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Caro Fabrizio e cari amici tutti,
Credo sia interessante condividere con voi queste riflessioni apparse qualche giorno fa sul sito di Arianna, riguardo a dei temi strettamente legati al nostro interesse. So benissimo che gli ‘eventi estremi’ (come il caso di Avetrana qui discusso) non sono rappresentativi della società in generale, ma una battuta molto in voga tra chi come me si occupa di analisi di dati e modelli matematici nelle scienze è che ‘la statistica è come un bikini, fa vedere molte cose ma nasconde l’essenziale’, dovremmo allora andare a cercare l’essenziale nelle mostruosità? Nelle code delle distribuzioni?
Un pochino forse sì, se riusciamo a mantenere il sufficiente distacco e a cogliere deformati ma presenti, quei temi di basso continuo che ricorrono anche nelle nostre vite ma troppo flebili a volte, per essere chiaramente compresi.
Qui vediamo un pover’uomo, debole, confuso, subornato da due donne inflessibili e lucide nella loro determinazione a far male, una specie di urlo che contraddice la squallida vulgata della storia femminista di donne ‘comunque buone’ (per definizione) oppresse da maschi comunque (almeno potenzialmente) cattivi.
Quanto male ha fatto il manicheismo nella storia, quanto male ha fatto il non riconoscere che nessuno è totalmente buono (o totalmente cattivo) e che la lotta fra il male e il bene è qui, oggi, sempre nei nostri cuori. Ma se il manicheismo delle razze, delle classi sociali, aveva ancora un’apparenza umana, se non altro era qualcosa che si muoveva su un piano storico, almeno teoricamente modificabile, qui innerva la stessa natura biologica delle persone è costitutivo e immutabile. Su questo manicheismo si può costruire un totalitarismo orribile, il totalitarismo finale che annichila insieme gli uomini e le donne, togliendo loro la dignità basilare del lor essere…alla lunga si vorrà negare la stessa esistenza e ricchezza della differenza fra i sessi e uniformare il mondo ad una massa silente e puramente meccanica. Ma la realtà per fortuna ha una sua coriacea resistenza al male, ai progetti uniformanti e, nel loro orrore, anche gli episodi raccapriccianti come questo possono aiutarci ad uscire dall’incubo, a tutti noi, uomini e donne e ad abbracciare fiduciosi la nostra bellissima ed imperfetta realtà.
Nel matriarcato criminale di Avetrana la piena smentita del vittimismo femminista
72 Commenti
Mi sembra un’analisi decisamente condivisibile.
Se ci fossero ancora in circolazione degli “esperti” di una certa fama, (sociologi, psicologi, opinionisti e in generale studiosi della società e dei costumi) non a stipendio (direttamente o peggio ancora, indirettamente…), comunque noti al grande pubblico, potrebbero prendere come spunto questa vicenda di cronaca, altamente simbolica, per rimettere mano alla questione della relazione fra i generi affrontadola in modo un pò più equlibrato e un pò meno manicheo e ideologizzato come avviene da decenni a questa parte.
E invece nulla. Silenzio assordante. Ricordate il polverone che era stato sollevato subito dopo l’arresto del “mostro”, Michele Misseri? Ricordate le varie Terragni, Zanardo, e compagnia cantando come tuonavano? “L’ennesimo brutale e terrificante atto di violenza sessista partorito in un contesto dominato dall’oppressione maschilista di sempre”. Su per giù questo era il filo conduttore, il mantra recitato da tutte le opinionisti e da tutte le giornaliste (e dai loro colleghi uomini).
Non chiediamo un’autocritica: non arriviamo a tanto. Però un ripensamento, l’apertura di una riflessione, da parte di qualcuno/a, sarebbe auspicabile e soprattutto anche dignitoso…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
In merito aggiungo che molte “femmine della specie umana” (come sono solito scrivere su la27ora), trovano alquanto divertente (sì, divertente…) il fatto che Michele Misseri sia un povero disgraziato, sottomesso alle arpie di casa.
Scrivo questo (e senza alcuna meraviglia, intendiamoci…), perché in questi ultimi giorni mi è capitato spesso di ascoltare dei commenti femminili, che definire deficienti e immorali è un eufemismo.
_______________
P.S. Non a caso, anni fa, su U3000, aprii una provocatoria discussione intitolata:
“Le femmine di oggi sono moralmente inferiori agli uomini?”.
…
Sandro2(Quota) (Replica)
Quello di Avetrana è un fatto eclatante, significativo, simbolico. E’ raro che il potere ginecocratico (là nella forma del matriarcato mediterraneo) si manifesti in combinazioni di fatti tanto singolari ed esploda così da venir finalmente di dominio pubblico.
Ma va letto come la punta dell’iceberg. Quanto è diffusa la condizione del “maschio esecutore”? Quanti sono gli esecutori? In quali ambiti eseguono? E quanta parte ha in ciascun uomo l’ubbidienza inconscia ai dettami delle donne di casa? Etc. etc.
Avetrana, Cogne, Novi L. sono isolate eruzioni vulcaniche. Ma quanto vasto e profondo è il magma sotterraneo? come lavorano le sue correnti che spostano continenti ma sono invisibili (prima di tutto a chi le subisce)?
Ecco una pagina del racconto maschile che si trova solo abbozzata nella narrativa e svogliatamente considerata dalla psicologia.
Entrerà in quel grande Autoracconto, ma bisognerà dedicarvi un capitolone, altro che un paginetta…
Rino DV
Rino(Quota) (Replica)
credo che ,di tutta questa vicenda ,bisogna imparare una cosa fondamentale ,che la violenza di genere non esiste ,esistono persone “cattive” e non ….
la Terragni e la Zanardo ,questo non l’hanno capito ,buttandosi a capofitto sulla vicenda ,trattandosi ovviamente di una questione maschile da risolvere(sembrava quasi ,anche con una certa soddisfazione , che non se ne vedesse l’ora di mettere alla croce l’uomo di turno ) ,cerchiamo di essere più intelligenti di loro .non cadiamo in inutili vittimismi (li il femminismo è campione) e ,come dice giustamente l’articolo alla fine, non sono certo il diavolo ,ma nemmeno la figura angelica che ci vogliono far credere …..per me questo è fondamentale
mauro recher(Quota) (Replica)
@ mauro recher
.non cadiamo in inutili vittimismi (li il femminismo è campione)
@
Scusa Mauro, ma di quali vittimismi parli?
A me sembra che in questo blog venga soltanto evidenziato quello che altrove viene occultato.
>
@ mauro recher
la Terragni e la Zanardo ,questo non l’hanno capito ,
@
Secondo me non è che non l’hanno capito, è che le donne pensano realmente questo degli uomini, ossia che siamo tutti un monolitico branco di violenti idioti.
Basta ascoltare o leggere tutto quello che ci vomitano contro ogni giorno (il discorso vale anche per mia madre e mia sorella).
Personalmente non mi aspetto più assolutamente niente da loro.
Simone(Quota) (Replica)
mauro recher
credo che ,di tutta questa vicenda ,bisogna imparare una cosa fondamentale ,che la violenza di genere non esiste ,esistono persone “cattive” e non ….
———————————————————
Certo, mia madre non ha mai ucciso nessuno (continua a cucinare), come altre donne che conosco.
Ma ci sono dei caratteri comportamentali simili tra le donne come tra gli uomini.
Un esempio (se quelli di Fabrizio sono semplici, i miei fiorse sono un po truci) c’è un film anni 70, intitolato: Ma come si può uccidere un bambino? Dove i bambini in un isola uccidono i grandi tranquillamante giocando, (scusate se rivelo la trama) solo quando un adulto apre il fuoco su di loro, capiscono che non possono più fare il loro comodo e si spaventano.
Nella realtà i bambini vengono educati e anche le bambine, le quali, però, crescendo cominciano a capire che possono chiedere sempre di più agli uomini, che possono approfittarsene: questo è un carattere abbastanza comune tra le donne.
Leonardo(Quota) (Replica)
Sul vittimismo.
Il vittimismo femminile è stigmatizzato – a parole – da molte DD e da molte femministe doc, come atteggiamento patetico e infantile che svilisce il genere F. Nondimeno viene praticato senza fine per assoluta necessità, giacché è la colonna portante dell’ideologia femdominista e argomento irrinunciabile della manipolazione di massa. La sua forza risiede nel fatto che quando una F chiede aiuto, il maschio si allarma e si lancia in suo soccorso istintivamente.
Non vale il contrario. Per quanto un uomo gridi aiuto non lo otterrà dalle DD, le quali – al limite – “girano” la richiesta ad altri uomini, il che è ineccepibile.
Dunque anche se pure il nostro fosse vittimismo, non avrebbe la stessa potenzialità manipolatoria di quello femminile. Di fatto non ce l’ha. Resta la questione dello “stile” secondo cui non è elegante che i maschi piangano, in nessuna forma. Su questo ha già risposto Fabrizio a Daouda su altro 3d.
Mi accorgo però che sto ripetendo ancora una volta cose dette già molte altre volte e specificate meglio nel mio libro QMDT.
Colgo così l’occasione per segnalare che il libro è non solo disponibile in download integrale qui
http://metromaschile.it/altrosenso/qs-meta-della-terra/
ma da poche settimante anche leggibile on line suddiviso nella sua struttura in capitoli e paragrafi su questo blog:
.
http://questametadellaterra.blogspot.com/
.
.
E’ frutto di un lavoro compiuto su personale iniziativa di Gal. Gio. di cui io stesso sono venuto a conoscenza quando era già in stadio avanzato. Dice che lo scopo è quello di farlo “catturare” integralmente da Google. Così cmq è visibile direttamente e immediatamente a tutti.
Ne approfitto per ringraziarlo publicamente per averlo così valorizzato.
.
Egli è però autore e/o coautore (con un team di cui ignoro la composizione) anche di altre attività nel web. Tra cui la
bellissima controindagine sulla violenza antimale, strutturata a specchio su quelle femministoidi.
http://indagine-violenzadomesticasulluomo.blogspot.com/
e inoltre di
http://progettoetico.blogspot.com
http://comunicazionecondiviso.blogspot.com
http://violenza-donne.blogspot.com
Rino DV
Rino(Quota) (Replica)
@simone
ho scritto di “non cadere ” in vittimismi e non che questo blog faccia uso di questi mezzi, alquanto inutili …..diciamo che la mia era una precauzione ..
@leonardo
vero ,anche mia madre non ha ucciso nessuno, tanto meno mio padre e mio fratello (ovviamente anche il sottoscritto) ,per questo parlare di violenza di genere è sbagliato …..
mauro recher(Quota) (Replica)
Comunque sono d’accordo con l’articolo, ce ne vorrebbero di più.
Leonardo(Quota) (Replica)
A proposito di maschi esecutori e quindi di quella particolare diffusissima forma di violenza femminile che è quella agita indirettamente dalle donne tramite i maschi, la soldatessa Laura Titta faceva pestare e terrorizzare suoi spasimanti “irrispettosi” dai boss della Camorra.
E del resto non c’è maschio che non abbia fatto esperienza nella sua vita della pressione femminile su di lui perchè “attaccasse” un altro maschio per carriera, soldi, giustizia, gelosia ed altro. Solo dopo ci si accorge che si era stati indotti all’ “attacco” da motivazioni esclusivamente femminili. http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2011/15-giugno-2011/soldatessa-giallo-melania–190870424024.shtml.
C’è da pensare seriamente che i maschi abbiano versato il loro sangue nelle guerre come “avatar incarnati”, o “EBE”, entità biologiche eterodirette, e sacrificati a morte per perseguire gli interessi di sopravvivenza del genere femminile.
C’è da pensarci bene su questa tesi, non per buttarsi addosso la guerra tra maschi e femmine, ma perchè le dinamiche delle motivazioni femminili a spingere i maschi alla guerra e le modalità con cui i maschi recepiscono la pressione femminile alla guerra, sono evidenti e da sempre e vale la pena farne oggetto di analisi critica onde divenirne consapevoli sia maschi sia femmine: può essere la chiave di volta di una autentica cultura della pace che liberi maschi e femmine da questa prassi assolutamente evitabile e ormai impraticabile che è la guerra.
cesare(Quota) (Replica)
“C’è da pensare seriamente che i maschi abbiano versato il loro sangue nelle guerre come “avatar incarnati”, o “EBE”, entità biologiche eterodirette, e sacrificati a morte per perseguire gli interessi di sopravvivenza del genere femminile.
C’è da pensarci bene su questa tesi, non per buttarsi addosso la guerra tra maschi e femmine, ma perchè le dinamiche delle motivazioni femminili a spingere i maschi alla guerra e le modalità con cui i maschi recepiscono la pressione femminile alla guerra, sono evidenti e da sempre e vale la pena farne oggetto di analisi critica onde divenirne consapevoli sia maschi sia femmine: può essere la chiave di volta di una autentica cultura della pace che liberi maschi e femmine da questa prassi assolutamente evitabile e ormai impraticabile che è la guerra”. (Cesare)
Concordo completamente. Naturalmente ciò non significa di certo negare che le guerre nella Storia abbiano avuto anche e soprattutto motivazioni di ordine economico, sociale, territoriale,politico o religioso; al contrario.
Ma non c’è altrettanto dubbio che l’elemento di genere abbia giocato la sua parte, essendo da sempre innervato, e non certo separato, in tutte le altre dinamiche di cui sopra .
L’interpretazione femminista in base alla quale la violenza e la guerra appartengono solo ed esclusivamente al “maschile”, è poco più o poco meno che una favola per bambini…Il “femminile” ha giocato e gioca la sua parte in commedia, direttamente o indirettamente, né più e né meno del “maschile”, sia pur esprimendosi con differenti modalità.
Fabrizio.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Non è un caso che la figura più esecrata dalla comunità sia di maschi ma sia anche di donne, e oggetto di un ostracismo totale da parte femminile è sempre stata quella del maschio che si rifiutava di andare in guerra.
In ogni tempo e in ogni luogo (si potrebbe parlare di un dato strutturalistico), chi si rifiutava di andare in guerra era condannato a morte dalla sua comunità e subiva la damnatio memoriae per generazioni e i suoi discendenti costretti alla condizioni di paria vergognosi. Diventava un non-maschio e una non-persona: il traditore, il vigliacco, lo spregevole, il morto che cammina.
Quale donna mai si è saputo che abbia scelto di concedersi ad un maschio che si è rifiutato di andare a morire in guerra? quale donna nei millenni ha intonato mai una canzone per lui? quale mai ha scritto due parole? o avuto un pensiero di solidarietà?
E non c’è paese, piccolo che sia, che non abbia il suo terribile e glorioso cippo con i nomi di maschi, e solo di maschi sia ben chiaro. Maschi di ogni età morti perchè la comunità, ha chiesto loro di andare in guerra.
C’è qualcosa di supremamente vile, feroce, falso e stolido in questo tirarsi indietro sprezzante e malgiudicante di fronte al sangue versato da milioni di maschi caduti e feriti e rovinati psichicamente in guerra, da parte di questi “dunin de guera” femmidoministi, che sanno aggredire e denigrare coloro cui devono tutto, anche la libertà di pensare vergognose e irresponsabili sciocchezze.
cesare(Quota) (Replica)
Torno qui dopo un bel po’ di tempo, ma sempre un vostro attento e fedele lettore. Quando scoppio’ il caso Avetrana e Michele fu l’ unico indagato dell’ omicidio, molte amiche cominciarono a invocare la pena di morte, dettero a lui l’ etichetta di mostro, che e’ un pedofilo e un assassino. Su Facebook poi ragazzi non vi dico quanti gruppi e link femministi ripugnanti si sono sollevati contro di lui. Adesso che i ruoli si sono invertiti e addirittura abbiamo non una donna, ma bensi due donne in cella, non sento tutto questo clamore, tutta questa caccia al massacro, nessuna donna che parla di pena capitale e tante altre affermazioni forti che ho sentito per Michele. Anzi, addirittura Sabrina l’ hanno difesa fino all’ ultimo e ancora si sospetta che Michele sia l’ unico autore dell’ omicidio. Alla fine si e’ scoperto che Michele ha voluto proteggere fino all’ ultimo le due donne di famiglia, nonostante tutto le donne lo trattassero come un manichino. Perche’ nessuno parla della “bontà” di certi uomini ? Perche’ si utilizzano sempre toni esasperati per un uomo e si cerca sempre di stemperare certi crimini commessi dalle donne ?
Mizio(Quota) (Replica)
volevo postarlo da un altra parte ,ma credo che ,per rispondere a Mizio ,vada bene pure qui ,vedere questo link
http://vitadastreghe.blogspot.com/2011/06/violenza-sulle-donne-ora-basta.html
come ogni estate ,puntuali come un orologio svizzero arrivano gli stessi argomenti ,le stesse modalità
uomo=cattivo e donna=vittima
loro ti rispondono che non intendono di certo tutti gli uomini ,anzi i loro compagni sono fantastici (piccola considerazione ,ma li trovano solo loro ??ma che fortuna hanno …),ma ,per ogni evenienza ,sempre meglio girare armate (scritto cosi nel commento sotto) e se arriva un uomo giu di mazza o di coltello
mauro recher(Quota) (Replica)
Mizio:
>>
Perche’ si utilizzano sempre toni esasperati per un uomo e si cerca sempre di stemperare certi crimini commessi dalle donne ?
>>
C’è una sola spiegazione: il cuore malato che deforma la vista.
Il maschio adulto è il negro-giudeo del XXI secolo.
Ecco perché.
Non è come ho creduto io – tontolone – per decenni, che sia il Logos ad indicare la strada: la legge, la regola, la coerenza, l’imparzialità. La via della salvezza.
E’ il cuore che indica la via: la via della perdizione.
Obtoro collo, bisogna riconoscere che sì, anche il vecchio, negletto, superato Arturo Shop. nel suo “Mondo” scrisse qualcosa di sensato.
Certo, il Logos indica la via della Salvezza.
…perciò ci si gira dall’altra parte.
Rn
Rino(Quota) (Replica)
Per rispondervi basta tornare indietro nel tempo, all’ omicidio di Cogne. Quando la Franzoni fu accusata di omicidio, la prima cosa che fecero era indagare sul suo passato, capire se quella donna avesse subìto dei traumi, se avesse avuto frequentazioni sbagliate, se avesse avuto un’ infanzia infelice o quant’ altro avesse limato la sua integrita’ mentale. Insomma: quando l’ omicida e’ donna si tende sempre a giustificare i propri comportamenti per attribuire ad altri certe responsabilita’. Chi ricorda il tassista milanese massacrato al centro storico ? All’ aggressione vi hanno partecipato ben 2 donne. Ebbene: i media hanno trattato solamente 5 minuti nei vari tg a quel fatto di cronaca nera, nessun dibattito pubblico, nessun talk-show (solitamente occupate da femministe acclamate come la Collovati). Ma d’ altronde signori, ai tg conviene dare notizie che fanno piu’ scoop, che fanno piu’ audience. L’ omicidio donna-uomo o donna-donna non fa notizia perche’ non c’e’ nessuna caccia al mostro da fare anzi, deve essere giustificata in tutti i modi e con tutti i mezzi possibili. Il massacro mediatico e popolare inflitto a Michele e Alessi (omicida del piccolo Tommy) non e’ minimamente paragonabile a quella inflitta alla Franzoni e a Sabrina.
Mizio(Quota) (Replica)
Credo che la nostra epoca sia la peggiore che
sia mai esistita. Credo dipenda proprio dallo sviluppo tecnologico. Più tecnologia significa più
potere per i potenti e più debolezza per gli inermi.
Oggi i potenti sono super-potenti. Gli uomini impotenti e la natura sono devastati, praticamente senza difesa, da queste oligarchie super-potenti.
In tutte le dominazioni passate erano almeno rintracciabili alcuni valori etici e morali. Oggi non più. E nel mondo occidentale odierno, il cui sistema si è imposto a tutto il pianeta, chi ne fa più
le spese sono i maschi. Mi ha colpito il fatto che
l’ odierna crisi del berlusconismo sia cominciata con la protesta delle donne del 14 Febbraio. E’ la
riprova che sono loro a decidere il corso politico.
Berlusconi è stato forte finchè ha avuto il consenso
delle donne; perso quello ha cominciato a declinare.
Non so cosa succederà da qui in avanti, ma mi auguro sempre che le donne diventino meno corporative. Altrimenti non cambierà nulla.
Fedorov(Quota) (Replica)
Francamente trovo un po’ forzato sostenere che quella odierna sia la peggiore epoca mai esistita.
Basti dire che noi facciamo parte di generazioni che non hanno mai conosciuto le guerre, la fame, la sete e privazioni di vario genere. Il che non è poco. Solo che non essendo vissuti nel passato, e quindi non avendo come termine di paragone quelle epoche buie, si tende a pensare che quella odierna sia un’epoca peggiore di altre, solo perché il femminismo e le donne, in questa parte di mondo, fanno il bello e il brutto tempo a causa (soprattutto) della coglionaggine maschile. Liberi di pensarlo, capiamoci, però io non sono affatto d’accordo.
Secondo me non è mai esistita un’epoca dell’oro e personalmente non vorrei mai vivere nel passato, fra guerre, carestie, malattie e possibilità di essere torturati e ammazzati per un nonnulla, ancor più di quanto accade oggi in certe zone del pianeta (es: il Messico).
sergio(Quota) (Replica)
sergio
solo perché il femminismo e le donne, in questa parte di mondo, fanno il bello e il brutto tempo a causa (soprattutto) della coglionaggine maschile.
————————————————————————
La coglionaggine maschile è eterna, non basta pensare che tenere una donna in casa a fare figli e pulizie domestiche (oggi alleggerite dalla tecnologia) significhi che gli uomini erano più consapevoli, lo si faceva e basta; ma erano forse più schiavi di oggi di luoghi comuni e del machismo e le donne insopportabili tanto da urlare alla vista di un’ insetto, e chiaramente la gente del popolo, i beta, gli operai erano quelli che stavano peggio e dovevano seguire le regole, non per esempio Pablo Picasso diventato ricco pittore che si è potuto permettere, sembra, 7 mogli, cosi come i divi di Holliwood, ecc…
Leonardo(Quota) (Replica)
@ Leonardo –
La coglionaggine maschile è eterna, non basta pensare che tenere una donna in casa a fare figli e pulizie domestiche (oggi alleggerite dalla tecnologia) significhi che gli uomini erano più consapevoli,
@@@@@
Non c’ero, perciò non so se gli uomini di un tempo fossero realmente più consapevoli di quelli di oggi; di sicuro, però, si facevano rispettare molto di più dalle donne. Per esempio, i miei nonni (deceduti da anni) erano uomini ai quali bastava uno sguardo e poche, ben precise parole per mettere l’ordine in casa, sia con le mogli che con i figli.
E come loro ce n’erano a bizzeffe.
Perciò eviterei di parlare di “coglionaggine maschile eterna”, perché la realtà che abbiamo conosciuto noi è molto diversa da quella che conobbero le generazioni che ci hanno preceduto.
Non si può decontestualizzare a piacere, in base agli stati d’animo.
Marco(Quota) (Replica)
Quando dico che oggi è peggio, non mi riferisco
solo al rapporto tra i sessi, ma alla società in
generale. Un tempo non c’era così tanta precarietà
e incertezza del futuro come oggi.
Fedorov(Quota) (Replica)
Un tempo non c’era così tanta precarietà
e incertezza del futuro come oggi.
>>>>>
Stai scherzando? Ma tu lo sai che ai tempi dei romani (è un esempio fra i tanti) la vita media era di 25 anni per gli uomini e di 24 per le donne?
Ripeto: chi parla e scrive in un certo modo, è perché non ha la minima consapevolezza di come si viveva in passato, quando si moriva per un raffreddore, non esisteva l’anestesia né tutta una serie di farmaci che oggi permettono di vivere anche a chi all’epoca sarebbe morto, non c’era da mangiare tutti i giorni né ci si lavava con regolarità. Pidocchi, zecche e quant’altro infestavano le case e le teste delle persone, eccetera eccetera.
(Praticamente quello che accade ancora oggi in certe zone del pianeta, come l’Africa).
sergio(Quota) (Replica)
Non bisogna fare troppo affidamento nei racconti che si fanno dei tempi passati; se prendiamo ad esempio uomini celebri del 1500 come Michelangelo, Leonardo e Tiziano hanno vissuto più di 80 anni. Non per essere autoreferenziale ma quando ero bambino (anni 70) gli uomini erano dei gran fessi ed era più che altro una messa in scena la loro severità (parlo della media) oltre ad una prigione, così come oggi è una messa in scena lo stupro continuo delle donne.
http://www.youtube.com/watch?v=TYYV6_gFkxQ&feature=related
Leonardo(Quota) (Replica)
Appunto, l’ Africa, ma non solo. La maggior parte
dell’ umanità vive peggio oggi di come viveva 10000
anni fa…..Prima di essere conquistati dagli europei gli africani, gli amerindi e gli aborigeni vivevano meglio. L’ allungamento della vita media riguarda
solo una minoranza dell’ umanità. Nel Terzo Mondo si muore di malattie curabili e di fame, ed anche di
malattie nuove, create dall’ uomo, che prima non
c’ erano. Aggiungo che anche qui le condizioni sono
peggiorate rispetto a 30 anni fa, ed inoltre non bisogna dimenticare che non conta quanto si campa, ma come si campa.
Fedorov(Quota) (Replica)
Leonardo, non so se te ne sei accorto, ma io (anzi, gli esperti in materia…) ho parlato di vita MEDIA, non di eccezioni o di minoranze, perché basandosi su quelle anch’io potrei dirti che Ramses II visse oltre 90 anni, ma stai pur sicuro che la vita MEDIA degli Egizi era MOLTO più bassa.
Noto, inoltre, che tu – al pari di altri – tendi sempre a basarti sulla realtà nazionale o, al massimo, occidentale, come se il mondo iniziasse e finisse qui.
Vabbè, che devo dirti? Pensala pure come vuoi, che io seguiterò a fare altrettanto.
Fedorv, perdonami di nuovo se faccio una battuta ironica: ma tu provieni dal passato…?
Seriamente: come fai a sostenere con tale certezza che oggi si campa peggio di ieri?
Guarda che la vita dell’uomo è SEMPRE stata uno schifo. Torno a chiederti: tu quante guerre hai fatto o hai conosciuto? Hai mai sofferto la fame e la sete?
sergio(Quota) (Replica)
In passato, anche se si stava male, c’era la
speranza di migliorare. Oggi non abbiamo più
progetti per il futuro.
Ma quando io parlo del passato, mi riferisco in
realtà ai tempi preistorici. In natura esiste
l’ omeostasi, un’ equilibrio che l’ uomo non ha.
Stiamo distruggendo il pianeta. L’ Homo Sapiens ha
soltanto poche centinaia di migliaia di anni e sta già per estinguersi. Nessun’ altra specie è durata
così poco come noi.
Fedorov(Quota) (Replica)
Meglio, Peggio..è un pò vago, poi non è che più si campa meglio è e la media mi parla di demografia e non di felicità. Il punto è che tante persone si sentono infelici e hanno un vago sentore (anche se non sanno dire bene perchè) che questa sia una malattia recente… il punto a mio parere è che abbiamo finalmente capito che la felicità dell’uomo non è nei beni materiali o meglio che questi sono una cosa meravigliosa se coprono le nostre necessità primarie (mangiare, bere, coprirsi, guarire dalle infezioni) ma tutt’la più sono una condizione necessaria ma non sufficiente. Per essere felice l’uono deve avere un progetto che sia più grande di lui ed un interlocutore che lo trascenda, insomma l’uomo ha smania di infinito e di impossibile.
Tornando terra terra ai nostri temi ‘carnali’ (e perciò stesso saturi di infinito) se vivessi nel mondo ideale della modernità (che so il mondo nuovo di Huxley) dove basta che incrocio con lo sguardo una tizia e quella me la dà ma la dà anche ad un altro ad un altro e ad un altro, io dopo un pò mi stuferei altamente di una cosa che alla fine diventa semplice ginnastica.
Se invece la conquista è faticosa, sudata, perigliosa coinvolgente l’anima, contrastata, è capace che nello sforzo io scriva una poesia meravigliosa, dipinga un affresco, butti giù le equazioni del campo elettromagnetico, sia cioè partecipe della bellezza.
Le società permissiviste aperte generano idiocrazia e completo asservimento, quelle chiuse bellezza e innovazione. I cavalieri hanno dei doveri, gli schiavi diritti..basarci sui diritti ci ha portato alla schiavitù ed alla infelicità, ora per risollevarci dobbiamo comprendere che possiamo aspirare ad avere dei doveri: di lealtà verso amici e mogli, di rispetto dei figli verso i padri e dei padri verso i figli, di reputarci talmente preziosi da non farci comprare…..
Questa acquisizione di doveri ci aumentrebbe di molto l’autostima e la felicità.
Sandro G.(Quota) (Replica)
Sandro G
Il punto è che tante persone si sentono infelici e hanno un vago sentore (anche se non sanno dire bene perchè) che questa sia una malattia recente
>>
Scusa, ma come possono le persone che vivono in questa epoca avere il “sentore” di una malattia recente, se non hanno un termine di paragone col passato? Ti rendi conto del fatto che tu, in altri tempi, saresti già in piedi da un pezzo per zappare (a mano!) in mezzo a un campo, per guardare le vacche e i maiali nella stalla, oppure saresti a combattere in qualche guerra, eccetera eccetera?
>>
Sandro G
Per essere felice l’uono deve avere un progetto che sia più grande di lui ed un interlocutore che lo trascenda, insomma l’uomo ha smania di infinito e di impossibile.
>>
Felice? Ma felice chi? Perdonami, ma ti rendi conto del fatto che il tuo discorso non vale né mai varrà per la massa maschile, che deve semplicemente sopravvivere? Ma quale progetto credi avessero i milioni e milioni di uomini che ci hanno preceduto?
>>
Sandro G
I cavalieri hanno dei doveri, gli schiavi diritti..basarci sui diritti ci ha portato alla schiavitù ed alla infelicità, ora per risollevarci dobbiamo comprendere che possiamo aspirare ad avere dei doveri: di lealtà verso amici e mogli, di rispetto dei figli verso i padri e dei padri verso i figli, di reputarci talmente preziosi da non farci comprare…..
Questa acquisizione di doveri ci aumentrebbe di molto l’autostima e la felicità.
>>
Ascolta, la storia dell’uomo altro non è che una storia di “cavalleria” e doveri, ossia di vera e propria schiavitù. Se veramente il maschio, per essere felice, ha bisogno di questo, allora vuol dire che nascere femmina è centomila volte meglio.
sergio(Quota) (Replica)
Negli ultimi 30 anni le cose sono peggiorate
proprio perchè si è impostato tutto sui doveri
e si sono compressi i diritti. Sergio ha una mentalità feudale. I doveri privilegiano da sempre
chi è al potere; i potenti di fatto hanno solo diritti
e niente doveri, e sono sempre loro, che non ne fanno mai, a propagandare l’ ideologia del dovere
e del sacrificio. I poveri invece di fatto hanno solo doveri e nessun diritto. Io credo al principio
deweyano secondo il quale i fini sono in relazione con i mezzi. Se per raggiungere un determinato fine
io uso mezzi cattivi, che provocano sofferenza a me
stesso o agli altri, anche il risultato sarà cattivo.
Quante realizzazioni ci sarebbero state se gli uomini fossero stati liberi e felici!ù
Un’ esempio negativo: l’ industrializzazione accelerata in Unione Sovietica negli anni Trenta.
Gli operai sacrificarono la loro vita perchè pensavano di costruire il socialismo. 60 anni dopo
tutti i loro sacrifici andarono in fumo.
E per quanto riguarda le equazioni del campo elettromagnetico, esse derivarono dalle ricerche di
un’ uomo che non era riuscito ad andare a scuola,
di umili origini e dislessico, Faraday. Egli fu assunto come apprendista da un rilegatore di libri
e acquisì una cultura scientifica perchè leggeva i libri che rilegava. A lui piaceva moltissimo leggerli.
Le creazioni nascono dal piacere, non dal dolore.
Saturno(Quota) (Replica)
Negli ultimi 30 anni le cose sono peggiorate
proprio perchè si è impostato tutto sui doveri
>>>>
E basta, che non se ne può più!
Ma di quali paesi parli? Di quelli occidentali, come al solito? Guarda che il mondo non inizia e non finisce in occidente…
Eppoi, fammi capire, ma tu sei sempre Sandro G? Oppure Fedorov? Non ci sto più a capir nulla…
In ogni caso, consiglio a te e a tutti quelli che la pensano come te, di trasferirsi per almeno un anno in Africa, in Sud America o in Cina (800 milioni di poveri, che campano con una manciata di riso…), così potrai sperimentare le “gioie” della povertà…
sergio(Quota) (Replica)
Sergio, cerca però di calmarti, perché avverto nel tuo modo di esprimerti una punta di aggressività e anche di polemica che non serve a nessuno.
Mi pare che sulla questione in oggetto (peraltro non strettamente attinente alla QM) vi siate espressi chiaramente. Tu hai le tue opinioni e altri hanno le loro. Le vostre idee non coincidono. Punto. E’ inutile insistere più di tanto.
Siamo qui per costruire, non per alimentare polemiche o diatribe.
E’ incredibile la verve che sappiamo mettere nelle polemiche. Neanche fossimo un armata. Siamo circondati da ogni lato, eppure non perdiamo occasione per perderci in frizioni e inutili micro conflitti da pollaio.
Fabrizio
P.S. molto interessante il dibattito in corso (micro diatribe a parte), in particolare alcuni post, penso in particolar modo a quelli di Cesare, Saturno e del mio amico Sandro G (anche se il suo lo condivido solo in parte, come potete ben immaginare…). Appena avrò tempo li commenterò.
P.S. 2 per Sergio: Sandro G. è colui che ha firmato l’articolo su Avetrana e ti assicuro che non è un tipo che si nasconde dietro a pseudonimi diversi…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Vabbè, io sono Fedorov, e anche Redshift. Ed anche Aliquis. Non voglio fare polemiche. Voglio solo chiarire che sono contro la povertà in qualunque parte del mondo e che secondo me negli ultimi 35 anni la povertà è aumentata dappertutto, anche in Occidente, e aumenterà ancora purtroppo; la Grecia è in Europa e non è sola. Per quanto riguarda la questione maschile, io credo che questo movimento dovrebbe cercare di
coinvolgere le donne: invece di aggredirle di petto,
si dovrebbe cercare di trascinarle nel dibattito con
argomenti che possano farle ragionare. Si dovrebbe
indicare quei punti della Questione Maschile che
toccano anche loro e spiegargli che certe cose che
danneggiano gli uomini danneggiano anche loro.
Io ho poco tempo, intervengo a caso, ma d’ ora in avanti, per non fare confusione, mi firmerò sempre
Saturno. Saturno fu il primo re del Lazio ai tempi
dell’ età dell’ oro, quando regnava la giustizia, sugli
alberi crecescevano le mele d’ oro, nei fiumi scorreva latte e il lupo era amico dell’ agnello.
Oggi invece è tutto il contrario………………………
Saturno(Quota) (Replica)
Sui diritti e sui doveri. Mi sembra inoppugnabile che la modernità si contrassegni per sottolineare sempre e comunque i diritti, puntando ad espanderli indefinitamente e individuarne sempre dei nuovi. Contemporaneamente non si parla quasi più di doveri, tranne che quelli assegnati ai padri separati di mantenere a vita il tenore di vita delle ex mogli, ed anche, duole dirlo, di mantenere figli ultratrentenni fuori corso all’università che si rifiutano di adattarsi a lavori che lasciano agli extracomunitari perchè non consoni al loro status (ci sono sentenze assurde in tal senso). Avete mai sentito parlare di doveri femminili? Sono decenni che nessuno li enumera più.
Dunque la questione esiste, eccome se esiste.
Cosa è un diritto? E cosa è un dovere? E il dovere verso chi o cosa? Scaturisce da un ente esterno, la legge o altro, o prima di tutto deve essere un dovere interiore, qualcosa che uno sente indipendentemente e oltre qualsiasi legge?
Faccio un solo esempio per farmi capire. Un tempo si diceva che una stretta di mano, una parola data, era più cogente per l’individuo di qualsiasi carta scritta e firmata perchè lo impegnava nel suo onore (concetto in genere sconosciuto alle donne) di uomo. Dovere assunto volontariamente ben più importante di ogni legge. Oggi, nell’era dei diritti, quel concetto di dovere correlato all’onore non esiste più, e credetemi che è una grande perdita. Prima di tutto per i maschi.
armando
armando(Quota) (Replica)
“Negli ultimi 30 anni le cose sono peggiorate
proprio perchè si è impostato tutto sui doveri
e si sono compressi i diritti. Sergio ha una mentalità feudale. I doveri privilegiano da sempre
chi è al potere; i potenti di fatto hanno solo diritti
e niente doveri, e sono sempre loro, che non ne fanno mai, a propagandare l’ ideologia del dovere
e del sacrificio. I poveri invece di fatto hanno solo doveri e nessun diritto. Io credo al principio
deweyano secondo il quale i fini sono in relazione con i mezzi. Se per raggiungere un determinato fine
io uso mezzi cattivi, che provocano sofferenza a me
stesso o agli altri, anche il risultato sarà cattivo.
Quante realizzazioni ci sarebbero state se gli uomini fossero stati liberi e felici!ù
Un’ esempio negativo: l’ industrializzazione accelerata in Unione Sovietica negli anni Trenta.
Gli operai sacrificarono la loro vita perchè pensavano di costruire il socialismo. 60 anni dopo
tutti i loro sacrifici andarono in fumo.
E per quanto riguarda le equazioni del campo elettromagnetico, esse derivarono dalle ricerche di
un’ uomo che non era riuscito ad andare a scuola,
di umili origini e dislessico, Faraday. Egli fu assunto come apprendista da un rilegatore di libri
e acquisì una cultura scientifica perchè leggeva i libri che rilegava. A lui piaceva moltissimo leggerli.
Le creazioni nascono dal piacere, non dal dolore”. (Saturno)
Condivido in larghissima parte questo tuo post, con l’eccezione della chiosa finale. Le creazioni nascono certamente dal piacere ma spesso, ahinoi, anche dal dolore, e questo in tutti i campi, a cominciare da quello artistico. E’ proprio la sofferenza, spesso, anche se non sempre, che ci spinge a ricercare, a trovare delle soluzioni, ad esprimere la nostra rabbia e il nostro dolore o se vuoi a sublimarli appunto in atti creativi, di qualsiasi genere essi siano.
Ciò detto, faccio mio il tuo discorso sui diritti e sui doveri e sul ruolo nefasto che questa relazione ha giocato nella storia per mantenere le classi subalterne in una condizione di sottomissione psicologica e culturale prima ancora che politica.
E’ bene però specificare che un conto è il concetto di “dovere” inteso come adesione al modello sociale e culturale dominante, che a mio parere va totalmente rigettato (altrimenti non sarei qui a fare quello che faccio…), e un altro è quello etico, sia pubblico che privato. Personalmente, e qui mi riallaccio a quanto dicevo poc’anzi, ho partorito le mie cose migliori proprio da quando ho iniziato ad abbandonare la strada del “dover essere”, secondo i parametri del modello sociale dominante, per seguire il mio percorso personale.
In ogni caso, da questo punto di vista, onde evitare di essere ripetitivo e di farti perdere tempo, ti invito a leggere, se già non lo hai fatto, l’articolo a mia firma nello spazio degli editoriali dal titolo “Il dover essere e i maschi beta” nel quale affronto specificatamente proprio questo tema.
Detto ciò, questo ci tengo a sottolinearlo, non credo che Sandro G. con il suo intervento volesse sostenere che i diritti debbano essere messi in secondo piano o addirittura sacrificati a esclusivo beneficio dei doveri. Penso invece che abbia voluto evidenziare la contraddittorietà e l’ipocrisia di una società, come la nostra, dominata in larga parte dal “politically correct”, che a furia di esaltare (ipocritamente, a mio parere) la cosiddetta “cultura dei diritti”, ha finito per mettere sotto i piedi quella dei “doveri”, finendo paradossalmente con il calpestare anche e soprattutto i primi, ancor prima dei secondi…. Proprio ciò che è accaduto negli ultimi 40 anni nella relazione fra i generi ne è la testimonianza. Paradossalmente, ma neanche tanto, solo con il recupero (anche) del concetto di “dovere” (etica della responsabilità), si potranno smascherare tante contraddizioni del sistema femdominista-capitalista dominante e si potrà ricostruire una autentica cultura dei diritti. Per tutti e per tutte e in tutte le direzioni, non a senso unico…
In ogni caso, se lo vorrà, sarà lo stesso Sandro G. a risponderti.
“Ma proprio tutte le donne la penseranno così?
E le donne operaie?” (Saturno)
Caro Saturno, ho ripetuto mille volte che non siamo qui per fare una guerra tra poveri. La conferma è ciò che abbiamo scritto nell’appello conclusivo del nostro Manifesto (il Movimento Beta):” In egual misura, il Movimento degli Uomini Beta invita le Donne non appartenenti alle nuove elite dominanti femminili a fare una scelta di campo, ad abbandonare a qualsiasi livello le logiche strumentali e mercantili e i privilegi di sempre, per vivere una relazione con l’altro sesso all’insegna della reciprocità, dell’autenticità, della spontaneità e di una vera eguaglianza fra i generi”.
Questo non è un escamotage tattico ma un’opzione strategica con la quale intendiamo lanciare un messaggio forte e chiaro a tutte le donne “non appartenenti alle elite sociali dominanti”.
Tuttavia non possiamo mettere la testa sotto la sabbia e negare l’evidenza di una realtà che ci dice (perdona se mi esprimo in maniera così grossolana ma se ho intuito qualcosa di te credo che comprenderai senz’altro questo mio rozzo ma forse efficace modo di esprimermi…) che le “operaie”(metafora per significare la massa delle donne “beta”) hanno, ahinoi, per lo meno in questa congiuntura storica, scelto di stare dalla parte del “padrone” (e della “padrona”), per lo meno (scusa se è poco…) per ciò che concerne la relazione con l’altro genere. E questa non è certo una cosa di cui mi beo ma la amarissima e cocente registrazione di una sconfitta epocale profonda e grave, proprio come quella di quegli operai sovietici, come dicevi tu, che credevano di stare edificando il Socialismo…
E’ evidente, a questo punto, che la questione diventa estremamente complessa. Mi fermo volutamente e non vado oltre perchè puoi farlo tu stesso leggendo i 120 articoli del sito e, se lo riterrai opportuno, il mio libro dal titolo “Le donne: una rivoluzione mai nata”.
“Per quanto riguarda la questione maschile, io credo che questo movimento dovrebbe cercare di
coinvolgere le donne: invece di aggredirle di petto,
si dovrebbe cercare di trascinarle nel dibattito con
argomenti che possano farle ragionare. Si dovrebbe
indicare quei punti della Questione Maschile che
toccano anche loro e spiegargli che certe cose che
danneggiano gli uomini danneggiano anche loro”. (Saturno)
Si potrebbe rispondere che le femministe prima e le femdoministe dopo non si sono fatte e non si fanno tutti questi scrupoli nell’attaccare gli uomini con tutta la violenza e l’aggressività che ben conosciamo…
Tuttavia questo non sarebbe e non è un valido motivo perché noi si faccia altrettanto. E infatti non mi pare che lo facciamo. Molte donne hanno partecipato alla discussione e molte continuano sistematicamente a farlo, offrendo peraltro un contributo spesso molto prezioso. Ciò conferma che chi è animato da un intento realmente costruttivo, anche se critico, trova in noi una sponda e un’apertura sincera.
Ciò detto, perdona la schiettezza, mi sembra che da queste tue parole emerga una sorta di timore (che conosco bene essendoci passato attraverso con tutte le scarpe), tipica dell’”uomo di sinistra” che si avvicina alla QM: quella di tagliarsi i ponti alle spalle, di chiudere il filo del dialogo (è già chiuso da quel dì, amico mio, o se preferisci, “compagno”, e non lo abbiamo chiuso noi…), di ritrovarsi isolato ecc. ecc. ecc.
Caro Saturno, la QM non è un pranzo di gala né un invito a nozze, come avrebbe detto un tizio…Sia chiaro, non è neanche un “atto di violenza”. E’ però un percorso assai duro e impegnativo che comporta notevoli sacrifici e anche delle scelte personali.
In questa fase noi non dobbiamo tanto preoccuparci di ciò che pensano di noi le donne ma di come risvegliare gli uomini beta, come far crescere in loro una diversa consapevolezza. Vedrai che a quel punto la questione che tu poni (la relazione con le donne) sarà bypassata dai fatti, o meglio si porrà successivamente alla luce di una nuovo rapporto di forze fra i generi. Solo in una relazione equilibrata può esserci una confronto sincero, costruttivo e non ipocrita fra due parti in causa. Oggi questo confronto non è possibile perché una delle due è in una condizione di sottomissione nei confronti dell’altra. .Per poter approdare a quel confronto che noi tutti auspichiamo è quindi innanzitutto necessario riequilibrare la relazione fra i generi.
Fabrizio
P.S. Sono contento che tu abbia capito che frequentare un blog cambiando continuamente il proprio nick (senza dichiararlo) è un comportamento sciocco e non costruttivo, oltre che irriguardoso per tutti gli altri utenti e amici dello stesso blog. E proprio questo dovrebbe farti riflettere sul fatto che, caro Saturno, la QM (con tutte le sue innumerevoli implicazioni) non è un gioco ma una questione molto seria che va affrontata seriamente (ho detto seriamente, non “seriosamente”…).
Se non altro per rispetto nei confronti di chi ci mette la faccia e il “culo” e non solo un nick (o cinque o sei…).
.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Si, devo dire che concordo con quest’ ultimo
intervento di Fabrizio Marchi. Dici cose molto giuste, sulle quali sono davvero d’ accordo su tutto…. compreso il giudizio sui miei cambiamenti di nick. L’ ho fatto perchè sono una persona timorosa e non volevo essere riconosciuto da una
persona, una donna, che ho conosciuto nel Dicembre scorso su questo blog e che mi conosce con il nick che ho dato allora.
Detto questo, vorrei dire un’ altra cosa.
Io credo che la discordia tra i due generi serva al
capitalismo per mantenersi. Così come tutte le altre spaccature tra gli esseri umani. E’ chiaro che in una società diversa, fondata sulla giustizia economica, tali spaccature non ci sarebbero.
Senza capitalismo non ci sarebbero nemmeno
le ingiustizie di genere.
Quindi quello che mi chiedo è se sia giusto impostare una lotta specifica di genere, o se non si
dovrebbe puntare direttamente al superamento del capitalismo, senza preoccuparsi troppo della propria immediata specificità di genere. Oppure impostare una lotta come quella di Uomini Beta è
utile ai fini del superamento del capitalismo?
Confesso di non avere le idee chiare su questo.
Saturno(Quota) (Replica)
“Le società permissiviste aperte generano idiocrazia e completo asservimento, quelle chiuse bellezza e innovazione”. (Sandro G.)
Caro Sandro G., sono d’accordo solo sulla prima parte del tuo ragionamento (“Le società permissiviste generano idiocrazia e asservimento”) e non sul secondo. A mio parere anche quelle “chiuse” producono esattamente gli stessi effetti. Credo che il punto di equilibrio sia la giusta coniugazione di diritti e doveri (indissolubilmente legati) e una equilibrata relazione fra libertà e responsabilità (anche queste indissolubilmente legate).
“I cavalieri hanno dei doveri, gli schiavi diritti..basarci sui diritti ci ha portato alla schiavitù ed alla infelicità, ora per risollevarci dobbiamo comprendere che possiamo aspirare ad avere dei doveri: di lealtà verso amici e mogli, di rispetto dei figli verso i padri e dei padri verso i figli, di reputarci talmente preziosi da non farci comprare…” (Sandro G.).
Ti conosco e capisco cosa vuoi dire, però attenzione, perché il discorso potrebbe essere pericoloso, se male interpretato o mal posto. Ribadisco che la soluzione al tema che sollevi, per quanto mi riguarda, risiede in quanto dicevo poc’anzi. Diritti e doveri sono e devono essere indissolubilmente legati. Separarli significa invalidare entrambi. Le conseguenze, sia in un caso che nell’altro, sono devastanti e il loro punto di approdo è il medesimo.
“Tornando terra terra ai nostri temi ‘carnali’ (e perciò stesso saturi di infinito) se vivessi nel mondo ideale della modernità (che so il mondo nuovo di Huxley) dove basta che incrocio con lo sguardo una tizia e quella me la dà ma la dà anche ad un altro ad un altro e ad un altro, io dopo un pò mi stuferei altamente di una cosa che alla fine diventa semplice ginnastica”. (Sandro G.)
Sarà che ho sempre amato praticare sport (come il sesso o come le buone mangiate in compagnia degli amici, o come stare nella natura), ma non riesco proprio a capire quanto dici, che peraltro è tipicamente femminile, se me lo consenti (“Se devo fare sesso per il sesso tanto vale che vada in palestra a fare ginnastica”. Questa frase l’avrò sentita pronunciare dalle donne qualche migliaio di volte…).
Forse che ci stanchiamo di farci il bagno nel mare? O di mangiarci un bel piatto di lasagne quando abbiamo fame? Non mi pare. Sono forse queste delle colpe? E pensa se ogniqualvolta che abbiamo fame, ci fosse qualcuno che ci mettesse sotto il naso un bel piatto di tagliatelle alla bolognese fumanti e ce lo togliesse a suo piacimento. Così, per gioco, per il suo diletto, o peggio ancora, per manifestarci il suo potere nei nostri confronti.
Il sesso fine a se stesso è solo ginnastica? Io credo che sia molto di più. Sia la materializzazione più immediata e diretta del principio di piacere, di gioco,di espressione della nostra emotività, della nostra fantasia, creatività e libertà (non solo il sesso, naturalmente…). E perché allora considerarlo solo ginnastica? Peraltro con un retrogusto svalutativo e dispregiativo, diciamoci la verità (se me lo consenti in questa concezione c’è un po’ di ruggine vetero bigotta, auto flagellante e punitiva che non è la parte migliore del Cristianesimo…sempre secondo la mia opinione, sia chiaro…).
E se anche il sesso fosse solo un bisogno fisiologico? Dovremmo reprimerlo? E perché mai? Devo reprimermi forse quando ho sete e bevo oppure quando devo andare al bagno per urinare o defecare? Ci “stanchiamo” forse di urinare e defecare? Non mi pare proprio. E allora la domanda sorge spontanea: perché proprio su quella specifica “funzione” (ci ho messo le virgolette, come vedi…) umana che è la sessualità, sono scattati centomila e uno divieti e condizionamenti?
La mia risposta è nota e quindi mi fermo.
“Se invece la conquista è faticosa, sudata, perigliosa coinvolgente l’anima, contrastata, è capace che nello sforzo io scriva una poesia meravigliosa, dipinga un affresco, butti giù le equazioni del campo elettromagnetico, sia cioè partecipe della bellezza”. (Sandro G.)
Sono naturalmente in totale disaccordo con questa affermazione che è la diretta conseguenza di quella che l’ha preceduta.
Innanzitutto, perché questo “meccanismo” della “conquista” è a senso unico? I conti non mi tornano proprio. Ma già conosco la risposta di molti amici. Perché così è scritto nell’ontologia dell’essere maschile. Io non la vedo affatto così e non per ragioni ideologiche ma semplicemente perché credo che se togliamo la spontaneità e la reciprocità (e la giocosità) alla relazione fra i generi (e anche al gioco seduttivo), l’abbiamo di fatto assassinata. La “conquista” appartiene comunque al maschile? Bè, ma allora dobbiamo dare agli uomini la possibilità di esprimerla e di essere rispettati e considerati per quella che è (o dovrebbe essere) la loro natura.
Ma ragionare di natura e ontologia senza fare i conti con la “cultura”, l’ambiente, il contesto (e le modificazioni da questo apportate alla natura stessa) non ha senso e rischia di diventare un discorso formale. Del tipo che “l’uomo è cacciatore e da che mondo è mondo è sempre stato così”. Ma l’uomo è cacciatore per scelta o per necessità? E se potesse scegliere continuerebbe a “cacciare”? E cosa c’è di così nobile, spirituale ed elevato, oggi (non voglio volutamente parlare di ieri…), in questa “caccia”, cioè in quella contrattazione non dichiarata finalizzata al raggiungimento di un obiettivo (a questo è ridotto il gioco sessuale e amoroso…)? Esistono attualmente gli spazi e le condizioni per quello che i nostri amici più “tradizionalisti” definirebbero come “corteggiamento”? E siamo veramente sicuri che in questo “gioco” (al massacro…) il “cacciatore” e la “lepre” siano veramente tali? O in realtà i ruoli sono invertiti (anche se le modalità restano formalmente le stesse) e i maschi giocano penosamente un ruolo che viene loro imposto e al quale non possono sottrarsi (pena l’emarginazione e la solitudine affettiva e sessuale)?
Personalmente vivo da sempre come una violenza il fatto di “dover” andare dietro alle donne, di dover essere sempre e comunque io, in quanto maschio, a propormi. E lasciamo stare tutto ciò che questo comporta, soprattutto da un punto di vista psicologico, e non solo pratico, che conosciamo benissimo…
Non c’è forse dietro a tutto questo una logica di dominio? E cosa ha a che vedere questa logica con il gioco, la spontaneità, la reciprocità, la libertà, la creatività, il sorriso, la spensieratezza? Nulla. Né potrebbe averlo, altrimenti non sarebbe una logica di dominio. Delle due l’una, non si sfugge.
Se invece accettiamo che la logica sia quella del dominio allora dovremmo coerentemente portarla fino alle estreme conseguenze. Ma in questo caso dovremmo lasciar cadere ogni discorso sull’eguaglianza e la parità dei diritti per tornare alla legge del più forte. La logica del dominio è questa e non altra. L’eguaglianza e la libertà prevedono (per lo meno in linea teorica) il gioco, la spontaneità e la reciprocità. Non il dominio. Nel dominio c’è un dominante e un dominato.
Oggi che la grande maggioranza degli uomini, obtorto collo, continuano ad essere “cacciatori”, sono allo stesso tempo anche i “dominati”. Bella contraddizione, non vi pare?…
I conti non tornano…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
“Quindi quello che mi chiedo è se sia giusto impostare una lotta specifica di genere, o se non si
dovrebbe puntare direttamente al superamento del capitalismo, senza preoccuparsi troppo della propria immediata specificità di genere. Oppure impostare una lotta come quella di Uomini Beta è
utile ai fini del superamento del capitalismo?” (Saturno)
La migliore risposta al tuo quesito puoi trovarla a mio parere nell’articolo a firma di Rino Della Vecchia dal titolo “L’emergere storico della QM”, sulla homepage del sito.
In questa fase storica, separare la QM dalla critica e dalla prospettiva storica del potenziale superamento del Capitalismo è semplicemente impossibile. Le due questioni, per lo meno in questa fase epocale, sono assolutamente e indissolubilmente collegate. Non lo dico certo io per ragioni ideologiche (di cui non me ne può importare di meno); lo dicono i fatti, la realtà. Molti uomini del movimento maschile ancora non lo hanno capito e si attardano su posizioni a mio parere anche un po’ grottesche tanto sono anacronistiche e deboli sul piano analitico.
Sotto questo profilo il femminismo aveva visto giusto nella scelta di affiancare la questione di genere a quella sociale. Sempre e solo da questo punto di vista (cioè del metodo) noi facciamo nostro quel paradigma, ovviamente capovolgendolo completamente nel suo contrario. Possiamo dire, insomma, che il femdominismo ha prodotto la sua contraddizione…
Lavorare quindi per il superamento della condizione di subordinazione dei maschi beta all’interno del sistema femdominista significa automaticamente e contestualmente lottare contro il sistema capitalista dominante (ormai a trazione femdominista).
I due aspetti sono del tutto collegati.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Il femdominismo è fenomeno simile all’arruolamento degli Ascari a fianco delle truppe di occupazione nelle guerre coloniali di fine ottocento: si tratta d arruolare in funzione repressiva appartenenti al popolo da dominare e in cambio farne per questo una casta di privilegiati da contrapporre a tutti gli altri, che automaticamente diventano quelli che potevano essere a loro volta pivilegiati se non fossero stati naturalmente “Kattivi”.
“Kattivi” ovvero il popolo “gulag-izzato” preventivamente da leggi speciali e da campagne di criminalizzazione e poi, se proprio non capisce, adeguatamente messo con le brutte fuori del gioco.
Qualcuno ha notato se per caso in questi anni nei ruoli dove in Italia si conservano e si ridefiniscono i rapporti di forza sociali e si gestisce il consenso sociale siano state elette donne? qualcuno ha notato se si sono fatte leggi che arruolano e premiano selettivamente le donne per farne una lobby di sostegno? qualcuno ha notato se le argomentazioni che legittimano le azioni di guerra contro altri popoli, utilizzano l’argomento della lotta di liberazione delle donne altrui?
cesare(Quota) (Replica)
Senza capitalismo non ci sarebbero nemmeno
le ingiustizie di genere. [ Saturno]
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Questa è una tesi assurda.
sergio(Quota) (Replica)
La crisi che è gravissima fa emergere la realtà che fa sempre a pezzi l’ideologia.
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/11_giugno_30/inzago-donne-licenziate-fiom-protesta-190986051519.shtml
Se per esempio ci sono dieci posti di lavoro giustizia vuole che si attribuiscano a colui (o colei) la cui famiglia campa solo del suo stipendio. E gli operai maschi della FIOM, se ho ben capito, sono gli unici in quella condizione, perchè le operaie hanno tutte in casa un altro stipendio. Per cui l’azienda e gli operai maschi non hanno fatto che rispondere in concreto alla domanda: come facciamo a far sì che le famiglie di tutti possano mangiare? se è così le proteste non hanno senso e sono puramente ideologiche.
Se così non è, e gli operai non sentono di dover la minima solidarietà alle colleghe donne, allora vuol dire che a forza di attaccare il genere maschile individuandolo come nemico, il genere femminile ha ottenuto che il genere maschile ne traesse le conclusioni e si posizionasse conseguentemente nel ruolo di nemico che gli è stato attribuito. Dopo aver praticato per anni lo sport di prendere a calci nei coglioni i maschi, perchè maschi, distruggendo ogni solidarietà umana o sindacale, mi sembra davvero infantile andare a chiedere loro solidarietà e pretenderla.
cesare(Quota) (Replica)
Alle due precedenti aggiungo una terza ipotesi:
il comportamento degli operai che non esprimono sollidarietà sindacale alle colleghe operaie è la logica conseguenza della percezione ormai diffusa e consolidatasi in questi anni, che le donne sono oggi parte del potere, e da questo, fatto salvo eccezioni, ben più tutelate che i maschi, e di fatto contrapposte a loro . Mentre loro stessi come maschi son davvero socialmente inferiori: sono cioè uomini beta.
Infatti le donne, oltre alla gran cassa mediatica e alle supertutele di ogni genere, spesso hanno due stipendi in famiglia proprio x’ donne e talvolta sono madri di famiglia cioè personalmente e socialmente considerate ben più di un maschio o padre “povero disoccupato” destinato alla irrilevanza familiare e alla commiserazione sociale.Un uomo da “bicchieri di vino al bar” insomma secondo la letteratura tradizionale.
Se così è gli operai FIOM hanno svelato a tutti la situazione reale dei rapporti di genere così come si sono venuti modificando oggi con la forsennata irresponsabile copertura ideologica che la sinistra ha dato al femmidominismo, praticamente facendo a pezzi la solidarietà tra i lavoratori.
E la classe operaia è entrata oggi, 30 giugno 2011, a vele spiegate nella Questione Maschile.
In tal caso: ben scavato vecchia talpa!
cesare(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi
@ Personalmente vivo da sempre come una violenza il fatto di “dover” andare dietro alle donne, di dover essere sempre e comunque io, in quanto maschio, a propormi. E lasciamo stare tutto ciò che questo comporta, soprattutto da un punto di vista psicologico, e non solo pratico, che conosciamo benissimo…
Non c’è forse dietro a tutto questo una logica di dominio? E cosa ha a che vedere questa logica con il gioco, la spontaneità, la reciprocità, la libertà, la creatività, il sorriso, la spensieratezza? Nulla.
@
>
Anche per me è sempre stato così, ovvero pure io ho sempre vissuto come una violenza psicologica il fatto di dover correre dietro alle donne, soprattutto quando ero ragazzo.
Neppure ricordo più tutti i no e le figure di merda che mi è toccato fare, nel tentativo di “conquistare” (che termine idiota!) una donna, tanto è vero che da tempo non ci provo neppure più.
Ormai, a quasi quarant’anni, ed causa del senso di impotenza che mi porto dietro da una vita, mi rivolgo solo alle prostitute.
In proposito, caro Fabrizio, te ne confesso una (visto che sul web nessuno mi conosce).
A causa delle mie mancanze sessuali e affettive, sia odierne che passate, lo scorso anno mi è capitato di andar fuori di testa per una giovane prostituta dell’est (una romena molto bella e per certi versi affascinante, che parla un italiano quasi perfetto), per la quale ho fatto delle cose assurde ed ho speso un mucchio di soldi.
L’ho fatto perché si trattava, e si tratta, del genere di ragazza che sognavo di avere come fidanzata già da adolescente. In sostanza, mi sono creato un “film” a senso unico, visto che per lei ero (ovviamente) solo un cliente fra i tanti, mentre io non avrei avuto problemi a frequentarla ed eventualmente a conviverci.
La “botta” non mi è ancora passata del tutto, ma devo dirti che provo anche una certa vergogna, per tutte le stronzate che ho fatto per lei.
Simone M.(Quota) (Replica)
Caro Simone, non fartene un problema, ci siamo passati praticamente tutti. Il “momento del coglione” (che può durare anche anni e per molti maschi addirittura una intera esistenza…) è una sorta di passaggio obbligato, direi propedeutico, e senza timore di esagerare, per tutti gli uomini di questo mondo…
Per cui, stai pure tranquillo, anzi, capisco perfettamente anche la tua riluttanza a relazionarti con le donne. E’ la stessa che ho ormai anche io e insieme a te e a me milioni e milioni di altri uomini, credimi. E’ un’”attività” alienante, nel senso proprio del termine, priva di gioia, piacere, spontaneità, per lo meno nella grande maggioranza dei casi. Spiacevole ad ammetterlo ma è così…
Fuoriuscire dalla dipendenza sessuale (e quindi psicologica) è un altro passo fondamentale per un uomo consapevole e “risvegliato”. Un lavoro duro ma necessario.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio
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E’ un’”attività” alienante, nel senso proprio del termine, priva di gioia, piacere, spontaneità, per lo meno nella grande maggioranza dei casi. Spiacevole ad ammetterlo ma è così…
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E’ vero, corteggiare una femmina e relazionarcisi è un qualcosa di profondamente alienante, che non genera né gioia né piacere, e che è assolutamente privo di spontaneità da parte femminile. Tuttavia, quello che a me fa più incazzare, è il fatto che da anni non si faccia che propagandare la falsissima tesi secondo la quale i ruoli si sarebbero ormai invertiti e pertanto i maschi si sarebbero trasformati in prede e le femmine in cacciatrici.
Personalmente, di VERE cacciatrici, non ne ho mai vista una. Ho visto e continuo a vedere ragazzi e uomini che rincorrono stronzissime ragazze e donne.
Daniele(Quota) (Replica)
E’ uno dei motivi per cui non vado a prostitute, perchè ho il timore che possa capitare come a Simone, cosa peraltro ,nei tempi che viviamo, normalissima ,facile costruirsi “film” ,in un mondo dove tutti “cuccano” ,sembriamo noi quelli sbagliati e cerchiamo vie di uscita che in molti casi sono dei veri e propri vicoli ciechi …..A tal proposito ho una striscia delle mitiche “sturmtruppen” che tratta di questo argomento ,(non voglio certamente prendere in giro Simone ,ci mancherebbe), però, anche se molto spiritose, fanno vedere a che livello un uomo si possa “umiliare” ….Dopo caso mai ve le linko.
Anche per me fuoriuscire dalla dipendenza sessuale è un atto doloroso ma necessario.
mauro recher(Quota) (Replica)
ecco le vignette ,sia chiaro che non vuole essere una presa in giro per nessuno ,ma ,come detto in precedenza ,fanno ridere amaramente fin a che punto un uomo si può spingere
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http://img37.imageshack.us/img37/6848/image133modificato1.jpg (questa è significativa)
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mauro recher(Quota) (Replica)
A Sergio:
Non è assurdo. Senza capitalismo non ci sarebbero persone alfa e persone beta, non
ci sarebbe concorrenza tra gli individui, saremmo
tutti uguali e quindi i rapporti tra i sessi si baserebbero unicamente sul vero amore, senza
condizionamenti economici di alcun genere.
Ci sarebbe spontaneità e reciprocità perchè nessuno dovrebbe primeggiare, nessuno verrebbe
giudicato in base alla sua posizione sociale o in
base a presunte prestazioni da dare. Ognuno
verrebbe accettato per quello che è.
A me sembra tanto semplice.
Saturno(Quota) (Replica)
Vorrei esprimere solidarieta’ a Simone invitandolo a non farsi problemi. Ci sono passato anche io ed è cosa normalissima in questo contesto storico e sociale.
Colgo l’occasione (è il primo post che invio, esiste una sezione “presentazioni”?) per dire la mia sulla questione donne “cacciatrici”. Nella mia cerchia di conoscenze/ amicizie effettivamente vedo spesso donne che si fanno avanti (oltre a non farsi problemi con il cosidetto turismo sessuale). Si fanno però avanti sempre e comunque con gli stessi uomini che hanno determinate caratteristiche psico-fisiche facilmente individuabili. Non vedo neanche una questione di censo per le “storie di sesso”. E’ una semplice questione di mascella quadrata se vogliamo banalizzare. Si fanno avanti anche con spavalderia con i mschi alfa dominanti. Tutto qui. Ovviamente i beta stanno a guardare. Da questo punto di vista si, effettivamente è cambiato molto rispetto all’Italia di qualche decennio fa.
Anni e anni fa quando ancora “ci provavo” dopo un rifiuto chiesi apertamente il perchè alla signorina in questione…e il perchè mi fu sinceramente spiegato. Al massimo il sottoscritto, data la mia affidabilita’ (!!!??) poteva esser preso in consederazione per una storia seria mi disse. Non certo per avventure. La signorina ebbe il pregio di farmi accettare quello che avevo sempre saputo ma mai avuto il coraggio di ammettere. Iniziai ad aprire gli occhi e a svegliarmi. Finalmente!
Il paradosso di questa situazione è che però le donne beta spavalde (perchè intendiamoci sono donne beta) stanno male. Sono infelifici. La maggior parte di quelle che conosco consuma quantita’ industriali di ansiolitici, fa psicoterapia…è distrutta. Sempre anni anni fa facevo il confessore….avevo la fila di donne spavalde che avevano scopato con stronzi. Ora non piu’. Sanno che le manderei a quel paese.
Di questo, nonostante tutte le sofferenze che le donne mi hanno causato non sono certo felice. Scuoto la testa amareggiato.
Saluti a tutti e complimenti per il sito politicamente scorretto
maub(Quota) (Replica)
Saturno: Non è assurdo. Senza capitalismo non ci sarebbero persone alfa e persone beta, non
ci sarebbe concorrenza tra gli individui, saremmo
tutti uguali e quindi i rapporti tra i sessi si baserebbero unicamente sul vero amore…
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Aaaaah, il Sol dell’Avvenire…
Ethans(Quota) (Replica)
A Sergio:
Non è assurdo. Senza capitalismo non ci sarebbero persone alfa e persone beta, non
ci sarebbe concorrenza tra gli individui, saremmo
tutti uguali e quindi i rapporti tra i sessi si baserebbero unicamente sul vero amore, senza
condizionamenti economici di alcun genere.
Ci sarebbe spontaneità e reciprocità perchè nessuno dovrebbe primeggiare, nessuno verrebbe
giudicato in base alla sua posizione sociale o in
base a presunte prestazioni da dare. Ognuno
verrebbe accettato per quello che è.
A me sembra tanto semplice.
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No, non è per niente semplice, la tua è solo utopia.
Forse tu ignori che la competizione fa parte non solo della specie umana ma della natura nel suo complesso (serve ad evolversi). Questo sta pure a significare che i maschi alpha e beta, così come le femmine alpha e beta, sono anzitutto un prodotto della natura (la cultura arriva in un secondo momento e vi si “mescola”).
Il capitalismo e tutto il resto, poggiano le loro basi proprio lì, sulla natura umana.
Tu, invece, ne fai una questione prettamente culturale (un po’ come le femministe), e pertanto sbagli alla grande.
Quello che sogni e descrivi è un mondo che non è mai esistito e che mai potrà esistere.
sergio(Quota) (Replica)
maub, le femmine che “si fanno avanti”, solitamente lo fanno con ragazzi o uomini che già conoscono…
L’iniziativa di cui parlo io è qualcosa di diverso e richiede il coraggio di farsi avanti e di provarci anche con femmine sconosciute…
Al riguardo ti segnalo questa discussione, aperta anni fa da una mia vecchia conoscenza.
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=14467297
Daniele(Quota) (Replica)
E’ bene chiarire un punto, se me lo permettete, onde evitare fraintendimenti e soprattutto di incartarci in discussioni superflue: l’oppressione, lo sfruttamento, le ingiustizie sociali e le diseguaglianze sono sempre esistite, ben prima dell’avvento del capitalismo. Il capitalismo, trasformando il modo di produzione, l’organizzazione del lavoro e le strutture attraverso le quali queste si concretizzano (mercato, capitale, stato), è soltanto, da un punto di vista storico, l’ultima e più avanzata forma di organizzazione sociale (e di dominio dell’uomo sull’uomo).
Essendo la QM intimamente e strettamente interconnessa con tutti gli altri aspetti dell’umano e del vivere sociale, è evidente che in questa fase storica, essa è completamente innervata, né potrebbe essere altrimenti, all’interno dell’attuale sistema sociale, che è appunto un sistema di tipo capitalistico, del quale è parte integrante, arrivando a costituirne una delle strutture .
Per questa ragione, affrontare oggi la QM, con l’obiettivo strategico del superamento della condizione di subordinazione dei maschi beta, significa oggettivamente lavorare per il superamento di quel contesto sociale e culturale che ha reso possibile, nell’attuale fase storica, quella condizione. E questo contesto, piaccia o meno, è oggi quello del capitalismo. Non lo dice il sottoscritto, lo dicono la realtà e la Storia. Se il femminismo e il femdominismo si fossero affermati in un altro contesto storico e sociale rispetto a quello capitalistico, ci saremmo necessariamente dovuti porre il problema di superare quel contesto. Ma così non è. Abbiamo analizzato in diversi articoli questo aspetto fondamentale della questione che rappresenta uno dei punti centrali, se non quello centrale dell’intera vicenda.
Non si tratta quindi di demonizzare il capitalismo in quanto “male assoluto”, cosa che qui nessuno fa (non lo ha mai fatto, per la verità, neanche il suo più grande critico, se è per questo) ma soltanto di analizzare lucidamente i processi in corso e naturalmente la realtà che li sottende e li alimenta.
Nessuno pensa quindi che la QM non sia esistita prima dell’avvento del capitalismo; tutt’altro. E’ però innegabile che oggi la stessa si sia modificata con il trasformarsi dello stato di cose e della realtà, in seguito ai rivolgimenti epocali (economici, tecnologici, sociali, culturali ecc.) che abbiamo cercato di spiegare nel nostro Manifesto fondativo e ancor più e meglio nell’articolo di Rino (di fatto un secondo Manifesto) dal titolo “L’emergere storico della QM”.
E’ da qui che bisogna partire per comprendere il tutto. Forse questo può aiutare Saturno e Sergio a fuoriuscire dall’impasse in cui si sono cacciati.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
mauro recher
@ E’ uno dei motivi per cui non vado a prostitute, perchè ho il timore che possa capitare come a Simone
@
Mauro, è chiaro che ciascuno di noi fa le proprie scelte, dettate da tutta una serie di ragioni, ma è pur vero che se sei un uomo qualunque, di quasi quarant’anni (come me), e non hai una relazione stabile da tempo, l’unica cosa che ti resta per “sfogarti” sono le prostitute (se hai soldi da spendere, naturalmente) o la masturbazione (che non mi pare una gran soluzione).
Personalmente le frequento occasionalmente da circa sette anni, cioè da quando ho smesso di umiliarmi a rincorrere le donne, ma fino allo scorso anno non mi era mai capitato di “sbandare” per una di loro.
Mi è successo anche perché io non ho vissuto bene né la mia adolescenza né la mia gioventù, ed oggi che ho quasi quarant’anni (li compirò il prossimo gennaio 2012), sento che il tempo mi sta “volando” via e fra le mani non ho assolutamente niente, salvo un modesto lavoro da geometra.
Poi, tanto per evidenziare la differenza di potere sessuale esistente fra un uomo comune e una giovane e bella donna, riporto una frase che mi disse una volta quella ragazza romena.
Stavamo parlando del fatto che lei, pur prostituendosi nella mia città, risiede altrove, pertanto io le chiesi:”Quanti innamorati hai in quella città…?”
E lei:”Ma guarda che io, quando torno a ……, non penso mica agli uomini”
Ed io:”Beh, certo, anche per te non sarebbe certamente un problema trovarne uno immediatamente disponibile”…
Lei mi guarda e mi risponde:”Sì, per me non è un problema”…
Ed aggiunge:”Intorno ai trent’anni*, ho intenzione di mettere su famiglia e di avere due o tre figli, a distanza di due anni l’uno dall’altro”…
@
*Attualmente ne ha quasi ventitré e si prostituisce (per scelta) in Italia da quando ne aveva poco più di diciotto. La vita che fa oggi, le permetterà di essere una donna libera e benestante un giorno.
Io, invece, seguiterò ad essere lo “schiavo” che sono sempre stato, ed a lavorare in dei maledetti cantieri fino alla fine dei miei giorni.
Simone M.(Quota) (Replica)
L’iniziativa di cui parlo io è qualcosa di diverso e richiede il coraggio di farsi avanti e di provarci anche con femmine sconosciute… (Daniele)
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Concordo al cento per cento.
Nemmeno io ho mai visto una donna abbordare direttamente un uomo per strada o in discoteca.
La loro presunta “iniziativa” è un qualcosa di molto diverso e ben più soft.
Fabio(Quota) (Replica)
Voglio solo dire che quella che viene definita
“utopia” mosse milioni di persone nel mondo
tra il 1848 e il 1989 conquistando anche il potere
statale in un terzo del mondo. E anche se alla fine
è stata sconfitta, non è detto che non possa riproporsi in futuro in una versione diversa e più forte. E faccio notare che in tempi preistorici vigeva
il comunismo primitivo, quindi il mondo non è sempre stato così. In natura non vige la competizione, ma l’ omeostasi e l’ interazione continua tra l’ ambiente e le specie che ospita. E’
soltanto l’ uomo attuale che si discosta dall’ equilibrio naturale. Darwin è stato nale interpretato dalla destra, ed anche lui non aveva capito tutto.
Per quanto riguarda la difficoltà maschile a relazionarsi con le donne, voglio far notare che molti famosi uomini di genio della storia non sono mai riusciti ad avere nemmeno una fugace storia amorosa, a dimostrazione che l’ insuccesso in amore non è in relazione con il valore dell’ uomo che lo subisce. Faccio i seguenti nomi: Isaac Newton, Immanuel Kant, Giacomo Leopardi, Nicola
Tesla. E ce ne sono altri.
Saturno(Quota) (Replica)
Saturno, in natura vige la competizione, ti piaccia o meno… Per il resto continua pure a pensarla come vuoi, che io seguiterò a fare altrettanto.
>
P.s.: questa tua frase è assurda:
“E faccio notare che in tempi preistorici vigeva
il comunismo primitivo”
Ma ti rendi conto di quel che che scrivi?
Mah…
sergio(Quota) (Replica)
Dimenticavo.
Saturno:
“Per quanto riguarda la difficoltà maschile a relazionarsi con le donne, voglio far notare che molti famosi uomini di genio della storia non sono mai riusciti ad avere nemmeno una fugace storia amorosa, a dimostrazione che l’ insuccesso in amore non è in relazione con il valore dell’ uomo che lo subisce.”
>
E questo che significa? Che c’entra col valore dell’uomo? Ti faccio presente che per l’uomo il sesso e l’amore sono una parte essenziale e vitale della vita.
sergio(Quota) (Replica)
Non entro nel merito delle utopie. Dico solo che Darwin è stato interpretato da tutti, dx e sx. E come esiste una dx darwiniana, così esiste una sx darwiniana. Anzi si può dire senz’altro che la sx lo ha sempre preso come esempio di mentalità e rigore scientifico per contrapporlo alle credenze di fede. Di darwin non si può negare una cosa, la selezione delle specie in funzione alla capacità di adattamento, e quindi di miglioramento. Se così è per piante ed animali, non si vede perchè così non sia per l’uomo se lo si considera un animale come un altro solo più evoluto. Da quì le tendenze eugeniste di larga parte della sx. E come è possibile ammmettere la selezione biologica degli individui e non anche quella sociale? Alla fine, checchè se ne pensi, se si sposa acriticamente il darwinismo, si arriva a questo.
armando
armando(Quota) (Replica)
Armando, se è vero che la Sinistra, come dici tu, ha spesso assunto Darwin e il darwinismo come “esempio di mentalità e rigore scientifico per contrapporlo alle credenze di fede”, è altrettanto e forse ancora più vero che la Destra lo ha fatto proprio in toto per giustificare, da un punto di vista filosofico e addirittura scientifico (roba da far accapponare la pelle),lo status quo e l’impossibilità di trasformare alcunché. . Da qui il famoso “darwinismo sociale”, cioè una sorta di giustificazionismo, a loro detta fondato su basi addirittura scientifiche” (che facciamo, due pesi e due misure? Solo il marxismo è una filosofia criticabile per la sua presunta scientificità?…) delle diseguaglianze di sempre, dell’homo homini lupus” eretto a verità “scientifica…
Mi viene da ridere, li voglio proprio vedere questi signori, teorici della “darwinistica competizione social-ontologica-evoluzionistica”, quando e se toccherà a loro “stare sotto”, subire ingiustizie, trovarsi in una condizione di oppressione e subordinazione.
Quel giorno gli risponderemo:”Ragazzi, lo dovete accettare, oggi il cetriolo nel culo lo avete voi, cercate di non muovervi troppo perché più vi muovete e più fa male. Tenetevelo stretto. Anche perché è’ evidente che qualcuno più abile e capace di voi ve lo ha infilato nel di dietro. Lo dovete accettare, fa parte della competizione darwiniana, del normale evolversi delle cose. Coloro che voi sostenete vi stiano opprimendo, in verità hanno soltanto vinto la gara perchè sono più forti, più bravi e più intelligenti di voi. Ed è per questa ragione che è giusto che ve lo teniate nel culo. Fa male? Pazienza. Sopportate. Non solo. Guai se tentate di togliervelo, andreste contro una fondamentale legge di natura. E per questo sarete giustamente puniti e ulteriormente repressi. A quel punto invece del cetriolo ci mettiamo un bel cactus, così imparerete a ribellarvi all’ordine naturale delle cose, scientificamente dato e dimostrato. Che bellezza…
Come? Non vi sta più bene? Non vi piace? Non è giusto?
Non è giusto???!!! Che parola è questa? Giustizia? Ma via…
Ma come vi permettete? Non sarete mica diventati “comunisti?…
Fabrizio
P.S. Armando, hai troppo buon senso anche solo per prestare un briciolo di attenzione a questi deliri pseudo “nietzschiani di destra” da accatto (fossero quelli seri, ci si potrebbe pure stare…)
P.S. 2 per tutti: è il caso di rileggersi con attenzione l’articolo di Rino “Perchè la QM non può essere di Destra”, ci risparmierebbe un sacco di fatica…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Ho appena letto un vecchio numero di Terror blù il n 15 del 1977,
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dove si immaginano due futuri: uno dominato dalle donne ultrafuturistico, dove gli uomini visti sempre e solo violenti, ridotti a cavernicoli, vengono schiavizzati dalla ipertecnologia femminile del futuro privandoli della loro aggressività.
http://i991.photobucket.com/albums/af34/anubsur/004.jpg
http://i991.photobucket.com/albums/af34/anubsur/002-1.jpg
Mentre nel mondo maschile ormai in rovina gli uomini sempre ritornati a cavernicoli divorano le donne
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Noi maschi non siamo cattivi è che ci disegnano cosi…
Leonardo(Quota) (Replica)
“Questo sta pure a significare che i maschi alpha e beta, così come le femmine alpha e beta, sono anzitutto un prodotto della natura (la cultura arriva in un secondo momento e vi si “mescola”).
Il capitalismo e tutto il resto, poggiano le loro basi proprio lì, sulla natura umana.
Tu, invece, ne fai una questione prettamente culturale (un po’ come le femministe), e pertanto sbagli alla grande.
Quello che sogni e descrivi è un mondo che non è mai esistito e che mai potrà esistere”. (Sergio)
Caro Sergio, sono il primo a non voler alimentare polemiche, come ben sanno tutti. Ti invito dunque a prendere queste mie parole per quelle che sono: un’ esortazione ad una riflessione fondata sulla logica che, in quanto tale, è sempre stringente.
Molti uomini del Momas che si riconducono, diciamo così, ad una sorta di “Nietzchanesimo di destra” (che non è certo una vergogna, sia chiaro, a patto di essere coerenti con le proprie idee e di non prendere a calci in bocca il logos nonchè l’aristotelico e sempre valido principio di identità e non contraddizione…), ci ripetono costantemente, come nella sostanza fai anche tu, che nulla è immutabile perché la Natura (l’Ontologia dell’Essere) ha le sue leggi immodificabili ed eterne, stabilite una volta e per sempre.
Gli stessi riconducono sistematicamente la relazione M/F (e necessariamente la QM) a quelle stesse leggi, ribadendo costantemente che la Realtà non è modificabile perché per quanti sforzi si possano produrre, quest’ultima, in quanto espressione della Natura (con la quale di fatto è sovrapposta), è appunto immodificabile.
Ora, a parte il fatto che potrei smentire questo assunto (ma ci vorrebbe troppo spazio e tempo), e a parte il fatto che autorevoli pensatori a partire dall’età preclassica e classica hanno posizioni completamente diverse da questa (ma non è questo il punto, ciascuno ha le sue idee e ha la profonda convinzione o presunzione che siano quelle giuste), il problema è alla radice, e cioè nella intrinseca (e non risolvibile) contraddittorietà di quello stesso assunto.
Infatti, se la Realtà è immodificabile perché agire? Che senso avrebbe? Nessuno, se si è coerenti con questa tesi. La sola cosa da fare sarebbe quella di accettare la Realtà (l’Essere, secondo questa visione delle cose) e assecondarla, o comunque fare buon viso, anche rispetto a tutto ciò che di Essa non ci piace. Ma che senso ha affermare che una cosa ci piace o non ci piace,e soprattutto che è giusta o ingiusta, se partiamo da questo principio, dal momento che non possiamo modificarla a meno di un invasivo e violento intervento “culturalista”? (una sorta di stupro dello Stato di Natura…)
Il senso invece, dal mio punto di vista (che è un altro), c’è, eccome. Perché l’Agire Umano (e non solo quello umano, come dimostra l’evoluzione della Terra e dell’’Universo, ma fermiamoci a quello umano altrimenti ci complichiamo ulteriormente la vita…), che è parte integrante dell’ Essere, è invece intrinsecamente e oggettivamente trasformativo (Divenire). Poi si può discutere se le trasformazioni poste in essere siano positive o negative ma rimane il fatto che il Divenire è parte integrante dell’Essere. Quindi non è vero che la Natura è immodificabile, perché la Logica (e anche la Storia, non solo quella umana) ci dimostra che essa lo è, per sua stessa natura…
Pragmaticamente (nell’accezione filosofica del termine) abbiamo volutamente optato per lasciare un margine di irrisolvibilità alla questione (anche perché sarebbe presuntuoso pensare di aver chiuso il cerchio), pur avendo le nostre opinioni nel merito, come vedi. Abbiamo scelto di attestarci sul concetto che Natura (Essere e Divenire) e Cultura si compenetrano da sempre e che è impossibile stabilire un prius (essendo la Cultura comunque figlia del Divenire, umano, in questo caso, che a sua volta è parte integrante dell’Essere). Se A (Divenire) fa parte di B (Essere) e C (Cultura) fa parte di A, è altrettanto evidente che C fa parte di B…
Separare dunque Natura e Cultura, dal mio modesto punto di vista, come spiego nell’articolo a mia firma “Natura e Cultura” nello spazio degli “articoli”, è impossibile.
Chiarito questo (era doveroso da parte mia spiegare alcuni concetti), il punto è: O uomini della corrente “nietzchiana di destra” del Momas (vecchi e/o nuovi…), mettetevi d’accordo con voi stessi e fate pace col cervello, come si suol dire, oppure abbiate il coraggio di mollare gli ormeggi e di veleggiare coraggiosamente verso altre sponde. Capisco che sia difficile ma si rende necessario nel momento in cui la vostra tesi entra in una clamorosa e gigantesca contraddizione con l’antitesi (potremmo dire la logica, in questo caso) e con l’impossibilità di poter arrivare ad una sintesi.
Ergo, come pensate di uscire (senza arrampicarvi sugli specchi di improbabili tautologie, queste sì, assai contigue al femminismo e al femdominismo) dal seguente circolo vizioso? La Realtà (quindi la Natura) mi rende oggi succube del Femdominismo. Io (ipotetico) vorrei ribellarmi a questa condizione di subalternità ma non posso farlo perché nel momento in cui lo facessi smentirei clamorosamente il mio approccio filosofico finendo per aderire contestualmente e inevitabilmente (anche se non posso e non voglio ammetterlo) ad un altro: l’”etica del risentimento” già comincia a fare pericolosamente capolino…. Il quale approccio filosofico mi dice che la mia condizione di subordinazione non è data da fattori sociali, ambientali, culturali ecc. bensì ontologico-naturali (ben separati dai primi). Ergo se sono sottomesso è perché valgo meno di colui (o colei) che mi opprime e che nello stesso tempo colui (o colei) che mi opprime è più bravo di me. Insomma devo accettare questa condizione, come spiego in un altro post, in quanto ontologicamente inevitabile. Se sono in una condizione di minorità è perché me lo merito…
Sembrerebbe invece di no, perché gli stessi sostenitori di questa tesi sono gli stessi che non l’accettano nel momento in cui vorrebbero trasformare questo stato di cose (limitiamoci per ora alla QM) perché lo trovano ingiusto (che secondo questa concezione dovrebbe essere poco più che una “parolaccia”…). Ma il concetto stesso di ingiustizia non può avere spazio in questa interpretazione delle cose, perché la giustizia, come la morale, è una subdola invenzione ideologica dei mal riusciti, degli invidiosi, dei buoni a nulla, i quali, incapaci di imporsi con le proprie forze, in quanto inferiori, hanno escogitato questa menzogna con lo scopo di capovolgere l’ordine naturale delle cose.
Ma, ecco l’escamotage (si fa per dire, perché comunque non se ne esce), l’attuale condizione di subalternità (del maschile, in questo caso) non sarebbe data da fattori di ordine naturale bensì di ordine culturale (natura e cultura ben distinte e separate, eh, mi raccomando…). Quindi, (miracolo!…) i sottomessi non sono i mal riusciti, come potrebbe apparire ad una prima lettura, bensì i “migliori” che sono però stati ingannati dai “peggiori” (e dalle peggiori) che l’hanno avuta vinta, grazie ai loro trucchi “culturali”. Ma come è possibile che i “migliori” siano stati sconfitti e assoggettati dai “peggiori”, se essi stessi sono i migliori? Allora vuol dire che i “peggiori” sono migliori dei “migliori”…O dei “peggiori”?…
Siamo allo scioglilingua… Da questo impasse, piaccia o meno, i “nietzschiani di destra della QM” non riescono e non possono uscire, a meno di gettare alle ortiche il loro teorema.
Da questo punto in poi il logos finisce e iniziano le tautologie, le arrampicate sugli specchi e i voli pindarici transoceanici. Se la QM è una questione di diritti e giustizia, la pseudo “Destra nietzchiana” (guardate che vi sto nobilitando, non è un insulto…) ne è fuori (come spiega magistralmente Rino nel suo articolo), e senza possibilità di equivoci, (sempre che la Logica non sia uno svolazzamento leggiadro alla Annamaria Arlotta, per capirci…). Se invece è questione di altro genere, la “Destra nietzchiana” dovrebbe coerentemente subirla (l’oppressione di genere). E invece non la fa. E perché non lo fa? Perchè è convinta di stare subendo un torto, un’ingiustizia. E allora si ribella. Ma se si ribella cessa di essere quello che dovrebbe essere per diventare altro. E cos’altro? Etica del risentimento, giustizia, ingiustizia, morale, etica, ecc…….
Non c’è soluzione né potrà mai esserci. In ultima analisi ciò che voglio ribadire, ringraziando Sergio di avermi dato l’ opportunità di tornare su alcuni concetti fondamentali, è che è bene che ciascuno rifletta sulle proprie contraddizioni senza cercare il pelo nell’occhio dell’altro. Se ciascuno di noi facesse questo, con onestà intellettuale, avremmo fatto un bel balzo in avanti.
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Mamma mia, scusate, forse non mi sono spiegato bene, non credo che usiamo la parola doveri con la stessa accezione e questo è anche un pò colpa degli ultimi secoli di cultura ‘moderna’.
Allora per doveri non si intende una oppressione o qualcosa di imposto , lo stakanovismo, la repressione, l’orario fisso di lavoro non sono doveri sono semplice e brutale oppressione. Dovere è proprio quello che uno sis ente di fare in quanto consono alla propria persona. Io mi sento ‘in dovere’ di aiutare chi è in difficoltà perchè altrimenti tradirei me stesso, io sono felice di avere dei ‘doveri’ verso le mie figlie perchè in questo trovo la vera felicità, io conosco tante persone di scarsa istruzione, scarso riconoscimento sociale, scarsi mezzi economici che sono dei veri ‘nobili’ che elargiscono liberamente e magnanimamente doni inestimabili a chi li incontra che hanno un concetto di sè talmente alto dal godere della loro lealtà. Altresì conosco poveri ricchissimi schiavi (e schiave naturalmente) tristi ed infelici, lontani da sè e con un ben povero orizzonte davanti.
Faraday era un gran sognatore e quindi di per sè persona piena di doveri verso sè stesso, verso la propria ispirazione, l’uomo è fatto per la felicità non per il dolore e la felicità si trova nel sentirsi utili e nel non vendersi (e quindi non essere comprato, attività tipicamente schiavistica).
..ultima cosa, si sono io che ho fatto conoscere il pezzo su Avetrana. Mi sembra che il punto di questa assurda perversione del femminismo si possa risolvere solo ripartendo da ciò che VERAMENTE desideriamo.
Sandro G.(Quota) (Replica)
fabrizio: Armando, hai troppo buon senso anche solo per prestare un briciolo di attenzione a questi deliri pseudo “nietzschiani di destra” da accatto (fossero quelli seri, ci si potrebbe pure stare…)
Ma per carità. Stavo dicendo, ma forse non mi sono spiegato bene, che il darwinismo, contrariamente a quello che sostengono gli scientisti anche di sinistra (vedasi Flores D’arcais, ma insomma era così anche tutta la scuola sovietica), non ha risolto i problemi dell’evoluzione biologica (non lo dico io, ma molti autorevoli scienziati che sottolineano le aporie e alcune contraddizioni, nonchè gli anelli mancanti che lo rendono tuttora una teoria un po’ monca). Figurati allora se posso pensare al darwinismo sociale. Ma se si accetta acriticamente,e sottolineo acriticamente, il darwinismo biologico, alla fine si finisce logicamente per accettare anche quello sociale.
armando(Quota) (Replica)
Ieri sera, facendo zapping, mi sono casualmente imbattuto in uno dei salottini mediatici oggi di moda (mi pare fosse su Italia 1) dove si discorreva di fatti particolarmente efferati di cronaca nera. Fra questi particolare attenzione era dedicata alla vicenda di Pietro Maso, il giovane ormai quarantenne (se non erro, ormai libero da tempo) che una ventina di anni fa massacrò entrambi i genitori per l’eredità.
L’aspetto surreale (ma molto reale…) è che questo tizio, allora ventenne, diventò fin da subito, fin da quando cioè fu scoperto e arrestato, l’idolo di migliaia e migliaia di ragazze che durante tutti questi anni di detenzione (in realtà era in permesso esterno già da diversi anni…) hanno continuato a scrivergli e a dichiarargli il loro amore, la loro stima e la loro ammirazione, a idolatrarlo e a venerarlo come un eroe.
Non solo. Il giorno del processo, al termine dell’udienza (hanno mostrato il video), decine e decine di ragazze presenti in aula, al momento della lettura del verdetto e della sacrosanta condanna (a mio parere anche troppo lieve in relazione al delitto commesso, se consideriamo che il personaggio in questione già da molti anni godeva dei benefici di pena fra cui il permesso di lavoro esterno che gli ha consentito anche di allacciare una relazione sentimentale), hanno dato in escandescenze: urla, strepiti, invettive contro i giudici, scene da vero e proprio delirio, qualcuna sembrava essere stata morsa da una tarantola….
Nessuno naturalmente nel “salottino” (ma guarda un po’) si è soffermato su questo aspetto, che in realtà è a mio parere il più inquietante, forse ancor più dell’efferatezza del delitto commesso.
In fondo il Maso è considerabile come un maschio alpha (così qualcuna che ci chiedeva cosa intendessimo per maschio alpha avrà una risposta…). Che sia un banchiere, un presidente d’azienda, un divo del cinema, un calciatore, oppure un assassino, un capo camorrista o mafioso, poco importa. Anzi. A volte questi ultimi hanno ancora più successo dei primi.
Personalmente, oltre a trovare tragicamente inquietante e avvilente tutto ciò, una risposta al fenomeno ce l’ho, ed è di fatto contenuta nella mia precedente affermazione (naturalmente da approfondire nei vari aspetti). Sarebbe però interessante sapere quale interpretazione potrebbero dare femministe e femdoministe e perché no, anche le donne in generale rispetto a questo fenomeno.
Mi sa tanto che non sarà facile trovare un risposta credibile e ideologicamente compatibile…
Fabrizio
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Ottimo. Concordo in tutto e per tutto. E’ quello che in un certo senso dicevo io nel mio primo post su questo forum di pochi giorni fa. Per le storie di sesso (come dicono le mie amiche) contano solo certe caratteristiche psico fisiche ben note. Il resto zero assoluto. Se paradossalmente questo psicopatico frequentasse la cerchia delle mie conoscenze femminili automaticamente verrebbe considerato un maschio alfa dominante (MAD) con la conseguenza di avere rapporti sessuali garantiti a vita.
Tutto questo viene ovviamente negato dalle femministe.
maub(Quota) (Replica)
Pure il discorso destra e sinistra, ma la mafia in Italia c’è sempre stata con entrambi e penso che molti delle forze dell’ordine che vengono dal sud sono parenti di mafiosi. Per le donne basta vedere il film musical Tano da morire della regista Roberta Torre, dove chiaramente si vedono le donne che fanno le fans di Tano e la mafia.
Leonardo(Quota) (Replica)
questo è bello e credo sia abbastanza centrato con quello che si dice , consiglio comunque Chesterton, che di Nietzsche era l’arcinemico per capire meglio certe aporie da ‘rifiuto della realtà’ presenti anche nel darwinismo, e segnatamente i libri Eretici e ‘Cosa non va del mondo’, cento anni circa e sembrano scritti ieri, intanto :
http://www.miradouro.it/node/51990
Sandro G.(Quota) (Replica)
Domani la Corte d’Assise di Taranto si chiude in Camera di Consiglio e tra pochi giorni si avrà il primo verdetto sull’assassinio di Sarah Scazzi.
Non ritorno su considerazioni già fatte, ma se c’è un quadro delineato chiaramente in questa storia, al di là di come finisca, è proprio quello di un matriarcato di fatto, di un femminile che si svolge mostrando il suo lato peggiore. Con le figure maschili, in primis quella di Michele, evanescenti e succubi.
Invece l’autore dell’articolo riesce comunque:
1) ad addossare la responsabilità al patriarcato;
2) ad affermare che no, non è possibile che delle fragili donzelle siano arrivate a tanto, ma, viste le modalità del fatto dietro sicuramente ci sta la mano di organizzazioni mafiose. Ipotesi rispettabile quanto le altre, ma destinata a rimanere tale se non si trovano le adeguate pezze d’appoggio. Le famose prove. Che al nostro evidentemente non occorrono.
Sarah, delitto senza castigo
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Zio Michele che si strofinava gli occhi per cavarne qualche lacrima, Sabrina che addirittura se li copriva per piangere a secco, e Cosima che tirava le pietre ai giornalisti. Ripassano come in una pellicola, una dietro l’altra, le immagini e le bugie del delitto senza castigo di Avetrana, alla vigilia della sentenza per l’omicidio di Sarah Scazzi. Domani la Corte d’assise di Taranto si chiude in camera di consiglio e a giorni darà il suo verdetto, mettendo la prima pietra giudiziaria sul caso di cronaca più inquinato dal dopoguerra. Sarah è morta il 26 agosto 2010, strangolata dalla cugina e con l’aiuto della zia, una ragazzona di campagna e sua mamma di poche parole, accanite contro la ragazzina che non voleva stare al suo posto e che aveva la lingua troppo lunga, specie con la gente: poi Michele e gli altri parenti hanno fatto pulizia del cadavere e delle tracce. Questa è la ricostruzione che la procura ha impacchettato e mandato in aula per il processo cominciato il 10 gennaio 2012, dopo quasi un anno di indagini faticosissime e serrate.
Il pm Mariano Buccoliero, un magistrato di una volta per la tenacia e la pazienza, i suoi pochi ma fidati uomini in un contesto ambientale molto difficile, contro vento, contro i corvi e contro l’opinione pubblica che si era schierata in gran parte dalla parte di Sabrina e Cosima, avendo avuto un reo confesso – Michele Misseri – che ha cambiato più idea e versioni, sono stato io anzi no, che gomme al suo trattore. La pressione sugli inquirenti, che ad Avetrana hanno trovato un’omertà degna di altri fenomeni, è stata scandita dal quotidiano succedersi di trasmissioni che in diretta tv ripercorrevano tutte le tappe della vicenda, sviscerando con esperti e addetti ai lavori tutto quello che di solito, in un paese civile, si discute in un’aula di tribunale.
La legge dell’audience però non fa sconti, e così dopo aver visto e sentito tutto e il contrario di tutto, compreso il video di un sopralluogo giudiziario nel garage della casa diffuso col telegiornale della sera, nella logica della morte in diretta a tutti-i-costi, è rimasta la gelosia di Sabrina per Ivano, il panettiere definito dalla madre «l’Alain Delon di Avetrana», si spera con grande senso dell’ironia. Sabrina risponde alla legge di omicidio volontario, Cosima Serrano di concorso e Michele di soppressione di cadavere. In totale, sono una quindicina le persone rinviate a giudizio (compresi un paio di avvocati accusati di aver fatto cose indegne), protagonisti e comparse sulla scena del crimine che ha portato via Sarah in un torrido pomeriggio di agosto, nella “controra” di afa e cicale, quando la figlia di Concetta – piuttosto dostoevskiano anche il rapporto tra le sorelle Serrano – ha percorso 700 metri convinta di andare al mare, ma è stata inghiottita dal portone di via Deledda, e molto verosimilmente dalle ombre nere di una famiglia patriarcale solo apparentemente pacifica e operosa. Il delitto Scazzi come la più grande concentrazione di coincidenze investigative mai viste in un caso di omicidio. Una coincidenza, per esempio, che quel giorno Sabrina abbia concordato di andare al mare con l’amica Mariangela Spagnoletti, la cui deposizione poi è servita ai magistrati per inchiodare madre e figlia: chissà se le gite in spiaggia erano frequenti, perché il sospetto di un appuntamento-alibi resta forte.
Una coincidenza il fatto che la mattina Michele sia andato nei campi in ritardo, rispetto al solito orario mattiniero. E una coincidenza il fatto che Cosima sia invece tornata prima dal lavoro, o il fatto che una cliente di Sabrina, estetista a domicilio, l’abbia sentita discutere con Sarah qualche ora prima di essere strangolata e buttata in un pozzo, in contrada Mosca. E che Michele abbia caricato nel baule il corpo ormai senza vita di Sarah e si sia diretto verso quel pezzo di terra, attiguo ad una vecchia casa poderale di famiglia, alla cieca, cioè col rischio di trovare la strada o il pozzo ostruito. È molto più verosimile che lui o qualcuno abbia fatto un sopralluogo in zona nelle ore o nei giorni precedenti, ma questo comporterebbe l’elemento della premeditazione che i magistrati hanno escluso in fase istruttoria e dibattimentale, perché per sostenere certe cose ci vogliono le prove.
L’impianto accusatorio, quindi, è costruito sul raptus di Sabrina che, furibonda per la gelosia e per l’orgoglio ferito, ha strangolato la cugina, non trovando presumibilmente grandi ostacoli, vista anche la differenza di corporatura tra le due ragazze. Una furia davvero cieca, se si pensa che è scattata proprio a ridosso dell’arrivo di Mariangela, che doveva prelevare le cugine e portarle sulle spiagge salentine. Eppure, sono le conclusioni dell’accusa, Sabrina e Cosima hanno avuto la volontà omicida, lucidità e freddezza di ricomporsi, nel giro di pochi istanti, insieme a Michele e ai parenti, costruendo un apparato di menzogne e depistaggi durato settimane. Il prodotto finale, in attesa della sentenza, sembra una fattispecie nuova nel campo della criminologia e della dottrina giurisprudenziale. L’impeto è per definizione individuale, nell’esecuzione e nel (frequente) pentimento successivo. Non si era mai visto, come ad Avetrana, tutto il contrario: un raptus individuale a cui però hanno collaborato tutti gli altri, con regia perfetta, frutto di mutua e reciproca collaborazione e per di più con movente a dir poco futile.
Il quadro, per stile e modalità, pare molto più affine alle esecuzioni mafiose che ad un regolamento di conti familiare sfociato in tragedia, quindi difficilmente ipotizzabile senza un disegno preciso. Infatti, anche solo la mezz’ora trascorsa tra l’arrivo di Sarah in via Deledda e l’incontro tra Sabrina e Mariangela, con la ragazzina già uccisa, scandita da una teoria di squilli, sms e parole messe in fila ad arte, la messa in scena demolita poi dal certosino lavoro degli inquirenti, dimostrerebbe un disegno criminale molto, ma molto più sofisticato del feroce istinto di una giovane Medea di paese, scattato un pomeriggio d’agosto di tre anni fa, nella pace degli uliveti di Avetrana.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Sabrina e Cosima condannate all’ergastolo per l’omicidio della 15enne Sarah Scazzi
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
“Da Sabrina un falso alibi”: le motivazioni della condanna per l’omicidio di Sarah
Sentiremo qualcuna chiedere scusa?
Sarah Scazzi e i clan familiari a protezione dei pedofili
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PS. Il link l’ho preso a caso. Ma in quei giorni tutte hanno dato il peggio di sè. *bad*
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Oggi è iniziato il processo d’appelllo per il delitto di Sarah Scazzi: Omicidio Scazzi, l’avvocato Coppi: «Ad uccidere Sara è stato Michele Misseri» .
In ambito femmini-stoide tutto tace. Avetrana non esiste. Nemmeno Di Maglie, nato la vicino favella.
Rugiadina Rossa, tu che ogni tanto vieni a spiarci ed estrapolare passaggi da dare in pasto alle amichette di facebook, non hai niente da dire?
Suvvia … coraggio.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
In realtà quasi tutti gli omicidi avvengono fra parenti,amici e conoscenti, basta guardare l’ultima tabella di questa immagine
simone(Quota) (Replica)