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Pubblichiamo l’intervento di Diego De Matteis, già socio fondatore dell’Associazione degli Uomini Beta, eletto all’unanimità su proposta del sottoscritto (così come il nuovo Presidente, Luigi Corvaglia), dal nuovo Comitato direttivo dell’associazione, in qualità di Vicepresidente.
Fabrizio Marchi
Uomini Beta, 27/02/2016
“Cari Amici ed Amiche, Compagni e Compagne, vecchi e nuovi Associati
Oggi ci ritroviamo di nuovo insieme nonostante le incombenze della nostra vita privata, le necessità familiari e sopratutto le distanze fisiche. La rete ci permette di dare continuità ai nostri obiettivi ed in questo ha grandi meriti. Ma il merito maggiore è stato quello di rivelarsi uno strumento indispensabile per consolidare questo movimento che è diventato comunità grazie all’Associazione che abbiamo costituito e che vive ormai da 5 anni ,mantenendola in “salute”. Strumento, quello della rete, di storica portata per l’individuo dell’era Internet che ha in se peculiari ed ancora inesplorate potenzialità ma altrettanti imprevedibili scenari; entrambe le possibilità infatti sono ancora sotto la lente d’ingrandimento da parte degli esperti di questo che oramai è un mondo a sé ma con zone grigie ancora non regolamentate. Soffermandomi per un momento solo sulle potenzialità, in queste rientra sicuramente lo spazio virtuale “vuoto” che abbiamo occupato come sorta di “terra vergine”, nel tentativo di sfruttarlo nel migliore dei modi possibili in senso pioneristico con l’inedito approccio intellettuale che ci contraddistingue dagli altri Movimenti che si occupano della Questione Maschile. In assenza di Internet, anche conservando l’aspetto inedito, questo tentativo sarebbe stato certamente anacronistico, a causa del rischio di rimanere nella condizione di analfabeti funzionali, condizione che oggigiorno è gravemente penalizzante. Ciò è avvenuto in sintesi in un primo momento con un sito internet, poi attraverso i social network, Facebook in particolare (grazie al quale il sottoscritto è venuto a conoscenza del Movimento), ed infine nella fase attuale con il giornale on-line L’Interferenza, che rappresenta secondo me, il miglior spazio finora aperto per contestualizzare a 360° gradi il problema della QM inserito nella complessità del mondo attuale. Il tentativo, a quanto sembra, è andato a buon fine, e la nostra presenza oggi qui lo dimostra, LA COMUNITA’ di Uomini Beta ha irrobustito le sue fila e vuole continuare a crescere.
Tuttavia nulla di ciò sarebbe stato possibile se non fosse presente quel principio razionale e necessario, o se si preferisce indicarlo con la parola Spirito, che ci sta trascinando volenti o nolenti, in una ricerca spasmodica di Verità sull’attuale condizione maschile, su cui grava direttamente l’ideologia femminista dominante. Un principio, evidentemente, che è andato oltre lo strumento della rete ed è l’asse portante del nostro Movimento, benché la rete sia, come già detto, la finestra da cui il Movimento si affaccia. Questo Spirito è indissolubilmente legato al vissuto ed ai segni indelebili delle nostre esperienze personali e battaglie private che riflettono quello che stiamo osservando e proviamo a denunciare. La verità si rivela alla coscienza come un’esperienza nu-minosa, e va a diradare le nebbie della confusione e della menzogna. Quando la verità ancora non si è rivelata, lo spirito è avvolto da un sentore d’inquietudine di cui si ignora o non si vuol vedere la provenienza. Ed è in questi momenti che occorre uno sforzo maggiore per ascoltare la sua voce e assecondare i suoi bisogni. Posso dire che per quanto mi riguarda, questo sforzo è stato per sommi capi la base del processo di crescita che mi ha portato a intraprendere questo percorso comune assieme a voi tutti e non mi meraviglierei se nel suo sviluppo ci fossero dei riscontri di natura psichica in comune, anzi sarebbe un ‘ulteriore conferma della bontà dell’intento che portiamo…
Le verità scomode che emergono spesso vengono etichettate come retaggio di idee vetuste o al contrario come follie sovversive con il rischio, ben che vada, di portare le controparti in spiacevoli incomprensioni. Questo non è quasi mai il nostro caso, poiché noi portiamo una battaglia di tipo culturale radicale che spesso mette a rischio la nostra immagine e l’accettazione sociale, come ad esempio in famiglia o sul posto di lavoro. Questa battaglia radicale prevede un sovvertimento di idee sedimentate ed accettate nell’ordine naturale delle cose (ordine fittizio) messe lì dal Potere per difendersi dagli attacchi ai suoi interessi. E quali sono gli interessi del potere oggi nei confronti del genere maschile? Dove colloca il potere le istanze maschili? Per rispondere con obiettività, bisogna riconoscere che il potere inteso come potere culturale e politico risponde alle logiche capitalistiche che tendono sempre più a disgregare le comunità a partire dal Soggetto con le sue identità sessuali. Lo scopo è quello di rendere tutti gli individui isolati e de-relazionati . Il maschile è stato scelto per questo scopo come la parte da marginalizzare per il suo specifico Universo Simbolico e per il fatto che negli ultimi 50 anni l’Ideologia Femminista ha adattato e poi sostituito il paradigma della lotta di classe di Marxiana memoria con quello della lotta fra i sessi, producendo una falsa coscienza che trasforma e riduce appunto il maschile a soggetto oppressore in ogni fase e momento della Storia. Falsa Coscienza questa, che si è dimostrata una formidabile arma ideologica per le lotte politiche a sinistra e in seconda battuta anche a destra. Lo vediamo attraverso le leggi bipartisan che vengono promulgate, e la quasi totalità delle volte anche dallo stesso elettorato passivo maschile. Ed è questo un altro dramma della Questione Maschile, ovvero proprio la sua stentata emersione a causa di una quasi assente “propriocezione”. E ciò in parte è stato dovuto ad un’opera di colpevolizzazione generale e trasversale delle diverse generazioni maschili da parte del femminismo, che è penetrata in modo profondo nella psiche collettiva, ma anche ad una impropria attribuzione della Questione Maschile nel corso del tempo ad un’area politica tradizionalista e spesso apertamente reazionaria, ponendo di fatto la questione maschile stessa fuori da un orizzonte progressista e socialista e bollata, ben che va, dalle elite intellettuali “liberal” come un retaggio appunto conservatore e reazionario quando non fascista. Chi osa solo sollevarla viene immediatamente squalificato dal linguaggio e dalla retorica politicamente corretta dominante.
Preso atto quindi della situazione generale descritta solo per quelle che ho ritenuto essere le criticità più importanti, è facile concludere che il terreno su cui ci stiamo muovendo è irto di insidie e rischi per le difficoltà di: 1) trovare un modo di raggiungere le coscienze di un numero sempre maggiore di Uomini e di Donne ancora incoscienti (e dormienti) della questione, e di presentare loro il problema in tutta la sua complessità, ma con un linguaggio sempre comprensibile e al passo con i tempi, 2) convincersi del fatto che il nostro intento di voler “bucare” il velo di Maya dell’ideologia dominante, non reca profitto ma anzi può presentare un conto molto salato in termini di Immagine e di integrazione sociale per chi ha il coraggio di portare la propria lotta anche al di fuori dello spazio virtuale. La sfida che abbiamo accettato ci obbliga ad un unico percorso possibile fatto talvolta di “lacrime e sangue”.
I miei auspici, a questo punto della vita di questo Movimento per il tempo a venire, sono principalmente due. Il primo è di far conoscere i problemi che solleviamo a quante più persone di sesso femminile è possibile al fine di sensibilizzarle, poiché avendo avuto in questi anni un metodico svilimento della controparte maschile hanno perso la capacità e l’interesse di relazionarsi ad esso con conseguenze spesso patologiche nella sfera “psico-comportamentale”. Il secondo è quello di creare dei nuclei territoriali del Movimento consolidati che agiscano anche indipendentemente dalla rete e che camminino sulle proprie gambe. Questi gruppi dovranno avere la determinazione e la compattezza di partecipare (e di monitorare) tutte le attività della propria città o capoluogo di provincia che riguardino in qualche modo la Questione Maschile. Tutto ciò ovviamente sarà realizzabile quando sarà raggiunta quella massa critica tanto forte da riuscire a sostenere chiunque resti indietro e che abbia la capacità di organizzare in ogni luogo dei momenti di discussione e di attività di sensibilizzazione sui temi che stiamo affrontando.
Con questi auspici e con la qualità delle persone che hanno permesso questa avventura ardita ed Unica c’è soltanto da essere ottimisti per il futuro, a patto che non si veda l’obiettivo di sdoganare la Questione Maschile in ogni piega della Società come un’impresa fuori dalla nostra portata…
”Soltanto ricercando l’Impossibile l’uomo ha realizzato il Possibile… Coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che appariva loro come Possibile non hanno mai avanzato di un solo passo” (Bakunin)
Vincenzo Diego De Matteis.
1 Commento
Pubblichiamo l’intervento di Diego De Matteis che, su proposta del sottoscritto, è stato eletto vicepresidente (così come Luigi Corvaglia, in qualità di Presidente) della nostra Associazione.
Voglio ricordare che il nostro Statuto prevede il rinnovo e la rotazione delle cariche, ogni due anni, fra i membri del Comitato direttivo.
Il Comitato direttivo è stato ampliato da 6 a 14 membri, quindi ben 8 membri in più fra cui la prima donna ad entrare organicamente nell’associazione (e appunto a far parte del Comitato direttivo).
Scriverò nei prossimi giorni una mia riflessione, o meglio le mie personali impressioni (posso già dire che sono molto positive) su questo importante momento di ulteriore crescita del nostro Movimento e sul significato che va ad assumere.
Per ora un caro saluto a tutti/e e buon lavoro!
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)