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1 Commento
Potrebbe sembrare Off Topic, ma non lo è.
Grecia, in prigione chi si opporrà ai regolamenti Ue
http://www.ilgiornale.it/news/esteri/grecia-prigione-chi-si-opporr-ai-regolamenti-ue-965214.html
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Aria di dittatura europea in Grecia? Non bastava la troika ad imporre tagli a stipendi e pensioni, o tasse praticamente su tutto, da qualche giorno un emendamento del governo in via di approvazione da parte del Parlamento di Atene prevede fino a due anni di carcere per chi si oppone ai regolamenti Ue o alla sua politica estera.
Identica pena per chi sia in disaccordo con le decisioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sull’embargo o sull’opportunità di attaccare uno Stato terzo. In un Paese praticamente governato dalla Ue viene imposta una sanzione penale pazzesca (da sei mesi a due anni di reclusione) per ogni regolamento comunitario disatteso. Come dire che, volendo semplificare la materia, se un cittadino decidesse di produrre i famosi zucchini troppo lunghi o decidesse di utilizzare reti da pesca a maglie più larghe di quelle previste dal regolamento Ue (il numero 40/2013 del consiglio del 21 gennaio 2013) finirebbe in carcere.
Il comma «a» all’art. 458 del codice penale ellenico è stato emendato lo scorso 24 ottobre così: «Ogni persona che viola intenzionalmente le sanzioni o le misure restrittive nei confronti membri o di entità o organismi o persone fisiche o giuridiche, o le decisioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite o di regolamento Ue è punibile con la reclusione per almeno sei mesi, salvo altra disposizione contenuta in più pesante pena». Gli unici a sollevare un’opposizione parlamentare a questo emendamento sono stati gli «estremi», i comunisti del Kke e i nazionalisti degli Indipendenti. «L’emendamento mira ad evitare qualsiasi reazione alla barbarie imperialista», ha detto il portavoce del Kke Thanassis Pafilis. Il deputato Notis Marias dei Greci Indipendenti ha osservato che questo accordo «criminalizza il diritto internazionale». Voci che gridano nel deserto democratico ellenico (e continentale), mentre sui blog di mezza Europa la notizia spopola. Il governo greco, ribattezzato «delle larghe intese con la troika», mira ad approvare quindi una legge-manette non solo per gli oppositori dell’Europa ma per chi semplicemente non osserva i regolamenti. E segnando un precedente pericolosissimo, inserendo di fatto nel Codice Penale ellenico il reato di opposizione all’Europeismo. E dopo i circa due milioni di euro investiti dal Parlamento europeo per bloccare blog, siti e post degli euroscettici. Se la misura votata sic et simpliciter dal governo greco (come d’altronde anche le 400 pagine del memorandum che nessun deputato ha letto per intero perché ricevuto solo un’ora prima del voto nel novembre 2012) voleva nelle intenzioni sopire i sentimenti anti euro alla vigilia delle elezioni europee, potrebbe invece sortire l’effetto opposto, dal momento che dubbi e insofferenza verso un’istituzione che non funziona e che non sana le proprie deficienze strutturali ma si fa dittatoriale, si stanno moltiplicando.
Di sicuro questo è l’ultimo step di una strategia, diversificata e avvolgente, che in Grecia intende mettere in secondo piano anche chi solo si interroga sulla bontà delle cure prescritte da Bruxelles. Ad esempio la notizia della candidatura da parte del Pse a prossimo presidente del Parlamento Europeo del numero uno delle sinistre radicali del Syriza, Alexis Tsipras, primo partito greco nei sondaggi, sarebbe vista come un tentativo di allontanare il giovane leader anti troika da Atene e «parcheggiarlo» sulla poltrona dorata di Bruxelles. Così da non dare troppi grattacapi al governo conservatori-socialisti che prosegue nella svendita di tutto ciò che ha un minimo di introito: alla voce privatizzazioni, per dirne una, dopo aver ceduto il Totocalcio (l’Opap) al singolo partecipante all’asta per una cifra complessiva corrispondente a solo un anno di fatturato, il presidente dell’ente preposto è stato fotografato sul jet privato di chi (il miliardario Melissanidis) quell’affare se l’è portato a casa. Con tanti saluti alla trasparenza e al rigore tanto caro a Frau Angela. Senza dimenticare che a un mese esatto dall’arresto dei dirigenti di Alba dorata (accusati di omicidio, corruzione, sovversione) ancora non si sa se le accuse del pm inquirenti siano fondate o meno, mentre nella capitale torna l’incubo degli anni di piombo, ma con l’ombra dei servizi deviati che altro non cercano se non la destabilizzazione continuata. Ce n’è abbastanza per essere decisamente euro indignati.
twitter@FDepalo
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)