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Percorro in bicicletta una via di Bologna sotto un portico, e scorgo una silhouette femminile strepitosa. Come mi avvicino, realizzo ancor di più la bellezza di quelle forme, una vera grazia. Se ne sta in attesa da sola, avrà una trentina d’anni, io le sfilo di fianco e ammiro. Dentro un maschio sessualmente sano, e sano di mente, in quei momenti accadono due penosissime cose: prima cosa, ti dici “ma perché non posso semplicemente premere un bottone e ritrovarmi abbracciato a quella meraviglia ora, subito, baciarla e fare l’amore, Dio mio!”, e te la prendi un po’ con la crudeltà della natura che ci ha fatti così maledettamente innamorati delle donne, del loro odore, di come sanno toccarti, quando poi quell’oggetto/soggetto di desiderio è così difficile da raggiungere pur essendo così frequente da incontrare. Un po’ come fossimo tutti, noi maschi, appassionati di sonate romantiche, e a ogni angolo di strada udissimo le note di un notturno di Chopin, per poi dover accelerare via e perderci subito nell’ignobile fracasso del traffico. Un tormento. La seconda cosa che capita è ancor peggiore: veniamo assaliti dal dubbio se tornare indietro e ‘provarci’ o meno. Perché in fondo al nostro cervello parte un nastro odioso che recita “ogni lasciata è persa… se non provi non saprai mai… magari nasce una gran storia, e ricorderete quella volta che tu l’hai abbordata e lei sorridendo ammetterà ‘… grazie a Dio tornasti indietro quel giorno, se no non saremmo qui’…”. Il dubbio… quel maledetto dubbio: “Cosa faccio? Proseguo o ci provo? Nooo, dai per favore, non ne ho voglia, poi tanto non funziona, no! zero, basta… Però… e se?”. La posta in palio è alta, credetemi, specialmente se almeno una volta nella vita ti è accaduto esattamente quello che recita il sopraccitato nastro, e a me è accaduto eccome, con conseguenze indimenticabili… e se? Sono minuti spiacevoli, già una certa emozione serpeggia nelle vene, che diventa poi una sfida con se stessi.
Mi fermo e mi giro. E’ sempre là, sempre quelle linee strepitose che sembrano galleggiare, non sostare. Cosa fai Barnard? Risposta: provarci no, ma dirle che mi ha donato minuti di ricchezza estetica sì, è troppo bella, le farò tutti i miei più sinceri complimenti. E poi uno che ha scritto ‘Sono andato a puttane’ deve verificare una certa cosa, ancora una volta, dunque la sfida è doppia. Torno sui miei passi, sono da lei in un battibaleno, mi fermo con un sorriso e mi aggancio ai suoi occhi, lei ai miei, le dico “sono tornato da te per dirti quanto apprezzo la tua bellezza, solo questo”.
Vedete donne, a quel punto il tempo si ferma, lo spazio svanisce, ogni cosa da lì in poi è come se fosse vissuta da noi uomini dilatata di mille unità, e noi registriamo nella coscienza ogni fotogramma a seguire, che va a stamparsi su una pellicola sensibilissima con un’esposizione altissima. Siamo esposti, nudi, vulnerabili e reattivi come le rane di Galvani, siamo senza pelle e coi nervi all’aria. Preghiamo solo che il vostro specillo non ci tocchi là dove il dolore sarebbe fulmineo.
La donna sotto al portico aspetta la fine delle mie parole, si gira sui tacchi e muove un passo via da me, muta, neppure uno sguardo. Penso “non ho scritto ‘Sono andato a puttane’ per nulla, ci risiamo”. C’era il sole, ora grandina, sto per mandarla a cagare, ma in un moto di civismo che non merita le do una seconda chance: “Era solo un complimento, non fa piacere?” le dico. Muove altri due passi dandomi le spalle, guarda laggiù chissà che cosa di più interessante di un uomo che è cortese al punto di omaggiare la sua bellezza. Tutto questo si realizza nella metà di secondo che ci metto ad esprimere la sintesi appropriata, e quando ancora la ‘ere’ di “non ti fa piacere?” è nell’aria le sibilo “Cretina”, e me ne vado. Lei si gira, con la coda dell’occhio colgo i suoi occhi vacui e mi chiedo cosa stia accadendo in quel cervello.
Già, donne, cosa accade nel vostro cervello quando così tipicamente produce resina bi-componente invece che esprimersi? Lasciatemi essere franco, perché la sensazione è proprio che così come le aree cerebrali producono adrenalina, serotonina, o altre sostanze deputate a stimolare l’attività psico-motoria, in quelle particolari situazioni un gran numero di voi produca resina che vi cristallizza le facoltà dell’espressione, per cui volenti o nolenti non sapete fare altro che impalarvi. Ed è un disastro. Un uomo vi si presenta con l’abito della festa, voi sollevate la zampetta posteriore e gli fate una spruzzatina di pipì sulle scarpe. Ma perché? Accade una quantità di volte incalcolabile e ogni volta una vescicola di bile si deposita nel fondo dell’uomo. E siete cretine senza attenuanti, perché non vale qui fare una digressione se mai si trattava di insicurezza, di timore o di semplice idiozia arrogante, come non vale disquisire se quello che è passato col rosso e ti ha falciato correva per necessità o per arrivare in tempo alla partita: semplicemente non si fa. E voi lo fate di regola, spesso sapendo di sbagliare, ma è più forte di voi. Non è una banalità, è un dramma, poiché purtroppo in una società dove la donna siede dalla parte ricevente, quasi ogni singolo approccio maschio femmina deve per forza passare da quelle Forche Caudine, per cui l’ammontare delle smusate finali che un uomo accumula in una vita è intollerabile. Finiamo sovente a odiarvi per questo, anche perché siamo obbligati per necessità a quelle pene. E’ un po’ come se ci capitasse che all’atto di ingerire cibo, spessissimo ci arrivasse una sberla nella nuca, ma non puoi fare a meno di mangiare.
Ripeto, alla fine la pagate cara. Infatti è comprensibile come poi il maschio medio, troppo spesso sprovvisto di un arsenale adeguato di autostima, si ingegni per neutralizzare anticipatamente la smusata, lo specillo proprio su quel nervo vivo. Tipicamente vi si approccerà con arroganza preventiva, con offensività preventiva – e qui il ‘preventiva’ è la chiave di comprensione del fenomeno – come dire: sono rimasto scottato, ma stavolta te lo stampo io il ferro da stiro in faccia prima ancora che tu dica beo, tanto per stare dalla parte dei bottoni. Ed è così che accade, fidatevi. Questo si traduce in una quantità colossale di brutali relazioni all’impronta del cane che si morde la coda. Noi, voi, voi, noi, l’insicurezza mia cozza con la tua, la tua ferisce la mia, la mia ferirà la tua, all’infinito. Idiozia, spreco, tristezza.
Se ieri un ragazzo ti ha abbordata dicendo “ciao, hai nove settimane e mezzo libere?” sghignazzando con gli amici, e se tu hai pensato “ma fottiti idiota”, stai certa che quell’uomo è prima passato per non so quante belle silhouette che a fronte di un complimento cortese hanno sollevato la zampetta e gli hanno fatto pipì sulle scarpe delle festa.
Donne, meglio che a fronte di un tizio in bicicletta che torna indietro perché siete troppo sexy per proseguire, vi scorra un “grazie, sei carino” nelle vene fino alla lingua, piuttosto che resina. Vi conviene, sempre, fidatevi.
410 Commenti
“ad esempio Demian parla per Demian, Marco parla per Marco, Silver per Silver, Icarus per Icarus…ecc..e nn riesco proprio a pensare che invece parlino a nome “degli uomini”.”(Lasam)
Guarda che noi non parliamo per noi stessi, ma ci rifacciamo alla realtà dei fatti e alle sue conseguenze: sono gli uomini che ricorrono alla pornografia e al sesso a pagamento, sono gli uomini che vanno in depressione o si suicidano o vengono lasciati perchè perdono(o non trovano) il lavoro. Il perchè di tutto questo è proprio dovuta ad una certa asimmetria che tu cerchi in tutti i modo di negare: cioè che una donna non avvenente ha molte più possibilità e probabilità di trovare sesso rispetto ad un uomo non avvenente, e che una donna che lavora mai sposerebbe un disoccupato, mentre un uomo che lavora invece sposerebbe una donna disoccupata. Tu, invece, cerchi in tutti i modi di negare queste evidenze, queste amare evidenze, glissando, eludendo, e/o facendo battutine di spirito, oppure citando qualche caso singolo, qualche eccezione, credendo che possano smentire la situazione generale.
Icarus.10(Quota) (Replica)
“Mi fanno ridere quegli uomini che pretendono di parlare a nome di tutti gli uomini…”(Peppe)
Giuby, non stiamo parlando a nome di TUTTI gli uomini, ma a nome della MEDIA degli uomini. E la Media rappresenta un’ informazione sui comportamenti maggioritari. Gli eventi minoritari, seppure sono degni di essere menzionati, non possono essere presi come riferimento per descrivere un fenomeno, mettendoli sullo stesso piano con quelli medi, cioè maggioritari.
Alla maggior parte degli uomini piace far sesso, e tanto, tantissimo. Tuttavia è anche vero che per trovare un pò di figa non bisogna distruggere la propria dignità, strisciando , leccando,e facendo lo zerbino, ma questo è un altro discorso.
Icarus.10(Quota) (Replica)
sto spulciando nel vostro blog e mi sorge una domanda: ma perche generalizzate tanto?..le donne sono tutte uguali..ma quando mai. io stessa conosco ex mogli che si vantano di parlare male ai figli del loro papa’(cosa indegna) o che si servono degli stessi per “fargliela pagare)..o che anche in costanza di matrimonio, sottilmente, instillano sfiducia nei cfr del padre..(le mamme hanno un potere grandissimo sui bimbi, specie nei primissimi anni di vita) ma non sono tutte così. ci sono donne in gamba, degne compagne, lavoratrici,capaci di inventare un pranzo e una cena e di stirare una camicia. vero e’ che viviamo nella societa’ dell’immagine e della mercificazione dei corpi…ma..per colpa delle donne?non credo. se crisi dei valori c’e’, penso sia di piu’ largo impatto..non credo che basti andare in giro con un preservativo nella borsetta e pagare la pizza alla “romana” per ristabilire l’ordine , la giustizia, il rispetto..il rapporto tra i due sessi non e’ mai stata materia semplice:lo dimostra il fatto che tutte le religioni se ne sono occupate stabilendo rigide modalita’ di comportamento..ma oggi la secolarizzazione impone una creativita’ di relazioni..che non e’ semplice da gestire. pero’..se io posso parlare delle mie relazioni in modo assolutamente specifico..a leggere il blog..sembra che in materia femminile..conoscerne una..basti e avanzi. certo, e’ il vostro punto di vista e va rispettato…giustificato..ma a me sfugge qualcosa. vero e’ che la gregoracci il figlio lo ha fatto con briatore..ma lui non ha mai corteggiato una donna coetanea come la bindi o la bonino (colte, intelligenti, esperienti). il sesso piaci a tutti, uomini e donne perche’ e’ bello.e’ un meraviglioso strategemma che la natura ha escogitato per procreare. se fosse stato un tantino spiacevole..ci saremmo gia’estinti da tempo. solo che lo viviamo senza pensare alla riproduzione..da troppo poco tempo, dalla contraccezione in poi..che nel nostro paese non e’ così sostenuta e diffusa. non dimentichiamo che nei licei non mettono distributori di preservativi perche’ “si fraintende il messaggio”. e’ così in italia. le cose devono sicuramente cambiare ma in forma piu’ capillare e responsabile.a cominciare dalle donne, sicuramente, ma in quanto madri, educatrici, custodi delle nuove generazioni..solo così arriveremo a un incontro tra i sessi diverso, piu’ consapevole e responsabile.
maria(Quota) (Replica)
scusa icarus, hai letto quel che ho scritto? io non voglio negare nulla, chiedo..perchè secondo te un uomo sposerebbe una disoccupata? 1 la ama ( e può permettersi di mantenerla) 2 è disoccupata momentaneamente ma ha sempre lavorato nella sua vita 3 la preferisce disoccupata perchè almeno sta a casa ( con tutti i vantaggi che presume di poter avere da questa cosa) 4 è altruista sempre e comunque
e perchè una donna non sposerebbe un disoccupato? 1 motivo spiegato nel mio precedente commento 2 è egoista e vorrebbe farsi mantenere lei 3 non le va l’uomo pelandrone 4 non è abbastanza ricca per mantenerlo
sono solo ipotesi naturalmente…e credo che possano coesistere tutte o essere più o meno valide. Se vuoi dire che la donna è stata più abituata a fare la casalinga e ad occuparsi dei figli e quindi non lavorare, ti do ragione. ERA cosi. Ma le cose sono molto cambiate, ora si tende ad una indipendenza economica e credo che ogni uomo dovrebbe volerla per la propria donna. Molte volte invece è l’uomo stesso che vuole la donna a casa, e lo sbaglio delle donne è accettare magari di smettere di lavorare dopo il matrimonio.
Per quanto riguarda gli uomini che si suicidano ecc per aver perso il lavoro, si, è vero , capita più a uomini che a donne, uomini che hanno il peso della famiglia sulle spalle, ma questo è solo indice della disperazione di quegli uomini e non si può negare che ci sono donne sole con figli che si fanno un mazzo tanto, e nn si suicidano ma tentano in ogni modo di sopravvivere. Magari con doppi o tripli lavori umilissimi. Io non nego che ci siano le cose che dici, ma non capisco perchè Icarus ti ci impunti in un discorso come a dire che la colpa di tutto ciò è delle donne. Non ho glissato, nè eluso, nè fatto battutine di spirito…chiedo agli uomini perchè sposerebbero una disoccupata…forse perchè la cultura ci ha inculcato questo…uomo al lavoro e donna a casa. Le cose sono cambiate e allora si vorrebbe che anche le donne sposassero un disoccupato? Io credo che ogni coppia trovi il suo equilibrio anche in questo settore, e che nn ci siano regole prestabilite. Non posso vedere come un dogma quello che affermi, nella realtà ci sono casi diversissimi tra loro.
Quello che posso dire è che trovo sbagliato nelle donne (molte, non tutte) usare il matrimonio come un investimento, cercare il buon partito per sistemarsi, perchè anche in caso di divorzio (specie se disoccupate) ne avrebbero un guadagno economico. Ma quando finiremo noi umani di mettere sempre il potere nei rapporti? l’uomo il potere economico e la donna quello della vulva. é qui il problema cari ragazzi, che mettendo sempre il potere di mezzo ai rapporti non si hanno rapporti ne sani ne paritari. Ma purtroppo l’evoluzione è lenta, e le colpe sono di tutte e 2 i generi.
lasam(Quota) (Replica)
maria: più che alla romana farei pagare sempre la donna.
http://www.youtube.com/view_play_list?p=1181619399EE7CB9&playnext=1&playnext_from=PL&v=RD1wjyDoy7o
Leonardo(Quota) (Replica)
@ lasam
Ma quando finiremo noi umani di mettere sempre il potere nei rapporti? l’uomo il potere economico e la donna quello della vulva. é qui il problema cari ragazzi, che mettendo sempre il potere di mezzo ai rapporti non si hanno rapporti ne sani ne paritari.
@
lasam, in parecchi hanno più volte sottolineato che il potere economico è un qualcosa che riguarda una ristretta minoranza di uomini – i cosiddetti “alpha” – non certamente gli uomini “beta”.
Ad esempio, io guadagno 1500 euro al mese, di cui 350 vanno per l’affitto e 105 per la rata che mensilmente pago alla banca (ovviamente si tratta di un prestito preso in un recente passato). Con quelli che mi restano ci pago le bollette, da mangiare, ci mantengo l’auto, ecc.
Perciò di cosa stiamo parlando? Di quale potere?
Come puoi pensare che esista una simmetria fra il potere della vulva – che riguarda la grandissima maggioranza delle donne giovani o relativamente giovani – ed il potere economico, che è privilegio di una élite di uomini?
Marco(Quota) (Replica)
Lasam, ciò che afferma Icarus a proposito del matrimonio con un/una disoccupata/o è la verità. d’altronde è una verità anche piuttosto banale, perchè basta osservare la realtà che ci circonda per rendercene conto, anche se talvolta ci è mancata l’occasionedi farlo. Io sto leggendo i tuoi post e sicuramente mi sembri una donna evoluta, emancipata nel vero senso della parola, ma tante altre donne lo sono meno. Maria si chiede perchè generalizziamo. Quando parliamo di donne facciamo riferimento alla maggioranza delle donne, siamo consapevoli che ci siano eccezioni. Per esempio sull’argomento di cui sopra, siamo consapevoli che alcune donne possano anche sposare un disoccupato, ma sono una percentuale ridottissima. Noi tutti sappiamo che l’uomo ricerca nella donna in prima battuta l’avvenenza fisica e, in caso di legame stabile, anche una certa sintonia caratteriale. La donna, cioè la maggiornaza delle donne, invece è attratta non solo dall’aspetto fisico dell’uomo, dal suo “forte”carattere, ma anche dalla sua collocazione socio-economica. Perchè questo? Perchè una donna quando si avvicina a un uomo pensa anche a quanto sarebbe in grado di contribuire all’allevamento della prole, ed è chiaro che più un uomo è benestante più sarà in grado di contribuire al benessere economico familiare. Per l’uomo invece tutto questo ragionamento va in secondo piano. Quando sceglie una donna sceglie una donna e non pensa a quanto questa sarà in grado di contribuire economicamente al benessere delle eventuale futura famiglia. In un certo senso possiamo affermare che quando una donna guarda un uomo pensa a quanto potrà proteggere in senso lato lei e i suoi figli, un uomo quando guarda una donna pensa a quanto sarà piacevole starle accanto, senza andare oltre. Inoltre va detto che il disoccupato è considerato socialmente un fallito, mentre una donna disoccupata si ritiene che possa tranquillamente svolgere la mansione di casalinga con piena accettazione sociale; e poichè siamo tutti molto sensibili alla considerazione sociale, tendiamo ad allontanarci da ciò che non ci consente di ottenerla e nel caso specifico, relativamente alle donne, dal matrimonio con un “fallito” dal punto di vista sociale. Io aborro, come dice un noto giornalista semi-serio, questo mentalità, però per la maggior parte degli individui, uomini e donne, è naturale e giusta, non la mettono in discussione. Proprio ciò fa sì che le donne siano più degli uomini sensibili all’appartenenza di classe e quindi più degli uomini “strumento” di conservazione della divisione in classi
Alessandro(Quota) (Replica)
Lasam, non sto dicendo che ciò che ho detto sia un Dogma, anzi come ho risposto anche a Peppe, qui stiamo parlando di comportamenti medi, cioè maggioritari, e non assoluti perchè è ovvio che accanto ai comportamenti maggioritari, cioè generali, vi sono anche comportamenti minoritari. Ma la minoranza come si suol dire non scalfisce la maggioranza, e quindi se vogliamo studiare accuratamente un fenomeno dobbiamo necessariamente soffermarci sugli eventi a maggiore incidenza, pur non trascurando quelli di minoranza. Sul fatto che la donna non sposerebbe mai un disoccupato non è solo perchè alcuni uomini vogliono la donna relegata in casa, come dici tu, ma anche e soprattutto perchè le donne sono attratte dall’ uomo che emana uno spirito vincente(il disoccupato è un perdente e sfortunato), del resto siete voi(voi in senso generale,non assoluto) a dire il vostro partner ideale vi deve infondere “senso di protezione” e non noi(e la “protezione” implica anche l’aspetto materiale di sopravvivenza) e sono sempre le donne ad andare in estasi per gli uomini famosi vincenti, come ad es. qualche campione dello sport(gli uomini invece vanno in estasi per le donne famose solo se sono avvenenti), cioè i Maschi Alpha. Ecco, da questa mentalità “machista” le donne(non tutte, ovvio) devono liberarsi. Ma poi scusami, lasam, se è come dici tu, si ha un contro senso, una profonda illogicità. Cioè tu dici che vi sono alcuni uomini che vogliono le donne relegate in casa. Vero. Ma io ti sto parlando di donne che rifiutano un uomo disocupato da sposare, e quindi un uomo disoccupato che vuole la donna relegata in casa da casalinga mai e poi mai chiederebbe ad una donna che lavora di sposarla. Quindi non ha senso il tuo discorso.
Vabbeh, Lasam, non è che posso mettermi a replicare sempre, altrimenti questa discussione andrà per l’ infinito.
Icarus.10(Quota) (Replica)
lasam
“per questo allora quando un uomo nn si controlla e violenta dovrebbe essere scusato?”
________
A quanto pare anche a te sfugge un “piccolo particolare”.
Un uomo “normale” non riuscirebbe MAI ad eccitarsi in circostanze simili; il rifiuto e le urla della donna provocherebbero in lui l’effetto contrario.
Perciò sfatiamo queste leggende metropolitane, propagandate ad arte dai mass media, dalle femministe e dai cagnolini maschi al loro seguito.
Silver(Quota) (Replica)
Bentornata Maria.
Dov’è che hai notato generalizzazioni?
Dire che la sessualità femminile è oggi soggetta a dinamiche strumentali e di scambio è forse una generalizzazione? Io non credo.
La colpa è solo delle donne? Ovviamente no, ma sono queste ultime a negare le proprie responsabilità sostenute da un opinione comune forgiata su retaggi culturali obsoleti.
Come fai a sapere che Briatore non abbia corteggiato Rosi Bindi o chi per lei?
Non ho capito il tuo esempio…
Comunque l’ultima parola sul fare sesso oppure no generalmente chi la detiene ?Non è una barbarie al contrario, secondo te ?
é la domanda/offerta di sesso che pende a sfavore degli uomini, vogliamo negare ad oltranza l’evidenza?
Parlare delle esperienze personali per il gusto di controbattere (ho tante amiche che non fanno sesso da mesi, io mi propongo sempre e pago anche di tasca mia, ci sono donne così ma non sono tutte uguali) non serve a nulla se non per difendere il proprio punto di vista.
Leggi tu stessa le altre donne intervenute: la morale è, cazzi vostri.
Non si tratta di generalizzare: si tratta evidenze riscontrabili da chiunque.
Luke Cage(Quota) (Replica)
” io guadagno 1500 euro al mese, di cui 350 vanno per l’affitto e 105 per la rata che mensilmente pago alla banca (ovviamente si tratta di un prestito preso in un recente passato). Con quelli che mi restano ci pago le bollette, da mangiare, ci mantengo l’auto, ecc.”(marco)
Ottimo il tuo discorso, marco, sul tanto urlato quanto inesistente “potere economico” degli uomini nei confronti delle donne. E sappi, che nonostante tu non stia messo bene economicamente, tra gli uomini beta, tu sei tra quelli messi meno peggio. E inoltre da quanto mi fai capire non sei un padre separato, altrimenti, ora scriveresti da un pc della mensa della Caritas.E’ il destino di milioni di uomini beta. Questo sarebbe il “potere economico” dei “maski” sulle donne.
Gli uomini nonostante facciano i lavori più rischiosi e usuranti, che muoiono sul lavoro( i morti sul lavoro sono oltre il 95% maschili) e nonostante campino in media 7 anni in meno rispetto alle donne, vanno in pensione 5 anni più tardi!!! Bell’ esempio di “potere economico” sulle donne!
Ecco che bel “potere economico” hanno gli uomini sulle donne:
http://antifeminist.altervista.org/risorse/lavori_ripugnanti.htm
Icarus.10(Quota) (Replica)
@leonardo…grazie per il video..erano anni che non vedevo milian, io poi sono romana, hai notato il titolo:uno contro l’altro..praticamente amici..emblematico, non trovi?
@luke cage..l’ultima parola spetta sempre alle donne, e’ certo..pero’ se un uomo si propone e trova una risposta favorevole e’ sicuro di andare incontro a un rapporto sessuale..completo e gratificante (si spera..per il benessere di entrambi) ma se a proporsi e’ la donna..non sempre gli uomini reagiscono con entusiasmo..molti, forse non colla vostra cultura e apertura mentale, possono sentirsi prevaricati, privati del piacere di..fare il primo passo. magari non lo dicono esplicitamente, ma una donna lo percepisce subito, da qualche balbettio iniziale..e vi assicuro che la certezza di concludere in bellezza..non c’e’. voglio precisare che il tutto non dipende dalla avvenenza della signora, che ci puo’ anche stare, ma da un malinteso senso dei ruoli..che molti uomini hanno. mi rendo conto che mentre una donna puo’ fingere dall’inizio alla fine, un uomo no..anzi deve essere ben sicuro dei suoi mezzi e delle sue risorse e forse per questo deve sentirsi sempre in piena sintonia con cio’ che desidera e nel contesto giusto. non e’ sempre facile riconoscersi ed essere chiari…ma non tutti gli uomini hanno la vostra chiarezza di intenti. sbaglio?
maria(Quota) (Replica)
Maria:”l’ultima parola spetta sempre alle donne, e’ certo, pero’ se un uomo si propone e trova una risposta favorevole e’ sicuro di andare incontro a un rapporto sessuale..completo e gratificante (si spera..per il benessere di entrambi) ma se a proporsi e’ la donna..non sempre gli uomini reagiscono con entusiasmo”.
Scusa Maria, perché secondo te se gli uomini si propongono le donne reagiscono sempre con entusiasmo?…
Leggiamo di nuovo: “Se un uomo si propone e trova una risposta favorevole è sicuro di andare incontro ad un rapporto sessuale…”.
E’ come dire “se ogni volta che capito dalle parti della porta avversaria, dribblo i difensori, tiro e il portiere non la prende, sono sicuro di fare gol…”.
Ma che razza di discorso è, Maria? Ma ci vuoi prendere in giro?…Io non voglio essere scortese, credimi, però a volte mi viene da pensare che qualcuno/a ci fa o c’è…Non c’è alternativa. Spero per te che tu ci faccia…
Mi sembra di essere di fronte a dei continui e reiterati tentativi per cercare di negare l’innegabile, e cioè che a questo “gioco” è la donna ad essere il soggetto dominante, tant’è che tu stessa affermi che l”’ultima parola spetta alle donne” (e ti pare poco…).
Ma secondo te, per quanti uomini reagiranno con imbarazzo di fronte ad una donna che assume l’iniziativa, quanti ce ne saranno in proporzione (non parliamo rispetto alle donne) che risponderanno con entusiasmo?
Ma su, per favore…cerchiamo di non raccontarci frottole…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
fino a quando ci saranno in giro uomini disposti a corteggiare e a invitare le donne..le cose non cambieranno. io stessa, mentre spulciavo il vostro blog, mi dicevo..ma a ma chi me lo fa fare di mettermi le mani in tasca o di andarmi a proporre..se c’e’ sempre chi e’ ben felice di farlo per me. giuste le vostre osservazioni..ma sara’ la dura legge del mercato, saranno gli atteggiamenti duri da modificare, e’ molto piu’ piacevole per una donna essere cercata..che cercare.
maria(Quota) (Replica)
mi sa tanto che la filosofia del blog..e’ riassunta bene..in questo pezzo…
http://www.youtube.com/watch?v=PyVLytkFvDE&feature=related
spero che l’ironia femminile..non vi disturbi..
maria(Quota) (Replica)
Cara Maria, questa invece è una considerazione intelligente che sgombera il campo, se me lo consenti, da tutto quello che hai affermato nel tuo precedente post…
Hai perfettamente ragione, in questo caso. E infatti uno dei nostri obiettivi fondamentali è proprio quello di lavorare per costruire una nuova e rinnovata, consapevolezza maschile (beta). Un lavoro durissimo perchè il maschile è stato sottoposto ad un vero e proprio massacro psicologico e culturale e la grandissima maggioranza degli uomini è oggi completamente sprovvista di una identità.
Solo quando gli uomini (beta) saranno in grado di sviluppare questa coscienza, sia a livello individuale, sia di genere e sia di classe, potranno creare essi stessi le condizioni per una radicale trasformazione della relazione con l’altro genre. Solo allora, le donne saranno obbligatete, per forza di cose, ad avviare un processo di cambiamento.
L’esempio che tu hai fatto è assolutamente puntuale e molto lucido. “Ma a me, chi me lo fa fare di faticare – dici tu in sostanza – quando c’è qualcun altro che lo fa per me?”.
Niente di più vero. Spetta agli uomini cambiare. Quello che chiediamo alle donne come te, se veramente hai a cuore la possibilità di una diversa relazione con gli uomini, è di espandere questo messaggio. Non devi fare molto, solo ripetere quello che hai appena scritto su questo post a tutte le altre donne.
Ti ringrazio ancora perchè il tuo è stato finalmente un commento sincero.
Allora però finiamola una volta per tutte con queste leggende sugli uomini sempre oppressori e le donne sempre vittime. Quello che hai appena scritto sconfessa palesemente questo assunto.
Anzi, mi spingo oltre, alla luce di quanto hai appena scritto: ti invito ufficialemte ad aderire al nostro Movimento. Non saresti la prima donna che lo fa.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Maria, ho appena visto il video che hai pubblicato…Finalmente un po’ di autenticità…Se le donne sapessero vivere con la necessaria leggerezza, libertà e ironia i contenuti di quella canzone, le cose andrebbero molto ma molto meglio…
Ti rinnovo con più forza l’invito ad aderire…:-))
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Riguardo alla questione dell’ aspetto fisico, ero e resto del parere che sia un “dettaglio” molto importante anche per gli uomini, soprattutto da giovani.
Un conto e’ somigliare al Clint Eastwood trentenne e un conto a Maurizio Costanzo (giovane o vecchio, poco cambia…).
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=12571862
Strider(Quota) (Replica)
Eppure, Strider, Maurizio Costanzo si è sempre accompagnato a donne belle, a significare che il potere, inteso in senso lato, è il maggior afrodisiaco possibile. Se fosse stato anche bello, e su che cosa le donne intendano per bellezza maschile io ancor oggi non ho le idee chiare, avrebbe avuto tutte le donne ai suoi piedi. La bellezza è un valore aggiunto, ma ciò che fa la differenza, proprio per il diverso tipo di approccio che caratterizza i due sessi, è la capacità di esprimere “potere”, cioè, detto in altri termini, la propria collocazione nella scala socio-economica.
Alessandro(Quota) (Replica)
Si l’aspetto è importante, le donne sanno riconoscere la bellezza maschile, malgrado il tipo di cultura che denigra il corpo del maschio, che lo offende, che lo vuole servo della bellezza femminile e quindi lo rende inferiore al corpo femminile.
Riprendiamoci quello che è nostro.
Leonardo(Quota) (Replica)
Alessandro
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Eppure, Strider, Maurizio Costanzo si è sempre accompagnato a donne belle, a significare che il potere, inteso in senso lato, è il maggior afrodisiaco possibile.
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Appunto.
Se fosse stato un semplice militare, o avesse lavorato all’acciaieria, Costanzo avrebbe potuto solo sognarsele le belle donne.
Alessandro
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e su che cosa le donne intendano per bellezza maschile io ancor oggi non ho le idee chiare,
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Personalmente ho le idee molto chiare, riguardo ai loro gusti. Ad esempio so che io non rientro in tali canoni, essendo tarchiato, con la mascella squadrata e di media altezza (nonche’ pugile).
Ah, tuttavia non rientro nei canoni delle italiane, non delle straniere dell’est, visto che fisicamente somiglio ai “loro” uomini…
Alessandro
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La bellezza è un valore aggiunto, ma ciò che fa la differenza, proprio per il diverso tipo di approccio che caratterizza i due sessi, è la capacità di esprimere “potere”, cioè, detto in altri termini, la propria collocazione nella scala socio-economica.
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In eta’ adulta, senza alcun dubbio, ma da giovani e soprattutto da giovanissimi, l’ aspetto fisico conta moltissimo anche nei maschi.Un adolescente brutto o grasso, non rimediera’ quasi mai niente: gli tocchera’ masturbarsi per anni. Molto probabilmente le sue prime “esperienze sessuali” (se cosi’ le vogliamo chiamare…) saranno con qualche prostituta.
Strider(Quota) (Replica)
Perché gli UU sposino disoccupate a mai viceversa.
_______________
Un mio ex collega, Fabio, colpito da cecità progressiva – ora quasi totalmente cieco – qualche anno fa ha trovato e sposato una donna di 30 anni più giovane. Non è Bocelli né per fama né per reddito.
Non risulta che abbia mai avuto donne prima di questa. Da questa si aspetta sesso e cura.
Ecco a voi la domandina maliziosa e corrosiva:
quella giovane donna è svedese o filippina?
Mumble …mumble …
…
Ed ecco la seconda domanda, meno maliziosa ma più amara: quando in tutto il mondo le donne saranno “svedesizzate”, che ne sarà di Fabio?
RDV
P.S.: non sarebbe ora di finirla con le bugie?
Rino(Quota) (Replica)
“malgrado il tipo di cultura che denigra il corpo del maschio,”(Leonardo)
Non è vero.
La verità è che la cultura femminista ha denigrato la Maschilità laddove trovava utile alla sua propaganda(a cominciare dalla sessualità maschile), e quindi nella maschilità ha risparmiato quegli aspetti, ma modificandoli a proprio uso e consumo, di cui poteva servirsene per i suoi sporchi e disonesti fini.Quindi, in questo senso il femminismo non ha denigrato la fisicità maschile, in quanto quest’ ultima è un aspetto “materialista” che ben si sposa con le logiche dominanti mediatiche di cui la cultura femminista è parte integrante.. Il culto orrendo dell’ esibizionismo del corpo maschile(oltre che di quello femminile) per il fine di “piacere alle donne”(ad esempio il “culturismo”, molto in voga negli anni 80 a seguito della forte domanda femminile) è nato proprio, guarda caso, durante e dopo le lotte femministe degli anni 70 e non certo prima(prima del femminismo il modello estetico di uomo che più piaceva alle donne era quello dai tratti eleganti e raffinati, e non certo quello orrendo e troglodita, partorito dal femminismo, caratterizzato da “pompamenti”, addominali “a tartaruga” ,oltre che dall’ orrenda pratica della depilazione maschile). Chi ha ancora dubbi su ciò che ho detto, dia un’ occhiata alla rivista più beceramente femminista che ci sia: “Donna Moderna”. Ebbene noterete che questa rivista è piena di foto e “calendari” di rugbisti e wresteler semi-nudi con tanto di elogi delle redattrici.La stessa cosa dicasi per la femminista Barbara D’Urso, anche lei solita ad idolatrare pompati ragazzoni trogloditi semi-nudi.. Qualcuno potrebbe obiettare dicendo che ciò viene fatto per aumentare le vendite e gli ascolti da parte del pubblico femminile. Ecco.Infatti è proprio così. Come Fabrizio più volte ci ha ricordato, il femminile e il femminismo, nonostante i loro proclami di “rivoluzione” in senso anti-consumista e anti-materialista(oltre che in senso egualitario) si sono pienamente declinati alle logiche dominanti e mediatiche.
Icarus.10(Quota) (Replica)
Secondo me la maggior parte delle donne non è disposta a perdere il proprio potere contrattuale (leggi fica power).
Dietro ogni ragazzina oggi c’è una madre che sta forgiando la prevaricatrice di domani mentre gli uomini e i ragazzi sono a loro volta sottoposti alla funzione educatrice di insegnanti donne, padri solidali e subalterni alle consorti (che hanno l’ultima parola anche su come crescere i figli), donne che all’interno delle relazioni di coppia (quando non si tratta di madri single) non hanno più il contraddittorio necessario a formare nei figli un identità maschile sana.
Le ragazzine crescono quindi con riferimenti femminili più immediati mentre i ragazzi finiscono sempre più spesso a doversi costruire un identità anche da adulti, spesso ricorrendo allo psicoterapeuta.
Questo spiega in parte la disarticolazione della coscienza maschile e la mancanza di autonomia di molti uomini nel ricercare, identificare,descrivere ed esprimere il proprio malessere e la relativa utilità (o meglio,l’inutiltà) di arrivare a capo di certi di scorsi parlando con le donne…nella maggior parte dei casi (le eccezioni esistono ma confermano la regola).
Luke Cage(Quota) (Replica)
Quoto interamente l’intervento di Icarus.
Per Rino: chissà perchè ma qualcosa mi dice che non si tratti di una svedese
In verità io non conosco bene le donne svedesi, anche se conosco, sia pure non approfonditamente, la Svezia, Paese in cui l’autoritarismo femminista si sta imponendo alla grande, fino a giungere a “capolavori” del tipo “una tassa a chi nasce maschio”, in verità solo proposta mi pare, o ” puniamo i clienti delle prostitute e assolviamo in toto queste ultime”, legge delle Stato svedese. Non conosco gli altri Stati scandinavi, ma la piccola Islanda con a capo un primo ministro donna dichiaratamente femmnista sta facendo passi da gigante in quanto a sessismo. Mi chiedo, dopo gli esempi svedesi, spagnoli, islandesi, ecc., che fine faranno le pari opportunità tra uomini e donne affidate a queste/i fanatiche/i? I Parlamenti europei a stragrande maggioranza maschile negli ultimi quarant’anni hanno legiferato realizzando le pari opportunità, oggi i Parlamenti europei con forte presenza femminista ricreano la discriminazione di genere. Bisogerebbe rifletterci, fuori dai luoghi comuni.
Quando tutte le donne saranno “svedesi” cosa accadrà? Ma noi non ci saremo, noi, non ci saremo, noi non ci saremo… Se ciò dovesse accadere si “divertiranno” le successive generazioni maschili .
P.s.: le svedesi sono note per essere donne dai costumi sessuali abbastanza liberi. Quindi immagino un futuro per l’uomo con pochi diritti, ma con un pò di sesso in più e, poichè molti uomini ragionano davvero con il pisello, potrebbe, ahimè, bastare loro.
Alessandro(Quota) (Replica)
Sherlock Holmes disse: l’eccezione vanifica la regola
Leonardo(Quota) (Replica)
segnalo comunque un’altra piccola anomalia: nel paese con più libertà sessuale, Amnesty International denuncia l’anno scorso che la Svezia è al primo posto fra i paesi dell’UE per denunce di violenza sessuale rimaste impunite.
Da notare che la “conferma” dell’alto numero di violenze sessuali sarebbe data dal basso numero di condanne.
Il dato “sconcertante” sarebbe questo: il dato discriminatorio sarebbe il comportamento degli ufficiali di polizia che ravvisano non sincerità o confusione nelle donne.
Il dato sconcertante è che l’atteggiamento comune della polizia davanti ad una denuncia di stupro è una discriminazione nei confronti della donna: è parere comune tra gli ufficiali che le donne che denunciano questo tipo di crimine “stiano mentendo o si stiano confondendo”.
Questo atteggiamento dei poliziotti genera un fenomeno denominato “attrito”: le donne preferiscono non denunciare l’accaduto, o far cadere le accuse in un secondo momento.
La condizione degli stupratori in Svezia è quindi di sostanziale impunità.
http://www.mondoanord.net/index.php?option=com_content&view=article&id=1414:amnesty-international-in-svezia-gli-stupratori-godono-di-impunita&catid=82:cultura&Itemid=90
Case Closed è il titolo dello studio condotto dall’Unione Europea, ed ha dimostrato che in Svezia si verifica il maggior numero di violenze sessuali tra i Paesi UE. Il rapporto di Amnesty International sull’elevato tasso di violenze e lo sproporzionato basso tasso di condanne in Svezia ha solo confermato la situazione.
Mi sembra non ci sia altro da aggiungere.
Rita(Quota) (Replica)
Personalmente penso che quando tutte le donne si saranno svedesizzate, Fabio sarà assistito in una struttura specializzata, dove vivrà accanto a una miriade di anziane donne svedesizzate
Un cane che si morde la coda, appunto.
Rita(Quota) (Replica)
Per la verità io al posto della svedese, come termine di paragone, avrei messo proprio un’italiana.
Al di là della legislazione profemminista di quel paese, credo che in generale le donne scandinave siano mediamente più evolute delle nostrane e non solo perchè hanno un rapporto più libero e disinvolto con il sesso. Per esperienza personale posso assicuravi che ho visto diverse donne svedesi, danesi ecc. sposarsi con uomini stranieri e spesso italiani sicuramente più malmessi di loro dal punto di vista sociale. E ciò è possibile perché quelli erano paesi già molto più evoluti (e anche ricchi) sotto vari profili già una quarantina di anni fa rispetto al nostro o comunque dell’area mediterranea (ma anche rispetto al resto dell’Europa). E quindi ben prima che esplodesse il femminismo che, a mio parere, sta facendo dei danni enormi anche lì dove le donne avevano già una posizione di piena parità con gli uomini, risultato di una egemonia culturale e politica del socialismo democratico svedese, uno dei più evoluti al mondo e poco considerato dalle sinistre, forse perché poco affascinante dal punto di vista ideologico (un mio caro amico, giornalista e scrittore, molto affermato, attento studioso sia della Svezia che di Cuba, mi ha detto ultimamente:”Andavamo a cercare il socialismo ai Caraibi e non ci eravamo resi conto che ne avevamo uno molto più vicino anche se meno ideologizzato…e soprattutto democratico…).
Il femminismo naturalmente sta sfasciando tutto anche in quel contesto dove non c’era certo necessità del suo intervento e sta trasformando o ha già trasformato quello che era un contesto sociale evoluto in quello che sappiamo…dalla parità al dominio di genere…
Però, al contempo, potete star certi di una cosa e cioè che se una donna svedese dimostra interesse nei vostri confronti sarà per ragioni autentiche, non certo per secondi fini. Non ha certo bisogno di sposarsi un italiano per risolvere la sua vita…nella maggior parte se non la totalità dei casi è stato ed è il contrario…
Questo naturalmente non elimina il fatto che anche lì ormai il “femminile” sia dominante e che la relazione fra i sessi veda gli uomini soccombere. Però, per lo meno, come sottolinea Alessandro, in quel contesto gli uomini si godono anche alcuni vantaggi del caso che, badate bene, non hanno origine nel femminismo, ma appunto in una cultura che era già presente e radicata ben prima che il femminismo di fatto diventasse dominante anche e soprattutto a livello politico.
Sono comunque, la nostra e quella scandinava, due realtà completamente diverse. Da un certo punto di vista in Italia non siamo ancora arrivati a concepire aberrazioni legislative come quella della tassa sui nati maschi (ammesso che sarà mai posta in essere), o di quote rosa estremamente rigide (queste invece realizzate) risultato di un estremismo femminista molto attivo (che invece da noi è molto affievolito). Tuttavia questo non significa affatto che la nostra situazione sia migliore. Tutt’altro. Perché appunto in quel contesto il femminismo ha attecchito su un diverso substrato socioculturale di certo molto più evoluto del nostro dove invece il connubio fra capitalismo, femminismo e contesto piccolo borghese gretto, provinciale e conservatore ha costruito una vero e proprio “mostro”.
Insomma, per capirci, se mi consentite di chiudere con una battuta (che è poi uno degli esempi che riporto in un capitoletto del mio libro, come sanno alcuni di voi che lo hanno letto) , è relativamente più facile (ho detto relativamente…) passeggiare per una strada di Copenaghen o Stoccolma e incrociare una ragazza che ti sorride apertamente e a volte “sfacciatamente” (in senso buono, naturalmente, magari fosse sempre così) come mai farebbe una italiana…
Non è tutto, è ovvio, ma è già qualcosa… se le donne italiane (e non solo italiane) sapessero fare questo sarebbe già una rivoluzione…Pensate, donne, basterebbe un sorriso a fare una rivoluzione…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
@Rita:
Dai dati riportati non si evince la sostanziale impunità degli stupri in Svezia.
Ci sono degli omissis importanti in quell’articolo.
Non parla dei requisiti formali e giuridici alla base di un accusa di stupro in Svezia.
Non solleva alcun dubbio sulla percentuale di denunce fondate o no.
Getta una luce infamante sulle forze dell’ordine di quel paese.
Vengono elencate percentuali non verificabili.
Viene citato un “apparente progresso nell’eguaglianza tra generi” quando è risaputo che la Svezia non è mai stato il fanalino di coda per quel che riguarda la parità fra uomini e donne.
A me sembra l’articolo di una militante femminista.
Ovviamente anche se ci fosse un caso singolo di stupro, esso va condannato, ma sputtanare un paese e i suoi abitanti (maschi) tramite un informazione parziale ed enfatica è un operazione che abbiamo imparato a conoscere qui in Italia.
“Statisticamente una persona rischia più di subire uno stupro che una rapina”…i numeri reali dove sono?
Luke Cage(Quota) (Replica)
Domando: è uguale il comportamento anche verso gli uomini locali?
Perchè effettivamente del fenomeno sento parlare sovente, però di pari passo, sta crescendo anche il fenomeno delle italiane che sposano tunisini, marocchini ed extra-comunitari. O sbaglio?
Cioè, stranamente c’è questo fenomeno di spostamento della preferenza su partner stranieri: sia da parte degli uomini che da parte delle donne.
E’ solo dovuto al fascino del diverso?
Chissà se mi sono spiegata, però qualcosa non torna.
Rita(Quota) (Replica)
@Luke Cage
l’articolo sarà scritto da una militante femminista, però mi pareva di capire che il rapporto (con l’invito ad un maggior rigore) fosse di …
Secondo il rapporto di Amnesty International e delle Nazioni Unite, la Svezia deve diventare molto più rigorosa con le persone che violentano sessualmente. Lo studio condotto da Jennifer Heape si è basato sulla disparità tra l’alto tasso di stupri condotto nel Paese, e il basso tasso di condanne.
Rita(Quota) (Replica)
No Rita, attenzione a non fare confusione fra aspetti completamente diversi fra loro…
Io stavo parlando in quel caso di modalità relazionali. Rimanendo all’interno del mondo occidentale, una donna scandinava è sicuramente più libera e disinvolta di una donna italiana ed è capace di vivere il sesso in modo più sereno e libero.
Ciò detto, quello che volevo evidenziare è che, essendo la Svezia un paese estremamente più ricco dell’Italia, dove praticamente non esiste la povertà (forse l’unico al mondo) e dove più o meno tutti sono garantiti, se una donna si sposa con un italiano, che sia un immigrato o un semplice turista, non lo fa per interesse o per secondi fini (eccezioni a parte che non fanno la regola).
Mi sento invece di affermare con un margine di sicurezza assai ampio che la stragrande maggioranza delle donne provenienti dall’est europeo, o dal sudamerica o da altre aree non sviluppate o disagiate del pianeta, che si sposano con uomini italiani (fenomeno ormai diffusissimo) lo facciano, come si suol dire, per “sistemarsi”.
Ribadisco inoltre che questa storia, a cui fai cenno anche tu, che le donne italiane sarebbero attratte da extracomunitari, mi sembra più che altro una leggenda metropolitana.
Vera è un’altra cosa che ho notato negli ultimi anni e che è speculare (ma in termini decisamente ridotti) a quanto avviene per gli uomini. E cioè che alcune donne, diciamo non particolarmente avvenenti dal punto di vista fisico, tendono a relazionarsi con extracomunitari molto più attraenti dal punto di vista fisico di loro. Le logiche però sono sempre le stesse e non variano di una virgola rispetto a quelle di cui sopra. E’ la donna, in questo caso, che compra, ed è l’uomo che è comprato o che decide di lasciarsi comprare. Come per le donne straniere, in quel caso l’obiettivo è la “sistemazione”, la cittadinanza, l’essere più o meno mantenuti ed accuditi.
Insomma è un fenomeno in parte simile a quello della migrazione sessuale, naturalmente in forma ridotta perchè, come sappiamo, le donne hanno un peso specifico rispetto agli uomini, enormemente superiore. La logica però è sempre quella.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
@ Fabrizio: il fenomeno della migrazione sessuale potrebbe far tornare le cose.
Però continua a non tornare e a stridere il dato della donna libera ed emancipata che vive il sesso in modo sereno e l’alto numero di denunce di violenza sessuale.
Perchè il dato è inequivocabile da qualsiasi punto lo si voglia esaminare: sia che abbiano ragione gli ufficiali di polizia sollecitati ad un maggior rigore, nel catalogare queste donne come dotate di estrema fantasia e confusione, sia al contrario che ci siano maggiori episodi considerati come molestie o violenza.
O gli uomini svedesi e residenti in Svezia non percepiscono il clima di maggior distensione e serenità nelle relazioni sessuali
O le donne svedesi e residenti in Svezia sono mitomani che denunciano a più non posso, e allora non mi pare si possa sostenere che vivono con serenità il sesso.
Oppure?
Rita(Quota) (Replica)
“Lo studio condotto da Jennifer Heape si è basato sulla disparità tra l’alto tasso di stupri condotto nel Paese, e il basso tasso di condanne.”(Rita)
Capisco il tuo discorso.Il problema, Rita, sai quale è? E’ come fanno a sapere che esiste questo “alto tasso di stupri”? Cioè loro si basano sul fatto che molti stupri, la maggior parte, non verrebbero denunciati. Il problema è però stabilire come fanno a sapere quanti stupri non vengono denunciati. La stessa tiritera la sentiamo in Italia, allorchè sentiamo dire da tv e giornali che “una donna su tre in Italia viene stuprata”(cioè che un terzo dei maschi italiani, 10 milioni, sono stupratori). Già sarebbe arduo difficile stabilire la veridicità di un accusa di uno stupro denunciato, figuriamoci per uno “non denunciato”. Amnesty sta, per caso, nella mente e nella camere da letto di milioni di donne? Boh… Tra l’altro, sai bene, e meglio di me, di quanto le attuali leggi in materia di violenza sessuale e stalking, siano inique e totalmente sbilanciate dalla parte dell’ accusa. Amnesty, che è femminista, ovviamente, su queste cose non ha nulla da dire. Così come non ha nulla da dire per la violazione sistematica dei diritti delle persone recluse per violenza sessuale(isolamenti, pestaggi, pene elevatissime,soppressione del diritto ai benefici carcerari e di sconti di pena, accanimento mediatico e politico nei loro confronti,clima di linciaggio, ecc). Amnesty tace e acconsente. Però in compenso ha poi la sfacciataggine di parlare di “impunità” per il reato più punito, più stra-punito, sulla faccia della terra.
Icarus.10(Quota) (Replica)
ma qui non si parla di statistiche si parla di denunce vere e proprie: denunce che nell’87% dei casi (giacchè solo il 13% viene ritenuto passibile di prosieguo di indagini) viene scartato dagli ufficiali di polizia, come, tanto per dirla tutta e chiara, falsa o in odore di mitomania. Non lo so.. ora l’unica cosa che mi viene in mente è che molte siano ubriache.
Poi per carità, c’è pure la tiritera che dici tu delle violenze non denunciate tanto che stimano che quelle denunce siano soltanto il 5/10%. Ma questo è un dato di cui non abbiamo e non possiamo avere nessuna conferma, nemmeno oggettiva, giacchè si tratta di proiezioni statistiche su un campione di domande soggettive.
Quello che volevo sottolineare che, continua a non tornarmi, sempre se riesco a spiegarmi
è proprio che in un paese in cui il sesso si vive con una maggior serenità RECIPROCA, che è quello che auspica il movimento, dovrebbe esserci un calo di denunce (parlo propro di denunce).
Il dato è lì: si parla di 3500 stupri denunciati nel 2007, di cui più di 2500 sono immediatamente archiviati come denunce non degne di essere prese in considerazione. La Svezia ha una popolazione pari a quella della Lombardia e, in Italia, se non erro si parlava di 13 denunce per violenze sessuali al giorni pari a nemmeno 5000 casi l’anno.
Poi per carità, magari sono io che da italiana, soffro di inconscia gelosia nei confronti della svedese libera, sorridente e culturalmente ben disposta
Ma non mi pare indicativo di una tendenza a vivere il sesso, nel profondo, in maniera diversa dalle donne di altri paesi, fra cui l’Italia, con tutte le differenze si substrato culturale che si vogliono fare.
Rita(Quota) (Replica)
@Rita:
“O le donne svedesi e residenti in Svezia sono mitomani che denunciano a più non posso, e allora non mi pare si possa sostenere che vivono con serenità il sesso.”
Mi pare che Fabrizio abbia evidenziato una distinzione fra il bagaglio culturale dei popoli scandinavi e l’attuale clima in quelle società…cmq non vedo la contraddizione che tu esponi in quanto non mi sembra fondata e quell’articolo alquanto strumentale.
Luke Cage(Quota) (Replica)
Icarus, mi hai bruciato sul tempo…
Naturalmente Rita, non sono un esperto di affari svedesi quindi è ovvio che l’argomento sarebbe da approfondire e da studiare con molta più attenzione. Nè qui vogliamo minimamente ridimensionare il dato gravissimo e inquietante della violenza sessuale (anche perchè, come abbiamo visto, non è certo a senso unico) sul quale è necessario sviluppare una riflessione ad hoc, data la delicatezza del tema.
Tuttavia non possiamo neanche affidarci completamente ad un dato di cui non abbiamo nessuna certezza. Ti ricordo che da questo punto di vista, sono stati e vengono diffusi dati, penso a quello sull’omicidio da parte degli uomini come prima causa di morte per le donne, che forse potrebbero essere attendibili se parlassimo della guerra civile in Rwanda che ha provocato quattro milioni di morti in un paio d’anni…e invece vengono diffusi come se fossero pubblicità della gomma da masticare…
Personalmente penso, senza, ripeto, voler ridimensionare la questione (non vedo poi quali ragioni dovremmo avere per farlo…), che ci sia la necessità di uno studio molto più approfondito. Non mi fido di come vengono fatti tanti sondaggi.
Tendo ad affidarmi molto di più, ad esempio, al dato riportato da Giovanna Botteri sulle violenze sessuali in USA sui minori, e non perché porti acqua al nostro mulino, perché non stiamo facendo una gara a chi è più violento fra i generi… Ma semplicemente perché a riportarlo è una donna, di sinistra, “progressista” e certo non antifemminista, che prima di ufficializzare quella notizia (anche perché è una professionista molto seria) si è certamente ben documentata. Non va certo a rischiare, proprio lei, che vive e lavora nel cuore del salotto perbene, progressista e “politically correct”, di sputtanarsi…Questo è poco ma sicuro.
Sappiamo che molti sondaggi vengono fatti con tecniche e modalità alquanto dubbie. Ad esempio, se a ciascuno/ di noi ponessero la seguente domanda:”Hai mai subito una qualche forma di violenza in famiglia?”. La risposta sarebbe un inequivocabile SI da parte di tutti, perché dimmi chi è che nella vita non ha avuto attriti più o meno violenti con i propri genitori o non si è beccato, spesso ingiustamente, qualche sberla di troppo dal padre o dalla madre. ..
Non solo, quando ero giovane, intorno ai 20 anni, sono stato approcciato in modo molto spesso decisamente ”improprio” da parte di molti omosessuali (oggi allineati e coperti al femminismo e al “politically correct”). Se fossi una persona diversa da quella che sono, meno liberale e meno tollerante, potrei serenamente affermare di aver subito delle molestie da parte di alcuni di loro, certo non gravi, ma di averle comunque subite. Pensa se una donna che fa l’autostop fossa caricata da un automobilista che dopo 5 minuti come se nulla fosse gli mette una mano sulla “patata”, con lei che naturalmente gliela toglie e quello come tutta risposta si ferma e la fa scendere. Oppure se un tizio sull’autobus le strofinasse l’”amico Fitz” sulle natiche. Sono certo che il 90% delle donne griderebbe alla molestia. Ebbene, di questi episodi credo ne siano capitati più o meno a tutti o quasi. Pur avendone vissuti personalmente diversi (da parte di omosessuali) mi guardo bene dal criminalizzare il mondo omosessuale. Non solo, aggiungo che questa forma impropria (e senz’altro a volte molto fastidiosa) di approccio, avveniva proprio perché fino ad una quarantina di anni fa, dobbiamo essere onesti, l’omosessualità era ancora decisamente repressa e non socialmente accettata. E’ evidente quindi che i gay vivessero molto male la loro condizione e che spesso questa sfociasse inevitabilmente anche in modalità relazionali distorte e sbagliate. E’ evidente. E se non fosse un tabù bisognerebbe cominciare ad interrogarsi anche sulle cause che determinano la violenza sessuale senza trincerarsi in modo ottuso, oscurantista e bigotto dietro alla mera condanna, al giustizialismo, al “forcaiolismo”, alla logica dell’occhio per occhio, che certo non dovrebbe appartenere alla sinistra e tanto meno al “politically correct”. E invece, guarda un po’, quando è in ballo il tema della violenza sessuale, proprio i più garantisti diventano più intransigenti degli altri…
Ci torneremo…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Aggiungo Rita, dopo aver letto il tuo ultimo post, e per oggi fino a questa sera sono costretto a salutarvi, che non ho mai sostenuto che la Svezia sia il paradiso delle relazioni fra i generi. Ho solo detto che ci sono rapporti relativamente (e ho sottolineato, relativamente) più disinvolti (ma già prima, molto prima dell’avvento del femminismo che ha modificato sicuramente in peggio le cose). Peraltro molto meno della Danimarca. Il luogo comune vuole la Svezia patria della dissolutezza. Non è affatto così. Ogni week end ci sono migliaia di svedesi, uomini e donne, che vanno in traghetto a Copenaghen, in Danimarca, paese tradizionalmente molto più disinvolto della Svezia, a ubriacarsi e a fare casino, cosa che in Svezia non gli è consentito…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
grazie: nel frattempo ho trovato anche questo (sempre nell’ottica di chi non capisce e pone semplicemente all’attenzione). Forse qui è O.T. però personalmente, mi pare importante, proprio in relazione a quanto tu riporti più su sul mondo omosessuale. Se le forme di approccio, magari considerate anche come violenza, sono fastidiose ed erano più numerose quando l’omosessualità era repressa e non socialmente accettata, a me pare se ne possa dedurre che forse, anche nei paesi dove le donne hanno modalità relazionali con l’altro sesso più sciolte e disinvolte, la sessualità maschile stessa non è socialmente accettata.
cioè… voglio dire, questo è il Codice Penale Svedese che prevede un reato di “violazione all’integrità fisica della donna come comportamento ripetuto che sia in grado di mettere a repentaglio la sua AUTOSTIMA”
http://www.diritto.it/articoli/penale/parigi.html
A fronte dell’aumento preoccupante dei dati riguardanti le aggressioni è stato introdotto nel 1998 nel codice penale svedese una nuova fattispecie di reato: la grave violazione dell’integrità femminile; così recita il Codice Penale svedese:
“Se un uomo commette certi atti criminali (aggressione, minaccia, molestie sessuali, sfruttamento sessuale ecc.) contro una donna con cui egli è sposato o con la quale egli convive od ha convissuto, deve essere condannato per il reato generico di grave violazione dell’integrità femminile, anzichè per il singolo reato corrispondente all’atto criminoso.”
Presupposto necessario per la condanna è che la violenza sia parte di una comportamento ripetuto di violazione dell’integrità della donna e che sia in grado di mettere seriamente a repentaglio la sua autostima.
La pena va da un minimo di 6 mesi ad un massimo di 6 anni.
Il riconoscimento della grave violazione dell’integrità femminile può inoltre essere considerata dalle corti come una circostanza aggravante se commessa insieme ad uno degli altri reati menzionati nell’ottica di tenere in considerazione la situazione complessiva dell’abuso nei confronti della donna.
Rita(Quota) (Replica)
“Hai mai subito una qualche forma di violenza in famiglia?”. ”
Una precisazione. In realtà nei loro sondaggi telefonici non fanno nemmeno una domanda del genere. Fanno una serie di domande e in base alla risposta i sondaggisti ne danno una loro interpretazione. Così è stato fatto il recente “studio” dell ‘Istat sulla violenza domestica. Ad es. fanno una domanda del tipo “suo marito ha mai criticato il suo modo di vestire?” oppure “suo marito ha mai criticato come cucina?” E alla eventuale risposta affermativa, i sondaggisti la segnalano come “Violenza Psicologica”. Altre domande del tipo sono: “ha mai fatto sesso con suo marito senza molta voglia?” E alla riposta affermativa, i sondaggisti la segnalano come STUPRO. E così via. In poche parole allle donne intervistate telefonicamente vengono palesemente attribuite cose che non dicono.Di qui questi numeri così allarmanti, sui “10 milioni di donne italiane vittime di violenza”, ecc
Tra l’altro questi sono sondaggi telefonici su qualche centinaia di donne intervistate.Quindi non capisco che valenza oggettiva e scientifica possano avere simili “indagini” per descrivere la situazione di milioni e milioni di persone
http://www.adiantum.it/public/468-istat–in-italia-la-prima-causa-di-morte-degli-uomini-%C3%A8-per-mano-femminile.asp
E inoltre:
Stop alla Propaganda Terroristica di Dati Falsi e
Mistificati
Con la presente intendiamo attuare un’informazione di contrasto alla propaganda mistificatoria inerente la violenza sulle donne. Evidenziando falsità e manipolazione dei relativi dati statistici, diffusi in maniera sproporzionatamente ridicola – senza alcun riscontro – da parte di Ministri, esponenti parlamentari e sedicenti “esperte”, attraverso un martellamento mediatico senza precedenti
Tale propaganda mira a radicare nell’immaginario collettivo l’idea di un ambiente domestico scenario di delitti e terribili violenze, dove vittima è sempre e solo la donna mentre il carnefice è esclusivamente di sesso maschile.
Vengono svelate cifre inquietanti quanto sospette: oltre sei milioni (qualcuno ha sparato 14 milioni) di donne hanno subito violenza da parte di un partner o altro familiare, di cui la metà stuprate. Sulla base di dati statistici pubblicati dall’Istat, dietro incarico della Ministra per le Pari Opportunità Barbara Pollastrini. La quale ha potuto disporre di un finanziamento doppio per il suo dicastero rispetto a quanto previsto per il suo predecessore. Leggendo tali dati sul sito dell’Istituto si scopre che altro non sono che .proiezioni statistiche dei risultati scaturenti da un sondaggio telefonico effettuato lo scorso anno su 25.000 abbonate (v. http://www.istat.it),
La nota metodologica del sondaggio chiarisce che le domande poste alle intervistate evitano volutamente riferimenti espliciti alla violenza fisica o sessuale, ma invitano le stesse a “descrivere concretamente atti e/o comportamenti in modo di rendere più facile alle donne aprirsi”. Ciò per evitare unasottostima del fenomeno, “[…] sottostima che può essere determinata anche dal fatto che a volte le donne non riescono a riconoscersi come vittime e non hanno maturato una consapevolezza riguardo alle violenze subite”. Non sono quindi le donne intervistate ad aver denunciato violenze subite, bensì le loro descrizioni sono poi state catalogate in varie fattispecie di “violenza.
Cosicché l’attenzione sessuale diventa molestia, l’esercizio del dovere coniugale dal parte del partner diventa stupro, un banale litigio diventa violenza fisica, una critica al vestito o alla pettinatura é considerata violenza psicologica, un blando rifiuto diventa limitazione della libertà personale, la necessità di chiarire situazioni ambigue diventa violazione della privacy, la richiesta di una equa distribuzione delle risorse familiari diventa ricatto economico.
I dati del sondaggio assunti come scientifici – ripetiamo: 25.000 interviste telefoniche “guidate”– oltreché proiettarsi riversati statisticamente sull’intera popolazione femminile italiana di età 16-59 anni, sono costruiti in funzione esclusiva di uno spettacolare allarmismo, e dunque sottratti al rigore della prova dei fatti. Tale metodologia è già stata adottata nel decennio scorso in altri Paesi Europei ed occidentali, e fortemente contestata da femministe storiche dotate di un certo spessore intellettuale (ad es. Francia: vedi Elisabeth Badinter – Il percorso sbagliato).
Consola il fatto che l’Assemblea ONU, pur avendo decretato il 25 novembre come giornata contro la violenza alle donne già dal 2001, lo scorso anno ha “preso nota” ma di fatto rigettato l’ultimo rapporto sulle violenze domestiche contro le donne presentato dall’uscente Segretario, poiché quanto contenuto risultava outrageously inaccurate, contrived, manipulated and most distinctly dangerous, come riportato dalla stampa statunitense
La Ministra, ed altri esponenti del Governo e dell’Opposizione Parlamentare, oltre a propinarci dati mistificati, azzarda anche impressionanti confronti: la violenza domestica sarebbe la causa principale di decessi ed invalidità, prima del cancro e degli incidenti automobilistici.
Auspichiamo che la ventilata riduzione del numero di ministri la coinvolga, stante la sua imperizia a documentarsi: i delitti familiari che registrano una donna come vittima ad opera di un familiare si contano annualmente in numero di 60 a fronte di oltre 10.400 decessi femminili conseguenti malattie cancerogene (per un totale di oltre 18.000 considerate tutte le patologie – v. Istituto Superiore di Sanità) e 600 per incidenti stradali.
Al tempo stesso si tace della violenza femminile e materna: le cronache ci forniscono amari resoconti di omicidio, uxoricidio ed infanticidio, oltreché della partecipazione ad episodi di abuso sessuale che attestano il medesimo potenziale di brutalità. Anche se allo stesso reato si conferisce raramente un carattere penale quando a commetterlo sono delle donne: ciò mette in pericolo l’immagine che hanno di se stesse, e si tende a giustificarle – talora a legittimarle – con argomenti che rasentano il grottesco.
Le sottaciute inchieste europee informano che il 10% delle violenze domestiche sono rappresentate da mogli che picchiano i mariti. Al punto che la Germania da qualche anno ha inaugurato due rifugi per uomini vittime di percosse, ed altrettanto stanno facendo Spagna e Belgio.
In Italia l’unica indagine esistente è stata effettuata dalla scrivente GESEF su un campione di genitori che si sono rivolti alle sue strutture per aiuto e supporto . Attesta che nell’ambito del conflitto separativo un marito su tre è fatto oggetto di denunce per abuso sessuale sui figli o sulla partner, finalizzate ad allontanarlo definitivamente dai figli. Denunce che risultano sistematicamente false, ma la cui prassi giudiziaria provoca conseguenze devastanti sia sul piano psicologico che economico degli accusati. Rileva altresì che oltre il 50% dei mariti ha subito violenze fisiche di varia natura ed entità.
Analoga percentuale si rileva da imponenti studi effettuati negli USA ed altri Paesi anglosassoni: le violenze domestiche sono agite e subite in maniera paritaria tra uomini e donne, anche se queste ultime eccellono per violenza psicologica e provocatoria.
In tutto il mondo infanticidio e figlicidio restano primato assoluto delle donne.
La Ministra Pollastrini, titolare di un dicastero definito appunto Pari Opportunità, non si è però mai posta lo scrupolo di richiedere all’Istat analoga ricerca concernente l’eventuale violenza subita dagli uomini.
La manifestazione organizzata nella vigilia della giornata preposta dall’ONU, alla luce di siffatte statistiche induce qualche dubbio, poi confermato dagli avvenimenti
Infatti la frangia separatista del femminismo nostrano che ha organizzato l’evento, impossessandosi della tematica “violenza alle donne” l’ha trasformata in violenza maschile alle donne, tappezzando le strade di Roma con manifesti diffamatori contro gli uomini
Gli slogans esibiti ed urlati durante il corteo sono stati una fiorescenza della colorata cialtroneria veterofemminista anni ’70, come qualcuno ha poi scritto. Cui si è aggiunta una vera e propria offensiva misandrica di regime per imporre l’idea che qualunque uomo che si muove tra le pareti domestiche è un potenziale assassino
Viene chiamata in causa non la violenza esercitata da singoli delinquenti, ma quella collettiva che pervaderebbe culturalmente l’intera popolazione maschile.
Una manifestazione, dunque, contro gli uomini e contro la famiglia. Scivolando infine nell’antipolitica, come insulti e aggressioni a giornalisti, deputate e ministre ci hanno mostrato, confermando il dispotismo delle femministe che manifestavano contro la violenza alle donne.
La violenza più subdola sta nella loro campagna di discriminazione e criminalizzazione aprioristica. Mirata a far digerire normative e prassi giudiziarie limitanti la libertà individuale, che decretano il definitivo ritorno alla presunzione di colpevolezza ed al processo inquisitorio. Il cui scopo è quello di porre ciascun uomo – anche delle future generazioni – in una condizione di sudditanza psicologica, emotiva e morale di fronte al potere indiscutibile della percezioni femminile, in base alla quale viene definita la liceità o meno di qualunque comportamento maschile. Condizione che –stante l’assenza di contraddittorio e possibilità di difesa – induce alla disperazione i soggetti più deboli e ne fomenta risposte incontrollate e brutali.
La recente approvazione di uno stanziamento di € 20.000.000 (soldi dei contribuenti perlopiù uomini) per contrastare la violenza sulle donne è parte integrante del progetto. Il fondo è destinato a finanziare i gruppi femministi (centri antiviolenza, comitati pari opportunità, ecc) da cui è partito il parossistico allarme sociale appositamente ingegnato e la conseguente manifestazione nazionale del 24 novembre scorso.
Ma suona come un oltraggio a fronte delle problematiche che le famiglie italiane – afflitte dal caro vita, dal caro mutui, dal precariato, dalla carenza di asili nido e dalla insicurezza urbana – si trovano ad affrontare.
La violenza non ha sesso: si combatte attraverso l’equilibrata e puntuale applicazione delle norme vigenti, interventi preventivi adeguati che riconoscano le problematiche di entrambe le parti in conflitto, dialogo e confronto culturale.
L’arma della colpevolizzazione, umiliazione e vilipendio dell’intero genere maschile non vi pone alcun rimedio: è finalizzata invece ad alimentare l’odio sociale, la guerra tra i sessi, l’insicurezza delle donne da poter così convogliare sotto la “tutela” di avvocate e psicologhe dei centri antiviolenza, l’annichilimento degli uomini da “rieducare”, l’isolamento affettivo degli individui.
Un’arma funzionale solo all’affermazione del potere politico-burocratico-istituzionale e l’ottenimento di maggiori finanziamenti pubblici da parte di una esigua ma influentissima schiera di militanti, spinte da torpori di rivalsa distruttiva. Che sfruttano abilmente debolezze ed avidità delle donne – fregandosene altamente delle loro reali sofferenze – per dirigere la società verso il definitivo sfacelo delle relazioni uomo-donna, e di conseguenza della famiglia così come storicamente intesa.
Ringraziamo i giornalisti, le deputate. le ministre – cui esprimiamo la nostra solidarietà – vittime della aggressione femminista, che inconsapevolmente con la loro presenza hanno sturato la rabbiosa esaltazione delle organizzatrici del corteo. In pochi secondi le immagini diffuse dai media hanno testimoniato agli italiane (donne e uomini) quanto noi conosciamo per esperienza diretta e divulghiamo da tempo.
Auspichiamo pertanto una nuova fase di impegno istituzionale – più sensbile e collaborativo verso tutte le espressioni dell’associazionismo – orientato a liberare la nostra società da questa cappa di odio sessista, per ricostruire la relazione uomo/donna all’insegna del reciproco rispetto e valorizzazione dei ruoli sociali e familiari, nell’uguaglianza dei poteri e delle responsabilità.
Per restituire dignità ad entrambi i Generi, alla Famiglia ed ai nostri Figli.
Elvia Ficarra
Responsabile Osservatorio Famiglie Separate – Gesef
Icarus.10(Quota) (Replica)
“denunce che nell’87% dei casi (giacchè solo il 13% viene ritenuto passibile di prosieguo di indagini) viene scartato dagli ufficiali di polizia, come, tanto per dirla tutta e chiara, falsa o in odore di mitomania. Non lo so.. ora l’unica cosa che mi viene in mente è che molte siano ubriache.”(Rita)
Rita, ripeto, ho capito ciò che vuoi dire, però come tu stessa saprai meglio di me, oltre ai veri casi di stupri, vi sono anche i casi di falsi stupri che come sai non sono per nulla casi singoli,ma una vera e propria consuetudine. Come ben sai, le false accuse di stupro e di molestia vengono fatti per motivi strumentali(in contenziosi di separazione e divorzio) e per vendetta, come spesso hanno denunciato vari magistrati sia italiani sia spagnoli(mi ricordo che alcuni giorni fa, ci segnalasti sul forum le dichiarazioni di un giudice spagnolo in merito alle false accuse):
http://www.metromaschile.it/forum/dialoghi-sulla-qm/nazi-femminismo-in-spagna-denunciato-da-donne-giuriste/msg15438/#msg15438
Oppure queste famose dichiarazioni di questa magistrata che da tempo sappiamo
http://comunicazionecondiviso.blogspot.com/2009/02/il-pm-carmen-pugliese-svela-la-verita.html
“O gli uomini svedesi e residenti in Svezia non percepiscono il clima di maggior distensione e serenità nelle relazioni sessuali
O le donne svedesi e residenti in Svezia sono mitomani che denunciano a più non posso, e allora non mi pare si possa sostenere che vivono con serenità il sesso.”(Rita)
Non vedo contraddizione tra ciò che dici tu e quello che dice Fabrizio. Gli uomini svedesi sono sfiduciati nei confronti delle loro donne perchè sanno che esse hanno il coltello dalla parte del manico in virtù delle leggi iperfemministe in quel paese, soprattutto sanno che loro in ambito matrimoniale le loro donne non sono fedeli,però sanno anche, e qui ciò che voleva dire Fabrizio, che da loro possono trovare un pò più di possibilità al sesso con le loro donne rispetto a quanto non riescono a trovare gli uomini italiani con le loro donne. Poi ci sarà anche un fascino della diversità, come giustamente tu dici, però è anche vero che nei paesi scandinavi e nordici, vi sono meno inibizioni nel proporsi sessualmente. Quindi non ci vedo contraddizione tra ciò che dici tu e quello che dice fabrizio, proprio perchè stavate parlando di due aspetti diversi: tu della situazione femminista in Svezia e quindi della conseguente sfiducia degli uomini svedesi, Fabrizio, invece, della disinvoltura sessuale delle donne svedesi.
Icarus.10(Quota) (Replica)
In Danimarca c’era il principe Amleto, scritto da William Shakespeare tra il 1600 e il 1602 circa:
AMLETO: Ah, ah! Ma sei onesta, tu?
OFELIA: Signore?
AMLETO: Sei bella?
OFELIA: Che volete dire?
AMLETO: Che se sei onesta e bella, la tua onestà non dovrebbe permettere commerci con la tua bellezza.
OFELIA: Perché, mio signore, la bellezza può forse avere commerci migliori che con l’onestà?
AMLETO: Certo, perché la forza della bellezza fa prima a trasformare l’onestà da quello che è in una bagascia, che non la forza dell’onestà a tradurre la bellezza in qualcosa che le assomigli. Questo una volta era un paradosso, ma oggi i tempi lo hanno dimostrato. Ti ho amata, un tempo.
OFELIA: Davvero, mio signore, voi me lo faceste pensare.
AMLETO: Hai fatto male a credermi; la virtù non si può innestare sul nostro ceppo fino a farci dimenticare il vecchio sapore. Non ti ho amata.
OFELIA: Tanto più mi sono ingannata.
AMLETO: Vai in un convento. Perché vuoi mettere al mondo dei peccatori? Io stesso sono discretamente onesto, e tuttavia potrei accusarmi di cose tali che sarebbe stato meglio se mia madre non mi avesse generato. Sono molto orgoglioso, vendicativo, ambizioso, con più malefatte in attesa di uscire che pensieri da far entrare, fantasia per dar loro forma, o tempo per porli in atto. Cosa fanno i tipi come me, che strisciano tra la terra e il cielo? Siamo dei furfanti matricolati tutti quanti, non credere a nessuno di noi. Vattene in un convento. Dov’è tuo padre?
OFELIA: A casa, mio signore.
AMLETO: Rinchiudetecelo, che non possa fare lo scemo altro che a casa sua. Addio.
OFELIA: Oh cielo pietoso, aiutalo.
AMLETO: Se ti sposi, ti darò come dote questa piaga: anche se sarai casta come il ghiaccio, pura come la neve, non sfuggirai alla calunnia. Vattene in un convento, addio. Ma se poi vorrai sposarti per forza, sposa un idiota; perché gli uomini assennati lo sanno bene che mostri li fate diventare. In un convento, va’ – e subito, anche. Addio.
OFELIA: Poteri celesti, risanatelo.
AMLETO: So tutto delle vostre pitture. Iddio vi ha dato una faccia e voi ve ne fate un’altra. Ancheggiate e sculettate, e parlate con la lisca, date nomignoli alle creature di Dio, e sfoggiate la sfrontatezza dell’ignoranza. Vattene, ne ho abbastanza di te, mi fai diventare matto!
Leonardo(Quota) (Replica)
no Icarus ho capito che vuoi dire.
Evidentemente sono io che non mi sono spiegata bene o non riesco a spiegarmi.
Io volevo semplicemente dire che se nei paesi scandinavi (qui è la Svezia, ora sulla Danimarca non so) il sistema delle false denunce per stupro ad uso strumentale e per vendetta è uguale o addirittura superiore a quello dell’Italia o della Spagna, non vedo alcuna differenza nel modo di vivere o meglio di “utilizzare” il sesso.
Ma anche se non fossero denunce strumentali, ma semplicemente “ripensamenti” di donne che magari la sera prima hanno gioiosamente ludicamente fatto sesso dopo aver sorriso ed approcciato un uomo per strada, non indicherebbero una convinzione così profonda e fatta propria del sesso ludico.
Ripeto, sono andata forse O.T. e me ne scuso.
Rita(Quota) (Replica)
Sì, Rita, ho capito. E ripeto non vedo contraddizioni: un aspetto è la disponibilità sessuale e il proporsi, un altro aspetto è la lealtà verso l’ex partner senza ricorrere a mezzi meschini e disonesti quale quello delle false accuse di violenza sessuale e/o maltrattamenti.. Certo è che la presente cultura femminista e la conseguente legislazione in materia incoraggia fortemente a gridare alla “molestia” in modo del tutto strumentale e disonesto. E questo a prescindere se le donne si concedono/propongono o meno.
Icarus.10(Quota) (Replica)
Le scandinave, per fare sesso ( in realta’ una sorta di attivita’ igienica ) , hanno bisogno di alcool, altro che essere disinibite. Questo si che ‘e uno dei miti piu’ irreali dell’immaginario maschile, quello delle bionde valchirie assatanate.
E quando si riprendono dalla sbornia, da buone ipocrite protestanti, vogliono salvare la faccia. Ecco le denunce.
Infatti, se fosse cosi’ soddisfacente e frequente il sesso , in quelle lande le denunce per violenza sarebbero sconosciute.
Invece no. Rita ha ben colto una insanabile contraddizione
ilmarmocchio(Quota) (Replica)
@ Rita – Ma anche se non fossero denunce strumentali, ma semplicemente “ripensamenti” di donne che magari la sera prima hanno gioiosamente ludicamente fatto sesso dopo aver sorriso ed approcciato un uomo per strada, non indicherebbero una convinzione così profonda e fatta propria del sesso ludico.
>>
Brava… Eccezioni a parte, alle donne non frega una cippa del sesso ludico; e tu, da donna quale sei, lo sai bene. Altrimenti, oggigiorno, se le esponenti del sesso femminile fossero veramente interessate a tali pratiche, si proporrebbero esse stesse, spontaneamente e gratuitamente, senza problemi di sorta. Non ci sarebbe bisogno di stimolarle, perché tale ipotetica pulsione non sarebbe più frenata dalle regole sociali di un tempo.
Se, invece, ciò non accade è perché, purtroppo per gli uomini, le donne sono interessate a un altro genere di sesso.
Lestat(Quota) (Replica)
Alle donne non frega niente del sesso ludico perché non troppo convinte della loro sessualità, vedono nel maschio il vero sesso, e non vogliono perderci, quindi sesso in cambio di qualcosa di conveniente come per esempio dei privilegi.
Leonardo(Quota) (Replica)
Ribadisco, a scanso di equivoci e/o fraintendimenti, che nessuno ha mai pensato di prendere la Scandinavia come modello di chissà cosa.
Peraltro da tempo non credo proprio più al concetto stesso di “modello”. L’ho citato come esempio solo per dire (e questo è innegabile) che nell’ambito del mondo occidentale quelli sono i paesi dove le donne vivono la sessualità in modo relativamente più libero. Sicuramente molto più libero delle donne nostrane.
Poi ci sono altre aree del mondo, penso all’Africa, all’area caraibica e agli arcipelaghi del Pacifico dove il sesso (mercificazione a parte che ormai c’è in tutto il mondo) è vissuto ed era vissuto (soprattutto nei tempi ormai trascorsi) in modo assolutamente più libero e naturale.
Quindi torniamo al solito discorso. E’ vero e non c’è dubbio che donne e uomini hanno una diversa ontologia ma è pur vero che la cultura, il contesto, e molto spesso anche la natura e il clima possono modificare radicalmente gli usi e i costumi.
Montesquieu nel suo “Esprit de Lois” elaborò la famosa teoria dei climi. Sostenne cioè, e a ragione, che le diverse condizioni climatiche e i diversi contesti naturali avevano avuto un peso determinante nello sviluppo delle società civili e della cultura. Lo stesso Montesquieu sosteneva che il processo di industrializzazione, e quindi il capitalismo, non avrebbe mai potuto nascere e svilupparsi ai Caraibi o nell’Africa sub sahariana dove ci sono 45 gradi all’ombra e il 90% di umidità. Stesso concetto sosteneva per le religioni.
A mio parere la stessa teoria può assolutamente essere applicata alla sessualità. Ma ve l’immaginate una fanciulla di Tahiti dei bei tempi che furono o una ragazza caraibica che fanno le ritrose? Sarebbero del tutto innaturali…Pensate al mare, al sole, al caldo, alla musica, alla rilassatezza dei costumi (data anche dal clima, ovviamente) all’allegria di quei popoli. Ma secondo voi, in quel contesto, potevano mai attecchire religioni oppressive e mortificanti del piacere sessuale e della gioia di vivere, cattolica, protestante, ebraica o musulmana che fossero?…La risposta è ovvia ed è NO.
Quindi è sbagliato contrapporre l’una contro l’altra la natura e la cultura come se fossero due cose del tutto separate e inconciliabili. Cerco di spiegarlo ormai da un bel po’ di tempo, con scarso successo devo dire, per lo meno a molti degli utenti, guarda caso quelli appartenenti ad un orientamento culturale e politico tendenzialmente, diciamo, più conservatore e/o tradizionalista…
Perché per essi, dobbiamo essere onesti, questa contrapposizione serve a sostenere strumentalmente l’immutabilità di tutte le cose, ed è ovvio che questo atteggiamento diventa di fatto una schema ideologico in nulla differente da qualsiasi altra forma di integralismo.
La realtà delle cose ci dice che natura e cultura si trasformano così come si trasformano gli esseri umani relativamente sani di mente. Ciò significa che è possibile cambiare la realtà, e non solamente sulla base di una opzione volontaristica e quindi ideologica (il che sarebbe una forzatura) ma proprio perché questa trasformazione è nell’ordine naturale delle cose; nell’ontologia stessa dell’essere, cioè il DIVENIRE.
Ciò significa che è profondamente errato contrapporre la Natura e l’Essere da una parte, nella loro presunta immutabilità, e la Cultura, dall’altra, nella sua mutabilità.
E questa, caro Marmocchio, non è una paccottiglia psicosociologica postsessantottina, come la chiami tu (sto ironizzando, eh, sia chiaro…), ma filosofia, sulla quale naturalmente ci si può dividere.
Quindi, nessuno nega che le donne scandinave vivano in maniera contraddittoria la sessualità a causa del retaggio delle loro origini protestanti. Pensate se non avessero avuto sul groppone quel carico da undici come lo vivrebbero. E nonostante tutto, nonostante il Calvinismo che le ha attanagliate per secoli sono riusciti ad evolversi. Di certo molto di più delle donne italiane…
E allora, se permetti, molto meglio qualche ex protestante un po’ brilla rispetto a tante sobrie false cattoliche, che poi sono quelle che ci sposiamo (non io…)…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Mea culpa se ti ho fatto ripetere cose già dette.
Me ne assumo la responsabilità. Però ci si chiarisce di più e si dipana di più il filo e si sciolgono i nodi.
Io credo che oltre ad esserci una differenza ormonale di desiderio, (probabilmente fisiologicamente vera almeno nella media se è vero che il testosterone è detto l’ormone del desiderio) esista una differenza di necessità di autostima: e questo, forse, è l’unico fattore culturale modificabile che puo’ far avvicinare o allontanare i sessi nelle modalità relazionali. Regolare l’autostima di entrambi.
A me quell’articolo del Codice Penale svedese recentemente introdotto che parla di “lesa autostima” mi fa venire questo pensiero.
E allora mi chiedo anche il perchè il femminismo ha attecchito prima e con più veemenza nei paesi dove già stava scemando o si stava attenuando l’idea religiosa. E viceversa il cattolicesimo e la religione stanno attecchendo nei paesi del Sudamerica e Centramerica.
Doris Lessing parlava di nuova religione nella sua critica al femminismo. In un senso o nell’altro mi sembra che entrambi, religione e tradizione da una parte e femminismo dall’altra fungano come una specie di manopola dell’autostima dei sessi che girata in un senso o nell’altro non li fa mai entrare in sintonia. Aumentando la percezione dell’autostima di uno o dell’altro.
Rita(Quota) (Replica)
Chi mi conosce sa quanto non apprezzi le donne italiane ( in generale, ovviamente). ma le scandinave e anche le statunitensi, sono peggio. Apparentemente libere, sono in realta’ incapaci di vivere il sesso se non come pratica ” sportiva” o igienica “.
Coinvolgimento , scarso. Non ce la fanno.
Le donne USA poi sono venalissime e conflittuali.
In breve : nulla di buono da quelle lande, ne ora, ne nel futuro.
Infatti la follia femminista prospera in quelle nazioni.
Sposarsi ? non le nostre, ma le nordiche tanto meno.
Oltre a non essere di nessuna utilita’ in casa , dopo qualche anno vanno ad alcool o antidepressivi. Meglio di no.
Sul divenire e l’essere certo che non e’ paccottiglia, anzi.
ma l’evoluzione fisica richiede tempi lunghi, non certo pochi decenni. L’evoluzione culturale e’ piu’ rapida e nessuno ne nega l’importanza, ma neanche si puo’ negare il fatto che la natura puo’ esistere senza la cultura. Non puo’ invece avvenire il contrario.
Ed e’ proprio il dato naturale dell’asimmetria ormonale che determina il diverso atteggiamento femminile.
Inoltre , anche il dato culturale ci penalizza : oltre al “vantaggio” naturale, la donna ha oggi anche tutte le opzioni culturali.
Perche’ mai dovrebbe rinunciarci ?
basta vedere il discorso su maternita’ e aborto : non cedono di un millimetro
L’amara verita’ ed’ che noi uomini siamo sotto 2 -0 e dobbiamo attaccare, rischiando il contropiede.
Ci vorra’ molta forza, e’ inutile illudersi. Nessun dialogo ha mai risolto una sola questione di potere, e il potere, come ben sappiamo, alle donne piace molto
ilmarmocchio(Quota) (Replica)
La mia opinione, ma soprattutto la mia sensazione profonda, caro Marmocchio, te lo dico in tutta sincerità, è che nel tuo approccio alla questione non ci sia nulla di costruttivo. Ripeti sistematicamente una serie di luoghi comuni (anche in parte veri, sia chiaro), senza però arrivare a nessuna considerazione che possa essere di una qualche utilità alla costruzione di un progetto che abbia delle gambe concrete. Quello che noi stiamo cercando pazientemente di fare qui.
“Relazione natura-cultura”, “asimmetria ormonale” (su questi temi abbiamo speso fiumi di parole per anni e tu ce li vorresti risolvere in tre battute, tre…) le donne italiane, quelle scandinave, quelle americane, le une si ubriacano, le altre si impasticcano, quelle altre non sanno cucinare…Poi l’approccio sbagliato di Barnard, il tuo invece vincente da vecchio lupo di mare che la sa lunga…
Ma che cosa ci facciamo con questa paccottiglia? Ma quale utilità possono avere discorsi di questo genere? A chi giovano? A noi no di certo, al sito tanto meno. Se tutti i commenti sul blog fossero sulla falsariga dei tuoi ci prenderebbero per un circolo di vecchi machos decaduti e attempati stile playboy riminesi anni ’50 nostalgici dei bei tempi che furono (mi viene da ridere…)…
Questo blog non è uno sfogatoio personale, è ora che si cominci a capirlo, ma lo strumento di un gruppo di uomini che si sta dando una progettualità. Abbiamo delle priorità troppo importanti per rischiare di inficiare il tutto con degli scivoloni su qualche buccia di banana.
Scusa ma come sai non recito la parte del moderatore tradizionale ed esprimo la mia opinione come tutti.
Nelle tue posizioni c’è solo distruttività e nessun intento costruttivo. Luoghi comuni ripetuti, stereotipi, neanche un abbozzo di analisi.
Se penso che LukeCage se l’è presa per l’intervento di Armando sull’aborto (comunque un intervento lucido, analitico e costruttivo, anche se non condivisibile), allora con te cosa si dovrebbe fare…mah…
Vedi tu…
Fabrizio
.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Figurati Rita, in realtà stavo rispondendo al Marmocchio…
Nessun “mea culpa”. Non lo dire neanche per scherzo. Su questo sito il senso di colpa è stato gettato alle ortiche…e per sempre!…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Siccome sono emerse varie posizioni sul tema” Svezia e svedesi”, direi che la cosa migliore è “studiare” sul posto il fenomeno. Proporrei, di conseguenza, agli aderenti/simpatizzanti di UB di organizzare una trasferta di gruppo, aperta, oltre che naturalmente a Rita, anche a tutte le donne, anche perchè mi risulta che alle italiane non dispiaccia la bellezza maschile nordica. Unico requisito per le gentili donzelle è che ognuno si paghi il suo, niente cavalieri serventi che sono così di moda nel Belpaese. Fabrizio incomincia a raccogliere le adesioni e a fissare la data di partenza
Alessandro(Quota) (Replica)
:-)) sono un’abitudinaria in tutto, non subisco il fascino dello straniero.
Tra gli uomini biblicamente conosciuti, il più lontano è nato e cresciuto a 70 km dal mio luogo di residenza.
Il mio raggio d’azione quindi è stato notevolmente limitato e non sento il bisogno di ampliarlo.
Vengo volentieri a scopo turistico/storico/scientifico. E diro’ di più oltre alla mia parte sono disposta anche a pagarvi gli inevitabili (nel mio caso) servizi aggiuntivi, quali traduzioni (parlo solo italiano e piemontese) e recupero ove mi smarrisca (… succederà succederà, conosco i miei limiti d’orientamento)
Qui ci mancano le faccine …
Rita(Quota) (Replica)
@ Fabrizio : hai perfettamente ragione. Inutile scrivere quando si hanno verita’ precostituite, al di fuori delle quali tutto il resto e’ ” luogo comune”.
Non sto neanche a spiegare le basi scientifiche delle mie argomentazioni. Non occupero’ piu’ la minima porzione del tuo spazio. Perfettamente inutile.
saluti
ilmarmocchio(Quota) (Replica)
:::::::::::::INTERVALLO:::::::::::
Se solo per un attimo prendessimo realmente coscienza della MORTE, di questa nostra effimera esistenza, schiavizzata quotidianamente dalla società in cui viviamo sin dalla nascita, probabilmente ci trasferiremmo tutti in qualche località dove non ci sia altro che mare, sole tutto l’anno, amici, sesso, dormire e qualcosa da mangiare..
::::::::::FINE::INTERVALLO:::::::
Damien(Quota) (Replica)
@Damien..e aprilo un blog per gente che anela a un certo tipo di consapevolezza…sarebbe un punto d’incontro ideale per molte persone che non hanno abbastanza spirito competitivo e adeguate ambizioni..come me. Resto in attesa..
maria(Quota) (Replica)
Una grande tristezza nel leggere il “saggio” di Barnard, una grande tristezza mi induce a scrivere qui, agli uomini beta.
Se semplicemente gli esseri umani, uomini e donne, avessero l’umiltà di porsi gli uni agli altri con il RISPETTO, quello vero e non solo frutto di lettere messe insieme a formare questa parola, se ci si ponesse gli uni agli altri con la leggerezza, l’interesse, la curiosità vera verso l’ESSERE non ci sarebbe bisogno di questo sito, non si avrebbe bisogno di trovare il caprio espiatorio per sfogare le proprie frustrazioni.
Perchè solo di frustrazioni personali qui si tratta. Mi dispiace esprimere un concetto così semplice e banale. Ma così è. Ognuno le proprie frustrazioni. Barnard per primo.
iM_pAvida(Quota) (Replica)
Ti ringraziamo, cara Impavida, per la tua analisi così approfondita e ricca di spunti di riflessione…Sapremo farne tesoro…
Anche io sono giunto ad una conclusione, come te del resto. E cioè che se al mondo fossimo tutti fratelli, ci amassimo l’un con l’altro e non ci fossero diseguaglianze, ingiustizie, sfruttamento, oppressione, guerre, colonialismo, razzismo, sessismo, miseria, violenza, sopraffazione e quant’altro, non ci sarebbe neanche bisogno della politica…
L’ho scoperto proprio ora, grazie alle tue parole.
Ma forse sono solo frustrazioni del sottoscritto, degno compare di Barnard…D’altronde chi va con lo zoppo impara a zoppicare, non va certo sulla luna…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Impavida:
“Perchè solo di frustrazioni personali qui si tratta. Mi dispiace esprimere un concetto così semplice e banale. Ma così è. Ognuno le proprie frustrazioni.”
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Naturalmente.
Analisi ineccepibile, non c’è che dire.
Senti un po’, cosa ne pensi delle frustrazioni di queste tipe qui?
http://antifeminist.altervista.org/risorse/citazioni_femministe.htm
Silver(Quota) (Replica)
imp AVIDA: una grande frustrazione ti spinge a scrivere qui, se Avida, e se gli uomini non pagano più sai che frustrazione.
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Frustrazione è legittima: non ci si può neanche lamentare in questo mondo?
Oggi un mio amico mi ha detto: tu rinascerai donna e brutta.
Leonardo(Quota) (Replica)
Caro Fabrizio, facile e scontato sarcarsmo il tuo. D’altronde ovvia la risposta ad un semplice ragionamento al quale purtroppo, nel delirio invasante della ricerca di chissà quali teorie ricercare pur di nascondere il vostro maschilismo celato dietro a tutta questa retorica.
Non sono assolutamente una femminista, anzi, e sono sempre più convinta che se i ruoli fossero rispettati, se voi uomini foste davvero in grado di fare gli UOMINI e non ci voleste a tutti i costi cedere, solo ed unicamente per vostro comodo, ruoli che comunque vi appartengono, già da questo credo si ricreerebbe quell’equilibio e quel rispetto famoso che purtroppo, e qui mi ripeto, non esiste. Più.
Sono dispiaciuta di leggere tanto rancore, tanto livore. Permettimi una domanda rivolta a tutti quanti coloro che qui “sentenziano”: ma quali donne avete incontrato per farvi “ridurre” così? Scusami ma davvero me lo chiedo…
P.s. per Leonardo. Non sono abituata a farmi pagare dagli uomini, anche se, a volte, qualcuno si sarebbe meritato un bel conticino da saldare, non tutti siete “anime belle”…fidati.
iM_pAvida(Quota) (Replica)
@IM_pAvida:
facciamo finta che tu abbia scritto cose sensate.
Hai scritto, testualmente :
“se i ruoli fossero rispettati, se voi uomini foste davvero in grado di fare gli UOMINI e non ci voleste a tutti i costi cedere, solo ed unicamente per vostro comodo, ruoli che comunque vi appartengono, già da questo credo si ricreerebbe quell’equilibio e quel rispetto famoso che purtroppo, e qui mi ripeto, non esiste. Più.”
Quali sono i ruoli che appartengono agli uomini secondo te ?
Luke Cage(Quota) (Replica)
Silver, sono andata ora al link che mi hai suggerito. Purtroppo non ho letto che poche righe. Mi sono bastate. Sono schifata. Non son queste le donne. Fidati. Non sono queste.
iM_pAvida(Quota) (Replica)
Caro Luke,
dal momento che ritieni io non abbia scritto cose sensate, perchè approfondire? Non apprezzo chi finge. Non apprezzo chi sentenzia.
Scusami.
iM_pAvida(Quota) (Replica)
Se è per questo, cara Impavida, neanche tutti gli uomini sono maschilisti, sessisti, oppressori, violenti, stupratori, sopraffattori e guerrafondai…
Eppure, ad ascoltare il luogo comune e la vulgata corrente sembrerebbe proprio il contrario. E anche tu non sembri discostarti di molto da questi luoghi comuni dal momento che il tuo approccio nei nostri confronti è stato di una aggressività e di un disprezzo neanche tanto mal celati.
Pensa se il sottoscritto o chiunque di noi avesse approcciato ad un sito femminile o femminista con le tue stesse parole e il tuo stesso atteggiamento…Quale sarebbe stata la reazione secondo te? Pensaci…
Comunque ti ringraziamo di essere fra noi e di partecipare al dibattito. E non lo sto dicendo per ragioni formali ma perchè spesso è accaduto che un approccio inizialmente conflittuale si sia trasformato in un dialogo positivo e costruttivo.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Caro Fabrizio,
la mia risposta forse ti sarà sembrata nei termini da te descritti, ma altro non è stata che una reazione viscerale al tuo sarcarsmo. Il mio primo commento ti assicuro è dettato dal cuore e dalla tristezza ripeto, di leggere come tanta frustrazione finisca per fare di ogni individuo un “fascio”. E questo nostro carteggio, come puoi ben comprendere tu stesso, ne è purtroppo l’amara conseguenza…
Sono comunque io a ringraziarti per l’ospitalità nel vostro sito.
iM_pAvida(Quota) (Replica)
“Non sono donne” dice IM-pAvida. Sono pienamente d’accordo. Peccato che non c’è donna che parli in pubblico che non dica esattamente queste cose citate nel link che ha sconvolto IM_pAvida. E peccato che quelle che non parlano se ne guardino bene dallo smentirle per es. riempiendo di proteste le rubriche dei giornali o delle riviste magari femminili: mai sentito un intervento delle “donne del silenzio” che almeno una volta abbiano scritto una lettera contro questa infame cultura del pestaggio morale antimaschile. Peccato perchè così stando le cose, non si può più parlare di casi personali di un femminile in guerra col maschile ma minoritario, ma del pensiero e dell’atteggiamento verso il maschile di donne che, fino a prova del contrario, parlano a nome di tutte le donne. E’ questo orizzonte compatto, senza discontinuità apprezzabili, e quindi concentrazionario, di false accuse al genere maschile che del malebashing fa un fatto storico-politico, imputabile al genere femminile tutto, con la sua intera gravissima oggettiva responsabilità di una ideologia che mira a distruggere l’autostima soprattutto di intere generazioni di minorenni maschi e femmine. E ahimè ci è riuscito. E’ inutile cercare “ragioni personali” a ulteriore pratica di denigrazione di chi si oppone a questa devastazione e si preoccupa che i propri figli, le generazioni future, non siano precipitate nell’incubo di una cultura e in una società regredite e feroci che fanno della guerra contro il maschile e il suo valore, l’unico valore positivo su cui fondarsi: solo chi ha la vista orientata all’altro, e uno sguardo libero e risolto, è in grado di vedere gli abissi di male che si prospettano e minacciano il futuro di tutti; e assumersi la responsabilità e caricarsi del peso di lanciare il grido di allarme e provvedere alle possibili correzioni e ai possibili rimedi. Ancora una volta è alla capacità dello spirito maschile di pensare in termini universali che ci si deve rivolgere per coltivare un pò di speranza.
ckkb(Quota) (Replica)
Notare questo articolo sulla frustrazione, con le foto della donna depressa, triste.
http://www.google.it/url?sa=t&source=web&cd=6&ved=0CDwQFjAF&url=http%3A%2F%2Fdigilander.libero.it%2FBukowski%2Ffrustrazione.htm&ei=s140TLzgEZCWsQaH063OBA&usg=AFQjCNEtoGu3FfT9D4PxKQkkjUGB0Pi-cQ&sig2=aJmDZJsPxFiTVaWmCsPJ2Q
Ma dove sono finite le donne di una volta:
http://i991.photobucket.com/albums/af34/anubsur/Screenshot99-1.jpg?t=1278500875
Leonardo(Quota) (Replica)
Cara Impavida, neanche tu stessa ti rendi conto (perché in questo caso è evidente che sei in buona fede) del tuo atteggiamento profondamente aggressivo, prevenuto e dispregiativo nei nostri confronti.
Continui a rivolgerti a noi ripetendo il mantra che tutto ciò che noi sosteniamo sarebbe dovuto alla nostra frustrazione personale. E lo ribadisci anche nel tuo ultimo post.
Ti invito a riflettere su questo. Prova a pensare se in un qualsiasi contesto, sia esso politico, filosofico, culturale o semplicemente conviviale, le parti in confronto si riducessero a dire che le ragioni dell’altra sono frutto solo di frustrazione.
Dietro a questo atteggiamento, ovviamente, e non c’è bisogno di uno psicologo per spiegarlo, non c’è il riconoscimento dell’interlocutore ma il suo esatto contrario. Non si riconosce dignità nè a lui nè tanto meno alle opinioni che esprime, che sono appunto il mero risultato delle sue frustrazioni personali.
E’ un metodo antichissimo. Per colpire le idee dell’altro, giuste o sbagliate che siano, si distrugge l’avversario a livello personale. Lo si denigra, lo si espone al pubblico disprezzo e lo si disconosce.
“Tu non dici queste cose – questo l’assunto – perché ne sei veramente convinto oppure perché hai fatto uno studio o un’analisi del fenomeno, ma solo perché sei frustrato, e allora ti inventi queste teorie per cercare di dissimulare la tua miserevole condizione personale”.
Karl Marx fu accusato di aver elaborato la sua dottrina perché era stato ripudiato come intellettuale dalla borghesia (quindi in realtà era solo un frustrato vittima dell’etica del risentimento di nicciana memoria). Leopardi, non c’è neanche bisogno di dirlo, versava nelle condizioni fisiche e di salute che ben conosciamo. E quindi altro che risentimento…
Naturalmente questo metodo può essere applicato praticamente in qualsiasi circostanza. Spartaco e i suoi schiavi ribelli? Frustrati pieni di risentimento. Gli operai che lottano per i loro diritti? Idem. E via discorrendo.
Più o meno tu fai questo con noi. Bada bene, non sei la sola. Moltissime altre persone, donne ma anche uomini, si sono espressi nei nostri confronti in questi termini. Anzi, generalmente utilizzando epiteti ben peggiori rispetto a quelli che hai usato tu che ci ha dato “solo” dei frustrati.
Vai la visitare altri blog e vedrai cosa dicono di noi…Perché tanto astio? Perché tanto livore, disprezzo, nei confronti di quegli uomini che osano affrontare questi temi? Qualcosa non mi torna. O forse la verità è che il messaggio di cui siamo portatori è talmente destabilizzante da diventare addirittura inascoltabile e inaccettabile?
Neanche in ambito politico si arriva ad atteggiamenti così ingiuriosi nei confronti dell’altro. Qualcosa non va. I conti non tornano.
Io ci rifletterei, fossi in te.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Mi sono perso in mezzo al mare di mail, ma ritengo che un buon punto di partenza per una discussione non incazzata, sia quello che scriveva Impavida (lo chiedo a lei) e richiesto anche da Luke, Quali sono le cose che appartengono agli uomini e che gli stessi vogliono cedere alle donne per proprio comodo? Mi incuriosisce, potrebbe essere qualcosa di davvero serio come pura propaganda strumentale. Ma se non entriamo nel merito non losapremo mai.
armando(Quota) (Replica)
Imput a$=”…io..io..io.. frustrati.. non sono quelle le donne.. ma quali donne avete incontrato”
..ok ok.. vi risparmio il link…
….magari….però, si potrebbe suggerire alla novella clone di leggersi il manifesto e qualche articolo, giusto per crearsi una BASE logica sulla quale menarcela?…forse chiedo troppo?..capisco.. rischia il guru-meditation…
…ehhhh..per quelli che non sanno come passare 10 minuti, vi invito alla disamina…
“””Una grande tristezza nel leggere il “saggio” di Barnard, una grande tristezza mi induce a scrivere qui, agli uomini beta.”””””
Aaaah! che introduzione.. qual gaudio gioir di cotanta sapienza che, mossa a compassione, minata nell’animo dalla tristezza nell’aver contemplato queste facezie, mossa da dover femminile di aurea sapientia…ci ragguaglia sul saper diletto…orsu.. costei inizia con l’ardir di donar a noialtri le sue nobili sentenze…
“”Se semplicemente gli esseri umani, uomini e donne, avessero l’umiltà di porsi gli uni agli altri con il RISPETTO, quello vero e non solo frutto di lettere messe insieme a formare questa parola, se ci si ponesse gli uni agli altri con la leggerezza, l’interesse, la curiosità vera verso l’ESSERE non ci sarebbe bisogno di questo sito, non si avrebbe bisogno di trovare il caprio espiatorio per sfogare le proprie frustrazioni.””
Umiltà… rispetto… leggerezza, l’interesse, curiosità vera verso l’ESSERE.. Si vede che questa iM_pAvida e’ un ennesimo clone. vi invito a rileggere l’articolo di BARNARD, vi troverete TUTTE queste affermazioni, c’e’ da domandarsi quindi perchè, perchè si rivolge a NOI uomini BETA ben consci di usare spesso Umiltà… rispetto… leggerezza, l’interesse, curiosità vera verso l’ESSERE.. aggiungerei verso la ludica sessualità e quant’altro mi sia dimenticato di sottolineare.. perchè?!?!? ma e’ ovvio signori e signore… la partizione AVERE deve essere un attimino difettosa.. avrà qualche cluster danneggiato…
..e che dire poi del finale, l’uso delle “frustrazioni”.. forse era riferito a quanto poteva aver provato Barnard dopo l’incontro con la lei bellissima, alla quale con Umiltà… rispetto… leggerezza, l’interesse, curiosità vera verso l’ESSERE si era genuinamente rivolto?
Adesso chi e’ il genio informatico che vuole riprogrammare questo “iM_pAvida clone”? magari facendole capire che un uomo beta NON PUO’ ESSERE UN FRUSTRATO in quanto abituato ai 2 di picche, contrariamente alla moltitudine delle donne? chi si offre volontario?…
“”””Perchè solo di frustrazioni personali qui si tratta. Mi dispiace esprimere un concetto così semplice e banale. Ma così è.””””
iM_pAvida, ottimo nickname.. questi cloni mi sorprendono sempre di piu’.. direi che in questo caso sarebbe stato piu’ consono un nick del tipo iG_nOrante, i Cloni infatti usano spesso i concetti “semplici e banali” perche’ preferiscono NON CAPIRE piuttosto che ammettere di avere torto.. inoltre non si ragiona nell’insieme.. ma sempre dell'”I/0″… il famoso Sillogismo femminile, in questo caso.. disgiuntivo..
“”Ognuno le proprie frustrazioni. Barnard per primo.”””
..e se lo dice lei.. senza un (secondo me.. a mio parere).. potremmo anche chiederle un pronostico per il prossimo superenalotto… non credete???
“NOI SIAMO LE DONNE… SARETE RIEDUCATI!… OGNI RESISTENZA E’ INUTILE!”””
Damien(Quota) (Replica)
“Non apprezzo chi sentenzia”.
E tu che cosa stai facendo con noi?
Luke Cage(Quota) (Replica)
Io sono una “donna del silenzio” che inorridisce a leggere link di quel genere, come inorridisce leggendo “sono andato a puttane”, “dalla” ed il resto che su questa stessa falsa riga è scritto in questo sito. Non dovrebbe esserci una guerra, eppure essa è stata ugualmente dichiarata e purtroppo si alimenta anche di questi stessi editti. Dichiarata da chi non riconosce più l’individualità del soggetto sia questo uomo oppure donna. Eppure questo è quanto fa la differenza, il singolo individuo molto più difficile da comprendere che da catalogare, omologare. Ma esistiamo noi donne, esistete voi uomini, ed ognuno, per fortuna, con le proprie peculiarità della “specie” di appartenenza. Magari senza retorica, senza pregiudizi ci si potrebbe incontrare. Ho ancora questa illusione.
iM_pAvida(Quota) (Replica)
La realtà è che nella società occidentale del rapporto tra i sessi si può parlare solo nei termini che il politicamente corretto ha stabilito. Le voci fuori dal coro sono sacrileghe, vanno isolate e possibilmente soffocate. D’altronde questa è da sempre la sorte di chi intraprende un cammino personale e fuori dagli stereotipi. L’accusa che ci viene rivolta è che noi non possiamo parlare di donne, perchè addirittura prima di esprimerci dovremmo conoscerle una per una. Pur avendo affermato fino alla nausea che si parla di comportamento medio femminile non si vuole deliberatamente ascoltare, si fa finta di non sentire. Da una parte il femminismo presenta l’uomo del passato, e in parte quello del presente, sempre come oppressore, senza fare alcuna distinzione, dall’altra si pretende che gli uomini oggi non si azzardino ad avanzare una critica a qualche comportamento medio femminile. Penso, inoltre, che il comportamento maschile, come mediamente si manifesta nella società in cui vivo, vada altrettanto criticato e lo faccio ben volentieri. Trovo ridicola questa difesa di un genere sessuale solo perchè se ne fa parte. Purtroppo è una posizione, la mia, non troppo diffusa a quanto pare.
Alessandro(Quota) (Replica)
Mi rendo conto che a volte posso dare l’impressione di chiusura e disfattismo, però devo dire che alla luce degli interventi della maggior parte delle donne intervenute, che si presentano nella maggior parte dei casi con la verità assoluta e senza la benchè minima disposizione ad un confronto ad armi pari (tipico, perchè come andiamo denunciando nella loro esperienza quotidiana si limitano il più delle volte a fare da giuria e ad assegnare valori e preferenze) mi sembra inutile e alla lunga dannoso trattare con i guanti queste interlocutrici.
Che imparino l’educazione.
Intanto “ciao a tutti,” “scusate il disturbo”, “ho letto il vostro manifesto non mi trovo d’accordo perchè…” e così via, se no “calci nel culo” (nel senso di 2 righe di risposta e avanti la prossima..).
Non dimentichiamo che il sito reca la scritta “movimento maschile”, quindi una donna che si accinge a scrivere su un sito come questo si capisce SUBITO con quali intenti lo fa.
Non sono di quelli che pensa che le donne siano meno intelligenti degli uomini (come non credo il contrario), però qui se non filtriamo (nel senso di considerare,prendere sul serio,rispondere etc..) un attimo gli interventi ci ritroviamo con le classiche tipe problematiche che si sfogano prioiettando la propria frustrazione su di noi.
Applichiamo la parità fra i sessi anche su queste cose.
Se un uomo venisse qui a fare l’idiota quante righe e quanti interventi sarebbero necessari per mandarlo dove merita..?Forse due (a me di solito uno, lo stesso varrebbe per una donna).
Non dobbiamo temere le accuse di sessismo e maschilismo perchè quelle sono da mettere nel conto, e poi ci sono donne che vivono per giustificare con la loro superficilità i più repellenti luoghi comuni misogini.
Quindi ben venga chi non è d’accordo, però almeno che si mostri la disponibiltà a dialogare prima di sparare le solite cafonate (frustrati e bla bla bla….).
p.s. Bisogna anche tener conto che nel caso raro ci si imbatta in una donna che ha voglia di ragionare su questi argomenti senza sparare cavolate (Maria è un valido esempio di questa rara categoria) il massimo che si ottiene è di indurla ad ammettere l’evidenza,il chè è già tanto alla luce delle resistenze psicologiche e alle difficoltà ad affrontare discorsi posti in un ottica a loro non familiare.
Luke Cage(Quota) (Replica)
Impavida, permettimi ma i tuoi commenti mi lasciano basito, come si suol dire…
Cito testualmente le tue parole:” Non dovrebbe esserci una guerra, eppure essa è stata ugualmente dichiarata e purtroppo si alimenta anche di questi stessi editti”.
Impavida, ma scusa, cerchiamo di essere onesti con noi stessi, proviamoci almeno…Chi l’ha dichiarata questa guerra? Gli uomini forse? Sembri cadere dalle nuvole…
Sono 40 anni che sentiamo ripetere la litania che gli uomini (TUTTI) sono sempre, dovunque e comunque gli oppressori e le donne (TUTTE) sempre, comunque e dovunque le oppresse vittime innocenti del dominio maschile. Sono 40 anni che siamo stati martellati dal mantra che la “violenza è solo e sempre maschile”, senza alcuna eccezione, e che le donne non sono neanche in grado di concepirla. Sono 40 anni che sentiamo ripetere aberrazioni mediatiche diventate purtroppo senso comune, del tipo che la prima causa di morte per le donne è la mano omicida degli uomini. Sono 40 anni che siamo sottoposti ad un vero e proprio martellamento psicologico, culturale e mediatico che trasforma TUTTI gli uomini in mostri, stupratori, molestatori, manipolatori, violenti di ogni specie e risma. Si diffondono dati degni della peggior propaganda goebbelsiana o stalinista (ma quella dell’attuale sistema è anche più sofisticata) che ci raccontano di milioni e milioni e milioni e milioni di molestie e violenze perpetrate dagli uomini ai danni delle donne ogni anno, tutti i giorni, ogni minuto della loro esistenza. Un’esistenza assai grama trascorsa camminando lungo i muri terrorizzate perché da un momento all’altro potrebbe palesarsi lo stupratore, come quando si attraversa un campo minato e possiamo star certi che se evitiamo la prima, forse la seconda, la terza ci farà saltare in aria…
Questo è il quadro che è stato scientemente architettato e che è stato fatto passare a livello di immaginario collettivo.
E tutto ciò, avviene, bada bene, indiscriminatamente, nei confronti di TUTTO il genere maschile, a prescindere dalle responsabilità individuali, dal ruolo, dalla funzione, dalla posizione che si occupa nella società, e via discorrendo. No,nessuna distinzione, il genere maschile è sotto accusa, nella sua interezza. Che cosa è questo se non sessismo e razzismo? Che cosa è questa se non “cultura” dell’apartheid? Non abbiamo nessuna difficoltà ad affermarlo e se è un concetto difficile da digerire, dovete imparare a fare buon viso, visto che noi abbiamo dovuto abituarci alle infamie che ci sono state rovesciate addosso per decenni e che continueranno a rovesciarci addosso implacabilmente.
E tu ci vieni a dire che i nostri articoli alimentano la guerra tra i sessi?
Scusa ma non so se ridere o disperarmi, o entrambe le cose insieme.
Resti la benvenuta, sia chiaro, nella speranza che si possa andare oltre i luoghi comuni e riuscire a ragionare nel merito delle cose, senza pregiudizi, filtri ideologici o altro. Di questi ultimi, certamente, non abbiamo bisogno.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Impavida, leggi qua…
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http://www.ildialogo.org/donna/rivoltafemminile30052005.htm
MANIFESTO DI RIVOLTA FEMMINILE (LUGLIO 1970)
di Carla Lonzi
[Da Carla Lonzi, Sputiamo su Hegel. La donna clitoridea e la donna vaginale, Rivolta Femminile, Milano 1974, poi Gammalibri, Milano 1982, pp. 13-22, riprendiamo il manifesto di “Rivolta Femminile” del luglio 1970, uno dei testi fondamentali della riflessione femminista in Italia. Carla Lonzi e’ stata un’acutissima intellettuale femminista, nata a Firenze nel 1931 e deceduta a Milano nel 1982, critica d’arte, fondatrice del gruppo di Rivolta Femminile. Opere di Carla Lonzi: Sputiamo su Hegel, Scritti di Rivolta Femminile, Milano 1974, poi Gammalibri, Milano 1982; Taci, anzi parla. Diario di una femminista, Scritti di Rivolta Femminile, Milano 1978; Scacco ragionato, Scritti di Rivolta Femminile, Milano 1985. Opere su Carla Lonzi: Maria Luisa Boccia, L’io in rivolta. Vissuto e pensiero di Carla Lonzi, La Tartaruga, Milano 1990]
“Le donne saranno sempre divise le une dalle altre? Non formeranno mai un corpo unico?” (Olympe de Gouges, 1791)
La donna non va definita in rapporto all’uomo. Su questa coscienza si fondano tanto la nostra lotta quanto la nostra liberta’.
*
L’uomo non e’ il modello a cui adeguare il processo di scoperta di se’ da parte della donna.
*
La donna e’ l’altro rispetto all’uomo. L’uomo e’ l’altro rispetto alla donna. L’uguaglianza e’ un tentativo ideologico per asservire la donna a piu’ alti livelli.
*
Identificare la donna all’uomo significa annullare l’ultima via di liberazione.
*
Liberarsi per la donna non vuol dire accettare la stessa vita dell’uomo perche’ e’ invivibile, ma esprimere il suo senso dell’esistenza.
*
La donna come soggetto non rifiuta l’uomo come soggetto, ma lo rifiuta come ruolo assoluto. Nella vita sociale lo rifiuta come ruolo autoritario.
*
Finora il mito della complementarieta’ e’ stato usato dall’uomo per giustificare il proprio potere.
*
Le donne son persuase fin dall’infanzia a non prendere decisioni e a dipendere da persona “capace” e “responsabile”: il padre, il marito, il fratello…
*
L’immagine femminile con cui l’uomo ha interpretato la donna e’ stata una sua invenzione.
*
Verginita’, castita’, fedelta’, non sono virtu’; ma vincoli per costruire e mantenere la famiglia. L’onore ne e’ la conseguente codificazione repressiva.
*
Nel matrimonio la donna, privata dal suo nome, perde la sua identita’ significando il passaggio di proprieta’ che e’ avvenuto tra il padre di lei e il marito.
*
Chi genera non ha la facolta’ di attribuire ai figli il proprio nome: il diritto della donna e’ stato ambito da altri di cui e’ diventato il privilegio.
*
Ci costringono a rivendicare l’evidenza di un fatto naturale.
*
Riconosciamo nel matrimonio l’istituzione che ha subordinato la donna al destino maschile. Siamo contro il matrimonio.
*
Il divorzio e’ un innesto di matrimoni da cui l’istituzione esce rafforzata.
*
La trasmissione della vita, il rispetto della vita, il senso della vita sono esperienza intensa della donna e valori che lei rivendica.
*
Il primo elemento di rancore della donna verso la societa’ sta nell’essere costretta ad affrontare la maternita’ come un aut-aut.
*
Denunciamo lo snaturamento di una maternita’ pagata al prezzo dell’esclusione.
*
La negazione della liberta’ d’aborto rientra nel veto globale che viene fatto all’autonomia della donna.
*
Non vogliamo pensare alla maternita’ tutta la vita e continuare ad essere inconsci strumenti del potere patriarcale.
*
La donna e’ stufa di allevare un figlio che le diventera’ un cattivo amante.
*
In una liberta’ che si sente di affrontare, la donna libera anche il figlio e il figlio e’ l’umanita’.
*
In tutte le forme di convivenza, alimentare, pulire, accudire e ogni momento del vivere quotidiano devono essere gesti reciproci.
*
Per educazione e per mimesi l’uomo e la donna sono gia’ nei ruoli della primissima infanzia.
*
Riconosciamo il carattere mistificatorio di tutte le ideologie perche’ attraverso le forme ragionate di potere (teologico, morale, filosofico, politico) hanno costretto l’umanita’ a una condizione inautentica, oppressa e consenziente.
*
Dietro ogni ideologia noi intravediamo la gerarchia dei sessi.
*
Non vogliamo d’ora in poi tra noi e il mondo nessuno schermo.
*
Il femminismo e’ stato il primo momento politico di critica storica alla famiglia e alla societa’.
*
Unifichiamo le situazioni e gli episodi dell’esperienza storica femminista: in essa la donna si e’ manifestata interrompendo per la prima volta il monologo della civilta’ patriarcale.
*
Noi identifichiamo nel lavoro domestico non retribuito la prestazione che permette al capitalismo, privato e di stato, di sussistere.
*
Permetteremo quello che di continuo si ripete al termine di ogni rivoluzione popolare quando la donna, che ha combattuto insieme con gli altri, si trova messa da parte con tutti i suoi problemi?
*
Detestiamo i meccanismi della competitivita’ e il ricatto che viene esercitato nel mondo dalla egemonia dell’efficienza. Noi vogliamo mettere la nostra capacita’ lavorativa a disposizione di una societa’ che ne sia immunizzata.
*
La guerra e’ stata da sempre l’attivita’ specifica del maschio e il suo modello di comportamento virile.
*
La parita’ di retribuzione e’ un nostro diritto, ma la nostra oppressione e’ un’altra cosa. Ci basta la parita’ salariale quando abbiamo gia’ sulle spalle ore di lavoro domestico?
*
Riesaminiamo gli apporti creativi della donna alla comunita’ e sfatiamo il mito della sua laboriosita’ sussidiaria.
*
Dare alto valore ai momenti “improduttivi” e’ un’estensione di vita proposta dalla donna.
*
Chi ha il potere afferma: “Fa parte dell’erotismo amare un essere inferiore”. Mantenere lo “status quo” e’ dunque un suo atto d’amore.
*
Accogliamo la libera sessualita’ in tutte le sue forme, perche’ abbiamo smesso di considerare la frigidita’ un’alternativa onorevole.
*
Continuare a regolamentare la vita fra i sessi e’ una necessita’ del potere; l’unica scelta soddisfacente e’ un rapporto libero.
*
Sono un diritto dei bambini e degli adolescenti la curiosita’ e i giochi sessuali.
*
Abbiamo guardato per 4.000 anni: adesso abbiamo visto!
*
Alle nostre spalle sta l’apoteosi della millenaria supremazia maschile. Le religioni istituzionalizzate ne sono state il piu’ fermo piedistallo. E il concetto di “genio” ne ha costituito l’irraggiungibile gradino.
*
La donna ha avuto l’esperienza di vedere ogni giorno distrutto quello che faceva.
*
Consideriamo incompleta una storia che si e’ costituita sulle tracce non deperibili.
*
Nulla o male e’ stato tramandato dalla presenza della donna: sta a noi riscoprirla per sapere la verita’.
*
La civilta’ ci ha definite inferiori, la chiesa ci ha chiamate sesso, la psicanalisi ci ha tradite, il marxismo ci ha vendute alla rivoluzione ipotetica.
*
Chiediamo referenze di millenni di pensiero filosofico che ha teorizzato l’inferiorita’ della donna.
*
Della grande umiliazione che il mondo patriarcale ci ha imposto noi consideriamo responsabili i sistematici del pensiero: essi hanno mantenuto il principio della donna come essere aggiuntivo per la riproduzione dell’umanita’, legame con la divinita’ o soglia del mondo animale; sfera privata e “pietas”. Hanno giustificato nella metafisica cio’ che era ingiusto e atroce nella vita della donna.
*
Sputiamo su Hegel.
*
La dialettica servo-padrone e’ una regolazione di conti tra collettivi di uomini: essa non prevede la liberazione della donna, il grande oppresso della civilta’ patriarcale.
*
La lotta di classe, come teoria di classe sviluppata dalla dialettica servo-padrone, ugualmente esclude la donna. Noi rimettiamo in discussione il socialismo e la dittatura del proletariato.
*
Non riconoscendosi nella cultura maschile, la donna le toglie l’illusione dell’universalita’.
*
L’uomo ha sempre parlato a nome del genere umano, ma meta’ della popolazione terrestre lo accusa ora di aver sublimato una mutilazione.
*
La forza dell’uomo e’ nel suo identificarsi con la cultura, la nostra nel rifiutarla.
*
Dopo questo atto di coscienza l’uomo sara’ distinto dalla donna e dovra’ ascoltare da lei tutto quello che la concerne.
*
Non saltera’ il mondo se l’uomo non avra’ piu’ l’equilibrio psicologico basato sulla nostra sottomissione.
*
Nella cocente realta’ di un universo che non ha mai svelato i suoi segreti, noi togliamo molto del credito dato agli accanimenti della cultura. Vogliamo essere all’altezza di un universo senza risposte.
*
Noi cerchiamo l’autenticita’ del gesto di rivolta e non la sacrificheremo ne’ all’organizzazione ne’ al proselitismo.
*
Comunichiamo solo con donne.
Roma, luglio 1970
Silver(Quota) (Replica)
E leggi pure qui…
http://razzismodemocratico.blogspot.com/
Silver(Quota) (Replica)
E con questo per stasera ho concluso (per stasera, eh!…).
______________
Repubblica — 08 settembre 1999, pagina 1.
Ciao maschi il cinema vi ha ucciso
VENEZIA. Se appartenete alla dilagante categoria da rotocalco dell’ uomo in crisi, tenetevi alla larga dai cinema per i prossimi mesi, allontanando il subdolo invito di mogli e fidanzate. Si rischia infatti di passare dalla crisi alla depressione nera, da una sottile insicurezza a un fermo proposito suicida. Il leit motiv del cinema dell’ anno Duemila, visto almeno da Venezia, è la vergogna di essere maschio. E dunque vigliacco, misogino, mediocre e narciso, fesso e neppure buono. Incapace di esprimere sentimenti (non parliamo di passioni), l’ homo insipiens della nuova era sa essere a un tempo compagno noioso, amante ridicolo e padre inesistente. Un vuoto in giacca e calzoni tenuto in piedi dalle grucce di effimero narcisismo, sempre in procinto di evaporare, che dovrebbe compensare l’ abissale quanto motivata assenza di autostima. Sembra una caricatura maschile del più torvo femminismo Anni 70. Ma dev’ esserci qualcosa (o molto) di vero se gli uomini di celluloide fanno pena a tutte le latitudini e climi culturali, oltre le distinzioni di religione e ideologia e genere. Sono pessimi e infantili gli uomini del genio Kubrick come dell’ ultimo esordiente, nelle commedie di Woody Allen e nelle tragedie giapponesi, a Hollywood come a Sydney e a Seul, nei paesi cattolici, protestanti e finanche musulmani. La regola vale se il regista è uomo e se è donna e femminista, come nel caso della magnifica e caustica Campion, candidata alla vittoria con “Holy Smoke”. Dove l’ unico momento di pietà per il protagonista, un cowboy-psicologo interpretato da uno strepitoso Harvey Keitel, lo si prova quando, vestito da donna e con un trucco pesante, urla tutto il suo disperato amore per la ridente e fuggitiva Kate Wislet. E vale perfino per quel poco di cinema giovane italiano, così fuori dal mondo e ossessionato dalla figura della madre onnipresente e onnipotente, fulcro del welfare nazionale e motore di ogni azione, spesso coinvolta sul set e nella lavorazione come attrice, aiuto regista, ufficio stampa, capo claque. Ma anche qui, dov’ è il papà? Figurine maschili di desolante ignavia testimoniano insomma della crisi anche nell’ Italia anti femminista, ancora capace di far sfilare nella tv pubblica le miss in tacchi a spillo e quarti esposti per il ludibrio di dieci milioni di spettatori. Come siamo caduti così in basso? In attesa che gli antropologi, gli psicanalisti ed Emma Bonino ci chiariscano, non rimane che arrendersi alla spettacolare evidenza dei fatti. Gli uomini non esistono più. Gli eroi adulti alla Humphrey Bogart, che hanno fatto il grande cinema, non ne parliamo. Tocca arrangiarsi con questi divi poveracci, uomini sull’ orlo di una crisi di nervi e d’ identità, aggrappati all’ ultima boa dello status professionale. Come il Bill-Tom Cruise di “Eyes Wide Shut” che ogni dieci minuti esibisce il suo tesserino di medico, perfino durante una complicata orgia. Oppure l’ Emmet-Sean Penn inventato da Woody Allen in “Sweet and Lowdown”, che si consola d’ una vita da randagio continuando a ripetere a se stesso e alla luna d’ essere un grande del jazz. Il dio del cinema ne salva pochissimi, qualche ottuagenario, certi sensibili gay e i pochi coraggiosi che, piuttosto che andare in questo modo, decidono di farla finita. E s’ ammazzano senza tante storie, si levano dai piedi, magari facendosi cadere dalle scale travestiti da mamma, come in un’ applaudita scena di Buddy Boy. Vero è che, pur ridotti male, gli uomini continuano a essere amati dalle donne. Non si capisce perché, visto che sono tanto migliori. Donne incomparabilmente più intelligenti e oneste, per giunta bellissime, che con terapeutico accanimento cercano di cavare sentimenti da questi vermi, fra l’ altro capaci di ripagarle con angherie, sesso deludente e una malcelata invidia. Se l’ ondata di cinema anti maschilista avrà un effetto correttivo e catartico, se spingerà a migliorarci, ben venga. Altrimenti, pazienza. Come s’ è già detto per i giovani trentenni ancora in casa, non avere modelli forti presenta qualche vantaggio. Quali, non s’ è capito. Ai nostalgici rimane la consolazione di tornare a casa e, in solitudine, iniettarsi in cassetta la serie intera di Indiana Jones.
CURZIO MALTESE
Silver(Quota) (Replica)
E’ imperativo categorico, a questo punto, contattare anche Curzio Maltese. Sempre che nel frattempo non si sia pentito…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Silver, ma dove l’hai riesumato quello schifo di articolo?
Questo passaggio è da vomito,
@ Donne incomparabilmente più intelligenti e oneste, per giunta bellissime, che con terapeutico accanimento cercano di cavare sentimenti da questi vermi, fra l’ altro capaci di ripagarle con angherie, sesso deludente e una malcelata invidia. Se l’ ondata di cinema anti maschilista avrà un effetto correttivo e catartico, se spingerà a migliorarci, ben venga. Altrimenti, pazienza.
@
Sarebbe da chiedere a Curzio Maltese se anche lui si ritiene un verme, ed eventualmente, se anche suo padre lo è (era?). Lo stesso dicasi nei confronti di eventuali fratelli o figli.
Marco(Quota) (Replica)
Io il finale lo avrei cambiato….
indovinate che cosa avrei scritto nel finale?.. qualcosa del genere:
“Ai nostalgici rimane la consolazione di tornare a casa e, in solitudine, aprire il sito http://www.youporn.com per distruggere tutte le cazzate femministe!”
Damien(Quota) (Replica)
@Marco: Curzio Maltese si riferiva, credo, all’ immagine che il cinema dà alla figura maschile, non che lui pensi queste cose.
Icarus.10(Quota) (Replica)
Bè, è doveroso nel merito del post di Silver, sottolineare la posizione assunta da Massimo Gramellini, vicedirettore della Stampa nonchè opinionista di punta della trasmissione di Fabio Fazio (maschio zerbino, politically correct e strapagato).
Con qualcosa in più di un pizzico di sano sarcasmo (quando ci vuole ci vuole) punta il dito contro i deliri della nazigenetica in versione rosa…
Onore e rispetto per lui. Non sono certo molti i “vip” che hanno il coraggio di assumere determinate posizioni.
Forse la cosa meriterebbe un vero e proprio articolo e non escludo di farlo.
Fabrizio
L’inutilità del maschio
di Massimo Gramellini
In Australia hanno fecondato un ovulo senza la partecipazione straordinaria del signor sperma. I maschi sempre meno utili (non aprono più nemmeno la portiera dell’auto) vengono sollevati anche dall’ultima funzione in cui si sentivano insostituibili.
Il rischio di procreare mostri rimane per ora altissimo, ma quando la scienza lo ridurrà le donne potranno farsi da sole le loro brave figlie (spiacenti, ma per avere un fiocco azzurro ci vorrà sempre il cromosoma Y di un essere inferiore) e realizzeranno una splendida società matriarcale senza più guerre né indici Nasdaq.
La scoperta ha entusiasmato la presidente dell’Arcilesbiche che parla di “ricadute epocali” e di “scelta di libertà”. Infatti, per quest’umanità inebetita dal finto progresso, le leggi della natura non sono leggi ma semplici suggerimenti, la cui violazione viene pomposamente chiamata “libertà”.
Qualcuno dice: in questo modo potranno finalmente avere figli anche le coppie sterili, quindi è un bene. Evviva! Se c’è un problema non si pensa più a rimuoverne le cause, ma a scavalcarlo con un rimedio più devastante.L’inquinamento fa crescere le temperature? Che importa, aumenteremo l’aria condizionata. Lo stress moltiplica l’infecondità maschile? E noi invece dello sperma useremo le cellule dell’ascella. L’unica cosa che non capisco è dove bisognerà mettere il preservativo.
P.S. per quanto riguarda L’articolo di Maltese sono d’accordo con Icarus. L’articolo era ironico e non certo consenziente con quei deliri…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
questo e’ un movimento maschile (fatto da uomini per uomini) ma e’ anche aperto a tutti visto che l’invito a lasciare un commento non e’ riservato solo ai maschi. vorrei fare una domanda..se ogni volta che qualche donna interviene, inevitabilmente, dopo un po’, le posizioni assumono toni esasperati e sempre piu’ lontani..mi dite che futuro ci (a noi tutti) e’ riservato? quali scenari si prospettano all’orizzonte? negli USA grazie a bush si e’ tornati in molte scuole alle classi separate per sesso; visto che ci piace tanto copiare l’america, non certo nella ricerca o nel sistema meritocratico, devo aspettarmi questo anche qui da noi? a me la cosa un po’ inquieta…non vorrei apparire una povera illusa idealista ma non sarebbe meglio sforzarci per trovare un cammino comune?una cosa e’ sicura:in una relazione l’uno non puo’ prescindere dall’altra..e viceversa. la formula magica e’ solo nel sesso ludico?e se non fosse così facile approdarci..con gioviale leggerezza e scanzonata liberta’ di costumi?c’e’ poco da fare o meglio da dire..una donna funziona diversamente (trovateci tutte le ragioni, anche le meno nobili..ma tant’e’) ed e’ molto piu’ bello fare l’amore con un uomo che ti fa sentire..unica(magari per un’ora soltanto) rispetto a uno che ti considera compagna alla pari di sani esercizi ginnici. io non so cosa significhi fare sesso per un uomo, quale differenze sente con una prostituta e soprattutto se le sente..posso parlare per me e siccome io distinguo quando lavoro da quando gioco, presumo che una donna che si prostituisce non sia la stessa di quando ama. non ci perdiamo tutti qualcosa in questo mare di incomprensioni? e domani? vorrei conoscere la vostra opinione..grazie.
maria(Quota) (Replica)
@Maria: il fatto che questo sia un Movimento maschile non significa che dia spazio solo agli uomini. Anzi, ti faccio presente che a questo movimento hanno aderito anche alcune donne, e se non mi sbaglio, lo stesso Fabrizio Marchi qualche giorno fa ti invitò pubblicamente ad aderire a questo movimento. Io sono dell’ idea che per combattere alcuni eccessi del femminismo sia indispensabile l’ apporto femminile(così come, specularmente, per combattere i residui del “machismo” sia indispensabile l’apporto maschile). La cultura politica e sociale cui apparteniamo ci tiene ben lontano da logiche sessiste e discriminatorie, stai tranquilla.
Icarus.10(Quota) (Replica)
@Maria:
“questo e’ un movimento maschile (fatto da uomini per uomini) ma e’ anche aperto a tutti visto che l’invito a lasciare un commento non e’ riservato solo ai maschi.”
Iniziamo con questo intro, Maria, giusto per chiarire anche il passo successivo (che approfondirò in seguito) Non è del tutto vero quanto affermi, ti cito PARTE di quanto scritto nei “PRINCIPI”:”””(Omissis…Il Movimento degli Uomini Beta ritiene che, nell’attuale contesto sociale, culturale e storico del mondo occidentale, gli uomini non appartenenti alle elite dominanti, sia MASCHILI che FEMMINILI, siano il gruppo…(omissis)””, quindi, come detto in precedenza, è troppo ricordare di leggerlo?
Proseguiamo..
“””vorrei fare una domanda..se ogni volta che qualche donna interviene, inevitabilmente, dopo un po’, le posizioni assumono toni esasperati e sempre piu’ lontani..mi dite che futuro ci (a noi tutti) e’ riservato? quali scenari si prospettano all’orizzonte?”””
Maria, leggo sempre e comunque gli interventi di tutti e di tutte, con alcuni sono in accordo, con altri un po meno, questo a prescindere dal sesso della PERSONA intervenuta, quello che vorrei farti notare e’ che molti interventi non mirano ad una serena discussione costruttiva, quella che in sostanza tu, io e tutti gli altri auspichiamo, se hai la pazienza e la reale volontà di leggerli e capirli, vedrai che spesso sono veri e propri atacchi sistematici, nulla di costruttivo, lo scenario pertanto temo che non mutera’ a breve, quello che accade spesso qui e’ una cartina di tornasole che, quotidianamente, molti uomini (e donne) beta si trovano ad affrontare nella società, personalmente ho le mie teorie in merito allo scenario futuro, ma sono soggettive, pertanto opinabili e non costruttive dinanzi a quanto risulta lo scopo del movimento.
“””..negli USA grazie a bush si e’ tornati in molte scuole alle classi separate per sesso; visto che ci piace tanto copiare l’america, non certo nella ricerca o nel sistema meritocratico, devo aspettarmi questo anche qui da noi? a me la cosa un po’ inquieta…””
Se la cosa ti inquieta, sappi che qui siamo riusciti a fare peggio, e’ in atto una vera e propria guerra al sesso maschile anche in tale ambito, inutile linkarti qualche sito, lo puoi vedere da te stessa usando google.
“””non vorrei apparire una povera illusa idealista ma non sarebbe meglio sforzarci per trovare un cammino comune?””
Donne che la pensano come te sono l’auspicio di molti uomini come me, tuttavia sappiamo entrambi che, ogni giorno, mentre ci tuffiamo nella nostra vita, le cose vanno diversamente..
“””una cosa e’ sicura:in una relazione l’uno non puo’ prescindere dall’altra..e viceversa. la formula magica e’ solo nel sesso ludico?”””
Sei Eticamente nel giusto nella prima parte, tuttavia se esiste questo sito, come molti altri, significa che così non è, prendere coscienza della realtà sociale odierna, della sudditanza della vulva, del ficapower, e di tutto cio’ che discutiamo, e’ il primo passo per capire quanta importanza rivesta la “relazione” che citi dinanzi alle femministe moderne..diciamo ZERO ASSOLUTO? e la seconda parte del tuo discorso.. Maria perdonami.. ma se dopo fiumi di parole, di messaggi e di interventi non sei riuscita a fartene un opinione e, di conseguenza, CAPIRNE l’IMPATTO POSITIVO che avrebbe, alzo le mani e prendo atto della situazione.. ovvero che E’ PREFERIBILE NON CAPIRE CHE AMMETTERE DI AVERE TORTO..
“””e se non fosse così facile approdarci..con gioviale leggerezza e scanzonata liberta’ di costumi?”””
http://www.youporn.com.. poi vediamo.. turismo sessuale FEMMINILE e MASCHILE?? cos’altro potremmo Ricordarti Maria? che magari tu stessa hai sentito di quella che, nonostante la famiglia, la dava per diletto all’idraulico? oppure che so.. invitarti a leggere l’intervento di BB’87?? o magari invitarti ad andare su siti come alfemminile.com…girlpower … vai.. fatti una cultura.. poi torna e dimmi se sei ancora convinta di quanto affermi..
“””c’e’ poco da fare o meglio da dire..una donna funziona diversamente (trovateci tutte le ragioni, anche le meno nobili..ma tant’e’)ed e’ molto piu’ bello fare l’amore con un uomo che ti fa sentire..unica(magari per un’ora soltanto) rispetto a uno che ti considera compagna alla pari di sani esercizi ginnici”””
L’ho gia’ dimostrato in un altro post quanto affermi, oltre al fatto che altri oltre a me hanno espresso onesti pareri in merito, ma come spesso accade di constatare, ogni volta ripetete la stessa nenia, come una sorta di autosuggestione collettiva.. (noi siamo i borg.. aehm ok ok..), dimenticando che, laddove ci sia un INTERESSE __________(metti qui l’interesse che vuoi), la donna e’ ben lieta e propensa al sesso!! e non si perita di farlo con chichessia!! (anche con un quasi 70enne… ti suona nessun paragone in testa?), chiaro che fare l’amore con un uomo che ti faccia sentire unica e’ auspicabile, ma credo sia appannaggio di un altra società, di un altra nazione, dove le donne non sono tutte uguali, si vestono tutte uguali, parlano alla stessa maniera, non argomentano altro che le solite nenie e quando cadono vittima degli stronzi che le portano a letto tramite l’inganno, se la prendono con tutti!!.. anche con quelli che, rispettandole, dopo un drink dicono di volere solo sesso ludico, senza prenderle in giro.. ai quali e’ ovviamente destinato un sicuro NO!!.. la donna cara Maria, spesso e’ come un cerino.. la devi FREGARE per usarla.. e poi la butti via.. questo e’ l’assioma che inculcate ai piu’ col vostro comportamento.. Chi e’ causa del suo mal, pianga se stesso!
“”” io non so cosa significhi fare sesso per un uomo, quale differenze sente con una prostituta e soprattutto se le sente..”””
Fare sesso per un uomo e’ una necessità BIOLOGICA che non appartiene alla donna, pertanto è inutile che tenti di capirlo.. ma ti ringrazio per averlo chiesto..la prostituta conosce BENE questa necessità biologica, pertanto si veste per diventare quanto piu’ desiderabile possa un uomo auspicarsi, e poi, dietro un compenso CERTO, a prescindere dal retaggio culturale, dalla bellezza, dalla posizione sociale e quant’altro…lo soddisfa con del sesso ludico… un po’ quello che accade con la moltitudine di donne che vediamo ovunque.. no? si vestono da prostitute per diventare quanto piu’ desiderabile possa un uomo auspicarsi, e poi, dietro un compenso INCERTO, (direttamente o indirettamente), per poi non mollargliela, o mollargliela male, o tenendoli in un perenne bagnomaria testosteronico..per giorni.. giusto per consolidare il ficapower.. prescindendo dal retaggio culturale, dalla bellezza, dalla posizione sociale e quant’altro…si capisce..claro il concetto?
“””posso parlare per me e siccome io distinguo quando lavoro da quando gioco, presumo che una donna che si prostituisce non sia la stessa di quando ama.”””
hai scoperto l’acqua calda Maria.. chiaro che una professionista attua il sesso ludico e non ama.. come ho citato in un altro articolo, l’uomo riesce a scindere, proprio per questo suo desiderio BIOLOGICO, la sessualità ludica dai SENTIMENTI (leggasi amore) ergo.. voi donne proprio non ce la fate ad APPROCCIARVI ad una sessualità ludica, in quanto la vostra sessualità rimane LEGATA ad EMOZIONI, Queste EMOZIONI vi portano pertanto ad incontrare alcune tipologie di uomo, alcuni sono uomini che realmente nutrono emozioni per voi, tuttavia non sempre questo e’ fautore di un prosieguo, siete talmente esigenti proprio per le EMOZIONI che avete, che spesso cio’ non basta! poi ci sono quelli che vi suscitano EMOZIONI in virtu’ di potere, o bellezza o entrambi, poi gli stronzi che sanno come “emozionarvi”, salvo poi darvi il benservito una volta che hanno consumato, poi ci sono i beta, quelli che vi vedono alla pari, PERSONE alla pari.. i quali si auspicano un sesso ludico, scevro da EMOZIONI, ai quali propinate un inevitabile NO!!.. ora appare chiaro che la donna FA SESSO!! e ci mancherebbe.. allora perchè complicarsi l’esistenza? SIATE PERSONE e non mezzo di trasporto della VULVA! vivete la vostra vita e gestite la vostra sessualità.. e troppo chiederlo? forse si..
“”non ci perdiamo tutti qualcosa in questo mare di incomprensioni?”””
Certo che si cara Maria, ci stiamo perdendo TUTTI, uomini e donne.. tic tac tic tac.. il tempo scorre per tutti, molti di noi non potranno avere la fortuna di divenire serenamente coniugi, genitori e nonni, non si sentiranno mai chiamare “mamma?” “papaaa?”.. non porteranno il figlio a scuola, e tutto cio’ che sarebbe bello poter realizzare.. le cose di base, le piu’ preziose, oggi appannaggio di zerbini e della disponibilità economica.. perchè oggi rimanere soli e’ il male minore.. ma un male spesso necessario..
“””…e domani?””
e domnani la solitudine ci ricorderà di quanto stupidi siamo stati dinanzi alle nostre posizioni, ormai giunti al capolinea ci volteremo sperando nello sguardo benevolo della Romena di turno..le donne moderne di oggi, forse, avranno un cagnolino scodinzolante a farle sentire sempre UNICHE…
Damien(Quota) (Replica)
Cara Maria, sempre per la sincerità che mi contraddistingue, lo sarò anche in questo caso. La mia opinione è che alterni dei post ragionati e argomentati e in parte condivisibili con altri a mio parere un po’ sconcertanti. L’ultimo che hai pubblicato appartiene a questi ultimi.
Cominciamo subito col dire che gli Uomini Beta non hanno alcuna simpatia per la vecchia amministrazione americana, responsabile di politiche e guerre neoimperialiste nonchè di massacri in diverse aree del pianeta.
Relativamente alla questione della separazione fra maschi e femmine nelle scuole, noi siamo decisamente contrari anche se, proprio poco tempo fa, si è sviluppata una discussione sul blog proprio su questo tema sul quale, per la verità, ci siamo divisi. D’altronde ciascuno è libero di esprimere la propria opinione. Se la cosa può comunque confortarti, la posizione ufficiale degli UominI Beta, cioè del sottoscritto e di tutti coloro che hanno aderito ufficialmente al Movimento, è quella che ti ho detto poc’anzi.
Mi sconcerta il fatto, e spero che la tua sia una provocazione (perché se non lo fosse significherebbe che la tua considerazione del “maschile” è veramente scarsa), che tu ci domandi se per un uomo andare con una prostituta sia la stessa cosa che andare con una donna “normale”.
Pensi veramente che gli uomini siano delle “bestie”? Pensi che il rapporto con una prostituta sia un rapporto sano, giocoso, ludico, appassionante? Sai cosa significa per un uomo “normale”, cioè uno che guadagna 1500 euro al mese, andare con una prostituta? Significa spendere l’equivalente di una giornata di lavoro con una disgraziata come lui che per 50 euro in un prato abbandonato della più lurida periferia metropolitana, glielo smanazza (mano fredda o mano calda? C’era una gag di un vecchio film con Ugo Tognazzi in proposito, molto divertente) come farebbe con un imbuto per sturare un cesso e dopo un minuto se non gli si è ancora alzato gli dice pure di sbrigarsi perché lei non ha certo tempo da perdere. Questo è il sesso con una prostituta, a meno che non sei ricco allora puoi permetterti le famose escort. Ma in quel caso il problema non si pone neanche né a noi ci interessa. Non che questo sia il sesso che piace a noi, sia chiaro, ma hai capito perfettamente cosa voglio dire…
E allora? Di cosa stiamo parlando?…
Vuoi sentirti unica? Tutti vorremmo provare questa sensazione, non solo te e non solo le donne, stai pur certa Maria. Ma questo con il sesso e soprattutto con il fatto di viverlo serenamente e giocosamente non c’entra proprio nulla. Se pensi che sentirsi uniche o unici sia dato dal fatto che tu sei scelta fra le tante da un uomo come l’UNICA con la quale poter fare del sesso, allora vivi sulle nuvole. Ed è giusto che tu ci rimanga. Perché significa che sei completamente fuori strada. Perché è il nostro Spirito che ci rende unici, non il sesso….ma questo è un discorso molto lungo che ora non posso fare perché è troppo tardi e sono troppo stanco…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Ho fatto una breve ricerca, ed ho trovato questo articolo dei selvatici, i quali, a quanto pare, già dieci anni fa definivano un “maschio pentito” Curzio Maltese.
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Bravo Sting: la pelle è meglio del sapone
Dal Gazzettino, 5 luglio 2000
A cura di Adriano Favaro
“Il selvatico è colui che si salva”. Non è questo lo slogan ma potrebbe diventarlo per quelli che si trovano su Internet al sito http://www.maschiselvatici.it Il simbolo, scrivono, senza timori, i protagonisti di questa associazione virtuale “è quello del maschile: il Fallo, un’immagine onorata fin dall’inizio della vita in tutto il mondo, presente come oggetto di culto a partire dalle prime pitture nelle caverne fino ai più raffinati e complessi templi orientali”. Animatore principale del sito è Claudio Risé che ne parla con ironia. «Ospitiamo interventi, dibattiti, discussioni. Ultimamente anche maschi selvatici cattolici hanno detto la loro su ‘Dio è anche madre’.
Tra gli argomenti trattati il “pensiero selvatico”, la condizione maschile, desiderio di iniziazione, diseguali opportunità, le associazioni dei padri in Italia, il “movimento degli uomini” (in Usa già attivo da 10 anni). Una rubrica “Il maschio pentito” segnala le arrendevolezze considerate colpevoli.
I più colpiti paiono essere i giornalisti: Igor Man, Curzio Maltese, Gabriel Garcia Marquez tra gli ultimi.
I “maschi selvatici” di Risé si incontrano ad ogni cambio stagione: i prossimi appuntamenti sono il 23 settembre e il 23 dicembre. Quelli di Brescia si trovano un po’ come i Lyons e i Rotary: ogni secondo martedì del mese in un luogo variabile; quelli di Milano si danno appuntamento ad un cineforum ogni prima settimana del mese.
Particolare attenzione viene posta ai segnali che i mass media e il cinema lanciano: dalle dichiarazioni di Brad Pitt (“basta maschi deboli”) a quelle di Sting: “preferisco l’odore della mia pelle a quello del sapone”.
Replica dei maschi: “siamo con lui”.
@
P.S. Icarus, Fabrizio, secondo me l’articolo di Maltese non era affatto ironico.
Marco(Quota) (Replica)
@Maria
Bè, per quel che mi riguarda vale il mio commento precedente: a dialogare bisogna essere almeno in due.Concordo con quanto scritto da Damien,Fabrizio e Icarus.
Insinuare velatamente che da parte nostra non vi sia o non si dimostri un apertura o un disponibilità al dialogo è francamente una paraculata (scusa la schiettezza).
Vorrei farti notare invece che la maggior parte dei dibattiti con le donne che intervengono spesso degenerano per via di un atteggiamento ambiguo e/o supponente che prima o dopo queste tendono ad assumere (i segnali sono frasi del tipo “mi aspetto una risposta da parte di tutti”, “non mi avete risposto”, “io… io… io…” ).
Qui ognuno commenta se ne ha voglia, sono benaccetti contributi costruttivi.
Le tue riserve dovresti risparmiarle per le enclavi rosa che pullulano nel web e non solo e dove la presenza maschile (là sì) è rigorosamente regolamentata (nel senso che se non si fa il “mea culpa” per il fatto di essere maschio e quindi “de-gene-errato”,si rischia il linciaggio).
Noi siamo aperti anche al contributo costruttivo di donne che si riconoscano nei valori e nei principi esposti nella homepage del sito, ma rimaniamo un movimento maschile, quindi questo vuole dire che non riteniamo che la nostra consapevolezza di genere debba essere vagliata o approvata dalla prima gentile ospite che si presenta qui a chiedere spiegazioni .
Inoltre trovo un pò ipocrita, non che tu lo sia, sminuire la questione del sesso solo perchè lo si esperisce in maniera diversa dai maschi (su un sito come questo poi…).
Voglio dire, il problema delle donne è avere sesso che le coinvolga e le faccia sentire speciali: è come se Paris Hilton andasse dai terremotati in Abruzzo a discutere sulle sue vacanze preferite…
Riguardo alla divisione fra maschi e femmine noi non abbiamo mai auspicato nulla del genere, ovvio che se viviamo in una società dove la presenza femminile viene fatta passare come indice di democraticità e mai il contrario (quindi applicazione delle pari opportunità solo se favoriscono le donne, “discriminazioni positive”) diventa conseguente che un movimento maschile faccia anche da contrappeso per ristabilire un equilibiro e promuovere forme di relazione realmente paritarie.
Luke Cage(Quota) (Replica)
io ho una famiglia che amo e proteggo ma cio’ non toglie che potrei parlare a lungo delle mie relazioni fuori dal matrimonio..so che la cosa non interessa a nessuno pero’ forse una considerazione “generalista” ci sta. conosco bene il sesso “scelto”..quello che fai per il piacere di fare, con chi vuoi e senza aspettativa alcuna. anzi. lo godi di piu’ perche’ pensi che e’ un attimo, intenso e assoluto. stranamente, spesso, da un primo appuntamento..sono nate relazioni bellissime che mi hanno dato tanto e che ricordo con immenso piacere. e’ sesso ludico? non credo..visto il coinvolgimento che che sentivo e, permettetemi, sentivamo. sono una donna da stare sopra le nuvole? forse, ma ci sto in compagnia. attualmente vivo una storia con un uomo che mi fa sentire bene, appagata..unica. magari questo signore avra’ altre relazioni pero’ quando e’ con me vive il suo ruolo con cura e attenzione estrema. magari sono una donna troppo semplice e scontata e la cosa non richiede grandi sforzi, pero’ i risultati sono splendidi. personalmente credo che il meglio di un uomo lo godi fuori dal matrimonio e da cornici simili perche’ significa essere lontano da schemi ed etichette che ridimensionano ogni espressione della nostra personalita’. poi si sa, e’ bello avere un figlio, un uomo con cui costruire una casa, preparare una torta a natale..e allora giu’ compromessi e qualche frustrazione..ma tutto ha un prezzo..so solo che quando vedo il mio amante io mi emoziono tantissimo, mi sento pienamente nel mio ruolo di femmina e do il massimo. quello che vorrei dire e’ che per me la sessualita’ e’ lontana da interessi che non siano il piacere e l’appagamento di entrambi…ma non riesco a indicarla come sesso “ludico” anche se il sorriso e’ l’unica costante che la contraddistingue..un blog e’ fatto di parole e qui ce ne sono fiumi, molto ben scritte e argomentate, eppure spesso si ha l’impressione di girare tutti intorno a grossi equivoci, malintesi, fraintendimenti…vi posso almeno invitare a non considerarli in mala fede? magari soltanto all’inizio..dopo un po’ capisco che si smarrisce il senso della discussione e (le donne specialmente) tendono piu’ che a generalizzare..a massificare ma sempre per un malinteso senso dei ruoli che riguarda tutti.
maria(Quota) (Replica)
io ci riprovo: scusa Maria, ma il fatto che esistano diversità fra uomini e donne nell’approccio relazionale (tu giustamente osservi che alle donne piace sentirsi uniche e speciali) non è un segno che l’autostima maschile viene considerata meno importante di quella femminile?
E perchè? Perchè si presume che ne abbiano già molta in dotazione in “natura”, (e di conseguenza le donne siano “naturalmente” prive di autostima, tanto che non son contente e soddisfatte se in ogni relazione dai cinque minuti alla vita, non hanno l’impressione di essere uniche e speciali) o perchè culturalmente in genere dell’autostima maschile ci se ne impippa altamente?
Oh sarà una mia fissa… ma se la società, gli uomini, le donne non fanno altro che incensare il femminile e la femminilità un motivo ci sarà…
Rita(Quota) (Replica)
Alcune delle cose che ho letto ora sono devastanti. Vi ringrazio però, ora comprendo molto, molto meglio quale è il vero “cane che si morde la coda”…
N.b. Damien, non ho offeso con epiteti volgari ed offensivi nessuno, tu al contrario ne hai avuto la necessità…pertanto…buona giornata.
iM_pAVIDA(Quota) (Replica)
@Mria: non capisco come fai a dire che “ami” tuo marito, ma poi ammetti candidamente e spudoratamente di tradirlo? Questo non è sesso ludico, ma tradimento. Stai pugnalando alle spalle un uomo ignaro che ama e crede di essere amato da una ingrata svergognata. Io, francamente, non ho nessun interesse a collaborare e dialogare con persone come te.
Icarus.10(Quota) (Replica)
Maria, ci sono commenti in buona e in cattiva fede. Non ho mai pensato, altrimenti te lo avrei detto come ho fatto con altre/i, che i tuoi appartengano alla seconda categoria.
Ciò detto, ci comunichi in buona sostanza che tu hai una famiglia, quindi un marito e dei figli ma che ti vivi il sesso, in modo senz’altro più appassionate e coinvolgente, con il tuo o i tuoi amanti piuttosto che con tuo marito.
Nulla di più normale né nessuno ti giudica, sia chiaro, perchè siamo umani e nessuno è esente dal vivere delle contraddizioni.
Per questo metto un attimo da parte l’aspetto etico del tuo stile di vita, che pure c’è e non può essere eluso, perché non credo che tuo marito sia al corrente della tua vita sessuale al di fuori del vostro menage di coppia, e presumo che se lo fosse non ne sarebbe contento. Ma su questo tornerò in seguito.
La mia opinione è che tu riesca a viverti il sesso fuori del matrimonio in maniera relativamente disinvolta proprio perché sei sposata e hai una famiglia e hai già “assolto” a quei dettami, condizionamenti e imperativi categorici, ai quali, in qualche modo, le donne devono rispondere, che sia il loro desiderio più profondo, come in molti casi, o appunto un condizionamento più o meno indotto. Insomma ti sei “organizzata” anche tu la vita, come tante/i altre/i, sia chiaro. Quindi, come vedi, non sono sempre e solo i “maschietti”, come sostiene quella tal BB nei suoi post, ad organizzarsi l’esistenza in modo strumentale (moglie a casa, amanti e puttane fuori), ma anche tante donne, direi in egual misura se non anche di più. Ma questo non ha nessuna importanza, non stiamo qui con il bilancino…
Se tu non fossi sposata con prole non riusciresti ad avere lo stesso approccio ludico (si abbia il coraggio di dirla questa parola) e disinvolto al sesso perché saresti impegnata (spesso ossessionata) dalla ricerca della soluzione ottimale (che non significa solo e sempre in senso economico, sia chiaro) per costruire il tuo progetto di vita, cioè un marito, i figli, la famiglia, la casa, il lavoro (e poi una volta risolti questi anche il gioco, cioè il sesso; d’altronde “primum vivere deinde filosofare”, come si suol dire…). E quindi, in quella fase della tua vita il sesso diventa succedaneo e funzionale a quel progetto. Solo successivamente, una volta realizzata la “colazione da Tiffany” (permettimi un po’ di ironia…), il sesso torna ad assumere, in parte, la sua giusta dimensione ludica.
Ho detto in parte perché comunque anche tu devi colorare in qualche modo la relazione con i tuoi amanti perché c’è sempre una ruggine di condizionamento che te lo impone. Altrimenti, se ammettessi a te stessa che in realtà ti stai godendo il sesso fine a se stesso, ti sentiresti ancora un po’ puttana (non in senso mercantile, quello che noi contestiamo, ma in senso etico), e questo ti disturba, perché ti impedirebbe di vivertelo serenamente. Quindi è vero che tradisci tuo marito ma non lo fai solo per sesso ludico, fine a se stesso, no, c’è comunque dell’altro, un coinvolgimento. E questo serve a lavarti la coscienza (si fa per dire…) ma soprattutto a darti la libertà di fare sesso senza che il tuo giudice interiore rompa troppo i coglioni…
Come vedi, anche se forse pensi di essere una donna libera e decondizionata, in realtà ti giri e ti rigiri all’interno delle solite dinamiche.
Ovviamente non ti sto gettando la croce addosso. Siamo tutti vittime di un complesso sistema di condizionamenti che ci fanno vivere un’ esistenza dominata dall’ipocrisia. Tuttavia, credo che uno sforzo per modificare la realtà e dare maggiore dignità alla nostra esistenza, si possa fare. Possiamo essere in grado di farlo. Tutte/i. Altrimenti diventerebbe troppo comodo e deresponsabilizzante prendersela solo con il sistema che diventerebbe il parafulmine della nostra pochezza esistenziale. Anche noi contribuiamo a costruire il “sistema”, possiamo scegliere di rafforzarlo o di indebolirlo, dipende da noi e dai nostri comportamenti, quindi anche da una certa dose di coraggio.
Quello che tu non hai, e insieme a te, milioni di donne e di uomini,direi la stragrande maggioranza, anche se per motivazioni in parte diverse. Questo però, come ripeto, non può essere un elemento frenante e deresponsabilizzante del nostro processo evolutivo. Il “mal comune mezzo gaudio” non ha mai giovato ai processi di crescita.
Va proprio in questa direzione il messaggio del sesso ludico che noi abbiamo lanciato, che non è un banale invito a “smollarla”, come ipocritamente viene sostenuto da tante/i, ma un nuovo modo di concepire la relazione fra uomini e donne, all’insegna del superamento delle logiche ipocrite di cui sopra, dei condizionamenti di ogni genere, delle dinamiche concettualmente, culturalmente e psicologicamente strumentali e mercantili.
Naturalmente questa concezione presuppone che il sesso possa essere vissuto liberamente e serenamente, quindi anche indipendentemente da un eventuale coinvolgimento sentimentale. Ma qui apriremmo un altro grande capitolo che non posso affrontare ora.
Avremo modo di tornarci.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Siamo alle solite. “ti amo caro, ma non te la do, perchè ho sempre mal di testa, il ciclo..bla..bla..”. Salvo poi darla agli amanti segreti. Purtroppo questa è una consuetudine tra le donne occidentali. Mi ricorda quell’ aneddoto che ci racconto qui Rino,allorchè lui chiese a certe sue conoscenti su determinate fantasie erotiche e loro risposero “queste cose si fanno con l’amante, non con il marito”. Questa è la mentalità di molte donne italiane. Ora si spiega perchè tanti, tantissimi, uomini sposati ricorrono a squallide esperienze sessuali a pagamento con povere e disgraziate prostitute sfruttate: con siffatte mogli, purtroppo, si arrivano a questi brutti risultati.
Da tante donne ho sentito le parole di questa Maria, ha ragione Damien, sembrano tutti cloni: “amo mio marito, ma ho le mie esperienze extraconiugali”. Ma come, “amate” vostro marito e poi non avete scrupoli a tradirlo ripetutamente? Ma cosa avete nel petto, un cuore o un pezzo di cemento?
Icarus.10(Quota) (Replica)
“sono tornato da te per dirti quanto apprezzo la tua bellezza, solo questo”
Funziona con le donne? No. Funzionerebbe con me? No. Risponderei educatamente grazie e continuerei per la mia strada.
Del resto che genere di risposta t’aspetti? “Oh, conosciamoci mio bellissimo passante che hai riconosciuto e omaggiato la mia bellezza!”
Non credo proprio. Forse non capisci che nel cervello femminile omaggio alla bellezza (come la chiami tu) = ti salterei volentieri addosso.
Del resto quello che pensano è assolutamente vero nel tuo caso, lo dici tu stesso (“a perché non posso semplicemente premere un bottone e ritrovarmi abbracciato a quella meraviglia ora, subito, baciarla e fare l’amore, Dio mio!”).
La patetica scusa che poi sei giustificato ad insultare le donne che non ti considerano neanche di striscio – quale enorme offesa essere respinto! E’ giusto chiamarla cretina! E’ giusto insultarla! Tu ammetti una tua debolezza – lei ti piace – e non puoi minimamente nasconderti dietro un’inutile virilità che è appannaggio dell'”uomo che non deve chiedere mai” perché ormai l’hai dichiarato, le hai fatto un complimento, peraltro è stata una tua personale scelta, lei non ti ha considerato, altra scelta lecita, e questo corrisponde ad un’umiliazione. Perché pensieri simili a questi li hanno anche gli stalker e gli stupratori che ritengono lecito sottomettere la vittima al loro volere.
Dimmi, che ti aspetti? Di essere conosciuto per come sei come persona anche se tu stesso scremi le donne sulla base dell’aspetto e sull’attrazione sessuale/disponibilità?
“Se ieri un ragazzo ti ha abbordata dicendo “ciao, hai nove settimane e mezzo libere?” sghignazzando con gli amici, e se tu hai pensato “ma fottiti idiota”, stai certa che quell’uomo è prima passato per non so quante belle silhouette che a fronte di un complimento cortese hanno sollevato la zampetta e gli hanno fatto pipì sulle scarpe delle festa.
Donne, meglio che a fronte di un tizio in bicicletta che torna indietro perché siete troppo sexy per proseguire, vi scorra un “grazie, sei carino” nelle vene fino alla lingua, piuttosto che resina. Vi conviene, sempre, fidatevi.”
Perché è ovvio che chi offende è stato una vittima a sua volta della libertà di scegliere femminile, o del fatto di aver liberamente non riconosciuto un complimento. Per me tanto ovvio non è. Per me un insulto è sempre un insulto, mentre il silenzio è una scelta che deve essere rispettata.
Il grazie, sei carino non è assolutamente dovuto.
Il fatto di essere considerate meri oggetti sessuali non è da tutte percepito come “carino”, anzi il più delle volte è fastidioso. Per me, per esempio, è fastidioso. Non ho bisogno di essere vezzeggiata né riconosciuta in questo senso. Anzi, vorrei proprio essere lasciata in pace e non avere sconosciuti che mi guardano e si voltano per strada, che sentono la necessità di dirmi quanto sono attraente (credo di aver capito dopo l’ennesima dichiarazione) con l’unico scopo di proseguire con un’eventuale conoscenza a cui non sono minimamente interessata. Io ho la libertà di dire che non sono interessata. Punto e basta. Fattene una ragione.
Basta capire questo, che del resto per te è sostanzialmente inconcepibile, visto che la prossima domanda sarà “allora come mi devo comportare?”
In realtà quello che ti preme è sostanzialmente concludere. Quello che personalmente non capisco, dopo una lettura dell’articolo “Sono andato a puttane”, è perché, se è così doloroso tentare di relazionarsi ancora alle donne, che mi pare di capire ti abbiano deluso su tutta la linea,
non continui con le professioniste del sesso (fermo restando che queste professioniste siano consenzienti e non sfruttate – cosa che mi rendo conto sia alquanto difficile da stabilire, ma nel secondo caso si parla di schiavitù sessuale che non è proprio un crimine da poco)
Tra l’altro, la tua visione della donna per me è sostanzialmente aberrante non perché sessuale, ma perché del tutto parziale e relegata ad un unico aspetto del femminile, e preciso, non trovo deprecabile la sessualità, ma è assolutamente ignobile quando un essere umano è sostanzialmente giudicato per un unico aspetto, peraltro relegato alla superficie.
Non sono neppure indignata.
Provo pena.
Silvia(Quota) (Replica)
@Fabrizio: risposta piena di spunti..ci pensero’ su. un’unica puntualizzazione: non mi sento di vivere in contraddizione. sono sposata da molti anni e ho sempre cercato di fare del mio meglio per crescere dei figli e sostenere un uomo in tutte le fasi della nostra vita. questo tipo di progetti richiedono impegni molto lunghi (praticamente una vita..) e non possono risentire delle inevitabili fluttuazioni..passionali che attaversano la vita delle persone. un mutuo puo’ condizionare piu’ di un matrimonio ma serve a costruire qualcosa. sfido chiunque abbia alle spalle qualche lustro di convivenza a dire che ha desiderato sempre e solo il/la convivente. quello che invece secondo me fa la differenza e’ il modo in cui riusciamo a tutelare il nostro menage domestico, tenendolo ben lontano da quelle che sono passioni fine a se stesse. non ho mai provato gran simpatia per donne che nel mezzo di grosse responsabilita’ (da loro cercate e sottoscritte) hanno scompigliato rovinosamente la vita di persone (spesso bambini) che dipendevano da loro. piu’ che un atteggiamento coerente, lo trovo irresponsabile.
maria(Quota) (Replica)