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Per una volta una corretta informazione ci mette al corrente di una amara ma anche ovvia, a nostro parere, verità, e cioè che la violenza non è prerogativa di un solo genere, quello maschile, ma, ahinoi, di tutto il genere umano.
La realtà che emerge da questa inchiesta è che negli USA il 50% degli abusi, dei maltrattamenti e degli stupri sui minori (e molto probabilmente anche di più perché, come spiega la stessa Giovanna Botteri, è estremamente difficile per un bambino denunciare la propria madre e accettare di riconoscerla come sua aguzzina) sono commessi da donne e in particolari da madri.
Questo non è un servizio giornalistico come tanti, è una testimonianza concreta di qualcosa che fino ad ora era stato semplicemente sottaciuto, di una realtà che era stata occultata, e di un’altra che è stata raccontata in sua vece; quella secondo cui la violenza, e in particolare quella domestica e sui minori, è solo e sempre stata opera degli uomini e in particolare dei padri.
Ormai sappiamo che in America, e possiamo ipotizzare in tutto il mondo occidentale di cui in genere gli USA sono i battistrada, non è così. E il fatto che tutto questo accada oggi, nel più grande paese del mondo occidentale, patria del femminismo, toglie ogni alibi.
E’ il crollo di un “mito”, di una verità assoluta e incontrovertibile, una vera e propria “caduta degli idoli”, perché questo è stato e ancora è per molti e soprattutto per molte: il mito dell’innocenza femminile, della incapacità e della impossibilità da parte delle donne non solo di praticare la violenza ma addirittura di concepirla. Una prerogativa che, secondo una lettura che non esitiamo a definire sessista e razzista, apparterrebbe esclusivamente al genere maschile.
Naturalmente noi non facciamo certo i salti di gioia per questa “scoperta” e non ci sfiora neanche lontanamente l’idea, come è invece stato fatto nei confronti degli uomini, di criminalizzare un intero genere.
Non siamo dei manichei, né tanto meno degli integralisti, né ancor meno dei difensori a priori del genere. Al contrario, riteniamo questo atteggiamento, oltre che intriso di sessismo e razzismo, anche profondamente stupido.
Non pensiamo che ci sia sempre il bene da una parte e il male dall’altra così come non pensiamo che sia possibile andare “al di là del bene e del male”.
Crediamo che la realtà sia sempre estremamente più complessa rispetto a come spesso tendiamo a vederla (o meglio, a come la vogliamo vedere) e che la ricerca e l’individuazione delle cause, della origine dei problemi e delle responsabilità, sia un lavoro che richiede pazienza e fatica e che soprattutto deve essere animato da una profonda laicità e onestà intellettuale.
Assumere un punto di vista “parziale”, che è anche il nostro metodo, non significa sconfinare nella pretesa di avere in tasca la verità assoluta. Una cosa è essere convinti delle proprie idee e un’altra è trasformarle in una religione, in un teorema chiuso, impenetrabile e immodificabile. Sappiamo che è impossibile arrivare a delle verità condivise, come probabilmente è giusto che sia, ma forse è possibile cercare di convivere nel riconoscimento e nel rispetto reciproco. Anche fra i generi .
Ci auguriamo che testimonianze concrete come questa possano offrire l’opportunità a molte e a molti di riflettere su convincimenti che si fondavano su opzioni ideologiche piuttosto che sulla effettiva realtà.
Fabrizio Marchi
738 Commenti
http://www.leggo.it/news/mondo/nonna_taglia_le_mani_alla_nipotina_di_otto_mesi_e_poi_tenta_il_suicidio_foto_choc/notizie/185805.shtml
Mercoledì 27 Giugno 2012 – 11:55
SHANDONG – Ha avuto le mani mozzate dalla nonna e ora i medici stanno cercando di restituire alla piccola l’uso degli arti, L’incidente è avvenuto nella provincia cinese di Shandong, dove la bambina era stata lasciata in custodia alla nonna poiché i genitori erano entrambi al lavoro. La nonna ha poi tentato il suicidio e ora è in coma.
Un vicino ha assistito alla scena e poi accompagnato la piccola e la madre in ospedale, come riporta il Daily Mail: “Ho visto la donna tornare a casa dopo il lavoro nel primo pomeriggio, ma a soli 10 minuti dopo si è precipitata giù con la bambina coperta di sangue. Le mani erano sparite. Poi la madre ha chiamato il marito, chiedendogli di tornare a casa a prendere le mani tagliate”. I medici hanno operato per 12 ore nel tentativo di ricucire le mani ma non si sa se la piccola ne riacquisterà la piena funzionalità. Probabilmente quando crescerà dovrà sottoporsi a un altro intervento.
Riccardo(Quota) (Replica)
Sfruttava la nipote di 16 anni, facendola prostituire.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2012/09/20/Faceva-prostituire-nipote-16-anni-arrestata-Enna_7502012.html
Può essere utile ricordare che il 60% della prostituzione a livello mondiale è gestita da donne (dati ONU).
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
E che nei casi di padri che abusano delle figlie il 90 per cento delle madri sa e tace. Fonte: realtà.
dia(Quota) (Replica)
http://www.ilgiorno.it/brescia/cronaca/2012/09/21/775772-Travagliato-Sfigura-Ex-Fidanzato-Acido.shtml
>
Brescia, 21 settembre 2012 – Incinta e lasciata dal fidanzato, si è vendicata sfigurando con l’acido muriatico il futuro padre di suo figlio. E’ accaduto a Travagliato, in provincia di Brescia. Protagonisti della vendetta d’amore, secondo l’ipotesi dei carabinieri, sono una 23enne e l’ex fidanzato di 26 anni, attualmente ricoverato in ospedale a Brescia in gravi condizioni con ustioni sulla parte superiore del corpo.
La 23enne è stata arrestata dai carabinieri e rinchiusa in una struttura protetta proprio perche’ incinta. In carcere e’ finito un amico 43enne della ragazza e suo complice. I due avrebbero aggredito il 26enne quando questi, di notte e dopo il lavoro, stava rientrando a casa.
Sandro2(Quota) (Replica)
@ Sandro2
Su questa notizia segnalo questo link. Più approfondito: Ustionato per vendetta – Convalidati i fermi
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Intanto, se quanto riportato nel link corrisponde a verità: “La donna, rimasta sola a dover gestire oggi una gravidanza e domani la conduzione di una famiglia (il barista non avrebbe voluto riconoscere il bambino e a dicembre l’ha lasciata), potrebbe aver spinto l’amico di Gussago a vendicarla.“, la questione è un pò più articolata, comunque non del tipo sedotta e abbandonata con regalo (ammesso che possa avvenire al giorno d’oggi).
Se non è cambiata la matematica e nemmeno i tempi di gestazione della specie umana io dal virgolettato che ho riportato deduco che la criminale non è stata abbandonata a gravidanza avanzata e fors’anche (non possiamo saperlo, ma il tarlo del dubbio si insinua …) neanche realizzata.
Probabilmente si sono lasciati o all’annuncio della sua gravidanza (e anche qua ci sarebbe da vedere come ci si è arrivati e perché lui non l’ha accettata) oppure si sono lasciati e poi lei s’è accorta della gravidanza, della quale a lui potrebbero essere venuti legittimi dubbi circa la sua paternità.
Al di là di questo e al di là dell’indubbio schifo suscitato in me da questa donna, questa vicenda, pur nella sua singolarità, per me assume un carattere simbolico che la travalica.
Cosa voglio dire.
Io ovviamente non sono d’accordo manco per niente, ma se diamo valido per un momento l’assunto femminista dell’oppressione secolare con l’uomo a determinare e decidere della donna, ripeto se solo per un secondo lo riteniamo vero, ebbene questa storia, simbolicamente, ne rappresenta l’esatto ribaltamento.
Ne eravamo coscienti, noi almeno, ma questa storia ce lo conferma oltre ragionevole dubbio: in questo periodo storico e in questa parte del mondo è la donna che determina e decide per l’uomo. Con le buone o con le cattive.
E tutto il normato che si abbatterà tra poco sulle nostre teste non servirà altro che a mettere nero su bianco questo dato di fatto.
Probabilmente, quando tutte le leggi naziste-femministe saranno andate a regime un uomo, in casi analoghi correrà comunque dei rischi non dico nell’opporsi ad una gravidanza non desiderata ma anche solo a dire cosa ne pensa senza prima accertarsi se quello che dirà sarà di gradimento della sua padrona (la-famosa-violenza-psicologica-che-solo-la-donna-con-la-sua-soggettività-può-giudicare-o-meno-come-tale).
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Probabilmente si sono lasciati o all’annuncio della sua gravidanza (e anche qua ci sarebbe da vedere come ci si è arrivati e perché lui non l’ha accettata) oppure si sono lasciati e poi lei s’è accorta della gravidanza, della quale a lui potrebbero essere venuti legittimi dubbi circa la sua paternità. (Luigi)
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Come volevasi dimostrare …..
La studentessa e l’acido lanciato al fidanzato
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
dall’articolo linkato:
“E, soprattutto, era innamorata di lui».
Alla faccia dell’amore! E’ come quando una donna abortisce con l’argomento che lo fa per “amore del bambino”. Questo modo di pensare, quando non è dimostrazione di totale malafede, è l’esempio più eclatante della “falsa coscienza”, cioè dell’autocreazione di una realtà virtuale a proprio comodo. Ma, a parte tutto il resto, che dire del bestione (in tutti i sensi) che si è prestato a quel delitto? E’, anche questa, la dimostrazione che il machismo si coniuga benissimo con la dipendenza e la sottomissione psichica al femminile, il contrario di una reale indipendenza ed autonomia che non necessita di facciate feroci. Ed è anche la dimostrazione del potere che da sempre le donne esercitano sui maschi poco virili nel senso autentico del termine, potere che si traduce in violenza indotta e per interposta persona. Volete vedere che tenterà di gettare la maggior parte della colpa sull’idiota che l’ha assecondata?
armando
armando(Quota) (Replica)
Ma un maschio ha mai potuto negare alla donna l’impiego della propria forza contro un altro maschio quando da lei richiesto? Sfido chiunque a negare di aver vissuto almeno una volta nella vita una situazione di questo tipo. L’istigazione del maschio alla violenza per agire la violenza “per interposto maschio” è un tratto tipicamente femminile: un esempio nel vissuto di ciascuno che per estensione alle dinamiche storiche mi fa trarre questa conclusione: togli, dalla motivazione alla violenza maschile nella Storia, la richiesta (esplicita o implicita) di impiego della violenza proveniente dal genere femminile per le sue necessità vitali di sopravvivenza, e di violenza maschile ne resterà ben poca: chi si diverte a farsi ammazzare in guerra o mettere a rischio la vita in qualsivoglia contesa? Ecco perchè attribuire alla violenza un sesso,quello maschile, è una consapevole mistificazione. Si tratta di quella attività consapevole di diffusione della menzogna da cui trae forza e giustificazione l’istigazione alla violenza: le campagne con cui il potere ha legittimato e istituzionalizzato la propria violenza.
cesare(Quota) (Replica)
Sempre sullo stesso fattaccio.
Il punto di vista femminile-tipo:
http://tutticrimini.wordpress.com/2012/09/24/quando-le-donne-si-arrabbiano-sfigura-lex-con-lacido/
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
@ Luigi –
Sempre sullo stesso fattaccio.
Il punto di vista femminile-tipo:
http://tutticrimini.wordpress.com/2012/09/24/quando-le-donne-si-arrabbiano-sfigura-lex-con-lacid
@@@@
Un punto di vista che la dice lunga su chi realmente siano le donne…
Marco(Quota) (Replica)
Desolante…mi riferisco ovviamente a quella Cristina Brondoni, al suo articolo, quasi una sorta di istigazione a delinquere anche se (maldestramente) camuffata, e naturalmente alle sue risposte.
Vergognoso. Si arriva a in qualche modo a giustificare un atto di violenza terribile come quello di gettare in faccia ad una persona dell’acido (il giovane rischia di rimanere cieco), peraltro avvalendosi della complicità di un amico. L’elenco delle possibili attenuanti fornite dalla “giornalista” è semplicemente rivoltante per qualsiasi coscienza civile.
A parti invertite, il giovane uomo sarebbe stato linciato due volte, prima fisicamente, se fosse stato colto sul fatto, e poi mediaticamente (con il rischio concreto di essere linciato anche in carcere) .
In questo caso non solo ciò non avviene (e questo è giusto perchè il linciaggio, di qualunque genere e natura e nei confronti di chiunque, è sempre un atto vile e infame) ma la colpevole, rea confessa, viene addirittura in qualche modo “compresa” relativamente alle ragioni che l’hanno spinta a compiere un’azione così grave.
Certa gente dovrebbe vergognarsi di ciò che scrive.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Vedi Fabrizio, le giustificazioni in questo caso sono d’obbligo in queste “femminicidio”(o tentato tale) al contrario ,da altre parti ,sempre su questo fatto ,le giustificazioni riguardavano il numero di reati commessi da donne. “sono cosi pochi che ,se ne scappa uno ,è grave si ,ma va compreso”, rispetto ai “grandi numeri” che riguardano il femminicidio , ma un omicidio non dovrebbe essere un fatto grave sia che la vittima sia uomo o donna? oppure all’uomo “fa meno male” ?
mauro recher(Quota) (Replica)
Desolante e stupido. Quella non si rende conto di cosa scrive. Leggete quì:
“Se sei un bravo ragazzo difficilmente ti becchi una secchiata d’acido in faccia. Anche se tutto può succedere. La vittimologia racconta di vittime che diventano vittime perché loro stesse si sono messe nella condizione di esserlo. Lasciare la fidanzata incinta potrebbe essere una di quelle condizioni.”
Applichiamo il concetto alle vittime al femminile e vediamo cosa ne esce. Queste possono permettersi di scrivere le scemenze che scrivono solo perchè, in quanto donne, nessuno fa loro rilevare le contraddizioni in cui incorrono. Oppure sono così ottuse nella loro idelogia antimaschile e profemminile che non si rendono neanche conto che quello che scrivono si ritorce contro di loro e tutti i bla bla che non perdono occasione per ammannirci.
“Se sei una brava ragazza difficilmente ti becchi una secchiata d’acido in faccia”, potrebbe allora, secondo quella logica aberrante, essere detto alle donne musulmane sfigurate.
“”Se sei una brava ragazza difficilmente sarai stuprata”, potrebbe essere detto, sempre secondo quella logica aberrante, alle donne violentate.
Anche loro sarebbero allora “le vittime che si sono messe nelle condizioni di esserlo”. O no, egregia sig.a di scarso intelletto Cristina Bordoni?
armando
armando(Quota) (Replica)
Esatto, Armando. Sottoscrivo parola per parola. Sarebbe il caso di andarglielo a dire sul suo blog.
Fiato alle trombe. Vale per tutti, è bene farsi sentire in questi casi, come abbiamo fatto altre volte su altri blog.
Per quanto mi riguarda si può fare anche un copia-incolla di questo intervento di Armando.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
C.Camerani (criminologa): “Quando l’aggressore è uomo ci si preoccupa della vittima femminile; quando è la donna ad essere violenta se ne cercano le cause.
Scroto Depilato(Quota) (Replica)
Leggendo tutto questo mi viene da pensare che presto o tardi questa bieca conflittualità maschio – femmina sfocerà in un vero e proprio scontro militare…e chissà che, per esempio, la stessa cosa non sia avvenuta ai tempi dei famosi “roghi delle streghe” di medioevo, rinascimento, riforma e controriforma, un bel periodo storico dove ipocrisie e perversioni si susseguivano una specie di caleidoscopio di sangue e merda. Tempi fin troppo simili a quelli di oggi. Le donne cercano ormai lo scontro in una maniera sfacciata, bieca, aggressiva – il che farebbe pensare che siano forti. Non mi stancherò mai di pensare che forti non sono, a costo di andare contro quanto molti miei cari “compagni beta” pensano. Come fa a essere realmente forte una FECCIA che giustifica un crimine come quello qui riportato solo perché commesso da una donna? Consideriamo, poi, che in realtà (fonte: realtà…vero, Dia?) la pensano TUTTE così.Se tanto mi da tanto, allora, fra poco semplicemente sarà giusto se noi uomini faremo la ola per ogni stupro e per ogni violenza commessa ai danni di una donna. La cosa oscena è che ci stanno portando proprio a questo, giorno per giorno.
manolo(Quota) (Replica)
“Se tanto mi da tanto, allora, fra poco semplicemente sarà giusto se noi uomini faremo la ola per ogni stupro e per ogni violenza commessa ai danni di una donna. La cosa oscena è che ci stanno portando proprio a questo, giorno per giorno.” a beneficio dei cretini (e soprattutto della cretine) di ogni latitudine: questa, ovviamente, è una battuta. Proseguendo il discorso di cui sopra, vorrei fare ragionare i miei compagni beta su un assunto, su cui ho battuto spesso finora: le donne sono deboli. Non tanto perché abbiano qualche chilo in meno o perché la realtà dimostri che se messe in vera difficoltà si appoggino a chiunque e piagnucolino, perlopiù (fonte: realtà) , ma perché nella situazione attuale di conflitto uomo/donna sono TROPPO isteriche, TROPPO aggressive, perverse, feroci, PARZIALI. Io maschio “devo” condannare pubblicamente uno sfiguratore di donne, pena il ludibrio: LORSIGNORE MALEDETTE possono permettersi di pubblicare articoli giustificazionisti per ogni CRIMINE commesso da donne. Ma secondo voi può essere definito forte un genere che agisce così? Ovviamente la risposta delle deficienti di turno può essere: “e ti pare forte un uomo che picchia,stupra,bla bla bla…” alla quale ovviamente per noi è facile rispondere quello che rispondiamo sempre: no, non è forte, peccato che quanto a violenze e abusi siamo perfettamente alla pari e le vostre porcate siano semplicemente sottaciute, sottodimensionate, deresponsabilizzate: l’unica differenza è lì. Io credo anzi che i nostri “amici” uomini si stiano dimostrando sinora fin troppo in controllo e forti: con le provocazioni e le vessazioni a cui sono sottoposti, io mi aspetterei che DAVVERO la prima causa di morte femminile fosse la mano maschile…invece, oggi come oggi, se un ragazzino con lo scooter investe e ammazza una vecchietta oppure se un ostetrico ammazza una paziente per aver mal dosato un farmaco la cosa viene registrata come femminicidio. Fortunatamente siamo arrivati già alla fase CULTURALE della lotta antifemminista: sempre più uomini si rendono conto di quanto le femministe, cioè le, donne siano nemiche di tutti gli uomini e per LORO volontà e non nostra; quando poi la lotta si sposterà (gramscianamente…)su un terreno propriamente politico, ne vedremo delle belle, anche perché, ahiloro, da sempre e incontrovertibilmente gli uomini sono più dotati proprio in quelle arti che servono nei tempi di vacche magre. E le vacche sono davvero ogni giorno più magre. Chissà se si rendono conto di che zappate si stanno dando sui piedi.
manolo(Quota) (Replica)
PER ME OK. PUOI FARE IL COPIA INCOLLA
armando(Quota) (Replica)
[ manolo]
Non mi stancherò mai di pensare che forti non sono, a costo di andare contro quanto molti miei cari “compagni beta” pensano.
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Personalmente non ho mai pensato né scritto una scempiaggine del genere. Anzi, penso proprio l’esatto contrario. In merito scrissi anche una lettera ai maschi selvatici qualche anno fa…
Fabio(Quota) (Replica)
“Personalmente non ho mai pensato né scritto una scempiaggine del genere. Anzi, penso proprio l’esatto contrario. In merito scrissi anche una lettera ai maschi selvatici qualche anno fa…”
Certo, non intendevo polemizzare con nessuno – scrivendo “cari compagni beta” non stavo facendo sarcasmo
Manolo(Quota) (Replica)
Ecco cosa ne pensano le donne sulla violenza subita dagli uomini. Ogni qualvolta si parla di questo aspetto, le donne puntuali commentano: “fanno bene”, “se lo meritano” e con sarcastici “troppo pochi, ci vogliono ancora più botte”. Qui è solo un esempio:
http://www.facebook.com/noviolenzadonne/posts/447510825287845
I commenti criminali che leggete, sono stati scritti da donne comuni, cioè insegnanti, madri di famiglia, donne sposate, etc.
In particolare, vi segnalo il commento di questa:
“e fanno bene lo farei anch’io tutti uguali bastardi e bugiardi”
Questo è il suo account, è un’ insegnante:
http://www.facebook.com/elisa.stangalini
Pure questo altro è degno di nota, pieno di cattiveria sarcastica:
“solo 50 mila …cosi poco!!”
Scritto da una madre di famiglia, con tanto di foto con suo figlio(maschio):
http://www.facebook.com/patrizia.murolo.3
e anche questa:
http://www.facebook.com/morena.cali.56
leggete anche gli altri per rendervene conto.
A parti invertite vi risulta che quando si parla di violenza contro le donne, gli uomini facciano osservazioni simili? Non mi pare proprio!
Si parla tanto di “rancore degli uomini”, ma onestamente l’ unico rancore che vedo è quello delle donne.
A’ sfaccimm’ r’a gent’(Quota) (Replica)
Segnalo questo altro link ancora più pieno di commenti criminali femminili istiganti alla violenza contro gli uomini.
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=503813739630190&set=a.502956993049198.117179.133455056666062&type=1&theater
Dico: con quale faccia si continua a ncora a dire che questa sia una società “misogina” e “maschilista”. Vi risulta che quando si parla di violenze contro le donne vi sono da parte degli uomini commenti e osservazioni istiganti e divertite?
A’ sfaccimm’ r’a gent’(Quota) (Replica)
Segnalate l’ ultimo link, in quanto la foto “no al maltrattamento sugli uomini” è accompagnato da una didascalia “ridere fa sempre bene”. Quindi è una chiara apologia alla violenza contro gli uomini.
A’ sfaccimm’ r’a gent’(Quota) (Replica)
quello che mi preceduto ,mi ha dato lo spunto per scivere un mio pensiero
http://femdominismo.wordpress.com/2012/09/27/il-rovescio-della-medaglia/
mauro recher(Quota) (Replica)
Ragazzi, non c’è proprio un cazzo da fare. Ce la stanno tirando fuori a forza, ci stanno pigliando per i capelli, che cazzo. Ormai dobbiamo rendercene conto e basta,la verità pura e semplice è che: LE DONNE -TUTTE SONO NEMICHE DEGLI UOMINI. LE DONNE SONO NEMICHE DEGLI UOMINI. LE DONNE SONO NEMICHE DEGLI UOMINI. LE DONNE SONO NEMICHE DEGLI UOMINI. LE DONNE SONO NEMICHE DEGLI UOMINI. Non c’è altro da dire, credo.
manolo(Quota) (Replica)
Dimenticavo: LE DONNE SONO NEMICHE DEGLI UOMINI.
manolo(Quota) (Replica)
Scusate…dimenticavo ancora. Se LE DONNE SONO NEMICHE DEGLI UOMINI e per loro scelta perlopiù consapevole (che per molte sia inconsapevole non ci può interessare molto, significa solo che esistono nemici svegli e nemici meno svegli,leggi idioti) allora vuol dire che SIAMO IN GUERRA. Se SIAMO IN GUERRA l’unica realtà è che ci tocca COMBATTERE. Questo non vuol dire che ora ognuno di noi ora molla il PC e va a strangolare la prima femmina che incrocia (magari è la madre o la figlia…). Bisogna solo rendersi conto della realtà. La guerra c’è, è spietata, fa morti e feriti e sinora siamo in nettissimo svantaggio (fonte: realtà: vedi alla voce TITANIC). Un delinquente ammazza la moglie e giù piagnistei. Una donna sfigura un uomo e quasi le danno una medaglia. Signori: è GUERRA. In quanto tale, occorre applicare ad essa le categorie della GUERRA. Se qualcuno si spaventa a queste parole, rispondo che non passerà molto tempo e la situazione diverrà probabilmente militare- e non mi ridete appresso. Deportazioni, fucilazioni, stragi saranno all’ordine del giorno, e ovviamente saranno attuate non dalle femmine ma dai loro zerbinotti maschiopentiti, che ovviamente saranno i primi (scusate la trucidezza) a dover essere sterminati da noi, se non vorremo morire. Nei progetti di Lorsignore, a loro volte zerbine indecorose dei pretesi Alpha, l’umanità sarà composta solo da signori del vapore, donne e qualche maschiopentito di contorno.
manolo(Quota) (Replica)
Sottolineo che siamo in guerra, e che quindi, fermo restando che la fase è ancora pre politica, dobbiamo darci da fare per raggiungere una massa critica accettabile di consapevoli. Una volta raggiunta la fase politica, e in genere capita allorquando si è raggiunta una certa massa critica che permette di alzare il livello dello scontro, allora si potranno studiare le contromisure di lotta diretta, imperniate sostanzialmente su boicottaggio sistematico e consapevole e sabotaggio. Ovvio che la maggior parte delle persone che mi legge possa pensare che io sia pazzo: e meno male, siamo ancora in una fase di selezione del personale, come dire…del resto, se un Vero Macho palestrato legge queste parole ora se la ride (“ma che sfigati questi ommini bbeta! Senti che scrivono per sfogasse che non scopeno!), quando le leggerà fra cinque anni dopo una bella separazione, dopo che la stronza di turno gli ha portato via pure la collanina d’oro che gli ornava il petto virile, allora forse cambierà idea, il coglione. E cambierà idea magari anche l’imprenditore “di successo” dopo che le banche gli hanno masticato le fabbrichette, il politicante trombato, il calciatore chissà.
manolo(Quota) (Replica)
Scusate se vi tedio ancora: va da sé che se qualcuno oggi come oggi comincia a fare pratica di boicottaggio antifemminile e (antimachista) non è che io lo stigmatizzi più di tanto…non vi dico di andare a bucare le gomme del coglione che mette annunci di lavoro per sole donne o che fa avanzare la segretaria che lo spompina, però se magari iniziate a togliere il saluto alla troia di turno che ha smutandato il marito non sarebbe male. Io l’ho fatto, buttando fuori (è una cosa piccola, lo so: ma il senso l’avete inteso) dalle mie amicizie Facebook una stronza di femminista che ha lastricato suo marito dopo averlo cornificato a randa (anche con me, per altro. Puzzava pure, tra l’altro, la stronza).
manolo(Quota) (Replica)
http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2012/10/21/news/omicidio-a-sorso-litigano-al-bar-lei-lo-accoltella-1.5898024
SORSO. Ha estratto un coltello dalla borsa e l’ha colpito all’addome. Lui, Giovannino Delogu, 49 anni, di Sorso, è caduto a terra: soccorso e trasferito all’ospedale civile di Sassari, è morto poche ore dopo. La donna, Sabrina Glino, 43 anni di Sassari, è stata arrestata dai carabinieri del paese e portata in caserma. Ora è accusata di omicidio.
La lite è scoppiata alle 21.30 all’interno del bar La Gabbietta, in corso Vittorio Emanuele, pieno centro. Secondo il racconto fornito da alcune persone presenti, i due discutevano animatamente da diversi minuti, per ragioni al momento sconosciute. All’improvviso la donna ha estratto un coltello, l’uomo mai si sarebbe aspettato una reazione del genere: per questo non ha fatto in tempo a schivare il fendente che l’ha trafitto nell’addome.
Giovannino Delogu è stato soccorso da alcuni clienti del bar che hanno chiamato il 118. L’ambulanza è arrivata in pochi minuti, il ferito è stato adagiato su una barella e trasportato all’ospedale Santissima Annunziata di Sassari: le sue condizioni da subito sono apparse gravi. Nel cuore della notte la situazione è precipitata e l’uomo è morto.
Sull’episodio indagano i carabinieri della stazione di Sorso e del comando provinciale, coordinati dal maggiore Giuseppe Urpi. Sino a tarda notte sono stati sentiti diversi testimoni per chiarire l’esatto svolgimento dei fatti.
La gente, incredula, si è fermata a lungo sulla strada dopo aver sentito l’arrivo dell’ambulanza ed avere appreso quanto era successo. A lasciare interdetti è stato il fatto che Sabrina Glino avesse nella borsa un coltello. Evidentemente, hanno commentato in molti, è uscita di casa con l’intenzione di utilizzarlo per difendersi da qualcuno oppure aveva davvero intenzione di aggredire Giovannino Delogu.
La cosa certa è che per gli inquirenti è stato difficile cercare di sapere qualcosa di più dai testimoni.
Cosa avrà da dire quella strega della Terragna?(Quota) (Replica)
Guardate che schifo. Sull ‘onda emozionale dll’ “emergenza femminicidi”, una donna che ha trucidato il marito con bel 12, ripeto, 12 coltellate, e poi, con la complicità dell’amante, ha occultao il cadavere gettandolo nel tevere(per essere ritrovato, fortuitamente, un mese dopo), è stata assolta per “legittima difesa”, perchè lei, approfittando che il cadavere del marito non potesse più parlare, ha tirato fuori il Jolly del “maltrattamento” dicendo che lui la maltrattava. Ma anche se fosse stato vero, 12 coltellate non sono, non possono essere, legittima difesa, e inoltre se fosse stata veramente legittima difesa non avrebbe occultato il cadavere!!!!
Questa non è la prima sentenza che assolve donne assassine o aguzzine di uomini. E non sarà l’ ultima.
Ecco questi giudici criminali, questo Stato criminale, questo popolo criminale, questi Media criminali, hanno creato e avallato quelle mentalità secondo cui la donna è sempre vittima e innocente,ragion per cui se ammazza un uomo è sempre e necessariamente perchè ha reagito ad una violenza.
Questa è vera e propria licenza di uccidere uomini accordata alle donne, Lo volete capire o no?
http://www.corriere.it/cronache/12_ottobre_24/luciana-cristallo-assolta_949f64a4-1da8-11e2-8b20-1919d504f212.shtml
cogito, ergo stronzum sum(penso, dunque sono uno stronzo)(Quota) (Replica)
http://www.corriere.it/esteri/12_maggio_23/belgio-bimba-congelatore-confessa-madre_c4fc48b0-a51c-11e1-907b-f16c9de9fcc2.shtml
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Nel suo racconto SI ERA però CONTRADDETTA INSOSPETTENDO GLI INVESTIGATORI
Belgio, bambina di quattro anni fatta a pezzi
e nascosta nel congelatore: mamma confessa
La donna ne aveva denunciato la scomparsa ma poi ha ammesso di averla strangolata nel sonno
MILANO – È stata ritrovata nel congelatore di casa sua la bambina di 4 anni di cui era stata denunciata la scomparsa lunedì scorso nel sud del Belgio: la mamma, una donna originaria della Repubblica domenicana che viveva da sola con la figlia ed era divorziata dal marito, ha confessato di averla strangolata nel sonno e di averla tagliata a pezzi prima di nasconderla nel congelatore.
RICERCHE INIZIATE LUNEDI’ – Il macabro ritrovamento e la successiva confessione della madre hanno brutalmente messo fine alle operazioni di ricerca iniziate lunedì, con l’affissione di migliaia di manifesti raffiguranti la piccola. Il racconto contraddittorio della madre, che aveva denunciato la scomparsa della bambina dando diverse versione sul momento in cui l’aveva persa di vista, aveva subito insospettito gli investigatori, spingendoli a sorvegliare la donna (Fonte: Agi)
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23 maggio 2012 (modifica il 24 maggio 2012)
Marco(Quota) (Replica)
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2012/11/01/CHICAGO-BABYSITTER-ACCOLTELLA-MORTE-DUE-BIMBI_7728385.html
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Tragedia in Illinois: una donna di 40 anni, Elzbieta Plackowska, ha accoltellato a morte la bambina a cui stava facendo da babysitter e il suo stesso figlio. L’episodio – come riporta il quotidiano Chicago Tribune – e’ avvenuto a Naperville, vicino a Chicago.
La tragedia ha scosso la cittadina, riportando alla mente quanto avvenuto sei giorni fa a New York, dove la nanny Yoselyn Ortega è accusata di aver ucciso due piccoli di 2 e 6 anni, affidati alle sue cure. La donna di Chicago, originaria della Polonia, avrebbe compiuto il folle gesto martedì sera, e ora è stata portata nel carcere della contea di DuPage.
Agli inquirenti ha spiegato di aver sentito alcune voci demoniache che l’hanno spinta a uccidere i due bambini, identificati come Olivia Dworakowski, 5 anni, e Justin Plackowska, 7 anni. Ma ha anche confessato di essere sconvolta per la recente morte del padre e per una lite avvenuta con il marito.
Elzbieta dovrà rispondere di due capi d’accusa per omicidio di primo grado. Secondo le prime ricostruzioni, la madre della piccola Olivia, Marta Dworakowski, un’infermiera che effettua il turno notturno in un laboratorio di analisi, aveva lasciato la figlia alla babysitter per recarsi al lavoro. La tata killer, dopo aver ucciso Olivia e Justin, è salita al volante della sua auto guidando fino a casa, dove il figlio maggiore vedendola coperta di sangue, ha chiamato il 911, il pronto intervento americano.
Marco(Quota) (Replica)
http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/moglie_taglia_pene/notizie/228771.shtml
BARI – In preda a una crisi di gelosia ha impugnato un coltello e ha tentato di evirare il marito: è accaduto a Fasano (Brindisi) nei giorni scorsi. La notizia è pubblicata dal Quotidiano di Brindisi. Un uomo di 40 anni, si è presentato al pronto soccorso dell’ospedale Umberto I con ferite da taglio ai genitali alle quali sono stati applicati alcuni punti di sutura. I medici dopo le cure lo hanno dimesso, non ritenendo che corresse pericolo di vita, con una prognosi di pochi giorni.
I fatti sono stati presto ricostruiti, anche grazie alla testimonianza della stessa vittima che è andata autonomamente presso il nosocomio. Il ferimento sarebbe avvenuto nel cuore della notte, nel letto coniugale. La moglie avrebbe utilizzato un coltello da cucina e avrebbe infierito mentre il marito dormiva. Trattandosi di lesioni lievi, spetterà al 40enne decidere se formulare o meno denuncia. Dell’accaduto sono stati comunque informati i carabinieri.
sergio(Quota) (Replica)
http://www.odt.co.nz/news/national/227441/children-most-often-killed-mothers
New Zealand mothers kill more children than any other group in society and men are victims of domestic violence as often as women, a police investigation has found.
The Family Violence Death Review, released today by police, found mothers were responsible for 45 per cent of children killed by domestic violence.
The review of 95 family violence deaths involving 101 victims between 2004 and 2011 revealed some “inconvenient truths”, Family First national director Bob McCoskrie said.
He said the statistics debunked the misleading popular perception “that women and children need to be protected from men”.
“This gender focus is misleading,” Mr McCoskrie said.
“If we’re really serious about reducing family violence, we need to talk about … our violent culture and the role alcohol and drugs play in fuelling this environment.”
The police report – which only involved deaths that were subject to a Family Violence Death Review – found:
• Victims were spread almost equally between men, women and children
• Mothers killed 15 of the 33 child victims
• 81 per cent of female victims and 29 per cent of male victims were killed by a former or current spouse or partner
• 64 per cent of all deaths were in families where police had prior involvement
• In 55 per cent of child deaths police had prior involvement with the family
• Most suspects or offenders were aged in their 20s.
University of Otago Professor David Fergusson, an expert on domestic violence, said the public perception that men were the perpetrators of most domestic violence was the result of biased publicity.
“The proper message is that both gender groups have a capacity for domestic violence [and] women probably perpetrate more assaults on children then men do,” Mr Fergusson said.
The ramifications are a public health system that tends to overlook male victims of domestic violence.
One example was White Ribbon Day, which he had been critical of because it focused on female survivors of domestic violence and there was “no comparable day for male victims”.
“It is those biases which have been built into our system right the way through it, largely from feminist rhetoric that implies that males are always to blame.
“The bottom line is the importance of public policy being based on evidence.”
Mr Fergusson said dealing with child abuse “certainly needs to be a lot more of a priority than it’s given”.
Education should be the cornerstone for parents, particularly to learn how to cope with the stresses associated with a newborn.
“I think that by a series of programs targeted at teaching parents better skills, giving them support, we can minimise the risk of child abuse.”
Labour’s women’s affairs spokeswoman Sue Moroney said the report showed “police must resume reporting full family violence statistics so we can get the full picture”.
National crime manager Detective Superintendent Rod Drew said police had introduced ways to deal with domestic violence since 2004, including a risk analysis tool.
History of abuse
2012: An Auckland mother, 31, jailed for seven-and-a-half years for “sustained abuse, amounting to torture” including tearing off her nine-year-old daughter’s toenail and pouring salt on the wound
2010: A 29-year-old mother found guilty in the High Court at Auckland for leaving her 13-month-old son in a deep bath where he toppled over and drowned
2010: A mother, 29, sentenced in the High Court at Christchurch for killing her newborn daughter and hiding her body in a wardrobe
sergio(Quota) (Replica)
http://www.kcentv.com/story/19259272/robbery-suspect-taken-down-by-witnesses
(KCEN) — Two people were shot in a Washington State grocery store before other shoppers tackled the suspect.
It happened in Gig Harbor about ten miles northwest of Tacoma.
Before police flooded the store parking lot Saturday afternoon, Peggy Ensor was sitting outside the local food mart selling raffle tickets.
“I asked her if she wanted to buy a ticket, she was very calm and she said no not today and she went into the store.”
She says moments later, that the woman’s demeanor completely changed.
“She was in there screaming and hollering I couldn’t hear what she was saying, but the next thing I knew she threw her arms up, and pop, pop, pop and the next thing I know there was two men down.”
Investigators say several shots were fired, and A 76-year man was hit in the leg, a man in his 30’s in the stomach.
“They were laying in a pool of blood.”
“After she looked at me I thought oh my God she don’t want no witnesses maybe she’ll come after me I don’t know.”
Peggy took off running, while two customers stopped the armed woman.
Pierce County Sheriff Paul Pastor says, “Two of the citizens here courageously threw this woman to the ground and sat on her to control her.”
Police arrived and made the arrest.
“We believe at this time this was a random shooting situation,”
As detectives collected evidence, like the suspect’s car the two men shot were rushed to the hospital.
A clerk was injured too, according to Shopper Ian McKnight
“He turned to me and said well I got a ricochet and he showed me his leg and it was dripping with blood. It’s sheer terror a gun and someone getting shot is not something that happens everyday.”
According to witnesses, the shooter was targeting men. She even apologized to a female shopper for scaring her and allowed her to leave.
sergio(Quota) (Replica)
http://petaluma.patch.com/articles/false-statistics-by-women-s-groups-lead-to-hysteria-misandry
Upload Photos and Videos
Dear Editor,
In your April 17 With Three Domestic Violence Murders in Three Years, Advocates Say Problem Not Going Away article you quoted Jacque Reid, a navigator at the Family Justice Center in Santa Rosa, who claimed that “domestic violence is the number one cause of injury for women in the United States and it crosses all cultural and economic lines.” But according to University of Pennsylvania domestic violence researcher Richard Gelles, “as good a sound bite as it is, the statement is simply not true.”
Sure enough, according to Department of Health and Human Services, the leading cause of injury for women in the United States is falls, followed by motor vehicle accident and overexertion. In fact, domestic violence doesn’t even appear on the list of leading causes of injury for women.
The actual research behind this factoid is based on a survey of one emergency room. The facts, as reported in a U.S. Department of Justice study, are that all violence is responsible for about 3 percent of women’s injury-related visits to emergency rooms with domestic violence accounting for about 1 percent of such. By comparison, Centers for Disease and Control numbers show that more than twice as many women visit emergency rooms due to being injured by an animal than by a male partner.
But what if you broke the numbers down by race, as Attorney General of the U.S. Eric Holder did in 2010? “The facts are clear,” said Holder. “Intimate partner homicide is the leading cause of death for African-American women ages 15 to 45.”
Yet, according to the CDC and the Justice Department’s own Bureau of Justice Statistics, the leading causes of death for African-American women between the ages 15–45 are cancer, heart disease, unintentional injuries such as car accidents, and HIV disease. Homicide comes in fifth — and includes murders by strangers. In 2006 (the latest year for which full statistics are available), several hundred African-American women died from intimate partner homicide — each one a tragedy, but far fewer than the approximately 6,800 African-American women who died of the other leading causes.
Unfortunately, misinformation spread by battered women advocates, government officials and unquestioning journalists leads to hysteria, not to mention misandry.
sergio(Quota) (Replica)
http://www.bbc.co.uk/news/world-africa-17094830
Kenyan men urged to boycott meals in abuse protest
A Kenyan woman prepares ugali The group says abuse has grown as women have become more economically independent
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Country profile: Kenya
A Kenyan men’s lobby group has called for a six-day food boycott to highlight what it says is increasing domestic violence against men.
The organisation, Maendeleo Ya Wanaume, wants Kenyan men to stop eating meals cooked at home by wives and partners.
It says men should instead eat together outside the home, and share experiences of emotional and physical abuse.
Kenya’s government does not take domestic violence against men seriously and may be fuelling it, the group says.
Maendeleo Ya Wanaume’s leader Ndiritu Njoka told the BBC’s Network Africa programme that he called for the nationwide boycott to try to stop women beating up or emotionally abusing their husbands and spouses.
Correspondents say most meals in Kenyan homes are cooked by women – and culturally it is important for men to eat at home in order to show their appreciation for women.
Maendeleo Ya Wanaume – which means Development for Men – was set up to try to encourage men to speak out in a society that often ridicules as weak, men who are subjected to domestic violence.
The group says the problem is growing as Kenyan women become more economically independent – in part, it says, because of government initiatives to improve the status of women.
Last year, the group conducted its own survey of Central and Nairobi provinces and found that up to 460,000 men said they had been subjected to some sort of domestic abuse.
These figures have not been independently confirmed.
The two provinces have a combined population of more than seven million people.
sergio(Quota) (Replica)
http://da.lacounty.gov/mr/020912a.htm
LOS ANGELES – The head of Peace and Joy Care Center – a Carson-based non-profit organization that provides services for domestic violence victims under a contract with Los Angeles County – was arrested today for allegedly ordering employees to assist in the creation of fraudulent bills totaling more than $700,000.
Wilma Wilson, 61 (dob 11/11/51), was arrested without incident at her Carson home by investigators of the Los Angeles County District Attorney’s Bureau of Investigation. Two longtime employees, Lisa Corona, 43 (dob 10/10/68), of Cerritos and Melanie McAllister, 49 (dob 6/28/62), of San Pedro also were arrested.
Los Angeles County District Attorney Steve Cooley said the Internal Welfare Fraud Unit of the District Attorney’s Public Integrity Division aggressively targets this type of crime for the purpose of recovering and restoring taxpayer money to financially strapped county coffers and punishing those who create such schemes.
“This criminal filing is another example of how an apparently worthwhile project becomes a vehicle for defrauding public benefit programs,” Cooley said.
An arraignment date for Wilson and her co-defendants has not been set. The women are charged in case No. BA393579.
Nipa Cook, Deputy-In-Charge of the Internal Welfare Fraud Unit, said Wilson faces two counts of grand theft and one count of conspiracy to commit a crime. The complaint includes excessive-taking allegations of more than $700,000. Corona and McAllister are charged with one count of each of grand theft and conspiracy to commit a crime.
Wilson, executive director of Peace and Joy Care Center, is accused of directing Corona and McAllister and several other employees to gather names and personal identifying information of public benefit recipients at Department of Public Social Services offices.
Wilson purportedly used that information to bill the county for various services, including counseling sessions. Wilson also extensively over-billed the county for “clients” who received limited services from Peace and Joy Care Center, according to the prosecutor.
Under Wilson’s orders, Corona and McAllister and other employees allegedly created fraudulent files with forged signatures and bogus case notes for the purposes of backing up the bills to the county and deceiving county auditors, the prosecutor said.
A joint investigation by the District Attorney’s Bureau of Investigation and the Office of the Auditor-Controller of Los Angeles County with assistance from the Department of Public Social Services revealed that Wilson’s alleged practices of fraudulent billing and over-billing were in effect from 2003 to 2008.
Bail for Wilson is recommended at $700,000. Corona’s bail is recommended at $180,000 and McAllister’s recommended bail is $500,000.
If convicted as charged, Wilson faces a maximum sentence of eight years, eight months in state prison. Corona and McAllister may be sentenced up to five years in prison, if convicted of all counts.
sergio(Quota) (Replica)
http://news.yahoo.com/texas-mom-pleads-guilty-death-son-nh-135121565.html
BRENTWOOD, N.H. (AP) — A Texas mother pleaded guilty Friday to killing her 6-year-old son in New Hampshire and disposing of his body in rural Maine, and a prosecutor said the woman smothered her son with motel room pillows and the child struggled against her for “about three minutes” before he died.
In a deal with prosecutors, Julianne McCrery, 42, pleaded guilty to second-degree murder in the death of her son, Camden Hughes.
She is expected to be to be sentenced to 45 years to life in prison on Jan. 13, 2012.
After her arrest, McCrery told police she drove cross-country from Irving, Texas to Maine to buy castor beans to use in committing suicide, and spent the drive thinking of ways to kill her young son, Senior Assistant Attorney General Susan Morrell said in court.
“There was no one else in her family she believed was fit to raise him if she were dead and she did not think he should be raised by social services,” Morrell said.
But Morrell also told Rockingham Superior Court Judge Tina Nadeau that investigators believe, after speaking with acquaintances of McCrery in Texas, that she felt “inconvenienced” by having Camden in her life and that she intended to return to Texas without the boy.
Morrell declined to elaborate on that theory after court.
Morrell said McCrery obtained the potentially lethal castor beans at a Maine emporium on May 12, and spent May 13 at Hampton Beach with Camden, checking into the Stone Gable Motel in Hampton that night. Early the next morning she ingested some of the castor beans and gave Camden some cold medication, Morrell said.
“An hour after feeding him the Nyquil, she took all the pillows off the bed and put them on the floor,” Morrell said. “She lifted her son and placed him face down on the pillows. She lay on top of him, applying pressure to his body, with one hand over his mouth and smothered him. She said her son struggled, flailing his legs and arms for about three minutes.”
McCrery told police it was daybreak when she put her son’s body in the back seat of her Toyota Tacoma pick-up truck and covered it with a green blanket.
“She drove for some time,” Morrell said, at one point turning onto a dirt road that led to another road in South Berwick, Maine, where she left her son’s body in a wooded area not far from the road.
The discovery of Camden’s body under a blanket on May 14 launched a nationwide effort to identify him. Even as that effort was under way, McCrery called his Texas elementary school daily to report him absent, saying he had appendicitis.
Morrell said the mystery of Camden’s identity and the conviction of his mother might not have occurred but for a coincidence.
Linda Gove was driving to visit her in-laws in South Berwick when she noticed a blue truck, doors open and vacant, on the typically deserted road. She noticed U.S. Navy insignia on the truck. Glancing in her rear-view mirror, Gove noticed a woman, dark hair pulled into a ponytail, emerging from the woods. With her relatives, she went back and made the grim discovery.
Camden died of asphyxiation, according to a medical examiner, who also noted red blotches around his eyes and a bruise on one cheek.
Based on Gove’s descriptions, McCrery and her truck were spotted at a Massachusetts truck stop. Morrell said when she was told about the effort to identify the little boy found dead in Maine, McCrery told a police officer, “Yes, that’s my boy.”
When Judge Nadeau asked McCrery if she was pleading guilty because she is guilty, McCrery answered softly, “Yes I am.”
McCrery appeared calm throughout the hearing as she answered the judge’s questions, wearing handcuffs shackled to a waist belt. Her father, Claude Hughes and brother, Christopher Hughes, attended the plea hearing but refused to comment, leaving the courthouse stoically.
“Today is really a difficult day for the McCrery and Hughes families,” Morrell said outside court. “They are mourning the loss of Camden and struggling with how he died, at the hands of his mother.”
“Today, we have justice for Camden,” Morrell said.
Texas public records show that McCrery was arrested at least twice on prostitution charges and once for possession with intent to distribute drugs. In 2009, she was sentenced to one year in prison for a misdemeanor conviction of prostitution. In 2004, she was sentenced to three years of probation for a felony conviction of possession of a controlled substance.
Law enforcement authorities and friends have portrayed McCrery as a loving but troubled mother whose mood swings often prompted her to take lengthy road trips.
A lawyer who represented her at a brief court appearance in Massachusetts has said he got the impression from McCrery that her intent was to take her son’s life and then kill herself. But Morrell said text messages to a new boyfriend in Texas that McCrery sent from the Chelmsford rest area implied she thought otherwise.
“That she maintained contact with the school and offered an excuse for Camden’s absence suggests she intended to return to Texas,” Morrell said.
sergio(Quota) (Replica)
http://www.repubblica.it/ultimora/esteri/usa-madre-incolla-figlia-alla-parete-condannata-a-99-anni/news-dettaglio/4239238
Usa: madre incolla figlia alla parete, condannata a 99 anni
Washington, 12 ott. – E’ stata condannata a 99 anni di carcere Elizabeth Escalona, la madre 23enne del Texas che ha letteralmente incollato le mani della figlia di 2 anni al muro. La piccola venne trovata dalla polizia in coma e con la pelle lacerata. Il tutto per non essere riuscita ad imparare ad usare il vasino. La mamma aguzzina aveva avuto precedenti quando a sua volta era figlia: all’eta’ di 12 anni aggredi’ la madre .
(12 ottobre 2012)
sergio(Quota) (Replica)
http://www.lamiavoce.com/nella-coppia-le-donne-piu-violente-degli-uomini-n_16950.aspx
nserito da Dario la Forgia il 11/04/2012
Le donne usano la violenza contro i loro partner nella stessa misura degli uomini: lo dimostra uno studio internazionale unico, svolto in 30 paesi. 900 studenti svedesi hanno risposto alle 300 domande sulla violenza di coppia che essi stessi hanno sperimentato.
Le donne hanno dichiarato che nell’intera casistica – spintoni, insulti, gravi aggressioni – hanno esposto i loro partner a tali comportamenti. Il 10% delle donne ed il 4% degli uomini hanno colpito per primi.
Pertanto, è ingenuo affermare che le donne non usano la violenza contro gli uomini – scrive Peter Gill, professore di educazione e Carita Remahl, Master in Educazione. Nel dibattito sulla violenza contro le donne si verifica una serie di nozioni fuorvianti sul fenomeno; un esempio è il postulato radicale secondo cui il 46% delle donne svedesi di oltre 15 anni di età hanno subito violenza da un uomo; o l’affermazione, non provata ed unilaterale, secondo cui la violenza è dovuta a ragioni strutturali e gli uomini, collettivamente, rientrano in questa struttura.
La cifra del 46% è stata “sparata” senza alcun riguardo alle varie circostanze in cui la violenza si è verificata, fra cui l’età, la motivazione, e così via.
I ricercatori che desiderano evitare tali “distinguo” spesso si esprimono in termini di “un X per cento delle donne sono state vittime di violenza”; ma una simile affermazione entra in crisi al cospetto della violenza come fenomeno complesso, con cause multiple, un atto che raramente si verifica in modo “pulito”, lineare.
Presso l’Università di Gävle, con il sostegno dell’Unione Studentesca e dell’Ufficio per la Salute degli Studenti, abbiamo implementato uno studio unico in Svezia, nel contesto di uno studio internazionale (università e college in oltre 30 paesi coinvolti) sulla violenza nell’ambito delle relazioni di coppia. La metodologia è stata sviluppata sulla base della pluriennale esperienza, riconosciuta a livello internazionale, nello studio dei conflitti e della violenza domestica del ricercatore Murray Straus.
Nello studio di Gavle, abbiamo ulteriormente sviluppato il metodo con l’applicazione di un cosiddetto “sondaggio on-line”; lo studio era rivolto a tutti gli studenti a tempo pieno. Gli inviti a partecipare sono stati diramati via e-mail, manifesti, volantini e sulle TV del circuito universitario.
Circa 900 studenti (donne per il 70%) hanno seguito la procedura speciale di login e risposto a quasi 300 domande dettagliate sulla propria educazione, le esperienze di violenza, le relazioni, la coercizione sessuale e centinaia di domande precise sul tipo di violenza che hanno vissuto, in quali situazioni, con quale forza, con quali risultati, quanto spesso, se hanno reagito, se hanno preso l’iniziativa e così via. Rispondere al sondaggio poteva richiedere fino a due ore.
I risultati riguardanti le relazioni intraprese fra la popolazione studentesca svedese hanno creato una visione unica e dettagliata su come questi giovani uomini e donne vivono i loro rapporti; l’attendibilità delle risposte è stimata molto alta.
Gli intervistati hanno dichiarato che sono stati informati sul sondaggio soprattutto attraverso direct-mail; una percentuale minore è stata reclutata dal sito web dell’Università o da manifesti e volantini. Agli intervistati è stato anche chiesto se avessero preferito rispondere ad un questionario cartaceo: pochissimi avrebbero scelto questa opzione, il che è coerente con la ricerca internazionale; questa ricerca ha dimostrato che le indagini on-line, in particolare ricerche in cui vengono studiati temi delicati ed intimi, aumentano la suscettibilità di riconoscere l’esposizione alla violenza, incesto, coercizione sessuale e comportamenti devianti, ma soprattutto sono uno stimolo a riconoscere il proprio comportamento violento.
Abbiamo chiesto, per esempio: “nell’ultimo anno il tuo partner ti ha scagliato qualcosa contro?”, “ti ha afferrato per un braccio o per i capelli?”, “ti ha strattonato?”, “ti ha preso con violenza?”, “ti ha colpito?”; in tutte queste domande, molti uomini, come molte donne, rispondono in senso affermativo. All’ultima domanda hanno risposto che il loro partner li aveva battuti l’11% uomini ed il 5% delle donne. Queste domande riguardano la violenza meno grave.
Tutti hanno anche risposto alla domanda se essi stessi hanno tenuto quei comportamenti contro i loro partner: per esempio, il 24% degli uomini ed il 22% delle donne hanno risposto di aver “spintonato” il proprio partner nell’ultimo anno; in queste risposte emerge lo stesso schema: gli uomini affermano di essere almeno altrettanto vulnerabili delle donne.
Quando si tratta di litigi meno gravi, molti hanno sperimentato comportamenti come il gridare verso il partner, fare qualcosa di malvagio, venire ignorati nel bel mezzo di una disputa, essere insultati, e così via: ancora una volta, sia per le donne che per gli uomini questa esperienza si situa fra il 50 ed il 60%; ancora una volta, molte donne, come pure molti uomini, riconoscono che hanno anche agito tali comportamenti contro i loro partner. Sommando tutti i casi di aggressione nel corso dell’ultimo anno, si può dire che un terzo degli uomini e delle donne ne hanno sperimentato qualche tipo, o che essi stessi hanno esposto i loro partner allo stesso tipo di abusi: la stessa proporzione emerge nello studio internazionale.
Quando si tratta di abusi più gravi, la percentuale (6%) di studenti e studentesse di Gävle che dicono di esserne stati vittime è significativamente inferiore alla media dei 31 paesi. Mentre ci sono pochi che identificano a prima vista i loro partner come autori di gravi aggressioni, molte donne come molti uomini ammettono di averle agite.
Una prospettiva diversa della violenza: se abbia prodotto lesioni. Il danno può essere di grado maggiore o minore, può aver comportato visite dal medico, o, secondo l’intervistato, avrebbero dovuto comportare il consulto medico. Una piccola percentuale di donne ha subito danni, come pure per gli uomini. La stessa uguaglianza si ha quando riconoscono di aver causato danni lievi.
Per il caso di gravi danni psicologici o °modello di oppressione”: circa la stessa percentuale afferma di aver subito tale comportamento; al contempo, una proporzione simile di entrambi i sessi afferma di aver esposto il proprio partner a tale comportamento.
Una delle poche aree in cui le donne differiscono dagli uomini nell’indicare la propria vulnerabilità è la coercizione sessuale: gli uomini che riferiscono di averla sperimentata sono circa un quarto in meno delle donne. Quando è stato chiesto se l’intervistato avesse esposto il proprio partner alla coercizione sessuale, la percentuale (30%) di risposte affermative degli uomini è stata doppia di quella femminile.
Le domande sono state poste anche su fattori come l’alcool: alla domanda se l’intervistato e/o il loro partner avessero bevuto alcool in concomitanza con la violenza, si è ripetuto il solito schema: circa i tre quarti degli uomini e delle donne hanno indicato che entrambi i partner avevano consumato alcool in relazione ai vari “incidenti”.
Questi esempi suggeriscono una reciprocità della violenza; forse appare “strano” che gli uomini si siano rappresentati come “vulnerabili”: questa osservazione è ragionevole, ma non cambia il fatto che una gran parte delle donne ha riferito di aver picchiato ed esposto il proprio partner a vari tipi di abusi fisici e psicologici.
Altre domande hanno fornito un’indicazione sulla percezione della violenza negli intervistati: “Immaginate una situazione in cui sia appropriato per un uomo dare uno schiaffo al partner?” Mentre il 22% degli uomini immagina una situazione del genere, vi sono state quasi altrettante (18%) donne che hanno concordato, e cioè che ci possono essere situazioni in cui può andar bene per un uomo picchiare la sua partner.
Vi erano molte domande focalizzate sulla percezione della violenza, come: “non si deve indietreggiare in una rissa”, “è giusto picchiare un adolescente impertinente”, “essere stati preparati dai propri genitori”, “ha assistito alla violenza al di fuori della famiglia, durante la crescita”, “è importante per un ragazzo l’essere stato coinvolto in una rissa durante la crescita”; per tutte queste domande, vi è stato un piccolo gruppo di donne, rispetto agli uomini, che ha concordato.
Nell’ambito degli atteggiamenti e delle esperienze legati alla violenza, nel comportamento e nell’educazione, pensiamo che sia ingenuo ritenere che le donne li evitino. La scorsa settimana le ragazze di una delle squadra di basket di Stoccolma sono state attaccate dalle avversarie, fuori dal campo. Queste ragazze avevano abbracciato una struttura di potere patriarcale o sono state semplicemente inghiottite da una sottocultura violenta anormale? è possibile che entrambe le parti contendenti siano state influenzate da qualche violenza nel rapporto di coppia o da modelli relazionali disfunzionali?
Forse il risultato più notevole della nostra indagine sta nelle risposte alla domanda “chi ha colpito per primo?”. Fra gli uomini il 9% dice che è stata la partner a colpire per prima, mentre il 5% delle donne ha risposto che il proprio partner ha colpito per primo. Questo potrebbe essere interpretato come una prova che i nostri intervistati di sesso maschile siano “speciali”.
Questo notevole risultato è confermato dalle risposte alla domanda su chi abbia ha colpito prima in una lotta con il proprio partner: qui troviamo che il 10% delle donne ed il 4% degli uomini ammette che ha colpito per primo. Non abbiamo alcun motivo di dubitare della credibilità di queste risposte: anzi, pensiamo che la nostra banca-dati costituita da circa 200.000 risposte ci fornisca una visione unica delle relazioni intime “ordinarie” fra i giovani svedesi. Mentre gli uomini che hanno risposto forse dovrebbero essere visti come “un po’ diversi”, non abbiamo motivo di pensare che le nostre intervistate di sesso femminile non siano affatto rappresentative. C’è una leggera possibilità che le donne come protagoniste di relazioni violente siano un po’ sovra-rappresentate; ma questo non inficia la tesi che qui vogliamo prospettare. Abbiamo scoperto che un grande gruppo di donne adulte svedesi, prese da un ambiente universitario, riconosce che esse stesse hanno avviato la violenza nei loro rapporti. Se alcune delle cause della violenza nelle relazioni possono essere ricondotte a spiegazioni strutturali, che non ci appaiono irragionevoli, il pericolo è quello di dare delle spiegazioni semplicistiche ed unilaterali a svantaggio delle vittime di violenza.
La violenza contro le donne nelle relazioni è un problema serio, ma più complicato del quadro dato dal servilismo dei mass media e dai ricercatori. Noi pensiamo che la violenza contro le donne nelle relazioni più grave e letale debba essere intesa in un approccio olistico, in una concezione generale della violenza (la pedagogia della violenza), ed è qui che deve essere riconosciuto un atteggiamento distruttivo ed un comportamento violento in alcune donne. La lotta contro la violenza degli uomini è scontata; la lotta contro la violenza domestica deve riconoscere le sue cause complesse ed i difficili meccanismi che la generano.
sergio(Quota) (Replica)
da “La fiducia tradita” (1995) di Alice Miller
Anche per comprendere e assimilare una mostruosa verità sul nostro passato collettivo abbiamo bisogno di molto tempo, esattamente come avviene nella terapia individuale. Altrimenti sussiste il pericolo che la rimozione ne risulti
ancor più accentuata. Avremo ancora a lungo bisogno di illusioni, di sostegni e di stampelle per continuare a esporci ad aspetti sempre nuovi e dolorosi della verità prima di arrivare al momento di poter accettare la verità sulla condizione del bambino in tutta la sua portata. Per questa ragione, quando ha richiamato l’attenzione sullo scandaloso fenomeno costituito dall’abuso sessuale che si compie ai danni delle bambine, il movimento delle donne non ha potuto rinunciare ad alcune illusioni; ha soprattutto avuto bisogno di illudersi che le madri siano innocenti di questi delitti. Ho notato che le pubblicazioni femministe hanno esitato ad accettare i miei libri perché non ero disposta ad attribuire solo agli uomini la responsabilità degli abusi commessi sui bambini: ho insistito invece nell’affermare che entrambi i genitori fanno mancare al bambino maltrattato la protezione e l’amore che gli spettano, e che una madre attenta e affettuosa non consentirebbe il verifi-cafsi di certi abusi (cfr. : A. Miller, Der gemiedene Schlùssel [La chiave accantonata] e L’infanzia rimossa). Nel frattempo, evidentemente, anche il movimento delle donne è però approdato a una fase del processo in cui si può smantellare l’illusione secondo cui i maschi soltanto eserciterebbero violenze sui bambini.
Una femminista mi ha inviato i risultati d’una sua ricerca, svolta su un gruppo di giovani che scontano in carcere pene loro in-flitte per aver aggredito e violentato delle donne per strada. Ha scoperto che benché la legge definisca questi individui responsabili di delitti di natura sessuale, la motivazione sessuale era sostanzialmente estranea a certi casi di stupro e di umiliazione di donne perfettamente sconosciute ai loro aggressori. Questi avevano invece agito per vendicarsi del loro stesso stato di inerme abbandono in occasione di violenze patite e poi rimosse in passato, e che avevano continuato a rimuovere a spese altrui. La ricerca ha accertato che tutti questi stupratori erano stati violentati nella prima infanzia dalle loro madri: o con scoperte pratiche sessuali o mediante clisteri, oppure con entrambi questi mezzi. Pratiche perverse d’ogni genere erano servite a tenere continuamente in scacco il bambino, senza che potesse disporre d’una minima occasione per difendersi.
diait(Quota) (Replica)
venti (ma anche trenta) anni fa, Alice Miller già sapeva e scriveva queste cose nei suoi libri. Inascoltata (e osteggiata) non solo dalle femministe: da tutti. Con i suoi limiti (si era formata in un’epoca in cui ancora le neuroscienze quasi non esistevano), ma una grandissima.
diait(Quota) (Replica)
Non sembra anche a voi che da parte di molti uomini ci sia una sorta di compiacimento nel parlare di donne assassine?
http://pulcinella291.forumfree.it/?t=60786240
a me sì.
sergio(Quota) (Replica)
http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/articoli/1050567/russia-madre-uccide-due-figli.shtml
Russia, madre uccide due figli
Li ha lanciati dal 15esimo piano
01:25 – Una russa di 30 anni è stata arrestata per aver ucciso i figli di quattro e sette anni lanciandoli da un balcone al quindicesimo piano del grattacielo in cui viveva. La tragedia è avvenuta a Dolgoprudny, nella regione di Mosca. Ai poliziotti Galina Ryabkova ha spiegato che era stufa dei bambini, che vivevano con lei e non andavano all’asilo, e aveva deciso di sbarazzarsene.
sergio(Quota) (Replica)
http://www.repubblica.it/2005/b/sezioni/esteri/madrekill/madrekill/madrekill.html
Arrestata la donna che soffre di crisi depressive: in cinque anni ha ammazzato i piccoli che avevano dai 3 anni ai nove mesi
Madre uccide quattro figli
l’Australia è sotto choc
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MELBOURNE – Un’australiana di 25 anni è
stata accusata oggi dell’omicidio di quattro dei suoi cinque figli da un giudice del tribunale di Melbourne. La donna avrebbe ucciso i suoi bambini in circa cinque anni.
Carol Matthey è stata arrestata stamane nella sua casa di Geelong, vicino a Melbourne, dopo un’indagine di oltre un anno da parte della polizia sulla morte dei suoi bambini, di età compresa tra le nove settimane e i tre anni.
Un piccolo di sette mesi era stato trovato morto nel suo letto nel dicembre del ’98 e il corpo di una neonata di nove settimane era stato trovato nelle stesse condizioni nel novembre del 2000. Gli inquirenti, pero’, erano giunti alla conclusione che i due bambini erano stati uccisi dalla sindrome della morte improvvisa dei lattanti.
Un altro piccolo di tre mesi era poi morto nel luglio 2002 in un parcheggio a causa di un raro tipo di infezione. Il quarto decesso è stato quello di una bambina di tre anni, morta nell’aprile 2003, il giorno dopo una caduta. Una morte sospetta sulla quale è stata avviata un’indagine.
Il quinto figlio, un bambino di 7 anni, è stato sottratto alla sua famiglia dai servizi sociali nel 2003, come riportato dalla televisione Sky News.
Carol Matthey, che seguiva un trattamento contro la depressione, è stata arrestata e comparirà nuovamente il 19 maggio dinanzi allo stesso tribunale
(24 febbraio 2005)
sergio(Quota) (Replica)
http://pesanervi.diodati.org/pn/?a=126
sergio(Quota) (Replica)
Capite bene che andar a insegnare superiori modelli di civiltà e di relazione maschio/femmina in Afganistan o in Iraq è missione stressante. E tra un ordine di bombardamento o di assassinio e l’altro, c’è chi si rilassa sotto il tavolo, chi sopra e chi molesta per gelosia la rivale, e chi, causa corna, scrive lettere anonime. E volano mutandine, mutande e cacciabombardieri, reggiseni,pushup ed elicotteri d’assalto con su le squadre speciali.
Vi ricordate la mitica superorgasmica dottoressa “Bollore” della serie televisa M.A.S.H.? La guerra è da sempre massacro dei poveri, menzogna e bordelli; “Bollore”, medico tra i suoi guerrieri feriti e i colleghi nell’ospedale da campo in Vietnam, mostrava molta voglia e poca classe personale e sotto svestiva in modo assai poco fashion. La storia si ripete al vertice assoluto del comando USA, ma con qualche variante grazie al contributo di questo generalissimo Petraeus e delle sue ragazze,spose ardite, uscite dalle accademie militari e nei vertici dei comandi. Le voglie sono le stesse, le menzogne identiche, e il sangue dei poveracci pure; che almeno l’intimeria abbia un volto nuovo e sia, come si deve, fashion!
http://www.corriere.it/esteri/12_novembre_11/petraeus-indagine-fbi_5d385066-2bef-11e2-a3f0-bca5bc7cc62d.shtml
cesare(Quota) (Replica)
Ogni tanto dal vasto mondo delle violenze al femminile sui minori (ben più vasto di quello maschile ma inesplorato perchè per assunto del maistream femminista la violenza femminile sui minori non esiste) una gran brutta notizia da Varese. Notizia terribile e sorprendente la presentazione che vien fatta della responsabile delle violenze. Violenze e persecuzione su una ragazzina successivamente suicida a 27 anni:
“La suora, che secondo le risultanze della consulenza tecnica risulta affetta da disturbo borderline di personalità incidente parzialmente sulla capacità di volere, è stata giudicata socialmente pericolosa e accompagnata dai poliziotti di Busto Arsizio e della Squadra Mobile di Varese in una casa di cura e custodia”.
Sentito mai dire questo di un maschio responsabile di analoghi atti che era “affetto da disturbo borderline di personalità incidente parzialmente sulla capacità di volere, è stato giudicato socialmente pericoloso e accompagnato in una casa di cura e custodia?”
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_novembre_13/varese-suora-arresti-abusi-sessuali-ragazza-minorenne-suicida-violenza-sessuale-2112689678301.shtml
cesare(Quota) (Replica)
Per Sergio. Non si tratta di compiacimento nel parlare della violenza al femminile. Si tratta invece di dimostrare che la violenza, quantunque agita diversamente da maschi e femmine, non ha sesso, che è dentro ciascuno di noi. Solo prendendo atto di questa amara verità, che per le donne significa la rinuncia al compiacimento narcisistico per sentirsi le portatrici ontologiche del bene e per gli uomini la caduta dell’illusione proiettiva che il bene sia incarnato nella donna, sarà davvero possibile combattere la violenza.
E ciò deve essere fatto avendo contro tutto il mainstream e operando su più direttrici.
1) Dimostrare che esiste, ed è più corposa di quanto si creda, una violenza agita da donne.
2)Che tale violenza non è causata dal patriarcato (quindi dagli uomini) come si tenta disperatamente di accreditare per allontanare da sè il calice amaro, ma è dentro ogni essere umano.
3) Incitare gli uomini a cercare il bene anche dentro se stessi, senza compiacimenti ma anche senza quei sensi di colpa che li paralizzano e li portano ad esaltare comunque le donne.
Solo così si potranno ristabilire fra donne e uomini rapporti autentici, cioè fondati sulla verità. In sostanza, dunque, se l’insistenza sulla violenza al femminile può essere vista come una chiamata in correo, si tratta di una forma particolare di correità: quella dell’appartenenza comune al genere umano e della partecipazione al suo bene e al suo male, senza distinzione di sesso, razza, etc.
armando
armando(Quota) (Replica)
Ogni tanto dal vasto mondo delle violenze al femminile sui minori (ben più vasto di quello maschile ma inesplorato perchè per assunto del maistream femminista la violenza femminile sui minori non esiste)
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Si vede che siamo in una società matriarcale che non ammette la cattiveria materna ed esalta la violenza paterna…
Ma antico è il mito di Medea che uccide i figli e di Edipo che uccide il padre…
Leonardo(Quota) (Replica)
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Per Sergio. Non si tratta di compiacimento nel parlare della violenza al femminile. Si tratta invece di dimostrare che la violenza, quantunque agita diversamente da maschi e femmine, non ha sesso, che è dentro ciascuno di noi.
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Armando, forse mi sono espresso male.
Quello che intendevo dire è che molti uomini tendono a trovare divertente la violenza femminile sugli uomini.
Un esempio: la Bobbit. Ebbene, un numero imprecisato di uomini, per non parlare delle donne, (molto più numerose) ha soventemente deriso quell’uomo a cui la moglie tagliò il pene. Per non parlare di tutte quelle circostanze in cui un uomo che subisce violenza da parte femminile viene deriso e sbeffeggiato dai propri simili (ancor più delle donne, ma vabbe’, non è che sia una novità). Questo a mio parere sta a dimostrare un profondo disprezzo di sé. Un disprezzo e un atteggiamento che da parte femminile non esiste.
Anzi, le donne sono SEMPRE molto solidali con le altre donne.
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P.s.: Rita, la donna che scrive in questo blog (e che non conosco, come non conosco nessuno di voi) è realmente un caso a parte, una sorta di mosca bianca direi.
sergio(Quota) (Replica)
Edit:
“ancor più dalle donne, ”
sergio(Quota) (Replica)
Credimi Sergio, se parli di mancanza di solidarietà incondizionata tra donne non sono affatto una mosca bianca.
Ci sono due piani diversi.
Il primo è quello dell’empowerment femminile di genere, (e a parole tutte/i sono brave/i) il secondo è quello individuale e lì non esiste affatto una solidarietà tra donne così granitica, nemmeno nei riguardi di violenze fisiche- la differenza è che quando si tratta di violenza fisica è più facile che una donna “usi” gli uomini rispetto a quanto capita al contrario – ovviamente.
http://www.youtube.com/watch?v=EJNOsPyamJE
tragedia shakesperiana abbastanza simbolica in questa parte. Ma mica poi solo simbolica. Penso a un veccho film di trent’anni fa sul degrado della periferia torinese Mirafiori Sud “la ragazza di via millelire” in cui una ragazzina per indurre una coetanea alla prostituzione la fa violentare da due componenti della banda. Casi che comunque avvengono e sono avvenuti nella realtà, ma more solito, conta la narrazione cui si da più risalto. E questo è soltanto il lato più eclatante. Il discorso è molto complesso (come al solito) e ci sarebbe da dire molto, ma le recenti spaccature anche tra i femminismi (la questione FS) non testimoniano certo di una maggior solidarietà naturale tra donne. E nemmeno di una solidarietà culturale profonda.
Rita(Quota) (Replica)
Sergio. Avevo in effetti capito male. Quello che scrivi è, purtroppo, verissimo. Si tratta di chi ride degli altri perchè si illude che a lui non potrebbe mai capitargli. E tutto sommato i casi Bobbit sono, per fortuna, rari. Il problema è più ampio, e concerne una miriade di sarcasmi verso gli altri uomini sulle piccole cose della quotidianità di cui si fa finta di non accorgersi.
armando
armando(Quota) (Replica)
(Rita)
ll discorso è molto complesso (come al solito) e ci sarebbe da dire molto, ma le recenti spaccature anche tra i femminismi (la questione FS) non testimoniano certo di una maggior solidarietà naturale tra donne. E nemmeno di una solidarietà culturale profonda.
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Sì, il discorso è più complesso, ma l’esperienza quotidiana mi insegna che non esiste quasi mai una naturale solidarietà fra uomini, a meno che non si tratti di un fratello, di un padre o di un vero amico.
Con ciò non sto asserendo che tutte le donne siano solidali con le altre donne, ma, di sicuro, la percentuale è enormemente superiore a quella maschile, ed è altrettanto certo che (in genere) le donne non disprezzino le altre donne nella stessa misura in cui gli uomini disprezzano gli altri uomini.
Lo stesso Armando ha fatto giustamente riferimento alla miriade di sarcasmi verso gli altri uomini, sia per quanto riguarda le piccole cose della quotidianità che la sfera sessuale.
Fra donne non è così: le donne non deridono né disprezzano la sessualità delle altre donne, e se anche alcune lo fanno non è sicuramente un fenomeno paragonabile a quello maschile.
In proposito mi chiedo chi sia stato il primo (o la prima) a mettere in circolazione la bufala della solidarietà fra uomini… mah…
sergio(Quota) (Replica)
Acido e martellate contro la rivale in amore, arrestata a Roma
Leonardo(Quota) (Replica)
Comincio ad avere veramente paura: queste sono indemoniate:
Ora ci accusano anche di avere poteri demoniaci…
Chiamate l’esorcista!
Leonardo(Quota) (Replica)
ma che fallite..
saltano di pene in pene per tutta la giovinezza, poi trovano uno che gli sembra sufficientemente zerbino da poter controllare e se lo sposano, uno zerbino scelto con crismi stupidi e superficiali, si trovano lo zerbino che non ha mai visto vagina, il quale, non sapendo tenere a bada una qualsiasi femminazi italica dalle sue infinite voglie ed illusorie aspettative, usa la forza..
e poi tac! te le vedi li! sui media.. a dire uomini brutti..
😥 😥 ueeeee! 😥 :cry:ueeee! 😥 😥
e poi.. basta aggiungere 1/3 di capitalismo, 1/3 di nazifemministe zitellone acide ed 1/3 dei media…
et voilat! l’assalto al maschile è servito!
Nostra krande Vagina folere ke foi tutti maski sporchi porci ke legete andare shnell tutti a polizei per farvi arrestare!! Raus!
Heil Vagina!
Damien(Quota) (Replica)
Non so se questa notizia era stata pubblicata mai qui, ad ogni modo la inserisco, è molto interessante. Secondo fonti mediche e umanitarie, in Sudafrica 3 bambini maschi ogni 5 sono vittime di abusi sessuali da parte delle loro maestre:
http://archiviostorico.corriere.it/2008/agosto/05/Sudafrica_tragedia_degli_stupri_dei_co_9_080805104.shtml
TESTONE MACABRO(Quota) (Replica)
“Botte da orbe”
http://tv.liberoquotidiano.it/video/109394/Botte-da-orbi-tra-ragazze.html#.UOhgRKOYFg8
cesare(Quota) (Replica)
http://www.youtube.com/watch?v=Ew5jfYbWGwU&oref=http
Andrea(Quota) (Replica)
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Andrea(Quota) (Replica)
Dopo l’aggressione e il pestaggio di un gruppo di ragazze su un bus a Brescia a danno di un uomo (aveva cercato di soccorrere una di loro che stava male), nuovo episodio di violenza di gruppo al femminile così riportato dalle cronache:
Brescia Ore: 17:49 | lunedì, 28 gennaio 2013
Prima gli insulti poi un vero e proprio pestaggio. È accaduto su un bus di linea diretto in Valtrompia mentre transitava in via Tosoni, dalle parti del Civile. Protagonista della vicenda quattro ragazze. Tre di loro, minorenni di origine straniera, avrebbero aggredito una giovane italiana che avrebbe poi reagito provando a colpirle con delle forbici. Le avversarie, però, l’hanno disarmata e ulteriormente picchiata. La vittima è in ospedale mentre le altre tre ragazze sono state rintracciate dalla Volante e trasferite in Questura.
cesare(Quota) (Replica)
E’ superfluo ribadire che non pubblichiamo di certo questo genere di notizie per specularci “politicamente”.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2013/03/01/Partorisce-getta-figlio-cassonetto-neonato-morto_8330308.html
Anche perché è evidente che una donna che partorisce, soffoca il suo neonato figlio, lo mette nella borsa, esce di casa, si reca al bar a fare colazione con un’amica, poi va a passeggio per una giornata intera come se nulla fosse e infine getta il corpo in un cassonetto del’immondizia, è affetta da gravi turbe psicologiche. E non c’è alcun dubbio che il fatto verrà affrontato e interpretato in tal senso e non in altri. Sono pronto a scommettere che la donna in questione sconterà tutt’al più qualche anno, neanche in carcere ma in qualche centro psichiatrico. Sia chiaro, si potrebbe in larga parte anche essere d’accordo con questo modo di procedere (mi sembra lapalissiano che una donna che compie un simile gesto sia fuori di sé…), purchè lo stesso metro di giudizio venga applicato anche in altre situazioni, cosa che purtroppo non è.
Sappiamo infatti perfettamente che gli stessi parametri interpretativi non vengono fatti valere nei casi di cosiddetto “femminicidio”, dove cioè un uomo, il più delle volte se non sempre in preda ad un raptus di follia, uccide la propria moglie per le più disparate ragioni. In questo caso l’uomo è sempre e comunque un lucido e cinico omicida che deve pagare fino alla fine e senza sconti. Il suo raptus omicida non trae origine in una condizione di disturbo psichico (come per una donna che cuoce il figlioletto in un forno a microonde oppure lo getta in un cassonetto dell’immondizia) ma nel fatto che egli considera la propria donna come una proprietà privata, così come gli è stato insegnato dalla cultura maschilista e patriarcale dominante.
A questo punto potrebbe (e dovrebbe) quanto meno sorgere il dubbio che sia proprio quella stessa concezione “proprietaria” a spingere una donna a massacrare il proprio figlio. Anche perché non si vede quale sia la differenza. Anzi, se la ragione è il concetto di proprietà, non c’è alcun dubbio che questo sia molto più presente e sviluppato in una madre nei confronti del proprio figlio piuttosto che in un uomo nei confronti della “propria” donna.
Ma tant’è e non dobbiamo più meravigliarci di niente.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi,
essendo d’accordo con te Fabrizio ,ecco come la stessa notizia viene interpretata da donne di fatto …
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/01/solitudine-della-madre/517291/
credo che stiamo parlando dello stesso fatto .. sarebbe anche inutile ripetere quello che hai scritto te Fabrizio ,ma è lampante che ,in caso di femminicidio c’è una gogna mediatica , questa famosa cultura “patriarcale” ecc ecc ,in questo caso ,già dal titolo si cerca di darle una “giustificazione “(era sola). ma non sarebbe più equo studiare caso a caso e vedere le cause che hanno portato a questo ? Vale per la madre ,ma vale anche per chi commette questo “femminicidio” ..purtroppo cosi non è …
O:T ti ho sentito ieri in radio
mauro recher(Quota) (Replica)
E’ sempre colpa della depressione, della società, degli uomini, ecc.
http://27esimaora.corriere.it/articolo/quando-le-violente-sono-le-donnemadri-che-uccidono-i-figli/
L’ipotesi che possano esistere anche donne e madri semplicemente malvage, non sfiora neppure queste signore. Per loro le responsabilità personali non esistono, quando c’è di mezzo una donna.
Marco(Quota) (Replica)
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2013/04/08/Uomo-morto-Udine-2-ragazzine-costituiscono_8516415.html
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
http://www.lastampa.it/2013/04/08/blogs/obliqua-mente/arrestate-a-scuola-maltrattavano-il-ragazzo-autistico-a-loro-affidato-5uCRalv2T4KIPBko11QJeK/pagina.html
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
era depressa…colpa delle zecche…
Orrore in Belgio, madre uccide i suoi tre figli – Donna depressa dopo il morso di una zecca
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
ormai sappiamo che, fra le altre cose, l’umanità è divisa fra assassini e depresse…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Francia: Bimbo congelato nel frigo, arrestata la madre
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Poi c’è l’umanità, una delle due metà del cielo, che è riuscita ad oggi a farsi passare dall’altra metà del cielo, quella maschile (ahimè totalmente rincoglionita), come diritto e conquista civile l’eliminazione di sei milioni di cittadini italiani concepiti. Un disastro psichiatrico per milioni di Italiani maschi e di femmine e un disastro demografico oltre che un lutto di massa non elaborabile e quindi persecutorio, su cui non uno dice una parola nonostante gli allarmi scientifici si facciano sempre più documentati e frequenti. E chi lavora all’ONU o ha lavorato all’ONU, come la Boldrini, viene a far lezioncine nonviolente dopo il “successo” di campagne ONU circa la eliminazione di qualche centinaio di milioni di concepiti ogni anno. Eliminazione per aborto cui hanno corrisposto in Italia sei milioni di sanguinose aggressioni al proprio prossimo che accolto nel ventre materno non attendeva che amore e di sbocciare al diritto alla vita e sei miloni di auto-aggressioni femminili al proprio ventre e alla propria psiche e al proprio cuore. Il tutto a realizzare un autentico concretissimo mare di sangue che ormai arriva a tutti alle ginocchia. E da questa cultura omicida e violentissima arriva la teoria che la violenza è solo maschile per cui ci vogliono leggi speciali “contro la violenza contro le donne che è solo maschile” e i media impongono questa verità pena l’ostracismo. Seimilioni di figli spacciati via a coltellate nel ventre materno invece è un atto di nonviolenza, anzi di tutela della salute femminile! E la legge lo dichiara tale! Non una parola di ripensamento da questi caldi cuori delle sedicenti miltanti antiviolenza!
Un vero e proprio buco nero della ragione e della civiltà occidentale che va assorbendo ogni ragione ed ogni valore civile e morale e affettivo ed ogni legittimità di ogni legge. Una folle adesione acritica alla autoreferenzialità femminile, sesso riproposto come nuova razza eletta, nuovo connotazione di “purezza ariana” su cui ritagliare il diritto e la morale, che sta portando tutti maschi e femmine, fuori di testa, fuori della Civiltà occidentale e fuori della Storia.
cesare(Quota) (Replica)
Anche accettando l’idea che il feto non è senziente quella piccola cosa che già si muove è un essere già proiettato sull’individuo. Possiede già in sé gran parte del codice della propria unicità. Sei milioni di soppressi sono veramente tanti, se non è un olocausto ne è la simulazione.
Sulla base di un cinico calcolo se gli uomini non esistessero più e l’umanità si riproducesse per partenogenesi, alle donne basterebbe una gravidanza a testa, invece di due, per il mantenimento demografico. La donna educata all’individualismo edonistico ci rinfaccia inconsciamente quel surplus di lavoro che deve fare per sostituire anche noi; un extra lavoro che le costa un altro giro di sacrifici che, soprattutto in giovane età lavorativa, è un intralcio alla propria indipendenza. Siamo alla vigilia dell’eclissi tecnocratica della complementarietà naturale di specie, senza la quale l’umano perde gran parte della propria cultura, del proprio linguaggio. In una simile realtà, per ora solo immaginaria ma che già sta sulla linea dell’orizzonte simbolico, la donna stessa non si chiamerà più così, perché verrà a mancare il suo opposto. La sua bellezza sarà ridotta a perfezione bio-meccanica e perderà quella potenza di contrasto che l’alterità maschile le conferiva.
E’ importante secondo me notare come tutto ciò stia avvenendo in uno stato di sonnambulismo generale. Ci sono già ricerche scientifiche proiettate su questo futuro, ci sono già gli articoli sui quotidiani nazionali, i liberatori “Siete inutili!”, gridati agli uomini dalle pagine dell’Unità. C’è già un nuovo diritto che si va diffondendo dove si riconosce la monogenitorialità. Ci sono già le banche del seme che sopperiscono al deficit tecno-riproduttivo consentendo alle donne, intanto, di fare comunque figli con spermatozoi veri ma senza l’uomo di mezzo. Ricordate quella società online che vendeva seme a domicilio? “Man not included”. Uomo non incluso. Col marchio rotondo dove un omino stilizzato aveva una barra rossa diagonale davanti a rappresentarne la soppressione?
La massa, è stata mai messa dai poteri in condizioni tali da poter prendere coscienza di tutto ciò, c’è mai stata informazione? E’ mai stata chiamata a esprimere il proprio parere nientemeno che sulla forma umana e del mondo in cui figli e nipoti dovranno vivere?
No. Mai.
La modificazione antropologica è imposta e al tempo stesso dissimulata, a tradire la consapevolezza criminale di chi la compie.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
L’attuale indice riproduttivo delle donne italiane fermo a 1,26 è già un valore partogenetico. Il problema sono gli uomini, è per colpa loro che è basso. Questo progressivo allontanamento della donna dalla natura umana, questo voler vendere l’anima alla Tecnica, è secondo me nel profondo della psiche una disposizione all’astio e alla rivendicazione verso il genere maschile. E’ la quintessenza tecnocratica del femminismo.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Roberto Micarelli,
Esatto Roberto, ma questo atteggiamento è molto più esteso e generalizzato e non riguarda solo il femminismo o il neofemminismo.
E’ una sorta di resa filosofica, etica e politica (e quindi umana) alla “tecnica”. Come a dire: “Non siamo in grado di produrre idee, di costruire valori, orizzonti ideali e valoriali sui quali misurarci e organizzare anche la nostra vita sociale, le nostre relazioni umane, e allora non rimane che affidarsi (abbandonarsi…) alla “Tecnica”, come la sola e unica risorsa, l’unica che in questo deserto esistenziale creato dal trionfo del capitalismo assoluto, può salvarci”.
Ma si illude chi pensa che la tecnica sia qualcosa di asettico che possa essere sottratto alle logiche della politica, e non è un caso che, come abbiamo detto ormai tante volte, tecnica e capitalismo (SIA:Società Industriale Avanzata) siano oggi di fatto sovrapposti (rimando ancora una volta all’articolo di Rino, “L’emergere storico della QM”).
Ora, piaccia o non piaccia, non possiamo nasconderci dietro ad un dito. Il trionfo del capitalismo assoluto e della “tecnica” (intesa anche e soprattutto nel suo significato ideologico…) e della sua società desertificata che crea sempre più disperazione esistenziale (oltre che sociale), è il risultato della crisi e del crollo della più grande utopia mai tentata (e fallita) dall’uomo: il Comunismo.
Il crollo del muro di Berlino non è stato solo il crollo di un apparato burocratico e militare (magari fosse stato solo questo…). Il crollo del comunismo è stato un fenomeno ben più profondo e di ben più vaste dimensioni. Oggi anche la socialdemocrazia è in crisi profonda perché anche quella, sia pure indirettamente, traeva forza dal fatto che alle spalle esisteva comunque un “idea forte” di trasformazione del mondo, anche se, paradossalmente, si era tradotta e concretizzata in regimi dispostici e polizieschi. Venuta meno quell’idea, con tutta la sua potenza, cominciano a venir meno, inesorabilmente, anche tutte quelle istanze e quelle idee che da quell’”Idea” traevano forza e ragion d’essere.
Paradossalmente (ma neanche tanto…) perfino la Chiesa cattolica (nemica del Comunismo), che oggi è in una crisi profondissima, ha pagato il prezzo del crollo del comunismo. Lo ha pagato caro e lo sta pagando tuttora. Lo stesso Wojtyla lo aveva capito…
Oggi siamo entrati, volenti o nolenti, in un’altra epoca, con tutte le sfide che ci pone; quelle “vecchie” (la divisione in classi, lo sfruttamento, la diseguaglianza sociale, il dominio sul pianeta delle oligarchie economiche e finanziarie), che permangono, e quelle nuove (il dominio della tecnica elevata a nuova religione secolarizzata, il conflitto fra i sessi e la criminalizzazione del maschile tout court, la violenza sulla natura, intesa in senso lato, quindi non solo quella sull’ambiente ma anche e soprattutto il tentativo di annullare artificialmente le differenze sessuali, di modificare geneticamente gli esseri umani, la mercificazione assoluta dell’”ente” umano da realizzarsi ad ogni costo e con ogni mezzo ecc. ) che si aggiungono.
Ed è con questo nuovo “ordine” mondiale che dobbiamo fare i conti…
Roba da poco…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
p.s. breve, forse scontato, ma necessario chiarimento.
Criticare il dominio della tecnica non significa essere contro la scienza, le scoperte scientifiche, la ricerca dei vaccini contro le varie malattie o l’invenzione di strumenti e/o di tecnologia che migliorano la vita degli uomini, sia chiaro, né tanto meno essere nostalgici di epoche in cui tutto ciò veniva combattuto nel nome di altri dogmi, quelli religiosi. Ci mancherebbe altro, Dio o Chi per lui benedica la Scienza…
Criticare il dominio della tecnica significa rivendicare il primato dell’umano, non porre l’uomo in antitesi o in una condizione di subordinazione rispetto alla tecnica (che comunque, come la scienza, è un prodotto dell’uomo), o peggio ancora ridurlo ad una cavia da laboratorio. E soprattutto significa impegnarsi per non ridurre la scienza stessa e la tecnica a strumenti al servizio dell’ordine sociale dominante. Il che è sempre difficilissimo, come ben sappiamo, ma ci si deve provare…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Roberto Micarelli e Fabrizio Marchi: chapeau!
Alessandro(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi,
Il nichilismo impera, del resto Nice l’aveva predetto: come superiamo l’impasse? Come superiamo la morte di Dio? Con un nuovo marxiano Paradiso? La soluzione sarà come sempre irrazionale e violenta. Si sa: quando lo stomaco brontola c’è poco da filosofeggiare… la carne ha la priorità assoluta, almeno in questo mondo a 3 dimensioni. Il nemico cmq, allo stato dell’arte, è la multinazionale, l’ipercoop, l’Ikea… (per citarne alcune a livello regionale) finchè non si riuscirà a fare concorrenza a tali giganti la veggo buia.
Firmato: Ethans il contadino.
Ethans(Quota) (Replica)
http://blog.studenti.it/mondocurioso/lndonesia-donna-uccide-il-figlio-di-7-anni-aveva-il-pene-troppo-piccolo/
Marco(Quota) (Replica)
Credo che UB dovrebbe aprire un articolo in cui discutere della Convenzione di Istanbul, la cui proposta di ratifica da parte dell’Italia so che ha ricevuto oggi in parlamento consenso unanime da parte di tutti i gruppi parlamentari, M5S compreso.
Nessuno sa cosa sia tranne i comitati di donne, a tutt’oggi non c’è una pagina Wikipedia in italiano e le informazioni provengono solo da fonti femministe o filo-femministe che auspicano la sua piena adozione, senza spiegare i contenuti. E’ stata finora ratificata da Turchia, Montenegro, Albania, Portogallo. L’Italia sarebbe il quinto paese dei dieci necessari affinché diventi legalmente vincolante per gli stati che l’hanno ratificata.
Molti paesi tra cui Danimarca, Russia e Svizzera non solo non l’hanno ratificata ma nemmeno firmata. Non si conoscono, almeno io non li ho finora trovati, i contenuti degli emendamenti che Russia, Italia e Santa Sede hanno opposto nelle fasi finali della sua definizione.
Non avete letto male: l’Italia ha sollevato obiezioni ma non se ne trova traccia. L’unico testo che spiega le riserve della Santa Sede l’ho trovato in lingua inglese. Niente sulla posizione critica della Russia. Niente sulle implicazioni di ingegneria sociale gender che questo trattato introduce, abbracciando come verità assoluta l’idea che l’uomo e la donna siano essere distinti e distinguibili solo culturalmente e quindi, manipolabili e invertibili a piacimento, con programmi di educazione nella scuola dell’obbligo, finanziamenti pubblici e privati in forma di ONG, immunità totale per i membri del GRAVIO (organo di controllo sovranazionale), logiche di presunzione di colpevolezza per le accuse di abuso in fase di separazione, libertà di discriminazione anti-uomo nella prevenzione e protezione dalla violenza.
L’Articolo 4 Paragrafo 4 recita: “Le misure specifiche necessarie per prevenire la violenza e proteggere le donne contro la violenza di genere non saranno considerate discriminatorie ai sensi della presente Convenzione”
Fonte: http://www.lavoro.gov.it/NR/rdonlyres/FFC77BA1-49A5-4355-960D-F93213D1653D/0/Convenzione_Istanbul_violenza_donne.pdf
Tabella delle ratifiche: http://www.conventions.coe.int/Treaty/Commun/ChercheSig.asp?NT=210&CM=1&DF=&CL=ENG
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Come avevo avuto modo di dire, il femminicidio e la violenza sulle donne sono due cose in una: da un lato un fenomeno di violenza e dall’altro una copertura per programmi politici globali. Un’agenda politica blindata dentro un dramma.
Le sole cose che la gente sa della C.d.I. è che è qualcosa contro la violenza sulle donne, e sospetto che anche molti parlamentari che ne voteranno la ratifica non l’abbiano nemmeno letta.
In realtà quel testo va ben oltre la questione violenza e già nelle premesse impone una visione dei sessi come entità storicamente conflittuali, nel cui quadro la violenza maschile è un fatto “strutturale” superabile solo con la distruzione identitaria e simbolica totale.
Un vero e proprio trattato di femminismo radicale.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Roberto Micarelli,
Hai ragione Roberto. Ne avevamo già accennato nel thread dedicato al ddl n.3390: https://www.uominibeta.org/articoli/ddl-n-3390-sulla-soggettivita-femminile-e-femminicidio-discutiamone/comment-page-1/#comment-27441
Perché non te ne occupi tu?
Se vuoi ti posso passare la Convenzione in formato Word.
Luigi Corvaglia(Quota) (Replica)
Aspettiamo il parere di Fabrizio per una intestazione specifica. Poi per me è ok.
Roberto Micarelli(Quota) (Replica)
Roberto Micarelli,
Sono ovviamente d’accordissimo, ma avete piena libertà di movimento, naturalmente…
In ogni caso, su questa questione specifica ma anche su quella che riguarda l’eugenetica, le adozioni gay ecc., di cui parlavamo nei giorni scorsi sia conn Luigi che con Roberto, vorrei realizzare alcuni video. Ci coordiniamo nei prossimi giorni, come già d’accordo…
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
http://www.ilmessaggero.it/roma/sfigurato_acido_roma_vittima_stalking/notizie/274456.shtml
Magister Patologicus(Quota) (Replica)
http://www.corriere.it/esteri/13_maggio_04/cina-bimbe-avvelenate-scuola_275e974e-b483-11e2-bb5d-f80cf18001da.shtml
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
E una bella campagna sulle violenze delle donne maestre nelle scuole no? punta di un iceberg della sistematica violenza di genere femminile sui minori, in famiglia e nei luoghi di “accudimento” che tutte le statistiche danno assolutamente prevalente su quella maschile.
Da IL Corriere on line:
“Picchiano e insultano bimbi di quattro anni: arrestate due maestre..”
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_maggio_15/maestre-asilo-domiciliari-2121143858097.shtml
cesare(Quota) (Replica)
Continua l’infanticidio:
http://attualissimo.it/bimba-di-11-anni-bruciata-viva-da-due-donne-ha-fatto-la-spia/
Orribile notizia che ancora una volta ci giunge dall’India. Una bambina di 11 anni è stata bruciata viva da due donne, madri di sue due amichette, perché colpevole di aver fatto la spia su un furto di frutta avvenuto nel villaggio di Balinali, nello stato di Orissa. Secondo quanto emerge dalle prime informazioni riportate dai quotidiani locali, la ragazzina di nome Rinki Behera, si sarebbe introdotta insieme a due sue amiche coetanee nella proprietà di un contadino per rubare alcuni melograni-
Sebbene non si sappia ancora per quale ragione, sembra che Rinki abbia poi rivelato al proprietario del frutteto il nome delle sue piccole complici. Immediatamente l’uomo si è recato ad informare i genitori delle ragazzine dell’accaduto. Tuttavia, le mamme delle giovanissime anziché ammonire le figlie sul loro deprecabile comportamento, han ben pensato di procurarsi una tanica di benzina e di recarsi a casa di Rinki che, da sola in quel momento, è stata immobilizzata, cosparsa del liquido infiammabile e data alle fiamme.
Giunto sul posto il nonno, immediato è scattato l’allarme. Il trasporto in ospedale si è però rivelato vano. La ragazzina è morta per le gravissime ustioni riportate su tutto il corpo.
Leonardo(Quota) (Replica)
http://vimeo.com/44684924
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2013/6-giugno-2013/calci-schiaffi-insulti-disabile-cosi-maestre-umiliavano-2221522623233.shtml
In ogni favola che si rispetti c’è una strega cattiva, un bambino che ha paura e un eroe che corre a salvarlo. Ma nella vita vera, purtroppo, le streghe possono essere due. E allora l’eroe, invece del mantello, deve indossare una giacca elegante che nasconde una pistola e, nel taschino, il distintivo dell’Arma. C’è una scuola media, nel Vicentino, in cui s’è consumata una «favola nera» che ha avuto per protagonista Michele, un ragazzino di 15 anni che soffre di autismo. Un adolescente disabile che – probabilmente per almeno sei mesi – senza mai ribellarsi ha subito insulti, botte e umiliazioni dalle persone che avrebbero dovuto proteggerlo e aiutarlo: la sua insegnante di sostegno e un’assistente sociale di una cooperativa che lavora per l’Usl. Un incubo durato fino all’8 aprile, quando i carabinieri hanno arrestato la professoressa Maria Pia Piron, 59 anni, e Oriana Montesin, di 55. Le manette sono scattate dopo che i militari hanno piazzato una telecamera nascosta nella stanza in cui Michele faceva lezione assistito dalle due donne. Per quattro giorni, l’occhio elettronico nascosto vicino a un termosifone ha ripreso gli abusi. E così la favola triste è diventata un film dell’orrore. Immagini che provocano rabbia e disgusto. E alla fine ci si chiede come sia possibile spingersi così in basso.
Il primo giorno Le riprese iniziano il 3 aprile. La scena è la stessa che si ripeterà anche nei giorni seguenti. Michele è seduto a una scrivania, in mano un pennarello con il quale scarabocchia un quaderno. Non strilla e non reagisce. Neppure quando l’assistente sociale gli si avvicina e lo strattona tirandolo per i capelli e le orecchie. Poi la Montesin torna a sedersi. Ma la tregua dura pochi minuti, la si vede afferrare qualcosa e avvicinarsi nuovamente al ragazzino con in mano un righello con il quale lo percuote al capo e al volto. Lo costringe a restare in piedi, poi a inginocchiarsi. E Michele sempre zitto, buono. È terrorizzato: appena una delle due donne muove qualche passo, porta le mani davanti al volto per proteggersi. Alle 11 arriva anche la Piron che sferra un calcio al ragazzo. «È proprio un toso che te istega» («È un ragazzo che ti istiga»), spiega alla collega.
Il secondo giorno Il 4 aprile, alle 8,37 del mattino, la telecamera mostra l’insegnante che minaccia di colpire Michele con «un calcio in culo». La Montesin, invece, quel giorno è in vena di insulti e così urla a Michele che è «un luamaro» (letamaio, ndr), «un asino». Anche lei prima lo minaccia e poi lo colpisce alla nuca con una bacchetta e con delle forbici e gli sferra dei calci alle gambe.
Il terzo giorno Il 5 aprile è una giornata fortunata per Michele. Se ne rimane nella stanza con l’assistente sociale ma per tutta la mattinata c’è un continuo viavai di persone che – sottolineano gli inquirenti – «probabilmente ha impedito all’indagata di esprimersi liberamente». E così la donna si limita a minacciare il ragazzo di schiaffeggiarlo e di dargli un pugno.
Il quarto giorno L’8 aprile è un lunedì che nessuno dei protagonisti di questa brutta storia scorderà mai. È l’ultimo giorno di riprese, ma prima del lieto fine c’è ancora spazio per la violenza. Le due sembrano scatenate. Piron inizia a infierire fin dalle 8 del mattino. «Ti spacco la testa, porcone animale… Ti spacco il naso!». Lui, terrorizzato, si fa i bisogni addosso e lei dà di matto. «Hai finito animale! Sei un animale! Puttana di un porco!». A quel punto prende un fazzoletto imbevuto di un detergente per i mobili (il «Brillalcol» annotano con fredda precisione gli investigatori) e lo utilizza per pulire il volto del ragazzo. La stessa cosa, un’ora più tardi, la farà l’assistente sociale. Alle 10, come se all’orrore non ci fosse fine, nella stanza entra la bidella Luciana Scottà (che poi sarà denunciata a piede libero) che davanti alla Montesin percuote più volte Michele. E commenta: «Il ragazzo è un vegetale!».
La liberazione Alle 10,34 la violenza raggiunge un livello inaccettabile: il video mostra l’assistente sociale che lo colpisce alla testa e al collo con un paio di forbici. A quel punto, con Michele che verrà trovato con gli abiti intrisi di feci e urina, neppure i carabinieri riescono a trattenersi. Nelle immagini si scorgono le maestre alzarsi e uscire dalla stanza. Poco dopo entra un uomo in abiti eleganti, il volto non è mai inquadrato. Posa una mano sulla spalla del ragazzo, come a dirgli «È tutto finito» e ordina alle donne di sedersi. Alza la voce. Il tono è sprezzante. Una di loro fa per chiedere spiegazioni e lui infila la mano nella giacca ed estrae il tesserino. Le parole che pronuncia suscitano una gioia indescrivibile. Chiunque veda quei filmati terribili, trascorre ore sentendosi soffocare dall’ansia di sapere che da un momento all’altro può tornare la violenza contro un ragazzino indifeso. E all’improvviso si ritrova ad esultare sentendo quell’uomo senza volto dire: «Sono un carabiniere. Michele adesso viene via con me».
A due mesi di distanza dai fatti, il ragazzino (tutelato dall’avvocato Fernando Cogolato) non ha più rimesso piede a scuola. Sia Oriana Montesin (legali Balasso e Sambugaro) che Maria Pia Piron (avvocati Pelloso e Veccia) hanno appena ottenuto gl arresti domiciliari dopo aver versato ciascuna 10mila euro di risarcimento. Il pm ha chiesto il giudizio immediato. Una di loro si è giustificata spiegando: «Ero molto stressata».
Rita(Quota) (Replica)
Possibili contestazioni anti-stereotipo femministe saranno concentrate sulla riesumazione dell’archetipo “strega-femmina” e “eroe-maschio”, così da spostare il focus dalla violenza alla violenza degli stereotipi. Si accettano scommesse
Rita(Quota) (Replica)
E con che quotazioni? Sarebbe come a dire scommettiamo che in una partita di calcio tra Barcellona è squadra della parrocchia di Sant’Antonio vince il Barcellona?
La verità è che siamo oltre il delirio. Siamo alla follia pura.
Personalmente temo che sia finita, si son prese tutto. A mio avviso ormai dovranno passare secoli prima che l’uomo riesca a rialzare la testa e lottare per la propria dignità di essere umano. Per me quello che possiamo / dobbiamo fare è gettare il seme per la rinascita. Il movimento per la tutela dei diritti maschili è esattamente nella stessa posizione in cui era il femminismo nell’800. Per qualche secolo saremo derisi, vezzeggiati, emarginati, umiliati. Ma la storia insegna che non è possibile tenere in eterno l’uomo in una condizione di subordinazione.
Poetapirata(Quota) (Replica)
Poetapirata: Il movimento per la tutela dei diritti maschili è esattamente nella stessa posizione in cui era il femminismo nell’800.
credo che oggettivamente le due situazioni presentino delle differenze e non di poco conto. Ma a dire il vero non saprei produrre un’analisi ragionata. Ma qualcosa non mi torna nell’associare le due situazioni.
Ci provo con pensieri in libertà, non so quanto comprensibili, vogliate scusare l’off topic.
Tipo.. beh.. dubito che il femminismo sia stato creato e portato avanti dalle donne dal nulla. Anche nell’ottocento. Cristina di Belgioioso diceva all’epoca che l’emancipazione femminile vedeva avverse la più parte delle donne che non degli uomini. Poi non sono una storica per cui posso solo farmi un’idea leggiucchiando qua e là, ma ci sono parecchi nomi illustri maschili che hanno non solo supportato, ma dato anche fondamenti teorici al femminismo.
Specularmente non sta accadendo per i movimenti maschili. Non ci sono frange attive e cospicue femminili nel Momas, men che meno se si parla di fondamenti teorici. Qualche simpatizzante di buona volontà. Ma è tutto. Le stesse donne del MFPG (non me ne vogliano, l’avevo anche fatto presente in una discussione) si sono attivate quando il femminismo (la sua evoluzione.. non mi fate il cazziatone sui nomi e come chiamarlo) è andato a danneggiare pesantemente ed in maniera numericamente rilevante una certa categoria di donne.
Dunque:
Principio femminile: forza passiva
Principio maschile: forza attiva
Il primo da solo non si smuove.
La reazione dev’essere sobillata. Di contro c’è probabilmente una facilità di diffusione della reazione, perché credo che le donne siano più compatte. Qualcuno lo interpreterà come uno stereotipo perché può essere interpretato come maggior omologazione femminile, di contro la compattezza sociale è anche una qualità. Io ricordo un passaggio in un vecchio libro di Rosny “La guerra del fuoco” ambientato nella preistoria in cui un capo villaggio temeva il giudizio femminile perché le donne erano sicuramente meno forti dei guerrieri che aspiravano al ruolo del capo, ma più compatte. E potevano fare la differenza. Ora, il liibro è chiaramente un libro di fantascienza e la contestazione possibile e ragionevole è che Rosny abbia immaginato la preistoria avendo in mente la società odierna (che.. nel caso era la società dell’ottocento comunque), però c’è da dire che era uno studioso naturalista quindi è anche probabile che scrivesse cum grano salis e con fondamenti biologici e antropologici.
Tornando al distinguo fra forza attiva e forza passiva. Si può attivare una massa passiva? Beh. .. direi di sì. Come massa, però è più difficile attivare i singoli appartenenti alla massa se sono passivi.
E la massa attiva? Per reazione può diventare passiva? Beh.. mi sembra che anche nelle varie correnti Momas si veda un segno di passività maschile nell’abbandono del campo: no matrimonio per esempio, cessazione degli approcci e dell’intraprendenza.. varie ed eventuali . Di contro se la massa diventa passiva è più facile che restino singoli appartenenti attivi.
Quindi il femminismo nel compito di attivare la massa femminile avrebbe reso passiva la massa maschile, con ciò andando a danneggiare in molti casi le stesse donne.
I movimenti maschili sono partiti dalla stessa situazione del femminismo? Direi di no. Perdonate ma non ho visto fin qui molta compattezza nemmeno fra i movimenti. Direi che sono partiti isolati e singoli per poi tentare di convergere verso la compattezza. Che a me personalmente sembra che sia la cosa più difficile da ottenere. Il femminismo lo vedo scompattarsi solo negli ultimi anni fra le varie correnti.
Va beh.. non so se si capisca qualcosa, perdonate lo sproloquio.
Però, per dire, non credo sia esattamente la stessa cosa e non soltanto per la differenza di tempo.
Rita(Quota) (Replica)
Rita,
Cerco di precisare meglio il concetto espresso in quanto effettivamente così come trascritto potrebbe essere soggetto a diverse interpretazioni. Con quell’affermazione non intendevo dire né che i movimenti maschili partono dallo stesso punto da cui è partito il femminismo né che siano la stessa cosa.
Era una metafora per indicare che oggi i movimenti maschili per alcuni aspetti sono percepiti dalla collettività un pò come erano percepiti i movimenti femminili nell’800: ossia vengono visti come un fenomeno da non prendere neppure sul serio. In questo senso intendevo.
Poi vedi, a me non è la compattezza o la forza femminile che mi preoccupa: La maggior parte delle cretinate che vengono sostenute da alcune frange estremiste sarebbero facilmente contestabili anche da un ragazzino. Quello che mi lascia annichilito e che mi ha portato a quella riflessione è la passività maschile.
“Umiliati e offesi, è scioccante vedere come, senza neanche pensarci, in modo automatico, si maltrattino gli uomini; è una cosa ormai così connaturata alla nostra cultura che neppure ci si fa caso”. Non lo ha detto un maschilista che vuole impedire alla donna di autodeterminarsi; queste sono le parole esatte pronunciate da Doris Lessing.
Te hai avuto modo di assistere all’assemblea di approvazione del DDL di ratifica del trattato di Istanbul? E’ stato qualcosa di surreale. Tutti sanno che quella convenzione è la legge più incostituzionale della storia della repubblica. Tutti sanno che il femminicidio non esiste, che il fenomeno è in costante diminuzione, (i dati ISTAT, e del Ministero dell’Interno, uniche fonti ufficiali, indicano che le morti femminili per mano di un uomo sono calate negli ultimi 10 anni circa del 30%.) Tutti sanno che è una balla mostruosa che la prima causa di morte per una donna sia l’omicidio da parte di un uomo. Tutti sanno che il panico è stato scatenato per far accettare all’opinione pubblica l’introduzione di una norma che di fatto abroga il primo comma dell’art. 3 della costituzione. E nonostante ciò, durante quell’assemblea si è assistito per due ore a donne che hanno insultato, degradato ed umiliato tutto il genere maschile. Ma la cosa più raccapricciante era vedere le espressioni degli uomini presenti in parlamento. Nessuno osava neppure alzare lo sguardo. Sembrava di assistere ad un film porno sadomaso dove più la mistress inveiva sullo slave con la frusta e più lo slave ne traeva piacere. E dopo essere stati insultati e discriminati per due ore, in fine tutti in piedi ad applaudire. Questa a me non pare neppure più sudditanza psicologica, bensì proprio sottomissione psicologica. E non sto parlando di un forum femminista frequentato da 4 gatti. Sto parlando del Parlamento italiano. E’ questa assoluta passività degli uomini che mi preoccupa, non le donne.
Ora mi chiedo: “una cosa del genere la si può cambiare in 4 giorni con qualche post su uomini beta”? Beh ho dei seri dubbi. E da qui la riflessione.
Poetapirata(Quota) (Replica)
Rita,
Violenza degli stereotipi? ma se proprio i loro sono i massimi sterotipi. <Maschio violenta, femmina vittima e bla, bla bla.
armando
ARMANDO(Quota) (Replica)
Sottoscrivo l’analisi di Poeta pirata, in particolare sul paragone storico da lui fatto tra i primissimi movimenti femministi dell’800 (anche se il “vero” femminismo o femminismo “reale”, a mio parere, è quello che prende corpo e si sviluppa a partire dagli anni ’60 in poi, più tutte le successive trasformazioni) e gli attuali movimenti maschili.
Il movimento maschile ancora non è riconosciuto, nel senso che non gli viene riconosciuta una dignità, di qualsiasi genere.
Più che corretto anche quanto dice sul dibattito in aula: assolutamente surreale. Ha perfettamente ragione: non si può neanche più parlare di sudditanza ma di vera e propria sottomissione. Perché io sono convinto che moltissimi di quei parlamentari non erano affatto convinti di quello che stavano ascoltando e di quello che avrebbero ratificato di lì a poco. Semplicemente lo vivevano come un atto dovuto. Avete mai visto gli applausi ritmati e i volti e gli sguardi dei delegati ai congressi dei partiti comunisti dell’ex blocco sovietico al termine dell’intervento del segretario generale? (basta che andate su you tube ne trovate quanti volete…). Ecco, tale e quale.
Poi ci sono gli uomini “normali”, quelli con cui entriamo in contatto quotidianamente. E in questo caso le reazioni e le risposte sono in parte diverse.
La gran parte (l’ho verificato) quando vengono sollecitati rispondono con un sorriso, o qualcosa che gli assomiglia, che è più eloquente di mille parole. E’ un mix di rassegnazione, di rimozione, di spallucce, all’insegna del “ma che ce voi fa”, “le cose vanno così”, “ma che te metti a fa”, “ma figurate se”, ecc. ecc. ecc.
Quindi, da una parte i nostri avversari rispondono con il disprezzo e il “silenziamento” mediatico”, dall’altra i nostri referenti, cioè la grande massa degli uomini, reagisce rimuovendo. Quel sorriso (una smorfia?…) è il termometro della loro condizione.
Ci vorrà molto tempo, è vero, e anche qui ha ragione Poeta pirata. Stiamo preparando il terreno per generazioni future, però è anche vero che la Storia è assolutamente imprevedibile. E’ possibile fare analisi precise, puntuali e dettagliate dal punto di vista sociologico, politico, economico ecc. ma è assolutamente impossibile, a mio parere, prevedere i movimenti della storia e i suoi tempi che possono essere lunghissimi o, viceversa, avere delle accelerazioni improvvise e del tutto impreviste.
Personalmente credo che se si riuscisse, metaforicamente parlando, a trovare quel punto sulla sfera di cristallo dove tagliare, con un diamante o con qualsiasi altro strumento adatto allo scopo, quella sfera si potrebbe frantumare in un attimo in mille pezzi. Sono assolutamente convinto ad esempio che se un “intellettuale” riconosciuto, o semplicemente anche uno di noi, per qualche oscura ragione, fosse invitato in un programma televisivo di grido e le cantasse in modo chiaro e senza infingimenti, ci potrebbero essere delle reazioni assolutamente impreviste e imprevedibili fino a un attimo prima. Anche in questo caso si potrebbero portare centinaia di esempi. Certamente la QM ha una sua peculiarità (la dipendenza psicologica maschile e l’incapacità di accettare, o meglio di portare alla luce la propria condizione e quindi di accettare l’idea stessa di doversi difendere dalle donne, di doversi ribellare ad esse), che fa sì che la rimozione di questo blocco (si tratta di abbattere un archetipo radicato nella psiche degli uomini) sia molto più complicata rispetto a qualsiasi altro.
Fabrizio Marchi(Quota) (Replica)
Fabrizio Marchi,
“accettare l’idea stessa di doversi difendere dalle donne, di doversi ribellare ad esse”.
Monumentale, Fabrizio. nella semplicita` e nella incisivita`. Vi immaginate ad andarlo a dire in giro? “Gli uomini devono ribellarsi alle donne”. Cosi` chiara non l`avevo mai sentita. Chapeau
Pappagallus Nocturnus(Quota) (Replica)
Poetapirata
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E nonostante ciò, durante quell’assemblea si è assistito per due ore a donne che hanno insultato, degradato ed umiliato tutto il genere maschile. Ma la cosa più raccapricciante era vedere le espressioni degli uomini presenti in parlamento. Nessuno osava neppure alzare lo sguardo. Sembrava di assistere ad un film porno sadomaso dove più la mistress inveiva sullo slave con la frusta e più lo slave ne traeva piacere. E dopo essere stati insultati e discriminati per due ore, in fine tutti in piedi ad applaudire. Questa a me non pare neppure più sudditanza psicologica, bensì proprio sottomissione psicologica. E non sto parlando di un forum femminista frequentato da 4 gatti. Sto parlando del Parlamento italiano. E’ questa assoluta passività degli uomini che mi preoccupa, non le donne.
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http://questionemaschile.forumfree.it/?t=6676667&st=15
Daniele(Quota) (Replica)