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Teniamoci per mano e organizziamo un gioioso girotondo, il Decreto Filiazione ci ha regalato una veloce galoppata verso la civiltà, il progresso, l’innovazione.
Leggendo nel dettaglio il lavoro prodotto dalla Commissione Bianca – il pool di illuminati giuristi che ha partorito il decreto poi firmato da Napolitano – saltano fuori i criteri coi quali è stata fatta a pezzi la 56/06.
Come? Ma è ovvio, richiamando alcuni commi della legge sul divorzio (v. immagine).
Curiosa ‘sta cosa: la 54/06 correggeva le storture della vecchia legge sul divorzio, poi arriva la truppa di Cesare Massimo Bianca e riparte dal via come al gioco dell’oca.
Questa si che è innovazione: nel 2014 dovremo confrontarci con un Diritto di Famiglia modificato da norme superate da oltre 40 anni.
È innovazione ragazzi, è il progresso, che ci volete fare?
Se la New Age della Bigenitorialità parla il linguaggio degli anni ’70, allora adeguiamoci.
Da domani Olivetti e pallottoliere invece del computer, gettoni del telefono invece del cellulare, briscola invece della playstation, 45 giri di Gigliola Cinquetti invece del CD di Ligabue.
Innovazione, innovazione, innovazione!.
Per rinnovare l’affido dei figli hanno resuscitato una legge del 1970 ma allora, mi chiedo, perché non un Regio Decreto del 1930?
Perché non il pater familias del Diritto Romano?
Perché non “onora il padre e la madre” delle tavole di Mosè?
Sembra che in Mesopotamia sia stato decifrato un antico codice; rappresenta l’antenato della Bigenitoralità ed è composto da due soli articoli:
- padre bono pe fasse ammazza’ in guerra
- madre bona pe svezza’ i pupi
non ditelo al prof. Bianca sennò siamo rovinati.
2 Commenti
Qualcuno reinventerà la ruota…e la farà quadrata…
fabriziaccio(Quota) (Replica)
Sì,ma cosa dicono questi famigerati commi dell’art.6 della legge 898/1970?Scusate l’ignoranza
andrea(Quota) (Replica)