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10 Ago 2011  |  6 Commenti

La vera storia del femminismo

Riceviamo e pubblichiamo da un anonimo lettore questo documento del giornalista americano Walter Kaner:

http://www.youtube.com/watch?v=EcU47-skMIY


6 Commenti

Fabrizio Marchi 11:35 am - 10th Agosto:

Beata leggiadria del Femminismo…smile

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Leonardo 9:26 pm - 10th Agosto:

Diciamo che questo Walter Kaner è stato poco galante, un gentiluomo non si sarebbe mai comportato cosi.
La galanteria è non far sentire alle donne quello che in realtà sono…

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Alessandro 11:56 pm - 19th Giugno:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/19/con-le-coppie-gay-perche-io-sono-una-donna/1032987/

Delirio femminista allo stato puro, ma bellissimo un commento poco sotto che recita più o meno così: “figliolo, quando incontri una così, evitala!”. Mai consiglio fu più saggio, ma quanti uomini sono in grado di raccoglierlo?

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Fabrizio Marchi 9:20 pm - 20th Giugno:

Alessandro,

Hai detto bene, Alessandro, un delirio…E’ difficile anche capire se questa ci creda veramente a quello che scrive…Boh…ho il terribile sospetto che ci creda, e questo rende il tutto ancora più inquietante… *shock*

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Rino DV 8:41 am - 21st Giugno:

Ci crede, ci crede con tutto il cuore.
Siamo noi che fatichiamo a credere che questa e milioni di altre siano in buona fede.
L’opinione tragica cui sono pervenuto è questa: esse sono in buona fede. Quelle sono le verità incontrovertibili da cui derivano il loro giudizio sul mondo ed a cui fanno seguire la loro azione.
E’ questa la tragedia.: la buona fede.
RDV

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cesare 8:47 am - 21st Giugno:

Stavo pensando fratelli che la domanda che viene posta alla relatrice del seminario femminista, e cioè perché ogni espressione dello spirito umano, dalla poesia alla scienza, dalla pittura alla matematica, dalla filosofia alla religione, esce e si sviluppa da lombi paterni e non materni, ha un padre a concepirla e crescerla e non una madre, è una domanda di realtà. Intendo per domanda di realtà, una realtà talmente evidente che si fa domanda, è lei stessa una domanda. La domanda di realtà ha un’altra caratteristica: ha in lei stessa la risposta. nel senso che dimostra inequivocabilmente ciò che è, evidenzia la realtà, ciò che ha l’attributo dell’essere: intanto è cosi ed è già quanto basta. Che succede quando la realtà evidenziata dalla domanda non mi sta bene, non posso accettarla? Mi sgancio dal reale e do una risposta irreale dentro cui ci sta prima di tutto l’emozione del mio rifiuto, il risentimento aggressivo e poi ogni fantasia, ogni possibile delirio e talvolta l’unica risposta che ne può conseguire: la violenza.
Il meccanismo di cui sopra lo si riscontra anche nella politica “alta”, in ogni aspetto della vita sociale di tutte le grandi civiltà in crisi: la realtà è da una parte ma non posso accettarla ed io vado dall’altra. Perché si invade l’Iraq, perché si defenestra Gheddafi, perché si allungano le pensioni fino a pensionato morto, perché si portano alla fame popoli laboriosi? Sono domande a mio avviso di realtà. Anche in questo caso la risposta è contenuta nelle evidenze di realtà contenute nella domanda. Ed anche questa volta la realtà non è accettabile e non è accettata. E allora ci si sgancia dalla realtà e si inventa di tutto. Si delira ufficialmente.
Dove voglio arrivare con queste considerazioni? Voglio evidenziare che i deliri personali vanno di pari passo con i deliri del potere quando il potere è in crisi di realtà, che lo sgancio dalla realtà è diventata una esigenza strutturale della società occidentale ragion per cui il delirio personale è modalità di relazionarsi col reale funzionale al potere e il delirio necessitato del potere è funzionale e rassicura chi ha personalmente bisogno di delirare. In questo vuoto di realtà che è poi vuoto di buone ragioni e di ragione che cosa resta? Resta il risentimento e l’odio, e l’inevitabile conclusione che non le buone ragioni di realtà, ma la ragione della forza è l’unica salvezza da una realtà con cui non si vuole fare i conti. In conclusione i deliri femministi che vengono stranamente inseriti nei flussi mediatici che contano sono perfettamente coerenti con la pedagogia del delirio che sta permeando ogni comunicazione e relazione umana e sono coerenti anche con la necessità del potere di creare il nemico quando il potere ha bisogno di ricorrere alla forza.
Una sintesi scherzosa? Eccola: è Putin il maschio oppressore perfetto per gratificare deliri personali e adempiere alla necessità del potere di avere un nemico. È contro Putin che delirando saremo chiamati alla nuova guerra femminista?

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