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Quel che segue è la traduzione di un articolo apparso su A Voice for Men. Ringraziamo Antonio per il lavoro svolto e la fiducia accordataci. Articolo originale: The myth of patriarchal oppression in Iran
Il mito dell’oppressione patriarcale in Iran
24 Novembre 2013 di Ali Mehraspand
Dal momento in cui le femministe hanno iniziato a generare i loro bambini “patriarcato”, le questioni della donna nei paesi in via di sviluppo, come quelli mediorientali, erano presentate come prova dell’ ”oppressione della donna finché gli esseri umani vivranno”. I media occidentali, e le femministe in particolare, guardano ad una società in una difficile condizione e non vedono gente che soffre, vedono donne che soffrono.
I media occidentali, e di fatto la manipolazione dei media orientali della realtà illustrano ostinatamente le donne come schiave, dipingendo astutamente gli uomini come crudeli padroni. Ciò, naturalmente, lo si è riscontrato, finora, solo in alcune persone che, nel tentativo di difendere quella cultura, se ne escono fuori, solitamente, con affermazioni religiose che descrivono i diritti delle donne nell’ottica dell’Islam e della filosofia islamica. Tra i più evidenti dei problemi risiede la domanda: e se qualcuno non è religioso e non sceglie di vivere secondo i codici della filosofia islamica?
L’Iran, ad esempio, sembra avere le persone meno religiose tra i paesi mediorientali. Il rifiuto delle radicate dottrine religiose conduce inevitabilmente ad una riduzione dei doveri. E tra i tanti che abbandonano le dottrine religiose, sembra che la gran parte sia desiderosa di acconsentire a qualsiasi critica della cultura – anche quella sleale. Ecco perché, per molti, l’abbandono delle vecchie norme, si presenta come un pacchetto offerta col femminismo. Questo, respinte le vecchie restrizioni, è il momento ideale per il femminismo per dominare le menti.
Tuttavia, qui, vi è qualcosa di sbagliato. Queste restrizioni sono tutte sulle donne? È affascinante come, da un punto di vista non religioso, gli occhi occidentali intravedono solo la miseria di alcune donne rimanendo del tutto indifferenti alla grande ed onnipresente sofferenza dell’uomo. Le femministe fanno presto a gridare “patriarcato” ed altri fanno presto a crederci ed a giudicare.
Oggi facciamo una piccola visita in Iran, nella speranza di trovare il patriarcato in una cultura altamente misandrica ed infestata dal femminismo. Questa visione delle donne iraniane oppresse dall’uomo , che è il pane quotidiano dei media occidentali e delle femministe, è stata servita al pubblico come un banchetto patriarcale.
Nel corso degli ultimi decenni, occhi ed orecchie sono stati bombardati dai media in merito al patriarcato dell’Iran ed alla schiavitù delle donne. Sfortunatamente, quella è una storiella che non fa ridere nessuno. Ogni film femminista è stato premiato da festival Occidentali e riconoscimenti cinematografici fino ad un punto tale che il femminismo è ormai un elemento necessario per qualsiasi regista che è alla disperata ricerca dell’attenzione occidentale. Agli iraniani si è parlato miliardi di volte dei problemi delle donne, solitamente in una maniera bugiarda-propagandista, e le menzogne sono state alimentate al punto tale che hanno iniziato a crederci per davvero.
Quindi, per quei lettori che hanno scelto la pillola blu, prima che la vostra sfuriata difensivo-riflessiva comprometta il vostro giudizio riducendovi ad una femminista che grida “problemi delle donne in Iran!”: vorrei chiarire che io sono l’ultima persona a scartare alcune questioni affrontate da alcune donne in Iran. Penso che alcune di queste questioni siano cause legittime per le quali qualcosa deve essere fatto. In realtà, non vorrei scartare l’idea che ogni categoria di persone potrebbe avere dei problemi.
Detto ciò, se si mettono da parte le convinzioni martellate in testa, si vedrà come il presunto “Patriarcato” abbia migliorato la qualità della vita delle donne molto di più rispetto a quella della maggioranza degli uomini. Di fatto, in questa parte di mondo, infantilizzare e viziare le donne viene fatto ad un livello probabilmente ineguagliato altrove. Tenete a mente il fatto che tutti i media locali, che operano sotto la guida dei loro omologhi occidentali, insieme con il femminismo iraniano, stanno iniettando una dose significativa di misandria in questa società.
Iniziamo esaminando i diritti fondamentali degli uomini e delle donne in Iran, segnaliamo alcune forme di discriminazione nei confronti di entrambi, dopodiché vi sbalordirete di come i media stanno distorcendo tutta questa faccenda. Sebbene la misandria possa essere facilmente individuata ai sensi della legge, non può in alcun modo esprimere norme culturali ed aspettative nei ruoli di genere che proiettano questo paese dritto al primo posto fra quelli più misandrici.
Tenendo presente che quando ci si allontana dalla legge, la misandria diventa molto più evidente; questo articolo fornisce solo un’onesta disamina delle leggi e lascia la misandria ad altri scritti.
Alcune forme di discriminazione contro la donna media in Iran sono le seguenti:
- Nel caso in cui non vi sia nessun testamento e nessun accordo fra i membri della famiglia del defunto, i figli riceveranno un’eredità doppia rispetto a quella delle figlie.
- Le donne sposate hanno bisogno della firma del marito per ottenere il passaporto.
- Le donne devono indossare il rousari (velo) quando appaiono in pubblico e no, non ha nulla a che vedere con quanto viene mostrato in TV (se ciò è quello che avete visto):
In realtà è così che appaiono quando cammini per strada:
Ecco alcune forme di discriminazione contro gli uomini:
- Leva. Tutti i maschi devono prestare servizio per almeno due anni nelle forze militari o armate. È un obbligo al quale non ci si può sottrarre anche qualora vi fossero abbastanza volontari. Il tempo di arruolarsi scocca non appena i maschi compiono 18 anni salvo la concessione di un rinvio a dopo la laurea nel caso in cui riescano ad essere ammessi al sistema universitario entro il periodo di un anno. A meno che non abbiano completato il servizio militare, a nessun maschio adulto è permesso di lasciare il paese, acquistare o vendere qualsiasi cosa in loro nome, ottenere una licenza per lavorare, usare il loro diploma di laurea, ecc. La punizione in caso di mancata iscrizione nei tempi stabiliti, oltre all’essere privati dei diritti, è l’arruolamento coercitivo con l’aggiunta di un periodo extra di servizio militare. Si è sollevati dal servizio nel caso in cui è accertato che il ragazzo abbia gravi disabilità o sia un figlio unico orfano di padre che dichiara di essere colui che provvede al mantenimento della famiglia. La legge vieta alle donne di prestare servizio, il chè è un po’ diverso da quello che sembra, perché non si tratta di un semplice addestramento militare. Gran parte dei lavori più importanti e pericolosi è fatta dai soldati. Lavori specializzati e fisicamente estremi a 120 gradi fahrenheit in isole con nessun rifornimento di acqua fresca (e prive di donne), oppure a -22 gradi fahrenheit, costituiscono una parte del servizio. Ciò soprattutto rappresenta un grosso problema per gli atleti. Devono abbandonare la loro carriera per due anni quando, poco più che ventenni , sono al massimo della loro forma fisica. Omid Noruzi per esempio, la medaglia d’oro delle Olimpiadi del 2012, fu costretto a lasciare la sua carriera ed a non competere alle Olimpiadi del 2008, pur essendosi qualificato in quanto campione del mondo del 2007, rendendolo così propenso al suicidio.
- Assicurazione sanitaria “gratis” (pagata dagli uomini) per sole donne. Dovesse una donna decidere di non lavorare, sarebbe coperta dall’assicurazione dei suoi genitori anche dopo la loro morte. I maschi sono coperti solo fino all’età di 21 anni. Le donne sposate sono automaticamente coperte dall’assicurazione del marito (anche dopo la morte di quest’ultimo). I mariti , dall’altra parte, non sono coperti dall’assicurazione della moglie se rimangono disoccupati. Questo naturalmente accade in un paese in cui le spese mediche sono così incredibilmente alte che il governo sovvenziona l’assicurazione per le cure mediche. Qualora una donna impiegata, con una propria assicurazione, venga licenziata o decida di lasciare il lavoro, sarebbe sempre automaticamente coperta da quella di suo padre/marito vivo o morto che sia.
- Pensioni per le donne. Se il marito muore, la sua previdenza professionale (il suo stipendio giornaliero più alto moltiplicato per gli anni lavorativi) sarà pagato alla moglie mensilmente come uno stipendio per la vita. Nessuna norma del genere per gli uomini. Per vostra informazione: la previdenza professionale è obbligatoria per tutti i lavori.
- Supporto per le donne divorziate. Se una donna divorzia, oltre a quello che riceve da suo marito (chiamato Mehrieh – questo sarà trattato più in dettaglio in un altro articolo), deputato al suo mantenimento è il padre e nel caso quest’ultimo sia morto, otterrà,come stipendio, dal governo una importo equivalente alla previdenza professionale del padre. In questo modo, la maggior parte delle donne divorziate non ha bisogno di lavorare.
- Nessun indennizzo per i vedovi. Vi è l’assicurazione per le casalinghe che scelgono di non lavorare in modo che dopo una certa età riceveranno uno stipendio. Il marito che paga l’assicurazione non è indennizzato in caso di morte della donna, ma i fratelli ed i parenti di quest’ultima riceveranno gran parte dei soldi dal primo versati.
- Welfare per le donne. Quando si parla delle classi povere della società, qualsiasi donna che dichiara di non avere un padre o marito che la mantengono ed un lavoro statale, riceve un salario mensile versato da un’associazione chiamata Kommiteye Imdad la quale, a parte le donne di qualsiasi età, supporta soltanto uomini che, oltre a non avere alcun tipo di entrata, hanno gravi disabilità o sono in là con gli anni.
- Eredità dopo il divorzio. Se una donna divorzia da un marito malato, e questi muore a causa di quella malattia entro un anno dalla data del divorzio, beneficierà lo stesso dell’eredità come se non abbia mai divorziato.
Le altre leggi sul matrimonio e divorzio, così come la misandria nell’istruzione, saranno trattati in altri articoli.
Sconfortante è il fatto che nessuno neanche riflette su questi temi – ai quali si sommano altri elementi:
- Attualmente ci sono 1,7 milioni di bambini lavoratori (di età compresa tra i 5 ed i 15 anni), il 92% dei quali sono maschi.
- Il 95% dei bambini che vivono per strada sono maschi. [1] (Curiosamente questa statistica era molto difficile da trovare perché quasi nessuna delle fonti concernenti il lavoro minorile ha fatto menzione della disparità tra i sessi.)
- I maschi costituiscono l’85% dei senzatetto [2] (è abbastanza interessante accorgersi che i titoli dei giornali recitano: “il 15% dei senzatetto sono donne” ed indirizzano la preoccupazione su questo , sostenendo implicitamente che l’obiettivo dovrebbe essere che il 100% dei senzatetto siano maschi. Inoltre numerosi articoli, ricerche ed organizzazioni esistono solo per quanto riguarda le donne senza fissa dimora.)
- Il 100% delle morti sui campi di battaglia sono stati e saranno uomini.
- Il 100% dei feriti di guerra sono uomini.
- Il 98,5% degli infortuni sul lavoro nel 2005 erano uomini [3]. (Nel 2004, 2003 e 2002, erano rispettivamente 98,5%, 98,7% e 98,7%)
- Il 60% delle vittime di stupro sono di sesso maschile [4] (esclusi gli stupri in carcere).
- I maschi inoltre costituiscono l’81,7% dei suicidati. [5] (È interessante notare come sia un gioco da ragazzi trovare molti media che mentono spudoratamente affermando che le donne hanno tassi di suicidio più alti.)
Questo potrebbe darvi un’idea generale sulla situazione in Iran. Finora si è trattato sole delle discriminazioni causate dalla legge e non degli standard culturali ai quali uomini e donne sono tenuti. Gli stessi standard culturali che creano una società in cui il 67% degli studenti universitari sono donne, delle quali la maggior parte non avrà un posto di lavoro. Questo non perché sono discriminate, come le femministe vi diranno, ma perché la maggioranza non compilerà neanche un modulo di domanda di lavoro nel corso della vita. Università e posti di lavoro sono hobby ed amplificatori di ego per molte donne iraniane. C’è una barzelletta in giro per il paese su come le donne frequentino l’università per lo più per avere un diploma in dote!
Prima di concludere , eccovi un tipico tentativo dei media nel rappresentare l’Iran come prova inconfutabile del patriarcato anziché della ginecocrazia [6]. Questo è in realtà uno dei pezzi meno misandrici che abbia mai letto e che non attacca esplicitamente gli uomini, anzi si concentra esclusivamente sulle donne. Ecco perché questo articolo non sta affrontando il caso estremo, ma piuttosto il tipico mondo in cui stiamo vivendo:
“Il confronto tra le moderne ragazze inglesi e le moderne ragazze iraniane che vivono a meno di 3.000 miglia di distanza non potrebbe essere più crudo. In Gran Bretagna, una giovane donna può indossare bei vestiti ed essere truccata in pubblico, parlare al cellulare, fumare, andare a bere qualcosa ed avere un fidanzato. Se lei rimane incinta, lo Stato si prenderà cura di lei. Se commette un crimine, il peggio che può capitarle è una reclusione in una prigione umanamente accogliente.In Iran, deve coprirsi il capo in ogni momento e non può truccarsi o fare qualcosa per mostrare la sua femminilità in pubblico. Non può bere alcolici o frequentare ragazzi e se viene beccata, verrà frustata. Se viene pizzicata a fare sesso o rimane incinta fuori dal matrimonio, può essere condannata a morte per adulterio o crimini morali. Se commette un omicidio o è coinvolta nel traffico di droga, può aspettarsi il cappio del boia, magari in pubblico. Si sostiene da parte di gruppi femministi e dei diritti umani che l’Iran è una grande prigione per le donne “.
Adesso commentiamo partendo dall’ultima frase:
“Si sostiene da parte di gruppi femministi e dei diritti umani che l’Iran è una grande prigione per le donne “.
Ecco la tipica ginecocrazia; una grande prigione per le donne, mentre per gli uomini non è nient’altro che pompini ad ogni secondo di ogni giorno. Ed è per questo che è anche implicito che gli uomini siano le guardie carcerarie. Ma tornando all’introduzione:
“Il confronto tra le moderne ragazze inglesi e le moderne ragazze iraniane che vivono a meno di 3.000 miglia di distanza non potrebbe essere più crudo. In Gran Bretagna, una giovane donna può indossare bei vestiti ed essere truccata in pubblico, parlare al cellulare, fumare, andare a bere qualcosa ed avere un fidanzato.”
Tranne che per il bere, una ragazza iraniana può fare tutte quelle cose.
“In Iran, deve coprirsi il capo in ogni momento e non può truccarsi o fare qualcosa per mostrare la sua femminilità in pubblico.”
In realtà le donne iraniane sono tra i maggiori consumatori di cosmetici del mondo, avendo inoltre l’Iran il più alto tasso di nasi rifatti al mondo, ed essendo tra i paesi con i più alti tassi di chirurgia estetica fra le donne. Queste operazioni al naso e gli altri interventi di chirurgia estetica estremamente costosi sono – come avrete indovinato – quasi sempre pagati dagli uomini. Anche la maggior parte delle donne nelle classi piuttosto povere della società costringono i loro uomini a pagare per interventi di chirurgia estetica in genere facendo leva sui sensi di colpa e vergogna. Questo articolo ci fornisce una certa comprensione a riguardo:
http://www.theguardian.com/world/iran-blog/2013/mar/01/beauty-obsession-iran-cosmetic-surgery
Citando l’articolo:
“… L’ossessione iraniana per la bellezza fisica. Lungi dal concentrarsi sui valori spirituali interiori, i giovani – attorno ai 14 anni – subiscono interventi di chirurgia estetica nella speranza di ottenere delle “facce da bambola” per assomigliare agli attori che vedono nei film di Hollywood e nei programmi televisivi trasmessi via satellite dall’ occidente “
Tornando all’articolo psico-ginecocratico:
Lei non può bere alcolici…
Neanche i ragazzi possono bere alcolici, in Iran, bere è illegale per chiunque. Si chiama proibizionismo, non oppressione delle donne.
“ … o frequentare ragazzi e se viene beccata, verrà frustata.”
Non può frequentare ragazzi? Verrà frustata? Sul serio? Pffffffffftt. Mentalità femminista e propaganda sono una cosa, ma qui arriviamo a livelli di bassezza mai raggiunti, anche per le femministe.
Chiedetevi, che razza di malato può raccontare menzogne del genere? O peggio, perchè questi bugiardi hanno convinto tutti che in Iran ci sia un patriarcato brutale che fa a pezzi le donne? O peggio, perche la gente gli crede? La dominazione maschile, il mio culo patriarcale – vi garantisco, non smetterò di scrivere articoli finchè tutta questa patetica farsa non viene alla luce.
Non può frequentare ragazzi? Le ragazze iraniane non possono avere il ragazzo? Pffftt e pfffft. Magari pensano anche che tutti i ragazzi iraniani abbiano una fidanzata. Deve essere bello non avere alcuna logica e disporre della piattaforma dei mezzi d’informazione per prendersi gioco della verità. La chiave del loro successo è quella di confondere la religiosità con il sessismo.
“Se viene pizzicata a fare sesso o rimane incinta fuori dal matrimonio, può essere condannata a morte per adulterio o crimini morali.”
Questa è una colossale bugia che si ripete continuamente in tutti i media occidentali; ecco la verità:
Se in Iran una ragazza fa sesso vaginale consensuale fuori dal matrimonio, può citare in giudizio il ragazzo e costringerlo a sposarla, e le sarà legalmente riconosciuta la Mehrieh, della quale, per ora, ti basterà sapere che ammonta a qualcosa tipo 150.000 $. Fidati dei tuoi occhi, hai letto bene. Di questo si discuterà in un altro articolo. Non perdetevi l’imminente articolo sulle leggi matrimoniali e quelle sul divorzio e di nuovo su come vengono presentate dai media.
“Se commette un omicidio o è coinvolta nel traffico di droga, può aspettarsi il cappio del boia, magari in pubblico.”
Il resto dell’ articolo è dedicato alle condanne a morte delle donne nel corso degli ultimi decenni, ma aspettate un secondo.
Si, criminali impiccati in pubblico in Iran ve ne sono stati, ma eccovi alcuni fatti:
Nel 2012, 580 persone sono state condannate a morte – alcune delle quali sono state impiccate in pubblico. 9 erano donne, 571 erano uomini. [7]
In realtà, è altamente improbabile che i giudici iraniani applichino questo tipo di condanna alle donne. Il 76% delle impiccagioni di cui sopra sono state sentenziate a causa del traffico di droga – solo 3 delle quali vedevano come vittima le donne. La faziosità è troppo evidente che non c’è bisogno di ulteriori spiegazioni.
Rappresentazioni distorte dei media possono essere ritrovate ovunque:
http://www.youtube.com/watch?v=YPIWeRdB5Nc
Quindi Hitchens dice e cito: “Tu insulti le tue sorelle di Teheran che vengono picchiate e violentate ogni giorno quando dici che hanno diritti”. Quando si raccontano le menzogne e la propaganda femminista, sai solo che lo stupro salterà fuori. Pensateci bene, dato che lo stupro è considerato un crimine del patriarcato, studiamo le statistiche della violenza in Iran:
900 casi di stupro sono stati accertati dalla polizia lo scorso anno in Iran. Il 60% delle vittime di stupro erano uomini, il 40% erano donne. [8] Questo fatto sconvolgente nasconde al suo interno alcune difficoltà culturali che uomini e ragazzi iraniani devono affrontare. Anche la probabilità di essere violentati in Iran è praticamente molto più bassa rispetto alla maggior parte dei paesi. Basti per ora dire che in questo presunto patriarcato, la pena per stupro è l’impiccagione in pubblico. Stessa sorte per il pedofilo ed il gay. Sì, un gay, non una lesbica.
Riassumendo, il Mainstream (occidentale) è un accozzaglia di ginecocrazia e femminismo. Ginecocrazia nel senso che si potrebbero trovare 100 articoli in lingua inglese sull’estrema rarità delle tassiste in Iran, ma neanche un articolo in qualsiasi lingua relativo ai 2076 tassisti di sesso maschile solo di Teheran che sono di età compresa tra i 71 e gli 80 anni (ed anche ai 234 tassisti di sesso maschile di Teheran che sono over 81) [9] che devono ancora lavorare per mantenere le loro figlie single trentenni o giù di lì – figlie che sono confuse tra una classe di yoga ed una classe d’inglese , che dicono ai loro fidanzati di staccare dal lavoro presto in modo che diano loro un passaggio a casa, o che vanno a fare shopping dopo le lezioni. Vallo a capire.
____________________________________
[1] http://vista.ir/article/351575
[2] http://www.ghatreh.com/news/nn14651670/
[3] Mahmood Bakhtiyari, Ali Delpisheh, Sayyed Mohammad Riahi, Arman Latifi, Farid Zayeri, Masoud Salehi, Hamid Soori; “Epidemiology of occupational accidents among Iranian insured workers”; Safety Science 50; 2012
[4] Editorial note: after publication the original reference to this was questioned, so please see http://salamatnews.com/interview.aspx?ID=692, as well as the original reference that follows. –DE Original ref: http://ahar91.blogfa.com/category/4
[5] http://markaz-ejtemaee15.com/blog/1390/04/07/%D8%A2%D9%85%D8%A7%D8%B1-%D8%AE%D9%88%D8%AF%DA%A9%D8%B4%DB%8C-%D8%A7%DB%8C%D8%B1%D8%A7%D9%86-%D9%88-%D8%AC%D9%87%D8%A7%D9%86/
[6] http://www.capitalpunishmentuk.org/iranfem.html
[7] http://www.dw.de/%D8%A2%D9%85%D8%A7%D8%B1-%D8%AA%D9%81%D8%B5%DB%8C%D9%84%DB%8C-%D9%85%D8%AC%D8%A7%D8%B2%D8%A7%D8%AA-%D8%A7%D8%B9%D8%AF%D8%A7%D9%85-%D8%AF%D8%B1-%D8%A7%DB%8C%D8%B1%D8%A7%D9%86-%D8%AF%D8%B1-%D8%B3%D8%A7%D9%84-%DB%B1%DB%B3%DB%B9%DB%B1/a-16720688
[8] http://ahar91.blogfa.com/category/4
[9] http://www.asriran.com/fa/news/197120/35-%D9%87%D8%B2%D8%A7%D8%B1-%D8%B1%D8%A7%D9%86%D9%86%D8%AF%D9%87-%D8%AA%D8%A7%DA%A9%D8%B3%DB%8C-%D8%A8%DB%8C%D9%85%D9%87-%D9%86%D8%AF%D8%A7%D8%B1%D9%86%D8%AF
36 Commenti
Post un pò lungo, ma molto interessante.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Marcella Croce, che in Iran ci ha vissuto un paio d’anni insegnando all’università (frequentata da ragazzi e ragazze ovviamente), nel suo libro “Oltre il chador” scrive (citazione testuale):
“I maggiori problemi in questo tipo di società sono per le donne, pensavo, e sono rimasta stupita quando alcuni miei studenti mi hanno invece decisamente smentita su questo punto: sui maschi aleggia lo spettro del servizio militare, mi hanno detto, che è molto gravoso e dura per ben due anni. Molto peggio che portare l’hejab (ndr il velo) dicevano…….Inoltre anche se per motivi culturali, noi donne non siamo disposte ad ammetterlo, la disoccupazione che in Iran è altissima è molto più drammatica per un ragazzo che non per una ragazza”
Rita(Quota) (Replica)
scusate se mi autocito in due post che risalgono a sei anni orsono ma uno riguarda proprio l’Iran e la notizia (uscita all’epoca su Asianews) della legge sull’apostasia. (neretto la frase che passa inosservata)
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=24092474&st=105#entry232017818
Ue preme su Tehran: no alla morte per chi abbandona l’islam
L’Unione europea chiede all’Iran di abbandonare il progetto di legge che per la prima volta nella storia del Paese introduce nel codice penale la pena di morte per chi abbandona l’islam. La bozza è in discussione al Parlamento.
Bruxelles (AsiaNews/Agenzie) – L’Unione europea chiede all’Iran di abbandonare il progetto di legge, che, per la prima volta nella storia del Paese, introdurrebbe nel codice penale la sentenza capitale per il reato di apostasia. Il testo è in discussione al Parlamento e stabilisce la stessa pena anche per eresia e stregoneria.
In un comunicato, la presidenza slovena dell’Unione denuncia che il progetto “viola chiaramente gli impegni della Repubblica islamica dell’Iran a rispettare le convenzioni internazionali sui diritti umani”. La Ue si appella alle autorità iraniane, governo e parlamento, “per modificare il disegno di legge”. Il documento spiega poi che in passato la condanna a morte è stata emessa ed eseguita in alcuni casi di apostasia, ma mai era stata inserita nella legislazione del Paese. L’Ue – conclude la dichiarazione – guarda con “forte preoccupazione” la notizia del disegno di legge. Di solito l’Iran respinge al mittente critiche di questo tipo, su diritti umani e soprattutto sul suo programma nucleare.
L’Istituto sulle politiche religiose e pubbliche, con sede a Washington, che ha reso noto giorni fa l’iniziativa, spiega che il testo in esame stabilisce la morte per l’apostata-uomo e il carcere per l’apostata-donna. Verranno poi individuati due tipi di apostasia: innata o di origine parentale. Nel primo caso, l’apostata ha genitori musulmani, si dichiara musulmano e da adulto abbandona la sue fede di origine; nel secondo, l’apostata ha genitori non musulmani, diventa musulmano da adulto e poi abbandona la fede. La punizione nel caso di apostasia innata è la morte; nel caso parentale la punizione è sempre la morte, ma è previsto che dopo la sentenza finale, il condannato ha tre giorni per “riabbracciare l’islam” e sarà incoraggiato a ritrattare. In caso di rifiuto, la condanna a morte verrà eseguita.
e l’altro notizie sparse sui paesi islamici
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=27350506&st=45#entry232132276
Rita(Quota) (Replica)
Rita,
aggiungo questo:
da “Il mito del potere maschile” di Warren Farrell
“Spesso riteniamo che i paesi che impongono alle donne di indossare il velo lo facciano per mantenerle sottomesse. Nei paesi musulmani, il purdah nasconde la bellezza femminile, che può essere mostrata solamente a pochi eletti, invariabilmente individui pronti a mettere generosamente mano al portafogli. Ciò impedisce all’uomo medio perfino di guardare la donna media finché non promette di proteggere e mantenere lei e i suoi figli per tutta la vita (vedi matrimonio). E fino a quel momento l’uomo è privato della presenza femminile durante i pasti, i viaggi, le preghiere eccetera. L’amore della donna, l’affetto, il conforto, persino il suo sorriso sono concessi solo a patto che lui dimostri la precisa volontà di provvedere, proteggere e rischiare la vita per lei. Di conseguenza, quasi tutte le donne, e non solamente le più belle, sono protette da qualcuno.
In Medio Oriente, il sesso e la bellezza femminili rappresentano per quei popoli ciò che petrolio e gas rappresentano per gli americani: più scarseggiano, più aumenta il prezzo. Più numerose sono le donne che «si concedono» gratuitamente, o per poche lire, e più cala il valore della singola donna… Questo è il motivo per cui la prostituzione, la violazione del purdah (togliere il velo) e la pornografia sono messi al bando e condannati, specie tra le donne. Ecco perché i genitori dicono alle figlie: «Non concederti a buon mercato». Il sesso «a buon mercato» inflaziona il mercato.
Proviamo a immaginare il contrario: se le donne dovessero promettere di mantenere un uomo per tutta la vita prima che questi si tolga il velo e mostri loro il suo sorriso, la considereremmo una forma di privilegio femminile?”
romano(Quota) (Replica)
A proposito del servizio militare obbligatorio, la maggioranza dei maschi di ogni paese, lo ha sempre rifiutato, fra la commozione ed il consenso generale, affermando “il corpo è mio e lo gestisco io”. Anche mio padre giovanissimo alpino della “Vestone” di fronte alla prospettiva di farsi, all’epoca, dodici mesi di servizio militare obbligatorio e di rischiare la vita con l’Armir nella campagna di Russia, si è ricordato che questa perentoria asserzione la ripeteva ogni giorno sua madre ai suoi figli a proposito dei nove mesi di gravidanza. Pertanto ha rispedito al mittente la cartolina precetto con su scritto appunto: “il corpo è mio e lo gestisco io”. Ha ricevuto le congratulazioni e gli auguri dal Ministero della Difesa (insieme a tutti i maschi della sua leva). Un altolà maschile che risuona nelle acciaierie, sulle impalcature, nell’industria chimica, in tutte le innumerevoli attività lavorative a rischio. Infatti da sempre non ci sono che maschi dietro le scrivanie.
cesare(Quota) (Replica)
Arabia Saudita, picchiano i mariti e vengono condannate a pene corporali
Quattro donne sono state denunciate dai loro coniugi per violenza domestica, un fenomeno che secondo il giornale arabo “Al Hayat” è curiosamente in crescita
.
maurizio molinari
inviato a RAMalLAH
Sanzioni corporali o 13 mila dollari di multa: è quanto rischiano quattro donne saudite denunciate dai rispettivi mariti per averli percossi dentro le mura domestiche. A rivelare l’insolita vicenda è il giornale arabo “Al Hayat”, secondo il quale la Società saudita per i diritti umani che in genere si occupa della difesa dei diritti delle donne in casa si trova adesso a dover dare una riposta ad una serie di episodi nei quali gli offesi sono uomini. Le testimonianze del caso finora rese pubbliche non hanno contribuito a chiarire i contorni della vicenda ma i giornali sauditi ritengono che le quattro donne debbano essere condannate a versare un lauto risarcimento. E tale opinione sembra essere divisa sarebbe condivisa anche dal collegio giudicante. Da qui la scelta del giurato più anziano di scegliere per le donne-ladre la sanzioni più pesante: fargli portare per un periodo sufficientemente lungo oggetti e sostanze massicce offrendogli in caso la possibilità di ricorrere ai propri denari per saldare il conto dell’inchiesta, a patto che si tratti di una cifra non superiore all’equivalente di 13 mila dollari. Se la vicenda fa scalpore è perché le donne ritengono che proprio le percosse da parte dei mariti possano essere all’origine di almeno il 25 per cento degli oltre 4000 divorzi annui nel regno wahabita. In realtà, sono anche loro a picchiare
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Bellissime le ragazze iraniane! Bene così, la repressione è frutto di paura, quindi basta che portino un velo simbolico che rappresenti la tradizione e anche se la sostanza è diversa non c’è alcun problema!
klesk(Quota) (Replica)
Fratelli miei è solo perché i maschi non hanno l’occhio interno per vedere le violenze fisiche e psicologiche di cui sono oggetto sia in famiglia sia in società da parte del genere femminile che non viene fuori la realtà.
E quando si matura quell’atteggiamento interiore della coscienza maschile per cui si apre l’occhio interno di cui dicevo, il codice della violenza psicologica, affettiva, sessuale e fisica cui le femmine si conformano ed attivano nella relazione col maschile, questo codice dicevo risulta a ogni maschio “il” codice e non “un” codice fra gli altri.
E ci si accorge di essere immersi nella violenza, in un oceano di violenza femminile, accanto a quella descritta nella validissima riflessione fatta su Ubeta intorno alla condizione della figura di Piero nella canzone di De Andrè.
Siamo in difficoltà nell’aprire questo occhio interno perché l’istinto maschile è di protezione della donna ed aprirlo può sembrare venir meno a questo istinto. Ma oggi la protezione della donna, grazie al progresso appunto protettivo dovuto al genere maschile, non necessita più delle modalità dei tempi andati. All’epoca un maschio non solo manteneva la donna ma necessariamente doveva sopportare la violenza femminile di cui sopra altrimenti il nucleo familiare e la vita in esso evocata, tutelata e cresciuta, sarebbe stato travolto dalle durissime condizioni di vita.
Un lusso chiedere alla donna una relazione di sincero rispetto, di autonomia solidale, di comprensione profonda, e di compassione nell’accezione buddista e cristiana.
Adesso questo stato di necessità (a meno che non torni con le minacciate prospettive di miseria per i più), non c’è e la tutela della donna e dei figli si sposta su un piano più evoluto che è appunto quello dello studio, della conoscenza e del miglioramento della relazione che la donna attiva verso il maschio, marito, compagno o padre che sia
Questo è il nuovo modo in cui l’istinto di protezione maschile deve esprimersi, deve concretarsi: studiare, riconoscere e fermare la violenza femminile proprio quella fino ad ora non rilevata perché altre erano le priorità di tutela . Priorità per cui questo codice relazionale femminile è stato considerato un dato naturale di sempre, “la” modalità di relazione col maschile dell’eterno femminino.
Eh no cari fratelli. Troppo comodo e se mi permettete anche vile. Adesso basta! La tutela maschile della donna oggi si configura nel renderla consapevole di questa modalità relazionale inaccettabile perché è causa di rovina prima di tutto della donna e dei figli. Di quante famiglie nella mia lunga vita ho visto accadere vicende tragiche e dolorosissime in primis per le donne perché il maschio per cavalleria, per un malinteso e arretrato senso di protezione della propria donna e della famiglia, ha concesso alla donna la gestione della relazione secondo il codice del dominio e della sopraffazione psicologica ed emotiva.
Studiare l’ombra della donna, esserne consapevole ed aiutarla a liberarsene è il primo dovere di chi intende amare la donna.
Uno studio ed un compito di modificazione dell’ombra femminile, della realtà psicologica ed emotiva femminile, studio di una realtà altrettanto strutturale e compito altrettanto strategico in chiave politica delle tradizionali analisi di tipo socioeconomico. Infatti che può mai importarmi la giustizia sociale in chiave socioeconomica se le strutture di relazione del profondo della donna nei miei confronti in famiglia e fuori obbediscono al codice di domino e di sopraffazione ed io non lo riconosco e ne sono annientato: da questa alienazione non c’è salvezza nè in una riuscita lotta sindacale nè in una nuova “rivoluzione di ottobre”.
Bisogna guardare in faccia anche questa realtà che appartiene all’universo del Soggetto altrimenti perdiamo una vista decisiva e il nostro sguardo monco ci condanna alla infelicità e ci consegna legati mani e piedi alla menzogna.
cesare(Quota) (Replica)
Prima donna nella storia a vincere la medaglia Fields, ed è…. un’iraniana!
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http://www.simonsfoundation.org/quanta/20140812-a-tenacious-explorer-of-abstract-surfaces/
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Ma come avrà fatto questa donna ad essere ammessa nell’ “Associazione Nazionale per lo Sviluppo di Talenti Eccezionali”, partecipare e vincere due edizioni delle olimpiadi della matematica, laurearsi nel paese d’origine, ed andare ad Harvard senza che la rinchiudessero in qualche scantinato, col burka, a far da schiava al marito, ovviamente scelto dalla famiglia? Si sarà forse travestita da uomo?
Enrico Rossi(Quota) (Replica)
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Già, proprio così…
In merito aggiungo che gli altri tre vincitori sono uomini:
http://oggiscienza.wordpress.com/2014/08/13/medaglie-fields-2014-tra-i-nobel-per-la-matematica-anche-la-prima-donna/
Daniele(Quota) (Replica)
ritenete credibile un racconto del genere? http://giuliainnocenzi.blogspot.it/2015/08/due-donne-sole-in-iran-quello-che-gli.html
romano(Quota) (Replica)
Innocenzi chi?
L'”amica” di queste?
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Credibile l’Innocenzi? Se andiamo a cercare nella Fossa delle Marianne …. forse …
Storpiando un vecchio detto, se uno la credibilità non ce l’ha fa sempre in tempo a farsela. Ma al momento quella della Innocenzi giace nel punto più basso delle profondità marine.
Per cui, magari le è successo qualcosa, ma io non riesco a crederle.
…
P.S. Non mi spiego poi come mai la nostra per documentare la condizione della donna nei paesi arabi sia andata in Iran, incidentalmente paese nemico dell’occidente. Non le era molto più semplice andare in Arabia Saudita paese notoriamente, e non incidentalmente, amico dell’occidente?
Post scriptum del P.S.
Ovviamente me lo spiego benissimo. La sto solo a perculare …
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Sempre dall’Arabia Saudita …. ehmm … pardon dall’Iran.
Iran, matrimonio tra 14enne e bambina di 10 anni: è bufera sul web
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Dai commenti:
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Andrea Lasagni – 18:53:42, 2015-08-28
Del clamore della notizia mi sfugge il perchè si consideri la vicenda un dramma unicamente per la bambina (di 10 anni), mentre si consideri normale per il ragazzino di 14 anni (quasi fosse lui l’orco!). E’ palese che entrambi sono vittime delle scelte delle rispettive famiglie ed allo stesso modo andrebbero difesi.
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Andrea Lasagni – 19:25:49, 2015-08-28
Lo permette dai 15 anni in poi, salvo placet delle rispettive famiglie ed il consenso speciale delle autorità. Il ragionamento semplice è che l’Iran è uno Stato sovrano, con le proprie leggi, cultura e tradizioni. Ed in quanto tale non solo va rispettata, ma l’Europa e gli altri stati occidentali non hanno alcun diritto d’interferire con questa sovranità. Possiamo dissentire e se si vuole criticare, ma nessuno stato o popolo ha diritti (morali o legali) superiori, per cui può presentarsi a casa d’altri e fare lezione o imporre di adeguarsi alle ns. regole morali. Altrimenti ci si mette allo stesso livello dell’ISIS. Quelli lo fanno tagliando gole; noi lo facciamo con le sanzioni od il boicottaggio…dal mio punto di vista non c’è molta differenza. Concludo segnalando che molto del clamore della notizia fa sorridere pensando che, fino non tanto tempo, fa le combine tra famiglie per “marriare” (far sposare) i rispettivi figli minorenni (spessissimo poco più che bambini), quasi sempre contro la loro volontà, era assai diffusa anche nel ns. paese, in particolare nel meridione d’Italia (come tra le famiglie nobili e reali). Come diffuse erano le “combine riparatorie” per porre rimedio a relazioni, laddove pure incestuose, consumate nell’ingenuità del tempo e dell’età. E visto che ci erigiamo come migliori e moralmente superiori, faccio notare che nel ns. ordinamento i rapporti sessuali tra intratredicenni non costituiscano reato. La notizia parla di un ragazzetto 14enne ed una bambina di quasi 11.. quindi, seppur non consente il matrimonio tra minori di quell’età, anche il nostro codice penale contempla relazioni fattive tra individui di quell’età. E non per giocare alla playstation o a “nascondino”…
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Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia,
“Altrimenti ci si mette allo stesso livello dell’ISIS. Quelli lo fanno tagliando gole; noi lo facciamo con le sanzioni o il boicottaggio…” (Andrea Lasagni)
E con i bombardamenti “umanitari”…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Luigi Corvaglia,
E’ ora di cominciare a sfatare un’altra delle menzogne che ci sono state propinate per decenni dai media, e cioè quella dell’Iran come una sorta di inferno oscurantista e medioevale. L’Iran è un paese democratico, molto più democratico di tanti paesi occidentali dove ormai la dialettica politica maggioranza/opposizione è una finzione, a partire dagli USA.
In Iran esiste invece una dialettica politica reale tra forze politiche e in gran parte anche culturali molto diverse fra loro. E proprio gli accadimenti degli ultimi anni stanno lì a dimostrarlo. Il “mostro” Ahmadinejad ha perso le elezioni e se ne è andato tranquillamente a casa, sostituito dal nuovo premier Rohani, sostenitore di una politica completamente diversa e opposta alla sua, che infatti ha portato al recente accordo con gli USA sul nucleare, naturalmente osteggiato da Ahmadinejad. Se quest’ultimo fosse stato un tiranno sanguinario, come è stato descritto dalla propaganda occidentale, intanto non ci sarebbero state le elezioni, e qualora ci fossero state, sarebbero state truccate (come avviene in altri paesi del mondo). In ogni caso sarebbe rimasto al suo posto. La differenza fra i due schieramenti (in realtà c’è una grande diversificazione politica in Iran ma stiamo semplificando…) non è affatto una questione di lana caprina ma riguarda importanti questioni di ordine politico, culturale e soprattutto il ruolo e la collocazione internazionale dell’Iran. C’è sicuramente molta più dialettica politica reale in Iran di quanta non ce ne sia negli USA e in altri paesi occidentali (compreso il nostro) dove ormai la dialettica maggioranza/opposizione è ridotta ad una finzione, ad una farsa, perchè entrambi gli schieramenti sono sostanzialmente concordi sulle questioni fondamentali, e dove certamente nessuno dei due arriva (come avviene invece in Iran) a mettere in discussione le alleanze, le strategie e la collocazione internazionale del paese.
L’Iran è un grande paese con una grande cultura alle spalle che è stato crimininalizzato per le stesse ragioni per cui viene criminalizzato qualsiasi stato o paese che non accetta di subire i diktat dell’Impero. Come giustamente è stato già più volte ricordato, l’Occidente è alleato con le peggiori dittature, specie in quell’area geopolitica (leggi l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi ecc.), quelle sì veramente sanguinarie e oscurantiste. Ma quelle sono nostre “amiche” anche se finanziano senza neanche tanto preoccuparsi di non farlo sapere, l’Isis e tutto l’ambaradam jihadista mondiale, come strumento di pressione e ricatto sull’Occidente stesso con il quale sono in un rapporto di alleanza/competizione economica. In primis appunto l’Arabia Saudita, alleata di ferro di Israele (nessuno ha mai fatto caso al fatto che l’Isis non ha mai sfiorato neanche con una palletta di carta sparata con una cerbottana, un obiettivo israeliano?…) e nemica giurata (insieme a Israele) dell’Iran, dell’Islam sciita e dei vari movimenti di liberazione nazionale arabi, libanesi, palestinesi e curdi.
Oggi con l’Iran c’è un accordo politico, per lo meno finchè alla Casa Bianca ci sarà Obama e a Teheran, Rohani. Ma sappiamo che una gran parte delle lobby economiche e finanziarie americane (per non parlare dell’industria militare e dell’esercito), che contano, premono per la linea dura (ricordate come è stato accolto trionfalmente Netanyau al Congresso americano? Di fatto una sconfessione della linea di Obama…). Per non parlare ovviamente di Israele (e delle lobby americane che lo sostengono, che da sempre vorrebbero cancellare l’Iran dalla cartina geografica…
Tutto ciò la dice lunga sulle menzogne che sono state scientificamente raccontate, sull’Iran, sui movimenti di liberazione nazionale sciiti, sulla presunta guerra di civiltà che sarebbe in corso fra occidente e mondo mussulmano, presentato come un unico indistinto calderone dove nessuno distingue gli uni dagli altri. Un’ operazione di manipolazione di proporzioni gigantesche fnalizzata a costruire un immaginario collettivo (nella cosiddetta “opinione pubblica” occidentale) per convincerla che saremmo sotto attacco da un non ben definito “mondo islamico”.
Forze politiche come la Lega Nord, il FN e in generale tutte le forze della Destra europea hanno responsabiltà enormi nell’aver alimentato questa menzogna (già creata ad arte dal sistema mediatico politico occidentale), per ragioni politiche strumentali e per un razzismo di fondo che fa parte del loro DNA, checchè ne dicano…E solo questo dovrebbe farci capire la reale natura di queste forze politiche fanno finta di collocarsi in una posizione di criticità ne confronti del sistema dominante. Balle, purtroppo anche ben confezionate che però tanta gente si è bevuta e continua a bersi. Ci tornerò, magari non qui…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
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L’Iran è un paese democratico,
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Seee… vabbè…
Riccardo(Quota) (Replica)
Il “democratico” Iran.
http://www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2015/03/02/news/pena_di_morte-108582645/
Il motivo per cui uno non può portarti rispetto è dovuto al fatto che sei schifosamente ipocrita e di parte, caro Fabrizio Marchi.
Riccardo(Quota) (Replica)
romano,
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UN COMMENTO SULLA SOCIETA’ IRANIANA (RISPOSTA A GIULIA INNOCENZI)
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
C.V.D.
Chi muove i fili delle marionette di questo (per me) vergognoso teatrino, è sempre Lei, la “Santa” Madre Chiesa.
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/papa-benedice-i-libri-gender-allautrice-scrive-vai-avanti-1164130.html
“Lettera pro-gender doveva rimanere segreta”
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/papa-smentisce-conferma-lettera-inviata-doveva-rimanere-segr-1164256.html
Animus(Quota) (Replica)
Riccardo,
Il motivo per cui tu invece non puoi essere preso seriamente è perché sei completamente impregnato della più becera propaganda occidentalista. Non a caso per sostenere le tue tesi citi l’organo di disinformazione politicamente corretta per eccellenza, cioè la Repubblica. E questo la dice lunga…
Chi sei tu, Riccardo? Un destrorso, un leghista, un sinistrorso, un fan sfegatato dell’occidentalismo in salsa falla ciana (cioè da Oriana Fallaci)? O solo uno con la testa confusa?…Opto per questa ultima ipotesi più le prime due (tanto varrebbe unirle) e la quarta, almeno però abbi la furbizia di non postare gli articoli della Repubblica per dimostrarci quanto siamo in errore…
Se fossi meno livoroso, un po’ più flessibile, con meno paraocchi e meno animato dalla vis polemica avresti capito lo spirito del mio articolo.
La pena di morte in Iran, dici? Hai perfettamente ragione. E’ una cosa barbara. Allora però neanche gli USA sono un paese democratico, e anche gli USA, la prima grande democrazia del mondo, sono un paese barbaro, dal momento che ogni anno sono diverse centinaia (e tutti o quasi uomini, come del resto in tutti gli altri paesi dove vige la pena di morte…) quelli che finiscono con un ago in vena (quello del boia, non dell’eroina…).
Lo vedi come sei maldestro? E lo sei su tutta la linea. Dici che non mi si può portare rispetto perchè sono schifosamente ipocrita, e lo dici da un bel po’ di tempo (la musica è più o meno la stessa…). E allora perché continui a frequentare questo sito, anche con una certa assiduità, visto che non ti sfugge nulla?
Cosa ti tormenta? Se ti siamo così maledettamente indigesti, perché vieni costantemente qui? Gatta ci cova…
Secondo me (anche se ovviamente tu lo negherai) hai un rapporto di odio-amore con noi. Sei un “occidentalista” convinto e ideologico, però ti brucia che questo occidente di cui tu sei tanto innamorato abbia tirato fuori dal cilindro questa “cosa” che a te proprio non va giù (e hai ragione…), cioè il femminismo.
Caro mio, riflettici, invece di sputare su di noi o sul sottoscritto. A proposito, ce l’hai proprio con me personalmente, dal momento che sono io l’oggetto dei tuoi beceri insulti. Ti fossi segretamente innamorato di me? Non è che sei un gay non dichiarato oppure non accetti la tua condizione? Guarda che qui siamo tolleranti, non abbiamo nulla contro i gay, ci mancherebbe, basta che non pretendano di convincerci (e di imporci) che la nostra eterosessualità sia un costrutto culturale e non una spontanea e naturalissima passione per la fica (o figa, che dir si voglia…) …
In alternativa, sei solo ottuso. In questo caso, possibile e niente affatto irrealistico, non posso fare nulla, se non accettare il fatto con cristiana pietà. Ma non credo che sia questo il punto.
Alla prossima. Se avrò voglia di risponderti…
P.S. dimenticavo: questo è il mio articolo sulla vicenda ripreso da quello stesso mio commento http://www.linterferenza.info/esteri/quante-balle-sono-state-raccontate-sulliran/
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
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Ti fossi segretamente innamorato di me? Non è che sei un gay non dichiarato oppure non accetti la tua condizione?
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Sei di una banalità impressionante, caro romano de Roma, e ogni giorno che passa dimostri di essere quel che realmente sei: un frustrato complessato ipocrita, che odia l’Occidente ma che si guarda bene dal trasferirsi in Oriente o, perlomeno, in qualche paese sudamericano che tanto ama…
Quello che io mi chiedo è come facciano certi uomini, come Rino Della Vecchia (di ben altro livello rispetto a te) a sopportarti e soprattutto a compiacerti…
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Alla prossima. Se avrò voglia di risponderti…
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Il fatto, caro romano de Roma, è che tu puoi atteggiarti a “maschio alpha” solo in questo blog, perché in altre sedi, o a quattr’occhi, ti guarderesti bene dall’usare certi toni.
Fidati di me.
Saluti, ex “mister Lotta Continua”.
Riccardo(Quota) (Replica)
PS: come ho già avuto modo di scriverti mesi fa, in altra sede, non usare internet, ex arpanet…,
https://it.wikipedia.org/wiki/ARPANET
perché è un’invenzione (maschile) statunitense.
La coerenza, questa sconosciuta.
Riccardo(Quota) (Replica)
Riccardo,
Ahahahah…fantastico…”frustrato, banale, complessato e ipocrita”…
Bè, più o meno sono gli insulti che subisco (subiamo) da una quindicina d’ anni a questa parte da tutto l’universo femminista…Diciamo che da questo punto di vista non fai altro che unirti al coro belante politicamente corretto…Te l’ho detto che hai le idee confuse…
Per il resto, si penso proprio che prima o poi mi trasferirò a vivere in qualche paese sudamericano, è un’idea che ho da parecchio tempo, può darsi anche che lo farò un giorno…
Si, fra i 17 e i 18 anni sono stato un militante di Lotta Continua e non me ne pento affatto, considerando che avevo quell’età, è stata tutto sommato per me un esperienza formativa e anche divertente…
Romano de Roma, sicuramente, e per questa ragione tifoso della Lazio (anche se qui qualcuno avrà qualcosa da ridire…), ma questo per me non è certo un insulto…con tutta la buona volontà vuoi mettere Roma con Bergamo, Treviso, Pontida, Cremona o Pizzighettone…e daje, su…
Il fatto invece che “io possa atteggiarmi a maschio alpha solo su questo blog”, bè, caro il mio Riccardo, questa è un’offesa innanzitutto per tutti gli altri amici di Uomini Beta e in generale per i frequentatori di questo blog. Spero che ti renda conto della gaffe che hai appena fatto…Hai dato a tutti degli sfigati, anche in questo caso riproponendo il mantra femminista di sempre (e meno male che sono io quello banale…)…
Per quanto riguarda invece il fatto di parlarsi a quattr’occhi, sono a tua disposizione, quando vuoi, come vuoi. Non devi fare altro che scrivermi in privato oppure su facebook. Io vivo a Roma, se capiti da queste parti sarò ben felice di incontrarti e di accettare qualsiasi genere di confronto. Abito davanti a un grande e bellissimo parco, quello della Caffarella, un pezzo dell’Appia Antica; lì possiamo discutere e confrontarci serenamente senza che nessuno ci disturbi. Conosco il parco metro per metro avendoci trascorso tutta la mia infanzia e la mia adolescenza e spesso proprio in quel parco usavamo dirimere le nostre “quistioni” di adolescenti cresciuti in un quartiere che non paragonerei proprio a Beverly Hills …
Relativamente a Rino Della Vecchia, la sua “leadership” filosofica e intellettuale del Momas non è mai stata mnimamente messa in dubbio dal sottoscritto. Anzi, faccio da sempre di tutto (e lui te lo potrà confermare, se lo vuole, laddove decidesse di perdere il suo tempo per rispondere ad uno sciagurato come te…) per cercare di farlo uscire dal suo “beato” (non so quanto…) isolamento e per convincerlo ad esporsi di più…In ogni caso questo è ciò che pensa Rino Della Vecchia a proposito del sottoscritto (con mia grandissima soddisfazione):
https://www.uominibeta.org/editoriali/la-pietra-dello-scandalo-ovvero-il-caso-marchi-e-lesistenza-di-dio/
Ora invece un’ultima considerazione. Mi auguro (per te) che questa sia l’ultima volta che ti ripresenti su questo sito. Perché se dopo tutto quello che mi(ci) hai detto, torni di nuovo, allora vuol dire che sei malato oppure che sei veramente innamorato del sottoscritto, e non segretamente, ma apertamente, e che non lo vuoi ammettere. La battuta è banale, me ne rendo conto, e te la ripropongo. Del resto, che potevi aspettarti? Però, devo dire che mi(ci) hai fatto divertire. In genere non pubblichiamo certe stronzate ma oggi, un pò perché ancora c’è un’atmosfera vacanziera, un po’ perché per ragioni tecniche non ho potuto andare al mare (a Roma, a differenza di Varese o di Vercelli c’è pure il mare a due passi, pensa che paraculi che erano i romani…) abbiamo voluto divertirci un po’.
P.S a proposito di Arpanet…ammazza quanto sò forti ‘sti americani, aò…lo diceva pure Nando Mericoni, l’americano de Roma…
P.S. 2 secondo me te dovresti arruolà nei marines…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Romano de Roma, sicuramente, e per questa ragione tifoso della Lazio (anche se qui qualcuno avrà qualcosa da ridire… ) Ognuno ha le sue croci Sul resto, non lo sapevo che, per discutere di questione maschile, bisognava cantare “faccetta nera” …
mauro recher(Quota) (Replica)
Gli interventi di Riccardo qui non possono provocare danni. Tuttavia seminare zizzania e fomentare attriti sono operazioni da fare, semmai, altrove. Qui si venga per costruire non per demolire.
Prego.
Rino DV(Quota) (Replica)
Cari amici,
voglio comunicarvi che il mio blog anticristo.org è stato “dismesso”.
La ragione è semplice: il blog, nato per proseguire una ricerca personale, quella stessa ricerca iniziata grazie ai grandi maestri della qm, ma che per ovvie ragioni, questo percorso di verità sul quale, almeno personalmente, non potevo continuare a glissare facendo “finta che tutto vabbè”, non poteva avvenire all’interno dei discorsi del momas.
Sentivo già da tempo di non avere più nulla da cercare in quella direzione e quindi, il blog ha raggiunto il suo fine, e la sua fine,
Mi spiace per i link che oramai sono “dead”, ma di manetere un dominio e sito (100 euro/annui) che ormai non avrei più contribuito a rifocillare, davvero non me la sentivo.
Il consiglio che mi sento di dare, quello della ricerca personale, è di fare lo stesso, molti attriti, sbotti, verrebbero meno se uno avesse la possibilità (solo questione di volontà) di esternare e ricercare ciò che sente sia vero (senza che questa verità la debba cercare nelle conferme altrui insomma…se si è buoni, la conferma le si trova da soli, e altrimenti….).
La fine del blog però (e ragione concomitante della sua chiusura) è collegata alla nascita di un altro, al suo posto infatti sorgerà (in realtà già snato) “Al di là del bene e del male”: https://aldiladelbenedelmale.wordpress.com/ (il dominio a breve)
Il “tarlo” sulla natura della morale, ha in me preso ormai il sopravvento da molto tempo, tanto da lasciare in second’ordine sia la qm (come argomento a sé, sul quale, credo di aver ormai letto e detto a sufficienza) sia la più recente indagine sulle responsabilità catto-cristiano-ecclesiatiche, sulle quali, anche lì, penso di aver indagato quanto basta.
La morale, e la sua natura, invece , è qualcosa che trovo stimolante, anche se,riconosco l’argomento essere decisamente arduo.
Solo una nota di simpatia sulla chiusura del vecchio blog: sarà contento Armando.
Animus(Quota) (Replica)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09/01/giulia-innocenzi-inondiamo-il-web-con-le-nostre-parole-civili-non-lasciamo-che-siano-violenti-monopolizzare-un-posto-nato-per-noi/1998742/
“…Giulia, perché ti stanno attaccando in maniera così “violenta”?
Sarebbe interessante capirlo. Innanzitutto io suscito odio in rete, questo è un dato acclarato, anche perché donna. La misoginia in rete è una cosa lampante e inquietante….
….C’è del maschilismo, nella reazione?
Abbiamo rotto il muro di omertà, denunciando molestie che abbiamo subito da uomini, pubblicamente e senza vergognarci, e questo ha scatenato gli istinti più animali dei maschi italiani. Dopo le violenze fisiche in Iran, quelle virtuali in Italia. Forse anche peggiori….”
“Abbiamo rotto il muro di omertà” (cit.)
In effetti, mai nessuno prima della Innocenzi aveva osato denunciare il problema delle molestie subite dalle donne.
romano(Quota) (Replica)
Animus,
Una curiosità davvero “materialista” ma non puoi tenere il blog wordpress a gratis ? Io faccio cosi da anni e nessuno mi ha chiesto nulla , non so se sia per avere più visibilità.. faccio questa domanda completamente ignorante in materia
mauro recher(Quota) (Replica)
Mauro, l’avevo fatto premium, che aveva il dominio incluso e altri benefits, che adesso non ricordo nemmeno quali sono.
Boh, io credo che se uno ci dedica del tempo vale la pena prendere anche un dominio, dei temi grafici più belli e le altre cose che offrono, del resto basta solo vedere quei cento euro divisi per le ore annue che uno ci dedica, e si vede che vengono fuori centesimi all’ora.
Animus(Quota) (Replica)
Animus,
“Il consiglio che mi sento di dare, quello della ricerca personale, è di fare lo stesso, molti attriti, sbotti, verrebbero meno se uno avesse la possibilità (solo questione di volontà) di esternare e ricercare ciò che sente sia vero (senza che questa verità la debba cercare nelle conferme altrui insomma…” (Animus)
Concordo, anche se ovviamente non è solo questa la spiegazione degli attriti, delle ingerenze, degli insulti, degli sbotti, come ad esempio quelli a cui ci ha abituati Riccardo (ma ovviamente non è certo il primo (o la prima) che è venuto/a qui a scaricare le sue bombette puzzolenti (come una volta le ha definite Marco Pensante), che non ha fatto altro fin dalla prima volta che si è presentato su questo sito.
Secondo me le ragioni di questi comportamenti isterici (da parte dei maschi, intendo, perché la reazione delle femmine può anche essere comprensibile) ha anche altre origini. Il femminismo e la QM (e in particolare l’approccio alla QM che abbiamo noi di UB) può essere disorientante e lacerante per molti, anche e forse soprattutto per quelli che già sono in una posizione critica nei confronti del femminismo ma sono ancora ancorati ad una concezione vetusta e veterotradizionalista della questione. Arriviamo noi e gli sbattiamo in faccia che il femminismo è un prodotto e un alleato del capitalismo e che i due sono ormai del tutto sovrapposti, che la QM è una questione di genere e di classe nello stesso tempo, e che mettere in discussione il femminismo non è possibile se contestualmente non si mette in discussione il sistema capitalista. Capisco che tutto ciò possa essere destabilizzante per chi fino ad ora ha individuato il femminismo solo e soltanto come un prodotto della Sinistra se non addirittura del Comunismo. L’impatto con noi può essere obiettivamente destabilizzante, perché di fatto noi gli diciamo che fino a questo momento non hanno capito nulla, hanno preso un abbaglio e devono fare una sorta di rivoluzione copernicana, di riorientamento gestaltico a 360° se vogliono effettivamente capire come stanno le cose. E’ ovvio che a quel punto molti vadano in tilt, tendano a chiudersi, a rifiutare il messaggio (questo vale anche e soprattutto per i maschi di “sinistra”, sia chiaro…), e molto spesso anche a reagire in modo violento. Una volta, tredici o quattordici anni fa, fui anche fisicamente aggredito da un tizio, un conoscente di un mio amico, in seguito ad una discussione su questi temi. Questo per dirvi quali corde andiamo a toccare con la QM (e a che punto scaviamo in profondità) e con la nostra peculiare interpretazione della QM…
E’ incredibile a dirsi ma, per come stanno le cose, il fatto che esista ormai da tempo questa nostra comunità (e che tutto sommato cresca, anche se col contagocce, e il nostro messaggio arrivi a sempre più persone), è un fatto che ha dello straordinario.
Ciò detto, c’è anche da dire, anche se può sembrare una cosa da niente, che per mettere in rete un proprio blog è comunque necessario un atto di volontà e di consapevolezza assieme, bisogna avere qualcosa da dire e per poterla dire bisogna averla in testa, averla elaborata, maturata. E poi va concimata, arricchita, successivamente elaborata, e naturalmente confrontata dialetticamente con gli altri, anche con coloro che la criticheranno o la metteranno radicalmente in discussione. Quindi si tratta comunque di un salto, in termini complessivi, che presuppone uno “scatto di reni”, diciamo così. Non è poi così facile come può sembrare, soprattutto se si tratta di fare un blog su questi temi…Bisogna essere psicologicamente e spiritualmente preparati, e anche fisicamente, perché comunque richiede una certa dose di energia e anche di audacia, perché poi per essere credibili bisogna metterci la faccia, con tutte le conseguenze che sappiamo…
Comunque, in bocca al lupo ad Animus per la sua prossima fatica. Non mancheremo di leggerlo, al di là delle rispettive concezioni filosofiche. .
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Animus,
Felice come una Pasqua, cristiana, naturalmente. Buon lavoro e auguri per il nuovo. Un’ultima nota sul cristianesimo religione del risentimento dei deboli contro i forti. Poiché deboli o forti non si nasce x sangue, il nato borghese o aristocratico ma debole, non prova secondo te lo stesso risentimento/invidia nei confronti del servo più forte di lui? E non proverà a non perdere i propri ingiusti privilegi? E non proverà a fondare una religione o una filosofia che lo conservi nel proprio ingiusto privilegio? Religione o filosofia che non potranno essere cristiane per definizione?
Armando(Quota) (Replica)
Animus,
Queste scelte indicano che ci stiamo evolvendo.
Tutti, e dobbiamo continuare così.
Rino DV(Quota) (Replica)
Armando,
Dove vuoi andare a parare, Armando?
Posso anche essere d’accordo con te sulle premesse, non ho alcun problema ad accettarle, ma poi, di solito, sono le conclusioni che trai che non mi convincono affatto.
Animus(Quota) (Replica)
Come si evince anche solo leggendo l’articolo, sono in massima parte uomini a subire questo tipo di trattamento (punizioni in pubblico per aver violato le stringenti norme riguardanti la Sharia).
Ma la notizia è diventata tale, perchè parla della violenza sulle donne (in questo caso nei paesi con islam radicale).
Se si fosse trattato di 14+3 uomini, sarebbe stata una non notizia. E non ne avremmo saputo niente.
.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Animus,
semplice dove voglio andare a parare. L’idea del forte e del debole invidioso come dialettica sociale potrebbe avere una qualche validità descrittiva (che poi sia giusto è altro problema) ove al potere ci fossero sempre i forti, o meglio se si partisse dal presupposto che chi è al potere è forte x definizione. Ma questo sarebbe vero se e solo se gli individui al potere fossero esenti dai difetti di tutti noi, ossia se fossero disponibili 1)a perderlo di fronte a un soggetto più forte, 2)a riconoscere questa sua forza superiore e 3) perciò, a non predisporre un sistema che gli assicuri vantaggi ingiusti nel tempo, ovvero per difendere se stesso, e la propria discendenza, dall’assalto del più forte che lo vorrà defenestrare.
Come è sempre avvenuto e sempre avviene tutt’oggi. Ergo, se il cristianesimo è la religione del debole invidioso, le altre sono quelle predisposte dai falsi forti che intendono preservare i propri privilegi.
Come vedi non se ne esce. Dirò di più. fatto salvo il fatto che i concetti di “forte” e “debole” sono tutt’altro che scontati nel loro significato, da un certo punto di vista e solo in via teorica, il capitalismo ha cercato di applicare questa teoria. Ovviamente non sono affatto d’accordo col concetto di forza e merito della filosofia alla quale il capitale fa riferimento, ma si deve ammettere che in quell’ambito il sistema teoricamente propugnato prevederebbe, tramite il mercato e la concorrenza perfetti, che gli individui più bravi godessero vantaggi in termini economici e di potere, pronti però ad essere messi da parte da altri in un sistema di mobilità sociale perfetta. Ma così non è perchè si scontra con la natura umana, e allora tutto il castello crolla.
armando(Quota) (Replica)
http://www.iene.mediaset.it/puntate/2015/10/04/nobile-molestie-sessuali-in-iran_9563.shtml
romano(Quota) (Replica)