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Ebbene sì, in fondo non è neanche una grande novità. Made in USA, come buona parte dell’immondizia culturale che ingurgitiamo quotidianamente.
Sconti per le sole donne per le corse notturne, tassisti invitati ad attendere che la “passeggera” attraversi la porta di casa prima di ripartire, eccetera; un ampio repertorio di “apartheid in mobilità“, tutto per salvare la donna dal “vil maschio”. Taxi rosa che poi esistono già da tempo in longitudini diverse da quelle statunitensi, con scarsissimo successo, a dir la verità.
Nel mio libro ho dedicato un capitolo all’apartheid riservato agli uomini per salvaguardare “donne e bambini”, e l’ho pubblicato su questo sito giusto qualche giorno fa. Nella trattazione ho omesso proprio i taxi; grave mancanza.
Ma d’altronde non si può parlare di tutto, l’elenco sarebbe dovrebbe includere palestre, piscine, ristoranti, parcheggi … insomma buona parte dell’urbanizzazione pubblica.
L’argomento è però tornato d’attualità con “veline” e articoli che trattano il fatto come notizia di colore….perché il 16 Settembre a New York parte il servizio “SheTaxi – SheRides“.
Evito la traduzione rosa della notizia ad opera della macchina del femminicidio italiota; ricordo il commento dato da un’autorevole blog femminista ad una notizia simile di qualche tempo fa, secondo la cui lettura i mezzi di trasporto riservati alle donne avrebbero rappresentato una forma di apartheid contro le donne nel pur commendevole intento di proteggere dalla violenza degli uomini; un po’ come in Sud Africa l’apartheid discriminava i bianchi nel legittimo desiderio di tutelarli dalla violenza dei neri.
Faccio invece riferimento alle fonti in lingua inglese in particolare ad un articolo di cui estrapolo alcuni estratti (traducendoli in Italiano), decisamente illuminanti per capire il tenore dell’iniziativa. Ai meno pigri lascio l’onere di verificare la versione originale sul New York Times.
In breve la notizia è la seguente: una signora, Stella Mateo, moglie del fondatore della Federazione dei tassisti di NY, ha deciso di creare un’impresa di taxi i cui conducenti sono solo donne e i passeggeri possono essere solo donne.
Secondo l’autrice dell’articolo il servizio è riservato alle
donne che si sentono a disagio ad essere trasportate da degli uomini
Una potenziale cliente, Gretchen Britt, impiegata di una scuola di Manhattan (notare l’androcentrismo urbanistico in Man Hattan), così si esprime:
Grande idea, ti senti più sicura e a tuo agio con una donna
Gli fa eco un non cliente, Gibson Pierrelouis del Bronx, che lo vede come un’iniziativa ottima per le sue 6 sorelle (forse per proteggerle dagli uomini cattivi, come lui?).
Il taxi rosa infatti oggi sarebbe più praticabile che nel passato grazie alle misure di sicurezza oggi prescritte, quali le videocamere interne e materiali antiproiettile. Infatti negli anni ’90 decine di tassisti (uomini, ndr) furono uccisi, e molti di più assaliti e rapinati.
Miriam Malave, una delle poche tassiste, afferma di ricevere più richieste di quante ne possa servire, soprattutto da donne ebree ortodosse che sembra accettino “passaggi” solo da donne. E tuttavia Miriam afferma di dover affrontare discriminazioni dagli autisti uomini che le dicono
Questo è un lavoro da uomo, vai a casa e cucina
Orribile discriminazione infatti; i taxi rosa guidati da sole donne per sole donne per evitare uomini pericolosi invece…empatia.
Aggiunge Stephanie Rodriguez, studentessa di 21 anni che arrotonda portando il taxi occasionalmente:
Ho molti amici che pensano sia pericoloso far salire dei maschi
Aggiunge Lizette Colon, 30 anni e rappresentante di distributori di liquori, afferma di
fare una foto alla licenza dell’autista se è di sesso maschile, e la manda a un suo amico come precauzione, perché non mi piace viaggiare con gli sconosciuti, e non so nulla di lui
Chiude quindi Josephina Soto, 25 anni e aspirante cantante che vuole “arrotondare” con il nuovo servizio rosa, perchè è “empowering” sia per le clienti che per le tassiste. Josephina infatti da teenager, stanca di ragazzi che provavano a flirtare con lei mentre faceva ginnastica, decise di iscriversi ad una palestra per sole donne, e chiosa
Questo servizio è la versione “Taxi” della palestra. C’è un sacco di roba fatta da uomini per soli uomini, non molto per le donne.
Josephina si è dimenticata di essere più specifica e la giornalista di chiederle a quali luoghi “male only” si riferisse.
Ai barbieri oppure ai carceri?
Difficile parlare di sessismo benevolo o malevolo. Quando si ha un’opinione pregiudiziale di una componente demografica ritenendola pericolosa e moralmente inferiore è opportuno utilizzare il termine coniato all’uopo: razzismo.
Fonte: IL REIETTO
12 Commenti
E perchè allora non prevedere che i maschi si facciano curare solo da medici maschi, si facciano difendere solo da avvocati maschi, che vengano giudicati solo da giudici maschi etc. etc. In fondo sarebbe l’applicazione coerente del principio del taxi rosa. Ma, si obbietterebbe, non è in gioco la “sicurezza”. Embè? , potrebbe essere in gioco la fiducia nell’interlocutore, cosa non da meno. Insomma, come nello sport.Ognuno per sè. Quasi quasi……….
ARMANDO(Quota) (Replica)
scusate se vado un pelo fuori tema.. ma è curiosa questa storia dei colori e del rosa.
La stessa ideologia che fa di tutto per eliminare il rosa per le bambine (se ti permetti di regalare uno zainetto rosa o una maglietta rosa ti tacciano di sessismo perchè le bambine sono uguali ai bambini e dopo se vedono tutto ‘sto rosa intorno a loro crescono stranite e sottomesse :-D) va a dipingere di rosa quel che rosa non era mai stato, taxi, tram, aerei, palestre, ospedali…mah
En passant ricordo che la distinzione dei colori per i neonati di sesso diverso è una moda piuttosto recente http://www.ilpost.it/2013/11/19/breve-storia-del-colore-rosa/.
Rita(Quota) (Replica)
In Inghilterra una compagnia di assicurazioni aveva addirittura proposto *strade* rosa riservate esclusivamente alle donne (specificando che non era segregazione, perché le donne avrebbero comunque potuto accedere anche alle strade normali; sarebbero solo stati gli uomini ad avere il divieto di andare sulle strade rosa)
N.B. La proposta non è mai stata attuata (per ora) La foto è un fotomontaggio di una strada ipotetica.
Enrico(Quota) (Replica)
Insomma si torna alla mamma o alla sorella o all’amica o al fratello che ti accompagna “altrimenti non esci”.
Nel gioco dell’Oca c’è una casella che ti porta all’inizio del gioco. Si tratta delle “novità” newyorkesi a cui si abbeverano stupiti e stupite per tanto progresso i nostri opinionisti.
cesare(Quota) (Replica)
ma io ripeto una considerazione che ho già avuto modo di proporre:ma per queste razziste,dove come e quando dovrebbe avvenire un lecito e sano corteggiamento?In palestra no,sui taxi no-e mi viene in mente un film con George Clooney e Michelle Pfeiffer dove si conoscono proprio su un taxi-(o dobbiamo essere tutti belli come loro per “osare” un corteggiamento?),sul metrò no,sull’autobus no ecc.ecc.Forse direttamente a letto?E come ci arriviamo?Aiuto,che qualcuno mi chiarisca che cazzo devo fare per avere una-sigh-“donna”,perché sennò mi faccio frate.
andreaaaaaaaaaaaaaaaaaandreabandrea(Quota) (Replica)
Una puntata in più del programma di socializzazione misandrica.
Oltre, c’è solo lo scontro sociale.
Curioso è notare che questa è la medesima società che uccide, toglie i figli (perchè li sopprime, con campagne punitive aeree) e violenta le donne, degli altri paesi (su questo, chiedere alle donne di Beograd cosa pensano delle “donne Usa” e della loro sicurezza!).
Quindi, solo “alcune donne” vanno protette.
Non tutto il genere, evidentemente.
Fa parte della storia discriminatoria, razzista, nazionalista e sessuofoba degli Usa.
“Donne americane che sparavano alle indiane”. Potrebbe essere il titolo di un libro, no?
Roman Csendes(Quota) (Replica)
Bè,bisogna essere maschilisti e farfalloni.
Loro piacciono molto alle donne.
Un uomo integerrimo,di sani principi e di leonesca lealtà,rischia di rimaner solo.
Renzoni(Quota) (Replica)
Straquoto la tua considerazione è lo specchio fedele della realtà, a decidere il 99,9 per cento delle volte è la donna,è non intendo solo decidere fare del sesso, una limonata,o avviare una frequentazione, ma decidere di comunicare, che è il modo più umano e spontaneo per conoscere chi si ha davanti, oggi un uomo medio se non ha la fortuna di incappare nelle compagnie o situazioni giuste, rischia concretamente la solitudine.
Se si considera quanto sopra, una donna che chiama sfigato un uomo, è come un uomo che deride una donna chiamandola debole perché non riesce ad aver la meglio su di lui dopo che l’ha sfidata a braccio di ferro.
Step(Quota) (Replica)
A mio avviso questo potere di scelta, non causa solo una diffusa solitudine maschile, ma anche instabilità nei rapporti,nelle relazioni,la stragrande maggioranza delle coppie che conoscevo sono finite per decisione della donna(loro dicono che hanno le palle di lasciare e l’uomo no) per una donna media arrivare a 30 anni con lo stesso ragazzo che si è conosciuto a 15 o 18 oggi è raro, per un uomo medio arrivare a 30 anni è aver avuto qualche relazione è già una fortuna(intendo relazioni non sporadiche limonate o frequentazioni che si concludono in un nulla di che)
Siamo a un livello di squilibrio tale che una ragazza anche poco piacente ha una maggior scelta è controllo sulle relazioni di un ragazzo piacente(visto e rivisto con i miei occhi)
Step(Quota) (Replica)
http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2014/09/12/news/omicidio-di-alghero-dopo-averlo-accoltellato-si-e-stesa-accanto-al-marito-1.9917292
Non c’è niente da fare, la donna è sempre vittima, anche quando è lei a commettere un omicidio.
Step(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Sempre dalla “patria” della Libertà e dell’uguaglianza:
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Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)