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Le parole sono importanti.
Oggi, 8 marzo, “Festa della donna”.
La ricorrenza diventa di nuovo l’occasione più idonea per rivendicare, denunciare, accusare, denigrare l’uomo, …
Una prassi che va avanti da oltre mezzo secolo, e che non fa altro che accentuarsi con gli anni.
Festa. Una festa è un’occasione di celebrazione, un lieto e gioioso momento, di divertimento, di gioia, di condivisione, di stima, di amicizia, che fa stare bene tutti.
Ebbene, durante la “Festa della donna” si organizzano cortei, manifestazioni, campagne di denuncia, si intitolano le prime pagine dei giornali contro la violenza e ogni sorta di discriminazione, si mettono “bandiere a mezz’asta per vittime femminicidio” (Boldrini), si inventano leggende metropolitane di fantomatici incendi deliberati appiccati da perfidi proprietari patriarcali a danno di indifese donne operaie scioperanti avvenuti nella inesistente fabbrica di camicie Cotton nel 1908 a New York, e si promuovo scioperi delle donne contro gli uomini ovunque, ieri in Italia (2017), oggi in oltre 70 paesi (Corriere della Sera), furente in Spagna (2018), domani nel mondo intero. La giornata della donna non è una Festa, è un atto di accusa. Sarebbe più corretto denominarla Giornata dell’Odio.
La Festa della donna è un’occasione per rivendicare. È dunque giusto che ciò avvenga anche a senso inverso.
Oggi è in uscita un libro sulla violenza femminile di Glenda Mancini, Anche le donne uccidono, lanciato in formato tascabile.
Un argomento purtroppo sempre attuale, e sempre interessante da approfondire.
Ha sempre qualcosa di eroico contestare la visione dominante in una società, soprattutto quando a farlo è qualcuno che ipoteticamente non ne trae alcun vantaggio, in questo caso una donna: Glenda Mancini. La figura ormai paradigmatica per eccellenza: Erin Pizzey.
Ora, in queste righe io non parlo dell’argomento della violenza, seppur molto importante, parlo di parole.
E la parola più importante nel libricino è nel titolo, è la parola anche: “Anche le donne uccidono”.
Ma come è possibile che ancora nel XXI secolo si deva continuare a ripetere che la violenza non ha razza, non ha classe sociale, non ha età e non ha sesso?
Parità.
Parità è una parola importante. Il feminismo è parità, così ci dicono i media, i politici, i dizionari,…
Secondo me asimmetria è la parola che definisce meglio il termine feminismo. Il feminismo è un lungo e fiorito rosario di asimmetrie.
È per colpa dell’asimmetria che le vittime maschili della violenza femminile sono costretti a parlare anche della loro esistenza in maniera separata.
È per colpa dell’asimmetria che le vittime maschili devono rivendicare la propria esistenza nella Giornata della donna, perché la Giornata dell’uomo non esiste.
Il tascabile non parla solo di violenza, ma parla innanzitutto di asimmetria.
Asimmetria sulla violenza. In pagine 79, 80, 81 :
“…il fatto che gli unici studi pubblicati e facilmente reperibili siano tutti interessati alla violenza sulle donne comporta la gravissima omissione di una fetta, magari esigua ma comunque significativa, del fenomeno. (…) Che la violenza sugli uomini da parte di donne esista è un fatto indiscutibilemente vero, confermato anche dai diversi centri antiviolenza… (…) …se una vittima è maschio non potrà intraprendere nessun percorso d’aiuto specifico.”
Asimmetria sulle Feste delle donne. In pagina 172:
“A gennaio 2017, dieci (10!)** avvenimenti specifici per il sesso femminile scandivano il Calendario delle Nazioni Unite – Giornate (7), Anno (1), Settimana (1), Decennio (1). Tra questi la Giornata internazionale della donna e la Giornata internazionale della Bambina, quest’ultima proclamata per “rompere l’ingranaggio di discriminazione e di violenza” (Risoluzione ONU 66/170 del 19/12/2011). Nessuna Giornata specifica per il sesso maschile, né per “rompere l’ingranaggio di discriminazione e di violenza” subita dal bambino. Zero assoluto. Soltanto Giornate generiche per tutti, uomini e donne, per i diritti dell’uomo (essere umano) o per l’infanzia (20 novembre). L’ente più recente creato dalle Nazioni Unite nel 2010 “per promuovere l’uguaglianza tra i generi e combattere la discriminazione in tutto il mondo” palesa già dal solo nome, semmai ce ne fosse stato bisogno, l’ideologia che la guida e guida il mondo: ONU Donna (UN Women). Vi immaginate un ente creato dalle Nazioni Unite “per promuovere l’uguaglianza tra le razze e combattere la discriminazione in tutto il mondo” denominato ONU Ariana o ONU Ebrea?”
** Avvenimenti internazionali dell’ONU specifici del sesso femminile nel 2016: Giornate internazionali: contro le mutilazioni sessuali femminili (6 febbraio); delle donne e delle ragazze nelle scienze (11 febbraio); della donna (8 marzo); per l’eliminazione della fistola ostetrica (23 maggio); della bambina (11 ottobre); delle donne rurali (15 ottobre); per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre); altre due giornate contengono il riferimento “madre”: Giornata internazionale della lingua materna (21 febbraio) e della madre terra (22 aprile); da aggiungere la Giornata internazionale d’azione per la salute delle donne del 28 maggio, non riconosciuta ufficialmente dall’ONU, ma sostenuta comunque da enti internazionali e dalla stessa OMS. Non esiste nessuna Giornata internazionale d’azione per la salute degli uomini. + Settimana internazionale dell’allattamento materno (1-7 agosto) + Decennio internazionale della donna (1975-1985) + Anno internazionale della donna (1975).
Asimmetrie. Parole.
“Anche le donne uccidono”. Da leggere.
Foto: corriere.it (da Google)
4 Commenti
Questa parola mi parla anche di come sia difficile per noi uomini, per me, evitare di “chiudere Dio nei confini ristretti dei nostri calcoli, delle nostre misure. Quasi che possiamo riuscire a comprenderlo meglio se lo traduciamo, da immenso qual”è, a tascabile!
Vall(Quota) (Replica)
Complimenti Santiago, Ho già letto il tuo scritto e aspetto il libro. Un saluto
Armando
ARMANDO(Quota) (Replica)
Sanno molto uccidere in parole,pensieri e azioni.
Ormai sogno di diventare asessuato.
Frequentarne alcune mi è risultato abbastanza traumatico.
Renzoni(Quota) (Replica)
Si, libro interessante.
Aliquis(Quota) (Replica)