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23 Feb 2012  |  425 Commenti

Violenza (di genere)

In questa video intervista affrontiamo la questione della cosiddetta “violenza di genere”, con la quale si intende comunemente la violenza agita dagli uomini nei confronti delle donne.

“La violenza è maschile”. Questo concetto è uno degli assi centrali dell’ideologia femminista divenuta ormai da tempo cultura dominante. Si parte infatti dal presupposto che le donne non solo non siano in grado di agire in maniera violenta, ma non siano neanche in grado di concepirla, perché non farebbe parte della loro “specificità di genere”. Qualora delle donne, direttamente o indirettamente, secondo questo modo di interpretare le cose, si rendessero protagoniste di atti di violenza, ciò sarebbe dovuto al fatto che hanno interiorizzato i comportamenti maschili da cui sono condizionate.

Siamo di fronte ad una menzogna di proporzioni macroscopiche, come è evidente a qualsiasi persona dotata di un briciolo di buon senso, che però ha trovato sostenitori autorevoli addirittura nel mondo accademico, oltre che in quello politico e mediatico, fino a diventare, come dicevamo, l’interpretazione corrente e largamente dominante.

Il tema è estremamente complesso e non può di certo essere esaurito con un video.

Torneremo sull’argomento.


425 Commenti

Luigi Corvaglia 11:51 pm - 4th Agosto:

Non mi tornano diverse cose.
Ok, uno può essere violento. Ed esserlo per cento motivi. Ma, tolti i casi patologici, con tutta evidenza a questo punto i più facili da decifrare, perché non viene presa in considerazione l’aliquota di violenza messa in gioco dalla controparte?
(Chiaramente la domanda è retorica perché conosco il motivo, del tutto ideologico)
La violenza, ad esempio di colei che, senza accordo e di nascosto fa battezzare la figlia.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08/04/bolzano-training-anti-violenza-nel-consultorio-per-soli-uomini/316856/
……………………………………………
Bolzano, training anti-violenza nel consultorio per soli uomini
Il corso, in totale 28 incontri, si basa su standard europei e usa la tecnica del Time-out: in caso di tensione nella coppia uno dei due dice una parola-codice concordata che identifica, come campanello d’allarme, lo stato emotivo oltre i limiti
di Elisabetta Reguitti | 4 agosto 2012
Sandro quando sta per arrabbiarsi comincia dagli oggetti. Racconta che mentre “monta la rabbia” lui inizia a spostare con una certa irruenza tutto quello che gli sta attorno. Le posate, i bicchieri o anche i giochi dei suoi tre bambini che adora. Giuseppe, quando ha saputo che la sua ex compagna aveva fatto battezzare la loro figlia senza dirglielo, non ha capito più niente. Ha tentato di trattenersi durante quella telefonata in cui le ha anche chiesto se la festa era stata bella poi, però, è finito al pronto soccorso con un attacco di panico provocato dalla rabbia. “Non ho mai alzato le mani su una donna. Ma se in quel momento avessi avuto davanti qualcuno sarei finito in questura” ammette. L’altra faccia della violenza domestica e familiare ha la voce di quegli uomini che svelano la loro storia; lo fanno con grande fatica e profonda vergogna di se stessi. “Un sentimento che provano immediatamente dopo il loro atto di rabbia” assicura Massimo Mery, psicologo della squadra dell’unico consultorio per soli uomini attivato dalla Caritas della diocesi di Bolzano-Bressanone.

Oltre 3500 richieste di aiuto in undici anni di attività svolta nel cuore della città. “La violenza può nascondersi in qualsiasi casa – assicura Mery – anche dietro le costose montature di occhiali neri indossate da signore benestanti che preferiscono celare i segni dei maltrattamenti”. Sandro, a causa della crisi, ha dovuto chiudere la sua attività e a 52 anni si trova disoccupato. Ha tre figli piccoli avuti dalla sua seconda compagna che svolge più lavori, per poter portare avanti la famiglia. “La mia è una violenza solo verbale ma inarrestabile”, ammette l’uomo di corporatura esile che sembra perdersi nei jeans e nella maglietta che indossa. Quando descrive le sue sfuriate gli occhi diventano lucidi e il suo pallore viene incendiato dalla reazione della pelle. Sandro partecipa alle sedute-laboratorio del primo “Training anti-violenza”(modello europeo chiamato Change) per uomini violenti – denominati offender – promosso a Rovereto e Bolzano (proprio nel Consultorio per soli uomini) e al quale si è iscritto volontariamente su consiglio della psicologa.

Angelo, 46 anni, professione militare, è separato e al progetto Training si è iscritto per decisione del Tribunale dei minori dopo che la ex moglie lo ha denunciato per maltrattamenti. Lui però ripete di averlo fatto per difendere se stesso e i loro due bambini dalla furia della donna. In autunno lo attende la prima udienza del processo. I 28 incontri del corso rivolto alla violenza di genere sono bisettimanali. Prima di accedervi l’uomo che abbia usato violenza domestica deve firmare un contratto con il quale si impegna a cessare immediatamente qualsiasi forma di prevaricazione, sia psicologica che fisica. Chi si iscrive impara a “guardarsi nello specchio” dei racconti di altri uomini perché, secondo gli esperti, “non è facile per nessun maschio ammettere un atteggiamento sbagliato”. L’obiettivo dell’iniziativa della Caritas di Bolzano è imparare a riconoscere e gestire le proprie emozioni che provocano reazioni violente. Dal gruppo, al quale si può accedere in ogni momento, sono esclusi soggetti con gravi problemi psicologici o dipendenze. I conduttori sono due esperti della materia, un uomo e una donna. Michela Bonora, 26 anni e una tesi di laurea sugli uomini violenti, conduce il gruppo assieme a Massimo. Michela è una sorta di elemento di disturbo, in quanto donna. “Nel nostro percorso non parliamo mai di colpe ma di responsabilità. All’inizio i maltrattanti non sanno neppure definire la loro violenza, tendono a minimizzare e a difendersi. Poi però basta che uno di loro ammetta che gli altri proseguono”.

Secondo l’Istat, il 31,95% delle donne in Italia ha subito almeno una volta una violenza, ma il 93% non la denuncia e sono decisamente in aumento i “femminicidi”. “Perché nessuno va a indagare i motivi per i quali avvengono? – interviene Angelo che poi prosegue – Non è sempre colpa dell’uomo, ma intanto noi passiamo per quelli che in qualsiasi modo hanno torto. In alcuni casi siamo i mostri da sbattere in prima pagina”. Età media 40 anni, buona scolarizzazione, stranieri ma anche madre lingua italiana e diversi madre lingua tedesca, queste sono le caratteristiche del profilo di chi ha seguito e segue il corso iniziato nel 2011 il cui presupposto è: la violenza non è una patologia ma un atteggiamento che può essere modificato. “Ti rovino la vita, avrai paura per sempre, ti distruggo con la tua macchina” sono esempi di minacce e intimidazioni raccontate dagli stessi autori che in alcuni casi, secondo Massimo e Michela, si giustificano poi dicendo “se solo sapesse cosa ho dovuto sopportare, io l’ho fatto per difendermi”, mentre nei casi di violenza fisica gli uomini innescano meccanismi difensivi adducendo scuse come “ho risposto ad una sua provocazione, è scivolata da sola, non sono stato io”.

Il metodo Change utilizzato a Bolzano, prevede la tecnica del Time out: in caso di tensione nella coppia uno dei due dice una parola-codice concordata e che identifica, come un campanello di allarme, lo stato emotivo oltre i limiti. L’uomo esce di casa per un periodo di tempo prestabilito e al ritorno si recupera il discorso. Spiegano Michela e Massimo come sia importante riuscire a trasmettere concetti come ad esempio il ciclo della violenza: la tensione iniziale rivolta alla compagna, alla moglie, alcune volte alla suocera, molto raramente contro i figli, poi l’esplosione con le azioni violente e le vessazioni. Infine la “luna di miele” del pentimento, magari l’impegno a non comportarsi più allo stesso modo. Ma troppo spesso, quelle della luna di miele, rimangono solo promesse, disattese.

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Rita 9:13 am - 5th Agosto:

“Angelo, 46 anni, professione militare, è separato e al progetto Training si è iscritto per decisione del Tribunale dei minori dopo che la ex moglie lo ha denunciato per maltrattamenti. Lui però ripete di averlo fatto per difendere se stesso e i loro due bambini dalla furia della donna.”

questo è allarmante, non è chiaro, comunque
non si è iscritto per decisione propria, ma sembrerebbe una sorta di costrizione del Tribunale dei minorenni a seguito di una denuncia. E sembrerebbe che lui dichiari di averlo fatto per difendersi e difendere i bambini…

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Luigi Corvaglia 10:44 am - 11th Agosto:

Segnalo la seguente bozza di disegno di legge nr. 3390 dal titolo ” Norme per la promozione della soggettività femminile e per il contrasto al femminicidio”.
https://docs.google.com/file/d/0B6gpS9zR7YIEMzBWQlUxQ2IxbWs/edit
Non l’ho ancora letto approfonditamente per cui mi riservo di parlarne successivamente.

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mauro recher 3:52 pm - 16th Agosto:

Luigi ,ho letto il disegno di legge anche se non l’ho approfondito ,comunque ,queste le mie considerazioni
http://femdominismo.wordpress.com/2012/08/16/disegno-di-legge/

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Luigi Corvaglia 12:43 pm - 17th Agosto:

@ Mauro Recher
Ho letto il tuo post.
Da parte mia me lo sto leggendo e analizzando in maniera approfondita. Nell’ambito delle mie capacità chiaramente, non sono un giurista.
Comunque la prima superficialissima lettura conferma quello che pensavo ed esprimevo in questo commento:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/21/violenza-sulle-donne-sul-web-diventa-nazi-femminismo-non-andate-nei-centri-di-ascolto/300754/#comment-594218036
ed in altri da me fattti su UB riguardo al vero obiettivo di tutto questo attivismo: il finanziamento manu militare dei centri anti-violenza e dell’associazionismo femminista.

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mauro recher 12:29 pm - 27th Agosto:

La violenza ,esclusivamente maschile , non si ferma a stupri e assassinii ma ,anche a roghi e distruzioni di bosco ,ne parlo qui ,l’input deriva comunque da un articolo di Michele Serra
http://femdominismo.wordpress.com/2012/08/27/fuoco-maschilista/

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Giorgio 6:17 pm - 27th Agosto:

ma ,anche a roghi e distruzioni di bosco ,ne parlo qui ,l’input deriva comunque da un articolo di Michele Serra
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http://antifeminist2.altervista.org/incendi-arrestata-donna-mentre-dava-fuoco-a-bosco-t1471.html

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armando 6:18 pm - 27th Agosto:

Coi Michele Serra non c’è nulla da fare. Hanno la loro ossessione fissata nella testa senza la quale non potrebbero vivere. Inutile far rilevare che “chi non fa non falla” o che il numero di donne salvate dagli uomini è enorme oppure che le donne hanno sempre usufruito di ciò che i maschi hanno fatto nel tempo e nel mondo. Inutile, inutile. Fosse per loro e per coloro che hanno messo sul piedistallo, saremmo ancora alle caverne, in senso materiale e spoirituale. Amen.
armando

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cesare 10:28 am - 28th Agosto:

Invece l’esercito di colf in nero,è talmente in nero che si può tacerne esistenza e condizione: non si sa che esistono. Si tratta di una delle innumerevoli “contraddizioni in seno al genere” che come quelle “in seno al popolo” restano nel buio. Altrimenti il recente culto occidentale della Pussycrocifissa, non raccoglie nè offerte nè preghiere nè ministri per il culto nè finanziamenti statali. E gli adepti che vi hanno cercato la salvezza si sbandano.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/sono-un-milione-le-colf-in-nero/2189810

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mauro recher 11:07 am - 28th Agosto:

completamente OFF TOPIC …volevo solo segnalare che ,non so per quale assurdo motivo ,alcuni commenti che mi arrivano sul mio blog vanno nella sezione spam e non mi si visualizzano nella mia e-mail ,tra cui un commento di Rino davvero interessante ,mi scuso con tutti ,ma adesso che ho capito la situazione resto più attento laugh ….chiedo scusa a Fabrizio per questo ” messaggio ”

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fulvio terzapi 12:57 pm - 28th Agosto:

qualcuno dovrebbe consigliare a Serra la lettura di Il Mito Del Potere Maschile di Warren Farrell.
chissà che non rinsavisca.

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Luigi Corvaglia 10:01 am - 4th Settembre:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_settembre_4/donna_stalker-giudice-minacce-2111679452474.shtml
Dall’articolo: “Solo che, di inusuale, qui c’è che è la donna a tartassare l’uomo.
…………………………………………..
Se gli uomini adottassero lo stesso metro femminile nel definire questo reato e comunque se ne vergognassero socialmente di meno sono convinto che tutta questa inusualità scomparirebbe.

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Luigi Corvaglia 11:52 am - 4th Settembre:

Segnalo l’ultimo post di De Maglie su FQ ed a seguire il mio commento (pubblicato).
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http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/03/uomini-e-violenza-non-chiamiamoli-maltrattanti/340816/
Uomini e violenza, non chiamiamoli maltrattanti
No, non è una provocazione, ma è il risultato di riflessioni date dall’esperienza personale e clinica nel lavoro con uomini che hanno agito dei comportamenti violenti all’interno delle relazioni affettive e che, ad un certo punto della loro vita, sono stati in grado, a modo loro, di chiedere un aiuto per interrompere la violenza agita.
Dare un’etichetta è semplice, veloce e rassicurante, ma implica un vero e proprio salto mortale del pensiero. Il termine maltrattante (o violento) non è altro che appunto una etichetta con la quale si riduce la complessità di una persona identificandola con quello che è stato il suo comportamento, ingabbiandola in esso, mentre, nel mio lavoro, ciò che mi sostiene è proprio il sapere che l’uomo può, potenzialmente, essere altro da ciò che ha esternato fino a quel momento. Sono convinto che il comportamento violento sia espressione di un malessere riconducibile, ma non riducibile a ciò che viene messo in atto ossia il pugno, lo schiaffo, il calcio o l’insulto.
Parlare di uomini che agiscono comportamenti violenti è sicuramente una terminologia che io preferisco e che utilizzo, anche se inevitabilmente scomoda per la sua lunghezza, ma è più corretta, rispettosa ed aderente al reale perché si mette l’accento su ciò che è stato maltrattante ossia l’azione.
Coordino dal 2009 a Firenze la prima Associazione in Italia che si occupa di uomini che agiscono violenza ed il suo nome è Centro di Ascolto Uomini Maltrattanti (C.A.M.) e quindi è opportuno che in questo articolo chiarisca che io qui esprimo una posizione netta che comunque è solo la mia posizione personale e non è necessariamente indicativa del pensiero del Centro di cui sono solo una delle tante anime. Il C.A.M. non ha sottovalutato l’importanza che ha avuto chiarire, sin da subito, nel nome l’utenza alla quale si rivolge, essendo un’ utenza che di suo tende a minimizzare molto gli agiti violenti e ad autogiustificarsi. Io però sono convinto che l’utilizzo del termine maltrattante o violento non sia funzionale e mi ponga dei grossi limiti nella relazione di aiuto che cerco di instaurare.
Accogliendo un uomo, con il suo bagaglio di emozioni di rabbia, paura, imbarazzo e disconoscimento di ciò che ha fatto, nell’ evidenziare, sin da subito, che lui ed il suo comportamento sono cose ben distinte ho trovato il migliore alleato per dare alla persona possibilità di cambiamento. L’uomo non si sente giudicato, non si sente etichettato e si dà e mi dà più facile accesso all’ascolto. E’ così più facile che egli cessi di agire i comportamenti violenti di cui si è reso responsabile nei confronti della partner e/o dei figli.
D’altronde credo che ognuno di noi possa aver avuto esperienze in cui l’essere “catalogato” abbia creato del fastidio e dell’insofferenza e siamo d’accordo che, parlando di violenza, siamo in un campo molto più complesso e carico di attenzioni obbligate, ma i principi alla base del ragionamento sono, a mio avviso, gli stessi.
Deve necessariamente comunque sempre essere ben chiaro che il comportamento violento è indiscutibilmente condannato ed è un passaggio delicato perché l’uomo può credere di ricevere una qualche sorta di assoluzione. L’obiettivo non è assolvere, ma comprendere in modo che si maturi una presa di coscienza della propria responsabilità nell’aver scelto di agire violenza e di non esserne stati obbligati da forze superiori di cui non si ha il controllo e di conseguenza si può comprendere che delle alternative alla violenza ci possono essere, se davvero lo si vuole. Un comportamento violento non è rappresentativo dell’essere della persona, anche se, indubbiamente, figlio della sua storia, ma è rappresentativo della sua capacità di scegliere o meno di rompere delle catene che lo limitano e che gli danno una illusione di potere quando invece ciò che ottiene dall’altro è solo paura.
Non chiamiamoli maltrattanti, non chiamiamoli violenti, chiamiamoli con parole che non mettano sbarre di ferro a prigioni di carta.
di Mario De Maglie
……………………………………………….
De Maglie
con il suo ragionamento potrei anche trovarmi d’accordo. Solo che come al solito è parziale, affronta solo un lato della medaglia e si concentra solo sugli aspetti più evidenti del problema, cercando la soluzione solo e solamente in un ambito. Quello maschile.
Per cercare di spiegarmi le riporto uno stralcio di un post uscito sullo stesso FQ ( http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08/04/bolzano-training-anti-violenza-nel-consultorio-per-soli-uomini/316856/ ).
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Giuseppe, quando ha saputo che la sua ex compagna aveva fatto battezzare la loro figlia senza dirglielo, non ha capito più niente. Ha tentato di trattenersi durante quella telefonata in cui le ha anche chiesto se la festa era stata bella poi, però, è finito al pronto soccorso con un attacco di panico provocato dalla rabbia. “Non ho mai alzato le mani su una donna. Ma se in quel momento avessi avuto davanti qualcuno sarei finito in questura” ammette.
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Ecco, vorrei che mi rispondesse da psicologo e psicoterapeuta (speranza vana, lo so): la ex di Giuseppe ha agito o no un comportamento intrinsecamente prevaricatore e quindi di violenza (ovviamente psicologica) su di lui?
Io sono sempre dell’idea che quando si commettono dei reati si deve essere sempre pronti a pagarne le conseguenze, quale che sia il quadro a monte.
Ma qui non stiamo parlando di questo, stiamo parlando di recuperare, come dice lei, persone che hanno agito comportamenti violenti.
Ed allora, per tornare all’esempio, oltre a Giuseppe nel programma di recupero non dovrebbe entrarci anche la sua ex?
Con tutte le gradazioni di responsabilità che vuole, io penso proprio di si.

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dia 12:10 pm - 4th Settembre:

x De Maglie:
in America, paese pragmatico, la chiamano “anger management” – gestione della rabbia. Corsi o gruppi di auto-aiuto per uomini e donne insieme. Nessun giudizio o ramanzina a monte, solo un allenamento a gestire le proprie eozioni violente in modo più efficace e meno distruttivo e autodistruttivo.

Spero che De Maglie, dal suo prezioso campione, raccolga dati e testimnianze sulle madri dei maltrattanti. Ne scopriremo delel belle.

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dia 12:13 pm - 4th Settembre:

a Corvaglia direi che la donna che ha mentito è una bugiarda. (E qualcuno se l’è sposata, però, non a scatola chiusa, suppongo.)

Se pensiamo che mediamente in un giorno ognuno di noi mente dalle 10 alle 200 volte (questi sono i dati degli studi clinici), converrebbe attrezzarsi.
Si può cominciare da qui:
http://www.ted.com/talks/lang/it/pamela_meyer_how_to_spot_a_liar.html
(con sottotitoli italiani)

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Luigi Corvaglia 1:14 pm - 4th Settembre:

No Dia, non te la puoi cavare in maniera cosi sbarazzina.
Certo trattasi di quattro righe e magari la situazione retrostante è molto più complessa, però restando a quelle righe io ne desumo che lei non ha mentito. Gli ha solo e semplicemente nascosto una cosa per lui importantissima (e che lo fosse lo dimostra la sua stessa reazione), il battesimo della figlia. Mettendolo al corrente a cose fatte.
Guarda, sul FQ mi sono un pò trattenuto (per far passare il commento) ma in questo caso il comportamento originariamente violento è istigatore di altra violenza è proprio quello di lei.
E lui, per quanto mi riguarda, il comportamento di risposta (potenzialmente pericoloso e devastante) almeno nella prima fase lo ha gestito benissimo. In fondo ha fatto male solo a se stesso (l’attacco di panico) non coinvolgendo nessuno, al di là delle parole che pronuncia (“Non ho mai alzato le mani su una donna. Ma se in quel momento avessi avuto davanti qualcuno sarei finito in questura” ammette) s’è isolato proprio per evitare questo. Certo poi è andato a farsi ulteriormente colpevolizzare…
ps. Nella situazione da me riportata (cosi come in altre analoghe) gli altri, uomini e donne, esterni al fatto danno sempre buoni consigli a posteriori. Sarei curioso di vedere le reazioni degli/delle stessi/e quando invece sono pienamente coinvolti/e.

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dia 1:45 pm - 4th Settembre:

hai ragione anche tu, Luigi.
Ma sai che credo nella responsabilità individuale. Capire come si è prodotto un gesto violento (qual è stata la molla, l’innesco eccetera) è necessario e utile. Lo faccio da una vita, studiando cause ed effetti degli abusi sui minori. Ma la responsabilità resta di chi lo compie. Altrimenti dovremmo tornare indietro di decine di generazioni, se non addirittura all’origine del mondo, a quella prima violenza originaria che ha creato il terreno fertile per tutte le altre, finché qualcuno non ha rotto la catena. Per fortuna qualcuno ogni tanto la rompe, la catena, perché SCEGLIE di farlo.

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dia 2:05 pm - 4th Settembre:

…ma senz’altro a dare giudizi e consigli siamo tutti buoni. E’ vero.

Io sono una bomba a tempo, nella vita. Sempre pronta a sbottare e a fare a pugni, pur essendo un microbo.
Nella situazione di quel padre avrei, probabilmente, fatto di peggio. Ma delle conseguenze del mio gesto mi sarei ritenuta responsabile. In pieno.

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Sandro2 9:33 am - 22nd Settembre:

http://27esimaora.corriere.it/articolo/violenza-sulle-donne-nuove-tutele-dal-parlamento-ma-le-leggi-non-bastanoparola-di-giudice/
>
Violenza sulle donne
Nuove tutele dal Parlamento ma le leggi non bastano Ve lo dice un giudice
di Fabio Roia
>
Negli ultimi giorni d’estate, in una sorta di solare risveglio normativo, il Parlamento ha adottato delle decisioni rilevanti in tema di contrasto alla violenza contro i soggetti socialmente deboli e segnatamente contro i minori e le donne. Sembra peraltro irrazionale, contrario alla naturalità delle cose, dovere ancora definire, in una società avanzata del terzo millennio, la donna come una persona giuridicamente e relazionalmente fragile e bisognosa di una protezione di genere particolare, ma la realtà femminile si presenta con questi connotati di subalternità rispetto al soggetto maschile, addirittura nella tutela dei suoi diritti fondamentali. La violenza contro la donna, in tutte le sue forme antiche e nuove, caratterizza ancora i nostri tempi e per catalogarla e descriverla, e quindi combatterla, occorre sensibilità culturale e politica diffusa, reale e non convenzionale. Si pensi soltanto alla violenza sottile rappresentata dalla necessità di accostare seni esposti a beni di consumo per pubblicizzarne la diffusione e la potenzialità di vendita. Sembra che non si possa vendere un’autovettura se prima non si è sdraiata sulla scocca o nell’abitacolo una bella donna di solito poco vestita. E’ un processo di oggettivizzazione dell’essere femminile che può generare una cultura di scarso rispetto da parte dell’uomo fino dalla sua fase adolescenziale. Il Senato ha dunque votato all’unanimità una mozione unitaria firmata da tutti i partiti per invitare il governo a ratificare la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica adottata ad Istanbul l’11 maggio 2011. Il testo della convenzione prevede, in un ricco articolato che tenta di descrivere tutte le forme di violenza e di individuare degli strumenti di contrasto sostanziali e processuali al fenomeno, che gli Stati membri, riconoscendo la natura strutturale della violenza contro le donne, in quanto basata sul genere, e riconoscendo altresì che la violenza contro le donne è uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini, “aspirino a creare un’Europa libera dalla violenza contro le donne e dalla violenza domestica”. Il Governo dovrà dunque intervenire con un atto normativo prima della fine legislatura per tentare di scrivere delle norme che, in quanto tali, possano avere un effetto imperativo sui comportamenti devianti o indifferenti soprattutto in quei settori, mondo del lavoro, tutela economica, gestione della maternità, dove l’attuale legislazione appare carente o comunque poco coraggiosa. Sul piano della repressione penale della violenza domestica, la recente legge di ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale, fatta a Lanzarote il 25 ottobre 2007, che legittimamente ha interessato il dibattito mediatico per un complessivo rafforzamento della tutela dei soggetti minorenni da tutte le possibili forme di aggressione sessuale, è intervenuta modificando alcune disposizioni dei codici penale e di procedura penale. La norma base applicabile ai casi di violenza domestica e mobbing, l’articolo 572 del codice penale, è stata riscritta nella rubrica, con un effetto simbolico importante, poiché il reato riguarda adesso le ipotesi di “maltrattamenti contro familiari e conviventi”. La pena edittale prevista per il delitto è stata aumentata prevedendo una forbice applicativa che varia dal minimo di due anni di reclusione fino ad un massimo di sei anni, con la conseguenza significativa, a meno che il legislatore non voglia riscrivere la disciplina sulle intercettazioni telefoniche, che adesso per tale reato è prevista la possibilità di procedere ad intercettazioni di conversazioni o comunicazioni fra presenti, collocando, per esempio, degli strumenti di ascolto nelle abitazioni, nelle comunità o nei luoghi di lavoro dove sono in essere attività violente nei confronti della vittima. Per il maltrattamento familiare è stato anche raddoppiato il termine di prescrizione del reato, che oggi era fissato in sette anni e sei mesi per tutti e tre i gradi di giudizio. La prevedibile conseguenza sarà quella che l’imputato non potrà più, come si dice gergalmente, difendersi dal processo sperando, con una condotta dilatoria, nella morte della vicenda giudiziaria per intervenuta prescrizione, situazione che si verifica con troppa frequenza per la non accettabile durata del processo, ma dovrà prendere coscienza della possibilità di essere condannato ad una pena detentiva anche non indifferente valutando, conseguentemente, la possibilità di ricorrere a quei riti alternativi, patteggiamento o giudizio abbreviato, scarsamente applicati nella esperienza giudiziaria. Una forte tutela processuale della vittima anche maggiorenne di violenza domestica o sessuale deriva poi dalla possibilità, peraltro già introdotta con la legge in materia di stalking ma scarsamente praticata dagli uffici di Procura, di procedere all’assunzione anticipata della testimonianza, con la formula dell’incidente probatorio, durante la fase delle indagini preliminari. Tale previsione comporta come conseguenza che la donna, una volta effettuato il racconto testimoniale che viene cristallizzato in materiale probatorio a breve distanza dalla consumazione del reato, potrà uscire dal circuito processuale senza necessità di essere richiamata, magari dopo molti anni, in una situazione personale e familiare diversa, con la possibilità di essere sottoposta a pressioni esterne per ridimensionare quanto già precedentemente dichiarato, a rivivere la sua drammatica esperienza per rendere testimonianza al Tribunale. Complessivamente l’impianto normativo italiano di tutela penale della donna vittima di violenza si presenta oggi completo ed astrattamente efficace. Per vincere l’aggressione sistematica occorre tuttavia un intervento non soltanto repressivo ma, primariamente, educativo e di sensibilizzazione sociale. Questo dipende da tutti noi. A prescindere dal ruolo sociale.] Violenza sulle donne
Nuove tutele dal Parlamento
ma le leggi non bastano
Ve lo dice un giudice
di Fabio Roia
Tags: documenti, interventi, leggi, storie di violenza

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Luigi Corvaglia 4:32 pm - 28th Settembre:

La violenza ha una radice negli uomini ma è culturale e non naturale…e se le donne cominceranno ad acquisirla sarà sempre per questioni culturali e non naturali.
Chi lo ha detto?
Ma l’ineffabile Somma Nadia: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/28/violenza-sulle-donne-e-violazione-dei-diritti-umani/366373/#comment-665535721

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Luigi Corvaglia 6:49 am - 1st Ottobre:

Ehm …. la cosa potrebbe anche sembrare comica, ma ha risvolti estremamente inquietanti (sempre che non sia una bufala, ma non mi sembra).
E’ successo in Spagna, succederà quanto prima in Italia. Lo ha promesso la Fornero.
http://www.alertadigital.com/2011/06/24/condenado-un-hombre-a-un-mes-de-multa-por-soltar-una-ventosidad-durante-una-discusion-con-su-pareja-en-valencia/

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Fabrizio Marchi 7:30 am - 1st Ottobre:

Non mi stupisce affatto, dato il contesto. Bene ha fatto l’autore dell’articolo a definire la Spagna come una dittatura di genere.

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manolo 3:29 pm - 1st Ottobre:

Ma ragazzi, scusate…ancora che perdete tempo a dialogare con certe stronze? Cos’è che dice quella arpia di amministratrice (siiii, ti ho chiamata ARPIA…querelami querelami querelamiiiii! ho taaaanta paura!), che c’è una guerra silenziosa degli uomini contro le donne? La guerra c’è, che tu sia maledetta, ma l’avete voluta voi – e ci tenete con la sveglia al collo da decenni. L’agricoltore, la donna sottomessa, ma che madonna vai raccontando? Qui stiamo parlando dell’Occidente, di questo aborto alla deriva del cosiddetto Primo mondo industrializzato: e qui le donne trionfano, fanno quello che cazzo vogliono sempre e comunque. Hanno vantaggi ovunque. Sapete oramai come la penso? Che se fino a cent’anni fa non uscivano di casa e non votavano è perché non ne avevano bisogno: comandavano comunque. Anche se gli imponevano il marito e prendevano qualche zampata. Adesso, invece, siamo davvero alla boutade. Quand’anche fosse, poi, che (e non è vero) gli uomini sono privilegiati, allora ragiono da reazionario: sarebbe questo un buon motivo per regalare il potere a gente che ci odia ? Sarà davvero il caso di fare i LORO interessi in nome di una non ben definita Giustizia e Libertà? Su qualsiasi discussione reale o virtuale si intercetti l’odio furioso, l’invidia, il rancore delle femmine umane nei confronti dei maschi salta sempre fuori: livido, feroce, quasi sanguinario. Siamo così idioti da non volere reprimere una cosa simile? Ma ci vogliamo rendere conto che a volere dare ANCORA corda alle femministe (quindi alle donne) ci ritroveremo presto DAVVERO (non sto farneticando, la realtà supera presto e bene la fantasia) deportati in massa, sterminati, ingabbiati? Quando davvero dovranno accadere certe cose per farvi svegliare? Quando vi ritroverete di notte un fucile puntato alla faccia da una squadra di mignotte in mimetica?

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mauro recher 5:07 pm - 1st Ottobre:

sta vedere che anche i fagioli sono maschilisti ….
Certo la situazione fa anche sorridere ma ,come fa giustamente osservare Luigi ha dell’ inquietante …

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Luigi Corvaglia 5:48 pm - 1st Ottobre:

@ Manolo
Ti rispondo per quanto mi riguarda.
No. Non è una perdita di tempo. Quantomeno fatto in una certa maniera e con determinati presupposti.
Anzi, direi che nell’attuale fase della QM è uno dei pochi modi per cercare di espandere il nostro messaggio con costi tutto sommato contenuti (tempo a parte). Per chi si sente di farlo ovviamente.
Io personalmente mi sono dato queste regole:
1) Intervenire su siti o blog (femministi) localizzati su grossi portali informativi. Per due motivi. Il primo è abbastanza ovvio: garantiscono una maggiore visibilità. il secondo è conseguenza del primo: trovandosi su grossi portali generalisti, di fatto, operano una censura molto più soft di altri molto più talebani e uniformanti (nel senso o dici quello che dico io o non ti pubblico).
2) Intervenire con la massima moderazione verbale, ma decisi nei contenuti. Cosicché anche quando venga operata censura si capisca benissimo chi è a rifiutare il confronto.
3) Intervenire con le proprie generalità. Lo ritengo importantissimo anche se posso capire chi non se la sente per i più svariati motivi. Importante per due motivi. Il primo è che si tolgono all”interlocutrice/interlocutore tutta una serie di alibi, specie se messe alle strette. Può sembrare una cosa da niente ma una cosa è interloquire con un nickname altro con una persona con le proprie generalità. Di fatto ti mette sullo stesso piano. Il secondo è che in questa maniera (e tenendo ben presente i punti 1) e 2) ), per come la penso io, l’effetto di incoraggiamento su di un uomo che legge è infinitamente maggiore. Cioè vedere qualcuno che si espone, persino col proprio nome, a dire cose che magari non osava nemmeno esprimere a se stesso di fatto sdogana quelle idee anche nella sua testa. Senza contare che io appena posso, cerco sempre di inserire il fatto di essere un militante di UB e quindi il messaggio implicito: guarda che non sei da solo a pensare determinate cose ma esistono gruppi organizzati di uomini sulla tua stessa lunghezza d’onda.
E per ultimo ma primo per importanza (e cosi rispondo alla tua osservazione).
4) Il mio dialogo o tentativo di dialogo non è nei confronti delle interlocutrici femministe che di volta in volta si possono presentare. Se c’è, serio, tanto di guadagnato. Il mio dialogo o tentativo di dialogo è del tutto rivolto agli uomini per i motivi che ho espresso prima. Segnatamente al punto 3).
D’altra parte, come dicevo prima, è un piccolo canale attraverso il quale possiamo venire a contatto con altri uomini che magari mai incrocerebbero sui siti della QM.
Ed è un peccato non sfruttarlo.

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'O piecar' 10:02 pm - 1st Ottobre:

Non c’è bisogno di andare a guardare in Spagna. In Italia si viene condannati per molto di meno di una scorreggia. Ragazzo condannato per “sguardi insistenti” nei confronti di una donna:

http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/cronaca/lecco-condannato-sguardo/lecco-condannato-sguardo/lecco-condannato-sguardo.html

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Leonardo 12:16 pm - 2nd Ottobre:

Perché non arrestano quelli che pagano le cene e l’ingresso nei locali alle donne, come istigatori alla prostituzione?

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manolo 9:33 pm - 2nd Ottobre:

Mauro.,beato te che riesci in una condotta simile…io mi domando come sia possibile che si dican certe cose…ancor oggi,quando provo a parlare con donne di certi temi vengo dipinto come un mentecatto…a me risulta pazza una societas che sanziona un MASCHIO solo perche’ ha osato petare dinanzi a una sacra e inviolabile STRONZA

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Fabrizio Marchi 7:45 am - 3rd Ottobre:

Tengo a sottolineare che scegliamo di pubblicare questo genere di notizie (macabre, peraltro) non certo per una sorta di ripicca o stupida rivalsa, del tipo “Guardate le donne cosa sono capaci di fare, voi che sostenete che la violenza sia solo e sempre maschile”, ma proprio per denunciare l’assurdità e soprattutto la malafede di tutte/i coloro che speculano bassamente su una questione così complessa e drammatica come quella della violenza, per perseguire i loro biechi interessi politici, alimentando campagne di odio e criminalizzazione sessista e razzista del genere maschile tout court.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2012/10/02/Neonato-morto-sotto-letto-bloccata-madre_7562576.html
E’ evidente, per quanto mi riguarda, che dietro ad un atto così terribile e sconvolgente come quello dell’assassinio del proprio figlio da parte di una madre, c’è una tragedia umana in corso, con chissà quanti risvolti di ordine psicologico e molto probabilmente anche sociale, che va interpretata, analizzata e affrontata in modo adeguato, lucido e razionale.
Personalmente quindi non mi sfiora neanche l’idea di criminalizzare quella donna o di approfittare di episodi tragici come questo per lanciare una campagna di criminalizzazione nei confronti del genere femminile. Né tanto meno di utilizzare bassamente l’infanticidio (che, come sappiamo, è un fenomeno che riguarda specificamente le donne e le madri) per gli stessi scopi.
Non si capisce però perché non ci debba essere lo stesso atteggiamento quando a commettere una atto della stessa gravità quale quello di uccidere la propria moglie o compagna, in un raptus di gelosia, di rabbia, di follia e quant’altro (altrettanto patogene), è un uomo.
In questo caso non ci sono mai attenuanti di nessun genere, l’analisi è già bell’e pronta e impacchettata:” La violenza è maschile, gli uomini non sopportano di essere lasciati perché considerano le donne come oggetti di loro proprietà, la crisi irreversibile del patriarcato li ha resi fragili e non accettano l’autonomia delle donne e l’unica risposta che riescono a trovare è la violenza…ecc.ecc.”.
E via con leggi speciali, misure securitarie, processi mediatici e quant’altro. L’assassinio di un centinaio di donne ogni anno, di cui solo la metà per ragioni di ordine “passionale-sentimentale” (diciamo così, per capirci), su una popolazione di più di trenta milioni di donne – fatto tragico in termini assoluti ma purtroppo assolutamente fisiologico – a fronte di circa cinquecento omicidi di uomini, diventa “femminicidio”. Qualsiasi serio esperto di statistica potrebbe spiegare che questi numeri e queste percentuali sono, come ripeto, assolutamente fisiologiche, e non possono costituire in alcun modo un fenomeno degno di essere registrato e catalogato in un modo o in un altro.
Se invece così fosse, lo stesso identico modo di procedere potrebbe essere applicato, mutatis mutandis, al fenomeno dell’infanticidio. Quest’ultimo potrebbe essere utilizzato come leva per una campagna di criminalizzazione tout court del genere femminile dal momento che ogni anno all’incirca una quindicina di neonati o figli vengono uccisi dalle proprie madri. Parafrasando e capovolgendo un vecchio e becero (ma famosissimo) slogan vetero femminista, potremmo addivenire alla conclusione che se in ogni uomo c’è un potenziale stupratore, in ogni donna c’è una potenziale figlicida.
Ci guardiamo bene anche solo dal concepire una simile criminale imbecillità, ovviamente, e non c’è alcuna necessità di spiegarne le ragioni, cioè l’assurdità, la stupidità e la follia sessista e razzista, questa sì, criminale, che sarebbero contenute in un simile modo di approcciare (e deformare) la realtà.
Eppure siamo di fronte, a parti invertite, proprio ad una operazione di questo genere.
In parole più povere, quel vecchio slogan vetero femminista di cui sopra, solo apparentemente riposto nel cassetto, è tuttora più vivo e vegeto che mai e detta l’agenda delle “politiche di genere”.

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Fabrizio Marchi 8:42 am - 3rd Ottobre:

Voglio sottolineare il grandissimo lavoro svolto da Luigi sui vari blog femministi, e in particolare i più importanti (Repubblica, Corriere della Sera, Fatto Quotidiano).
E’ un lavoro fondamentale per le ragioni che spiegava Luigi stesso, rivolgendosi a Manolo, in un recentissimo post.
Personalmente non ho la sua stessa tenacia, caparbia e spirito di sopportazione, e quindi tendo a non andarci molto (anche perché molto spesso, si viene censurati, specie quando si fanno analisi lucide e articolate), però non c’è alcun dubbio che si tratta di un lavoro importantissimo, che ci dà visibilità e che segnala ad altri uomini l’esistenza del movimento maschile. E, come già detto giustamente da Luigi, vedere uomini che si espongono in questo modo in prima persona, anche fornendo le proprie generalità, infonde credibilità e fiducia in altri uomini.
Un punto fondamentale. Quando e se si decide di andare in quei luoghi è assolutamente fondamentale rimanere sempre calmi, lucidi e distaccati, esprimendo la propria opinione con razionalità e moderazione, senza cedere di un millimetro dal punto di vista dei contenuti ma senza mai eccedere dal punto di vista dei toni. Calma e gesso, come si suol dire…
Ricordate tutti (e in particolare i più passionali fra noi…) che più si sbraita, più si inveisce, più si fa prevalere la pancia rispetto alla testa, e più gli si fa un favore. Se ci vogliamo sfogare, se proprio non ce la facciamo più e abbiamo bisogno di sbottare, è molto meglio farlo qui, non altrove.

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cesare 9:31 am - 3rd Ottobre:

Concordo con Fabrizio. Questa mistificazione propagandistica che filtra e distorce la realtà in dipendenza di una lettura ideologica e strumentale finalizzata a costituire la criminalizzazione del genere maschile, si può dire che è il canone cui ogni media si ispira: un vero e proprio delirio imposto al popolo italiano e ai popoli del cosiddetto Occidente. Simile ai ricorrenti deliri contro il nemico di turno cui ogni potere politico è ricorso nella Storia. Deliri sintomatici di una gravissima crisi di sistema e che hanno poi costituito potenti legittimazioni idelogiche alla guerra ed hanno preceduto ogni guerra. La forzatura e la distorsione del reale in senso antimaschile e antipaterno è da anni, e soprattutto di questi tempi, sempre più sofisticata e talmente violenta e sistematica da far pensare ad un fenomeno in intensificazione ed imposto come parte decisiva di una strategia politica di lungo periodo. Voglio dire che sembra si possa escludere che la causa sia riconducibile esclusivamente alla egemonia culturale femminista di questo ventennio, e invece ci si trovi di fronte anche ad un’azione coattiva pianificata dalle forze di governo che impongono alla stampa linee di propaganda politica nella direzione della criminalizzazione del genere maschile e della funzione paterna. A loro volta non è da escludere che le forze di governo non siano poi condizionate, nell’ambito delle alleanze internazionali, dalla necessità di tenere in piedi all’interno una guerra di genere che ha fortissime implicazioni in politica estera. Se è così, e penso sia proprio così purtroppo, allora l’opera di demistificazione di questa propaganda antimaschile e antipaterna violenta e bellicosa, e di questo “femminismo reale” trasformatosi in femdominismo aggressivo, illiberale e guerrafondaio, è contestualmente anche opera in difesa della libertà personale, della libertà di pensiero e della pace. Della qualcosa sembra che le forze politiche storicamente più sensibili e schierate a difesa della libertà e della pace, non si siano minimamente accorte e anzi corrano felici a reggere bandiere, concetti e slogan i cui effetti a lungo termine sono all’opposto dei propri valori. Come spesso è successo, le buone intenzioni svelano spesso esiti infernali e i nostri incauti cantori del coro mediatico femminista corrono il rischio di trovarsi a dover aver a che fare con due fucili: uno in mano e uno alle spalle pronto a sparare se non dovessero “filare diritti” e anche zitti e magari andare in guerra.

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Manolius 2:58 pm - 3rd Ottobre:

Per Fabrizio: io sono estremamente passionale riguardo questi temi, e infatti mi sfogo qui su UB. Ogni volta, ripeto OGNI VOLTA che vado su forum femministi (tipo la gogna mediatica della zia Terragni) e posto cose tranquille, lucide, circostanziate, ZAC! Spariscono. Se, ma oramai ovviamente me ne guardo, posto in maniera un po’ più effervescente, BUUUUM, ecco giù prese per il culo e minacce vigliacche di querela. Non ci vado più. Zac Zac, Bum Bum…
Per Cesare e per tutti quanti gli altri: quanto dici è verissimo. Questo battage mediatico così pervasivo ed opprimente,, e così ipocrita, non somiglia ad altro che alla preparazione mediatica a cui ci hanno abituato per ogni guerra, per ogni strage di massa, per ogni obbrobrio storico. Io dico che non mi sorprenderà se presto o tardi iniziasse qualcosa di simile ad una pulizia etnica antimaschile, ovviamente riservata a quelli come noi: non ci finiranno né i Padroni del Vapore, squisiti mandanti assieme alle loro amiche donne (scusate, non facciamo di ogni erba un Fascio: assieme al 90% abbondante di esse), né gli schiavetti maschiopentiti che si sentono in dovere di incensare le donne come Esseri Superiori solo in virtù del fatto che non contano un cazzo ma magari scopano un po’ più di un nano gobbo, obeso ed analfabeta . Già solo per il fatto che scriviamo qui saremo già ampiamente segnalati. Viscerali o lucide che siano le persone che si rendono conto di un certo andazzo sono sempre adeguatamente monitorate. Probabilmente la pulizia etnica in questione potrà essere attuata durante uno degli sfoghi e sbocchi tipici delle crisi, cioè la guerra. Quale modo migliore per sfoltire i ranghi degli inutili uomini beta che mandarli a saltare sopra delle mine, se giovani, o a schiattare deportati in delle fabbriche a lavorare 18 ore al giorno, se più anzianotti e/o inabili a fare i soldati? Fermo restando, ovviamente, che nei programmi di Lorsignore chi dirigerà quelle aziende da 18 ore al dì o quegli eserciti di carne da cannone saranno proprio loro: UNO. I padroni del Vapore per i ranghi altissimi, tipo Capitani d’Industria e grandi strateghi dell’esercito -leggi, macellai idioti alla Cadorna -; DUE. Le Lor Signore Madonne Sacre, LE DONNE, per ruoli alti ed intermedi, tipo Quadri aziendali e Alti Ufficiali di vario tipo; e infine TRE, le merde, cioè i maschi pentiti, per la bassa manovalanza, i Kapò, sostanzialmente: direttori di produzione in ambito civile e bassi ufficiali per le forze armate. Che vi sembri possibile o che siano solo i deliri di un folle (com’è probabile, oramai non connetto più), gradirei i vostri commenti. Un saluto

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Manolius 3:15 pm - 3rd Ottobre:

Vorrei sottolineare una ultima cosa, a uso e abuso dei deficienti. Non guasta mai. Il fatto che io scriva in modo effervescente non significa che io intenda istigare alla violenza contro le donne. Se c’è, e forse ci sarà, una esplosione bellica di follia antimaschile, la questione sarà dettata e regolata bellicamente: se un giorno molte donne si divertiranno ad andare in giro a deportare e far deportare, a sparare e fare sparare agli “sfigati”, lì sarà giocoforza, se possibile, rispondere al fuoco. Fermo restando che anche per necessità immagino comunque sia molto triste sparare a una donna, anche se ti sta per tirare una sventagliata di AK 47. Nella situazione attuale vi dico, anche perché ne sono fermamente convinto, che le donne non vadano toccate proprio. Ma nemmeno avvicinate. Non perché ovviamente “le donne non si toccano nemmeno con un fiore”, o perché – soltanto -sia sbagliatissimo tatticamente, quanto perché in base a quello che ci stanno facendo andrebbero DISDEGNATE nella maniera più assoluta. Io stesso non riesco a guardarne nemmeno una senza provare una tale amarezza che mi fa distogliere lo sguardo(e non abbassare, notate bene…MAI abbassare). Mi piacerebbe, in realtà, quella serie di romanticherie che si vedono nei film e che sembrano reali, e in realtà sono un mare di scemenze: svegliarsi assieme, guardarsi negli occhi, gioire della presenza di due o tre pargoletti. Cose bellissime, cose meravigliose: tutte cose di cui ci hanno privati…di cui MI hanno privato. Non posso essere così idiota da rischiare la vita e la dignità per avere certe cose, pur bellissime e meravigliose, ma troppo rischiose, oramai. Io personalmente mi sono ridotto al punto da immaginare già quando una ipotetica moglie e madre dei miei figli mi verrà a dire che mi molla, e a me, che non andrà di ammazzare la madre dei miei figli di inguaiare altri uomini politicamente, già sovviene come mi dovrò suicidare. A questo ci hanno ridotti: alla Ideazione suicidiaria preventiva.

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Manolius 3:23 pm - 3rd Ottobre:

Ultima puntualizzazione. Se un giorno una ipotetica moglie e madre dei miei figli mi molla io non è che mi ammazzo perché sono deboluccio e soffro dell’abbandono e della fine del patriarcato, come direbbero le femministe tipo la Terragni. Mi ammazzo per non dover dare una lira all’arpia che mi molla, almeno con quei quattro soldi che può darle un poveraccio come me non ci va a pagarsi l’albergo a ore col nuovo amichetto. Ovvio che prima di ammazzarmi ritiro tutti i soldi dalla banca e li brucio. Ci pensasse il nuovo arrivato a mantenermi i figli. Tanto, una volta cresciuti, capiscono da soli come funziona. Nonostante il brain washing che gli farà la madre, madre che ovviamente non avrò ucciso io ma che spero muoia di qualche bel cancro dopo di me.

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Luigi Corvaglia 5:51 pm - 4th Ottobre:

Grazie per l’apprezzamento Fabrizio, ma ogni tanto anche a me la nausea va oltre i livelli di guardia.
Leggere per credere:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/04/italia-violenza-silenziosa-contro-donne-racconto-di-riccardo-iacona/372869/

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mauro recher 9:28 pm - 4th Ottobre:

Luigi ,ho provato a commentare anch’io ,ma uno proprio me l’ hanno rimosso (peccato che non ho il vizio del copia ed incolla ) ma circa avevo scritto “ennesimo articolo dove l’uomo è colpevole ,allora io vedo come alternativa eliminazione del genere maschile” all’incirca ..un altro commento che non è stato approvato è il seguente ad una risposta di questo commento ….
Le donne hanno altri difetti, ma la violenza e’ sempre stata una prerogativa maschile. Basta studiare la storia. Le guerre, le violenze, le stragi sono state ordinate e messe in atto dagli uomini.
———————————————————————
mia risposta …che ,facevano morire ,sopratutto nella prima guerra mondiale ,altri uomini un esercito formato da contadini ,operai per lo più analfabeti che andavano al massacro ,allora una vocina mi potrebbe dire che era meglio se comandavano le donne ,ed ho fatto l’esempio di fabrizio di Condoleeza Rice……ma c’è ne possono essere anche altri

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Luigi Corvaglia 10:08 pm - 4th Ottobre:

Luigi ,ho provato a commentare anch’io ,ma uno proprio me l’ hanno rimosso …. (Mauro Recher)
…………………………..
Si .. lo visto pure io …. e poi non l’ho visto più!
D’altra parte non è che mi aspetti sorte migliore per il mio.
Staremo a vedere.
Già che ci sono: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/04/italia-violenza-silenziosa-contro-donne-racconto-di-riccardo-iacona/372869/#comment-671336154

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mauro recher 8:56 pm - 5th Ottobre:
Fabrizio Marchi 11:02 am - 8th Ottobre:

Questo articolo è stato di recente pubblicato su “Femminismo a Sud”: http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/10/07/quella-violenza-che-non-si-puo-nemmeno-raccontare/
Ho appena postato un mio commento che è stato regolarmente pubblicato e che riporto in ogni caso di seguito:
“Trovo che sia molto coraggioso da parte delle donne della redazione di Femminismo a Sud pubblicare articoli come questo, ancor più meritevole perché si tratta di una esperienza (come tantissime altre) di vita vissuta.
La violenza subita dagli uomini da parte delle donne non emerge e scientemente non viene lasciata emergere.
C’è da dire innanzitutto che gli uomini provano vergogna ad ammettere di aver subito violenza (fisica o psicologica che sia) da parte di una donna, sia essa la moglie, la fidanzata, la madre, la sorella o anche una semplice sconosciuta. E provano vergogna perché da millenni sono stati educati da una pseudo cultura, che per semplicità definiamo come “machista”, che li ha ingabbiati in determinati ruoli e schemi. “L’uomo che non deve chiedere mai” (e invece è costretto a chiedere sempre, o quasi, e spesso a genuflettersi, psicologicamente parlando, pena la desolante desertificazione della sua vita sessuale e affettiva), “l’uomo che non deve piangere mai” (e invece si strugge, chiuso nel disperato e devastante solipsismo nel quale è stato costretto). Questi sono stati e sono tuttora, in larga parte, gli archetipi e i modelli comportamentali all’interno dei quali gli uomini sono stati obbligati.
E’ bene chiarire subito un punto fondamentale, onde evitare equivoci: le donne non sono esenti da responsabilità, tutt’altro, perché loro stesse hanno alimentato e continuano ad alimentare per prime e da sempre questa “cultura”. Il mito del “maschio dominante”, dell’uomo potente, forte, di successo e/o comunque socialmente affermato, è stato alimentato innanzitutto dalle donne, prima ancora che dagli uomini, la maggioranza dei quali, quelli non appartenenti alle elite sociali dominanti, ha scelto, per paura, vergogna, falso pudore, di fare buon viso a cattivo gioco e di digerire, obtorto collo, l’amarissimo boccone che veniva loro proposto/imposto. Chi scrive è un uomo (e ha la sensibilità di uomo) e ha attraversato, superandolo, questo drammatico percorso che riguarda tutti gli uomini. Ma solo una esigua minoranza di essi è stata ed è capace, a tutt’oggi, di elaborare questa sofferenza (dovuta alle catene psicologiche,culturali, sociali e ambientali di cui sopra) e di superarla.
Molte donne, fra cui molte femministe, si rifugiano, come si suol dire usando una terminologia calcistica, in corner. “La “colpa” di tutto, quindi anche della sofferenza maschile – questo il mantra – è della cultura maschilista, noi non c’entriamo nulla, gli uomini sono vittime di loro stessi”.
Troppo comodo, amiche e compagne, e anche troppo banale. E soprattutto molto, molto deresponsabilizzante. La “verità” (la mia verità, sia chiaro) è che un “certo” femminile” è cresciuto e si è sviluppato di pari passo con un “certo” maschile. Entrambi sono responsabili, ciascuno per ciò che gli compete, di questo scempio. E’ ora di dirlo forte e chiaro, ammesso che il nostro intento sia quello di osservare la realtà con lucidità e razionalità (e quindi con onestà intellettuale) e non con le lenti dell’ideologia.
La questione, ovviamente, è molto più complessa e lunga e non può certo essere esaurita in un post.
Per quanto mi riguarda sono disponibile in qualsiasi momento ad approfondire l’argomento con voi, qualora lo riteniate opportuno, nelle forme e nelle modalità che riterremo opportune, anche con gli altri amici del Movimento degli Uomini Beta.
Un caro saluto.
Fabrizio Marchi”

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mauro recher 12:33 pm - 8th Ottobre:

Si Fabrizio ,ho letto anch’io di quel post (mi sembra che ce ne fosse uno precedente ,anche se di alcuni mesi fa ) ..
Certamente è una voce fuori dal coro delle pagine femministe ,questo ,senza ombra di dubbio. Per come la vedo io ,bisogna prendere con ottimismo queste voci ,perchè sicuramente sono delle crepe che si formano nel muro di gomma femminista ,anche se fossero contro il comitato SNOQ e non per scelta “ideologica ” (faccio questa supposizione) non cambierebbe poi di molto la faccenda ,l’importante è che portino alla luce anche queste storie

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Fabrizio Marchi 12:39 pm - 8th Ottobre:

Grazie per il commento di “rinforzo” sull’articolo pubblicato su FaS, Dia.
Bene, avanti così…

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scroto di elefante(pieno di insetti,mosche tze tze e parassiti vari) 7:42 pm - 8th Ottobre:

Già, è venuta una, Katrin, commentando che non è vero che le donne vogliono l’ uomo dominante e per “dimostrarlo” ha fatto notare che la maggior parte delle donne si sposa uomini medi, non maschi alpha. E grazie al cazzo! Se i maschi alpha, cioè i dominanti, sono una stretta minoranza, è ovvio quindi che solo una minoranza di donne se li può sposare. Le restanti, la maggioranza, quindi si devono accontentare degli uomini medi.
Una cosa è certa: mentre gli uomini di successo si sposano con donne di non successo, le donne di successo, di alto rango sociale, non si sposano con uomini di non successo, ma con uomini di successo, affermati a livello sociale ed economico. Se poi si vuole smentire questa ovvia verità, si portino prove, non ciarle, sofismi o eccezioni che confermano la regola.
Fabrizio, io avrei fatto notare ancora un’altra cosa: come mai ci sono tante donne(non tutte, ovvio) che si mettono e si sposano con uomini bulli e maneschi(con altri uomini) che solo se si osa guardare le loro fidanzati/mogli, si viene massacrati di botte? E invece, di contro, gli uomini timidi, ingenui, impacciati, etc, invece hanno molta più difficoltà a mettersi con una donna, e chiunque sa un pò come vanno le cose, conosce perfettamente come questi tipi di uomini soffrano di solitudine e spesso sono costretti ad andare dallo psicologo come se essere timidi fosse un “difetto”, con la speranza di poter aumentare le probabilità di potersi fidanzare, Questa dinamica la riscontriamo in Natura in quasi tutto il regno animale, allorchè la femmina sceglie per accoppiarsi, il maschio dominante che batte gli altri maschi, e quindi il maschio più debole, ha minori possibilità di accoppiarsi. Però nell’ essere umano in quanto tale non vi è solo l’aspetto naturale in sè ma anche quello culturale, quindi la cultura può correggere, attutire, questa tendenza intrinseca delle donne a scegliere l’ uomo dominante. Cazzo, ma se le femmine non sono capaci di fare un pò di autocritica, e quindi sono capaci solo di addossare le colpe solo e soltanto agli uomini, come cazzo si può sperare che le cose possano cambiare in tal senso?

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Fabrizio Marchi 8:16 pm - 8th Ottobre:

Caro Scroto, perchè non gliele vai a dire tu direttamente queste cose, fra l’altro condivisibili?
Mi/ci daresti una mano, dobbiamo cominciare a fare un gioco di squadra, come peraltro fanno proprio su quel blog.
La favella e la penna non ti mancano di certo…

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diait 9:13 am - 9th Ottobre:

…perchè non gliele vai a dire tu direttamente queste cose…

magari con un altro nick *: il senso dell’umorismo non è proprio di casa nel ramo femministe. Mal si concilia con lo stato di agitazione/indignazione perenne.

Io però l’ho apprezzato moltissimo!
In alternativa propongo “Skrat”, lo scoiattolo che si tiene stretta la ghianda nell’era glaciale.

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Fabrizio Marchi 9:29 am - 9th Ottobre:

D’accordo con Diait.
per la cronaca, questo è un secondo commento che ho appena pubblicato su FaS (in attesa di moderazione):
“@Kathrin (e per tutti gli altri amici e amiche, ovviamente, interessati all’argomento):
“E non vedo che gli uomini qua vengono discriminate e non vedo che le donne qua danno tutta la responsabilita agli uomini”. (Kathrin)
Cara Kathrin, ciò che affermi è vero per quanto riguarda questo sito, e questa è la ragione per cui mi trovo qui.
Purtroppo però questo spazio, pur importante e meritevole, è una goccia nell’oceano dell’universo femminista o neo femminista (come sono uso definirlo per evidenziarne l’evoluzione o la degenerazione), attualmente egemone e dominante, anche e soprattutto a livello istituzionale-mediatico-politico, che da sempre continua sistematicamente, oggi più che mai, a criminalizzare gli uomini in quanto tali, a prescindere dalla loro condizione sociale, economica, ambientale, culturale, familiare, e addirittura dalle loro personali responsabilità. Questo modo di procedere, piaccia o meno (la verità è rivoluzionaria, diceva uno che se ne intendeva…), affonda le sue radici nel femminismo storico, o in un parte rilevante di esso, che è quello che oggi, come si suol dire, dirige l’orchestra. Se così non fosse, probabilmente questo stesso sito non sarebbe neanche nato…
La violenza è maschile”, questo è il mantra ripetuto ormai ossessivamente in tutte le salse, a “sinistra” come a “destra”, e in tutte le sedi, a partire da quelle istituzionali. L’Istat, ormai ridotto da istituto di ricerca scientifica a centro di sondaggismo politico (manipolato e con esiti predefiniti), un giorno sì e l’altro pure, racconta di una quindicina di milioni di donne violentate e/o molestate ogni anno solo in Italia e di un’altrettanta quindicina di milioni di uomini violenti, stupratori o molestatori Naturalmente si guardano bene dall’effettuare sondaggi a parti invertite, ma questo è un altro discorso; d’altronde se la violenza è maschile, che senso avrebbe farli?…(non entro, peraltro nella metodologia dei sondaggi che lascia totale libertà interpretativa a colui/colei che effettua il sondaggio stesso)
Questa potrebbe sembrare una boutade, da parte mia, ma così non è, se è vero, come è vero, che fino a pochissimo tempo fa, e per anni, ha circolato una macroscopica menzogna (smentita clamorosamente anche se sottovoce da Amnesty International, se non erro circa un anno fa) in base alla quale la prima causa di morte per le donne nel mondo era la mano omicida degli uomini:prima del cancro, prima di ogni altra malattia, delle guerre, delle siccità, delle carestie, degli incidenti stradali e quant’altro.
A un certo momento si sono resi/e conto che la menzogna era troppo clamorosa (soprattutto perché disvelata), rischiava di non essere più credibile e hanno cominciato a cambiare metodo e tattica (lasciando inalterata la strategia).
Ora, oggettivamente, attribuire tutto ciò alla cultura maschilista, è obiettivamente quanto meno improprio. Il maschilismo ha le sue responsabilità storiche (quelle che sono di sua competenza, diciamo così), e nessuno ha intenzione di negarle; è ora però che comincino ad emergere anche quelle del femminismo, per quelle che sono di sua altrettanta competenza.
L’attribuzione esclusiva della violenza al genere maschile (ormai diventato immaginario comune), operazione a dir poco sessista e razzista, a mio parere anche con venature naziste, è di derivazione squisitamente femminista. Come e perché questa terrificante reinterpretazione della realtà e della relazione fra i sessi possa aver trovato collocazione a “sinistra”, è argomento complesso e tuttora oggetto della mia riflessione (e del movimento che rappresento). Ma questo è un altro discorso ancora, nel quale non voglio entrare in questo specifico momento.
Ora, è evidente che se si vuole riaprire un dialogo fra le “parti”, è necessario innanzitutto gettare alle ortiche simili concezioni. Se l’altro da me è individuato come il violento e l’’oppressore, è evidente che non potrà mai darsi un confronto reale. Perché? Perché, in quanto oppressore (e violento), l’altro è per definizione, un nemico da abbattere. La logica è spietata, grazie al cielo o a chi per lui.
Per cui, in conclusione, ciò che dovrebbero innanzitutto fare le “donne di buona volontà” (passatemi l’espressione), a mio parere, prima ancora di prendersela con il “maschilismo” e ciò che di quest’ultimo resta ancora in piedi, cioè una sgangherata caricatura di se stesso (comunque ancora innervato nella cultura e nella psiche di molti uomini e donne…), è proprio combattere con forza quel femminismo suprematista, sessista, razzista, interclassista, del tutto funzionale agli interessi del sistema dominante, sia a livello interno -controllo e divisione delle masse, depistaggio ideologico, produzione di falsa coscienza – che esterno – interventismo economico e militare neocolonialista e imperialista, sotto le nuove bandiere dei diritti umani e del neofemminismo che vanno a sostituire quelle lacere e ormai consunte della difesa del suolo patrio (anche perché bombardare a 10.000 km. di distanza è dura parlare di difesa dei confini nazionali…).
Vediamo quindi come il neo femminismo di “sinistra sia funzionale per il primo obiettivo (uso interno) e quello di “destra” per il secondo (uso esterno).
Entrambi funzionali allo stesso disegno e complementari. Facce di una stessa medaglia: strumenti ideologici dell’oppressione sociale e umana e del dominio capitalistico”.

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Il Petomane(scoreggiare è umano,perseverare è diabolico) 11:37 am - 9th Ottobre:

“A un certo momento si sono resi/e conto che la menzogna era troppo clamorosa (soprattutto perché disvelata), rischiava di non essere più credibile e hanno cominciato a cambiare metodo e tattica (lasciando inalterata la strategia).(Fabrizzzzioooooooooooo)

Fabbbbbrì, tu sei una persona in gamba e anche geniale, ma come tutti i comuni mortali non sei infallibile(non si offenda il Santo Padre che è in Roma), e allora ti dico che non hanno affatto cambiato strategia, in quanto questa balla della violenza maschile come “prima causa” della morte delle donne continua ad essere riproposta, e ancora più di prima, su tutti gli spazi di “sinistra e anche nei quotidiani nazionali, come Repubblica e il Corriere della Sera, oltre che ovviamente dall’ infame Corriere della 27ora.

La smentita, o meglio, la correzione di Amnesty, fu abbastanza pavida, tanto è che pochi giorni dopo, scomparve dal loro sito, perchè come disse Gesù: satana non può andare contro se stesso.

Va detto, per dovere di precisazione, che la balla sulla “prima causa di morte”, diffusa dall’ ONU, UE, Dipartimento di Stato USA, e Banca Mondiale – cioè dalle massime espressioni del potere capitalista e imperialista(e su questo dovrebbero riflettere le FaS)- era riferita solo alla fascia di età tra i 16 e i 44 anni, ma poi quando si notò che la gente ci abboccò tranquillamente a questa balla, di tanto in tanto giornali e le femministe istituzionalizzate e quelle della “sinistra”(PD, PRC,etc)furbescamente toglievano questa fascia di età, quindi amplificando ancora di più una già pur spaventosa menzogna. Ma la menzogna iniziale in realtà è riferita solo a quella fascia di età(comunque, sempre menzogna è, quindi in sostanza non cambia nulla)

La cosa curiosa è che la balla della violenza maschile come “prima causa” di morte delle donne italiane e occidentali tra i 16 e i 44 anni, è smentita proprio dalle tabelle dell’ ISTAT stessa, e questo non già perchè l’ ISTAT sia onesta, ma perchè i numeri di morti ammazzati sono quelli, oggettivi, non un’ opinione: se devi contare il numero di arance nel cestino, non puoi barare, perchè poi puoi essere oggettivamente smentito attraverso una semplice riconta.. Diverso è il discorso quando si elaborano statistiche, in quanto l’elaborazione in quanto tale segue un criterio, un algoritmo preordinato, e ora se l’ ISTAT ha deciso che criticare la moglie come cucina o come si veste è “violenza maschile”, elaborando secondo questo criterio si capisce bene perchè escono fuori 7, o 10, 15 milioni o chi per loro,di donne italiane vittime di “violenza maschile”. Ora hai capito, caro Stefano Ciccone?

Sulla balla della violenza maschile come “prima causa” di morte delle donne occidentali tra i 16 e i 44 anni, oltre alla famosa lettera di Rino DV a quella cartaccia schifosa di “Repubblica”( http://ilvolodidedalo.blogspot.it/2009/07/lettera-di-rino-barnart-repubblica.html ) rimando a questa discussione tra un militante QMista alato e volatile, un certo icarus.10, e una donna inconsapevole ingannata dalla propaganda e che poi capì di essere stata ingannata:

http://ilvolodidedalo.blogspot.it/2010/10/italia-giorno-di-lutto-per-i-quattro.html?showComment=1288585506421#c2341418720359827964

Saluti a tutti, e scusate per il puzzo. Mi devo purgare.

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Fabrizio Marchi 12:09 pm - 9th Ottobre:

Caro Petomane, innanzitutto complimenti sinceri per il nuovo nick…smile
Te lo ripeto, perchè queste cose invece di dirle solo a noi non le vai a dire su quello stesso sito (magari, come ha detto Diait, con un minimo di accortezza in più nel linguaggio)?
Ci guadagniamo in visibilità e in efficacia.
Abbiamo l’opportunità di dire ciò che pensiamo senza essere censurati su un sito molto frequentato, non vedo perchè non sfruttare (in senso buono) questa possibilità. O vogliamo mettere la Ragion Politica sotto i tacchi?
Coraggio…

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Giorgio 12:27 pm - 9th Ottobre:

Sì, però non credo che ci si guadagni in serietà e autorevolezza nel firmarsi con certi ridicoli nick, per di più “approvati” dallo stesso fondatore di UB.
Mah…

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mauro recher 12:42 pm - 9th Ottobre:

un piccolo pensiero che mi assilla , sappiamo benissimo che i numeri non mentono ,e i dati istat sulla mortalità femminile sono abbastanza chiari ne ho parlato sia io e sia anche il sito di uomini beta (infatti ho copiato il titolo apposta )
C’e da chiedersi come mai questo tam tam mediatico ,a scapito di numeri di mortalità ben più importanti
Ovvio che c’è un gioco politico dietro che vogliono dare importanza ai cosiddetti centri anti violenza ,peccato ,un vero peccato che ,i soldi destinati a questi centri ,vengono magari a mancare nei reparti ospedalieri che potrebbero far diminuire i numeri di mortalità ben più alti ..
Ma .adesso faccio una provocazione ,non è che non vengono presi in considerazione perchè oltre ad esserci le donne ,ci sono pure gli uomini ad essere curati ?

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Fabrizio Marchi 1:40 pm - 9th Ottobre:

E infatti, Giorgio, ho suggerito al “Petomane” (con gli altri nick annessi e connessi), qualora decidesse di scrivere su altri blog, di utilizzare un altro linguaggio. Dovresti averlo letto…
Ciò detto, ciò che conta sono i contenuti.
Su altri blog, caro Giorgio, vengono vomitati sequele di sproloqui ben più dannosi per il momas rispetto a qualche istrionico nick…
Ribadisco, invece di farci le pulci o tirar giù tutto quello che abbiamo nella pancia sui siti “quemmisti”, perchè non facciamo qualcosa di positivo e andiamo ad argomentare seriamente in quei luoghi e in quegli spazi dove è consentito?
Siamo capaci solo di sfogarci e di punzecchiarci ra noi? Pare che per molti sia proprio così. Vi infastidisce qualcuno in particolare? Ignoratelo o prendetevela con lui sul suo blog, se proprio non avete di meglio da fare e da proporre.

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Il Petomane(scoreggiare è umano,perseverare è diabolico) 3:51 pm - 9th Ottobre:

@Fabrizuccio: Non l’ho postato lì perchè non mi risulta che le FaS abbiano mai detto che la prima causa di morte delle donne sia la violenza maschile.Certo, fino a poco tempo fa, cioè fino a prima che fossero approdate a questa loro svolta dialogante, usavano un vittimismo esasperato ed aggressivo e ne hanno vomitato un bel pò contro i padri separati, però non mi ricordo che abbiano mai detto che la violenza maschile sia la prima causa di morte delle donne. Se poi mi sbaglio, lo vado a postare pure lì quel mio pst di prima.
@Giorgio: Su, amico, ridi un pò che ti passa Comunque hai ragione, ma sappi che le FaS non si scandalizzano mica per uno scorreggione come me, in quanto loro essendo anti-speciste praticano una dieta vegana, quindi ricca di legumi, verdure e cipolle, e pertanto sicuramente scorreggiano abbastanza frequentemente.
A proposito di violenza, anche quella che subiscono i padri separati è violenza, anche se è una violenza legalizzata dallo Stato e approvata dal Popolo Bue. Ma sempre violenza è.

Leggete qui :

http://nuovistilidivita.corrieredelveneto.corriere.it/2012/03/15/linferno-del-padre-separato-senza-diritti/

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Luigi Corvaglia 10:57 am - 11th Ottobre:

Non conoscendo come sono andati i fatti ovviamente non mi pronuncio. Vi invito però a confrontare la stessa notizia con questi due link e notare la differenza.
http://www.repubblica.it/cronaca/2012/10/11/news/udine-44296865/?rss
http://www.ilgazzettino.it/nordest/udine/accoltella_e_uccide_il_convivente_lui_la_difende_prima_di_morire_un_incidente/notizie/224780.shtml

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mauro recher 3:43 pm - 11th Ottobre:

sull’articolo di femminismo a sud ,ne è venuta fuori una bella discussione sul loro spazio facebook ,ne scrivo anch’io ( ed ammetto di essere stato in errore smile )
http://femdominismo.wordpress.com/2012/10/11/da-un-altra-visuale/

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Fabrizio Marchi 5:01 pm - 11th Ottobre:

Fantastico!…
http://www.repubblica.it/cronaca/2012/10/11/news/udine-44296865/?rss
”Sì, è vero – dice Repubblica (cioè l’organo ufficiale del PFI (Partito Femminista Istituzionale, ho coniato un nuovo termine) – che l’uomo è stato ucciso dalla donna ma lui era tornato a casa ubriaco e aveva aggredito la compagna. Quando questa ha minacciato di chiamare la polizia lui l’ha aggredita con maggior violenza ed è stato a quel punto che lei gli ha sferrato una coltellata, uccidendolo. D’altronde, secondo le prime ricostruzioni, sembra proprio che la donna abbia reagito a un’aggressione”.
Ora proviamo a invertire le parti e vediamo un po’ come suona.
“Sì, è vero – dice sempre Repubblica (neanche se lo leggessi con i miei occhi ci crederei…) che la donna è stata uccisa dall’uomo, ma lei era tornata a casa ubriaca e aveva aggredito il compagno. Quando questi ha minacciato di avvertire la polizia lei lo ha aggredito con maggior violenza ed è stato a quel punto che lui le ha sferrato una coltellata, uccidendola. D’altronde, secondo le prime ricostruzioni, pare proprio che l’uomo abbia reagito a un’aggressione”.
Che dite? Come va? Suona bene?
P.S questa la posto su facebook, vale la pena di portarla a conoscenza di un pubblico più vasto (per quelle che sono le nostre modeste possibilità)

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mauro recher 9:39 pm - 22nd Ottobre:

forse ho un pochino esagerato ,ma da una che ci chiama bipedi fallodotati ,non ho saputo rispondere di meglio
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/21/come-difendersi-dalla-violenza-dei-%E2%80%9Cbipedi-fallodotati%E2%80%9D/388442/
—————————————————————————
commento mio
dispiace scriverlo ,ma dopo aver letto tutti questi articoli sul fatto quotidiano ,quello è un crimine di SERIE B ,dovrebbe essere equiparato all’altro ,dovrebbe avere la stessa risonanza e la stessa indignazione perchè la parità è fatta di cose belle e di cose meno belle è fatta di diritti e di doveri ma ,da una parte, esistono solo i diritti..e si lamentano che gli uomini si indignano ..ma francamente ,si domanda no alla violenza alle donne ,mi dite chi è quel mentecatto che è a favore della violenza ? Sembra che essere contro la violenza sia ,per gli uomini una eccezione ,invece che la prassi …Va bene che pensare male si fa peccato ,ma di solito ci si indovina (diceva qualcuno) leggo da alcuni siti e blog “le leggi le fanno gli uomini e quindi una legge contro la violenza sulle donne c’è la possiamo dimenticare (D.L 3390 non dice niente?) Quindi la soluzione ?”PIù donne ,(non ha importanza che siano brave ,letto anche questo) ,quindi più quote rose ,schema finale ‘ femminicidi da usare —più donne al potere —quindi quote rosa

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mauro recher 9:40 pm - 22nd Ottobre:

ah si scusate ,il crimine di SERIE B è quello che ha postato anche Luigi Corvaglia
http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2012/10/21/news/omicidio-a-sorso-litigano-al-bar-lei-lo-accoltella-1.5898024

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Mauro Rancati 9:57 am - 23rd Ottobre:

Vi posto un commento all’ultimo articolo della Zanardo sul tema, pubblicato sul Fatto (http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/21/siamo-persone-non-beni-di-proprieta/388866/#comment-689865915), prima che lo cassino

“Non li conosce perché, evidentemente, è male informato. E l’ultimo è anche piuttosto recente, poco più di una settimana fa. Sorprendente è il sorprendersi che una mente o una psiche distorta, che ha anche una superiorità fisica, finisca per usarla. Spesso sotto l’occhio inerte di genitori, parenti, istituzioni, e in qualche caso – ma non le ritengo colpevoli per questo – vittime portatrici esse stesse di un disagio psicologico. Lei naturalmente la pensi come vuole: per quanto mi riguarda, il carico di violenza che c’è in un “finocchio” detto da una adolescente al compagno di classe timido non è psicologicamente minore, lo è il potenziale di offesa fisica; e prima che che parta con fesserie quali “ma come, equipari una parola a una violenza fisica” sottolineo che parlo delle radici profonde del problema, non delle sue manifestazioni. Da questo punto di vista la situazione è abbastanza sconfortante per entrambi, ragazzi e ragazze.
Quanto alle percentuali, direi che sono a sfavore del corpo sociale: se lei le sente a suo sfavore in quanto uomo, non posso che dolermi di fronte a un’altra vittima di un processo di colpevolizzazione di genere che, oltre ad essere un delirio concettuale ed etico, non ci fa fare un solo passo avanti. Si è mai chiesto se i violenti, in nuce o in atto, siano toccati da sproloqui come “adesso gli uomini devono piangere” o ” gli uomini devono prendere atto delle loro responsabilità di genere, della loro sessualità per natura violenta”? No, perché ho la vaga impressione che come al solito a prestare ascolto a queste parole, con reazioni naturalmente variabili, siano solo i già sensibili alla questione, quelli che non hanno mai neanche concepito di poter sfiorare una donna, mentre i violenti continuano ad esserne impermeabili. Mi parrebbe saggio porselo, questo problema: si curano i malati, non i sani.”

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Fabrizio Marchi 7:14 pm - 26th Ottobre:
Luigi Corvaglia 9:39 pm - 8th Novembre:

Violenza sulle donne? No, noi no.
di Francesca Sironi

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Ethans 12:26 am - 9th Novembre:

http://www.ilcorpodelledonne.net/?p=13465#comment-91825

Agghiacciante la Zanardo… video imperdibile (non so magari l’avete già segnalato).

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Rita 12:06 pm - 9th Novembre:

Commento in attesa di moderazione sul link della Zanardo lasciato da Ethans

Il punto, secondo me, non è l’istigazione a delinquere (va be.. sottolinerei che la raccomandazione ai minori di anni 16 di non guardarlo equivale alla certezza assoluta che lo guarderanno .. ) è che, ancora una volta, emerge la valutazione morale di modalità “femminili” (ancora peraltro da sperimentare, da vedere, da toccare con mano, giacchè le donne al potere si comportano esattamente come gli uomini dividendosi fra le mille sfumature tra chi usa e abusa del potere per fini personali, fino agli illiminati/e portatori di civiltà) vengono teorizzate come superiori. Il video ha lo scopo metaforico di uccidere l’uomo dentro di sé. L’uomo come unico costruttore e ideatore del patriarcato – peraltro morto e stramorto, io ho quasi cinquant’anni e non l’ho quasi conosciuto se non per il fatto che mia madre era casalinga e che ancora qualche anziano malfermo sulle gambe sull’autobus accenna ad alzarsi per farmi sedere, quasi vergognandosi di stare seduto (sempre di meno per ovvie ragioni). Soprattutto non ne ho conosciuto gli effetti che mi si dicono negativi. Perché lavoro da più di trent’anni e mi mantengo da sola da più di trent’anni. Perché non ho studiato non perché sono una donna ma perchè all’epoca non lo ritenni così importante e ritenevo più importante entrare subito nel mondo del lavoro.
Di contro da un bel po’ di anni, sovente e volentieri sento inviti agli uomini di coltivare la donna che è in loro.
Il dualismo mi sembra chiaro: se a una si consiglia di uccidere / soffocare/ metaforicamente le modalità maschili dentro di sé e all’altro si consiglia di coltivarle, la conseguenza logica è che si considerano le modalità e l’ “essere” femminile . L’anima più importante e migliore dell’animus insomma.
Questa per me è una contraddizione abbastanza insanabile. Che esiste un mondo femminile portatore di novità benefiche cui non viene dato modo di esprimersi in un mondo maschile portatore di catene/male/prevaricazione etc.
Esistono due energie (maschile e femminile) entrambe portatrici di male e di bene. Entrambe compartecipi nella costruzione del mondo. A meno di non pensare che le donne abbiano subito per millenni il patriarcato senza trarne mai vantaggio. Impensabile per me un ragionamento del genere.

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Ethans 1:25 pm - 9th Novembre:

Il problema Rita è che le persone che vedono ‘sto video non hanno la profondità d’analisi che hanno alcuni di noi nel valutare realisticamente le dinamiche che si sono innescate tra i generi allo stato dell’arte. Non vorrei che tali messaggi, che passano anche troppo gratuitamente come se niente fosse, venissero male interpretati e magari presi alla lettera. Poi io c’ho messo del mio volutamente, un pò di pepe al culo a certi personaggi non guasta mai. Nel caso giudicaste il mio intervento un pò troppo di pancia mi scuso anticipatamente.

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Luigi Corvaglia 2:31 pm - 9th Novembre:

Ho visto quel video.
Sapete l’impressione che mi ha fatto?
Di mestizia. Un video triste, cupo e rassegnato. Un epitaffio sulla nostra civiltà occidentale.
Di claustrofobia di classe (non so come definirla meglio). Notate come tutto si svolge in un certo tipo di ambiente. E’ casuale? Io penso di no. Gli autori, attori, a quel mondo appartengono (o aspirano ad appartenere nel caso delle commentatrici e commentatori del blog) e di quello parlano. Non concepiscono nemmeno un mondo diverso fatto di uomini e donne che in quei cliché non vogliono o magari non possono starci.
Epitaffio dicevo. Si. Perché quando una civiltà arriva a negare (ad uccidere metaforicamente dicono …. ) una parte di sè, in questo caso il maschile, per me è già morta. Anche se ancora non lo sa.
E le retroguardie, in questo caso la Zanardo, si attardano ancora sul cadavere.
Solo una utente (del codazzo della Zanardo) mi sembra che abbia detto cose condivisibili (tolte le due prime righe, perché di neo-realismo io, ma sarà un limite, non ne vedo affatto):
………………………………………..

Un’iniezione di neorealismo alla “Pasolini”.
Caspita. Immagini bellissime, bravissimi attori.

Domanda suggerita dalla visione: è solo uccidendo il maschile che emerge il femminile? E’ solo uccidendo il “padre” che è in noi che riusciremo a declinare il mondo che ci circonda al femminile? Non ne sono così certa. E cosa è maschile, cosa femminile, davvero?

Non so perché ma non posso fare altro che partire dal mio vissuto per ragionare sul video: è da tempo che medito sulla questione Maschile/femminile. E sento sempre più forte la presa di coscienza che il mio IO è permeato tanto “del maschile” quanto “del femminile”. Fino, per me, a coesistere. Fino a mescolarsi così tanto da non distinguere dove cominci l’uno e finisca l’altro.
Siete così sicure di riuscire a scindere “il maschile” da voi stesse?

Io non ci riesco fa parte di me. Credo che dovrò accettarlo. Accettare e includere il maschile nel femminile e viceversa. Che non si confonda ciò con un’opera di assimilazione. Credo fortemente che maschile e femminile siano la stessa cosa.

Non so se per voi queste parole abbiano senso.

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Rita 4:16 pm - 9th Novembre:

@Ethans: sì mi rendo conto dell’impatto del video che non è uguale su tutti. Mi rendo altresì conto che immaginando ipoteticamente (il classico gioco del reverse imparato in ambito qmmistico :-)) un video con l’intento di far riflettere sullo staccarsi metaforicamente dalla madre o dalla dipendenza femminile (magari un video per far riflettere sulla necessità dello sganciamento emotivo) in cui si mostrasse una modalità di eliminazione violenta susciterebbe indignazione a fiumi, ma che dico a fiumi, ad oceani e forse proprio con la Zanardo in testa o nelle avanguardie dell’indignazione.

@Luigi: sono d’accordo con te. Diciamo che mi pare che quest’utente riesca a cogliere la contraddizione fra la proclamazione dell’uguaglianza di intenti e di capacità e l’esaltazione della differenza.
Insomma alla fine mi sembra che la Zanardo suggerisca di chiedere a Bonolis del perchè della scelta della trasmissione con la ragazza seminuda a recitare la parte della stupida ma continua a non suggerire di chiedere conto della scelta della ragazza che si presta a recitare la parte della stupida seminuda anzichè magari studiare al DAMS e provare ad inventarsi nuove forme di spettacolo (se le interessa il campo). Il che riporta alla prima parte del tuo commento. A loro sembra interessare il mondo “maschile” della gestione del potere, della Rai e della televisione, o dei Consigli d’Amministrazione piuttosto che dal Parlamento, o dalle aziende dove c’è un capo e un collaboratore che gli porta i documenti da firmare e il caffè che è un mondo che non esiste nemmeno più e sta già scomparendo per conto suo (perlomeno nel mio ambiente questo vedo).
Dico “sembra” perchè questo traspare da gran parte dei post, anche se in quel video il finale sembra suggerire altro. Donne che sono per strada a guardarsi. Ma non hanno idea di cosa fare. Non c’è un suggerimento alternativo.
Ammazzano la parte maschile e poi si guardano smarrite girando per strada?

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armando 5:29 pm - 9th Novembre:

Io credo che certi messaggi sono così estremi, così privi di senso, così colmi di rancore e di odio, così contraddittori, che finiscono per avere l’effetto contrario a quello che si propongono. Almeno per le persone (uomini e donne) che hanno ancora un po’ di buon senso. Più si colpevolizza e si demonizza a senso unico, più si indica nell’altro il MALE per allontanarlo da sè, meno il messaggio è credibile. Però mentre scrivo mi rendo conto che non sempre è così, purtroppo. Anche gli ebrei furono additati come portatori del male in modo tanto martellante quanto assurdo. E tutti sappiamo come andò a finire.
armando

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paolo 5:58 pm - 9th Novembre:

Allora, un uomo realizzato professionalmente ma (apparentemente) triste e malinconico viene sgozzato dalla segreteria triste e malinconica che poi lo piange e va in strada a scambiarsi sguardi tristi e malinconici con altre donne.
Un video tetro, nichilista, deprimente.

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Leonardo 6:51 pm - 9th Novembre:

Notare con quanta compassione e aria materna la donna uccide l’uomo, penetrando con la lacrima il suo occhio. Si ritrovano tutte nel cortile e si guardano come per dire: ma che ci tocca fare?
L’attore è Willlem Dafoe, che forse, dovrà farsi perdonare di essere stato il protagonista del misogino film del danese (siamo lì in scandinavia) Lars Von Trier: antichrist, dove la donna è l’anticristo in una natura malvagia.

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Luigi Corvaglia 7:25 pm - 9th Novembre:

“Dico “sembra” perché questo traspare da gran parte dei post, anche se in quel video il finale sembra suggerire altro. Donne che sono per strada a guardarsi. Ma non hanno idea di cosa fare. Non c’è un suggerimento alternativo. Ammazzano la parte maschile e poi si guardano smarrite girando per strada?” (Rita)
Mah …. l’artista, se è tale, è al di là di tutte le classificazioni. E l’ambiguità è una delle sue tante pelli.
Poi chi sente, vede, legge gli cuce addosso l’abito che, secondo la sua formazione, le sue convinzioni, i suoi pregiudizi magari, più gli piace.
Quest’altra utente ad esempio dice:”Il finale aperto, più donne che INSIEME si appropriano della piazza, del MONDO, della POLITICA e…cercano innanzitutto conforto e calore, coraggio e solidarietà negli occhi dell´ALTRA…“.
Non vedo, letteralmente, non vedo nel video tutto questo ambaradan, per me invece tutto il video potrebbe, dico potrebbe, essere letto in chiave simbolica diametralmente opposta. Quella di una società che elimina il maschile, salvo poi trovarsi persa e smarrita, che mi sembra anche la tua chiave interpretativa, se non erro.
Però in generale, ha ragione Ethans, il messaggio che passa nella quasi generalità dei casi (vedesi persone) è quello di primo livello: dagli all’uomo.
A proposito Ethans, penso che oramai quel tipo di messaggio, soprattutto quando non visivo è la norma e non l’eccezione. Quando, ad esempio, si può ironizzare sulla morte di un uomo fatto a pezzi dalla moglie perché secondo lei puzzava. E tutto per far pubblicità a profumi ( Il potere dell’olfatto ). O quando, sempre come esempio (uno tra i tanti), si adottano i famosi “due pesi e due misure” come nel link segnalato prima da Fabrizio. Quando tutto questo avviene siamo già oltre. E il problema che si pone è: come fermarlo?
@ Armando
Presumo quindi che noi saremo i primi ad essere rastrellati ….. smile

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Luigi Corvaglia 8:09 pm - 9th Novembre:

L’ho appena intercettato su FB. Per cui non ho ancora letto il file pdf. Ma farà sicuramente discutere:
Genitori SottrattiIndagine conoscitiva sulla violenza verso il maschile.

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Fabrizio Marchi 8:18 pm - 9th Novembre:

“Notare con quanta compassione e aria materna la donna uccide l’uomo, penetrando con la lacrima il suo occhio. Si ritrovano tutte nel cortile e si guardano come per dire: ma che ci tocca fare?” (Leonardo)
Sottoscrivo. E’ proprio questo il messaggio neanche tanto subliminale del video. Da notare che il personaggio maschile è immancabilmente un uomo socialmente affermato, un manager, un maschio alpha insomma, e lei è presumibilmente una segretaria o una funzionaria, comunque una sua subordinata. I ruoli, alquanto stereotipati, sono dunque ben determinati, e questo non è certo casuale.
Ha ragione Leonardo:”Ma guarda che ci tocca fare – questo il non detto – non vorremmo, naturalmente, se potessimo ci sottrarremmo ma proprio non possiamo. Naturalmente siamo tristi, addolorate, ma non ci possiamo fare niente”.
Anche la modalità (cioè il taglio della gola) non è affatto casuale. Ricordo perfettamente che Natalia Aspesi rispose alla mia lettera “Ho subito violenza ma l’’Istat non lo sa”, chiudendo con le testuali parole:”Alla fine quelle che ci ritroviamo con la gola tagliata siamo noi”. Il senso era “lei può pure raccontarmi di tutte le violenze che ha subito ma comunque è qui, vivo e vegeto, le donne invece vengono brutalmente assassinate (tradotto:la violenza femminile non è minimamente paragonabile a quella maschile…).
Naturalmente il video, rimanendo in parte nell’ambiguità, può essere suscettibile di diverse interpretazioni, però, come diceva anche Ethans, ciò che conta in video come questi, è il primo impatto.

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mauro recher 8:30 pm - 9th Novembre:

Sul video in questione a me piace sempre girare la frittata quindi ,a parti invertite, come sarebbe stato giudicato (ovviamente con la stessa atmosfera ,ritmo e immagini ) ?
Si sarebbe chiesto da cancellarlo da youtube perchè istiga alla violenza ,altro che storie

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armando 8:42 pm - 9th Novembre:

Ho appena dato un’occhiata alla ricerca di cui parla Luigi. Se non altro mi sembra più onesta di quella Istat del 2006 sulla violenza subita dalle donne i cui dati vengono propagandati come dogmi. Più onesta perchè dichiara che, causa l’impossibilità di fruire di finanziamenti, il campione è casuale e su base volontaria, ciò che potrebbe inficiarne la piena attendibilità. La cosa fatta con molta intelligenza, secondo me,è la scelta di ricalcare il questionario Istat. Ed è significativo che i dati raccolti indichino che anche in Italia il fenomeno della violenza subita dagli uomini non è una panzana inventati dai maschilisti, ma un fatto reale come negli altri paesi che si basano su statistiche pubbliche e ufficiali. Spero, ma ci credo poco, che questo primo tentativo di analizzare un fenomeno “fantasma”, possa indurre qualche università a dargli un seguito.
armando
Ps. Sulla speranza che faccia discutere pubblicamente e in forma estesa sono scettico, perchè sicuramente quella ricerca sarà ignorata o minimizzata dai media.

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Ethans 9:14 pm - 9th Novembre:

… può essere suscettibile di diverse interpretazioni (Fabrizio)
******************************************************
Pensa che io ci vedo pure “La Pietà” di Michelangelo: c’è un fotogramma in quel video(un fermo immagine di una manciata di secondi) che ne ricalca più o meno volutamente l’immagine.

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Fabrizio Marchi 11:22 pm - 9th Novembre:

“Sul video in questione a me piace sempre girare la frittata quindi ,a parti invertite, come sarebbe stato giudicato (ovviamente con la stessa atmosfera ,ritmo e immagini ) ?
Si sarebbe chiesto da cancellarlo da youtube perchè istiga alla violenza ,altro che storie” (Mauro Recher)
In realtà, Mauro, a parti invertire, sarebbe stata solo una delle tante iniziative per denunciare il “femminicidio” e in generale la violenza sulle donne da parte degli uomini. Nessuno avrebbe avuto nulla da ridere, puoi starne certo…

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cesare 1:47 pm - 10th Novembre:

So che non si può dire, so che è tabù, so che udendola è d’uso stracciarsi le vesti gridando all’eresia e alla violenza, e ricorrendo a tutte le offese e le accuse più nefande a disposizione del vocabolario; so che si finisce tra i reprobi, so che chi ne parla oggi, si sente persino in dovere di scusarsi perchè lo dice (a questo la manipolazione della coscienza è giunta!), ma so che questo succede sempre quando si dice la verità che non può essere ammessa dal potere e dalle masse conniventi con il potere. E il ‘900 di queste connivenze popolari e di massa con le follie criminali del potere ne è pieno. Così come di morti ammazzati. Ma so che è la realtà sotto il naso di tutti e da tutti messa sotto il tappeto: Eccola dunque e per l’ennesima volta: tra gli applausi della maggioranza della gente e le sussiegose spiegazioni morali ed etiche del potere, in nome dei diritti delle donne è sparita, per aborto, dall’approvazione della 194,una popolazione di seimilioni di persone concepite. Sono spariti, viventi nel ventre delle rispettive madri, in attesa di nascere,un numero di concepiti pari alla popolazione dell’intera Lombardia. E questo nelle regioni più ricche, più informate e con la migliore assistenza sanitaria, al mondo. Non è troppo? non c’è da farci un pensiero che è uno? nè un esame di coscienza collettivo? Perchè si tratta di violenza, o no?
Pertanto: parliamo di violenza e nello specifico vogliamo farne una lettura limitata parlando esclusivamente di quella subita dalle donne? benissimo. Allora è violenza contro la donna questa o che cosa è? e se sì, chi commette questa violenza? ed è portata alla coscienza della gente e delle donne come inaccettabile tragedia così che la si possa elaborare collettivamente oppure no? deve restare un tabù indicibile? un segreto sanguinoso di un popolo? o un angoscia di massa curata con la banalizzazione? o considerato lecito come il sangue versato in guerra, ammesso mai che lo sia per davvero?
Faccio questa domanda perchè sono abbastanza vecchio da guardare alla realtà dal punto di vista di chi ha la fortuna di essere “sazio di giorni” e mi sento libero; e da libero mi sento in dovere di dire quanto segue ai giovani: ragazzi e ragazze mie, di sinistra, di destra, di centro, e di qualsivolgia colore e casacca, guardate che non si può gridare contro il sangue umano versato, liberamente scegliendo la protesta a seconda di chi, fra gli umani, si versa il sangue: il sangue umano versato è sangue umano versato e dalla vostra coscienza, prima o poi, vi sarà portato il conto anche di quello che avete buttato “sotto il tappeto”. E credo che le vostre proteste contro la violenza, che lo sappiate o no siano anche contro questa violenza cui, per opportunismo, non volete dare il nome di violenza.

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Luigi Corvaglia 12:37 am - 28th Novembre:

Cosa ci fa una con un coltello da cucina in strada?
Accoltella per strada il compagno dopo una lite: denunciata

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Luigi Corvaglia 10:54 am - 28th Novembre:

Immaturità, irresponsabilità, debolezza Dove nasce la violenza di uomini e donne.
……………………………..
Mi piace pensare che, se persino in spazi come quello, escono articoli di questo tipo (a parte la condivisibilità totale o meno) un pò di dubbi, o come preferite, un embrione di consapevolezza maschile, come MoMas siamo riusciti ad instillarlo.
Forse non è cosi. Ma mi piace pensarlo.

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mauro recher 11:14 am - 28th Novembre:

Luigi ,lo penso anch’io,se poi pensi ai commenti (sopratutto nel fatto quotidiano) molto critici ai loro articoli ,e questa “criticità ” lo si legge in tutti (tanto che lo stesso Gasparrini ,preso dallo sconforto ha scritto ” credevo che piovesse ,ma non che diluviasse ” smile ) forse il femminismo deve ancora fare breccia nei piani bassi ,cosa che invece è riuscito a fare nei piani(e forse gli interessava solo quello) alti ,con le leggi che abbiamo discusso ,sia a destra che a sinistra …..
Importante comunque che articoli come quello di Mazzola , e quest’ultimo siano stati pubblicati e sopratutto letti …A poco a poco riusciamo a scardinare questo muro di gomma

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sandro 10:09 pm - 28th Novembre:

“Cosa ci fa una con un coltello da cucina in strada?
Accoltella per strada il compagno dopo una lite: denunciata”

A quanto pare non è la sola:

Coltellata al compagno Patteggia e torna subito a casa

E due. In pochi giorni.
Ah, a proposito: due giorni fa è stata la giornata contro la violenza sulle donne.
Forse queste hanno pensato di festeggiarla così.

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sandro 10:17 pm - 28th Novembre:

corrierediragusa.it – Morso e coltellata al suo ex, un arresto

… e tre.

Alla faccia della “violenza di genere”.

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Leonardo 11:04 am - 29th Novembre:

sandro
corrierediragusa.it – Morso e coltellata al suo ex, un arresto
… e tre.
Alla faccia della “violenza di genere”.
———————————-
Sì, ci sono donne che mordono, sopratutto ai propri bambini mentre li sculacciano, ai miei tempi era una pratica usata da alcune mamme…

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Luigi Corvaglia 10:35 pm - 3rd Dicembre:

Tre storie.
Tre uomini ammazzati da tre donne. In tempi diversi certo, ma non tanto lontani tra di loro. Con modalità diverse e con un altro piccolo particolare che può sfuggire ai più: sono accadute in un fazzoletto di terra e purtroppo sto parlando di casa mia. Per l’esattezza in due paesini confinanti con il mio.
la prima, già riportata da me su UB: Melissano, massacra marito 75enne, lo veglia e poi tenta il suicidio.
Le altre due,addirittura nello stesso paese:
Uccise il marito: 27 anni di reclusione ad una donna di Taurisano.
Uccise il marito, condannata all’ergastolo infermiera di Taurisano
La cosa, lo ammetto mi lascia abbastanza sconcertato, anche perché nello stesso periodo e nella stessa zona (ma potrei ricordare male, dovrò approfondire), a pochissimi chilometri di distanza, non sono avvenuti omicidi di segno contrario, i cosiddetti “femminicidi”.
E questo mi suggerisce qualcosa che fino ad ora mi era sfuggito e che penso ognuno di noi potrebbe fare con un minimo di impegno: monitorare, attraverso i media o anche per conoscenza più diretta la situazione nel proprio territorio. Io lo farò con riguardo alla mia provincia. E ne terrò al corrente UB.

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Rita 1:51 pm - 8th Dicembre:

30 euro di multa a lei per aver minacciato di accoltellare il marito e aver detto “sono pentita di non averti avvelenato”. 7500 euro di multa a lui e un mese di carcere per aver detto “ma quando caxxo te ne vai da casa mia’”

https://www.facebook.com/photo.php?v=4914234901760&set=vb.1474812577&type=2&theater

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Luigi Corvaglia 2:20 pm - 8th Dicembre:

Incredibile. Veramente incredibile.
Ma d’altra parte viviamo o no nel paese più maschilista d’Europa?

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mauro recher 12:23 pm - 13th Dicembre:

su postare ,la discussione è continuata è il solito maschio pentito mi risponde …
Povero piccolo Recher1970 maltrattato ,con tanto di faccina triste ….
la mia risposta
eccolo il maschio pentito ,che viene in aiuto smile …io di nome faccio Mauro ,non ho subito violenza di nessun tipo ,se proprio ti può interessare ,ma se invece mi chiamavo Maura ,facevi ancora un commento denigratorio di quel tipo ?
Ma quanto sei piccolo ,quindi ricapitoliamo ,io in quanto uomo ,non posso subire violenze ,e se le subisco ,me le devo tenere..se invece mi chiamavo Maura ,ti saresti munito di bastone o fucile in cerca di quel porco maschio che mi ha maltrattato …
Complimenti davvero ….
http://www.postare.it/showthread.php?s=&postid=6102092&t=4779#post6102092

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Luigi Corvaglia 8:34 pm - 20th Dicembre:

Violenza di genere …. femminile.
MODENA CHOC, DONNA MASSACRA IL FRATELLO CON 30 COLPI DI PISTOLA. “LITIGAVANO SPESSO”
Giovedì 20 Dicembre 2012 – 20:25
MODENA – Un uomo di 44 anni, Gabriele Guidi, è stato ucciso con diversi colpi di pistola a Modena. Ad assassinarlo intorno alle 14.30 dopo una lite in una casa di stradello Ponte di Ferro è stata la sorella, Giordana, che ha chiamato la polizia. A quanto risulta, la pistola era regolarmente detenuta. La donna è stata portata in questura. Secondo la ricostruzione, la donna avrebbe sparato una trentina di colpi di pistola al fratello, in casa. La donna ha crivellato il congiunto al culmine di una lite originata, pare, da futili motivi. Sembra che le liti fossero frequenti.

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Fabrizio Marchi 9:07 am - 27th Dicembre:

Ieri ho visto un gran bel film, direi un capolavoro nel suo genere, “Il sospetto”, del regista danese Thomas Vinterperg.
Il film narra la terribile vicenda di un uomo retto, mite e sempre disponibile, che lavora presso l’asilo nido di una tranquilla cittadina di provincia danese, ingiustamente accusato di molestie sessuali nei confronti di una bambina a cui di fatto viene estorta una sorta di “confessione” dalla direttrice della scuola e da uno psicologo.
Comincia quindi la vicenda drammatica e angosciante del protagonista che viene trasformato in un mostro, emarginato dalla comunità, abbandonato da quasi tutti i suoi amici e dalla compagna, malmenato e infine anche arrestato. Solo un vecchio amico e il figlio adolescente, che vive con la madre (che, guarda un po’, cerca di ostacolare il rapporto con il padre), gli resteranno vicini e lo aiuteranno ad uscire da quell’incubo. Un incubo del quale però non riuscirà più a liberarsi del tutto perché l’ombra del sospetto continuerà a perseguitarlo, minacciosa e incombente, anche quando la sua innocenza verrà pienamente dimostrata.
Un film veramente molto bello, coraggioso, profondo, decisamente fuori dal coro, imperdibile per chiunque si occupi di QM. Di seguito un paio di recensioni (su google ne trovate quante ne volete), ma non rendono giustizia del film (provate ad immaginare perché…) che affronta argomenti “scabrosi” e che di certo non è tenero nei confronti di nessuno…e di nessuna…
Il commento tra il serio e il faceto al termine della proiezione, da parte di una giovane signora seduta insieme al suo compagno o fidanzato, poco distante dal sottoscritto, è stato il seguente:”Ma questo è un film un po’ maschilista…”.

Il Sospetto

Il sospetto film: trailer, trama e recensione dell’ultima opera di Thomas Vinterberg

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Luigi Corvaglia 6:06 pm - 29th Dicembre:

Chissà perché questo tipo di notizie (specialmente se provengono dal mondo anglosassone) non si trovano mai sui nostri magnifici e progressisti media …. ma su testate tipo Blitz o Leggo! 😕 E meno male tra l’altro.
SVEZIA CHOC, LE REGALANO UN COLTELLO: UCCIDE IL MARITO E SCATTA LE FOTO -GUARDA
“Thank you for the gift – it worked!”

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mauro recher 11:19 am - 2nd Gennaio:

http://femdominismo.wordpress.com/2013/01/02/maschi-pentiti-3/

Fabrizio ,c’è una piccola sorpresa per te … :mrgreen:

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Luigi Corvaglia 3:37 pm - 7th Gennaio:

Picchia il figlio e lo manda in ospedale – In casa anche eroina: arrestata 42enne
Il link sopra riportato riguarda l’articolo sul sito web. A seguire riporto invece quanto pubblicato sul supporto cartaceo dello stesso quotidiano (più esteso e dettagliato e con l’aggiunta di un articolo di “analisi” del fatto stesso).
……………………………………………………
MAGLIE – Una 42enne ha procurato al piccolo lesioni alla testa e al volto
Picchia il figlioletto di 9anni arrestata la madre violenta
di Maurizio TARANTINO
Violenza e percosse sul proprio figlio di nove anni, tanto farlo ricoverare.
È terminata con l’arresto, la squallida storia che vede protagonista una 42enne del circondario di Maglie, accusata di aver mandato il figlio in ospedale e di detenere stupefacenti nella propria autovettura.
A intervenire nella serata di sabato sera i Carabinieri della Compagnia di Maglie guidati dal maggiore Andrea Azzolini. Un’indagine rapidissima, conclusasi in maniera drammatica per la donna e che ha messo fine ad una vicenda che evidentemente andava avanti da tempo e che era conosciuta da tanti, ma di cui nessuno osava parlare. Fino a sabato sera quando i militari sono intervenuti presso l’abitazione della donna su richiesta di alcuni conoscenti e parenti preoccupati per la sorte del povero ragazzino: a quel punto, anche grazie alla ricostruzione della storia, effettuata con l’assistenza del personale dei servizi sociali comunali, si è scoperta l’amara verità.
La madre avrebbe picchiato selvaggiamente il ragazzo, che ha soli nove anni, procurandogli lesioni alla testa ed al volto. Il referto medico come diagnosticato da un ospedale della provincia dove il ragazzo è rimasto ricoverato parla una contusione alla fronte con escoriazione, ecchimosi bilaterale allo zigomo e escoriazione latero-cervicale.
Una vicenda agghiacciante che lascia sgomenti per la crudeltà delle azioni messe in atto dalla 42enne.
Con lo stesso scrupolo iniziale però i Carabinieri hanno voluto andare a fondo alla questione, cercando di comprendere se ci fossero, alla base delle azioni snaturate della donna, altre possibili cause. Così nel corso dell’attività d’indagine i militari hanno deciso di eseguire una perquisizione presso l’abitazione dove si sarebbero consumati gli atti di violenza, per individuare altre tracce del reato.
Durante le ricerche, allargate anche all’autovettura della donna, sono saltati fuori gli stupefacenti. Un involucro contenente dieci grammi di eroina era abilmente occultato all’ interno del vano del cambio.
La donna è stata arrestata con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni nei confronti del figlio minorenne.
Alla 42enne viene contestata anche la detenzione ai fini dello spaccio di dieci grammi di eroina. Dopo le formalità ed i necessari adempimenti, la donna si è stata trasferita nella Casa Circondariale di Lecce, su disposizione della Procura della Repubblica.
Una brutta storia per la quale non si può dire neanche che sia terminata con il lieto fine e di cui ora si occuperà certamente anche il tribunale dei minori. Si cercherà di trovare la soluzione migliore per il bambino, già traumatizzato dall’esperienza terribile di subire violenza dalla propria madre, dalla persona che più di ogni altra al mondo avrebbe dovuto difenderlo.
……………………………………………………
e questo è l’articolo che “analizza” il fatto:
……………………………………………………
L’INTERVISTA – L’associazione Acudipa: “Per le droghe, la repressione non basta”
«In aumento le violenze da parte delle donne»
di Federica SABATO

Uno dei miti maggiormente diffusi nella nostra società è che le violenze domestiche sono solo qualcosa che gli uomini esercitano nei confronti delle donne. Ma le ultime ricerche scientifiche rivelano che in realtà anche le donne possono maltrattare gli uomini o i propri figli; in alcuni casi, più frequentemente di quanto gli uomini non facciano alle donne. Dati, questi, che non sono da sottovalutare e che vengono confermati quando vi è di mezzo l’uso di sostanze stupefacenti. Secondo Giuseppe Mammana, presidente dell’ associazione italiana per la cura delle dipendenze patologiche (Acudipa), «l’eroina e le droghe che travolgono la vita di centinaia di migliaia di italiani e delle loro famiglie sono ormai un fatto dimenticato nell’ ordinaria comunicazione mediatica e ci si occupa di esse solo quando ci sono vicende che balzano agli onori della cronaca. Vicende del genere appaiono come una sorpresa in una cultura che, purtroppo, si è abituata all’uso delle droghe, alloro abuso e alla conseguente dipendenza. Ogni droga, soprattutto l’eroina, comporta una regressione dei comportamenti umani, una centratura totale su di sé e sulle proprie necessità anche false, come l’assunzione dello stupefacente, tanto da rendere impossibile anche il più naturale dei mestieri del mondo, quello di mamma. La donna di Maglie, continua il professor Mammana, se fa uso di eroina e ne dipende è una persona malata, che ha bisogno di cure adeguate in luoghi idonei. Il suo bambino forse era diventato per lei un fastidio, un impedimento da silenziare per una vita centrata patologicamente su di sé. Questo spiegherebbe almeno una parte dei maltrattamenti, delle botte, della violenza».
Ogni giorno in Italia vengono curate nei Sert e nelle comunità 150.000 persone, ma altre 150.000 che ne avrebbero bisognò non ricevono le attenzioni necessarie. Quasi altri 2 milioni e 500mila hanno a che fare con le droghe, non sempre dipendendone, ma comunque creando problemi a sé e alle proprie famiglie. «Un problema di salute pubblica di queste dimensioni viene ormai ignorato – continua Mammana.
……………………………………………………
I link che seguono sono le immagini dei suddetti articoli:
Immagine Articolo
Immagine articolo d’analisi

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Luigi Corvaglia 7:57 am - 1st Maggio:

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mauro recher 5:21 pm - 2nd Maggio:

http://femdominismo.wordpress.com/2013/05/02/la-foto-della-discordia/
Anche su questo le femministe hanno avuto da ridire

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Roberto Micarelli 8:32 pm - 2nd Maggio:

Studiando la Convenzione di Istanbul ho scoperto che la “violenza di genere” è ivi definita come non solo diretta da uomini a donne ma anche da donne a uomini. Quello che sostenevo io su Wikipedia che è poi il motivo per cui mi bannarono a vita, sotto la direzione di un gruppo di amministrazione filo-femminista. Fu ovviamente una sanzione per opinione, non avendo io mai assunto comportamenti contrari al regolamento.

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Luigi Corvaglia 9:10 pm - 2nd Maggio:

Roberto Micarelli: Studiando la Convenzione di Istanbul ho scoperto che la “violenza di genere” è ivi definita come non solo diretta da uomini a donne ma anche da donne a uomini.

…………………………
E’ cosi infatti.
Il problema è che il “versante applicativo” è tutto pro-female.
Io sono convinto che quel preambolo (se ricordo bene) sia stato inserito a bella posta. Per evitare le accuse di discriminazione e incostituzionalità nei vari paesi.
Solo un artificio quindi ….

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Roberto Micarelli 11:57 pm - 2nd Maggio:

Luigi Corvaglia: …………………………
E’ cosi infatti.
Il problema è che il “versante applicativo” è tutto pro-female.
Io sono convinto che quel preambolo (se ricordo bene) sia stato inserito a bella posta. Per evitare le accuse di discriminazione e incostituzionalità nei vari paesi.
Solo un artificio quindi ….


Secondo me, volendo entrare in un’analisi più dettagliata, non è esattamente così. Non si può dire che il Consiglio d’Europa neghi l’esistenza di un fenomeno violenza a parti invertite; la giustificazione per il dispiegamento di politiche di prevenzione unilaterali sta secondo loro nella sproporzione tra violenze U->D e violenze D->U. In sintesi, per capirci, è come se esistesse una quantità “10” di episodi di violenza fisiologica: dieci donne uccidono i loro partner; dieci uomini uccidono le loro partner, per motivi non legati al genere. Il numero 10, a titolo di simulazione, coinciderebbe con la quantità di omicidi femminili, tale per cui tutti i casi in cui una donna uccide il proprio partner sono di ordine generico e rientrano nella criminologia classica come omicidi. I delitti compiuti da uomini superiori a tale livello 10, diventano allora omicidi di genere, femminicidi; mezzo strutturale e storico di assoggettamento della donna all’uomo. La stessa logica vale per le violenze “minori” all’omicidio.
Devo tuttavia confessare che leggendo il testo della Convenzione, già dalle primissime battute, ho provato un senso di imbarazzo per la semplicioneria della premessa. Poi vi spiego meglio, ma nello stesso testo c’è scritto chiaro e tondo il perché è tecnicamente invalido. La sproporzione di violenza, per come loro stessi definiscono la violenza, premessa generale di tutto il metodo, è un falso statistico. Se avessero parlato solo di femminicidi avrei dovuto ammettere pur con tutte le obiezioni del caso, che la proporzione dei delitti nella matrice U/D aveva comunque un fondamento. Ma la Convenzione si riferisce a una ipotetica sproporzione nella violenza di ogni tipo, inclusa quella di stato, quella economica e psicologica. In tal caso basta misurare il numero di separati che dormono in macchina o ai quali la legge toglie ogni possibilità di vedere i figli e di realizzarsi come genitori, senza andare troppo lontano, per verificare che tale sproporzione da loro addotta, se esiste, è sfavorevole al sesso maschile. L’esatto opposto di quello che dichiarano.

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