsabilità, scaricando immediatamente il comandante Schettino, e preoccupata solo di salvaguardare la propria immagine e soprattutto i propri profitti. La Capitaneria di Porto, se veramente era al corrente di questa scriteriata prassi del “saluto all’isola”, è doppiamente colpevole. Gli altri ufficiali a bordo se la sono data a gambe insieme al comandante. Alla fin fine chi è che ha fatto il proprio dovere fino in fondo? I soccorritori, i sommozzatori, quello che si è calato dall’elicottero (quindi i lavoratori), i membri dell’equipaggio (altri lavoratori) che si sono assunti la responsabilità di evacuare la nave senza aspettare l’ordine del comandante, e molti dei passeggeri che hanno cercato di salvare il salvabile, fra cui alcuni protagonisti di veri e propri atti di eroismo, anche a costo di sacrificare la propria vita.
Insomma, alla fin fine, ciò che ha funzionato è stata la spontanea iniziativa di tante persone che nel momento topico hanno saputo reagire con coraggio e decisione, dimostrando di essere capaci di agire in relativa e, in taluni casi, totale autonomia (come nel caso di alcuni membri dell’equipaggio e di alcuni passeggeri). Se così non fosse stato la tragedia avrebbe potuto assumere ben altre proporzioni…
Questa è secondo me la fotografia dei fatti e, se ci pensate bene, può essere lo specchio fedele della nostra società attuale e del momento storico che stiamo vivendo.
Se così stanno le cose, è quindi evidente che l’origine del problema e la responsabilità di quanto accaduto non sono solo nella codardia, nell’inettitudine e nella cialtroneria di un singolo personaggio ma di un intero sistema che crea le condizioni per una debacle complessiva (organizzativa ma soprattutto umana) come quella a cui abbiamo assistito. E’ su questo che dovremmo riflettere.
E proprio in quella telefonata “riparatoria” (agli occhi dell’opinione pubblica) del De Falco allo Schettino c’è la tragicommedia di un paese che se non affonderà lo dovrà al coraggio, alla forza e all’intelligenza di quegli uomini e di quelle donne di buona volontà capaci di metterci una pezza. Nonostante tutto…
Fabrizio

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Antonio 11:02 am - 20th Gennaio:

L’articolo è totalmente da rivedere, sul titanic c’erano poco più di 400 donne sul totale di 1314, quindi erano in rapporto di 1 a 3 con gli uomini
Le statistiche fornite sono quindi sballate, quelle corrette andrebbero fatte tenendo conto dei pesi numerici dei due sessi

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Rino 12:43 pm - 20th Gennaio:

E’ vero, ci sono molti più morti in Italia di soli incidenti stradali che a S. Marino per ogni altra causa.

Come è vero che su una barca con 20 maschi e 10 femmine se si salvano 12 dei primi e 9 delle seconde si salvano più uomini che donne. Infatti 12 è più grande di 9. Solo un maligno, come me, può dedurne che il 90% di salvate è superiore al 60% dei sopravvissuti.

Come sempre, chi tenta di darci torto ci dà ragione, perché noi troviamo le nostre armi e le nostre munizioni (costituite dalle menzogne altrui) sul fronte.
Non abbiamo una Santabara nelle retrovie: ci riforniamo sulla linea stessa di combattimento.

E infatti, ancora una volta, anziché ammettere la verità esplosiva delle nostre parole, si glissa, si depista, si stravolge, si seduce, si inganna.
Poiché è impossibile combatterci sul piano dell’argomentazione. Assolutamente impossibile.

Né uomini né dèi possono nulla contro il Logos.

La verità inscalfibile è questa: ogni giorno i maschi di terza classe muoiono al posto dei maschi di 1° e delle femmine di 1°, di 2° e di 3°.

CONCORDIC è ogni giorno. Ogni santo giorno.

RDV

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mauro recher 5:35 pm - 20th Gennaio:

infatti Rino ,la stessa cosa succede quando ho tentato di esporre i dati dei morti sul lavoro ,sul consueto blog femminista ,come risposta mi è stato detto che le donne che lavorano sono di meno ,indubbiamente vero .quindi meno donne che lavorano ,meno morte sul lavoro ,non farebbe una grinza ,peccato però ,che qui parliamo di percentuali ,ed è calzante il tuo esempio dell’Italia e San marino ,perchè ,se esistesse questo sistema maschilista (viene da se che gli uomini comandano ) i lavori più pericolosi e usuranti ,come è stato sempre nella storia ,li farebbero i cosiddetti schiavi (nel nostro caso schiave) ,e le percentuali sarebbero se non capovolte ,ma molto vicine ad esserlo ,credo che lo stesso discorso valga per il titanic preso in questione …
sulla vicenda della concordia ,mi limito a quotare il post di Fabrizio ,tutte pronte a chiedere la parità ,ma quando è in gioco la pelle ,allora prima le donne (i bambini mi sembra doveroso) ,vale ancora e non c’è femminismo che tenga

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Marco 12:16 pm - 21st Gennaio:

C’è una frase che in questi giorni ho sentito e letto spesso:
“Sulla nave c’erano donne, bambini, anziani e invalidi” (e gli uomini giovani e adulti?).
Una frase che mi fa capire ancora di più, come io abbia vissuto fino a pochi anni fa in una sorta di “mondo incantato”, che mi impediva di vedere quanto pesante sia diventare ed essere uomini. Ma ancora di più mi fa comprendere quanto sleali e doppie siano le donne.

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Fabrizio Marchi 1:12 pm - 21st Gennaio:

Verissimo, Marco, verissimo…E il bello è che viene pronunciata anche e soprattutto dalle donne, da quelle stesse che nelle televisioni strombazzano pari diritti ed eguaglianza. Pare proprio che l’eguaglianza sia un concetto molto relativo per questa gente…

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armando 3:24 pm - 21st Gennaio:

“E il bello è che viene pronunciata anche e soprattutto dalle donne, da quelle stesse che nelle televisioni strombazzano pari diritti ed eguaglianza. Pare proprio che l’eguaglianza sia un concetto molto relativo per questa gente…”
“tutte pronte a chiedere la parità ,ma quando è in gioco la pelle ,allora prima le donne (i bambini mi sembra doveroso) ,vale ancora e non c’è femminismo che tenga”

Sacrosantemente vero! E quoto tutte le considerazioni sulla relatività del concetto di parità e sulla doppiezza, direi meglio falsa coscienza, di tante, troppe, donne.
Ma se rovesciamo la prospettiva, in tutto ciò esiste anche un elemento positivo. Alla fine, quando il gioco si fa duro, i bla bla bla opportunisti sulla parità, la liberazione, l’oppressione, l’emancipazione etc. etc, si rivelano per quello che sono. Pura fuffa parolaia ad uso e consumo delle false coscienza di tutto il mondo. La realtà, la verità, si vedono nei momenti difficili, e in quelli senza un maschile saldo, solido, integro, tutto si disfa, si disgrega, avvizzisce , perisce.
Ora, credo che gli uomini dovrebbero trarre da tutto questo una lezione preziosa in due sensi.
Primo: dare il giusto peso, cioè pari a zero, agli sproloqui femministi sulla parità. Sono loro le prime a non volerla davvero quando il fuoco (o in questo caso l’acqua) minaccia di bruciare,o di bagnare, il culo. In quel caso ridiventano piccole, bisognose di protezione, cioè femmine come la natura le ha fatte. E guarda caso implorano (in verità esigono, ma questo fa parte del mondo arrovesciato che viviamo e della falsa coscienza), un maschio oppressore che le salvi a scapito della propria vita. Quindi quelle parole quotidiane valgono men che zero, e dovremmo ricordarlo loro ogni giorno, ora, minuto, secondo.
Secondo: insieme con la prima consapevolezza, dovremmo stamparci bene in mente che essere maschi è un orgoglio, e farlo valere. Significa che a noi è affidata la salvezza del mondo, altro che chiacchere, e far valere l’orgoglio maschile significa rivendicare la virilità nel suo insieme, esigendo che venga riconisciuta come essenziale. Certo, signfica anche che mai dovremmo vedere un soldato che piscia su un nemico morto o catturato o un comandante che abbandona la nave, ma questo è il Compito che dobbiamo assegnare a noi stessi. Sono convinto che quando fosse assolto, tutto l’insopportabile bla bla finirebbe da solo.
armando

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Rino 6:20 pm - 21st Gennaio:

Concordo su quanto avete scritto.
Aggiungo questo: è dunque il Maschio-Adulto-Sano colui dal quale ci si aspetta aiuto e salvezza (per quanto ciò possa essere rischioso per lui). Ciò è ragionevole: chi ci porta aiuto se non lui? Ok.
Ma il punto è che questo demandare al MAS non è cosa rara, avvenimento da Titanic o Torri Gemelle o Concordia. Questo avviene ogni giorno, è strutturale, non solo nel campo dei rischi fisici, ma anche economici, legali, sociali. Questo dato è fondamentale, ma così ovvio che non ce ne accorgiamo. Ogni giorno sui luoghi di lavoro c’è da prendere decisioni ed ogni decisione significa assunzione di responsabilità e perciò rischio.
L’elusione del rischio che è vergogna per gli UU è invece senza sanzioni sociali per le DD.
Questo è un tratto di quella storia maschile che farà parte della rivisitazione totale della storia stessa di cui abbiamo bisogno (e che di fatto stiamo ricostruendo in ambito Momas).
In secondo luogo dico che non bisogna mai negare i tradimenti, le viltà, le codardie cui gli UU stessi si abbandonano, esse sono uno scandalo, ma lo sono proprio perché da essi ci si aspetta l’adempimento pieno del dovere, che ha valore solo se adempiuto quando diventa costoso.

RDV

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Sandro2 7:45 pm - 21st Gennaio:

Marco:
“Una frase che mi fa capire ancora di più, come io abbia vissuto fino a pochi anni fa in una sorta di “mondo incantato”, che mi impediva di vedere quanto pesante sia diventare ed essere uomini. Ma ancora di più mi fa comprendere quanto sleali e doppie siano le donne.”
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Questo accade regolarmente ogni volta che c’è da rischiare la pelle, come nel caso del Titanic o della Concordia, oppure in guerra.
Al riguardo Warren Farrell scrisse quanto segue.
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Il doppio standard per l’eleggibilità
Quando la ferma fiducia di Margaret Thatcher in una difesa forte fu seguita dall’invio di centinaia di uomini (e di nessuna donna) a morire nella guerra delle Falkland, la sua popolarità tra i due sessi ebbe una tale impennata che i sondaggi che avevano fino ad allora previsto che avrebbe perso sicuramente nelle imminenti elezioni ben presto ne annunciarono invece la sicura vittoria. Nessun giornale titolò: «La donna resta in ufficio uccidendo gli uomini». Oppure: «La Thatcher definita un’ipocrita perché ha affermato di credere in una difesa forte e intanto ha usato il suo sesso come scusa per evitare il combattimento». Quando la Thatcher usò gli uomini affinché uccidessero al suo posto, nessuno la definì «debole», ma piuttosto «forte»; non diminuirono le sue possibilità di essere eletta, ma anzi aumentarono, poiché fu ritenuta ancor più degna.
Al contrario, Dan Quayle, sebbene abbia servito il paese nella Guerra Nazionale, e non in Vietnam, diventò un personaggio da operetta; e quando si seppe che Clinton aveva protestato contro la guerra del Vietnam ed era ricorso a tutti i mezzi legali per non prendervi parte, si registrò un calo iniziale del 20 per cento in voti, che avrebbe escluso dalle primarie qualsiasi altro candidato. Ipotizziamo che ciò accadde per il modo in cui Quayle o Clinton
gestirono la situazione. Ma nessuno ha chiesto a Geraldine Ferraro di giustificare il suo passato bellico, e poi non l’ha criticata per il modo in cui aveva gestito il suo sottrarsi alla leva? E come aveva fatto? Con il sessismo che sfrutta il privilegio femminile.
In tutto il mondo il nostro messaggio è: Se sei nato maschio, il desiderio di servire il tuo paese (per esempio come vicepresidente o presidente) non è sufficiente. Solamente gli uomini devono essere pronti a morire prima di poter altrimenti servire il paese.
Come già ricordato, sia Indira Gandhi, sia Golda Meir e Margaret Thatcher hanno mandato a morire degli uomini, esattamente come altri leader maschi; come già ricordato, quando furono delle donne a governare furono degli uomini a continuare a morire; e l’eguaglianza era al vertice, non alla base.
Le guerre non finiranno grazie a leader di sesso femminile. Le guerre finiranno quando, in un paese che perde in combattimento molti più uomini che donne, questo fatto sarà ritenuto una violazione della legge internazionale, esattamente come avverrebbe se arruolasse solo neri, o solo ebrei, solo donne o solo gay.
La guerra finirà quando, in tutto il mondo, non si potrà disporre a piacimento della vita degli uomini, almeno nella stessa misura in cui non si dispone liberamente della vita delle donne.
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Fabrizio Marchi 8:31 pm - 21st Gennaio:

“Le guerre non finiranno grazie a leader di sesso femminile. Le guerre finiranno quando, in un paese che perde in combattimento molti più uomini che donne, questo fatto sarà ritenuto una violazione della legge internazionale, esattamente come avverrebbe se arruolasse solo neri, o solo ebrei, solo donne o solo gay.
La guerra finirà quando, in tutto il mondo, non si potrà disporre a piacimento della vita degli uomini, almeno nella stessa misura in cui non si dispone liberamente della vita delle donne”. (Warren Farrell)
Parole sante. Né più e né meno. Devo decidermi a leggere il suo libro. Lo trovo in libreria, lo devo ordinare, qualcuno ce l’ha e me lo può prestare, magari spedendomelo (garantisco sull’onore la restituzione…smile ) o cos’altro?
Grazie.
Fabrizio

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armando 12:03 am - 22nd Gennaio:

Se non è più in commercio, di sicuro lo trovi in qualche biblioteca comunale, come accadde casualemente a me anni orsono. A Roma c’è di sicuro.

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Sandro2 3:30 pm - 22nd Gennaio:

Fabrizio:
“Devo decidermi a leggere il suo libro. Lo trovo in libreria, lo devo ordinare, qualcuno ce l’ha e me lo può prestare, magari spedendomelo (garantisco sull’onore la restituzione…smile ) o cos’altro?”
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Fabrizio, c’è (parecchia…) posta per te.

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